So Long, It Feels Like An Existence Ago

Isaac - Bart

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    Era passato parecchio tempo ormai da quando si era portato tra Anatexis e Nemesis durante il loro scontro fisico, umano ed ideologico scaturito dalla visita della seconda al Grande Tempio: quel giorno lasciò che i due si sfogassero, che trovassero il loro equilibrio confrontandosi e mostrando l'un l'altra la loro verità in uno scontro, ma alla fine si palesò e chiuse definitivamente l'argomento. Come? Semplicemente dichiarando che sarebbe andato in prima persona a discutere la questione con il Grande Sacerdote.

    Non gli piaceva più di tanto l'idea di andare ad intrattenere rapporti civili con i cavalieri di Athena sbandierando aperture che si sarebbero rivelate immancabilmente temporanee o che avrebbero potuto essere interpretate in fin troppi modi distorti, ma un paio di ragioni lo avevano spinto a prendere quella decisione: la prima cosa consisteva nella sua volontà di dare stabilità all'Ordine e alla sua posizione prendendosi la responsabilità della faccenda; la seconda era puramente personale.

    Si parlava di mesi passati dal bisticcio tra Alchimisti, ma c'era da ricordare che il primo ed unico incontro avuto con Bartolomeo, il Toro dorato divenuto nel tempo Grande Sacerdote, lui l'aveva avuto ormai quasi dieci anni prima.
    Era successo quella volta in cui aveva tentato di arginare il verificarsi della timeline futura e della follia di Gabriel attirandolo in pasto ad Atene grazie alla proposta di lasciare Candice come prigioniera temporanea al Grande Tempio.
    Fu quello il giorno in cui si unì a Lelouch e venne indirizzato a Città del Messico per affrontare Omicidio.

    Allora lui aveva appena conquistato l'armatura nera dell'Acquario e l'omone si era a malapena ripreso dal violento scontro avuto proprio con l'ex Cancro Nero. Di cose ne erano cambiate parecchie, perciò nonostante la mossa politica non riuscisse a convincerlo, la prospettiva di avere un confronto con l'uomo stuzzicava il suo interesse.

    Con i lavori in giro per l'isola ben avviati, finalmente poteva sfruttare la giornata per occuparsi proprio di quell'incombenza.
    Indossò abiti abbastanza informali e la cappa nera che utilizzava ogni volta che si riuniva il Consiglio e utilizzò il suo teletrasporto spettrale per riportarsi esattamente nello stesso luogo in cui si era verificato l'incontro anni e anni prima, poco fuori Rodorio, su una collina poco lontano dal perimetro del Santuario stesso.

    Quando emerse dal piano etereo notò un paesaggio ovviamente diverso ma vagamente familiare.
    Si guardò un po' intorno per valutare la situazione e si chiuse poi in concentrazione, espandendo il suo cosmo per setacciare l'area adiacente e farsi un'idea della quantità di tracce presenti prima di aumentarne a dismisura l'emissione e tentare di veicolare in tutta la zona raggiunta un messaggio telepatico.

    °Mi troverete seduto a gambe incrociate su una collina, ma siete tanto belligeranti da attaccare qualcuno che non ha alcuna intenzione di essere una minaccia, almeno non quest'oggi? Ho solo bisogno di conversare con Bart.

    Se mi senti, Gran Sacerdote, sono nel luogo in cui Daya ha quasi ucciso due cavalieri neri ormai quasi dieci anni fa prima che tu ti preoccupassi di loro e Lelouch intervenisse a sbrogliare lo stallo portandone via uno: io.

    Ti aspetto qui.°


    E si sedette nella posizione dichiarata.
    Era pronto ad evocare l'armatura e tutto il suo potere, non era certo diventato così folle da non credere che potesse davvero esserci qualcuno tanto folle da attaccare indiscriminatamente, eppure inaspettatamente, quasi sperava che non succedesse nulla di strano: mostrare a Bart o chiunque altro cosa fosse stato in grado di raggiungere in quel lasso di tempo era già un piccolo passo verso le innumerevoli evidenze che voleva portare all'attenzione mondiale.

    Era la prima prova del fuoco per entrare ufficialmente a giocare nel recinto dei pezzi veramente grossi, ed era noto: lui non vedeva mai l'ora di affrontare prove del genere.




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    NOME » Isaac, Darth Anarygon
    ENERGIA » Nera
    CASTA » Black Saint
    ARMATURA » Black Acquarius, VI
    CORPO » Ottimo.
    MENTE » Ottimo, curioso di sapere come finirà.
    STATUS ARMATURA » Ottimo.
    RECAP » Hello, c'è il Grande Sacerdote? Ah ok, aspetto qui fuori, grazie.
    Peccato che qui fuori è un luogo un po' particolare :fiore:
    TECNICHE » -|-


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    Era stato alquanto impossibile non percepire quel messaggio telepatico su larga scala, tanto che persino Elena aveva capito chiaramente ogni singola parola.

    Ultimamente ti cercano tutti, Bart.
    Potrei addirittura diventare gelosa.


    La battuta sulla gelosia fece sorridere il Gran Sacerdote in modo sornione, non essendo abituato e non riuscendo a immaginare la donna in quell’insolita versione gelosa. Ormai si prendevano in giro come una coppia sposata da tempo – anche se in realtà non lo erano, vero Bart? Quando ti deciderai a muoverti? – ed erano riusciti a raggiungere una spontaneità nell’esprimere i sentimenti che non avrebbero nemmeno mai immaginato fino a poco tempo prima.
    Elena gli appoggiò una mano sulla schiena, muovendola piano in modo dolce e comprensivo. Quello era il suo segnale implicito che indicava il suo sostegno, ma soprattutto che non avrebbe dato di matto se Bartolomeo avesse dovuto lasciare nuovamente la Seconda Casa per assolvere i suoi doveri da Cavaliere.

    Oh oh, hai ragione Ele.
    È un periodo strano, ma è sempre bello rivedere un Cavaliere dopo così tanto tempo.


    Risposta un po’ evasiva ma onesta, non era necessario spiegare troppo rischiando d’impensierirla. Il gigante le diede un bacio sulla fronte, salutò i suoi pargoli con un ampio e plateale gesto della mano, per poi dirigersi poco fuori dal Tempio del Toro. Con uno sforzo simile a quello che un normale essere umano impiegherebbe per sollevare un cucchiaino, l’omone si caricò sulla spalla sinistra un interno tavolo in legno da almeno dodici posti e agguantò con la mano destra due comode sedie.

    Li prendo in prestito solo per poco.
    E li riporterò intatti, promesso.


    Elena sgranò gli occhi vedendo quella scena, ma si rassegnò ben presto alla follia e alla testardaggine di quel pazzo di Bart. Il Gran Sacerdote, così carico da far fatica a passare tra le colonne dei templi, corse la scalinata fino a raggiungere i cancelli principali del Grande Tempio, sfoggiando un sorriso colpevole alle guardie che lo presidiavano.

    Lo so, lo so, non odiatemi, ma abbiamo ancora ospiti.

    E con i soliti occhi levati al cielo per quel Gran Sacerdote così oltre le righe, i soldati disattivarono temporaneamente le difese cosmiche e aprirono gli enormi portoni d’ingresso. Il Toro, vestito come suo solito in modo molto semplice, quella volta indossava i jeans e una t-shirt bianca. La caratteristica di quella maglietta, però, era che i suoi pargoli ci avevano scritto sopra con il pennarello nero: “Chi fa la pizza più buona del mondo? Il papà!”. Sì, ok, sicuramente poco formale ma era un capo di abbigliamento che Bart non avrebbe sostituito con nulla al mondo e di certo lui proprio non si vergognava a indossarla.
    Uscito dalle mura, quindi, si guardò attorno e identificò in modo più preciso la presenza cosmica di Isaac. Piegò le ginocchia e, nonostante fosse carico come tre traslocatori messi insieme, spiccò un unico balzo nella direzione del Cavaliere Nero. Atterrò qualche istante dopo con la grazia di un elefante, sollevando un polverone tremendo, mentre già rideva nel suo modo travolgente per dimostrare quanto fosse contento della visita.

    Oh oh oh, ciao figliolo.
    Da quanto tempo.


    Caspita, era vero. Era passato molto tempo dal loro ultimo incontro e molte cose erano cambiate. Ancora si ricordava quel caotico scambio di opinioni proprio in quel luogo, quando il biondo – Daya – aveva quasi perso la pazienza. A quel tempo si era stupito della reazione dell’allora Gran Sacerdote, ma quella sensazione di ricordo fu subito sostituita da una fitta al cuore nel ripensare al Cavaliere della Vergine. L’amicizia che li legava non aveva mai vacillato, ma il destino aveva scelto per loro strade diverse.
    Si riprese immediatamente da quel viaggio dei pensieri nel passato, mantenendo il sorriso e osservando il ragazzo con curioso interesse.

    Isaac, avresti potuto scegliere un luogo d’incontro meno rievocativo o più vicino alle mura.
    Non ci sono tensioni fra noi e non ti devi preoccupare di minacce o attacchi.


    Effettivamente era molto strano che il Cavaliere Nero potesse pensare a un attacco indiscriminato di Atene nei suoi confronti. Bart si ricordava bene quello che era accaduto quando Gabriel era il capo dell’Isola della Regina Nera, ma ricordava altrettanto bene l’incontro fatto con Estelle. Un incontro che gli aveva fatto capire che l’impossibile era davvero possibile e che era stato una delle prime scintille di quel cambiamento tra le Caste che tanto sognava.

    L’epoca di Gabriel è ormai lontana e al momento i rapporti tra noi sono notevolmente migliorati.
    Immagino che Estelle ti abbia raccontato del nostro incontro e della sua breve visita all’interno delle mura del Grande Tempio.
    Salutamela quando tornerai all’Isola, mi raccomando, e dille che Elena e i miei figlioli chiedono molto spesso di lei.


    Era vero, e avrebbe tanto voluto parlare nuovamente con la ragazza di persona. Il loro scambio di opinioni era stato sincero e produttivo, ma non avevano più avuto occasione di approfondire alcuni temi che erano solo stati sfiorati in superficie.
    D’un tratto, però, il gigante scrollò la testa e si guardò attorno. Aveva decisamente dimenticato di fare qualcosa, perché reggeva ancora sulle spalle l’enorme tavolo e le sedie erano ancora appese alla sua mano.

    Oh sì, quasi dimenticavo.

    Appoggiò la mobilia a terra con tutta la delicatezza di cui era capace, per poi far segno a Isaac di accomodarsi e sedersi lui stesso su una delle due sedie.

    Ecco, accomodati pure.
    Non è molto, ma almeno staremo un po’ più comodi.


    Si mise rilassato e a suo agio, cercando di far sparire dal ragazzo quei pensieri di tensione e possibile scontro. Continuò a guardarlo negli occhi, socchiudendoli un poco per meglio concentrarsi sul suo cosmo.

    Come sei cambiato dal nostro ultimo incontro, Isaac.
    Il tuo potere sembra completamente diverso e percepisco in te una grande consapevolezza di ciò che sei diventato.


    Era decisamente più forte, ma esprimeva anche una maturità che anni prima non sembrava ancora avere. Il tempo modificava le persone, quello era chiaro, e Bartolomeo sperava proprio che il Cavaliere Nero fosse cambiato nella direzione “giusta” – opposta a quella dei suoi predecessori, insomma. Sperava di non trovarsi di fronte al nuovo Gabriel, versione 2.0, perché non avrebbe mai voluto che quel loro incontro si potesse trasformare in uno scontro. Combattere, in quel momento, era l’ultima cosa che avrebbe mai voluto fare al mondo. C’era ancora così tanto da costruire che dedicarsi a distruggere sarebbe stato inutile e anche alquanto stupido.

    Io, invece, ho cercato solamente di non invecchiare troppo.
    O almeno non troppo male, diciamo.
    Oh oh oh.


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    Doveva proprio essere di buon umore per fare una battuta sulla sua età. Non poteva nasconderlo: le visite inaspettate gli piacevano, proprio come i regali che arrivano senza preavviso in un giorno che non è il tuo compleanno. Era proprio curioso di scoprire le ragioni della presenza di Isaac ad Atene e sperava anche di confrontarsi con lui su alcuni importanti temi.
    La tregua teoricamente ancora in corso tra i Saint e i Black Saint, magari? Oppure l’obiettivo di Bart, e di tutti i suoi amici e alleati, di unire le forze per un bene comune?
    Ci sarebbe stato tempo per ogni cosa. In quel momento, però, il nostro caro Gran Sacerdote avrebbe dovuto fare gli onori di casa e ascoltare con un sincero sorriso cosa aveva da dire il suo ospite gradito ma inatteso.

    Ma ora dimmi, figliolo, come mai questa visita inaspettata?
    Di cosa mi vuoi parlare?


