Dovahkiin!Dovahkiin !Naal ok zin los Vahriin!

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  1. |Drago di Perla|
     
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    POST 1


    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:ferito al braccio
    Stato Psicologico: un pò depresso
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Verde
    Scheda












    Asgard:

    Il cielo di Asgard non era mai stato così limpido, la notte era scesa mentre un aurora boreale si faceva sempre più bella e ce era da dire che era davvero molto tempo che non si vedeva un po’ come , l’arcobaleno sulle rive delle spiagge proprio perché la corruzione aveva distrutto anche quelle cose.
    Nel cielo si vide volare un essere blu serpentino che si tuffava tra le stelle e sorvolava la zona. Visto la vasta mitologia che ha Asgard quell’essere sembrava assomiglia a Jǫrmungandr, il mitico serpente del mondo uccisore di Thor, seppure in una versione più piccola.
    Il silenzio ne faceva da padrone fino a che un fulmine squarciò il cielo, l’essere blu scomparve e da lì qualcosa cadde una cometa gigante che lasciava una striscia blu nel cielo e raggiunse la steppa ghiacciata di Asgard appena fuori dalla città fortezza, facendo un gran boato .
    Forse era un presagio di distruzione? Beh con il periodo in cui versava Asgard che forse era sull’ orlo di fare una guerra contro la corruzione, se non che non l’avessero già in corso , era probabile che un potente nemico fosse caduto dal cielo e che magari avesse intenzione di portare altri problemi.
    In ogni caso , non si poteva sapere ne essere sicuri di nulla e forse era tempo di andare a vedere cosa effettivamente era stato.
    Chiunque fosse venuto a controllare il punto dell’ impatto di quella specie di meteora, non avrebbe trovato altro che un grosso cratere nella neve dove all’interno non c’era nulla se non fumo e delle tracce strane, come di qualcosa che strisciava e insieme a loro c’erano delle tracce ematiche rossicce , come se “quella cosa” fosse stata ferita, che portavano all’interno del bosco imbiancato, dove , secondo le leggende si diceva che gli antichi vichinghi ci impiccassero i loro nemici, ma fortunatamente non c’era nulla di ciò e sembravano scendere verso il fiume.
    Che cosa ci poteva essere? Che cosa era caduto? Un mostro ferito?Era pericoloso? Forse.
    Il “mostro” in ogni caso si era allontanato e non si sapeva che cosa avesse in mente, ma per gli abitanti del luogo poteva essere un problema, quindi non sarebbe passato molto il tempo in cui loro non prendessero in mano forconi e fuoco per stanare e dare la caccia all’essere, oppure che non chiamassero all’appello i loro guerrieri per indagare sull’accaduto. Forse sarebbe accaduto questo, o forse qualcos’altro, ma il mostro non sarebbe stato facile trovarlo, perché sì, lui si era nascosto.
    Al fiume non c’era nessun mostro, ma si poteva vedere solo una presenza avvolta da una corazza blu,fino alla testa , dove vi era un elmo inquietante con un sorriso strano, una presenza che sembrava umana. Egli era sdraiato e il suo braccio destro presentava una ferita enorme da cui sgorgava sangue si allungava verso l’acqua, visto che era ghiacciata sicuramente sarebbe servita per riuscire a fermare quell’emorragia, ma forse era troppo debole per arrivarci.
    Un suono , una voce di lamento si sentì uscire da quell’elmo , in una lingua sconosciuta ad Asgard, ma forse all’intero mondo .

    aFH37CN
    “che crono abbi pietà della mia anima”






    2a8dUgU





    eLUSqlp


    Riepilogo

    Ciao drago ferito , ma attenzione potrebbe mordere!


    Tecniche


    Azioni









    narrato;parlato""; parlato esterno pensato°°

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    ♦ post I ♦ DOVAHKIIN astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Hanno fiducia in voi, signorina Astra. E non si può sempre scegliere il momento in cui essere chiamati all’azione. La gloria non attende, e voi dovreste saperlo bene.

    La ragazza roteò gli occhi al cielo, sapendo che Gunther aveva ragione, ma era comunque palese che lei non avesse dormito abbastanza da sentirsi presentabile. Odiava avere le occhiaie, che risaltavano come lividi sul suo viso così candido.

    Lo so Gunther, hai ragione. Però sembra che non ci siano altri guerrieri ad Asgard oltre a me. È da quando sono diventata Cavaliere che non ho più nemmeno il tempo materiale per approfondire quella cosa.

    Guardò il suo mentore con fare d’intesa e lui capì immediatamente a “cosa” si stava riferendo. Lei vedeva ancora in cielo quella maledetta Luna Rossa, ma non era ancora riuscita ad approfondire la maledizione che la perseguitava. Avrebbe dovuto recarsi al palazzo reale, nelle biblioteche con Dougar. Ogni volta che aveva intenzione di andarci, però, qualcosa o qualcuno irrompeva in quel di Asgard o scatenava un’emergenza che doveva essere immediatamente gestita. E lei, forse perché neo Cavaliere, era la prima scelta da chiamare sempre e comunque. Andava bene fare la gavetta, ci mancherebbe, ma c’era un limite a tutto.
    L’ennesimo sguardo ammonitore di Gunther, in ogni caso, pose fine senza diritto di replica a qualsiasi ulteriore lamentela.

    Ho capito, ho capito. Non mi stavo lamentando, o almeno non troppo. Conosco i miei doveri Gunther, non ti preoccupare.

    Mise il broncio come una bambina capricciosa, ma intanto finì in tutta fretta di rinfrescarsi, di vestirsi e, infine, tornò alle porte della sua villa per rispondere alla richiesta del soldato. L’aveva svegliata nel cuore della notte, arrivando dal palazzo reale per affidarle una missione improvvisa – come al solito – ed estremamente delicata – che novità. Per la prima volta, però, avrebbe dovuto occuparsene al calar delle tenebre, il che rendeva il tutto decisamente più inusuale e pericoloso.
    Richiamò l’Armatura di Megrez, avvolgendosi con il suo bianco mantello da Cavaliere, per poi ricomporsi e rivolgersi al messaggero con un inchino e una risposta formali.

    Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma, risponde alla chiamata di Asgard.

    Ovviamente, come sempre. Poteva anche lamentarsi per quelli che alla fine erano capricci, ma non sarebbe mai venuta meno a una richiesta del suo popolo. Aveva ridato al nome della sua famiglia una dignità e un onore persi da tempo e di questo sarebbe sempre stata grata a Odino. La sua vita era legata a doppio filo con quella di Asgard ed era convinta che nel lungo periodo ne avrebbe tratto enorme beneficio. Non sarebbe mai riuscita, infatti, a riappropriarsi della Foresta e della Villa dei Megrez senza l’aiuto del palazzo reale, quindi doveva fare in modo di diventare indispensabile per le alte cariche che contavano.
    Montò con destrezza sul suo cavallo nanico, per poi partire al galoppo nel luogo che le avevano indicato. Decise di non portarsi con sé nessuna scorta, come per esempio i suoi preferiti automi della Golden Army, perché avrebbero fatto troppo rumore in una situazione in cui l’avvicinamento furtivo nell’oscurità sembrava la scelta migliore. La sua sola presenza sarebbe bastata, ma se così non fosse stato, avrebbe fatto immediatamente ritorno in città per chiedere rinforzi specifici.
    La descrizione dell’incarico non era stata molto chiara, ma era certo che era avvenuta un’esplosione poco fuori la città principale ed era necessario indagare sull’accaduto. Le guardie di vedetta quella notte avevano giurato di aver visto qualcosa scendere dal cielo, come una stella cometa che aveva deciso di schiantarsi sulla Terra. Era un avvenimento alquanto strano, mai visto, e troppo vicino alle abitazioni e al palazzo reale.

    Dall’Armageddon non erano mai accaduti così tanti e strani eventi ad Asgard come in quest’ultimo periodo. Sembra che stia davvero cambiando qualcosa nel mondo, anche se nessuno sembra sapere ancora cosa.

    Di solito si dice che la quiete precede la tempesta, ma in quel momento storico sembrava proprio che la tempesta fosse preceduta da altrettanta tempesta. Persa in quei pensieri, la giovane Megrez giunse a quello che sembrava proprio il luogo dell’impatto. Smontò da cavallo a circa cento metri da un enorme cratere che aveva scosso le terre del Nord, ordinando all’artefatto nanico di chetarsi immobile. Mantenne il suo cosmo al minimo indispensabile, per non rendere troppo evidente la sua presenza, e si avvicinò sfruttando la protezione degli alberi. La luce della luna, in quella notte dal cielo limpido, le permise di distinguere i particolari del luogo e la situazione fu subito un po’ più chiara.

    Chi o cosa non lo so, ma non è più qui.

    Non era necessario essere un detective per constatare come qualcosa o qualcuno fosse atterrato rovinosamente in quello spiazzo, ma aveva ben presto lasciato la posizione per dirigersi altrove. Una scia di strano sangue era la prova inconfutabile di quella constatazione.

    Uhm.

    Sempre tenendosi nascosta fra gli alberi, Astra seguì quel percorso scarlatto fino a raggiungere le sponde di un fiumiciattolo poco distante. Sgranò gli occhi dalla sorpresa quando vide una figura stesa a terra, con un braccio immerso nelle fredde acque del Nord da cui ancora sgorgava del sangue. Lo stesso sangue che l’aveva condotta fino a lì. Sembrava un uomo, avvolto da un’Armatura di colore blu. La sua traccia cosmica, seppur flebile, lo identificava come qualcosa di diverso rispetto a un normale essere umano, ma la ragazza non aveva mai percepito nulla di simile.

    Di sicuro non è un Cavaliere di Asgard e, seppur ferito, si trova nel nostro territorio senza permesso. Non ci sono gli estremi per giustificare una mia azione diretta, ma non mi farò cogliere impreparata. Vediamo chi sei, da dove vieni e perché sei qui.

    Astra fece divampare il suo cosmo, senza però risultare minacciosa. Avrebbe creato le Nebbie Viola di Asgard in tutta l’area attorno a loro, rendendo la tecnica più sottile e impercettibile possibile – anche se non del tutto – senza però scatenare il suo insidioso potenziale offensivo. Gli Spiriti della Natura avrebbero aiutato a celare quell’azione, aumentando l’umidità già presente nella Foresta per creare una nebbiolina naturale e innocua. Se tutto fosse andato come previsto, l’ignoto figuro non si sarebbe nemmeno accorto di trovarsi con un fucile carico – di Ametista – puntato addosso. Non c’era ancora motivo di attaccare, ma si sarebbe fatta trovare pronta in caso contrario. La ragazza, sarebbe quindi uscita dall’ombra degli alberi per palesarsi alla luce della luna.
    Proprio in quel momento, però, l’uomo pronunciò parole in una lingua incomprensibile, che avevano un tono di estrema sofferenza. La giovane Megrez non si fece impietosire, anche se quella scena non la lasciò indifferente – qualcuno ha detto spirito da crocerossina? In ogni caso lei aveva un compito e lo avrebbe portato a termine. Continuando a mantenere attivi i piccoli frammenti di Ametista che aveva sparso nell’area, la ragazza si sarebbe palesata per prima.

    Salve a voi, mio signore. Sono Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma. Se vi siete perso, vi informo che in questo momento vi trovate ad Asgard, la terra dei ghiacci eterni.

    Complimenti per la presentazione, cara Astra. Non molto utile, vista la situazione, ma fa sempre un’ottima scena. Infine, spostò lo sguardo sulla ferita di lui, per poi continuare con la sua richiesta.

    Mi dispiace per le vostre attuali condizioni, ma non sembrate in pericolo di vita. Per questo vi chiedo innanzitutto la cortesia di identificarvi.

