[trama][mega quest atlantide] high hopes - parte 4

Ignatius

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    Topic per il duello vs Ignatius :zizi:
    A voi la mossa :yeye:



     
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    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    High Hopes
    Parte 4 - Ignatius

    1




    Non si mosse.



    Nonostante il desiderio di unirsi ai suoi compagni per andare ad attaccare la fonte di tutto quel disastro, la causa delle perdite che aveva sofferto non solo parte del suo settore, con le forze mobilitate, ma Atlantide tutta, rimase fermo nel punto in cui si era trovato dopo l’attacco che tutti loro avevano scatenato. Dopo essere stato trasportato direttamente nella dimensione a cui Seadragon aveva accesso, dopo essere stato protetto dal corallo, dopo essersi ritrovato di nuovo lì – con un ginocchio poggiato a terra per ritrovare la stabilità. Anche dopo aver alzato la testa per osservare Pan avanzare e riversare sul nemico quel singolo pugno, pregno di tutta la determinazione contro il male che l’Araldo era riuscito ad accumulare. L’aveva guardato, respirando a pieni polmoni, tentando di accumulare di nuovo la forza nel proprio corpo per continuare a camminare in avanti. E sulla scena di un luogo in rovina, esposto al limite del pericolo che lo separava dal non tornare più a casa, Oliver non poté fare altro che sentirsi vivo, determinato a mostrare alle forze del chaos quanto tutti loro – collaborando, combattendo insieme – sarebbero stati impossibili da sconfiggere. Fece pressione su entrambe le mani, rimettendosi in piedi. Sentiva le ginocchia tremare per ritrovare la stabilità, il cervello mandare segnali di un pericoloso danno mentale lungo tutto il corpo. Ma quello che aveva sopportato arrivando fin lì non era stato niente in confronto a quello che avevano dovuto portare sulle loro spalle i combattenti che avevano resistito fino a quel momento.



    Fu come se tutti avessero intuito il proprio ruolo, lì, muovendosi di conseguenza per raggiungere le giuste posizioni, per continuare a combattere ancora una volta, anche solo per un altro giorno da vivere. Lasciò che si muovessero nelle altre direzioni, lasciò il suo corpo a non fare da intralcio alla loro corsa, ai loro scatti. E quando tutti furono ormai lontani da loro, quando non rimase nient’altro che Igniatius, con la sua armatura, con lo sguardo fisso nella sua espressione, Oliver compì un passo in avanti, poi un altro, e un altro ancora. Non si era ancora mosso per attaccare, ma per raggiungere l’unica presenza che non aveva lasciato il punto dove si era fermato, il Signore delle Bestie stesso. Una nota telepatica, e avrebbe richiamato all’attenzione anche la Primarca delle Sirene, posta dietro di loro – armata del flauto di Tersicore – per dare ulteriore man forte in battaglia, ma sarebbe toccato a loro continuare fino allo stremo, nel tentativo di buttarlo giù. Raggiunto il suo fianco, avrebbe voluto dirgli qualcosa, avrebbe voluto accennare una parola di conforto, qualcosa che spronasse entrambi – eppure, si trovò interdetto nell’azione. Aveva già combattuto con lui, e con lui condivideva gran parte della visione del mondo, di ciò che doveva essere fatto, degli obiettivi – uno scopo. 'We all lift, and we're all adrift together.' Era forse l’alleato, no, il compagno più importante da avere accanto in momenti come quelli, dal quale imparare, del quale seguire l’esempio. Cosa avrebbe potuto dire che l’altro non avesse già sentito? Cosa avrebbe potuto dirgli che non sapesse già? In quel momento, trovò risposta nell’unico gesto che avrebbe potuto rivolgergli. Alzò il braccio in sua direzione, chiudendo il pugno.


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    Buttiamolo giù insieme.




    In quel momento, avrebbe mandato un altro messaggio telepatico alla Primarca che aveva il compito di supportarli. Conosceva le sue capacità e – anche se di un centimetro in più – avrebbe potuto dare loro modo di avanzare con sicurezza maggiore. Avrebbe dovuto semplicemente suonare con il suo strumento per tentare di raggiungere Ignatius, davanti a loro, con l’obiettivo di prosciugarlo complessivamente delle sue energie. Privarlo di un’ingente quantità di cosmo sarebbe stato provvidenziale, specialmente in quel momento e dopo gli scontri che avevano imposto il loro peso sul corpo di tutti. Indebolendolo sempre di più, con il tempo, avrebbero potuto portarlo ad un livello tale da riuscire a gestirlo, per dare il tempo agli altri compagni di battaglia di buttare giù Elagia. Con una sensazione di spossatezza e sottrazione delle energie cosmiche e fisiche, avrebbero gettato le basi per la nuova offensiva, quella volta a minacciarlo anche fisicamente. Oliver aveva mantenuto gli occhi fissi sull’obiettivo anche quando la sua armatura si era trasformata ancora una volta, rendendo più spigolosi i contorni e vagamente più squadrate le forme. Un profondo respiro, e abbandonò il fianco di Pan – teletrasportandosi esattamente dietro Ignatius. La tattica era semplice, anche se potenzialmente efficace. Avrebbe utilizzato l’arma del pipistrello – generandola fisicamente sulle punte delle dita – per procedere a tentare di colpire, nel modo più preciso possibile, determinate zone del corpo nemico.



    L’oricalco che le ricopriva, infatti, si sarebbe riassestato ed allungato in forme che ricordavano delle lame estremamente affilate, sottili, ma non per questo meno resistenti. Il cosmo dell’animale si sarebbe concentrato tramite esse, mostrando una vaga sfumatura nera, un segno pericoloso che avrebbe preannunciato la natura stessa dell’arma alle zone mirate. La base della nuca, due punti posteriori dei bicipiti, i polsi, la zona lombare, entrambe le scapole e la zona mediana dei quadricipiti attraverso le lame dotate di un’ottima qualità di perforazione. Danni del genere erano mirati, dal punto di vista fisico, a rendergli estremamente difficile qualsiasi movimento fisico, che aveva come perno le zone di movimento più importanti del corpo umano. Ma la seconda vera caratteristica di quell’attacco, però, risiedeva nella possibilità di privare ulteriormente – tramite contatto – le energie cosmiche e vitali dell’avversario, aggiungendo la sottrazione a quella che avrebbe già cominciato ad impiegare la Primarca di Siren. Nelle zone colpite, inoltre, sarebbero seguiti danni da perforazione e contusione, che avrebbero fisicamente mosso il nemico in avanti. Oltre a quella efficiente scarica di colpi, infatti, Oliver avrebbe compiuto un ultimo giro su sé stesso – accumulando velocità – per tentare di canalizzare un piccolo vortice d’acqua sul palmo della mano. Tramite esso avrebbe mirato a creare un’ultima spinta in avanti, in modo da indirizzarlo esattamente verso gli attacchi di Pan, tentando di sbilanciare il corpo di Ignatius per impedirgli corretti e coordinati movimenti di difesa.



    Sentì, attraverso il khala, uno spettro di emozioni e sensazioni così varie che gli fece stringere i denti. Ogni cosa, dentro di lui, così come dentro i suoi compagni, lo metteva in una tremenda allerta. Era una situazione critica quella in cui si trovavano, non avrebbe dovuto sprecare nemmeno una minima porzione di energie più del dovuto, conservandole in modo da poter continuare il combattimento nel migliore dei modi. Avrebbe coordinato i suoi attacchi con quelli dell’araldo, adattandosi al suo stile di combattimento in modo da poter trarre il meglio dalle loro combinazioni. Odiava il modo in cui volevano dividerli, bersagliarli e minare la loro volontà in combattimento. Odiava il chaos stesso per aver fatto cadere quelli che una volta erano stati i loro compagni. Avrebbe concentrato ogni emozione in quei colpi, permettendo all’esarca caduto di ricordare la vera forza che animava non solo i Primarchi, ma ogni guerriero dedito alla salvaguardia della loro realtà, della vita come la conoscevano.


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    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Stanchezza, nausea e danni da pressione seri. Grave danno mentale attenuato dalle difese organizzate.
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    Mi teletrasporto dietro Ignazio per colpirlo a ripetizione nelle zone elencate, in modo da danneggiarlo fisicamente e indebolirlo ancora di più con la privazione cosmica/vitale [af – arma fisica, privazione+perforazione]. L’ultimo colpo indirizza un mini tornado sulla schiena per sbilanciarlo e spingerlo in avanti verso Pan [ad].

    Gestione Siren: Illusione di spossatezza e debilitazione fisica che priva cosmo ed energie [af]
    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione [Ape - Teletrasporto]
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Through the cold mist
    Till we're lifeless together

    Ultima composizione bestiale di Azae.
    Le capacità mortifere del pipistrello si estendono anche alla parte della scale benedetta da questo potere, che permetterà a Cuordimetallo di manifestarlo attraverso la creazione di due piccole lame sul dorso delle mani, sui gambali - o su qualsiasi altra parte del corpo adatta - in modo da privare l'avversario della sua forza vita, se colpito. Se riuscito, ogni colpo strapperà una quantità sempre maggiore di energia vitale avversaria, per rendere quest'arma pericolosa tanto quanto le altre bestie. La stessa capacità di privare l’energie avversarie sarà utilizzabile dall’emanazione cosmica. Lo spirito del pipistrello, con artigli e denti acuminati, si lancerà verso il suo obiettivo – nell’intento di recare danno, e privarlo delle sue forze, nello stesso modo in cui Oliver farebbe attraverso l’arma sulla sua Scale. [Danno: Perforante, Risucchio Vitale - Arma: Piccolo pugnale]

    Big Tornado ☼
    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante. Imparando a gestire questa nuova capacità, Oliver è stato in grado di sviluppare impieghi differenti - soprattutto se connessi al suo stile di combattimento e ai poteri concessi dalla scale


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    La luce cosmica emanata dal suo corpo divenne sempre più tenue. Poco prima il suo corpo aveva dato fondo alla sua capacità rigenerativa per cauterizzare il danno al sistema nervoso ed ai tessuti del suo corpo. I suoi polmoni si muovevano a rimo serrato per portare ossigeno prezioso nel suo sangue, mentre un sottilissimo acufene si era insinuato nel suo orecchio sinistro.
    Si stava guardando il pugno. Quel pugno che aveva scaraventato un fiume di energia contro quel pilastro del Caos che aveva davanti. L'aria stessa era carica di un'energia tanto negativa da pizzicare leggermente la sua pelle, come un istinto antico e quasi dimenticato. Pan sputò per terra un grumo di saliva e sangue rappreso. Si passò poi il dorso della mano sulle labbra, per pulirle leggermente.