    Fissò il ragazzo in attesa del suo racconto, mantenendo quell’espressione così genuina da risultare disarmante. Visti i passati trascorsi, infatti, i due avrebbero potuto tranquillamente saltarsi al collo e nessuno avrebbe obiettato.
    E invece no.
    Quello doveva essere uno dei tanti passi che avrebbero dovuto compiere per cambiare le cose, per distruggere vecchie e obsolete tradizioni.
    Chi aveva deciso che le loro Caste dovevano necessariamente farsi battaglia? Forse secoli e secoli di ottusità?
    Oh, avete proprio trovato la persona giusta. Una persona che se ne fregava di quello che era accaduto e cercava di abbattere a suon di roboanti risate – e a volte pugni, a essere del tutto onesti – ogni etichetta o pregiudizio.
    Avrebbero potuto e dovuto parlare liberamente, e Bart era prontissimo a farlo.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Se non si fosse capito, è appena arrivato Bart xDD Perdonalo, ma non è colpa sua, è che lo scrivo io così :mke:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - SOLDATO

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    SO LONG, IT FEELS LIKE AN EXISTENCE AGO - II


    Le scene avvenute diversi anni prima in quel luogo affollarono per qualche istante i pensieri dell'Alchimista, ma fu costretto a scrollarsi quasi immediatamente.
    Al repentino avvicinarsi di un cosmo enorme, che a fatica ricordava essere quello di Bart, scattò in piedi e osservò incredulo: il gigante piombò letteralmente dal cielo, alzando un notevole polverone che pian piano lasciò distinguere non solo Bart, ma un grosso tavolo e due sedie che il Grande Sacerdote portava come se si trattasse di un banale zainetto.

    Mentre il biondo osservava la scena con gli occhi sgranati, l'enorme cavaliere del Toro lo salutò con una risata e si mostrò cordiale, rassicurandolo sul fatto che non sarebbe stato attaccato e sul fatto che i rapporti tra le due fazioni fossero ormai abbastanza distesi a seguito dell'incontro con Estelle, non prima però di lasciarsi sfuggire un quasi impercettibile rabbuiamento dovuto dalla scelta del luogo per quell'incontro.

    L'omone posizionò a terra tavolo e sedie, invitando il cavaliere nero ad accomodarsi e lanciandosi in una constatazione dell'evidente crescita di chi aveva davanti prima di scherzare sull'avanzare della sua età.
    Continuava sorridente a fissare Anarygon, almeno finché non si decise a fare la domanda che entrambi sapevano sarebbe arrivata, quella sul motivo di quella visita, mentre il biondo, dal canto suo, osservava di rimando il vecchio conoscente e si preparava a rispondere.
    Un atteggiamento così gioviale era completamente al di là delle previsioni, perciò si stava prendendo del tempo per riordinare tutto ciò che avrebbe voluto rispondere.

    Se dico una parola fuori posto rischio di essere frainteso sia un senso che nell'altro. Devo fare attenzione.

    Improvvisamente desto dall'intreccio di ragionamenti che gli vorticavano in testa, l'uomo che una volta fu Isaac si sporse lievemente verso l'interlocutore e ruppe il silenzio:

    Bartolomeo, quanto tempo.
    Sì, ne è passato parecchio da quel giorno, e come hai giustamente detto sono cambiate diverse cose. In breve?

    Politicamente, Gabriel è finalmente fuori dai radar dell'isola e gli altri hanno scelto me come figura di spicco.
    Personalmente, invece, mi sono sacrificato per arginare la Corruzione, sono tornato in qualche modo, ho visto smantellarsi i cavalieri neri sotto i miei occhi dopo aver difeso casa nostra dai nostri stessi antenati e il Multiverso intero da Thanatos e un paio di divinità del Chaos.


    Fece una pausa per lasciar immaginare la serie di eventi all'altro, poi continuò mutando leggermente espressione in favore di una più seria.

    Immagino comprenderai perchè mi comporto in questo modo nonostante il tuo incontro con Estelle.
    A proposito... Vorrei poterle portare i tuoi saluti e quelli degli altri, ma anche lei non c'è più.

    Non come la conoscevi, almeno.
    Abbiamo dovuto ricostruire, riorganizzare e riadattare ogni cosa a partire da noi stessi; questo ci ha permesso di raggiungere quella consapevolezza che hai colto in me.


    Non voleva far credere a Bart che Estelle fosse morta, permanentemente morta, ma a conti fatti quello era davvero stato un passaggio.
    Per permettergli di capirci qualcosa ed evitare di sentirlo pronunciare ancora il suo vecchio nome era necessario che spiegasse a grandi linee anche qualcos'altro.

    Per me è stato frutto di un lungo e complesso periodo di isolamento in seguito all'abbandono di Death Queen Island da parte di molti: il ragazzo che ricordi, Isaac, è stato costretto a piantare ben saldi i piedi per terra e a rivedere alcune sue posizioni. Risollevare i cavalieri neri dalle ceneri ed assumerne la guida ha fatto sì che lui diventasse me.
    Il mio nome ora è Anarygon, e ti pregherei di non utilizzare più quello di Isaac in futuro.

    A colei che era Estelle è successo qualcosa di... diverso, ma confido che presto o tardi vi possiate incontrare e magari te ne parli lei stessa.

    Quanto a te, non sminuirti, omone! Non hai solamente cercato di combattere il passare del tempo, sei diventato il Gran Sacerdote.

    Non intendevo turbarti scegliendo questo luogo ma quando siamo stati qui, quel giorno, è stata l'ultima volta in cui Isaac è stato davvero certo di ciò che stava facendo.
    Almeno finché non è diventato me.


    Era calmo e parlava in maniera totalmente pacata, cercando di evitare che Bartolomeo fraintendesse la sua praticità per spocchia: stava per affrontare il motivo per cui era lì e, se il Toro fosse già stato indisposto, la situazione avrebbe potuto immediatamente degenerare nonostante non fosse nei piani del biondo.

    Questo però non è interessante, veniamo alla ragione per cui sono venuto a cercarti: la stessa Estelle che idealmente non c'è più mi ha parlato del vostro incontro, sì, ma l'ha fatto dopo essere tornata, pensando bene di farlo davanti ai pochi superstiti tra le nostre fila.
    Ha mandato molti in confusione come potrai immaginare: benché ci stessimo abituando all'assenza di Gabriel, Candice ed altri, certe cose fanno sempre fatica ad essere superate. E' scoppiato un acceso diverbio sul vostro incontro e ho dovuto sedarlo, riuscendoci solamente dopo aver rassicurato le parti che sarei venuto di persona a chiarire i rapporti tra i nostri gruppi. Ecco perchè sono qui.


    Posò entrambi i gomiti sul tavolo e intrecciò le dita mentre inchiodava gli occhi a quelli del gigante.

    Se quello che ha detto Estelle corrisponde, attualmente siamo in una sorta di tregua, giusto?
    Di cosa si tratta esattamente? Noi viviamo la nostra vita, voi la vostra, non ci uccidiamo a vicenda soltanto alla vista dell'oro o del nero?

    E' ovvio che molte delle nostre convinzioni sono impossibili da far collimare, proprio per questo motivo credo molto difficile un'alleanza vera e propria. Lasciami però essere chiaro: non ho intenzioni ostili, sto soltanto affermando che se ci fosse l'intenzione di provare costruirne una, il cambiamento dovrebbe essere epocale ed assolutamente non limitato a te e me, ammesso che sia davvero possibile. Vedo te ben disposto, ma non so se il resto del mondo possa davvero essere pronto, sia tra le tue fila che tra le mie.

    Oh, dannazione, ho parlato fin troppo!
    E' tempo che stia io ad ascoltare.


    Tentò un mezzo sorriso, ricadendo sullo schienale e attendendo le reazioni dell'altro.

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    NOME » Isaac, Darth Anarygon
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    MENTE » Ottimo, concentrato.
    STATUS ARMATURA » Ottimo.
    RECAP » Mai far parlare Isaac, finisce sempre così. XD
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    Bart ascoltò Isaac con sorpreso interesse, non aspettandosi affatto un fiume di parole così spontaneo. Il gigante rimase molto colpito da quell’atteggiamento così diretto e aperto, tanto da assumere una posizione concentrata per ascoltare ogni dettaglio. Incrociò le braccia al petto e rimase appoggiato con la schiena alla sedia, alternando espressioni serie ad alcune un po’ più rilassate a seconda dell’argomento.

    Uhm.

    Quando sentì pronunciare il nome Thanatos, il Gran Sacerdote emise un suono di preoccupato interesse. Ricordava che anche Estelle gliene aveva parlato e la notizia del suo risveglio e delle sue azioni così pericolose gli diede la conferma che anche altre Caste si stavano muovendo. Come quella degli Spectre, appunto, anche se purtroppo si stavano muovendo in una direzione ben diversa rispetto a quella dei Saint e dei loro alleati. Nessuna novità, da sempre funzionava in quel modo, ma un pericolo così grande non andava assolutamente sottovalutato, anche se non doveva distrarre dalla più impellente lotta alla Corruzione.
    Sentendo per la prima volta il nuovo nome di Isaac, Bartolomeo sgranò gli occhi e fece una faccia sconcertata. Non sarebbe mai riuscito a pronunciare una parola simile senza sbagliare, ma per rispetto del ragazzo avrebbe sicuramente fatto il possibile.

    A n a r y g o n.

    Scandì ogni lettera, teso come se camminasse su una distesa di uova pronte a rompersi. Il nome di una persona è importante e il Cavaliere Nero ne parlava come se fosse un elemento fondamentale del suo nuovo io.

    Dannazione, figliolo, così mi metti in difficoltà.
    Faccio persino fatica a pronunciarlo.
    Oh oh.


    Rise, ma non per deridere la situazione. Era più una risata nervosa di chi aveva appena compiuto un’impresa di cui lui stesso non si riteneva capace fino a poco prima. Ce l’aveva fatta e rilasciò tutta la tensione con quella battuta.

    Prometto che ci proverò, ma se m’incarto non farci caso.

    Meglio mettere le mani avanti, perché quel Gran Sacerdote così fuori dagli schemi era alquanto imprevedibile.

    Quante ne devi aver passate, ragazzo.
    Non posso nemmeno immaginare quanto sia stato difficile il percorso che ti ha fatto diventare ciò che sei oggi.


    Lo fissò per fargli capire che ci credeva veramente a ciò che stava per dire, dimostrandogli un rispetto che era assolutamente dovuto a una persona che aveva sofferto così tanto.

    Corruzione, Thanatos e Chaos.
    Devi proprio avere la pelle dura per essere sopravvissuto a tutto questo.
    Oh oh oh.


    Quello era il suo modo per complimentarsi, mischiando serietà a leggerezza. Aveva sin da subito capito che qualcosa in quel ragazzo era cambiato profondamente, e il suo racconto aveva confermato i suoi pensieri. Colui che aveva di fronte non aveva solamente cambiato il nome, ma era diventato completamente un’altra persona. Una persona con cui era necessario ricostruire un legame, perché il loro passato comune era così lontano da rappresentare una pagina ormai sbiadita della loro vita.

    Uhm.

    Un’altra espressione di sorpresa fece mugolare l’omone, quando Anarygon accennò all’acceso diverbio tra i Cavalieri Neri a seguito dell’incontro e dell’accordo tra Estelle e Bart. Rimanendo ancora a braccia conserte, il suo viso si rabbuiò, perché non avrebbe mai voluto mettere in pericolo la ragazza e perché aveva sperato con tutto il cuore che le loro promesse avessero potuto davvero rappresentare l’inizio di un cambiamento. Forse si era aspettato troppo, ma non restava che riprendere l’argomento e chiarire ogni dubbio.

    Mi dispiace davvero che l’incontro tra me e Estelle abbia scatenato questa reazione.
    Spero che ora sia tutto chiarito tra voi.
    E mi farebbe molto piacere incontrarla ancora, specialmente se per lei sono cambiate così tante cose.


    Con la speranza che la ragazza non avesse scelto anche per lei un nome complicatissimo e impronunciabile. Se quella era diventata l’ultima e seguitissima moda sull’Isola della Regina Nera, Bartolomeo si sarebbe dovuto comprare un quadernetto dove appuntarsi tutti quei nomi complicati.

    Sì, possiamo definirla una sorta di tregua quella che avevamo concordato.
    Una tregua per rompere finalmente la spirale di violenza che ci caratterizzava da tempo.
    Una tregua per guardare nella stessa direzione, magari costruendo qualcosa insieme, e smettere di fissarci tra noi come cani rabbiosi pronti a sbranarci.


    Fu completamente sincero, perché non c’era bisogno di mentire. Appoggiò le mani al tavolo e si sedette un po’ più in punta sulla sedia, rimarcando con il suo atteggiamento la veridicità delle sue parole.

    Ma non ha siglato alcun accordo ufficiale o vincolante nei confronti dei Cavalieri Neri.
    Mi ha dato la sua parola e ci siamo stretti la mano.
    Ho visto in lei una sincerità che mi ha sorpreso, e per me quello è bastato.
    Ti assicuro che è stata molto corretta, sia nei miei che nei vostri confronti.


    Aveva descritto il loro incontro in poche parole, ma volle continuare sull’argomento per spiegare come aveva interpretato le conseguenze di quel loro spontaneo e sincero accordo.

