Katana vs Zweihänder

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    Settore dell'Oceano Atlantico SettentrionaleRegno di Johanna di Seadragon




    «Ecco...ha chiesto un budino.
    E, testuali sue parole mia Regina, vuole che glielo porti quel polipo ghiacciato dai troppi nomi


    Il soldato era impaurito. Non si capiva perché. Se fosse perché di fronte a lui aveva Johanna o per quell'essere o cosa che stava al di là di quel portone in attesa.

    «La seconda era una chitarra, che abbiamo già esaudito ma la terza ecco...io non so...perchè veramente è assurda.»

    E lo terrorizzava anche. Non voleva dirlo. Ma quell'essere era un qualcosa che travalicava l'umano. Una leggenda che a quanto pareva aveva ossa, sangue, muscoli – pure troppi a quanto sembrava – e una lingua malefica.
    Ma di fronte a lui vi era Johanna, la Santa. La Regina per antonomasia. Era la Primarca dei Primarchi. Era la Storia recente di Atlantide e quella cosa la oltraggiava in quel modo. Eppure quella cosa non sembrava intimidita da niente e da nessuno. Si era messa a suonare e gli aveva fatto questa richiesta.
    Cosa sarebbe successo se non lo avesse detto a Johanna? Un caso diplomatico? Una guerra tra Atlantide e i Figli di Gea? Li stessi che li avevano aiutati in Australia? Poteva forse permetterselo?
    In definitiva era la richiesta di quell'essere mica al sua. Anche se metà del settore avrebbe voluto dirlo e l'altra metà avrebbe venduto la madre per averle.
    Respirò a fondo. Sentiva lo sguardo di Johanna addosso e di quelli che erano in quella stanza. Il bip dei computer e dei radar.
    Doveva parlare. Si doveva sforzare.


    «VUOLE LE SUE MUTANDINE!»

    Ecco. Lo disse a voce alta, chiara abbassando la testa e cercando di nascondersi, di non incrociare il suo sguardo.

    «Perché, a suo dire, far incazzare Pan è la cosa che rallegra le mie giornate


    Qualche ora primaGroelandia




    Il capitano Tiziano Rubicondi era un vecchio lupo di mare. Capello lungo castano, barba incolta screziata già di bianco a suggerire che ormai era un uomo maturo. Un uomo duro e attento. Poche parole, almeno 6 pacchetti di sigarette al giorno, donne e alcool. I piaceri della vita. Perché, sua filosofia, per un marinaio le cosce delle donne sono i più bei porti dove attraccare.
    Era Atlantideo. Amava il mare. Amava le onde. Amava esplorarlo, amava di più corteggiare le belle donne che fare la guerra. La trovava noiosa. Ma di corruzione ne aveva ammazzata. Il primo a lanciarsi nel gorgo l'ultimo ad uscirne. Nessuno restava indietro non tanto per coraggio tanto perché se ne aveva la possibilità avrebbe fatto il necessario per riportare a casa i suoi soldati. O in piedi o distesi lungo le bare. Ma a casa sarebbero tornati.
    Gettò la sigaretta ne accese subito un altra.
    Il fumo ad inondare la cabina di comando. Mentre la strumentazione sembrava impazzita. E dire che doveva essere una ricognizione semplice. Quante ne aveva fatte già?
    Erano sei navi in tutto. Esploravano e riferivano. Pattugliare. Non lasciare che un solo nemo passasse i loro confini senza che non fosse stato attentamente dissezionato.
    Dopo i fatti in Australia l'intero Impero era in fermento; molti erano morti altri però avevano cantato e bevuto. Lui più di tutti.
    Aveva visto la merda, doveva essere preparato ma si può dire forse di essere preparati all'imprevedibile?


    «Qualcuno mi spieghi cosa CAZZO sta succedendo qui!»

    Più facile dirlo che farlo. I radar erano impazziti. Erano come sotto attacco. Decine di punti luminosi intorno a loro, sopra e sotto eppure non vedevano nulla.

    «Sembra che siamo circondati signore.»

    «Acuto soldato. Farai carriera per questo...»

    La sigaretta venne buttata e calpestata.

    «Ha ragione signore....solo che non capisco. Sono simultanei. Sono ovunque ma si muovono impazziti.»

    «Dove? A quanta distanza da noi?»

    «Sono già vicini a noi signore! È questo il punto si avvicinano e dovremmo già vederli!»

    Strinse il pugno. Le nocche sbiancarono. Un brivido freddo lungo la schiena.Controllava quel blu oscuro che ora era più un nemico che un amico. Un ombra.
    Un branco di pesci che si muovevano compatti allontanandosi. Il respiro intenso. I petto alzarsi ritmico.

    «Stringersi subito! Date alimentazione continua agli scudi. Chiudiamoci a bozzolo con le altre cinque navi. Copriamo i punti ciechi. Armate i cannoni. Qualsiasi cosa si muova sparate. Non mi interessa se è una specie protetta o in via d'estinzione me ne frego!
    Trasmetti! »


    «Sissignore!»

    Ed ecco che le navi di Atlantide si chiusero a riccio. Scafo contro scafo. Prua con prua. Due davanti, due dietro, una per ogni lato. Gli scudi alzati per proteggersi da un attacco dal basso e dall'alto. I cannoni vennero armati. L'energia corse accendendoli di una luce nefasta che illuminò il blu profondo dell'oceano, di schiudendo le meraviglie del mondo subacqueo. Meraviglie od orrori?
    Il bip dei radar sempre più intensi. Uno dopo l'altro.
    Il battito dei loro cuori all'unisono.
    Attesa. Un altra sigaretta consumata.
    Gli occhi che scrutavano, il ronzio dell'energia nei cannoni al plasma. Avrebbero distrutto una piccola cittadina costiera per la potenza che avevano. Tiziano si domandò se sarebbe bastato.
    “O che diamine”, pensò, ”certo che sarebbe bastato”. Erano Atlantidei.
    Erano sotto la protezione di Poseidone. L'Impero tornava a ruggire. L'Impero dagli Abissi della disperazione e della sconfitta tornava a levare la sua voce fatta di maremoto e tempesta.
    Poi le navi tremarono. Come se fossero entrati in una corrente impazzita.
    Gli strumenti impazzirono.


    «Signore una traccia cosmica! Una traccia come quella in Australia!»

    «Corruzione?! Bastardi!»

    Un gorgo. Un vero e proprio gorgo e quel bip impazzì. Gli strumenti impazzirono, l'uno contro l'altro. In quella girandola caotica, il Tiziano Rubicondi sentì che si stavano muovendo. Non giravano in tondo ma erano come risucchiati da una forza spaventosa.
    Batté la testa, il mondo girava, il suo mondo, sentiva i soldati gridare, sentiva anche quelli delle altre navi nelle cuffie, rotte da un bzz malsano ma stavano venendo risucchiati non verso il fondo...ma verso la superficie?

    E poi vide il cielo. E quella cosa che sorrideva. Che giocava con l'acqua. Che era acqua e...vento?
    Non riusciva a capirlo...poi capì. Cadde il pacchetto di sigarette.

    «G.E.A...»


    regno di JohannaOra





    «Sta aspettando di là, mia Regina.»


    E in quelle enormi stanze lo trovarono. Un Araldo di G.E.A di nuovo. Stavano diventando ossessivi con Atlantide. Non solo uno di loro aveva posto le sue mani sul sedere più desiderato dell'intero regno di Poseidone, non solo erano amati ed odiati allo stesso tempo, non solo rimorchiavano esecutori e primarchi, ma ora iniziavano anche a porre volontà, desideri a comandare nel regno dell'Unico e Vero Imperatore.
    Eppure l'Imperatore degli oceani non era che un piccolo granello di sabbia nel Tutto Cosmico che incarnava l'Imperatrice della Realtà.
    Quella, o quello, Amaterasu o mi kami che sorridente, mentre suonava la sua chitarra senza preoccuparsi di nulla attendeva la Storia e la Leggenda di Atlantide varcare la soglia.

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    «Mamasita gustousa come stai? Il Budino? Ti vedo in splendida forma.»



     
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    ohanna era seduta alla sua scrivania, nel suo ufficio. Stava ancora sbrigando alcune delle innumerevoli pratiche che doveva risolvere in giornata, quelle che purtroppo non potevano essere sbolognate a Raia o che lei stessa non le aveva sfilato da sotto il naso dicendo che le avrebbe comunque sbagliate e date a lei dopo. Ma dal momento in cui il soldato era entrato nella sua giornata, Johanna era rimasta a guardare in avanti. Aveva posato lo stilo utilizzato fino a quel momento accanto allo schermo incassato nella sua scrivania e aveva intrecciato le dita davanti a sé, continuando a fissare tutti quelli che erano entrati uno dopo l'altro in ufficio per tenerla aggiornata della situazione che si stava consumando. Mettendo insieme i vari rapporti che aveva ricevuto, le forze G.E.A si erano manifestate in piena potenza alla divisione che stava pattugliando quella particolare zona, ma senza scopo ostile. Semplicemente per farsi notare sembrava. O farsi accogliere, era più appropriato. E a farlo era stato nientemeno che uno degli araldi in persona, quello che Johanna conosceva di meno, anche se lo aveva incontrato una sola volta: Amaterasu. Si erano scontrati per il puro piacere di farlo, anzi, il loro intero incontro in quella giornata in Groenlandia era riassumibile con "hey a entrambi piacciono le spade, spacchiamoci di botte".
    Anche se alla fine i due avevano fatto tutto tranne utilizzare le suddette spade, si erano scagliati attacchi su attacchi devastando l'intera area. Per Johanna una cosa del genere era la norma quando combatteva, ma forse per gli araldi era un po' più grave. Dopotutto dovevano difenderlo quel pianeta, non demolirlo combattendo peri l piacere di farlo. In altre circostanze, magari quando si trovava in pattuglia per il mondo, Johanna sarebbe stata contenta di incontrare nuovamente un araldo. Chernobog esclusa, ovviamente, ma per la primarca quello che stava accadendo in quel momento era l'equivalente dell'avere un conoscente compagnone che arriva alla tua azienda con un six pack di birre e la cassa portatile con la musica sparata a mille. Per quanto fosse universalmente conosciuto di fuori da Atlantide che Johanna era assieme ad Oliver la primarca con cui era più facile incontrarsi e discutere, il ritrovare la propria giornata lavorativa interrotta da quelli che possono chiamarsi solo shenanigans era in grado di darle fastidio. Normalmente ogni incontro diplomatico di Johanna era organizzato a puntino da Raia e infilato nella sua agenda sempre più piena.

    Inizialmente Johanna pensava che Amaterasu volesse chiederle qualcosa di importante, dopotutto aveva insistito di essere portato ad Atlantide e specificatamente nel suo settore. Sì, Johanna aveva pensato che si trattasse di qualcosa di importante e si stava preparando ad un importante incontro diplomatico. Si stava anche chiedendo perché non fosse venuto Dennis per qualcosa del genere.
    Johanna inspirò a fondo, guardando fisso il soldato davanti a sé per lunghi, tremendi secondi.