    La risposta a quell’ultima frase avrebbe fatto da spartiacque per quello che sarebbe accaduto dopo. Dipendeva tutto dal nuovo arrivato e dalle sue intenzioni. La giovane Megrez era pronta a tutto, questa era l’unica cosa certa.
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    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Vediamo un po' chi c'è qui.
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Arriva Astra di gran carriera per capire cos’è successo. Segue le tue tracce fino a trovarti riverso nel fiume. Si prepara a ogni evenienza, ma prima ti chiede cosa vuoi e cosa ci fai ad Asgard. Le Nebbie Viola fatte di Ametista sono tutt’intorno a noi, ma al momento sono totalmente innocue. Vista la notte e la nebbia naturale che ho creato grazie agli Spiriti della Natura, potresti persino far fatica ad accorgerti del tutto. Ribadisco, in ogni caso, che è pura precauzione e Astra non è ancora in modalità bellica :asd:
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Nebbie Viola di Asgard ♦
    Si dice che nella Foresta di Ametista gli intrusi non morissero solamente dopo essere stati intrappolati dall’Ametista. Alcuni indesiderati visitatori venivano ritrovati semplicemente privi di vita al suolo, senza segni visibili di violenza. Solo in pochi conoscevano il vero motivo, così semplice da comprendere una volta scoperto il segreto. La Foresta accoglieva gli ignari malintenzionati con una nebbia composta di finissimi granelli di Ametista che venivano inalati al primo necessario respiro. Il minerale raggiungeva l’interno del loro corpo, debilitandolo in modo inesorabile fino alla morte.
    Questa tecnica replica questo macabro principio, creando un sottilissimo e difficilmente percepibile pulviscolo di Ametista che cercherà di avvolgere l’avversario avendo un unico scopo: cercare di farsi inalare. Se l’avversario respirerà questi granelli, essi agiranno dall’interno del suo corpo (quasi certamente più indifeso rispetto all’esterno) per cercare di debilitarlo e – se inalati in grande quantità – di soffocarlo. La tecnica, già così insidiosa, potrebbe anche essere supportata dagli Spiriti della Natura, creando, per esempio, una nebbia naturale di goccioline d’acqua per nascondere i granelli di Ametista o una folata di vento per spingerli direttamente verso le vie respiratorie del nemico.

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  3. |Drago di Perla|
     
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    Asgard:

    L’essere sentiva chiaramente che le acque gelide forse stavano facendo effetto , ma il suo sangue continuava a non fermarsi e si sentiva debole , molto debole.
    Negli occhi dell’essere in quel momento c’erano solo preghiere rivolte a Crono, poi un solo attimo per ricordare che cosa era successo poco fa.
    C’era stato un fulmine, ed era stato provocato da quell’essere oscuro corrotto che aveva visto volare la sua serpentina sagoma nei cieli, certo non era stata una grande idea quella di andare in ricognizione proprio ad Asgard in una terra così ostile, ma il volere di Crono era quello di assimilare più informazioni possibili .
    La Torre Nera non si sarebbe mai fatta avanti se prima non capiva per quanto ancora Ponto e la corruzione fossero decisi a rimanere nascosti , ma sapevano che egli poteva essere dovunque. Gli lo avevano fatto capire i suoi Signori i titani, però il “mostro” si era avvicinato troppo al pericolo e non era neppure finita lì.
    L’essere nella sua forma umana sentiva di essere debole vulnerabile, ma non poteva rimanere solo a morire, doveva reagire. Era un arma antica dopotutto e quando avvertì avvicinarsi una seconda presenza e quel cosmo aggressivo si alzò in piedi e mise mani all’elsa della sua spada la “caccia daimon”con la mano sinistra, e la estrasse per poi cercare di scattare verso quella presenza che aveva parlato ,ma a metà strada sentì le gambe un po’ cedergli e si inginocchiò sul ginocchio sinistro puntando la caccia daimon nella neve per sorreggersi ed emise un sibilo inumano.
    Il drago pensava alla ferita, quella “SCHIFOSISSIMA FERITA” che gli aveva procurato quell’abominio creato dal Sole Nero, gli faceva male, non poteva sperare di combattere con quell’handicap quindi, se proprio la presenza avanti a lui voleva ucciderlo perché lo riteneva una minaccia, allora era pronto ad assumersi la responsabilità e si sarebbe sottoposto a giudizio. Dopotutto era sconfinato ad Asgard quindi era naturale che i loro guerrieri fossero tutti sul chi va là, anche se lui non era venuto per quello.

    “Non sono venuto per portare guerra al tuo regno, ne a recare offesa ai tuoi Dei. ”

    Disse il drago con una voce cacofonica proveniente dalla bocca irta di denti dell’elmo che pareva fare un sorriso.
    Guardò il nuovo venuto e si accorse, analizzando il tutto , che sia dalla forma plasmata che dall’odore che egli, anzi no … ella … era una un mortale di sesso femminile e aveva una natura guerriera, come aveva detto nella sua frase era un appartenente alle file di agar, quindi una credente nel Dio nordico Odino, il sopravvissuto al Ragnarok? Così si diceva.


    “ Ho ricevuto un ordine di perlustrare questo posto,ero alla ricerca degli abomini creati da Ponto, poi uno mi ha colpito mentro ero in volo e mi ha fatto precipitare qui, ma mi rendo conto di aver commesso un errore ad aver sconfinato senza preavviso nei vostri confronti cavaliere di Asgard, quindi se per la vostra casta e il vostro Dio sono una presenza pericolosa, allora fate pure il vostro dovere!”


    Il gigante si alzò e pose alla ragazza la sua caccia Daimon tra le mani, se voleva ucciderlo, allora non voleva finire vittima dei suoi colpi di cosmo, sarebbe stato un disonore cadere il quel modo, ella avrebbe dovuto usare la sua “caccia Daimon”.

    “Se avete intenzione di farlo, vi prego di usare la mia caccia Daimon e non il vostro potere.”

    In quel momento drago di perla stava sfidando un po’ troppo la sorte, se ne rendeva conto, se moriva avrebbe lasciato indietro la sua missione e tutto ciò per cui era rinato, che cosa ne avrebbe pensato Crono?Non ne sarebbe senz’altro andato fiero che la sua arma più letale si facesse uccidere in quel modo, ma le cose stavano così: era ferito in terra straniera, un corrotto schifoso era in giro e una guerriera del Nord stava cercando di capire da che parte stava e di identificarsi e l’unico modo che aveva per cercare di farsi almeno credere era quello di sottoporsi a giudizio. Non è che volesse morire proprio, ma doveva cercare di mantenere i rapporti con Asgard in maniera pacifica, sennò non si sarebbe mai perdonato un incidente diplomatico, adesso che la Torre Nera non aveva mire su Asgard, quindi aveva scelto una via pericolosa, come sempre, ma un arma in fondo era solo un oggetto e non provava nulla.

    “La mia identificazione?...”

    Già non si era ancora identificato che era la cosa più importante, ma onestamente non sapeva mai come rispondere, dopotutto era un drago, non aveva nome quindi tanto valeva allora dirlo chiaramente seppure forse sembrava una battuta “già vista”, ma era adatta alla situazione .
    Il drago alzò lo sguardo con le fessure rosse che brillavano di luce cremisi, mentre la bocca dell’elmo si aprì scoprendo parte del suo volto dove si potevano vedere anche un po’ i suoi baffi. e sospirò.

    g0l3nu960kaz

    “Io sono Nessuno!”







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    Quando l’invasore si appoggiò alla sua spada per sorreggersi e rimanere in una posizione dignitosa, Astra capì che non ci sarebbe stata alcuna minaccia. Non immediata, almeno. Certo, tutto poteva succedere e non era mai il momento di abbassare la guardia, ma per lo meno non avrebbe dovuto affondare la sua Ametista nelle carni dell’altro. Lasciò che le Nebbie Viola di Asgard, che aveva tenuto a freno poco prima, decadessero del tutto, dissolvendosi come neve al sole in modo del tutto innocuo. Il mantello bianco di lei continuava ad animarsi con la brezza della notte, mentre le sue mani rimasero trepidanti lungo il corpo, sempre pronte all’azione.
    La giovane Megrez mantenne comunque la distanza, osservando con più attenzione il ferito. L’Armatura che proteggeva il corpo dello sconosciuto aveva una forma animalesca, ferale, con un elmo irto di zanne che gli coprivano il volto. Nonostante i suoi lineamenti fossero per lo più nascosti, era chiaro fosse un uomo, seppur non fosse molto alto. Astra, che era comunque più slanciata della media femminile, lo superava di ben più di dieci centimetri, svettando su di lui con gelida regalità.
    Lei continuò a rimanere impassibile di fronte alla ferita che sembrava debilitare l’invasore, con il sangue che non aveva del tutto cessato di uscire. Non poteva ancora aiutarlo, perché non era sicura di chi fosse e delle sue reali intenzioni, anche se dietro a quella facciata di glaciale indifferenza sapeva di non voler negare l’aiuto a qualcuno in pericolo di vita. Il popolo di Asgard, infatti, aveva da sempre lottato contro le avversità di un territorio ostile alla stessa esistenza umana e aveva sviluppato nel tempo un tipo di accoglienza tutto loro. Gli asgardiani, infatti, erano ospitali con gli amici e spietati con i nemici. Concetto molto semplice, che i Megrez avevano ulteriormente personalizzato: ospitali con gli amici che contano e spietati con tutti gli altri. Ogni pensiero, parola o azione successivi si sarebbero decisi in base a quella regola, sicuramente utilitaristica e cinica al punto giusto.
    La ragazza spostò il peso da una gamba all’altra, preparandosi alle parole dell’uomo. Parole che non tardarono ad arrivare, descrivendo una situazione che non si sarebbe mai potuta immaginare. Raccontò di essere arrivato nei territori di Asgard in cerca degli abomini della Corruzione e che, a causa di uno di questi, era precipitato nelle terre dei ghiacci eterni. Non aveva intenzione di invadere la zona e, addirittura, poneva la sua stessa vita nelle mani di Astra a causa di quel suo errore.

    Un po’ troppo esagerato e plateale per i miei gusti.

    Quello fu il primo pensiero che le passò per la testa, accompagnato da un’alzata di sopracciglio sinistro da record mondiale. La situazione le sembrava alquanto paradossale e quelle parole un po’ confuse completavano un quadro difficile da interpretare. La giovane Megrez lo fissò per qualche istante, passando lo sguardo dal volto coperto dall’Armatura alla sua strana spada. Mantenne la posizione, non lasciando intendere alcun atteggiamento violento. Almeno per quel momento. Infine, Astra prese parola, rispondendo al peculiare invito dello sconosciuto.

    Non ho interesse a prendermi la vostra vita se non ce n’è motivo.

    Incrociò le braccia al petto dimostrando il suo rifiuto a impugnare la spada altrui. Era di ottima fattura, non c’era alcun dubbio, ma non l’avrebbe certo usata per porre fine alla vita dell’uomo. Se ce ne fosse stata la reale necessità, la mortale Spada di Ametista avrebbe fatto il suo dovere in modo certamente più efficace.

    Solo voi e le vostre azioni potete dimostrare di essere o non essere una minaccia per Asgard.

    Il messaggio era chiaro: doveva dimostrare di non essere un invasore. E non solo a parole.
    Astra poteva dirsi quasi soddisfatta dalla piega che stava prendendo la conversazione, non percependo alcuna immediata minaccia, quand’ecco arrivare l’ultima risposta dello sconosciuto. Dopo una breve esitazione, l’uomo si presentò come “Nessuno”.

    Nessuno?! Forse nel cadere dal cielo ha sbattuto la testa.

    Scosse la testa incredula.

    Non credo alle mie orecchie.

    Alzò gli occhi al cielo, non gradendo affatto quella presentazione. Il signor Nessuno si trovava in territorio nemico, ferito e aveva addirittura offerto la sua stessa vita per espiare a ciò che aveva commesso, ma poi si era presentato con quel nome fasullo? A chi voleva darla a bere? Astra strinse i denti per l’evidente irritazione, cambiando completamente espressione. Non avrebbe mai permesso di essere presa in giro.

    Non vi stupirà sentirmi dire che non posso accettare la vostra risposta. Potrei quasi ritenerla un’offesa.

    Lo fissò negli occhi in modo deciso, scurendosi in volto per dimostrare la serietà di quello che stava per dire.

    Non stiamo giocando alla guerra, signor Nessuno. Ve lo chiedo un’altra volta, e non ce ne sarà una terza. Non è una minaccia, ma una semplice constatazione.

    Scandì ogni parola in modo da non lasciare alcun dubbio d’interpretazione. Poco prima aveva detto che l’esito del loro incontro sarebbe stato determinato dalle parole e dalle azioni dell’uomo. E lo credeva ancora, più che mai.

    Identificatevi. Come vi chiamate, da dove venite e qual è il vostro Dio.

    Alzò il mento in modo austero e pronunciò quelle parole come se non fosse una domanda, ma una perentoria richiesta. Alcune delle risposte erano desumibili dal suo cosmo e dalla sua Armatura, ma voleva sentirle dire direttamente da lui.

    Inoltre, spiegate il motivo per cui siete stato incaricato di perlustrare questa zona. Asgard è perfettamente in grado di difendersi da sola dalla Corruzione.

    Non era la prima volta che doveva rimarcare il valore del suo popolo, e la questione cominciava a infastidirla. Ne avrebbe dovuto parlare a palazzo, perché essere sottovalutati dalle altre Caste poteva essere un’ottima strategia, ma c’era un limite a tutto.

    Sarebbe stato sufficiente avvisarci del potenziale pericolo, senza dover violare i nostri confini.

