Ikari No Tora - Le Tigri Dell'Ira

Chapter II - Asgard

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    Profondo Nord. Territori AsgardianiYoko Kurama



    Asgard.
    Ma tra la nave che cadeva, leggera, danzavano tra i fiocchi piccoli fuochi spirituali.

    «Freddo.»


    Yoko Kurama si strinse nella pelliccia che avvolgeva il petto e il collo dello Yokai Nobile. Il Signore dei Nekomata affondava le sue gambe nella neve fresca procedendo verso una direzione ben precisa. Anche se non l'avrebbe voluto fare. Anche se pensava fosse uno sbaglio colossale quello di chiedere aiuto agli uomini, ma sopratutto ai Black Saint. Non avrebbe mai cambiato idea su questo. Ma era uno Yokai Nobile della Corte di Mezzanotte; faceva parte del Crogiolo, lì dove Amaterasu splendeva e per quanto non fosse d'accordo era suo dovere combattere questo male. Capire i perché di Amaterasu o mi kami era difficile ma nutriva rispetto e fiducia nell'Araldo più imprevedibile.
    La Vita. La spada che combatteva il Chaos...unirsi a chi di quel Chaos non ne era padrone ma solo l'ennesima, sciocca preda. Ma se lo stava facendo aveva i suoi perché e messo sulla bilancia del rischio i pro e i contro.
    Ma avrebbe vigilato. Avrebbe tenuto i suoi occhi aperti. E se i suoi pensieri e dubbi avessero trovato fondamento avrebbe divorato con gusto le loro anime.
    Chissà che sapore avevano. Anime così vicino al Chaos. Anime talmente depravate da lanciarsi nell'Abisso con il sorriso credendo di trovare potere. Passò la lingua, voluttuosa e turpe, sulle labbra. Il solo pensiero gli stava facendo venire fame.
    Prese tra le sue dita perfette, mani delicate e morbide dove non vi era né ferita, né imperfezione, uno di quei fuochi fatui che danzava intorno al suo corpo. Come fiocco di neve. Perfetto.
    Il movimento fu repentino, gli artigli fuoriuscirono con uno scatto ferale, il viso perfetto si deturpò nella smorfia di un ghigno sadico e brutale. Divorò quell'anima e lo fece con gusto. Come chi si avventasse su di una tavola imbandita ddopo la traversata di un deserto, dopo aver patito stanchezza fame e sete.
    La divorò e si sentì un fischio acuto e malsano. Come di un qualcosa che grattasse su di una parete.
    Il sorriso di Yoko Kurama, la sua lingua a passare tra le labbra, le dita che venivano leccate fu spettacolo orrendo.

    «Delizioso.»

    Si passò un dito sulle labbra, come a pulirle, mentre la neve cadeva. Cenere. Ora non era così bella. Nemmeno questo, nemmeno il bianco puro, riusciva a scacciare quest'immagine orrenda. I fuochi fatui continuavano a danzare. La neve a cadere.
    Ma qualcosa si era spezzato. Ma per il Signore dei Nekomata non gli importava. Erano per lui. Lui li aveva richiamati. Diletto. Arma. Cibo.
    Oggetti.
    Questo erano per lui. Usabili. Gettabili. Rimpiazzabili.

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    «Chissà quando si accorgeranno di me.»



    La veste sfarzosa si gonfiò per un soffio di vento improvviso. Decorata riccamente. Ma non si riusciva a capire se fosse femminile o maschile. Per esseri come lui la distinzione sessuale era l'ennessimo vestito con cui deliziarsi. Con cui giocare.
    Come Menreiki anche Yoko usava la morte come spettacolo. Usava il terrore come quinta teatrale su cui danzare in uno spettacolo necromantico.

    Si rimise la pelliccia addosso.

    «Basterà continuare. Prima o poi si accorgeranno...e spero il più presto possibile. Questo freddo mi tira la pelle.»

