And Then It All Came Full Circle

Non era in grado di spiegare quella sensazione.
L'istante successivo alla deflagrazione dell'automa killer, prima della quale Lauren aveva fatto ricorso a tutto il suo potenziale latente e mai espresso prima di quel momento, abbracciando tra l'altro la sua vera natura e permettendo alla vera sé di tornare a galla poiché non v'era più nulla da temere, era solo un ricordo vago e presente a momenti. La sua coscienza si spense quasi in contemporanea, nel tentativo di preservare la sua integrità mentale a discapito, chiaramente, di quella fisica: aveva dato il meglio di sé per riuscire a portare a casa la sua prima vittoria, e la modalità con cui il tutto si era svolto la diceva lunga sulla determinazione e le reali capacità della giovane donna, tuttavia ridotta così male da non aver goduto di quell'unico momento di gioia dopo tanto, tantissimo tempo.

Persa nella sua personale dimensione mentale, se così si può definire, il suo corpo integro solo e soltanto in quello spazio inaccessibile alle menti altrui - almeno credeva, inizialmente - fluttuava inerme continuamente scossa da ogni direzione possibile, come mossa da onde invisibili ma dolci, che non emettevano rumore alcuno e difatti non vi erano interferenze di nessun tipo, fatta eccezione per la sua stessa voce fuori campo.

L̴̲͙̋͝u̸̦̮̮͆ḭ̶̳͕̀͋ ̷̯̪̇͂v̷̧̭̫̄̾͠i̵̞̅͒v̶̫̚è̸̢

Non era in grado di comprendere la natura di quello che sembrava un avvertimento, più che una confessione; appurato non parlasse di se stessa, chi mai poteva essere il soggetto di quella frase? Chi mai aveva osato dimenticare, o lasciarsi alle spalle da essere non soltanto ancora vivo, ma capace di toccare la sua mente così nel profondo?

... Una sensazione esterna sfiorò il suo mondo per un momento, quasi afferrando la sua figura e stringendola in un abbraccio che Lauren non riconosceva, né tanto meno desiderava. E, come in un brutto sogno, quelle mani gelide e forti strinsero la loro morsa e cominciarono a trascinarla lontana dalla sua stessa dimensione, strappandola dal luogo in cui amava sentirsi cullata per qualcosa che non poteva ancora conoscere.

Per un attimo, fu come rinascere.
E fu abbastanza doloroso.

Buongiorno.
Benvenuta all'Ordine Oscuro.

Riaprì lentamente gli occhi, rilasciando seppur a bassissima intensità una scarica elettrica lungo tutto il corpo. Si sentiva appesantita, non si era ancora accorta dell'armatura nera che indossava, riusciva soltanto a volgere lo sguardo verso colui che aveva parlato. Rimase in silenzio tutto il tempo, non solo poiché incapace di formulare qualcosa di sensato in quello stato iniziale del risveglio; Anarygon, così aveva detto di chiamarsi, le aveva rivolto così tante domande da farle quasi rimpiangere il contenimento forzato all'interno della cella, e se non avesse specificato fosse il Capo, lo avrebbe ignorato.

I-io, sì... ricordo tutto. Si fece aiutare da una seconda figura, riconosciuta poi nel nome di Vadko, e si mise momentaneamente seduta, scoprendo soltanto in quel momento l'armatura che stava indossando. Osservò confusa ogni singola componente di quell'armatura, sentendola in qualche modo sua ma ignorando il come e perché fosse finita su di lei. Volse velocemente lo sguardo su Kenzo, trovandolo beato e immerso nel suo sonno, per poi tornare a guardare Anarygon: alto, di bella presenza e dal colorito candido, forse un po troppo considerata la stagione attuale.

Peccato non sapesse vestirsi.

Sono Li- Si morse la lingua, non era ancora pronta. Lauren, e sono colei che Kenzo ha cercato per tutto questo tempo, ma sappiamo tutti che qualche dritta sulla mia reale posizione avrebbe fatto risparmiare al giovane tempo e salute mentale.

Non smetteva di accarezzare la sua armatura. Posso sapere di cosa si tratta? E' fredda all'esterno ma stranamente calda sulla pelle... E perché sono stata attaccata quasi a morte? No, un momento.