    È passato tanto tempo da allora, ma quella stretta di mano per me vale ancora.
    Non ci sono più state azioni discutibili da parte vostra, come invece succedeva spesso ai tempi di Gabriel, e questo mi ha fatto ben sperare.
    Forse perché eravate intenti a ricostruire voi stessi e l’Isola, come mi hai appena detto, ma voglio pensare che sia stato anche merito di quella giornata così importante passata con Estelle.
    Quell’incontro poteva davvero essere il primo passo verso qualcosa di mai visto prima.


    Forse, quella era la stata la prima volta in cui Bart aveva capito che la sua utopia non era poi così tanto irraggiungibile. Dopo aver combattuto fin quasi alla morte contro Gabriel, era riuscito a riavere un contatto così diverso e peculiare con i Black Saint. Estelle era stata come una scintilla che aveva acceso un flebile fuoco della speranza nel cuore del gigante, che aveva cominciato a pensare a un futuro su cui nessuno avrebbe mai scommesso. Nessuno se non lui stesso.
    Fissò il cielo come se fosse perso nei suoi pensieri, lasciando un attimo ad Anarygon per ponderare su quanto gli aveva appena detto. Una pausa voluta, perché Bart aveva tutta l’intenzione di esporre al ragazzo la sua idea di futuro, che pian piano cominciava a essere condivisa da molti, non solo ad Atene.

    Capisco le tue preoccupazioni.
    I Saint e i Black sono nemici giurati fin dai tempi del mito.


    Tornò a fissare il Cavaliere Nero con intensità, riprendendo l’ultima parte del discorso del ragazzo.

    E sarò onesto con te, figliolo.
    È tempo di cambiare le cose.


    Era capitato tutto nel momento giusto. Quale miglior occasione per portare avanti quel sogno che aveva da poco condiviso anche con Amaterasu e i loro nuovi alleati di Agartha. Non restava che provarci e magari – chi lo poteva sapere – inaspettatamente riuscirci.

    La Corruzione ha minacciato la vita stessa su questa terra.
    Abbiamo perso molto.
    Abbiamo perso molti.


    Il suo sguardo si rabbuiò, solo per un istante, ma la sua sincera e reale tristezza divenne palese. Si riprese subito, ma sarebbe stato difficile non notare i suoi pensieri verso tutti i cari e le persone innocenti che avevano perso la vita durante quella lotta contro la Corruzione. Non solo ad Atene, ma in tutto il mondo. Ed era certo che anche Anarygon avesse subito una qualche perdita in quell’inferno post apocalittico.

    Ho incontrato tanti Cavalieri da quando sono diventato Gran Sacerdote, appartenenti a Caste diverse.
    E ho detto a tutti la stessa cosa.


    Fece una brevissima pausa per rimarcare l’importanza di quello che stava per dire, per poi puntare il dito indice della mano destra sul tavolo e cominciare a picchiettarlo al fine di scandire ogni parola.

    Combattiamo insieme!

    Gli vennero in mente i discorsi fatti con Amaterasu e della sottile ma fondamentale differenza tra “combattere per qualcuno” e “combattere con qualcuno”.

    Basta guerre e contese tra noi per eventi accaduti quando nemmeno esistevamo sulla terra.
    Basta rivangare obsolete rivalità a cui non abbiamo nemmeno preso parte.
    Se io sono riuscito a superare quanto accaduto con Gabriel, credo che tutti possiamo avere la speranza di lasciarci il passato alle spalle.


    Riportò quella sua esperienza personale, conosciuta praticamente da tutti i Cavalieri di quell’epoca, come prova del fatto che tutto poteva cambiare. Anche le cose che sembravano impossibili. E mettersi in prima persona come esempio, lo riteneva un passo fondamentale per far capire quanto lui fosse convinto delle sue azioni e delle sue idee.

    Oggi non abbiamo più il lusso di arroccarci dietro le nostre convinzioni.
    Dobbiamo sopravvivere e riprenderci il mondo che la Corruzione ci ha sottratto con la forza.
    Più ci combattiamo tra noi e più quel male comune prende il sopravvento.


    Nel corso dei secoli, le diverse Caste erano sembrate più dei gruppi di bambini intenti a giocare alla guerra, piuttosto che potenze vere e proprie in grado di mutare le sorti del mondo intero. Era arrivato il tempo di cambiare.

    Tu mi parli di un cambiamento epocale?
    Bene, facciamolo.


    Sbatté con delicata decisione il pugno destro sul tavolo, continuando a sostenere le sue parole con gesti accorati. Era il suo retaggio da italiano che lo aiutava in quel momento, rendendo i suoi discorsi sempre sentiti e diretti.

    Possiamo e dobbiamo essere l’alba di una nuova era.
    Che il mondo sia pronto oppure no.


    A volte è importante stressare i concetti, iniziando qualcosa anche quando non sembra il momento più adatto. L’atteggiamento contrario, altrimenti, li avrebbe fatti attendere un momento perfetto che non sarebbe mai arrivato, fossilizzandoli per sempre nello status quo.

    Noi abbiamo già iniziato e siamo pronti a continuare insieme a voi.
    Senza pregiudizi e senza rancori.


    Avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle un passato sicuramente pesante ma ormai inutile, trovando la forza di costruire qualcosa che fosse tutta farina del loro sacco. Difficile, certo, ma fondamentale per plasmare con le loro stesse mani il domani in cui volevano vivere.

    E con il “noi” non intendo solo i Saint.
    Asgard e Agartha sono unite con Atene in questa che qualcuno potrebbe definire follia.
    Una follia per fare fronte comune contro la Corruzione e permettere al mondo di rinascere.
    Contro ogni pronostico, contro ogni assurdità che quel terribile male potrebbe mai vomitarci addosso.


    La sconfitta della Corruzione poteva essere l’obiettivo comune cui puntare, in grado di mettere d’accordo tutto e tutti. Quello sarebbe stato il punto di partenza, per poi lasciare che l’unione d’intenti li unisse in modo naturale e solido sotto un unico stendardo. Utopia? Forse, ma dovevano continuare a renderla realtà, tassello dopo tassello.

    Ogni Casta unita in questo intento sta cercando di tendere la mano verso gli altri.
    Nessuno comanda nessuno, ma tutti ci aiutiamo l’un l’altro.
    Per dimostrare che un destino che sembrava ormai segnato si può riscrivere.
    Per dimostrare che noi siamo i primi a dover cambiare per permettere il vero cambiamento.


    Fece nuovamente una pausa, questa volta leggermente più lunga. Appoggiò entrambe le mani al tavolo, calmando il suo gesticolare. Poi, tornò a fissare il ragazzo con una convinzione che probabilmente non aveva mai visto in nessun altro, espandendo il suo cosmo dorato in modo accogliente e assolutamente non minaccioso.

    A n a r y g o n.

    Pronunciò quel nuovo nome scandendo bene le lettere per evitare di sbagliarlo.

    Qui e ora abbiamo la possibilità di scrivere la storia.

    Puntò il dito indice sul tavolo, senza picchiettarlo quella volta, ma lasciandolo fisso sul legno.

    Dipende tutto da te, da voi.
    Da tutti noi.


    Infine, allargò le braccia e scoppiò in una risata liberatoria per stemperare la situazione. Il suo discorso era stato lungo, preciso e decisamente serio. Il Gran Sacerdote non era abituato a mantenere quell’espressione di seriosa convinzione così a lungo e si lasciò andare in un atteggiamento assolutamente a lui più congeniale.

    Oh oh, perdonami.
    Anch’io ho parlato tanto e forse mi sono fatto trasportare un po’ troppo.
    Il mio grosso problema è che ci tengo e ci credo davvero.
    Oh oh oh.


    Mantenendo un sorriso genuino e sincero, si rivolse un’ultima volta al ragazzo, chiedendo la sua opinione a caldo.

    Figliolo, dimmi, cosa ne pensi?
    Sincero, mi raccomando, anche se mi vuoi dire che ti sembrano i vaneggiamenti di un pazzo visionario.


    jpg

    Sorprendimi!

    ...nel bene o nel male, ma solo Anarygon avrebbe potuto decidere, con le sue prossime parole, il tipo di sorpresa che avrebbe fatto al Gran Sacerdote. Sarebbe stata una sua libera scelta. Avrebbe potuto stringere metaforicamente la mano protesa verso di lui da quel Bart sognatore ma estremamente concreto che voleva davvero cambiare il mondo. Oppure sarebbe potuto rimanere scettico e titubante a causa del solito pregiudizio ormai obsoleto che macchiava da tempo immemore le loro rispettive Caste.

    Caro Cavaliere Nero dal nuovo nome impronunciabile, è tutto nelle tue mani.

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    Riassunto:
    Pensavi di aver parlato molto, eh? Vero, ma non ho voluto essere da meno xDD Dopo una prima premessa sullo stato dell’accordo tra Atene e Isola della Regina Nera, ti coinvolgo in quella che ormai si può definire l’Utopia di Bart. Ti racconto l’ovvio, che però mai nessuno ha davvero considerato fattibile sin dai tempi del mito. Eravamo troppo intenti a darci battaglia tra noi che ci siano dimenticati che la Corruzione ci sta facendo molto male al grido di “dividi e conquista”. Basta rimanere divisi, come isole che non comunicano mai. Abbiamo l’opportunità di diventare un unico e inarrestabile fronte comune dove tutti siamo sullo stesso piano e ci aiutiamo gli uni con gli altri. Questo ci permetterà di uscire a testa alta da questa situazione post apocalittica e riscrivere un futuro in cui la vita sulla terra avrà ancora un senso. Insieme. Al momento, Agartha e Asgard sono con Atene in questo difficile compito. Tutto ciò potrebbe davvero essere l’inizio di qualcosa di mai visto prima nella storia dei Cavalieri (e del Forum stesso :mke:). Orbene, caro Anarygon (dannazione che nome difficile xDD), cosa ne pensi? :kuku:

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    SO LONG, IT FEELS LIKE AN EXISTENCE AGO - III


    Aveva parlato decisamente tanto ma Bart non si era distratto un singolo istante, anzi aveva dato il giusto peso e la giusta importanza ad ogni parola, aggiungendo prontamente qualche commento o considerazione. Addirittura prese con grande serietà la questione del cambio d'identità, sorprendendo l'Alchimista che si aspettava una qualche ramanzina sul non perdere di vista la propria natura. Era già pronto a rispondere che era successo esattamente il contrario, che si era trattato proprio di abbracciarla, finalmente, eppure l'energumeno dai lunghi baffi bianchi sembrava non aver neanche considerato la cosa, mostrandosi anzi la persona più comprensiva con Anarygon avesse avuto a che fare da diverso tempo.

    Ripensandoci, non doveva essere così sorprendente, dato che era stato lo stesso Bartolomeo a far scudo con il suo corpo ad Isaac e Candice di fronte alla furia di Daya in quello stesso luogo. Si poteva dire che erano cambiati parecchio, ma in qualche modo qualcosa in entrambi era rimasta uguale, in fondo.

    Bart proseguì spiegando modi e contenuti del suo incontro con Estelle, rassicurando Anarygon sul fatto che non era mai stato nelle intenzioni di nessuno dei due andare oltre quanto detto ma enfatizzando quanta importanza avesse avuto per l'ormone quell'approccio. Il biondo riconobbe con compiacimento l'attitudine con cui il Grande Sacerdote stesse affrontando la loro conversazione e l'apertura che stava dimostrando e iniziava a capire quanto, a dispetto delle apparenze, sia le loro azioni interne che la mancanza di altri interventi all'esterno dell'Isola che non fossero proprio la chiacchierata tra l'allora Black Pisces e il Toro dorato avessero portato i loro frutti.
    Bart stesso espresse quello stesso concetto: da quando Gabriel era sparito, i motivi per portare avanti quella guerra a vista erano svaniti con lui.

    Non durerà per sempre ma in fin dei conti, per il momento, è quello di cui tutti sembriamo avere bisogno e trarre vantaggio.

    Una riflessione cinica, forse, ma nulla di estraneo al modo di pensare costruito nel tempo da Anarygon.

    Fu allora che l'espressione dell'interlocutore si fece così appassionata da rapire ulteriormente l'attenzione del Portavoce dell'Ordine:
    il discorso sull'inaspettata positività dell'incontro tra due cavalieri uno vestito d'oro e una di nero era stato la perfetta introduzione a ciò che venne dopo. Che fosse stata un'esca, o forse no? Di certo però bisognava dare atto al grande e grosso Bartolomeo riguardo le sue capacità oratorie.

    Intavolò la sua proposta con una naturalezza ed una convinzione tali da rendere difficile qualsiasi tipo di obiezione: la Corruzione stava ancora devastando il loro mondo e loro, tutti loro, continuavano a farsi la guerra in nome di assunti millenari, lasciando quella piaga libera di diffondersi e rafforzarsi giorno dopo giorno.
    Vittime, sacrifici, perdite.
    Tutto ciò stava continuando senza sosta esattamente come tutti loro non smettevano di ripetere lo stesso pattern.
    Bartolomeo del Toro, Grande Sacerdote di Athena, stava proponendo di spezzare il circolo, di unirsi ed affrontare seriamente la minaccia, insieme.

