Rebuilding the Temple

Glory di Asmodeus → Grado V

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    Il tempo trascorre in modo strano per un'entità come te, così intimamente legata all'ombra del Tartaro e allo stesso tempo affascinata da esseri fragili e transitori.
    Da una parte, il tempo non è mai abbastanza: legato a un ciclo molto preciso, a ripetizioni e ad astri, ai volubili esseri umani e alle loro vite. Dall'altra, la tua esistenza oggettiva, l'idea stessa di un demone immortale, una straordinaria forza legata all'Ordine e immersa in un sottile gioco in perpetuo movimento.

    Tuttavia sei ancora relativamente debole, quasi fragile.
    Questa condizione non fa per te, non ti si addice in nessun modo. Tu sei un Principe, abituato a ergersi sopra ogni creatura mortale o immortale.
    La consapevolezza ti ferisce, in qualche modo.
    Senti il bisogno di sfogare questa tua frustrazione. Forse vuoi dimostrare qualcosa a te stesso, anche se non sai cosa sia.

    Ed è sempre la Terra ad attirarti in questi momenti, col suo decadente richiamo.


    6vgdAlI



    Note Master:

    Benissimo, partiamo soft con un po' di introspezione. Vedi tu se trattarlo come un momento di riflessione o una crisi di mezza et(ernit)à sotto steroidi, insomma. Hai libertà di movimento, fai quello che desideri e chiudi il post quando ti senti soddisfatto.


     
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    Uno sprazzo luminoso che si espande nell'infinito. Da quella massa di colore indefinibile galassie, pianeti, stelle si formano su uno sfondo buio e freddo, il capolavoro assoluto che continua a formare nuove forme, nuove figure maestose che solamente pochissime entità riescono ad ammirare nella loro interezza. Fenomeni talmente rari e preziosi che un uomo riesce a vedere soltanto una volta nella sua limitata e mortale esistenza. Ciò che ha dato inizio a tutto aveva creato anche le più svariate forme di vita, così diverse da loro ma, nel complesso, così insignificanti, rinchiuse nelle loro prigioni disperse nell'universo, senza possibilità di vedere oltre il proprio orizzonte cosmologico. Ma cosa sono le meraviglie del firmamento per un essere la cui vita è ben più lunga della data in cui è avvenuta la nascita del primo essere senziente? Forse una noia esistenziale che perdura per diversi secoli, in cui la mancanza di un qualcosa di nuovo rende il tutto troppo piatto. Oppure la ricerca costante di mondi nuovi, di nuovi luoghi da poter ammirare e da cui poter restare affascinati. Per uno dei primi demoni ad aver giocato con le vite degli uomini, invece, niente di tutto ciò. Per Asmodeo l'incontrare uomini diversi, collezionare, come degli oggetti di poco valore, le creature con il cui animo ha giocato impregnandovi il seme del male, era la fonte di soddisfazione più grande. Ne ricordava la maggior parte dei volti, i dettagli particolari, un neo sulla guancia, oppure il colore degli occhi che cambiava sotto al sole, passando da un verde scuro ad un grigio senza vita. Provava meno piacere in ciò, andando avanti con il tempo, ma era sicuro che, prima o poi, un qualcuno avrebbe finalmente portato ai livelli massimi il suo stato di eccitazione; quel qualcuno che capita una volta ogni cento, forse duecento anni, ma per cui valeva ancora la pena scendere sulla Terra, girovagando per le strade notturne di una metropoli o per le banchine di legno in piccoli villaggi di pescatori. Non dava troppo peso al luogo o all'atmosfera che si era creata attorno, per un essere così antico l'unica cosa che gli importava era la soddisfazione provata nell'inoculare quel germe peccatore all'interno di una manifestazione di pura bellezza. Ecco ciò che cercava. E sapeva bene che ognuno dei suoi fratelli aveva qualcosa del genere a cui aggrapparsi per non soccombere a quello stato di angoscia e vuotezza, nonostante all'interno fossero creature tutt'altro che vuote, dotati di capacità in grado di ribaltare la gerarchia celeste. Un tempo anche lui lo era. Adesso, invece, era talmente debole da sentirsi più vicino all'insipida vita umana piuttosto che alla brillantezza degli angeli che dimorano nel Tartaro. In quel momento, seduto su uno scoglio a fissare il mare scuro e movimentato, Asmodeo si sentì per la prima volta dall'esplorazione di nuove personalità all'interno del pianeta; per una volta, pensò di voler restare da solo, ad ammirare l'affascinante natura terrestre, senza che qualcuno potesse interrompere il silenzio nel quale era immerso. Al tempo stesso, tuttavia, ragionò sulla sua situazione attuale, pensando ai momenti dell'antichità in cui i suoi poteri gli rendevano possibile qualsiasi cosa. Come dimenticare quando lui, insieme alle sue schiere di demoni, portò la perversione tra le genti di Gomorra, portando ad un'abbonante fornicazione sia nelle case che nelle strade, oltre alla comparsa di crimini di qualsiasi tipo, rendendo quel luogo il focolaio del male ultimo sulla Terra. E così altre discese sul piano materiale finirono in quel modo e, con il passare degli anni, avrebbe fatto visita alle generazioni successive di coloro a cui aveva rivelato la vera essenza del piacere, procedendo ad un ricambio generazionale senza fine. Da quando si era assopito molte cose erano cambiate, poteva notarlo nella tecnologia umana, ma anche nel carattere dei suoi giocattoli, più chiusi e meno propensi a lasciarsi abbindolare da una figura sconosciuta; se avesse avuto ancora i suoi poteri di un tempo, pensò, avrebbe fatto diventare quell'oggetto celeste un cumulo di polvere, solamente nella speranza che la società potesse risorgere, in modo da rivivere, un'altra volta, gli avvenimenti passati. Si perse nei suoi pensieri, fino a quando non venne smosso da quello stato di inerzia dall'apparire, all'orizzonte, dei raggi del sole. Mosse il capo portando la mano sui capelli e le chiome platinate caddero sulle spalle, mentre il cielo, sopra di lui, cominciava a schiarirsi. Sul suo viso comparve una smorfia di disgusto. Era la prima volta che ciò accadeva, non riusciva a trovare nessuna bellezza in un'alba come quella. Per lui, che aveva visto mondi lontani, dall'altra parte della volta celeste, quello era un qualcosa di così insignificante da non provocare in lui la minima reazione. Poteva ancora farlo, ne era certo: era più potente di così. Il potere perduto andava ritrovato, anzi riscoperto; sarebbe andato a fare il solito lavoro di sempre, ma questa volta sarebbe stato diverso, quella piccola fiamma dentro di sé, aumentata nell'ultimo periodo, sarebbe esplosa in un incendio inarrestabile. Si alzò in piedi su quella roccia che proteggeva la strada battuta della cittadina, volgendo lo sguardo verso le opere dell'uomo lontane, oltre la campagna. Fece qualche passo portando la sua figura sulla terra costellata di piccoli fiori colorati, ancora più belli con quella luce a vegliare su di essi. Presto anche lui sarebbe stato illuminato di luce nuova, la luce che brillava all'inizio, quando tutto era stato appena creato. Quel bagliore accecante lo avrebbe fatto tornare allo splendore di un tempo. Il Principe decise di tornare a mettersi in gioco, di fare quel passo verso la perfezione di un tempo.

    È ora.