    Un ombra danzò tra la neve continuando a muoversi. Attorniata da fuochi fatui spettrali. Bellissimo eppure così tenebroso, dissonante con quegli occhi freddi più del ghiaccio, pericolosi quanto e più dell'ametista.

     
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    Gli equilibri erano qualcosa di estremamente mutevole, lo erano sempre stato. Il compito di un cavaliere, che fosse il Celebrante o un semplice soldato, era quello di mantenere la pace e difendere il popolo e la sua casa. Ultimamente ad Asgard qualcosa si muoveva sotto la cenere: da poco si era illuminata una stella dell'Orsa Maggiore, Urzla aveva percepito che qualcosa di importante stava accadendo e la ragazza era il fulcro di tutto.

    Quel giorno era stato Sigmund, ad uscire in ricognizione. Il Celebrante - per chiunque avesse avuto bisogno di crederlo - era nel palazzo reale, mentre il guerriero si era fatto vedere mentre usciva dal castello per svolgere chissà quale missione. La realtà era che Siegfried aveva indossato l'elmo per diventare il proprio alter-ego e sollevare il morale delle truppe, puntando poi all'esterno e cercare di capire qualunque mossa la Corruzione potesse avere. Il nemico che nei tempi recenti era rimasto tranquillo, e questo significava "quiete dopo la tempesta".

    Era ormai lontano dal palazzo, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Il silenzio. E poi un cosmo. Qualcuno si avvicinava ad Asgard, qualcuno le cui intenzioni non erano chiare. Chiuse gli occhi ed inspirò lentamente, aveva già avvertito qualcosa di simile in passato ma non capiva bene di chi si trattasse. Una cosa però era certa: chi si avvicinava apparteneva a Gea, che con Asgard era alleata. Il Celebrante fece brillare il proprio cosmo, e in meno di un istante l'armatura del Drago aveva avvolto il suo corpo. Guardò il bracciale di pietre runiche, chiedendosi se fosse necessario utilizzarlo per evocare una cavalcatura, poi si avvolse nel mantello e puntò una direzione ben precisa: sarebbe andato incontro al visitatore.

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    NOME - Siegfried
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    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Uhm.

    RIASSUNTO AZIONI - Presente, vediamo che esce fuori :zizi: Sieg era in giro in incognito, pecepisce Yoko e si mette l'armatura. Non nasconde il proprio cosmo in modo da far sentire la propria presenza mentre gli va incontro.

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    Yoko passeggiava come un fantasma. Portava al fianco un tubo cilindrico finemente decorato. Fatto di lego proveniente da Agartha stessa. Il simbolo di Amaterasu era impresso nel centro.
    Era lì per consegnarlo ai cavalieri di Asgard. Ma non voleva entrare ad Asgard.
    Nutriva un profondo sospetto nei confronti degli uomini, perché troppo facilmente volgevano i loro cuori sia al male che al bene.
    Troppe scelte repentine dettate dal proprio egoismo o dalla paura. Per un essere come Yoko Kurama questo era particolare. Non riusciva a comprenderli e più di una volta lo si sentì pronunciare parole d'astio e di morte.
    Yoko era male. Lo era sempre stato. Fedele a se stesso e alla propria indole non l'avrebbe cambiata per convenienza ma sempre l'avrebbe assecondata. Non riusciva ad essere qualcos'altro. Non poteva essere Sampitalakamui.
    Una noia mortale!
    Amava essere se stesso. Amava se stesso. Per questo non capiva gli esseri umani che così facilmente passavano dalla Luce alla tenebre. Troppo propensi al tradimento. All'omicidio e alla distruzione.
    Sia chiaro che anche lui aveva tradito, ucciso, distrutto e solo G.E.A sapeva quante anime aveva divorato nel corso dei millenni eppure mai era divenuto altro. Per questo gli uomini erano per lui una seccatura e oggetti.
    usabili. E gettati subito dopo.
    Perché Amaterasu tenesse in considerazione tali bestie senza nerbo continuava a rimanergli un mistero.


