Amethyst Illusion

Mikael e Astra

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    Mio signore, potreste aver oltrepassato territorio asgardiano.
    E?
    La divisione di Assaltatori Imperiali dell'Ordo Tempestus, il suo reggimento di soldati personale, si premurò di far detonare rumorosamente un pacchetto di bombe melta in immediata corrispondenza del colosso corrotto che avevano inseguito per ore nei mari artici, fino a spingerlo ad arenarsi in maniera innocua su quella piccola spiaggia.
    Sì, poteva benissimo essere che, preso dallo zelo e dalla foga di potersi confrontare contro una creatura corrotta di dimensioni così ampie, aveva dimenticato dettagli insignificanti quali confini nazionali che ancora non appartenevano ad Atlantide. Non che gli interessasse davvero, non avrebbe mai permesso che una cosa del genere potesse impedirgli di compiere il suo sacro dovere di mondare il mondo da tutto ciò che era dannoso e alieno; anzi, quegli asgardiani avrebbero anche dovuto ringraziare che si fosse premurato in tal modo per toglier loro lavoro da fare alla loro già presumibilmente arretrata macchina bellica.
    Parlando di lavoro, ciò che restava del colosso era stato praticamente sciolto dall'immenso calore dell'armamentario melta, riducendosi in una semplice macchia rossa poggiata in una sezione di spiaggia ridotta a poco più che vetro fumante; gli armamentari atlantidei erano oggettivamente ilari da vedere all'opera.
    Potrebbero offendersi, immagino.
    E anche se fosse, mi prenderanno a frecciate?
    La voce di Shin era tutto sommato distorta ma perfettamente udibile dal comunicatore innestato nell'elmo della Scale, l'Esecutore ad Atlantide ad offrire supporto tattico e logistico mentre il suo signore si prendeva un'altra piccola pausa dalle necessità del regno.

    Stavo per dire che potrebbero spararvi con delle catapulte, ma anche frecce rendono l'idea.
    Sei troppo ottimista se pensi davvero che ci siano arrivati.
    Passò una risatina generale, da Primarca a Esecutore fino a tutti i membri della task force inquisitoria, mentre coglievano quel momento di calma per prendere un proverbiale respiro. Era facile pensare a Mikael e a tutti i suoi associati come privi di senso dell'umorismo, un'altra facciata di tetra serietà che componeva il suo personaggio pubblico, ma la verità era molto più divertente di quello che traspariva fuori; se tutti fossero stati consapevoli del quantitativo di stronzate che venivano fuori in vicinanza degli Assaltatori nessuno avrebbe potuto prenderli effettivamente sul serio. Almeno, non prima che utilizzassero le loro Hellgun, quelle non erano per niente simpatiche da subire in pieno.
    Mikael si tolse l'elmo della Scale, circondato dalla lieve condensa del suo respiro nell'aria gelida di quella spiaggia asgardiana, mentre le truppe stabilivano un perimetro sicuro nel quale avrebbero potuto riposarsi per un po'. Si sentiva di concedere a tutti un attimo per tirare il fiato, dopotutto se lo meritavano per aver accompagnato il loro Primarca in quello che era un vezzo; non si trattava del suo oceano di competenza quello, ma aveva sentito di una certa minaccia in esso e, visto che ormai era disperato per ogni minima scusa che potesse consentirgli di uscire da Atlantide a fare il volere dell'Imperatore, l'aveva colta senza pensarci due volte. Aveline si sarebbe occupata del regno in sua assenza, assenza che non sarebbe durata eccessivamente tuttavia.
    Giusto la fisiologica necessità di fare un po' di moto ogni tanto, di sgominare qualche culto e sterminare qualche mostro eretico, cosa che era a tutti gli effetti il suo dovere principale.

    Non sarebbero rimasti in zona per troppo tempo, sebbene lo scarso rispetto verso lo sviluppo asgardiano fosse palese dalla serie di battutine che rivolgeva ad ogni momento, rischiare provocare incidenti per quello che era giusto un po' di moto sarebbe stato un po' eccessivo.
    Una guerra con Asgard non era quello che voleva.

    Almeno, per ora.

    hiaAmxR


    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    ♦ post I ♦ AMETHYST ILLUSION astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Cavalcava il suo cavallo nanico ormai da ore, pattugliando il perimetro più esterno di Asgard che, oltre le montagne, andava a finire nelle acque gelide dei mari artici. Tutt’intorno e poco dietro di lei, una decina di automi bellici della serie Golden Army correva in modo alquanto rumoroso per tenere il passo. Avrebbe dovuto consigliare al palazzo reale di rendere quelle unità un po’ meno rumorose, perché non permettevano alcuna manovra di avvicinamento silenzioso al nemico. Certo, la silenziosità non era la loro caratteristica principale, ma si poteva sempre migliorare. Quei colossi fatti di oro nanico e alimentati da magia elfica erano perfetti per ogni scontro in campo aperto, quando era necessario tenere la posizione o non arrendersi di fronte a minacce soverchianti. Erano in grado di ripararsi da soli, anche dopo essere stati distrutti in battaglia.
    Astra era stata informata della presenza di un abominio gigantesco che, provenendo dal mare, si era avvicinato pericolosamente ai territori di Asgard minacciando di sfondare il perimetro difensivo. E lei era stata scelta per pattugliare quella zona, assicurandosi di stroncare sul nascere qualsiasi invasione e di abbattere immediatamente il Corrotto se lo avesse avvistato. Con sua grande sorpresa e onore, oltre al cavallo meccanico, le avevano affidato una piccola squadra di automi bellici, cosa che la rese alquanto fiera. Ne aveva ovviamente parlato con Gunther, che le aveva consigliato come comportarsi con quelle macchine da guerra.

    Se vi sono state affidate direttamente, risponderanno solo a voi, signorina Astra. Sono lo strumento perfetto per logorare il nemico perché sono virtualmente indistruttibili. Quindi non fatevi scrupolo a sfruttarli come prima linea da sfondamento o come vostro personale scudo.

    Ed era stato un ottimo consiglio, perché da come le avevano descritto l’abominio che stava braccando, non sarebbe stato facile avere la meglio.

    Cosa?!

    Era al limitare della Foresta, quando un fragoroso boato sovrastò persino il rumore degli automi che correvano. Si voltò verso la sua sinistra, l’origine di quell’esplosione, e immediatamente spronò il cavallo in quella direzione. Il suo esercito dorato la seguì senza esitazione e in pochi minuti erano giunti ai confini tra Asgard e il gelido mare artico.
    E quello che vide la fece infuriare a tal punto che il suo solito candore in volto divenne di un rosso paonazzo acceso. Un piccolo esercito aveva sconfinato nella terra dei ghiacci eterni e non era poi così difficile immaginare la loro provenienza. Atlantide, che sapeva essere molto fissata con la tecnologia non-magica, era giunta in territorio asgardiano. Che fosse un’invasione?
    Fermò immediatamente il cavallo, assicurandosi che la Golden Army facesse lo stesso, mentre ponderava sul da farsi. Respirò profondamente per calmare l’impeto che voleva spingerla all’azione, facendo prevalere il suo spirito razionale e di osservazione. Il manipolo d’invasori, infatti, non sembrava intenzionato a proseguire oltre e un’enorme sagoma era riversa al suolo ridotta a brandelli dall’esplosione che aveva sentito poco prima. Probabilmente, quindi, gli atlantidei avevano semplicemente combattuto la Corruzione, cosa che faceva comodo a tutti, dimenticandosi di rispettare i patti fra le loro fazioni e i relativi confini.
    Sacrilegio? Sì e no, dipendeva dai punti di vista. E anche se non si poteva definire una vera e propria invasione, Asgard era stata parzialmente violata. Forse altri avrebbero valutato diversamente, ma l’attaccamento che Astra aveva nei confronti della sua terra e del suo nome ebbero la meglio. Spronò il cavallo in direzione degli ospiti provenienti da Atlantide, per poi fermarsi a circa cento metri da loro con alle spalle la sua Golden Army. Smontò da cavallo con decisione, dimostrando una controllata furia di totale intransigenza. Con indosso l’Armatura di Megrez sarebbe stata facile da individuare – oltre essere l’unico essere umano in un gruppo di artefatti nanici – ed era proprio quello che voleva.

    Salve a voi, miei signori. Sono Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma, e credo proprio che abbiate violato senza giustificato motivo i confini di Asgard.

    Alzò perentoria la mano destra, intimando al suo esercito di automi a bloccarsi sul posto e fare avanzare solo lei. Non aveva bisogno di ulteriore protezione se non quella della sua Robe e aveva l’assoluta necessità di chiarire il punto in prima persona. Non avrebbe accettato scuse insensate. Da sola, quindi, fece qualche passo verso i suoi interlocutori, senza dimostrare eccessiva minaccia ma rimarcando una decisione inamovibile. Fece, infine, un cenno con la testa per indicare il gigantesco corrotto che riversava esanime a terra.

    E quell’abominio, no, non è un giustificato motivo. Siamo pienamente in grado di occuparci da soli di ciò che minaccia le nostre terre.

    Stroncò sul nascere qualsiasi banale giustificazione, cercando di capire il vero motivo per cui, nonostante l’abominio fosse già stato sconfitto, non si fossero ancora ritirati nei loro territori di appartenenza.

    Presentatevi e dichiarate le vostre intenzioni.

    Tuonò perentoria in modo da farsi sentire da tutti i presenti, squadrandoli uno a uno con il suo sguardo dorato e inamovibile. Poteva già immaginare chi fosse a guidare quel manipolo di atlantidei solamente osservando la differente livrea di uno di loro, ma preferiva farlo uscire spontaneamente allo scoperto. Evitò, inoltre, qualsivoglia eccessiva manifestazione di potere per non scatenare una guerra tra fazioni che in quel momento storico sarebbe risultata alquanto inutile. In quella sua premura, però, non rientrava certo il prendere a calci qualche isolata testa calda in preda a deliranti manie di onnipotenza. La giovane Megrez, quindi, espanse il suo cosmo violaceo per supportare la serietà delle sue richieste, ricordandosi le parole e gli insegnamenti di Gunther sull’autocontrollo del proprio potere.

    Che Odino le fosse testimone, Asgard quel giorno sarebbe rimasta inviolata. La Corruzione era già un noioso grattacapo da debellare, e la cara Atlantide poteva tranquillamente tornarsene dagli abissi da cui era erroneamente emersa.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Se non ve ne andate vi prendo a frecciate!
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Ed ecco che arriva Asgard e minaccia Atlantide di “prendervi a frecciate” [cit.] se non fate i bravi :kuku: Astra, splendida come sempre, si presenta con una decina di automi bellici della serie Golden Army, a cavallo di una cavalcatura nanica. Mi è venuta in mente questa cosa per far vedere il contrasto tra la tecnologia di Atlantide e quella un po’ più legata alla magia di Asgard. Mi sembrava carino da fare :mke: La giovane Megrez, come avrai potuto notare, ha un attaccamento alla maglia non indifferente, quindi scatta subito sulla difensiva (avrebbe già attaccato, ma vuole evitare uno scontro collettivo che avrebbe creato qualche problemino diplomatico xDD). Guarda che, però, il caro Celebrante (Tyg) è stato chiaro: niente incidenti diplomatici. Quindi, lasciamo tranquilli i nostri rispettivi eserciti e picchiamoci solo io e te xDD
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


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    Layout ©Elle¬

     
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    Che bello che era quando qualcosa andava esattamente come aveva previsto.
    Più o meno, quegli strani automi dorati non erano esattamente nelle sue previsioni, se lo fossero stati avrebbe equipaggiato ognuno degli Assaltatori con un arma melta; oh beh, pazienza, avrebbe provveduto per la prossima volta. Intanto, c'era stato un sostanzioso dispiegamento di forze in quella circostanza, addirittura uno dei custodi di Asgard che era venuto ad accogliere la sua piccola delegazione. Sorrise tra sé e sé, perché era anche meglio di come aveva sperato, l'occasione di colmare la lacuna di informazioni di cui si disponeva sulle capacità asgardiane si era presentata esattamente davanti a lui, e chi era Mikael per lasciarsela sfuggire? Era fin troppo consapevole sul fatto che qualsiasi schermaglia qui difficilmente sarebbe sfociata in una guerra aperta tra le due fazioni, non che non sarebbe successo comunque in futuro, ma almeno adesso poteva muoversi con una certa libertà d'azione.
    Fece cenno al plotone di Assaltatori di disporsi in formazione e aprirsi, permettendo al loro Primarca di mostrarsi dinnanzi alla custode, Astra, come aveva detto di chiamarsi. Estese il suo cosmo non come minaccia, ma come regolare risposta all'esternazione della ragazza che aveva davanti; tutti così giovani, tutti così forti. Stava incontrando tanti ragazzini che equivalevano la sua forza cosmica, ma la forza e il potenziale non erano nulla se non temprati da fede nell'Imperatore, e i successi che ottenevano sarebbero stati temporanei di fronte all'inesorabile avanzata di Atlantide.
    Rimise l'elmo, lasciandosi una scia di pesanti impronte sulla sabbia, mentre il suo mantello leonino si agitava al ritmo dei suoi passi; avrebbe dovuto chiedere, poi, sul perché questa tradizione tra gli Angeli Oscuri.

    Il mio nome è Mikael, Primarca di Lymnades, Sovrano dell'Oceano Antartico, il Sommo Inquisitore, la Mente di Atlantide, Gran Maestro Supremo degli Angeli Oscuri, Comandante Generale dell'Ordo Tempestus.
    Era la prima volta che faceva ricorso all'interezza dei suoi titoli in una presentazione ufficiale, ma voleva che il suo status di regnante di un settimo del mondo fosse reso palese. Non era un semplice soldato che quell'asgardiana poteva comandare o minacciare, sul quale poteva imporre la sua volontà senza paura di risposte appropriate; ma niente di così scortese uscì dalla sua bocca, nulla spezzò il sereno sorriso che gli increspava le labbra, come se quella situazione non fosse né sgradita e né imprevista.
    Dalla sicurezza dell'elmo fisso lo sguardo in quello di Astra e continuò, senza timore alcuno, la sua voce un continuo cantilenare leggero e moderato, perfettamente controllato come tutto quello che lo riguardava.
    E mi sono trovato qui, in questa si guardò intorno, spostando il capo per rendere palese che stesse prendendo almeno un po' di tempo per ammirare il panorama ridente località, per concludere l'inseguimento e la purificazione della vile creatura che infestava gli oceani della nostra madrepatria. Chiedo scusa per lo sconfinamento, ma mi piace portare a termine ciò che inizio.
    Prese un momento di pausa, girando leggermente su sé stesso, stavolta rivolgendo lo sguardo e la sinistra verso il suo seguito, indicando ad Astra la perfetta formazione nella quale gli Assaltatori si erano disposti.

    Per quanto riguarda la nostra temporanea permanenza, beh, i miei uomini hanno combattuto con il coraggio e l'efficienza di eroi. Non ho avuto cuore di negar loro un attimo per prendere il fiato e riposarsi in maniera relativamente confortevole prima di tornare a casa.
    Sorrise in maniera vagamente più approfondita, spostando il peso del corpo da sinistra a destra, occupando di nuovo l'interezza del campo visivo della ragazza al suo cospetto. Non era una menzogna, ovviamente, Mikael mentiva in maniera estremamente rara, ma, ovviamente, non aveva certo detto tutta la verità.
    Se sei così decisa di negare ai miei uomini un po' di ristoro, posso dire di essere personalmente disposto a combattere per esso. Potremmo risolvere la questione con una amichevole e onorevole sfida tra due guerrieri sacri, forse?
    Un ombra di furbo divertimento gli passò negli occhi, il suo sguardo scintillò di lieve divertimento.
    Oppure potrei tentarti con una tazza di cioccolata calda in compagnia? Se desideri farci restare qui per un po' e non hai altri doveri, s'intende.

    Allargò lievemente le braccia, inclinando in maniera quasi impercettibile il capo.

    YntkbWA

    Decidi tu.





