[trama][mega quest Atlantide] High Hopes - parte 5

Elagia

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    Protogenos of Death

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    Il sigilli evocati dal canto, arricchiti dall'intervento di Garuda, iniziano a disegnare sulla pelle di Elagia simboli roventi che ne bruciano la carne, ne rallentano i movimenti ed inibiscono i poteri.
    Ciò le impedisce di reagire al meglio all'attacco, venendo investita dal potere combinato dei vostri colpi e sparendo nell'immane esplosione risultante.

    Tra luce, fiamme ed oscurità notate muoversi una massa informe.
    Forse ciò che resta del corpo fittizio di Elagia sta cercando di reagire.
    Presto riuscite a individuarne meglio gli orribili lineamenti, sorretti e ricomposti da suture di tenebra sfrigolante.
    Potete percepire l'intervento di un'altra entità, più lontana ma più antica.

    In essa vi sembra scorgere un volto, un teschio enorme tra le cui orbite è a volte possibile scorgere occhi umani.


    I̶̦̒͜l̸͓͚͘ ̷̮̈s̴̪̩͒a̶̱͙͋̆c̵͕͈̋ȑ̶̡̤ȋ̷̠͓f̷̼͐ï̷͍ĉ̵̬͆i̴͚̚ò̴̰̗ ̸̞̐̿ḑ̸̀̔i̵̪͌ ̴̱̪̿̀Ì̶̤̕g̸̹̯̉͂ñ̶̡͠a̶̠͌͠t̷͕͑ỉ̵̩̯͘ŭ̶͇͐ś̸͈̻ ̷̪̹͌͝m̷͎̝̄ḯ̷̻ ̴̞̑ḥ̷̹͘ạ̶́͝ ̷̝͘p̸̝͓̊ë̸̫́͠r̸̰̅m̴͓̅ȇ̸ͅṡ̵̘͗s̵͔͔̀ô̷͚̓ ̵͚̤͌̏ḋ̴̺i̶̜̗̅ ̵̤͌̅ͅv̴̡͂̓e̵̳̊d̴̛̜͆e̵̞̚r̸̝̿̕e̴̦͑̏ ̶̮̑́i̴͙͝ ̵̢͈̾̇m̷̛̗̦į̷̀ḙ̶͆̄ï̷̟ ̴̭̐f̵̻͕̓ŗ̵̜̐å̵͔̥t̵̬̥̑̓e̶̫̔l̷͉̽̚l̸̜̎i̶̤͊ ̵͙͐͜͝à̶̛̲n̴͚̎c̶̡̹̍̄o̵̬̚ŗ̴͎̎a̷̗͆̾ ̶̥͍̏͐u̷̖̽̒n̵͓͆a̴̼̓ ̸͚̠̌v̴̼͉̈̃o̴̦͘l̸̞̇́t̵̛̬͌a̴̰͊̅,̶͈̈́ ̷̦͔̈d̵́̈́͜a̴̪̽ ̸͖̈q̷͙̜̿͂ư̸̤̊e̵̗̱̽s̴̨̪̈͐ţ̷̙̔͐ờ̴̪̗ ̸̨̩͌͠ḷ̵͌ū̸̺̽ọ̷̙̅̉ğ̶͍͚̾ò̷̘̇ ̴̌̇͜d̷̲̝̈́ĭ̶̺͑ ̸̿̄͜ȩ̷̟̇̄s̶̜͚̿̿í̶̬̩l̵̺͚̊i̵͇̎ỏ̸͉.̵̧̨́.̷͓̃͠.̴̯͐͝ ̸̞͊͜͠r̵͉̤͑a̵͉̫̐̚g̵̢̾̈́g̷͍͍͆î̷̱ͅu̶͇̹͂͒n̶̘̈́g̸͔̮̕e̷͖̽ẗ̴̹̞͘ê̷͕ḿ̷̫̿i̸͇̙̋͛ ̵̮̇̈́ń̸̫̥ȇ̷̘̠l̸̬͙̈̏ḽ̶̑͜à̷̼̇ ̴̺͑̎Ǵ̷̯͕ḻ̶̼̏̈́ȏ̵̩̝̕r̵̼͌͠i̵͚̝̽̆a̸͔̅͐ ̴̦͙͑̑d̷͉͎͝e̵͚̞̍̈́l̷̫̂ḽ̸̢͗̿ā̴̯̗̑ ̸̠̻̇̒D̸̜̯̒i̷̼̮͝m̵̞̮̾e̴̮̦̚n̴̛͕s̸̘̺̃́ȉ̸̱̭͝o̷̡̿ǹ̴̞̮e̷͔͚̊̑ ̸͇̂̓Ó̴͔̫ṡ̶̰̜c̷̞̬̐͌u̸̹̼̔ṙ̷͙͜a̷̻̞̿̕.̸̤̓.̶̤͌.̴̝͔̽́



    Una serie di strani e orribili impulsi psionici, comprensibili solo agli atlantidei, vengono interrotti dal sorgere dell'immenso mostro che è ora Elagia.
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    Alta duecento metri ed armata da una spada gigantesca composta dalle sue stesse ossa, continua a partorire da putride ferite che percorrono il suo immanso corpo, ogni sorta di orribile bestia.

    Con velocità impressionante vibra su di voi l'enorme arma, avvolta di cosmo decomponente ed una nube tossica di veleno mortale...

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    L'effetto del canto riesce a paralizzare Elagia che viene stesa dagli attacchi combinati.
    Il sacrificio di Ignatius evoca per qualche istante il potere di Modiggian (che altro non è che il nostro simpatico Diaprepe), che aiuta Nurgle a ricomporre il corpo di Elagia e a renderlo un mecha di carne putrescente.
    Sta bestia vi tira una mega mazzata ad energia divina, che se colpisce rilascia nell'area una bomba di necrocosmo e tossine varie.
    Le tossine sono neurotossine che paralizzano e causano un dolore allucinante.

