A New Dawn: HF - Human Frontier

Piccola Opera - M. B.Altare[Prologo]

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    Project M. ▲ Black Ara {III} ▲ Energia Rossa
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    Il vento soffiava impetuoso fuori dalle finestre del salone in cui si trovava, la pioggia batteva con insistenza sui vetri mentre tuoni e lampi illuminavano a tratti il cielo nero come la pece all'esterno. Al di sotto di esso l'oceano era in tempesta, le onde imperversavano contro le scogliere e mura dell'isola, rendendo chiaro a chiunque che uscire con quel tempo atmosferico era pura follia. Proprio quello di cui lei aveva bisogno.

    In silenzio sorrise mentre le dita scorrevano sui bordi dei fascicoli presenti davanti a lei, seduta su uno scranno in legno e pelle mentre la scrivania rimaneva illuminata da una candela accesa. Il resto del salone molto in stile vittoriano era in penombra per via del lampadario appeso al soffitto, il quale illuminava solamente in parte per via di qualche lampadina fulminata.
    Più leggeva quanto preparato, quanto ideato e come aveva predisposto i piani da li al futuro prossimo e più sentiva una gioia incontenibile crescerle dentro.

    Sfogliò ancora paio di pagine con estrema delicatezza, quasi quello che vi fosse scritto al di sopra altro non era che il suo tesoro più prezioso. E in un certo senso non era sbagliato come ragionamento.
    Aveva speso giorni interi, notti insonni passate una dopo l'altra a studiare come mettere in atto quanto aveva pianificato, e giusto per essere sicura aveva creato innumerevoli copie di quei piani che aveva consegnato ad Anayrgon, così che venissero messi in sicurezza dove neanche lei poteva entrare al momento.

    Un sospiro in penombra risuonò nella stanza mentre finalmente si rilassava sulla sedia, lasciandosi andare ad un po' di riposo tanto atteso e ben meritato.
    Lo sguardo si perse verso il soffitto mentre lasciava che la sua mente venisse cullata dal rumore della tempesta che imperversava all'esterno e al contempo, dall'auto compiacimento che derivava dal lavoro portato a termine.

    Tuttavia non poteva permettersi di oziare, non in quel momento. Le condizioni atmosferiche erano perfette per potersi spostare con maggior copertura, per quanto rischioso. Tuttavia non poteva aspettarsi alcun risultato senza correre pericoli.
    Con una calma innaturale quasi glaciale, poggiò ambo i palmi sui braccioli per poi fare forza e iniziare ad alzarsi, spostando la sedia e avvicinandosi ad una delle finestre.

    Inviare comunicazione alla squadra Alpha dei Godhunter Korps. Riunione immediata, riferire ai tecnici di dare massima priorità ai preparativi per la partenza: ETA cinque minuti.

    Un lieve Bip! Nella stanza le fece comprendere che la comunicazione era stata ricevuta e inviata, e che di li a poco gli uomini e donne scelti da lei personalmente sarebbero giunti.
    Avrebbe tanto voluto portare la sua squadra personale in quella missione, tuttavia avrebbero dato fin troppo nell'occhio e non potevano permetterselo.

    Si spostò dalla sua posizione, facendo qualche passo in giro per il salone in attesa che arrivassero i soldati e a un certo punto si fermò, con la schiena rivolta verso la porta a due ante che faceva da ingresso e lo sguardo puntato sull'arazzo che aveva appeso al di sopra del camino, alle spalle della sedia. Non poteva fare altro che sorridere quando lo vedeva, il seme, l'origine da cui tutto era iniziato.
    Ironico che proprio un simbolo di tempi passati e ormai dimenticati, fosse stato in grado di dar vita a qualcosa di nuovo ancora una volta.

    acTr6c3



    La croce era sempre stato un simbolo in grado di comunicare qualcosa all'umanità, una forma tanto comune tanto utilizzata eppure in grado di trasmettere così tante cose diverse. Ironico che fosse li proprio per sottolineare la loro totale indipendenza dagli Dei.
    In quel momento le porte si aprirono alle sue spalle e diversi passi risuonarono nella stanza, una, due, tre... Quattro persone. Due uomini e due donne a giudicare dalla pesantezza dei passi.

    Lei non si voltò e rimase con le braccia conserte dietro la schiena, lo sguardo rivolto verso l'alto mentre i nuovi arrivati si esibivano nel classico saluto militare, battendo il tallone e annunciando la loro presenza.
    A quel gesto annuì appena, preparando le parole che avrebbe pronunciato di li a poco.
    Schioccò le dita e il Bip! Oramai familiare risuonò nella stanza, mentre una lucina rossa lampeggiava in un angolo della stanza segno che stava trasmettendo al centro di addestramento. Un piccolo favore chiesto ad Anarygon il quale le aveva fornito una trentina di soldati misti a personale, così da aiutarla a dare il via alla sua Organizzazione.
    Era giunto il momento di dare inizio alle danze.

    Signori e signore, questo è un discorso che sentirete molte volte e che probabilmente dovrò ripetere ai vostri futuri colleghi, tuttavia voi siete i primi. A partire da questo preciso istante né io né voi facciamo più parte della Death Queen Island. Noi non sappiamo che esista. Non sappiamo chi la abiti. Non sappiamo chi o cosa siano i Black Saint.

    Sì voltò facendo perno su un tallone, quasi scivolando sul pavimento di marmo e voltandosi a guardarli uno per uno con estrema soddisfazione. Indossavano ancora le classiche uniformi da soldati della DQI, poco male, era pronta anche per quello.
    Inizialmente aveva avuto qualche timore riguardo possibili contrasti con la sua idea, tuttavia coloro che erano li presenti non avevano dimostrato rimostranza alcuna. Una piacevole sorpresa.

    Oggi tentiamo di dar vita con i pochi presenti e chi ci ascolta a una nuova Realtà! Quando vi chiederanno chi o cosa siamo, la risposta sarà che voi fate parte di un'Organizzazione Umanitaria nota come Human Frontier, e appartenete al personale oppure al corpo di difesa della stessa, abbreviato in GHK. Siamo semplici esseri umani, civili che vogliono aiutare il prossimo e far sì che apprezzino il nostro operato.

    Riuscì a intravedere qualche sguardo divertito sul viso dei presenti, altri invece che sembravano come presentare dei dubbi, domande che volevano farle tuttavia era preparata anche per quelle, per tanto alzò una mano per intimare silenzio e proseguì nel suo discorso.
    Il fatto che indossasse un completo scuro di camicia, giacca e pantaloni eleganti con scarpe prive di tacco la faceva apparire la faceva apparire leggermente più autoritaria.

    Non abbiamo un quartier generale. Non esiste alcuna sede fisica di Human Frontier, abbreviata in HF per renderlo più comodo. Ufficialmente siamo un gruppo piccolo, non abbiamo ancora risorse a sufficienza né un luogo sicuro, ci spostiamo continuamente con quello che abbiamo. Da oggi, vivremo tutti una nuova vita. Mi aspetto che ognuno dia il massimo così come è stato fino adesso.

    Dopo quelle ultime parole la lucina rossa sembrò come spegnersi, segno che la comunicazione esterna era interrotta.
    Il tono di voce era risultato estremamente duro ma cristallino, senza esitazioni di sorta, in ogni caso era giunto il momento di pensare ai presenti.

    Si voltò per un secondo, afferrando quattro fascicoli che aveva sulla scrivania per poi girarsi e avvicinarsi ai quattro, dandone a ognuno di loro uno, per poi riprendere le distanze e dargli un momento così che potessero aprirli e vederne il contenuto.

    All'interno troverete descrizioni sommarie delle altre fazioni conosciute: Atlantidei, Daimon, Saint di Athena e così via. Memorizzate le informazioni perché non ve li porterete dietro. Il nostro scopo non è essere salvatori a meno che non ci venga chiesto ma messaggeri. Lasciate che il verbo delle nostre buone azioni si sparga, e lasciate che coloro che salviamo siano liberi se desiderano di trovare conforto nelle altre fazioni, dove parleranno a loro volta di noi ad altre persone.

    Terminò il grosso del discorso con quelle parole, lasciandosi andare ad un'ampia boccata d'aria mentre si voltava leggermente, osservando il simbolo della nuova Organizzazione e pronunciando qualche altra parola sebbene più distrattamente.

    Quando i tempi saranno maturi e avremo un seguito sufficiente, ci riveleremo al mondo e ci assicureremo di avere quantomeno una sede fisica. Saremo il ponte di collegamento tra le varie fazioni, dove libertà di pensiero e di scelta regneranno supreme. L'unica forza militare sarà di auto difesa, e basta. Noi non risolviamo problemi diplomatici tramite guerra e scontri. Non direttamente almeno. Tutto quello che otterremo, deriverà semplicemente e in maniera naturale dalla natura umana stessa.

    Ci aveva riflettuto per diverso tempo e alla fine era giunta alla conclusione che secondo il suo parere personale, non vi era alcun bisogno di spingere forzatamente per far comprendere l'inutilità delle Divinità. Bastava avere un dialogo costruttivo e lasciare che le menti pensassero per conto loro, gratitudine e libertà erano i due perni su cui avrebbe giocato.

    Indubbiamente lei sarebbe sempre rimasta un Black, tuttavia quello che stava cercando di far nascere in quel momento era il suo progetto personale. La sua Piccola Opera.
    Con un gesto della mano, indicò il guardaroba in un angolo che venne prontamente aperto dai quattro, tra versi di sorpresa e soddisfazione. Col fatto che erano agli inizi del progetto e che fossero ancora quattro gatti, aveva preferito tenere da parte le nuove uniformi di persona.

    Con un cenno del capo indicò ai presenti di cambiarsi immediatamente, i quali abituati a una vita da cameratismo non si fecero troppi problemi a prescindere che fossero sia uomini che donne, indossando le nuove uniformi rapidamente e provocandole un sorrido soddisfatto quando finalmente le vide pronte, addosso ai presenti.


    Un fulmine nel cielo illuminò per un attimo la stanza a giorno, prima che il battere della pioggia tornasse ad essere il rumore più forte che era possibile sentire.

    Ottimo. Ricordate, non abbiamo un quartier generale. Non esiste alcuna sede fisica di Human Frontier, abbreviata in HF per renderlo più comodo. Ufficialmente siamo un gruppo piccolo, non abbiamo ancora risorse a sufficienza né un luogo sicuro, ci spostiamo continuamente con quel poco che abbiamo.

    Una volta pronti e preparati, iniziò ad avanzare a passo deciso facendo cenno di seguirla.
    Presero a percorrere rapidamente i vari corridoi che aveva accuratamente fatto in modo che fossero separati da altri passaggi, così che nessuno potesse vedere i nuovi simboli e uniformi. Fidarsi era bene, non fidarsi era meglio. Solamente chi di dovere sapeva di tutto quello.

    Il nostro obiettivo di oggi è Gibilterra. Da quello che sappiamo la zona è infestata dalla Corruzione, sebbene i valori siano nella media. Inoltre tenete gli occhi aperti per eventuali Atlantidei, ci troveremo vicino alle coste per tanto non è totalmente da escludere un incontro. Se accadrà ci penseremo, ricordate che però non siamo li per creare problemi. Non dobbiamo attirare l'attenzione per quanto possibile. Esploriamo la zona, aiutiamo e salviamo chi possiamo, fine.

    Volendo avrebbe potuto sintetizzare quella parte come un tentativo di fare propaganda e spargere nuove dicerie in giro, tuttavia era convinta che se l'avesse fatto i presenti avrebbero finito per prendere sottogamba la questione.

    Per quanto riguardava l'equipaggiamento della missione sebbene fosse un rischio, avevano preso quello che non era nelle migliori condizioni apposta. Se dovevano passare per una nuova Organizzazione Umanitaria ancora squattrinata, sicuramente non potevano avere un velivolo lucido e pienamente funzionante, lo stesso valeva per le armi da fuoco. Anche le uniformi sarebbero state facilmente passabili come niente di particolare.
    Erano tutte cose che con un po' di fortuna avresti potuto rinvenire in una vecchia base militare.