Era così naturale che aveva rimosso il ricordo per un momento. Quando però Vadko alzò la mano, quasi compiaciuto dell'ottimo lavoro svolto, Lauren comprese e sorrise ringraziandolo sentitamente.

Darth... Anarygon Ricordava il modo in cui aveva conosciuto l'Alchimista Supremo di Virgo, confermando con il Capo il loro singolare modo di presentarsi. Abbiamo entrambi parecchie domande cui venire a capo, ma se l'intuito non mi ha abbandonata, so perfettamente cosa vuole sapere più di ogni altra cosa.

Il suo tono era sì scosso dalle troppe informazioni assorbite in così poco tempo, ma in ogni caso calmo e cordiale. Riusciva a malapena a percepire il proprio cosmo, eppure quello dell'uomo con la benda da pirata non aveva neppure bisogno di immaginare, di dover risvegliare il suo, perché Lauren potesse avvertirlo sulla sua stessa pelle. Ghiacciava peli e sangue allo stesso momento, una pressione così forte da poter schiacciare un individuo come un moscerino, ma al tempo stesso innocuo data la circostanza. Innocuo, non immutabile.

Dannato Rosso... è un bene che abbia abbandonato tale luogo.


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Con serietà e compostezza Anarygon sbrigliava le varie matasse e tutti i dubbi che potessero nutrire la psiche debole e meno lucida del solito di Lauren, la quale ancora si chiedeva come fosse possibile che un'armatura appartenuta ad un'altra persona potesse ora aver scelto lei, certe dinamiche purtroppo le erano ancora sconosciute.

Kenzo ha dimostrato di essere un valido combattente senza mai aver provato a richiamare la sua armatura, e scioccamente ho pensato che questa fosse solo una formalità, insomma non necessaria o definitiva. Quel che so, è che non l'ho scelta, semmai il contrario. Volse uno sguardo a Kenzo, ancora pacificamente dormiente. Di questi invidiava la sua leggerezza d'animo anche in momenti come quelli. Tornò a fissare il Capo dell'Ordine - quindi ora faceva parte di un Ordine? Che paradosso - senza mai interromperlo nuovamente, dandogli la possibilità di esprimersi senza ulteriori pause e concedendosi così il tempo di processare tutte le informazioni che l'uomo volesse passarle, sebbene fosse giusto e lecito correggerlo su un paio di punti.

Tirò un sospiro, schiarendosi la voce. C'è sempre tempo per riposare, Darth Anarygon, ma imparerà a conoscermi. Aveva la gola arida, ragion per cui chiese a Vadko dell'acqua e subito le fu portato un bicchiere. Non comprendeva ancora se l'automa con un feedback cosmico tutto suo fosse un semplice aiutante, o più propriamente un servo dell'Ordine. Lo avrebbe scoperto più in là.

Ci tengo a precisare due cose. Primo: apprezzo tutto sommato il modo in cui sono stata risvegliata dopo un lungo sonno e tutto ciò che sono ora, ringraziando anche l'Ordine di aver sempre badato a Kenzo quel tanto che bastasse a tenerlo in vita, quell'amorevole idiota sarebbe morto nel giro di secondi, se non avessi contattato il Rosso in tempo. Proprio come Anarygon, anche Lauren ci teneva a precisare che, per quanto sollevata potesse essere all'idea della sua scomparsa dall'Isola, la ragione del suo disagio era dovuta ai modi che di questi aveva conosciuto, non a tutto il resto. Anzi, per tutto il resto non poteva che ringraziarlo. E a tal proposito, secondo: io son sempre stata libera. Libera di scegliere i termini del patto, libera di annullarlo anche a costo di far perdere tempo a Lord Gabriel, libera di scegliere cosa potesse farne di me. Non mi sono venduta, semmai ho venduto lui. Sfiorò Kenzo con il palmo di una mano, mostrandosi tutto sommato felice di aver scelto bene. Per quanto stupido o distratto potesse essere, Kenzo rappresentava una parte fondamentale della sua vecchia vita, nonché unico sopravvissuto di un mondo che, in qualche modo, le aveva dato tanto.

Chiarito il punto fondamentale della conversazione, non perse tempo e proseguì con il resto. Vi erano molte altre questioni e probabilmente ci sarebbe voluto del tempo, ma a Lauren interessava davvero cogliere tutto ciò che potesse nel minor tempo possibile.