    Gli altantidei sono parecchio disturbati da questa cosa, soprattutto Sanya appena capisce che Diaprepe sta intervenendo dall'esilio nella Dimensione Oscura.
    Chernobog è disgustato dall'osservare il potere di Nurgle e Mordiggian, entrambi legati all'aspetto della decadenza e della morte viste dal punto di vista del Caos.
    Inutile dire che per Garuda potenziato da Thanatos entrambi siano abomini da annichilire, pantomime del vero potere del Nulla.

    Il termine è tra 7 giorni




     
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    CRIMSON DEFILER

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    IV

    U
    na profonda tristezza assalì Johanna. Era suo fratello. Loro fratello, Diaprepe. Sentì la rabbia echeggiare nel Khala, sentì l'odio che Sanya cominciò immediatamente a suppurare dalla propria esistenza ancora prima che lei stessa se ne rendesse conto. Ma per qualche motivo, Johanna si sentiva triste. Atlante era il più anziano tra tutti i figli di Poseidone, nato qualche momento prima di suo gemello Eumelo. Aveva visto nascere tutti gli altri suoi fratelli. Era cresciuto con loro, li aveva protetti quando erano ancora troppo giovani, li aveva guidati e aveva giocato con loro. Avevano cavalcato insieme per le terre di loro Padre e insieme si erano salutati prima di partire per la ricerca del potere per la gloria di Atlantide, con la promessa di tornare come qualcosa di più. Alla caduta dei fratelli, Atlante si sentì responsabile. Era il loro guardiano, la loro guida e il loro fallimento era il suo.

    Diaprepe era giunto, il fratricida, uno dei caduti, dei traditori. Immediatamente la tossicità della sua esistenza fu resa manifesta e l'orrore decadente che rappresentava si iniettò nel sistema nervoso di Johanna. La carne di Elagia si rimescolò sotto l'oscuro potere manifestato da ciò che un tempo era suo fratello e si ricostituì in una forma più adatta ad affrontare la minaccia che rappresentava lo sforzo congiunto dei guerrieri che la stavano affrontando. Ma in quel momento l'attenzione di Johanna era ancora su Diaprepe, sulla massa oscura che portava la voce discordante che era di loro fratello. Ciò che rimase del corpo di Johanna rabbrividì dentro la scale e dentro il corallo che la avvolgeva. Mordiggian si era manifestato sul campo di battaglia per dare il suo contributo a Nurgle e unirsi nella stagnazione e nella corruzione della materia. In quel momento sul campo di battaglia vi fu la presenza di due divinità del caos. Potevano davvero vincere, a quel punto? Chiederselo era irrilevante, uno spreco di tempo. L'esitazione era sconfitta e perdersi in essa avrebbe solo rallentato i suoi pensieri. Gli occhi di Johanna erano piantati con fermezza sulla creatura che un tempo lontano era Elagia, ma che ora era solo una massa animata di carne putrescente e perversione della vita.

    Il passato ed il futuro non esistono in uno scontro, esiste solo l'adesso.

    Johanna guardò la massa di carne crescere fino alle dimensioni del suo costrutto mentre ancora la devastazione della terra portata dal loro attacco non si era nemmeno arrestata, e vide come brandiva una spada. I denti di Johanna si snudarono di nascosto, in un sorriso feroce. Il più grande scontro di spada alla fine del mondo, non avrebbe mai potuto scegliere un modo migliore per morire. A Elagia sarebbe convenuto continuare con le bordate, con le nebbie e con qualunque altro maleficio da codardi un eretico può impiegare per cercare di vincere contro il baluardo dell'umanità che era Atlantide.

    BENVENUTA NEL MIO MAGICO REGNO PUTTANA! - La voce di Johanna amplificata dal suo costrutto echeggiò per il campo di battaglia. Inutile dire che dopo il mastodontico colpo di poco prima, Johanna aveva già recuperato la lama con un movimento circolare, riportandola prima al fianco e poi nuovamente all'altezza del petto in guardia. Era un movimento così tanto ingranato nella esistenza della primarca dell'oceano atlantico settentrionale che per lei non esistevano colpi con completo abbandono, ogni attacco serviva a preparare quello successivo, per questo l'immensa lama era già nuovamente pronta a combattere. Era una lama immensa, ma Johanna poté finalmente dire di averci preso la mano. Era il momento di usarla come si deve. L'attacco di Elagia fu immensamente rapido, troppo. Johanna reagì di istinto e fu un istante in ritardo. Johanna aveva appena cominciato il movimento di frapporre la sua lama a quella ossea nemica che essa cominciò ad affondarvi per svariati metri, tagliando corallo, ghiaccio tenebra e metallo allo stesso tempo. Un suono orripilante e graziato riempì l'aria, sovrastato rapidamente dal ruggito dei cosmi combinati che stavano sostenendo la spada e che ricoprirono l'intero costrutto in una barriera di energie turbinanti e mescolate. Ognuno dei presenti diede il proprio contributo alla difesa stavolta, la potenza di Eleagia era immensa e se non l'avessero fermata rapidamente sarebbe solo aumentata.

    I piedi del costrutto affondarono nel terreno e svariate giunture esplosero sotto il semplice impatto. Il corallo si crepò per tutta la sua lunghezza e acqua satura di sentient spruzzò in ogni direzione come se il costrutto stesso stesse sanguinando dopo l'impatto. Johanna sentì il riverbero dell'impatto scuotere l'interezza della cabina di pilotaggio che stava condividendo con Sanya con così tanta violenza da scombussolarla e quasi sradicarla dalla sua posizione. Fortunatamente ormai era praticamente fusa con il costrutto in sé, solo la parte superiore del suo corpo sporgeva dal corallo.

    Tuttavia il colpo di spada in sé era solo ciò che portava il vero attacco. All'impatto si liberò una immensa ondata di energia distruttiva e tossica che investì l'intero costrutto. Il necrocosmo divorò il corallo rovinando su di esso con l'impeto di un'oscura onda di marea. Le volute distruttive avvolsero gli arti smantellandoli e sradicando gran parte di ciò che ricopriva la Vivama, danneggiandola pesantemente a sua volta.