    Come la porta scorrevole si aprì sulla scogliera a strapiombo nei pressi della quale si trovava l'eliporto, vento e pioggia iniziarono a colpirla in faccia violentemente.
    Alzò una mano e assieme agli altri avanzarono, avvicinandosi al loro mezzo e salendo a bordo uno dopo l'altro. Lanciò un'occhiata in un angolo, dove aveva nascosto sotto una coperta e altre cose la propria armatura.
    Tutti i presenti dovevano apparire come civili, inclusa lei. Anche il velivolo era stato totalmente rimodellato per l'occasione, mostrando una verniciatura bianca ma rovinata a sprazzi, con una sigla di un grigio spento sulla fiancata che recitava HF e il simbolo dell'organizzazione visibilmente graffiato.

    Con un tonfo sordo venne chiuso il portellone e dopo due rapidi pugni contro lo stesso, il pilota avviò i motori che dopo qualche lamento partirono, facendo così muovere il mezzo e innalzandosi in volo verso la loro destinazione: Gibilterra.


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    narrato parlatopensato altri

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    stato cloth ▲ Non indossata.
    stato fisico ▲ //
    stato psicologico ▲ //
    altre info ▲ //


    abilità ▲
    S P I R I T O
    Le conoscenze principali e capacita' di controllo del PROJECT M ruotano interamente attorno a quello che e' il concetto di Spirito.
    Questo non solo le dona una comprensione come pochi sull'argomento, le consente anche di esercitare un certo controllo sullo stesso, che sia il proprio o quello di altre persone.
    Potrebbe benissimo essere in grado di richiamare Spiriti passati in suo aiuto, tentare di lacerare quelle altrui e bruciarle tramite energia elementale alimentata da ulteriore energia spirituale, cosi' da affliggere non il corpo ma bensi' lo Spirito stesso.
    Vedere il proprio Spirito sminuzzato e staccarsi pezzo per pezzo, puo' portare a percepire dolori indicibili oltre che perdere se' stessi un po' alla volta. {Sekishiki}

    T E L E C I N E S I
    Avendo dovuto imparare prima di tutto ad esercitare un controllo totale sulla propria materia, adesso M. e' anche in grado di esercitare questo controllo sulla materia esterna, muovendola a suo piacimento e senza dover agire lei fisicamente. Questo le permette non solo di spostare oggetti, bensi' la rende anche in grado di esercitare forze invisibili con cui esercitare pressioni sui propri nemici, cosi' da frantumare ossa, bloccare determinati soggetti sul posto e via discorrendo. Infine e' anche in grado di esercitare questo controllo anche su se' stessa, permettendole di spostarsi liberamente a mezz'aria oppure costringendo il proprio corpo a compiere movimenti altrimenti impossibili fisicamente per quanto possano arrecare danni al suo corpo


    tecniche ▲



    scheda


    Edited by † Relis † - 10/7/2021, 18:14
     
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    POST II


    Il mezzo si rivelò essere scomodo a dir poco, inoltre il ronzio emesso dai motori era assordante e l'equipaggiamento che in teoria serviva per evitarne di sentirne il rumore o quantomeno, attutirlo, non faceva il suo lavoro. Sinceramente era un miracolo se non precipitavano colpiti da un fulmine in mezzo a quella tempesta.

    Davanti a tutte queste considerazioni, sorrise contenta. Il fatto che il tutto funzionasse alla ben e meglio era proprio quello a cui puntava, dopotutto nel mondo attuale se non eri un cavaliere di qualche casta, mettere le mani su mezzi e pezzi di tecnologia informatica pienamente funzionanti era praticamente impossibile.

    Certamente sarebbe stato meglio avere il tutto come nuovo, tuttavia la credibilità per quello che stavano tentando di fare sarebbe colata a picco.
    Aveva già messo in conto possibili incidenti e rallentamenti, facevano parte dei sacrifici necessari per dar vita al progetto. Per tanto la cosa non la toccava più di tanto.

    Seduta al suo posto osservò in silenzio i presenti che rimanevano a occhi chiusi tenendosi la fronte, di tanto in tanto poteva osservare le loro labbra muoversi e ripetere le informazioni che gli aveva fornito poc'anzi.
    Annuì soddisfatta davanti a quello spettacolo, era un chiaro segno che quegli uomini e donne stavano prendendo seriamente la missione.

    Si voltò, cercando di mettersi in una posizione più comoda sebbene si stesse rivelando veramente difficile dato il poco spazio e il materiale di cui era composto il velivolo.
    Quando finalmente le sembrò di aver trovato la posizione giusta si fermò, osservando le paratie superiori e riflettendo sulla situazione attuale.

    Incredibile, questa Organizzazione esiste da neanche mezz'ora e già ho mentito a tutti quelli che ne fanno parte, per quanti pochi siano.

    Quel pensiero la divertiva e la rattristava allo stesso tempo. Era vero che per com'era lei di natura sarebbe stata anche capace di creare veramente una realtà intenzionata unicamente ad aiutare il prossimo, tuttavia a causa delle altre caste la situazione non poteva essere risolta in maniera così semplice.

    La Human Frontier era stata creata e avviata con due scopi ben distinti in mente:
    Il primo era quello di creare un nuovo centro all'interno di tutte le altre caste, una nuova Fazione capace di interagire neutralmente con tutte quelle già esistenti senza che queste avessero pregiudizio alcuno nei loro confronti.
    Per tanto era stato necessario creare quella spaccatura netta con la Death Queen Island, sarebbe stato impossibile dare vita a un'organizzazione come la Human Frontier se le altre caste avessero saputo che era direttamente dipendente dai Cavalieri Neri.
    Ci voleva qualcuno che potesse essere in grado di comunicare con tutte le fazioni senza problemi, evitando scontri inutili, e quello era il ruolo che mirava ad assumere.

    Il secondo invece era una sorta di assicurazione per il primo.
    Nel mondo attuale visto lo stato di devastazione e lo scarso numero di sopravvissuti, senza contare le varie Divinità in gioco, era impossibile pensare che sarebbe stato tanto semplice creare una realtà come quella che lei desiderava, una fazione pienamente neutrale e totalmente indipendente non avrebbe mai potuto sopravvivere.
    Per tanto aveva deciso di farla diventare anche un organismo di disturbo. Salvare le persone avrebbe portato gratitudine e lealtà, inoltre facendo sì che queste persone non si potessero unire all'HF vista l'assenza di una sede fisica, avrebbe portato inevitabilmente a due conseguenze: il raccogliersi in nuovi centri sociali accomunati da questa gratitudine per i loro salvatori oppure, il dirigersi e chiedere asilo alle altre Caste e una volta li raccontare di loro. Se erano fortunati alcune di queste persone si sarebbero potute tramutare in spie o informatori.

    A prescindere dalla scelta questa avrebbe creato seguito e un pensiero alquanto pericoloso, ovvero il fatto che potevano sopravvivere anche da soli e senza aiuti divini o simili. Cosa sarebbe accaduto nel momento in cui questi discorsi avessero iniziato a girare liberamente? Linciaggio? Eresia? Uccidere chiunque non rispettava il loro Dio?

    Ne dubitava. Forse a parte un paio la maggior parte delle altre Caste da quello che sapeva non uccideva indiscriminatamente. Inoltre anche ammesso e non concesso che qualcuno avesse deciso di zittire i dissidenti nel sangue, questo avrebbe generato uno shock da non poco nei loro seguaci.
    Avrebbero compreso che i prossimi avrebbero potuto essere loro, e che non erano veramente liberi.

    Indipendentemente da quale decisione avrebbero preso sarebbe stata una sconfitta per loro e una vittoria per la Human Frontier, e di conseguenza per i Black Saint. Tuttavia era a questo punto che c'era il problema maggiore: sopravvivere.

    Chiunque fosse stato in grado di comprendere questo piano e questi ragionamenti, sicuramente non avrebbe mai dato possibilità alcuna all'HF di prendere vita e prosperare. Se così fosse stato col tempo sarebbero diventati una minaccia da non poco, in grado di portare disordini interni dentro ogni singola Casta qualora questi avessero preso decisioni contro la nuova Organizzazione, che altro non aveva fatto che aiutare l'intera umanità a prescindere che fossero seguaci di qualche Dio o meno.

    Proprio per questo motivo al momento era necessario rimanere sotto i radar e tenere un basso profilo, avevano appena iniziato e anche se avessero annunciato globalmente la loro nascita qualora qualcuno gli avesse annientati seduta stante, allora nessuno ne avrebbe pianto la scomparsa o si sarebbe messo in mezzo per fermare la cosa.

    Si stiracchiò leggermente mentre finiva di processare questi pensieri decidendo di lasciare il tutto al tempo, non che potessero fare diversamente.

    Bene, svegliatemi cinque minuti prima dell'arrivo.

    I soldati annuirono all'unisono in silenzio, fermandosi per un momento dai loro esercizi per allenare la memoria, per poi riprenderli.
    Dette quelle poche parole allungò leggermente le gambe contro la paratia opposta e abbassò l collo, chiudendo gli occhi e iniziando ad appisolarsi un po' alla volta.

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    Un botto improvviso e un dolore intenso alla testa le fecero aprire gli occhi di scatto, ritrovandosi con la faccia a terra vicino al portellone mentre quella che sembrava una sorta di allarme suonava senza smettere.
    Confusa e dolorante fece per rialzarsi ma fortunatamente gli altri si mossero rapidi, dandole una mano e ritirandola in piedi mentre lei si guardava intorno, cercando di capire la situazione.

    Sirena che gira di colore rosso... Odore di fumo... Cazzo.

    Le grida concitate di una delle due donne e il suo gesticolare verso l'esterno del velivolo in direzione di una delle eliche, le fece comprendere che i suoi sospetti avevano appena colpito nel segno.
    La voce gracchiante del pilota arrivò tramite la radio fino alle sue orecchie.

    Uno dei motori si è surriscaldato! Se vogliamo poterlo aggiustare per tornare devo spegnerlo!

    Con un cenno della mano fece capire ai due che la tenevano che stesse bene, per poi portarsi al centro del mezzo e iniziare a raccogliere cosmo. Fuori dal finestrino del portellone era possibile intravedere Gibiltella, probabilmente l'atterraggio non sarebbe stato dei migliori però quantomeno avrebbero evitato di rimanere illuminati come un fuoco d'artificio nel bel mezzo della notte.

    Spegnilo. Ci penso io, te punta una zona dove non ci sono rocce o spuntoni e guida.

    Dopo quelle poche parole ordinò ai presenti di spalancare i portelloni e allacciarsi ai sedili, i quali eseguirono immediatamente consci che se non volevano schiantarsi potevano solamente fidarsi di lei.
    Come il motore venne spento il fuoco che per fortuna stava ancora agli inizi sembrò estinguersi un po' alla volta, niente di troppo vistoso. Tuttavia i portelloni aperti così all'improvviso le diedero non poco fastidio, rendendola vittima di folate di vento improvvise in grado di destabilizzarla leggermente e assordarla. La tempesta non era presente in quell'area visto e considerato che avevano fatto il giro lungo, così da arrivare dalla parte del Mediterraneo ed evitando la costa Atlantica, tuttavia era notte e pioveva a dirotto.

    Senza pensarci troppo cercò di ignorare per quanto possibile quei fastidi concentrandosi su quanto stava cercando di fare.
    Un po' alla volta il suo potere mentale avvolse la parte inferiore del velivolo, quasi fungendo da base con cui portarne parte del peso mentre al contempo lo aiutava a planare, controllandone la velocità per non schiantarsi.

    Dopo diversi minuti passati a planare e nel bel mezzo della notte, il velivolo finalmente toccò il suolo sobbalzando diverse volte e rendendole difficile anche a lei rimanere in piedi in mezzo a tutto quel delirio.
    Col metallo che emanava versi a dir poco lamentosi, la bestia composta di lamiere si adagiò una volta per tutte in una delle colline vicino alla costa, appena fuori rispetto la vecchia Rocca di Gibilterra.

    Prontamente balzarono tutti fuori dal mezzo e mentre il pilota controllava i danni assieme a uno dei soldati, lei e gli altri tre cominciavano a guardarsi attorno, sondando l'area e assicurandosi che non ci fossero Corrotti pronti ad attenderli.
    Fortunatamente visto e considerato che quell'area geografica era composta principalmente da arbusti ed erba secca, unito al clima torrido e il vento a dir poco bollente che soffiava, non era troppo difficile controllare i dintorni e valutare la presenza di nemici nascosti o meno.

    Dopo aver terminato di controllare la zona d'atterraggio si riunì con gli altri, così da fare il punto della situazione.