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    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ a te la scelta su cosa fare, Mikael è tranquillo in ogni caso :asd:

    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    ♦ post II ♦ AMETHYST ILLUSION astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    La presentazione più lunga cui avesse mai assistito. A confronto lei si sentiva una principiante e si annotò mentalmente di aggiungere qualche parolone in più al suo personale biglietto da visita. Di solito esordiva con un solido “Sono Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma e ultima discendente della nobile famiglia che un tempo custodiva la sacra Foresta di Ametista”. Forse avrebbe dovuto chiedere a palazzo qualche titolo altisonante in più, come Gran Visir dei Ghiacci Eterni o qualcosa di simile. Trattenne un sorriso, rimanendo completamente impassibile di fronte al Cavaliere di Atlantide e nutrendo una punta d’invidia per la sicurezza con cui aveva snocciolato la sua presentazione.
    Era un bell’uomo, non c’era nulla da dire, forse solamente di qualche anno più vecchio di Astra. Era alto, anche se un po’ meno della giovane Megrez, con un fisico slanciato e dei lineamenti affilati ma che ben si adattavano all’insieme. L’unico problema era la sua espressione costante di quella che la ragazza considerava finta gentilezza. Non era solo educata etichetta, come quella che le avevano insegnato per conversare a palazzo reale, ma un’eccesiva sicurezza delle proprie azioni e delle proprie idee. Una sicurezza tale da sembrare maniacale, piatta e inespressiva.
    Astra, in ogni caso, resse il gioco e si prodigò in un inchino di tutto rispetto che avrebbe fatto invidia a ogni insegnante di bon ton. Abbassò il capo e socchiuse gli occhi, ritornando in posizione eretta solo dopo aver terminato la frase.

    Non pensavo di essere al cospetto di un Sovrano di Atlantide. Chiedo venia per i miei modi così diretti.

    Pst, non era vero. Immaginava già di essere di fronte a un Cavaliere degli Oceani, dopo aver notato il suo assetto da battaglia completamente diverso rispetto a quello degli altri suoi soldati. Ma è sempre cosa buona e giusta elogiare qualcuno per farlo sentire importante, anche se non è esattamente ciò che si pensa davvero.

    La sostanza non cambia. Primarca Mikael, vi ringrazio per aver abbattuto quell’abominio, ma sarebbe bastato avvisarci e ce ne saremmo occupati noi.

    Era facile da capire, no? E Astra era certa che lui fosse ben più intelligente dell’apatia che dimostrava. Non si sconfina in territorio altrui senza avvisare, a meno di un pericolo di un livello tale da poter mettere in crisi le difese dei propri alleati. E quel corrotto, seppur grosso, non era nulla che Asgard non potesse gestire. Sarebbero bastati la giovane Megrez e i suoi automi per occuparsi in modo ben più efficace e veloce di quella che continuavano a considerare una vera minaccia.

    Avreste risparmiato tempo ed energie comunicando con Asgard, trattandoci come alleati alla pari e non come vicini di casa incapaci di curare il proprio giardino.

    E quel paragone da dove è arrivato? Però dobbiamo ammettere che rendeva bene l’idea. Quell’azione così invasiva da parte di Atlantide era un chiaro segnale di una mancanza di fiducia. Una mancanza che era, forse, non da parte dell’intera Casta, ma certamente del nostro caro Mikael. Astra fece, quindi, un cenno con la testa come ulteriore ma più contenuto segno di scuse, viste le parole che stava per dire.

    Perdonate l’offesa che vi sto per arrecare, ma non credo alle vostre parole. Non del tutto almeno.

    In realtà non ci credeva proprio per nulla e l’atteggiamento del Primarca le dava anche particolarmente sui nervi, aumentando ulteriormente il suo sospetto. Si era presentato in un territorio al di fuori della sua giurisdizione, violandone i confini, e non sembrava avere alcuna giustificazione se non quel “portare a termine ciò che aveva iniziato”. Che assurdità.

    La vostra condotta è stata altamente questionabile, troppo legata a un obiettivo che poteva essere benissimo raggiunto in altro modo.

    Voltò la testa prima a destra e poi a sinistra, lentamente, avvolgendo con lo sguardo tutti i presenti di fronte a lei.

    I vostri uomini possono riposare, mai negherei l’ospitalità del mio popolo. E giuro sul mio nome che i miei automi non vi attaccheranno. In nessun caso.

    Alzò nuovamente la mano destra e la Golden Army che la accompagnava fece ancora qualche meccanico passo indietro, per poi flettere le gambe e adagiarsi al suolo come tante gigantesche uova di pasqua.

    Se non vi spiace, però, vorrei accettare la vostra prima offerta. Sono convinta che un’amichevole e onorevole sfida tra Cavalieri possa fornirci la chiarezza che le parole non riescono a dare.

    Utilizzò le stesse parole di Mikael per descrivere la proposta, offrendosi volontaria per approfondire la loro conoscenza. Una conoscenza che, se del caso, si sarebbe approfondita in modo alquanto peculiare. Loro due erano Cavalieri e non c’era alcun male a incrociare il loro cosmo per saggiare le rispettive capacità. Se poi fosse anche riuscita a carpire qualche retroscena della goffa semi-invasione o, ancora meglio, bloccarla sul nascere, sarebbe stato perfetto.

    Sarà uno scontro assolutamente amichevole, s’intende. Senza alcuna ripercussione diretta su Asgard o Atlantide. Se anche voi siete d’accordo e non avete altri doveri diversi da quelli che avete dichiarato, spero proprio che non sia un problema.

    Terminate quelle parole, Astra avrebbe allargato le braccia entrando in sintonia con gli Spiriti della Natura. Mimando, così, l’inizio di un grande abbraccio, il terriccio tutt’intorno a loro avrebbe cominciato lentamente a muoversi, cercando di creare un’arena circolare del diametro di circa cento metri delimitata da solchi nella sabbia profondi un metro. Nell’allietare il suo interlocutore con quell’innocua azione, la giovane Megrez gli avrebbe sorriso, attendendo con pazienza – se tutto fosse andato come previsto – che i soldati atlantidei uscissero da quel perimetro.

    Cosa ne dite? Mi piacerebbe molto confrontarmi con un Primarca di Atlantide. Ho sentito solo grandi storie sul vostro conto.

    Beh, in realtà non erano proprio tutte queste grandi storie. A volte i racconti del recente o meno recente passato erano decisamente poco edificanti nei confronti di Atlantide.

    Spero solamente di essere alla vostra altezza.

    Oh, non pensate che lei dubitasse anche solo per un istante di non essere all’altezza di quell’invasore proveniente dagli abissi. Stava semplicemente e con gusto continuando con quella falsa cortesia che faceva esattamente il verso a quella di Mikael.
    Certo, lei non era nessuno per decidere le politiche di Asgard, non ancora almeno, ma era sicuramente capace di valutare una situazione specifica. E quella situazione non le piaceva per niente, tanto da volerla assolutamente approfondire. E cosa c’era di meglio di un’onorevole sfida per saggiare la veridicità delle dichiarazioni del monocorde Mikael. Se il Primarca non avesse avuto altri piani nascosti, avrebbe tranquillamente potuto spendere del tempo in compagnia della nostra giovane e rampante Astra Megrez.

    Se non mi ammazza prima Gunther, quanto torno potrei dover giustificare le mie azioni al Celebrante o a qualcuno di altrettanto contrariato al palazzo reale. La faccenda, però, proprio non mi torna e non posso permettere che Asgard venga in qualche modo violata da Atlantide. Sono certa di aver ragione, ma se così non fosse, lo scoprirò presto. Alla peggio, posso considerare questo scontro amichevole come un allenamento extra che mi fornirà qualche informazione in più sui nostri “alleati”.

    Si può virgolettare un pensiero? Difficile, ma Astra stava proprio pensando a se stessa mentre virgolettava la parola “alleati”, quindi per lei aveva tutto un senso. Anche perché, a dirla tutta, non era poi così certa che Atlantide avesse davvero dei buoni rapporti con qualsiasi altra Casta. Asgard inclusa.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Ottimo.
    STATUS MENTALE ♦ Tu non me la racconti giusta...
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Sei molto carino Miakel, eh, ma ad Astra proprio non piaci. Non è colpa tua, ma è lei che non sopporta quell’atteggiamento fintamente neutro in una situazione palesemente sospetta xDD Quindi la cara Megrez ti fa un pippone estremamente educato, dubita delle tue parole e, infine, accetta di buon grado la proposta di uno scontro amichevole. Il “ring” circolare scavato nella sabbia è solo scenico, e non fornisce alcun vantaggio competitivo. Servirebbe solo a delimitare il nostro campo di allenamento e permettere ai soldati di allontanarsi alla giusta distanza per non essere coinvolti. Comunque ho lasciato al condizionale l’azione per permetterti di decidere se accettare il tutto oppure no. Direi che la richiesta è chiara: combattiamo in allegria e in amicizia, così da evitare incidenti diplomatici. Poi vediamo cosa succederà :kuku:
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


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    cKE2hq8
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    Perfetto, assolutamente perfetto.
    A conti fatti non gli interessava per niente che non gli credesse, non era lì per quello, non voleva giustificare le sue azioni più di quanto non fosse strettamente necessario, se avesse voluto avrebbe potuto costruire menzogne e inganni ancora più credibili, ma non ne aveva oggettivamente voglia. Dopotutto, il suo vero proposito lì era accumulare informazioni, e non c'era modo migliore per farlo che durante un duello; avrebbe potuto farlo in circostanze meno movimentate, vero, ma il processo sarebbe stato molto più lento e graduale nell'atto di occultare il suo sondare. Perché, ovviamente, le avrebbe letto i ricordi in qualsiasi caso: le informazioni che Mikael desiderava non erano quelle di cui si parlava volontariamente, dopotutto, e non c'era modo migliore per occultare la sua cerca che con altre illusioni ben più percepibili.
    Non una parola di Astra scompose il suo contegno, il suo sorrisetto tranquillo e soddisfatto che si allargò vagamente alla proposta della Custode, cosa alla quale seguì un netto inchino del capo. Il suo manto si agitò a quella manifestazione di rispetto, sospinto dal movimento del suo portatore.
    Sarà un grande onore confrontarmi con voi, Lady Astra. E, altrettanto, spero di essere alla vostra di altezza.
    Prima di iniziare quel simpatico scontro, tuttavia, Mikael fece un cenno con la mano verso la Custode, come a chiederle di attendere giusto un attimo che i suoi uomini si disponessero a distanza di sicurezza dall'area preposta.
    Ragazzi, rompete le righe e tornate a fare quello che stavate facendo prima. Riscaldate la cioccolata, preparate i marshmellow, e tenete pronte riserve mediche, tutto anche per Lady Astra, ovviamente. E sì, potete iniziare a scommettere.
    L'istante in cui la minaccia di un attacco da parte degli automi scomparve, gli Assaltatori Imperiali, l'elite assoluta della fanteria imperiale, addestrati e indottrinati fin da bambini ad essere fedeli servi di Atlantide, rivelarono un lato di loro che al pubblico non era assolutamente concesso vedere. Un lato molto più divertente.
    Comandante, se vi punto contro mi fate fucilare?
    No, Assaltatore Stuart, mica siamo Artici.
    Una risata generale seguì la sua battuta, seguito da un "VENTI TRONI SULLA CUSTODE" urlato a pieni polmoni.

    Mikael, ormai messo a cinquanta metri da Astra, colse quell'istante di preparazione per passarsi la mano sul volto in un gesto che sarebbe potuto essere interpretato come di stizza se non per la leggera risata che gli stava scuotendo il petto.
    A quanto pare avete un ammiratore, Lady Astra.
    Si concesse un momento per far scemare la tensione, quasi a voler calmare un po' le acque che aveva volontariamente e consapevolmente agitato, ma più che altro per ammirare la reazione che la custode avrebbe avuto quando confrontata con la presenza di un lato ben più umano del suo opponente. E poi, ridere faceva bene al corpo e allo spirito.
    E infine, una volta che Astra fosse stata pronta, Mikael prese la prima mossa. Abbassò le ginocchia, sollevando entrambe le braccia dinnanzi al petto, il palmo sinistro rivolto verso la custode e il destro disteso parallelo al suolo, in una posa perfetta e totalmente fluida, quasi come se stesse invitando la ragazza a farsi sotto.
    Inutile dire che la sua mente aveva già iniziato ad agire, un illusione diretta verso la mente della sua avversaria nel tentativo di ghermirla.

    Il cosmo dell'Atlatideo davanti a te vibra e pulsa, una fiamma dorata che si agita al vento, e si espande. Le nuvole si addensano nel cielo, coprendo e oscurando quel poco di luce che passava, riflessa nella forma aurea degli automi.
    C'è una strana vibrazione nell'aria, i capelli prendono a rizzarsi da soli in ogni direzione, scintille azzurrine schioccano in ogni dove, un suono che si fa sempre più numeroso e continuo, lo scricchiolio di elettricità che si sta protendendo ed espandendo ovunque. Oltre le nuvole nere vedi una luce sinistra che illumina quelle profondità plumbee, poi un'altra, poi un'altra ancora, tutto nell'arco di pochissimi istanti, troppo veloce, nel momento in cui il pensiero di imbastire una difesa ti raggiunge è già troppo tardi.

    fcbca2ecc3c5fe3441a84795a42918f2

    La tempesta cade.
    Innumerevoli strali di elettricità si abbattono in ogni dove, aprendo la terra, sciogliendo la sabbia in lunghe linee di materiale fuso, arancione e fumante, e abbattendosi contro di te; i fulmini ti trapassano in molteplici punti, e il dolore è ATROCE . Ti senti bruciare in ogni dove, ogni strale deposita in te una scarica tremenda che si propaga ovunque: la tua pelle, nei punti in cui i fulmini ti toccano direttamente, si annerisce e si apre, spaccandosi e ustionandosi, addirittura ti sembra che la carne e il sangue si stia vaporizzando tanto il calore e il dolore che ti arriva dritto al cervello come un pugnale rovente.
    I tuoi arti tremano e prendono a muoversi spasmodicamente, fuori dal tuo controllo, le scariche elettriche stanno martoriando i messaggi nervosi che mandi inconsciamente ai muscoli, facendoti rovinare a terra come una massa annerita e purulenta, sanguinante e fumante, e martoriata da una tempesta che non finisce


    mai.



    Non che fosse rimasto inerte nell'attesa che l'illusione facesse il suo corso.
    Resosi invisibile, Mikael lasciò un ologramma di sé nel suo punto di partenza, mentre la sua maestria illusoria si diresse verso l'ambiente circostante: lasciò innumerevoli segni, illusione di lunghe linee di sabbia e roccia fusa e fumante, allo scopo di confondere ulteriormente la sua avversaria.
    Il Primarca, reso invisibile, si spostò verso sinistra, all'orlo dell'arena, mentre un'altra illusione rendeva invisibili le tracce del suo passaggio.
    E la sua mente processava le informazioni, i ricordi che Astra aveva, acquisiti in quell'impulso mentale che aveva infuso nell'illusione precedente.

    Oh, chissà che cosa avrebbe visto.

    hiaAmxR


    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ ordunque, iniziamo a menarci. Prendo la prima mossa e ti lancio un'illusione mentale con proporzionale dispersione di energia vitale (Attacco Forte singolo), descritta in post. Poi uso un'illusione ambientale per lasciare sulla sabbia e sul campo segni di contatto con fulmini ed elettricità per farti credere che sia tutto vero, nel frattempo ho lasciato un ologramma di me stesso nel punto di partenza mentre io, invisibile e mentre illusiono la terra in modo da non far vedere le impronte che mi lascio dietro, mi sposto verso l'orlo dell'arena alla mia sinistra.
    Ovviamente, occultata nell'illusione mentale, c'è allegato un po' di lettura dei ricordi. Descriverò cosa vedo all'inizio del mio prossimo post.

    Nota stilistica: visto che non hai difese mentali descriverò le mie illusioni con stile "da master", per rendere meglio ogni aspetto dell'illusione stessa :asd: .

    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    Più che in procinto di scontrarsi, Astra e Mikael sembravano stessero attendendo che il te delle cinque venisse servito. Continuavano a scambiarsi parole di gentile elogio, mentre si stavano preparando a incrociare i loro cosmi in modo amichevole. O almeno, in teoria quell’incontro sarebbe stato ufficialmente amichevole, perché la giovane Megrez non era così sicura che, una volta dato fuoco alle polveri, si sarebbero effettivamente trattenuti. Poco importava, in ogni caso, poiché uno scontro tra due Cavalieri che avevano concordato i termini d’ingaggio non avrebbe avuto conseguenze sulle relazioni tra Caste. E ciò avrebbe permesso loro di saggiare le rispettive potenzialità senza scatenare una guerra dei mille anni.
    Il guerriero di Atlantide ricambiò i complimenti di Astra con altrettanta educazione, per poi rivolgersi ai suoi soldati e ordinare loro di lasciare quello che sarebbe diventata l’arena dello scontro. In quel frangente Mikael si dimostrò completamente diverso da come si era presentato, scambiando parole e sorrisi con il suo piccolo esercito. Il tono e l’atteggiamento allarmarono ancora di più la giovane Megrez, quasi confermando di averci proprio visto giusto. Il Cavaliere degli abissi, infatti, sembrava avere molte facce, una per ogni situazione. Palesare in modo così cristallino la distonia tra due approcci così diversi, aveva l’effetto di sminuire automaticamente tutto il rispetto e l’educazione poco prima dimostrati. Astra non avrebbe mai utilizzato un tono così colloquiale e poco formale di fronte ai compagni d’arme di Asgard e men che meno avrebbe permesso loro di parlare al padrone di casa in quella maniera.
    La ragazza alzò un sopracciglio contrariata, ma ormai aveva perso le speranze nei loro confronti. Non si aspettava rispetto e non avrebbe concesso loro più rispetto della semplice formalità di facciata. Inoltre, il fatto che i quasi-invasori stessero sottovalutando il popolo dei ghiacci eterni nonché l’intera situazione che si era venuta a creare, avrebbe giocato a suo vantaggio. Nessuno si aspetta un pericolo da qualcuno che si ritiene innocuo. E, in ogni caso, diciamocela tutta, se quel manipolo di uomini si fosse mai rivelato in qualche modo pericoloso per Asgard, non avrebbe esitato a scatenare tutta la sua furia e quella della Golden Army per farli ritornare in mare. A pezzi.