    Ma il costrutto esisteva ancora. Johanna esisteva ancora. L'ondata di necrocosmo aveva invaso la cabina di pilotaggio colpendola, la sua scale, che per anni non era stata nemmeno mai graffiata, si distrusse completamente in più parti, rivelando la carne marcescente e putrida nascosta sotto di essa e distruggendola ulteriormente. La tossina di Nurgle invase il sistema di Johanna, e la primarca gridò. Un grido sofferente, strozzato, un dolore come mai ne aveva provato in vita sua. Un dolore così immenso e assurdo che per un istante si ritrovò a desiderare la morte. Ma i suoi agenti erano troppo vicini per permettere di lasciarsi sfuggire una tale affermazione. Il corpo di Johanna, ormai allo stadio terminale e sorretto unicamente dalla sua forza di volontà e dal suo cosmo, fu scosso da spasmi dovuti alla paralisi e la sua mente divenne rumore bianco per un momento. Fu lo sforzo attivo di Johanna sul corallo stesso, prese attivamente controllo del proprio corpo come se fosse semplicemente una parte del costrutto. Johanna stessa era diventata il costrutto.

    Johanna esisteva ancora. Il costrutto esisteva ancora, e la lama di Elagia era ancora incastrata nella sua. Un grido. Un ruggito eruttò da ciò che rimaneva di Johanna Derham mentre le acque primordiali gettavano via la fanghiglia corrotta dalla cabina di pilotaggio in grandi spruzzi neri. Dell'enorme macchina corallina che Johanna aveva costruito già due volte, rimaneva solo una struttura scheletrica con frange brancolanti simili ad un sistema nervoso esposto. Una figura filiforme e orribile. Un orrore brancolante che frapponeva con tutte le sue forze una lama sbeccata e distrutta contro l'oggetto osseo che Elagia brandiva. Acqua azzurra cominciò immediatamente a turbinare attorno a quelle forme ristabilizzandole, ricostruendo servomuscoli e rinforzando lo scheletro a livello fondamentale. Non era finita. Johanna esisteva ancora. Nemmeno l'essere viva era necessaria, le bastava esistere quei pochi istanti necessari a colpirla ancora.

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    [Saint Johanna]



    La mano destra del costrutto si spostò dall'impugnatura mentre Elagia ancora spingeva, spostandosi sulla lama della propria spada, creando una presa a mezza spada. Il piede sinistro si buttò verso l'esterno seguito dall'intero bacino mentre il torso si piegò verso destra dando impeto alle spalle e ai gomiti per gettare la spada a lato del corpo perpendicolare al terreno. Nel fare ciò trascinò alla propria destra la lama di Elagia e con un'esplosione di cosmo si disincastrò le due lame. Se ciò fosse riuscito, Johanna si sarebbe ritrovata nella guardia aperta di Elagia.

    Il piede destro arretrò seguendo il sinistro in un semicerchio trascinando l'intero costrutto in una mezza rotazione con così tanto impeto da dare impeto alla propria spada in modo da risalire nuovamente verso l'alto e prepararsi a colpire di nuovo. In quel momento, corallo eruttò dalla Vivama, invadendola, riparando le falle e insinuandosi in tutti i settori di galleggiamento e gli spazi vuoti non necessari al funzionamento delle armi per solidificarla ulteriormente e incrementare ancora di più il peso complessivo della spada che Johanna creò. Una lama diversa, che aveva abbandonato il design a taglio singolo utilizzato fino a quel momento per sfruttare la forma della chiglia della nave. Era diventata una lama con cui Johanna aveva totale famigliarità: una Zweihander. La mano destra tornò sull'impugnatura ormai allungatasi e da cui era eruttata una guardia crociata. Anche gli avambracci del costrutto si ispessirono, la quantità di servomuscoli in essi e nelle braccia triplicò. Questo improvviso aumento di peso spostò completamente il bilanciamento della spada e dei movimenti verso l'impugnatura, rendendola più veloce e manovrabile. Il test drive della immensa spada era terminato. Johanna l'aveva compresa finalmente, e ora sarebbe piovuto l'inferno tagliente su Elagia.

    Il cosmo di Johanna eruttò. Si manifestò in una figura che aleggiò su tutto il campo di battaglia. Se Diaprepe aveva deciso di giungere e mostrare come fosse diventato Mordiggian, Johanna dichiarò all'universo che era diventata Syphon.

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    E che i nemici dell'impero avrebbero dovuto tremare di paura, piangere e disperarsi, implorando un perdono e una misericordia che non sarebbe giunta. Poiché il distruttore dorato era giunto.
    Nessuna preghiera prima di colpire. Nessuna invocazione al suo dio. Poseidone non aveva mai guidato la sua lama, era sempre stata solo la sua volontà indomita. Se Poseidone avesse reputato necessario aiutarla, lo avrebbe fatto dopo che lei stessa si sarebbe dimostrata così gloriosa e assoluta da attirare l'attenzione di tutti gli dei.

    L'intero firmamento si sarebbe fermato a guardarla.


    Il terreno sotto di loro eruttò, tentacoli d'acqua e corallo segmentati sorsero dal terreno per cercare di bloccare le braccia di Elagia e le sue gambe in modo da impedirle di sfuggire.


    [ DANCE OF THE DRAGON WITCH: JOHANNA ]



    La spada, ora tremendamente più rapida dopo lo spostamento del suo punto di bilanciamento cominciò a roteare tra le mani di Johanna, rapida, estremamente rapida all'interno della guardia ipoteticamente aperta di Elagia dopo il suo disingaggio delle lame. Ogni singola parte del corpo del costrutto venne sfruttata nei movimenti della lama, che si mosse così rapida da formare un volume sferico attorno al costrutto per distruggere ogni cosa, ogni parte di quella carne putrescente, annichilirla in una tempesta. Ogni colpo era portato in modo da iniettare corallo nel suo corpo orribile e decadente, per distruggerlo dall'interno, per diffondere il canto titanico in ogni anfratto della sua esistenza. Johanna era la portatrice della parola Lama, e l'avrebbe incisa su ogni singola cellula putrida di Elagia. Fendenti, montanti, redoppi, affondi, rovesci, falsi, ogni tipo di colpo esistente che potesse essere sferrato con una spada scivolò l'uno nell'altro come note di una melodia fatte per essere intrecciate tra di loro fin dalla concezione dell'universo. Poesia in movimento, l'opera magna della spadaccina chiamata Johanna.