    Pareva aver ottenuto già l'appoggio di Asgard e dei Gea e fece leva sulla sua capacità di essersi lasciato alle spalle gli aventi relativi a Gabriel distinguendo le sue azioni da quelle di qualsiasi altro cavaliere nero. Voleva davvero scrivere una nuova pagina nella storia del mondo unendo tutti quanti sotto uno scopo comune, tanto che nell'esporre la sua idea acquisiva sempre più foga, gesticolando e utilizzando ogni movimento o suono generato con l'ausilio di impatti contro il tavolo per condire ancor meglio i concetti.

    Il biondo rimase onestamente colpito e si accertò di calibrare la propria risposta: non sarebbe stato facile soddisfare le aspettative dell'omone mantenendo una sincerità totale, ma tentò l'impresa una volta che l'altro ebbe finito.

    Sospirò sonoramente, esprimendo in qualche modo tutta la gravità delle parole da pronunciare di lì a qualche istante, poi si assicurò di utilizzare la sua espressione più seria per guardare Bart dritto negli occhi.

    Come prima cosa devo ringraziarti.
    Sia per il rispetto dimostrato riguardo il nome, nei confronti miei e dei miei trascorsi negli ultimi anni, sia a nome di quella che era Estelle e di tutto l'Ordine dei cavalieri neri per essere stati parte del processo che ti ha spinto a farti promotore di un'idea come quella che mi hai esposto.


    Fin lì tutto facile, la parte delicata doveva ancora essere affrontata.

    In secondo luogo, riguardo la Corruzione, non posso che essere d'accordo con te.
    Non ti nascondo che noi siamo stati, tra virgolette, fortunati: esclusi i problemi iniziali, il nostro esserci chiusi a riccio per ricostruire noi stessi dopo gli eventi di cui ti ho accennato ci ha permesso di avere pochi contatti con questo cancro che affligge il nostro pianeta e la nostra razza.
    Io per primo, pur non sottovalutandone la pericolosità nè tantomeno la tenacia, mi sono permesso di non farne un problema prioritario, avendone di ben più concreti persino all'interno della nostra zona sicura, ma se unirci fornirà a tutti quanti abbastanza informazioni e potenza di fuoco per estirpare una volta per tutte la minaccia... beh, che stiamo aspettando?


    Incredibile, ma quelle parole uscirono realmente dalla bocca di un cavaliere nero nei confronti di uno dorato. Anche se...

    Però, dato che mi hai chiesto sincerità, te ne darò in abbondanza.

    Questa collaborazione può funzionare soltanto se agiamo con criterio: le figure di spicco, una o due al massimo suggerirei, per ogni schieramento coinvolto dovrebbero allinearsi su conoscenze ed esperienze dirette in modo da mettere tutti al corrente delle varie manifestazioni regolari o anomale della Corruzione, su eventuali informazioni rilevanti, e soprattutto per elaborare un piano solido e dettagliato in cui ciascun gruppo abbia il suo ruolo nel lancio di questo assalto epocale.
    Nessuna fazione coinvolta sovrasti, denigri o metta in pericolo le altre in alcun modo, per quanto modi, convinzioni o qualsiasi altra variabile possa sembrare una giustificazione per farlo.
    O siamo tutti insieme, tutti sullo stesso piano e senza colori diversi addosso, o per me non se ne fa niente.

    Per anni ho sentito di tutto e di più sui cavalieri neri, e ancora adesso spesso mi trovo insultato e trattato come l'ultimo degli idioti di fronte a un re da individui di ogni tipo di schieramento per il semplice fatto di vestire l'armatura che vesto o di avere determinati ideali.

    Un cambiamento epocale.
    Facciamolo, ma facciamolo davvero.

    Questa convergenza è una tua idea, scatenata alla lontana persino da Estelle, hai detto. E se con del sano ottimismo funzionasse, se tutti uniti riuscissimo a liberarci della Corruzione, chi ringrazieremmo? I singoli individui partecipanti, ciascuno con la propria forza, la propria determinazione e la propria capacità di mettere da parte tutto per progredire.... o le divinità, per aver concesso poteri, ispirato o fatto il tifo da ovunque siano?


    Non si nascose dietro un dito.
    Era propenso, lo era davvero, ma se davvero si sognava un cambiamento, quelle erano le sue condizioni.
    Scrutava le reazioni del Grande Sacerdote, non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo.
    Prima che questi rispondesse però, Anarygon concluse.

    Mi dispiace essere così diretto, ma specialmente se vuoi coinvolgere tutti, devo essere certo che io e i miei possiamo finalmente iniziare a ricevere il rispetto che meritiamo, che si inizi a ragionare sul fatto che le divergenze religiose possano essere scardinate, perchè l'unica vera differenza che ci divide sta nel fatto che traiamo ed accresciamo i nostri poteri soltanto grazie a noi stessi invece che riceverli in dono: non abbiamo null'altro di discriminante o che risulti meno rispetto a chiunque altro.

    Anzi.... si trattenne dall'aggiungere, giudicandola una specifica non funzionale in quell'occasione.

    Se tutti i coinvolti, specialmente gli Atlantidei, dovessero essere d'accordo con queste semplici condizioni di basica convivenza umana, sarò il primo a scendere in campo per difendere l'Umanità.

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    NOME » Isaac, Darth Anarygon
    ENERGIA » Nera
    CASTA » Black Saint
    ARMATURA » Black Acquarius, VI
    CORPO » Ottimo.
    MENTE » Ottimo, concentrato.
    STATUS ARMATURA » Ottimo.
    RECAP » Mai far parlare Isaac, finisce sempre così. XD
    TECNICHE » -|-


    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final


    Edited by Kriøs - 4/5/2021, 10:42
     
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    So Long, It Feels Like An Existence Ago

    Le sorprese, come tutti sanno, possono essere di vario genere. Possono essere positive, negative, ma possono anche scatenare un misto di emozioni contrastanti.
    Bart doveva ammettere di essere rimasto molto colpito dalle parole di Anarygon, ma non riusciva ancora a capire quale sensazione gli avessero lasciato. Era positivamente sorpreso dall’apertura mentale con cui il ragazzo aveva risposto a quella che sembrava la follia di un Gran Sacerdote vaneggiante. Il Cavaliere Nero era stato comprensivo e diretto nella sua risposta, dimostrando un atteggiamento molto lontano dall’estremismo di Gabriel e decisamente più aperto al cambiamento. Com’era prevedibile, però, il guerriero dell’Isola della Regina Nera era ancora legato alle sue esperienze passate, sia dirette che solamente raccontate. Le Caste si erano da sempre dato battaglia e le guerre sanguinose, i torti e le discriminazioni avevano spesso fatto da padroni. Il gigante non poteva certo biasimarlo, ma era chiaro che c’era ancora molta strada da percorrere per eliminare tutti quei dubbi.
    Si era appena imbattuto in una situazione alquanto normale: quasi tutti partono prevenuti di fronte a novità così dirompenti dello status quo. Avrebbe dovuto considerare quell’esperienza come una delle molte che sarebbero potute ancora accadere, dando tutto se stesso per dimostrare e convincere che ogni cosa era davvero possibile. Fino a quel momento aveva sempre conversato con persone alquanto propense a seguire il suo ideale e quella con Anarygon era l’occasione migliore per approfondire un discorso molto spinoso. D’altro canto Bartolomeo si era confrontato su alcuni di quegli argomenti in modo diretto anche con Andrea, la Leonessa d’oro, quindi era del tutto logico che un Cavaliere Nero avesse delle remore legittime.
    Oh beh, le cose facili non gli erano mai piaciute e decise che avrebbe dato il meglio di se per esporre la sua utopia a quel ragazzo così propenso al dialogo e, soprattutto, all’ascolto. Sorrise mentre le parole dell’altro esponevano il suo punto di vista, per poi appoggiare i gomiti al tavolo, intrecciare le mani di fronte e se e cominciare il suo discorso in modo serio, sincero e sentito.

    Combattere insieme per uno stesso scopo deve prescindere dal numero dei partecipanti.
    Se credi in questo ideale e ne vuoi davvero far parte, dovresti essere disposto a combattere anche da solo.
    Contro tutto e tutti.


    Volle iniziare con quella puntualizzazione perché la riteneva il fulcro di tutto quello che avrebbe detto dopo. Anarygon avrebbe dovuto essere convinto in prima persona di quel cambiamento, perché solo con un gruppo formato da elementi forti e decisi sarebbe stato possibile raggiungere anche l’impossibile. E quell’utopia, quel cambiamento, era qualcosa considerata impossibile da molti.

    Sii il primo a scendere in campo per difendere l’umanità, se necessario.
    Così come lo stiamo facendo tutti noi.
    E vedrai che non sarai il solo.


    Riprese le parole del ragazzo, che era disposto a essere il primo a scendere in campo per difendere gli esseri umani, e lo spronò all’azione. Le parole sono sempre molto importanti, ma alla fine sono i fatti che contano. Se qualcuno è disposto a fare una cosa, non deve aspettare gli altri per farla, ma deve dare il buon esempio per creare un effetto domino positivo e travolgente.

    Io non ho mai posto condizioni e non me ne sono mai state poste.

    Pronunciò quelle parole con una punta di delusione, poiché l’ultima parte del discorso di Anarygon, riferita ad Atlantide, imponeva una sorta di prerequisito per la loro possibile alleanza. Bartolomeo non aveva mai chiesto condizioni, perché lo riteneva contrario a ogni principio di unione paritaria, ma non poteva certo pretendere che tutti si comportassero esattamente come lui. La diversità era alla base di ogni gruppo e permetteva di mantenere un sano equilibrio senza cadere in estremismi o fanatismi. In fondo comprendeva i dubbi riguardanti i Primarchi, che rappresentavano ancora, infatti, una delle variabili più imprevedibili.

    Capisco, però, i timori e i pregiudizi che ancora puoi avere.
    È normale, ma dobbiamo proprio fare in modo che nessuno li abbia più.
    In primis con le nostre stesse azioni.


    Il Cavaliere Nero non poteva certo saperlo a priori, ma i contatti con Atlantide erano stati molti e variegati nel corso del tempo, sia con Atene sia con Agartha. Quello che era mancato era una vera e propria finalizzazione degli accordi, poiché convincere tutti i Primarchi era stato più complesso del previsto. Johanna costituiva la loro speranza, ma era solo una dei sette comandanti degli oceani.
    Bart assunse nuovamente una posizione più rilassata, con la schiena poggiata alla sedia, incrociando sovrappensiero le braccia al petto nella sua classica posizione da Cavaliere del Toro.

    Ti ho descritto questa nostra alleanza come un gruppo in cui tutti hanno il loro ruolo.
    In cui tutti sono importanti.
    E come io ho avuto quest’occasione unica di parlare con te, Agartha sta cercando un nuovo contatto con Atlantide.
    Un contatto che Atene aveva già aperto, più volte, e che è in attesa di essere ulteriormente approfondito.


    Tutto vero e non c’era assolutamente nulla da nascondere. Sia lui stesso che Andrea avevano incontrato Johanna in tempi e modi diversi, e Amaterasu, dopo, Pan avrebbe fatto lo stesso. Un passo alla volta, insomma, senza mai smettere di provare a cambiare finalmente le cose.

    La situazione nei loro territori è particolare e molto delicata.
    Un passo sbagliato e si potrebbe mettere in pericolo la vita di persone innocenti.


    Delicata e dall’esito tutt’altro che scontato. Gli vennero in mente le figlie di Johanna e il suo cuore si strinse come in una morsa. Avrebbero fatto di tutto per guidare le trattative nella direzione giusta, con i tempi e con i modi adeguati.
    Era importante ricordare, però, che non poteva andare sempre tutto secondo i piani e che un sano spirito di adattamento era necessario per raggiungere i loro scopi.

    Ma non ci siamo mai scoraggiati e non inizieremo certo ora.
    Ci sono speranze, e non poche.
    Sono convinto che abbiamo tutti gli elementi per essere i promotori di un futuro mai visto prima anche tra le loro fila.


    Fece finalmente una breve pausa dopo quel fiume di parole, passando all’altro argomento importante: le disuguaglianze. Si fece più pensieroso, abbassando un attimo lo sguardo mentre riordinava le parole che avrebbe pronunciato. Poco dopo, però, fissò nuovamente Anarygon per rimarcare il suo approccio trasparente e diretto.

    Per il resto, figliolo, sono assolutamente d’accordo che il cambiamento deve essere radicale.
    Dobbiamo scardinare ogni inutile pregiudizio del passato.
    E solo agendo come un unico gruppo, potremo davvero farlo.


    Era ora di smetterla di guardarsi indietro, ed era necessario percorrere la strada verso un futuro diverso. La storia e le esperienze passate erano importanti, ma non dovevano diventare un ostacolo insormontabile.

    Tutti coloro con cui ho parlato erano pronti a ricominciare da zero, dal foglio bianco.
    Un foglio bianco su cui scrivere il nostro futuro con le nostre stesse mani.