    Capisco. - Disse poi, sciogliendo le dita e appoggiando le mani al bordo della scrivania mentre si alzava in piedi. La sedia a rotaia magnetica venne spinta docilmente all'indietro lasciandole spazio di manovra. Sospirò. Amaterasu era di certo un individuo particolare, persino se messo a confronto con gli altri araldi, e data la sua peculiare natura sembrava quasi si muovesse ad un livello di comprensione superiore a quello degli altri. O almeno, laterale. Era un tipo strano, quello era indubbio, ma sembrava veramente sapere qualcosa che le mancava, in vari sensi. I suoi discorsi sulla lama, sulla mano, l'avevano perseguitata per un po' dopo il loro scontro nonostante si fosse risolto con la pura differenza dell'ampiezza cosmica di loro due. Ricordava come non la vedessero allo stesso modo sulle filosofie della battaglia. E ancora Johanna difendeva le proprie posizioni a riguardo.
    Innanzitutto, il budino Amaterasu poteva scordarselo, Johanna o le sue figlie non lo mangiavano e l'unica scorta nel suo palazzo era quella ipercostosa che teneva da parte per quando Sanya veniva in visita. Il suo cervello non si trovò neppure in grado di computare o commentare la cosa delle mutandine, quasi le passò attraverso come aria. Non riusciva a concepire una richiesta del genere, non lo avrebbe fatto da personacomune, non lo avrebbe fatto sopratutto da regina. Doveva essere una qualche cosa giapponese.

    Guardò nuovamente il soldato, a quel punto che la regina dell'oceano fosse infastidita era palese, un incontro improvviso del genere avrebbe fatto saltare l'intero piano della giornata e probabilmente fatto slittare tantissimi impegni lungo la settimana. Sentiva già il mal di testa di Raia per conto suo. L'uomo si fece piccolo piccolo pur rimanendo in piedi e perfettamente composto, ma Johanna lo congedò con un gesto del capo dirigendosi immediatamente verso la stanza in cui lo avevano condotto. Sentì prima ancora di arrivare al corridoio lo strimpellare della chitarra. Spalancò la porta con forse troppo impeto, entrando nella stanza, ritrovandosi Amaterasu a torso nudo a fare contrasto a lei che stava indossando la sua scale.

    PRIMA DI TUTTO. - Iniziò Johanna. Non era arrabbiata con Amaterasu in sé a dirla tutta, ma più con l'immagine che ciò stava dando. Gli eletti di Gea erano assolutamente i loro migliori alleati per numerose ragioni al momento, sia per la lotta contro il caos, i loro rapporti personali con vari membri e la collaborazione in Australia, ma era necessario che fosse una relazione di parità tra i due schieramenti. Johanna era pienamente consapevole che se i Gea avessero voluto avrebbero potuto buttarli tutti fuori dal mare, ma quel contesto era esattamente ciò che preferiva che venisse sbattuto in faccia a tutto l'impero. Dopotutto non si trovavano sott'acqua per loro scelta.

    Siamo sempre contenti di incontrarvi, basta contattarci e organizzare qualcosa, invece di agitare così le nostre truppe. SECONDO. - Si fermò un istante, guardando se c'era qualcun altro in quella stanza. - Secondo, Joke's on you, io le mutandine non le porto. Ho un leotard addosso. Hah. Come la mettiamo ora?



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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE

     
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    «E niente budino...»



    Smise di suonare. Non era infastidito, voleva davvero quel budino. E poi fu ancora più imprevedibile. Al solo sentire il leotard sorrise.


    «Va benissimo! Basta che sia pulito! Tipico di te, si ci piace! Fammene avere uno!»


    Amaterasu non si scompose ma, anzi, era ancora più divertito. Il solo pensiero, il solo immaginare P.A.N con quella roba addosso lo faceva sorridere. Non pensava minimamente a Johanna con quella roba addosso, anche se molti avrebbero dovuto cambiare le loro mutande a tale vista, all'Araldo faceva solo sorridere.
    Una primarca e il suo intimo....tutto ciò era magnifico!
    Eppure quel sorriso nascondeva molto altro. Perché un Araldo non arrivava così dal nulla. O almeno non uno come l'Araldo della Creazione. Aveva i suoi motivi, seppur capibili solo alla fine, eppure era lì per un motivo. Questo era chiaro e limpido come sorgente.
    E le corde vennero pizzicate. Melodia malinconica. Lenta, per poi accelerare e ricominciare. Non era blues, eppure aveva influenze tali da ricordarlo ma era più vicino al rock anni '70. E la guardò fissa.

    «Come state, Primarca?»

    In un momento solo, così repentino da domandarsi se fosse lo stesso di un attimo prima, il tono, gli occhi, persino il modo in cui la guardava furono diversi. Una domanda intima.
    Come stai...quanto era difficile rispondere? Era una domanda che racchiudeva un universo intero. Che ne portava altri con sé.
    Un Araldo stava domandando ad una Primarca cosa vi fosse nel suo cuore. E lo fece con un gesto così naturale, così spontaneo, così di getto che sembrò la cosa più naturale e facile del mondo. Eppure non era così.
    Pochi lo domandavano sul serio. Tanto meno perché lo stava facendo quell'araldo che mostrava il petto nudo, i muscoli guizzanti sotto la pelle, con quella chitarra che continuava ad essere suonata, mentre quella domanda riecheggiò, ancora, tra le note.
    Amaterasu non si mischiava agli uomini. Rare volte lo aveva fatto.
    Ma quando lo fece era sempre per una causa importante.

    «Ti domanderai perché io sia qui. Quindi facciamo cadere queste richieste stupide e divertenti – tra l'altro lo voglio davvero il budino e il tuo leotard – ma non è importante ora.
    Ora sei importante tu


    E la indicò. Amaterasu era l'Imperatrice della Realtà. Eppure stava trattando Johanna...da amica?
    Forse non era nemmeno questo che batteva nell'anima dell'araldo. Perché il Sole era di tutti e per tutti.

    «Molto è successo e molto ho visto. Ma voglio sapere di te. E non voglio sapere che stai bene. Perché la primarca non può cedere. Perché Johanna di Seadragon è invincibile.
    Io ti ho chiesto, anzi, io ho chiesto alla donna e alla persona Johanna come sta.»


    Si alzò, lasciando la chitarra.

    «Ottimo strumento. Vi ringrazio per avermelo prestato.»

    Quanto era alto Amaterasu? Forse per la prima volta, dopo il loro primo scontro e incontro, l'Araldo era davanti a lei non più piegato da un peso indicibile, ma ritto come colonna. E quegli occhi arcobaleni fissi su di lei. La testa piegata di lato.
    Il sorriso malinconico.

    «Sai io non sono tuo amico. Né tanto meno ho la superbia di considerarmi tale. Io ti chiamo amica ma non deve essere reciproco. Sanja mi odia ed è giusto così, Oliver forse gli sto simpatico e, anche, questo è un bene. Come vedi non cerco nulla, ma sono qui perché voglio capire. Perché volevo vederti. »

    Si lisciò la barba.

    «Hai combattuto e hai sofferto. E ami, o sbaglio, mio fratello? Ecco anche questo è interessante. Io non osteggio questo sentimento, né lo caldeggio.»

    Ma si avvicinò al suo orecchio. Un sussurro. Un segreto tra donne. Tra una Regina e un Imperatrice.

    «Ma faccio il tifo per voi, mamasita.»

    L'occhiolino beffardo.

    «Ci vuole coraggio per fare quello che state facendo voi due. I pericoli che attendono noi Araldi sono infiniti. Eppure guardarvi mi da forza.
    A volte penso che G.E.A forse darà a voi due il giusto compenso. Farvi amare come persone normali. Sotto un cielo sereno. In un mondo sempre pazzo ma almeno un mondo da poter vivere e plasmare.
    Anche se perdessi P.A.N guadagnerei la felicità di vedervi. Un pensiero sciocco, perdonami. Straparlo come al solito.»


    Si grattò la barba. Un gesto che faceva sempre. E mentre lo faceva i pensieri si ordinavano.

    «Molti nemici ci sono. Amarvi è pericoloso per entrambi. L'Abisso, l'Orrore e chissà chi altri non aspettano altro.
    Forse dovrei battere il pugno. Forse dovrei fermarvi. Ma sai...quando vedo certe cose allora capisco perché porto la spada. Perché sono sul Muro. Non sono un eroe, né il salvatore e anzi sono molto debole, sebbene per i vostri giudizi io sia immenso, ma quando vedo queste cose allora esulto e combatto con più forza.
    Voi date speranza. Superate gli ostacoli, anche se immensi, e siete bellissimi così come siete. Le parole a volte sono solo la cornice per far si che questo quadro magnifico emerga e si mostri con tutta la sua forza. Le mie parole non saranno perfette ma date speranza anche ad un vecchio cinico ronin come me. »


    Si rigirò un ciuffo di barba.

    «Quindi oggi sono qui per chiederti proprio questo. Come stai.
    Una domanda da amico?
    Forse no...non posso essere amico di nessuno, perchè il mio cammino è solitario, ma ascoltarti e aiutarti se vi fosse necessità quello si. E anche perché ci sono un paio di lezioni che non ho capito ancora, su quella tua sciocca scherma occidentale fatte da spade grosse e lunghe per uomini dai cazzi piccoli!»


    Cambiò discorso. Come se si trovasse in un duello di spade. Aveva cambiato approccio e tecnica. La portò sulla battuta truce. Ma questo era Amaterasu. Luce e tenebra.
    Un gatto sornione che aveva chiesto un budino, smaniando per averlo, e l'attimo dopo un Araldo che avrebbe dato il cuore per Johanna.
    Si...lo avrebbe fatto. Come tutti loro, in fondo. Anche ucciderla se fosse stato necessario per preservare questo mondo.
    Ecco perché capiva il dolore dell'abbandono per necessità, l'amore, la malinconia, le ferite. Sensibile più di tutti gli altri osservava e quando reputava il momento, scandito dal battito del suo cuore, arrivava come il vento.
    Come una tempesta calda. Come un fuoco.

    « Primarca volete fare questa passeggiata con me?»



    Edited by Lyga - 21/12/2020, 00:41
     
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    II

    N
    ell'ascoltare l'araldo Amaterasu, Johanna attraversò in rapida successione vari stati emotivi. Partì con il fastidio, passando poi rapidamente all'avvilimento. Qualche istante dopo però passò alla curiosità al vago interesse, per tornare immediatamente al fastidio per la sua uscita finale. Chiuse per un istante gli occhi e inspirò, cercando di trovare un misto di contegno e calma necessario a gestire quella conversazione. Una volta Dennis aveva definito parlare con Amaterasu come "insegnare a un gatto a smettere di cagarti nel lavandino". Avresti potuto usare ogni trucco nel libro per indottrinare l'animale, per poi ritrovarti di nuovo tutto lì. Johanna aveva sempre considerato il paragone eccessivo, ma ora che se l'era ritrovato davanti, apparentemente senza nessun vero motivo urgente, Johanna si ritrovava completamente senza sapere che cosa dire. Come rispondere? Di che stava parlando in primo luogo quell'araldo? Aveva fatto un discorso così convoluto e strano che quasi si era persa in quei giri di parole e nelle sue ripetizioni. Eppure sapeva perfettamente che nulla di quello era casuale, che c'era una ragione dietro tutto quello che faceva.
    Solo che Johanna stava faticando a trovarla.

    Tuttavia come donna e come umano non poté fare a meno di sentire una sferzata di gratitudine nel sentire quanto supportasse la loro relazione. Come diceva lui, il loro era un amore strano, inusuale e a tratti molto difficile. Appartenevano a due mondi completamente differenti, sia come ideologie che come metodi. Pubblicamente da molti la loro relazione era accettata largamente per il fatto che i guerrieri di G.E.A fossero nemici giurati del caos e degli altri abomini, oltre a non aver manifestato vero interesse nell'opporsi all'espansione dell'impero sulla terra emersa. Poteva sembrare poco, ma ad esso si aggiungeva il fatto che il popolo di Atlantide la adorasse fin dal principio e tutto ciò che aveva fatto a sua volta per il popolo stesso. Aveva combattuto due guerre e innumerevoli battaglie per l'impero. Era un'eroina, era la santa vivente. Johanna a volte si sentiva come se il non avere opposizione diretta alla relazione con Dennis da parte dell'opinione pubblica fosse il suo "contentino" o il suo "premio", l'avere diritto ad un minimo di normalità e di diritto di ricerca della felicità. Sanya sì, aveva detto di non approvare Dennis, ma aveva anche detto che non si sarebbe opposta ad esso.