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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Ormai viva solo perché sostenuta dal proprio cosmo, il costrutto è diventato il suo dreadnought
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE distrutta in più punti

    RIASSUNTO AZIONI intanto la barriera difensiva è di accordo collettiva tutti insieme :zizi: Jo blocca la spada, si spacca tutto, poi la getta alla propria destra andando in impugnatura a mezza spada, svicola verso la propria sinistra aprofittando dell'ipotetica apertura di guardia, tentacoli sorgono dal terreno per tenerla ferma (ad) e jo - ora che si è abituata alla spada- comincia a tirarle TANTE di quelle mazzate in movimenti fluidi e continui che porcaputtana ti trito. esempio grafico di come gli attacchi roteano e fluiscono gli uni negli altri

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    High Hopes - Parte 5 - Elagia
    Mega Quest - Trama - Chapter 4

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    Australia


    E vide di nuovo le verdi colline ed i lussureggianti campi di messi, percepì il fruscio delle spighe del grano come anche il profumo degli incensi.
    E per un istante la mente di Sanya fu nella passata Atlantide, insieme a Mestore che era lei e che lei era al contempo lui.
    Poté osservare e sorridere verso Elasippo...

    Elasippo

    Elasi...ppo

    ELAS...ippo

    ELASIPPO

    ...

    La sola consapevolezza della presenza di quell'individuo fu abbastanza per mandare letteralmente in burnout la mente della Primarca del Kraken.

    Diaprepe, uno dei tre fratelli Primarchi Caduti, una delle menti dietro l'Eresia di Dagon, uno dei fallaci, uno dei fratricidi...

    D


    D


    Di




    Diap

    Anche la sola mera presenza cosmica della matrice del fratello caduto di Mestore riverberò a tal punto nella psiche e nella coscienza di Sanya da portarla a balbettare.

    DIAPREPE!

    DIAPREPE!


    Ṁ̬͙͉̰̳̲͒͐̊̐ͥ̒̈̈̓̈́̋̀͢͟O̸̴̫̗͔̬̞͈͔͈̳͚̺͔̻̭̖͚̲̐̾͂ͥͪ͋͗̃͛ͬ͐ͯ̋̋̏͂͒̂Ṟ͕͓͔̙̥͚͍͔̘͈̓ͭ́̾̽ͥ͆͛͐ͯͯ̊͌̂ͫ͌̕ͅD̃ͪͩ̍́̇ͪ͌̐ͥ̃ͪͯ̈́̃̍̾̐҉̨̡͉̥̭͍̖͈̗͍̫͈̱̀͠Î̵̛ͤ̍́ͬ͋ͨ̃ͧͬ̎ͨ̔ͧ͑͐ͨ̂̌̀͡͏̥̲̭̩̘̮̠̗G̷̷̴̺͖̬̝͔̼̼͉͕̮̞̫̖̙͔̺̱ͮ̎̾̐̏͘G̴̭̫̺̤̜͓͙̠̥̘̯̤̬͖̼̊̍́̽̈͠I̛̳̜̭̜̠̜͍̩͉̱̝͚͓̠̹̔ͦͬ͛̌̍̃ͫͣ͛̈̊̔́́͝À͌̌̒̄̈́͌͑̐̅̃̇ͮ͆̿̚̚͏͎̫͎̻̞̟͈͠ͅN̔̏́̆̇̒̃͊ͥ҉͚̭̦̼̖̜̲̞͔̦̹͔͜͡͞ͅ



    E le tracce cosmiche, le presenze irreali ed innaturali di fratelli che erano al contempo nemici, si palesarono in tutta la loro contorta essenza.

    E dal tempo antecedente il Mito, fratelli nell'immensità degli orizzonti si incontrarono nuovamente.

    E dal Tempo del Mito, fratelli che erano una volta legati più del sangue ma che il sangue loro avevano versato gli uni contro gli altri finalmente si incontrarono nuovamente.

    png



    La presenza cosmica, l'impronta potenziale di Sanya, mutò bruscamente rivelando la natura cangiante di Yorith nel suo nucleo e sfumò nel gelido odio proprio di Mestore prima di tingersi delle tonalità di tutti i successivi e precedenti Primarchi del Kraken connessi alla Via Dorata del Khala.
    Un variegato susseguirsi di colori, tonalità ed impronte differenti eppure intimisticamente identiche.

    Ed in tutte queste tonalità si riversarono nel cosmo della bambina nel corpo di giovane donna, nella Sposa dell'Imperatore. ed il di lei cosmo tornò a ruggire, una bandiera di gloria

    IO
    SONO
    QUI

    MESTORE
    KALDOR DRAIGO
    LANDAR VARGAN
    ...
    ...
    ...
    SANYA BERSANSKAJA



    Il flusso di cosmo del Kraken non venne interrotto nella sua corsa parallela e sovrapposta a quella dei sentient di Seadragon.

    La spaventosa creatura che era Elagia, ora pregna e gonfia del potere sacrilego del maledetto marito, arcitraditore, era divenuta contrastò il costrutto di Lady Johanna.
    La tenebrosa spada di ossa si agganciò con un suono tale da strappare l'anima dal corpo alla spada composta da quel qualcosa che era la nave di Garuda.
    I fiotti malevoli del Chaos investirono il mecha atlantideo.

    Il cervello di Sanya si spense.

    Il dolore registrato era semplicemente troppo: la connessione neurale con cui si era connessa al mecha nel permetteva di assecondare i riflessi nettamente migliori di Johanna ma in quello specifico caso divennero il cavallo di Troia attraverso cui il potere distruttivo di Nurgle attaccò la giovane zelota.