Detto ciò, in quanto membro dell'Ordine, spero di avere tempo e modo di conoscere tutto ciò che mi occorre sapere per sopravvivere qui, fermo restando che le mie memorie son ferme al duemilaquattordici.

Solo con la conoscenza e i giusti mezzi avrebbe ottenuto il potere necessario a controllarsi.

E tranquilli, a lui ci penso io. Spinta anche dalla curiosità di scoprire realmente l'origine e la forma dei propri poteri, unì indice e medio della mano destra, immaginando cosa spingesse un cavaliere a rendere materiale il proprio cosmo e le varie sue applicazioni, e concluse che certe cose funzionavano per mezzo della semplice volontà. Evocato un guizzo elettrico oscuro che percorreva entrambe le dita senza procurarle alcun danno, posò dunque le dita sul fianco destro di Kenzo, letteralmente elettrizzandolo.

Peccato che, contrariamente alle sue intenzioni, non si mosse.

Ops.


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Ascoltava in silenzio ciò che Anarygon avesse da dirle, provando a non perdersi alcun pezzo; Vadko intanto controllava lo stato di quiescenza di Kenzo, assicurandosi che la scarica di Lauren non lo avesse definitivamente messo fuori uso, sebbene persino Lauren - assente da anni - sapesse servisse ben altro per ammazzare quel concentrato di muscoli e incoscienza. Le capacità mediche di quel... uhm, non riusciva a comprendere la natura di Vadko, provando a considerare l'ipotesi non fosse semplicemente un essere umano, almeno non più. In ogni caso, le sue abilità mediche erano piuttosto interessanti e la donna, dall'alto delle sue reminiscenze in tale campo, non poteva che osservarle con ammirazione. Non che fosse stata un medico o altro, nel vecchio mondo, eppure sapeva il fatto suo.

D'altronde i Black Saint son sempre stati considerati deicidi, ammiratori delle prodezze umane e negazionisti della profonda connessione uomo-divinità. Non mi sorprende vi sia un paradossale vantaggio in tutto questo caos.

La fama dei Black Saint li aveva sempre preceduti: anche nel vecchio mondo in molti avevano chiesto come fosse possibile, per loro, sopravvivere in un mondo in cui la verità sulle divinità e i loro guerrieri era oramai alla portata di tutti, e gli stessi giungevano sempre alla stessa conclusione. Tutti, tranne Lauren.
Anche prima della partenza di Kenzo per la DQI, si era assicurata che il ragazzo comprendesse grosso modo la natura dei Saint, sostenendo che nulla di quanto già udito avesse più valenza; il potere - in un primo momento in pochi sapevano chiamarsi cosmo - poteva essere frutto di una concessione divina, ma non era questo l'unico modo. Doveva esserci un altro modo, slegato da certi favori e semplicemente tali Saint lo avevano trovato, e per questo tutti dovevano dar loro credito. Far fuori una divinità? Nessuno ne era in grado, nessuno semplicemente poteva.

Son d'accordo. Con permesso. Volse uno sguardo sincero a Vadko, accogliendo l'invito di Anarygon a seguirlo al di fuori di quel laboratorio. Prima, però, di girovagare per l'Isola la donna volle concentrarsi sulla struttura in cui si trovava, chiedendo ulteriori informazioni. E dopo aver osservato curiosa tutto ciò che il Wailing Castle potesse offrire ai Black Saint, in termini di alloggio e servizi, non poté che ritenersi fortunata di essersi svegliata tra le fila di uno degli Ordini più liberi e fortunati del nuovo mondo, nonostante una storia ancora poco chiara.

Avevo già notato la biodiversità di questa vegetazione... Affascinante. Concluse, dirigendosi all'esterno di uno dei giardini del Castello, adornati in uno stile che si sposava perfettamente con quello dell'Ordine, sebbene il gotico non fosse propriamente di suo gusto. Lì si fermò, volgendo lo sguardo su Anarygon.

Perdona nuovamente la mia franchezza, ma per i cenni di storia mi basta aver accesso alle sconfinate biblioteche di questo posto. Ciò che voglio sapere- Il suo sguardo si fece sottile e serio in modo preoccupante, come se nascondesse ben più di semplice curiosità. è cosa siamo, esattamente.