    Allora, te P1 e S1 rimanete qui, così mentre lui aggiusta il danno te puoi proteggerlo o quantomeno, avvertirmi in caso di pericoli. Voi tre invece, S2, S3 e S4 con me. Facciamo un sopralluogo del territorio, voglio sapere chi e cosa abbiamo intorno. Portatevi solo delle pistole, un caricatore a testa, niente di più. Muoviamoci!

    Non mancò nel notare gli sguardi dubbiosi dei due uomini e della donna che erano con lei, tuttavia presto avrebbe capito il perché di quel modo di fare.
    Se fossero arrivati ad armi spianate in grado di uccidere i Corrotti più basici senza alcun problema, chiunque dei sopravvissuti gli avesse visti avrebbe pensato a un gruppo ben fornito, con una base o altro. Invece in questa maniera rendevano ancora più verosimile la loro storia, e inoltre avrebbero fornito un senso di vicinanza maggiore a quei poveracci.
    Fortunatamente grazie all'atterraggio di fortuna che avevano subito i loro vestiti erano anche abbastanza sporchi, oltre che rovinati in più punti. In questa maniera si era risparmiata del lavoro da fare.

    Lentamente e un po' alla volta presero a camminare verso Sud, dirigendosi in direzione di Gibilterra e controllando i dintorni senza distanziarsi troppi gli uni dagli altri. Anche lei in quel caso si stava muovendo senza armatura addosso, il che la faceva sentire particolarmente vulnerabile sebbene fosse pienamente conscia del fatto che non poteva indossarla. Non doveva far capire di essere un Black, non in quel momento.

    Comunque sia l'ambiente era tornato pienamente in mano alla natura, non che in passato fossero particolarmente presenti strade o simili in quell'area tuttavia adesso anche quelle che una volta erano state le poche strade principali, erano in frantumi ricoperte di arbusti secchi e qualche albero particolarmente basso.
    Ogni tanto era anche possibile intravedere qualche auto ormai ridotta in pezzi, ricoperta di ruggine e chissà quali insetti al suo interno.

    Il fango presente in più punti a causa della terra secca e della pioggia che non sembrava intenzionata a cessare, ormai aveva finito per riempire le suole dei loro stivali e ogni passo dovevano stare attenti a non scivolare essendo l'area naturale costellata di collinette.

    Infine dopo circa un'ora giunsero in un punto sopraelevato dal quale era possibile notare il punto che una volta doveva essere l'area d'ingresso alla vecchia Rocca di Gibilterra, sebbene le risultò strano che ci fossero così poche carcasse di macchine sparse li davanti mentre al contrario in lontananza era possibile intravedere alcuni barili accesi, fuochi per riscaldarsi o segni di un campo.

    Sdraiati per terra a osservare ormai il freddo e il fango stavano diventando a dir poco insopportabili, soprattutto per lei che indossava una semplice camicia. Non che ci potesse fare chissà cosa a riguardo, anche quello rendeva il tutto più credibile.

    Portò una mano alla cintura e staccò il binocolo a infrarossi che si era portata, avendo avuto come l'impressione di scorgere movimenti tra una macchina e l'altra in direzione dell'ingresso della città. Ci volle qualche istante ma ne ebbe la conferma.

    Quelle che un tempo dovevano essere persone ora erano preda di spasmi e movimenti inconsulti, la pelle rattrappita di un violaceo e senza nulla indosso, mentre i loro arti esibivano artigli potenzialmente mortali così come alcuni bubboni sparsi lungo il corpo. Le sembrò anche di notare un paio di quelli con un braccio innaturalmente grosso, tuttavia erano la minoranza.

    Riflettè un secondo mentre la pioggia continuava a cadere su di lei e gli altri tre, nascondendone l'odore al fiuto di quei mostri. Poi, ebbe un'idea e sorrise divertita. Forse aveva appena trovato il modo per rivelare la loro esistenza nel modo migliore possibile, tuttavia avrebbero dovuto avere molta, molta pazienza. Oltre che dimostrarsi parecchio elastici a livello mentale.

    In silenzio si voltò leggermente verso gli altri, sorridendo.

    Pronti a fare gli eroi?

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    S P I R I T O
    Le conoscenze principali e capacita' di controllo del PROJECT M ruotano interamente attorno a quello che e' il concetto di Spirito.
    Questo non solo le dona una comprensione come pochi sull'argomento, le consente anche di esercitare un certo controllo sullo stesso, che sia il proprio o quello di altre persone.
    Potrebbe benissimo essere in grado di richiamare Spiriti passati in suo aiuto, tentare di lacerare quelle altrui e bruciarle tramite energia elementale alimentata da ulteriore energia spirituale, cosi' da affliggere non il corpo ma bensi' lo Spirito stesso.
    Vedere il proprio Spirito sminuzzato e staccarsi pezzo per pezzo, puo' portare a percepire dolori indicibili oltre che perdere se' stessi un po' alla volta. {Sekishiki}

    T E L E C I N E S I
    Avendo dovuto imparare prima di tutto ad esercitare un controllo totale sulla propria materia, adesso M. e' anche in grado di esercitare questo controllo sulla materia esterna, muovendola a suo piacimento e senza dover agire lei fisicamente. Questo le permette non solo di spostare oggetti, bensi' la rende anche in grado di esercitare forze invisibili con cui esercitare pressioni sui propri nemici, cosi' da frantumare ossa, bloccare determinati soggetti sul posto e via discorrendo. Infine e' anche in grado di esercitare questo controllo anche su se' stessa, permettendole di spostarsi liberamente a mezz'aria oppure costringendo il proprio corpo a compiere movimenti altrimenti impossibili fisicamente per quanto possano arrecare danni al suo corpo


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    Edited by † Relis † - 10/7/2021, 21:59
     
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    Comandante? Qui P1, ho novità riguardanti lo stato del velivolo e le riparazioni.

    La radio gracchiò appena per qualche istante, spingendola a retrocedere sui gomiti in mezzo al fango e alla terra, sporcandosi più di quanto già non lo fosse e infastidendosi per il momento decisamente inopportuno durante il quale era stata contattata.
    Non che il pilota avesse modo di sapere in che situazione si trovavano in quel momenti lei e i soldati che l'accompagnavano, tuttavia questo non fu sufficiente per toglierle di dosso quella sensazione di fastidio e irritazione.

    Per il momento non rispose, facendo segno agli altri presenti di ritirarsi almeno di alcuni metri e prendere le distanze dal punto d'osservazione, giusto per essere sicura che nessuno avrebbe notato il breve scambio di battute che sarebbe avvenuto di li a poco. Oltre al fatto che voleva mantenere le distanze dai Corrotti quando erano nel bel mezzo di eventuali conversazioni, non ci teneva a subire eventuali imboscate quando la guardia era bassa.
    Allontanatasi a sufficienza, prese controllo del dispositivo e rispose.

    Ti sento P1, dimmi pure.

    Ho terminato l'analisi dei danni. Non è niente di serio, tuttavia per essere sicuri che l'errore non si ripeta mentre siamo nel bel mezzo dell'oceano vorrei avere più tempo a disposizione di quanto preventivano dal piano iniziale per eventuali incidenti.

    Come sentì quelle parole non riuscì a trattenersi dal far scoccare la lingua, un verso di stizza che i presenti non mancarono di notare e che fu sufficiente per comprendere quale fosse il suo stato d'animo in quel momento.

    Sicuramente non si era aspettata fin dall'inizio che tutto sarebbe proceduto liscio, non con l'equipaggiamento che erano costretti ad utilizzare per quell'operazione, tuttavia ciò che si stava prospettando in quel momento era uno dei casi peggiori.

    Quanto tempo?

    Rispose in maniera secca e senza giri di parole, chiaramente stanca.

    Due giorni in più rispetto a quanto preventivato. Le provviste ci bastano, non è un problema e al momento non abbiamo rilevato presenza di Corrotti nelle immediate vicinanze.

    Due giorni in più piantati li rispetto al piano iniziale voleva dire che non solo aumentavano a dismisura le possibilità di incontrare eventuali Corrotti problematici, bensì anche le chance di incorrere in qualche altro Cavaliere. Tuttavia se volevano essere sicuri di rientrare tutti d'un pezzo non c'era altra soluzione.

    Prese un grosso respiro, cercando di calmarsi e analizzare i nuovi dati in suo possesso: più giorni, più rischi, più possibilità di contatto coi locali, più influenza. C'era ancora un aspetto positivo in tutto quello, doveva concentrarsi su quello.

    Capisco. Due giorni siano, non un secondo di più.

    Ricevuto! Chiudo.

    Con una nuova calma nella voce aveva pronunciato quelle ultime parole, per poi voltarsi verso i soldati che erano con lei i quali ovviamente aveva ascoltato tutta la conversazione e i loro sguardi tra il cupo e il preoccupato dicevano tutto.

    Non poteva certamente dire che non ci fosse motivo alcuno di preoccuparsi così, tuttavia non doveva permettere neanche che il morale calasse così tanto nelle prime ore, avevano appena iniziato e lo sapevano fin dall'inizio che realizzare il loro obiettivo sarebbe stato estremamente difficile se non impossibile.

    Ripigliatevi. Lo sapevamo benissimo che avremmo affrontato mille difficoltà, e fare quelle facce non vi aiuterà a sopravvivere. Detto questo muoviamoci, facciamo una mappatura completa del terreno, analisi di punti d'ingresso, d'uscita e d'osservazione. Dobbiamo conoscere ogni singolo millimetro di questa zona come le nostre tasche.

    I tre li presenti si scambiarono qualche occhiata, tuttavia quelle poche parole brevi e coincise sembravano aver colto nel segno visto che non ci misero molto a riprendersi, cancellando dai loro visi quelle espressioni così cupe.

    Il piano che aveva formulato nella sua mente quando aveva individuato i Corrotti prevedeva di manovrare la situazione a loro vantaggio così da creare la scena d'ingresso ottimale per l'HF, tuttavia i nuovi sviluppi richiedevano un maggior studio della situazione oltre che dell'area geografica.

    Sotto la pioggia e marciando nel fango tra arbusti e terra, si rimisero in moto cambiando direzione con l'intenzione di circoscrivere un po' alla volta l'intera area attorno alla Rocca, così da avere una mappa completa e aggiornata della zona.
    Portare a termine quel compito avrebbe richiesto tempo e fatica, e fortunatamente il primo non era un elemento di cui erano a corto.

    1JGgidP

    Finalmente alcuni giorni di camminata interrotta unicamente da brevissime pause e spostamenti continui prima da una parte e poi dall'altra, riuscirono a completare la mappatura della zona. Sapevano come muoversi, dove muoversi e le posizioni migliori per osservare l'ambiente circostante.

    Il velivolo l'avevano spostato in una zona leggermente più coperta da arbusti e qualche masso, dietro a una collinetta e giusto per essere sicuri avevano tentato di mimetizzarlo con l'ambiente come meglio potevano, poggiandoci sopra elementi dell'ambiente naturale stesso.

    Seduta su uno dei sassi per terra in mezzo all'erba secca osservò soddisfatta la mappa che avevano terminato di preparare in quei giorni, sicuramente chi non fosse stato dei loro avrebbe faticato a comprenderne le informazioni per quanto fosse ovvio quale fosse la sua funzione.
    Nel mentre S2, S3 E S4 stavano terminando di pattugliare la zona.

    Avevano rischiato di scontrarsi diverse volte con dei Corrotti, tuttavia con le informazioni in loro possesso erano sempre riusciti a trovare una scappatoia in mezzo a quel posto, nascondendosi ed evitando lotte inutili. Inoltre non avevano notato spostamenti degni di nota dal punto d'ingresso della Rocca, non che avessero avuto modo o tempo di prestarci troppa attenzione ma in quei brevi momenti di tanto in tanto non le era sembrato di aver intravisto nessuno avvicinarsi.

    Fortunatamente il sole in quel momento svettava alto e non c'erano nuvole all'orizzonte, sebbene questo volesse dire dover limitare l'utilizzo del binocolo onde evitare riflessi generati dalla luce, tuttavia sicuramente era un netto miglioramento rispetto ai primi giorni di pioggia che avevano rovinato irrimediabilmente i vestiti... Poco male, sarebbero risultati ancora più credibili.

    Con la polvere ad accompagnarne il movimento si alzò di scatto dal posto, chiudendo la mappa e mettendola via nel proprio zaino per poi battersi le mani sui pantaloni e levarsi qualche sassolino di dosso.