    Disse con tono pacato. Le ali da pipistrello, nere e quasi scheletriche si spiegarono all'altezza delle scapole dalla Gloria che prendeva la forma di un abito di lusso. Sorvolò la zona di campagna fino a quando il sole non arrivò più in alto e il cielo si schiarì totalmente. Dopo qualche minuto toccò nuovamente la terra con i piedi, ritirando le ali, le quali sparirono senza lasciare traccia sul suo indumento. Gli uomini erano usciti allo scoperto per vivere una nuova giornata, un'altra nuova che li portava di un passo più vicini alla loro morte; un fiume di gente che si muoveva per le strade della piazza circolare, impegnati nei loro doveri giornalieri, così divisi l'uno dall'altro, come se ognuno fosse rinchiuso nella propria bolla. Chissà cosa sarebbe successo se quei mondi avessero colliso tra di loro. Il suo sguardo si posò, poi, su una creatura talmente pura e bella da fargli tornare in mente immagini delle nobili di un tempo, tenute all'interno di una campana di vetro, in una prigionia utile a preservare la loro bellezza. Quei capelli corvini, le labbra rosa e leggermente schiuse, degli occhi neri come i tormenti del Pandaemonium. Un brivido gli percorse la schiena, le sue gambe si mossero automaticamente alla vista di una così rara venustà. Arrivato di fronte a lei le prese la mano, rapidamente, guardandola dritto negli occhi. Per pochi secondi la donna provò a lottare, a sfuggire dallo sguardo ammaliante del demone, ma presto fu costretta ad arrendersi. Le stampò un bacio sulla guancia rosea, gustando con le sue labbra la pelle morbida e delicata, che pareva la seta preziosa di un antico imperatore, lavorata dalla mano più competente del pianeta. Anzi, neanche una creatura umana avrebbe potuto creare così tanta perfezione. Per un attimo desiderò non staccarsi da lei, ma una presenza così affascinante non aveva altro posto se non al fianco di Asmodeo. Sì, sarebbe stata molto meglio senza abiti, ad attendere, a gambe spalancate, nella Casa del Piacere. Passò avanti, guardandola con la coda dell'occhio, mentre il viso di lei si faceva più rosso e i suoi occhi più cristallini. Cominciò quasi ad ansimare, il suo viso si fece sempre più rosso, mentre gocce cremisi cadevano dal suo naso; esse diventarono lacrime di sangue che scorrevano dagli occhi e dal naso, il suo viso sempre più rosso, il respiro più fievole. Cadde sul terreno fatto di sampietrini, mentre qualcuno cercava di prestarle soccorso ed altri continuavano con la loro monotona vita, guardando la scena di tanto in tanto. La bellezza deve essere preservata in eterno, per questo gli umani così attraenti devono perire. Il Pandaemonium doveva diventare un luogo di arte e bellezza, la dimostrazione che gli esseri perfetti meritano di vivere per l'eternità. E cosa è un momento del genere, uno sprazzo di eccitazione e di contemplazione di reale bellezza, quando la tua anima è immortale? Anche se quell'incontro fosse durato per anni, per lui sarebbero stati comunque secondi. Preferiva non prolungare un qualcosa che, nell'immensa esistenza del demone, sarebbe stata insignificante.
    Grazie al suo volo raggiunse una la sommità di una chiesa del luogo. Le campane cominciavano a rimbombare per avvertire la gente dell'arrivo del mezzodì. Lui, perso nei vizi mortali, quasi per premiarsi per ciò che aveva fatto, si accese una sigaretta, fissando quelle formiche che si muovevano in solitudine per le vie della città. Ma le formiche da sole sono deboli, sono forti solamente quando restano unite e formano una colonia. Gettò l'oggetto fumante di sotto, poi si mise a cavalcioni sulla struttura marmorea e continuò a fissare la piazza principale della città. Avrebbe strappato via le anime di tutti, prima o poi. Eppure, perché non gli facevano più pena come prima?


    SYlzjMo
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    FISICO We good.
    MENTE Decisamente annoiato.
    GLORIA Indossata.

    IN BREVE Un po' di introspezione, poi si va al lavoro, si vede una bella donna e si porta nell'Axis Mundi. :azd:
    Concludo con riflessioni sull'umanità e sul perché ad Asmodeo non fanno più tanta pena. :zizi:





    Edited by Kierkegaard - 25/6/2021, 15:27
     
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    II




    La quiete e il silenzio ti avvolgono, fino a farti dimenticare il passare del tempo.
    Ormai è il crepuscolo e quella piccola cittadina, scampata in qualche modo ai moti distruttivi dell'Armageddon, sta rallentando i suoi ritmi per adeguarsi alle ore di buio.
    Le luci si accendono ronzando. Chissà quanti generatori sono stati attivati per consentire quel tipo di apporto energetico.
    Poi inizia. L'edificio dove siedi trema a causa di scosse brevi, sempre più veloci e sempre più forti.
    I boati si susseguono e diventano vere e proprie esplosioni.
    Gli umani a terra non hanno nemmeno il tempo di rendersi conto della particolarità della cosa. Per loro si tratta di una sorta di terremoto, un evento naturale.

    Non è lo stesso per te: tu hai i sensi adatti a percepirlo, prima di vederlo coi tuoi occhi.


    HBvCL1V


    Il mostro è alto più di 40 metri ed emette una grande quantità di energia corrotta. Probabilmente è potente almeno quanto te.
    L'asfalto e il cemento si sgretolano al passaggio delle enormi zampe, le case crollano come castelli di carte.

    Improvvisamente, però, quella calamità vivente si blocca per un istante, come se cercasse qualcosa.
    Uno dei crateri che contengono gli occhi si inclina verso di te.
    Un grido acuto nasce dal ventre della bestia. L'aria trema, mentre tremende onde d'urto spazzano le strade tutto attorno.
    Gli oggetti solidi più vicini si polverizzano.
    Piccole esplosioni sconvolgono l'aria che vi separa, generando scompensi che spazzano via la polvere e i detriti in caduta.

    E il nucleo della tremenda pressione sonora sta per investirti.


    6vgdAlI



    Note Master:

    Meniamo un po' le mani con un bel combattimento vs kaiju!
    Il coso è esattamente quello che vedi in immagine, bello grosso e cicciotto e composto di carne in qualche modo molto dura come la pietra. L'attacco è un cono di onde sonore sparato direttamente addosso a te a energia rossa [AF] mentre esplosioni sonore più piccole rendono l'aria tutta attorno un arduo campo di battaglia, allo scopo di rendere più complessi gli spostamenti in tre dimensioni [AD].




    Edited by Him3ros - 28/6/2021, 16:38
     
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    Passarono le ore e Asmodeo aveva guardato quella miriade di uomini scambiarsi di posto all'infinito nella piazza sottostante. Volti nuovi e già noti continuavano ad avvicinarsi, senza mai toccarsi, nella piazza centrale. La sfera di fuoco che illuminava il suo viso cominciò a calare all'orizzonte, tingendo di uno scuro rosso il cielo della città; la luce più tenue che illuminava parte delle costruzioni artistiche del luogo creava uno strano effetto nostalgico e, con il calar del sole, anche l'attività umana per le vie della città cessò quasi del tutto. Il buio tra poco avrebbe inghiottito il tutto e per il demone sarebbe stato il momento di tornare nella sua dimensione, ma decise di restare a guardare le luci che, con un leggero brusìo, quasi all'unisono, si accesero e cominciarono ad illuminare artificialmente le vie principali della cittadina. La differenza di illuminazione aveva quasi spogliato del suo valore artistico l'enorme chiesa sulla quale aveva fatto sosta e così anche il piazzale circolare a parecchi metri di distanza. Sentiva nell'aria che qualcosa non andava e, dopo qualche secondo, ne ebbe la conferma: un tremore innaturale cominciò a scuotere la struttura sotto di lui, alcuni pali della luce più vicini a quel luogo cominciarono a dondolare in una strana danza coordinata. Scosse brevi e decise, sempre più forti, sempre più veloci. Rapidamente il tutto si trasformò in un lungo scuotimento che cominciò a propagarsi in tutte le direzioni, arrivando anche dall'altra parte della città. Le luci cominciarono ad interrompersi per qualche secondo prima di riprendere ad illuminare la zona circostante, molta gente scese dalle loro abitazioni per la paura, altre invece spalancarono le finestre e guardarono le altre come a cercare una sicurezza che non arrivava. Alcuni pensavano ad un terremoto, altri ad un'attività vulcanica più o meno vicina, ma nessuno di loro poteva conoscere la reale causa di quell'attività sismica così improvvisa. Tutti tranne Asmodeo. Lo percepiva, il suo cosmo cominciò quasi a pizzicare, come se una creatura dotata di un potere simile al suo si stesse avvicinando al di sotto del terreno, invisibile agli occhi degli uomini. Dopo qualche secondo di panico, finalmente la bestia del sottosuolo uscì allo scoperto, mostrandosi in tutta la sua grandezza e distruggendo il terreno le costruzioni accanto a quell'enorme fessura che aveva inghiottito automobili, lampioni e persino degli uomini. Alcuni di loro si aggrappavano senza speranza alle pareti di manto stradale che si erano riversate all'interno di quell'apertura, ma caddero tra il tremore delle strade ad ogni passo fatto dall'enorme bestia. Era un gigantesco quadrupede rivestito di uno strano materiale che a primo impatto sembrava impenetrabile e la sua lunga coda trascinava con sé palazzi e mezzi di trasporto ad ogni passo compiuto dalla creatura. Non appena la vide il demone si alzò in piedi e utilizzò il suo potere per richiamare una delle creature più temibili del Tartaro: la Coccatrice. Lo strano incrocio tra una viverna e un gallo spalanco le ali e cominciò a muoversi sul tetto della chiesa; nello stesso istante quell'ammasso gigantesco poggiava il suo sguardo sull'angelo oscuro, illuminando per un istante i suoi occhi sprofondati in punti distanti di quello che sembrava un volto animalesco. Un'onda d'urto violenta si propagò dalla bestia, deformandola dall'interno e poi esplodendo in un violento ruggito che, passando per le vie di quel luogo, spazzava tutto ciò che incontrava, facendo crollare palazzi e polverizzando il suolo che li reggeva. Asmodeo si mise in volo con le sue enormi ali scheletriche, ma si rese conto che da quell'onda d'urto altre piccole onde sonore si propagavano, rendendogli difficile lo spostamento aereo. Tuttavia la Coccatrice emise un urlo tremendo verso la direzione del Principe, il quale, immediatamente, sentì i suoi movimenti molto più leggeri e la possibilità di utilizzare le onde secondarie, meno violente della principale che si stava abbattendo su di lui, per farsi rimbalzare via da quella situazione ostile. Gran parte della chiesa fu così spazzata via, mentre il corpo di Asmodeo, stordito, si ritrovò sul tetto di un palazzo vicino. Per un attimo non riuscì a focalizzare la sua mente su ciò che stava accadendo, ma alzandosi in piedi riuscì a ritrovare la posizione di quello strano lupo gigantesco.