    Ma pensare che Johanna bramasse la normalità era un errore. Johanna veniva dalla normalità. Dalla mediocrità. Quell'orribile mondo di guerra in cui era precipitata quando ancora era solo una ragazza non aveva fatto altro che darle e darle. Era diventata una regina. Aveva potere, ricchezza, uno scopo immensamente nobile per cui combattere. La normalità del mondo che c'era prima era ciò che Johanna intendeva spazzare via con l'impero.
    Inclinò appena il capo, guardando negli occhi variopinti quell'uomo che non era un uomo, che era altro. La presenza di Amaterasu era diversa rispetto quella di P.A.N. Avere davanti la furia della madre era come avere di fronte un enorme macchinario da costruzione che aspetta solo di cominciare a muoversi, di piegare il terreno e livellare edifici con un semplice movimento. Ma con AMaterasu era differente. Era vasto ma in senso differente. O meglio, Pan era qualcosa di estremamente concentrato, Amaterasu le sembrava disperso, incline a cambiare forma in ogni possibile istante, e quasi le sembrava lo facesse ogni volta che spariva dalla sua vista e si nascondeva nell'angolo dei suoi occhi. Incontrare un araldo era di certo un'esperienza a sé stante.

    Può sembrare strano, in questo anno, in questo mondo. Potresti guardare in giro e magari vedresti qualche tristezza nascosta negli occhi di qualcuno dei "grandi eroi" la fuori. Forse ad Atene potresti trovare qualche risposta complicata...ma io sto bene. Benissimo. Mai stata meglio, oserei dire.
    - Allargò appena le braccia, come a sottolineare quanto fosse normale per lei quello che stava dicendo. Non c'erano strane espressioni sul suo volto o altro, lo intendeva davvero. Nessun sottotesto nascosto.

    Appoggiò la mano al fianco, inclinando appena l'anca come naturale conseguenza di tale gesto. - L'impero non fa che crescere, la nostra società non fa che progredire e sapere di essere parte del motivo di ciò mi rende allegra. Sono praticamente all'apice del mio mondo. Sono uno degli umani più potenti in giro e se continuo così raggiungerò il livello degli antichi primarchi in qualche anno. Ho due figlie bellissime che continuano a crescere e a rendermi immensamente fiera. Diana è avanti di anni con gli studi rispetto ai suoi compagni, Sandra si sta comportando benissimo. - Si fermò un istante, ripensando a che cosa stessero facendo le sue piccole in quella giornata specifica. Diana aveva lezione di danza, Sandra era dal logopedista. Se non ricordava male gli orari tra un paio d'ore sarebbero tornate a casa.

    E poi, dopo anni, ho finalmente trovato la forza di andare oltre la perdita di mio marito e ricominciare ad amare. Dennis è un soggetto, lo sai tu, lo so io, lo era prima di diventare P.A.N. Ma ti sfido a trovare chiunque sul pianeta che tiene ad ogni cosa e alle persone più di lui. È una relazione complicata, ma mi rende felice. - Fece un gesto con la mano. Stare con Dennis non era mai noioso. Certo, come aveva detto Dennis era a tratti...complicato, ma Johanna lo amava immensamente comunque. Soprattutto dopo il loro ultimo incontro, quel fatale momento in cui Dennis l'aveva aiutata e il bosco di G.E.A le aveva salvato la vita. Ricordava ancora la melodia che aveva sentito suonare da Dennis in quella strana esperienza extracorporea mentre era nella vasca di guarigione. Nel ripensare a quella giornata Johanna provò un piccolo calore all'altezza del petto.

    Infine, se proprio ti interessa, sono giunta ad un nuovo stadio della mia scherma, solo mia, dove tutto quello che ho imparato e praticato negli anni trova applicazione. Sarà pure per uomini dai cazzi piccoli, ma a meno che tu non voglia controllare di persona, capirai che non è un problema che riguarda me nello specifico. - Ridacchiò e si voltò, muovendosi verso la porta. - Bada che se volevi farti un giro sotto alberi di ciliegio o altro, hai sbagliato settore. Questa è una metropoli.

    E così la primarca portò l'imperatrice della spada a fare una passeggiata per il suo settore, tra le ampie strade dorate e i palazzi.

    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE

     
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    Si grattò la barba.

    «Allora tieniti stretta questa felicità.»

    Era utile la felicità? Si. La felicità serviva sempre, la sua ricerca rendeva ogni istante importante, degno di essere vissuto. Era la felicità che ci spingeva, la sua ricerca che dava senso. Amaterasu pensò che nella sua lunga esistenza poche volte fu felice. O almeno non nel concetto di Johanna.
    La felicità di Amaterasu era in altro, ma sapere che quella donna lo fosse e che aveva trovato forza e coraggio per cambiare la sua vita, o per andare avanti superando le difficoltà lo fece sorridere.
    Che Pan avesse contribuito? Anche questo avrebbe portato del bene.
    Il loro sentimento era unico e non per questo era deprecabile, anzi forse era un nuovo orizzonte. Voleva vedere dove avrebbe condotto questa melodia.

    «Così hai due figlie? Ti assomigliano? Un giorno le vorrò conoscere, se fosse possibile anche solo per salutarle. Saranno importanti anche loro prima o poi.
    Andiamo a farci due passi. Ah non mi aspetto ciliegi in fiore o chissà cosa. Non pensare che sia così samurai. Sono un tipo che va per le spicce quando serve, e i ciliegi sono belli ma sfioriscono troppo in fretta e non mi piacciono.
    Ah offri tu...e voglio roba forte. Il sakè è solo per purificare l'anima dopo uno scontro. E non mi pare che lo abbia fatto, vero?»


    L'occhiolino beffardo. Perché Amaterasu si che amava il Giappone, ma al tempo stesso guardava sempre oltre. Il Giappone era una perla nel suo cuore, ma non così diversa da mille altre che portava nel suo cuore. Nessuna più preziosa delle altre, nessuna più bella. Per lui erano uguali ai suoi occhi. Ugualmente importanti. Il fatto che molto del pensiero di Amaterasu fluì nel Giappone rendendolo simile all'araldo fu solo perché più di altri vennero ispirati.
    Erano più propensi al taglio di mille altri popoli.
    Ma molta dell'Asia venne ispirata da Amaterasu e dal suo modo di fare. Atipico anche tra i figli di G.E.A, l'Araldo si mosse dall'Islanda fino al Deserto del Gobi, dal Fuji fino alla Cina.
    Ma in Giappone aveva lasciato molto. Era casa sua. Ci si trovava bene, ecco perché la filosofia, la tecnica di spada giapponese si avvicinò al Taglio dell'Inizio.
    Anche se Amaterasu era in costante mutamento in Giappone andava sempre a dormire, a sognare cose nuove, a danzare, a giocare con gli elementi, a rincorrere gatti per tirargli la coda.
    casa.
    ecco...il Giappone era qualcosa da chiamare casa. Un luogo dove poter pensare e stare sereni, ritrovare se stessi, ritemprarsi. E perché no, anche nello stare al sicuro, abbracciati ad un caldo tepore.

    «Chi dice che sia sbagliato amarlo? Pan è molto più vicino a voi esseri umani di me, per esempio. Basta che tu gli sia fedele e non nel corpo, ma nel cuore. L'amore non è mai sbagliato, e chissà se non sarà proprio questo sentimento la chiave di volta per vincere. Anche di questo parleremo. Sono qui per te, come ti ho detto, e per una proposta.
    Ma tutto ha un tempo...non adesso. Dopo. Ora voglio godermi la passeggiata.»


    Camminare nel settore Atlantico era un modo nuovo di scoprire vecchie cose. Camminare al fianco della loro regina, nei territori di Poseidone, lui un Araldo di G.E.A, un qualcosa che andava oltre la concezione umana, lui che di quei territori era una vigile sentinella, passeggiava sorridendo.
    Vedeva bambini, madri, donne, uomini. Con alcuni si fermava a chiacchierare, alcuni lo guardavano con sospetto, altri con curiosità. Eppure passeggiava con tranquillità, osservando come tutto era cambiato da quando venne creato.
    Ma ancora non aveva minimamente accennato a questa proposta.

    «Ah...quindi la tua tecnica è ad un nuovo stadio. La stai perfezionando o la stai distruggendo

    Strana domanda, ma da un essere ancor più strano come lui niente era così semplice da capire.

    «Certo che la voglio provare. Ma prima beviamo. Nessuna ubriacatura, però, un brindisi e basta. Non vorrei che qualcuno mettesse in dubbio la tua forza. Essere battuta da un ubriacone...che brutta immagine.»

    Sorriso malevolo. Una parte di Amaterasu, sebbene sensibile, era maledettamente guerriera. Era un Araldo rabbioso. Un Araldo che combatteva nell'Abisso, che combatteva il Chaos, l'Orrore e lo aveva sempre fatto con un sorriso. Lo stesso che sfoggiava con Johanna. Un sorriso provocatorio. Il sorriso di un Imperatore che non conosce sconfitta.

    «Mostrami i tuoi successi. Ma ti do un consiglio: non esserne fiera.
    Ma ora non è il momento di essere un maestro perché non lo sono. Non oggi. Oggi sono uno sfidante che vuole provare questa tecnica sul proprio corpo.»


    Quegli occhi erano un arcobaleno infinito di colori. Una tempesta di colori.

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    «Vuoi tentare di tagliarmi, Regina Johanna? Scelga anche il luogo. A me va bene pure in mezzo all'Oceano. Nessun clamore. Solo io e lei.
    Vediamo...sono curioso. »



    Appoggiò la guancia sul pugno destro.

     
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    CRIMSON DEFILER

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    III

    L
    a primarca acconsentì al drink. L'araldo poteva essere la manifestazione concreta della furia della natura, del girotondo degli elementi, ma Johanna lo portò in un locale dalle luci soffuse dove un terzetto su di un piccolo palco rialzato in fondo alla sala stava suonando. Nel preciso istante in cui videro la primarca fare ingresso la musica virò agilmente da freeform jazz a ritmi più tranquilli e rilassanti. Alcune teste si mossero confuse, mentre i pochi clienti abitudinari si voltarono immediatamente verso l'entrata per confermare il loro sospetto. Johanna non andava spesso in quel locale, un paio di volte al mese al massimo, ma chi lo faceva sapeva che quando il primarca entrava era meglio abbassare i toni o semplicemente calmare l'atmosfera generale. Non era una cosa che aveva richiesto lei esplicitamente al suo primo ingresso, era come se chiunque nel locale avesse deciso semplicemente di lasciare che la loro regina si rilassasse. Dopotutto non poteva esserci altro motivo per il suo ingresso in quell'umile locale no? Un posto piccolo, intimo, dove fermarsi un attimo e bere qualcosa esalando via lo stress delle sue giornate.