    Signorina Astra, non fatevi influenzare dalle vostre emozioni. Non troppo almeno. Rimanete concentrata sull’obiettivo e tenete sempre la guardia alzata.

    Gunther aveva sempre ragione. Le tornarono in mente le parole che il suo mentore pronunciava quando si allenavano con la spada, specialmente quando lei finiva con il sedere per terra nonostante i suoi sforzi. Era inutile concentrarsi sulle proprie emozioni troppo a lungo, soprattutto quelle più egoistiche, ma era necessario guardare la realtà con occhio distaccato per trovare soluzioni sensate. Quindi, accantoniamo per un momento il rancore nei confronti dei maleducati atlantidei e concentriamoci sulla sfida.

    Addirittura?

    Sorrise solamente nei suoi pensieri, mentre manteneva il suo atteggiamento gelido e autoritario. I soldati degli oceani stavano scommettendo sul loro scontro e qualcuno aveva addirittura avuto l’ardire di scommettere contro il loro comandante. Astra si mostrò fintamente compiaciuta, alzando nuovamente il sopracciglio ma nascondendolo con un profondo inchino verso gli scommettitori.

    Vi ringrazio per la fiducia.

    Resse il gioco perché sapeva che ormai tutto stava per iniziare e, in effetti, Mikael si mosse nel suo usuale modo pacato per posizionarsi di fronte alla giovane Megrez. L’uomo assunse una posa alquanto buffa, simile alle movenze dei vecchi film di arti marziali cinesi. La ragazza, alzò gli occhi al cielo, non cogliendo l’invito ma preparando comunque il suo cosmo alla battaglia. La battaglia, però, senza che lei se ne accorgesse, era già iniziata.
    Difficile descrivere la sensazione precisa, ma era chiaro che qualcosa non andava. Si sentì subito violata, senza difese, come se fosse di fronte a qualcosa più grande di lei. Che strano, però, perché il Cavaliere di Atlantide non le era parso poi così forte. Che avesse trattenuto il suo potere? Non riusciva a spiegarselo, ma non ci fu il tempo di indagare perché tutto il mondo attorno a loro mutò come il cambio di scena di un film.
    Le nuvole si addensarono in cielo, caricandosi di un’inusuale concentrazione di elettricità. Astra mosse la gamba sinistra indietro, come se volesse assumere la posizione di guardia della scherma. Era un suo riflesso incondizionato di quando voleva mettersi sulla difensiva, e non c’era occasione migliore di quel momento per farlo. I fulmini crepitarono sopra le loro teste, generando una tale quantità di elettricità statica da farle letteralmente drizzare i capelli in testa. Sarebbe stata una scena simpatica, se non fosse per ciò che accadde poco dopo. La violenza elettrica si abbatté improvvisamente sulla giovane Megrez, che non fece nemmeno in tempo a imbastire un’efficace difesa. Cercò di chiudersi a riccio richiamando la sua Ametista, ma non accadde nulla. Ogni sua parte del corpo viene attraversata dalla forza della Natura, riducendola a un parafulmine che non era ancora conscio della sua funzione primaria.
    Non riuscì nemmeno a parlare da tanto gli stimoli nervosi stavano facendo impazzire le sue sinapsi. E nel totale silenzio vide la sua candida pelle deformarsi, per poi accartocciarsi e sfaldarsi come carta sul fuoco.

    AAAH!

    Gridò, ma solo nella sua testa, mentre una lacrima le scese sul viso altrettanto martoriato. Non era una lacrima di dolore, ma una reazione spontanea del suo corpo a quella situazione incontrollabile. Girò gli occhi in ogni direzione, vedendo come Mikael fosse ancora al suo posto.
    Stava cercando di ucciderla? Non era forse un duello amichevole, ad Asgard per di più?
    Non sapeva cosa fare, se non constatare come il Cavaliere di Atlantide avesse la capacità... di manipolare il tempo atmosferico?

    N-non è possibile.

    Un pensiero difficile anche solo da formulare, ma non aveva tutti i torti. Perché gli Spiriti della Natura si stavano rivoltando contro di lei, proprio nella sua terra natale? Cercò di concentrarsi, per quello che poteva, al fine di entrare in sintonia con ciò che la circondava, ma senza riuscirci. Ci provò ancora, ancora e ancora. Nulla. Qualcosa non andava, ne era certa. Da quando era diventata Cavaliere di Megrez non c’era stato un solo giorno in cui non fosse riuscita a percepire la Natura attorno a lei, anche i più piccoli cambiamenti. In quel momento, invece, era il più totale blackout. Cercò di muovere le mani, o quello che rimaneva di esse, per un ultimo sforzo.

    Spiriti della Natura!

    Li invocò a gran voce, ancora una volta senza proferire parola. La ragazza espanse il suo cosmo come se fosse un faro nella notte, cercando banalmente di smuovere la sabbia attorno a lei. Ancora nulla, neanche un granello di sabbia. Non poteva essere vero ed era come trovarsi in un altro mondo.
    Che cosa hai appena detto? Un altro mondo? Esatto, forse era quella la chiave di tutto.
    La furia le montò nel petto perché si stava trovando in una condizione impossibile. E le condizioni impossibili sono spesso davvero tali. Era come essere in un sogno a occhi aperti. Il cosmo divampò ancora una volta e, proprio in quell’istante, qualcosa accadde. Vide le sue mani intatte solo per il tempo di un battito di ciglia. Poi spinse ancora il suo potere delle stelle e pian piano la realtà cominciò lentamente a prendere il posto di quello che poteva definirsi come un inganno. Astra si trovò con il ginocchio destro poggiato a terra e dovette sostenersi anche con le mani per non cadere di faccia. Tutte quelle ferite non c’erano più, ma il dolore non era sparito. Anzi, era pulsante più che mai.
    Era stata vittima di un’illusione, e una davvero molto efficace. Le avevano raccontato di guerrieri in grado di manipolare la mente e il fatto di non conoscere l’avversario aveva aumentato l’effetto sorpresa.

    Non potrò più fidarmi di ciò che vedo e percepisco.

    Quello era poco ma sicuro. Aveva avuto la conferma che Mikael era davvero qualcuno portato per gli inganni e non avrebbe mai più creduto a una sua sola parola. Magari l’uomo aveva già iniziato a ingannarla molto tempo prima e lei non se ne era nemmeno accorta. Poco male, avrebbe riportato quell’importante informazione al palazzo reale appena terminato lo scontro. Inoltre, in caso di pericolo imprevisto, l’indistruttibile Golden Army si sarebbe attivata facendo una strage di corpi.
    Studiò la situazione in un istante, senza trovare una vera e propria soluzione, ma c’era sicuramente un particolare su cui la ragazza si stava focalizzando.

    Il cosmo difficilmente inganna un Cavaliere.

    Indubbio. In un momento di completa incertezza, cercò di trovare un valido appiglio per continuare lo scontro. E quella era una solida speranza cui aggrapparsi. Mikael avrebbe potuto ingannarla quante volte voleva, lei avrebbe sofferto come non mai, ma il solo fatto di combattere avrebbe implicato l’utilizzo del cosmo. Un potere che ogni Cavaliere era in grado di percepire in modo alquanto preciso e che Astra riusciva a distinguere in quell’arena che ospitava solamente loro due.
    Non si alzò, ma cominciò a sorridere sommessamente, pur mantenendo lo sguardo a terra. Con fatica schiuse le labbra, impastate per il dolore, per poi rivolgersi a quello che era diventato a tutti gli effetti il suo nemico.

    È stata un’esperienza...

    Voleva utilizzare un termine adatto, e lo trovò immediatamente.

    ...interessante.

    Esperienza interessante che avrebbe avuto un seguito. E che seguito.

    La situazione non è delle migliori, certo, ma devo ricordarmi gli insegnamenti di Gunther.

    Che cosa diceva il caro Gunther?

    Se un avversario non lo capite, studiatelo signorina Astra. E se non avete tempo di studiarlo, trafiggetelo con la spada per poi studiarlo quando non si muove più.

    Un po’ brutale per gli standard del suo mentore, ma era una frase che le ripeteva per ricordarsi che a volte essere troppo razionali poteva essere uno svantaggio.
    Ma non era forse il contrario, o quasi, della citazione dello stesso Gunther fatta poco prima? Rimanere concentrati, non farsi influenzare dalle emozioni, e tutto il resto?
    Oh certo, ma bisognava essere pronti a tutto, a ogni evenienza possibile, e in alcuni casi il solo raziocinio non era in grado di spiegare tutto. Era in quei momenti che l’istinto di sopravvivenza doveva prendere il sopravvento. E la discendenza dei Megrez non sarebbe mai arrivata così lontana senza dar fondo a uno spirito di adattamento fuori dal comune. Asgard non era mai stata una terra facile in cui vivere e le scelte che i suoi antenati avevano dovuto compiere non erano sempre state semplici.
    D’altro canto la sua casata era rappresentata dall’Ametista e dalle ossa dei morti. C’era un motivo dietro quel simbolismo, e Mikael lo avrebbe scoperto a breve.

    Ti farò provare le stesse sofferenze, ma saranno reali come l’aria che respiri.

    E, infatti, l’aria avrebbe cominciato a muoversi. Era ancora ufficialmente un duello “amichevole”, ma nessuno vietava di restituire il danno subito cercando di farne pagare anche gli interessi. L’unico problema era decidere se fidarsi della sua percezione cosmica oppure no. Non c’erano alternative, in ogni caso, e quindi non rimaneva che rendere il tutto decisamente più interessante.
    Pensare a destra e agire a sinistra. Quella era un’altra delle massime di Gunther – ancora lui? Era proprio un pozzo di conoscenza. Lo diceva per farla abituare a elaborare strategie nuove anche sotto pressione. E Astra fece proprio quello: pensò destra, ma agì sinistra. Non letteralmente, chiaro, ma ci siamo capiti.
    Dalla posizione rannicchiata in cui si trovava, sarebbe rimasta poggiata con il ginocchio destro ed entrambe le mani a terra, fissando con gli occhi nel vuoto verso il basso. Avrebbe in tal modo minimizzato i suoi movimenti, cercando di utilizzare meno energia fisica possibile, per stabilizzare le sue condizioni e riversare tutta la furia nel suo attacco.
    D’improvviso, però, alzò la testa per fissare dritta di fronte a lei, dove la figura del suo avversario appariva ancora al suo posto. Guardò in quella direzione per iniziare la sua personale “illusione”, il suo bluff, anche se da quella posizione non le sembrava di avvertire una presenza cosmica importante. La concentrazione di cosmo, infatti, era più spostata al limitare dell’arena, lontana dalla zona centrale da cui avevano iniziato lo scontro. L’obiettivo era quello di far pensare a Mikael che fosse caduta del tutto nel suo inganno – anche se non poteva escludere che fosse davvero così.
    In quel momento, i venti di tutta la zona avrebbero cominciato a vorticare ululando per la violenza con cui si stavano scatenando, per poi creare una pressione dall’alto verso il basso. Lo scopo era cercare di schiacciare a terra il Cavaliere di Atlantide, o comunque rallentarlo nei movimenti. L’arena sarebbe stata investita nella sua interezza, ma con una certa predilezione alla zona che ospitava la traccia cosmica più evidente. Il suo attacco, però, non era finito lì. Era solo l’antipasto per quello che lei aveva ribattezzato come il Ragnarok di Asgard.

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    Richiamando il devastante potere dell’Ametista, Astra avrebbe creato decine di grossi meteoriti costituiti dal violaceo minerale, compatto e concentrato, ognuno del diametro di una decina di metri e pesanti, molto pesanti. Questi terrificanti costrutti si sarebbero abbattuti su tutta l’area adibita al loro combattimento, ma i venti avrebbero fatto in modo che intensificassero la loro caduta nella zona in cui le era sembrato di percepire il potere delle stelle. I massi avrebbero, quindi, cercato di schiacciare e annichilire il nemico, sfruttando il loro peso e la possibilità di esplodere in miriadi di violente schegge di Ametista e scintille di cosmo. E non c’era da dimenticarsi che ogni contatto o ferita provocata dal minerale avrebbe dato il via a un processo di debilitazione progressivo e difficilmente contrastabile.
    E chissà se ferite e mancanza di energie avrebbero fatto perdere la concentrazione a quella subdola mente del Cavaliere di Atlantide. La ragazza sperava proprio di limitare il più in fretta possibile quella peculiare abilità del nemico.

    Vediamo chi cadrà per primo.

    Oh, facile Astra. Chi sottrarrà più velocemente energia all’altro. Muoviti cara Megrez, perché Mikael ha già iniziato con il botto. Non che tu sia stata da meno, ma non vantartene troppo. Non ancora.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ Primi danni neurologici causati dall’attacco mentale e principio di debilitazione dell’energia vitale.
    STATUS MENTALE ♦ Mentitore :addit:
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Reggo il gioco di battute e scherzetti, ritenendolo un noioso diversivo prima del nostro scontro. Poi mi preparo alla pugna, ma purtroppo il duello era già iniziato senza che me ne potessi accorgere. Attacco mentale, tanto male e tante altre cose, ma cerco di aggrapparmi al fatto che non può già finire così e, aspetta un momento: non percepisco gli Spiriti della Natura intorno a me. Che siano veri queste nuvole e questi fulmini? Si tratta di un escamotage più scenico che altro (alquanto plausibile in realtà) per espandere il mio cosmo di brutto e riprendere la lucidità quell’istante che basta a farmi vedere che le ferite in realtà non ci sono e uscire dalla malia. I danni neurologici però rimangono, dannato. Allora mi incacchio di brutto perché Mikael mi ha ingannata, ma allo stesso tempo capisco che non mi potrò più fidare a pieno delle mie sensazioni. Però, hey, i Cavalieri usano il cosmo per indossare l’armatura e utilizzare le proprie abilità, quindi non è che ci ho visto giusto quando ho percepito il potere delle stelle in una zona circoscritta del campo di battaglia? A questo punto perché non creare il mio personale inganno? Guardo dritto negli occhi l’illusione ambientale come se fossi davvero tu, sperando però che non sia tu (anche se non posso saperlo con certezza) e dare inizio al mio bluff. Rimango a terra per evitare dispendio di energie inutile, ne ho già perse abbastanza, e faccio partire il mio attacco. Con gli Spiriti della Natura muovo i venti per cercare di schiacciarti al terreno o comunque rallentarti i movimenti [AD] per poi scatenare il Ragnarok di Asgard in tutto il suo splendore [AF]. Scommettendo su me stessa, copro tutta l’area del nostro scontro ma do una particolare attenzione alla zona in cui percepisco più cosmo. Le meteore di Ametista sono grosse, pesanti, cattive, esplosive e si portano sempre dietro il potere debilitante del minerale viola. Caro Mikael, rimarrai mentalmente concentrato ancora per molto? :kuku: Infine, riguardo alla lettura dei ricordi, per agevolarti ho citato almeno tre volte Gunther nel post, quindi divertiti :asd:
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Ragnarok di Asgard ♦
    Astra non può nemmeno lontanamente immaginare come fu il Ragnarok ad Asgard, anche perché ai tempi lei era troppo piccola per essere messa al corrente di certe cose. Questa tecnica, però, ricrea la sua idea di quell’avvenimento accaduto nel recente passato. Lei si era sempre immaginata una fine del mondo stile estinzione dei dinosauri, con il classico meteorite che pone fine alla vita.
    Ecco, con quest’attacco la guerriera andrà proprio a generare nel cielo degli enormi e pesantissimi agglomerati di cosmo e dura Ametista, tendenzialmente a forma di sfera irregolare, per poi scagliarli sul nemico o su tutta l’area di effetto della tecnica. L’obiettivo di tali meteoriti sarà quello di cercare di schiacciare, distruggere e annichilire l’avversario, sfruttando il loro peso e la possibilità di esplodere in miriadi di violente schegge di Ametista e scintille di cosmo. Il tutto può essere reso ancora più insidioso grazie agli Spiriti della Natura che, per esempio, potrebbero intervenire per deviare il prevedibile moto discendente dei costrutti attraverso violente correnti ventose.