    Merda, è enorme. C'è solo un modo di avvicinarmi a lui.

    Guardò la Coccatrice e lei sembrò colpita da una violenta scossa. Nella zona vicina alla bestia vi fu un aumento della gravità che la stessa creatura poteva sentire sul suo corpo; le strutture vicine ad essa cominciarono a tremare, prima di frantumarsi al centro. I detriti si fiondarono violentemente sul terreno e su parti del corpo del kaiju, con l'intenzione primaria di nascondere il volo di Asmodeo, il quale, nel mentre, si era fiondato attraverso i palazzi in fase di distruzione, in modo da mascherare i propri movimenti e confondere il nemico. Arrivato dal suo fianco sinistro, scese in picchiata al massimo della velocità possibile, mentre la Coccatrice concentrava la violenta pressione sulla creatura. Con un pugno ben assestato il Principe provava a colpire sul volto la creatura e ad esercitare la propria abilità mentale anche su di essa: immagini di violenta sottomissione, di un buio profondo nel quale la bestia stava cadendo. Quel colpo mirava direttamente al centro del sistema nervoso, dal quale un input sarebbe arrivato ai recettori e, successivamente, avrebbe fatto cadere in uno stato di sonno (o di violente sonnolenza) la creatura. Voleva contenere i danni provocati sulla cittadina e, allo stesso momento, evitare che quella furia cieca si abbattesse mentre le era ancora vicino. Una volta lanciato il colpo provò ad allontanarsi nuovamente, nonostante i movimenti impacciati a causa del leggero stordimento, che, tuttavia, si faceva sempre meno problematico. La sua tattica sarebbe stata quella di contenere la bestia in un unico punto e di utilizzare quella serie di alte costruzioni per lanciare delle offensive in grado di paralizzare le sue funzioni mentali.


    SYlzjMo
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    FISICO Segni di urto sugli arti.
    MENTE Normale.
    GLORIA Indossata, ottime condizioni.

    IN BREVE Allora, eccoci qui. Evoco la Coccatrice non appena vedo la bestia, poi utilizzo l'azzeramento della gravità per farmi spingere anche di poco dalle onde sonore più deboli ed aiutarmi ad evitare quella gigantesca. :zizi: Una volta ripresa coscienza dallo stordimento iniziale uso di nuovo la gravità della Coccatrice per far collassare i palazzi attorno alla bestia e per far schiantare i detriti già in aria sul terreno [AD] e, creando dunque una distrazione, mi muovo attraverso i palazzi crollati sul suo fianco sinistro per tirargli un pugno in viso cercando di farlo addormentare o di provocargli sonnolenza con la tecnica Panta Rei [AF].





    Edited by Kierkegaard - 28/6/2021, 18:50
     
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    III




    Gli occhi luminosi della creatura ti seguono fino all'ultimo istante, ma il colpo sembra raggiungere comunque il suo obiettivo.
    Percepisci l'impatto con la pelle della creatura.
    Ciò che incontri non è affatto una dura opposizione, tuttavia: al contrario senti il tuo pugno scivolare su minuscole scaglie che davano l'aspetto rigido e affonda come nella melassa nella carne e nei muscoli sottostanti, che si riarrangiano all'istante per incassare l'impatto.
    Solo lo stordimento causato dalla tua influenza ti consente di allontanarti abbastanza in fretta da non subire un'improvvisa zampata del corrotto, chiaramente confuso.

    Non hai comunque tempo per gioire del tuo successo.
    Il suo cosmo si innalza e aumenta a dismisura. Prima percepisci un sibilo che si acutizza sempre più, arrivando a crepare le macerie, poi nient'altro che una smaccata assenza di suono. Sembrerebbe niente più che un fastidio se non iniziassi a percepire qualcosa...
    Poi gli arti colossali si schiantano a terra per garantire la massima stabilità. Le strette fauci si aprono appena; l'aria inizia a vibrare. Emette rapidamente una serie di suoni roboanti in ogni direzione attorno a sé. Ogni suono genera un'esplosione, che a sua volta ne genera altre, propagando una serie di onde d'urto che si espande diverse volte più rapidamente del suono, talmente potente e ricolma dell'energia rossastra della Corruzione da diventare visibile a occhio nudo.

    La distruzione attraversa l'intera area. Non è sabbia né polvere ciò che rimane della materia che entra in contatto con essa.

    Rimane solo il nulla.


    6vgdAlI



    Note Master:

    Good, il coso si prende il colpo praticamente in pieno, ma la sua fisiologia lo lascia fisicamente quasi illeso. Si riprende in fretta dall'influenza (che gli ha dato un evidente fastidio), l'azione di attacco è semplice: ultrasuoni per stordire te e la tua evocazione, tipo attacco nervoso [AD] e una serie di esplosioni ad area composte da vibrazioni sonore e cosmo distruttivo [AF] per livellare completamente l'area e annichilirvi entrambi.
    L'attacco consideralo Rossa+, l'area di effetto è quella massima dell'energia rossa, a 360° col corrotto nel centro.


     
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    Il colpo sembrò andare a buon fine. Uno strano impatto tra il pugno chiuso del demone e quella strana membrana che rivestiva la figura gigantesca. Al tatto riusciva a percepire parte del braccio entrare all'interno di una sostanza molle e dalla forma non ben definita, ma al cui interno gli organi, o quello che vi era, si allontanava e cambiava di forma in modo da non entrare in contatto con l'urto provocato dall'offensiva di Asmodeo. La reazione istantanea, con un colpo di zampa, non lo sfiorò nemmeno; non sembrava essere una bestia come le altre, eppure quel singolo colpo riuscì a stordirla quanto bastava per allontanarsi in fretta e furia dal suo raggio d'azione. La Coccatrice, intanto, aveva cancellato la pressione gravitazionale su quel luogo, avvicinandosi attraverso le macerie che avevano rimodellato la forma del lungo corso della città, tra le larghe crepe che avevano spaccato il manto stradale. Gli occhi vuoti del quadrupede davano l'impressione di una creatura spaventosamente empia, la cui anatomia era totalmente diversa da quella di qualsiasi essere vivente, facendola somigliare più ad una delle creature mitologiche viste nei tempi antichi. Dopo aver fatto uno scatto all'indietro, Asmodeo si ritrovò a mezz'aria tra due strutture spaccate a metà, con la parte superiore che si era sgretolata sul terreno sottostante. Pensò di aver preso abbastanza tempo, nonostante lo strano contatto con quel corpo semisolido non avesse colpito nessun tipo di organo interno, riducendo il tutto ad una semplice detonazione cosmica in pieno volto. Ma il kaiju riversò tutto il fastidio provato in un'offensiva dalla violenza cieca: il cosmo della belva si espanse a dismisura, creando un cerchio perfetto e, successivamente, delle piccoli vibrazioni nell'aria cominciarono ad espandersi come un fastidioso sibilare continuo in grado di intaccare la percezione del demone e della sua evocazione. Quest'ultima provò a lanciare un grido disperato, prima di accasciarsi sul terreno; nello stesso momento il Principe decise di annullare la sua evocazione, prima di mettere in atto la sua difesa, nei pochi istanti precedenti all'apertura delle grossi fauce bestiali. Portò i due indici vicino alle orecchie e, con un violento colpo, perforò i suoi timpani, i quali cominciarono a sanguinare leggermente. Nonostante il fastidioso dolore, riuscì a tenere lo sguardo fisso sull'ambiente circostante, mentre il corrotto si apprestava a lanciare delle esplosioni cosmiche nell'area intorno a sé, ricoprendola di esplosioni violente in grado di radere al suolo una buona parte della cittadina. Utilizzò il volo per provare ad uscire dalla zona circolare che continuava ad espandersi bombardando tutto ciò con cui entrasse in contatto, muovendosi al massimo della velocità possibile in quelle condizioni e alzando, arrivato alla massima circonferenza possibile, una barriera cosmica cremisi in grado di parare, in parte, la violenta offensiva lanciata dalla creatura. Fu spazzato via di qualche metro, ritrovandosi in una zona totalmente diversa dalla città, con la schiena poggiata sul cratere formatosi sulla facciata di un palazzo a causa del tremendo urto. Le mani erano piene di tagli e il viso era ricoperto da quel flusso di sangue che continuava a scorrere dalle sue orecchie, che continuavano ad emettere internamente un fischio fastidioso. Riuscì ad alzare il braccio sinistro e dallo squarcio cosmico apparve il bianco volatile simbolo di purezza, l'Uccello dei Re che, dopo un volo circolare pieno di fasci luminosi, si poggiò sul suo braccio, prima di emanare della strana polvere brillante sulla sua figura. Pian piano il suo udito tornò a posto, donandogli anche un equilibrio maggiore durante i movimenti delle gambe, poi i tagli meno profondi sulle mani si rigenerarono, senza lasciare neanche un segno della loro comparsa. Il Caladrius poi scomparve, lasciando dietro di sé solamente parte della polvere brillante di prima. Lo sguardo del Principe si posò nuovamente sulla creatura adesso lontana.