    Il discorso non faceva una piega, e c’erano ancora molti punti che il signor Nessuno avrebbe dovuto chiarire. Astra espanse il cosmo tutt’intorno a loro, tingendo la notte del viola Ametista di cui era padrona. Non era ancora un attacco diretto, ma una semplice manifestazione di potere per supportare la serietà delle sue parole. Non avrebbe accettato altre risposte vaghe.
    Era proprio vero: non c’è mai un momento giusto per abbassare la guardia. E lei non l’avrebbe di certo abbassata con lui. Come non gli avrebbe ancora confessato che la nostra giovane Megrez non era solita andare per il sottile: ogni minaccia di Asgard, specialmente se così diretta, andava estirpata alla radice.
    Caro signor Nessuno, siete forse una minaccia per Asgard?
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    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Adesso ti mangio la faccia.
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Allora, mi vuoi dire la verità o dobbiamo fare i misteriosi tipo Ulisse con Polifemo? xDD
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    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Nome Tecnica ♦
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  5. |Drago di Perla|
     
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    POST 3


    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:ferito al braccio
    Stato Psicologico: un pò depresso
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Verde
    Scheda












    Asgard:

    Drago di perla si era esposto molto questa volta, lo sapeva bene, ma onestamente si aspettava con sicurezza che la mortale avanti a lui non lo uccidesse. Dopotutto, a volte per capire qualcuno non occorreva per forza parlarci a lungo e in maniera profonda, visto che poi molte cose si riuscivano ad intenderle anche solo guardando con una prima occhiata, di solito è sempre quella buona. Tuttavia, con i mortali c’era sempre poco da fidarsi , erano molto volubili , un po’ come gli Dei che li generarono, e Drago di Perla ne sapeva qualcosa a riguardo , sulla loro origine. Giapeto aveva messo molto della sua ambizione nell’ animo “dell’ essere umano” , ma quella femmina non era così.
    Drago di perla era sicuro che non volesse fargli del male. Non la sentiva una minaccia nonostante non avesse abbassato il suo cosmo. Lei stava solo difendendo il suo territorio e la sua gente come lui faceva con i suoi Signori i titani e come aveva fatto con gli abitanti di Ecryria, prima del suo risveglio e la distruzione da parte dei Daimon e l’ascesa di Fortitudo.
    Il gigante di Crono provò nuovamente ad alzarsi in piedi sempre barcollando, poi mise via la spada e tenette il braccio ferito, poi rispose al primo intervento dell’asgardiana che aveva detto che non uccideva nessuno senza motivo.

    “Sapevo che non lo avresti fatto , anche se ho temuto il contrario.”

    Già in effetti da quando era risvegliato Drago di perla sul suo cammino aveva incontrato solo gente che voleva distruggerlo, quindi era normale pensasse al peggio all’inizio .
    Il drago fece uno sbuffo come se sorridesse un po’, poi continuò ancora , sempre sullo stesso discorso.

    “D’altronde non tutti voi mortali siete degli assassini. Del resto Giapeto vi ha donato anche un po’ di buon senso , oltre che alla presunzione e all’ambizione di voler superare anche gli dei. Ti ringrazio dunque per la tua clemenza.”


    Drago di perla era sicuro che l’asgardiana non lo avrebbe ucciso, però non che non lo avrebbe attaccato, infatti, il cosmo di lei era ancora attivo, eppure il gigante di Crono aveva fatto di tutto per non volgere tutto in uno scontro, che cosa stava sbagliando? Perché lei continuava a comportarsi così e a considerare addirittura un “offesa” la risposta dell’arma di Crono, sulla sua identificazione ? Certo forse non era una risposta così “originale” e dire di essere “Nessuno” rievocava ricordi antichi nella mente di un mortale, specialmente l’Uomo, che si rimembrava nella storia solo “Un Nessuno” dall’abile ingegno. Quello che in pratica aveva accecato uno dei figli di Poseidone, morto nella polvere e non più tra i mortali, quindi la risposta di Drago di Perla era risultata un presa in giro.
    In quel momento, l’Arma di Crono iniziò a provare un po’ d’imbarazzo, anche perché aveva lasciato un attimo di silenzio e non perché non volesse rispondere e rischiare dunque che l’asgardiana lo attaccasse, o che stesse pensando a una balla plausibile per giustificarsi. No quello era comprensibile, ma lui si sentiva così perché effettivamente non stava mentendo o raccontando frottole, cioè lui fin dei conti era un signor “Nessuno” davvero perché non aveva nome. Si forse i titani e Crono lo chiamavano con un nome, ma ora drago di perla non lo ricordava, anche se gli pareva fosse qualcosa inerente le perle, l’aveva detto pure Giapeto, ma niente non gli veniva , quindi era lì senza nome quell’oggi.
    Drago di perla gesticolò un attimo con la mano buona per cercare di calmare la ragazza, poi si grattò la testa.

    “Ehi? Avevi detto che non mi avresti ucciso? Perché agiti il tuo cosmo? Non volevo offenderti o prenderti in giro credimi, ma il fatto è questo… “

    Fece una piccola pausa poi andò avanti con tono gelido, ma calmo, seppure la situazione fosse un pò imbarazzante.

    “Io non ho VERAMENTE un nome, nel senso mi hanno chiamato in tanti modi a secondo di come vengo visto. Certo avrei anche potuto evitare di citare il prode Odisseo con quella risposta scontata, ma rispecchia esattamente quello che sono. Io sono Nessuno, io sono il Niente, io sono il Nulla, avrei potuto dirti mille nomi, ma qualunque cosa si pensi , la mia esistenza è stata fatta per servire Crono, non per avere un identità. Io sono uno dei tre l’Astri di Crono!”

    Drago di perla alzò la testa cercando di stare un po’ con una posa marziale , con un braccio sul petto , ogni volta che parlava di Crono il gigante mostrava austerità e ordine come il “soldato” che era.

    “Io sono solo un’ Arma e le armi non hanno nomi.

    LE ARMI DISTRUGGONO!


    All’ultima frase drago di perla sentì ancora il brivido della distruzione ritornare in lui e per un attimo il suo cosmo si era attivato facendo brillare i sei lumicini rossi degli occhi che apparvero sul suo elmo blu, per poi acquetarsi e scomparire.

    “Non adesso.”

    Drago di perla tuttavia, visto che fin’ora era stato lui a dare spiegazioni volle capire però una cosa che non aveva ancora ben compreso quando si trattava di capire gli umani, cioè nel senso perché diavolo loro erano sempre ossessionati dall’avere un identità a tutti i costi su Ecryria non era così. Loro veneravano drago di perla, ma erano esseri senza identità e senza neppure genere, forse era per quello che gli uomini erano sempre così bellicosi e poco inclini al dialogo?
    Il gigante fece dunque una domanda.

    “Tuttavia ,mi chiedo come mai voi mortali siete così ossessionato dall’ “identità” e dal vostro genere anche. A volte sembra che per voi avere un nome o un genere significhi di più che lottare per sani principi. Ecco perché assomigliate troppo a Giapeto. Dovreste ampliare di più i vostri orizzonti e vedere oltre alle apparenze. Non si vive di soli ricordi in cui ci sono nomi e leggende.”

    Drago di perla fece ritirare la sua “pelle azzurra di scaglie” armata, lasciando libero l’aspetto umano di un uomo che poteva sembrare sulla cinquantina d’anni, seppure ne avesse molti di più, dal viso serioso con baffi sotto il naso , occhi neri e una mezza maschera d’oro sull’occhio sinistro dal vestiario bizzarro avvolto da un mantello. In quel modo aklmeno era più facile dialogare in pace, adesso che non aveva più indosso l'adamas.



    In tutto quello, il gigante omise di proposito di dire altro sulla missione affidatagli , dopotutto non doveva essere di dominio pubblico , il fatto che la Torre Nera monitorasse la Corruzione anche in quelle terre, in modo da intervenire e non per Asgard , ma per i molteplici interessi che c'erano. Faceva comodo poter purificare una zona anche lì al nord e costruirci un nuovo insediamento per perettere ai i sopravvissuti di vivere in pace. I segreti della Torre rimanevano chiusi con drago di perla, su ciò nessuno ce l’avrebbe fatta a convincerlo a raccontare altro.






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    Riepilogo


    Tecniche


    Azioni









    narrato;parlato""; parlato esterno pensato°°

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    Edited by |Drago di Perla| - 20/3/2021, 23:22
     
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    ♦ post III ♦ DOVAHKIIN astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Astra non aveva mai sperimentato un cambio di opinione così repentino, anche perché non si era mai trovata di fronte a un personaggio così... disarmante. La giovane Megrez era solita studiare gli altri in modo meticoloso, cercandone di cogliere le caratteristiche e i comportamenti. Certo quell’uomo lo aveva appena incontrato e quindi era impossibile inquadrarlo nel dettaglio, ma risultava altrettanto impossibile capire il suo modo di essere. Dapprima era sembrato una minaccia, inutilmente misterioso e così vago da destare enormi sospetti. Poi aveva offerto la sua vita per rimediare a chissà quale torto, quando gli era stato semplicemente chiesto di identificarsi in territorio altrui. Infine, messo alle strette dal divampare del cosmo della ragazza, si era prodigato in una filippica sugli esseri umani e sulla loro abitudine a dare nomi alle cose.

    Ok, è confermato, questo signor Nessuno ha proprio picchiato la testa cadendo dal cielo. Anzi, mi sa che ci è proprio atterrato sopra.

    Il Cavaliere di Delta Uma spalancò gli occhi dalla confusione, inarcando nuovamente un sopracciglio a dimostrazione del fatto che facesse fatica a seguire il filo di quel discorso che non sembrava avere né capo né coda. Decise, in ogni caso, di dargli corda, almeno per capire dove voleva andare a parare e per tenerlo comunque sotto controllo mentre approfondiva il motivo della sua presenza ad Asgard.

    Ehm, non c’è di che.

    La giovane rispose un po’ indecisa, in quanto il signor Nessuno la stava ringraziando per... non essere un’assassina?! Quali persone orribili aveva incontrato quell’uomo nella sua vita? Sì, ok, lei non l’aveva aggredito sul posto e senza spiegazioni, ma il paragone le sembrava un po’ eccessivo. In ogni caso, per assecondarlo e per dimostrare di aver capito la natura non ostile di quella sua inaspettata visita, la ragazza osservò ancora una volta le condizioni fisiche di lui arrivando alla conclusione che non fosse in pericolo di vita. A quel punto, Astra ritirò il cosmo minaccioso per tramutarlo in un tepore a supporto del corpo ferito dell’uomo.

    Spero che così vada un po’ meglio. Sembra che, comunque, non abbiate riportato ferite gravi.

    Cercò di ignorare con tutta la sua forza di volontà il fatto che lui le stesse dando del “tu”, considerandola un’altra stranezza piuttosto che una vera e propria mancanza di rispetto. A dirla tutta, infatti, e se le apparenze non ingannavano, la loro differenza di età si dimostrò alquanto evidente nel momento in cui Mr. Nessuno si scoprì dalla sua Armatura. Poteva tollerare quella situazione, almeno per qualche minuto.
    L’espressione della giovane Megrez si addolcì un po’, passando dal freddo glaciale alla normale serietà di un Cavaliere in missione. Cercò, in ogni caso, di non perdersi alcuna sfumatura del discorso di lui, anche se era molto difficile stargli dietro. Quello che le balzò subito all’orecchio fu che l’uomo considerasse gli esseri umani come una razza a lui estranea. Era come se si ritenesse qualcosa di diverso.

    Oh, certo. Crono, i Titani e i Giganti.

    Dalle parole del signor Nessuno fu chiara la sua provenienza dalla Casta devota a Crono, della quale Astra aveva pochissime informazioni. Non sapeva le esatte relazioni che aveva con Asgard e, probabilmente, non ne aveva mai avute nel recente passato. Quello significava una situazione quantomeno neutra, almeno fino a prova contraria. Quindi che fare? Oh, semplice: reggere il gioco cercando di seguire il filo tortuoso del discorso di lui, assecondandolo in un primo momento per poi approfondire temi più interessanti poco dopo. Astra rimase con un’espressione neutra, ma cercò di dimostrare un briciolo di calore e comprensione dietro quel volto candido ma austero.

    Mi dispiace che voi non abbiate un nome, ma vi ringrazio di aver chiarito almeno la vostra provenienza. Anche se è molto strano vedere un guerriero di Crono proprio nel bel mezzo di Asgard, seppur per una sfortunata coincidenza.

    Lasciò quell’ultima frase in sospeso, facendo una breve pausa. Non lo avrebbe lasciato andare senza avere qualche informazione in più, ma avrebbe potuto aspettare prima di insistere ancora.

    Vedete, non credo che il genere sia così importante. O almeno non per tutti. Il nome, però, ci permette di avere un’identità ben distinta. Certo, è solo un’etichetta, ma è la nostra personale etichetta.