    Stava giocando con un anima tra le dita da pianiste quando avvertì qualcosa.
    Ed era ora anche. Finalmente un cosmo potente. Finalmente un cosmo che si avvicinava mostrando tutta la sua roboante forza e dovette controllare la sua bramosia e la sua fame quando quel cosmo lambì il suo. Come una tempesta che lo sferzava violentemente.
    Un buon sapore. Sarebbe stato gustoso. Lo avrebbe saziato per giorni. Ma non era lì per mangiare.
    Accarezzò il cilindro di legno a ricordarsi i perché.
    Un vero peccato non poter cacciare come faceva un tempo. Non poter inscenare uno spettacolo di morte e inganni solo per rendere le anime ancora più saporite. Paura. Vendetta. Ossessione.
    Tutto questo le rendeva così gustose che a volte ne sentiva la mancanza.
    Come quei tempi ormai passati.
    La Corruzione sapeva di merda...si fermò.

    «So che stai arrivando, mio caro cavaliere di Asgard.»

    Allargò le braccia lasciando che il freddo, la neve, il vento ne gonfiasse la sfarzosa veste, accarezzasse i capelli bianchi come e più della neve come se avessero catturato l'argentata luce della luna.
    Lui stava annusando quel cavaliere e a sua volta si sarebbe fatto annusare.
    Ah...se i tempi fossero stati diversi...se fossero stati come quando cacciava ed era più giovane.
    Che noi la maturità e le responsabilità.
    Che noia questi tempi...come la noia dell'attesa che quel cavaliere si mostrasse.
    Sorrise di un qualcosa che fu somigliante ad un sorriso ma sembrava più lo snudare di canini e artigli.
    Forse questo lo avrebbe aiutato a combattere la noia. Parlò ad alta voce.
    Che lo potesse udire. Vedere. Soppesare.


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    «Sono Yoko Kurama. Yokai Nobile della Corte di Mezzanotte di Amaterasu o mi kami.
    Sono qui perché porto un messaggio dall'Araldo della Creazione e Distruzione.»



    Aveva subito posto le questioni. Non aveva espanso il suo cosmo. Si era presentato.
    E fece un inchino. Talmente teatrale da risultare stonato, mentre tra le dita volteggiò quel tubo cilindrico con lo stemma dell'Araldo.
    Chissà...forse si erano dimenticati anche di questo. Anche dei tempi passati?
    E pensò che Amaterasu fosse arguto.
    Che sapesse della sua noia?
    Che G.E.A lo benedica sempre: gli stava dando un qualcosa per combattere la noia e ritrovare il sapore.

     
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    II
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    Ed ecco un nuovo personaggio singolare ad Asgard, anche lui appartenente alle schiere di Gea. Pensandoci bene, tutti i Gea che erano stati ad Asgard erano particolari a modo loro, e quest'ultimo non sembrava distinguersi più di tanto dagli altri. "Una manica di squinternati", Dougar li avrebbe definiti così... eppure anche loro erano fondamentali nell'equilibrio delle forze del cosmo contro la Corruzione, esattamente come Atene, Asgard o le forze di Nettuno.

    Il visitatore si era inchinato, presentandosi - nonostante la distanza che ancora li separava - come messaggero dell'Araldo della Creazione e della Distruzione. Amaterasu. Siegfried non lo aveva mai incontrato di persona.

    Eppure...

    Eppure lo conosceva, se non altro di fama, a causa di una questione avvenuta millenni prima e che lui aveva vissuto in prima persona, suo malgrado. Ricordò l'Aquila, la Quercia, il Leone. I compagni caduti dell'antico Siegfried. E Dragmor.

    Il guerriero colmò infine la distanza che li separava.

    Sii il benvenuto, Yoko Kurama. Il mio nome è Siegfried, Cavaliere del Nord e Celebrante di Odino.