    La bocca della biondina era aperta, grondante bava e schiuma mentre gli occhi mostravano solamente la sclera che andava via via tingendosi di un malevolo giallo mentre le malattie di Nurgle intaccavano la purezza e la santità del suo corpo.
    Per un istante il cosmo del Kraken svanì. Quel cosmo che da quando si era risvegliato era sempre stato percepibile in quanto mai completamente cheto, improvvisamente, svanì dalla percezione comune.

    La Scale era in frantumi, alcuni frammenti erano addirittura fusi e gocciolanti direttamente sulla pelle e sulle carni della giovane.
    In un angolo nero come una notte senza alcuna stella, nero come la presenza di un tutto contemporanea all'assenza di un tutto, ecco improvvisamente erompere spezzando le barriere della sua coscienza, la forma psionica che costituiva, normalmente, il tulpe noto come Aynas, la sorella psionica di Sanya, la sua ancora di pace nell'oceano tempestoso di IRA ed ODIO.

    La sorella psionica avvicinò le mani, posizionate a coppa, prendendo tra le mani il viso di Sanya, avvicinando il suo a quello di lei.
    Strofinò amorevolmente il naso a quello di lei prima di posare delicatamente le sue labbra su quelle di Sanya.
    Un bacio onirico, oltre coscienza, esistente solo nel legame tra realtà e manipolazione cosmica.

    si ripropose la scena di Elasippo e Mestore, il loro tenero bacio prima della partenza di Elasippo per aiutare quello che si sarebbe rivelato il traditore Diaprepe e la moglie di lui, Elagia.

    ...

    ...

    1

    2

    3

    ...

    ... infinito

    Combatti Combatti Combatti Combatti Combatti

    Combatti



    La radice della connessione del Khala prese ad ardere con veemenza, immersa in profondità nell'Oceano collettivo che lo costituiva, Sanya incontrò Aynas, incontrò Elasippo con Mestore e nuovamente rivide la scena dell'ultimo saluto e dell'estremo sacrificio di Elasippo.

    Sanya si risvegliò, martoriata nella carne con calde lacrime che le rigavano le gote. Lacrime infuse dell'acqua gelida degli abissi, del suo cosmo.

    Era spezzata, distrutta, ma era di nuovo li, in quell'istante.

    E, PER L'IMPERATORE, se doveva sacrificare la propria esistenza per debellare il male del Chaos... ERA PRONTA A FARLO

    ERA FELICE DI FARLO



    Il suo corpo venne ricoperto di uno strato che andò rapidamente ad ispessirsi di ghiaccio mentre il suo cosmo prese ad eruttare al massimo sopportabile, sfiorando e superando quel pericoloso picco.

    Era pronta a morire ed era felice di farlo se nel processo avrebbe mondato la realtà della turpe presenza del chaos.

    Ora sapeva di essere nata per quel momento.

    Sapeva di essere diventata Primarca per quel preciso momento.

    Il cosmo color del sangue, con i riflessi ed i bagliori dell'intero spettro visivo dell'Aurora Boreale, circonfuse il costrutto di Seadragon, arricchendolo del ghiaccio del Kraken, e la figura di Syphon venne arricchita dalla costituzione della proiezione cosmica che rappresentava un Grande Antico, Yorith.

    Sanya ora DOVEVA ESSERE IL KRAKEN

    jpg



    Cercò a fondo, nel nucleo fondante del Khala e della Promessa con Yorith, di convincere il Grande Antico ad aiutarla, mentre il suo cosmo generò una miriade di viticci acquei e di ghiaccio che simili a fruste avrebbero tentato di rallenatre, insieme a quelli di Seadragon, eventuali reazioni del mostro Elagia Mordiggian mentre gli psioni presero a danzare selvaggiamente al suono ed al ritmo titanico su ogni millimetro della struttura del Mecha, fino a ricoprirne la Spada, pronti a riversarsi insieme ai Sentient contro l'ODIATO nemico.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, Lingua lesionata senso di intorpidimento in fase di dissipazione a causa del dolore autoindotto - ulteriori ferite auto prodotte per contrastare il veleno - Stanchezza diffusa per consumo cosmico - gamba sinistra avvizzita completamente fino all'anca, gamba destra fino al ginocchio.
    MENTALMENTE Target DESTROY.
    STATUS SCALE Indossata - in parte ridotta a frantumi - alcuni frammenti fusi nel corpo di Sanya - In Modalità da pilota

    RIASSUNTO AZIONI
    Momento vietnam pesante, ma pesante proprio.
    Sanya pronta a sacrificare la propria esistenza per annientare il chaos, brucia cosmo fino al suo limite massimo sopportabile, vicina ad oltrepassare tale limite.
    Tentacoli e viticci di acqua e ghiaccio cercano di avviluppare il mecha elagia in concorso con quelli di Johanna mentre pompa Psioni con il canto titanico al massimo livello possibile, facendo in modo da ricoprire ogni singolo millimetro del meche e della spadda Vivama, per rilasciarli tutti insieme ai Sentient di Johanna per effetto shock

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    IV

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    Cominciò la danza delle forze del Nulla.
    Garuda si trovava in un luogo mentale separato dal resto dei combattenti, più vicino a Elagia nelle frequenze psioniche.
    Non uguale, ovviamente. Simile, nemmeno. Vicino. Sì, quello sì.

    Dov'era? Garuda si trovava in una pace mentale e spirituale che solo una stella di neutroni vivente poteva raggiungere.
    Questo perché, come sempre, il potere più assoluto richiedeva comunque il maggior prezzo da pagare.

    Una semplice questione di fisica. Prima Eaco, Garuda, poteva essere considerato come una normale stella massiccia. Prorompente, incendiato ma considerabile senza remore freddo secondo i normali canoni universali.

    Durante le prime fasi della battaglia il suo cosmo raggiunse vette di temperatura sempre maggiori, portando il suo corpo a sforzi sempre più insostenibili. Presto le ferite subite andarono anche a intaccare la mente, che per un processo di dematerializzazione neuronale cominciò ad avviare un procedimento di protezione automatica, serrando ed escludendo zone o parti specifiche del suo cervello non utili o inadatte al più puro combattimento. Eventualmente, quindi, escluse anche le voci nella testa che urlavano disperatamente il loro timore di distruzione totale dell'arma che era Garuda, da ormai troppo tempo oltre la soglia di utilizzo in sicurezza.