    Ascoltatemi tutti quanti, esclusi P1 e S1 che rimarranno vicino al velivolo, noi altri da oggi daremo inizio alla seconda parte dell'operazione. Dividetevi, evitate qualsiasi contatto non necessario e analizzate la situazione della cittadina della Rocca, dobbiamo confermare la presenza di sopravvissuti. Se trovare un sopravvissuto sotto attacco o in pericolo siete autorizzati a intervenire, tuttavia fornite subito posizione e stato della situazione mentre vi avvicinate. Chiaro?

    Ricevuto!

    Un'unica voce risuonò all'unisono dall'altra parte del dispositivo, segno che tutti avevano sentito le sue disposizioni.
    Tornata in posizione eretta si voltò e iniziò a dirigersi verso uno dei punti d'osservazione che avevano individuato: si trattava di un vecchio traliccio ormai in disuso che in passato serviva a portare l'elettricità alla città e si trovava in cima a una delle colline, arrampicandosi su una delle antenne era possibile avere una buona visuale su parte della vecchia cittadina.
    Per i soldati era abbastanza ostico raggiungere la cima, tuttavia per lei il discorso era diverso per tanto aveva deciso di occuparsene lei e lasciare agli altri zone facilmente più accessibili.

    Dopo un po' di tempo finalmente si trovò in cima e in silenzio sganciò il binocolo dalla cinta, portandoselo davanti agli occhi e iniziando ad analizzare la situazione con calma.
    Una cosa che avevano imparato in quei giorni era che quella che pensavano fosse la Rocca in realtà si trovava molto più in fondo rispetto a loro, il promontorio naturale che una volta ne segnava quasi la presenza era stato come livellato e per tanto se non ci si era mai stati prima adesso era facile confondere la parte più esterna della cittadina con quella interna, dove si trovava il cuore pulsante della vecchia città.

    Guarda li... Interessante.

    Spaziando qui e li col binocolo notò come le "entrate" esterne alla cittadina fossero state chiuse, i vari vicoli che componevano il luogo erano stati sigillati da lamiere e paratie di vario tipo, chiaro segno che qualcuno stava provando a sopravvivere al ben e meglio. Inoltre diverse carcasse di macchine e camion erano state accumulate nei punti più ampi dove una volta le poche strade andavano a confluire, bloccandone così l'accesso.

    Tuttavia più osservava e più si chiedeva dove fossero quei sopravvissuti, visto e considerato che non ne vedeva la minima traccia eppure era sicura che la notte quando fossero arrivati e riuscita a intravedere delle fiamme sebbene distanti.
    In parte innervosita da questa situazione ma costretta a sottostare decise di armarsi di pazienza, rimanendo ferma nella sua posizione per tutto il tempo necessario.

    Infine giunsero le tenebre ancora una volta e la notte calò su di loro, sebbene questa volta la luna piena nel cielo splendeva vistosamente e faceva regalo di un po' di luce naturale in grado di aiutare lei e gli altri nei loro compiti.

    Possibile che siano vecchie barricate e siano già tutti morti?

    Quel pensiero stava iniziando ad accarezzare la sua mente un po' alla volta, anche perché era passato diverso tempo ormai da quando avevano iniziato tutti e quattro ad osservare la situazione, e nessuno aveva avuto modo di scorgere nulla.
    Poteva capire se uno o due di loro non notava niente, tuttavia possibile che nessuno aveva anche solamente intravisto segni di vita? Le sembrava assurdo.
    Frustrazione mista a nervosismo iniziarono a crescere dentro di lei sebbene cercasse di controllarsi, conscia che non poteva permettersi di perdere le staffe quando era tutto sulle sue spalle in quel progetto. Quando ne aveva parlato con Anarygon e Nemesis l'aveva specificato e sottolineato più e più volte che non voleva alcun aiuto nel dirigerlo, era la sua creazione, il suo bambino, stava a lei portarlo avanti.

    Quando orma sentiva che era prossima al punto di rottura, ecco che finalmente dopo tutto quel tempo che riuscì a vedere qualcosa. La sua pazienza era stata premiata e se doveva essere sincera, quello era il miglior regalo possibile.
    Non molto tempo dopo che fu completamente notte osservò diversi barili venire accesi come falò nella parte più interna della cittadina esterna, nascosti dai muri e dai ruderi delle case così da rendere difficile vederli dall'esterno, mentre qui e li ombre di esseri umani si muovevano, spostandosi.

    Il numero non era particolarmente grande tuttavia non era neanche da guardare con delusione, sicuramente almeno una cinquantina di persone erano presenti tra bambini, uomini donne e anziani. Il che voleva dire che era un primo candidato perfetto quel posto per dare il via al loro piano.
    Qualunque scelta avessero compiuto quei civili in seguito all'incontro con loro, indubbiamente avrebbe giovato al prossimo passo che l'HF avrebbe dovuto compiere.

    Non aveva altro modo di definirlo se non come un centro pulsante di vita che finalmente si stava mostrando in tutto il suo splendore in mezzo a quella landa devastata di orrore e morte. E più l'osservava più si meravigliava, chiedendosi come avessero fatto a sopravvivere per tutto quel tempo.
    Per un attimo sentì come il petto scaldarsi mentre sorrideva, estremamente grata oltre che soddisfatta per quello che stava vedendo.

    Confermata la presenza di sopravvissuti, ripeto, confermata la presenza di sopravvissuti. A tutte le unità, procedere con la fase centrale della seconda parte dell'operazione. Sorveglianza e studio dei civili, segnare elementi di rilievo e con capacità sopra la media, non interagire a meno che non ci siano casi d'emergenza come descritti nel piano.

    Un vociare indistinto di segnali di conferma le giunsero alle orecchie, mentre lei rimaneva in silenzio ad osservare lo svolgersi della notte. Il vento in silenzio le soffiava attraversi i capelli color del miele, scompigliandoli al vento e cullandoli nel vuoto dell'abisso.

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    Le conoscenze principali e capacita' di controllo del PROJECT M ruotano interamente attorno a quello che e' il concetto di Spirito.
    Questo non solo le dona una comprensione come pochi sull'argomento, le consente anche di esercitare un certo controllo sullo stesso, che sia il proprio o quello di altre persone.
    Potrebbe benissimo essere in grado di richiamare Spiriti passati in suo aiuto, tentare di lacerare quelle altrui e bruciarle tramite energia elementale alimentata da ulteriore energia spirituale, cosi' da affliggere non il corpo ma bensi' lo Spirito stesso.
    Vedere il proprio Spirito sminuzzato e staccarsi pezzo per pezzo, puo' portare a percepire dolori indicibili oltre che perdere se' stessi un po' alla volta. {Sekishiki}

    T E L E C I N E S I
    Avendo dovuto imparare prima di tutto ad esercitare un controllo totale sulla propria materia, adesso M. e' anche in grado di esercitare questo controllo sulla materia esterna, muovendola a suo piacimento e senza dover agire lei fisicamente. Questo le permette non solo di spostare oggetti, bensi' la rende anche in grado di esercitare forze invisibili con cui esercitare pressioni sui propri nemici, cosi' da frantumare ossa, bloccare determinati soggetti sul posto e via discorrendo. Infine e' anche in grado di esercitare questo controllo anche su se' stessa, permettendole di spostarsi liberamente a mezz'aria oppure costringendo il proprio corpo a compiere movimenti altrimenti impossibili fisicamente per quanto possano arrecare danni al suo corpo


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    I giorni passarono in maniera inesorabile mentre lei e la squadra continuavano ad osservare il procedere della vita quotidiana di quelle persone. Era evidente che ogni giorno fosse una lotta e che dovessero affrontare problemi continui, più di una volta aveva avuto modo di osservare come alcuni litigassero e altri intervenissero per calmare le acque, tuttavia non ci voleva un genio per capire che quelle erano soluzioni temporanee.

    L'accumularsi dello stress e della rabbia repressa erano fattori che col tempo potevano solamente peggiorare, e prima o poi qualcuno avrebbe finito per dare di matto mettendo così a rischio l'incolumità dell'intera comunità.
    C'era da chiedersi quanto fossero disposti ad arrivare lontano in risposta a una situazione del genere, diverse persone risultavano armate sebbene fosse chiaro come il sole che l'equipaggiamento che possedevano era già un miracolo se funzionava.

    Aveva un milione di domande da voler porre a quelle persone anche perché a conti fatti era la prima volta che si imbatteva in un gruppo così grande, durante quei giorni spesi ad osservarli sotto la pioggia e il sole che continuavano ad alternarsi, aveva avuto modo di notare che avrebbe quasi potuto definirla una colonia.
    I numeri dei presenti si avvicinavano al centinaio sebbene non potesse affermare con sicurezza il loro numero esatto, a quella distanza era difficile distinguere le loro facce soprattutto quando non si poteva permettere di rimanere per troppo tempo sullo stesso individuo.

    In silenzio si mise leggermente più comoda, spostandosi sulle braccia visto che per stare in cima al traliccio senza rischi di caduta era costretta a rimanere sdraiata, facendo così ponte tra le gamba e le braccia in mezzo ai pezzi di ferro.
    Non era esattamente il massimo della comodità, però dopo ore passate ogni giorno in quella posizione stava cominciando a farsi l'abitudine.

    Qui S2, Corrotto in avvicinamento al settore B3.

    La voce di uno dei soldati arrivò gracchiando brevemente al dispositivo, e senza troppa preoccupazione rispose prontamente così da fornire gli ordini necessari.

    Abbandonare la zona e tenere sotto controllo ulteriori spostamenti, non ingaggiare se non necessario. Se entro 24 ore il bersaglio non lascia la zona siete autorizzati ad ingaggiare.

    Una voce di sottofondo di risposta le fece capire che avevano ricevuto la comunicazione, e da quel momento in poi il canale radio tornò silente.
    Da quando erano arrivati li a parte in un paio d'occasioni erano riusciti ad evitare il contatto con i Corrotti, il fatto che fossero una squadra composta da così pochi elementi e che l'ambiente naturale era sprovvisto di vegetazione fitta, li aveva aiutati enormemente da quel punto di vista.
    Le alture non mancavano e fortunatamente non vi erano gli elementi naturali necessari per poter approntare chissà quali imboscate.

    Tuttavia non per questo potevano permettersi di rilassarsi, il fatto che la Corruzione fosse presente era comunque un fattore da non sottovalutare.
    Fintanto che i nemici fossero rimasti limitati a quelle sottospecie di zombie la cosa era facilmente gestibile fintanto che gli avessero individuati, tuttavia se fossero stati costretti ad affrontarli a viso aperto la cosa avrebbe potuto rivelarsi problematica.

    La potenza di fuoco di cui erano in possesso era estremamente bassa, e il fatto che lei fosse costretta a combattere senza armatura addosso la esponeva a rischi decisamente maggiori rispetto al normale.
    Questo non voleva dire che i suoi poteri fossero meno forti, tuttavia era decisamente più vulnerabile agli attacchi dei nemici rispetto al normale. Venire ferita mortalmente sarebbe risultato estremamente più semplice rispetto alla norma, e per via di tutte queste ragioni aveva ripetuto fino allo sfinimento fin dall'inizio che non erano li per combattere a meno che non fosse l'unica opzione rimasta.

    Sospirò innanzi a tutti quei pensieri e preoccupazioni, spostando il binocolo dal viso ed estraendo il foglio dove aveva annotato gli appunti sulla routine che seguivano gli abitanti di quella comunità.
    Era chiaro che davano priorità alla sicurezza rispetto alla necessità di cibo e acqua, tuttavia questo era un atteggiamento che per quanto gli avesse concesso di prosperare così a lungo probabilmente alla fine avrebbe causato problemi interni.

    C'era anche da dire che ormai aveva l'assoluta certezza che conducessero una vita prevalentemente notturna, così da minimizzare le possibilità di essere notati dalle mostruosità all'esterno. Il fatto di accendere i falò nei barili nascondendoli dietro i ruderi e i muri delle case era un ulteriore tentativo per evitare che potessero scoprirli.

    Tuttavia c'era una cosa che non le tornava in tutto quello, per condurre una vita del genere avrebbero dovuto comunque avere degli spazi sufficienti in grado di accoglierli tutti durante il giorno, che potesse permetterli di muoversi giornalmente quel tanto sufficiente da evitare che il loro corpo risentisse dell'eccessiva immobilità, eppure non aveva notato niente del genere in loro.
    Questo poteva solamente significare che avevano trovato una soluzione a quel problema, una soluzione che non era possibile scorgere da fuori.