    Aveva ancora l'abitudine di pensare a sè stesso prima come un cavaliere, e poi come al Celebrante. Il suo cuore rimaneva sempre quello di un guerriero, e ne aveva passate troppe per dimenticare ciò che lo aveva portato al comando dell'intero Nord. Ma ora un servitore di Gea era davanti a lui, in veste di messaggero dal tempio dell'Antartide. Guai in vista, o forse catastrofi in corso.

    Immagino che il tuo messaggio sia per me, o non avresti affrontato un viaggio tanto lungo. Anche se a quanto ne so, per voi le distanze non sono un problema.

    Osservò meglio il suo interlocutore. Un po' vistoso, forse... ma irradiava pericolo. Siegfried sperava solo di non dover combattere per un qualche capriccio dell'altro, o l'alleanza sarebbe stata in pericolo.

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    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    Lo osservò, giocando con il contenitore di legno. Lo rigirava tra le dita, passando da mano a mano.

    «Quindi ho trovato, infine, il mio accompagnatore. Celebrante di Odino...
    si allora sei tu il destinatario di questo messaggio. E con te tutta Asgard.»


    Si avvicinò porgendogli il messaggio. Dita perfette. Anche gli artigli lo erano. Sembrava non soffrire né il freddo, né il vento. Un figura eterea eppure concreta allo stesso tempo. Terribilmente concreta.
    Non aveva mai perso il contatto con gli occhi di Siegfried ma non lo stava scrutando, non lo stava soppesando cercando di capirne i segreti più reconditi situati sotto quegli occhi del Nord. Sepolti sotto la neve del coraggio e dell'Armatura Nordica. Scintillante tanto quanto il zaffiro incastonatovi.
    No.
    Non lo guardava per capirlo. Lo guardava e basta. Sguardo freddo. Sordo. Indifferente.
    Sordo a chi o cosa fosse Siegfried. Freddo perché non vi era emozione e se vi fosse era alienante; troppo lontana dal pensiero e dal modo di agire dell'uomo. Indifferente perché poco gli interessava di quello che si muoveva intorno a lui. Giocattoli e bambole erano. Suppellettili. Da usare e buttare.
    Perché, quindi, interessarsene?

    «Suvvia se anche il viaggio fosse stato lungo è stato fatto per uno scopo ben preciso. Ma dobbiamo parlarne qui fuori o davanti a qualcosa da bere con un fuoco? Per quanto il freddo e la neve siano bellissimi, hanno un fastidioso inconveniente...tirano la pelle

    Anche se quella pelle era troppo perfetta che era difficile da credere che potesse avere qualche imperfezione per il freddo. Sembrava, infatti, che Yoko Kurama fosse a suo agio. In un ambiente del tutto familiare.

    «Anche perché il vento, a volte ha orecchie...»

    Lo disse spostandosi una ciocca ribelle dal viso.

    «Risponderò alle domande che avrai sicuramente. Ma prima leggi quello che vi è scritto. L'eco del Giappone e dell'Australia dovrebbe essere arrivato fin qui, credo.
    E anche Asgard potrebbe essere già in pericolo. Per questo Amaterasu o mi kami mi ha mandato qui.»











    Il cilindro di legno aveva un sigillo al centro. Il simbolo ancestrale di Amaterasu o mi kami. Un cerchio. Con due tagli in alto e in basso. Il significato era il Tutto che diveniva Uno. Le possibilità. La Creazione e al tempo stesso la Distruzione.
    Il Taglio dell'Inizio.
    Rune iniziarono a disegnarsi sulla sua superficie. Di una luce azzurra arcobaleno. Pulsante come se fosse viva.