    Johanna si sedette al bancone, davanti al barista che non poteva fare a meno di mostrarsi vagamente a disagio ad avere davanti la primarca in persona ogni volta che entrava nel suo locale. Aveva cominciato a farci l'abitudine, ma era ancora un processo lento. Per contro Johanna che per l'appunto tornava in quel locale per cercare pace e tranquillità interagiva il minimo possibile con gli altri clienti o il barista stesso. Le sue rare serate in cui riusciva a ritagliare qualche ora da sola, le passava seduta in un angolo a bere qualcosa e ad ascoltare la musica, lasciando che lo stress e la stanchezza scivolassero via al ritmo delle note musicali che scorrevano sulla sua mente. Tuttavia stavolta era con qualcun altro e quindi ognuno lì dentro avrebbe finito per sentire la voce della primarca. Ordinava sempre la stessa cosa, quindi il barista si limitò a versare una generosa quantità di crema di whiskey nel loro bicchiere migliore, voltandosi poi verso Amaterasu - senza sapere chi fosse - per prendere la sua ordinazione. Nei limiti della logica e della praticità, sarebbe riuscito a fornire più o meno qualunque cosa avesse chiesto.

    Johanna portò le labbra al bicchiere e ne bevve un piccolo sorso, abbastanza per ricordare al suo cervello che sapore avesse quel liquore. Ogni volta le sembrava passassero secoli tra una serata e l'altra, tanto intense e piene erano le sue giornate. Si voltò verso Amaterasu, allontanando il bicchiere e porgendolo all'araldo. Un brindisi, aveva detto. Aveva quasi dimenticato, nel suo cadere nell'abitudinario. Porse il bicchiere e attese che tintinnasse con quello di Amaterasu, guardandolo fisso negli occhi. Osservò il cambiare dei colori ed il fluire delle stagioni in quello strano sguardo, e ogni volta che lo guardava notava una sfaccettatura diversa che le ricordava come quello che aveva davanti non fosse un umano. Come ogni araldo, era qualcos'altro del tutto, ma in modo diverso. Se Pan era qualcosa di enorme e concreto, Amaterasu davanti a lei era sfuggevole e in continuo mutamento, come se di improvviso quella figura barbuta e trasandata dovesse esplodere in mille direzioni diverse.

    No, non ne sono fiera. Nel momento in cui non mi servirà più o troverò di meglio, getterò via tutto. Avevo capito tutto male, all'inizio. Non sono mai stata una spadaccina. Dopotutto non faccio altro che usare l'enorme e magnifico fuoco della creazione nello stesso modo in cui uno userebbe un sasso particolarmente affilato. - Bevve qualche sorso della crema. - Dopotutto se lo faccio è solo perché mi piace farlo. Avrei potuto raggiungere lo stesso punto nella mia vita senza creare una singola lama fino ad ora. Ogni storia, ogni filosofia sulla guerra e sulle lame non sono mai state adatte a me, che le uso solo come hobby.

    Appoggiò il bicchiere e si adagiò con il gomito al bancone, guardando Amaterasu. - Se ciò mi rovina ai tuoi occhi così sia, Amaterasu. Non sono una artigiana del taglio, solo un macellaio. Nel momento in cui ho capito ciò, sono diventata finalmente libera dal veleno della spada. Ogni colpo ha perso peso, ogni lama è solo quello. Una lama. Niente di nobile o maestoso, solo qualcosa che taglia o infilza.

    Un attimo di pausa. - E sono finalmente diventata brava a farlo. - Un altro sorso.

    Stavolta decidi tu il luogo. Non dentro Atlantide, dopotutto vuoi vedermi al massimo no?






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    NOME Johanna Derham
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    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE



    Edited by ~Gabriel~ - 12/2/2021, 00:28
     
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    Il bicchiere di birra era vuoto. Aveva scolato l'intera pinta, e più di una, pulendosi i baffi con il dorso della mano sinistra. Si arricciò uno di essi.
    Pensava guardando il bicchiere, una goccia scendere dal bordo fino al tavolo. Il ghiaccio si stava sciogliendo. Diventava acqua. Tutto in movimento, anche quello che non davamo scontato.
    Johanna era in movimento con la sua tecnica e pensarla ferma al loro primo incontro era una mancanza di rispetto da parte dell'araldo.
    Anche Johanna mutava come la marea, così come il suo pensiero, la sua tecnica, il suo modo di vedere le cose.
    Sentirle dire certe cose lo fece sorridere. Si era avvicinata di un altro passo alla lama.
    In fondo Amaterasu era una lama nelle mani di G.E.A. Un arma. E un ricordo si fece strada nei suoi pensieri. Un ricordo antico perso tra le correnti del tempo, sepolto sotto la sabbia dell'esistenza che scorreva.

    «Ora potresti essere pericolosa.
    Come avversaria


    Perché solo chi non era legato al proprio desiderio lo superava arrivando al divino. Tagliare senza volerlo. Senza desiderarlo. Solo facendolo. Come respirare.
    L'attaccamento per qualcosa era veleno. La mente doveva essere sempre libera da ogni impurità per poter vedere.
    Si grattò la nuca.

    «Hai fatto un altro passo in avanti. Diciamo che è colpa mia e di qualcun'altro tutta questa filosofia su spade e tagli. Ma meglio così...bisogna sempre iniziare da qualche parte per poi trovare il proprio modo di vedere le cose.»

    Continuò ad arricciarsi il baffo.

    «Alla fine di questa storia ti dovrò chiedere un favore. Le pedine sono sulla scacchiera è il momento di iniziare il Grande Gioco, Johanna.»

    Amaterasu aveva altro nella testa. Un qualcosa che glielo si leggeva chiaro e limpido negli occhi.
    Uno come Amaterasu non chiedeva mai favori, mai per lui né per nessun'altro. Eppure aveva chiesto un favore a Johanna.
    Un qualcosa d'importante perché era serio, una serietà battuta come ferro su quel volto di marmo.

    «Ma prima vediamo di scatenare il Drago.
    Il dove dici? Chiaro...in mezzo all'Oceano Atlantico.»


    Il sorriso.

    «Io e te. Nessun clamore. Nessuna fama. Siamo due armi. Non abbiamo bisogno che di essere sguainate. Non abbiamo bisogno che di un ennesimo campo di battaglia. Dell'ennesimo scontro. Dell'ennesimo nemico.
    Tanto basta...»


    Le api iniziarono a ronzare. Si alzò stiracchiandosi la schiena. Sembrò un gatto che si risvegliasse da un lungo e piacevole sonno.

    «Vuoi seguirmi? »






    Era lì l'Oceano Atlantico. Immenso. Una distesa azzurra contro il cielo celeste...l'orizzonte a mischiarli entrambi, le onde immense, la vita che nuotava sotto di loro, il vento e il cielo sopra di loro.

    « Nato da solo Vissuto da solo »


    « Ed ha combattuto da solo»




    Respirò profondamente, i passi a creare cerchi nell'acqua. L'acqua...Amaterasu stava camminando sull'acqua oppure era lui stesso acqua? Ogni cosa che componeva Amaterasu si era fatta d'acqua.
    Anzi non si era fatta d'acqua. Amaterasu stesso era acqua.
    Ma stranamente silenzioso. Stranamente serio.
    Le parole di Johanna prima avevano portato alla mente quel ricordo. L'utopia. In fondo era una sua responsabilità. Doveva saperlo. Doveva capirlo prima.
    Distruzione e Creazione non l'uno opposta all'altro ma l'una fuso nell'altro in un continuum. La lama divideva?
    La lama tagliava e uccideva eppure Amaterasu lo faceva contemporaneamente. E gli uomini vollero capire il modo e i perché. Ogni filosofia della spada, del taglio, delle armi partiva sempre da questo.
    Ma tutto era sempre accomunato da una cosa: uccidere.
    Perché tolta ogni impurità l'arte della spada è l'arte di uccidere con la spada. Però...

    «Molto tempo fa qualcuno disse la spada difende la vita.
    E come potrebbe farlo se uccide per difenderla? È una contraddizione.
    Vi era un uomo, troppo tempo fa, che insegnava proprio questo...la spada difende la vita. L'arma...ma era un sogno, un utopia perché chi padroneggia un arma, chi padroneggia la tecnica di spada è un assassino. L'arte di uccidere.»


    Era a qualche metro da Johanna. La sua forma era nell'Oceano stesso. Tutto era Amaterasu. Vento e Acqua. Il Fuoco dalle profondità della Terra. La Terra stessa. La Luce che illuminava, le Tenebre che ottenebravano.

    «Hai detto bene. La lama è solo uno strumento. Io sono lo strumento di G.E.A. Io sono la sua spada. Sono un arma per uccidere chiunque attenti alla Realtà e a questa Architettura così fragile come il Multiverso.
    Quindi come può un arma difendere la vita se uccide per farlo? Non è questo il punto. Non bisogna domandarsi se stiamo difendendo la vita perché ogni vita è importante e non siamo Onnipotenti da capire quale tra le infinite vite siano più importanti di altre. La lama difende per prima cosa la nostra vita. E con la nostra vita che decidiamo cosa farne. Se difendere altri. O se uccidere per conquista o sete di sangue.»


    L'Oceano turbinò. Correnti sempre più violente lo stavano smuovendo dall'interno.

    «Cosa sia giusto? Nessuno lo può sapere. Il Giusto e lo Sbagliato sono dei significanti a cui noi diamo significato. Ma per i guerrieri non esiste giusto o sbagliato. Esiste sapere perché siamo qui ed ora. Con le nostre armi sguainate pronti a dar battaglia. Ad attraversare oceani di sangue e merda.
    Perché chi sguaina la spada deve sempre sapere per cosa lo sta facendo.
    Chi si allontana dal proprio percorso diventa un debole.»



    E Amaterasu lo era stato. Ma aveva ritrovato se stesso. Aveva ritemprato le sue convinzioni, affilato il filo della volontà e sarebbe ritornato sul Muro della Realtà a proteggerla ancora. E Ancora.
    E ancora...


    «La filosofia è un modo che avete trovato per discernere giusto e sbagliato. Ma chi sguaina una spada è un assassino. Ma sta anche difendendo qualcosa.
    Creazione e distruzione.
    La lama taglia un albero e con il legno vi costruite una casa. Taglia il grano e potete sfamarvi. Uccidete la gazzella e vi sfamate. Ma potete anche uccidere un vostro simile per difesa od offesa. Tutto dipende sempre e solo da voi. L'arma rimane arma.
    Fine di tutte le belle parole. Di tutta la filosofia. Così come finisce qui questo discorso.
    Solo per dirti che Amaterasu non è uno spadaccino ma l'arma della Realtà.
    E come tale mi batterò contro di te.»


    Non era più uno scontro tra una katana e una zweihänder. Ma tra guerrieri. Tra macellai. Tra armi pure e crude.

    In tutto e il cielo e la terra soltanto io sono degno di onore.
    In tutto e il cielo e la terra soltanto io sono l'Imperatrice.
    Soltanto io sono Forte.



    Un onda immane si alzò da dietro le spalle dell'araldo che fracassò su di esso. Come se fosse stato un singolo, solitario scoglio in mezzo alla tempesta. E fu allora che la sua darian ne ricoprì il corpo. La darian era l'Oceano Atlantico. Era acqua. E brillò sulla forma Amaterasu. La celata dell'elmo chiuso.
    Bianca da sembrare trasparente. Rimandava ogni colore del cielo e dell'Oceano. Johanna poteva specchiarsi in essa.
    La mano si alzò.


    «Vieni. Ti sto chiamando. Lama nata da Orochi vuoi batterti con me?»

