Ordinary Life in the Empire

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- Ordinary life in the Empire -



Aveva programmato la sveglia per le otto e mezza, ma si concesse una decina di minuti in più.
Dopo essersi svegliato del tutto, passò qualche momento a guardare il soffitto. La bocca gli sapeva di veleno, la testa gli girava leggermente e fuori c'era già un casino infernale. Non era più abituato a vivere in una città.
Si alzò da letto, stiracchiandosi e grattandosi la testa appena fu in piedi, per poi dirigersi al bagno. Afferrò il bagnoschiuma tre-in-uno, lo spazzolino ed il dentifricio, pronto a completare tutto il processo sotto un unico getto di acqua calda.
Finita la doccia, decise di indossare qualcosa di comodo per andare in giro e passare il tempo. Una maglietta nera e dei pantaloni da palestra belli larghi gli sembrarono la scelta migliore. Si preparò, chiuse la porta della sua camera d'albero, e passo per la reception per consegnare le chiavi. Non era neanche un albergo quello in cui alloggiava, era più un consolato provvisorio. L'apertura verso il mondo esterno era un argomento pericoloso come un campo minato. Quello non era il giorno per missioni diplomatiche, era li per il suo giorno libero obbligatorio prescrittogli dal tuo team medico.

Si accese una sigaretta davanti all'entrata dell'edificio, e si avviò verso la sua destinazione.

Avevo visto una gelateria qui vicino. Ora vado a provare il fior di latte e vedo com'è in confronto a-

Un furgone lo prese in pieno proprio mentre attraversava la strada.
Volò per un paio di metri, rotolando sull'asfalto come un sacco di stracci. Sentì delle urla provenire dalla gente che passava di li per caso. Il conducente del furgone scese e si precipitò verso di lui, il respiro tanto affannato e stretto dalla morsa del panico da risultare rumoroso. C'era gente che invocava aiuto, chi invocava Poseidone, chi chiamava aiuto...
Lui semplicemente invocò il suo cosmo, ed il processo di guarigione fu rapido ma quasi assordante. Le sue ossa si rimisero in asse, così come il suo braccio ed i suoi piedi, con rumori che ricordarono il legno secco. Era una situazione estremamente sgradevole, e fu grato alla sua capacità rigenerativa di essere tanto rapida.
Si alzò sotto lo sguardo incredulo di tutti, si spolverò di dosso lo sporco della strada, e diede un'occhiata al muso danneggiato del furgone, per poi tirare fuori dalla tasca un cellulare miracolosamente intatto.

...

Jo è successo di nuovo...
Ma non lo so, forse non sono più abituato al traffico, che ne so io...
Un furgone...si poi lo mando in officina...


Senti ma a Sandra che gelato piace?


Cassata siciliana ma mi pigli per il culo?”

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Dennis stava camminando su un marciapiede abbastanza affollato.

Se i suoi occhi non fossero stati tanto occupati, si sarebbe accorto della moltitudine di gente che si fermava brevissimamente ad osservare l'uomo in giacca di pelle, occhiali da sole, ed un valigione trolley tenuto con una mano, ma il Re delle Bestie era troppo impegnato a mangiare un cono gelato. Pistacchio e cioccolato fondente, accostamento arduo ma non troppo se uno si metteva a pensarci bene, senza contare che quella gelateria in cui era andato era una delle top five dell'impero, sarebbe potuto uscire di li con una coppetta limone e puffo e nessuno avrebbe avuto niente da ridire.

Finì il cono dopo qualche minuto, gettò il fazzoletto di carta in un secchio dell'immondizia e fu abbastanza fortunato da trovare una fontanella con la quale lavarsi le mani. Si guardò intorno un paio di volte prima di asciugarsele sui pantaloni, per poi mettersi una mano in tasca e cacciare sigaretta e accendino. Aveva ancora un po' di strada da fare, me certamente non voleva prendere ne auto ne mezzi pubblici, voleva godersi il camminare in una cittadina, al costo di rischiare di essere investito da un camion per la terza volta.

Oook ho preso la terza a destra, andato avanti fino alla rotonda...Gesù quanto sarà difficile trovare il Palazz-Ah eccolo li.

Tirò su con il naso, si strofinò la faccia e si incamminò verso la piazzetta che precedeva l'entrata del Palazzo. C'era un proficuo viavai di persone, creature e Tenno, tutti impegnati in compiti governativi estremamente importanti, tanto che solo una manciata di loro si accorse della Palingenesi ferma in mezzo alla piazza.
Dennis posò il trolley, si inginocchiò per aprirlo, e ne afferrò il contenuto con una mano, portandolo sopra la testa.

Buongiorno.

Salve, ho bisogno della cassa portatile più potente che avete.

Certamente, abbiamo qu-

E tanto per essere chiari quello che ho detto non era un'esagerazione, voglio qualcosa che sia capace di far morire di vergogna un concerto dei Pink Floyd.

I thought love was only true in fairy tales
Meant for someone else but not for me
Love was out to get me
That's the way it seemed
Disappointment haunted all of my dreams

La piazza venne inondata dalla musica, con dennis al centro che imitava un orribile clichè anni 80

Then I saw her face, now I'm a believer
Not a trace of doubt in my mind
I'm in love
I'm a believer, I couldn't leave her if I tried

Una finestra venne sbattuta con tanta violenza da danneggiare i cardini. Pan si accinse a spegnere velocemente la musica, notando la forza della reazione che aveva suscitato. Forse non era stata una buona idea, forse stava lavorando e quello non era il momento giusto.

Dalla finestra spuntò qualcuno, ed il timore fece posto alla sorpresa.

Era Undyne.

È FUORI A PRANZO, IMBECILLE

Dennis abbassò lo sguardo fino ad arrivare a fissare nel vuoto davanti a se. Aveva sbagliato i calcoli ed aveva rovinato la sorpresa.

Mmmh...chissà dov'è adesso...dai che se la trovo forseà

Sono qui dietro Dennis.

HAH

La Regina Reggente aveva assistito a tutto lo spettacolo nel suo tragitto di ritorno dalla pasticceria dietro l'angolo, con ancora il muffin gigante cioccolato e frutti di bosco ancora a metà.

Quindi I'm a believer è la nostra canzone?

Non ti piacciono i Monkeys?

Dennis quella era la versione di Shrek.

Non capisco questo commento Jo.

Ok ok cosa è successo? Ti hanno investito un'altra volta? Hai infranto una vetrina di plexiglas spingendoci la faccia dentro? Hai distrutto un altro Dance Dance Revolution?

No no no volevo solo...volevo solo farti una sorpresa...ero stanco di fare chiamate diplomatiche per venire a trovarti e...vabbè lasciamo perdere, non ha importanza, se vuoi litigare possiamo farlo nel consolato e non davant-

Dennis venne interrotto dall'abbraccio improvviso di Johanna, un abbraccio che fece morire qualsiasi cosa stesse dicendo. Dopo l'abbraccio le mani di lei cercarono il viso di lui, posandosi sulle sue guance, dopo avergli spostato i capelli.

Ti amo, Dennis.

La Palingenesi abbozzò un sorriso confuso, senza staccare lo sguardo dagli occhi di Johanna, prima di premere le sue labbra contro quelle di lei.

Ti amo, Johanna.



Dennis?

Si?

Sono io quella che dovrebbe alzare il piede durante il bacio.

Ah.

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