Revenge

Up Cloth per Luke [VIII]

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    Revenge

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    La caccia era da sempre un'attività nobile, quasi fin dall'inizio dei tempi entità superiori avevano sempre sentito la necessità di confrontarsi con le sfide della cerca di una preda confacente: ci si poteva mettere una qualsiasi giustificazione dietro, ma la verità era che, semplicemente, uccidere era piacevole. Mettersi alla prova contro nemici sempre più forti, stanarli e rincorrerli fino al limite dell'esaurimento fisico e, infine, sferrare il colpo di grazia e dilaniarne le carni: questa era l'essenza della caccia, del dimostrare di essere migliore della propria preda o rischiare di diventare cibo.
    Quantomeno era così per Enmeshar.

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    L'enorme lupo danzava tra corpi dilaniati con grazia ultraterrena, una zampa dopo l'altra graziò il terreno sporco di interiora e carne, ossa infrante, ma non sangue. Ogni singolo, microscopico brandello del prezioso liquido cremisi sparso in sua presenza si mosse verso di lui, come animato di vita propria, lambendone il pelo insinuandosi sotto di esso; sarebbe stato uno spreco sprecare sangue perfettamente usabile per saziare, temporaneamente, una sete che non conosceva fine.
    Le sue zanne, bianche come perle, avevano saggiato la carne di uomini e corrotti, senza distinzione alcuna; i primi semplici animali, creature da usare fin quando non si rompevano e poi buttarli via come più gli aggradava, i secondi addirittura peggio. Per un qualcuno che odiava la vita e la realtà in ogni sua forma confrontarsi con quell'orrore era stato quasi uno shock: tutto si trasformava dinnanzi alla corruzione, ogni individualità spariva e tutto mutava.
    Un prospetto che trovò quasi più orripilante di essere nuovamente sigillato. Questa malattia andava estirpata e poi, dopo di essa, avrebbe fatto seguito tutto il resto.

    Ma non era il solo ad essere a caccia, apparentemente. Un odore nuovo diede pausa al suo branco, una ventina di lupi si fermarono dietro il loro alpha, mentre una nuova presenza si palesò al loro cospetto.
    Gli altri la circondarono da ogni direzione, circolando intorno alla donna con un basso ringhio. Lui si avvicinò, piano, con la cautela di chi incontra un incognita: era da molto, molto tempo che non sentiva un energia cosmica simile, per quanto fosse alla sua portata confrontarsi con essa, le sue memorie non erano molto chiare al riguardo. Un effetto secondario del processo che l'aveva riportato in esistenza. Non aveva paura, sebbene fosse evidentemente consapevole di cosa avesse cercato e degli orrori che era capace di scatenare, e chi aveva nominato...
    Le arrivò davanti, il muso a pochi centimetri dal suo volto, narici che si aprirono in inspirazione una volta, due. Non era un odore familiare. Allungò la zampa anteriore, un unghia si agganciò all'orlo del cappuccio della donna, tirandolo all'indietro nella pretesa che aveva di vedere con chi aveva a che fare: la sua vita dipendeva da quanto poco a Enmeshar dispiacesse di essere stato interrotto mentre cercava cena. Snudò le zanne, un sordo ruggito gli vibrò in gola quando divenne consapevole di esser stato chiamato per vie traverse da un messaggero, come se una creatura della sua magnificenza non fosse degno di essere contattato direttamente da chi lo cercava.
    Certo, sapeva chi aveva mandato lo donna, lo sentiva: un individuo che aveva cercato fin dal suo risveglio, senza successo, e che si accompagnava a un djinn di nome Berham, se le informazioni dategli da Thanatos erano corrette, e gli faceva piacere pensare che lo fossero. Sentiva la minaccia nell'aria, la tensione che tradiva il sorriso limpido e sereno di quel volto immacolato, sapeva che, se avesse provato ad alzare la zampa contro di lei, questa avrebbe risposto a modo. Il prospetto non gli era del tutto sgradito.
    Non perché la odiasse, semplicemente la violenza era per lui naturale come respirare, un modo come un altro di comunicare e passare il tempo; ma sarebbe stato inutile. Quel potere non era il suo, bensì un riflesso pallido di qualcosa di lontano: forse avrebbe potuto infrangere quel legame se si fosse messo d'impegno, le sue conoscenze su rituali arcani era particolarmente estesa, ma onestamente non aveva voglia di farlo. Troppo sforzo per quella che sarebbe stata una magra soddisfazione e, se non poteva ucciderla o farla sua definitivamente, allora perché prendersi la briga?