    Il Giappone tremò. Il Fuji eruttò tutta la sua forza. Tremò perché Kusanagi ronzava nelle sue viscere. Sengen sama pregava nel suo tempio, mentre tutto era silenzio e la vita scorreva di nuovo, Kusanagi ronzò bramando una nuova battaglia insieme all'Araldo più imprevedibile tra i cinque.
    Ronzò e turbinò nell'aria.
    La Falciatrice d'erba.
    Il vento del Giappone.
    La spada del paradiso che rende luce la tenebra.
    Era rimasta in Giappone per essere temprata al fuoco del Fuji, per essere di nuovo resa tagliente dopo la Battaglia contro la Corruzione.
    Ronzò e fu tempesta incombente. Sengen sama aprì i suoi occhi, smise di pregare e la guardò sollevarsi da terra, rimanendo dritta con il filo posto verso la direzione da cui sentiva la voce di Amaterasu chiamarla. Una voce che ne accarezzava l'acciaio, che ne accarezzava quell'incisione che era la sua essenza e il suo scopo.

    Come rugiada al cespite
    Dell'erba inaridita,
    Fresca negli arsi calami
    Fa rifluir la vita



    E volò tra vento e tempesta in quella direzione. Kusanagi stava tornando alla Guerra perché il Muro e Amaterasu avevano bisogno dell'acciaio nato dalle tenebre di Orochi.
    E fu nella mano dell'Araldo. Tempesta e onde tagliò. Un boato come di un rombo di tuono che squassò l'oceano dalla superficie fino alle sue più recondite profondità.
    Naturale prosecuzione del braccio di Amaterasu. Era chiaro come per molti guerrieri fu ispirazione, montagna da scalare. Muro da abbattere. Naturale pensare come il modo di combattere dell'Araldo avesse fornito agli uomini un modo diverso di intendere le armi, come la filosofia della creazione potesse trovare compimento sulla lama. Per distruggere e dare la vita. Come un contadino che sradicava l'erba cattiva per poter far crescere una pianta senza che ne fosse distrutta e soffocata.

    5c19fc123238871681b2a7bb77eca029
    Flashing The Blades
    Crossing The Steel




    La punta della lama toccò l'acqua e subito fu una tempesta.
    Un taglio...un incisione nel regno di Johanna mentre colonne d'acqua, anzi erano gorghi, si alzarono ai lati di Amaterasu.
    Una vera e propria tempesta con al centro l'Araldo che era un tutt'uno con gli elementi della Realtà. Era una sfida. La preparazione, teatrale certo, ma pur sempre il dispiegare le proprie pedine sulla scacchiera del combattimento.
    Era un modo di prendere tempo, e dare a Johanna la possibilità di richiamare la sua scale.
    Di essere una Primarca di Poseidone, non una Regina di Atlantide.
    Amaterasu stava appena iniziando a scrivere un capitolo nuovo di questa storia. Su questa quinta teatrale denominata Realtà, dove il Grande Gioco prendeva forma in modi così diversi tra loro.

    «Che vinca la lama migliore.»

    Fu una voce così bassa da sembrare che provenisse dagli abissi degli oceani.
    Un montante della spada dal basso in alto e Kusanagi ronzò vomitando vento e tempesta su Johanna.
    Nello spazio intorno alla primarca si sarebbero aperti gorghi su gorghi, mulinelli d'acqua in un crescendo di acqua e vento come se una tempesta improvvisa si stesse abbattendo su di lei.
    No...non era una tempesta. Le correnti marine iniziavano ad essere più intense e terribili, il vento più forte e solo allora che fu manifesto l'intento di Amaterasu.
    La tempesta che era intorno ad Amaterasu si era spostata con quel colpo di spada, mentre l'Oceano si stava piegando al volere dell'Imperatrice.


    MAELSTROM




    Era tremendo. Amaterasu lo aveva creato smuovendo le correnti marine, insieme a quelle del vento creando un vero e proprio mostro acquatico che avrebbe inghiottito con le sue fauci fatte di correnti marine turbinanti, spuma e acqua la regina.
    Risucchiata fino in quel gorgo oscuro che si apriva al centro dove l'avrebbe condotta chissà dove.
    Il cosmo straordinario dell'araldo lo aveva reso possibile ed ora smuoveva l'immane massa d'acqua per ghermire Johanna attirarla a sé, facendola sprofondare in un vero e proprio abisso di acqua e tempesta fino al centro. Un affronto per un Atlantideo, ma Amaterasu era un Imperatrice e si appropriava di ogni cosa sotto e sopra il suo cielo facendolo diventare una prosecuzione di se stesso. Perché non fu la spada a crearlo.
    Era Amaterasu stesso che fattosi d'acqua si era reso Atlantico e lo stava creando direttamente usando l'acqua dell'oceano che ormai era suo. Anzi il concetto di suo era sbagliato.

    Lui era l'Oceano Atlantico.




    E se Johanna fosse stata impegnata a resistere a quella furia di correnti marine che l'avrebbe trascinata nelle profondità del suo oceano, in abissi a lei sconosciuti però, la punta di Kusanagi avrebbe di nuovo toccato la superficie d'acqua.
    Kusanagi anche aveva cambiato forma. Era completamente verde acqua, la sua elsa come un onda, il suo filo così blu intenso da sembrare nero.
    L'acqua scorreva sulla lama a cascata mischiandosi con quella dell'Atlantico ancora.
    E dal basso, dalle profondità degli abissi di Poseidone stava nascendo un altro gorgo. Amaterasu impugnò la sua spada con entrambe le mani, il piede sinistro in avanti, il peso del corpo su di esso, le spalle tirate indietro.
    L'urlo ad accompagnare il colpo. Un montante di potenza per far esplodere ogni cosa. Il vento sulla spada si mischiò all'acqua e dal basso, nelle profondità dell'oceano atlantico, nacque un vero e proprio ciclone d'acqua e vento, che avrebbe impattato il Maelstrom al centro, per tagliarlo del tutto e far esplodere tutta la forza centripeta in una tempesta impazzita fatta di tagli di vento, acqua e spirito.
    Johanna avrebbe sperimentato la forza degli elementi sul suo corpo. Tagliata. Affogata. Sballottata in ogni dove mentre l'acqua gli avrebbe tolto la percezione del sotto e del sopra, del destro e del sinistro, l'avrebbe soffocata e al tempo stesso avrebbe soffocato il suo spirito facendolo annegare anch'esso.

    E poi Amaterasu iniziò a sfruttare le correnti di vento per iniziare a sollevarsi dalla superficie d'acqua. Si alzò per dieci metri e, sfruttando l'acqua, creò dei tentacoli che lo avrebbero circondato.
    Un mostro?
    O era la sua personale corona?
    In ogni caso la spada fu posta di fronte a lui. In guardia. In attesa del Drago che tra poco avrebbe ruggito.




    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII):

    STATUS FISICO: //

    TECNICHE UTILIZZATE: Vento "Se desiderate conoscere il divino, sentite il vento sul viso e il sole caldo sulla vostra mano"
    Il vento è di natura ribelle, capriccioso, selvaggio. Può essere una carezza o un tornado che spazza tutto e tutti. Imprevedibile come lo è Amaterasu.
    Ogni trasformazione elementale asseconda un lato del suo carattere, ogni elemento ne fonda la sua essenza e lei è in loro e viceversa.
    Il vento è quello che rende Amaterasu amico o combattente letale. Il vento è il più imprevedibile tra gli elementi...così come Amaterasu è il più imprevedibile tra gli araldi
    In questa trasformazione il suo aspetto sarà quasi trasparente, come se si potesse guardare attraverso. Persino i capelli, lunghi anche troppo, sembreranno delle correnti d'aria, e intorno al suo corpo vi saranno correnti d'aria più o meno forti.ogni sua parola sarà come il vento che soffia tra le fronde degli alberi, come carezza o come uragano in base alla situazione, e divenendo vento potrà controllarlo. Generare tornado, lame di vento, proiettili di aria compressa, esplosioni liberando aria compressa. Potrà anche simulare parzialmente il volo ed accelerare i propri movimenti.
    Il suo intero corpo potrà trasformarsi in un tornado,i suoi arti, potrà giocare con la pressione atmosferica o creare vuoti d'aria improvvisi.

    Acqua
    Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l’acqua. Niente ostacoli – essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.
    Queste le parole di Lao Tzu che descrivono la mutabilità dell'acqua e il suo essere senza forma.
    Quando G.E.A creò Amaterasu le diede il controllo su ogni elemento fondante la Realtà. Anche sull'acqua; e il modo in cui si presenta l'Imperatrice della Realtà è magnifico e terribile in questa forma. Fu un eletto a descrivere la forma di Amaterasu quando nei tempi antichi dormiva sulle coste del Giappone.
    Poiché il levarsi di Amaterasu era terribile, a guisa di montante onda che s’avventi alla terra con scuro elmo crestato di schiuma e coperta di cotta svariante dall’argento alle tonalità del verde. Riluce di un puro fuoco marino, ove solo dalle profondità stessa dell'acqua e degli oceani poteva nascere.
    Persino il suono della sua voce fonda che pareva giungere dalle radici del mondo, incuteva paura.
    Questa è la forma che Amaterasu ha scelto quando diventa come acqua e fiume. Profondo come l'oceano, intemperante come la tempesta.
    E gli occhi brillano di un azzurro che non ha eguali in natura. Come se racchiudessero tutti i toni dell'azzurro. L'Imperatore della Realtà e di tutti i suoi elementi ha il pieno controllo dell'acqua.
    Anzi...non esatto. Controllare è solo un appendice, la punta dell'iceberg, quello che i più vedono. Amaterasu è l'acqua.
    La sua anima e il suo corpo diventano acqua e come tale si comporta. L'essenza stessa dell'elemento ne diviene Amaterasu facendo si che l'elemento obbedisca al suo comando, conferendogli la capacità di creare fenomeni con l'unico limite che è la fantasia e la capacità d'adattamento dell'Araldo della Creazione.
    Ha il controllo pieno di sé e di questa potenza che è duttile e malleabile. Può pressurizzarla per sparare gocce d'acqua che hanno lo stesso impatto di missili e la forza di penetrazione di cannonate.
    Può avere infinite forme d'attacco, tra getti d'acqua pressurizzata che hanno un altissima capacità di penetrazione e di taglio, può racchiudere i suoi nemici in bolle d'acqua annegarli o pressurizzarle fino a schiacciarne le ossa.
    Può far eruttare l'acqua da sotto i piedi come geyser o creare veri e propri tsunami o maremoti.
    Amaterasu è l'Araldo più imprevedibile tra i cinque e l'acqua è l'elemento che rappresenta la sua imprevedibilità, il suo essere tutto e nulla.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Iniziamo le danze con un pò di scena preparatoria tanto perchè sono coatto.
    [ATTACCO DEBOLE] forma d'acqua e di vento, con cosmo straordinario, e crea un maelstrom in modo da prenderti e tirarti verso il basso. Impedirti le azioni e la difesa e sbatterti in un bel frullatore.

    [ATTACCO FORTE] FORMA D'ACQUA e di vento sempre però usa anche cosmo straordinario e spirito. Intinge la spada nell'acqua facendo scivolare altro acqua al di sotto della superficie creando un vero e proprio ciclone. per poi con un fendente impregnato di vento lo fa impattare sul maelstrom per tagliarlo e far esplodere il tutto. In modo tale da farti trovare in mezzo a due vortici. Qui le due tempeste si socntrerebbero creandone un altra fatta di turbini d'acqua vento e spirito.
     