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    C'era un certo tipo di persone: coloro che, nel momento in cui acquisivano memorie relative alla persona che avevano davanti, utilizzavano tale informazione per danneggiare i propri avversari in maniera assolutamente personale. Per fortuna di Astra, Mikael non apparteneva a questa categoria.
    Riteneva fosse scortese, se non alquanto disonorevole, ricorrere a tali mezzi contro avversari che non avevano personalmente provocato la sua ira e non erano bersagli di purificazione. Certo, ogni riguardo e cura sparivano nel nulla quando si trattava con servi dei Nemici, ma l'asgardiana al suo cospetto non era una nemica, per ora, e poi dare indizi sul suo vero scopo in quella battaglia avrebbe potuto avere effetti nefasti su quella giornata. La luce psionica brillò nella mente della ragazza come un faro nella notte, aggrappandosi al filo dei suoi pensieri e seguendo con precisione totale e assoluta, in quei brevi istanti cercò e trovò parte di quello che voleva: frasi, affetto, tristezza, senso di colpa, una sola persona rimasta ad aiutarla, solo uno, un singolo nome, Gunther. Oh, che storia triste quella della ragazza.
    Ovvio, non che gli importasse del passato strappalacrime dell'asgardiana, non era effettivamente interessato a quello, ma prese comunque nota per il futuro. Avrebbe davvero potuto usare tutte queste informazioni per colpirla in una maniera che non avrebbe mai potuto immaginare. Ma quello sarebbe stato in un ipotetico secondo momento.
    Tornando alla situazione attuale, c'era una simpatica pioggia di meteore in arrivo sull'interezza dell'arena, e principalmente nell'area occupata dal Primarca. Mhhhhh, quello sarebbe stato un po' un problema.

    C'erano lati positivi, comunque. Concentrare attacchi in una zona singola equivaleva tralasciare le altre, dandogli in maniera quasi involontaria un modo per limitare i danni, ma prima avrebbe dovuto liberarsi dall'assalto di vento che cercava di tenerlo fermo sul posto. Beh, non che avesse troppe scelte, farsi schiacciare da quelle rocce violacee poteva non essere particolarmente piacevole come esperienza.
    Mantenne l'illusione di invisibilità che lo teneva occultato, estendendo attorno a lui una barriera di Cosmo che respinse la spinta dei venti, scattando dunque al di fuori del raggio d'azione del cluster di meteore ma sempre nel perimetro delimitato dall'arena; o meglio, provandoci. Sebbene riuscì ad evitare le dirette conseguenza dello schiacciamento, parte dell'attacco lo raggiunse comunque; quando le rocce toccarono la terra il comprensibile spostamento di materia generò una sorta di potente esplosione, rocce stesse che si frammentarono in molteplici pezzi e scaglie dirette contro di lui. Spostò le braccia davanti al volto, proteggendo punti immediatamente vitali, in previsione del comprensibile danno; la sua barriera di cosmo respinse parte di rocce e schegge, ma cedette nell'istante in cui una scheggia un po' più grande arrivò ad impattare contro i suoi arti superiori. Incredibilmente duro, questo materiale. L'impatto scaraventò Mikael all'indietro, costringendolo a fare appello a tutta la sua coordinazione per restare in controllo dei suoi movimenti, svolgendo un'agile capriola in aria e atterrando essenzialmente dall'altra parte di quell'arena improvvisata: peccato che nessuno avrebbe potuto vedere quel suo piccolo preziosismo.
    La sua scale aveva assorbito parte di quel danno, ma aveva indubbiamente sentito il colpo. C'era altro però, si sentiva più stanco di quanto non avrebbe dovuto essere, la sua mente un po' più lenta, il suo cosmo un po' più goffo; indubbi segni di privazione di energia vitale.
    Ah, dunque avevano poteri simili, lui e Astra. Il pensiero gli provocò un moto di ilarità, seguito dalla realizzazione che avrebbe dovuto farsi toccare il meno possibile dal minerale. Oh beh, c'era dunque possibilità che quello scontro potesse essere davvero, e oggettivamente, divertente.

    Ahhh, non andava bene. Adesso Mikael voleva davvero vincere.
    La copia olografica che era rimasta davanti ad Astra sorrise, leggermente, prima di scomporsi in una decina di cloni che apparvero in ogni direzione attorno alla ragazza, circondandola e lasciandosi dietro i segni fisici, come sempre illusori, del loro passaggio; un tentativo, piuttosto semplice, di occupare la visuale prima di scatenare la sua nuova offensiva mentale, preparandosi dunque ad acquisire ulteriori ricordi.

    Notevole.
    La voce dell'atlantideo risuona, contemporaneamente, dalle dieci copie che si sono disposte tutto attorno a te. C'è una strana nota in questa multipla intonazione, un misto di interesse e ammirazione, prima che la copia centrale alzi la mano destra, sollevando l'indice come se stesse puntando a qualcosa di invisibile in cielo.
    L'aria comincia a farsi sempre più calda, il vento diventa prima tiepido, cosa che ti provoca un involontario moto di sollievo rispetto al rigido freddo di Asgard, ma presto il tepore diventa sempre più sgradevole: fa caldo, l'aria inizia a distorcersi intorno a te e in lontananza, mentre l'oro del suo cosmo brilla e si aggrega in una massa di energia prima informe, ma il cui colore varia immediatamente in un arancione sempre più acceso. Il calore diventa quasi intollerabile, la terra si scioglie e polverizza sotto quella piccola sfera di cosmo che si ingrossa; sempre di più, sempre di più, prima di diventare abnorme.

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    [CRUEL SUN]


    La massa di cosmo e fiamme si stabilizza, pulsando una singola volta come se fosse un immenso organo vivente, prima di iniziare ad attaccare.
    Il calore si fa improvvisamente e terribilmente intenso, paralizzante, la Robe perde la sua colorazione originale e diventa di un arancione rovente, contatto col metallo brucia e ustiona in maniera orribile la tua pelle e i tuoi muscoli, prima che si sciolga in una massa di materiale fuso che scorre sul tuo corpo e lo bruci ancora più terribilmente.
    La tua pelle si annerisce, spaccandosi, i tuoi muscoli si sfilacciano e vaporizzano, le ossa si polverizzano, del tuo corpo sta restando solo una massa di pulviscolo carbonizzato.

    Perché sei ancora cosciente? Perché senti ancora quel dolore atroce?

    E poi, tutto si riavvolge.

    Il tuo corpo riacquista consistenza, si riforma in maniera estenuantemente lenta, persino il materiale fuso della Robe ti scala addosso per poi tornare alla sua integrità fisica precedente. E poi, torni a bruciare daccapo, prima di ricomporti un'altra volta e disintegrarti nuovamente.
    Ancora

    E ancora

    E ancora

    E ancora

    E ancora

    E ancora.

    All'infinito.





    hiaAmxR


    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE ◊ forte contusione alle braccia, leggere ferite da impatto diffuse nella parte anteriore, primo accenno di dispersione di energia vitale
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ allur, ti leggo un po' di ricordi, poi passo alla difesa contro la pioggia di meteore. Evito di essere schiacciato direttamente, ma l'impatto mi fa comunque male e mi scaraventa dall'altra parte dell'arena (sono sempre invisibile). Uso le ambientali per far scomporre il clone olografico che hai davanti in una decina di copie per occuparti la visuale, poi ti sparo un'altra illusione mentale + dispersione di energia vitale. Come prima, lettura del secondo set di ricordi time.


    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    Quanto adorava quella tecnica, capace di travolgere tutto e tutti con l’inaspettata violenza della sua perfetta Ametista. Era un connubio di bellezza e furia, con dei costrutti creati dall’elegante minerale viola che si abbattevano sul nemico con l’intento di annientarlo. Non che volesse annientare Mikael, sia chiaro, non ancora almeno, ma gli avrebbe potuto dare dei gran grattacapi.

    Uhm.

    Socchiuse gli occhi per cercare di concentrarsi sulle alterazioni del cosmo altrui e percepì una qualche variazione. Sapeva di non potersi più fidare della sua vista e, in alcuni casi, anche dei suoi altri sensi, ma la percezione cosmica le permetteva di farsi un quadro, seppur molto sbiadito, di ciò che accadeva dietro quel velo di falsità. Probabilmente il Cavaliere di Atlantide aveva dovuto difendersi dall’attacco della giovane Megrez, ma la situazione non la rendeva soddisfatta. Sembrava mancasse qualcosa.

    Forse... sono stata una stolta a pensarlo?

    Cosa Astra? Che succede? Rispetto all’energia che aveva speso e perso, il suo livello di potere sembrava più debilitato rispetto all’avversario e non poteva escludere che qualche regola fosse stata violata. Regole che si erano autoimposti e che nulla, se non l’onore e l’orgoglio, avrebbero impedito di violarle. Astra, infatti, aveva tracciato il loro campo di battaglia prima dell’inizio dello scontro, allo scopo di imporre un limite alla furia da loro scatenata. Non aveva fatto i conti, però, col fatto che Mikael agisse principalmente con la forza della mente e non con tecniche materiali come la ragazza. E tutto ciò non avrebbe impedito all’uomo di sottrarsi dal pericolo violando il perimetro della zona adibita a quel violento scambio di opinioni.

    Non posso esserne certa, ma ormai le certezze sono un lusso che non posso più permettermi. Finché ho la lucidità mentale per farlo, cercherò di affidarmi al cosmo.

    Non fare la santarellina, però, cara ragazza. Per arrivare ai tuoi scopi, se necessario, l’avresti fatto anche tu. Semplicemente sei stata così ingenua da considerare quello scontro come davvero amichevole e senza secondi fini. Forse la troppa superiorità che pensavi di avere, giocando in casa, ti ha fatto sottovalutare la situazione e adesso ne stai pagando le conseguenze.

    Dannazione, adesso basta.

    Un pensiero alquanto stizzito e naturale le fece cambiare completamente l’umore, spronandola a fare di più e cercare di combattere quella situazione di svantaggio. Avrebbe dovuto cercare di appianare quell’evidente differenza di abilità che aveva con Mikael, trattandolo in modo cinico come se fosse un vero e proprio nemico. Definizione, quella del nemico s’intende, che forse non era più così lontana dalla realtà viste le sofferenze che le stava facendo passare senza alcuna remora. Quindi perché trattenersi? Era necessario giocare il tutto per tutto.

    ADESSO!

    Tuonò perentoria nella sua stessa mente quando vide la realtà modificarsi ancora una volta e il cosmo del Cavaliere di Atlantide attivarsi. Sembrava aver cambiato posizione sul campo di battaglia, sempre defilata e distante, ma diversa. Inoltre, la figura dell’uomo che lei vedeva con i suoi occhi si moltiplicò improvvisamente in modo inspiegabile. C’erano pochi dubbi ormai, stava iniziando nuovamente l’inganno, ma lei non sarebbe rimasta passivamente a guardare.
    Qual era il detto? Una tecnica non funziona mai due volte contro un Cavaliere? Beh, non era vero. Purtroppo era una bugia bianca che si raccontava ai guerrieri per credersi invincibili. Forse in alcuni casi poteva funzionare, ma non quando un attacco mentale viola la tua stessa esistenza senza che tu possa opporti efficacemente. Quindi perché perdere tempo inutilmente nella difesa? Non c’era forse un altro detto che diceva che la miglior difesa è l’attacco? Certo, anche in quel caso poteva essere una falsa verità, ma per qualcuno che aveva solo da perdere, perché non provarci?
    Nello stesso istante in cui percepì l’avversario attivarsi, la giovane Megrez avrebbe agito a sua volta. Era un azzardo, ma era anche il modo migliore per ottenere tanto rischiando altrettanto. Focalizzò l’attenzione sulla zona con maggiore concentrazione cosmica avversaria per scatenare una delle tecniche più insidiose a sua disposizione: le Nebbie Viola di Asgard.

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    Tanti minuscoli e quasi impercettibili cristalli di Ametista avrebbero cercato di avvolgere l’area oggetto dell’attacco, proprio come una nebbia che appesantisce l’aria. Gli Spiriti della Natura avrebbero sospinto il pulviscolo nella direzione della manifestazione cosmica attraverso i venti e, in modo del tutto naturale, trascinandosi dietro una tempesta di sabbia fittissima e molto fastidiosa. Quell’attacco unico, in cui tutto si sarebbe mischiato, avrebbe cercato di raggiungere l’avversario alla massima velocità possibile, cercando di coglierlo mentre ancora stava scagliando la sua offensiva principale. L’obiettivo era quello di sfruttare l’effetto sorpresa per provocare una cospicua inalazione volontaria o involontaria di Ametista, cercando di soffocarlo ma, soprattutto, di debilitarlo dall’interno del corpo – probabilmente indifeso e molto vulnerabile. Sarebbe stato molto difficile per l’uomo accorgersi delle conseguenze fino a che non sarebbe stato ormai troppo tardi.
    La giovane Megrez aveva giocato il suo azzardo, puntando sull’efficacia di una tecnica che – se subita in modo sostanziale – avrebbe potuto generare una quantità di danni e di debilitazione difficilmente controllabili. Forse quel gesto avrebbe permesso di rendere Mikael meno libero di agire come meglio credeva e, chissà, magari anche di sottrargli l’energia necessaria per farlo smettere o, per lo meno, di limitarlo in quello che sapeva fare meglio: ingannare.

    Me la sono cercata.

    Hai ragione, Astra, te l’eri proprio cercata. La contropartita di quel suo azzardo era di subire in pieno l’ennesima illusione del Cavaliere di Atlantide. Non che prima avesse potuto opporsi in modo efficace, sia chiaro, ma la consapevolezza di sperimentare nuovamente quelle sensazioni le diede la nausea ancora prima di ricominciare. Rimase completamente ferma nella stessa posizione, inginocchiata a terra, conservando le energie rimaste e “mettendosi comoda” per godersi lo spettacolo che, come se fosse al cinema, stavano dando sui suoi stessi schermi: il suo dolore.
    Rassegnandosi al calvario che avrebbe subito di lì a poco, fissò i cloni di Mikael con trepidante attesa. Lo stomaco si attorcigliò quando sentì pronunciare quella sola parola che sembrava di scherno. Stava cominciando a sviluppare una forte antipatia per quell’avversario e sperava davvero che non si scatenasse una guerra tra Caste dovuta al loro scontro che a ogni secondo diventava sempre più serio.
    Solo il futuro avrebbe potuto rispondere, ma intanto nel suo presente qualcosa stava accadendo. E non era nulla di buono. Una sfera di energia cominciò a formarsi sopra la testa di uno dei cloni, diventando così grande da sembrare un sole in miniatura. La temperatura cambiò immediatamente, andando a contrastare il freddo quasi impossibile di Asgard. Tutta la zona da gelida divenne temperata, poi calda, bollente e infine umanamente insostenibile.

    Ancora?

    Esatto, ancora. In quel caso erano il calore e le fiamme invece della tempesta e dei fulmini, ma ancora una volta cominciò un loop mentale senza fine. Astra vide il suo corpo agire per conto suo, come se non fosse più di sua proprietà. Tutti i sensi erano alterati, facendola piombare in una realtà fasulla. Il fatto di aver già sperimentato quelle sensazioni non le impedì affatto di subirne le conseguenze.

    AAAH!

    Il dolore fu indicibile, così come le sue urla e i suoi pianti disperati vedendosi letteralmente ridotta in cenere, insieme alla sua Robe, per poi ricominciare tutto da capo. Cercò invano un legame con gli Spiriti della Natura, provando ancora una volta un senso di disperazione e solitudine soverchiante. Non sapeva ancora per quanto sarebbe riuscita a sopportare quella tortura, ma doveva in qualche modo porvi fine.
    Sembrò passata un’eternità intera quando cercò di agguantare il suo cosmo ancora una volta, prima di morire ancora e ancora. La rabbia per l’impotenza che provava riaccesero quel barlume di potere che le serviva per auto infliggersi uno scossone. La sua violacea aurea di concentrò attorno a lei come se fosse una madre che culla la figlia, per poi esplodere, seppur in modo contenuto, verso l’esterno. Quello scossone la strappò da quella realtà alterata, quando comunque il danno era fatto, ma le avrebbe forse permesso di evitare qualsiasi ulteriore ripercussione.

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    Sbatté gli occhi, ritrovandosi nuovamente nella stessa posizione inginocchiata di prima, stringendo i denti fino allo spasmo nel constatare come sembrava tutto così dolorosamente uguale. La speranza era che le sue Nebbie Viola di Asgard avessero provocato danni non trascurabili a Mikael, instillando in lui le stesse sensazioni d’impotenza e debilitazione.

