[trama][mega quest Atlantide] High Hopes - parte 5

Elagia

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    Protogenos of Death

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    Topic per il duello vs Elagia/Nurgle :zizi:
    A voi la mossa :yeye:



     
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    High Hopes - Parte 5 - Elagia
    Mega Quest - Trama - Chapter 1

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    Sala Tattica da Campo
    Australia


    Il suo respiro aumentò di profondità e di ritmo, mentre la figura psionica di Aynas proruppe nella realtà piangendo lacrime di sangue, una scena raccapricciante della sorella Tulpe che si generò come per partenogenesi dalla schiena della giovane Primarca.
    Tra le lacrime di sangue rilasciò un urlo straziante di dolore che mutò lentamente, secondo dopo secondo, in una risata isterica, quasi malvagia, demoniaca. La figura illusoria quindi si dissolse in una forma oleosa che andò a rivestire Sanya stessa.

    Gli scarichi della Scale emettono volute di vapore sempre più denso mentre il cosmo gelido della Regina Artica abbatteva la temperatura e permeava l'aria di umidità.
    Il nucleo dell'odio mnemonico del Khala del Kraken era, finalmente, di fronte a Sanya, di fronte a Mestore, di fronte a Kaldor Draigo ed a tutti i precedenti Primarchi che erano stati elevati a guide dell'Artico, a tutti coloro i quali avevano stretto e rinnovato la promessa con Yorith.
    In un angolo della sua mente la bambina nel corpo di giovane donna percepì come la risata soddisfatta del Grande Antico suo compagno da così tanto tempo.

    La celata dell'elmo si aprì violentemente mostrando il volto della biondina devastato e come trasfigurato dalla sostanza oleosa che erano i suoi stessi psioni.

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    *Inciderò questo giorno nel Khala*



    Parlò in atlantideo antico, probabilmente solamente Johanna ed Oliver sarebbero stati in grado di comprenderla ma il fatto più inquietante fu che la sua voce era quella di Mestore stesso.
    Gli occhi di Sanya erano oramai completamenti colmi del suo cosmo, era impossibile distinguere fra sclera, iride e pupilla, era due profondi pozzi di oro liquido che erano puntati contro la forma di Elagia.

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    *Stavolta non sarà indolore*


    Dalla bocca volute di vapore iniziarono a formarsi mentre la brina sul terreno iniziò a risalire i piedi calzati dalla Scale e le gambe.

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    *Proverai ogni singolo istante di dolore di Elasippo*


    La celata dell'elmo si richiuse di scatto mentre i circuiti visibili della Scale sembravano ardere come il sole per l'intensità ed il vigore del cosmo della Primarca che stava raggiungendo picchi vicini al suo stesso climax.

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    *PUTTANA*



    Ed il coro cosmico costituito dalle memorie e coscienze che costituivaon il gestalt del Khala del Kraken innalzò, all'unisono, un canto antico, pronunciata in una lingua dimenticata dal mondo: in quello stesso luogo, per la seconda volta dopo eoni, dal Tempo del Mito, riverberò nell'aria il canto vincolante che Elasippo pronunciò quando sigillò Diaprepe utilizzando il proprio sangue come catalizzatore.
    Sanya nel processo andò a far confluire il canto di Elasippo nel suo cosmo, nel suo potere, nella sua IRA.

    Era da ben prima che assurgesse al rango di Primarca che la piccola Sanya era considerata un concentrato di rabbia a stento repressa. Essere diventata Primarca del Kraken aveva di fatto acuito la condizione, sia prima della Prova del Khala tramite il contatto continuo con Yorith e dopo la Prova tramite la connessione eidetica dovuta alla Via Dorata, Sanya di fatto era sempre vissuta circondata da un costante senso di rabbia ed ira a stento mantenuta sotto controllo.
    Solo la Fede nell'Imperatore e la volontà di voler attendere alla Sua Volontà, solamente il voler anche solo assomigliare alla massima espressione di perfezione umana da lei conosciuta (la Primarca di Seadragon al suo fianco) era questi i pilastri che mantenevano a galla l'isola di quiete di Sanya costantemente sferzata dall'oceano in burrasca dell'ira.

    E stavolta, l'ira repressa per millenni, per intere ere, stava per essere riversata su tutto ciò che l'aveva originata.

    Nessuna Pietà.

    Nessun Rimorso.

    Nessuna Resa.

    Uccidi l'Eretico.

    Monda l'Impuro.

    Nel Suo Santo NOME!

    E l'aria divenne improvvisamente pesante, mentre una coltre di umidità di staccò dalla brina generata sul terreno, una cappa trasparente di acqua pulviscolare volta a cercare di intrappolare almeno in parte possibile lordura di Nurgle. Nel mentre tra le dita di Sanya rivoli di acqua iniziarono a scorrere mentre portò le braccia in posizione, al fianco destro, posizionata come ad impugnare una qualcosa puntato verso il basso e dietro di lei.

    Qualcosa che andò formandosi proprio da quell'acqua, che scorrendo prese la forma di un enorme spadone che solidificò in ghiaccio.
    Una forma perfetta dal cui interno, al centro iniziò a scorrere la stessa acqua che la costituiva mentre il nocciolo centrale del cosmo ivi impresso prese a pulsare sempre più forte e con maggior frequenza.
    La perfezione della lama venne alterata dalla pressione interna mentre, al tocco della punta della lama creata filamenti di ghiaccio si sparsero alle spalle della Regina dell'Oceano Artico.
    La Sposa dell'Imperatore era una manifestazione di potere, il cosmo multicolore eruttava come la bandiera di divina gloria dell'Imperatore stesso.

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    [*Snow Maiden: Blood of Atlantis*]



    Eseguì un riddoppio dritto, un fendente ascendente obliquo da destra a sinistra e la lama di ghiaccio, nell'acquisire energia cinetica, scavò nel terreno deformandosi ancora di più fino ad esplodere letteralmente nel momento in cui venne puntata verso la figura della seicentosessantasei volte maledetta Elagia.
    Un tripudio di potere venne scatenato verso l'essere una volta umano, un'immensa massa di acqua, ghiaccio, detriti e di cosmo. Cosmo impregnato degli psioni riportanti il canto sigillante pronunciato in lingua titanica da Elasippo.

    Non avrebbe lasciato nulla al caso, non avrebbe concesso mercede, non avrebbe lasciato scappare la fonte del suo odio.

    A far da sfondo a quella devastazione il corpo di Sanya che, avvolto nella sua Scale, parve per un istante assumere le fattezze di Mestore, per poi passare a quelle di Sanya appena investita come Primarca ed infine tornare normale.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, Lingua lesionata senso di intorpidimento in fase di dissipazione a causa del dolore autoindotto - ulteriori ferite auto prodotte per contrastare il veleno - Stanchezza diffusa per consumo cosmico.
    MENTALMENTE Target DESTROY.
    STATUS SCALE Indossata - alcune incrinature all'addome - In Modalità da battaglia

    RIASSUNTO AZIONI
    Eh...
    Sanya si ritrova davanti il motivo dell'Odio del Khala del Kraken, il Vietnam ed il PTSD sono bazzeccole.
    Erompe e lascia eruttare il proprio cosmo che brina il terreno, condensa dall'aria dell'acqua in formato pulviscolare e la dirige intorno ad Elagia in modo da cercare di ottenere un possibile schermo che intercetti eventuali lordure Nurglesche sfruttando la pesantezza dell'acqua e delle condizioni di bassa temperatura.
    Dopodichè rilascia la sua tecnica, il Blood of Atlantis, che usa come vettore per effetti mentali costituiti dal canto titanico di sigillazione pronunciato da Elasippo per bandire Diaprepe, con lo scopo, in caso a segno, di bloccare per un istante Elagia (e mettere lei magari in effetto Vietnam) per permettere al resto della squadra di colpire. Duro.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE
    Снегу́рочка: Кровь Атлантиды
    (Snegurochka: Krov' Atlantidy)
    Snow Maiden: Blood of Atlantis ()


    L'arma preferita del Primarca del Kraken è, senza ombra di dubbio, la spada. Se può scegliere un'arma bianca, Sanya prediligerà la spada, sempre. Non si sente degna di utilizzare prevalentemente un'arma lunga, come una lancia e per lei è simile all'eresia immaginare di imbracciare un tridente. La spada le si addice, la trova elegante, raffinata, bellissima e mortale.
    Nel passato mitologico, anche Mestore, il favoleggiato primo Primarca del Kraken, prediligeva la spada e si narra che la sua preferita fosse un'arma di superba fattura di nome Clarent.
    Omaggio al Re di Atlantide che forgiò l'alleanza della sua schiatta cosmica con l'Antico Yorith, Sanya si è adoperata ad ideare un colpo che coniugasse la storia della Scale con la sua figura ma, attraverso la sua maturazione nell'uso del Cosmo, ne ha apportato una variante, il proprio tocco per rendere onore ad un'arma del passato tanto illustre.
    La figura della Snegurochka appartiene al passato di Sanya, prima della sua venuta ad Atlantide, quando ancora era una bambina, l'essere che porta il nome di "Fanciulla della Neve" rappresenta la nipote ed aiutante di "Nonno Gelo" altro essere che nella notte dell'ultimo dell'anno porta i doni ai bambini; allo stesso modo la Primarca del Kraken aiuta l'Imperatore nella sacra missione di portare in dono la pace all'umanità.
    Lasciando ardere il suo cosmo, e di conseguenza generando un repentino abbassamento di temperatura nell'area circostante, Sanya lascia che acqua e gelo avvolgano la sua mano dominante, concentrandosi sulla punta delle dita, e solidificandosi in una forma di uno spadone enorme più alto della stessa Primarca.
    Assunta una posizione di guardia costituita dalla spada tenuta a presa invertita con la punta a terra, tenuta sul fianco, Sanya vi concentra tutto il suo cosmo che assumerà una colorazione dal rosso intenso. La spada, incapace di resistere ad una simile emanazione cosmica inizierà a sfaldarsi e deformarsi nelle sue componenti di Ghiaccio ed Acqua, mentre il getto di cosmo andrà ad ispessirsi e condensarsi.
    Il terreno nell'area di effetto di tecnica geliverà all'istante, fessurandosi e spaccandosi sotto il peso della pressione cosmica emessa, mentre il flusso cosmico emesso dalla spada creerà un vero e proprio solco profondo decine di metri dietro di Sanya.
    In quell'istante la giovane Primarca rilascerà il colpo, lasciando repentinamente partire un fendente ascendente obliquo da destra a sinistra; la lama di cosmo, acqua e ghiaccio, al suo passaggio fendendo la terra, rilascerà, una volta indirizzata, tutto il suo potenziale distruttivo, rilasciando un getto di cosmo dal colore rosso con riflessi cangianti che ricoprono tutto lo spettro dal viola e rosa che si dirigerà verso l'obbiettivo, un fendente coadiuvato ai fianchi e nel mezzo da un'ondata di acqua con blocchi acuminati di ghiaccio che proietteranno inoltre i detriti smossi del terreno, che tenteranno di spazzare via qualunque cosa davanti il loro cammino.


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    L'attacco di Seadragon lo scombussolò fino a un certo punto, la primarca era potente e il suo dominio era vasto, ma quello che davvero lo bloccò sul posto fu l'emanazione caotica e pestilenziale che si sprigionò dalla rottura del pilastro. La figura minuta che ne venne fuori poi, gli fece drigninare i denti ignorando completamente le vane parole di Ignatius. L'apparenza delicata era un semplice artificio poiché Nurgle poteva prendere le sembianze che più gli aggradavano. Ricoperta di simboli blasfemi, mostrava una crescita straordinaria e un mutamento costante, tanto che il sorriso che rivolse all'Araldo e al Kraken fu torbido così come le parole che rivolse a entrambi.

    L'elmo della Fine si aprì mostrando il volto pallido incorniciato dalla darian, il sangue colava dagli angoli della bocca e dal naso, in una maschera di stoica violenza. Sputò nella direzione dell'eserca caduto e corrotto, ricordava la prima battaglia contro di lei: in quell'occasione aveva incontrato il primo Primarca di Kraken e aveva dato battaglia sterminando l'esercito di Nurgle con la sola forza della sua ira e del suo martello.

    E come ogni incarnazione, sono qua per distruggerti come ho fatto col tuo generale.

    Strinse il pugno mentre l'arma compariva formandosi dalle ombre e solidificandosi in mano. L'elmo si richiuse, ignorando completamente il movimento di Ignatius, sapendo per certo che sarebbe stato un obiettivo per gli altri, non gli interessava per chi ma tutto il suo essere, ogni fibra dell'anima, gridava per massacrare Nugle. Era il suo paradigma, il motivo per cui era venuto al mondo. Jerome era morto per cercare di rallentarlo, per dargli il tempo di essere pronto, l'aveva capito dopo averlo rivisto. Aveva ampliato il suo potere, riavuto le sue memorie, liberato e riconquistato il Trono d'Ossa e il Nero... Non avrebbe indietreggiato, non avrebbe temporeggiato oltre.

    La primarca del Kraken fu invasa dalla furia, ricordando la morte che aveva provocato quella manifestazione di Nurgle, e in un attimo tutto quell'odio si scatenò contro Elagia. Non riuscì a capire la lingua con cui parlò Sanya ma intuì il suo movimento e si preparò per non lasciare che quell'abominio continuasse a ricevere energia, era giunto il momento di schiacciare la sua testa contro il terreno.

    Il potere pestilenziale e mortifero di Chernobog invase contemporaneamente il terreno, coperti da un'oscurità densa e gelida tutti sarebbero stati in grado di percepire la Fine, ma quello che gli interessava era semplicemente colpire il più duramente possibile Nurgle. Sapeva che era più forte di ognuno di loro singolarmente ma insieme avrebbero potuto avere una possibilità. E con questo pensiero e la furia che gli risaliva lungo il petto strinse ancor di più il martello mentre dalla sua stessa essenza si cominciava a crearsi un turbinio di potere spirituale e mentale. La forma umana del Dio Nero si crepò, emettendo bagliori verdastri dalle cicatrici pallide e invisibili che solcavano il suo corpo umano, lasciando fluire il suo potere avrebbe evitato di mostrarsi come la pantomimia di ciò che era.