    Oltre a questo c'erano diverse persone che pattugliavano le zone più esterne, controllando lo stato delle barricate e effettuando dei sopralluoghi giusto per essere sicuri che nessun Corrotto fosse riuscito a infilarsi tramite qualche anfratto che poteva essersi creato nel tempo.
    Indubbiamente queste erano le persone che avevano più probabilità di essere notate e attaccate, e questo voleva dire che erano anche i primi che avrebbero incontrato.

    Se non volevano apparire come un gruppo aggressivo e con cattive intenzioni avrebbero dovuto avvicinarli con molta attenzione, inoltre avevano bisogno che il tutto avvenisse in una situazione a loro ideale così da massimizzare l'impatto che avrebbero avuto sui sopravvissuti. La fiducia era tutto in quel mondo devastato.

    L'idea iniziale che aveva studiato prevedeva il manovrare a loro favore i Corrotti meno reattivi, spingendoli verso i sopravvissuti e causando così un attacco di proposito, che avrebbero sfruttato per intervenire come salvatori e guadagnarsi la fiducia degli abitanti. Tuttavia dopo aver notato il numero dei Corrotti e i loro spostamenti, era stata costretta a rinunciare a quella possibilità.

    Prima o poi dovranno uscire a fare scorte, cacciare qualche animale o simili. Ormai siamo qui da molti giorni, quanto resisteranno ancora?

    Effettivamente ormai contava su quello per riuscire ad avvicinarli e fare il loro ingresso trionfale, tuttavia non aveva modo di sapere quando si sarebbero mossi per fare una cosa del genere.
    Le provviste per lei e la sua squadra non erano un problema, ne avevano in abbondanza e detto francamente ne avevano anche portato in eccesso, considerando l'idea che dovendo apparire come un'Organizzazione Umanitaria sicuramente avrebbe aiutato portare approvvigionamenti a chi ne aveva bisogno.

    Con estrema cura e attenzione, ripiegò il foglio riponendolo al suo posto in una delle tasche laterali e chiudendola accuratamente.
    Non che ne avesse veramente bisogno, quelle informazioni riusciva tranquillamente a ricordarsele a memoria, però le piaceva utilizzare la carta, scrivere.

    Tornata in posizione e armatasi di pazienza, riprese ad osservare la situazione in attesa del momento propizio per agire.

    1JGgidP



    Qui S2, il Corrotto non sembra intenzionato a lasciare la zona. Il punto d'osservazione è inservibile. Come procediamo?

    Sospirò nel sentire quelle parole, chiaramente infastidita.
    Perché dovevano iniziare propria ora ad essere testardi quegli affari? Fino adesso avevano vagato senza una meta precisa, spostandosi un po' una parte e poi da un'altra, non rimanevano mai nello stesso punto per troppo tempo.

    Adesso invece erano passate ben 24 ore e quell'affare non sembrava intenzionato a voler lasciare la zona. Se almeno fosse stato sufficientemente lontano da permettere ai soldati di continuare ad utilizzare il punto d'osservazione... Dannazione!

    Non vedo soluzioni alternative. S2, S3 E S4, procedete all'eliminazione. Attiratelo lontano da quel punto e assicuratevi di essere rapidi, senza provocare troppo rumore, non vogliamo attirarne altri.

    Ricevuto!

    Ordinare a quei soldati di eliminare un Corrotto in silenzio e rapidamente era chiedere l'impossibile, lo sapeva bene, tuttavia non poteva fare altrimenti.
    Se avessero finito per fare troppo rumore a causa degli spari, indubbiamente avrebbero attirato l'attenzione di altri Corrotti e avrebbero finito per entrare in un circolo vizioso, che avrebbe finito per includere anche l'attirare l'attenzione dei sopravvissuti e chiunque altro si fosse trovato nei dintorni.

    Sicuramente se fosse intervenuta personalmente la questione sarebbe stata risolta in un attimo contro un Corrotto di quel livello, tuttavia non voleva produrre emanazioni di cosmo a meno che non fosse strettamente necessario. Farlo voleva dire accendere un faro in quel punto, e chiunque fosse stato in grado di percepirlo si sarebbe accorto immediatamente della sua presenza. Cosa che voleva evitare.

    In silenzio e sotto il sole cocente si spostò leggermente, voltandosi in direzione del settore interessato e preparandosi ad osservare l'imminente combattimento. Era arrivato il momento di vedere cosa sapevano fare quei soldati.

    1JGgidP



    In silenzio sotto la pioggia avanzò a passo pesante in direzione del tendaggio che copriva parte del velivolo, alzandolo distrattamente con una mano e avvicinandosi ai due soldati.
    P1 era chino a fasciare e medicare S2, il quale risultava incosciente dopo aver perso sangue in maniera eccessiva.

    Altri hanno subito ferite? Se sì quanto gravi?

    Personalmente non ci aveva fatto caso ma più il tempo passava mentre si trovava li e più il suo tono di voce si era fatto secco, quasi rauco e meno squillante rispetto a com'era all'inizio.

    Fortunatamente no, solamente S2 ha subito una ferita grave mentre gli altti hanno qualche graffio e contusione. Siamo riusciti ad evitare di attirare altra attenzione, tuttavia non è stato semplice. S2 necessiterà di riposo e cure mediche prima di pote riprendere le proprie attività, gli altri basta che stiano attenti e non avranno problemi a proseguire.

    Annuì soddisfatta a quelle parole, dando una leggera pacca sulla spalla a P1 in segno di riconoscenza per poi uscire nuovamente all'esterno sotto la pioggia. Detto francamente fintanto che non ti ritrovavi sdraiata nel fango e sotto la pioggia, l'acqua era anche piacevole.

    In ogni caso adesso dove pensare al da farsi. Avere un soldato in meno a disposizione nella loro situazione corrente era un bel problema, voleva dire che uno dei punti d'osservazione sarebbe rimasto vuoto e questo ovviamente voleva anche dire che sarebbe risultato più difficile tenere sotto controllo eventuali spostamenti da parte dei Corrotti.

    Lo scontro con quel Corrotto non aveva fatto altro che confermare e incentivare il suo pensiero iniziale, ovvero il fatto che gli scontri andavano evitati in ogni maniera possibile. Peccato che ormai fosse troppo tardi per tornare indietro, aveva fatto una scelta sbagliata e quello era il risultato, avrebbe fatto bene a lasciar perdere quel settore.

    Sospirò passandosi una mano sul viso e su fino ai capelli, tirandoseli indietro sotto la pioggia scrosciante e calciando via un po' di fango, che finì schizzando poco più avanti.
    Non era il momento per perdersi d'animo, doveva riprendersi e procedere con la missione.

    Con ritrovato vigore e iniziativa prese a camminare, risalendo la collina dietro cui si erano accampati in direzione del suo solito punto d'osservazione. Nel mentre azionò il dispositivo per inviare una comunicazione agli altri.
    Avrebbe voluto farli riposare id più, però non avevano tempo.

    S3, S4 riprendete le vostre attività. Copertura sui punti d'osservazione. Ogni due ore voglio che vi alterniate per andare a coprire la posizione di S2, rimanete li per quattro ore e poi datevi il cambio. Così fino a nuovo ordine.

    Va bene, Comandante.

    Sentì chiaramente il tono stanco di voce provenire da parte dell'uomo e della donna, tuttavia non le sfuggì neanche il fatto che fosse evidente che stavano tentando di nascondere quella stanchezza.
    Da quando avevano trovato i sopravvissuti l'umore generale era migliorato, consci che il loro obiettivo finale era davanti al loro naso e ormai era solo questione in tempo.

    Con un sorriso stanco ma soddisfatto, avanzò di un altro passo in mezzo al terreno fangoso sotto la pioggia, preparandosi ad altre ore di sorveglianza e studio della zona.

    1JGgidP



    Finalmente erano riusciti a individuare un paio di persone degne di nota, era evidente che fossero in grado di esercitare capacità di controllo e organizzazione generale, molto di più rispetto ad altri e per tanto era possibile notare come spesso e volentieri gli altri sopravvissuti si raccogliessero attorno a queste persone, in cerca di una guida, di indicazioni su cosa fare.

    La notte avvolgeva ogni cosa e così come era capitato quando erano arrivati, anche quella sera la luna sostava alta nel cielo ben illuminata, fornendo così l'illuminazione naturale di cui avevano tanto bisogno. Distrattasi per un attimo, non fece caso inizialmente al gracchiare del dispositivo e per tanto quando sentì la voce concitata dall'altra parte trasalì leggermente.

    Qui S3. Confermato movimento! Ripeto, confermato movimento! Scontro prossimo tra Sopravvissuti e Corrotti!

    Senza esitare un momento scattò, preparandosi a scendere dal traliccio così da dirigersi immediatamente al punto d'interesse.
    Il cuore batteva all'impazzata e l'adrenalina stava cominciando a prendere possesso del corpo, finalmente era giunto il momento!

    S3 rimani dove sei e osserva la situazione, S4 ricongiungiti immediatamente con me al punto d'interesse. Una volta che ci vedi arrivare, raggiungici anche te S3! Muoviamoci, non possiamo perdere questa opportunità!

    Finalmente la fame e la sete avevano avuto la meglio sui sopravvissuti, finalmente l'HF poteva compiere il primo passo verso il nuovo mondo. Nessuno, avrebbe mai più pregato alcun Dio per essere salvato.

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    Questo non solo le dona una comprensione come pochi sull'argomento, le consente anche di esercitare un certo controllo sullo stesso, che sia il proprio o quello di altre persone.
    Potrebbe benissimo essere in grado di richiamare Spiriti passati in suo aiuto, tentare di lacerare quelle altrui e bruciarle tramite energia elementale alimentata da ulteriore energia spirituale, cosi' da affliggere non il corpo ma bensi' lo Spirito stesso.
    Vedere il proprio Spirito sminuzzato e staccarsi pezzo per pezzo, puo' portare a percepire dolori indicibili oltre che perdere se' stessi un po' alla volta. {Sekishiki}

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    Avendo dovuto imparare prima di tutto ad esercitare un controllo totale sulla propria materia, adesso M. e' anche in grado di esercitare questo controllo sulla materia esterna, muovendola a suo piacimento e senza dover agire lei fisicamente. Questo le permette non solo di spostare oggetti, bensi' la rende anche in grado di esercitare forze invisibili con cui esercitare pressioni sui propri nemici, cosi' da frantumare ossa, bloccare determinati soggetti sul posto e via discorrendo. Infine e' anche in grado di esercitare questo controllo anche su se' stessa, permettendole di spostarsi liberamente a mezz'aria oppure costringendo il proprio corpo a compiere movimenti altrimenti impossibili fisicamente per quanto possano arrecare danni al suo corpo


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    Il vento quella notte soffiava con abbastanza forza, non che la cosa la sorprendesse eccessivamente dopotutto sapeva che in quell'area geografica di solito i venti erano forti. Anzi se doveva essere sincera era stato strano che fino a quel momento solo poche volte si erano verificati fenomeni del genere.

    In fretta e furia saltava rapidamente da una collina all'altra, coprendo la distanza con una certa velocità sebbene cercasse di non esagerare.
    Se fosse arrivata al punto d'incontro con netto anticipo rispetto agli altri sarebbe stato un problema, avrebbero finito per essere scoordinati oltre che creare ulteriore confusione su quello che si prometteva essere il campo di battaglia.

    L'unica cosa che la impensieriva era il dispiegamento delle proprie forze, rispetto ai numeri iniziali adesso si sarebbero ritrovati solamente in tre contro i Corrotti, senza contare i Sopravvissuti. Francamente non sapeva come valutarli in merito, non ancora almeno.
    Dopotutto non aveva avuto modo di valutare le loro capacità combattive non essendoci state schermaglie per tutto quel tempo, di conseguenza potevano essere contati sia come un elemento positivo che negativo.

    Non sapeva come avrebbero reagito nel vedere degli sconosciuti irrompere in mezzo allo scontro, per quanto in loro soccorso.
    Se il loro leader non si fosse rivelato sufficientemente capace, avrebbero anche potuto finire per rivelarsi un fattore d'incertezza in mezzo al combattimento, in grado di creare problemi non solo ai Corrotti ma anche a loro, e questo lei non poteva permetterselo... Almeno in teoria.
    Già, in teoria.