    Più che un duello sembra una partita a scacchi.

    Certo Astra, una partita a scacchi dove tu stai giocando con la metà dei pezzi del tuo avversario. Una semplice constatazione con un pizzico di sarcasmo e rassegnazione.

    Tanto dolorosa, quanto noiosa.

    Non lo disse ad alta voce per non dare soddisfazione a quegli atlantidei, ma lo pensava davvero. Anche se i suoi pensieri cominciavano a farsi un po’ confusi. Non si ricordava di aver mai sentito un dolore così atroce, capace di far perdere completamente la testa. Allo stesso modo, però, non si ricordava di essersi mai appiattita tanto durante uno scontro. Era un continuo susseguirsi di illusioni e loop mentali senza una fine apparente che si alternavano come in un disco rotto. La prima volta era stato da “ahia, che male, adesso me la paghi”, ma la seconda era stato più un “ahia, che male di nuovo, ma... ancora?”. Dal primo al secondo attacco mentale era cambiato solo il tema principale: prima l’elettricità, poi il fuoco. Efficace, certo, e il suo orgoglio ne era uscito proprio male, ma dannatamente tutto uguale.
    Alla fine, al netto dei voli pindarici causati dalle tecniche di Mikael, lei non si era ancora mossa dalla sua posizione iniziale. Era un tipo di combattimento diverso, cui lei di certo non era assolutamente abituata, ma che avrebbe cercato di affrontare con tutta la determinazione di cui era capace condita con un pizzico di follia. D’altro canto, non avrebbe potuto fare diversamente.

    Spero ne abbia respirata abbastanza, ovunque egli sia.

    Sperando, ovviamente, che le sue intuizioni fossero corrette, così da spezzare quel circolo vizioso che era diventato il loro scontro e, magari, spostarlo su un campo a lei più congeniale. Una mente stanca, d’altro canto, avrebbe potuto cominciare a commettere qualche inesattezza, qualche sbaglio. Esattamente come stava accadendo al suo corpo, che si faceva sempre più apatico e meno reattivo. L’obiettivo era rendere quello scontro meno interiore e più reale, costringendo il Cavaliere di Atlantide a uscire allo scoperto dal suo nascondiglio d’illusioni.
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    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ I danni neurologici causati dagli attacchi mentali continuano ad accumularsi inesorabilmente, così come la debilitazione dell’energia vitale. Rimanere ferma e praticamente immobile sul posto mi aiuta a non peggiorare ulteriormente la situazione energia (peggio di come già è, s’intende xDD).
    STATUS MENTALE ♦ Ancora?! Ahia!
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Rimango ferma sul posto, senza nemmeno alzarmi e – anzi – “mettendomi comoda”, per conservare tutte le energie possibili e perché tanto so che non posso più fidarmi ciecamente di ciò che vedo. Mi insospettisco pure che tu stia facendo il truffaldino , ma non posso esserne certa, e decido di cercare di seguire il tuo cosmo senza badare all’area dello scontro :kuku: Appena l’illusione ambientale cambia e si rende meno plausibile (creazione di una decina di copie a partire da uno unico), sfrutto il contrattacco finché sono ancora più o meno in forze con le Nebbie Viola di Asgard full power mischiate a una tempesta di sabbia, concentrando il tutto nella zona in cui percepisco maggiormente il tuo cosmo [AF]. L’obiettivo è ovviamente di massimizzare gli effetti dell’Ametista facendotene respirare e ingoiare il maggior quantitativo possibile (dovrebbe essere molto difficile capire sin da subito che oltre alla sabbia c’è di più) per soffocarti ma soprattutto debilitarti violentemente dall’interno (che immagino sia meno protetto xDD) e – magari – portarti a una spossatezza tale da deconcentrarti una volta per tutte per finalmente farti smettere di lanciare attacchi mentali a piena potenza :mke: La sabbia potrebbe avere un effetto di ulteriore soffocamento e, soprattutto, potrebbe essere utile per non farti accorgere da subito che qualcosa non va finché il gioco della debilitazione è fatto. La contropartita, ovviamente, è che mi becco il tuo attacco mentale in pieno, di nuovo, valutando comunque che non sarebbe cambiato molto non avendo difese adatte. Infine, richiamo il cosmo per percepire ancora una volta il legame con gli Spiriti della Natura – che puntualmente non sento – e creare una timida esplosione cosmica per uscire (male) dall’illusione e tenermi al sicuro da possibili avvicinamenti indesiderati [AD].
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Nebbie Viola di Asgard ♦
    Si dice che nella Foresta di Ametista gli intrusi non morissero solamente dopo essere stati intrappolati dall’Ametista. Alcuni indesiderati visitatori venivano ritrovati semplicemente privi di vita al suolo, senza segni visibili di violenza. Solo in pochi conoscevano il vero motivo, così semplice da comprendere una volta scoperto il segreto. La Foresta accoglieva gli ignari malintenzionati con una nebbia composta di finissimi granelli di Ametista che venivano inalati al primo necessario respiro. Il minerale raggiungeva l’interno del loro corpo, debilitandolo in modo inesorabile fino alla morte.
    Questa tecnica replica questo macabro principio, creando un sottilissimo e difficilmente percepibile pulviscolo di Ametista che cercherà di avvolgere l’avversario avendo un unico scopo: cercare di farsi inalare. Se l’avversario respirerà questi granelli, essi agiranno dall’interno del suo corpo (quasi certamente più indifeso rispetto all’esterno) per cercare di debilitarlo e – se inalati in grande quantità – di soffocarlo. La tecnica, già così insidiosa, potrebbe anche essere supportata dagli Spiriti della Natura, creando, per esempio, una nebbia naturale di goccioline d’acqua per nascondere i granelli di Ametista o una folata di vento per spingerli direttamente verso le vie respiratorie del nemico.

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    Oh. Oh.
    Ooooooh. Maledizione, quello non se lo aspettava.
    Astra era stata alquanto intelligente, e molto fortunata, a lanciare la sua offensiva nello stesso istante in cui l'illusione di Mikael l'aveva raggiunta; aveva indubbiamente usato la dispersione delle sue copie come una sorta di segnale, come indicazione per programmare la sua offensiva, e aveva colto quel segnale per coglierlo di sorpresa. Ben gli stava, così imparava ai suoi avversari punti di riferimento che, per quanto difficilmente capibili, indicavano comunque la presenza di un pattern ben definito tra gli attacchi. Mikael, dal canto suo, aveva perso un ulteriore e fatale istante per destreggiarsi tra il flusso di ricordi rivelati dalla sua abilità psichica.
    Una lunga cerca, che affondava nelle radici di una stirpe molto antica, tanti nomi, tanti volti, tante emozioni: dolore, fastidio, rabbia, disperazione, sollievo. Un'investitura, la convinzione di aver portato gloria al proprio casato, tanta felicità. Così tanta gioia.
    Se l'era veramente andata a cercare quell'armatura la piccola Astra. Mikael sentiva di star cominciando ad apprezzare tutta quella caparbia determinazione, quella ferma e assoluta convinzione in sé stessa e nel proprio dovere, non gli dispiaceva certo confrontarsi contro qualcuno che era cocciuto quasi quanto lui; certo, non che stesse davvero cercando di farle del vero male, le sue illusioni avrebbero assunto tutt'altro aspetto in quella dolorosa eventualità, il dolore che la ragazza provava era solo uno... sfortunato effetto secondario della sua ricerca di informazioni.
    Parlando di dolore, la nebbia viola che lo avvolse in pieno gli fece veramente male. Era stato completamente colto di sorpresa dall'atto, così fortunato, della sua avversaria; quando la nebbia lo raggiunse, Mikael capì immediatamente qual era lo scopo di tutta quella farsa. Sentì qualcosa entrare nelle sue narici e nella bocca, microscopici granelli che stavano insinuandosi, dolorosamente, nelle sue vie respiratorie.

    Non passò degli istanti propriamente piacevoli.
    L'istinto gli provocò un paio di conati di vomito, mentre sentiva come se del fuoco gli si stesse infilando a forza nei polmoni. Nel momento in stesso in cui si rese conto di quello che stava succedendo, sebbene fu tardi per difendercisi in pieno, estese da sé una barriera di cosmo che detonò tutto intorno a lui, disperdendo quelle fastidiosissime microparticelle di ametista che minacciavano di soffocarlo. Non ne era uscito bene, in quell'attimo di disperata difesa aveva perso la concentrazione sull'illusione che lo stava tenendo occultato, aveva quella sgradevole sensazione di sangue in bocca, la sua energia vitale stava disperdendosi ad un ritmo sempre più allarmante, iniziava ad avere netta fatica a respirare, stava diventando sempre più difficile concentrarsi su elaborati tranelli mentali. Ma, certo, colse quell'istante per ottenere un nuovo vantaggio su Astra.
    La sua mente, nel suo sforzo, impresse un ologramma della sua posizione in quel momento, rendendosi effettivamente invisibile e inudibile mentre si spostava verso sinistra, tutto mentre il suo ologramma prese a tossire in maniera estremamente rumorosa, in ginocchio, coprendosi inutilmente la bocca con entrambe le mani mentre sangue illusorio sgorgava tra le sue labbra e narici. Non che in verità Mikael stesse effettivamente meglio, ma se Astra voleva fare un gioco di logoramento Mikael era avvantaggiato in questo, per il semplice fatto di carenza di difese psioniche della ragazza. Certo, giocare quella partita in maniera intelligente era assolutamente imperativo, sebbene vincere non fosse assolutamente obbligatorio, di certo non avrebbe mai e poi mai voluto perdere nella sua autoassegnata missione.
    E a proposito di giocare, Astra gli aveva dato un suggerimento molto, molto, moooolto divertente che non esitò a mettere in pratica nel momento stesso in cui gli venne in mente. Non elaborata come le precedenti, iniziava a sentirsi effettivamente troppo stanco e deconcentrato per quello, ma comunque ilare.
    Doveva accompagnare la lettura dei ricordi a qualcosa, dopotutto.

    L'atlantideo tossisce ancora, violentemente, il suo corpo scosso da spasmi incontrollabili mentre il sangue gli sta sgorgando da bocca e narici, misto a disgustosi grumi di muco e polvere viola. A fatica, lo senti parlare con voce gorgogliante che ti indica che i suoi polmoni hanno subito dei danni seri.
    Una... partita a... scacchi... eh?
    Un'ombra passa nel cielo. Un fortissimo spostamento d'aria manda via grosse porzioni di terra e sabbia, mentre l'ombra si fa sempre più ampia e larga, ce n'è anche più di una, che si stanno stagliando lungo tutta la lunghezza della spiaggia. La sua voce risuona di nuovo, sana e neutra, mentre si rialza dalla sua posizione inginocchiata e allarga le braccia ai lati. Allora suppongo sia il mio turno.
    Alzi lo sguardo.

    black-tower-chess-set-500x500


    Dei COLOSSALI pezzi da scacchi neri stanno cadendo dal cielo, ognuno di essi ha almeno cento metri di diametro, alla stregua di meteore. La velocità con cui si muovono è tale da rendere la loro base arancione, tanto forte è l'attrito con l'aria. I pezzi impattano uno dopo l'altro contro il terreno, mandando colossali onde d'urto che frantumano e ribaltano la roccia, facendo perdere l'equilibro nell'attimo fatale che permetto al pezzo più grande, quello della regina, di caderti addosso e schiacciarti nel mezzo.
    Scacco.
    Senti le tue ossa spezzarsi da quell'impatto violentissimo, i frammenti fuoriescono dalla tua pelle in molteplici punti, lesionando i muscoli che si aprono e lesionano in maniera critica mentre tu, sospinta dal freddo peso invincibile dello scacco, viene schiacciata a terra e ridotta ad una miserevole polpa sanguinante.




    hiaAmxR


    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE ◊ forte contusione alle braccia, leggere ferite da impatto diffuse nella parte anteriore del corpo, lacerazioni polmonari, forte irritazione alle vie respiratorie, forte dispersione di energia vitale, stanchezza in netto aumento
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ dopo essermi fatto male male per la nebbia la disperdo con una big esplosione di cosmo, io mi sposto a fatica (invisibile e inudibile), lasciando un mio ologramma nel posto dov'ero prima in ginocchio mentre tossisce sangue e fa scena.
    Poi ti sparo un'illusione mentale con dispersione annessa di energia vitale e lettura del terzo set di ricordi.


    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    ♦ post V ♦ AMETHYST ILLUSION astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Oh, eccoti. Bentornato, Mikael.

    Grazie a quell’azzardo, Astra era riuscita a colpire Mikael. Eccome se l’aveva colpito, tanto che era finalmente apparso da tutt’altra parte rispetto all’ennesima illusione che stava inscenando. Un sorriso beffardo apparve sul volto della ragazza, come a sottolineare quella piccola vittoria di cui andava molto fiera. Era riuscita ad aggirare l’ostacolo, opponendosi con tutta la sua forza a quel modo di combattere tanto subdolo quanto efficace, ma che, istante dopo istante sarebbe diventato sempre meno pericoloso.
    Ne era certa, o per lo meno era quello che si doveva raccontare per continuare quel duello. L’Ametista aveva letteralmente invaso l’avversario e aveva provocato i danni sperati. In quel momento i due contendenti si equivalevano maggiormente rispetto a prima e il fattore illusorio avrebbe avuto vita breve. Non sapeva quanto breve, ma sperava fosse almeno abbastanza da rompere del tutto quella maschera priva di emozioni dietro cui si nascondeva il Cavaliere di Atlantide. La giovane Megrez aveva già incrinato abbondantemente quella maschera e non rimaneva altro da fare se non dare il colpo di grazia.
    Lo vide tossire così convulsamente che sembrò gli si stessero squassando i polmoni. Astra non era un guerriero che godeva della sofferenza altrui, ma quella piccola vittoria non le procurò sensazioni troppo spiacevoli. A qual punto avrebbe sperato che Mikael si decidesse finalmente a combattere a viso aperto, troppo impegnato a non soffocare per ingannare ancora, ma qualcosa le diceva che non sarebbe mai stato così. Come si dice? Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E, purtroppo per la ragazza, quando una tecnica è efficace sarebbe stupido non usarla. Certo, è necessario essere in grado di utilizzarla, ma finché rimane anche un solo barlume di possibilità è doveroso provarci.

    Ci risiamo.

    Il Cavaliere di Atlantide, infatti, sembrò immergersi nuovamente nella menzogna. Non poteva esserne completamente sicura, ma non aveva mai visto nessuno avere quelle conseguenze così dirette dopo aver inalato la sua Ametista. La sensazione non doveva essere assolutamente piacevole, ma la quantità di sangue che stava perdendo non le sembrava commisurata al tipo di danno. Ci poteva stare un forte principio di soffocamento e una tremenda dispersione di energia, ma in quel momento sembrava che Mikael avesse un’emorragia interna incontrollabile, tanto da perdere il suo liquido vitale sia dalla bocca sia dal naso.

    Troppo teatrale, persino per i miei gusti.

    Ovviamente poteva essersi presa un abbaglio e per la prima volta le sue Nebbie Viola di Asgard avevano causato qualcosa di davvero impensabile. Quante probabilità c’erano, però, che fosse tutto una serie incredibile di coincidenze? Dopo tutte quelle illusioni?
    Ferma sulle sue convinzioni, la ragazza decise di non farsi trovare totalmente impreparata, anche se non poteva contare su tutte le forze che l’avevano sostenuta a inizio scontro. Decise, quindi, di fare il minimo indispensabile per risparmiare le energie e rendere la vita sempre più difficile al suo avversario. Espanse il suo cosmo, preparandosi all’ennesima illusione mentale, sedendosi sulle ginocchia in modo composto a terra. Esatto, avete capito bene: Astra si sedette, come in segno di protesta ormai palese.

    Quando vuoi.

    Scandì le parole per far sentire chiaro e tondo quella sua evidente disapprovazione. Si concentrò al massimo possibile per notare qualsiasi emanazione cosmica più evidente o qualsivoglia dettaglio fuori posto che potesse far decadere la malia. Percepiva un cosmo latente, che come sempre non corrispondeva esattamente a ciò che vedeva con gli occhi. Ormai non c’erano dubbi, mancava poco al terzo copia-e-incolla di attacco.
    E, infatti, arrivò, puntuale come un orologio – o treno se preferite – svizzero.
    Sentì le parole di Mikael nella sua testa, mentre la realtà cambiò di nuovo. Un cambio talmente repentino che, ancora una volta, apparve assurdo. Purtroppo non poteva farci molto, se non combattere con tutte le forze per contrastare il tutto prima possibile. Chiuse gli occhi, ma capì che in quel mondo non avrebbe potuto farlo per davvero. Vedeva tutto, ma sentiva ancora il suo cosmo. Il suo potere era indebolito, proprio come quello del suo avversario, ma era con lei. Concentrò le sue energie proprio mentre quella palese falsità si materializzava sopra la sua testa.