    Le tinte verdognogle illuminarono il cielo, accompagnate dall'emanazione cosmica arcobaleno, e solo quando fu certo che sprigionò il tutto. Piegò le ginocchia, assicurando la presa sul terreno e maggiore equilibrio, e ingrandì il martello colpendo il suolo fino a spaccarlo, affossandolo. La zona si saturò di tenebre, energia mentale e spirituale, contemporaneamente all'espansione cosmica della Fine. Concentrò una sfera di puro potere grezzo, aumentandone il diametro a dismisura per ottenere una copertura di campo (volendo evitare evenutali contrattacchi o difese). In questo modo avrebbe cercato di inglobare Nurgle in esso, facendo partire un fendente singolo - mimetizzato in quella masnada di potere - sottile e perfetto, simile in tutto e per tutto frontalemente ad una linea nera silenziosa (lateralmente sarebbe stato una parete di oscurità ribollente) che avrebbe dovuto schiantarsi - silenziosamente - sul nemico colpendolo con l'intero arsenale cosmico di Chernobog.

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    L'esplosione e la distruttività del suo potere erano niente in confronto alla Furia che provava dinnanzi al suo rispettivo arci nemico, l'origine e il motivo per cui adesso si trovava lì ad aiutare quegli Atlantidei insieme a un Giudice Infernale era quello di distruggere Nurgle. Non si sarebbe accontentato di un risultato diverso.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni parte superiore del corpo, alcune costole rotte, mente - dall'attacco psionico - compromessa, sanguinante
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤ vera forma

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Martella il terreno scenicamente saturando il campo di oscurità [div] per poi creare una zona ripiena di tutto il suo potere e concentrarlo in una sfera da cui partirà il fendente con la bordatona cosmica spirituale e mentale [AF]. Niente ad, solo diretto a Nurgle.

    Edit. Due errori di battitura

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    конец — Il cosmo dell'Araldo si espande, generando una zona di tenebre satura di energia spirituale e mentale, molto più potente di quella che potrebbe essere una comune esplosione di energia pura. Essendo in grado di concentrarne l'intero immenso potere in una sfera nera tra le sue mani, dal diametro di una ventina di centimetri. Da essa partirà un singolo fendente nero che frontalmente è in tutto e per tutto una sottile linea nera, difficile da distinguere nelle eventuali tenebre con cui si circonda il Nero. Lateralmente è una vera e propria parete nera, che si allunga senza un suono verso l'avversario, per colpirlo con l'intero potere distruttivo spirituale, mentale e cosmico concentrato sul suo sottilissimo spessore. Questa tecnica porta il nulla, mirando a spazzare via ciò che che c'è, ma tutto ciò che sopravvive si trova a fare i conti con l'estremo dolore portato dall'oscurità. [ oscurità + danno mentale + danno spirituale]




    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.


    Edited by D o r c a s - 19/4/2021, 17:17
     
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    ‡ High Hopes ‡Capital Ship Drop

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    Ahh, e tutto si sviluppò come da programma.

    Il buon Oliver si scagliò assieme all’enigmatico Pan contro il lacchetto di Elagia, o Nurgle. Indifferente.
    Il gruppo rimanente si ritrovò all’interno di un ingaggio lontanamente reminiscente dei bei tempi in cui era usanza disintegrare sistemi solari interi per risolvere banali dispute territoriali o ideologiche. Lì, mezzi morti e anatomicamente incompleti per la gran parte erano solo riusciti a distruggere l’Australia.

    Che, a seconda dei punti di vista, poteva essere più un vantaggio che il contrario.
    Riprese le redini del suo bistrattato e continuo flusso di coscienza lasciando che l’immediatezza dei suoi istinti prendesse il sopravvento, elettrizzandolo dalla punta delle ali fino alle estremità delle zampe.
    Si ritrovava contro Nurgle, che grande occasione, che storie che avrebbe raccontato ai suoi fratelli. Oh, quanto si sarebbe vantato, come un gladiatore rimasto in piedi per ultimo davanti a Nerone.

    Probabilmente. Anzi, quasi sicuramente, prendeva molto meno seriamente la situazione rispetto ai suoi compagni di sventure. Non era una questione di scarsa capacità di giudizio, sarebbe stato un ossimoro; il problema risiedeva in una eccessiva e ridondante esperienza correlata ad eventi simili. Eaco aveva scambiato fendenti con entità al pari di Nurgle o persino peggiori e riuscì sempre e comunque ad uscirne, non sempre ovviamente intero.

    Quella che aveva davanti era una forma imperfetta ed incompleta del Dio del Chaos, non la sua incarnazione più completa. Un prototipo difettato, ben lontano dalla sua potenza originaria. Esattamente come il Magister. A differenza sua, però, Nurgle cresceva di potere ogni secondo che i suoi compagni di merende stavano a bighellonarsi inveendogli contro i primi improperi scaturiti dal cuore.
    Come la Primarca del Kraken, povera, tutta sfigurata, a recitare memorie storiche che non fregavano a nessuno se non ai poveri pazzi costretti ad eseguire i suoi ordini, soggiogati dalla sua enorme forza d’animo e dal suo sconfinato potere alimentato dall’odio per l’essere che aveva davanti e che gli aveva dato ragione di esistere. O come Chernobog che… Faceva Chernobog. Osservarlo era interessante, come ammirare lo sviluppo di una malattia rara e incurabile ma a velocità decuplicata. Inevitabile e naturale, spietato e inarrestabile.
    I loro attacchi, finalmente, cominciarono a movimentare la situazione.

    Non ebbe tempo di ringraziare la signora Derham per l’enorme sforzo appena eseguito per salvare le sue truppe da una fine certa. Truppe che ricominciarono nuovamente a combattere contro le forze del chaos una volta superato il disorientamento da viaggi dimensionali. Comprensibile, ma la paura di farsi trafiggere da una spada ricoperta di cancro era maggiore. Le dita tornarono a premere i grilletti e la battaglia, così stupidamente umana, tornò a svilupparsi attorno a loro.

    Aveva un polmone collassato e buona parte del suo piumaggio assente, sostituito da lembi di pelle bruciata dalle battaglie precedenti. La sua mente vacillava, tenuta assieme solo dal meccanismo intrinseco di autodifesa neurale sviluppato nel corso di milioni di anni. Un castello di carte in una tempesta.

    Sorridere, inconsciamente, gli inviò ai centri del dolore un impulso continuo e incessante. Non riusciva, tuttavia a controllarlo.

    “Ohh, ora ammazzo Nurgle. Sì… Mi sa che ora ammazzo Nurgle. No… Devo ammazzare Nurgle”

    Rimuginò tra sé stesso a bassa voce, rantolando come un pazzo dietro una voce danneggiata, piano, continuo. L’attacco mentale subito non lasciò troppe connessioni neurali.

    Il capo roteò di scatto, come un’inquietante marionetta mossa da servomotori idraulici. Un sonoro crack si udì dalle giunzioni ossee del collo. Il suo sguardo penetrante si posò sulla Primarca di Seadragon, distrutta anch’essa dal combattimento ma abituata alle conseguenze del caso.
    Tuonò direttamente nella sua mente nel modo meno educato possibile. Chiarezza di messaggio.

    “MADAME DERHAM, HO UN’IDEA. Non avrei voluto rivelarla per ancora qualche tempo ma evidenti urgenze ne richiedono l’immediata messa in servizio.”

    Con la stessa meccanicità con la quale mosse il capo, le due braccia scattarono verso l’alto, radunando le nubi attorno in un vortice tumultuoso di cumulonembi e cirri grigi di pioggia marcia.


    Un portale esplose al centro, prima della dimensione consueta della prua della Vivama, poi sempre più grande, allargandosi vistosamente nel mezzo del cielo plumbeo.
    Una nave, lucida come un gioiello prezioso, cominciò a farsi strada dal portale. Era simile alla Vivama, ma più esagerata in ogni aspetto. Lunghezza, altezza, dimensione. Ma soprattutto, armamenti.

    Quando capitolò tutta un totale di dodici enormi cannoni grossi come palazzi ondeggiava nervoso al vento del padrone, sibilando fame di distruzione accompagnati dai venti armamenti minori, nervosi e rapidi nei movimenti di ingaggio. Le poche navette del chaos che tentarono di assaltare il gargantuesco ammasso di metallo vennero disintegrate in pochi istanti da cannonate tanto assordanti da spostare le altre aeronavi con la loro sola onda d’urto. Da tutta la nave un continuo ringhio tintinnante annunciava e ricordava la sua ingombrante presenza sul campo di battaglia. Muovendosi lentamente, a certe angolazioni, proiettava un’ombra tanto imponente da precludere la luce solare a intere zone di combattimento. Come una corazzata eclissi spettrale.

    Eaco, Garuda, rise. Una risata rauca e dolorosa, che gli ricordò quanto fossero danneggiati effettivamente i suoi polmoni. Una risata inevitabile.

    “Ho aspettato molto questo momento. Il mio magnum opus.”

    Una corrente ascensionale lo proiettò verso l’alto, atterrando delicatamente sulla prua della sua bestia. Immediatamente una manciata di cannoni a lui vicini, come serpenti, cominciò a osservarlo ondeggiando nella sua direzione, come guardie attente.
    “Son riuscito dove i figli dei britannici hanno fallito, la corazzata definitiva.”

    Sul lato del prototipo la scritta USS Montana, residua della fase di progettazione, cominciò a bruciare come cenere, venendo sostituita da caratteri più scuri e permamenti: LC-108 VIVAMA

    “Mk II.” Sussurrò.

    La nave cominciò a ad accelerare tutto il suo peso verso il terreno, affondando di quota prima la poppa. I cannoni ad essa vicini si unirono in un agglomerato d’acciaio infernale, allungandosi oltre il limite della silhouette navale, bloccandosi oltre il parapetto in un singolo manico formato dalle canne fuse tra loro, bloccate sul posto.

    La chiglia, lunghissima, si arroventò con l’attrito dell’aria, catalizzata dal cosmo dello Spectre, che la incendiò con un boato infiammato, disegnando una retta rotta nel cielo, ovalizzata dalla forma dello scafo, come un occhio maligno che crollava sul terreno abitato dai tristi e impotenti mortali. L’accelerazione venne sollecitata ulteriormente da conseguenti scariche di correnti ventose vicinissime tra loro, tutte in direzione della zona d’azione della Primarca più anziana.

    “HAI MAI IMPUGNATO UNA SPADA SIMILE, PRIMARCA?”

    Una serie di immagini avrebbe bombardato la mente di Johanna, istruzioni semplici, basilari, efficaci, dai risultati devastanti. Gli aveva fornito una lama, una lama incendiata. Una lama pesante, una lama affilata e un manico col quale impugnarla, il resto sarebbe stato naturale come respirare.

    “MOSTRAMI IL TUO VALORE, PEACE WALKER.”




    hiaAmxR



    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis

    ENERGIAViola

    SURPLICE ‡ Garuda [VI]

    CASTA ‡ Spectre di Hades

    FISICAMENTE ‡ Ustioni di terzo grado su tutto il corpo, polmone fuori uso ma cauterizzato, spossatezza diffusa

    MENTALMENTE ‡ Grave danno mentale e sistema nervoso danneggiato

    STATUS SURPLICE ‡ Indossata, vera forma



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    lcuni soldati lasciarono cadere le armi. Si guardarono intorno, osservando come l'intera zona fosse stata annichilita. Sapevano che Johanna era potente, sapevano che il loro primarca si era sempre trattenuto attorno a loro, o le zone da conquistare. Sapevano che era in verità in grado di scatenare molto di più. Solo...non immaginavano questo. Non c'era più niente attorno a loro, al ritorno da quella dimensione fredda e turbinante. L'intera zona era stata livellata per chilometri, e al centro di esso si ergeva il pilastro. Fu ciò che videro che portò loro sconforto. La loro stessa esistenza stava gridando, cercando di fuggire dal loro corpo. Un terrore così grande e inspiegabile, ma a quel punto tutti - dal soldato di basso rango ai capitani delle compagnie di astartes - avevano capito che cosa ci fosse davanti a loro.

    Nurgle. Avevano un dio del caos davanti a loro. Un vero dio, che si era manifestato nel mondo materiale di fronte a loro. E quel gruppo di guerrieri di fronte a loro stavano per affrontarlo. Johanna inclinò il capo, guardandolo. Una cosa così piccola che conteneva così tanto potere, potere che stava crescendo. Quello era solo l'inizio, sarebbe diventato immensamente più forte in poco tempo. Un dio del caos non poteva essere veramente sconfitto, poteva solo essere ricacciato indietro da dove veniva, per dare un po' di sollievo temporaneo all'esistenza dell'universo. Questa era la guerra infinita di Atlantide contro i poteri perniciosi. Uno scontro di attrito che forse sarebbe durato fino al momento in cui le stelle si sarebbero spente. Per un istante, per un singolo istante, Johanna guardò il piccolo corpo del dio e si chiese "come ci sono arrivata qui? Ero una postina qualche anno fa". Un tempo era una madre single, con problemi cognitivi e una figlia che stava per cominciare le elementari...ed ora stava per combattere per il destino del pianeta. Non era una iperbole, se avessero perso Nurgle sarebbe diventato presto troppo potente per essere fermato, nemmeno le altre caste avrebbero potuto farlo unite senza causare una distruzione irreparabile al pianeta.

    È finita... - Sentì una voce nel vox-link dei suoi soldati. Una singola voce. Seguita da altri. La paura, la disperazione stava diffondendosi tra i ranghi atlantidei. Era una reazione umana, era comprensibile. La determinazione e la fede arrivano fino ad un certo punto. A quel punto arriva la consapevolezza che si è solo un uomo con un fucile contro un dio. Ci si rende conto di avere dei limiti, nonostante si sia agenti della volontà del divino imperatore. Giunge la consapevolezza che ogni cosa che faranno da quel momento in avanti sarà vana. Non possono fare altro se non morire. Non era ribellione. Non era eresia. Era solo paura, paura primordiale di umani che hanno deciso di votare la loro vita ad un ideale, di vivere sognando un mondo senza confini a dividerlo, unico sotto il cielo.

    Lady Johanna, siate onesta. Stiamo per morire? - Chiese un astartes.
    Sì. - Disse la primarca, infinitamente stanca.
    E succederà in ogni caso, possiamo anche disubbidire ai vostri ordini e cercare di scappare, moriremo comunque. - Rispose qualcun'altro.
    Sì, hai ragione. - Disse Johanna. In quel momento il vox link divenne caos. Ma tornò il silenzio nell'istante in cui Johanna parlò di nuovo. Il rispetto che i soldati dell'atlantico settentrionale avevano per quella donna che avevano visto combattere in prima linea per anni andava oltre il terrore della morte e dell'inevitabile.