    Erano discorsi sui massimi sistemi, probabilmente inutili, ma Astra credeva davvero a quello che stava raccontando al guerriero di Crono. Avrebbe sfruttato quell’occasione per condividere il suo punto di vista e rimarcare l’orgoglio con cui si sentiva asgardiana.

    Nel mio caso, il nome per me è tutto. Rappresenta ciò che sono, la mia famiglia e la discendenza della mia casata. Lo porto con orgoglio e pretendo lo stesso rispetto dagli altri nei miei confronti. Forse non è così per tutti, ma per me è un onore essere riconosciuta come Astra Megrez. Non è solamente un’apparenza, ma è la mia realtà.

    Continuò a fissare l’uomo con quel suo sguardo serio e quegli occhi del colore dell’oro. Doveva ammettere che si stava divertendo a scambiare qualche parola con qualcuno appartenente a una Casta così misteriosa senza dovergli scatenare addosso tutta la furia della sua Ametista. Ultimamente non aveva avuto esperienze così tanto positive con altri Cavalieri... escludendo Miranda, ovviamente.

    È vero, non si vive solo di ricordi, ma è importante dare il giusto peso al passato. Non solo per ricordare le cose positive, ma anche e soprattutto quelle negative. E senza nomi, senza identità, non avremmo una storia alle nostre spalle. Si ridurrebbe tutto a vivere il presente, qui e ora, come ricominciare ogni volta a dipingere da una tela bianca.

    Avrebbe potuto essere incoronata poetessa ufficiale di Asgard dopo quelle parole, facendo concorrenza alla saggezza racchiusa nei testi antichi delle terre dai ghiacci eterni. Doveva, però, ancora una volta ammettere a se stessa che non le dispiaceva sfoggiare quel lato del suo carattere.

    Certo, ha il suo fascino, ma è poco utile e, soprattutto, è poco funzionale alla crescita e all’evoluzione.

    Novantadue minuti di applausi [cit.]. Il suo sguardo si perse per un momento a osservare la bellissima Foresta in cui si trovavano, con le fronde degli alberi che si muovevano al ritmo della brezza notturna. Poi tornò a fissare l’uomo e spalancò le braccia per sostenere a dovere la proposta che stava per fare.

    Dovreste provare anche voi. Ad avere un nome intendo. E se non ne avete uno, potete sceglierlo voi stesso. Potrebbe aiutarvi con questa vostra mancanza di autostima.

    Caspita Astra, sei stata alquanto diretta facendo notare al tuo interlocutore la sua totale mancanza di autostima. Anche perché tu ne hai da vendere, forse troppa. Spesso, però gli approcci più diretti possono rivelarsi anche quelli più efficaci.

    Ci avete mai pensato?

    Sarebbe stato così strano spronare quell’uomo a trovarsi un nome? Forse, ma forse no. Almeno lei avrebbe smesso di pensare a lui come la versione moderna di Ulisse, il signor Nessuno più famoso, e avrebbe avuto un nome da ricordare o, alla peggio, da combattere.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Tu non stai bene :nono:
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Questo gigante è proprio fuori come un balcone xDD Astra allora fa la filosofa e cerca di metterlo a suo agio cercando di fargli scegliere un nome :kuku: Nel frattempo ti aiuta espandendo il cosmo in modo amichevole per darti un po' di conforto dalle ferite. Non pensare, però, che si sia dimenticata del disastro che hai combinato cadendo in quel di Asgard. Torneremo sull'argomento, non mi scappi.
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    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


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  7. |Drago di Perla|
     
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    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:ferito al braccio
    Stato Psicologico: un pò depresso
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Verde
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    Asgard:

    Drago di perla non aveva idea se avesse fatto bene a non ingaggiare battaglia con quella umana, ma era contento di non averlo fatto perché credeva fermamente nella buona fede di quella mortale, dopotutto se non fosse stato così probabilmente non si sarebbe nemmeno esposto tanto al suo cospetto.
    Tuttavia, c’era ancora una questione da risolvere, il gigante non aveva idea di quanto e dove l’essere corrotto che l’aveva colpito sarebbe ricomparso, ma secondo i suoi calcoli, quella foresta era parecchio pericolosa, quindi forse non era il posto migliore per parlare comunque anche di quella situazione. Certo non era disposto a svelare troppi segreti di casta e mai lo avrebbe fatto, ma almeno voleva cercare di proteggere l’asgardiana, visto che poi dopo che lui si era “disarmato “ assorbendo la sua pelle , lei stava cercando di dargli un sollievo, la sua ferita non era grave, ma avrebbe avuto bisogno forse di metterci qualche cosa , magari qualche erba medicinale o delle bende, perché l’acqua o leccarsela non era una soluzione applicabile. Drago di perla aveva bisogno di aiuto . Si ricordava che quando era arrivato ad Asgard la sua astronave draconica l’aveva lasciata a largo della costa del mare ghiacciato, e che le sue truppe rettiliane erano laggiù e avrebbero potuto venire ad aiutarlo quando voleva, visto che comunque il gigante per non destare sospetti in quella terra, e dato che si trattava di una missione esplorativa, aveva vietato tassativamente di uscire dall’astronave se non in caso di necessità, mentre lui esplorava la zona, poi c’era stato quel colpo e lui si era ritrovato lì ferito.
    Drago di perla aveva mosso un braccio sotto il mantello , cercando di non farsi notare e stava per toccare una pietra blu posta nella fibbia della sua cintura, se lo faceva la pietra avrebbe immediato mandato una comunicazione i lingua draconica sull’ ubicazione del gigante e sulla sua richiesta d’aiuto, e le truppe draconiche della Torre Nera si sarebbero immediatamente riversate alla ricerca del loro “Signore” ferito.
    Tuttavia poi Drago di perla senti cosmo della mortale scorrerli nell’anima, e la sua mano si fermò d’istinto e non toccò il trasmettitore , lasciandosi dunque coccolare da quella piccola sensazione di beatitudine, che gli ricordava Ecryria e i suoi abitanti quando gli danzavano attorno e lo rispettavano e acclamavano come loro Dio.
    Il gigante socchiuse gli occhi e scoprì la mano sinistra , dal manto nero per porla con il palmo verso il cielo come se volesse “testare” con il contatto l’energia cosmica dell’asgardiana.

    “Il tuo cosmo…”

    Sussurrò la voce umana di drago di perla era profonda, ma molto chiara e cristallina.

    “E’ molto simile a quell’energia che emanavano “loro” prima della distruzione…”

    In quel momento drago di perla ricordò quegli attimi, i Daimon che “cadevano” dal cielo e distruggevano ogni forma vivente, prima dell’ arrivo della grande “virtù” Fortitudo. Quegli attimi drago di perla se li ricordava ancora e non si dava tutt’ora pace per quanto era successo, perché i sozzi abomini di Phanes volevano distruggere lui, e invece avevano distrutto un pianeta intero di anime innocenti che il gigante non era riuscito a salvare. Il ricordo di quegli attimi faceva intristire amaramente il gigante di Crono che a malapena riusciva a trattenere qualche lacrima, che non era sgorgata semplicemente perché lui non si faceva mai vedere piangere da nessuno e tratteneva molto il dolore dentro di se.
    unsussurro dalla voce draconica e caotica che era in lui.

    E̷̬͊ć̸̮̔r̶̰̀ỳ̶̬͎ṙ̴͖i̴̲̇à̶͎̥ p̷̤̺͑͠e̵̛̟ͅŗ̵̀d̶̼̝͋̚o̷͇͋̂n̶̦͕̂ő̶͈̕

    Comunque una cosa l’aveva capita di quel cosmo asgardiano, lei sapeva parlare con la natura e sapeva sentirsi in sintonia con tutto ciò che riguardava ciò, ecco perché oltre al fatto di constatare che comunque non tutti i mortali erano cacciatori di dei e mostri, lui aveva capito che non aveva una natura cattiva e la sentiva sua .

    “Grazie anche per questo piccolo dono, però avrei bisogno di cure più specifiche non possiedi un posto dove posso rimediare delle bende e quella sostanza che voi umani chiamate morfina se non sbaglio, quella che serve per alleviare un po’ il dolore?L’ho vista usare quando salvai dei superstiti nel deserti del Sahara, pareva che alcuni mortali in ambiti lunghi bianchi che si facevano chiamare “dottori” la adoperassero per chi era ferito. Ammetto che è un metodo rudimentale niente a che vedere con quanto abbiamo alla Torre Nera, ma in questo caso d’emergenza sarebbe utile .”

    Dopo sentì la ragazza parlare dell’ importanza di avere un nome e un identità, per lei a quanto pare era molto importante avere un nome ed esserne anche fiera di quello e Drago di perla capì benissimo il suo punto di vista e in un certo senso, forse lui non l’aveva mai vista in quel modo. Nel senso, era nato per uno scopo che era quello di proteggere Crono ed dalle sue truppe era chiamato semplicemente “signore” o “ Astro di Crono” , ma in effetti mai nessuno aveva pensato di dargli un nome e un identità. Forse quello era successo perché Crono non riteneva importante, che un arma di distruzione di massa avesse come dire, un suo “io” una sua anima, l’importante era che funzionasse e che eseguisse i suoi ordini, ed era quello che comunque lui avrebbe fatto, però ammetteva che ogni tanto si sentiva un po’ “vuoto”. Magari se avesse avuto un nome poteva anche farsi ricordare meglio dai posteri in modo da lasciare un ricordo di se anche sulla terra di Gea, ma come avrebbe potuto chiamarsi un drago antico come lui? Non ne aveva idea.

    “Penso di capire cosa intendi, tuttavia non so come potrei scegliermi un nome. Dopotutto tu come chiameresti un “Dovan” ancestrale considerato un arma di distruzione di massa che è che è stato il flagello dei Daimon ai tempi della Creazione di Madre Gea?”

    Drago di perla in ogni caso seppure non avesse idea di come chiamarsi ci pensò su e onestamente stava iniziando a ricordare il nome che gli aveva dato Giapeto una volta, ma non lo aveva ancora in mente in maniera precisa , poi ecco che gli venne un idea più veloce e guardò negli occhi Astra facendo un piccolo sorriso, mostrando a tratti i suoi canini un po’ più lunghi di quelli umani, alzando il sopraciglio destro, quello non coperto dalla mezza maschera d’oro.

    “Avanti, ti ho fatto una domanda. Come vuoi chiamare questo vecchio vegliardo “Dovan” che hai di fronte?”







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    ♦ post IV ♦ DOVAHKIIN astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Ah ah. Siete strano, sapete?

    Rise sincera e di gusto, colta completamente di sorpresa da quell’insolito atteggiamento dell’uomo senza nome. Non riusciva a capirlo, così criptico nel filo logico dei suoi pensieri e delle sue parole. Forse sbagliava a sentirsi così, ma non riusciva a essere rigida e glaciale con lui. La ragazza non abbassò assolutamente la guardia, poiché non sarebbe mai venuta meno ai suoi doveri da Cavaliere di Asgard, ma fu naturalmente portata ad avere un atteggiamento meno militaresco con il nuovo arrivato.
    Il poveraccio era ferito, in territorio non suo e non aveva nemmeno ben presente cosa doveva fare. O, per lo meno, era quello che dava a vedere. Non poteva esserne certa, perché è facile nascondere i veri intenti quando la conversazione rimane cordiale, ma non si aspettava da lui alcuna minaccia imminente. Avrebbero avuto ancora qualche tempo per svagarsi in quella situazione paradossale, per poi tornare ai loro rispettivi compiti.
    Astra si mise la mano destra poggiata sotto il mento, girando la testa in alto a sinistra come ogni volta che doveva pensare. Picchiettò l’indice sul labbro, mentre le rotelle della sua fantasia giravano all’impazzata cercando di trovare una risposta alla domanda del signor Nessuno.

    Vediamo. Siete caduto dal cielo dopo esservi scontrato con la Corruzione. Cadendo avete devastato una parte della Foresta di Asgard. In più mi state dicendo che servite Crono e che siete stato una delle armi di distruzioni di massa e un flagello per i vostri avversari. Ovunque andate sembrate generare caos incontrollato.

    Descrizione che le sembrava alquanto calzante, almeno per quanto aveva visto e sentito da quell’uomo. Mugolò sommessamente, cercando di visualizzare una parola che corrispondesse a tutto quello che aveva detto, fissando il suo sguardo dorato sul guerriero di Crono.
    Ed ecco che arrivo l’eureka. L’idea le balenò in testa in modo così naturale che non riuscì a trattenersi dal pronunciarla subito ad alta voce.

    Flagello. Vi chiamerò Flagello, se non vi dispiace.