    Ho affrontato bestie più grosse di te, cagnaccio.

    Si alzò rapidamente in volo, avvicinandosi fino ad un centinaio di metri di distanza dal corrotto, poi formò tra i palmi delle mani una decina di sfere cosmiche. Esse si scontrarono attorno alla bestia, cercando di limitarne i movimenti, mentre da una fenditura, sul cielo, comparve la Tarasque, nella sua forma felina ripugnante e dalla coda di serpente; quest'ultima andò in caduta libera, a fauci aperte, verso la schiena del suo bersaglio. Dalle sue fauci sgocciolava la saliva scura e velenosa che, una volta entrata in contatto con il corpo del kaiju, ne avrebbe paralizzato i movimenti. Intanto Asmodeo guardava la scena, ansimando rumorosamente. Quella strana creatura era un problema più grosso di quanto pensasse.



    SYlzjMo
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    FISICO Tagli di media entità su mani e braccia, leggero affanno a causa dei timpani appena rigenerati e del dispendio cosmico.
    MENTE Incazzato.
    GLORIA Indossata, leggeri graffi.

    IN BREVE
    Mi spacco i timpani per contrastare gli ultrasuoni, poi volo via al massimo della velocità e provo a difendermi con una barriera cosmica e successivamente rigenero i timpani e curo le ferite più leggere grazie al Caladrius. Dopo di che mi alzo in volo a un centinaio di metri dalla bestia, lancio delle sfere cosmiche tutte intorno ad essa per limitarne i movimenti [AD] ed evoco la Tarasque facendola cadere di violenza e a fauci aperte sul kaiju con l'obiettivo di A. Sfondargli la schiena, B. Far entrare in circolo il veleno e bloccargli la spina dorsale. [AF]
    A te. :zizi:





    Edited by Kierkegaard - 29/6/2021, 20:05
     
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    IV




    L'impatto viene nuovamente assorbito per la maggior parte: la tua creatura affonda le zanne nella carne del corrotto, sprofondando di quasi due metri... prima di raggiungere le placche ossee che sostengono il torace.

    Puoi quasi sentire il sonoro CRACK che percorre l'intera struttura fisica del mostro. Anzi, lo senti perfettamente. E continui a sentirne il riverbero ancora e ancora. Aumenta ogni secondo di più, come se a rompersi fossero mille ossa. O meglio, come se quell'osso si rompesse mille volte. Lo stesso suono diventa una tempesta di rumori incoerenti che crescono fino a spazzare l'area con un nuovo boato che rischia di sbalzare un'altra volta sia te che la tua evocazione.

    Nel mentre vedi il corpo del corrotto agitarsi e ricoprirsi di orribili pustole nel punto in cui è stato sparso il veleno. Barcolla pesantemente, intontito dall'effetto del potente tossico, ma non cade. Invece, vedi il corpo allungarsi a dismisura nella sua parte centrale, diventando più simile a un grande rettile dalle proporzioni assurde e disarmoniche.
    Anche il collo e la testa si allungano.
    Il cosmo corrotto subisce un'altra rapidissima impennata, ma c'è qualcosa di sbagliato: sembra che il corpo fatichi a reggere il suo stesso potere e sta iniziando a deperire iniziando dagli arti, che si fanno progressivamente più scheletrici e instabili.

    Le fauci schioccano violentemente, mentre un sibili acuto cresce a una velocità preoccupante.
    Una luce rossa illumina la gola cavernosa più volte.
    Un proiettile di energia instabile viene sparato verso di te a una velocità ridicola, che puoi a stento computare. Ti manca di poco, detonando a contatto con le macerie e creando un effetto devastante simile a una bomba di luce compressa che vibra pericolosamente, sfaldando i legami atomici con estrema facilità.

    Si tratta soltanto di un colpo di calibrazione. Nell'istante immediatamente successivo all'esplosione una salva da dieci colpi identici in rapida successione viene lanciata contro di te e nelle tue immediate vicinanze.


    6vgdAlI



    Note Master:

    Rendiamo le cose un po' più piccanti: il corrotto subisce di nuovo, ma la sua reazione è prima quella di sfruttare la rottura di una vertebra amplificandone il rumore a mille per sbalzarvi via con un'onda d'urto [AD], in seguito il suo aspetto muta diventando più allungato e ancora più mostruoso prima di lanciare una raffica di proiettili esplosivi (di cui il primo va a vuoto in quanto tiro di prova) che sono sempre cosmo distruttivo + vibrazioni sonore [AF].
    L'attacco stavolta è a Blu.
    Noti che il corrotto sta deperendo molto velocemente per qualche motivo, quindi cerca di sfoderare un'inusitata violenza e fagli male prima che diventi troppo forte da gestire.


     
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    Una città tranquilla e piena d'arte stava vedendo la sua bellezza strappata come le radici di un albero dalla mano della Corruzione. In quello che fino a pochi attimi prima era distinguibile come il centro della città, due forze opposte continuavano a scatenarsi al massimo della loro potenza. La Tarasque evocata dall'angelo oscuro si era lanciata in una caduta violenta, arrivando a colpire violentemente la schiena della bestia, mentre il liquido cominciava ad entrare in circolo, bloccandone parzialmente i movimenti. Il contatto tra le ossa del corrotto e le zanne della Tarasque provocarono un rumore violento che non sembrò svanire in un istante; anzi, cominciò ad echeggiare tra le strutture oramai distrutte, in un riverbero sempre più forte, in un loop continuo che perdurò per una manciata di secondi. Poi la miriade di suono infernali cominciarono ad accavallarsi, provocando un unico suono violento, come quello di mille voci che urlavano all'unisono, trasformandosi in un boato terrificante che continuava ad espandersi dalla sagoma sempre più informe del corrotto. La sua schiena si stava ricoprendo di lesioni e rigonfiamenti dal colore scuro, sintomo del veleno che aveva iniziato a circolare nel suo organismo, cominciando a farlo barcollare a destra e sinistra. Le onde sonore in quell'istante si espansero rapidamente, sbalzando via Asmodeo e facendolo tornare, con forza, sul terreno distrutto della città, mentre la Tarasque veniva spazza via, sgretolandosi e ritornando nel Tartaro. La fisionomia della bestia era completamente cambiata: la parte del torace cominciò ad allungarsi a dismisura, così come il capo, mentre gli arti rimasero della loro lunghezza originale, facendo sembrare il corrotto più simile ad una lucertola rivestita dagli occhi spalancati e infossati. Provando a reggersi in piedi per un'altra offensiva, il suo corpo cominciò a disgregarsi, perdendo prima la materia che ricopriva lo scheletro e, successivamente, corrodendo le ossa stesse. Tutto il cosmo della bestia sembrò brillare di una luce intensa per un singolo istante, una strana luce di un colore rosso intenso, proveniente dalle profondità della sua gorga oscura. Dopo il suono acuto partì il colpo, un proiettile d'energia scagliato ad una velocità impressionante, talmente rapido da non poter essere seguito dall'occhio del demone. Il colpo finì poco lontano dal Principe, fungendo come colpo di calibrazione, ma riuscì a sgretolare la materia di una struttura crollata poco prima, riducendola in un ammasso di polvere che si alzò in aria per qualche istante e creando un fascio luminoso dal quale l'angelo dovette distogliere rapidamente lo sguardo. Sfidando la stanchezza e richiamando un'ultima volta la Coccatrice dallo squarcio dimensionale che collegava quel luogo alle profondità del Tartaro, decise di andare per una doppia offensiva.

    E' troppo veloce. Devo trovare il modo di rallentarli.