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    Il sangue di Yoko Kurama aveva attivato un meccanismo. Una precauzione affinché non cadesse in mani sbagliate, per preservare quel messaggio che solo al Celebrante di Odino doveva essere consegnato e solo lui poteva leggere.
    Il clack.
    Il cilindro si aprì e quella luce si espanse in tutta la stanza. Yoko Kurama rimaneva impassibile, mentre quel rotolo si snodava letteralmente davanti agli occhi di Siegfried.
    Parole venivano a formarsi davanti ai suoi occhi, nate dalla luce arcobaleno che prendeva forma e consistenza come se fosse un foglio su cui da sempre erano state scritte.
    La tecnologia dei figli di G.E.A era antica, non avanzata quanto quella dei Titani ma pur sempre al di là della mente umana. , se non allo stesso grado di potenza, di sicuro si trovava qualche gradino più sotto quella dei Titani. Anche se meno alienante. Forse più vicina all'uomo. Forse non lasciava interdetti questo era sicuro anche se la sua potenza era ben oltre anche quella di Atlantide.

    Al Celebrante di Odino
    Sono tempi cupi e la Realtà tutta è in pericolo. Asgard anche lo è come noi tutti. So che mai ci siamo incontrati in questo lasso di tempo e che questo mio messaggio arriva imprevisto, non voluto anche e non cercato sicuramente.
    Ma sono io stesso a cercare la forza e l'orgoglio di Asgard. Ho bisogno anche di voi per difendere la Realtà che ha creato mia Madre.
    La Corruzione, i Caduti e gli Dei del Caos hanno operato insieme sia in Giappone che in Australia. I Saint e Atlantidei a fianco di Athena e Poseidone, con noi figli di G.E.A, siamo riusciti a respingerli e a vincere una battaglia che sembrava persa. I nemici di questa Realtà si sono mossi mostrando una forza imperante e dimostrando come siamo ancora deboli. Da solinon siamo in grado di difenderci da tale forza. Nessuno ha tale potere purtroppo.
    Vi è un alleanza tra il Tempio Sud e i Saint. Un alleanza che è il primo passo per combattere i Nostri Nemici.
    Mi fregio di essere amico di Bartolomeo del Toro, Gran Sacerdote di Athena. Insieme vogliamo creare un alleanza tra i Figli di G.E.A e le varie Caste per vincere la più grande minaccia che questa Realtà abbia mai visto da quando è stata creata.
    Per questo motivo invito sia voi che i vostri cavalieri al Tempio Sud. Insieme alle altre Caste.
    Così come i nostri nemici sembra che operino per strade comuni, anche noi dobbiamo fare altrettanto. Giappone e Australia ci hanno visto vincitori ma sono state vittorie effimere e arrivate non per supremazia ma più per sorpresa. Non si aspettavano che i Figli di G.E.A sarebbero intervenuti, né che l'animo umano nascondesse tale forza e volontà. Ma non ripeteranno lo stesso errore.
    E non dimentico quello che avete fatto millenni fa. Non dimentico i sacrifici sia di chi vi ha preceduto, sia degli Eletti di G.E.A che hanno continuato a vegliare e a morire per questo Mondo. Ho un debito con voi di Asgard e voglio, finalmente, onorarlo.
    Nell'ora più buia. Ma è anche l'ora dove la luce brilla più forte.
    Celebrante di Odino spero che Asgard combatterà con noi e se vi vedrò al Tempio Sud allora forse questa luce, che sembra affievolirsi e scomparire da questo mondo, riusciremo a proteggerla e a farla brillare più forte.
    A debellare questo male che da troppo tempo minaccia e appesta l'Opera di Mia Madre. Questo mondo è stato dato anche a voi. Insieme a questa luce. Ne avrete cura?
    Combatteremo insieme?
    Se accetterete, questo cilindro sarà il vostro lascia passare per arrivare al Tempio Sud.
    Amaterasu ō Mi Kami




    Edited by Lyga - 20/9/2021, 15:05
     
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    Vistoso era il visitatore, vistosi erano i suoi modi. Siegfried ascoltò le parole del messaggero. Qualcosa era successo in Giappone ed in Australia, e inarcò il lato sinistro della bocca quando l'altro fece riferimento al vento, che ha orecchi. Ad Asgard aveva anche occhi, e all'occorrenza zanne ed artigli. Il sangue di Yoko Kurama scorse sulla superficie del cilindro, facendolo aprire: una precauzione di quel genere poteva essere inutile o superflua, a seconda dei casi: se fosse stato ucciso, il suo sangue sarebbe stato di facile accesso a chi si sarebbe impossessato del cilindro. Se invece era forte come sembrava, difficilmente qualcuno sarebbe riuscito a togliere la vita al servitore di Amaterasu; e in quel caso non sarebbe stata necesaria quella precauzione, anche se la prudenza non è mai troppa.