    Fu solo allora che si rese conto di non essere solo.
    Dietro di lui, due tracce cosmiche differenti. Una non gli era familiare, se non per la matrice Atlantidea, mentre l'altra la riconosceva benissimo. Era Oliver Ramirez, il Primarca di Scylla. Un uomo buono come il pane e adorato dal popolo dell'Impero. Lo sentì avvicinarsi, e mentre ciò accadeva cercò di trovare le parole giuste da dire:

    Andatevene.

    Non importava quanto quel Campione del Caos fosse potente, non gli importava quanto ancora potesse soffrire sotto il suo volere., lui poteva incassare, lui poteva reggere tutto quello che gli si sarebbe stato tirato addosso. Era avanzato da solo con l'idea di proteggere chi si trovava dietro la sua schiena, e questo includeva ogni Primarca, ogni Esecutore, ogni soldato dell'Impero di Atlantide. Loro ed i suoi uomini erano troppo importanti, lui era solo carne da macello.
    Appena Oliver gli fu affianco, cercò di emanare un suono, un qualsiasi suono, ma la vista del gesto del Primarca lo aveva ammutolito.
    Non sarebbero indietreggiati.
    Non sarebbero scappati.
    Sarebbero rimasti li, al suo fianco, faccia a faccia con un mostro che dilapidava i concetti stessi della realtà solo con il mero fatto di esistere. Pan, il Martello della Dea, non sarebbe rimasto solo quel giorno.

    Buttiamolo giù insieme.

    Dennis sorrise da sotto l'elmo. Il naso ancora pregno dell'odore del suo stesso sangue. Alzò il suo braccio, rispondendo al gesto del guerriero di Atlantide.

    Insieme.

    Il cosmo dietro di loro si illuminò in modo esponenziale. Un attacco della quale ignorava la natura venne lanciato dalla loro compagna di battaglia, un attacco che segnò l'inizio della loro controffensiva.
    Oliver letteralmente scomparve dalla sua vista in un bagliore luminoso, portandosi estremamente vicino al loro nemico comune. L'Uomo di Scylla sfoggiò a sua volta una grande energia, segno che il suo attacco era cominciato. Lui era l'ultimo attore che ancora non era entrato in scena, ma le cose stavano per cambiare.

    Pan assunse la sua posizione di guardia: ginocchia leggermente piegate, pugno destro in alto a proteggere il mento, mano sinistra semiaperta in basso per attacchi veloci. La sua mente, ancora segnata dall'assalto mentale subito, venne arroventata da processi logici atti a massimizzare l'ottimizzazione della sua forza. In quel momento non c'era più un prima o un dopo, tutto quello che esisteva in quell'attimo era fermare chi aveva davanti usando ogni briciola della sua potenza. Il suo essere si interfacciò con l'essenza delle creature di Gea, e la sua bocca si riempì di puro ferro. Dennis morse quel ferro, creando un bite pressoché perfetto. La sua testa e la sua spina dorsale erano diventate una sola cosa grazie a quell'allineamento, rendendo il corpo di Pan ancora più resistente, ma non era quella la sua vera intenzione. Ciò a cui mirava era l'aumento della potenza che gli era possibile esercitare, dovuto alla possibilità di digrignare i denti oltre i suoi normali limiti. Quella potenza bramava di essere indirizzata contro il suo avversario, e Pan non la fece attendere.
    Coordinandosi con il picco energetico emanato da Oliver, Pan sarebbe scattato in avanti al massimo della sua velocità, creando crepe sul terreno con la sola forza della sua avanzata. Il suo pugno destro caricato all'indietro, la pressione delle dita tanto potente da sbriciolare intere montagne. Il suo obbiettivo avrebbe coronato la sue esperienza di quell'attacco in tre fasi con un pugno così carico di energia cosmica esplosiva da illuminarsi come un faro, dritto sul viso, diretto proprio a quel cervello sulla quale Pan avrebbe cesellato un pensiero con zanne, artigli e veleno:

    You don't fuck with a God.

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    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - sistema nervoso rigenerato. Pelle aperta in vari punti, danneggiamento muscolare
    MENTALMENTE - molto molto stanco
    STATUS DARIAN - indossata, crepe sulla superficie

    RIASSUNTO AZIONI - Appena sharkboy e lavagirl finiscono la loro offensiva, mi metto un bite di ferro in bocca così da massimizzare l'uso della mia forza fisica, e mi precipito su Ignazio caricando un pugno condito di cosmo esplosivo atomico sulla faccia
    ABILITÀ -

    TECNICHE - 2:

    Chrysomallon squamiferum, detta lumaca piede di ferro.

    La lumaca-piede-di-ferro è un particolare mollusco che costruisce il suo guscio usando come elemento base il solfato ferroso, rendendo il suo corpo così ricco di ferro da formare un “piede” formato da scaglie di ferro. Questa forma dona a Pan la versatile, seppur limitata, capacità di usare l'elemento sopracitato.
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
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    Ignatius fa per muoversi verso di voi quando le malie di Siren iniziano ad indebolirlo e a rallentarlo, il tempo necessario a far entrare parte dell'attacco di Scylla.
    Gridando di dolore e di rabbia e sputando sangue, l'agente del caos si avvolge in una coltre oscura che va a cauterizzare le sue ferite in modo orribile, come se un'infinità di micropustole andasse a mangiare la carne ferite per poi rigenerarne di nuova.

    Sfruttando il vento alle spalle, Ignatius si lancia verso Pan, intercettando il colpo con la mazza.
    Il clangore è assordante e la potenza generara spezza il suolo per varie decine di metri.
    Le braccia del traditore non si fermano, bensì assecondano la rotazione impressa dalla forza dell'araldo: egli, avanzando e superandolo, gira su se stesso una volta e si ferma per scagliare la mazza verso il centro della schiena di Pan, rilasciando un'esplosione di energia caotica all'impatto che avrebbe travolto anche i suoi compagni.


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    Ignatius subisce i primi attacchi, si rigenera parzialmente ed intercetta il pugnazzo di Pan.
    Sfrutta la spinta cinetica per fare un giro su se stesso e lanciare la mazza alla schiena di Pan.
    Il tutto è a velocità luce e ad energia nera, in termini di potenza ed estensione.
    NOTA: Dopo qualche frazione di secondo, un'onda d'urto di proporzioni apocalittiche vi scaglierà tutti via. Sarà un effetto secondario, quindi non dovrete gestirlo come un attacco, ma la mazzatona di Jo cambierà un po' la dislocazione del campo di battaglia.
    Quindi dovrete gestire:
    1- mazza di Ignatius
    2- esplosione di Caos dall'impatto della mazza di Ignatius
    3- Onda d'urto della spadata di Jo

    Il termine è tra 7 giorni






    Edited by Gorthaur - 24/4/2021, 23:43
     
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    I suoi sensi erano tempestati su più fronti.
    La sua bocca sapeva di rame, l'odore del sangue gli riempiva le narici, i suoi occhi erano stanchi e arrossati, ed un fischio continuo gli tempestava le orecchie. Erano gli effetti residui dell'attacco di prima? O era l'importanza di quella battaglia che aveva assunto forma e peso dentro di lui? Altre domande inutili, domande che non facevano altro che occupare spazio nelle sinapsi dell'Araldo. Non aveva tempo per quelle cose, non c'era più tempo.

    Il suo colpo capace di appiattire una montagna si era scontrato contro l'arma del guerriero in nero. Pan sentì tre delle sue falangi incrinarsi sotto l'armatura. Un dolore acuto e intenso, ma non estraneo all'Araldo, tre dita non erano niente, lo scontro era appena iniziato, doveva andare avanti. Non poteva fermarsi.
    La forza che oppose il suo pugno scomparve, o meglio, si trasformò in un'azione uguale e contraria. Vide il corpo del nemico roteare ed avanzare allo stesso tempo, sfoggiando una velocità ben superiore a quella della Palingenesi. Con una semplicità disarmante, Il cavaliere del caos si era portato alle spalle dell'Araldo, senza che quest'ultimo potesse riassestare la sua posizione. Non poteva voltarsi, non in uno lasso temporale così breve. Dovette correre ai ripari, nel modo più indelicato possibile:
    Accovacciandosi.
    Piegandosi sulle ginocchia e coprendosi la nuca con le mani, Pan avrebbe offerto la sua schiena all'offensiva avversaria, ed anche se contava sul fatto che la sua schiena fosse resistente come una fortezza, emanò ugualmente uno spesso strato triangolare di ferro su di essa, come il guscio di una tartaruga dall'aspetto rugginoso, per proteggere le zone più delicate di quella parte del corpo. Anche la forma era stata ben congegnata, la struttura triangolare avrebbe distribuito gran parte di un eventuale impatto lontano dalla sua spina dorsale. Poteva resistere alle ferite, ma il suo sistema nervoso era già stato messo alla prova, non voleva rischiare.