    La gigantesca bocca del kaiju brillò nuovamente di una luce intensa e, successivamente, una decina di proiettili energetici furono scagliati nella direzione di Asmodeo; nello stesso istante, la creatura mitologica si lanciò in uno scatto, arrivando ad una decina di metri dal suolo e producendo un campo magnetico che si estendeva ad un paio di metri attorno alla sua figura. La sfera attorno alla creatura serviva a respingere i colpi diretti al suo evocatore, fungendo come uno scudo gravitazionale che seguiva i movimenti di Asmodeo, il quale, grazie alle sue ali, si spinse in un folle e rapido volo diretto al viso del corrotto. I primi colpi, più precisi rispetto al precedente, si caddero violentemente attorno alla Coccatrice, mentre i successivi vennero respinti sui palazzi vicini. Quella difesa non durò molto e, dopo un paio di proiettili, la creatura venne colpita dai fasci di luce e dalle esplosioni energetiche, venendo completamente annichilita.
    Gli ultimi quattro colpi furono diretti verso il Principe, che utilizzò la barriera cosmica utilizzata prima per cercare di assorbire parte del potenziale offensivo; il primo colpo sfiorò la barriera, stordendolo violentemente ed esplodendo vicino a lui, mentre gli ultimi due colpirono la difesa cosmica, distruggendola ed esplodendo in un boato violento. Le braccia furono completamente annichilite, ridotte ad un cumulo di muscoli. Provò a rallentare la caduta grazie all'utilizzo delle sue ali scheletriche, cadendo sul suolo ricolmo di polvere. Si teneva in piedi a malapena: il viso era pieno di tagli e lividi, mentre gli arti superiori erano completamente inutilizzabili. Gli arti inferiori, malmenati, riuscivano a reggerlo a malapena. Oltre ciò, l'esplosione violenta gli aveva danneggiato il torace, urtando gli organi interni; la parte più bassa del torso cominciò a bruciare, mentre colpi di tosse violenti portavano con loro dei getti di sangue che macchiavano il terreno polveroso. Affannato e in ginocchio, sentiva le gambe farsi sempre più pesanti e meno mobili, così decise di mettere tutto se stesso in un'unica offensiva, utilizzando le sue ultime energie. Il Principe utilizzò la sua elevata maestria nel volo per elevarsi in cielo di un centinaio di metri rispetto alla bestia, prima di lasciarsi cadere in picchiata con un dropkick violento con entrambe le gambe, puntando alla testa della creatura. La creatura sacrificata aveva guadagnato abbastanza tempo e lui, provato dalla fatica e dal dolore, scaricò il tutto in un'offensiva disperata, che avrebbe causato danni ingenti anche a se stesso. Sfruttando la gravità, con quel calcio intriso di cosmo avrebbe provato a chiudere i giochi, mettendo fine a quella violenza terrificante comparsa dal nulla.


    SYlzjMo
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    FISICO Braccia totalmernte fuori gioco, gambe gravemente malmenate, ematomi sul torace e organi non vitali lesi.
    MENTE Molto incazzato e stanco.
    GLORIA Indossata.

    IN BREVE
    Eccomi e scusami per la figura. Allora, dopo aver ricevuto il primo raggio evoco la Coccatrice e, mentre mi rialzo in volo, la uso come scudo gravitazionale che mi segue in modo da deflettere i proiettili, ne deflette/assorbe sei in totale, mentre gli ultimi 4 vanno verso di me. Uso la barriera cosmica per provare a difendermi, assorbo una parte dei danni e cado a terra, utilizzando il volo per planare e rimettermi "in piedi". Fatto ciò poi mi alzo in volo e successivamente in picchiata con un dropkick in mezzo agli occhi. :zizi:





    Edited by Kierkegaard - 2/7/2021, 15:22
     
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    Malgrado l'agilità mostrata dal corrotto in seguito alla mutazione, il tuo colpo lo raggiunge.
    Sembra perfino stordirlo per un istante. Sta tremando, sembra che fatichi a respirare.
    Nel punto di impatto nel centro della fronte si crea una grossa crepa, una spaccatura che attraversa in un istante il resto della testa e fino alla sua base, proseguendo verso il dorso.
    Con un suono umido la carne si riarrangia, biforcando il collo serpentino e le fauci.

    Il cosmo della creatura fluttua pericolosamente. Lo percepisci potente come non mai, ma ti dà quasi l'impressione di essere inconsistente, come se bastasse un niente per estinguerlo del tutto. La degradazione del resto del corpo è rapidissima, come se il corrotto stesse divorando e consumando la sua stessa forma fisica pur di distruggerti.
    Le due teste ti stanno puntando. Emettono un sibilo tremendo, il rumore di una testa pare alimentare quello dell'altra. I sibili si intrecciano, provocando uno sconvolgimento tale dell'aria nella zona di propagazione da risultare visibile a occhio nudo.

    Vieni investito senza possibilità di evitare tutta quella potenza esplosiva. Il tuo cosmo tenta di opporsi, ma sembra divorato dalle onde sonore che, impietose, si schiantano sul tuo corpo. Il metallo della Gloria geme sotto tale pressione, finché non riesci più a resistere e vieni lanciato all'indietro a una velocità spaventosa.
    Precipiti nel buio.
    L'unica consolazione è che anche il cosmo della bestia sembra scemare rapidamente, fino a scomparire.

    -

    Nel buio si spande una potente pulsazione. Sembra quasi chiamarti con una melodia suadente.

    Quando ti risvegli, il paesaggio attorno a te è del tutto diverso. La cannonata sonica deve averti sbalzato di diversi chilometri. Ti trovi al centro di un cratere enorme. Se non fosse stato per l'armatura, ora saresti polvere. Invece, anche se non senza dolore, sei in grado di muoverti.
    Potresti tornare al tuo palazzo nel Pandaemonium a leccarti le ferite, abbandonare quel folle luogo che un tempo era la tua Terra, il tuo parco giochi. Eppure se così facessi non sarebbe cambiato nulla.

    No, non hai ancora trovato una soluzione.


    e5ULppq


    La pulsazione si ripete. Aumenta. Pervade le tue percezioni.
    Non è cosa che tu possa ignorare, soprattutto perché senti una bizzarra sintonia con essa.
    Ti attira magneticamente.


    6vgdAlI



    Note Master:

    Il combattimento finisce con un bel colpo di fortuna da parte tua. Il corrotto si consuma in un attaccone che per miracolo (o altro, chissà) non ti uccide. La tua Gloria è messa molto male, però. Ricorda che le gloria sono praticamente il corpo metallico degli angeli, quindi un danno a essa non è concettualmente banale come avere addosso una corazza a pezzi.
    Risvegliandoti senti qualcosa di estremamente familiare che ti richiama. Per ora è solo energia, non sapresti dire di più. Agisci come meglio credi: ti sei schiantato da qualche parte in Africa e se cerchi di localizzare l'energia puoi individuare con un po' di fatica l'area della città vecchia di Gerusalemme.


     
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    Il calcio aveva avuto il suo effetto e il corpo del corrotto cominciò a vibrare e muoversi in preda a spasmi impetuosi. Come la scultura di un eroe greco il Principe si ergeva sulla testa della bestia schiacciata a terra, portando tutto il suo peso corporeo su una singola gamba. Sul punto d'impatto si formò una spaccatura profonda che, successivamente, cominciò ad espandersi su tutta la sua testa, proseguendo poi verso il torace, il dorso e gli arti. Stava quasi dividendo in parti diverse la bestia, prima di spezzarla di netto in due parti uguali tra di loro, mentre il suono della carne che bruciava e cercava di donargli una nuova forma faceva da sottofondo; in un istante il collo e la parte del capo si divisero in due, creando due differenti figure allungate e striscianti. Entrambe le parti avevano delle fila di denti aguzzi e sembravano schiumare quella strana energia cosmica inconsistente, che raggiungeva picchi elevati, quasi come fosse pronto ad implodere e rilasciare un'esplosione di grave entità, ma anche istanti in cui era impossibile da percepire. La lunga coda cominciò a degradarsi fino a sparire, venendo assorbita dalla parte superiore del corpo, che cominciava a consumare il suo stesso corpo pur di racimolare energia necessaria a scagliare quell'ultima offensiva disperata. E così fu. Le due teste canine spalancarono le fauci puntandole verso il demone, il quale provò, con le ultime energie rimaste, a difendersi in qualsiasi modo, arrivando, quasi d'istinto, a chiudere le ali attorno alla parte superiore del corpo. Un suono acuto come quelli che sentì durante lo scontro, anche se molto più grottesco, investì totalmente la forma umana di Asmodeo. Una forte pressione tirava la sua pelle da una parte e dall'altra, quasi come a voler strappare la carne e far schizzare via gli organi interni; il violento suono provocava anche minuscole onde d'urto che cominciavano a lacerare la Gloria, come mani spettrali che provavano a staccarla con violenza dalla sua persona. Il cosmo provava a resistere all'impatto ma, arrivata allo stremo delle sue forze, la bestia lo spinse via con le ultime energie rimaste, prima di cominciare ad indebolirsi, fino a sparire nel nulla. E nel nulla si ritrovò anche il demone. Sentiva la sua pelle spaccarsi, crepature che si espandevano su tutto il suo corpo, manifestando la grigia materia originale che rappresentava la sua reale essenza. Un lontano crack fu l'ultima cosa udibile, prima di essere inglobato nel buio profondo. Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che si sentì in questo modo. Un piccolo punto di una figura geometrica non ben definita, luminescente a causa del cosmo che continuava a bruciare e resistere, anzi, esistere in quel luogo non ben definito. A un tratto un suono lontano, un pulsare continuo e incessante cominciò a vibrare in quell'ammasso di nulla nel quale sostava; era un suono in grado di insinuarsi in quel punto luminoso costituito dalla volontà del Principe. La pulsazione diventò simile ad una voce in grado di attrarre totalmente la percezione del demone, trasformandosi in un canto di voci all'unisono, simile ad una canzone rituale che nei tempi antichi veniva utilizzata per richiamare la sua attenzione sulla Terra.