    Il Celebrante prese il messaggio, ma prima di leggerlo pensò di comportarsi da gentile ospite, come era giusto nei confronti dei viaggiatori in missione.

    Mettiamoci al coperto.

    Non si sentiva in vena di chiacchierare, e lì vicino c'era uno dei numerosi capanni che utilizzava come avamposto, ben nascosto tra gli alberi. Ci vollero pochi minuti per raggiungerlo e all'interno c'erano solo un tavolo, tre sgabelli, una branda, un camino in pietra e legna da ardere che fu in pochi attimi utilizzata per il proprio scopo. Da una botola nel pavimento, il guerriero estrasse un otre e lo porse al viaggiatore.

    Questa ti aiuterà a scaldarti finchè il fuoco non farà il suo lavoro.

    Infine sedette al tavolo, dopo che Yoko fece lo stesso, e iniziò a leggere il messaggio. Una cosa lo colpì.

    Il tempio del Sud.

    Pronunciò quelle parole come se le avesse pensate ad alta voce, anche se bisbigliando. No, lui non aveva dimenticato quel luogo. Ci era già stato. Sapeva che era dimora di qualcuno, e che lì era iniziato tutto ciò che aveva portato il male ad Asgard negli anni recenti. Forse il cerchio si apprestava a chiudersi, finalmente. Poi guardò Yoko con espressione seria ma senz tradire alcuna emozione particolare.

    Avevi ragione, vorrei saperne di più su quanto accaduto in Giappone e in Australia. Voci sono arrivate ad Asgard, ma niente di preciso da chi conosce i fatti. Per quanto riguarda il messaggio, la risposta è fuori di dubbio: verrò al tempio, ho molte domande alle quali solo il suo Custode può rispondere.

    Se anche tutte le altre caste erano state convocate, lui rischiava di avere un ruolo enormemente più delicato degli altri: aveva stabilito dei rapporti di tregua o di alleanza con tutti, ed era più che consapevole che stare uniti contro il nemico - anzi, i nemici comuni - era fondamentale.

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    RIASSUNTO AZIONI - Scusa l'attesa ma lo sai già :asd: comunque ce ne andiamo al coperto, nell'otre c'è roba buona e il dettaglio del quando si parte è fondamentale :zizi:

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    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    Un sorriso appena accennato.

    «Bene fanno piacere queste parole.»

    Continuò a bere con fare delicato, ogni movimento era misurato ma più per carattere che non per un imposizione della mente. I gesti erano naturali, pacati in contrasto netto con quello che era Yoko.
    Persino le parole furono misurate, dette con calma, scandendole. Una serietà che si intravedeva da piccoli gesti, dalle parole stesse. Spese e dette prendendosi tutto il tempo necessario perché non era una caccia, un ballo, una quinta teatrale per il proprio sollazzo e per scacciare la noia. Non era per assecondare la sua natura.
    Qui non era protagonista. Senza la Realtà lui non avrebbe avuto né palco, né spettatori, ne l'applauso scrosciante.
    Nè le grida, né quel gusto sulla lingua di un qualcosa che si perdeva e non sarebbe più stato.Senza il suo Teatro cosa sarebbe stato Yoko Kurama?
    Per questo la serietà era d'obbligo.