    Tutto ciò che reputate importante: ogni speranza, sogno o momento felice. Nulla di tutto questo vale nulla quando stai sanguinando a morte sul campo di battaglia. Nulla di tutto questo cambia che cosa fa un potere del genere ad un corpo umano. - Johanna inclinò nuovamente il capo. La sua voce ora era calma, ma salda. La voce che l'intera Atlantide conosceva. - Ma questo vuol dire che le nostre vite sono insignificanti? Vuol dire che non valeva la pena nascere? - Si voltò verso i suoi soldati, mentre attorno a lei gli altri guerrieri erano intenti a indirizzare le proprie invettive a Nurgle, o qualunque cosa stesse facendo Garuda. Johanna dedicò invece quei momenti ai suoi soldati, che l'avevano seguita fin nella bocca dell'inferno. - Direste lo stesso dei nostri compagni caduti? Anche le loro vite erano insignificanti?

    Un breve istante di silenzio.

    NON LO SONO! Il loro ricordo è un esempio per tutti noi! Chi è caduto con coraggio! Chi è caduto gridando e piangendo! Le loro vite hanno significato perché noi che viviamo ci RIFIUTIAMO di dimenticarli. E mentre avanziamo verso morta certa, ci affidiamo ai nostri successori perché facciano lo stesso! Perché i miei soldati non si piegano o arretrano messi di fronte alla crudeltà di questo mondo! I miei soldati avanzano! I MIEI SOLDATI NON SPRECANO FIATO IN PREGHIERE VANE PER UN DIO CHE ESIGE RISULTATI! I MIEI SOLDATI TROVANO LA GLORIA DI ATLANTIDE NELLE FIAMME DEI LORO FUCILI E NEL SANGUE DEL NEMICO TRA LE LORO DITA!

    I MIEI SOLDATI GRIDANO!



    I soldati dell'atlantico gridarono come un sol uomo, pronti ad affrontare qualunque minaccia fosse giunta. La loro voce e i loro cosmi uniti in un ruggito a cui quello di Johanna fece eco sovrastando quello di tutti gli altri combattenti che avevano cominciato il loro scontro con Nurgle. L'energia dorata del dragone del mare si incendiò, espandendosi in una massa immensa, distorta, la sagoma delle tre teste di Syphon sovrastò quella della primarca. Johanna guardò nuovamente Nurgle. L'armatura di corallo scuro che indossava cominciò a sbriciolarsi, cadendo rapidamente dal suo corpo in polvere scura, mostrando l'oro della sua scale. Una sensazione strana si impadronì di lei. Come se messa di fronte alla fatalità di quello scontro Johanna avesse trovato un qualche senso di calma, la tempesta che era il suo animo si placò, diventando una distesa di acque tranquille e fresche. L'opposto di quello che stava accadendo intorno a lei. L'esistenza intera stava gridando in note variopinte attorno a lei mentre i poteri di Sanya e Chernabog si scatenavano verso un nemico con cui avevano questioni più che personali. Johanna era lì semplicemente a fare il suo dovere. Il suo dovere verso il suo paese, il suo dovere verso la sua famiglia e tutti quelli che avevano creduto in lei fino a quel momento. Mosse un passo in avanti, pronta a unirsi alla battaglia, quando la mente sgraziata di Garuda raggiunse la sua. Fece una piccola smorfia di fastidio sotto l'elmo. O meglio, quello che rimaneva del suo volto parzialmente decomposto si contrasse un poco. Si voltò rapidamente verso il giudice infernale. Poi sollevò lo sguardo seguendo le sue braccia rivolte al firmamento devastato dai poteri in gioco. Sentì i suoi stessi denti vibrare in sintonia con quella enorme nota vibrata che fu scatenata dall'apertura di quel portale. Sapeva di avere letteralmente un dio del caos davanti, ma non riuscì a distogliere lo sguardo dall'apparire di quell'enorme nave nel cielo. Era qualcosa di mastodontico, nella foggia delle navi umane. Più grande di quella con cui Garuda era giunto in primo luogo. Dovevano essere almeno trecento metri. Aveva l'aspetto di una nave umana, americana probabilmente a leggere la scritta Montana sul fianco, ma Johanna non era bramosa di sapere quale potere celasse quel mostro alimentato dal potere degli inferi. L'immensa nave si precipitò verso il basso, verso di lei. Con un frastuono orripilante vide i cannoni prendere vita, contorcersi e fondersi in un agglomerato metallico allungato. Non poteva di certo essere utilizzato per sparare nulla, comprese Johanna. Quelli non erano più cannoni. Fiamme e vento cominciarono a scorrere sulla chiglia a grande velocità, generando un continuo rombo, così possente da soffocare qualunque altro suono tentasse di giungere alle orecchie della primarca. Per qualche istante Johanna fu isolata in un inferno di rumore, prima che la mente di Garuda la raggiungesse nuovamente. Un brivido gelido attraversò il corpo della primarca, devastata dalla febbre portata dai patogeni di Nurgle. Non era paura. Era qualcosa di più atavico, potente, primordiale.

    Eccitazione.
    Ciò che rimaneva della bocca della primarca si stirò scoprendo ciò che rimaneva dei suoi denti. Garuda le aveva affidato la lama più grande mai esistita su questo pianeta. Una sensazione di certezza si fece strada in lei. Il destino l'aveva portata sulla via delle lame per quel singolo istante. Ogni fendente, ogni sequenza di allenamento, ogni ora e ogni volta che le sue mani avevano cominciato a sanguinare per agitare degli stupidi pezzi di ferro e corallo erano stati per quel singolo istante. Per quel fatidico momento in cui avrebbe dovuto brandire una lama per uccidere un dio, per imprimere quei movimenti nella sua mente e nel suo cosmo.

    E sia. - Disse semplicemente Johanna, the peace walker. Il cosmo di Johanna si torse nell'impeto della creazione. Il corallo eruttò dal terreno attorno a lei, innalzandosi per decine e decine e decine di metri, intrecciandosi in un frastuono infernale, accompagnato dal sorgere di flutti primordiali da una infinità di portali apparsi attorno alla struttura nascente. Prima un accenno di scheletro, umanoide, esile. Anzi, era più un enorme sistema nervoso che si espanse per duecento metri in aria, diramandosi in arti inferiori e superiori. Le acque primordiali si arrampicarono su di essi, facendo proliferare quantità mai viste di sentient che si espansero in forme solide, in immense placche di un'armatura per una creatura che non dovrebbe nemmeno esistere. L'ombra del costrutto si proiettò su tutto il campo di battaglia, e cominciò a muoversi ancora prima di essere completato. Un ammasso sgraziato, con vari arti supplementari sorreggenti enormi placche da utilizzare come scudi su cui svettava l'insegna imperiale. Un cranio allungato, vagamente draconico e incassato tra due enormi protrusioni che potevano essere associati a cannoni. Un enorme qualcosa che allo stesso tempo appariva artificiale ed organico. Johanna allungò la mano destra verso l'esterno, ed un portale si spalancò accanto a lei. Con un rapido passo vi entrò, spostandosi all'interno del cranio di quell'enorme mostro di corallo. Mimando la sua padrona, l'arto destro si era allungato verso l'ammasso fuso di cannoni della Vivama. Johanna non pensava sarebbe mai giunto il giorno in cui doveva impugnare una nave. Il corallo si arrampicò sulla chiglia, accompagnato dal fluire di fuoco e vento, accumulandosi su di essa in una forma che gli diede una vera affilatura, affinata ulteriormente dall'attrito delle correnti. L'interno immenso oggetto brillò di luce dorata, che danzò tra le fiamme scure. Con uno scricchiolio infernale l'arto sollevò la nave e il sinistro raggiunse l'impugnatura a sua volta. L'arma venne sollevata.



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    Il costrutto inclinò la lama, portando la mano destra indietro all'altezza della testa e usando l'altra per sostegno della lama, con il filo rivolto verso l'alto. La guardia dell'airone, la guardia primaria dello stile di spada a un filo che aveva creato negli anni. La sua guardia più semplice, quella in cui finiva per ricadere in ogni scontro. Una guardia fatta per lame più alte di chi le utilizza. L'aveva usata contro Chimera, contro Amaterasu e contro ogni altro aveva voluto testare la sua lama.

    Il fumo e il vapore generato dalla vicinanza dei due poteri si sollevò in cielo, disperso dalle correnti del Garuda. Johanna all'interno del cranio del costrutto mimò la posa, facendo agire in coro la sua mente ed il suo cosmo in tutto ciò che sapeva, nella sua conoscenza della lama. Era un'arma pesante, incredibilmente sgraziata, ma se la sarebbe fatta bastare. Sospinse in alto la lama e l'intera nave roteò rapidamente dalla sinistra alla destra del suo corpo, oltrepassando entrambe le spalle in un movimento circolare atto a guadagnare momento. A metà del tragitto la mano sinistra tornò sull'impugnatura e aggiunse impeto al movimento. I poteri uniti del giudice infernale e della primarca in un unico immenso, apocalittico colpo di spada. L'enorme massa in movimento tagliò in due lo scenario con il suo profilo, sovrastando ogni cosa. Johanna gridò mentre il cosmo fluiva dal suo corpo alimentando il suo colpo discendente facendo brillare d'oro la Vivama, cosmo che si sarebbe liberato in un enorme e continuo flusso di energia a contatto per distruggere ogni cosa. Mise tutta se stessa in quell'attacco. Sapeva che era solo l'inizio per loro, ma per Poseidone, voleva che fosse un inizio ricordato per sempre.



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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE vari lividi sotto la scale, forse qualche corrosione superficiale in zone dove la scale è meno protettiva. Perforazione all'altezza del rene destro e principio di paralisi estremamente dolorosa al lato sinistro del corpo.
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI creo un mega mech capace di brandire una nave di 280 metri come una spada e ci tiro un immenso e apocalittico fendente discendente in capocchia a nurgle :zizi:

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Il corpo di Elagia inizia a ricoprirsi di strani sigilli luminescenti, con suo stupore.
    Si guarda le mani ed ammira gli intricati disegni richiamati dal canto arcano di Kraken, sorridendo.

    Impressionante, ma ti manca la conoscenza e la forza per portare a termine l'incanto.

    Il crepitio assordante dell'energia psionica emessa da Elagia sovrasta ogni cosa, mentre le linee titaniche si disgregano e gli assalti mentali si infrangono sull'impenetrabile e orrida mente dell'incarnazione di Nurgle.

    La donna sembra crogiolarsi nel compiacimento, quando la lama del Dio Nero impatta in tutta la sua violenza, scostandola di qualche metro.
    Non sembra aver sortito particolari effetti, se non quello di far comparire sul colpo della bambina un principio d'ira.
    L'enorme potenza della sua essenza inizia a trasudare dal suo innaturale corpo, quando un'ombra copre il campo di battaglia.

    L'immenso assalto elaborato dal Dragone del Mare e Garuda cala come una maledizione divina sul Dio del Caos, che altro non può fare che ergere un globo nerastro a tentativo di difesa.

    All'impatto, una tremenda onda d'urto spazza via ogni cosa e fa scomparire la bambina in un cratere fumante.
    Il campo di battaglia è ora un mare di detriti inceneriti e distorti.
    Dalle intercapedini formate dai massi che circondano la nave, rivoli di miasma verdastro iniziano a sorgere e ad avvolgere la Vimana e il costrutto... così come si apprestano a fare ad ogni altro elemento presente nell'area di combattimento.

    Alcuni pennacchi verdastri si concentrano a mezz'aria, a circa un centinaio di metri d'altezza sopra di voi, torcendosi e condensandosi via via.
    Strani stridii provengono dall'amalgama che diviene sempre più biancastro, fino a dar forma ad una creatura umanoide alta circa tre metri.
    Il corpo è quello di una donna bellissima, corrotta da elementi demoniaci e con un paio di enormi ali che terminano in un fumo verdastro.

    8ba67f1656a56f8e717403fecad40154

    Le sue braccia si aprono e le sue mani sembrano invitare i fumi mefitici a sorgere con ancor più forza... ed essi obbediscono con gioia.
    L'area è presto satura di un gas verde che occlude la visuale ed inizia a corrodere ogni cosa.
    I detriti sfrigolano e si scolgono in una poltiglia nauseabonda... un destito che presto rischia di accumunarvi.


    3Am36Fn





    Elagia si difende dal primo attacco, incassa il secondo e si difende dal terzo.
    Non capite quanto ha subito, sapete solo che si è trasformata in questa donnona e vi lancia un attacco ad area a energia suprema che altro non è che un'emanazione cosmica corrosiva (=cosmo distruttivo).
    La forma è quella di una nebbia verdastra, inoltre questa cosa trasmette effetti di Vita, versione distruzione: il corpo di chi viene parzialmente in contatto con quella roba inizia a irrigidirsi e a torcersi in posizioni innaturali, fino - nei casi estremi - ad immobilizzarsi in posizioni che spezzano ossa e carne.

    NOTA per Sanya: l'effetto del canto titanico hai notato che ha reso per un breve istante il tuo attacco mentale più "potente", anche se il dislivello energetico e il fatto che tuo fratello quando l'ha lanciato era energia divina ha ottenuto un effetto non ottimale. Tuttavia è un elemento utile da tenere in considerazione.

    Il termine è tra 7 giorni




     
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    Beethoven - Symphony No.7 in A major op.92 - II, Allegretto



    L’intera nave guadagnò quota, per la prima volta senza la spinta dei propri motori.
    L’enorme costrutto di corallo venato impugnò la Spada più grande del Mondo con abilità e maestria, come se le due esistenze che nel corso dei secoli portarono Eaco da una parte e una miriade di Primarchi di Seadragon dall’altra si fossero improvvisamente incrociate da uno sviluppo alterato di due rette altrimenti parallele.

    He si sentì utilizzato, nella concezione più utilitaristica del termine. Essere utilizzato come arma, come ciò per cui venne in parte creato, per un lungo secondo lo fece sentire giusto, corretto e nell’esatta posizione nel creato. Ironico, ovviamente, per un’entità che il creato lo disprezzava con ogni fibra del suo essere.