    Capisco.
    Arretrò di un passo all'indietro. La sua forma fisica tremò e pulsò di luce rossastra mentre lo stato fondamentale del suo corpo mutava, ribollendo come creta nelle mani di un abile scultore. Il corpo umano e nudo di Enmeshar emerse da quell'istante di trasformazione, sospeso a un metro dal terreno, graziosamente seduto a gambe accavallate e poggiato sul nulla. Quale maniaco cambiava cambiava forma con ancora i propri vestiti addosso, dopotutto.
    Dovrai aspettare un po', tuttavia. Schioccò le dita due volte, senza distogliere lo sguardo da Berham, come se tutta quella serie di circostanze fosse perfettamente normale. Ehi, era stata lei a venirlo a cercare e a disturbarlo nei suoi svaghi, il minimo che poteva garantirgli erano quei pochi minuti che gli servivano per preservare la sua reputazione di impeccabile cultore della moda. Devo vestirmi in maniera appropriata.
    La sua vanità non poteva fargli tollerare di non essere la cosa più meravigliosa di qualsiasi luogo che visitava.
    Lo spazio si spaccò in un rettangolo perfettamente delimitato, con un movimento delle dita rimosse lo spazio in esso inscritto come se fosse stato una tenda, rivelando l'interno di un vastissimo armadio ripieno fino all'orlo di indumenti di ogni genere e specie, senza alcuna distinzione di sesso. Mh, aveva un abito blu bellissimo da provare prima o poi, ma quello era per occasioni speciali e, soprattutto, da donna. Non aveva voglia di cambiare ulteriormente aspetto in quel momento.
    Oh beh, niente di sbagliato con i classici.

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    Per curiosità, dov'è che dovrei andare? Chiese con fare distratto mentre finiva di sistemare la cravatta; in tutta onestà non gli interessava particolarmente la destinazione, la cosa più importante era chi avrebbe trovato alla fine del percorso e non dove, ma tanto valeva cominciare a farsi un'idea di quale luogo avrebbe graziato con la sua presenza. Quando si aprì il portale davanti a sé, quasi in risposta alla sua domanda, Enmeshar fu sorpreso.
    Non accadeva spesso, ma il luogo che stava rivelandosi al suo cospetto aveva un certo valore sentimentale per lui: Uruk. Un suo possedimento preferito, almeno per un certo tempo, e un luogo che nutriva un'importanza molto più che simbolica. Non era solo la Culla della Vita, non solo il posto dove l'umanità aveva davvero imparato a conoscere e temere la ferocia del Vampiro e della sua prole, era il suo posto, il suo luogo. Si sorprese a pensare, perso nei ricordi, per un attimo in più di quanto sarebbe stato appropriato.
    Sono gradevoli memorie. Rispose all'affermazione della donna, giusto per un fugace momento prima di seguirla.
    Vero, non era il caso di far aspettare chi aveva preparato quello spettacolo. La djinn gli passò davanti, guidando Enmeshar per strade che conosceva bene, tutto era come ricordava: da quella che era stata chiamata Porta di Ishtar, oh quanto quel nome gli faceva rivoltare lo stomaco, dal contorno della grande ziqqurat di Ur-Nammu, e alle meraviglie del distretto reale di Eanna. Beh, non proprio, non pensava che quelle persone paralizzate nel tempo fossero lasciti della sua ultima visita. La realizzazione gli provocò un vago moto di dispiacere sul volto, conosceva fin troppo bene l'essere che poteva compiere tali manipolazioni sul tessuto temporale e aveva imparato ad essere cauto su eventuali scherzi o facezie su cose che lui riteneva importanti. No, no, era quasi certo che non si trattasse dell'opera della sua... familiare conoscenza. Sapeva bene chi c'era dietro tutto questo, ed era il motivo principale per cui stava ripercorrendo quella piacevole passeggiata sul viale dei ricordi.

    Non male. Davvero niente male.
    Si concesse ad alta voce il massimo della lode che poteva rivolgere ai lavori di qualcun altro, ma doveva ammettere che, quantomeno, colui che l'aveva invitato aveva un certo stile nella presentazione.
    E nella compagnia che sceglieva, Berham era potente nelle vie del cosmo, estremamente piacevole allo sguardo e, soprattutto,
    palesemente superiore ad un semplice mortale. Non fosse stato lì per motivi strettamente personali avrebbe anche potuto considerare di concedersi qualcosa in più di un qualche fugace attimo di distrazione.
    Dinnanzi alle porte del palazzo reale di Uruk, Enmeshar si fermò. E attese.