Fece un passo indietro, per paura di coinvolgerlo. Un istante più tardi, risvegliando il suo cosmo, produsse una scarica di nera elettricità tra le dita della mano destra, dimostrando un discreto controllo del flusso e del voltaggio. Queste abilità... Come posso migliorarle? Come possono evolversi? Lasciò dissipare il suo potere e poi fece un passo in avanti, senza distogliere lo sguardo dal suo interlocutore. Ogni volta che esercito tale controllo ed esprimo i miei poteri, non avverto semplicemente una scossa d'adrenalina per tutto il corpo... è come- Si fermò, per un attimo.

Non era sicura di potersi confidare così apertamente, non a distanza di ore dalla sua apparizione - metaforica - sulla DQI. Anarygon, però, meritava di conoscere certe informazioni, e non solo in qualità di Capo. Dopotutto, se avesse avuto una risposta a quella sua condizione, forse avrebbe potuto aiutarla. Lauren doveva credere ch'egli avesse gli strumenti utili a renderla più forte, a renderla padrona della sua mente e dei suoi poteri, evitando uno scontro impari e da cui sarebbe uscita sconfitta. E si sa, una mente instabile con poteri instabili non avrebbe portato a nulla di buono.

E' come se la mia mente perdesse il controllo di sé... per un attimo, durante lo scontro con ProtoMercurius, ho perso il controllo del mio corpo e della mia mente, ritrovandomi faccia a faccia con qualcuno che non deve venir fuori ora. Eppure... Prese a sedersi sul pavimento in pietra del giardino, accovacciandosi sulle ginocchia nonostante l'ammasso di ferraglia a proteggerla. Non era ancora in grado di comprendere la natura di quella simbiosi tra armatura e volontà, eppure le bastò pensare di non volerla più addosso perché questa quasi evaporasse, lasciandola finalmente libera di muoversi nei suoi abiti da primo addestramento. Eppure ad ogni utilizzo del mio cosmo, lei preme per uscire... E non sono pronta. Non voglio, devo essere sicura di poter controllare tutto questo, devo... Devo diventare più forte, Anarygon.

Alzò nuovamente lo sguardo verso l'uomo. Dimmi cosa devo fare, dimmi chi devo diventare e concedimi tutti gli strumenti perché accada, e ti prometto di mostrarti di cosa parlo.


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Anarygon ascoltò con estremo interesse e curiosità l'intero discorso di Lauren, tentando addirittura un primo approccio spirituale nel tentativo di far luce sulla questione alquanto spinosa. La donna, dal canto suo, sapeva che l'uomo non avrebbe ricavato un bel nulla, finanche setacciando a fondo la sua anima, poiché non era di quello che si trattava.

... Le afferrò con delicatezza il polso della mano impegnata a mostrare i suoi poteri elementari, ma non prima di aver chiesto il permesso; la cordialità di Anarygon avrebbe potuto stupirla, se solo fosse stato il suo tipo. Lo lasciò fare, dunque, mettendosi in ascolto con rituale silenzio. Per quanto deducibili oppure ovvie potessero sembrare le sue parole, il Leader dell'Ordine aveva colto nel segno: aveva parlato della loro condizione di esseri umani, capaci di raggiungere limiti altrimenti impossibili e superarli, non senza difficoltà. Nessuna divinità di mezzo, ma anche nessuna intenzione di mettervisi contro.

Che gli ideali dell'Ordine fossero mutati, magari evoluti, con il passare delle ere?

Fa attenzione... Si lasciò avvolgere la mano da una sottile patina di ghiaccio, pura espressione dell'immenso potere di Anarygon. Lauren non ne conosceva perfettamente le abilità, ma il suo monito fu chiaro l'istante successivo: si sentì letteralmente prosciugare di tutte le forze vitali, al punto da renderle difficile persino tornare a stare in piedi, concludendo dunque di dover rimanere seduta. Provare a mantenere attivo il suo potere dinanzi a quello dell'uomo si rivelò più difficile di quanto potesse pensare, sino a quando fu chiaro come si potesse ovviare al problema.

Anary...gon, io... Chinò la testa, temporaneamente incosciente ma ancora in grado di tenere attive le scintille nella sua mano. La situazione, poi, si capovolse: con un gesto rapidissimo della stessa mano vittima del potere arcano del Saint, Lauren prese le redini della situazione divincolandosi dalla presa morbida ma forzando la propria presa sulla mano dell'uomo, alzando poi di scatto la testa.