    L'attacco arrivò, e Pan si accorse ancora una volta della sua abitudine a sottostimare l'imminente.
    Un colpo dalla potenza impressionante si scontrò contro il suo guscio di ferro, una potenza che si manifestò con una vera e propria esplosione, una deflagrazione che gli strappò di dosso la corazza di ferro appena creata. Picchi di dolore ardente lo costrinsero a stringere ancora di più i denti sul biter di ferro che aveva in bocca. L'Idea della forma piramidale era stata decente, ma Pan uscì da quello scambio con quattro costole rotte. Non era un problema, doveva andare avanti, doveva continuare a combattere, non poteva fermarsi.

    Ebbe solo il tempo di voltarsi, quando l'aria intorno a lui mutò. Un sentore che andava oltre la sfera sensoriale di normali esseri viventi, Un miscuglio di energie immiscibili, un'emulsione cosmica stava permeando tutto ciò che circondava il Cavaliere di Gea. Riconosceva quell'energia, o meglio, conosceva le tracce cosmiche che la formavano, una di esse era un concentrato di disprezzo per tutto quello che osava soltanto esistere, una macchina da guerra progettata con il solo intento di essere un buco nero che ingoiava il mondo.
    L'altra era Johanna. Johanna Derham, la regina reggente di Atlantide, colei che inconsciamente aveva salvato la Palingenesi con il semplice fatto di esistere. La sua energia brillava, lontano da loro, impegnata in una sfida fuori dalla portata di soli tre guerrieri. Quel bagliore gli scaldò la pelle come fossero stati i primi raggi del sole dopo una notte fredda e piovosa, e ricordò perché era li, ricordò la vera ragione per cui ogni braccio capace di reggere un'arma sotto il dominio di Gea lo aveva seguito nel Giorno dell'Ira, senza che nessuno, ne umano, creatura o divinità avesse emanato un'ordine diretto:

    To save them.

    Un boato immane scosse la terra. Un terremoto apocalittico stava imperversando in quella zona, accompagnato dallo spostamento d'aria creato da un impatto che menti troppo deboli avrebbero avuto difficoltà a concepire. Mentre il terreno sotto i suoi piedi si muoveva in modo irregolare, ogni suo muscolo si organizzò per controbilanciare movimenti e micromovimenti, guidati dal suo orecchio interno dalle capacità sovrumane. Era ancora nella zona di pericolo, abbastanza vicino al suo nemico da continuare lo scambio di colpi. Il suo braccio sinistro si caricò di energia cosmica pronta ad esplodere al primo impatto. Avrebbe mosso il suo corpo in modo da rimanere in piedi, senza sbilanciarsi di un millimetro e sfoggiando tutta la sua agilità in un colpo brutalmente elegante, un uppercut sinistro diretto alla mandibola portato a compimento da una posizione innaturale: Sulla punta del piede, con il torso piegato di lato ed una spaccata per agevolare quel movimento bizzarro. Quella posizione non convenzionale aveva come obbiettivo quello di accentuare l'arco percorso dal suo pugno, così da massimizzarne la potenza così come faceva il biter che aveva in bocca. Non avrebbe elargito ordini ai suoi alleati, non avrebbe osato imporre le sue idee. Lasciò che il loro istinto fosse la loro guida, così come avevano fatto i suoi compagni che avevano vomitato fuoco e piombo contro i soldati di Nurgle poco prima. Quel campo di battaglia era costellato di eroi, ma Pan non era come loro.

    Pan era un'arma, e le armi non pensano.

    Le armi uccidono.

    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - sistema nervoso rigenerato. Pelle aperta in vari punti, danneggiamento muscolare,m tre falangi della mano destra rotte, costole 5 e 6 rotte sia a destra e che a sinistra
    MENTALMENTE - molto molto stanco
    STATUS DARIAN - indossata, crepe sulla superficie

    RIASSUNTO AZIONI - ok il pugno mi fa male alla mano, mi paro dall'offensiva creandomi un guscio di ferro per distribuire i danni sulle costole invece che sulla spina dorsale, e mentre il mondo fa VVRRBBBRRR divento un bellissimo ballerina e via di uppercut esplosivo estremamente poco pratico
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    TECNICHE - 2:

    Chrysomallon squamiferum, detta lumaca piede di ferro.

    La lumaca-piede-di-ferro è un particolare mollusco che costruisce il suo guscio usando come elemento base il solfato ferroso, rendendo il suo corpo così ricco di ferro da formare un “piede” formato da scaglie di ferro. Questa forma dona a Pan la versatile, seppur limitata, capacità di usare l'elemento sopracitato.
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    Quella non era una battaglia semplice.


    Nonostante il punto in cui tutti loro erano riusciti ad arrivare, nonostante l’essere riusciti a dividere l’esecutore caduto dal suo punto di forza, quella che stavano affrontando i due non era affatto una battaglia da poter prendere alla leggera. L’aveva capito lui, l’aveva capito Pan. La realizzazione di ciò era riflessa dall’espressione che entrambi avevano sotto i rispettivi elmi. Sia per stanchezza, sia per determinazione, sia per opporsi al dolore delle loro ferite. Il volto di Cuordimetallo era chiuso in una faccia seria, preoccupata. C’erano troppe variabili da tenere in conto in quel momento; l’incolumità dei suoi compagni, il mantenere il passo con l’Araldo di Gea per non rallentare lo scontro, il trovare una soluzione efficace per opporsi all’avversario, mantenere al sicuro la Primarca di Siren – che doveva portare avanti una parte fondamentale del piano. Tutto aggiungeva una propria variabile all’equazione che stava svolgendo nella sua testa. Tutto era fonte di possibile preoccupazione e distrazione. Ignatius aveva ricevuto il suo attacco, ma aveva utilizzato la spinta per rivolgere contro il compagno una nuova offensiva. Oliver aveva allungato il braccio, quasi come a voler intervenire di persona, ma la rapidità e la poca distanza intercorsa tra i due si era tradotta nell’autonoma organizzazione della difesa, di Pan, che aveva utilizzato una delle sue abilità per potersi schermare dal colpo della mazza chiodata nemica. Non si concesse il lusso di accennare nemmeno un sorriso, perché nulla era ancora terminato. Si sarebbe concesso di sorridere soltanto ad un passo dalla vittoria, soltanto quando tutto si sarebbe illuminato in una celebrazione di colori e attacchi che avrebbero messo quella minaccia a tacere. In quel momento, si sarebbe sbracciato con gli altri, in quel momento, avrebbe urlato – ma, per il momento, avrebbe rivolto al nemico la sua concentrazione più alta, al suo compagno di battaglia il suo aiuto più efficace.



    E in quel momento, la terra prese a tremare sotto di loro – così come l’aria prese a scuotersi in ogni direzione, aumentando quel movimento confuso e caotico che i detriti attorno avevano iniziato ad assumere. Percepì il cosmo dei guerrieri che si stavano occupando di Elagia. Percepì l’avvamparsi di quello di Garuda, che aveva deciso di unirsi a loro assecondando uno dei principi base della natura di un essere vivente, quello del nemico comune. Sentì la fiamma energetica di Seadragon, le cui parole avevano scaldato l’animo di ogni soldato atlantideo. Sentì l’umidità delle acque dimensionali, così come sentì l’unione del canto del Kraken, il gelo della sua furia e della sua determinazione nell’abbattere un antico nemico. Sentì infine l’ira di Chernobog, la sua sentenza di morte, l’aura dei suoi spiriti e del loro rancore. La pressione continuò a diffondersi attorno all’Araldo e al Primarca, tanto da costringerli a modificare la loro posizione. Oliver comandò all’oricalco che indossava di tornare al suo stato base, prima di impartire un nuovo ordine. Diverse conformazioni del serpente, lunghe ed affusolate, uscirono dalla scale per svolgere diversi compiti. Il primo fu quello di cingere la vita di Siren, permettendole di acquistare di nuovo stabilità, permettendole di tornare a terra dopo l’onda d’urto.



    A discapito di ciò, il suo corpo prese un andamento confuso – per un secondo – che dovette stabilizzare utilizzando il serpente per aggrapparsi a detriti più grossi, presenti lì attorno. Il suo messaggio telepatico fu ancora una volta indirizzato alla donna, chiedendole di tenere duro e continuare con quella strategia, perché lui avrebbe portato avanti un’altra offensiva. Pensa, si era detto, pensa ancora. Pan stava assumendo una posizione che lui mai avrebbe assunto per colpire un avversario – e per un secondo non poté fare a meno di pensare che sì, forse era quello il motivo per cui ancora un po’ di strada necessitava di essere percorsa. Pensa, si era detto di nuovo. Fu nel momento in cui utilizzò il serpente per lanciarsi in aria – diretto contro un pezzo dell’ambiente in volo dopo l’attacco che aveva modificato quel terreno, traducendosi in un vero e proprio terremoto – che si rese conto di una cosa importante. Non doveva pensare, doveva permettere al suo corpo e al suo cervello di lavorare in sincronia. Il khala non avrebbe mai potuto avvicinarlo a Pan, ma una sensazione del genere avrebbe potuto quasi paragonarla ad esso. Le sue gambe si adagiarono su quel macigno in movimento nell’aria – e la conformazione di Scylla cambiò ancor auna volta – adottando le fattezze dell’orso. La confusione nella sua mente si placò un attimo; cancellò l’equazione, la buttò via. Non serviva.


    It’s a leap of faith
    That’s all it is.