    Banale? Scontato? Forse, ma a lei non dispiaceva e descriveva perfettamente ciò che pensava di lui. Certo, il flagello si associa sempre a qualcosa di negativo, ma anche a qualcosa di cui bisogna avere timore e da rispetto. L’uomo si definiva un’arma e sembrava avere quell’orgoglio tutto suo verso qualcosa che caratterizzava la sua intera esistenza. Flagello le era sembrata la parola giusta per racchiudere tutto, anche se era più una caratteristica che un nome. Proprio per quello si sentì in dovere di specificare quello che disse subito dopo.

    Consideratelo, però, come un nome temporaneo. Almeno finché non ne avrete scelto uno tutto vostro.

    Il nome che gli aveva proposto doveva rappresentare una sorta di ponte tra il passato e il futuro. Era un modo per spronare il nuovo signor Flagello a pensare per davvero a cosa avrebbe voluto fare della sua esistenza. Un modo, in altre parole, per permettergli di decidere una vita diversa dall’essere solamente un oggetto che altri avrebbero potuto sfruttare. Sperava di avergli donato quella seppur piccola fiammella di autostima che, per come viveva lei, era fondamentale per diventare “qualcuno” e non rimanere solamente “qualcosa”.
    Terminato quel momento tanto divertente quanto importante, Astra tornò più seria. L’espressione si fece meno gioviale, pur mantenendo un tono neutro e cordiale. Non si era certo dimenticata che chi aveva di fronte stava facendo il misterioso ormai da tempo e tornò subito sull’argomento principale.

    Signor Flagello.

    Quelle prima parole minacciarono di farle completamente perdere la serietà, ma doveva ammettere che suonava bene quel nome. Si sarebbe velocemente abituata a chiamarlo così, ma c’era una prima volta per tutti. Si ricompose con un lievissimo colpo di tosse e continuò nel suo discorso.

    Nonostante questo simpatico siparietto che ha sicuramente allietato la nostra serata, conosco ancora molto poco di voi. Non posso portarvi in alcuna struttura asgardiana perché la vostra presenza qui non è ancora del tutto chiara. Mi dispiace, ma dovete ammettere di non essere stato del tutto collaborativo.

    Fece una pausa per soppesare quello che aveva appena detto. Nonostante fosse stato un incontro inaspettato e, alla fine, forse anche gradevole, era certo che il guerriero di Crono non volesse rivelare le vere motivazioni del suo viaggio. Comprensibile, lo avrebbe fatto anche lei a costo di rischiare la vita, ma non poteva ignorare tutti i campanelli di allarme che le suonavano nella testa. Purtroppo, tra Cavalieri, a volte le simpatie o le antipatie personali devono essere lasciate fuori dai loro incontri o scontri.

    Posso, però, concedervi almeno le prime cure. Non siete in pericolo di vita, questo è certo, quindi un antidolorifico efficace sarà sufficiente.

    Si toccò l’orecchio destro attivando il ricevitore nanico in dotazione di tutti i guerrieri di Asgard. Con quel semplice gesto richiamò la sua cavalcatura meccanica che era rimasta poco distante dal luogo in cui stavano parlando. Il cavallo arrivò in tutta la sua artificiale maestosità, fermandosi al fianco destro della ragazza. Quel costrutto era incredibile, molto più forte e veloce dell’animale cui s’ispirava e decisamente meno rumoroso. La ragazza, con gesti veloci, aprì un pannello situato sulla sella, accedendo a una sorta di kit di primo soccorso. Ne estrasse una siringa alquanto strana, poiché creata dall’ingegno dei Nani delle terre dei ghiacci eterni. Non aveva un unico ago lungo, che intimoriva sempre tutti, ma una serie di piccoli aghi che sarebbero risultati alquanto indolore.

    Ecco, prendete. Se vi fidate del mio aiuto, potete appoggiare una parte dell’oggetto al vostro braccio ferito e schiacciare il pulsante dalla parte opposta. L’effetto sarà praticamente immediato e, se i danni non sono troppo gravi, potrete probabilmente cominciare a muovere l’arto con cautela. Badate bene, però, che non è una soluzione definitiva. Dovrete curarvi come si deve una volta tornato alle vostre terre.

    Gli aveva proposto una sorta di compromesso: curare le ferite nell’immediato ma in modo non risolutivo, così da permettergli di tornare nel suo luogo di origine senza timore di dolori o infezioni.

    Vi aiuterò a uscire sano e salvo dai territori di Asgard che, come avete potuto notare, sono ancora molto pericolosi a causa della Corruzione. Specialmente di notte. Non vi allarmate se adesso contatto il palazzo reale per richiedere una scorta. Non ho intenzione di venir meno alla mia parola.

    Lo guardò dritto negli occhi per sostenere la veridicità delle sue azioni. Non poteva permettere che un guerriero di Crono penetrasse ulteriormente i territori di Asgard, viste le circostanze, ma non avrebbe mai negato un aiuto sincero in una situazione come quella. La giovane Megrez toccò nuovamente il comunicatore nanico nel suo orecchio destro, attivando una comunicazione diretta con il suo quartier generale.

    Sono Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma. Richiedo supporto per scortare un guerriero di Crono fuori dai confini di Asgard. Non costituisce alcun pericolo imminente in questo momento.

    Gli fece un cenno del capo come a sottolineare che lei aveva assolutamente capito che, almeno in quel momento, il signor Flagello non rappresentava una minaccia per le terre dai ghiacci eterni. Era anche un modo per tranquillizzarlo ulteriormente sulle sue intenzioni.

    Identificate la mia posizione. Sono all’interno della Foresta, vicina al luogo dello schianto che mi avete chiesto di indagare.

    Terminò la comunicazione, ricevendo una conferma immediata dal palazzo reale. Avrebbero mandato una decina di automi della serie Golden Army, perfetti sia in caso di semplice scorta che di un’improvvisa battaglia. La Foresta di Asgard, infatti, specialmente di notte, nascondeva ancora pericoli e inaspettate insidie a causa della Corruzione. Non si poteva mai abbassare la guardia.
    Assumendo un’espressione più rilassata, Astra si rivolse infine all’uomo per aggiornarlo sulla situazione e continuare il loro scambio d’idee in attesa dell’arrivo dea scorta.

    Dovrebbero arrivare a minuti. Nel frattempo...

    La ragazza s’interruppe bruscamente, percependo un rumore provenire dal buio della Foresta. Un rumore di alberi spezzati, come se di distruzione non ce ne fosse già abbastanza, accompagnato da un potere che definire omicida sarebbe stato riduttivo. Sgranò gli occhi e guardò nella direzione del rumore, per poi voltarsi immediatamente verso il signor Flagello.

    Avete sentito anche voi?

    Che si stesse sbagliando? Che fosse tutto frutto della sua immaginazione, magari influenzata dal momento? Che fosse lo stesso guerriero di Crono a giocarle qualche brutto scherzo?
    Non poteva ancora saperlo, ma era sicura che lo avrebbe scoperto a breve.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Hello Mr. Flagello :fiore:
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ D’ora in poi ti chiamerai Flagello :addit: Eh eh, non so perché, ma mi è piaciuta come cosa. Ho pure pensato a “Attila flagello di Dio” xDD In ogni caso, ti concedo l’antidolorifico, che avrà effetti benefici sul tuo status generale, non potendo, però, curarti del tutto perché sei ancora un po’ troppo misterioso per fidarmi ciecamente di te. Poi, alla fine, che succede? Leggendo il tuo post mi è venuta un’idea, semplice ma potenzialmente interessante da sviluppare. Sento dei rumori nella Foresta e un potere omicida avvicinarsi. Non sarà il corrotto che ti ha fatto precipitare che è venuto a finire il lavoro? Ti ho lanciato lo spunto, mia cara, poi vedi tu se coglierlo. Secondo me sarebbe carino disfarci definitivamente dell’abominio (che dovrà essere massimo energia rossa o blu), considerando che, in caso di pericolo, il supporto armato di Asgard (la Golden Army) sta arrivando. Se per te è ok, vai pure con la descrizione del Corrotto (niente che vada a influire sulla trama del forum, eh, stai sul solito mostro brutto e cattivo) e delle prime azioni di combattimento. Se hai dubbi o vuoi confrontarti/coordinarti, mandami pure mp ^^
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Nome Tecnica ♦
    Testo Tecnica.

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  9. |Drago di Perla|
     
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    Crd6CvW

    POST 5


    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:ferito al braccio, danni da corruzione alla coda e al corpo
    Stato Psicologico: un pò depresso
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Verde
    Scheda












    Asgard:

    Drago di perla diede un fugace sguardo alla ragazza era apprezzabile che avesse accettato di dargli quel fatidico nome e visto che lui aveva narrato un po’ le sue gesta passate la ragazza asgardiana aveva deciso di riprendere un po’ il nome da un titolo seppure vecchissimo che gli davano negli anni ella “gloria”, Flagello. Beh anche quel nome rappresentava l’essenza del gigante però era decisamente meglio che averlo chiamato con qualche nome stupido, quindi il gigante fu soddisfatto di avere quel nome e si, forse se lo sarebbe proprio tenuto così finalmente gli avversari potevano identificarlo e anche alla torre nera , per lo meno dalle sue truppe visto che i titani probabilmente già lo chiamavano con qualche nome e quindi non sarebbe servito un secondo appellativo .
    Astrid si preoccupò poi anche delle condizioni di salute di Flagello , ovviamente non c’era morfina e non poteva portarlo alla loro base per avere delle cure, del resto era normale visto che ancora la situazione con il gigante non era chiara e onestamente a lui dispiaceva che non poteva essere più specifico, ma i segreti di casta purtroppo erano più importanti e in ogni caso era un drago che era sopravvissuto al freddi siderale dello spazio , quindi sarebbe stato anche lì nella foresta a riposare. Dopo lei si avvicinò con un arnese che aveva alle estremità una sottilissima punta metallica, una sorta di siringa che onestamente a Flagello non piaceva proprio per niente perché gli dava una sensazione inquietante, era un po’ troppo grande e gli ricordava i tempi passati della creazione quando i titani in laboratorio prendevano i pezzi di Daimon e ne creavano i giganti, e non era piacevole proprio no. Certo aveva parlato pure di morfina, ma forse aveva rimosso apposta il ricordo che pure quella si iniettava e se lì non ce nera era fortunato, però diavolo proprio con quello doveva avvicinarsi?.
    Il gigante si allontanò da lei di qualche passo indietro con uno scatto bestiale emettendo un ringhio, mentre lo spirito draconico stava per tornare per difenderlo dal pericolo, si ok il glorioso passato e i combattimenti più mostruosi, ma fare la puntura era a volte un po’ peggio, non sapeva perché , ma semplicemente era il suo istinto e poi il fatto di averne fatte anche in passato non aiutava.

    “Ehm no no……aspetta un attimo Astrid, prima di avvicinarti con quel coso potremmo solamente parlarn…AHI! …”


    Ecco lo sapeva , non era riuscito a fermare l’inevitabile la brutta siringa era già infilata nel suo braccio, gli aveva procurato un piccolo dolore , e non avrebbe “perdonato” quel gesto all’asgardiana, non si facevano iniezioni così a tradimento, però comunque aveva funzionato quella medicina e il suo cosmo e il dolore stavano iniziando a ritornare, quindi aveva poco da lamentarsi.

    “Ok mi sto iniziando a sentire meglio, ma la prossima volta mi piacerebbe evitare le iniezioni con affari così inquietanti! ”


    Disse Flagello massaggiandosi il braccio mentre Astrid stava chiamando i suoi uomini per scortarlo ai confini Asgardiani, ottimo così si sarebbe fatto portare all’ astronave, ma prima che succedesse il tutto , Flagello sentì un inquietante sibilo e un rumore.

    “Dovah! Dovah! Dovah!...”.



    Flagello sgranò gli occhi e il suo cosmo iniziò ad aumentare.

    “Astrid , non far venire NESSUNO!Siete in pericolo! Scappa!”

    Flagello emise un ringhio e il suo aspetto iniziò a mutare di nuovo , facendo apparire sul suo corpo umano di nuovo l’esosceletro blu della sua pelle che ricrebbe sulla sua pelle in strati di scaglie inghiottendo la sua testa all’interni di fauci che si trasformarono il una testa di drago dall’aspetto taurino con un diabolico sorriso .

    “Dovah!..”.


    Ancora “lui” era vicino, Flagello lo avvertì arrivare sbucò fuori dalla vegetazione con due grosse e pesante spade nere come la pece in direzione di Astrid, ma il gigante intercettò il colpo e riuscì a fermare una delle spade , quella che aveva sul braccio sinistro, facendola cozzare e infrangere con la lama caccia daimon.
    Avanti ai due si presentò un corrotto coperto interamente da un armatura nera con un mantello rosso che era un po’ più alto e grosso della forma umana di Flagello , che assomigliava ad un cavaliere oscuro medioevale e possedeva un cosmo rosso traboccante dal suo corpo che sembrava schiacciare ogni cosa.
    Dalla foratura dell’elmo si videro luccicare degli occhi rossi come fuoco, mentre la sua voce gutturale fuoriuscì dall’abisso che nascondeva.