    In realtà aveva già preparato un piano di riserva per un'eventualità del genere, e quel piano prevedeva di sacrificare i soldati uno dopo l'altro qualora si fosse rivelato necessario. Se afflitti dalla paura o dall'incertezza i Sopravvissuti avessero finito per sparare a quegli uomini e donne, lei non avrebbe reagito violentemente. Non avrebbe condannato quell'atto. Era necessario che si fidassero di loro e per tanto, se anche solo uno dei soldati rimanenti avesse avuto da ridire o mostrato un segno di scontentezza per quanto accaduto, avrebbe fatto in modo di eliminarlo successivamente.

    Tutto questo era alquanto drastico se non estremo, tuttavia si era prefissata un obiettivo e costi quel che costi l'avrebbe realizzato, non poteva permettersi rallentamenti o problemi interni. Tanto più durante il periodo in cui si trovavano, se si entrava a far parte dell'HF come personale o soldato era per la vita, non potevi più uscirne per motivi di segretezza.
    In un certo senso chiunque non fosse sicuro al cento per cento della propria scelta al momento della firma, aveva già firmato la propria condanna a morte.
    Fortunatamente una volta che la Human Frontier si fosse rivelata al mondo, intraprendere azioni così drastiche non sarebbe più stato necessario.

    Qui S3. Confermata la presenza di un gruppo di Corrotti, circa cinque, livello di minaccia F. Ci sono circa dieci Sopravvissuti che si stanno preparando all'ingaggio, confermata anche la presenza dei due bersagli prioritari.

    Ricevuto. S3 scendi dalla tua posizione e ricongiungiti con me e S4, ingaggio immediato. Priorità alla protezione dei due bersagli prioritari, non lasciate che i Corrotti gli arrivino vicino. Chiusura delle comunicazioni a partire da ora previo emergenze.

    Come c'era da aspettarsi non ricevette neanche una risposta, segno che stavano eseguendo quanto appena comunicato.
    Il fatto di chiudere totalmente le comunicazioni quando si era giunti in un momento prossimo alla battaglia era una regola personale che aveva applicato anche ai suoi soldati, il vociare di altri nel bel mezzo dello scontro poteva portare a distrazioni inutili e perdite di concentrazione, per questo preferiva il silenzio radio.
    Ovviamente aveva già spiegato e lasciato detto che in caso ci fossero stati cambiamenti importanti nel corso dello scontro o simili, allora si aveva il permesso di comunicare. Giusto per assicurarsi di non essere presi di sorpresa o ritrovarsi circondati.

    BAM!

    Un botto improvviso attirò la sua attenzione, dal rumore era sembrato quello di uno sparo tuttavia sapeva per certo che le armi in dotazione ai due soldati non erano in grado di produrre un rumore così forte. Quindi chi era il responsabile?
    La risposta era alquanto ovvia: Sopravvissuti.

    Con un ultimo salto arrivò sul bordo della strada distrutta che costeggiava una volta la costa e portava fino dentro la città, ovvero il punto d'ingresso da loro denominato C per comodità.
    Poteva vedere chiaramente davanti a sé tra una zolla di terra divelta e la carcassa di qualche auto, i Corrotti che stavano avanzando velocemente in direzione degli umani, i quali avevano come creato una leggera apertura nella barricata permettendo ad alcuni di loro di uscire, mentre altri sparavano da dietro le barricate in posizioni sopraelevate.

    Non era male come piano, tuttavia si vedeva che non avevano chissà quanta esperienza nell'affrontare i Corrotti. Creare un'apertura in quella maniera nelle proprie difese poteva essere fatale, data la velocità a cui erano in grado di scattare anche se per brevi distanze.

    Più avanti in mezzo alle auto poteva vedere chiaramente S3 e S4 avanzare, sfruttando le carcasse come copertura per non essere visti mentre si avvicinavano per fiancheggiare sui lati.
    A lei infine non rimaneva altro che proseguire dritto e gettarsi in mezzo alla mischia, tuttavia doveva aspettare. La situazione non era ancora critica abbastanza.

    Il rumore degli spari iniziò ad aumentare vertiginosamente mentre i Corrotti guadagnavano terreno, qualcuno veniva infastidito dai proiettili, altri rallentavano e alcuni proseguivano dritti verso i loro obiettivi correndo sulle mani e sui piedi, quasi fossero dei cani, Le orbite vuote segnate da un nero profondo come l'abisso, mentre gli artigli stridevano contro il terreno ad ogni movimento da loro provocato.

    Finalmente partì un grido e poi un altro, segno che stavano iniziando ad apparire i primi feriti e morti.
    Onestamente le dava fastidio rimanere li immobile mentre accadeva tutto questo, tuttavia era necessario. Più la situazione si fosse fatta disperata più sarebbero stati grati nei loro confronti nel momento in cui gli avessero salvati.

    Perdonatemi, purtroppo anche il vostro sacrificio è necessario.

    Senza quasi accorgersene strinse i pugni, arrabbiata con sé stessa per quel modo di fare che non le si addiceva ma che tuttavia era necessario in quel momento.

    Arrivati a portata anche S3 e S4 iniziarono a esplodere i primi colpi dalle pistole, attirando l'attenzione di un paio e mandando in confusione i Sopravvissuti che non sapevano se essere contenti o meno dell'aiuto improvviso, tanto più che non erano in grado di vedere chi li stesse aiutando.

    Uno dei due bersagli prioritari stava sostando dietro le barricate, dirigendo gli altri, il secondo invece era in prima linea ad aiutare, tuttavia si stava esponendo troppo e la cosa non le piaceva.
    Era arrivato il momento di intervenire.

    Senza esitare scattò in avanti in mezzo allo scontro stando attenta a non mettersi in mezzo alle traiettorie delle pistole e dei fucili, mirando a eliminare per primi i Corrotti che stavano mettendo a rischio la vita di alcuni Sopravvissuti.
    Non voleva spaventarli, per tanto si concentrò unicamente sul proprio potere mentale e fisico, arrivando in corpo a corpo con quelle mostruosità e iniziando così a combattere.

    Un vociare indistinto misto a spari e versi disumani aleggiavano tutti intorno a lei, circondandola e dando così vita a quella che era la cacofonia della battaglia.
    Gradualmente i colpi d'energia cinetica e il suo fisico potenziato iniziarono a fare il loro lavoro, permettendole di farsi strada tra i Corrotti mentre alcuni di questi di tanto in tanto riuscivano a graffiarla, aprendole tagli e ferite.
    Il dolore era intenso ma sopportabile, ogni singola volta si assicurava che se doveva finire per essere colpita allora quantomeno la ferita sarebbe risultata non mortale. Inoltre faceva tutto parte della scena dimostrarsi un po' più vulnerabili del normale.

    Presa dalla foga dello scontro ci mancò poco che non notasse un Corrotto in procinto di eliminare definitivamente il bersaglio prioritario che stava in prima linea. Era avanzato fin troppo, probabilmente confidente nell'esito di quello scontro visti gli aiuti inaspettati, e ora era a terra pronto a essere sbranato.

    Non penso proprio!

    Con un ultimo colpo di tallone spezzò l'osso del collo al suo avversario, voltandosi in quella direzione e gettandosi in mezzo tra gli artigli che già si trovavano a mezz'aria e il corpo dell'uomo a terra, pronti a disegnare una mezza luna e aprirne il torace.

    Senza esitare rilasciò un'onda telecinetica in avanti contro l'addome del Corrotto, lanciandolo lontano e schiantandolo con un sonoro tonfo contro una delle vecchie portiere di una macchina.
    Tuttavia l'artiglio fece in tempo a calare in parte, provocandole un dolore intenso all'occhio sinistro e iniziando a farle vedere tutto rosso, completamente invasa dal sangue.

    Fu in quel momento che tutti i presenti si accorsero di una cosa, quello era l'ultimo dei nemici e il combattimento era terminato. Dolore, sguardi e dubbi erano le uniche cose che rimanevano.

    1JGgidP



    Quindi voi sareste... La Human Frontier?

    Era ancora notte ma se non altro si erano spostati a parlare all'interno del campo dei sopravvissuti.
    Subito dopo il termine dello scontro i soldati con l'aiuto dei presenti avevano medicato la sua ferita all'occhio, fasciandola, disinfettandola e comunicandole che molto probabilmente, non avrebbe recuperato la vista. Poco male. Avrebbe chiesto una sistemata a Nemesis più avanti.

    Dopo quello, Inigo, l'uomo che aveva condotto in prima linea gli altri e uno dei loro bersagli prioritari, si era fatto avanti per parlare con lei, osservando con un certo interesse e curiosità il simbolo con la croce e la sigla HF che tutti loro esibivano sulla manica.
    Da quel momento in poi lei aveva provveduto a fornirgli una prima spiegazione sommaria, e ora sempre più persone si avvicinavano incuriosite ad ascoltare.

    Esattamente. Siamo un'Organizzazione Umanitaria fondata di recente, provvediamo ad aiutare e salvare al meglio delle nostre possibilità chi come voi, è sopravvissuto fino ad oggi solo con le proprie forze.

    Disse quelle ultime parole con una certa enfasi, era importante che si sentissero orgogliosi per quello che erano stati in grado di fare da soli fino a quel momento. Dovevano comprendere il proprio potenziale, il fatto che potessero farcela da soli come esseri umani, senza aiuti divini.

    Inigo la osservò per un attimo, grattandosi il mento leggermente e annuendo. Era un uomo alto ma smilzo, privo di allenamento atletico e con i capelli quasi rasati a zero, doveva avere circa trentacinque anni probabilmente.
    In quel momento si trovavano seduti su delle casse poggiate a terra, con altri civili che curiosi si erano seduti chi per terra, chi sul muretto vicino, chi invece rimaneva in piedi e ascoltavano mentre bisbigliavano tra di loro.

    Beh, indubbiamente dobbiamo ringraziarvi. Se non fosse stato per il vostro intervento, io adesso non sarei qui e probabilmente gran parte del campo sarebbe nel caos più totale.

    Ammise visibilmente più sereno e rilassato, sebbene fosse ancora possibile notare le sue occhiate al logo dell'HF sulla sua manica.

    Le cose stavano procedendo per il verso giusto e sebbene l'occhio le dolesse e non poco, poteva definirlo un successo. Anche i soldati avevano subito delle ferite ma niente menomazioni o cose che non potessero essere guarite con medicinali e tempo.

    A tal proposito, non abbiamo finito. Siamo stati fortunati, stavamo volando nella zona e ci siamo accorti della vostra presenza, all'interno del nostro mezzo ci sono rifornimenti in abbondanza per il vostro campo.

    Quando disse quelle parole con tutta la naturalezza e gentilezza possibile di questo mondo, il tempo sembrò come congelarsi. La tensione divenne palpabile, mentre sguardi e parole non dette si percepivano in ogni più piccolo angolo. Tutti erano in attesa di una reazione da parte di Inigo, come ad attendere il suo responso.

    Percependo questa incertezza, decise di spingere un po' di più sull'acceleratore, così da tranquillizzare i presenti.

    Non vi preoccupate, potremo andare a prendere le cose domani con la luce del sole. Il mezzo in ogni caso non si può muovere al momento, e ci sono il pilota e un altro ragazzo per assicurarsi che non accada nulla.

    Come disse quelle parole, percepì chiaramente l'imbarazzo e l'incertezza da parte degli altri svanire. Comprensibile, dopotutto eccessiva gentilezza poteva risultare sospetta.

    Vi ringrazio tantissimo a nome di tutti, accettiamo il vostro aiuto di buon grado. Come avete visto purtroppo stanotte abbiamo provato a uscire in cerca di cibo e acqua, tuttavia non è andata nel migliore dei modi. Solo una domanda, voi per caso... Avete a che fare qualcosa con quelli di Atlantide?

    Quella domanda la prese abbastanza alla sprovvista, sebbene non del tutto. Avevano ipotizzato la possibilità che essendo vicini alla costa, ci fosse la presenza di quella gente. Tuttavia un conto era sospettarlo e un altro averne la conferma.
    In ogni caso rispose prontamente così da non alimentare ulteriori dubbi, agitando leggermente le mani in segno di dissenso come per incentivare quanto stava dicendo.