    Quando la lama impattò sullo scudo di Elagia, di Nurgle, chi se ne fotte, si ritrovò a scacciare un abbaglio mentale, uno dei suoi masochisticamente complicati ragionamenti che lo avrebbero ridotto alla catatonia indotta se non l’avesse troncato in fasce.
    Una volta che un’arma come lui avrebbe finalmente distrutto tutto, che avrebbe smantellato la realtà come da istruzioni, che senso avrebbe avuto la sua presenza nel nuovo ordine, o disordine, che si sarebbe creato? Avrebbe mantenuto una qualsivoglia utilità per qualcuno, per qualcosa, per sé stesso?

    Che pensieri imbarazzanti, che futili esercizi mentali.

    Decise di accantonare certe problematiche per un secondo momento, sempre se ci sarebbe stato.
    Affacciato alla prua della nave sentì l’onda d’urto del colpo di spada propagarsi per centinaia di chilometri, mentre i muscoli e gli arti dell’umanoide meccatronico di Johanna Derham vibravano e incassavano anch’essi le catastrofiche vibrazioni che inevitabilmente l’avrebbero travolto una volta colpito il bersaglio.

    Ma il costrutto non si scompose, perché quell’arma, come la Vivama, era formata, plasmata e sviluppata con criterio, con responsabilità, abilità, esperienza e sopra tutto ciò: qualità.

    E nel cosmo di Johanna, Eaco notò e ammirò una costante qualità. La potenza era sottintesa, ma chiunque era potente di quei tempi. Qualunque imbecille con un’armatura sostenuta dall’ennesimo Dio annoiato avrebbe potuto spezzare in due il pianeta solo perché annoiato.

    Gli sarebbe bastato incanalare tutto il suo potere in un colpo grezzo e ben assestato e il nucleo della Terra si sarebbe diviso come una noce, con tutte le conseguenze del caso.
    Johanna ne era ovviamente capace, ma ciò di cui lei era capace, a differenza di moltissimi altri, era dimostrare in ogni sua emanazione cosmica e minimo movimento capillare una qualità di azione e reazione con precedenti tanto rari da poterli contare sulle dita di una mano.

    La qualità che osservava nelle sue decisioni con minimo o zero tempo di preparazione, la sua economia di movimento e la scaltrezza con la quale rendeva il campo di battaglia un’altra semplice sezione della sua naturale dimora gli ricordò le gesta e le prestazioni dei suoi antichi fratelli. Degli Spectre tanto vecchi da predare gli inizi del tempo. Loro però avevano alle spalle milioni di anni di esperienza nel distruggere e divorare chi osava credersi peggiore di loro. I Primarchi avevano sì, il procedimento del Khala, ma avrebbe giurato ai suoi più vicini fratelli Minosse e Radamante che ciò che Johanna metteva sul tavolo ad ogni partita era per la maggior parte delle volte farina del suo sacco.

    E lui? Lui era l’opposto. Un animale come Garuda possedeva ogni singola capacità sopracitata, ovviamente.
    Il problema, o vantaggio, era che nella stragrande maggioranza dei casi esso decideva coscientemente di ignorare ogni principio di risparmio dell’energia, della tecnica e della grazia nell’esecuzione.

    Questo avveniva a causa della costante fame che lo attanagliava ogni secondo del combattimento. Sapeva bene, Eaco, che non avrebbe mai potuto divorare Nurgle in caso l’avesse sconfitto, ma a Garuda non importava; ogni attacco lanciato fino a quel momento era un accordo firmato nel sangue tra un Dio e una Bestia, costantemente intrecciati nei bisogni dell’altro e, per questo, incredibilmente efficienti.

    Discernere le due metà del Giudice era impossibile, oltre che incorretto. Dire che Eaco era Garuda, o il contrario, era fondamentalmente oltre che concettualmente errato. Eaco di Garuda, Magister Occidentis, era il risultato indotto dopo milioni di anni della miscela più letale mai creata, idem i suoi fratelli: anche se ammetteva di essere tra i tre quello rimasto più fedele alle sue origini primordiali. Ironico, per uno scienziato e ricercatore rinomato in ogni angolo del globo come lui. Imbarazzante per il Re di Egina.
    Anche se, ormai, in quel mondo di Re non ne esisteva nemmeno uno.

    Nemmeno Nurgle, che comprese certamente quanto l’universo fosse cambiato, quanti altri problemi si aggiunsero oltre a quello che lui generava. Nurgle, come Eaco, come tanti altri, era solo una tessera di un puzzle in continuo mutamento e dall’immagine finale mai chiara e distinta, sempre mutevole e inaffidabile.

    Forse quel futuro incerto era l’unica sicurezza alla quale ci si poteva in qualche modo aggrappare, purtroppo o per fortuna.
    Il Dio del Chaos si erse su colonne di mefitico fumo verdastro. Non gli servì aguzzare i sensi per capire che da lì a poco avrebbe sofferto orribili dolori. Non che gliene importasse qualcosa. Anzi, molto probabilmente una buona parte delle sue connessioni nervose si era ormai totalmente sciolta o disattivata a causa delle precedenti ustioni. Ciò di cui dovette preoccuparsi fu letteralmente l’integralità anatomica del suo patetico corpo fittizio. L’unico anello di connessione necessario per far sì che potesse letteralmente esistere in quel luogo e in quel tempo specifico.

    I ponti della Vivama erano deserti, in quei casi estremi ogni membro dell’equipaggio si sarebbe ritirato nei compartimenti interni per supportare Eaco nel modo più sicuro possibile e, soprattutto, per non intralciarlo. E così fu.
    Sbattè i magri e neri palmi contro il parapetto, cominciando poi a stringerlo con forza.
    Con un sordo schiocco metallico, le pesanti saldature che mantenevano fissa l’improvvisata impugnatura composta di cannoni vennero meno, lasciando dondolare la nave sul proprio asse.

    Poi, come se connessa ad un motore termoidraulico, l’intera nave cominciò a roteare a velocità sempre maggiore sull’asse dell’enorme manico.

    Le pupille rosse del mostro si riaccesero e, con esse, una larga aureola demoniaca cominciò a sfarfallare nella realtà, prima di imporsi di violenza nella mente dei presenti. Le tre gemme che la ornavano brillavano come comete rosse al suo centro.
    La nave parve affusolata mente guadagnava sempre più velocità, mentre le correnti ventose che ne ricoprivano lo scafo ora la attorniavano completamente in vortici e tornado sempre più caotici ed intrecciati tra loro. Un tritacarne di vento infernale riscaldato da fiamme rosse cangiante.

    Poi, inevitabilmente nella sua devastante potenza, il miasma lo travolse. Il bozzolo ventoso che ricopriva il vascello resistette solo in parte, minima parte, al devastante attacco di Nurgle.
    Immediatamente copiose zolle di pelle e carne cominciarono a staccarsi dal corpo di Garuda, mostrandone la struttura muscolare al di sotto. Un tappeto di fibre rosse venne a sostituire l'aspetto del Giudice, inglobato in un oceano di oblio, sangue, furia e sempre più prorompente violenza. Da nero divenne rosso e nel rosso il suo orripilante corpo martoriato si irrigidì come una statua, piegandosi all'improvviso all'indietro, osservando il crudele cielo che lo stava tradendo. Si sentì come se fuso alla propria nave, si sentì quasi coccolato, tranquillizzato.

    VJNyDOw



    Ricevette al suo martoriato cervello impulsi di dolore da centri nervosi che neppure sapeva di avere.
    Rilasciò, sfogandosi, uno stridio talmente acuto da venir catalizzato col suo stesso cosmo, in un lamento eseguito a decibel tanto elevati da venir considerato una vera e propria distrazione dalla grezza e selvaggia natura.

    “Joha- JOHAN- KILL KILL KILL KILL KILL KILL KILL KILL.


    E le fiamme, come se dotate di vita propria, cambiarono il proprio acceso colore, mutando in quello del più buio dei baratri, divenendo nere come la notte più profonda, trasportando all’interno di esse l’odio, il dolore e il giudizio più definitivo del Magister Occidentis.
    Se avessero avuto effetto avrebbero incendiato avvolto la nuova e pallida carne di Nurgle, colpendola anche nel suo più intimo e infimo spirito, risucchiandone il cosmo dal quale traeva il suo avido sostentamento.

    Non ebbe l'accortezza, o l'energia, o il tempo, di istruire la Primarca sul successivo attacco. Non sarebbe stato necessario. Johanna aveva una trivella galattica avvolta dalle fiamme del giudizio infernali, avrebbe saputo benissimo cosa farne.

    hiaAmxR



    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis

    ENERGIAViola

    SURPLICE ‡ Garuda [VI]

    CASTA ‡ Spectre di Hades

    FISICAMENTE ‡ Struttura muscolare esposta, gravi ustioni di terzo grado, SCHELETRI-crampi di grave natura in zona spinale e dolore più acuto del grido che tira

    MENTALMENTE ‡ Grave danno mentale e sistema nervoso danneggiato

    STATUS SURPLICE ‡ Indossata, vera forma



    RIASSUNTO AZIONI ‡ Urla talmente forte da causare un eventuale diversivo/ad piangendo come un fringuello mentre la nave rotea avvolta in tornado di vento e fiamme del giudizio.




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    L
    'impatto della lama fu apocalittico, persino maggiore di quello che Johanna si aspettasse. L'intero luogo fu scosso dal colpo e l'onda d'urto si propagò a lungo, al punto che persino l'oceano vicino ne venne completamente sconvolto. Ma non era abbastanza. Lo sapeva Johanna, lo sapeva chiunque si trovasse in quello scontro. Sentiva il potere malevolo di Eaco così tanto vicino al suo da sentire un moto interno di disgusto, ma allo stesso tempo, Johanna sentì altro. L'odio assoluto della primarca per gli spectre continuava a bruciare, anzi forse il disgusto di ciò che stava impugnando stava alimentando la sua potenza in modo ulteriore, una maggiore brutalità atta a finire il prima possibile quella strana collaborazione. Ma in tutto ciò, forse, nella mente di Johanna si fece strada una sensazione diversa. Rispetto.

    Sapeva benissimo che il caos era il nemico assoluto di tutti, come la corruzione, e il fatto che uno dei giudici fosse giunto a collaborare per evitare una fine ingloriosa dell'intero universo aveva senso a suo modo. Ma c'era qualcosa nella sua perseveranza, nel suo apparente sprezzo della propria incolumità. Una ferocia battagliera che Johanna non poteva fare a meno di rispettare a suo modo. Sarebbe stato un valido avversario nel campo di battaglia, nel caso fosse dovuto accadere. C'era da dire che i suoi incontri con Garuda tendevano ad essere peculiari, e sapeva che persino Dennis aveva avuto contatti con la creatura. Oliver e Sanya lo conoscevano già, e sapeva da parte del suo ormai ex esarca che c'era una misura di rispetto tra loro due. Si trovò costretta ad ammettere, che tra tutte e 108 le stelle malefiche, Johanna fu lieta che quella giunta in loro aiuto fosse proprio Eaco. C'era da dire inoltre che inaspettatamente una corazzata da battaglia americana animata da forze infernali faceva una buona spada. Le dita artigliate del suo costrutto scricchiolarono gravemente nel riassestarsi e recuperare la presa dopo che il riverbero dell'impatto aveva fatto slittare il metallo deforme di qualche metro.

    Un istante prima che la lama cadesse, i soldati stavano osservando lo scontro. Era la prima volta che osservavano i loro primarchi combattere con tale foga, in ogni direzione. Da un lato vi erano Johanna e Sanya che stavano collaborando con un araldo di G.E.A e uno spectre, dall'altro Oliver che stava facendo lo stesso con quello che riconoscevano come Dennis, il forse futuro consorte della loro primarca. C'erano teorie contrastanti a riguardo. I loro animi erano infiammati, ma a quel punto sapevano di essere solo un intralcio. Non erano nemmeno lontanamente abbastanza potenti da fornire un qualche aiuto, se non con le loro preghiere. Sapevano che sarebbero semplicemente stati vittima degli attacchi troppo grandi per essere sfuggiti.
    Tuttavia, un momento prima che l'onda d'urto colpisse l'intero esercito, un immenso portale si aprì sotto di loro. Un po' rovinosamente ma in modo sicuro, l'interezza delle schiere atlantidee cadde in un luogo lontano dallo scontro, in un altro continente. Immediatamente una delle navi si mosse per andare a recuperarli.

    Johanna aveva sentito l'impatto, sapeva che il colpo era andato a segno, e sapeva che come attacco non era stato nemmeno ignorato dall'avatar di Nurgle. I servomuscoli corallini del costrutto si mossero immediatamente per recuperare l'arma conficcata nel terreno in modo da sferrare un secondo fendente Ma nello stesso momento l'avversario si mosse a sua volta. Johanna vide immediatamente i rivoli di orrore verdastro che si innalzavano dalle crepe del terreno. Sapeva che la rappresaglia del dio del decadimento e della stagnazione era in arrivo. Il cranio del costrutto si sollevò con uno scricchiolo mentre guardò la comparsa della nuova forma di Elagia, stavolta adulta. Il costrutto arretrò immediatamente di un paio di passi che date le sue enormi dimensioni si tradussero in una buona distanza, sufficiente a porre la spada nuovamente tra esso e il bersaglio. Il fumo verde si innalzò cercando di avvolgere ogni cosa.

    Nel nome di Poseidone, pensò Johanna, quanto era stanca. Il cosmo di Seadragon cominciò a diffondersi nell'interezza del costrutto, con innumerevoli venature dorate che brillarono sul rosso che lo costituiva. Se prima quell'enorme golem di corallo era stato il suo metodo di attacco, ora sarebbe stato quello di difesa. Attorno alla sua cabina di pilotaggio il corallo si ispessì, mescolandosi ad acqua per creare un luogo isolato in cui il potere di Nurgle avrebbe faticato a raggiungerlo. L'energia distruttiva cominciò ad erodere gli strati più esterni della corazza del costrutto. Ampi blocchi di corallo caddero a terra, trasformandosi in poltiglia indistinta prima di fare contatto con il terreno. L'orrore distruttivo del dio malvagio cominciò ad insinuarsi nei servomuscoli e Johanna notò immediatamente un calo di stabilità. Uno degli arti inferiori cadde dopo che troppe fibre liquide avevano ceduto e l'intera postazione di Johanna venne trascinata verso il basso, verso i flussi. Nel loro innalzarsi le volute di fumo verdastro raggiunsero la posizione di Johanna mentre continuava ad ispessire la sua difesa. Johanna stava combattendo ininterrottamente da letterali GIORNI, senza dormire, senza mangiare, senza riposarsi un istante, e le sue ferite non stavano più guarendo come una volta. Per questo in quell'istante la sua preoccupazione maggiore era la propria incolumità, se fosse stata in piena forma avrebbe potuto erigere barriere individuali per ognuno dei presenti. Ma doveva conservare quello che rimaneva delle sue energie per direzionarle verso il dio che stava costantemente guadagnando potenza di fronte a loro.