Gli occhi erano fissi sul potere sprigionato dal Saint, un ghigno eccitato. Si schiarì la voce, quasi fosse un momento tanto atteso. Lo sforzo immane della donna, di non perdere i sensi dinanzi ad un gesto così apparentemente naturale, l'aveva spinta ad abbattere quella naturale difesa che impediva all'altra di emergere se non in condizioni particolari.
In condizioni di catarsi cosmica e mentale.

Õ̷̦̽͆h̶̙͈͇̻͙̀̓̏h̸̟̲͔̓̿̈́̂h̵̢̹̥̓̽̉ḥ̵̬͔͉͗̑͛͝ ̶̨͍̩͑̾͜ś̵̝̱̠̋í̸͈̱̞̃̿͛̓,̸̝͎̤̅͒ ̸͍̤̱̯̍͜q̶͓̜̻̬͊̍̚ͅù̵̖̝̩̉̂̏e̶̞̫̲̖͗͆̂̀̐ş̸̛̜̱̰̫́t̵͓̯̒̈́̏̚o̶̥̰͍̪̾ ̴͚͍̹̼͛͜p̷̥̣̼̋̊̒̊̓o̷̦̗̔̑͠ͅt̵̛̗̰̑̾e̴̫͌̊̔̀̕r̴̲͗̚ḙ̷̢̧̘͈̏.̴̟̙̘͔̽͑͌̅͜.̷̝̳̅̚̚͝.̷̣̞͖͔͔̈̑ ̶̖̜̫̈́̿́̽è̴̡̳͕͕͛̿ ̵͓̰̊̍̉̉̑į̵̢̛̛̥̀̅̄m̶̡̜̱͘m̴̢̼͂̏ë̵̡̩͔̠̻́̔̈̚͘n̸̰̭̆̋̐̏̑ş̷̧̦͙̭͐o̸̹̓.̶̧̹̝̑̒̄̓̕ ̴̨̪̪̉̐ Sibilò quasi, la voce distorta ma in qualche modo udibile perfettamente. Si assicurò di non perdere troppo tempo, più che altro perché entrambe le donne sapevano benissimo della breve durata di tale status.
Almeno per ora.