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    IV

    I
    l cosmo di Johanna esplose in risposta a quello di Amaterasu, innalzandosi in un complicato reticolo di increspature dorate e azzurre che cominciarono a danzare sulla superficie dell'acqua. Amaterasu l'aveva sfidata apertamente sul suo territorio, sia in senso pratico che in senso ufficiale. Johanna comprendeva bene le ragioni dietro un tale ragionamento, ma allo stesso tempo si sentiva presa sottogamba. Quella però era una scelta dell'imperatrice e non l'avrebbe contestata. La scale del drago marino apparve sul suo corpo in un lampo dorato e le piastre metalliche cominciarono immediatamente ad aggiustarsi al suo corpo con un sibilo continuo. Una volta completato il rapido assemblaggio la superficie dell'oricalco si ricoprì di venature azzurre pulsanti, raffiguranti complicate figure draconiche e temi di scaglie. Non creò nessuna spada nella sua mano, anzi le sue braccia rimasero lungo i fianchi rilassate mentre Amaterasu si preparava ad attaccare con tutta la sua forza.

    Johanna guardò Amaterasu, l'espressione nascosta dietro il suo elmo finemente decorato, in attesa del momento giusto per fare la sua mossa. La sua mente aveva raggiunto uno stato di concentrazione superiore, in cui ci si allontanava dal pensiero diretto e ci si rifugiava nell'inconscio, nella reazione e nella memoria muscolare. Johanna era probabilmente l'umana che si allenava più di tutti su quel pianeta e tale dedizione all'arte della guerra, unita ai millenni di esperienza pregressa originata dal Khala le donava un modo diverso di guardare il combattimento. Un certo distacco dal pensiero, se si poteva dire. Probabilmente i giapponesi avevano una parola per un fenomeno del genere, ma se c'era, Johanna l'aveva dimenticata. Amaterasu aveva scatenato la tempesta, rivoltando il suo oceano contro di lei. Se lo aspettava, dopotutto anche il loro precedente scontro non si poteva veramente dire uno scontro di lame, era un termine formale. Loro nella loro interezza erano armi dei rispettivi credi.

    Ma ciò non voleva dire che questa volta Johanna non avrebbe brandito spade.

    Che vinca la lama migliore. - Ripeté un istante dopo l'imperatrice immortale.
    Il cosmo di Johanna impennò ulteriormente, perforando le nubi con raggi di luce dorata che pitturarono i vortici e il maelstrom con rara bellezza mentre l'aria attorno a Johanna, prima che i gorghi la raggiungessero, si riempì di masserelle di corallo che crebbero in un istante. Una, dieci, cento. Cento lame comparvero attorno a lei, disposte in vari anelli attorno alla sua persona, come una sfera dilatata. Spadoni enormi, lunghi più di quanto fosse alta lei, più larghi e spessi di qualsiasi spada dai comuni mortali durante la storia. Ognuna di esse era di uno stupendo e intenso blu oltremare, un colore era andato a sostituire il rosso del suo corallo. Nessuna delle lame toccava il corpo di Johanna, ma ognuna si muoveva indipendente e in armonia con le altre, mossa dal cosmo di Johanna. Una danza di lame il cui muoversi e sfregare tra di loro generava un cupo stridio, un suono continuo, simile ad un basso ruggito che aspettava solo di crescere e divorare il suo bersaglio.

    Le lame si intrecciarono tra di loro in modo fitto, collassando sulla figura di Johanna creando una sfera irsuta che cominciò a roteare su se stessa alla massima velocità mentre l'intero ammasso si sollevò all'ultimo momento dalla superficie del mare portando con sé Johanna. Contemporaneamente al suo interno la primarca diffuse corallo del dominio all'interno del proprio corpo, lungo le braccia, le gambe, perfino nei polmoni. Johanna era tutt'uno con l'oceano a sua volta, e oramai le era indifferente trovarsi sopra o sotto la sua superficie.

    Le lame, così saldate tra di loro in una solida barriera affilata, stavano roteando nella stessa direzione dei gorghi, in modo non da contrastarli ma da accompagnarli nella loro rotazione. Inoltre sulla loro superficie cominciò a scorrere l'acqua primordiale di Johanna, che in quel momento esulava dall'oceano che era diventato Amaterasu. Su tale acqua innumerevoli tasselli triangolari di corallo galleggiavano, aderendo alla superficie di ogni lama come una pellicola. In ognuno di questi tasselli si generò un piccolo triangolo dorato, che cominciò a divorare la realtà e aspirare aria e acqua. O almeno ciò sarebbe successo se fosse rimasto stazionario. Quell'orrore dimensionale che era diventato la sfera di lame nel suo roteare creò una distorsione dimensionale che continuava ad asportare microscopici pezzi di quei vortici in ogni istante in ogni punto, trascinandoli via nella sua rotazione e andando ad arricchire la dimensione delle acque primordiali. Nel suo accompagnare il vortice di Amaterasu, le lame lo stavano erodendo. Il blu oltremare si tinse di nero mentre la luce divenne incapace di venire riflessa da quel costrutto letale che non fece altro se non continuare a roteare e a opporsi all'oceano che era stato portato via alla sua creatrice.

    Nella sua sfera illuminata solo dai riflessi del suo cosmo, Johanna sorrise mentre il corallo aveva finito di adagiarsi sul suo corpo, in una sovra armatura dello stesso colore, sulle cui spalle uno strano ibrido fluido tra enormi ali e un ampio mantello si adagiava attendendo di spalancarsi appieno.

    In tutto questo, la sfera rimase stoicamente ferma nel suo punto opponendosi alle forze trascinanti dell'oceano con il suo erodere continuamente il peso che le veniva sbattuto addosso e accompagnandone la sua direzione in modo da non fornire vera resistenza e lasciare che il resto scivolasse sopra di esso anzi ne venisse trasportato.
    Poi arrivò l'assalto di Amaterasu, che impattò contro il potere di Johanna. La primarca era conscia del fatto che i loro cosmi fossero di natura simile, più ampi e imponenti rispetto la media, quindi sapeva che la distanza tra la loro potenza non era la stessa che con altri combattenti. Inoltre ricordava bene come Amaterasu fosse in grado di danneggiarla ad un livello più intimo e profondo, nella sua anima. Per questo non avrebbe risparmiato energie nelle sue difese e nei suoi attacchi. Sarebbe andata all in, per così dire.
    La sfera continuò a roteare in difesa, ma il suo asse si alterò portandola ad una rotazione obliqua in modo da dare una erosione angolata al tutto. Johanna percepì chiaramente l'impatto e parte del riverbero impattò sulla sua armatura. Sentì immediatamente una punta di dolore accendersi in varie parti del suo corpo e la familiare sensazione interiore cominciò a farsi strada. Il suono emesso dalle sue lame in risposta a quello della tempesta fu fragoroso e terrificante, simile al ruggito di qualcosa di nascosto oltre le pieghe della realtà. L'esplosione finale riverberò oltre la sfera e Johanna ne percepì l'impatto in modo chiaro, anche se attutito dalla sfera e da entrambe le armature che stava indossando. Aveva però negato ad Amaterasu la possibilità di trascinarla sott'acqua. Terminato l'assalto la sfera "esplose", scomponendosi nelle singole lame che cominciarono nuovamente ad orbitare attorno a Johanna in modo rapido, come svariati satelliti attorno ad un corpo celeste. Alcune lame erano state lievemente incrinate dall'assalto, ma il corallo di Johanna oltre ad essere alimentato dal suo enorme cosmo era anche molto più robusto di quanto fossero l'ultima volta. Sarebbero state difficili da rompere anche per uno allo stesso livellodella primarca. Dalle incrinature liquido rosso colò lungo il filo delle lame. Era acqua ricolma di sentient che scorreva in venature all'interno dei costrutti come se fosse il loro sangue, in modo da ripararli costantemente e generare sempre nuovo materiale. L'avvicinarsi a organismi complessi aveva reso i sentient più potenti.

    Il mantello/ali di Johanna si spalancò mentre sentiva l'iniziare della sofferenza spirituale che i colpi di Amaterasu portavano. Johanna però era in grado di portare un altro tipo di Sofferenza e Amaterasu probabilmente lo ricordava.

    La pellicola dimensionale sulle lame si riadattò alla loro forma e cominciò a scorrere lungo il loro filo con un movimento a spirale, ripetendo il fenomeno della sfera per ognuna di esse. Il suono emesso da tale prodigio della tecnica cosmica di Johanna fu continuo, ma stranamente modulato, e unito dal loro muoversi continuo sembrava quasi un'armonia pesante e incombente. Questo era il nuovo stadio della scherma di Johanna, la spada universale. Taglia ovunque e in ogni istante e l'avversario non avrà dove sfuggire.


    [DANCE OF THE DRAGON WITCH]


    [ DRAGONSONG ]



    le lame si agitarono per un istante, fremendo nel loro riorientarsi secondo la volontà della primarca. Poi una parte di esse si scagliò in avanti. Attraversarono l'aria ognuna con una traiettoria diversa, dirigendosi verso Amaterasu portando con esse la loro canzone. La loro velocità le rese scie bluastre nella tempesta mentre ognuna di esse si preparava a colpire in un modo diverso dalle altre. Prima dell'apocalisse, c'era chi diceva che bisognava temere non chi conosce diecimila colpi, ma chi ne conosce uno e lo ha praticato per diecimila volte. Chi ha detto ciò non ha mai considerato l'eventualità che potesse esistere chi conosce diecimila colpi e ne ha praticato ognuno diecimila volte. Ogni movimento di quelle lame di corallo non fu quello di oggetti scagliati in avanti, ma di oggetti branditi e l'allenamento ed il sapere di Johanna fu infuso in tali movimenti attraverso il suo cosmo. Spade brandite da fantasmi che esistevano solo nella mente di Johanna, generati dal suo interminabile percorso di studio della spada. Otto spade si distaccarono dalla tormenta distruttiva che si scagliò contro Amaterasu, virando nascoste. Furono le prime poi a scagliarsi sull'imperatrice in avanti in affondi che sembravano mirati al centro della massa, ma in verità ognuna di esse - a due a due - si inclinarono all'ultimo istante in modo da agganciare i bracci delle loro guardie crociate agli arti di Amaterasu per trascinarli via nel loro impeto e peso. Le quattro rivolte alle braccia sarebbero arrivate dall'alto in modo da schiacciare la sua guardia verso il basso, mentre quelle alle gambe sarebbero giunte da direzioni opposte per serrargliele insieme di schianto.

    Il resto delle lame invece si mosse a colpire con la maestria di cui Johanna era capace. Impennarono verso l'alto per un istante, per poi precipitare verso il basso con un movimento ad arco, per schiantare la loro lama su tutto il corpo di Amaterasu con estrema violenza. Il grande peso e durezza del corallo, impregnato del suo esagerato cosmo, di suo generava già un immenso potenziale offensivo, tuttavia a ciò si aggiungeva l'orrore dimensionale che la rotazione del frattale dorato generava. A contatto essa avrebbe tentato di TRITARE ogni cosa a suo contatto, che fosse il corpo di carne di Amaterasu, o la sua carne d'acqua, raschiandola via, disperdendola e divorandola nella dimensione di flutti infiniti che Johanna governa. E ognuno di quei fendenti fu sferrato come se fosse stata Johanna stessa a impugnare ognuna di quelle armi. Ogni movimento fu corretto e preciso, ogni lama inclinata alla perfezione.

    Nel frattempo le lame che non erano partite in avanti per attaccare rimasero nei pressi di Johanna, avvicinatesi al punto da far toccare le loro else e formare due ranghi stretti ai lati di Johanna, le cui ali di liquido grumoso e addensato rimasero spalancate come in attesa di qualcosa.



    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Ematomi superficiali in vari settori del corpo, in rigenerazione. Intaccamento spirituale
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE integra

    RIASSUNTO AZIONI creo subito un fottilione di spade con le proprietà della tecnoca golden fractal per creare una sfera tagliente rotante attorno a me nella stessa direzione dei tuoi vortici e la tengo di ignoranza e cattiveria per tutta la durata di ad e af, poi lascio parte delle spade in difesa mentre il resto parte in avanti. Alcune vanno per agganciarti braccia con la guardia per strattonartele e infastidirti e nello stesso momento tutte le altre piombano dall'alto in fendenti continui e cattivi.