    La barriera attorno al suo abitacolo si solidificò fino al massimo della robustezza che il suo cosmo ed il suo corallo potevano offrire e Johanna sentì che pose una valida offesa contro la nube corrosiva di Nurgle. Quello stallo durò per lunghi istanti, con Johanna che tendeva le mani in avanti emettendo tutto il cosmo di cui era capace per evitare che cadesse. Alla fine però, inesorabilmente, gli strati più esterni vennero corrosi e la sostanza distruttiva riuscì ad infiltrarsi e raggiungere Johanna. Johanna si ritrovò investita per l'ennesima volta dal potere del dio del decadimento, ma stavolta in modo puro, assoluto. Direttamente dalla fonte. Sentì le parti superficiali della sua cloth scricchiolare sotto quel potere, e nelle parti già danneggiate fino a quel momento qualcosa si infiltrò, e nelle parti più sottili a loro volta. Il dolore ormai era un ricordo per Johanna ma sentì chiaramente l'opera di distruzione che cominciò sul suo corpo e allo stesso tempo sentì immediatamente spasmi diffondersi nel suo sistema muscoloscheletrico. Seguì il suo intuito e agì immediatamente. Il suo corpo era fin dal principio invaso da corallo, sia per sostenimento della sua struttura martoriata che per rigenerazione, fino nelle sue ossa. Immediatamente l'emissione cosmica di Johanna si riflesse verso l'interno, concentrandosi all'interno del suo stesso corpo. Le ossa si fusero immediatamente con il suo corallo incredibilmente robusto, fondendo tra di loro le articolazioni e bloccando vari muscoli striati. Improvvisamente l'intero corpo di Johanna fu paralizzato dal suo stesso potere, mentre mandava impulsi nervosi discordanti per combattere le contrazioni involontarie generate dal potere di Nurgle. Non avrebbe permesso al dio malvagio di prendere il controllo sul suo corpo. La struttura corallina interna cominciò a scricchiolare sotto il contrasto tra i due poteri, ma la volontà di Johanna era tremendamente salda. In sostanza il corpo di Johanna era diventato un secondo Golem di corallo il cui movimento si opponeva a quello imposto dai poteri nemici. Scricchiolando si piegò in posizione fetale, trattenendosi le gambe con le braccia e incassando il collo il più possibile, creandosi uno spesso strato di corallo a immediato contatto della sua scale. Imbozzolata così i movimenti che fece sotto opera del fumo verdastro furono limitati anche se incredibilmente dolorosi.

    Ma non poteva restare ferma a subire. Una volta appurato che la nube non si sarebbe fermata, Johanna ricevette il messaggio mentale da parte di Eaco. Un istante dopo fiamme oscure avvolsero la nave che il suo costrutto stava impugnando. Capì che quello era il momento del contrattacco. Non sapeva la natura dell'attacco che stava per rivolgere a Nurgle, ma lo avrebbe sfruttato in pieno. La rotazione della Vivama fece tremare gli arti parzialmente corrosi del suo costrutto, che si riavvolse nuovamente del cosmo di Seadragon mentre questi balzava all'indietro perdendo grandi blocchi semiliquidi che caddero a terra.
    Sollevò la lama ponendola orizzontale a livello della testa del costrutto, arretrando il braccio principale come se stesse caricando una grande stoccata. Sotto le fiamme ed il vento altro corallo crebbe, disponendosi in modo spiraliforme in modo da renderla una effettiva trivella con maggiore massa per ottenere maggiore forza centrifuga e stabilità nella sua rotazione. Il tutto venne coronato da un sono sgraziato e continuo.

    Sanya! - Johanna raggiunse mentalmente l'altra primarca. - Il canto! - E un istante dopo dal cosmo di Johanna si sollevò un suono continuo, modulato. Un'armonia antica che si intrecciò con il canto di Elasippo, lo cullò e lo innalzò a vette più alte facendo coro con quello di Sanya. Non era la primarca a cantare, ma un suono che andava oltre il semplice concetto di canto. Johanna stava facendo appello alla sua connessione più radicata nel Khala per raggiungere le memorie del loro fratello caduto nonostante non conoscesse personalmente quel canto, e il suo cosmo andò in armonia con ciò che venne trovato. Se non fosse stato per l'immenso frastuono dell'attacco che stava per sferrare, ciò che si stava intrecciando attorno alla trivella sarebbe stato armonioso.

    CHERNOBOG! - Gridò Johanna nella mente dell'araldo. - Unisci il tuo potere al nostro!

    Con una esplosione svariate placche dell'armatura del costrutto vennero espulse per scacciare almeno in parte la nube e avere movimento libero mentre gli arti inferiori riparavano i propri servomuscoli. I piedi si piantarono a terra con un gran tonfo che fece tremare la terra. Il cosmo di Johanna illuminò quello scorcio del continente oceanico.
    Il piede del costrutto avanzò con un brutale schianto. L'intero corpo si torse nell'impeto del suo mostruoso affondo, rivolto al corpo di Elagia, che per sua immensa cortesia, era diventato un po' più grande e facile da mirare.
    Sferrò il suo colpo.


    [GOD-PIERCER GIGA DRILL BREAK]

    Tear the heavens asunder
    All the lights in the sky are stars


    Ci fu un attimo. Un breve attimo, in cui quell'ammasso urlante e stridente si mosse lento. Inesorabilmente lento. Come quell'istante di attesa in cui qualcosa si sta inclinando oltre il proprio baricentro e si sta realizzando la sua imminente caduta. Il corallo che imprigionava il cormo di Johanna esplose sotto il suo stesso carico cosmico e la primarca si trovò in piedi nel proprio abitacolo di acqua e carne primordiale con il braccio proteso in avanti come se potesse percepire ogni singolo millimetro del suo immenso costrutto. Come se quell'enorme violenza rivolta a un nemico assoluto e eterno fosse un'estroflessione diretta del proprio io. Johanna esisteva per momenti del genere. Johanna era lo scudo di Atlantide, nulla sarebbe passato oltre di lei. In prima linea in ogni istante della sua esistenza. La schiena del costrutto esplose in svariate voragini da cui eruttò acqua e cosmo concentrati in un'onda d'urto che scagliò in avanti l'intero corpo. Partì.

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    L'immensa trivella di metallo, corallo e fiamme oscure avanzò dirigendosi verso l'avatar di Nurgle. L'aria si torse sotto la pura energia cinetica e cosmica dell'evento scatenatosi dal potere del primarca e del giudice combinati, al punto che lo spazio sembrò torcersi nella scia di quell'unico movimento, quell'affondo assoluto e brutale che forse superava in peso e pura forza di impatto l'attacco con cui aveva livellato quasi interamente quell'isola. Il cosmo di Johanna si mescolò a quello del giudice infernale illuminando la Vivama ed il corallo dall'interno in una cacofonia di azzurro e di nero vibranti. Per un istante il tutto si trasformò in una singola folgore che attraversò il firmamento per chilometri e chilometri con il suo bagliore.


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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Danni estesi e quasi terminali a tutto il corpo, sorretta dal proprio corallo
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE Incrinata e danneggiata in più punti

    RIASSUNTO AZIONI io sono un trapano e tu sei un muro. Inoltre faccio coro con sanya con il canto titanico per potenziarlo

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    I WILL DEFEND THE EMPIRE UNTIL THE LAST BREATH, EVEN IF THE KINGDOM OF CHAOS WAS EMPTIED AND ALL ITS ARMIES WERE AGAINST ME. IF THE DARK GODS IN PERSON WALKED ON THIS WORLD, I WOULD RAISE MY COSMOS AND BAR THEM. AS THE EMPEROR'S BRIDE, I CAN NOT DO LESS. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE WEAK. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE HERETIC. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF DAMNATION. ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ►
    High Hopes - Parte 5 - Elagia
    Mega Quest - Trama - Chapter 2

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    Australia


    La violenza di quello scontro era completamente oltre qualsiasi scala storicamente registrata. Un'eco tangibile degli scontri con i Re santi di Atene ed i loro servitori, una rappresentazione delle battaglie fratricide dell'Eresia di Dagon, un'ombra delle Guerre che fin dalla sua Fondazione, l'Impero di Atlantide muoveva contro il Chaos.

    Ilare come la costante della capacità bellica dell'Impero del Divino Poseidone fosse il prepararsi a combattere i Poteri Perniciosi, in qualsiasi forma essi si fossero presentati, in qualsiasi tempo essi fossero apparsi.

    Ora come allora.

    Ora come in futuro.

    Sempre.

    PER SEMPRE



    E fu così che l'impatto apocalittico sollevò, dilaniò, deformò e cancellò il campo di battaglia.

    La Primarca del Kraken si sollevò su tentacoli acquatici, sebbene l'onda d'urto la investì comunque, spostandola di alcune decine di metri.
    Come un ragno dorato circonfuso di nebbia sanguigna, Sanya si ergeva sul capo di battaglia. Stanca, esausta ma in ogni caso pronta a rivolgere le proprie zanne, il proprio rostro, i propri tentacoli contro il suo più odiato nemico.

    Nemico che, finalmente, si rivelò nella sua forma primigena, la stessa che Sanya che era Mestore affrontò nei Tempi del Mito.
    Dal distorsore della Scale del Kraken si elevò un sibilo che si trasformò in un ringhio rabbioso, famelico di violenza mentre gli sfiati della Scale eruttavano volute di vapore deformando ancor di più la bambina nel corpo di giovane donna.

    Ma Elagia era un contenitore per Nurgle ed il dio del decadimento era un essere malvagio fino al putrido midollo caotico.
    L'emissione violenta del cosmo mefitico intaccò la stabilità dei suoi tentacoli con i quali stava muovendosi sul campo di battaglia.
    Li percepì ridursi mentre l'acqua che li costituiva marciva e si disgregava in nulla. Si ritrovò a cadere ma formò uno scivolo di acqua che solidificò in ghiaccio con il quale di fatto pattinò nell'aria mentre il vapore da lei emesso tramite gli sfiati della sacra Scale iniziò a solidificarsi e roteare in una sfera racchiudendo la Sterminatrice di Dinastie con l'intenzione di offrire una difesa all'attacco indiscriminato di Elagia.

    Percepì i propri astartes venire di fatto sbalzati altrove dall'improvvisa disconnessione dei vox con gli ufficiali ma, oltre a mandare una silenziosa preghiera di ringraziamento a Lady Seadragon si ritrovò a doversi preoccupare per se stessa.
    La consistenza del cosmo mefitico di Elagia e la sua estensione fu tale da letteralmente disgregare la sfera vorticante creata a sua difesa. L'essenza del decadimento abbracciò quindi la santità della Scale ed in parte la tenera carne e sangue della Primarca.

    La sua intera gamba sinistra avvizzì fino all'anca mentre la destra fino al ginocchio, come quelle di una decrepita strega delle favole di un tempo.
    Con un esplosione di cosmo si liberò dalla stretta orribile, mentre trattenne un conato di vomito per lo shock dovuto al dolore ed alla vista e percezione di ciò che le era accaduto.

    Creò pedane di ghiaccio al cui interno scorreva acqua vorticante, e vi si abbarbicò con i suoi tentacoli acquatici, come un ragno ferito, scottato ad alcune zampe.

    Eppure il dolore generò ulteriore dolore, generò rabbia, generò il suo stato mentale, ristabilì lo stato mentale di Mestore stesso e la stessa Aynas comparve sul campo di battaglia, fuoriuscendo direttamente dal pettorale di Sanya.

    La commistione di poteri della Santa Vivente e del Garuda infuocato fu qualcosa di necessario sebbene doloroso per la vista della giovane.
    Dovette ricacciare indietro nella profondità della propria anima qualsiasi possibile maledizione per quella condizione incresciosa.
    Avrebbe preferito sterminare uno Spectre insieme ad Elagia piuttosto che farsi aiutare ma, per quanto doloroso, dovette ammettere che avevano bisogno di qualsiasi aiuto per difendere la realtà.
    Sia lei che lo stesso Chernabog non erano al livello di potere dell'ultimo scontro con Elagia mentre quest'ultima era ora nella sua forma di allora.

    Con lacrime di frustazione e di dolore per la sua patetica condizione, Sanya si morse il labbro inferiore a sangue, mentre prese ad ardere il suo cosmo innalzandolo al suo massimo picco raggiungibile.

    Schegge di ghiaccio iniziarono a solidificarsi sulla sua figura mentre Aynas brillò di luce color del sangue, emettendo completamente lei stessa lo spettro visibile dell'Aurora Boreale.

    La tulpe che costituiva la sorella psionica di Sanya assunse la funzione di vettore visivo del Cosmo della Primarca del Kraken: volando su ali di potere psionico, la proiezione cosmica fece riverberare il canto di Sanya in un falsetto a cui si unì in coro la voce di Johanna.

    Sanya s'immerse nell'oceano del Khala come mai prima d'ora, sempre più in profondità fino a toccare con la mente la coscienza di Mestore stesso, mentre imprimeva il canto nel suo cosmo e lo inviava, nella forma visibile di Aynas, sulla mano armata dell'enorme costrutto di Johanna, cosmo che andò ad unirsi a quello dello Scudo di Atlantide.

    Scudo e Furia, ancora una volta unite, spalla a spalla, cosmo a cosmo, nella difesa della realtà dall'inferno del warp.