Ṃ̶̻̅̈͑ḁ̵̡̦͖̬̀ ̸̼͎̖̽t̵͕̉͊͋̾̒͜i̷̥̻̚͠ ̷̫̬̝̰̒̾͘̕͝c̷͚̖̲͝ó̷̑̌͘ͅn̸̡̼͓̮̠̑͠s̸̮̩̘̓͜͠i̸̧̛̗͉̘̦ḡ̴̩̤̣͆̈́̓ľ̴̤̮̻̰̬i̷̡͈͂̚o̵͚̪̠̫͔̒̓̇̚͘ ̴̡̨̙̪̤̀̽̈́d̸̩̥̪̯̔̑͌͌̚͜i̶̻̅̿͝ͅ ̴̭̱͔̦͇͑̾͠á̴͚͍͗̄̓n̵̡̮̩̠͒̒̉̕͝ḑ̴̌͂̈́͝a̸͖̋͝ṛ̵̨̓͛͜c̶̰͎͙̦̈́͑̒̔͌ị̶̏̋̔͊̊ ̸͇͈̭͇̉̽p̶̝̫͙̲̿̄̋̅͝ï̵͖͎̒͘͜a̷͔͗͂́̈́ǹ̸̻̰̲͎̈͗ͅo̷̝͍͠,̸̡̛̇̀͆̏ ̸̼͔̿̊̅ṏ̵̡̳̝̹̦́̔̓͘ ̷͙̙̱̲̮̐f̶͉̲̄̐̆̋͝ĩ̶̧͑n̴̟͇̓̃͂̋͘ḯ̸͕̰͖r̵̼̍̏̊̇̍ò̷̧̗̗̖̊͜ ̷̛͈̓̉͝p̸̩̀ĕ̷͔͉̠r̴͚̬̱̀͛͊̈́́ ̵̳̎͌͆̕e̸̛̖͇̘̾̄̊͜s̴̩̹̉a̶̠͊͘ǘ̸̳̻̄r̶̡̆̍i̸̯̫̾̄̚̚ȑ̸͇͓͙̣̊̂̌̋ẻ̸͇͜ ̸͙̘͐̏̌͠i̵͕͂̊̈̿͜l̸͚̩͓͍̘̽͋̉ ̸̦̮̆̋͠m̶̗̼͈͒͠i̶̗̼͆̀o̸͚̘̺̅̅ ̵̮̙̌́̚ţ̶͖͕͖̏͗͛̃͌͜ȇ̴̝̹̫̫̑̉ͅm̷͍̜̗͉̄̇̒͐p̶̻̦̦̌͝ͅo̵̫͔̼͌͑ ̶͔̰̗̜̹̾͂̕̚p̷͕̙̝̘̎r̸̙̄̇͆̏̽i̶̥̋̑͂̚͘m̶̖̣̦̝͇̌͑a̷̡͕̹͌͛͗̀͘ ̴̖̈͒͌͑͋d̸̜̎͂͗ę̸͕̦͙͕̈́̉̔̈l̷̰̝̱̾͗͆̂́ͅ ̴̘̽̚̚͠d̵͎̗̹͇̣̓o̵̭̦͎̍͑̇͑̃ͅṽ̶̧̖̬̪͜ų̸͇̹͂̐̌͝͝ţ̵̛̮͉̬͖͑̒ỏ̵̳̈́̌̉͠.̵̡̗̝̰͛̿̈́̚ͅ ̸̨͌͊̾̚D̴̡̛̳̫̺̍͛̊ȱ̷̗̜̱͐p̷͉̊͒͋͘o̴̞̙̘͑̋́͐ͅt̴̡̗̭̬̏̃̏̚͠u̶̢͙̇t̵̜̺̺͔͗́̂̓̿t̷̬̜͋͋o̷̖͎̊̌͒,̸̛̬̜͔͖͒͗̆ ̴̮̘̲̟̇́͒̾ȩ̶͓̯̙̀̍͐̓̅̋ ̷̭͋̆͐̐m̴̫͊͊͘e̵̟͒ ̷̡̳́͠ċ̴͍̔͌͒ẖ̶̖̭̲͆e̶͍̞͓̊̊ ̴̢̛̣̰͌̒́̓v̴͙͚̼̣̊̍ư̴̘̠̥͕͆͌̚͝o̵̝̖̦̾i̸͔̥͚̩̾͒̀.̷̡̖̥͍̾̀̒̈̒

Aumentò la presa sulla mano di Anarygon, in attesa che questi facesse come gli era stato chiesto. Lauren non le avrebbe sicuramente concesso una seconda occasione, e doveva approfittare di questa sua improvvisa fiducia nei confronti di uno degli uomini più interessanti che avesse mai conosciuto.