    Quindi non ascolta solo le sue parole? Potrei sentirmi onorata, se non sapessi che farà un male terribile.

    Nel cielo si materializzarono dei pezzi degli scacchi grandi come montagne. Il guerriero di Atlantide aveva preso spunto dalla similitudine di Astra per intessere quell’illusione a tema. A meno di essere veramente svampiti, sarebbe stato difficile credere che tutto quello fosse reale. In ogni caso, nonostante quella consapevolezza, sapeva che sarebbe arrivato il momento delle urla e del dolore.

    AAAH!

    Eccolo, momento arrivato. La ragazza gridò, ma questa volta a denti stretti mentre tutta la scacchiera faceva a gara per chi cadeva prima al suolo. Un rumore assordante, accompagnato da scosse di un terremoto implacabile. Le si rizzarono i capelli dalla violenza di quella scena, ma la cosa peggiore doveva ancora arrivare. Lo scacco che rappresentava la Regina aveva un obiettivo ben preciso e quell’obiettivo era proprio lei. Il gigantesco costrutto si abbatté sulla giovane Megrez in maniera inesorabile, travolgendola e schiacciandola con tutto il suo peso. Lei esplose il cosmo, cercando di opporsi sin da subito a quel destino già scritto. Sentì i muscoli del suo corpo tendersi quasi in modo involontario per cercare di reggere il macigno, ma tutto fu vano. La sua intera figura venne schiacciata al suolo e tutte le ossa si ruppero con un rumore che avrebbe tormentato i suoi sogni a lungo.
    Il dolore era indicibile, ancora una volta. Le energie continuavano a calare, ancora una volta. Le illusioni si facevano sempre più assurde, ancora una volta.
    Nonostante fosse una poltiglia al suolo, si accorse che il cosmo continuava a sorreggerla e a espandersi. Colse immediatamente l’attimo e creò un’esplosione coinvolgendo tutta l’area attorno a se. Quell’esplosione la riportò dolorosamente alla realtà, trovandosi seduta nella stessa posizione che aveva prima di essere travolta dalla Regina degli scacchi. Quella sua prima mossa, esattamente come negli scacchi, aveva lo scopo di preparare il vero attacco. L’esplosione, infatti, era più concentrata sul far uscire Astra dalla malia, ma i residui di quel violento spostamento d’aria avrebbero potuto cogliere di sorpresa chiunque si fosse trovato intorno. Era la prima volta, infatti, che la ragazza dimostrava violenza diretta per sottrarsi all’illusione. Le sarebbe bastato un’imprecisione o uno sfarfallio di quel falso mondo per indirizzare ancora meglio il suo prossimo affondo. In ogni caso, comunque, avrebbe cercato di concentrare il tutto, come sempre, dove percepiva la maggior quantità di cosmo – che non sempre corrispondeva a ciò che vedeva.

    ... Matto.

    Proseguì le parole di Mikael aggiungendo “matto” a “scacco”. Nello stesso momento, sempre rimanendo seduta al suo posto per risparmiare energie, avrebbe scatenato la tecnica che meglio rappresentava la sua nobile discendenza: la Teca Viola di Ametista. Una tecnica che prendeva il nome dall’altra insidia della Foresta dei Megrez oltre alle nebbie debilitanti, cioè il minerale viola che intrappola senza via di scampo i visitatori indesiderati. Una trappola che non creava dolore e che illudeva di aver salva la vita finché non ci si ritrovava completamente intrappolati in una teca per il resto dei propri giorni.

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    Avrebbe creato una vera e propria tempesta di Ametista, che l’avversario avrebbe potuto anche confondere con l’attacco di prima. Quel turbinio di minerale viola, infatti, era del tutto indolore e avrebbe potuto ricreare nell’uomo la paura di subire gli stessi effetti appena provati a causa delle inalazioni. La Teca, però, a differenza delle Nebbie, non aveva lo scopo di soffocare o agire dall’interno del corpo. No, esattamente l’opposto. Qualsiasi contatto o esposizione a quella tecnica avrebbe provocato la progressiva immobilizzazione del corpo, oltre alla sempre presente debilitazione, allo scopo di intrappolare Mikael in una mortale tomba di Ametista. Il minerale poteva aggredire ogni cosa e il fatto di non provocare dolore avrebbe potuto creare anche solo quell’istante in più per rendere il tutto una trappola potenzialmente senza scampo.

    Anf, anf.

    Nel lanciare quell’attacco insidioso per far uscire definitivamente allo scoperto l’avversario, Astra riuscì letteralmente a percepire la stanchezza galoppante. Stava cercando di limitare i movimenti al minimo, anche grazie alla sua personale protesta da seduta, ma era chiaro che l’effetto collaterale di tutti quegli attacchi mentali stava mettendo a dura prova la sua efficacia in quello scontro. Lanciare la Teca Viola di Ametista era stato molto difficoltoso e non sapeva ancora per quanto avrebbe potuto attaccare e difendersi sfruttando a pieno il suo cosmo.
    Il tempo era decisamente tiranno, ma sperava fosse lo stesso anche per quell’atlantideo. Lei non si sarebbe mai arresa e quello poteva essere il suo più grande azzardo o il suo asso nella manica. Giocava in casa, a un passo da Asgard e a pochi minuti di distanza dal palazzo reale – ancora meno se si fosse spostata con l’ausilio Golden Army. Eventuali ferite gravi potevano essere curate sia direttamente sul campo sia, in casi estremi, al quartier generale. Se Mikael si fosse trovato in condizioni disperate, invece, avrebbe potuto decidere che il gioco non valeva la candela, trovandosi lontano da Atlantide.
    Che il logoramento continui, sempre che l’uomo non volesse davvero concludere lo scontro con una vera partita a scacchi. Ormai non erano molto distanti da una sfida a turni tra pedine bianche e nere e, a ben vedere, Astra era già seduta e composta in attesa della scacchiera e di una tazza di te.
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    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ I danni neurologici causati dagli attacchi mentali continuano ad accumularsi inesorabilmente, così come la debilitazione dell’energia vitale. Rimanere ferma e praticamente immobile sul posto mi aiuta a non peggiorare ulteriormente la situazione energia. La stanchezza e il dolore sono ormai evidenti, tanto che il respiro si fa pesante e il corpo comincia a protestare. Sarà difficile continuare con la stessa intensità ancora a lungo.
    STATUS MENTALE ♦ Sempre ahia!
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Capisco che probabilmente qualcosa ancora non va quando vedo la tua reazione sproporzionata al mio attacco. Perdere così tanto sangue da bocca e naso è un po’ eccessivo per gli effetti delle Nebbie. Quindi, mi siedo a terra in segno di protesta xDD Alla terza illusione di fila, palesemente fuori contesto e oltre la realtà, mi arrendo al fatto di subire i danni, ma esco dalla malia scatenando il cosmo. Il mio potere esplode tutt’intorno a me, con lo scopo principale di farmi uscire dall’illusione [“Difesa”] e, magari, sorprendere l’avversario facendogli perdere la concentrazione grazie alla parte finale della deflagrazione e al repentino spostamento d’aria [AD]. In poche parole mi faccio male, mi debilito, ma ormai sarebbe da stupidi pensare che sia tutto vero. Il tutto, poi, è proporzionato al fatto che non siamo nel pieno delle forze, quindi percepisco una certa stanchezza anche nel tuo ultimo attacco mentale (illusione poco elaborata). Cerco, quindi, di agire subito dopo essere tornata alla realtà, sfidando il dolore indicibile che provo. Questo per non lasciarti troppo riposo e cercare di sfruttare i danni che finalmente sembro averti fatto. Scateno, quindi, la Teca Viola di Ametista [AF] senza troppi fronzoli e muovendomi al minimo per conservare qualche energia fisica. Il raggio di azione è ampio, ma dirigo il tutto sempre cercando di seguire la tua traccia cosmica, che comunque devi mantenere attiva per continuare le tue illusioni ambientali, oppure sfruttando un tuo possibile passo falso a seguito del mio AD a sorpresa. Lo scopo è quello di continuare il nostro gioco di debilitazione con un attacco che probabilmente ti sembrerà molto simile alle nebbie (frammenti indolori di Ametista) e che, quindi, ti potrebbe far concentrare sul non respiralo o sul disperderlo [Diversivo, implicito nella strategia]. E invece no, a questo giro le schegge – seppur indolori – sono molto più aggressive della nebbia (come una devastante tempesta di Ametista) e basterebbe il semplice contatto per debilitarti e – udite, udite – cominciare a imprigionarti nel minerale viola. L’obiettivo ultimo è quello di rendere ancora più difficile per te il fatto di attaccare solamente con le illusioni e magari farti diventare una bella teca da esposizione (limitandoti i movimenti). Oppure potrebbe andare a finire che ci mettiamo davvero a giocare a scacchi: io debilitata e seduta a terra, tu debilitato e semi-imprigionato nell’Ametista, mentre giochiamo con gli scacchi che creo con il mio minerale viola xDD
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Teca Viola di Ametista ♦
    La tecnica principe dei Cavalieri di Delta UMA, che rappresenta la mortale bellezza di questa particolare Ametista di Asgard. Espandendo il cosmo fino ai limiti estremi, Astra è in grado di generare una vera e propria tempesta di schegge e cristalli di Ametista, che tenterà di travolgere il nemico cercando di imprigionarlo per sempre all’interno di una mortale teca viola d’incredibile perfezione e bellezza. L’efficacia del colpo dipende dal divario energetico con l’avversario e dall’esposizione temporale alla tecnica. Gli effetti, secondo questi parametri, potrebbero variare da una forte debilitazione di una parte del corpo (che potrebbe diventare inutilizzabile per tutto il resto dello scontro) alla completa prigionia nella teca di Ametista (che potrebbe sancire la fine dello scontro per impossibilità di movimento, svenimento o morte).
    L’Ametista di Megrez, infatti, non è come il ghiaccio eterno di Asgard che imprigiona il corpo mantenendolo intatto, come se fosse sospeso nel tempo e nello spazio. Il mistico minerale viola, una volta intrappolata la vittima, ne risucchia l’energia vitale finché di esso non rimane solo uno spoglio scheletro.
    La peculiarità che rende questa tecnica estremamente insidiosa è che la tempesta di schegge e cristalli non provoca particolare dolore. È come essere travolti da un’improvvisa pioggia estiva. Questo potrebbe portare l’avversario a sottovalutarne gli effetti, non avendo una reazione immediata al dolore causato da una normale tecnica, lasciandolo esposto più a lungo ai suoi effetti debilitanti.
    L’ovvia e possibile variante è rendere questa travolgente tormenta di Ametista estremamente devastante e dolorosa, lasciando che schegge e cristalli cerchino di dilaniare il corpo nemico, come una raffica di proiettili, mentre tentano di debilitarlo e, infine, imprigionarlo.

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    Quel ricordo fu svariate cose: interessante e, in un certo senso, familiare.
    Un incontro che non sarebbe dovuto essere, sentimenti che non dovrebbero esistere, qualcosa di sbagliato e proibito, così dolcemente giusto, un bacio, un nome: Miranda. Ah, ma guarda un po', la Black Saint che conosceva lui aveva fatto un po' di strada da quando l'aveva incontrata; e, lasciamocelo dire, Mikael fu alquanto deluso da quanto fossero veri i sentimenti dell'asgardiana. Lasciarsi coinvolgere così tanto da quello che sarebbe stato un nemico indicava non solo profonda irresponsabilità nei confronti di sé stessa e dei propri doveri, ma anche poca dedizione verso le divinità che doveva servire e gli antenati che voleva onorare così tanto. Oh ormai la conosceva così bene, sentiva di poterne parlare in termini piuttosto certi e familiari, ma si sarebbe davvero aspettato di meglio da quella ragazza. Però ecco era una cosa tutto sommato utile che avrebbe potuto usare in futuro, magari in trattative con i leader di Asgard, di certo avrebbero gradito l'eventualità di smascherare e correggere falle nei propri guerrieri sacri.
    Si sarebbe aspettato di meglio da Astra, molto di meglio, e dire che prometteva così tanto bene con quella ira, con quella giusta caparbietà, con tutto quanto che aveva fatto di buono... buttare via tutto così? Esporre il fianco alla pugnalata del nemico? Aprire la porta dell'ovile ai lupi? E per cosa? Cosa sperava di ottenere?
    Forse era troppo duro con quella che a conti fatti era una ragazzina, forse, ma in quel mondo o si cresceva in fretta o si finiva molto facilmente sotto terra. E, a proposito di, Astra era particolarmente prona a far partire un'ulteriore attacco contro di lui, un'altra tempesta di nebbia. Ecco, adesso che aveva il tempo per reagire, non aveva la benché minima intenzione di permettergli di avvicinarsi più di troppo.

    Si circondò di una barriera di cosmo grezzo e dorato, una sfera che si espanse in tutte le direzioni e lo tutelò prima dall'esplosione di vento, poi dall'impatto con questa nebbia di Ametista. Il materiale si accumulò attorno alla barriera in grossi grumi, cercando attivamente di sfondarla e divorarla e Mikael, sebbene non fosse esattamente debole, non era così forte da impedire un attacco del genere; la sua barriera cedette in più punti, i grumi di Ametista si lanciarono contro di lui e si accumularono attorno al braccio e alla gamba destra, espandendosi senza dolore lungo tutto il suo corpo.
    Ecco, no.
    Sapeva bene cosa sarebbe successo se avesse permesso alla pienezza di quell'attacco di disperdere ulteriormente la sua forza vitale, esperienza diretta e ricordi letti davano svariate informazioni sulle abilità della ragazza, e seppe dunque che era il caso di fermarla lì. Una nuova esplosione di cosmo venne emanata da lui, espandendo e bruciando le sue riserve fin quasi ai limiti estremi per superare la durezza superiore del materiale, che venne infranto sotto il suo cosmo dorato. Ecco, ora la stanchezza stava iniziando a farsi davvero debilitante.
    Non poteva ancora cadere, però, c'era ancora un po' di informazioni che avrebbe potuto acquisire prima di permettersi di cedere. Ora però, con la sua mente stanca e provata, il suo cosmo una fiamma in procinto di spegnersi, non aveva più forza per tessere elaborate trame a lui congeniali. Come si dice, le cose più semplici sono le più efficaci.

    Creò un ologramma e avanzò di una decina di metri, invisibile come al solito, giusto per non restare completamente immobile come la sua nemica, prima di rilasciare una nuova scarica di energia psionica.
    Questa volta, avrebbe provato dolore.
    Dolore puro, dall'interno del suo corpo fino all'esterno, intenso e bruciante, una sensazione continua che sarebbe perdurata fin quando la psiche di Astra avrebbe continuato a soffrirla, dolore semplice e neurologico che non lasciava scampo.

    E poi, si preparò a leggere un'ulteriore serie di memorie.

    hiaAmxR


    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE ◊ forte contusione alle braccia, leggere ferite da impatto diffuse nella parte anteriore del corpo, lacerazioni polmonari, forte irritazione alle vie respiratorie, severa dispersione di energia vitale, severa stanchezza
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ leggo i ricordi, provo a difendermi dalla pioggia di Ametista ma parte passa e mi prende, facendomi malino e disperdendo un po' energia vitale, considerando che è un costrutto bello tosto. Essendo consapevole di cosa mi farebbe se me la prendessi in pieno, con molto molto sforzo faccio partire un'esplosione di cosmo grezzo e la spacco, stancandomi alquanto. Proseguo semplice semplice, invisibilizzandomi e lanciando un ologramma di nuovo e sparando una nuova illusione mentale preparandomi a leggere un'altra parte di ricordi. L'illusione stavolta non è niente di intricato o elaborato per la stanchezza, puro e semplice dolore neurologico che disperde vita.