    «Posso solo dirti, perché è quello che ho visto, che in Giappone siamo andati vicini alla distruzione totale. Abbiamo vinto ma non è stata una vittoria solo un rimandare.
    Per quanto la Corte di Mezzanotte sia la più forte tra le corti sotto il dominio degli Araldi non riusciremmo a contenere un altro attacco.»


    Di tutta la spocchia che poteva avere, di tutto l'orgoglio di cui era colmo il cuore e l'anima di Yoko non ne rimaneva, ora, traccia. Prosciugato dai ricordi e da quello che aveva vissuto. Lì, sulla terra che era patria per molti di loro e che rappresentava una delle molteplici parti di Amaterasu o mi kami. In quella stessa terra lo schiaffo arrivò. Inatteso. Ma arrivò. E lo fece portando con sé domande e dubbi e una consapevolezza. La stessa consapevolezza che Amaterasu capì immediatamente quando fermò l'avanzata della corruzione tagliando a metà le loro forze. Dando tempo ai saint di resistere. Ma a che prezzo?
    Non era il tempo dell'orgoglio finto.
    Avevano dimostrato molto e avevano combattuto sul Muro per un infinità di tempo senza mai perdere. Per quell'araldo che non conosceva stasi, così come non conosceva sconfitta. Ma sapevano, e anche maledettamente, perché fu inciso a cicatrice, come marchio a fuoco vivo sulle loro menti e nel loro spirito, che era solo, il Giappone e l'Australia, l'iceberg di un qualcosa di più osceno e più grande di tutti loro.
    L'orgoglio sarebbe servito a poco da sconfitti. E gli Yokai Nobili non avrebbero mai permesso che la parola sconfitta macchiasse il Tempio Sud.

    «Non amo gli uomini, ma senza di voi non si potrà tentare di riportare tutto questo a quello che doveva essere nel pensiero di G.E.A.
    Se Amaterasu ha messo da parte l'orgoglio non sarò da meno. Il Giappone e l'Australia non si ripeteranno ma per fare questo, tu ed Asgard, dovrete ascoltare quello che ha da dire. Che hanno da dirvi anche gli altri Araldi.
    Se loro si muovono insieme significa che il pericolo è ancora più grande di quanto puoi immaginare.»


    Un altro sorso.

    «Buono. Ho altri gusti ma devo dire che questo liquore è ottimo. Anche se stava rinchiuso ad ammuffire.»

     
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    Siegfried bevve un sorso, dopo aver ascoltato le parole del suo ospite. Nella sua mente fece una serie di considerazioni, a partire dal fatto che Yoko Kurama sembrava essere assetato di sangue forse anche più dei veri nemidi di Asgard, fino al riferimento che era un po' il sunto di tutto quello che avrebbero dovuto fare: unirsi tutti quanti contro il vero avversario, o morire. Il liquore scaldò le sue membra quel tanto che bastava per sollevare di un minimo il suo scarso ottimismo.

    Se gli Araldi si muovono insieme ed il pericolo è così grande, Asgard non si tirerà indietro; e se ciò permetterà di ispirare altri ad unirsi alla lotta contro i nostri avversari, sia lode ad Odino. Il Nord combatterà sempre e comunque, senza arrendersi mai, fino all'ultimo uomo o donna in grado di farlo. Non credo di sbagliare se affermo che tutto il mondo ne ha più che abbastanza, di questa storia.

    Un altro sorso, terminando il contenuto del bicchiere.

    Possiamo partire anche subito, se non abbiamo tempo da perdere.

    Istintivamente portò la mano al bracciale sinistro, dove conservava alcune sorpresine naniche che Borengar gli aveva fornito, incluse le due cavalcature. Non aveva idea della strada da percorrere, ma gli bastava conoscere l'obiettivo.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Uhm.

    RIASSUNTO AZIONI - Ti ho fatto aspettare ma dovevo tirare i lavandini :zizi: comunque io direi che la puoi chiudere direttamente tu col prossimo post, se non abbiamo altro di cui discutere possiamo andare da Amaterasu pure adesso.

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    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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