    Allargò leggermente le braccia mostrando i palmi, quasi volesse simulare con i gesti le parole appena dette. Le sue erano mani distrutte dal sacrificio e dalla guerra, ma non si sarebbero mai tirate indietro per aiutare gli altri.

    Certo, ci sarà sempre qualcuno che la penserà diversamente e saremmo ingenui a sperare il contrario.
    I pregiudizi sono innati nell’essere umano e in qualunque società.


    Fece spallucce, come a rimarcare che non tutto poteva essere controllato o deciso a priori. Alcuni concetti erano così radicati nell’animo stesso delle persone che sarebbe stato molto difficile far cambiare loro idea. Ma avrebbero dovuto tentare di fare anche quello, arrivando dove nessuno aveva mai nemmeno pensato di arrivare.

    La forza di questo nostro cambiamento dovrà proprio essere quella di dimostrare al mondo che non siamo figli di un passato che ormai non ci appartiene più.
    Sono le ideologie ottuse e radicate ad allontanarci, e a noi non resta che superarle.
    Solo così avremo successo e potremo davvero convincere tutti che l’impossibile è davvero diventato possibile.


    Lo sguardo del Toro si fece più intenso, fissando il ragazzo negli occhi per coinvolgerlo ancora di più in quel discorso necessario ma complesso. Non poteva perdersi nemmeno una parola perché il destino del mondo intero poteva dipendere anche dall’esito di quel loro incontro.

    Tu, Anarygon, e chiunque vorrà unirsi a noi in questa lucida follia avrà una certezza.
    Non essere solo.


    Fece ancora una breve pausa, per concentrare l’attenzione su quella promessa: non sentirsi mai più soli contro tutto e tutti, ma far parte di qualcosa di ben più grande di ognuno di loro.

    È il gruppo che vince, non il singolo.
    In questo modo nessuno sarà più importante di un altro e ogni forma di discriminazione diventerà automaticamente inutile e inefficace.
    Potremo condividere i nostri punti di forza e colmare reciprocamente i punti di debolezza.
    In questo modo otterremo qualcosa che sarà ben più grande della semplice somma dei singoli.


    Appoggiò le mani al tavolo e si diede una spinta sulla sedia per alzarsi in piedi. Ormai era entrato in modalità oratoria e non riusciva più a contenere il suo trasporto stando seduto. La sua stazza svettò in quel luogo come una colonna portante del Grande Tempio, proiettando un’ombra che aumentò ancora di più l’ampiezza della sua presenza. Era così coinvolto in quell’incredibile utopia che non poteva comportarsi come se stesse conversando di una cosa qualunque. Per lui era davvero importante e voleva assolutamente trasmettere ad Anarygon anche solo un briciolo di quella sua convinzione.

    Figliolo, ti ringrazio per la tua schiettezza e anch’io voglio essere trasparente con te.

    Scrollò lievemente e lentamente la testa.

    Non ci saranno mai le condizioni ideali per tutti.
    Anche all’interno di una stessa Casta potrebbero esserci pensieri inizialmente contrastanti.
    Se attendiamo un perfetto punto di partenza, stai certo che questo non arriverà mai.
    E i secoli passeranno senza che nulla sia davvero cambiato.


    E i secoli si sarebbero trasformati in un’eternità monotona, come in un cerchio che, chiusa un’era, ricomincia da capo.

    In questa nostra utopia dobbiamo crederci.
    Senza se e senza ma.


    I “se” e i “ma” sono importanti, ma non possono certo costituire un prerequisito se si vogliono davvero cambiare le cose.

    Non è assolutamente una fede cieca, perché questo porterebbe a un sicuro disastro.
    Ma è fondamentale iniziare, innescare la scintilla, per raggiungere lo stesso scopo.
    Anche a costo di fare il primo passo in condizioni non ottimali, contro ogni pronostico e contro ogni pregiudizio.
    Sempre e comunque.


    Fece qualche passo in direzione del Grande Tempio, per poi tornare immediatamente vicino al tavolo e chinarsi su di esso appoggiando le mani al bordo.

    Anarygon, so che non è facile pensare a quella che chiunque definirebbe come un’utopia.
    Ma anch’io, come te, voglio essere diretto.
    Non c’è bisogno di troppi giri di parole.


    Si raddrizzò e spalancò le braccia come gesto d’inclusione e piena accettazione, per poi porre al Cavaliere Nero le domande fatidiche. Semplici ma dritte al punto, come una freccia che colpisce al centro del bersaglio.

    Vuoi far parte con noi di tutto questo?
    Vogliamo combattere insieme?
    Senza se e senza ma.


    jpg

    Infine sorrise, perché adorava conversare di quell’argomento con persone così aperte al dialogo. E stemperò nuovamente la situazione in quel modo tutto suo, passando dall’estrema serietà di un momento capace di cambiare per sempre il loro destino alla genuinità di una risata spontanea.

    Sì, lo so, qualche se e qualche ma ci saranno sempre, ovviamente, ma ci siamo capiti.
    Oh oh oh.


    Il suo petto sobbalzò al ritmo di ogni “oh”, travolgendo con una ventata di spensierato buonumore quello che era diventato a tutti gli effetti un incontro importantissimo. Un incontro che poteva davvero passare alla storia.

    Anarygon, porta pazienza, Bart è fatto così.

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    Riassunto:
    Il messaggio è chiaro: comprendo i timori iniziali, che è normale avere, ma in quest’utopia, in questa lucida follia, è necessario dedicarsi anima e corpo. Non è possibile partire da un punto perfetto (Atlantide subito d’accordo, Spectre che diventano Saint xDD, ecc.), perché quello è l’arrivo e non la partenza. Quindi, condivido tutti i dubbi, ma è l’obiettivo che ci deve unire. Il come raggiungere l’obiettivo sarà uno dei nostri compiti. Navighiamo a vista, ma se navighiamo sulla stessa nave, in cui tutti siamo capitani e mozzi allo stesso tempo, e la facciamo diventare sempre più grande e forte, andrà a finire che saremo noi a sfondare l’iceberg e non viceversa (evitando la fine del Titanic xDD) :asd: Cosa ne dici, caro, sali a bordo insieme a questo pazzo di Bart? :kuku:

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    Si sarebbe aspettato una reazione diversa da Bart, doveva ammetterlo.
    Era stato stupito, ma non certo in positivo: ovviamente non si sarebbe mai aspettato che l'omone assecondasse le sue condizioni e le implicazioni che ne sarebbero scaturite, in special modo per lo schieramento Ateniese, ma di fronte al ripetuto sottolineare del Toro il fatto che, in soldoni, la pillola era quella e bisognava ingoiarla così com'era per raggiungere lo scopo finale, il biondo si convinse che fosse presente un recinto oltre il quale sarebbe stato sia inutile che impossibile andare.

    Il Grande Sacerdote parlava di quanto fosse necessario un atto di superiorità per innescare una collaborazione generale, rimarcò lui stesso la situazione instabile nei riguardi di Atlantide ed all'interno di Atlantide stessa, poi in preda alla foga si alzò e continuò a sottolineare quanto l'unione faccia la forza, i pregiudizi siano radicati e tante altre belle parole che però a conti fatti esponevano, nella visione di Anarygon, il suo schieramento non solo a non riguadagnare rispetto, ma anche a diventare lo zimbello di tutti nel provare a gettare un ponte di collaborazione in seguito a tutte le vicissitudini trascorse.

    Il cavaliere nero continuò ad ascoltare, convinto ormai che quello fosse più un discorso paternalistico che un'apertura vera e propria a ricominciare tutto da zero, finché dopo aver mosso qualche passo verso il Santuario, il gigante si voltò verso di lui e chiese senza fronzoli se fosse disposto a mettere da parte perplessità e condizioni per unirsi a quella battaglia condivisa.

    Mentre il suo cervello elaborava mille considerazioni e cercava di ordinarle tutte in un discorso sensato, l'uomo che una volta fu Isaac si alzò a sua volta, con una calma ed una lentezza quasi disarmanti.

    Bei discorsi, ottime intenzioni, ma arrivando al dunque, non cambierà mai nulla.
    Adattiamoci tutti e cerchiamo di superare i retaggi passati, certo, ma facciamolo tutti quanti allora, o diventerà una resa incondizionata in favore di chissà cosa.


    Socchiuse gli occhi quasi come a fermare il flusso della sua coscienza per un attimo, poi li riaprì mantenendo la stessa lentezza nei movimenti.

    Permettimi di argomentare prima di arrivare al sodo.

    Questo discorso avrebbe la sua coerenza ed una correttezza inappellabile se ci trovassimo in un regno puramente teorico e in cui gli equilibri non sono già sbilanciati come di fatto lo sono nel nostro mondo.
    Se assecondassi le tue parole, sarebbe come accettare a scatola chiusa una collaborazione esponendo i miei a situazioni potenzialmente spiacevoli o allo scherno dovuto all'aver stretto alleanza con voi e potenzialmente Atlantide dopo tutto quello che è successo finora e senza battere ciglio.


    Eccessivo senso di responsabilità accompagnato da mancanza di carattere?
    Più che altro avrebbe definito quelle considerazioni come una secchiata di gelida concretezza nel mezzo delle utopiche buone intenzioni. Era vero: se qualcuno non avesse iniziato, non sarebbe mai cambiato nulla; ma era altrettanto vero che senza smussare ciascuno i suoi angoli, un nuovo inizio, anche tentando, non potrebbe che durare il tempo di uno starnuto. Stando a Bart però, a smussare i propri angoli avrebbe dovuto essere soltanto il Portavoce con la sua gente, a cui veniva chiesto di dimenticare, tapparsi il naso e dimostrarsi superiori.

    Un po' come chiedere a degli schiavi di collaborare con i loro padroni per migliorare la vita di tutti. Sono di certo loro a doversi mostrare propensi, non l'altra parte a dimostrare di essere pronta a cambiare atteggiamento, giusto?

    Un'alleanza vera e propria e un cambiamento duraturo non accadranno, almeno finché non sarete tutti pronti a considerarci vostri pari e spezzare il ripetersi della storia tacciando di volta in volta i cavalieri neri come scarti, feccia o criminali per peccato originale.

    Fece poi un ultimo e rallentato passo verso l'omone, lasciando che le sue parole risuonassero.

    Tuttavia.



    La Corruzione è un male che interessa tutti.
    Una singola guerra in cui nonostante tutto ci troviamo dalla stessa parte, accantonando tutto il resto e muovendoci come uno solo. Questo posso accettarlo, e come ho già detto ho intenzione di essere non soltanto in prima linea, ma anche parte integrante dei preparativi.

    A questo proposito, piuttosto: cosa sappiamo di preciso su questa piaga?
    Come dicevo poco fa, noi cavalieri neri non abbiamo avuto modo di avere informazioni specifiche a riguardo, se non riguardo ai singoli corrotti insediati in giro per il mondo e ben poco rilevanti.




    Questa era la decisione di Anarygon: preservare i suoi interessi. Estirpare la Corruzione era semplicemente parte di essi, e un fronte unito avrebbe semplicemente reso tutto più veloce. Tutto il resto era già sparito dalla sua attenzione e nella migliore delle ipotesi sarebbe stato riesaminato dopo la momentanea comunione d'intenti. Volendo essere ottimisti, poteva anche essere visto come un banco di prova per il comportamento di tutte le altre fazioni. Magari avrebbero capito osservando lui e gli altri in azione, magari sarebbe davvero cambiato qualcosa. Il fatto era che il cambiamento poteva andare in due direzioni.

    Avanti, Bartolomeo, distruggiamo questa minaccia!
    Solo così potremo continuare a scornarci sui cambiamenti epocali come stiamo facendo o a suon di sberle.



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    ARMATURA » Black Acquarius, VI
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    MENTE » Ottimo, concentrato.
    STATUS ARMATURA » Ottimo.
    RECAP » Circoscriviamo il tutto e tiriamo fuori qualcosa di positivo va!
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    A volte poteva accadere di essere frainteso e in alcuni casi quel suo atteggiamento così aperto e bonaccione poteva essere percepito come segno di debolezza caratteriale. Non tutti si ricordavano, però, che dietro a quella facciata di travolgente positività si celava un uomo molto più complesso rispetto alle iniziali apparenze.
    Nonché, con molte probabilità, l’essere umano più forte attualmente in vita sulla faccia della terra.
    Nonostante tutto, Bart non si era mai imposto con la forza o in modo aggressivo durante le discussioni, perché non rappresentava assolutamente il suo modo di essere. Era la persona più alla mano che avreste mai potuto conoscere, oltre che un Gran Sacerdote inusuale e alquanto peculiare. Non gradiva, però, essere direttamente o indirettamente preso in giro, specialmente su argomenti cui teneva molto.

    Anarygon, non è necessario deridere una proposta se non sei d’accordo.