    Qualsiasi cosa ci fosse dall'altra parte, dovette riconoscere, con leggera riluttanza, che aveva il potenziale di essere interessante.


    nome | Enmeshar
    energia | Nera
    surplice | Vampiro (VII)
    casta | Spectre
    fisicamente |
    mentalmente |
    riassunto azioni |
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    Enmeshar è detentore di un potere estremamente particolare, derivato dalla sua antica natura, che gli consente di manipolare il tessuto spaziale in una maniera molto poco convenzionale: dove altri manipolano attentamente le dimensioni, il Vampiro le squarcia senza alcuna cura con semplici movimenti degli arti, generando delle fenditure spaziali che possono essere usate in un'infinità di modi.
    Uno dei utilizzi è puramente di trasporto, collegando lo squarcio iniziale con un secondo punto nello spazio, che sia o meno nella stessa dimensione del Vampiro, generando un'apertura capace di trasportare persone, oggetti e perfino Cosmo; questo permette ad Enmeshar di muoversi come se si stesse teletrasportando, semplicemente saltando da uno squarcio ad un altro, cosa che gli concede di effettuare uno spostamento capace di evitare completamente un attacco (monouso a duello). Alternativamente tali squarci possono essere usati con scopi tattici difensivamente, cercando di fare in modo che attacchi nemici vengano ingolfati da essi, sebbene ciò è sempre subordinato al divario di potenza in questione, o anche strategicamente, spostando persone o anche intere sezioni di materia che sono stati raggiunti dalle fenditure, o persino facendo passare i propri attacchi in esse. La massima applicazione di questo potere è il controllo sulla devastante Crimson Cross ☼.
    Tuttavia, l'uso più tremendo dei suoi artigli è quello direttamente offensivo, sebbene il principio di funzionamento sia lo stesso. Una volta creata una fenditura nel tessuto spaziale, Enmeshar potrà utilizzarla come una vera e propria lama dimensionale capace di separare la materia attraversata con precisione assoluta; tali squarci possono essere portati con movimenti dei suoi arti oppure proiettati verso il bersaglio, ma il risultato sarà sempre il medesimo. Anche in questo utilizzo le fenditure conservano una funzione di trasporto, risultando estensioni fisiche del corpo del Vampiro, e non bisogna mai dimenticare che il loro scopo non è l'atto di tagliare o mutilare in sé e per sé: il loro obiettivo è di bere e saziare così il loro padrone. Le lame assorbiranno così il sangue versato del bersaglio, che subirà perdite di energia vitale e Cosmo come se lo Spectre sia entrato in diretto contatto con lui, trasportandolo dunque nel corpo di Enmeshar. I fendenti dimensionali separano la materia con la stessa efficienza di un'Arma Infusa, rendendo ancora più difficile contrastarle direttamente.
    Questi poteri, nonostante la loro forza, non gli danno il fine controllo sulle dimensioni posseduto da chi ha poteri appositi, sebbene gli Artigli possano interagire con altre abilità similari, contrastandole.
    Poteri minori proveniente dal suo retaggio divino includono il poter volare nello spazio e far fluttuare oggetti, entrambe capacità generate "graffiando" con maestria il tessuto spaziotemporale con i suoi artigli e traslando la materia attraverso di esso.


    ENMESHARRA
    Enmeshar, che un tempo era cosi disgustato dalla Realtà materiale e da tutti i suoi abitanti da cercare di distruggere ogni cosa, fu maledetto in una maniera terrificante: essere costretto a ricorrere alle creature che egli stesso disprezzava più di tutto per sostentarsi. Era, invero, un umiliazione totale e assoluta, ma che ha dato origine ad un risvolto totalmente inaspettato; il fatto che, ad un certo punto, ha iniziato a trovare la cosa estremamente divertente.
    Il Primo Vampiro può, con un semplice tocco, assorbire il sangue delle sue vittime, in maniera assolutamente indolore. Enmeshar sarà capace di privare il nemico di essenza vitale e, cosa più importante, di Cosmo stesso. Essendo che il sangue è il metodo principale di trasmissione cosmica in un corpo, il suo assorbimento porterà ad un aumento progressivo di stanchezza e spossatezza nel nemico. Compiere movimenti di qualsiasi sorta e fare ricorso al proprio Cosmo risulterà sempre più difficile man mano che il nutrimento di Enmeshar continua, finché anche fare un passo sarà quasi impossibile, diventando facili banchetti per lo Spectre, poiché l'energia vitale e il Cosmo persi in tale modo non possono essere in alcun modo recuperati nel corso dello stesso combattimento. Tuttavia, la capacità più importante della maledizione è il legame sempre presente con gli artigli del Vampiro, permettendogli di richiamare il Crimson Destroyer ☀.
    Oltre a questo, la progressiva perdita di sangue nel nemico porterà ipovolemia, causando mal di testa, fatica diffusa, vertigini, severi abbassamenti di pressione, pallore, tutti sintomi che non faranno altro che peggiorare man mano che il banchetto continua.
    Nemmeno nel caso in cui non si possiede sangue si è al sicuro, il Vampiro è altrettanto capace di divorare energia vitale e Cosmo grezzo al suo posto.
    La vera capacità di questo potere è una potenzialità più unica che rara, sviluppata dopo eoni di pratica e infiniti banchetti, che consente ad Enmeshar di sintetizzare l'essenza vitale del sangue immagazzinato nel suo corpo affinché né tragga non solo sostentamento per sopravvivere, ma anche nuove energie. Ogni volta che assorbe con successo il sangue della propria vittima, egli rigenererà parte della propria salute e del proprio Cosmo. [Bonus da Energia Nera]