    I muscoli delle gambe impressero la loro forza, aumentata dall’animale le cui proprietà erano riflesse nell’armatura, su quel temporaneo punto d’appoggio. Tutto avvenne con un senso di contemporaneità; mentre Pan avrebbe rivolto al nemico quel colpo dal basso verso l’alto, Oliver si sarebbe spinto con forza maggiore verso di loro, nel lato opposto, protraendo la sua gamba sinistra. La destra era piegata verso l’interno, ed entrambe le braccia erano state portate in alto, tenute leggermente piegate, per favorire la dinamicità della discesa e del colpo che avrebbe rivolto contro di lui. La gamba tesa, infatti, avrebbe avuto il compito di colpire in sincronia con il pugno dell’Araldo, dal lato posteriore, disegnando una traiettoria dall’alto verso il basso. Ma la straordinaria forza non era l’unica possibilità di offesa che avrebbe rivolto ad Ignatius. Lo stesso arto usato per quel colpo sarebbe stato avvolto da diverse lastre di oricalco pregno di cosmo. L’arma dell’Orso si sarebbe concentrata sulla zona che andava dalla punta del piede alla parte superiore della gamba, oltre il ginocchio. Utilizzandola in combinazione con il potere che quella forma gli donava, avrebbe rivolto contro l’Esarca caduto un colpo capace di danneggiare anche un nemico di degna potenza, attraverso la capacità, se a segno, di generare danni interni, di intaccare organi – ossa – aumentandone l’efficacia con la velocità accumulata dallo slancio. Tra i due punti focali, il corpo dell’Esarca, dietro entrambi, un’altrettanto intensa onda d’urto che – sotto la pressione dei due attacchi – avrebbe rispedito indietro le stesse macerie. Nel suo percorrere quella traiettoria, Oliver avrebbe generato le acque di Cariddi esattamente dal palmo delle sue mani, permettendo alla propulsione di aggiungere forza maggiore e di utilizzarla per scaricare - qualora avesse colpito il nemico - un movimento tale da portarlo a perdere ulteriormente il suo equilibrio, rendendogli difficile coordinarsi correttamente attraverso gli attacchi come aveva fatto in precedenza. Strali azzurri e oro cominciarono a fluire attorno a lui, illuminando la sua figura e lasciando dietro il suo corpo una scia di cosmo del medesimo colore, brillante, riflesso della volontà che stava impiegando in quel momento. Forse il nemico si sarebbe finalmente reso conto che non si sarebbero lasciati più andare al pensiero della sconfitta; per il bene di quel mondo, quell’opzione non poteva semplicemente essere contemplata. E Oliver, assieme a tutti loro, avrebbe mostrato che ci sarebbe voluto molto di più per farlo arretrare – per farli arretrare.



    hiaAmxR




    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Stanchezza, nausea e danni da pressione seri. Grave danno mentale attenuato dalle difese organizzate.
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    Rider kick parallelo al lato opposto dove sta colpendo Pan [af - forza straordinaria + arma dell'orso] che se colpisce scarica la rotazione accumulata col big tornado per far perdere l'equilibrio ad Ignazio [ad]



    Gestione Siren: Ancora illusione di spossatezza e debilitazione fisica che priva cosmo ed energie [af] - invisibilità su di lei [diversivo]
    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione [Orso - Frz. Strao]
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ


    Cold, the air and water flowing
    Hard, the land we call our home

    Prima composizione bestiale di Azae.
    Il pugno dell'orso. Attraverso la manipolazione del proprio cosmo, e della propria armatura, Oliver può trasformare parte della sua scale - dotandola di grandi guanti meccanici, o gambali più robusti - per colpire il nemico con maggiore forza; procurando all'obiettivo, se andato a segno, gravi danni interni. Se non manifestati sotto questi aspetti, i poteri dell'orso possono trasformare parte della scale, facendole assumere l'aspetto di un grosso martello. Rottura di ossa, emorragie, tutto a disposizione della conformazione contundente che la scale di Scylla può assumere. Quando viene utilizzato lo spirito dell’orso, inoltre, il colpo a distanza assumerà le fattezze della stessa bestia – dirigendosi in prossimità dell’avversario per tentare di colpirlo con i suoi possenti artigli, causandogli – in caso di riuscita – lo stesso tipo di danno che causerebbe un impatto fisico dell’arma cosmica. [Danno: Interno, Rottura di Ossa - Arma: Grossa, Contundente]


    Big Tornado ☼
    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante.



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    L'Esarca del Caos subisce come voi il contraccolpo dell'attacco combinato dei vostri compagni, sbilanciandosi e cercando di ritrovare una posizione sicura.
    Si allontana di qualche metro, comprendosi con il braccio sinistro il volto e spaccando i detriti rilasciati dall'esplosione che gli stavano piovendo addosso.

    Il suo sguardo è teso e concentrato, evidentemente per reagire alle malie di Siren, infatti notate che lo cerca ed evidentemente vuole raggiungerlo.

    Quando però agite, riporta l'attenzione si di voi e si prepara.
    Vi guarda entrambi ma decide di affrontare prima Pan, dando le spalle a Oliver.
    Sentite il suo cosmo caotico ribollire, sebbene inizi ad indebolirli.
    L'uppercut di Pan lo spiazza, ma i suoi riflessi gli permettono di inarcare la schiena all'indietro, proteggendo la testa ma venendo colpito al petto con una violenza terrificante. La mazza gli cade dalle mani svanendo in una nuvola di fumo.
    In realtà l'inarcare la schiena non era solo una mossa evasiva, ma l'inizio di una capriola.
    Ruotando completamente atterra con entrambe le mani sulla gamba di Oliver, arpionandola e, continuando il movimento fa per mettersi in posizione eretta e portare con se il Primarca, per poi usarlo come una mazza per colpire la gamba d'appoggio di Pan.
    Vedete l'ira dell'esarca deformargli la faccia, mentre rivoli di sangue colano dai lati della sua bocca.
    Se Pan dovesse riuscire ad evitare il Primarca, il bersaglio vero si sarebbe rivelato: Siren...

    3Am36Fn





    Ignatius è sempre energia nera, ma si sta iniziando ad indebolire cosmicamente. Nonostante ciò la sua forza e la sua agilità sono ancora top (=Straordinarie).
    Vi percepisce arrivare entrambi, anche grazie alla propulsione di Oliver (spero di aver capito bene quella parte) e fa un barbatrucco, per cui fa una capriola all'indietro velocità luce. Nel tragitto:
    1- Prente il pugno di Pan di striscio, che non vuol dire che lo evita completamente, vuol dire che sfrega sul suo petto facendogli parecchio male (voi questo non lo vedete, ma dall'impatto Pan può capirlo)
    2- Atterra con entrambe le mani sulla gamba si Oliver ed inzia ad irradiarlo di Anticosmo, come fosse la sua mazza.
    3- Passa in posizione eretta e cerca di sollevare Oliver come un fuscello (Ignatius è super forte) e - se ci riesce - lo usa come un'arma contundente per spaccare la gamba a Pan, colpendola sul lato del ginocchio. Il movimento è quello di ruotarlo sopra la propria testa.
    4- Ipotizzando che Pan eviti Oliver, data l'agilità mostrata, il suo vero bersaglio è lanciare un Oliver irradiato di anticosmo verso il povero Siren.
    5- Se non riesce a prendere oliver, rimaetrializzerà la mazza e le farà fare lo stesso tragitto -> Gamba Pan -> Faccia Siren, lasciando perdere Oliver.

    Il termine è tra 7 giorni




     
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    Era sempre un passo indietro.
    Non importava quando fosse forte, quanto fosse veloce o quanto fosse furioso, era sempre un passo indietro. Aveva deciso di colpire il suo nemico con un pugno poderoso al mento, ed eccolo che il pugno incontrava il petto del guerriero in nero, invece che il suo obbiettivo primario. Un'altra mancanza da aggiungere alla lista. Fu solo l'impatto apocalittico propagato dal suo pugno a farlo sentire leggermente meglio con se stesso, era un momento delicato, non da passare a farsi seghe mentali sulle aspettazioni introspettive.

    Il guerriero in nero lasciò cadere la sua arma, il suo corpo piegato all'indietro in modo esagerato per evitare il colpo di Pan. Le sue braccia si distesero nella stessa direzione del suo slancio per accentuarlo al massimo , mentre Oliver di Atlantide sfrecciava versoi di lui come un missile pronto ad esplodere. Ancora una volta il nemico della realtà dimostrò la sua superiorità fisica:

    Il suo corpo roteò completamente in una capriola, e nello stesso in cui compiva quel movimento complicato ma allo stesso tempo estremamente repentino, le sue mani afferrarono la gamba che Oliver aveva steso e cercato di usare per colpirlo. Nell'istante in cui i piedi dell'ex atlantideo toccarono il terreno, Oliver era già stato impugnato come un'arma, e ricoperto di cosmo dal sentore maligno. La posizione di Ignatius, l'aggressività intrinseca che trasudava dalla sua posa, furono tutti chiari segnali delle intenzioni bellicose del Mostro corrotto.
    Pan aveva poco tempo per prepararsi, doveva sfruttare ogni singolo istante.
    Abbandonò la posa dall'aspetto appariscente in cui si trovava. Puntellò i piedi sul terreno, piegò leggermente le ginocchia abbassando il suo baricentro, e mise le braccia in posizione di guardia, pronte a difendere il viso ed il torso dell'araldo pronto a ricevere il colpo.