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE

    ● GOLDEN FRACTAL ●
    Sfruttando la propria precisione nel controllo del corallo del dominio, crea un numero imprecisato di impalcature triangolari su una superficie di acque primordiali, mantenute collegate e articolate dall'acqua stessa. Il risultato finale è una fitta rete corallina. All'interno di ogni maglia di questa rete le acque primordiali roteano generando altrettanti piccoli portali, ognuno di essi dotato della propria forza d'attrazione, relativa alle loro dimensioni. La somma di tutti i portali della superficie in questione genera una potente trazione collettiva paragonabile a quella del triangolo dorato ma singolarmente sono di solito troppo piccoli per assorbire oggetti interi, e la struttura straordinariamente robusta impedisce ai piccoli portali di collassare su loro stessi mantenendoli forzatamente aperti. Queste acque primordiali disseminate di strutture vengono poi fatte roteare alla massima velocità attorno dun asse, che sia un complicato costrutto generato da portali più grandi, o corallo manovrato da Johanna stessa. La rotazione continua di questo complicato artificio fa sì che l'attrazione dimensionale si trasformi in una vera e propria distorsione della realtà localizzata attorno al costrutto utilizzato come base. Il semplice movimento di attirare si trasforma nella letterale azione di strappare la materia dalla propria sede, sbriciolandola nel moto turbolento delle energie dimensionali. L'effetto finale è quello di una continua e brutale erosione della realtà con cui questo genere di costrutto viene a contatto, che si aggiunge al normale impatto generato da un vortice d'acqua costellato di oggetti solidi. La carne viene strappata dalle ossa, il sangue aspirato dalle ferite e traiettorie a contatto con tutto questo ne risultano deviate. Se generato su di una struttura aguzza, il movimento a spirale dei portali renderà la torsione dimensionale simile all'azione di una trivella, dandogli così un potere penetrativo fenomenale.
    Come ogni altra tecnica che sfrutta il corallo del dominio, il contatto con i costrutti farà sì che sulla vittima tentino di aderire i subdoli micro organismi che lo compongono per esercitare il suo tremendo potere, oppure alimentare ulteriormente una biomassa già presente. Dato il protocollo della carne divina, il corallo è immensamente robusto e pesante. Se lo reputa necessario, Johanna utilizza eventuali portali generati per riposizionarsi sul campo di battaglia o portare il suo attacco sfruttando le correnti acquatiche dentro il vortice per accelerare il proprio movimento all'uscita.


     
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    La mente di Amaterasu stava spaziando in ricordi che si facevano più nitidi. Di Draka rimaneva il corpo, i suoi ricordi si stavano fondendo con quelli di Amaterasu, sciogliendosi come neve al sole.
    Per far essere l'Araldo dell'Inizio qualcuno doveva porre termine al suo cammino.
    Un controsenso.
    Ma così funzionavano le cose e quanti avevano dato se stessi per permettere agli occhi di Amaterasu di riaprirsi nuovamente sulla Realtà?
    Troppi.
    Ricordava tutti loro? Si. Ma non i loro ricordi. Ricordava i loro visi, le loro paure di quel momento ma non quello che gli caratterizzava: il loro Io.
    Quello serviva a far si che Amaterasu trovasse la via nelle Tenebre per poi rifulgere come il Sole. Amaterasu ebbe infinite Albe, infinite vite, infiniti inizi. Persino la sua tecnica...no...sbagliato. Non si poteva parlare di tecnica e di forma con qualcosa che non ne aveva, che si adattava, che si ricreava e si ridistruggeva in un mutamento continuo e incessante.
    La forma erano infinite, la tecnica una non tecnica.
    Amaterasu si adattava, continuava a trovare un nuovo cielo da esplorare, un nuovo orizzonte posto di fronte a sé. Era il suo peregrinare infinito in ogni dove, in ogni storia, in ogni luogo che faceva di Amaterasu o mi kami l'Araldo della Creazione e della Distruzione. Dell'Inizio.
    Amaterasu era una pagina bianca su cui, incessantemente, riscriveva la sua storia, ritrovando dogmi e promesse in un continuo avanzare verso l'infinito.
    Ecco perché la sua tecnica di spada era senza forma alcuna.

    Ad ogni cancello
    la primavera comincia
    dal fango sui sandali



    O dal sangue. Scendeva dalla tempia destra, mentre il corpo era un campo di dolore e tagli. Sentiva un taglio sulla schiena, particolarmente, che gli faceva male e il sangue scivolargli incuneandosi nella sua darian.
    Ma ogni Alba iniziava con la notte. Persino ogni vita nasceva con un pianto e un vagito, accompagnato dal dolore e dall'urlo della madre per permettere alla vita di aprire i suoi occhi e trovando i suoi.
    La sua darian era di terra compatta, dura come le Ande, mentre la sua forma d'acqua continuava a scorrere come il Rio delle Amazzoni.
    Eppure tagli e ferite vi erano. Come se la sua forma d'acqua ora avesse più ramificazioni, la terra si fosse spaccata; scorrere in maniera diversa, nuove montagne, nuovi corsi.
    Kusanagi era posta in guardia alta difensiva, il petto abbassarsi e alzarsi in maniera ritmica.
    Il colpo di Johanna era stato potente, ne aveva avvertito il peso e la potenza sulle sue gambe che ancora tremavano eppure il sorriso era sornione.
    Divertito.
    Eccitato.
    Maledettamente inquietante. Uno squarcio sul volto barbuto dell'Araldo. Un taglio di katana quasi, mentre la lingua passò ad assaggiare il sangue. Il suo.
    Per ricordargli sempre che non vi era mai un cielo così distante. Non erano che piccole stelle, brillavano ognuno di loro nel cuore di G.E.A. nessuno più in alto di altri.
    Lui non faceva eccezione. Il dolore e il sangue glielo ricordavano sempre. Perché per essere forti bisognava essere deboli.


    Un maestro è per sempre studente




    Il colpo di Johanna e il dolore era ancora ben visibile davanti ai suoi colpi e sul suo corpo.
    Johanna aveva difeso il suo primo affondo partendo al contrattacco con tutta la rabbia e l'orgoglio di Atlantide. Gli artigli del drago regina furono manifesti così come il suo intento omicida.


    Amaterasu vide la moltitudine di lame, le vide saettare come fulmini nell'aria.
    I tentacoli si mossero ad intercettarle, a far cambiare loro direzione, a rallentarne la velocità, mentre cambiò forma e fu vento e iniziò a muoversi sul campo di battaglia.
    Tre passi indietro ad evitarle, sembrava come se per lui non fosse così diverso correre sull'acqua o sulla terra e in quell'attimo fu chiaro perché una volta la chiamassero l'Imperatrice di ogni elemento

    Kaku yōso no kōgō



    Scivolava sull'acqua come se fosse una nave. Le sue gambe erano le vele, il suo corpo vento che le gonfiasse rendendo i suoi movimenti fluidi, veloci, imprevedibili. Vento che increspava un lago perfetto e calmo. L'imperfezione, quel quid che era l'Inizio.
    Qualsiasi cosa stesse preparando Johanna non doveva permetterglielo. Evitò le prime quattro grazie ai tentacoli che si divisero andando ad intercettandole, ma le altre furono rapide e il ruggito di Amaterasu fu quello del Byakko.
    Fu la terra a muoversi intorno a lui, sabbia a vorticare tutto intorno al suo corpo come se un pezzo di deserto fosse comparso all'improvviso, che poi fece esplodere intorno a lui a fargli da muro e far deviare la traiettoria quelle maledette.
    Tutto qui?
    No.
    Era solo l'inizio. Si era mosso da una buona posizione di difesa, stava pattinando sull'acqua ma questo aveva dato l'apertura tanto cara ad ogni maestro di spada. Ad ogni guerriero.
    Aveva lasciato una posizione di guardia sicura per evitare il suo primo attacco, ma il successivo lo trovò scoperto in più punti.
    E in un attimo il torii svettò tra le iridi dell'Araldo.
    Cos'era la tecnica? Azioni codificate. Sia in attacco che in difesa. La difesa assoluta era passare dall'una all'altra come se la prima nascesse dalla seconda e viceversa. In un movimento continuo.
    La sua darian fu terra. Masse che crescevano sovrapponendosi come se fosse Amaterasu un nuovo continente.
    Sabbia a vorticare a mò di scudo insieme alla durezza della roccia.
    Fu come se un guscio di terra, irto di punte, nascesse dall'Araldo stesso.
    Prima quelle lame avrebbero trovato gli spuntoni di roccia in modo da fargli perdere forza d'esecuzione e di penetrazione, poi la sua darian e solo infine la carne dell'Araldo.
    Eppure quegli occhi erano calmi. Poteva sentire tutto. Il pesce nelle profondità dell'Oceano Atlantico, il vento a giocare con le onde. Lo squalo cacciare e muoversi letale, la vita sul fondale crescere e proliferare.
    Le correnti marine e persino il cosmo ardente di Johanna. Immenso come immensa era Atlantide. Maestoso come solo quello di una regina poteva essere.
    Antico come la carne di Tiamath e Apsu.
    Vi era quella scintilla primordiale in Johanna eppure Amaterasu sorrise ancora. Fu inamovibile e al tempo stesso senza forma come lo poteva essere la creta tra le mani dello scultore.
    Difesa e Attacco in contemporanea.


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    NAGI




    Poté sentire quelle lame scendere a picchiata. Maciullare, tagliare, strappare, mietere come se più che lame fossero delle motoseghe di un macellaio incurante.
    Non vi era bellezza vi era solo una frattaglia di cose. Non vi era il colpo perfetto come il Sakura, vi era il colpire con l'unico intento di uccidere nel modo più cruento e veloce possibile.
    Nessuna filosofia. Nessun Sakura. Nessuna bellezza anche nella morte, la perfezione anche nella spada. Che cosa importava?
    Solo parole.
    In guerra l'unica cosa che contava era sopravvivere e avanzare.
    E quelle lame stavano facendo lo stesso. Le gambe di Amaterasu si fecero pilastri, quasi come se Pan lo stesse sorreggendo in questo sforzo, sentì il dolore dato dal colpo, la carne strappata, il sangue tingere di rosso il cielo azzurro in una macabra pennellata di guerra.
    Tiamath stava divorando la carne del Byakko, sollazzandosi di un pantagruelico pasto. Ne sentiva i morsi, il maciullare, tritare e gorgogliare in abissi caotici.
    Il sangue chiazzò l'oceano, ticchettò sull'acqua creando piccoli cerchi concentrici che si perdevano tra le onde tumultuose.
    Eppure il sorriso dell'araldo era tutto per Johanna. Quegli occhi erano lampi, lapilli di un fuoco antico e primordiale.
    Era come se il sangue, le ferite, il dolore fossero il suo nutrimento.
    Il respiro intenso.
    Sputò un grumo di sangue e saliva, mentre il gusto ferroso non accennava a diminuire.
    Ma la sua concentrazione sembrava assoluta. Il dolore solo gemme sulla corona, necessarie, essenziali, perché senza dolore non si poteva governare, senza conoscerlo, senza averne mai bevuto il fiele dalla sua coppa di merda non si poteva essere Imperatori.
    Il dolore era necessario. Le ferite essenziali per il nostro cammino, perché con esse si forgiava la volontà e le idee. Non soffrire mai significava non maturare mai, non cambiare mai, pensare che fosse sempre e tutto solo bianco o nero senza pensare che la vita era fatta da diversi colori e varie sfumature di grigio.
    Il respiro fu il respiro di Kusanagi stessa. Ronzavano entrambi, mentre il vento soffiò turbinando. Le sue spire avvolsero l'Araldo e due enormi ali di terra si aprirono per decine e decine di metri.
    La Distruzione e Zmaj volevano affrontare la carne e il sangue dei Draghi Antichi.
    La sua spada ronzava mentre la terra smottava e si apriva ad ogni movimento di kusanagi.
    Il suo cosmo non aveva perso nulla del suo vigore e sorrise ancora scattando in avanti lasciando dietro di sé una colonna d'acqua alta come un palazzo.