N̶̛͈̱̟͍̉̿͝͠o̴̖̅n̶̖͔̩͚̼̽̈́̍ ̸̤̖̘̲̯͛̐̕ṡ̸̙̗͔̅̃̅̚o̴͚͗͒n̴͗̎ͅö̶͔͉͠ ̵̛̦̎͝ų̴̬̟̔͠n̸̮͚̓͂̉̚a̸̺̺̜͍͋̈́͑ ̶̮̝̍̐̈́p̶͎̘̊ṟ̴̛̙͇̺͈͂̔͆e̴̬̯͒͒̋͌̊s̵͔͈̭̓e̴̦̝̋̀̚n̶̯̯̭̈́̂͝͠z̵̖̑̽a̶̢̰̅̀̏̆,̴̱̖͇̐ ̵̙̥̀n̶̛̦̹͕ó̴̫̫̼̱͎n̵̳̩̹̈ ̴͚̀̋̒̍̃ͅͅs̵̖͎̙͆̚ö̷̼̺̝̯́̈́͋̅̚ņ̸̭͑̉̒͠o̸̖̱̟̥̅́͗͋͝ ̷̺̹͈͝ų̷̀̊n̸̛̜̅'̸̩̻̚e̸͖̘͆̀n̷͓̜̒̋̀̑ṯ̶͉͍̒̂̃̓̿ͅḯ̸̢̻͚̺̄̆͒̾t̵̨͇̗̿͒̄̈͂à̸̡͈̠͈̋̂̑̕͠ͅ.̴͕̙̜̉ ̴̦͉̣̽̍̀͆͋
̷̛͚̱̱̹͚S̵̗̻͔̝͒͆͊̄́ö̶̠̣̟́͝ñ̴̲ö̴̱́ ̴͉͓̼̺͊͋͑s̷̞̝̪̩̾ő̸̥̥̱̙̊͌͊̅l̴̠̙̐͠t̸͚̕a̴̗̘̩̬͊́͆͝͠n̸̡̢̰̞̅̑́t̶̟̐̓͘ö̴̧̙̪́̆ ̵̧̻̔ͅc̷̛̱̞̍̉i̶͔̣̖̿̏̈́͛͂ò̶̜͚͉͐ ̴͔͙̍̋͆̎ĉ̵̨̗̳̲̈̏͜h̵̤̞͇̏̂̀̃e̶̩̫̔̈́ ̸̙̂̎̏͜͝͠L̸͎̽͂̚͘a̴̖͎͍̓ű̸̢̳̯́r̷͇̙̾̾͆͝e̸̝̺̿̄́n̴̖̥͘ ̸̹̭́̅h̴̨͂͑̕à̷̰̝̜́͗̕ ̴̬̝͍͚̮̕n̷̖̐̒̔ǎ̷̭͈̽̾̕s̶̛̞̍̀͐̄ĉ̷̢̣̪̑o̷͍̞͆̂͌͠s̴̱̩͐̈͐͝t̵̡͎͕̄̀o̸͗̆͜,̶̨̞̓̔͒ ̴̢̦̘̄ň̷̦͕͇͙̄͐͠͠o̴̡̧̭̮̜̍͒n̶̪̼͍̞͌͂ͅ ̶̫͓̼͙̅̔s̴̳̙̤͍̽̒̕ȏ̷̰̜n̴͕̹̈́̊͆͝o̵̡̠̔̕ ̸͈͗̔́̾͌ą̵̰̹̇͒͌l̶̦̬̩͔͙̍t̸͉́r̵̡̜̬͉̚ǫ̴̛̛͚͓͒͛̈ ̵̨̘̱̑̋c̶̡͕͓̤̝̆́̕h̵̦̼͖̦͛̓̃̌͌e̴̡̨̮̜̲͋̿̎͘ ̸͙͕̺̥̀̌͘͜ḷ̶̨͎̟̇͑̑é̶̜̀ì̴̥̬̼̆̈́.̸̘͔̹͚͛͛͐ ̶͎͚̞̺̜̔̔

Strattonò la mano dell'uomo, cercando di portarlo il più possibile davanti a sé.
A qualche centimetro dal suo naso. Come se volesse odorare il suo cosmo, piuttosto che conoscerlo. Tremava, ma non di paura.

P̷̩͗i̵̠̱͕͈͖͌̾͛̿̒ä̵͕̻́̃̄ċ̴͉̺̭e̴͔̞̣̣̎̾͊r̶̩̯̳̹̙̐̑̌̈e̵͖̮̟̜̩͌̌ ̸̗̾͆d̴̨̤̜̱̉̈̌̉̊i̵̤͍̻͕̝̓̽̏́ ̶͓̥͎̾̈́̊͘c̴̛̛͖̗̱̫̏̕͝o̴͉͛̂̚̕n̵̲̱̙̽̑̈o̸̤̿̓͘s̵͓͒̚c̸̢͔̪͒͝e̴̻͓̣̎̈́̒͊̃r̴̹̳͈̝̈́̎͛͜t̷͚̕ĩ̵̢̢̦̤,̵̳͒͊̅̊ ̸̱͉̳̟̐̎̓A̴̗̺̣̎͗̇̈́͘n̴͚͌̓̈́̐ā̶͔͓̟̲͚͌̚r̵̯̥̙̖̐y̷̥͖̌̌̈́̊͜ḡ̸̮͚̠ọ̸̫͙̻̐n̴̩̼̳̽̅͛͑́.̷̡̦͕̥̞̈́̓̓ ̶͓̪̤̤̲̑
̷̳̖̀Ȋ̶̡̛͚̯̺͆̎͝ļ̸̞͈͝ ̷̢̛̤͉̦̉́͜n̶͉̿̍o̵̡͈͚̩̎̍s̵̼̟̆̀̋͝t̶͉̖͎̞̋͆̚ȓ̷̨̙̼͓͂̀ô̷͎̊̀̔ ̸̟̬̳̬̙͂̒v̴̨̥̹̍̾͑e̸̠̅̀̋̚ͅr̴͓̻̼̾͋̚o̵̧̦̹͕̲̚ ̸̺̺̐͒n̴͈̤̹̙̖̓̍̈̌̕o̶̧̹̗͙̅̓͗͂ṃ̴̡̼̐͛e̴̳̱͉͘ ̷͇̜͉̘́̊̋̂è̴̲̔͂͋̀̄ Un piccolo e improvviso spasmo fece sussultare la donna, segno che Lauren in qualche modo provasse a riprendere il controllo della situazione.