    L'impatto tremendo con quell'arma vivente costò parecchio al fisico della Palingenesi.
    Oliver venne lanciato nella sua direzione con tale forza e velocità da sbilanciare L'Araldo, La schiena del primarca impattò contro i suoi avambracci, ed uno scricchiolio sinistro segnalò la presenza di numerose microfratture su tutta la lunghezza delle sue ulne e radio. Quel colpo fu portato a termine con tale potenza da costringere Pan a digrignare i denti, tanto da sbriciolare il biter di ferro creato qualche momento prima, ma non fu quello il punto più alto della controffensiva caotica:

    Un cosmo caustico esplose sulla superficie di Dennis, infiltrandosi anche sotto la sua armatura. L'esplosione aveva intaccato le sue braccia e parte del viso, la pelle in quelle zone aveva cominciato a bruciare come se fosse stata messa in contatto con litri di acido fenico, bruciata tanto in profondità da mostrare all'aria vasi sanguigni e muscoli. Flotti di sangue cominciarono a sgorgare da dietro la Darian di Pan, dando un nuovo significato alla concezione dell'Araldo come Pilastro del Rosso.

    Ma non poteva ancora fermarsi. Non quando tre interi eserciti erano uniti in una lotta comune, non quando l'apice di ciò che era rimasto di umano nel mondo era in piedi davanti ad un vero e proprio Dio. Non poteva permetterselo, non poteva fermarsi.

    Non lasciò neanche che Oliver toccasse il terreno. La sua mano gli afferrò la caviglia, ed in un minuscolo lasso di tempo, Pan scambiò uno sguardo con Ignatius, uno sguardo che voleva dire solo una cosa:

    This is how you do it.

    800448c4d4bffa40bf67122784213235

    Le sue braccia urlavano di dolore, l'aria sulla sua muscolatura esposta era come un insieme di minuscoli aghi roventi, la bocca gli era piena di polvere di ferro, ma riuscì lo stesso a modificare gentilmente la posizione di Oliver usando la stessa energia cinetica creata dall'assalto del mostro in Nero. Un cambio di presa, e Oliver si ritrovò afferrato per la schiena da entrambe le mani di Pan. L'Araldo si concesse un semplice “°scusami eh°” telepatico al suo compagno di scontro, prima di lanciarlo come una palla di cannone vivente contro l'avversario al massimo della sua forza. Altri flutti di sangue zampillarono da dietro il metallo della sua Darian, ma qualcos'altro si celava dietro di essa:
    Un sorriso sfigurato, frutto di una constatazione tanto semplice e speranzosa:

    He's getting weaker.

    Su4sahH

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    FISICAMENTE - sistema nervoso rigenerato. Pelle aperta in vari punti, danneggiamento muscolare, tre falangi della mano destra rotte, costole 5 e 6 rotte sia a destra e che a sinistra, ulna e radio microfratturati in svariati punti, pelle bruciata fino al muscolo su braccia, dorso e parte del viso.
    MENTALMENTE - molto molto stanco
    STATUS DARIAN - indossata, crepe sulla superficie

    RIASSUNTO AZIONI - Mi difendo come posso dal proietilOliver, uso agi strao per afferrarlo prima ancora che possa cadere per terra e spedirlo a tutta forza (straordinaria) contro Ignatius come il meme di Moe e Barney
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    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
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    Parte 4 - Ignatius

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    Ed in quel momento esatto Ignatius aveva compiuto un movimento con l’interezza del suo corpo che Oliver quasi non era riuscito a cogliere. Non poté fare a meno di domandarsi quanto avrebbe retto, con l’altra primarca a sottrargli progressivamente le energie. Forse lo avrebbero scoperto, continuando a bersagliarlo in maniera tale da non lasciargli via d’uscita – né su piano fisico, né su piano cosmico. Tuttavia, le mani dell’Esarca caduto si erano strette attorno alla gamba che Cuordimetallo aveva usato per portare avanti quell’offensiva, e tutto si era fatto ancora più dinamico, ancora più confuso e caotico nel movimento estremamente veloce che il suo corpo aveva assunto – sia attraverso la caduta che con la nuova tattica del nemico. Un altro movimento delle braccia, infatti, e il corpo di Oliver si vide sottoposto ad una pressione maggiore, che anticipò la rotazione della sua intera figura. Il corpo e l’armatura a scaglie d’oro e oricalco di Scylla fu improvvisamente avvolta da una fiamma nera. L’espressione cosmica dell’avversario, sbagliata, malsana nel suo essere opposizione all’ordine e al naturale fluire delle cose, aveva avvolto dapprima l’arto – poi Oliver stesso – corrodendo le sue protezioni. Fu un dolore difficilmente rappresentabile, un bruciore – certo – ma anche una sensazione di freddo e vuoto, come se l’energia che lo aveva preso di mira in quel momento non fosse dovuta esistere. L’opposto del cosmo, sostentamento dell’Esarca, aveva reso pericoloso il minimo contatto con la figura di Oliver, che – al posto dell’arma del nemico – aveva preso a volare verso la primarca di Siren, sentendo profonde ferite presentarsi all’interno del suo corpo, tra le giunture della sua armatura.


    Sentì il sapore del ferro tra le sue labbra, così come la carne cercare rifugio da quella corrosione. Non si oppose al lancio, conscio che aveva un compagno alle spalle, e ciò gli diede modo di evitare l’utilizzo della mazza che l’altro aveva usato in combattimento. La quasi totalità della mente di Cuordimetallo si era data per spacciata, già impattata contro la figura della donna, ma quella piccola percentuale – quel piccolo spazio di sicurezza che aveva ancora, anche di fronte ad un’azione simile, era ben sicuro delle capacità di Pan, che aveva mostrato fino a quel momento. Nello stesso momento in cui Ignatius lo lanciò, dopo aver percorso qualche metro, sentì una pressione maggiore stringersi alla sua caviglia. In quel momento capì. In quel momento, quasi come se si fosse trovato a far parte di un unico, fluido movimento, Oliver sistemò gli arti in modo tale da facilitare la dinamicità che l’Araldo di Gea stava facendo assumere al suo corpo. Destra, sinistra, sopra, sotto. Chiuse gli occhi per qualche attimo, concentrando il suo cosmo abbastanza da entrare in sinergia con l’altro – prendendo a preparare ogni placca d’oricalco sulla sua scale per ciò che sarebbe venuto. Perché Pan non lo avrebbe posato a terra – i movimenti che aveva assunto erano troppo veloci per dare a pensare una cosa simile. La Primarca di Siren, che aveva ricevuto una fiamma residua di anticosmo, scaturita dal corpo di Oliver, si tenne in piedi, utilizzando la sua musica per continuare a sottrarre al nemico le sue energie, oltre che a nascondersi ai loro occhi e agli altri sensi. Oliver cercò di reprimere qualsiasi espressione ironica, erano abituati a sorridere in faccia al pericolo, dopotutto. Sentì la gamba, maggiormente ferita dopo il contatto con l’Esarca, mandare al suo cervello un’altra nota di dolore – ma era troppo tardi per fermarsi, e quell’ipotesi sarebbe stata troppo lontana da lui in ogni caso. Non ci si fermava, non si traeva un sospiro, bisognava continuare a muoversi.

    'Scusami, eh.'

    'Tranquillo, va-'



    Ci fu perfino un’interruzione nel flusso di pensieri che aveva rivolto verso Pan. Il lanciò fu così forte da creare uno spostamento d’aria non solo dietro l’Araldo, ma anche attorno allo spazio nel quale Oliver aveva roteato fino a quel momento. Il suono di un corpo che faceva attrito con l’aria stessa, che acquistava sempre più velocità e forza d’impatto. L’inizio fu caotico, a causa dei repentini movimenti a cui sia Ignatius che Pan lo avevano sottoposto, ma utilizzò i propri arti per ruotare il giusto e mettersi in posizione adatta per portare avanti la nuova offensiva combinata dei due. Entrambe le braccia si alzarono, e la fuamma dorata e azzurra appartenente a cuordimetallo avvampò di nuovo, tentando di sovrastare ancora quella del colore malsano che era l’anticosmo nemico. Sentì l’aria scivolare in modo violento contro l’oricalco, così come l’intera superficie quasi tremare nel percorrere in modo estremamente rapido – dovuto alla sproporzionata forza di lancio impressa dal compagno – la breve distanza che lo separava dal suo, dal loro obiettivo. Siren, nascosta, aveva il compito di continuare a suonare per indebolirlo sempre di più, portandolo ad uno stato tale da renderlo inoffensivo, facilmente sottomettibile. Per quel motivo, non importavano i danni che il suo corpo riceveva, l’imperativo era continuare a sottrargli continuamente le forze. Oliver strinse i denti, chiuso nel suo elmo, riducendo gli occhi ad una fessura per non avere ulteriore fastidio durante la traversata. Nel momento in cui fu più stabile, percorrendo l’asse di lancio, rilasciò l’energia accumulata precedentemente nelle placche meccaniche, permettendo alla sua armatura di assumere le imponenti fattezze dell’orso, assieme allo sviluppo delle armi dello stesso animale, su entrambe le braccia, che diventarono più potenti e più spesse. Definirlo proiettile sarebbe stato sbagliato, quello che stava arrivando contro Ignatius era una catastrofe – qualcosa che aveva accumulato un’energia cinetica e cosmica tale da spaccare a metà qualsiasi ostacolo sul suo cammino. Solo in quel momento, arrivando in prossimità dell’Esarca, si sarebbe lasciato andare ad un’espressione di sfida, ad una provocazione. Già, come diceva sempre Eaco?


    Mali estremi, estremi rimedi.

    ZQcwMY4

    Apostata, ti sono mancato?