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    “Dovah!..”.



    Dovah , Flagello veniva chiamato e identificato in lingua draconiana, quell’essere la conosceva allora significava che era nato e cresciuto in mezzo ai “Dovah” cioè ai draghi, quindi doveva conoscere anche come ucciderli.
    Il gigante si rese conto che l’essere era proprio quello che lo aveva attaccato prima e che lo aveva fatto cadere dal cielo e non voleva coinvolgere Astrid in una cosa che aveva attirato lui, quindi prima di scatenare la sua vera natura cercò di convincere il corrotto a non combattere lì.
    Flagello iniziò dunque a parlare nella lingua draconiana.

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    “Per favore basta adesso! Arresta la tua furia cavaliere nero, prendi me se sei venuto per questo, ma risparmia questa umana e queste persone. Non centrano nulla con Crono , sono io che sono venuto a cercarti e a disturbare il tuo sonno. Spostiamoci altrove!”


    Il corrotto emise un ringhio, poi posizionò le spade in perpendicolare verso di se e iniziò a rilasciare un cosmo rosso attorno a se e rispose a Flagello nella sua lingua.

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    “Dovah non c’è pace in questa terra dove gli dei nordici hanno infangato la libertà per tutto questo tempo, fin quando il Sole Nerio non ha deciso finalmente di punirli. Tu sei un servo di Crono non dovresti neanche esserci, i ma tanto sapevo che i sozzi Titani ti avrebbero mandato qui! Ne pagherai le conseguenze e se vuoi proteggere l’umana allora muori con lei!”



    Il cavaliere espanse il suo cosmo dal suo corpo facendo coprire di un aurea rossa una zona grande più o meno dieci metri, poi dalla pozza rossa che si era creata dalla neve fuoriuscirono circa cinque evocazioni di spettri con indosso armature nere simile a quella che portava l’originale e gli spettri circondarono Astrid, e cercarono di attaccarla. Tutti gli spettri possedevano una lancia nera carica di cosmo corrosivo, se si veniva toccati si rischiava di essere “corrotti” e due spettri erano già verso di lei , uno la stava attaccando frontalmente puntandole la lancia verso lo stomaco, un altro invece era alla sua destra e voleva perforarle il fianco a destra. I tre spettri rimasti invece cercarono di combinare un attacco incrociando le lance e creando una grossa sfera rossa carica di energia corrotta diretta alle spalle della ragazza.
    Cinque contro uno? Che spettacolo vergognoso, Flagello sentì montare la rabbia, non lo poteva permettere!
    Il gigante di Crono, pigiò il trasmettitore per richiamare le truppe rettiliane e l’astronave, aveva bisogno di rinforzi, ma non sarebbero arrivati in tempo perciò , anche se non voleva che Astrid vedesse il suo vero e mostruoso aspetto, non aveva scelta iniziò dunque la sua trasformazione.


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    ̰̫̅̀
    ̰̻ͥ̇̂̾̾͂͌
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    Il processo di trasformazione iniziò a far mutare il corpo umano del gigante trasformandolo in una grossa forma serpentina dalle scagli blu dall’ aspetto solenne con un muso allungato dalle taurine fattezze da cui si vide un sorriso e sei occhi fiammeggianti.

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    Il Drago era stato svegliato ed era furioso e come prima cosa, si occupò di proteggere Astrid facendo scivolare la sua coda e il suo corpo attorno alla ragazza , cercando di mantenere mentre i primi due spettri stavano attaccando, così i loro colpi base colpirono il corpo duro del gigante che si procurò delle ferite che gli bruciavano e gli stavano corrompendo la superficie della pelle, poi la palla creata dalle altre tre evocazioni fu lanciata e impattò ancora sulla coda del drago che sibilò un fortissimo ringhio, mentre la corruzione continuava ad intaccare quelle scagli blu, ma il dolore non era nulla e Flagello era pronto a combattere.
    Carico d’ira funesta il drago passò all’attacco e caricò il cosmo nella bocca, voleva colpire principalmente il padrone oscuro di quegli esseri, se moriva lui di conseguenza sarebbe finito tutto e lo attaccò dunque creando cento sfere d’acqua dirette verso il corrotto nero.






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    Riepilogo

    appare il corrotto il combata a sto punto lo gestisco in parte io, quindi lui attacca evocando spettri con armatura nera (cinque in totale) che cercando di circondare Astrid, e attaccarla , ma mentre lo fanno, tutti gli attacchi li subisce drago di perla che decide di proteggere astrid anche se si fa male e subisce danni da corruzione , poi attacca con la sua tecnica frontalmente il cavaliere corrotto con circa cento sfere d'acqua.

    Nota le evocazioni sono ancora lì e seguono il regolamento evocazioni quindi dovrebbero essere delle energie rosse , serve una mano XD.

    ah cosa importante ho considerato il corrotto blu, e ha abilità come evocazioni e cosmo corrosivo (danno da corruzione) e combatte anche con le sue due armi
    Tanto siamo in due e stanno arrivando anche le truppe di drago di perla, ma sono lontane ancora.


    scusa il ritardo!


    Tecniche


    Azioni

    tecnica d'attacco

    2)Carica del Drago:Drago di Perla mette in moto il suo cosmo crea, mettendo in moto l’accumulo di particelle d’acqua create dal suo cosmo o presenti nell’ambiente, circa cento sfere acquatiche che volteggiano attorno a lui e al suo corpo che vengono scagliate in seguito verso l'avversario o più avversari che cereranno danni da impatto e perforazione dovuta alla pressione dell'acqua se dovessero andare a segno.















    narrato;parlato""; parlato esterno pensato°°

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    ♦ post V ♦ DOVAHKIIN astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Doveva ammettere che quel Cavaliere di Crono era tanto strano quanto inspiegabilmente divertente. Astra stava cercando in tutti i modi di essere seria e glaciale con lui, ma stava davvero facendo una fatica immane. Forse quel fatto di avergli dato un nome, seppur temporaneo, aveva reso quella loro conversazione un po’ più leggera e il successivo comportamento del guerriero diede ufficialmente il colpo di grazia a un momento che era già parecchio paradossale.

    Suvvia, signor Flagello. Non vi ho fatto nulla di male e come vedete adesso state molto meglio.

    Il signor Flagello, infatti, reagì all’aiuto della giovane Megrez come se si trovasse di fronte a un dottore che voleva per forza fargli una puntura con una siringa per cavalli. In realtà il Cavaliere di Delta Uma era stato alquanto accomodante sulla questione e gli aveva offerto un costrutto nanico che utilizzavano in modo quasi indolore anche con i bambini. Quella reazione spropositata dell’uomo le strappò un sorriso che, maledicendo se stessa, non riuscì a trattenere. Si mise una mano di fronte alla bocca per mascherare quella reazione spontanea, anche se non sarebbe riuscita a nasconderla del tutto.
    Astra, dando fondo a tutta la sua (quasi sempre) incrollabile etichetta, però, riprese immediatamente la sua proverbiale compostezza e cercò di captare con l’udito se la scorta che il palazzo reale aveva inviato fosse in avvicinamento. Sentì in lontananza il sicuro incedere pesante di alcuni automi bellici e fu chiaro che sarebbero arrivati a breve. La ragazza avrebbe, quindi, potuto accompagnare l’uomo ai confini di Asgard per agevolarlo nel ritorno ai suoi territori.

    Avete sentito anche voi?

    Oh già, ci stiamo dimenticando di ciò che era appena successo. Sentirono un rumore estraneo provenire dalla Foresta e un potere soverchiante avvolgere l’intera zona. Una voce risuonò nelle loro orecchie, tanto violenta e aggressiva da far venire la pelle d’oca e un senso di nausea inspiegabile. Quella voce continuava a pronunciare una sola parola – “Dovah” – che per Astra, però, non significava nulla. Probabilmente quel termine aveva un senso per Flagello, perché cambiò immediatamente atteggiamento, diventando improvvisamente teso come una corda di violino e pronto all’azione. Non ci fu nemmeno il tempo per le spiegazioni che il Cavaliere di Crono gridò ad Astra di scappare e cercò di porsi a sua difesa. Senza nessun apparente motivo, senza una ragione...

    Dannazione!

    Eccolo il motivo. Eccola la ragione. Dalla Foresta apparve una figura imponente, ben più alta e grossa di loro. Il nuovo arrivato era ammantato da un’Armatura che sembrava richiamare i cavalieri medievali ed era armato di due gigantesche spade. Il suo potere sembrava persino superare quello di Astra e, cosa ancora più preoccupante, emanava Corruzione da tutti i pori. La ragazza fissò l’uomo per capire che legame avesse con quell’orrenda creatura, ma lui aveva già focalizzato tutta la sua attenzione su quello che evidentemente considerava un nemico molto pericoloso. Flagello e quel mostro si scambiarono qualche parola in una lingua che la giovane Megrez non conosceva e non capiva. Dall’atteggiamento e dalla situazione di estrema tensione, però, una cosa era alquanto chiara. La ragazza era molto acuta, ma quel momento era molto facile da interpretare.

    È quello l’abominio che vi ha fatto precipitare qui?

    Tante coincidenze spesso fanno una certezza e Astra dubitava di aver sbagliato con quella domanda. La violenza era palpabile e l’atteggiamento del guerriero di Crono era inequivocabile. L’oscuro figuro era chiaramente l’abominio della Corruzione che aveva fatto precipitare Flagello nella Foresta di Asgard, riducendolo in quel modo con un solo attacco. Era un pericolo da non sottovalutare e che andava eliminato il prima possibile, non solo per la loro sopravvivenza ma anche per la sicurezza degli asgardiani.

    Dobbiamo unire le forze o saremo spacciati. Teniamo duro fino all’arrivo della scorta.

    Un piano semplice ma immediato, con un obiettivo a breve termine: resistere fino all’arrivo del supporto armato. Astra si focalizzò immediatamente sulla minaccia, espandendo il suo cosmo viola per prepararsi a uno scontro che sarebbe stato tutt’altro che semplice. L’Ametista cominciò a vorticare intorno a lei, pronta a qualsiasi evenienza.
    Il mostro, senza aspettare nemmeno un istante e forse infastidito dalla discussione con Flagello, passò subito all’attacco. Il suo potere sembrò corrompere il terreno su cui stavano per combattere, facendolo diventare rosso cremisi e creando una pozza che sembrava riempita di sangue. Da quell’orribile spettacolo, cinque corrotti uscirono dal terreno come se fossero stati richiamati da quel mostro direttamente dagli inferi. Anche i nuovi arrivati erano protetti da un’armatura nera e si unirono immediatamente allo scontro.

    Attento!

    Astra cercò di avvisare il guerriero di Crono, gridando a pieni polmoni di stare attento e prepararsi al peggio. Avrebbero dovuto unire le loro abilità, così da avere qualche speranza contro quelle forze soverchianti. Avrebbero...

    Flagello?! Ma cosa...?!

    Quello che vide la lasciò completamente a bocca aperta. Aveva assistito a molte stranezze nel corso della sua vita, specialmente da quando era diventata Cavaliere di Asgard, ma quello le superava quasi tutte.
    Colui che ormai era diventato il suo compagno di battaglia si trasformò. Esatto, cambiò il suo aspetto esteriore. Ma non fu una semplice trasformazione, magari di qualche tratto somatico, no, fu una totale trasfigurazione del suo corpo. Minacciato da quella situazione di estremo pericolo, infatti, Flagello si ammantò dapprima della sua Armatura per poi espandere il cosmo e diventare qualcos’altro. La sua figura s’ingigantì a dismisura, mutando completamente la struttura fisica per trasformarsi una sorta di gigantesco serpente dalle scaglie blu, dotato di corna e sei occhi. Il risultato fu persino più spaventoso dei corrotti che stavano affrontando, anche se, purtroppo, la sua potenza cosmica non sembrò variare di molto.

    Spero proprio di non dover combattere anche contro di lui.

    Un pensiero alquanto lecito le balenò in mente, vedendo l’uomo subire quella mutazione inaspettata. La minaccia che il suo solo aspetto rappresentava, fece scattare in Astra un meccanismo involontario di difesa ma, fortunatamente, la realtà fugò ogni dubbio. Il guerriero di Crono, infatti, in quelle sue nuove vesti, circondò la ragazza con il suo corpo lungo e sinuoso, ponendosi a difesa primaria contro la Corruzione. Il potere scatenato dagli avversari, infatti, si abbatté sulle sue resistenti scaglie, ma lui non cedette il passo. La giovane Megrez si rese immediatamente attiva e ricoprì le parti colpite del serpente gigante con Ametista, così da rafforzare ulteriormente i punti d’impatto. L’effetto fu immediato e riuscirono a sopravvivere a quel primo assalto.
    Flagello, però, aveva sacrificato parte di se stesso per proteggere la ragazza e purtroppo aveva aggiunto ulteriori ferite a quelle che già lo debilitavano.