No, bamboccia, non a sto giro.

L̶̲͂̀̐͘ì̸̲͙̌ḍ̷̛̙͑i̴̭̔̓̿́͝ỷ̵̲̥͝͠a̶̯̭̓.̴̧͙̾̅


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Lo sguardo dapprima assente o perso nel vuoto di Lauren si fece finalmente lucido. Non solo la fonte di quel potere incommensurabile nutriva e s'insinuava in ogni fibra del suo corpo, sembrava quasi produrre l'effetto contrario di quanto normalmente lo stesso potere consentisse, probabilmente frutto di una qualche forte convinzione di Lidiya, sempre più affamata di potere. Non perse di vista il giovane neppure un secondo, cercando di mantenere la sua euforica follia e dando l'idea di essere davvero interessata al discorso.

Attese eccitata che Anarygon finisse il suo ciclo di domande e questioni, stringendo sempre più la mano.

Chiariamo una cosa: Lauren è stata una mia idea. Modulò la sua voce accostandola a quella del suo alter ego, rafforzando così la sua teoria. Che nessuno pensasse che Lidiya condividesse dal principio un corpo con un qualche alter ego o una gemella, poiché nulla di tutto ciò era vero. Ho dovuto reinventare la mia identità perché hey, quando si è adolescenti si commettono errori, no? Eheh

Sorrise di gusto, alzando per un attimo gli occhi al cielo.
Ah, i bei vecchi ricordi, gli incendi dolosi e le famiglie sfasciate.

... E insomma, alla fine ho finito per ritenere giusto che fosse Lauren ad apparire nella mia quotidianità, non hai idea di quanto semplici e impressionabili possano essere i comuni umani.

Una versione altezzosa ed egocentrica di Lauren avrebbe potuto far storcere il naso al Leader dell'Ordine, palesemente interessato non solo all'intera faccenda, ma più precisamente a Lauren ed alla sua natura. Per quanto questa provasse a nascondere certe impressioni, avvalendosi della compartimentalizzazione, a Lidiya non sfuggiva nulla. Mai.

E non devo accettare nulla, Anarygon; l'unico motivo per cui mi nascondo - e sottolineo che sono io a volerlo - è ciò per cui credo di essere venuta al mondo in quest'epoca: il potere. Quando l'avrò raggiunto, non importa come e in che modo, solo allora sarò libera di essere chi sono senza dovermi preoccupare di minacce esterne. Il potere, Anarygon... Il potere di esprimere se stessi e di concretizzare le proprie potenzialità. Non è questo ciò che si aspetta l'Ordine, dopotutto?

L'uomo si era allontanato, lasciando la presa.
Lidiya sentì chiaramente il richiamo dell'altra, rendendosi conto di non avere più tempo.

Accetto il tuo aiuto solo perché qui, in questo momento, ne sai più di me. Ma ti avverto: quando ti avrò raggiunto, rivendicherò ciò che penso di meritare.

Accettò anche di buon grado il regalo del Saint, e quando le loro mani furono nuovamente congiunte, l'eccesso di potere generato dal primo inebriò completamente la mente ed il corpo della donna, tanto che i suoi occhi divennero due enormi buchi neri senza iride né pupilla. E anche mentre spariva, tornando in quella parte del subconscio in cui si era proclamata Regina, non perdeva il suo sorriso e la sua euforia. Un sorriso davvero inquietante.

A presto, скъпи мой

Le spire oscure che avvolgevano la figura della donna scomparvero, sì come ogni suo istinto aggressivo. E, lentamente, si accasciò sull'armatura del giovane Leader, priva di sensi ma apparentemente a posto.


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