    Un Giudice di Hades, però, non poteva permettersi il lusso di soccombere ai processi intrinsechi della sua essenza. Un Giudice, indipendentemente, era uno Spectre diverso dal resto. Un animale adattabile, creato dalla fusione di una cosa antica e una cosa nuova, alchimia impossibile con qualsiasi altra entità del suo universo. Un Giudice, un Eaco, sarebbe mutato migliorandosi, come da sempre aveva fatto nei milioni di anni che sottilineavano la sua lunga carriera.

    Quel momento, così raro, così unico, lo spinse a mutare ulteriormente. Il tocco dell'ulteriore entità ne modificò la struttura molecolare e spirituale, cangiandolo del bianco più puro, del calore più pericoloso.

    Eaco di Garuda in quel momento era una stella di neutroni in movimento semi controllato sulla superficie terrestre. L'incolumità degli Atlantoidei, già messa in discussione dalla devastante offensiva del Chaos, era forse più minacciata dalla sua stessa presenza che dall'attacco nemico.

    Combattendo accanto a loro li avrebbe danneggiati irreparabilmente se avesse continuato a prestare la sua rinnovata e travolgente forza.

    Di nuovo, non poteva permettersi il lusso di pensare nemmeno a qualcosa di così triviale.
    Pensare, proprio, si ridusse a un mero scambio di impulsi elettrici sostanziali e ridotti, appena sufficienti a muovere il suo corpo nelle direzioni necessarie per evitare la totale distruzione e nel medesimo momento recare più danni possibile a chi si prostrasse di fronte a lui.

    Era un'arma. Un'arma distrugge e uccide.
    Quel giorno distrusse molto, forse troppo. Ora doveva uccidere.

    Il colpo di Elagia riprese un processo di decadimento programmato inevitabile nel corpo stellare di Garuda.
    Quando una supergigante decade ed implode in una successiva supernova ciò che rimane è una pulsar, stato al quale lo Spectre si stava avvicinando sempre più.
    Dolore, concetto umano ormai alieno all'entità della Stella Valorosa.
    Il suo sistema nervoso era ridotto a uno schema semplificato di connessioni e scambi elementari, sufficienti e non eccessivi. La locomozione, la parola e il ragionamento erano solo ombre lontane di quello che si potrebbe definire ottimale nelle funzioni e nei processi.

    Eaco guardò il colosso gigantesco formatosi dopo la distruzione del precedente vascello di carne della reincarnazione di Nurgle. Non lo registrò come problema, non ne aveva la possibilità cerebrale per farlo. Vide solo un bersaglio più grosso e il suo organismo, quindi, rispose a tono.

    Perché una pulsar, nel consumare gli ultimi istanti della sua tumultuosa vita, si caratterizza dal continuo e violentissimo scaturire di getti di plasma continuo in un flusso relativistico compresso di energia magnetizzata e pulsante, costante. Nel corpo antropomorfo dello Spectre tale getto si manifestò dalla schiena e dal petto, sfogandosi di continuo per evitare un collasso di massa densissima e incontrollabile.

    j2vKo7Z

    Si distaccò dal ponte della Vimana, raggiungendo l'avambraccio dell'enorme costrutto di colei che una mente più ancorata alla realtà avrebbe chiamato Johanna Derham. In quel momento per quella stella spettrale era semplicemente qualcosa da evitare di distruggere il più a lungo possibile, perché utile a cancellare dall'esistenza il falso Nulla che si trovava davanti.

    Avrebbe voluto comunicare a Elagia gli errori nel suo piano, lo sbaglio del processo di annientamento totale che lei e le sue forze stavano intraprendendo. Se fosse bastata un'invasione a piena potenza della realtà per cancellarla definitivamente, l'avrebbero fatto ben prima. Anzi, più volte provarono, ma l'animale umano è una piaga difficile da sconfiggere, troppo concreta, troppo razionale.

    Se fosse stata una guerra tra entità esterne al Tutto, come prima del Tempo, sarebbe stato molto più semplice e veloce.
    Elagia, semplicemente, sottovalutò l'imprevedibile incertezza d'azione degli umani, incomprensibili e confusi nel loro barcollare continuo in una vita corta e triste ma estremamente determinati nel viverla fino a fondo.

    Lui, come i suoi fratelli, ci erano già passati in quella fase. Un gioco più complicato cominciò ere prima dell'inizio di quello scontro. Gli Spectre erano più avanti del Chaos, sempre, comunque. Quel giorno fu Eaco a ricordarlo. Ma chi l'avrebbe fatto era totalmente indifferente. I veri agenti del nulla agivano in qualsiasi momento e luogo, purché le condizioni fossero rispettate appieno. Quell'istanza ne rappresentava il perfetto esempio.

    Le due bianche e lunghe braccia si iniettarono per il puro calore nell'avambraccio del gigante meccatronico atlantoideo, incendiandone e fondendone immediatamente le parti più esterne della corazzatura.

    In quel momento due processi uguali e contrari presero a svilupparsi. I due getti relativistici di plasma aumentarono la loro abbagliante intensità.
    Il getto sulla schiena della Stella Valorosa avrebbe accelerato continuamente i movimenti della lama, portandola a una velocità pari a quella della luce, definendo di fatto i colpi di Johanna come relativi, quasi impossibili, incomprensibili nella loro rapidità e portata. Tanto potenti da sfidare la già fragile credibilità delle leggi più basilari della fisica conosciuta.

    Le rotazioni della lama di Eaco e Johanna erano e allo stesso tempo non erano, viaggiando oltre i limiti stessi della velocità con la quale si espandeva l'universo. Oltre alla presuntuosa sfida spazio-temporale, il getto relativistico frontale della Pulsar di Garuda avrebbe corso per tutta la lama, sfogandosi oltre la punta, potenzialmente inondando di neutroni e plasma qualsiasi cosa si trovasse di fronte ad essa. In questo caso, si presuppone, Elagia e il suo seguito. Alta, grossa e potente che fosse.