    La sua espressione si fece immediatamente più seria, fissando il Cavaliere Nero con un’intensità che il ragazzo non aveva mai visto nel gigante. Con quell’unica frase voleva ridimensionare sul nascere le parole infelici con cui Anarygon aveva terminato il suo discorso, rimarcando l’importanza che il Toro dava a quella discussione. Essere in disaccordo non doveva equivalere a sminuire l’idea altrui e quello strano accostamento tra serio diniego e scherzosa frecciatina non piacque per nulla al Cavaliere d’Oro. L’omone si rimise seduto, imitando la lentezza dei movimenti dell’altro e, dopo qualche secondo di voluto e pesante silenzio, spiegò ulteriormente quella sua necessaria osservazione.

    Io sono convinto che questi “cambiamenti epocali” siano possibili.
    Senza “scornarci” e senza prenderci a “sberle”.
    Quello che ancora manca ad alcuni è credere che tutto ciò sia davvero realizzabile.


    Citò le stesse parole del ragazzo proprio per far capire dove aveva esagerato, almeno per la sua personale sensibilità, aggiungendo la sua ferma convinzione in quella visione che in molti consideravano utopia. Rimase serio ancora per qualche istante, per cementare le parole e la situazione, per poi allargare pian piano il sorriso e dare una seconda possibilità a quella conversazione. Non avrebbe potuto arrendersi al primo ostacolo, al primo rifiuto, e avrebbe dovuto fare di tutto per comunque gettare le basi di una solida collaborazione. Una collaborazione magari diversa dallo sperato, ma che sarebbe stata pur sempre un inizio positivo e migliorabile in futuro.

    Io ci credo, con tutto me stesso, così come tanti altri.
    Questo è il primo passo per cambiare davvero le cose.
    Un primo passo per dimostrare che tutti questi pregiudizi non hanno più ragione di esistere.


    Nonostante avesse parlato a lungo di quell’argomento delicato – i pregiudizi e i preconcetti – forse il messaggio non era passato in modo corretto. Oppure chi lo stava ascoltando non aveva orecchie per capire il vero cambiamento che gli stava proponendo.

    Io sono pronto a considerarci tutti uguali.
    E, nonostante i trascorsi che tu ben conosci, non vi ho mai considerato come “criminali per peccato originale”.


    Qualcuno ha forse detto Gabriel? Il Toro aveva superato quell’esperienza terribile a modo suo, ma di certo non incolpando tutta la Casta dei Cavalieri Neri per ciò che era stato fatto da una singola persona.
    Inoltre, era incredibile che Anarygon stesse davvero dicendo a Bart che finché non fossero stati tutti pronti a considerarli come loro pari, niente sarebbe potuto accadere. Sembrava quasi che il ragazzo non lo stesse ascoltando per davvero, perché quello era uno dei primi mattoni su cui avrebbe fondato la sua personale visione del futuro. Un futuro senza discriminazioni e privo dei preconcetti ormai superati del passato.

    Forse sei tu il primo a non credere che i pregiudizi possano essere superati.
    Perché non puoi pretendere che il cambiamento avvenga esclusivamente da una sola parte.
    Tutti noi stiamo cercando di trovarci al centro di un nuovo mondo, ma bisogna camminare insieme in quella direzione per arrivarci.


    Espresse ad alta voce un dubbio lecito, visto il discorso appena fatto dal Cavaliere Nero. Lo espresse in modo pacato ma diretto, perché voleva che le cose importanti rimanessero per davvero impresse nella memoria del suo interlocutore.
    E forse era proprio il ragazzo che non riusciva a immaginarsi un futuro così diverso dal presente e che non credeva di poter considerare uguali tutti gli altri Cavalieri. Era necessario crederci in prima persona per cambiare davvero le cose, non bastava pretenderlo dagli altri rimanendo arroccati sulle proprie convinzioni.

    Ma capisco le tue perplessità e non posso certo fartene una colpa.
    Il passato lascia il segno, può plasmare il nostro presente e anche il nostro futuro.
    Non è facile lasciarsi tutto alle spalle per ricominciare da capo.


    Tutto vero, ma Bart aveva bisogno di persone capaci di fare quel salto. Forse un salto nel vuoto, non sapendo cosa ti aspetta alla fine, ma che necessitava una buona dose di coraggio, follia e speranza. Forse Anarygon non era la persona perfetta, ma avrebbe dovuto scatenare in lui la scintilla del cambiamento.

    Sarò onesto con te, figliolo.
    Speravo in un’apertura maggiore da parte tua.
    Avevo notato in te un forte cambiamento e mi sarebbe piaciuto approfondire il nostro futuro oltre all’evidente problema del presente.


    Il gigante, in ogni caso, non perse il buonumore riconquistato a seguito delle prime frasi serie e, dopo aver espresso ad alta voce quella sua delusione, volle concentrarsi sugli aspetti positivi. Il Cavaliere Nero, infatti, aveva assolutamente concordato su una cosa: combattere insieme la Corruzione. Almeno su quel punto si trovavano estremamente d’accordo e tutti erano ben disposti a collaborare attivamente per uscire da quell’incubo dell’Armageddon.
    Si mosse leggermente sulla sedia per trovare una posizione ancora più comoda, per poi riprendere il discorso e circoscriverlo – almeno per il momento – a quel comune punto d’incontro.

    In ogni caso questo è sicuramente un primo passo nella direzione giusta.
    Combattere contro un nemico comune, seppur rappresenti una scelta quasi obbligata per tutti, può permetterci di sperimentare per la prima volta il vero lavoro di squadra.
    Una squadra mai vista prima, ma che imparerà a conoscersi e agire insieme.
    Come se fossimo uniti sotto lo stesso stendardo della sopravvivenza contro questa dannata Corruzione.


    Il suo sorriso, a ogni parola, si allargò sempre di più, immaginandosi un esercito di Cavalieri di ogni provenienza scagliarsi contro il terrore che li aveva costretti a nascondersi fino a quel momento. E Bart, per raggiungere quel futuro incredibile, avrebbe dato ancora una volta il buon esempio. Avrebbe compiuto un primo passo verso una Casta da sempre considerata acerrima nemica dei Saint, raccontando gli ultimi avvenimenti contro la Corruzione. Certo, dopo il suo comportamento, il Gran Sacerdote non si sarebbe mai potuto fidare ciecamente del criptico Anarygon, ma qualche scambio d’informazioni era alla base di ogni relazione produttiva. Non avrebbe parlato in modo aperto come con Amaterasu perché, purtroppo, le premesse e le sensazioni si erano rivelate completamente diverse. E lui, di certo, non voleva mettere in pericolo nessuno rivelando incoscientemente e sin da subito ogni dettaglio.

    Devo ammettere che anche noi sappiamo ancora poco della Corruzione.
    Siamo appena tornati da una missione in Giappone, dove ci siamo scontrati con alcuni dei suoi araldi.
    E spero con tutto il cuore che quelli fossero davvero alcuni degli abomini più forti a disposizione dei nostri avversari, altrimenti avremmo ben poche speranze di vittoria.


    I ricordi di quegli scontri a Fukushima risuonavano ancora nella sua testa, richiamando dolori e sensazioni che non si sarebbe mai scordato. Avevano rischiato molto, anche se alla fine ne erano usciti vincitori.

    Una squadra formata da tre Cavalieri d’Oro, di cui io stesso facevo parte, non è riuscita ad avere la meglio su uno solo di quei mostri.
    Solo grazie all’intervento di Atena e della Dea Nike, nonché al supporto dei Cavalieri di Gea, siamo riusciti a sopravvivere e a sopraffare i nostri nemici.


    Ed ecco la prima vera informazione interessante, che aveva deciso di condividere con estrema sincerità con Anarygon. Atena si era risvegliata dal torpore in cui era caduta da tempo e Nike si era finalmente reincarnata. Quelli erano avvenimenti in grado di sconvolgere completamente gli equilibri di potere in favore della fazione comune contro la Corruzione e poteva certo essere un elemento interessante per il Cavaliere Nero. Poteva, infatti, portarlo a pensare che forse quel progetto sul futuro tanto caro a Bartolomeo non fosse poi così campato per aria, ma si basava su una forte e decisa ripresa della Casta di cui avrebbero beneficiato anche sui suoi alleati.

    Tu, invece, Anarygon, hai qualche informazione sulla Corruzione da condividere?
    Come state affrontando quest’orrore all’Isola della Regina Nera?
    Purtroppo tutti abbiamo ben pochi dettagli, ma magari anche il più piccolo e insignificante particolare potrebbe rivelarsi fondamentale.


    Unire le forze partiva dal dialogo e quello che stava facendo Bart era proprio quello: parlare per confrontarsi. Non poteva ancora rompere completamente gli argini con quel ragazzo, perché forse il giovane non era ancora pronto e ben disposto al cambiamento, ma poteva sicuramente cercare di fare breccia in quella sua obsoleta convinzione.
    Prima che potesse rispondere, il Gran Sacerdote guardò il Cavaliere Nero in quel suo modo genuino ma estremamente deciso e convinto. Voleva rimarcare un’ultima cosa, proprio per instradare la conversazione nella direzione giusta e costruttiva.

    Figliolo, ti propongo di cominciare da qui, da un’aperta collaborazione per uno scopo comune.
    Andiamoci piano, passo dopo passo, ma iniziamo da qualche parte.


    Fece spallucce, sogghignando allegramente per come avrebbe concluso il suo discorso. Doveva prendere le cose come venivano, senza pretendere nulla in cambio e cercando di sfruttare ogni occasione per il meglio. Era ormai diventato un esperto del vivere alla giornata e non si sarebbe certo arreso per quella loro iniziale e – a dirla tutta – parziale divergenza d’idee.

    Oh oh, e stiamo a vedere dove ci porteranno le nostre azioni.

    Era tanto bello quanto assurdo vedere come il Gran Sacerdote di Atene avesse un approccio alla vita molto più simile allo stereotipo dei Cavalieri Neri piuttosto che a quello dei Saint. Non aveva accennato ad alcun fato, destino o divinità da seguire ciecamente, ma aveva parlato solamente delle loro azioni. Le azioni di esseri umani che decidono della loro vita e scrivono con le loro stesse mani il futuro in cui vogliono vivere.

    Era proprio vero: il mondo stava cambiando. E loro avrebbero potuto essere la scintilla di quel cambiamento.

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    Riassunto:
    Metto subito in chiaro le cose dall’inizio – perché bravo e buono sì, ma stupido no :addit: – per poi tornare il Bart solare di sempre e focalizzarmi sul punto d’incontro: la Corruzione. Ti do qualche informazione importante sugli ultimi avvenimenti, leggasi Atena, Nike e il supporto dei Gea, così da dimostrare con i fatti il mio passo avanti verso di te e cercare di farti capire che i tuoi pregiudizi non sono dogmi applicabili a tutti. Sicuramente non a Bart. Certo, tu non hai fatto i salti mortali (e neanche un saltello se è per quello xDD) per farti voler bene. Proprio per questo, cerco di farti capire che non puoi pretendere che solo gli altri ti tendano la mano, ma dovresti fare lo stesso anche tu per poi incontrarci tutti nel mezzo e prendere la stessa direzione per il futuro :mke:

    Condizioni:
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    Bartolomeo cambiò radicalmente espressione, acquisendone una decisamente più dura e che fece pensare al biondo di aver superato quel confine invisibile oltre cui ogni tipo di dialogo sarebbe venuto meno.
    Il Toro dorato sembrava seccato: quasi sibillino sottolineò che non serviva deridere le sue idee, continuando poi a spiegare quanto il cambiamento che aveva in mente richiedeva dei salti nel vuoto e come questi avrebbero dovuto essere fatti da tutti i coinvolti. Affermò che da parte sua non aveva mai messo i black saints tutti sullo stesso piano e ne approfittò per ribaltare la situazione e attribuire velatamente ciò di cui Anarygon si faceva cruccio allo stesso cavaliere nero, biasimandosi per aver creduto troppo nella buona volontà dell'Alchimista.

    Perfetto: non ha capito il significato delle mie parole. Devo essere stato troppo affrettato nell'esposizione.

    Il Grande Sacerdote, a dispetto dell'apparente chiusura a riccio, continuò: condivise l'esperienza con la Corruzione, o parte di essa almeno, raccontando di come avesse affrontato con i suoi compagni degli Araldi di quel male misterioso non riuscendo ad eliminarne uno neanche unendo le forze di tre di loro tra cui lui fino all'intervento di Athena e Nike, evidentemente incarnate, e dei seguaci di Gea.

    Beh, a proposito di cambiamenti... Stavolta le divinità hanno deciso di scendere in campo, almeno è un passo avanti! si divertì a pensare Anarygon, rimanendo impassibile all'apparenza.

    L'Acquario fu poi interrogato riguardo gli incontri con la Corruzione da parte dell'Ordine e poco dopo il suo interlocutore concluse, proponendo che quella collaborazione per abbattere il nemico comune fosse una sorta di test, o di primo passo, per rendere reale il suo ideale.Era tornato gioviale, a quanto sembrava, perciò non tutto era ancora perduto: il giovane avrebbe dovuto giocare bene le sue carte per far sì che la situazione non precipitasse di nuovo e definitivamente.

    Il biondo rimase in silenzio mentre fissava l'omone: era conteso tra il dispiacere ed il fastidio in relazione alle parole di Bart che in soldoni aveva affermato di averlo sovrastimato, ma non poteva mettere il suo orgoglio personale davanti ad una questione delicata per tutti come quella che stavano affrontando. Dovette opporre una notevole resistenza a se stesso per ingoiare il rospo, ma riuscì a farlo.