    Adesso ci penso io.

    Parlò con voce ferma e determinata, grata per la protezione che le era stata concessa e fermamente convinta a prendere in mano una situazione che sembrava disperata. Il suo sguardo si fece glaciale e l’intransigente Astra Megrez scese in campo per difendere la sua Asgard e il suo compagno di battaglia. Era il suo turno ora e quei dannati invasori della Corruzione avrebbero assaggiato il terrore delle Foreste dei ghiacci eterni e delle loro mortali trappole. La ragazza si abbassò e appoggiò le mani al terreno, scatenando la violenza delle Catacombe di Ametista. Il suo cosmo fluì nel sottosuolo insieme al minerale viola e avrebbe cercato di ghermire dal basso quei dannati corrotti. L’obiettivo era bloccarli, debilitarli grazie all’insidiosa abilità dell’Ametista e preparare il campo per un devastante attacco su larga scala.

    Flagello abbassati, sono arrivati.

    jpg

    Ed ecco che l’artiglieria pesante fece il suo ingresso sul campo di battaglia. Una decina di Dreadnought si palesò alle loro spalle, avanzando come un esercito inarrestabile. Quella volta il palazzo reale non si era risparmiato e aveva inviato una scorta di tutto rispetto. Mai scelta fu migliore, considerando che il pericolo era ben più alto di quello che la giovane Megrez avrebbe mai potuto immaginare.

    Protocollo di difesa attivato.

    Le rune presenti sulle corazze degli automi bellici cominciarono a brillare e la modalità di difesa venne attivata. I loro cannoni si caricarono di un potere che fece crepitare persino l’aria, per poi rilasciare contro la Corruzione tutto il loro incredibile potere distruttivo. Avrebbero cercato di travolgere gli invasori per ridurli alla completa inutilità o, comunque, per far loro talmente male da costringerli a battere in ritirata.

    Lui è non è una minaccia.

    Con il suo comunicatore nanico, Astra evitò che anche Flagello fosse coinvolto, indirizzando la furia dei Dreadnought solo sull’abominio principale e sulle sue evocazioni.

    Forza Flagello, insieme!

    La giovane Megrez gridò con tutto il fiato in gola per spronare il suo compagno di battaglia, unendo gli intenti così come il cosmo in un attacco che avrebbe potuto far tremare anche il più ostico degli avversari. Pensate all’Ametista che erompe dal terreno per imprigionarvi e sottrarvi l’energia, in grado persino di ridurvi alla completa inutilità. Aggiungete, poi, la furia di un serpente gigantesco che crea un attacco cosmico direttamente dalle sue mostruose fauci. E, infine, aggiungete un piccolo esercito di poderosi automi nanici, creati solamente per la distruzione, che vomitano addosso al nemico tutto il loro soverchiante potenziale bellico.
    Cara Corruzione, ti facciamo tanti auguri di pronta guarigione perché fra non molto ti serviranno.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther dreadnought
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Facciamogli molto male!
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Grazie per avermi fatto da scudo, ma ti aiuto anche io rafforzando ulteriormente la tua difesa con la mia Ametista. Poi, poggio le mani a terra e scateno le Catacombe, con lo scopo di immobilizzare e debilitare gli avversari. Nel frattempo arriva la cavalleria sottoforma di una decina di Dreadnought che sparano tutto il loro arsenale alla massima potenza contro il cattivone e le sue evocazioni. E non dimentichiamo che anche tu ti unisci alla festa con le tue sfere d’acqua. Vista la violenza di tutto ciò, se il corrotto non ci rimane secco credo proprio che potrebbe assolutamente darsela a gambe per manifesta superiorità (numerica e di potenza) :mke: Ovviamente ho lasciato tutto al condizionale visto che, giustamente, stai manovrando tu il nemico. Dai che gli facciamo molto male e lo facciamo scappare con la coda tra le gambe :addit:
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Proteggere l'Eredità dei Megrez ♦
    Tecnica di difesa in grado di sfruttare le abilità che hanno reso la casata dei Megrez la più temibile famiglia di Asgard: l’Ametista, gli Spiriti della Natura o una loro combinazione. Astra creerà una sfera, una cupola, un muro, una teca o una qualsiasi forma difensiva costituita dal suo cosmo e dal mitologico minerale viola di cui è signora. Tale costrutto potrà essere rafforzato dalla Natura stessa, aggiungendo alla protezione alberi, radici, terra, roccia o qualsiasi elemento naturale si trovi nel raggio di azione del Cavaliere.

    ♦ Catacombe di Ametista ♦
    Se la Teca Viola di Ametista è più congeniale per un bersaglio singolo, le Catacombe dal mortale colore violaceo ne costituiscono l’evoluzione ad area. Espandendo cosmo e Ametista nel terreno, Astra cercherà di rendere tutta l’area di effetto (o una sua parte) una vera e propria distesa sconfinata di potenziali tombe create dal suolo. In pratica, l’insidioso minerale emergerà dal terreno per cercare di imprigionare l’avversario o gli avversari, partendo presumibilmente dalle gambe, con lo scopo finale di bloccarne temporaneamente (o per sempre) i movimenti. È proprio come rimanere congelati nel ghiaccio che, inesorabile, aggredisce chi si perde tra le perenni nevi di Asgard. La differenza è che l’Ametista non solo è in grado d’imprigionare, ma può anche sottrarre preziosa energia vitale a ogni parte del corpo colpita.
    E poi chissà, magari qualche amichevole Spirito della Natura potrebbe generare una violenta sferzata di vento con l’obiettivo di bloccare a terra il nemico o, comunque, limitarne i movimenti, rendendo così molto difficile sottrarsi alla tecnica.

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  11. |Drago di Perla|
     
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    POST 6


    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:ferito al braccio, danni da corruzione alla coda e al corpo
    Stato Psicologico: un pò depresso felice di aver conosciuto Astrid
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Verde
    Scheda












    Asgard:

    Il colpo di flagello riuscì ad abbattere parte dei nemici, ma il corrotto sembrò evocarne di nuovi come se niente fosse, se veramente continuava a farlo , il gigante dubitava che sarebbero riusciti ad abbatterlo, allora doveva portare via quell’ essere da lì.
    Flagello udì dopo il primo assalto l’arrivo delle truppe di Asgard, quegli automi che lì possedevano erano di una natura divina e dalla fattura strabiliante, Odino aveva dotato Asgard di una difesa straordinaria.
    I colpi dei cannoni asgardiani abbatterono ancora i corrotti ricomparsi, mentre il cavaliere nero , non pareva volersi arrendere nonostante stesse perdendo terreno.

    “DOVAH!!!”

    Ancora il richiamo oscuro , poi egli concentrò energia e si lanciò verso Flagello mirando alla parte bassa dove era poggiato il drago blu, e gli provocò ancora una ferita, ma questa volta fu più leggera perché il gigante di Crono lo aveva schivato per poi sorprenderlo e avvolgere il suo corpo serpentino attorno al corpo del guerriero iniziando visibilmente a stringerlo, poi aprì la sua bocca irta di denti lunghi come le macchine asgardiane presenti e addentò il braccio destro del corrotto, da cui parve uscire della pece nera , che schizzò su una parte di muso dell’astro di Crono procurandogli danni da corruzione che lo fecero indietreggiare emettendo un suono assordante e facendogli allentare la presa.

    “DOVAH!”

    L’essere dopo essersi liberato decise di distruggere il drago di Crono occorrendo anche ad una tecnica terrificante. Il corrotto espanse la sua energia cosmica e lasciò che la pece che era uscita dal suo braccio ricoprisse una parte circoscritta dove c’era il gigante e evocò dal nero di quella corruzione delle catene che si avvinghiarono sul corpo del gigante, poi attivò il suo potere usando tutta la sua energia e il suo stesso corpo per poter creare un’esplosione cosmica in modo da coinvolgere sia lui che drago di perla/Flagello.
    In quel momento Flagello, si rese conto di quanto stava succedendo, quindi rivolse uno dei suoi sei sguardi su Astrid.


    “͔̻͉̫̯̺̊̃͛ͯ̆̚A̹̼̳͍̘͕̗ͤ͋ͩ͑s͉̫͉̰̙ͤ͊̅ͧ̃̃ț̭̦̘̼̭̫̎r̟͐ī͈̺̝̖̜d̮̖̘̳̭̝͓͛͆́̎ͤ̽!͇̥̫̯̩̭̪͌̌ͣͫ̅”̠̙̲͉̤̽


    Disse, prima che l’esplosione lo investisse completamente abbagliando tutto.


    A͙͇ͫd̳̗̲̹̊ͮḏ̭̫̪̩͌̐ͩ̒̓̚i̹̩͓̻̳͍ͅỏ̫̮͌̈́̍̃ ̻̦̥̌̀e̱̱̗ͭͧ͂ͅ ̫̥͇g̯̟̹̜̊́ͤ̀ͫ̑̑rͣͯ̚a̙͈̣͇̰͉̐̍ͮz̹͍͈ͥ͊̒̓̀i̺̞̗͈̣̩͈ͬͭͪe̺̻̯̫̫ͣ!̗̟̰̱̱ͬ̈ͧ̀”̟̬̗͔̹͓̍͌ͮ̔ͫ͗ͬ ̳͖̜̇̔ͣͪ


    L’esplosione d’energia fece una colonna visibile anche da lontano, e chi vi era vicino forse sarebbe anche potuto essere stato vittima di quello spostamento d’aria, perché l’onda d’urto si era sentita e vista, poi più nulla di Drago di Perla e del corrotto non c’era più traccia, ma al posto loro si vide scendere dal cielo come una piccola stella cadente, una scaglia blu simile ad un comunissimo zaffiro blu, tipo quelli che possedevano anche ad Asgard una volta gli stessi God warrios che cercò di posarsi tra le mani di Astride si sentì echeggiare una voce, era Flagello che aveva lasciato un ultimo messaggio.

    <<la corruzione è stata eliminata . Crono ti è grato per ciò che hai fatto per me e te ne sono grato anche io. Questa è una scaglia blu della mia pelle che mi è caduta dopo l’esplosione è ciò che rimane della mia forza e volontà di dirti che questo è un dono che ho voluto farti perché tu tra gli umani sei stata quella che più mi ha trattato come un amico e come tale io ho scelto di salvare te e la gente di Asgard, almeno fin quando non ci sarà necessità del vostro intervento. So che probabilmente Crono e Asgard potrebbero non avere un punto d’incontro, e probabilmente ci sarà sempre uno scontro,però io mi ricorderò per sempre di te , dell’umano che ha regalato un nome e un identità ad un arma che era nata per non averlo a questo vecchio dovah. Gloria e prosperità a te Astrid dei Megrez, Signora dell’ametista! Che Odino possa donarti un posto nel Valhalla.>>

    Così com’era venuto il Drago di Crono scomparve senza lasciare traccia, solo quello zaffiro era il simbolo del suo passaggio e dell’affetto che provava per Astrid, se lei lo avesse tenuto avrebbe portato la saggezza del gigante ovunque con se e le avrebbe portato molta fortuna , così le leggende narrano.

    […]



    L’esplosione si sentì partire dal centro della foresta, i rettiliani arrestarono la loro corsa, non percependo più ‘energia di Drago di perla, era evidente che pensassero il peggio, dunque dovettero tornare indietro con la certezza di dover comunicare la morte dell’Astro di Crono alla Torre Nera e nessuno di loro aveva potuto far nulla per evitarlo. I lamenti serpentini, simili ruggiti di draghi in procinto di essere uccisi delle truppe draconiche si diffusero per tutta la zona, sembrava di assistere ad una manifestazione di dolore comune, simbolo di quanto l’armata draconica fosse unita all’Astro di Crono.
    La truppa si ritirò verso l’astronave , ma in lontananza sul ponte che portava all’entrata principale si vide una figura che portava qualcosa in mano .
    I rettiliani emisero un ruggito di vittoria quando riconobbero la figura del guerriero blu Drago di Perla era avanti a loro,e nella mano sinistra teneva la testa del corrotto che si era fatto esplodere con lui, certo era rimasto molto danneggiato, come dimostrava il sangue che grondava dalla sua pelle, da quello scontro e non sarebbero bastate le punture di Astrid stavolta a curarlo, ma ci avrebbe pensato la vasca di rigenerazione dell’astronave.
    Dunque adesso che il mistero del corrotto che si nascondeva ad Asgard era risolto, l’astronave del gigante potette ripartire e fare rapporto ai Titani di quanto era successo, anche se il cuore dell’arma di Crono era rimasto laggiù tra quei ghiacci assieme a quello di Astrid che un giorno sperò di rivedere.