    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    ♦ post VI ♦ AMETHYST ILLUSION astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    L’esplosione di cosmo nemica fu un toccasana per il suo umore. Ormai rassegnata a un duello noioso, almeno per i suoi canoni, Astra sorrise nel percepire il potere di Mikael combattere contro la sua nobile Ametista. Sentire il minerale viola che lambiva le carni e l’Armatura, il piacevole scricchiolio della Teca che si avvolgeva inesorabile attorno alle sue membra, era uno spettacolo alquanto gradevole. Probabilmente la giovane Megrez si sarebbe ricordata per sempre di quello scontro, come del resto faceva con tutte le sue esperienze passate. Ma quell’incontro in particolare avrebbe avuto un posto speciale nella sua memoria, perché per la prima volta aveva avuto a che fare con qualcuno che non agiva direttamente sulla materia, ma s’insinuava subdolo nella mente altrui.
    Che poi, a dirla tutta, era una strategia alquanto efficace quella del Cavaliere di Atlantide, specialmente se applicata contro guerrieri che, come la ragazza, non avevano difese efficaci contro quell’offensiva. Quasi gli invidiava la facilità con cui lui sapeva essere efficiente, senza troppe pressioni nell’escogitare intricate azioni di attacco. Gli bastava pensare e, puff, come per magia tutto diventava una dolorosa menzogna a occhi aperti. Non aveva nemmeno bisogno di muoversi un granché, potendo tranquillamente combattere da seduto mentre sorseggiava amabilmente una tazza di te se solo avesse voluto. E per quello lei lo invidiava, sempre costretta a sporcarsi le mani – letteralmente – per imporre la propria forza. Lei che avrebbe tanto voluto porre fine a ogni scontro semplicemente pensandolo, riducendo all’inutilità ogni avversario che sfidava l’autorità dei Megrez. Senza contatto fisico, senza rischiare tutte le volte di rimetterci parti del suo stesso corpo. Invece no, lei, la nobile discendente della casata di Asgard era stata addestrata sin da piccola al combattimento, anche corpo a corpo, costringendola a una vita di dolori, continue ferite e sofferenza fisica. L’aveva fatto con incrollabile dedizione, questo era certo, senza alcun rimpianto, ma non era stato per niente facile.
    Mikael non ne aveva colpa, neanche si conoscevano fino a qualche minuto prima, ma come spesso accade in altre circostanze, avrebbe pagato lui come rappresentante di tutto quello strano risentimento. Quella era l’unica cosa che teneva ancora la mente e lo spirito di Astra concentrati nel duello, e che la spronava a non cedere il passo. Era quasi diventata una questione di principio, visto che il loro scontro era amichevole almeno sulla carta, e avrebbe fatto di tutto per non darla vinta a quell’atlantideo supponente.

    Vediamo cosa s’inventa questa volta.

    Era del velato sarcasmo quello? No, dai, forse era una semplice costatazione della realtà. La ragazza aveva percepito la sua Ametista cedere sotto i colpi, finalmente materiali, del cosmo nemico, quindi si sarebbe aspettata a breve l’ennesimo attacco mentale. Concentrò il suo potere preparandosi come poteva alla mossa successiva di Mikael su quella loro personale scacchiera, cercando di non farsi trovare totalmente impreparata come durante i loro primi scambi. Non poteva fare molto, ma come si diceva: piuttosto che niente era meglio piuttosto.
    E puntualmente il solito attacco mentale del Cavaliere di Atlantide arrivò dritto al suo cervello, che ormai non ne poteva più di tutto quel dolore, come una tremenda stilettata alle sue sinapsi. Quella volta non ci fu nessuna intricata immagine generata dalla fantasia malata dell’avversario, ma pura e semplice sofferenza così intima da sembrare viscerale. La ragazza per la prima volta fu cosciente del movimento del suo corpo, non finendo intrappolata in qualche mondo fantastico, e vide le sue mani andare a coprirsi la testa. Un gesto inutile, che, però, fu un riflesso incondizionato per cercare di contenere il dolore.

    Aaah!

    Non urlò, ma non riuscì comunque a evitare l’espressione di sofferenza. La sua voce era poco più di un sussurro, come un rumore costante che cerca sollievo senza mai trovarlo. Espanse il suo cosmo, faticando per un momento a richiamarlo, e lo fece esplodere solo nelle sue immediate vicinanze per non sprecare energie eccessive.

    C-cosa?

    Si aspettava di far terminare immediatamente quel terribile malessere mentale e, invece, la prima manifestazione del suo potere non ebbe gli effetti sperati. Forse era troppo debilitata, oppure gli attacchi mentali di Miakel avevano fatto già troppi danni, che si erano andati ad accumulare nel corso dello scontro. Non si lasciò abbattere, in ogni caso, anche perché non era un’opzione percorribile.
    Concentrò ancora una volta il suo cosmo e ci provò di nuovo.
    Le sue dita affondarono nei capelli come se li volesse strappare, mentre i denti si strinsero fino a provocarle un male insopportabile. Diede fondo a tutta la sua resistenza di Cavaliere e sfogò la sua rabbia cosmica ancora una volta. Il dolore cessò, permettendole di aprire gli occhi, mentre una rinnovata stanchezza le fece abbassare le spalle per il tremendo sforzo. Era ridotta ormai ai minimi termini, l’ombra della Astra che si era presentata per difendere i confini di Asgard, ma non avrebbe ceduto il passo. Ne andava del suo onore e avrebbe spinto il suo corpo oltre i limiti, se necessario, per dare a Mikael una dura lezione: il popolo dei ghiacci eterni non andava sfidato con leggerezza e arroganza.
    Alzò lo sguardo, pur rimanendo nella sua posizione seduta e composta, ragionevolmente certa di stare guardando nuovamente una qualche illusione dell’atlantideo, per poi parlare ad alta voce così da farsi sentire ovunque l’uomo si fosse nascosto.

    State perdendo colpi, non è vero Primarca?

    Perché tu no, cara Astra? Quando la ragazza si mostrava così palesemente spavalda, significava che non aveva ancora molte carte da giocare. Cercava, quindi, di provocare l’avversario per indurlo a una mossa azzardata e sfruttare quel possibile vantaggio. Strategia alquanto banale, che, però, aveva scoperto funzionare bene contro soggetti alquanto orgogliosi. E lei era uno di quei soggetti, quindi poteva capire bene la sensazione.

    A questo punto credo proprio che la vostra proposta di bere una tazza di cioccolata in compagnia sarebbe stata più interessante.

    Continuava nella provocazione, ma quell’ultima frase era davvero un suo pensiero. Probabilmente sarebbe stato più utile discutere delle loro diverse vedute in un contesto meno “doloroso”. Lei aveva colpa quanto lui, se non di più, di quella situazione, ma la frase era stata detta con l’intento di provocare il Cavaliere di Atlantide e, chi lo sa, magari farlo agire un po’ più impulsivamente e con meno cautela.
    La giovane Megrez si sarebbe sistemata una ciocca di capelli dietro l’orecchio, utilizzando quell’istante per acuire la sua percezione cosmica e magari sentire la presenza di qualche residuo di Ametista che infastidiva stoicamente l’avversario. Avrebbe, poi, richiamato gli Spiriti della Natura ancora una volta, scatenando i venti per ricordare all’avversario una strategia già vista. Esattamente come in occasione della tecnica Ragnarok di Asgard, infatti, la ragazza avrebbe chiesto alle correnti d’aria di cercare di schiacciare il nemico a terra o, comunque, di limitarne i movimenti il più possibile. Invece di colpire dall’alto con indistinta violenza o con qualcosa di sottile e insidioso, questa volta Astra avrebbe cercato di sorprendere Mikael con qualcosa che non aveva mai visto. Sicuramente non da lei. Il Cavaliere di Delta Uma avrebbe alzato le braccia al cielo, con enorme fatica vista la stanchezza, rivolgendo la sua attenzione in alto. Invece, sorpresa delle sorprese, cosmo viola e Ametista avrebbero cercato di insinuarsi nel terreno dell’area dello scontro, andandosi a concentrare dove la ragazza percepiva maggiore emanazione cosmica nemica.
    La tecnica con cui voleva finalmente bloccare e ridurre all’inutilità lo spavaldo avversario era le Catacombe di Ametista. Quella era una delle opzioni che la giovane Megrez aveva per eseguire un attacco ad area, ma, vista la situazione e il dispendio energetico, avrebbe cercato di concentrarla dove ce n’era più bisogno. Lo scopo era far emergere il minerale dal terreno sotto i piedi del nemico al fine di sorprenderlo in un momento in cui i suoi movimenti potevano essere già rallentati o, comunque, meno reattivi. L’Ametista avrebbe cercato di avvolgere la sua figura a partire dalle gambe, andando ad aggiungersi alla debilitazione e alla possibile costrizione che si era accumulata nel corso dello scontro. Se Mikael non fosse riuscito a difendersi prontamente, quella volta avrebbe potuto per davvero finire rinchiuso per sempre in una tomba di minerale viola, tanto elegante quanto pericolosa.
    Tutta quella strategia, però, aveva un prezzo e una conseguenza. Il prezzo da pagare era un progressivo e quasi ormai insostenibile dispendio di energie. La conseguenza era che, seppur elaborata a livello scenico, la potenza della tecnica non sarebbe stata massima, anche se comunque molto insidiosa viste le condizioni non ottimali dell’avversario.

    L’azzardo sarebbe valso il rischio? Non poteva saperlo, ma non si sarebbe mai perdonata di non averci almeno provato. Ne andava del suo personale onore, e sarebbe stato un modo alquanto gradevole di avviarsi alla fine dello scontro. Gradevole per lei, s’intende.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther soldato
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ I danni neurologici causati dagli attacchi mentali continuano ad accumularsi inesorabilmente, così come la debilitazione dell’energia vitale. Rimanere ferma e praticamente immobile sul posto mi aiuta a non peggiorare ulteriormente la situazione energia. La stanchezza e il dolore sono ormai evidenti, tanto che il respiro si fa pesante e il corpo comincia a protestare. Gli attacchi, e le azioni in generale, cominciano a farsi più fiacchi, seppur sempre pericolosi, dimostrando che i danni e la debilitazione non sono più così trascurabili.
    STATUS MENTALE ♦ No-look!
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Quando capisco che ancora non ti sei degnato di combattere a viso aperto, me la prendo sul personale e concentro subito il cosmo per prepararmi all’ennesimo attacco mentale. Espando il mio potere, per quanto possa ancora farlo, al fine di uscire con dolore dall’illusione [Difesa, anche se ci metto un paio di tentativi] e poi cerco di dar fondo alle forze rimaste per coglierti di sorpresa con una strategia che sembra simile alle altre, ma questa volta è un po’ diversa. Ti parlo fingendomi spavalda per provocarti una qualche reazione e, magari, farti agire più d’impulso, e alzo le braccia al cielo come a richiamare qualcosa che arriverà dall’alto [Diversivo]. Richiamo gli Spiriti della Natura per creare un turbine d’aria che ha lo scopo di schiacciarti o comunque tenerti a terra [AD], un po’ come fatto in occasione del Ragnarok di Asgard (mio primo attacco). Ti sembrerà tutto già visto, così banale e prevedibile. A questo giro, però, l’attacco arriverà da sotto di te (nonostante il mio sguardo sia rivolto in alto), con le Catacombe di Ametista che cercheranno di imprigionarti in una bella tomba costituita dal minerale viola [AF]. Per non sprecare troppa energia (che non ho xDD), cercherò di focalizzare l’offensiva nella zona in cui mi sembra di percepire una maggior concentrazione del tuo cosmo, anche se non posso esserne certa al 100%, sperando di farti cosa alquanto sgradita :mke: Vista la dispersione di energia ormai in stadio avanzato e l’attacco scagliato non a colpo sicuro, l’aggressività della tecnica non sarà a piena potenza, anche se rimarrà pur sempre insidiosa grazie alle proprietà dell’Ametista.

    Nota a margine: no problem ad aver utilizzato il ricordo di Miranda, ma teoricamente non è un evento propriamente accaduto prima di questo nostro incontro. Non ci siamo allineati prima su questo specifico tema e quindi lo considero comunque come temporalmente accaduto prima, così da non farti editare il post.
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


    TECNICHE
    ♦ Catacombe di Ametista ♦
    Se la Teca Viola di Ametista è più congeniale per un bersaglio singolo, le Catacombe dal mortale colore violaceo ne costituiscono l’evoluzione ad area. Espandendo cosmo e Ametista nel terreno, Astra cercherà di rendere tutta l’area di effetto (o una sua parte) una vera e propria distesa sconfinata di potenziali tombe create dal suolo. In pratica, l’insidioso minerale emergerà dal terreno per cercare di imprigionare l’avversario o gli avversari, partendo presumibilmente dalle gambe, con lo scopo finale di bloccarne temporaneamente (o per sempre) i movimenti. È proprio come rimanere congelati nel ghiaccio che, inesorabile, aggredisce chi si perde tra le perenni nevi di Asgard. La differenza è che l’Ametista non solo è in grado d’imprigionare, ma può anche sottrarre preziosa energia vitale a ogni parte del corpo colpita.
    E poi chissà, magari qualche amichevole Spirito della Natura potrebbe generare una violenta sferzata di vento con l’obiettivo di bloccare a terra il nemico o, comunque, limitarne i movimenti, rendendo così molto difficile sottrarsi alla tecnica.

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    C'era un limite assoluto che non poteva essere superato, un enorme blocco posto di fronte alle sue abilità che era dato nient'altro da sé stesso. Era ancora debole, ancora troppo debole, il suo potere non andava neanche vicino a quello dei veri Primarchi: Oliver, Majd, Johanna, tutti erano ad un livello completamente diverso dal suo. Mikael era, molto semplicemente, ancora cosmicamente acerbo.
    Ne era ovviamente consapevole, il potere non arrivava senza grande sforzo e dedizione all'Imperatore, ma fare un passo per volta sapeva essere così estenuante, estenuante quasi come quell'Ametista che lo aveva ridotto in condizioni critiche. Era un esercizio anche per quello, ovviamente, per rafforzarsi attraverso il dolore e finalmente ascendere alle vette di forza che gli competevano.
    Non per ora, tuttavia. Ora le sue energie si erano ridotte al minimo storico, finalmente Astra era riuscita ad avere la meglio sulla fiera resistenza del Primarca.
    Era ovvio che avesse vinto se aveva ancora energie per parlare e provocarlo, da parte sua Mikael non aveva la forza nemmeno per rispondere a quel gioco di sarcasmo e sagacia, o meglio, le avrebbe avute se non avesse voluto provare a fare un ultimo attacco prima di cadere in ginocchio, una sorta di ultimo slancio oltre l'ostacolo nell'ultima, anche se forse sciocca, speranza di far cadere la Custode. Prima però doveva difendersi, e non era cosa facile. L'Ametista si aggrappò alle sue gambe, superando facilmente la barriera cosmica che l'aveva tutelato dall'esplosione di vento, stringendo piedi e arti inferiori nella sua morsa invincibile, danneggiando e divorando la poca forza vitale che gli era rimasta. Ci fu una nuova emissione di cosmo, un nuovo cenno di minerale infranto in una zona piuttosto delimitata, e stavolta Mikael fu, per la prima volta in quello scontro, completamente visibile per davvero.

    Dannazione.

    Non che avrebbe consentito alla ragazza di rivolgerle un attacco così, senza farle scontare l'immensa stanchezza e il dolore che sentiva: il suo orgoglio non glielo consentiva, l'onore Atlantideo che sentiva di dover tenere alto gli imponeva di non lasciarsi cadere fino all'ultimo. Non che nutrisse odio verso la ragazza, ma sarebbe stato sconveniente anche per lui trattenersi e non offrirle il massimo assoluto che era in grado di mettere sul campo di battaglia.
    E fu così che vi fu un'ultima emissione di dolore psionico verso la mente della ragazza, esattamente come prima, tutto quello che la sua psiche sentiva di poter dare. L'attacco, tuttavia, non avrebbe avuto il mordente di quelli precedenti ne la complessità delle sue illusioni iniziali, era una semplice e fiacca scarica di danno neurologico.
    Dopo la quale, cadde in ginocchio. Le sue mani poggiate sulla sabbia, il fiato corto e affannoso, i suoi arti ormai impossibilitati a muoversi e a sostenerlo. Il suo sguardo tuttavia era fiero e indomito, fisso su Astra, in attesa del suo prossimo, e probabilmente finale, attacco.
    Non avrebbe accettato niente di meno.

    hiaAmxR


    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE ◊ forte contusione alle braccia, leggere ferite da impatto diffuse nella parte anteriore del corpo, lacerazioni polmonari, forte irritazione alle vie respiratorie, dispersione critica di energia vitale, stanchezza critica, moderate ferite da costrizione ai piedi
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ la catacomba mi fa abbastanza malino, la mia difesa non riesce a contrastarla a pieno considerando che sono in condizioni ormai critiche, evito comunque di farmi incapsulare completamente dando fondo a quello che mi rimane, prima di lanciarti un'ultima, anche se ormai fiacca, illusione di dolore neurologico con dispersione di energia vitale. Ormai non ho più cosmo neanche per restare invisibile quindi sono evidentemente esposto, completamente esausto e sulle ginocchia.