    Algido e imperturbabile all'apparenza, si decise finalmente a rispondere.

    Temo di essere stato frainteso: non avevo alcuna intenzione di deridere te o la tua idea, tutt'altro.
    Se vuoi la verità questo tuo "sogno" è in gran parte in linea con quanto vorrei raggiungere io: la libertà dai dogmi che ci trasciniamo da millenni.


    Per ovvie ragioni tacque il fatto che oltre a rendere tutti liberi da quei retaggi, avrebbe voluto completamente distruggerli una volta e per sempre, ma non aveva certo cambiato idea a riguardo.
    Mosse un passo verso il gigante, poi proseguì, iniziando un lungo discorso.

    Bart, so bene che non sei tra quegli individui che si basano sul pregiudizio e l'hai dimostrato ampiamente dieci anni fa, facendo scudo col tuo stesso corpo a me e Candice contro la furia di Daya, nonostante quanto successo immediatamente prima con Gabriel. La tua buona fede non è ciò di cui dubito, te lo assicuro: ciò che mi preoccupa sono le reazioni di determinati individui, senza dimenticare i nostri rispettivi schieramenti. Se Bartolomeo ed Anarygon scegliessero qui ed ora di lavorare gomito a gomito, come credi che reagiranno? Non necessariamente tutti i cavalieri neri e tutti i cavalieri di Athena accetterebbero di buon grado questa alleanza, lo sai meglio di me.

    Non ho deriso la tua proposta, sono semplicemente preoccupato per le conseguenze.
    Ho chiesto che tu, in quanto promotore di questa super-alleanza, stilassi una sorta di regolamento volto a non porre alcuno schieramento su un piano differente rispetto ad un altro e a prevenire episodi spiacevoli, ma l'ho fatto per un motivo ben preciso: non molto tempo fa - parliamo di settimane al massimo - ho cercato un dialogo con la Primarca di Kraken per scambiare informazioni e - pensa che idiota - eventualmente offrire aiuto con degli scompensi non trascurabili percepiti in direzione dell'Australia, poco distante dalla nostra isola.
    Avevamo identificato le navi Atlantidee mentre si recavano sul posto e qualche tempo dopo ho ritenuto appropriato rivolgermi alla Primarca in questione. Per venire al dunque: sai come mi ha accolto? Tacciandomi come eretico, apostata e attaccandomi senza neanche degnarmi di uno straccio di risposta, pur negativa o evasiva che fosse.

    Per come la vedo io, considerati anche altri precedenti con Johanna, c'è una chiara volontà da parte loro di scatenare una guerra aperta, ed è per questo che sono convinto che l'idea di un'alleanza multifazione senza regolamentazione preventiva sia destinata ad essere un fiasco.

    E' la stessa ragione per cui quando hai detto che speravi in una maggiore apertura da parte mia o che pretenderei cambiamenti da altri senza fare un passo io stesso, ritengo tu sia in errore: se fosse stato così ti avrei realmente deriso senza neanche parlarne, invece un mio primo passo è stato quello di proporti un modo, fornire una speranza che tutto ciò possa essere possibile anche a dispetto di un problema che io stesso costituirei aderendo immediatamente e complicando la situazione con Atlantide.
    Oltre al più immediato assicurarmi di non avere seccature da parte loro, il secondo scopo delle mie condizioni era far sì che la tua proposta potesse effettivamente concretizzarsi regolamentando le condizioni per un'alleanza almeno definibile tale.

    La mia frase sottintendeva questo: vediamo come andrà contro la Corruzione, quando tutti avremo bisogno di collaborare.
    Se finisse bene potremmo continuare a ragionare per costruire quest'apparente utopia, in caso contrario ci avremmo provato e raccoglieremmo i pezzi del non essere stati capaci di superare i preconcetti che entrambi tanto vogliamo rendere obsoleti. Pezzi che identifico con scontri ideologici insormontabili, da cui il mio riferimento allo scornarsi verbalmente o fisicamente. Tutto qui.


    Stavolta aveva DAVVERO parlato troppo, tanto che nella foga di far capire a Bart la sua posizione, si era totalmente dimenticato delle informazioni sulla Corruzione, non che poi ci fosse chissà cosa da dire.

    Ah, dimenticavo.
    Le tue informazioni sono interessanti, specie per incasellare i livelli di minaccia che dovremo fronteggiare.
    Non sono in grado di aggiungere molto, purtroppo: escluso un Araldo che aveva invaso l'isola anni fa quando la Corruzione si è palesata e qualche altra bestiaccia un po' troppo cresciuta in giro per il mondo ma di nessuna rilevanza, l'unico su cui ho realmente informazioni è l'Avatar dell'Omicidio che ho affrontato appena ci siamo lasciati qui dieci anni fa. Come avevo già accennato, abbiamo avuto più contatti con le entità del Caos e con i nostri problemi interni, purtroppo.


    Finalmente era giunto al termine.
    Non avrebbe voluto essere nei panni di Bart, ma non aveva intravisto altra alternativa che mettere (quasi) tutte le carte sul tavolo e ridurre al minimo le probabilità di spiegarsi male o essere frainteso pur di sintetizzare.

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    RECAP » Pronto, polizia? C'è uno che non s'azzitta più!
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    A volte le parole e perfino gli atteggiamenti possono essere fraintesi. Niente di più facile, a dirla tutta, considerando che ogni individuo è diverso e ha avuto esperienze uniche e personali. Altre volte, però, è possibile cogliere un possibile messaggio nascosto dietro a ciò che si ha di fronte, interpretando piccoli dettagli che possono essere molto significativi.
    Bart non era ancora del tutto convinto di essere caduto nel fraintendimento oppure nella giusta interpretazione di quei piccoli segnali, ma avrebbe sicuramente dato una seconda – e anche altre – possibilità a entrambi. D’altro canto, se da una parte Anarygon era alquanto criptico e molto controllato, il Gran Sacerdote era esattamente l’opposto. La sua euforia e la sua convinzione su un futuro che in molti avrebbero definito follia potevano trasmettere sia speranza che incredulità. Non era certo facile seguire quel pazzo visionario del Cavaliere del Toro in una strada che si prospettava tutta in salita, quindi era normale un atteggiamento neutro o addirittura contrario da parte degli altri.
    In ogni caso, il Cavaliere Nero aveva voluto spiegare immediatamente quel fraintendimento, dimostrando come – a modo suo – tenesse alla loro conversazione tanto strana quanto costruttiva. Il ragazzo parlò nuovamente molto, ma il gigante apprezzò quella sua voglia di confrontarsi e spiegare nei dettagli il suo punto di vista. Non lo considerava certo una noia ma, al contrario, un momento molto importante per rinsaldare i loro rapporti. Dovevano discutere e confrontarsi su tutto ciò che ancora non era chiaro l’uno per l’altro, altrimenti non sarebbero mai riusciti a compiere il primo passo nella direzione che avrebbero voluto intraprendere.

    Ora sei stato decisamente più chiaro, figliolo.

    Bartolomeo, sempre seduto comodo sulla sua sedia, sorrise ancora una volta, dimostrando che il chiarimento era andato a buon fine. Qualche retro pensiero era rimasto, ma sembravano aver raggiunto un’ottima intesa su quegli argomenti. Non restava che coltivare quel primo seme di positivo scambio d’idee, così da farlo diventare una pianta secolare con il supporto fattivo di tutte le altre Caste alleate.

    Evidentemente avevo proprio capito male.
    E tu ti eri spiegato anche peggio.
    Oh oh oh.


    La sua travolgente risata riempì quel luogo ancora una volta, per stemperare definitivamente la lieve tensione che si era venuta a creare e a dimostrazione che avrebbero potuto davvero discutere liberamente come se nulla fosse accaduto. Il Gran Sacerdote teneva molto al rapporto con Anarygon e, in generale, con i Cavalieri dell’Isola della Regina Nera, e non avrebbe mai messo in discussione tutto ciò che avevano e stavano creando per un semplice fraintendimento.

    Capisco davvero i tuoi timori.
    Sono pensieri che tutti noi abbiamo o che, comunque, abbiamo avuto.
    E continueremo ad averli, ne sono certo.


    Lo credeva davvero. Anche lui li aveva avuti in passato, basti pensare al duello all’ultimo sangue contro Gabriel. Tutto quella violenza l’aveva inizialmente portato a credere che un rapporto di collaborazione tra le loro Caste non sarebbe mai stato possibile. E, invece, a dispetto di ogni pronostico, erano riusciti a dimostrare il contrario. Certo, con protagonisti diversi – Gabriel era uscito dai giochi non molto tempo dopo – ma avevano comunque compiuto l’impensabile. Come quell’incontro così spontaneo e sincero con Estelle e alla loro discussione su temi da sempre considerati un tabù.

    Sono sempre convinto, però, che non potremo mai partire da una situazione perfetta.
    Potremo stilare ferree regole o decaloghi da firmare e controfirmare.
    Ma non serviranno a nulla se le persone non si sentiranno davvero parte, anima e corpo, di questo futuro.


    Quello era il punto centrale, e non certo un regolamento stilato nel miglior modo possibile. È vero che le parole scritte rimangono, ma devono essere solo l’ufficializzazione di qualcosa cui tutti vogliono partecipare. Costringere con cavilli burocratici chi è già contro un’idea, non può che essere controproducente. E il risultato sarà fallimentare ancor prima di cominciare.

    Certo, mettere nero su bianco alcuni concetti può sicuramente aiutare a ricordarseli.
    Ma non è sufficiente.
    Il cambiamento dovrà partire da noi stessi, uniti per uno scopo comune a beneficio di tutti.


    A costo di ripeterlo fino allo sfinimento, era necessario spronare le coscienze a pensare finalmente fuori dai soliti schemi, andando oltre ogni pregiudizio obsoleto.

    Ci saranno divergenze e non tutti saremo d’accordo su ogni minimo particolare.
    All’inizio sarà sicuramente così.
    Ma se lavoreremo insieme per raggiungere questa nostra utopia, diventeremo gradualmente una cosa sola.
    Passo dopo passo, con il giusto tempo, ma senza mai fermarci.


    Finita quella frase, Bart alzò le mani come se fosse davanti a un rapinatore che voleva derubarlo. Guardò in alto per un momento facendo la faccia di chi si sente colpevole, ma è assolutamente felice di esserlo.

    Lo so, lo so, sto guardando troppo avanti.
    Ma dobbiamo aver chiara la meta per arrivarci al meglio e il prima possibile.


    Abbassò le braccia, incrociandole al petto, e tornò a guardare il ragazzo per accompagnare la discussione verso il tema che sicuramente avevano in comune.

    Comunque devo ammettere che abbiamo idee molto più simili di quanto mi sarei mai potuto aspettare.
    Lo speravo davvero, sono onesto, ma sentirlo con le mie stesse orecchie fa tutt’altro effetto.


    Era finalmente giunto il momento di parlare dell’unica cosa che era in grado di mettere d’accordo davvero tutti. O quasi, a dirla tutta.

    Figliolo, qui e oggi sono d’accordo con te.
    Iniziamo dalla Corruzione.


    Che brutta parola “Corruzione”, e ogni volta che la pronunciava, gli montava un fastidio in tutto il corpo che non riusciva a spiegare. La Corruzione era più un concetto che una figura ben identificabile, quindi era difficile considerarla come l’oggetto specifico di un odio incondizionato. Era quello il motivo della strana sensazione che provava, non potendo come al solito immaginarsi di far saltare qualche dente a suon di cazzotti a qualcuno di ben identificato.

    Facciamo leva su questo nostro comune bisogno di superare l’orribile situazione in cui tutti ci troviamo.
    È una minaccia troppo pericolosa perché possa essere ignorata o sottovalutata, indipendentemente dal nostro schieramento.


    Saint e Black Saint, Asgard e Atlantide, divinità e non divinità erano praticamente tutti d’accordo su una cosa: la Corruzione era un male che andava estirpato alla radice. E quel lato estremamente negativo della piaga, la rendeva anche la scusa migliore per mettere d’accordo secoli e secoli di ideologie e obiettivi che non si erano mai degnati d’incontrarsi.
    Il gigante puntellò l’indice della mano destra sul tavolo, supportando ancora una volta con i suoi coloriti gesti le sue importanti parole.

    Questo sarà il nostro punto di partenza.
    Un punto di partenza che è già in grado di mettere tutti d’accordo e che può sicuramente portarci nella giusta direzione.
    E poi, chissà, magari potremmo davvero scoprire che siamo più simili di quanto i nostri preconcetti ci portano a pensare.


    Sarebbe stata una scoperta incredibile, che il Gran Sacerdote era convinto di aver già fatto a modo suo. Dopo aver espresso ad alta voce quell’augurio, Bartolomeo si alzò in piedi e, dall’alto della sua imponente stazza, fissò il Cavaliere Nero con estrema intensità, senza però dimenticare il suo immancabile sorriso.