    Oh! No no, l'HF è completamente distaccata da loro o da qualsivoglia altro schieramento. Noi rispettiamo le credenze altrui ed eventualmente salveremmo anche chi normalmente ripone la propria fede in altre entità, tuttavia quello che ci preme è far comprendere alle persone in vita ancora oggi che possono farcela. Non c'è bisogno di aspettare per un salvatore umano o meno che sia, fintanto che si ha la volontà di combattere e andare avanti. Posso chiedervi come mai questa domanda?

    Non sapeva dire se erano sospiri di sollievo o meno quelli che vide fare a molti dei presenti, tuttavia quelle reazioni erano sufficienti per farle comprendere che gli Atlantidei probabilmente erano già apparsi se non in quella zona, da qualche parte non troppo lontano e il fatto che quelle persone fossero alquanto circospette a riguardo, voleva dire che non si fidavano del tutto.

    Beh il fatto è che alcuni di noi vengono da fuori, e dicono che un giorno improvvisamente siano arrivate queste persone, questi... Soldati in grado di distruggere quei mostri, promettendo salvezza e protezione a coloro che si fossero uniti a loro. Noi ancora non gli abbiamo incontrati di persona, però non devono essere molto lontani.

    Quelle informazioni erano interessanti. Molto interessanti. Quindi Atlantide aveva iniziato a espandersi e prendere di mira l'Europa? Era l'unica conclusione logica visto e considerato che la Spagna era uno dei punti principali d'ingresso che divideva l'oceano e il mare interno. Le cose si stavano muovendo più velocemente del previsto, e se non fossero stati attenti sia lei che l'intera HF avrebbero finito per essere scoperti e distrutti ancor prima di iniziare a fare il loro lavoro.

    In ogni caso si fece vedere interessata, annuendo debolmente alle parole dell'altro sebbene la stanchezza stesse iniziando a pesarle addosso. Era da giorni che non si fermava seduta per così tanto, e adesso che l'adrenalina era svanita non vedeva l'ora di riposarsi un attimo, però doveva ancora attendere un attimo.

    Capisco, grazie per il chiarimento. In ogni caso noi non abbiamo niente a che vedere con loro né con altre fazioni, come già detto. Non abbiamo nulla contro di loro e rispettiamo la loro fede, tuttavia potete stare tranquilli che non vi chiederemo di seguirci né tantomeno di combattere con noi in cambio dei rifornimenti. Noi esistiamo per il bene dell'umanità nella sua totalità.

    Finalmente vide le ultime barriere cadere una dopo l'altra a seguito di quelle parole. La paura di essere ricattati, di dover dare qualcosa in cambio della loro sopravvivenza... Tutti concetti che quel mondo aveva inciso sulla nuda pelle dei Sopravvissuti, creando nuove paure e distruggendo l'idea di una nuova possibile unità.

    Le parole se non accompagnate dai fatti valgono meno di zero, lo sappiamo bene. Domattina vi faremo avere quanto promesso a dimostrazione di quello che vi ho appena detto. Per noi l'importante è che voi capiate che l'umanità non è finita, tutt'altro. Se continuerete a combattere giorno dopo giorno e affidarvi a voi stessi, a chi vi sta accanto, il potenziale dentro di voi crescerà e nulla vi potrà fermare.

    Come a dimostrazione di quelle parole per un attimo sollevò nel nulla a mezz'aria la cassa su cui si trovava, girando attorno ai presenti con estrema precisione e leggerezza, per poi tornare al punto di partenza e atterrare senza alzare neanche un granello di polvere.
    Sicuramente avrebbe potuto fare qualcosa di ben più scenico, tuttavia aveva già emanato cosmo a sufficienza nella lotta di prima, non voleva attirare ulteriormente l'attenzione.
    Inoltre le facce stupite dei presenti e dei bambini le fecero capire che quello era stato sufficiente, senza neanche menzionare il fatto che i sopravvissuti alla battaglia avevano avuto modo di vedere ben altro.

    Inigo si chinò leggermente in avanti, tra l'imbarazzo e il curioso, per poi parlare visibilmente più sereno.

    Se non è un problema... Mi piacerebbe fare qualche altra domanda a riguardo domani, adesso sono tutti stanchi e anche voi immagino. Alcuni dei ragazzi vi mostreranno dove poter riposare, grazie ancora.

    A quelle parole annuì appena e in silenzio si alzò dal suo posto chiaramente stanca, mentre un ragazzino di forse tredici anni le faceva cenno di seguirlo, avanzando tra un saltello e l'altro visibilmente di buon umore.

    Mentre la sua figura e la sua ombra svanivano tra i vicoli, in lontananza, iniziò a sentire i primi sussurri spargersi nella notte, i primi dubbi e le prime parole di ammirazione per loro.

    Il Seme della Discordia era appena stato piantato.

    1JGgidP
    narrato parlatopensato altri

    agL2Lm3
    stato cloth ▲ Non Indossata.
    stato fisico ▲ //
    stato psicologico ▲ //
    altre info ▲ //


    abilità ▲
    S P I R I T O
    Le conoscenze principali e capacita' di controllo del PROJECT M ruotano interamente attorno a quello che e' il concetto di Spirito.
    Questo non solo le dona una comprensione come pochi sull'argomento, le consente anche di esercitare un certo controllo sullo stesso, che sia il proprio o quello di altre persone.
    Potrebbe benissimo essere in grado di richiamare Spiriti passati in suo aiuto, tentare di lacerare quelle altrui e bruciarle tramite energia elementale alimentata da ulteriore energia spirituale, cosi' da affliggere non il corpo ma bensi' lo Spirito stesso.
    Vedere il proprio Spirito sminuzzato e staccarsi pezzo per pezzo, puo' portare a percepire dolori indicibili oltre che perdere se' stessi un po' alla volta. {Sekishiki}

    T E L E C I N E S I
    Avendo dovuto imparare prima di tutto ad esercitare un controllo totale sulla propria materia, adesso M. e' anche in grado di esercitare questo controllo sulla materia esterna, muovendola a suo piacimento e senza dover agire lei fisicamente. Questo le permette non solo di spostare oggetti, bensi' la rende anche in grado di esercitare forze invisibili con cui esercitare pressioni sui propri nemici, cosi' da frantumare ossa, bloccare determinati soggetti sul posto e via discorrendo. Infine e' anche in grado di esercitare questo controllo anche su se' stessa, permettendole di spostarsi liberamente a mezz'aria oppure costringendo il proprio corpo a compiere movimenti altrimenti impossibili fisicamente per quanto possano arrecare danni al suo corpo


    tecniche ▲



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    Quando venne accompagnata nel luogo dove avrebbe potuto dormire e riposarsi, finalmente venne svelato uno degli arcani su cui continuava a rimuginare da molto tempo ormai.
    Si era sempre chiesta cosa facessero durante il giorno quelle persone a parte dormire, dove vivessero, come vivessero e via discorrendo.
    Dopotutto gran parte della città in superficie era andata distrutta, di conseguenza era anche difficile viverci e trovare ripari.

    Con sua immensa sorpresa e orgoglio nei confronti degli esseri umani, dei suoi simili, venne a sapere che erano riusciti a stabilire un complesso sotterraneo.
    Una vero e proprio centro di vita pulsante, pieno di persone ancora in grado di vivere, respirare, sognare e divertirsi, per quanto nei limiti del possibile.
    Per arrivarci era necessario scendere di diversi metri, una misura difensiva così da rendere ancora più difficile a chiunque fosse arrivato localizzarli.
    Sicuramente poteva anche essere visto come una lama a doppio taglio, dato che se fossero mai stati trovati voleva dire che anche per loro uscire fuori sarebbe risultato estremamente problematico, tuttavia fino a quel momento non avevano avuto alcun problema del genere.

    Un sistema di grotte e corridoi scavati e perfezionati con cura, con saloni e grotte più piccole dove la gente poteva dormire e riposare in santa pace, sebbene l'unica privacy fosse donata da una tendina a scorrimento che impediva a chi passava da fuori, di vedere chi vi era all'interno e cosa accadeva.

    Le persone che risiedevano li adesso non erano native di Gibilterra, provenivano da altrove e quando erano arrivate avevano trovato parte del progetto già completato, negli anni successivi grazie a molti sacrifici erano stati in grado di ampliare il complesso, migliorarlo, perfezionarlo e infine renderlo quello che era adesso.
    Inizialmente gli abitanti erano almeno il doppio di quelli attuali, tuttavia malattie, incidenti e attacchi continui da parte della Corruzione avevano finito per falciare via molte di quelle vita, riducendoli così a quelli che erano oggi, sebbene di tanto in tanto i loro numeri crescessero grazie ad altri sopravvissuti rinvenuti e che arrivavano da zone esterne.

    Una volta giunti davanti alla piccola grotta che probabilmente doveva essere il suo spazio personale, il ragazzino se ne andò via salutandola con fare energico, scomparendo in uno dei cunicoli.
    Sorrise di rimango per ringraziarlo, per poi entrare all'interno e chiudersi la tenda alle spalle.

    L'interno era illuminato da una candela accesa, e ve ne erano altre di scorte in un angolo. L'unica altra cosa degna di nota era un materasso un po' sgualcito, nudo, che era stato buttato li per permettere alle persone di riposare e dormire. Probabilmente era già tanto che fossero stati in grado di recuperare qualcosa del genere.

    In silenzio si abbassò, sedendosi al di sopra di esso e poggiando la schiena al muro, la stanza era abbastanza piccola e c'era spazio sufficiente per una sola persona per stare sdraiata.

    La stanchezza di tutto quel tempo le arrivò addosso tutta d'un colpo, le palpebre pesanti e pronte a crollare dal sonno.
    Erano stati li più di un mese e a breve il motore sarebbe stato pronto per essere utilizzato nuovamente, tuttavia il piano non poteva attendere, andava portato avanti.

    Erano riusciti nelle loro intenzioni, proteggere, sorvegliare la zona e studiarla a fondo, guadagnandosi anche in parte la fiducia dei locali. Ora non rimaneva altro da fare che alimentare quella fiducia, quella speranza che sarebbe nata col tempo.
    Proprio come un uomo nel deserto che dopo aver assaggiato una goccia d'acqua non può più farne a meno e ne ha bisogno ancora, così loro sarebbero stati per quelle persone e per tutti gli esseri umani in futuro.

    Sarebbero diventati l'essenza della vita stessa di cui avevano bisogno per il loro futuro, e che avrebbero protetto a costo delle loro stesse vite, impedendo a chiunque di metterci le mani sopra.
    Un processo lungo e difficile, sebbene non impossibile.

    Forza, ancora qualche passo e tutti i tasselli saranno nelle posizioni giuste..

    Il suo corpo lanciava segnali di stanchezza quasi urlandole contro, tuttavia aveva ancora un paio di cose da fare prima di potersi mettere a dormire.
    Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno nelle vicinanze e che l'ambiente fosse sicuro, azionò il dispositivo per entrare in comunicazione con gli altri.

    Ascoltatemi. Appena il motore è pronto partiamo. Per il momento abbiamo finito.

    ... Ricevuto.

    Non le fu difficile percepire le voci dubbiose che le risposero, tuttavia per il momento lasciò correre. Quei soldati sapevano solo fino a un certo punto del piano, per tanto il fatto che adesso le direttive stavano divergendo da quanto sapevano era qualcosa di strano, incerto.
    Inoltre avevano anche avuto modo di vedere in che modo la Human Frontier stava venendo gestita, ed era abbastanza sicura che non fosse esattamente quello che si aspettavano. Poco male, non che avesse grande speranza in partenza per loro.

    Fatto questo, si lasciò cadere sul materasso coricandosi, ignorando il fatto che fosse sottile come non si sa cosa e che fosse possibile sentire gli spuntoni dei sassi al di sotto. Era semplicemente troppo, troppo stanca. Erano stati per più di un mese, dannazione, era anche giusto che pure lei raggiunto punto non ce la facesse più.

    Un po' alla volta le si chiusero gli occhi, lasciandola sprofondare in un sonno apparentemente senza fine.

    1JGgidP



    Si svegliò diverse ore dopo quando probabilmente era già mattina inoltrata, il via vai per il cunicolo davanti al suo dormitorio si era fatto incredibilmente più vivo, di conseguenza non aveva motivo alcuno per pensare altrimenti.