    ABILITÀ

    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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    ♦ post VII ♦ AMETHYST ILLUSION astra ♦ custode di megrez ♦ energia Rossa


    Quello scontro era un continuo misto di delusioni e inaspettate soddisfazioni, che lo rendevano una vera e propria lezione di vita per la nostra cara Astra. La giovane Megrez, infatti, era abituata a controllare ogni aspetto della sua esistenza e, anche nei momenti peggiori, era sempre riuscita a imporre la sua volontà. Le veniva facile analizzare la realtà nel modo più obiettivo possibile, mettendosi dalla parte dello spettatore per rendere razionale ogni cosa.
    Persino la sua investitura a Cavaliere, seppur potesse essere oggetto di un poema epico, era stata pienamente rispondente alle sue aspettative. Aveva da sempre voluto riscattare il nome della sua famiglia, quasi distrutta dall’Armageddon, e aveva focalizzato ogni istante della sua vita per raggiungere quell’obiettivo. E alla fine l’Armatura di Megrez era diventata sua, andando contro ogni possibile pronostico che vedeva sicuramente sfavorita una ragazzina rimasta orfana e la cui nobiltà sembrava solo un ricordo.
    In quello scontro con Mikael, invece, fu la seconda volta da quando aveva memoria che le cose non andavano come previsto. La prima, ovviamente, era stata quella maledetta profezia della Luna Rossa che ancora pendeva sulla sua testa come una spada di Damocle. La seconda, invece, era proprio la partita a scacchi mentale che stava affrontando con il Cavaliere di Atlantide. Astra non aveva controllo su qualcosa che non poteva in alcun modo contrastare e quella mancanza la faceva sentire inadeguata e alquanto stizzita. Non era come trovarsi di fronte a qualcosa che potevi osservare, studiare e capire. No, la situazione andava completamente oltre ogni possibile comprensione.
    O forse non del tutto...

    Preso, dannazione. Finalmente!

    Percepì la sua Ametista ghermire qualcosa e in quel momento una certezza spazzò via ogni esitazione. Le Catacombe avevano finalmente imprigionato Mikael e avrebbero potuto riportare lo scontro a una realtà comprensibile a entrambi. Il suo minerale era diventato la livellatrice del loro duello, debilitando progressivamente la capacità del Cavaliere di Atlantide di giocare a un gioco le cui regole erano gestite e conosciute solo da lui.
    Purtroppo, però, la giovane Megrez non era l’unica ad avere ancora qualche asso nella manica. L’atlantideo, infatti, riuscì a liberarsi senza troppi fronzoli dalla tomba di Ametista, dando fondo a un potere cosmico che sembrava sconfinato. Certo, anche la potenza limitata dell’attacco di Astra aveva dato il suo contributo alla fuga nemica, permettendo all’avversario una difesa meno dispendiosa in termini energetici. Per la prima volta in modo così palese, però, qualcosa di diverso accadde.

    Ecco il nostro Primarca. Come immaginavo, mi ha ingannato fino a questo momento.

    Nelle condizioni in cui si trovava, le era diventato difficile persino pensare, ma la soddisfazione di veder comparire Mikael in una posizione e in una condizione diversa da quella che i suoi occhi avevano percepito fino a poco tempo prima, le gonfiò l’orgoglio. Forse era finalmente riuscita a riportare lo scontro su un piano comune a entrambi, anche se, purtroppo, poteva essere decisamente troppo tardi.

    Basta!

    La sua mente si rifiutò di processare nuovamente, ancora una volta, lo stesso dolore. Mentre lei era ancora seduta a terra, infatti, l’uomo sembrò non curarsi di tutta l’Ametista che aveva attorno, e la distrusse con un’esplosione cosmica prima di passare nuovamente all’attacco. E l’attacco, ovviamente, era un qualcosa che Astra conosceva molto bene.
    I suoi pensieri si fecero confusi, con un dolore lancinante che si dipanava in ogni sinapsi del suo cervello. Quasi fosse ormai un riflesso condizionato, però, il cosmo viola della ragazza cominciò subito a concentrarsi al centro del suo corpo. Non che ne rimanesse molto del suo violaceo potere, ma doveva essere sufficiente per permetterle di non morire su quella spiaggia e per fare un ultimo sgarbo a quell’inganno vivente di nome Mikael.
    Strinse le mani a pugno fino a farsele sanguinare, per poi avvicinarle al volto mentre la sua schiena si piegava in avanti. Assunse una posizione quasi rannicchiata, cercando in qualche modo di contrastare il dolore e, nel contempo, prepararsi per quella che sarebbe stata la sua ultima offensiva. Ultima non perché era convinta che il duello sarebbe finito subito dopo, ma perché lei non sarebbe stata probabilmente più in grado di combattere.

    Sono certa che non ti dimenticherai della tua esperienza ad Asgard. Così come io ricorderò le menzogne di cui Atlantide è capace.

    Avrebbe tanto voluto pronunciare quella frase per sintetizzare in poche parole il loro incontro, ma non ebbe la forza materiale di farlo. Era certa, in ogni caso, che, per motivi diversi, quel loro duello “amichevole” avrebbe alterato l’opinione che entrambi avevano sulle rispettive Caste. Forse non era corretto fare di tutta l’erba un fascio, sia per Asgard che per Atlantide, perché a volte i rappresentati di un gruppo non sono l’unica voce del gruppo stesso. Come Astra era stata perentoria e glaciale, però, Mikael si era dimostrato sin da subito supponente e pieno di contraddizioni e menzogne. Prima impressione sbagliata? Possibile, ma in quel momento era inutile perdersi in discorsi filosofici. Il cosmo avrebbe parlato per loro.

    AAAH!

    Caricata da quelle sensazioni e dall’ultima carta da giocare in una situazione alquanto disperata, Astra gridò tutta la sua determinazione spalancando le braccia dalla sua posizione seduta. Il cosmo sarebbe esploso all’esterno con il primo intento di contrastare l’ennesimo dolore insopportabile alla sua mente. A quella prima sensazione di sollievo, la deflagrazione grezza ma potenzialmente efficace avrebbe cercato di travolgere l’avversario, sfruttando le condizioni non ottimali. Nulla di complesso o particolarmente elaborato. Avrebbe avuto il semplice scopo di dimostrare che lei fino alla fine non si era arresa. Voleva più che altro rimarcare la sua ferma posizione a non cedere il passo, poiché la potenza dell’esplosione sarebbe stata molto lontana dalla pericolosità dei suoi primi attacchi. Era una sorta di ciliegina sulla sua torta fatta di onore, determinazione e orgoglio, a dimostrazione di quanto fosse imprudente sottovalutare e deridere Asgard solo perché non si conoscevano le reali potenzialità.

    F-forse abbiamo esagerato.

    Come tutto, però, anche quell’azione aveva un prezzo. Pronunciò quelle parole con estrema fatica, mentre tutto il suo corpo si accasciava nella posizione seduta che ormai teneva da tempo. Nonostante l’accortezza di preservare più energie possibili, infatti, a tutto c’era un limite e quel limite era stato purtroppo raggiunto. Non era assolutamente convinta di riuscire a costatare i possibili risultati di quell’ultima esplosione di cosmo, ma avrebbe fatto di tutto per non svenire di fronte a quello che sicuramente non considerava un alleato. Sbatté le palpebre per non perdere immediatamente conoscenza e sentì chiaramente il suo respiro e il suo battito farsi sempre più lenti.

    Protocollo di emergenza attivato.

    In modo del tutto automatico, percependo quella forte alterazione dei parametri vitali di Astra, gli automi della Golden Army si riattivarono.



    Erano costruiti per proteggere il loro obiettivo in ogni situazione e l’imminente rischio di vita rientrava ovviamente tra quelle casistiche. I loro corpi si ricomposero fino a riottenere l’imponente posizione eretta e cominciarono ad avvicinarsi all’area dello scontro in modo perentorio ma non minaccioso. Le loro armi rimasero inattive all’interno dei corpi metallici per non allarmare i guerrieri di Atlantide, e non avrebbero agito in alcun modo offensivo se non direttamente attaccati. Il loro obiettivo era uno solo: prestare le prime cure alla giovane Megrez, evitando che lo scontro proseguisse fino a diventare mortale.

    Cara Astra, mi raccomando, non mettere a rischio la discendenza dei Megrez solo per una questione di principio. Non ne vale la pena.
    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther automi
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO ♦ L’ultimo sforzo cosmico ha praticamente decretato l’impossibilità a proseguire lo scontro.
    STATUS MENTALE ♦ Non pervenuto xDD
    STATUS CLOTH ♦ Indossata.
    RIASSUNTO AZIONI ♦ Mi becco il dolore e, non potendo fare di più, scateno un’ultima volta il mio cosmo in una semplice esplosione tutt’intorno a me per non rimanerci secca e magari fare qualche ultimo danno [AF, se si può ancora definire forte xDD]. L’offensiva, vista la dispersione di energia, è tutt’altro che travolgente, ma potrebbe darti un po’ fastidio viste le nostre attuali condizioni di reciproca debilitazione xDD Mi sa che abbiamo esagerato per essere un duello “amichevole”, eh, ma ci siamo picchiati per bene :mke: Alla fine del post, gli automi si riattivano in automatico e si avvicinano al luogo dello scontro percependo i parametri vitali di Astra vacillare. Non attaccheranno, ovviamente (come promesso), ma avranno il solo scopo di fornire le prime cure, impedendo che il duello diventi mortale per entrambi. Non sono stato auto-conclusivo sulle loro azioni, nemmeno nei miei confronti, proprio perché immagino che tu possa voler gestire anche un intervento dei tuoi soldati o altro (come magari picchiarmi di nuovo ;_;). Lato mio, viste le condizioni, la parte di puro duello è necessariamente finita qui, ma sono pronto ai nostri saluti finali. Sarà interessante :kuku:
    tiu8Ygs

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    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.


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    L'ultima cosa che il suo cervello registrò, prima di spegnersi, fu quell'esplosione di cosmo viola che lo travolse. Anche volendo non avrebbe potuto fare nulla per difendersi, quindi, per forza di cose, si fece colpire.
    A malapena sentì dolore però, vuoi per le sue condizioni così critiche, forse perché anche la sua avversaria non se la stava passando poi meglio, ma l'impatto fu comunque sostanziale in assenza di opposizione: fu spazzato via dal getto di cosmo puro, il suo corpo sospinto all'indietro completamente in balia della gravità e della spinta inflittagli, ruzzolando senza controllo sulla sabbia di Asgard prima che l'attrito col terreno lo fermò. Ciò che vide, in maniera molto offuscata, fu il cielo. Grigio, terso, ricoperto di nuvole foriere di freddo eterno. Non un posto particolarmente ameno, quello, ma per un Antartico era una passeggiata di salute.
    Constatò ciò, con freddezza quasi asettica, prima di svenire.
    Quando riaprì gli occhi avvertì la sensazione di un respiratore aggrappato alla sua bocca, qualcosa che stava immettendo aria nei suoi polmoni, e gli spasmi. Mikael, con uno scatto datogli dalla forza della sorpresa, tolse il meccanismo dal volto e tossì. Una volta, due, il suo corpo scosso da spasmi invincibili, letteralmente sputando liquido misto a copiose quantità di Ametista polverizzata. Scusate Comandante, c'erano dei polmoni nella vostra polvere viola. Avrebbe riso, non fosse stato che stava praticamente boccheggiando disperatamente.
    Strani puntini luminosi occupavano l'interezza del suo campo visivo, il suo intero corpo era preda di tremori e crampi involontari dovuti alla forzata privazione di energie fisiche e cosmiche, sentiva, ora che lo sforzo era cessato, i suoi muscoli praticamente muoversi per conto proprio e quasi urlare di dolore.

    Mhhhhhhh.
    Riuscì a dire solo questo, una volta che la tosse fu cessata, prima che il suo corpo constatasse di aver bruciato l'ultima fiammella di energia che gli rimaneva. I suoi uomini lo sorressero, depositandolo graziosamente a terra mentre l'aria veniva riempita dal suono di motori cosmici. Cinque Valkyrie, trasporti aerei maggiormente in voga negli ambienti militari atlantidei, giunsero in zona. In un momento molto, molto, molto provvidenziale, eh?
    I trasporti atterrarono in zona, uno particolarmente vicino alla locazione del Primarca, per portarlo immediatamente ed efficientemente al sicuro come il protocollo imponeva. Nessuna parola intercorse tra i soldati, come se stessero recitando un copione già scritto e già fossero perfettamente consapevoli su cosa fare e come agire, trasportando il loro sovrano su di una comoda barella. Aveva rimosso la Scale, ovviamente.
    Dall'alto della sua posizione, rivolse uno sguardo verso Astra, la custode di Asgard che aveva avuto la fortuna di incrociare, e le sorrise. Avrebbe voluto parlarle, ringraziarla per lo scontro e, più nascostamente, per le informazioni di prima mano che gli aveva fornito, ma non aveva le forze per farlo. Poco male, si disse, si sarebbe premurato di ringraziarla molto sentitamente la prossima volta che l'avrebbe incontrata; dopotutto, le dava molto fastidio il suo atteggiamento, no? Nessuna ragione per non ripeterlo e non bearsi dello sconforto che provocava. Quella ragazza era una grande guerriera, ma davvero una pessima bugiarda.
    Certo è difficile mentire quando i tuoi ricordi sono snudati, vero, ma Mikael aveva considerato l'esperienza davvero molto istruttiva.

    Avrebbe dovuto provarci ancora, in futuro.
    Considerò questo, mentre i trasporti presero il volo, portando i guerrieri di Atlantide oltre l'orizzonte.

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    narrato ◊ parlatopensatoparlato altri
    NOME ◊ Mikael
    CASTA ◊ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    ENERGIARossa
    SCALE ◊ Lymnades (IV)
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    STATUS SCALE ◊ indossata, integra
    RIASSUNTO AZIONI ◊ posticino di chiusura e grazie assai per lo scontro e le botte da orbi :fiore:


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    Ombra della Luna
    il confine tra realtà e fantasia è sottile, in un istante la vita che hai vissuto ha lo stesso valore di fiori sparsi al vento, tutto secondo i numerosi e intricati meccanismi della mente.
    Il Primarca di Lymnades è portatore di un potere psionico terrificante, forse il più grande maestro arcano fra tutti i Sacri Guerrieri perché la sua mente abbraccia lo spettro completo del potere illusorio. Rivolgendolo sull'ambiente circostante Mikael può creare miraggi e allucinazioni di ogni genere che, sebbene siano intangibili ed eterei, forniscono la possibilità di alterare lo spazio intorno a lui come più gli aggrada, ottenendo vantaggi tattici considerevoli. Se invece la forza di Lymnades dovesse essere diretta verso il sistema nervoso nemico ogni fittizia alterazione sarà percepita come reale, ogni tortura psionica resa autentica in una prigione in cui anche il tempo è sotto il controllo del Primarca, sebbene una grande forza di volontà o appropriate difese mentali possono spezzare l'illusione.
    Tuttavia è combinando entrambi gli aspetti del suo potere che si possono ottenere i migliori risultati, creando ogni genere di surreale alterazione.
    In un istante la realtà diventa fantasia, che tuttavia si traduce comunque in realtà, poiché ogni fittizio danno subito da illusioni ordite da Lymnades, oltre all'ovvio impatto psichico, si traduce in una corrispettiva perdita di energia vitale nell'avversario, proporzionale al danno che l'avversario avrebbe subito se l'illusione fosse stata reale. Gli effetti dell'esposizione a tale potere sono progressivi, poiché l'energia vitale persa non può essere recuperata in alcun modo nel corso dello scontro, la vittima sentirà una crescente difficoltà nel muoversi, stanchezza diffusa e sempre maggiormente limitante, persino richiamare e manipolare il proprio cosmo risulterà sempre più difficile, fino a che non si piomba svenuti al cospetto del Primarca nel caso migliore, morti (gdr only) in quello peggiore.


    Un Lago Immobile
    ognuno porta con sè un carico di piccoli segreti, microscopiche trasgressioni, emozioni che compongono la psiche e definiscono la persona nella sua interezza. Talvolta, tuttavia, questi segreti devono essere ispezionati per assicurarsi che tra di essi non si annidi eresia alcuna.
    Il Primarca di Lymnades è in grado di estendere la sua maestria psionica e invadere silenziosamente la psiche di chiunque, aprendola come un libro e passando agilmente da un ricordo ad un altro. Sotto gli occhi del Sommo Inquisitore nessuna memoria è al sicuro, nessuna emozione ad essa collegata è insondabile, e ciò gli permette di condurre interrogatori senza porre neanche una domanda. A meno che qualcuno non usi appropriate difese mentali per schermare l'influenza del Primarca, cosa che equivale ad un'ammissione di colpevolezza.
    Ciò che tuttavia rende il Primarca così temibile in battaglia è il fatto che sa sempre cosa dire o fare per infliggere massimo danno al nemico.
    E se il bersaglio dovesse essere alleato... se ha servito bene il Dio-Imperatore allora non avrà assolutamente niente di cui preoccuparsi.


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