    WUSSURU
    l'abilità meno appariscente, ma indubbiamente più infida, a disposizione di Enmeshar è quella di esercitare la propria volontà in una maniera così marcata da sovrapporsi a quella degli altri. Una volta che il nemico sarà stato raggiunto da questa insidiosa applicazione psionica, avverrà una vera e propria manipolazione d'intenti. Coloro che non possiedono Cosmo non avranno altra scelta che piegarsi al suo volere, diventando poco più che automi al servizio del Vampiro, mentre, per coloro che possono contrastarlo in battaglia, l'efficacia di questo potere è sempre subordinata alla differenza in potenziale cosmico e alla presenza o meno di difese mentali.
    Semplicemente concentrandosi egli potrà infondere nel suo bersaglio emozioni fasulle e fittizie, far provare terrore o gioia o qualsiasi cosa concepisca per il suo puro e semplice diletto, oppure sarà in grado di controllare come il nemico agisce in maniera estremamente diretta tramite attenta manipolazione dei loro pensieri. Fermare attacchi, rivolgerli contro alleati, persino compiere azioni autolesive con la piena convinzione di essere in totale controllo delle proprie facoltà sono solo alcune delle infinite possibilità a sua disposizione, possibilità limitate solo dalla sua perversa fantasia. Dopotutto, poche cose sono più soddisfacenti di convincere una preda a offrirsi da sola sul piatto.
    E, se approcci più sottili e nascosti dovessero rivelarsi inefficienti, Enmeshar dispone sempre dell'opzione di sovraccaricare i processi neurologici del suo bersaglio, danneggiandone la mente in maniere potenzialmente irreparabili e difficilmente contrastabili. Gli effetti dell'esposizione a suddetto sovraccarico mentale sono progressivi e graduali, man mano che viene sottoposto ad essi il bersaglio vedrà i proprio processi neurologici e mentali farsi sempre più difficoltosi; un dolore, forte e bruciante, si farà strada dal suo centro neurale, e quanto più questo si farà intenso tanto più diventerà difficile pensare, ragionare e formulare complesse e intricate strategie. Infine, negli stadi conclusivi di questo orrendo processo, si arriverà ad un completo spegnimento della psiche nemica, rendendo l’avversario un vegetale inerme al cospetto del Vampiro.
    Inoltre Enmeshar potrà infondere ognuno dei suoi attacchi e tecniche di potere psionico, aggiungendo una componente di sovraccarico mentale ad essi e incrementando l’insidiosità delle sue offensive.
    Inoltre, più il Vampiro si nutre del sangue del proprio nemico e più questo faticherà a resistere la sua maligna volontà, fino al punto in cui non vorrà più neanche opporvisi.


    ABI GALLU
    Enmeshar è il primo dei Vampiri, colui il quale ha dato origine ad una stirpe tanto numerosa quanto maligna, lasciando all'universo l'eredità di una maledizione che non ha esitato a diffondere senza preoccuparsi delle conseguenze. Non tutti i suoi figli lo servono, molti sono anche diventati suoi rivali, ma il singolo fatto di essere il Dio antenato di tutti i vampiri gli conferisce un'autorità che non è puramente simbolica. La maledizione inflittagli scorre nell'essenza più profonda del primo Vampiro, una maledizione che lui ha trasformato in una fonte di intrattenimento malato per lo scempio che arreca all'odiata creazione.
    Egli è, infatti, l'origine di tutti i miti e le capacità comunemente attribuite alle creature della notte.
    Enmeshar può ideare tecniche che gli consentono di fare ricorso ad abilità apposite possedute dai Vampiri.


    tecniche |
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2 replies since 25/7/2022, 22:04   278 views
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