    Ed il canto titanico di Sanya risuonava e riverberava, in falsetto con quello di Aynas con il coro astropatico di Johanna stessa.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, Lingua lesionata senso di intorpidimento in fase di dissipazione a causa del dolore autoindotto - ulteriori ferite auto prodotte per contrastare il veleno - Stanchezza diffusa per consumo cosmico - gamba sinistra avvizzita completamente fino all'anca, gamba destra fino al ginocchio.
    MENTALMENTE Target DESTROY.
    STATUS SCALE Indossata - alcune incrinature all'addome - spaccature alle gambe - In Modalità da battaglia

    RIASSUNTO AZIONI
    Tenta una difesa opponendo una sfera roteante di acqua e ghiaccio ma il cosmo di Elagia la colpisce danneggiandola gravemente alle gambe, si muove quindi su piattaforme di ghiaccio e tentacoli di acqua.
    Concentra il suo potere cosmico e mentale e lo invia verso Johanna per contribuire all'offensiva e contribuire anche lei: unendo il proprio cosmo a quello di Johanna, cosmo in cui imprime sangue ed il canto titanico a cui somma il suo potere psionico, che esegue in falsetto con Aynas insieme a Johanna.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Un basso grugnito dato dallo sforzo fu tutto quello che emise Chernobog. Sfruttò i suoi costrutti per reggersi saldo alla sua postazione e reggere in parte l'onda d'urto creata dalla combinazione di potere strabiliante tra Seadragon e Garuda. Non apprezzava il fatto che tutti si fossero messi in mezzo al suo obiettivo ma - controvoglia - si era reso conto dello squilibrio cosmico che intercorreva tra lui e Nurgle. Sapeva di essere a qualche passo dal suo vero potere ma non era ancora abbastanza, infatti quando la forma infantile si crepò e venne fuori quella demoniaca, non fu nemmeno troppo sorpreso.

    Il gas verdastro cominciò ad emergere, con sempre maggior potenza, dal terreno lasciando ben poco mistero sul suo scopo. Veniva da Nurgle ed era velenoso, non c'era altro da capire o comprendere se non quello di difendersi. I contorni delle ali dell'Araldo tremolarono mentre ergeva un costrutto oscuro pronto a difenderlo. Si richiusero sulla Fine mentre scattava all'indietro cercando di evitare quel gas mefitico ma nonostante le precauzioni non funzionò più di tanto.

    Il corpo di Chernobog cominciò a sciogliersi: gli arti inferiori si piegarono in pose innaturali perdendo di fatto tessuti e muscoli, le ossa scricchiolarono e si ruppero con facilità e l'urlo di dolore della Fine fu soffocato dal gorgoglio denso e tondo del sangue che gli risaliva alla gola. Giunse quasi contemporaneamente a quello del Giudice e all'urlo - successivo e mentale - che le rivolse Johanna. Rinforzare le gambe fu l'ultimo dei suoi pensieri poiché in quella situazione ogni azione era decisiva se messa in atto tempestivamente.

    2TfeQaC

    E così fu.



    L'ordine mentale che emise fu grido e tempesta nel continuum delle anime sotto il suo dominio. Dalle profondità più oscure e antiche della Rete del Nero e del Trono d'Ossa, sorsero ovunque sul campo di battaglia. Non ci fu nebbia ad accoglierli ma semplice potere diretto dove le anime dei Caduti della Madre - che lui solo aveva reclamato e abbracciato sotto il suo gelido vessillo - si sarebbero fuse tra di loro prima di collegarsi saldamente al flusso di potere di cui la trivella, brandita dalla Primarca, era avvolta.

    588516031869e189fce5ebcf53d03c74

    La sola presenza dell'Armata delle Tenebre avrebbe portato una maggiore possibilità nell'abbattere Nurgle, il potere spirituale e mentale di cui erano formati quegli spettri caricato al massimo della potenza di cui era capace, sarebbe stato un surplus distruttivo parecchio interessante. E se la combinazione di tutti quegli esponenti avesse dato i suoi frutti, il momento per veder cadere nella polvere Elagia non sarebbe mai stato così vicino.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni parte superiore del corpo, alcune costole rotte, mente - dall'attacco psionico - compromessa, sanguinante; sangue alla gola, polmoni collassati, arti inferiori sx e dx fratturati in più punti e contusi, tessuti esposti e pozza di sangue sotto di lui
    MENTALMENTE ¤ confuso, arrabbiato, voglia di botte ma dolorante
    STATUS DARIAN ¤ vera forma - incrinata, parte inferiore del corpo e arricciata in punti sparsi.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Crea una difesa di oscurità ma finisce comunque sciolta agli arti inferiore perché scatta all'indietro ma si piglia comunque grande bua. Segue poi l'urlo di tutti fondamentalmente ed evoca l'Armata delle Tenebre (mentale+spirituale) che fa fondere tra di loro e appiccica alla trivella di Jo a massimo potere [AF].

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    Armata delle Tenebre — Tecnica infida e subdola, propria dell'Araldo. Si manifesta come una vasta nube nera, che ricoprirebbe il campo di battaglia oscurando la visuale di coloro che vi si trovassero immersi dove all'interno di questa foresta di oscurità, si annida l'Armata della Tenebre. I combattenti caduti per la causa della Madre, vengono richiamati da Chernobog che li schiererà come propri soldati sottomettendoli al proprio volere e privandoli così di ogni paura o perplessità - sempre che ne avessero avute. Essendo oggi pure entità spirituali, combatteranno sul piano dello spirito mantenendo solo le sembianze di un tempo, avendo come obiettivo la distruzione totale dell'anima e della mente del nemico. Come con gli altri spiriti evocati dal dio oscuro, essi rimarranno in campo finché vengono sostenuti col cosmo e per la sola durata del turno, colpendo con raggi o sfere esplosive singolarmente oppure concentrandoli in un unico attacco che nell'eventualità della messa a segno, instillerà nei nemici la sensazione delle loro menti dilaniate da un cieco terrore e dolore (anche i colpi a distanza avranno comunque come bersaglio spirito e mente, non potranno provocare danni di altra natura). L'armata delle tenebre potrà disporsi sul campo di battaglia a seconda della volontà del suo evocatore. [offensiva spirituale+illusioni]




    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    Protogenos of Death

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    Subito Elagia oppone un enorme sigillo dalla forma blasfema all'attacco combinato.
    Lo scontro tra le due energie è devastante, tanto da far vibrare lo stesso spazio che le circonda.
    Il sigillo sembra iniziare a cedere, mentre le rune titaniche iniziano a riempirne la superficie.
    Il volto alieno ma etereo della donna si rompe e diviene una maschera d'odio e dai suoi occhi è possibile scorgere l'abisso da cui Nurgle sta sorgendo.
    La forza della difesa cresce e fiamme nere lambiscono la trivella che cercare di discioglierla.

    Decine di bocche oscure si aprono nello spazio, vomitando verso di voi centinaia e centinaia di dardi di energia verdastra.

    Mentre ciò avviene, un nuovo sigillo entra in scena: sulla fronte di Garuda iniziano a comparire linee oscure che si intrecciano in complicatissimi disegni, fino a formare quella che sembra un pentacolo nero...

    SGNS0o5


    3Am36Fn




    L'effetto del canto titanico è ora più potente, mettendola parecchio in difficoltà. Riesce però a richiamare più forza e a fondersi di più con la sua essenza caotica.
    Raggiunge l'energia divina ed inizia a rovesciare l'equilibrio tra la trivella e la sua difesa.
    La sua difesa è un giga sigillo di anticosmo che sta iniziando a sgretolare la fusione dei vostri colpi.
    Oltre a ciò partono una tempesta di dardi di cosmo corrosivo verso di voi.

    Come evento finale, su Garuda compare un Dono della Morte di Thanatos.
    Il suo cosmo emana una sensazione strana, come se migliaia di sussurri vi toccassero i pensieri, portatori di strane e occulte conoscenze.
    Infatti il dono è la Benedizione di NANGHAIT.
    Nanghait è il Daeva Supremo che rappresenta la morte che coglie o che danno coloro che si allontanano da dottrine o pratiche di conoscenza comuni e si immergono nello studio di arti oscure e proibite, spinti da un'insoddisfazione divorante e desiderosi di una sempre maggior conoscenza.
    La sua blasfema sapienza non conosce confini ed è ben contento di diffonderla come una sorta di droga che spinge tra le sue braccia un numero sempre maggiore di adepti.
    Chi viene benedetto da questo aspetto, diverrà capace di manipolare gli arcani segreti della Geometria Sacra, divenendo in grado di padroneggiare l'abilità Sigilli. Potrà quindi disegnare e guidare con la forza della propria volontà i Sigilli di Base e creare tecniche per l'utilizzo dei vari Sigilli Avanzati.

    Essenzialmente ora Garuda ha l'abilità Sigilli completa, inoltre può aggiungere a un proprio uso di abilità o Necrocosmo, o Energia Spirituale o Energia Psichica.
    Non disponendo di tecniche di sigilli, può applicare al canto titanico gli effetti di uno dei sigilli Avanzati.
    Sigilli e aggiunta di danno sono a Suprema.
    Fatene buon uso : :metal:

    NOTA per Johanna: quando vedi la stella senti un cosmo a te familiare :ehsi:

    Il termine è tra 7 giorni




     
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    CRIMSON DEFILER

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    HIGH HOPES
    III

    L
    e forze combinate del gruppo e la difesa di Elagia si opposero a mezz'aria, con l'immensa trivella che continuava a spingere imperterrita trascinata dal proprio impeto e il sigillo blasfermo che cercava di opporsi. La realtà attorno all'impatto sfarfallò, si crepò agitandosi in un mescolarsi di colori cangianti e scariche di energia. il terreno si crepò progressivamente sotto i piedi dell'enorme costrutto nonostante lo scontro stesse avvenendo a centinaia di metri di altezza. Un rombo cupo unito ad un crescente stridio scosse l'aria e Johanna lo sentì vibrare fino nelle profondità della cabina del suo costrutto. Strinse i denti e continuò ad ardere il suo cosmo con rinnovato vigore, spingendo la trivella con rinnovato vigore e avanzando progressivamente, artigliando ogni singolo metro mentre li sottraeva ad Elagia.

    Johanna si ritrovò a stirare ciò che rimaneva del suo volto in un sorriso feroce, finalmente si stava notando un qualche progresso nel loro scontro. La sincronia del suo cosmo con quello di Sanya aveva donato rinnovato vigore al canto titanico e stava finalmente avendo un effetto visibile. Elagia era in difficoltà, lo sentiva. Il sigillo stava cominciando a cedere, divorato dall'ingiuria del corallo, delle fiamme nere e dei poteri mentali e spirituali che roteavano in essa. Potevano farcela, se lo sentiva. Anche se sapeva benissimo che non sarebbe finita in quel momento. Johanna osservò attentamente la figura dell'avatar di Nurgle da oltre il suo stesso sigillo. La vedeva contratta, vedeva eruttare l'energia verdastra dal suo corpo per mantenere la sua difesa. L'istinto di guerriera di Johanna gridava che quello era solo un momentaneo stallo, sarebbe presto giunto il momento di rottura in cui quell'equilibrio sarebbe esploso. Perciò doveva stare pronta a cavalcare quell'inevitabile ed improvviso cambio della corrente. Era come un vero scontro di spada, quel lunghissimo istante era il momento in cui le loro lame si erano incrociate avvicinandosi troppo. Non era come nei film, in cui i due contendenti rimangono a spingere l'uno contro l'altro guardandosi in cagnesco. Dura sempre un singolo istante, in cui uno dei due sfrutta la vicinanza per colpire nella guardia avversaria. Johanna stava aspettando quell'istante, quell'attacco di Elagia. Non sapeva di che cosa fosse veramente capace, perciò attese quel fatale istante.

    Quel singolo

    momento.

    La visione di Johanna divenne un tunnel circondato da oscurità liquida e turbinante, il suo cuore riempì i suoi timpani nell'attesa del singolo istante, il momento di rottura della tensione. Osservò ogni singolo particolare del volto di Elagia scomporsi, deviarsi in una forma animata dall'odio. Ricambiò lo sguardo di quell'abisso animato dalla malattia e dalla stagnazione.

    Ora. - Disse Johanna, immersa nelle sue acque. Solo qualche bolla uscì dalla sua bocca e dalla griglia vox del suo elmo. L'assalto di Elagia si innalzò raggiungendo vette ancora più alte, vette divine. Nurgle si era finalmente manifestato nel pieno della sua forza e in quel momento quel gruppo stava cominciando il vero scontro con un Dio. Ma Johanna aveva dedicato la sua intera vita all'arte della guerra. Al combattimento. I suoi sensi ed il suo istinto erano stati temprati come la più letale delle lame e Johanna colse il momento di rottura. Il braccio che reggeva la trivella si ritrasse collassando su se stesso in un caos di servomuscoli e piastre di corallo mentre l'acqua che costituiva l'abitacolo del suo costrutto si espanse vorticando su se stessa. Contemporaneamente accanto a Sanya e Chernabog apparvero altri gorghi analoghi. Propaggini acquatiche si estesero immediatamente da esse afferrando le due guerriere e trascinandole nei suoi abissi liquidi, mentre Johanna e l'intera Vivama venivano risucchiati in un portale più grande. I portali collassarono e i quattro guerrieri scomparvero da quella realtà mentre la devastazione caotica scatenata da Nurgle passò oltre di loro investendo ciò che rimaneva dell'esoscheletro.

    Johanna riconobbe subito quel cosmo e quel simbolo che apparvero sulla fronte di Garuda. Quello era il simbolo del dio della Morte, Thanatos stesso. Quel cosmo invece, Johanna lo aveva incontrato di persona durante l'attacco degli spectre ad Atlantide. Lo aveva affrontato, e aveva perso. Quindi aveva affrontato il dio della morte? Una domanda che avrebbe avuto una risposta un giorno.

    Ci fu un istante in cui ognuno dei presenti vide un tunnel di luce vorticante, dalle pareti di liquido luminoso in cui erano nascosti i riflessi e i sussurri di tutte le realtà. Un prodigio dimensionale a cui stavano assistendo in pieno ora che non c'era la cupola di corallo a proteggerli ma stavano attraversando un enorme tunnel apposito. Le propaggini che avevano afferrato Sanya la scagliarono verso della primarca che afferrò al volo la sua mano destra con la sinistra. L'impeto del movimento le fece piroettare un paio di volte in aria. Johanna sollevò la mano destra al cielo facendo eruttare nuovamente il suo cosmo. I frammenti del suo costrutto si intrecciarono nuovamente in una crescita esplosiva di servomuscoli e placche, a cui cominciò a mescolarsi il ghiaccio del Kraken accompagnandolo nella sua struttura, diminuendo incredibilmente la temperatura delle placche e rallentando così il movimento dei suoi atomi in modo da bloccarli nello spazio. Il gelo del kraken aiutò inoltre la conduzione cosmica della feroce energia di Seadragon e i due cosmi si intrecciarono ancora una volta in una potenza incredibile. L'abitacolo con le due regine si corazzò ulteriormente e Johanna incontrò per un istante lo sguardo con Sanya.