    C’erano diverse variabili da tenere in considerazione, riguardo quell’improvvisato – quanto perfettamente eseguito – attacco. Il primo fattore, la disumana potenza con il quale Pan aveva dato vita a quel colpo, una potenza che Oliver aveva accumulato – sparato come un razzo ad una distanza esigua. L’arrivo di un corpo, anche piccolo, con una forza simile avrebbe significato un danno non indifferente anche per un nemico come l’esecutore. E con una forza del genere, ovviamente, aumentava la velocità, la rapidità con il quale l’intera figura di Scylla avrebbe colpito il suo nemico. Il terzo fattore in quell’attacco era il corpo del Primarca stesso, la cui mole era diventata considerevole grazie alla trasformazione della propria scale – adottando fattezze molto più grandi del normale. Alla forza di propulsione iniziale, inoltre, si sarebbero aggiunte le capacità che quella forma gli donava, ovvero colpire con forza spropositata da sé – aggiungendosi alla potenza impressa da Pan all’inizio. E se avesse colpito il nemico, ovviamente, avrebbe aggiunto l’ulteriore pericolosità dell’arma che quell’animale portava con sé, con la sua capacità di provocare gravi danni all’interno del corpo avversario. Quindi, come si sarebbe tradotto un colpo del genere, qualora fosse andato a segno? Ossa e organi pericolosamente danneggiati, fratture o rotture in molte e diverse parti del corpo, un danno ai sistemi respiratori, così come emorragie e difficoltà nel combattere con una coordinazione tale da poter ripetere azioni come prima. L’indebolimento accumulato fino a quel punto, grazie ai poteri di Siren, avrebbe reso il suo corpo più lento, meno recettivo e reattivo al pericolo imminente, un pericolo che avrebbe abbattuto qualsiasi cosa sul suo cammino, forte della rapidità con cui tutto ciò era avvenuto – forte della convinzione che anche se il nemico avesse gettato loro una strategia estremamente calcolata, o un potere terribile, avrebbero trovato il modo di ritorcerlo contro di lui, di superarlo con determinazione sempre maggiore. E cosa c’era di più grande e magnifico se non vedere tante persone, appartenenti a forze diverse, lavorare per sconfiggere un comune nemico? Già vedere tutti i settori di Atlantide coinvolti in una battaglia era un evento grandioso, ma vedere i guerrieri dell’Impero lavorare al fianco di chi – come loro – aveva lo scopo di tenere alla larga il chaos, era ancora più incredibile. Soldati di Gea e di Poseidone, Araldi, Primarchi ed Esecutori. Una forza tale che nessun malvagio avrebbe potuto contrastare. Ne era certo. Se la vera forza risiedeva nei legami che tutti loro stringevano, allora quello dei due fronti uniti sarebbe stato così solido da abbattersi sulle forze dei caduti. La forza del loro spirito risuonò attraverso il campo di battaglia, diede forza ai loro muscoli, diede determinazione ai loro cuori. Loro avrebbero vinto.



    hiaAmxR




    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Seri danni da pressione e nausea. Grave danno mentale attenuato dalle difese organizzate. Pesanti ustioni da anticosmo su tutto il corpo. Serie fratture alle ossa della gamba e costole rotte al fianco destro. Seria stanchezza generale.
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ammaccature sparse, bruciatura e corrosione su tutta la scale, più intensa attorno alla gamba.

    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    Incredibile proiettile umano lanciato a forza straordinaria che colpisce a forza straordinaria+arma orso [af].


    Gestione Siren: Illusione di spossatezza e debilitazione fisica che priva cosmo ed energie Parte 3 [af] e occultamento agli occhi e ai sensi [diversivo]
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    Prima composizione bestiale di Azae.
    Il pugno dell'orso. Attraverso la manipolazione del proprio cosmo, e della propria armatura, Oliver può trasformare parte della sua scale - dotandola di grandi guanti meccanici, o gambali più robusti - per colpire il nemico con maggiore forza; procurando all'obiettivo, se andato a segno, gravi danni interni. Se non manifestati sotto questi aspetti, i poteri dell'orso possono trasformare parte della scale, facendole assumere l'aspetto di un grosso martello. Rottura di ossa, emorragie, tutto a disposizione della conformazione contundente che la scale di Scylla può assumere. Quando viene utilizzato lo spirito dell’orso, inoltre, il colpo a distanza assumerà le fattezze della stessa bestia – dirigendosi in prossimità dell’avversario per tentare di colpirlo con i suoi possenti artigli, causandogli – in caso di riuscita – lo stesso tipo di danno che causerebbe un impatto fisico dell’arma cosmica. [Danno: Interno, Rottura di Ossa - Arma: Grossa, Contundente]

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    L'indebolimento dovuto alla melodia di Siren e la rapidità d'azione fanno trovare l'Esarca del Caos in fallo.
    Riesce giusto a sollevare la mazza innanzi a sé e ad avvolgersi in una nube oscura, che sembra provenire da dei tatuaggi che solo ora notate.

    L'impatto lo sbalza via, facendolo sparire nell'immane nuova esplosione causata dal combattimento contro Elagia.
    Pochi istanti dopo, da quella stessa esplosione, vedete sfrecciare come una saetta la mazza di Ignatius.
    Essa si pianta tra voi e Siren, come se stesse cercando di scavare il suolo.

    Accanto a lei riappare Ignatius, gravemente ferito ma come preso da una strana estasi.
    I tatuaggi si fanno più fasti e sembrano divorare il suo corpo avvolgendolo in tenebre dense.
    Dalla sua bocca tremula si alza un canto blasfemo che vi fa gelare il sangue.
    In risposta alla sua preghiera, la sua pelle comincia a rompersi e la sua carne a disciogliersi in ribollente poltiglia, mentre la sua estasi si fa sempre più grande.

    La stessa simbologia inizia a ricoprire il terreno, in un intricato disegno di oscurità che riconoscere subito essere il linguaggio proibito dei Grandi Antichi.

    Poco prima di esplodere e spargere ovunque le sue interiora come in un'offerta sacra, Ignatius fa giusto in tempo a gridare un nome.
    A quel nome tentacoli neri e semisolidi sorgono come erba dal terreno, e corrono su di voi per stritolarvi e dissolvervi.

    M̵̡̡̳̤̲̭͕̤̲̫͖̰͓͎̜͇̻̜͔̣̝̝͈̥̭͈̱̈̐̄̐͂͊̔̈͂̉͜͝͠͝ͅȌ̶̮̭̯̄͛͂̆͆̂́͒̈́͐̂̔͒́̀͑̋͊̃͝͠R̸̨̨̺̖̠͉̻̦̺̭̥̗̳̺̥͔͍͉̥̅̄̓͗̎͋̑̌̑͑̍͌̐̏̈́̄̿͝͝D̶̨̛̩̺̭͎̳͇̰̯̲̥͙͕͇̩͈́̓̅́̀́̀̄̈́͌̔͑̆̐̔̓̉̚͘͝͠I̷̛̛̟͓̠̰̖̜̬̫̙̟͂́͋̈́̓̚ͅG̷̡̢͚̤̝̪̬̰̪̮̠̠̤̥̻̼͚̪̞̮̠̭̝͒͊́̇̓͝ͅͅG̶̘̠͖̲͇͈̹̪̜̜̩̠͓̭̗͉̲͈̹̳̟͌͂̌̆̈́͐͘ͅĮ̶̧̨̱̲̦̘̮̻̟̤̫̘̤̼̳̰̜͚̞̯͚̥̼̔͑̅̊͒͆͘͘Ả̴̧̟̦̪̣̠̬͙͔͓̮͙̙͈͉̪̼̺̰̠̌̿͐̈̇̐͗́́̀̐͂̄̿͜Ň̶̨̡̛̞͇̟̺̳̤̖̺̻̲͕̙̝̻͍͎̦̙̩̜̤̹̲̥͎͖̩͊̾̍̒̈́̋̐͂͊̌̍̓͋̄̈́͌͐̀̍͒͗̊̓͐͒̕͠ͅ



    I filamenti neri sorgono e si ritorcono su loro stessi esplodendo in una sorta di gayser di pura distruzione, scuotendo il terreno sotto di voi e generando potenti scosse...

    3Am36Fn





    Riuscite a stendere Ignatius, ma prima di crepare dona la sua vita a Mordiggian, un Grande Antico.
    Tutto ciò vi turba oltremodo, Oliver poi sente un tremito nel Khala, come se l'essenza di Mordiggian avesse qualcosa di famigliare in modo orribile.
    In ogni caso, sto tizio crea un campo di tentacoli di tenebra distruttivi ad energia suprema. I tentacoli poi ogni tanto vanno in sovraccarico generando gayser.
    Capite che è vincolato e non potrà essere manifesto troppo a lungo, ma ciò non è necessariamente un sollievo per voi.

    NOTA: se volete potete cercare di indirizzare i vostri attacchi in direzione del bestione che si sta formando dai vostri compari

    Il termine è tra 7 giorni






    Edited by Gorthaur - 8/5/2021, 23:39
     
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    Parte 4 - Ignatius

    4



    Cuordimetallo fu sul punto di rimettersi in piedi, dopo aver compiuto un salto nella direzione opposta rispetto a quella che il nemico aveva intrapreso – cadendo dopo il colpo combinato con Pan. Le braccia si alzarono ancora una volta e le gambe ruotarono, non senza sforzo, per rimetterlo in posizione tale da reagire ad un altro colpo. Fu in quel momento che tutti, lì, poterono accorgersi di quello che Ignatius – nel suo folle tentativo di portare avanti quella battaglia – aveva deciso di compiere. La carne, ormai corrotta dai segreti più profondi del caos, aveva cominciato a mutare sotto la pressione che i segni sul corpo stavano esercitando. Da lui, un’emanazione cosmica negativa, blasfema, contro qualsiasi concetto d’ordine, si manifestava in un moto sempre crescente, sconnesso, come in continui tentativi di manifestazione su quel piano. Ci fu un’esplosione, e il corpo di Oliver istintivamente indietreggiò, facendo leva sulle gambe, pronto a rispondere a quello che sembrava un nuovo attacco. Ma non era un’offensiva diretta dell’Esarca. Lui aveva deciso di cedere completamente la sua vita, il suo essere, diventando ricettacolo per l’evocazione di qualcosa di ancora più grande e terribile. Il corpo di Scylla fu scosso da un tremore improvviso, come se qualcuno avesse direttamente sussurrato quel nome alle sue orecchie – una voce tanto familiare, così come tanto odiata per ciò che aveva deciso di adottare e ciò che aveva scelto di abbandonare. Il corpo di Ignatius, ancora una volta, fu percorso da qualcosa di nuovo. Una serie di intricati disegni e linee presero ad espandersi dal lui verso il terreno, circondandolo completamente per un raggio di qualche metro. La voce continuava ad inneggiare un solo nome, qualcosa che fu riflesso sui glifi, qualcosa che sarebbe stato possibile soltanto all’antica e dissacrante lingua del chaos.