    2a8dUgU





    eLUSqlp


    Riepilogo

    ok ho voluto finire la role con questo ultimo post riassuntivo,mi sèiace che sia di fretta , ma è meglio lasciar libero lo solth role^^ drago di perla non è morto anche se magari Astrid potrebbe pensarlo :asd:mi piacerebbe in futuro rivedere Astrid , magari per qualcosa con le caste o un combat se sarà possibile :)

    per adesso concludo il turno e ti regalo lo zaffiro in modo da far ricordare a Astrid per sempre di "Flagello", che a quanto pare è stato davvero preso da lei dopo anni e anni di solitudine e sfruttamento XD

    Alla prossima!



    Tecniche


    Azioni

    .















    narrato;parlato""; parlato esterno pensato°°

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    Avevano unito le forze, contro tutto e tutti. Lo avevano fatto nonostante le loro Caste non fossero propriamente alleate, nonostante quel guerriero di Crono si fosse presentato quasi come un invasore e nonostante si conoscessero solamente da qualche minuto. Erano riusciti a superare le barriere che li separavano e quella fu la più grande sorpresa per Astra. Lei, così altezzosa e glaciale, pronta a far valere il suo nome e le sue origini a ogni occasione, non era riuscita a voltare le spalle a quell’uomo. Dopo quella che da discussione si era trasformata in chiacchierata, la ragazza aveva addirittura donato un nome a colui che a tutti gli effetti era un Drago, e l’atteggiamento di lui l’aveva profondamente colpita. La giovane Megrez lo vedeva davvero come lui stesso si era descritto, come un’arma al completo servizio di qualcun altro.
    Ma non era così per tutti i Cavalieri che combattono per un Dio o per un ideale? Non erano tutti schiavi di qualcosa che ritenevano superiore o cui si doveva aspirare?
    Probabilmente era vero, e anche la stessa ragazza era spinta da un obiettivo che era forse più grande di lei. Ma colui che aveva rinominato Flagello, sembrava essere a un livello completamente diverso. L’uomo sembrava sentirsi come un oggetto più che una persona. Si descriveva come l’arma di Crono, completamente asservito al suo unico signore.

    Facciamolo tornare all’oblio da cui è venuto.

    Le sue azioni, però, stavano dimostrando che dietro quel comportamento passivo c’era ben altro. Dietro quel muro di millenaria rassegnazione, infatti, il fuoco ardeva ancora nel suo spirito, tanto da farlo agire anche a difesa di una ragazza che avrebbe potuto essere il suo nemico.
    Astra vide tutta la loro potenza di fuoco abbattersi contro quel bestiale Corrotto, che fu travolto da un’offensiva che aveva unito il potere del Drago, dell’Ametista e degli inarrestabili automi da battaglia di Asgard. Un dispiegamento di forze che avrebbe fatto tremare chiunque, e l’avversario, anche se più forte dei due Cavalieri presi singolarmente, non sarebbe stato pienamente in grado di gestire un attacco combinato di quella portata. Gli effetti, infatti, si fecero subito sentire, anche se la minaccia non era stata assolutamente annichilita come sperato. L’abominio, infatti, continuò a parlare con quella sua voce profonda e terrificante, ripetendo la stessa identica parola come se fosse un mantra. Astra si rimise immediatamente in piedi, ancora avvolta dalle spire di Flagello, e guardò indietro verso gli automi. Quelli avanzarono perentori, pronti a neutralizzare la minaccia con la loro incrollabile resistenza dovuta alla magia delle rune che li animava.

    Manteniamo la posizione e non facciamolo avanzare oltre. Agard non deve essere violata da quel mostro e noi dobbiamo rimanere uniti per...

    La giovane Megrez stava parlando con il Drago e con i costrutti nanici per imbastire una prima linea di difesa. L’idea era proprio quella di porsi come primo e invalicabile ostacolo contro quell’araldo della Corruzione, così da distruggerlo o farlo ritirare dai territori dei ghiacci eterni. Nessun innocente avrebbe dovuto pagare ingiustamente per quell’improvvisa invasione e loro dovevano essere la garanzia di quell’intento. Flagello, però, sembrò avere un’idea diversa. Un’idea così folle che lui stesso decise di non esprimere, agendo immediatamente d’istinto contro un avversario forse fuori dalla sua portata.

    Flagello, tornate in posizione!

    La ragazza sgranò gli occhi, colta completamente alla sprovvista da quell’azione che definire folle sarebbe stato un eufemismo. Il Cavaliere di Crono, infatti, lasciò la loro posizione per scagliarsi contro il nemico. Con il suo gigantesco ma sinuoso corpo da Drago, l’uomo ingaggiò battaglia diretta con il Corrotto, avvolgendolo nelle sue spire mentre l’avversario cercava di sopraffarlo con quel suo potere nero come la pece. La giovane Megrez, però, nonostante la sorpresa, mantenne una calma glaciale e non rimase con le mani in mano.

    Pazzo avventato che non siete altro.

    Pronunciò quelle parole con il sorriso sulle labbra, perché ammirava la sfrontatezza in alcune persone, specialmente quando riuscivano a compensare la sua estrema razionalità. La ragazza espanse il suo cosmo, avvolgendo il corpo di Flagello con placche di Ametista che sarebbero cresciute nei punti più sensibili o scoperti. Quell’immenso Drago si sarebbe trasformato in un’enorme macchina da guerra corazzata, con spuntoni di minerale viola in ogni dove, capaci sia di difendere sia di arrecare danno. L’unione dei loro poteri avrebbe potuto ribaltare in modo repentino l’esito dello scontro, ma il suo alleato optò per qualcosa di alquanto diverso e ulteriormente imprevedibile.

    Che cosa state dicendo? Ce la faremo, insieme...

    Flagello la ringraziò e le diede quello che a tutti gli effetti sembrava essere il suo ultimo saluto. Astra rimase momentaneamente pietrificata dalle azioni e dalle parole dell’uomo, non aspettandosi una reazione così solitaria e quasi suicida. Il Drago, infatti, mantenne quella spasmodica vicinanza con il loro mortale avversario, cercando di non mollare la presa su di lui, per poi creare un’esplosione senza precedenti.

    AAAH!

    Non ci fu tempo per fare nulla, se non gridare per lo stupore e il dolore di quell’azione così sfrontata da sembrare eroica. La ragazza non riuscì a unirsi a quell’attacco, così colta alla sprovvista, e gli automi non fecero fuoco perché avrebbero potuto colpire le persone che gli era stato ordinato di proteggere. Non restava, purtroppo, che farsi travolgere dall’imprevedibile e prepararsi al peggio che sarebbe potuto accadere subito dopo. Astra portò le braccia a protezione del corpo, subendo in pieno l’onda d’urto dell’esplosione ma attutendola con la sua Armatura. Venne sbalzata di qualche metro e la sua caduta sarebbe potuta essere decisamente più rovinosa e dolorosa se non fosse stato per i Dreadnought. I costrutti nanici, infatti, furono pronti ad agguantarla prontamente e proteggerla con la loro difesa cosmica.
    Al sicuro all’interno di quella protezione, la giovane Megrez vide l’esplosione trasformarsi in una colonna di luce abbagliante in grado di spaccare il cielo. Strinse i pugni per la frustrazione di non aver avuto il tempo di fare di più, mentre l’attesa di quello che sarebbe potuto accadere subito dopo le strinse lo stomaco fin quasi a farla star male.

    Non c’è più... nulla.

    Con enorme sorpresa, costatò come tutto fosse scomparso, come se ogni cosa fosse stata cancellata completamente dall’esplosione. Non c’era più traccia di Flagello o del Corrotto, ma l’unica superstite fu solamente una piccola luce che cadde dal cielo verso Astra. La ragazza fece qualche passo lontano dagli automi, intercettando quell’oggetto in caduta libera. Lo prese a volo, chiudendo le mani in modo delicato attorno a qualcosa che non riusciva ancora a vedere.

    Oh.

    Ormai lo sappiamo bene: quella era la sua espressione di sincero stupore. La ragazza aprì le mani e vide adagiata sui suoi palmi una delle scaglie di Flagello, proveniente dal suo corpo quando era trasformato in Drago. Quella scaglia sembrava uno zaffiro blu intenso, la cui bellezza riuscì a colpire persino il suo gusto alquanto impossibile.

    png

    Lei aprì e richiuse la bocca, non sapendo cosa dire, ma una voce apparve dal nulla per raccontare la storia appena accaduta. Era la voce del Cavaliere Drago, il cui sacrificio aveva sconfitto quella manifestazione della Corruzione. Una voce che raccontò di quel dono così personale, ringraziando la giovane Megrez per il modo in cui l’aveva aiutato e sperando un giorno di potersi rivedere in altre circostanze.

    Almeno è ancora vivo.

    Lo sguardo di Astra si spostò verso il cielo, trattenendo con il suo stoico raziocinio una strana commozione verso qualcuno cui si era inspiegabilmente legata. Nel corso della sua vita, poche persone si erano mai sacrificate a tal punto per lei. Poteva aggiungere Flagello a una lista cortissima di coloro che lei considerava fondamentali per la sua esistenza su quella Terra. Una lista che comprendeva i suoi genitori, che avevano fatto di tutto – anche l’impossibile – per lei e Gunther, che aveva interamente dedicato la sua vita all’ultima discendente dei Megrez. Certo, il Cavaliere di Crono non era paragonabile agli altri tre, il cui impegno era stato costante e duraturo nel tempo, ma per la prima volta qualcuno di sconosciuto aveva fatto quell’inaspettato sacrificio per lei.
    Continuò a osservare il cielo e decise di rispondere a quelle parole con voce ferma e decisa. Non sapeva se lui avesse mai potuto sentirle, avendo lasciato il luogo del loro scontro, ma sperava proprio che quel suo messaggio gli arrivasse in qualche modo. Forse quella scaglia blu era in grado di fare da tramite, chi poteva saperlo.

    Ricordatevi sempre chi siete, Flagello.

    Strinse l’oggetto forte tra le sue mani, come se volesse davvero che le sue parole arrivassero con la stessa intensità al Cavaliere di Crono. Quell’uomo, da quel giorno, avrebbe dovuto sempre ricordarsi che non era solamente un’arma e che doveva vivere una vita anche per se stesso. Non poteva ridursi a essere un oggetto, ma avrebbe dovuto affermare la sua personalità e la sua esistenza. Lui ora aveva un nome, un nome tutto suo, semplice ma rappresentativo: Flagello.

    E spero che Odino mi doni un posto nel Valhalla il più tardi possibile, perché ho ancora molte cose da fare.

    Sorrise nel sentir pronunciare quella frase, in risposta a quello che doveva essere un augurio da parte del Cavaliere di Crono. Certo, sarebbe stato molto bello incontrare ancora una volta i suoi genitori nell’aldilà, ma prima avrebbe dovuto mantenere la sua promessa e riportare il nome della sua famiglia agli antichi onori. Era la sua missione di vita e avrebbe fatto di tutto per non abbandonare quel mondo senza averla compiuta.

    Addio Flagello, sono certa che un giorno ci rincontreremo.

    Scoccò un ultimo sguardo al cielo, quasi malinconica, per poi voltarsi verso i Dreadnought e tornare al palazzo reale per fare rapporto. Lei e Flagello si sarebbero rivisti, quello era molto probabile, ma fino a quel momento la sua scaglia blu le avrebbe ricordato il loro incontro. E sperava che anche qualche residuo della sua Ametista – che aveva protetto il Drago per ben due volte – potesse fare lo stesso.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther dreadnought
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Qualche contusione dovuta all'esplosione improvvisa.
    STATUS MENTALE ♦ Arrivederci, Flagello.
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Grazie per la ruolata, cara, e cercheremo di organizzare un nuovo incontro dopo i nostri vari passaggi energetici. Accetto di buon grado il tuo omaggio e spero che la mia Ametista ti abbia aiutato a scamparla e – chi lo sa – magari ti è rimasta pure qualche scheggia come ricordo ^^ Difficilmente Astra si dimenticherà di quel goffo Cavaliere di Crono che ora si chiama Flagello <3
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Proteggere l'Eredità dei Megrez ♦
    Tecnica di difesa in grado di sfruttare le abilità che hanno reso la casata dei Megrez la più temibile famiglia di Asgard: l’Ametista, gli Spiriti della Natura o una loro combinazione. Astra creerà una sfera, una cupola, un muro, una teca o una qualsiasi forma difensiva costituita dal suo cosmo e dal mitologico minerale viola di cui è signora. Tale costrutto potrà essere rafforzato dalla Natura stessa, aggiungendo alla protezione alberi, radici, terra, roccia o qualsiasi elemento naturale si trovi nel raggio di azione del Cavaliere.

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