    Lo spazio si distorse in un gorgo alle spalle di Elagia un istante dopo che il suo attacco eruttò dal suo sigillo blasfemo. Un suono torvo, pesante, vibrato, annunciò al mondo la fuoriuscita dei guerrieri dallo spazio liquido dominio di Seadragon. Chernobog venne liberato in aria, lontano dalla devastazione del terreno. Il corallo attorno alla Vivama si ricostruì, tornando a darvi la forma di una immensa e tremenda spada a due mani. A mantenerla sollevata con la punta rivolta verso il cielo vi era un nuovo mostro animato, costituito da placche di corallo e acqua, rinforzate da strati di ghiaccio attraverso cui la luce dei due cosmi si rifrangeva proiettando tutti i colori dell'aurora.



    [ SAINT SABBAT ]



    Il costrutto cosmico atterrò nel piano materiale, i suoi stivali puntuti scavarono un profondo solco nel terreno artigliandolo per ritrovare stabilità. Il reattore cosmico al suo interno, formato dall'intrecciarsi del cosmo delle due regine ruggì e risplendette di oro e di rosso mentre il loro cosmo veniva convogliato nella grande lama, trasfigurando da un orrore aguzzo di corallo, ghiaccio e acciaio infernale in un oggetto di profonda bellezza, una lama magnifica risplendente di ogni colore in cui un cuore oscuro e furente si agitava.


    E in quel breve istante, in cui la mano destra e la mano sinistra dell'Imperatore intrecciarono il loro potere nel canto titanico di Elasippo i loro poteri si innalzarono in cielo squarciandolo con una colonna di luce che raggiunse il firmamento. Una infinità di particelle psioniche scintillò attorno al costrutto come una infinità di lucciole lontane.

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    Ciò non poteva essere chiamato bello, perché la descrizione di bellezza l'avrebbe soltanto lordata. La parola giusta era sacra. Un evento creato dalla coscienza delle persone unite nel khala. Una leggenda intrecciata solamente con la speranza. Non era una leggenda o un'opera inumana, poiché era solo la cristallizzazione dello spirito di Atlantide, la preghiera chiamata "gloria" e di tutto ciò che era inciso nel cuore di chi era parte di quella luce. Il sogno nostalgico, sofferente e benedetto di tutti coloro che erano discesi nell'inferno sanguinolento che è un campo di battaglia. Di tutti i guerrieri atlantidei passati, presenti e futuri esposti alla paura della morte e alla disperazione, e tutti coloro che si sorreggevano a un singolo desiderio: non dimenticatemi.

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    I servomuscoli del Saint Sabbat si contrassero violentemente espellendo vapore gelido dagli sbocchi sugli arti e sui fianchi. La lama calò rapidamente. Era passato solo un istante da quando erano eruttate dal portale con la lama sollevata. Un suono cupo e lamentoso mentre l'aria stessa venne devastata dall'ennesimo colpo con quella enorme lama che univa sacro e profano in un prodigio dalla potenza strabiliante e che recava in sé il canto titanico del loro fratello caduto. Tuttavia stavolta non era solo un semplice fendente. Johanna estese il proprio potere sui sentient a tutta la lama, e dal momento del contatto con Elagia o con le sue difese, propaggini animate della sua carne aliena avrebbero immediatamente cercato di invadere completamente l'interno del corpo alieno dell'avatar di Nurgle, in modo da fare da conduttore per il canto titanico in risonanza delle due regine e riversarlo direttamente nella sua carne e nel suo sistema nervoso. Un frastuono orribile scacciò l'aria nel movimento dell'enorme lama, risuonando come la nota profonda e crudele di uno strumento di ottone.



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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Danni estesi e quasi terminali a tutto il corpo, sorretta dal proprio corallo
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE danneggiata in più punti

    RIASSUNTO AZIONI Uso il triangolo d'oro come teletrasporto dimensionale monouso (come da patch recente, aggiorno la scheda quanto prima), teletrasporto tutti alle spalle di elagia dopo il suo attacco, nel frattempo faccio unione con sanya per un nuovo mech di ghiaccio e corallo e chiaviamo una megamazzata con la vivama in cui io inoltre cerco di invaderla malissimo con il corallo per fare da circuito all'interno del suo corpo per il canto che ci scorre sopra

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    III


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    Nella prossima breve descrizione si proverà, molto probabilmente fallendo, a descrivere l'ammontare di energia racchiusa e conseguentemente rilasciata dall'insieme di guerrieri presenti in quella battaglia senza speranze contro la reincarnazione di Nurgle.
    Specificatamente, il tentativo verrà rivolto agli sforzi di Eaco, Magister Occidentis, che per una fortuita e curiosa serie di eventi si ritrovò a combattere senza più un centimetro di pelle e con un polmone collassato, quasi ai limiti del cosmo da ormai parecchio tempo a quel punto dello scontro.
    Elagia, o Nurgle, come già detto, indifferente, rispose al loro già devastante attacco con un'offensiva aerea composta dal suo caratteristico elemento mefitico, capace di causare ulteriori danni moltiplicati a quelli già purtroppo subiti dal provato Giudice Infernale.

    Eaco, fortunatamente, si ritrovava in uno stato mentale tale da ormai ignorare ogni eventuale e disperato segnale nervoso scagliato con violenza al suo martoriato cervello da praticamente ogni singolo angolo del corpo. Era tenuto insieme e in piedi dallo stesso elemento che gli garantiva la capacità di esistere in quella dimensione e in quella stessa realtà: cosmo.

    Cosmo che lo manteneva ancorato al concetto attraverso il quale incanalava con impegno il concetto per il quale riusciva a portare ossigeno al suo organismo distrutto: violenza.

    Violenza che provava gioia nel disperdere ovunque andasse e a chiunque osasse sfidarlo. Violenza che, con l'aggiunta del pentacolo che gli apparve in fronte, decuplicò immediatamente di potenziale, ribaltando immediatamente gli equilibri energetici nella zona, in meglio o in peggio, a seconda dei punti di vista.

    Il corallo di SeaDragon cominciò ad attorcigliare nuovamente la nave mentre essa si bloccò nuovamente in sede sul suo improvvisato manico di spada. Mentre i tentacoli della Primarca invadevano poco elegantemente quella che era una parte stessa dell'essenza del Giudice, Johanna avrebbe chiaramente e intimamente percepito il cosmo che andò ad aggiungersi, torcendosi e fondendosi a quello di Eaco.

    E l'aspetto della Stella Valorosa mutò, mentre la sua impronta termica aumentava a dismisura fino a valori letteralmente pericolosi per la stessa incolumità dei suoi temporanei alleati.

    La sua carne si avvolse di cosmo, donandogli un aspetto quasi ripristinato. Diverso nella colorazione. Un bianco quasi accecante adornò la sua figura, mentre il becco incenerito prese un colore scuro, di pece. La sua aureola, la sua bella aureola, firma del suo potere, aumentò i gradi emanati fino quasi a raggiungere il plasma di gluone.

    In quel momento il Giudice era tra le entità più calde dell'universo, la temperatura del suo cosmo raggiunse per pochi istanti la stessa dei primi microsecondi di vita dell'universo.

    I suoi movimenti tornarono composti e ragionati, mentre il calore emanato, tanto da ingelosire le stelle nane bianche, si distribuiva anche alla Vivama, che ottenne la stessa pigmentazione bianco puro. Le fiamme dei suoi cannoni cominciarono a fuoriuscire dalle sue bocche, faticando a contenere l'enorme potere.

    E tutti, tutti quanti i presenti percepirono con certezza le voci e i sofferenti sussurri di miliardi di morti che comunicavano il loro dolore e la loro ira attraverso la manifestazione cosmica del Giudice e dall'influenza superiore che catalizzava il suo potere.

    Ogni presente avrebbe sentito l'attanagliante sensazione della fine dei tempi e del concetto stesso di morte che permeava i concetti e i processi del tutto.

    Ogni guerriero in quel momento avrebbe ricevuto l'orribile ma onnipresente reminder che gli Spectre erano, sono e sempre saranno parte fondamentale del grande gioco, fino al momento in cui non sarebbero eventualmente riusciti a porre la definitiva parola fine a ogni cosa. Agenti di nulla e di distruzione che tutto toccavano e tutto vedevano, ascoltavano e percepivano.

    Eaco in quel momento ne rappresentava la temporanea polena. Eaco, in quel momento, bruciava con la forza di mille nebulose in contatto tra loro che voracemente si divoravano a vicenda causando nel loro spaventoso attrito spaziale emanazioni di energia difficilmente descrivibili a parole.

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    Con un movimento elegante alzò la mano al cielo, un sigillo rappresentato da cosmo rovente, termine sempre diminutivo, apparve nella sua mano.
    Da quel momento in poi, il canto, a detta sua disperato, dei Primarchi atlantoidei avrebbe ricevuto un miglioramento di efficienza considerevole e incisivo, mentre l'eventuale effetto sull'efficienza cosmica di Nurgle avrebbe ricevuto un potenziamento, ponendolo ulteriormente in difficoltà.

    Ciò era però una sola parte di un'azione molto più complicata, anche se all'apparenza semplice, nei microsecondi che componevano quel quadro di distruzione.

    Percepì, dall'alto dei suoi sensi rinvigoriti, la propria nave, la Spada più Grande del Mondo, sollevarsi nuovamente, questa volta col cosmo di Kraken in aggiunta al conseguente fendente.


    Il pentacolo sulla fronte di Garuda brillò di ciano, descrizione diminutiva per una delle temperature più elevate del sistema solare. I cannoni e le enormi batterie al quale erano collegati seguirono i movimenti delle braccia dell'enorme mech atlantoideo, accompagnando i movimenti studiati millimetricamente di quel capolavoro di tecnica ed eleganza. Le batterie, tutte, ruotarono, portando le bocche di fuoco verso il cielo nella parte più alta della preparazione del colpo di Seadragon. Quando, inevitabilmente, la Spada crollò sul nemico deformato dall'ineleganza del suo blasfemo essere, le batterie completarono la loro rotazione seguendo il movimento verticale della lama stessa, aumentando ulteriormente il momento del movimento d'attacco, accelerando maggiormente il colpo già rapido e tonante del costrutto comandato dai due Primarchi.

    Quello fu, ovviamente, solo la prima parte dell'attacco che avrebbe definitivamente cancellato buona parte dell'Australia dalle mappe.
    Al termine della rotazionele bocche di fuoco si sarebbero allineate nuovamente verso il nemico, ogni cannone puntato esattamente contro Nurgle in trepida attesa di liberarsi da tutto il cosmo accumulato.

    Eaco rimase sul lato della sua nave, nella parte più interessata all'attacco. Voleva, doveva, guardare negli occhi il Dio del Chaos il più vicino possibile. Doveva accertarsi con la maggiore sicurezza possibile che ne ricambiasse lo sguardo, che ne ascoltasse le parole, che gli sussurrò direttamente nella mente.

    "Io sono l'Eureka."



    E le bocche di fuoco liberarono tutto il loro cosmo distruttivo contro l'invasore della realtà, proiettando piogge di rapidi proiettili a cono concavo verso il terreno e Nurgle, come se miliardi di pallettoni di fuoco della temperatura della Genesi dell'Universo si riversassero verso quel martoriato e innocente terreno. I proiettili, oltre ad avere la capacità di sciogliere letteralmente una parte del pianeta, avrebbero contenuto al loro interno un nucleo di necrocosmo compresso che al primo impatto sarebbe detonato spargendo il suo potere consumante su ogni oggetto o entità con la quale sarebbe entrato in contatto. L'attacco avrebbe seguito il processo di sviluppo del tutto simile a Big Bang, dove triliardi di galassie e corpi celesti si sarebbero generati nell'arco di tempo necessario a comporre una parte decimale del decimale di un secondo.

    I suoi soldati, i soldati alleati che avrebbero combattuto al loro fianco e persino l'Araldo e il Primarca che rischiavano la vita con l'altro formidabile nemico avrebbero rischiato gravi danni se investiti direttamente dall'onda d'urto e dal mare di miasma oscuro che tutto avrebbe invaso.

    Ovviamente, chi avrebbe subito maggiormente quella sadica condanna a mille morti sarebbe stata Elagia, che al momento dell'attacco si sarebbe trovata al centro del bersaglio, impegnata a gestire il colpo di spada più potente del mondo scagliato da due combattenti formidabili e dalla tempesta di esplosioni più distruttiva del mondo, emanata dal Dio del Cielo e in quel momento pieno portatore dell'antico titolo a lui donato dalle antiche civiltà di unico e ineguagliabile Ashen Lord.


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    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis

    ENERGIASuprema

    SURPLICE ‡ Garuda [VI]

    CASTA ‡ Spectre di Hades

    FISICAMENTE ‡ Struttura muscolare esposta, gravi ustioni di terzo grado, limite fisico raggiunto

    MENTALMENTE ‡ Peace and tranquility

    STATUS SURPLICE ‡ Vera forma



    RIASSUNTO AZIONI ‡ accompagno il colpo del mech roteando le batterie di cannoni e al culmine della spadata tiro un colpo di fucile a pompa di fuoco della temperatura delle stelle più anziane e di necrocosmo a suprema. oltre a ciò potenzio, sempre a suprema, il divin coro da stadio degli atlantoidei




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    High Hopes - Parte 5 - Elagia
    Mega Quest - Trama - Chapter 3

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    Australia


    Il Dovere nei confronti dell'Imperatore non termina certo dentro le Mura del Suo Palazzo, non termina certo dentro i confini dell'Impero... No, Non potete capire, stolti ed eretici, LA NOSTRA GUERRA è come un'interminabile partita al gioco di regicidio che si svolge su innumerevoli plance tridimensionali contro diversi nemici contemporanemanete.
    In una tale situazione bisogna sempre prevenire, essere astuti ed essere pronti ad afferrare qualsiasi vantaggio che si presenti, qualsiasi onda da cavalcare.
    Se il nostro sguardo deve giungere lontano, la volata del nostro requiem deve esserlo di più;
    se la nostra Luce deve illuminare gli impuri, la nostra Fede deve mondare gli empi,
    Allo stesso modo ogni nostra singola mossa va eseguita alla perfezione.
    Non ci sono alternative.
    Fare di meno significa andare incontro alla sconfitta.