    Mordiggian
    Mordiggian
    MORDIGGIAN
    M O R D I G G I A N




    Per un attimo fu come se ogni altro suono della battaglia risultasse ovattato, alle orecchie di Oliver. Non ci fu altro se non l’eco del nome urlato con rabbia, con sdegno, oltre all’immagine del corpo di Ignatius venire divorato dalle tenebre, l’espressione più blasfema del potere caotico su cui i Primarchi Caduti, e i loro seguaci, avevano controllo. Si trovò a stringere i denti ancora una volta, con più forza, spostando un braccio per interrompere una sferzata di vento data dall’emanazione di quel potere che andava ben oltre la portata di un guerriero normale. Enormi tentacoli neri cominciarono a spuntare dal basso, provenienti da una pozza fatta dello stesso fumo nero che aveva investito completamente il nemico affrontato fino a quel momento. Si estesero verso l’alto, come dita di una mano che tentava di toccare il cielo con le punte, prima di rendersi conto di ciò che aveva attorno. E in quel momento, la coscienza e lo spirito di Oliver furono colpiti da una quantità di informazioni tale da risuonare attraverso il cervello, mandando continui impulsi nervosi che – tra i tanti messaggi – uno ne facevano risultare più chiaro e doloroso: Diaprepe. Un nome, solo un nome, eppure una fonte di dolore così grande da portarlo quasi a premere una mano sul petto. No, non era solo quello. Non era semplicemente il dolore legato al nome, ma ad una vita fatta di ricordi – una vita che vedeva dieci fratelli crescere come una sola famiglia, il dolore dei volti illuminati da sorrisi e battaglie. La luce più luminosa e allo stesso tempo più lontana, nella sua successione spirituale, cominciò a dimenarsi con violenza. Era lì, la fonte di tutto il dolore che avevano dovuto sopportare, la macchia nera che copriva qualsiasi ricordo – il fumo e la tenebra che offuscava qualsiasi affetto, qualsiasi possibilità di riunione. Non ché Diaprepe l’avesse desiderato. Era colpa dei tentatori dal lato opposto, ma anche di coloro che si erano lasciati tentare, questo diceva la voce all’interno del Primarca. Non avrebbe potuto fare a meno di rivolgersi a lui con sdegno, con rabbia, con qualcosa nato dalla sofferenza di ciò che era stato sottratto a tutti loro. Ma non ebbe il tempo di dire qualcosa, poiché l’emanazione di Mordiggian – il Grande Antico – aveva già cominciato ad operare.



    Le appendici presero ad impattare sul suolo, nell’area circostante, generando violenti tremori sul terreno. Ognuno di loro sfrigolava ed era avvolto da scariche nere, segno di instabilità. Posò per un attimo gli occhi su Pan, prima di rivolgerli di nuovo sull’obiettivo. 'È instabile, non può rimanere qui per molto.' Anche attraverso la proiezione dei suoi pensieri, cercò di limitare la carica di rancore portata verso l’abominio. Ancora una volta, tutti i suoni parvero come sospesi – nemmeno più lontani o affievoliti. In quell’attimo di silenzio, l’Antico calò come una furia i suoi attacchi su di loro, diffondendo il potere di cui le sue emanazioni erano pregne. La successione fu rapida, Oliver tornò alla forma base e portò avanti le braccia – estese in modo parallelo al terreno – battendo i palmi aperti una singola volta. Dal uso corpo, una grande quantità di cosmo si estese verso i due compagni di battaglia. Dopo aver comunicato a Scylla la sua posizione, le acque di Cariddi si mossero verso la Primarca di Siren – circondandola per diversi metri con uno strato di spessa acqua, dotata di un’alta velocità di rotazione. La disposizione che assunse il tornado fu quella capovolta – con la bocca più grande a terra e la punta verso l’alto, in un cono al contrario. In quel modo, avrebbe chiuso la donna nella zona di sicurezza più larga, schermandola il più possibile dagli attacchi in caduta e attenuando i geyser generati a causa dell’instabilità di quella manifestazione fisica. E lo stesso successe con Pan, nel cui spazio occupato sul campo di battaglia si sarebbe visto coperto da ciclone composto dello stesso elemento. Era un azzurro brillante, come il colore del mare alla luce del sole, quando era alto nel cielo. Perché era quella la differenza tra i poteri dei due; era quella l’opposizione che aveva deciso di rivolgere contro la blasfemia. Abbassando lievemente la testa ed esercitando ancora una volta il suo potere, Oliver generò la stessa manifestazione del tornado attorno a sé. I tentacoli si abbatterono violentemente su di lui, alcuni di essi oltrepassarono la difesa, colpendolo con violenza alla spalla, un altro al fianco; diversi getti di tenebra bruciarono il suo corpo – aggravando ancora di più i danni che gli erano stati inflitti dal nemico, prima.



    Barcollò per qualche secondo, e le braccia furono sul punto di abbassarsi, ma un sussulto all’interno del khala – una voce – lo costrinse quasi a spalancare gli occhi. Per un attimo, la gamba che Ignatius aveva preso di mira tremò – facendogli perdere stabilità. Decise di rispondere a quello stimolo rinforzando ancora di più i muscoli, lo avrebbe fatto con ogni cellula del suo corpo. Avrebbe rivendicato tutto ciò che gli era stato tolto a causa del chaos. In quello stesso momento, quando di nuovo i tentacoli sarebbero calati, Oliver avrebbe rotto la difesa facendo esplodere verso l’esterno gli immensi cicloni d’acqua posti a difesa, utilizzando quel momento per raccogliere rapidamente tutto il proprio cosmo. Un movimento del braccio sinistro verso la sua destra, con il palmo aperto verso il cielo, e la massa azzurra attorno al suo corpo iniziò ad allungarsi al massimo della sua velocità – seguendo quella direzione – assumendo fattezze sempre più definite. Un enorme corpo – il cui raggio era composto da diversi metri – prese a manifestarsi attorno al centro della pozza dalla quale fuoriuscivano i tentacolI di tenebre. Ben presto, all’estremità superiore comparve quella che si rivelò essere un’enorme testa di serpente, le cui fauci erano spalancate quasi come se fosse pronto a stritolare la propria preda.


    fuDi8NO




    L’espressione cosmica della sua arma fisica fu guidata dal movimento delle braccia stesse di Cuordimetallo, che ad ogni torsione di busto o spalle dovette tentare di opporsi al dolore e al sangue che scendeva lungo le ferite che quello scontro gli stava causando. Non era facile, tutt’altro, ma ogni sforzo a cui il suo corpo andava incontro era un ringraziamento a tutte le vite che i suoi soldati avevano dato affinché lui e i loro compagni arrivassero lì, per aiutarsi l’un l’altro ed eliminare quella minaccia una volta per tutte. Non volle nemmeno scommettere, perché una cosa del genere avrebbe voluto significare accettare una possibilità di sconfitta – e Oliver aveva deciso di non lasciarsi andare ad un dubbio del genere, aveva deciso di affidarsi completamente ai suoi compagni e, per quel motivo, dare fondo a tutte le sue energie se fosse stato necessario. Dopo aver comunicato a Siren di tentare di continuare a suonare per indebolire Mordiggian, entro le sue possibilità – dopo quell’attacco – le braccia si mossero più velocemente e il serpente prese a percorrere lo spazio attorno alla pozza oscura, con l’obiettivo di chiudere tutti i tentacoli in una morsa ferrea, la più forte che la sua concentrazione gli avesse mai permesso di esercitare. In quel modo, avrebbe sollevato tutti i tentacoli – tenendoli fermi in una sola direzione, quella che li puntava verso l’alto – nel tentativo di impedire loro di muoversi un secondo di più. Averli così raggruppati – così fermi in un punto – avrebbe permesso all’Araldo di Gea di approfittare della sua strategia per portare avanti il massimo quantitativo di danni. Non era stupido, sapeva che le sue forze – in quel momento – non gli avrebbero permesso di danneggiarlo più di quanto sperato, ma per fortuna Oliver aveva imparato a non commettere lo stesso errore che aveva condotto alla caduta dei Primarchi durante l’eresia; aveva imparato a fare affidamento su qualcosa di meglio del chaos, su qualcosa che poteva rivelarsi ancora più grande e potente, i suoi compagni di battaglia. Sotto quell’immenso sforzo cosmico, respirò a pieni polmoni per lasciar andare una semplice parola.

    ORA



    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Seri danni da pressione e nausea. Grave danno mentale attenuato dalle difese organizzate. Gravi ustioni da anticosmo su tutto il corpo. Serie fratture alle ossa della gamba e costole rotte al fianco destro. Seria stanchezza generale. Gravi fratture scomposte, ossa rotte e danni da impatto sparsi sul corpo, in particolare sulla parte frontale.
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ammaccature gravi sparse, bruciatura e corrosione su tutta la scale, più intensa attorno alla gamba. Profondi solchi su spalle e gambe.

    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    Ci difendo sfruttando cosmo straordinario del big tornado e generando attorno a noi dei mega ultra imbuti vorticanti, al contrario, per deviare le traiettorie dei tentacoli e dei geyser.