    Le ossa le dolevano e il corpo era ancora pesante, inoltre aveva un mal di testa assurdo per via della ferita all'occhio, tuttavia non poteva farci granché in quella situazione.
    Si alzò in piedi e con fare abbastanza scazzato, scostò con una mano la tenda uscendo all'esterno.
    Sorprendentemente non vi era nessuno a sorvegliarla, per tanto decise di muoversi per conto proprio e raggiungere l'area comune che aveva avuto modo di intravedere durante il suo giro di ieri sera.

    Giunta sul luogo lo trovò abbastanza affollato, c'era chi parlava appoggiato al muro e alcuni bambini che giocavano per terra. In piedi tra di loro, c'era Inigo e l'altro uomo, con la barba folta e il fisico decisamente allenato sebbene mostrasse di essere in la con gli anni, oltre la cinquantina probabilmente. Il secondo bersaglio prioritario con cui, fino a quel momento, non aveva avuto modo di parlare.

    Quando la video le fecero un cenno con la mano, salutandola e avvicinandosi, intenzionati a parlarle molto probabilmente.
    Come dargli torto, era dalla sera prima che probabilmente sognava il cibo e l'acqua promessa.

    Buongiorno! Ieri non ho avuto modo di presentarti Carlos, lui gestisce le razioni e l'organizzazione del posto dove io non riesco. Purtroppo non può parlare, è muto, però dopo che gli ho riferito il discorso di ieri è rimasto incuriosito.

    L'uomo annuì diverse volte alle parole di Inigo, tirando solo per un momento fuori la lingua e indicandola, dimostrando chiaramente che era mozzata per metà.

    Nessun problema, mi dispiace per lui. Immagino non vediate l'ora di ricevere quanto promesso, quindi direi di salire in superficie e recuperare il necessario.

    I due annuirono prontamente e chiamarono a gran voce diverse persone, le quali iniziarono a seguirli.
    Alcuni di loro erano armati mentre altri indossavano semplicemente guanti o bende sulle mani, così da non tagliarsi quando avrebbero dovuto spostare le lamiere che formavano la barricata esterna.

    Una volta all'esterno e dopo essersi assicurati che non ci fossero altri Corrotti ad attenderli fuori, lei e un manipolo di uomini assieme ai due soldati proseguirono lungo la strada, in direzione del velivolo. Il viaggio venne fatto lentamente, rendendolo quasi a dir poco snervante tuttavia era anche l'unico modo per non incorrere in incontri poco piacevoli.

    Questo andirivieni prese buona parte della giornata tuttavia riuscirono a completare il tutto senza subire ulteriori perdite, rientrando al rifugio infine sani e salvi.

    1JGgidP



    Il tempo aveva continuato a trascorrere ed era giunto il momento di ripartire adesso che le condizioni del velivolo erano stabili, inoltre alcune persone che avevano recuperato da un villaggio devastato li nelle vicinanze avevano parlato di come uomini in armatura si stessero avvicinando, segno probabilmente Altantide ormai era vicina. Dovevano andarsene.

    Nel periodo passato li avevano continuato a spostarsi e studiare il territorio, individuare sopravvissuti, proteggerli senza essere visti e lasciare che gli abitanti di Gibilterra li recuperassero, divulgando ulteriormente così storie e racconti sull'HF. Lentamente cercarono di piede in piedi una rete di comunicazione e intelligence, con l'idea di potenziarla e migliorarla in futuro. Tutto sommato non c'era da lamentarsi.

    Anche in quella giornata il tempo non era malaccio, e se non altro c'era da dire che ormai era possibile vedere la felicità trasparire dal volto di quelle persone e le preoccupazioni venire meno, seppur risultasse in una soluzione temporanea quanto era stato appena fatto.

    Sarò onesto, non pensavo veramente ci avreste aiutati fino a questo punto. Nel mondo di oggi siamo abituati che nessuno ti da nulla in cambio di niente.

    Si fermò un attimo mentre preparava lo zaino, osservando Inigo di sbieco e sorridendo divertita.
    Nel breve tempo che avevano passato insieme avere fornito loro le informazioni di cui avevano bisogno riguarda l'HF, i loro scopi, i loro metodi, il fatto che non avessero una sede fisica perché ancora troppo deboli e via discorrendo. Tutto il necessario affinché le voci si spargessero ulteriormente, un po' alla volta. Inoltre poteva vedere chiaramente come li osservavano i più giovani: ammirazione, rispetto.
    Non sarebbero potuti tornare da loro alla luce del sole, tuttavia avevano i loro metodi per far sapere a Gibilterra che non erano soli, che l'HF da quel momento in poi avrebbe vigilato su di loro.

    Eppure siamo stati in grado di dimostrarti che esiste ancora qualcuno così, che noi esistiamo. Come ti ho già detto, anche se non ci vedrete marciare ad armi spianate, noi saremo qui a vegliare su di voi adesso che sappiamo che ci siete. Ricordate però che dovete anche contare su voi stessi, non rilassatevi.

    Finì di dire l'ultima parola quasi in preda ad un ringhio mentre tirava con forza una cinghia, iniziando a muoversi e salendo verso l'esterno. Inigo le era dietro, che la seguiva in silenzio.
    Percepiva che voleva dire qualcosa, tuttavia non doveva forzarlo, lo sentiva.

    Una volta usciti fuori i due soldati si diressero alla barricata, pronti a spostarla mentre lei rimaneva un attimo indietro per ultimi saluti.
    Porse la mano all'uomo, il quale sembrò incerto per un attimo e alla fine annuì, come per convincersi di qualcosa e afferrò quella di lei, parlando.

    Perché non vi fermate qui? Se avete bisogno di un luogo fisico... Molti altri avrebbero bisogno di voi, magari potreste radunare le persone, oppure...

    Era fatta.
    Lo bloccò mentre si preparava a dire altro, alzando una mano con viso serio e facendo una faccia dispiaciuta.

    Purtroppo non è possibile, te l'ho spiegato. Indubbiamente continueremo ad agire e aiutare chi ha bisogno, tuttavia se ci venisse tolta la nostra libertà d'azione capisci bene che non potremmo più aiutare né voi né i prossimi, non sappiamo come reagirebbe Atlantide alla nostra presenza.

    A quelle parole Inigo sembrò rabbuiarsi leggermente, e le parole successive le fecero comprendere il perché.

    Come dovremmo fare allora? Se qualcuno di noi non volesse unirsi ad altri schieramenti, così come gli hai chiamati te, come dovremmo fare?

    Gli sorrise debolmente, proprio come avrebbe fatto una madre con un bambino.

    Avete due scelte: uscire fuori, sopravvivere con le vostre forze, risvegliare il potere che è in voi e cercarci. Oppure, unirvi a chi ve lo chiede e mantenere la vostra identità, raccontando quanto avete visto in questi giorni a chi pensa che l'umanità da sola sia finita. Raccontare di noi. Sta a voi la scelta, noi non pretendiamo nulla e non vi obbligheremo, però rimarremo al vostro fianco anche se lontano dagli occhi. A presto.

    Dette quelle ultime parole si voltò di spalle e senza esitare uscì fuori dal rifugio, lasciando che i Sopravvissuti del campo richiudessero la barricata alle loro spalle.
    In silenzio e senza dire niente, prese a camminare in avanti in direzione del loro rifugio.
    Avrebbe tanto voluto volare e andarsene, tuttavia dovevano occultare il più possibile la loro presenza. Nessuno doveva sapere che erano stati li se non per via delle voci che avrebbero iniziato a girare di li a poco nel campo.
    Lei voleva che i Saint di Athena, i Daimon, Atlantide o chiunque altro entrasse in contatto con quel posto, solo così le voci si sarebbero sparse a macchia d'olio.

    Tutto sommato era andato tutto abbastanza bene, a parte per le ferite subite e i problemi a cui erano andati incontro, però non poteva lamentarsi. Inoltre a partire da quel momento avrebbero avuto molto da fare, Gibilterra era appena diventata la loro testa di ponte e per tanto sarebbe stato necessario sorvegliarla, proteggere i loro seguaci e dimostrare che l'HF era sempre li con loro, in qualsiasi momento. Si prospettavano molti viaggi all'orizzonte.

    Dopo un po' di tempo finalmente raggiunsero il nascondiglio del mezzo e scoprirono con una certa amarezza che S2 era morto per via dell'infezione alla ferita, non ce l'aveva fatta.
    Strizzò gli occhi, osservando come la sua anima fosse ancora li presente, attirata da lei e dal suo potere spirituale.
    Diede ordine di portarlo a bordo e in mezzo minuto furono pronti a partire. Con i motori al massimo si innalzarono nel cielo, alzandosi al di sopra delle nubi e schizzando via da quel luogo lontani.
    Stranamente lei rimase in silenzio per diversi minuti, seduta al suo posto mentre i soldati parlottavano del più e del meno o almeno così sembrava, però sapeva che non era così.

    L'ultimo compito da portare a termine. L'ultimo sacrificio.



    Aveva visto i dubbi nei loro occhi per come aveva manipolato la situazione, facendo leva di proposito sulla gratitudine di quegli umani e rigirandoseli come avrebbe potuto fare un adulto con un bambino dopo avergli regalato una caramella. E non l'apprezzavano, non la capivano.

    Ormai erano sufficientemente distanti.
    Si alzò dal proprio posto e si parò innanzi a S1,S3 e S4, i quali la guardarono per qualche minuto confusi, incerti, quasi preoccupati.

    C-comandante? Va tutto bene? C'è qualche problema?

    Non rispose. Sorrise debolmente e basta, estraendo dal taschino interno della giacca della camicia un portasigarette.
    Ne prese una con relativa calma e con gli stessi gesti metodici, quasi ipnotici, lo rimise da parte prendendo la sigaretta tra le dita e portandosi indietro i capelli. Poi, se la portò alle labbra e con un gesto singolo, mosse il pollice come ad accendere un accendino.

    In quel momento i soldati bruciarono. Le loro anime, bruciarono, intensamente e accompagnate da urla agonizzanti, vennero tramutate in combustibile accendendo così quella singola sigaretta tra le sue labbra, a cui lei si lasciò andare espirando una nuvoletta di fumo bluastra.
    Filamenti di pelle lentamente iniziarono a cadere dal suo viso, uno dopo l'altro, striscioline e filamenti sintetici caddero sul freddo metallo senza produrre suono alcuno, come un serpente che faceva la muta.

    I corpi a terra, esanimi, gusci vuoti senza più nulla all'interno. Occhi vitrei e sguardi persi in un abisso senza fine.

    Missione conclusa P1, rientriamo.



    Human Frontier


    Siamo qui per noi.


    Siamo qui per voi.



    1JGgidP
    narrato parlatopensato altri

    agL2Lm3
    stato cloth ▲ Non indossata.
    stato fisico ▲ //
    stato psicologico ▲ //
    altre info ▲ //


    abilità ▲
    S P I R I T O
    Le conoscenze principali e capacita' di controllo del PROJECT M ruotano interamente attorno a quello che e' il concetto di Spirito.
    Questo non solo le dona una comprensione come pochi sull'argomento, le consente anche di esercitare un certo controllo sullo stesso, che sia il proprio o quello di altre persone.
    Potrebbe benissimo essere in grado di richiamare Spiriti passati in suo aiuto, tentare di lacerare quelle altrui e bruciarle tramite energia elementale alimentata da ulteriore energia spirituale, cosi' da affliggere non il corpo ma bensi' lo Spirito stesso.
    Vedere il proprio Spirito sminuzzato e staccarsi pezzo per pezzo, puo' portare a percepire dolori indicibili oltre che perdere se' stessi un po' alla volta. {Sekishiki}

    T E L E C I N E S I
    Avendo dovuto imparare prima di tutto ad esercitare un controllo totale sulla propria materia, adesso M. e' anche in grado di esercitare questo controllo sulla materia esterna, muovendola a suo piacimento e senza dover agire lei fisicamente. Questo le permette non solo di spostare oggetti, bensi' la rende anche in grado di esercitare forze invisibili con cui esercitare pressioni sui propri nemici, cosi' da frantumare ossa, bloccare determinati soggetti sul posto e via discorrendo. Infine e' anche in grado di esercitare questo controllo anche su se' stessa, permettendole di spostarsi liberamente a mezz'aria oppure costringendo il proprio corpo a compiere movimenti altrimenti impossibili fisicamente per quanto possano arrecare danni al suo corpo


    tecniche ▲



    scheda


    Edited by † Relis † - 13/7/2021, 01:08
     
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