    Ash

    Me

    Dai



    Ad ogni battito di quel pulsare incessante sembrava accompagnarsi il suono della voce profonda di esseri provenienti dalle regioni più disperse della galassia. Cercò di evitare quel suono dalla provenienza sconosciuta, come se i suoi sensi fossero intorpiditi a causa di quell'incessante pulsazione, fino a quando un fascio di luce non lo investì totalmente. Riaprì gli occhi e un tappeto blu costellato di punti luminosi fu la prima cosa che riuscì a guardare. Era stato lanciato via dall'onda d'urto del corrotto e l'impatto con il suolo roccioso aveva formato un cratere dentro il quale si ritrovava disteso. Le braccia erano ancora distrutte e la sua pelle angelica era ancora cosparsa di segni della battaglia appena conclusa. Il rivestimento figlio delle armature degli Dei Ancestrali era l'unico motivo per il quale riusciva ancora a muoversi; mosse prima le dita della mano, successivamente provò a poggiare i palmi a terra, prima di ritrarre le gambe. Sentiva i muscoli dell'avambraccio bruciare ad ogni movimento, ma riuscì, con non poco dolore, a darsi la spinta giusta per rimettersi in piedi. Poi una pulsazione. Pensava di essere un cadavere ambulante e che il peso corporeo non sarebbe stato retto per più di qualche minuto dai suoi malmenati arti inferiori. Un'altra pulsazione. L'aria che passava dalla bocca e arrivava ai polmoni bruciava ogni volta che entrava o usciva dalla gola. Sputò del sangue a terra, che pian piano si espanse tra le crepe nel terreno. Ancora una pulsazione, più forte della precedente. Sentiva ancora quel battito infernale pulsare nella parte più interna del suo cranio, quasi a muoverne il corpo, spingendolo verso una precisa direzione. Era attratto da quell'infernale battito, non poteva lasciare la sua curiosità senza una sufficiente risposta; bramava la conoscenza dell'origine di quel pulsare, quell'energia che con i suoi tentacoli invisibili lo stava pian piano trascinando tra le sue braccia. Provò a percepirne la provenienza: Gerusalemme. Ci era stato svariate volte, riusciva a riconoscere quel punto con estrema precisione, era senza alcun dubbio quella città; ma perché proprio lì? Spiegò nuovamente le ali nere e scheletriche, che con qualche difficoltà cominciarono a muoversi avanti e indietro, in un movimento meccanico che fece, lentamente, elevare il demone ad una decina di metri dal suolo. Continuava ad avanzare piegato in avanti, lasciando alle evaginazioni poste sulle scapole il compito di reggere il peso del suo corpo. Continuò verso l'orizzonte per quelle che sembrarono ore, fino a quando la Città Santa non apparve in tutta la sua grandezza. L'area della città vecchia, cinta dalle alte mura color ocra, sembrava essere il nucleo da cui l'energia pulsante sembrava agire. I battiti diventarono più violenti e tornarono ad associarsi, nella sua mente, all'antico nome donatogli dalle popolazioni ebraiche.

    Ash

    Me

    Dai



    In tutto il corpo cominciò a sentire delle strane vibrazioni, gli arti si contorsero per qualche istante e le ali da pipistrello cominciarono a sbattere con violenza, fino a fargli sorvolare la struttura centrale, dalla gigantesca cupola illuminata. Scese velocemente a terra, rotolando sul suolo per qualche metro. Il battito si fece più violento. Riuscì ad alzarsi con molta fatica. Davanti a lui si ergeva quel maestoso tempio ornato di mosaici azzurri, bianchi e dorati, con il portale principale, aperto, che sembrava invitarlo al suo interno. Le vetrate ornate di vari colori sembravano occhi che scrutavano con massima attenzione il demone caduto dinnanzi alla struttura. L'energia era talmente intensa da trascinarlo, lentamente, verso il suo interno, come a volerlo inglobare. Non riusciva a fermarsi, le sue gambe sembravano proseguire verso l'entrata principale quasi per volontà altrui. Il tutto fu fermato solamente dalla serie più violenta di pulsazioni; ancora una volta quella che pensò essere la voce di un'entità primordiale lo aveva chiamato con uno dei suoi nomi più antichi e ciò provocava in lui una sensazione di nostalgia, di aver già vissuto quella scena quando ancora il mondo non era preda della Corruzione e dei suoi irriverenti figli. O forse ancora prima che lo stesso uomo mosse i suoi primi passi su quel pianeta. Lo stava chiamando, lo stava invitando tra le sue braccia e lui non poteva rifiutare. Non poteva non rispondere alla chiamata.


    Ash
    Me
    Dai




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    FISICO Braccia totalmente fuori gioco, gambe gravemente malmenate, ematomi sul torace e organi non vitali lesi.
    MENTE Ammaliato.
    GLORIA Indossata, piena di crepe e fori su tutta la struttura.

    IN BREVE
    Mi fermo davanti alla Cupola della Roccia e comincio ad incamminarmi verso l'entrata principale. :zizi:



     
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    VI




    I tuoi occhi seguono il profilo degli edifici sacri del Monte del Tempio, strutture edificate dall'uomo in risposta a qualcosa di ben più sacro.
    Qualcosa che tu conosci molto bene, Asmodeo.

    Qualcuno ricorda che il saggio Re Salomone riuscì a imprigionarti, costringendoti a costruire il suo tempio, il primo Tempio di Gerusalemme, proprio sulla cima di quella collina. Un simbolo di fede che non esiste più ormai da secoli, millenni addirittura.
    E perfino la vostra storia è andata perduta. Non è raro che gli uomini ricordino solo ciò che fa comodo ricordare. Le loro storie sono criminalmente imprecise, frutto del desiderio di comprendere l'incomprensibile.
    Tu non hai certo fatto da schiavo per edificare uno stupido ammasso di pietra e mattoni.
    Le meraviglie edificate dalla vostra specie non si sgretolano sotto il peso degli eserciti mortali, né cedono nell'arco di poche, brevi vite.

    No, l'opera che avete edificato non può essere raggiunta da chiunque. Sei nel luogo giusto, ma un velo la separa da te.
    Oltre la cupola dorata spenta dalla sabbia e dal fumo, oltre l'insignificante roccia, ciecamente venerata solo perché un uomo ci avrebbe quasi sgozzato il suo figlio pusillanime... oltre la materia e le strutture superficiali, brilla una luce tenue.
    Da quella luce, simile a una fiamma nell'abisso, si dipartono strutture dalla bellezza folgorante, intessute nel cosmo e dal cosmo celate.


    GBapD2b


    Il vero Tempio. Non una costruzione deperibile, ma un faro di speranza, la luce per centinaia, migliaia, milioni di falene. Un frammento dell'essenza divina che ha attirato nel tempo un numero sconfinato di adepti e fedeli.

    Appena giungi in quel non-luogo la pulsazione si ferma. Invece di esplodere attraverso i tuoi sensi, ora vibra tutta intorno a te, tanto potente da risultare quasi fastidiosa. Infine ti attraversa come una corrente di energia. Il processo è estremamente doloroso, ma di natura in qualche modo benefica per te e le tue carni, tanto che sembra risanarle. I tuoi arti tornano a funzionare parzialmente, per quanto il tuo corpo di metallo rimanga spezzato e inerte.
    Non hai però tempo per gioirne: dalle strutture lucenti dell'architettura eterea sorgono sette figure armate di archi. Il loro aspetto è quello di ammassi bianchi, eterei, quasi impalpabili. Alcuni di essi tremano nella penombra, sfasando lievemente sotto il tuo sguardo. Sono posti a ventaglio davanti a te.

    Gli archi si tendono e sette dardi simili a saette candide vengono scagliati verso il tuo petto.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Dunque dunque: in pratica, nascosto in modo che solo i daimon (e pochi altri) siano in grado di vederlo e percepirlo c'è questo semipiano spirituale, che fa da esca per la fede dei mortali. Coi tuoi poteri puoi percepire che la struttura svolge la funzione di "calamita" tramite una doppia influenza (mentale + spirituale). Qui vieni parzialmente guarito almeno nelle tue funzioni di base, anche se non sai come o perché. Senti come una scossa elettrica che ti attraversa e subito dopo stai meglio, come se ti avessero "ricaricato" parzialmente (il corpo, non la gloria). Prima che tu possa indagare, però, vieni attaccato da questi sette cosi di luce che ti sparano all'istante. Reagisci come desideri lasciando tutto al condizionale, ma c'è un problema: non puoi evocare un bel niente in quel luogo! A te.