    Cosa ne dici, Anarygon, combattiamo insieme?

    Era la stessa domanda fatta anche ad Amaterasu. Una domanda che in due parole racchiudeva un significato enorme. Combattere insieme avrebbe significato iniziare una reciproca collaborazione contro un male comune, per poi evolversi in qualcosa di meno estemporaneo e più radicato nel loro modo di fare. Insomma, una stranezza che avrebbe potuto con il tempo diventare la nuova normalità.

    Cominciamo a far vedere al mondo che questi cambiamenti epocali, queste nostre utopie, sono davvero possibili?
    Trasformiamo in attiva collaborazione la nostra attuale tregua?


    Fece una breve pausa per rimarcare il peso di quelle domande, tanto semplici quanto dalle incredibili implicazioni. Al Toro, però, come sempre, piaceva essere diretto. Lo faceva sia durante i combattimenti più difficili, lanciandosi a testa bassa contro tutto e tutti, e anche nelle discussioni. Non c’era tempo da sprecare, anche perché, diciamocelo, non era più un giovincello – ma non ditegli che gli stiamo dando del vecchietto, mi raccomando.

    Io ci sto.
    Oh oh oh.


    Tre semplici parole che costituivano un’affermazione che avrebbe potuto segnare per sempre – e in positivo – il futuro delle loro Caste. Poi una risata spontanea e genuina, che accompagnò quel momento così importante con un’allegria roboante e contagiosa. Infine, Bart allungò il braccio destro verso il Cavaliere Nero, con la mano aperta in attesa di risposta. Una risposta che avrebbe potuto essere verbale, così come un semplice ma significativo gesto: una stretta di mano per suggellare un accordo che avrebbe rotto le prime barriere che da sempre dividevano i loro schieramenti.

    Anarygon, forza, insieme a Bart puoi davvero dare inizio al cambiamento.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    :kuku:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

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    Si prese tutto il tempo per ascoltare la risposta di Bart, tendendo i sensi per captare le fluttuazioni spirituali dell’omone mentre parlava.
    Percepì distintamente della perplessità nel Gran Sacerdote, ma apprezzó lo sforzo dell’uomo di cercare di comprendere le sue perplessità.
    Sembrava finalmente aver intravisto quali fossero i problemi per il Portavoce e sembró tendere una mano, metaforica quanto reale, verso il cavaliere nero.

    Già. Iniziamo da qui, eh? Poi chissà come andrà a finire. Nel frattempo è una proposta indubbiamente utile ad entrambi, dopodichè soltanto il tempo narrerà le cronache dei rapporti tra gli schieramenti e delle scelte dei singoli.

    Mosse un primo passo verso il Toro dorato.

    Per come la vedo io, perchè funzioni credo sia meglio guardare appena oltre i nostri nasi per il momento. Ma questo male va estirpato, perció… Sì. Facciamolo.

    Continuó as avvicinarsi, circondato dal suo gelo perenne, e tese lentamente il braccio destro verso quello del gigante, afferrandone la mano con la sua, innaturalmente fredda.

    Distruggiamo questa Corruzione e chiunque ci sia dietro.

    Per l’Umanità.



    Sorrise e fissó negli occhi Bart.
    Quel sorriso simboleggiava una vittoria da parte di entrambi, ma anche un profondo divertimento da parte dell’Alchimista in vista di cosa potesse accadere dopo.

    Aveva riflettuto poco prima sul fatto che solo il tempo avrebbe fornito dettagli: non vedeva l’ora di scoprirli, nè di intervenire in prima persona per plasmare il proprio destino e quello dell’intera razza.

    Strinse la mano del cavaliere dorato per qualche istante, poi la ritrasse, reputando di star ormai perdendo tempo prezioso.

    Allora, omone, da dove vogliamo iniziare? E’ il caso di setacciare il Giappone in cerca di residui che potrebbero essere utili oppure ci diamo all’elaborazione congiunta di una strategia nell’attesa che quell’orrore si palesi di nuovo da qualche altra parte?

    Avrebbe preferito indubbiamente la seconda ipotesi, ma per poter essere incisivo su quel fronte aveva bisogno di ulteriori informazioni: ne possedeva ancora fin troppo poche.

    Una cosa era certa.
    Sarebbe stato estremamente interessante osservare da vicino una collaborazione, seppur temporanea, di tante fazioni diverse.

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    NOME » Isaac, Darth Anarygon
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    CASTA » Black Saint
    ARMATURA » Black Acquarius, VI
    CORPO » Ottimo.
    MENTE » Ottimo, concentrato.
    STATUS ARMATURA » Ottimo.
    RECAP » Ok, deletiamo sta Corruzione e tutto il cucuzzaro. Da dove si comincia?!
    TECNICHE » -|-


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    Non si sarebbe mai aspettato una risposta così immediata e positiva, ma quando vide il Cavaliere Nero avvicinarsi al suo braccio proteso, il sorriso di Bart si fece genuinamente più ampio. Il gigante percepì la gelida aura di Anarygon travolgerlo in modo non minaccioso, ma il naturale abbassamento di temperatura gli fece corre un involontario brivido lungo la schiena. Il ragazzo era diventato davvero forte dall’ultima volta che si erano incontrati e la stretta di mano che segui quell’avvicinamento ne fu la prova concreta. Una stretta decisa e forte, accompagnata da un freddo innaturale che sembrava provenire dall’oltretomba.

    Per l’Umanità!

    Il Gran Sacerdote rafforzò l’accorata esclamazione di Anarygon con le stesse parole e con altrettanto trasporto, dimostrando quanto fossero sulla stessa linea d’onda.
    Almeno per il momento, s’intende.
    Il Toro suggellò quell’istante a modo suo, espandendo il suo cosmo immenso e facendolo amalgamare in modo così naturale a quello gelido dell’altro, come se con il calore delle stelle volesse riportare la temperatura a un livello almeno intermedio. La sua enorme mano fece scomparire quella del ragazzo, dimostrando la sua forza quasi divina senza nemmeno rendersene conto. Probabilmente era troppa l’enfasi di quel momento ma Bartolomeo ebbe l’accortezza di trattenersi l’immediato istante dopo per non inaugurare quella loro collaborazione nel modo sbagliato.

    Oh oh oh!

    Rise di gusto, mentre i due tornavano ai loro posti dopo quell’avvenimento che avrebbe potuto per davvero cambiare per sempre la storia. Il gigante, poi, risposte subito alla domanda sul Giappone, perché era la più facile da trattare.

    Agartha e i suoi Eletti, che conoscono la Terra meglio di chiunque altro, stanno già indagando e tenendo in stretta sorveglianza il Giappone e le zone in cui la Corruzione si è manifestata maggiormente.
    Se mai succederà di nuovo qualcosa, nessuno potrà più coglierci impreparati su quel fronte.


    Anarygon, però, non aveva solamente fatto un passo nella direzione giusta per entrambi, ma aveva anche posto una domanda semplice quanto complessa.
    Che cosa avrebbero potuto concretamente fare per essere efficaci contro la Corruzione?
    Impossibile rispondere con precisione e certezza, ma avrebbero potuto sicuramente accordarsi su come agire in futuro per prepararsi a qualsiasi evenienza. Non potevano fare molto di più, ma un passo alla volta avrebbero potuto davvero compiere l’impossibile, partendo dalle piccole cose.
    Il Gran Sacerdote rimase in piedi, euforico com’era per quel momento, e cominciò a spiegare i suoi propositi per cercare di farli diventare i propositivi di tutti. Niente di sconvolgente, sia chiaro, ma proprio per quel motivo era decisamente speranzoso che potessero far breccia nelle coscienze di tutti, anche quelli più restii al cambiamento.

    Per quando riguarda noi, tutti noi, è sicuramente fondamentale cessare qualsiasi ostilità non necessaria.
    In questo momento, anche il più insignificante screzio tra Caste potrebbe dividerci, indebolirci, e favorire la Corruzione nell’attaccarci singolarmente.


    Dovevano davvero piantarla di farsi guerra fra loro, invischiandosi in inulti scontri senza un vero motivo. Dovevano risparmiare tutte le forze possibili e, anzi, diventare ancora più potenti. Insieme.

    Il primo passo è dimostrarsi uniti, come una sola fazione, attivandoci insieme nel momento in cui anche uno solo di noi si trovasse in pericolo.
    Non ti nascondo, Anarygon, che se i Cavalieri di Gea non fossero intervenuti in nostro soccorso in Giappone, l’esito di quella battaglia sarebbe potuto essere decisamente molto diverso.


    Aveva già raccontato al Cavaliere Nero degli avvenimenti in Giappone, ma lo volle rimarcare perché quella costatazione era dannatamente vera. Se i Saint si fossero trovati da soli di fronte a quel terrificante contingente della Corruzione, avrebbero potuto non tornare da quella missione. Gli Eletti di Gea, Amaterasu in particolare, erano stati parte attiva per la loro salvezza e per la buona riuscita della battaglia. Se non si fossero uniti nel momento del bisogno, l’orrore delle tenebre avrebbe potuto avere la strada spianata per estinguere indisturbato l’umanità pezzo dopo pezzo.

    Il resto sta a noi e alla nostra voglia di liberare questo mondo dal male che lo sta divorando.

    Certo, era necessario che tutti volessero raggiungere quell’obiettivo. Non c’era nulla di più forte dell’unione d’intenti, e dovevano necessariamente far leva sullo spirito di sopravvivenza insito nella natura umana.

    Ogni Casta ha delle risorse utili, che però sono poca cosa se prese singolarmente.
    La condivisione sarà estremamente importante e dovremo garantire il pieno supporto al nostro gruppo unito.


    Scoccò uno sguardo in direzione del Grande Tempio, orgoglioso per quello che erano riusciti a recuperare dopo l’Armageddon, ma anche preoccupato perché tutto ciò era solo una piccola goccia nel mare della ricostruzione. Nonostante gli sforzi, infatti, non sarebbero mai riusciti a sostenere un nuovo attacco come quello in Giappone, nonostante avessero fatto di tutto per farsi trovare preparati. Riportò lo sguardo su Anarygon, rimarcando la serietà e la necessità di ciò che stava proponendo.

    Non abbiamo modo di elaborare intricate strategie in questo momento, perché purtroppo sappiamo ancora troppo poco.
    Dobbiamo però smettere di reagire quando ormai è troppo tardi, e farci trovare pronti a ogni evenienza.
    Condividiamo le informazioni che otterremo sulla Corruzione, aiutiamoci a ricostruire roccaforti sicure per tutti noi.
    Insomma, non smettiamo mai di tendere una mano verso l’altro, anche quando, magari per orgoglio, nessuno ce la chiede espressamente.


    Esatto. Basta arroccarsi sulle proprie ideologie e trincerarsi dietro scuse che si perdono nel tempo. Il loro obiettivo non doveva essere creare tante isole felici, che si occupano solo del loro territorio, ma tante isole interconnesse tra loro. Non era necessario vivere sotto lo stesso tetto, in quel momento storico sarebbe stato impossibile e forse controproducente, ma dovevano agire come un solo gruppo unito. Aiutarsi non solo durante le battaglie, ma anche nei preparativi.
    Incrociò le braccia al petto per poi cercare di riassumere la sua proposta, riducendola a poche ma significative parole.

    Se sei d’accordo, figliolo, inizierei proprio da qui: rispetto, aiuto e condivisione.
    Sembrano parole banali, ma sai meglio di me che quello che stiamo per fare sarà il passo più grande che così tante Caste unite abbiamo mai fatto dalla notte dei tempi.


    Chiaro e dritto al punto: avrebbero dovuto collaborare con apertura mentale e intelligenza strategica, instaurando passo dopo passo quella fiducia che mancava da millenni.

    Per il resto, dovremo necessariamente navigare a vista.
    Ci sono ancora troppi interrogativi sulla Corruzione, ma una cosa sarà certa: così, uniti, saremo pronti a tutto.


    Non potevano sedersi intorno a un tavolo per studiare le informazioni che avevano, perché semplicemente non ne avevano. Dovevano diventare il più forte possibile, insieme, per non farsi trovare impreparati e avere la ragionevole certezza di far fronte anche allo scenario peggiore.
    Infine allargò le braccia, come suo solito in quel modo così genuino e plateale, cercando di includere ancora di più il Cavaliere Nero in quell’accorata e fruttuosa discussione.

    Cosa ne dici Anarygon?
    Iniziamo questa nostra “folle collaborazione”?


    Era proprio una folle collaborazione la loro, ma di quel tipo di follia che ti fa ribollire il sangue per l’orgoglio e la voglia di iniziare.

    E se hai altre idee, ovviamente sono più che ben accette.
    Oh oh oh!


    Il petto del gigante sobbalzò al ritmo della risata, fissando con gioia Anarygon e attendendo quella che sperava sarebbe stata un’aperta e sincera cooperazione.
    Le Caste si sarebbero potute finalmente unire contro una minaccia comune e poi, chissà, avrebbero anche potuto davvero riscrivere un destino che fino a quel momento le dava per spacciate.

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    Riassunto:
    Bart for President :mke:

    Condizioni:
    Ottime.

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