    Una dimostrazione e una presentazione devastante di uno dei corpi celesti più inavvicinabili dell'universo intero, rappresentato dal guardiano della Spada di Hades, incanalato nella Lama più Grande del Mondo brandita dal Flagello di Poseidone e dalla Peace Walker stessa.

    La perfezione era un concetto che più di ogni altra cosa infuriava uno scienziato come Eaco, ma in quel momento difficilmente avrebbe trovato termini migliori per definire quella vera, genuina e a conti fatti disperata stoccata finale.


    hiaAmxR



    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis

    ENERGIASuprema

    SURPLICE ‡ Garuda [VI]

    CASTA ‡ Spectre di Hades

    FISICAMENTE ‡ Limite fisico superato, collasso termico e molecolare imminente

    MENTALMENTE ‡ N/A

    STATUS SURPLICE ‡ Vera forma



    RIASSUNTO AZIONI ‡ Mi attacco all'avambraccio del costrutto e ne accelero i movimenti a velocità suprema, incanalando un flusso di neutroli relativi di una stella pulsar lungo la lama, con tutte le divertenti conseguenze del caso.




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    DISGUSTO

    RIFIUTO

    ABOMINIO.



    Questi i sentimenti primari in Chernobog, Araldo della Fine e unica espressione della Giusta Causa. Il potere del Dio Nero sfrigola, cercando di sollevarsi sopra quell'insieme deviato che è il tocco di Nurgle. L'impatto sconfinato che fu l'arma di Seadragon - potenziata da tutti i membri del gruppo improvvisato - riuscì ad ottenere l'effetto sperato: la distruzione di Elagia. O almeno il corpo fisico utilizzato, l'insano sacrificio di Ignatus (percepito semplicemente come ronzio di contorno dal vero e unico scontro) fu il La per la ripresa di ciò che sarebbe venuto dopo.

    La presenza, seppur a distanza, di qualcosa di più antico lasciò l'Araldo interdetto ma non sorpreso. Non era facile, ogni attacco dava fondo al potere di ognuno dei presenti, e la sola presenza dell'avatar di Nurgle rendeva la situazione - detta in manier più semplicistica - ostica. La nube nera che si sollevò dopo l'impatto mostrò l'ombra prima poco nitida e poi via via sempre più chiara di un teschio dalle orbite vuote; sarebbe potuto essere familiare per lui che era il re del Trono d'Ossa se non fosse stato per gli occhi a tratti umani che comparivano. Non temeva la morte perché di essa era il portatore, non temeva la fine poiché essa - anche se fosse giunta ad abbattersi su di lui - non sarebbe mai stata definitiva. Le sue memorie sarebbero rimaste nel Life Stream della Primigena e di ogni altro futuro Araldo, a disposizione con nuove informazioni per poter facilitare il compito di chi sarebbe giunto dopo di lui in attesa di ritornare sul Piano.

    Risorta dalle sue polveri, suturata da oscurità e volere caotico, Elagia riprese il suo ruolo con dei piccoli cambiamenti: la dimensione spropositata adesso raggiungeva quella dell'opera atlantidea e l'arma che reggeva minacciava dolore infinito. Non lo spaventò questo, la prospettiva di soffrire era il pensiero minore in quell'istante per Chernobog poiché la sua stessa esistenza era stata votata (e creata) alla epurazione delle minacce alla Realtà. L'altro sentimento che lo dominava, inoltre, era la rabbia. Ancestrale, antica e unica ira data dalla sfrontatezza di chi osava contaminare l'opera che di G.E.A era unica proprietà.

    Non fece caso a ciò che dissero gli altri, se parlarono, ma agendo d'istinto, cavalcando il flusso dei pensieri della Primarca e supponendo la furia della stessa, riprese ciò che era in suo potere fare. L'oscurità si levò nuovamente, ricoprendo ogni parte scoperta che potesse essere debilitata dagli attacchi, seguendo i coralli che dominava Seadragon cominciò a saldare e rivestire il costrutto atlantideo. Affondò maggiormente le tenebre e il corpo sullo spallaccio del costrutto, reggendosi maggiormente e cercando di ampliare la velocità e la rapidità delle tenebre e degli spiriti. Il potere denso e collosso delle Tenebre fu rapido come l'ombra ma quello che lo avrebbe reso più letale sarebbestato l'entità di ciò che conteneva. Puro potere spirituale, se quei due antichi solcavano terre che gli erano negate per la loro esistenza sbagliata e blasfema, allora Chernobog aveva il diritto e il dovere di imporre il Dominio di cui si serviva sin dalla sua venuta al mondo.

    AcMeG1m

    E rise. Sguagliatamente. Continuando a ridere e la risata agghiacciante riempì ogni vuoto. Lui l'Araldo della Fine, l'unico essere a cui G.E.A aveva affidato quel ciclo fondamentale della Realtà e del Creato. Lui, che rideva in faccia a Nurgle, non avrebbe aspettato oltre danzando tra il dolore giusto e quello sbagliato.

    Le urla delle anime che dominava si persero nei rumori assordanti della battaglia, la loro volontà - già di per sè assoggettata a quella di Chernobog - fu utile nella misura in cui al comando del Dio Nero si fusero in una forma etera luminescente attorno alla spada che brandiva la primarca. Che poi fosse la stessa Vivama del Giudice Infernale, era una differenza di poco conto, ma in questo modo avrebbe avuto un plus maggiore dato che colpire l'anima di quell'abominio sarebbe stata di massima soddisfazione per l'Araldo.

    Che cos'è essere un Araldo?

    Sacrificio.

    Dolore.

    Vendetta.



    Banchetterò sui resti di quell'anima immonda.