    Il suo corpo gridava.
    Ogni singola fibra del suo essere urlava dolore.

    Lei rispondeva alzando sempre più la posta in gioco.
    Non poteva cedere, non poteva rassegnarsi, non poteva fermarsi.

    Combattere... Combattere... CombatTERE... ComBATTERE... COMBATTERE... in eterno se necessario, oltre il mondo se necessario...

    La Pax Imperatoris non era un obbiettivo semplice da raggiungere. Non lo fu al tempo del Mito, non lo sarebbe stato ora.

    Non era però un obbiettivo impossibile.

    Atlantide sapeva attendere.

    Ma per poter attendere dovevano ora sopravvivere. in quel preciso istante, in quel preciso momento storico.

    Elagia, Nurgle, era manifesto...

    Dovevano farlo pentire della scelta: scelta di tempo, di luogo e di intenzioni.

    L'Impero esisteva per quello. Combattere e ricacciare i Poteri Perniciosi nel vomito dal quale strisciavano fuori.

    Osservò con sdegno la manifestazione di potere blasfemo emanato dal pus della realtà che era Nurgle, lo scontro fra le forze benedette, benché variegate, che sostenevano più o meno consapevolmente la bandiera dell'Imperatore e quelle arcimaledette di Nurgle impattarono con cataclismatico effetto. La sola pressione cosmica generata era sufficiente a polverizzare porzioni di territorio,
    se un tale gradiente cosmico fosse stato rivolto direttamente al pianeta, probabilmente la stessa Terra sarebbe stata distrutta.

    Eppura il calare della spada più grande dell'universo addizionata dalle emanazioni di Garuda Chernobog e Kraken non bastò a determinare lo scontro.
    La maledetta Elagia esalò strali di malvagità in una quantità e concentrazione talmente elevati da letteralmente obnubilare il cielo.
    Creazioni cosmiche si generarono vicino Sanya, la pura traccia dorata e sacra di Johanna riverberò nella mente della Bambina nel corpo di giovane donna che si ritrovò proiettata all'interno di quel portale.

    All'interno di quella sorta di orizzonte degli eventi, ove molteplici realtà nascevano, Sanya percepì la presenza di Syphon, la presenza di Atlante e di tutti i Primarchi di Seadragon. Concentrò il proprio Io raggiungendo il filone cosmico di Johanna proprio quando una vera e propria cortina di morte calò, come l'ascia di un carnefice sul collo esposto del condannato, sul campo di battaglia.

    Il cosmo di Garuda venne contaminato, no, l termine più corretto potrebbe essere: innestato eppure non renderebbe comunque l'idea, da una presenza esterna, un cosmo talmente tanto negativo da risuonare con il tocco di una campana in requiem.
    Ed al cosmo dell'uccello di fuoco padrone un tempo del cielo, si unì la Morte. Una sensazione opprimente di antitesi della realtà che fece gelare per un istante il sangue nelle vene a Sanya.

    T͡͞r̕͜ǫ͘͠pṕ͢o ̛͞p͠r̷̸e̶͜s͘͟͜t̸͠o̴͝ ̡p̶̷e͠͏r̡ ̢T͏e͘,̛͟ B̴̨̕a҉̨̡m͜͏bi͜͏ną̢.̡҉
    ̢S̶͟ei͞͏ ͜a҉l̨ ̶c͞ơ̷̢s̛͠p̢et̢͏t̵͜o ̶d̶́͞el̨̛ ́Po̧t̴̡er͢͝e͢ ̸͞͝d͠e̢ļ̢l̶a͜ M̷ò͞r̸̢͘te҉ ̴̀s̀t́҉̴é̸s̴̴s̸̢a



    Il tocco alieno di Yorith nella sua mente la riportò alla realtà nel momento stesso in cui l'unione di due umani in solo essere, la commistione ultima tra Johanna e Sanya, si compì nell'introduzione della Furia all'interno del costrutto della Santa Vivente.
    Il cosmo della Sposa dell'Imperatore danzò e riverberò insieme a quello della Carne di Syphon in un connubio sacro.
    Kraken e Seadragon, Furia e Scudo, mano sinistra e mano destra, Mestore ed Atlante, Sanya e Johanna.

    Per la più giovane era iniziato in quella maniera, si ritrovò a pensare che non sarebbe stato male che anche la fine potesse essere trascorsa in quel modo. Scacciò il pensiero con forza di volontà. Non era il momento.

    Lasciò ardere il proprio cosmo, la sua pelle si ricoprì di brina mentre la Scale, in parte ridotta a frammenti, assunse la configurazione da pilota della Mournival anche all'interno del gigantesco costrutto. Filamenti di acqua con connettori di ghiaccio si propagarono direttamente dal corpo martoriato di Sanya per innestarsi nel corallo vivente del costrutto ed il cosmo della Sterminatrice di Dinastie venne di fatto iniettato nel corallo stesso.

    Un fiotto di sangue venne vomitato dalla giovane biondina a causa dell'improvviso sovraccarico sensoriale ma cocciutamente continuò. Le labbra imbrattate di sangue parevano adornate da un rossetto vivido che tanto risaltava sulla pelle chiara della giovane.

    Ghiaccio si unì al corallo nella sostanza, nella forma e nella disposizione del costrutto mentre, nuovamente, Sanya continuò ininterrottamente il canto benedetto dei Titani, riversandolo nel proprio cosmo, nei propri psioni che scorrevano nel cosmo che si univa al corallo, in un crescendo iperbolico di potere.

    Ed attraverso il Khala, la Via Dorata, trovò la Pace. Attraverso il Khala si sincronizzò con Johanna per non rallentarla. Avrebbe fatto la sua parte, anche più che al massimo delle sue possibilità. Avrebbe trionfato o sarebbe morta nel processo.

    - Per l'Imperatore - mormorò mentre calavano ancora la spada.

    Le battaglie in cui gli Abissali portatori della Verità del Khala superino di numero o di potere il nemico sono rare.
    Siamo da sempre sotto assedio, circondati dall'Eresia e dalla malvagità, proprio come lo è Atlantide stessa.
    Tuttavia, proprio coem il Regno del trono, resistiamo indomabili ed infaticabili.
    Che venga pure il Nemico, che offuschi l'orizzonte.
    Trionferemo ugualmente.
    PER L'IMPERATORE



    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, Lingua lesionata senso di intorpidimento in fase di dissipazione a causa del dolore autoindotto - ulteriori ferite auto prodotte per contrastare il veleno - Stanchezza diffusa per consumo cosmico - gamba sinistra avvizzita completamente fino all'anca, gamba destra fino al ginocchio.
    MENTALMENTE Target DESTROY.
    STATUS SCALE Indossata - in parte ridotta a frantumi - In Modalità da pilota

    RIASSUNTO AZIONI
    Una volta all'interno del Mecha contribuisce alla sua costituzione con il ghiaccio e l'acqua, si collega neuralmente volontariamente al corallo per pomparvi dentro il suo cosmo colmo di psioni attraverso cui veicola il canto titanico.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Lo spostamento fu immediato così come la reazione che ebbe Johanna. L'utilità delle abilità di una dei Primarchi più potenti servì a recuperare fiato, l'attraversamento delle dimensioni - a differenza della sua - fu un po' bizzarro abituato com'era ad essere ricoperto dal freddo lamento e tocco delle anime che vagano in quello spazio sotto il suo dominio. Le percezioni dell'Araldo tornarono ai massimi livelli (come se si fossero abbassate dopotutto in qualsiasi momento dello scontro) e, nonostante la Primarca del Kraken si ostinasse a richiamare - come era successo pochi istanti prima - la comunione con un essere caotico quale era Yorith, l'avvenimento che lo sorprese di più fu sentire un potere immenso sul Giudice. Non si aspettava un intervento, seppur indiretto, ma dato la presenza del suo sottoposto e la presenza di Nurgle, si limitò a registrare l'informazione e apprezzare a denti stretti e internamente quell'aiuto cosmico necessario. Cercando di ignorare i sussurri che gli invasero la mente, le lontane lingue ormai dimenticate che promettevano segreti ancestrali da svelare, conoscenze superiori a cui attingere... Non riuscì a scacciare completamente l'immagine mentale del decadimento e della morte fine a se stessa, opposto al suo Paradigma qualcosa di più antico strisciava lentamente all'interno del suo cranio.

    La riemersione alla spalle di Elagia e il rapido assemblamento (creazione più che in linea con la personalità che aveva cominciato a intuire in Johanna) di quel gigantesco costrutto fu abbastanza per far intuire e comprendere a Chernobog la strategia. Le forze combinate del gruppo erano necessarie allo Scopo, l'Ordine doveva essere ripreso e, quel territorio ormai ridotto a terra brulla e ad una sassaia ricoperta dell'orda blasfema di creature caotiche e corrotte, epurato. Con un slancio si appollaiò su una delle spalle del costrutto, nello stesso momento in cui Sanya prendeva posizione e cominciava l'attacco, prima ancora che il campione del Chaos avesse il tempo per reagire, i tentacoli di tenebra emersero da ogni porzione d'ombra, spessi e robusti come tronchi di alberi millenari, pronti ad agganciarsi alle braccia del costrutto atlantideo e aumentarne la spinta e la velocità nello scagliare nuovamente la Vivama del Giudice contro Nurgle.

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    Le tenebre corsero lungo le braccia, avviluppandone ogni parte disponibile prima di giungere alla spada che imbracciavano le due Primarche e scorrere così all'interno della nave e avvolgere con il suo dominio oscuro i cannoni pronti al fuoco. Attraverso il contatto diretto del Nero richiamò i suoi spiriti e l'Armata delle Tenebre sorse nuovamente nella forma che l'Araldo comandò e impose. Ricoprendo i cannoni aveva creato un contatto con il potere spirituale di cui era unica divinità sotto il vessillo di G.E.A Madre, ogni proiettile ottenne uno strato aggiuntivo dell'arsenale della Fine: il tocco gelido e ustionante delle tenebre, il sacro potere degli spiriti della Primigena e il rovente assalto delle illusioni di cui si serviva dal momento in cui aveva aperto gli occhi per la prima volta nella Realtà.

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    La combinazione degli stessi avrebbe dovuto creato una maggiore entità di danno, poiché al contatto del corpo di Nurgle o della sua eventuale difesa, avrebbe dissipato per tre volte ciò che gli si fosse posto davanti. Intuendo l'idea di Johanna (sfruttando le conoscenze acquisite durante la battaglia in cui si trovavano) ordinò, attraverso la semplice volontà, ciò che si sarebbe svolto in seguito. Tutto sarebbe dovuto esplodere in una sinfonia di dolore e miasma verdastro, infiltrandosi attraverso le eventuali crepature e/o orifizi del corpo nemico strappando e dilaniando, continuando nel proposito di consumarla dall'interno.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni parte superiore del corpo, alcune costole rotte, mente - dall'attacco psionico - compromessa, sanguinante; sangue alla gola, polmoni collassati, arti inferiori sx e dx fratturati in più punti e contusi, tessuti esposti e pozza di sangue sotto di lui
    MENTALMENTE ¤ confuso, arrabbiato, voglia di botte ma dolorante
    STATUS DARIAN ¤ vera forma - incrinata, parte inferiore del corpo e arricciata in punti sparsi.

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Crea tentacoli di oscurità per pompare ancora di più la spinta e la potenza del mecha Atlantide facendo scivolare il nero lungo la spada e sulla nave, fodera di oscurità+spirito+potere mentale i cannoni e i proiettili in modo da potenziare l'attacco con la specializzazione di fabbro spettrale e quindi dissipare energia spirituale, una volta a contatto - eventualmente corpo o difesa - le tenebre esplodono cercando di infiltrarsi all'interno e aumentare la bua [AF]

    Edit. Errori battitura + risistemazione azioni riassuntivo

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    Armata delle Tenebre — Tecnica infida e subdola, propria dell'Araldo. Si manifesta come una vasta nube nera, che ricoprirebbe il campo di battaglia oscurando la visuale di coloro che vi si trovassero immersi dove all'interno di questa foresta di oscurità, si annida l'Armata della Tenebre. I combattenti caduti per la causa della Madre, vengono richiamati da Chernobog che li schiererà come propri soldati sottomettendoli al proprio volere e privandoli così di ogni paura o perplessità - sempre che ne avessero avute. Essendo oggi pure entità spirituali, combatteranno sul piano dello spirito mantenendo solo le sembianze di un tempo, avendo come obiettivo la distruzione totale dell'anima e della mente del nemico. Come con gli altri spiriti evocati dal dio oscuro, essi rimarranno in campo finché vengono sostenuti col cosmo e per la sola durata del turno, colpendo con raggi o sfere esplosive singolarmente oppure concentrandoli in un unico attacco che nell'eventualità della messa a segno, instillerà nei nemici la sensazione delle loro menti dilaniate da un cieco terrore e dolore (anche i colpi a distanza avranno comunque come bersaglio spirito e mente, non potranno provocare danni di altra natura). L'armata delle tenebre potrà disporsi sul campo di battaglia a seconda della volontà del suo evocatore. [offensiva spirituale+illusioni]

    CITAZIONE
    Herramentari — Il dono più grande che Gea ha fatto al suo personale sicario è l'abilità di manipolare lo spirito. In questo modo Chernobog utilizza la propria energia spirituale, manipolandola e solidificandola, dandole le forme che più lo aggradano (o che richiede la situazione) sia per difendersi che per attaccare, può quindi creare centinaia (numero variabile dalla decisione dell'Araldo) di spade, frecce, catene, lance ma anche scudi. Ovviamente nessuna di queste sue creazioni è pari a un'arma cosmica, ma gli effetti saranno simili a quelli dati da raggi cosmici dove se gli attacchi saranno portati a segno avranno come conseguenza anche la privazione dell'energia spirituale dell'avversario. [spirito specializz. - danno spirituale, privazione energia spirituale]




    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.


    Edited by D o r c a s - 8/5/2021, 13:16
     
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