    Utilizzo il serpente versione cosmica al massimo delle dimensioni consentitomi per avvolgerlo attorno ai tentacoli e raggrupparli in un solo "fascio", sfruttando la loro robustezza straordinaria per tenerli fermi e prepararli all'attacco di Pan


    EDIT: Cancellato la dicitura della trasformazione nello specchietto perché era uno strascico dal layout prima

    Gestione Siren-mezza scassata: Illusione di spossatezza e debilitazione fisica che priva cosmo ed energie Parte 4.
    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ
    Making peace to build our future
    Strong, united, working till we fall

    Quarta composizione bestiale di Azae.
    Le spire del serpente. E' attraverso lo spirito di questo animale che la scale può generare lunghi tentacoli, composti dello stesso materiale dell'armatura, che gli permetteranno di colpire a grande di distanza. Grazie ad essi, e alla loro robustezza, sarà possibile imbastire non solo strategie di stritolamento, ma anche un'ottima difesa. La loro forma tentacolare, seppur standard, potrà essere modificata - permettendo di assumere la forma di lunghe catene, conservando la propria resistenza. In tutta la sua robusta essenza, lo spirito del serpente sarà impiegato per tentare di recare offesa al suo nemico, attraverso le resistenti zanne, o potrà essere evocato con intenti difensivi – data la sua natura – che gli permetteranno di fornire un’ottima protezione cosmica – proprio come l’arma fisica.[Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza - Arma: Tentacoli]

    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 13/5/2021, 16:29
     
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    Non fu l'offensiva più convenzionale che gli era mai venuta in mente, ma fu abbastanza efficace.
    Ignatius subì in pieno il colpo del proiettile volante, sbalzandolo via nella nuvola di polvere li vicino. Pan non ebbe neanche il tempo di grattarsi il naso che vide la mazza da guerra del mostro sfrecciare e piantarsi nel suolo, accompagnata pochi istanti dopo da Ignatius stesso, ferito e sanguinante, ma dallo sguardo orribilmente felice.
    I simboli sulla sua pelle si animarono di vita propria, la sua voce si innalzò verso divinità dalla forma dimenticata, e la realtà stessa si ritrovò con un'altra ferita sul suo viso.
    Ignatius non fece la cortesia di morire senza fare storie.

    Un Grande Antico, una creatura tentacolare che offendeva tutti i sensi possibili, Mordiggian “il signore dei ghoul”. Pan non sapeva perché conoscesse quell'appellativo, non gli interessava, non era importante.
    L'energia immonda che permeava quell'essere imbrattò l'aria ed il terreno sotto di essa. Numerosi tentacoli pregni di energia distruttiva squarciarono il terreno, la loro stessa esistenza era messa in pericolo dalla loro natura nociva.
    La presenza di un vero e proprio Dio sul campo di battaglia non era qualcosa di nuovo per Pan, ma quell'essere in particolare lo aveva scosso. Non era paura, ne timore, era qualcosa di indescrivibile a parole, una sensazione di freddo dentro le sue ossa. Perché stava succedendo? Perché i suoi sensi erano tanto scossi da quella presenza?

    'È instabile, non può rimanere qui per molto.'
    Le parole di Oliver pronunciate nella sua mente lo riportarono alla realtà. Oliver era ancora li, ferito, stanco, provato mentalmente, ma era ancora li. Sentì il suo cosmo spargesi nello spazio circostante, creando una struttura difensiva per i suoi compagni, e solo dopo una per se stesso.
    Non furono i colori meravigliosi delle acque di Scilla a colpirlo, ne l'offensiva del Grande antico che riuscì in parte a superare la difesa, frantumandogli il braccio sinistro in più parti e facendolo uscire dall'articolazione della spalla. Non era il dolore nelle ossa a risonare con ciò che aveva dentro.
    No, era la consapevolezza di essere diverso.
    Diverso da Oliver, che aveva pensato prima e sopratutto agli altri, poi a se stesso, anche di fronte all'apocalisse. Diverso da Siren, che in quei fatidici minuti per l'umanità, no, per tutta l'esistenza non si era mai, mai fermata, continuando ad inondare il nemico con le sue abilità cosmiche, fino allo stremo, fino a quando ogni vena del suo corpo sarebbe bruciata come piombo fuso nella sua carne. A poca distanza da loro, una battaglia su scala molto più vasta si stava combattendo. Macchine da guerra instillate con la scintilla della vita stavano incrociando le armi con emanazioni putrescenti e cancerose della realtà. Raia, Sanya, Johanna, sentiva la loro energia, sentiva le loro emozioni vibrare nell'aria. Sentiva il loro rifiuto di arretrare.

    Cosa accomunava tutti loro? Cosa li rendeva davvero differenti da lui, dalla Palingenesi?

    Semplice:
    Loro non erano fatti per quello che stava accadendo.
    Loro non erano creature da oltre le stelle, non erano armi forgiate con tecniche e rituali persi in tempi prima del tempo, non erano aspetti dell'esistenza alla quale era stata data la vita. Per quanto potessero interfacciarsi con creature multidimensionali, loro erano, e rimanevano umani. Umani che non cedevano, umani che fissavano negli occhi mostruosità che avrebbero sciolto la corteccia cerebrale di individui meno preparati, umani che stringevano i denti e spingevano via l'oscurità che minacciava di inghiottire la luce delle loro vite. Umani che avevano imparato a piegare ai loro voleri il tessuto della realtà stessa, usando strumenti che messi a confronto non erano altro che manciate di centinaia di atomi sul palmo di una mano. Loro erano capaci di fare quello, molto altro.

    E lui?
    Lui era fatto per quel tipo di eventualità. Lui era stato creato con quel tipo di conflitto come obbiettivo. Ogni traccia di aspetto “umano”, di aspetto “vivo” nella sua persona non era altro che un errore di fabbricazione, un bug del sistema. Anche il suo semplice provare emozioni non era che un modo di affinare le sue arti combattive, un'arma nel suo arsenale. Le battaglie per la quale era stato creato erano si pericolose, ma se erano davvero quelli i suoi obbiettivi, tutto diventava in qualche modo “facile”, come è facile girare la chiave in una serratura.

    In quel nanosecondo in cui la sua coscienza ponderò quelle considerazioni, Pan alzò lo sguardo al cielo, sospirando, e ringraziando di essere stato così fortunato da vivere abbastanza da conoscere tutti loro.

    Oliver non si era mai fermato.
    Il suo cosmo azzurro come il cielo d'estate aveva assunto la forma di un gigantesco serpente, un serpente che aveva avviluppato quei terribili tentacoli dalla forza strepitosa. Una manovra rischiosa, temporanea, ma calcolata in modo tale da dare a Pan la possibilità di ottimizzare la sua offensiva.

    Il cosmo selvaggio della palingenesi rispose a quella strategia, diventando rumoroso come uno sciame di locuste. I simboli G A C T A cosparsero la sua Darian, una luce rosso scurissimo fece capolino dalle giunture dell'armatura. In un attimo impercettibile, P.A.N. perse la sua forma umana, mostrandosi nel suo vero aspetto mostruoso. Le ferite erano ancora li, il suo sangue macchiava ancora la terra, il suo braccio sinistro non era ancora utilizzabile, ma era li, PAN era li.

    Il suo braccio destro si stava caricando di una forza spaventosa, una forza sonora tanto imponente e compressa da far tremare l'arto della Palingenesi. Ogni vena del suo braccio spellato era gonfia fino all'inverosimile, il suo cosmo selvaggio faceva evaporare i rivoli di sangue che sarebbero caduti placidamente sul terreno, formando macchie perfettamente rotonde sulla povere.

    ORA. Esplose la voce di Oliver, e Pan non si fece attendere.
    Un breve scatto in avanti, una semplice preparazione per ciò che stava accadendo. Pan sollevò il suo braccio nerboruto al cielo, caricandolo all'indietro come se stesse per sfoggiare un colpo a martello su un fittizio avversario della sua stessa statura, ma non fu così.
    Dal suo braccio si propagò un raggio continuo di energia sonora, reso luminoso dal suo cosmo, Un raggio tanto compresso e potente da poter ridurre una montagna ad una pozza di lava a livello del mare. Pan decise di andare oltre i suoi limiti, di utilizzare la sua arma come una vera e propria arma, adoperata in un fendente non avvelenato dalla presenza della lama, un fendente guidato per tutta la lunghezza del corpo di Mordiggian, un fendente carico non solo di energia distruttiva, ma anche dell'ira dell'essere più furioso sul pianeta Terra.

    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - sistema nervoso rigenerato. Pelle aperta in vari punti, danneggiamento muscolare, tre falangi della mano destra rotte, costole 5 e 6 rotte sia a destra e che a sinistra, ulna e radio microfratturati in svariati punti, pelle bruciata fino al muscolo su braccia, dorso e parte del viso, ossa del braccio sinistro sbriciolato e lussazione del suddetto, vera forma
    MENTALMENTE - molto molto stanco BUT ALSO ANGRY
    STATUS DARIAN - indossata, crepe sulla superficie, vera forma

    RIASSUNTO AZIONI - Braccio sinistro andato, uso cosmo e sonoro per fare questa roba qui per tutta la lunghezza del corpo del grande antico
    ABILITÀ -

    TECNICHE - 5:

    Balenottera azzurra.

    Oltre ad essere il vertebrato più grande della terra, la balenottera azzurra ha anche un altro primato: Quello di essere l'animale più rumoroso, capace di emettere suoni a 188 decibel.
    Questa forma dona a Pan un rozzo, ma proficuo controllo sul suono, che in genere si traduce in attacchi sonori dall'elevata potenza ed estremamente concentrati.

    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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