    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni parte superiore del corpo, alcune costole rotte, mente - dall'attacco psionico - compromessa, sanguinante; sangue alla gola, polmoni collassati, arti inferiori sx e dx fratturati in più punti e contusi, tessuti esposti e pozza di sangue sotto di lui. Debilitazione costante data dall'uso spropositato di cosmo
    MENTALMENTE ¤gggggggggggggggggggggggghhhhhhhhhh
    STATUS DARIAN ¤ vera forma - incrinata, parte inferiore del corpo e arricciata e fusa in punti sparsi.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ si attacca fortissimo allo spallaccio del mecha pompando oscurità, mentale come parte della difesa comune per poi rivestire di oscurità + spirito a massimo potenziale la vivama-spada per tagliare maggiormente [af]

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    Armata delle Tenebre — Tecnica infida e subdola, propria dell'Araldo. Si manifesta come una vasta nube nera, che ricoprirebbe il campo di battaglia oscurando la visuale di coloro che vi si trovassero immersi dove all'interno di questa foresta di oscurità, si annida l'Armata della Tenebre. I combattenti caduti per la causa della Madre, vengono richiamati da Chernobog che li schiererà come propri soldati sottomettendoli al proprio volere e privandoli così di ogni paura o perplessità - sempre che ne avessero avute. Essendo oggi pure entità spirituali, combatteranno sul piano dello spirito mantenendo solo le sembianze di un tempo, avendo come obiettivo la distruzione totale dell'anima e della mente del nemico. Come con gli altri spiriti evocati dal dio oscuro, essi rimarranno in campo finché vengono sostenuti col cosmo e per la sola durata del turno, colpendo con raggi o sfere esplosive singolarmente oppure concentrandoli in un unico attacco che nell'eventualità della messa a segno, instillerà nei nemici la sensazione delle loro menti dilaniate da un cieco terrore e dolore (anche i colpi a distanza avranno comunque come bersaglio spirito e mente, non potranno provocare danni di altra natura). L'armata delle tenebre potrà disporsi sul campo di battaglia a seconda della volontà del suo evocatore. [offensiva spirituale+illusioni]




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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    Un primo fendente penetra la difesa di Elagia, mentre l'insieme dei vostri poteri corre sul suo corpo immenso.
    Orrori d'ogni sorta vengono partoriti dalle sue ferite e divorano i tentacoli che cercano fermarla.
    L'odore orribile della carne carbonizzata riempie l'aria mentre l'incarnazione di Nurgle si muove con una velocità divina ed intercetta il mulinello che è ora la Vimana.

    Le due enormi armi si bloccano a mezz'aria, emanando un'onda d'urto che avrebbe disintegrato ogni cosa nel raggio di decine e decine di chilometri se non foste stati in quello sprazzo di Dimensione Oscura.
    Le tenebre di Mordiggian si fondono sempre di più con il corpo di Elagia, contrastando l'effetto sempre più prorompente dei sigilli titanici.
    Lo stallo genera così tanto potere che lo spazio, già distorto di per sé, inizia ad ondeggiare come un mare in tempesta.
    L'attacco combinato di Oliver e di Pan causa un fremito in Mordiggian, che come reazione manifesta la sua presenza con maggior violenza.
    Lui ed Elagia iniziano a pronunciare parole blasfeme per contrastare l'incanto atlantideo, poi i Primarchi iniziano a percepire qualcosa di molto strano.

    Le leggende narrano di uno stato di estasi provato da coloro che entrano in perfetta sintonia con il Khala. In questo stato si può esistere, per un brevissimo istante, nello stesso istante di uno o più altre tracce di memoria del Khala, come si si fosse più di una persona allo stesso momento.
    E' ciò che i Primarchi sentono, un fremito indicibile, tanto che la traccia è percepibile anche dagli altri.

    Delle mani enormi e lucenti si uniscono a quelle della gigantesca creazione di Johanna, come a dar forza alla pressione della Vimana contro la spada di Elagia.
    Una nuova e soave voce si unisce a quella dei primarchi, con una certezza che dimostra la totale padronanza dei misteri dei sigilli tramandati dalla conoscenza del Titano Atlante.

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    Elasippo unisce il suo canto al vostro, aumentano il numero e la complessità dei sigilli che partono dalla lama e cercano di avvolgere Elagia e Diapprepe.
    Il Dio del Caos e il Grande Antico che era vostro fratello sono colti da sopresa, terrore e rabbia, aumentando anch'essi il potere manifesto.

    Poi, un altro prodigio avviene.
    In una sorta di epifania, vedete la Vimana venir avvolta da energia divina, un'oro lucente che travolge anche voi.
    Non più una spada è alimentata dalla vostra forza... ma un tridente.

    L'arma sacra dell'Imperatore inizia a distruggere la spada abominevole e poi il corpo stesso di Elagia.
    Lei e Diapprepe vengono tranciati a metà.
    Nurgle, in un tentativo disperato, blocca il tridente con migliaia di braccia avvolte dalle tenebre di Mordiggian.
    Lo sfrigolio che si genera è terrificante, non riuscite a sostenerne il peso cosmico.
    Poi un enorme e finale sigillo disintegra ciò che resta della manifestazione fisica del Dio del Caos e dissolve le tenebre di Diapprepe.
    L'area di Dimensione Oscura crolla su se stessa ma, prima di travolgervi con il suo caotico fluire, tutto attorno a voi sparisce.

    Vi ritrovate sopra la zona dove sorgeva la fortezza delle forze del Caos e, dal punto in cui avete trovato Elagia, si genera una tremenda esplosione dorata che rade al suolo ogni cosa.
    Non riuscite a percepire l'estensione della distruzione, poiché poco prima svanite di nuovo...



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    All'apice dello scontro, il vostro potere giunge all'apice e riesce a fare da faro ad Elasippo che vi aiuta dal Khala.
    Il suo incanto richiama la forza stessa di Poseidone che vi benedice con il suo potere, grazie al quale riuscite a bandire Elagia/Nurgle e Diapprepe/Mordiggian.

    Ritornando sulla terra, all'altezza di circa tre chilometri da dove si trovava la fortezza e la battaglia navale, vedete una mega esplosione - probabilmente un Exterminatus richiamato da Poseidone stesso.
    Qui di nuovo sparite prima di venire coinvolti e tutti finite nella parte finale.

    Il termine è tra 7 giorni






    Edited by Gorthaur - 16/5/2021, 22:21
     
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20 replies since 22/3/2021, 17:01   895 views
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