     
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    Più le pupille fissavano gli innumerevoli dettagli della struttura e più una strana nostalgia assaliva Asmodeo. Quel luogo era fin troppo familiare e la stessa energia pulsante che lo stava chiamando sembrava bruciare indolore le crepe che si erano formate sulla sua pelle angelica. La bellezza architettonica nel cuore di Gerusalemme gli fece provare strani brividi di freddo lungo la schiena e i muscoli si erano leggermente irrigiditi. Continuava a camminare grazie alla frusta pulsante che lo aveva avvolto e attratto all'interno del santuario ricoperto da antiche suwar che narravano immagini di profeti e angeli, mescolandole con elementi icastici raffiguranti insegnamenti del Fidato. Eppure quella strana turbolenza interna, in parte dovuta ai dolori causati dal conflitto precedente, non cessava. Gli occhi continuavano a cercare un simbolo della conoscenza perduta in grado di ravvivare l'antica fiamma del demone... senza nessuna concreta risposta. Ma non erano gli occhi a dover scrutare quel luogo, qualcosa di molto più profondo, più antico dell'anima stessa, doveva entrare in comunione con quella zona; gli occhi guardavano centoquattordici suwar provando a percepirne il significato ma l'essenza primordiale del demone aveva visto qualcosa di ben più antico, di ben più importante: Il Tempio. I fasci di luce che riproducevano le immagini di un tempio dalle geometrie angeliche si sovrapposero a quelle della grande cupola e della struttura che la sosteneva, mostrando la reale essenza del luogo in cui orde di fedeli si ritrovavano da migliaia di anni a venerare creazioni umane, visibili, concrete. Ma non è l'occhio a dover vedere, non è da riverire solamente ciò che appare grazie alle nostre percezioni. Per questo gli uomini erano solamente frutto di scherno da parte dell'angelo. La loro religiosità li faceva crollare sui concetti alla base delle loro religioni, soffermandosi su quello che è materiale invece di apprezzarne la reale essenza, aldilà della materia stessa. E il cervello cominciò ad elaborare immagini e a far tornare in vita ricordi tra quei fasci luminosi che avevano creato la pianta circolare di un semipiano che mescolava mente e spirito, mettendo da parte le percezioni sensoriali. Momenti della storia del pianeta che erano andati perduti, ricordi modificati e storie riadattate per renderle adatte all'inserimento in testi religiosi.

    Quello che si era formato al centro della piazza era conosciuto dai più come il Tempio di Salomone. Non era un ammasso di blocchi posti l'uno sopra l'altro creando una pianta rettangolare riservata ai devoti, anzi, tutt'altro. Il motivo per cui l'ultimo Re di Giuda e Israele aveva richiamato i demoni, tra cui Asmodeo, nel suo regno era sì la costruzione di un importante santuario, ma anche un temporaneo simbolo del passaggio di quegli esseri definiti spregevoli sul piano materiale. Inoltre, la loro volontà non venne soggiogata dal sovrano, ma lo stesso Principe, il più furbo dei demoni nonché amante delle scommesse e del gioco d'azzardo, aveva sancito con lui uno strano patto: avrebbe usato parte dei suoi poteri per non far cedere mai le fondamenta del suo tempio e, al tempo stesso, avrebbe creato una struttura simile composta dall'essenza primordiale sua e dei suoi fratelli, posta a specchio rispetto alla prima. Ciò era stato fatto per mostrare ad un uomo tanto importante quanto potesse essere futile una costruzione del genere rispetto ad una opera d'arte architettonica intrisa di un potere inconcepibile per qualsiasi essere umano. La prima, infatti, sarebbe crollata a causa di fenomeni metereologici e catastrofi che si abbatterono su quel luogo nel corso del tempo, mentre la seconda, costruita per sbeffeggiare il re, continuava ad esistere in un semipiano invisibile alle percezioni umane. E quest'ultimo adesso era comparso in tutto il suo splendore, dopo migliaia di anni, attorno al Signore della Cupidigia.

    La pulsazione centrale aveva smesso di battere e adesso cominciava a vibrare in ogni singolo filamento dorato della struttura, palpitando negli estremi delle alte costruzioni di quel non-luogo. E da lì la vibrazione continuava ad espandersi, fino a sfogarsi su un punto preciso del bacino del demone, prima di espandersi in mille fasci luminosi in tutto il corpo. Ad ogni passaggio della calda luce le ferite si ricucivano e gli organi interni tornavano alla loro normale stabilità; anche le macchie di sangue sparirono e i muscoli scoperti delle braccia tornarono a ricoprirsi di finta pelle, nonostante le crepe sparse sulla Gloria restassero ancora ben visibili, lasciando spazi aperti e indifesi, lasciando intravedere la grigia essenza del figlio di Erebus. Inalò l'aria a pieni polmoni e quella fu l'unica cosa che gli diede, per un attimo, tregua. In una frazione di secondo sette figure animate che brillavano di luce propria, composte della stessa sostanza primordiale che formava quel luogo, si schierarono ad arco di fronte a lui. Ognuna delle figure di energia tremolante cominciò a tendere l'arco che portava in mano, puntando, in totale, sette frecce candide volte verso Asmodeo. Seguendo il rumore di una leggera scarica elettrica, si staccarono una dopo l'altra dall'arco e sfrecciarono velocemente verso di lui. Ebbe poco tempo per reagire e innalzò nuovamente una barriera di cosmo attorno a sé, sulla quale si conficcarono le saette di candida fattura, prima di spezzarla in mille frammenti purpurei. Rinvigorito dalla scossa di energia pulsante riuscì con difficoltà a resistere alla violenta offensiva sincronizzata, prima di portare l'indice della mano destra verso l'alto e poi, simulando uno squarcio nell'aria, rapidamente verso il basso. Con sua grande sorpresa, nulla accadde; non si era aperto lo squarcio che avrebbe portato lì la Tarasque dalle profondità del Tartaro.

    Tch. E va bene, andiamoci alla vecchia maniera.

    Spiegò nuovamente le ali poste sulle scapole prima di piegare il ginocchio del piede destro, posto qualche centimetro più indietro rispetto all'altro, dandosi una spinta con tutta la forza che possedeva. Utilizzando la sua destrezza nel volo cominciava così a roteare in senso orario, sferrando delle sfere cosmiche verso gli archi delle sei figure più esterne del semicerchio, in modo da rallentarne una controffensiva e, successivamente, spiegò nuovamente le ali fermandosi a mezz'aria con estrema precisione a distanza debita dal volto della figura centrale, scagliando un violento calcio su quello che sembrava essere un volto deformato di pura energia e cercando di andare a influenzare la matrice di energia mentale del costrutto che, subito il colpo, avrebbe poi scagliato una freccia verso il fascio di luce senziente più vicino.


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    FISICO Perfetto.
    MENTE Divertito direi.
    GLORIA Indossata, piena di crepe e fori su tutta la struttura.

    IN BREVE
    Allora, uso la barriera cosmica a 360 gradi per pararmi dalle frecce, poi prendo il volo dandomi una spinta e roteo lanciando piccole sfere cosmiche che puntano agli archi delle sei figure più esterne in modo da rallentarne una controffensiva [AD] e poi sferro un calcione in pieno volto alla figura centrale [AF] cercando di usare l'Influenza Mentale per fargli sparare frecce sulle altre figure. :zizi:





    Edited by Kierkegaard - 11/7/2021, 00:54
     
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    Rebuilding the Temple

    VII




    Qualcosa di estremamente sbagliato sta avvenendo davanti ai tuoi occhi, sotto ai tuoi colpi.
    Quando entri in contatto con i guerrieri di luce, le loro forme fisiche diventano instabili. Cedono alla tua forza, si lasciano attraversare dal tuo corpo. Per te il contatto è una sensazione strana, come se la tua mano passasse attraverso a un denso getto d'acqua.
    Se fossero stati guerrieri veri e propri o comunque pienamente fisici non saresti uscito illeso dall'assalto con altrettanta facilità.

    I tuoi poteri mentali sembrano entrare in risonanza con la forza che guida le sette figure, che ondeggiano prive di peso e si bloccano, azzerando qualsiasi movimento.
    Ora che hai tempo di guardarti attorno, noti che i sette corpi sono collegati ad altrettante linee di luce, che si perdono nelle profondità dei costrutti geometrici del Tempio.

    Seguirle è difficile, ma non impossibile. Non per te. Quando i tuoi sensi falliscono esiste comunque una sorta di attrazione magnetica che più aiutarti a risalire attraverso i frattali e le infinite ripetizioni. L'impresa ti stanca, ti sfibra, come se le tue forze venissero divorate da tutta quella luce solida.

    Alla fine però giungi nel nucleo, un luogo se possibile ancora più etereo rispetto al resto del Tempio nascosto. Tutte le linee provengono da qui, da un unico punto adimensionale, in centro di ogni cosa.
    La pulsazione, rimasta costante e avvolgente per tutto il tempo, diventa un rombo di tuono.

    Il richiamo proviene dal punto di luce.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Le sette figure erano un sistema di difesa disperato, ma non erano create per ferire te, quindi non ti fanno sostanzialmente nulla e si spengono. Seguendone il "cavo di alimentazione" puoi arrivare al centro del tempio, ma è un processo lunghissimo e sfiancante, oltre al fatto che ti stai muovendo in un vero e proprio labirinto. La struttura in sé è tipica "architettura" dei daimon, con frattali e geometrie stranissime (non per il personaggio, è per spiegarlo a te).
    Il nucleo contiene qualcosa. Puoi interpretare quel punto geometrico come una specie di cassaforte extra-planare e la cosa che continua a chiamarti sta proprio lì. Interagire fisicamente col punto è dolore e menomazione, come se fosse un laser iperconcentrato che fa letteralmente a pezzi qualunque cosa ci entri a contatto. Se decidi comunque di trovare il modo di scassinare il tutto, lascia il tentativo al condizionale.


     
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    REBUILDING THE TEMPLE
    POST VII



    Il rumore del colpo non partì. Il contatto tra la gamba dell'angelo e la strana figura plasmata dall'energia del tempio non avvenne. Invece, l'arto inferiore destro penetrò all'interno del cavaliere di luce, creando per un istante delle strane scintille. Una scossa sembrò percuotere le linee che formavano le loro figure, facendole vibrare incessantemente. Accettarono senza contrattaccare, abbracciando l'antica essenza racchiusa dal suo corpo umano. Per Asmodeo fu come entrare in contatto con qualcosa di fluido, gli sembrò di entrare in una vasca colma di uno strano liquido denso e luminoso. Che fossero dotate anche loro di un cosmo, lasciato lì solamente per attivare quella strana trappola? L'idea non suonò troppo stramba nella sua mente, eppure il suo corpo non subì nessun danno dal contatto; anzi, riuscì a darsi la spinta necessaria per tornare al centro della struttura d'energia, giusto in tempo per vedere la scossa elettrica percorrere le sagome dei guerrieri di luce, bloccandone totalmente il movimento. La sua abilità nel condizionare le menti altrui parve funzionare anche con la struttura angelica, disattivandone il meccanismo di difesa, probabilmente posizionato in quel luogo in modo da celarne la presenza a chiunque fosse riuscito a vederla. Tutti tranne lui, che con i suoi fratelli ideò quella struttura rettangolare.

    Ogni figura era connessa ad un fascio di luce che continuava a perdersi tra le strutture verticali che si formavano e che modificavano la propria struttura ad ogni passo in avanti del demone; continuò a camminare, imperterrito, ascoltando solamente il battito violento che lo invocava ad intervalli regolari, fino a quando i suoi occhi non catturarono il punto d'incontro delle varie stringhe energetiche, formandone una più spessa e fulgida, mossa lievemente dalla stessa pulsazione che continuava a richiamare Asmodeo a sé.

    Questo luogo... Non ho chiari ricordi di questa parte profonda del tempio. Che sia il suo cuore, dal quale l'energia instillata da noi demoni fluisce?

    La linea non sempre fu visibile, mescolandosi con altre figure geometriche impossibili da mostrare ad un uomo senza che esso impazzisca, ma per Asmodeo fu relativamente semplice seguirla tra le strutture dorate e le complesse figure dai volti umani che passeggiavano per il semipiano etereo. Molte di quelle facce raffiguravano personaggi noti della storia dell'essere umano, tutti entrati in contatto, chi più e chi meno, con uno dei figli di Erebus; l'angelo caduto non diede troppa importanza ad esse, continuando a seguire con lo sguardo il muscolo pulsante che legava il nucleo energetico al resto della struttura. Improvvisamente il continuo pulsare diventò talmente forte da attrarlo fisicamente a sé, come se la spinta di una mano invisibile lo spingesse ad andare avanti verso il punto preciso in cui il cuore luminescente continuava ad eseguire incessantemente il lavoro necessario a reggere la struttura del semipiano. E lui la seguì, senza preoccupazione né paura. Ci mise diverso tempo a trovare la strada giusta, finendo in vicoli ciechi, ostacolato da diverse lastre luminose e colonne dalle forme impossibili da spiegare, in frattali che sembravano simili eppure totalmente diversi, portandolo diverse volte vicino alla perdita totale dell'orientamento, fino a quando smise di utilizzare i propri sensi e lasciò fare strada all'attrazione percepita nel plesso solare. Lei lo avrebbe condotto fino all'origine di tutto e così chiuse gli occhi, lasciando che tutto andasse come fu programmato all'origine. Dopo svariati minuti che sembrarono un'eternità, finalmente arrivò in quel luogo.

    Il punto centrale del tempio non era altro che un fluire caotico di energia da cui le linee partivano in diverse direzioni. Il tutto era ancora più etereo della piazza precedente le alte costruzioni adesso erano completamente sparite, lasciando spazio solamente a una cupola luminosa al cui centro vi era un punto formato da candida luce che con il suo continuo pulsare dava vita a nuovi fasci luminosi. Tutto tremò quando Asmodeo mise i piedi a pochi centimetri di distanza dal punto sospeso a mezz'aria, il pulsare diventò un violento rombo in grado di bloccare i movimenti del demone. Provò ad avvicinarsi al punto con cautela, ma non appena la mano fu abbastanza vicina da sentirne il calore, una sensazione di estrema paura avvolse la sua mente. Non sapeva il perché, ma era sicuro che, a contatto diretto con il centro di quel luogo etereo, sarebbe stato disintegrato all'istante. Al suo interno una bizzarra forma geometrica produceva una piccola ombra nel suo punto medio; gli occhi cristallini di Asmodeo guardarono con curiosità il punto luminoso per qualche secondo, mentre le due dita della mano destra produssero un ticchettio ad ogni contatto con il mento. Continuò a pensare e ripensare, provando a ignorare il forte boato che si espandeva attorno a lui; poi, sovvenne il precedente incontro con i guerrieri di luce. Ovviamente, pensò, quella struttura era fatta allo stesso modo, dunque il punto luminoso era il cuore ma anche la mente del tempio etereo. E così si mosse, bruciando il cosmo cremisi che lo stava avvolgendo e puntandolo a contatto diretto con il punto sospeso in aria, provando a scassinare quel meccanismo difensivo ordinando la sua apertura e la rivelazione di ciò che conteneva. Mise tutto sé stesso in quell'azione e il calore provocato dal nucleo cominciò a bruciare leggermente i palmi delle sue mani. Doveva aprirsi ad un suo comando. In fondo, era pur sempre una parte di lui.




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    IN BREVE
    Uso l'Influenza Mentale per ordinare al puntino luminoso di aprirsi o di rivelare quello che c'è da rivelare. :J





    Edited by Kierkegaard - 14/7/2021, 17:39
     
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    Rebuilding the Temple

    VIII




    Non appena la tua mente entra in piena connessione col punto di luce, qualcosa cambia.

    Senti un suono acuto, tanto da farti fisicamente male, mentre il punto si espande in tutte le direzioni acquisendo così una conformazione geometrica complessa e delle dimensioni.
    Sembra di trovarsi nel mezzo di ingranaggi e meccanismi estremamente complessi, che si aprono fino ad abbracciarti, per poi rinchiuderti in una sorta di dodecaedro.

    Fino a questo momento tutto è avvenuto senza alcuna resistenza da parte del sistema, come se fosse un outcome previsto, già codificato insieme al resto della struttura.
    Tuttavia dal momento dell'apertura del punto di luce senti un attrito. Qualcosa ti resiste. Si tratta di un vincolo estremamente potente, la cui energia totale sfugge perfino alle tue capacità di misurazione. Oggi come allora. Ciò che è stato creato qui è potente come nel giorno della sua realizzazione.
    Solo dopo infiniti e frustranti fallimenti riesci finalmente a vederlo.


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    Più ti addentri nel mistero, più riconosci in quella formula la stessa forza che ti imprigionava. La differenza è che questa volta ti trovi davanti qualcosa di impossibile da distruggere.
    Un cosmo identico al tuo risponde dalla parte opposta del sigillo, filtrando timidamente attraverso la forza immensa delle geometrie che ti separano da esso.
    Capisci che il sigillo si serve di quel cosmo per svolgere il suo compito e perciò ne lascia filtrare una piccolissima parte, la stessa che ti ha condotto fino a quel punto del labirinto etereo, la stessa che hai sentito echeggiare e richiamarti fino in Terra Santa.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Il punto si apre, ma al suo interno trovi sostanzialmente una cassaforte di sigilli totalmente inespugnabile, che lascia filtrare un cosmo uguale al tuo. In pratica è una barriera che funziona solo in uscita: il tuo cosmo non può entrare, ma quell' dall'altra parte può (anzi deve) uscire. Se fai tentativi contro il sigillo non succede nulla, è semplicemente come tentare di abbattere una parete in cemento armato con una pallina di carta. Se invece entri in contatto col cosmo puoi avere la conferma che sia proprio il tuo al 100% e inizi a "vedere" una massa amorfa di metallo delle dimensioni di una mela che si increspa di continuo. Inoltre scopri di poterne far filtrare più del normale se ti concentri. Cerca di espandere, considerando la stranezza della cosa e le tue considerazioni. Concludi lasciando al condizionale le tue azioni per una possibile soluzione del problema sigilloso. Vai col trip.


     
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