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    «Proviamo i tuoi artigli Johanna!»



    Il cosmo fu propulsore per andare ancora più veloce. Attaccava frontalmente, non voleva nascondersi voleva che l'attacco fosse ben visibile. Chiudere la distanza ed era questa a prima vista l'intento.
    Ma vi erano troppi fattori da tenere in considerazione.
    Una tra queste erano le armi poste a difesa di Johanna.
    Amaterasu frenò la sua corsa a qualche decina di metri da lei. La frenata brusca avrebbe sollevato una colonna d'acqua fra lei e l'araldo, un muro d'acqua che avrebbe reso più difficile la difesa o solo più lenta.
    Caricando indietro il braccio portò un affondo lasciando che la terra ricoprisse kusanagi facendola diventare un enorme trivella di terra compatta e solida. Su di essa decine di altre, più piccole, per avere ancora più forza di penetrazione.
    Era larga qualche decina di metri che la lanciò contro la Primarca come un giaguaro sul capibara.
    Il colpo sarebbe stato forte, avrebbe tentato di spingere indietro Johanna, la trivella ad impattare sull'armatura per mozzargli il fiato, un'esplosione di terra e rocce aguzze per renderle difficile la difesa, impedirgli un movimento agevole se avesse voluto schivare.
    Quell'affondo, portato prima dell'impatto, era stato fatto in modo da prendere in contropiede Johanna: le ali solo sceniche per catturare la sua attenzione, il muro d'acqua un piacevole diversivo per coprire l'attacco, per poi fare ancora un rapido scatto in avanti.
    La lama saettò da sinistra a destra, per poi fare un arco dal basso in alto mirando all'inguine destro di Johanna portando con sé qualcosa.
    Sabbia.
    La terra che ricopriva la sua armatura ora era diventata sabbia fine. Unendosi al cosmo poderoso dell'araldo, si sarebbe trovata in una tempesta di sabbia.
    Rovente sabbia che avrebbe reso i suoi polmoni un inferno, l'avrebbe resa cieca con gli occhi bruciati, avrebbe soffocato le sue ambizioni, mentre la lama intrisa di spirito avrebbe tagliato ancora l'anima.
    La sabbia sarebbe stata attorno a lei per poi compattarsi intorno al suo corpo prendendo una forma ben definita.
    Quella di una vergine di ferro che si sarebbe chiusa a morsa su di lei.
    Tre passi indietro, verso la sua sinistra, la destra di Johanna in attesa. Mentre la sabbia continuava a vorticare come una nebbia particellare.
    Ora era un gioco di spade, di sguardi, ora era solo il gioco della guerra, di chi era più a bravo a danzare sul filo della spada della Guerra.



    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): incrinata in alcuni punti


    STATUS FISICO: Tagli di media/alta entità sulla parte superiore del corpo, lividi, escoriazioni, taglio profondo sulla schiena, dolore diffuso su tutto il corpo. Ferite più o meno profonde. Emorragie lievi.

    TECNICHE UTILIZZATE:
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Uso i tentacoli d'acqua creati precedentemente per intercettare le prime spade deviandole o rallentandone il corso, iniziando a muovermi sul campo di battaglia a tutta velocità e rendermi più difficile da prendere.
    Vedo le altre che arrivano e con un esplosione di sabbia e terra le intercetto a mezz'aria deviandole. Ma il tuo attacco forte invece mi fa male.
    Uso la forma terra, mi rinchiudo in un bozzolo da cui partono in ogni dove spuntoni di roccia, simil gaara di naruto.
    Questo per due motivi: creare con gli spuntoni un ulteriore difesa da frapporre tra le lame e il mio corpo quindi cercando di rallentarne il colpo e farmi meno danno, il secondo è per avere una difesa maggiore e uscirne non come carne macinata.
    Ne esco comunque ben cotto ma grazie al grado 7 dell'armatura sono in piedi e pimpante.
    Parto in attacco grazie alla forma terra con cui creo due ali enormi.
    Scatto in avanti ma arrivato a dieci metri da te circa, freno bruscamente. Questo fa alzare una colonna d'acqua [DIVERSIVO] che uso come muro per coprire l'affondo.
    Usando la forma terra, ricopro la spada che diventa una trivella di terra che va ad impattare su di te ed esplodere in mille pezzi, con l'intento sia di sbalzarti, sia da aprire la difesa [ATTACCO DEBOLE]
    Segue un fendente di spada sul tuo inguine destro, dal basso in alto pregno di spirito che porta con sé la forma terra sminuzzata in fine sabbia.
    Ti porto in una vera e propria tempesta di sabbia che avrà l'obbiettivo sia di soffocarti che di chiuderti in una morsa - stile funerale del deserto di gaara - in questa gabbia che ti stritolerà. Attacco corpo e spirito insieme.[ATTACCO FORTE]
    usando poi altra sabbia, la lascia sul campo di battaglia, facendo qualche passo indietro, e attendendo la tua mossa.


    Edited by Lyga - 5/3/2021, 16:05
     
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    ohanna trovò estremamente cortese da parte di Amaterasu il fornirle in anticipo il mezzo con cui difendersi da qualunque cosa avrebbe cercato di fare. L'araldo della Madre era scattato verso di lei e Johanna in risposta aveva alterato la formazione delle spade che erano rimaste al suo fianco, portandosi in verticale obliqua, creando un punto in cui ognuna di esse si incrociava con la corrispondente dell'altro lato, poco più di un semplice mettersi in guardia, mentre le ali d'acqua si proiettarono in avanti raggiungendo il l'ondata che Amaterasu aveva creato con il suo semplice arrivare. Nel momento in cui entrò in contatto con esso, il cosmo di Johanna se ne impadronì immediatamente senza problemi, dimostrando come non fosse più controllata dall'araldo come i tentacoli di poco prima. Questo significava che avesse perso il controllo sull'elemento, come testimoniato dall'aver visto comparire letteralmente roccia addosso di esso. Non erano capacità che aveva un tempo, di questo ne era completamente certa.

    Forse come Dennis, P.A.N, aveva raggiunto un livello di comprensione del proprio ruolo più elevata, raggiungendo una padronanza della sua parte di realtà superiore rispetto al loro ultimo scontro. Una novità benvenuta, fu il rapido pensiero di Johanna. Il manto d'acqua si torse trascinando con sé lo tsunami generato da Amaterasu, inglobandolo in una difesa che era già nata e conducendolo in una danza roteante, una sfera la cui rotazione andava dall'alto a destra al basso a sinistra, come se essa stessa fosse un fendente continuo. L'enorme carica cosmica si addensò immediatamente in quel liquido accelerandolo ulteriormente e le acque primordiali generarono strani giochi di luce sul corpo di Johanna, nascosta completamente ad Amaterasu nell'onda che lui aveva creato in primo luogo. Il corallo proliferò nell'acqua creando una sfera solida dalla superficie rostrata formata dall'amalgama di innumerevoli altre di quelle spade create poco prima, nate già fuse in una forma atta alla difesa. Il tutto ovviamente avvolto della torsione dimensionale che già cantava nelle lame azzurre attorno a lei. Tuttavia quelle immediatamente davanti a lei si spensero, muovendosi in angoli diversi in modo da toccare con pomolo e punta in luoghi diversi della sfera, come impalcatura a sostegno. Il tutto avvenne in un istante, un'azione così rodata e comune per lei da essere ingranata nel suo istinto. Quell'intreccio di lame roteò attorno a lei a distanza di pochi centimetri dal suo corpo, ma il suo controllo rimase perfetto.

    Ebbe una rapida sensazione di Dejavu, rendendosi conto di essersi difesa nuovamente come un istante prima, nello stesso identico modo. Era senza dubbio la sua difesa più efficace in quel momento, ma si rese conto che poteva sembrare scortesia. Anche se ricadeva su Amaterasu la responsabilità di farla impegnare ulteriormente nelle sue strategie. La trivella di roccia impattò con la sfera roteante. L'impatto ci fu, ma la punta a causa delle due rotazioni contemporanee venne deviata immediatamente, trascianata verso il basso e la sua esplosione venne trascinata nell'impeto verso il basso. Le schegge di roccia crearono grosse increspature nel mare già agitato affondando negli abissi. La sfera venne sbalzata indietro nello spazio a causa dello spintone e Johanna all'interno notò immediatamente uno sbalzo nel suo controllo della rotazione. Una delle lame che facevano da impalcatura sibilò pericolosamente accanto al suo elmo.

    La sfera si arrestò nel suo roteare, inspessendosi e direzionando le proprie punte a raggiera verso l'esterno piuttosto che in una direzione inclinata. La canzone delle lame cambiò tono, diventando monotono e continuo piuttosto che un continuo gridare. La sabbia si addensò sulla sua barriera e cercò di schiacciarla. Johanna la sentì scricchiolare, ma la potenza cosmica della primarca e la solidità intrinseca del suo corallo erano troppe per essere oltrepassate così facilmente da un attacco a trecento sessanta gradi. Tuttavia anche la forza di Amaterasu era fuori dal comune, perciò Johanna sentì immediatamente il corallo creparsi in vari punti, liquido rossastro cominciò immediatamente a colare e accumularsi verso il fondo della sfera. Una particolarità di questo suo nuovo corallo era che al suo interno aveva canali, come vene in cui trasportare acqua con polipi di sentient costantemente in ogni luogo, mantenendolo solido e costantemente riparato come se fossero vere ossa. Per questo quel corallo era INCREDIBILMENTE robusto. Era un intero organismo scheletrico piegato alla volontà di Johanna. Perciò l'attacco di Amaterasu si dimostrò capace di farlo sanguinare.

    Da una crepatura, probabilmente causata da un punto debole in primo luogo, della sabbia penetrò oltre la difesa di Johanna e immediatamente fu investita da una propaggine di sabbia altamente aggressiva che si avvolse immediatamente in varie zone del suo corpo. In quel momento sentì la stretta sulla propria armatura, con tale impeto da ripercuotersi sul corpo sotto di essa. Altri ematomi comparvero sulla sua carne e la primarca sentì il fiato mozzarsi per un istante, mentre l'energia riverberava anche nella sua anima per un istante. Se la sua continua rigenerazione poteva permetterle di reggere con estrema capacità il dolore fisico, lo stesso non si poteva dire della sofferenza spirituale che la lama di Amaterasu era in grado di portare con sé. Fortunatamente essendo trasportato dalla sabbia in primo luogo, la componente eterea di quell'attacco fu largamente attenuata dallo sforzo del corallo e del suo cosmo.

    Aveva subito dei danni, ma Amaterasu si sarebbe dovuto impegnare ancora molto per abbatterla. Questa volta combatteva sul serio.

    L'interno della sfera si illuminò dell'oro del cosmo di Johanna, poi esplose. Semplicemente. Una deflagrazione che spazzò via la sabbia dal suo corpo e sulla sfera, che si sfaldò in una infinità di schegge che volarono in tutte le direzioni. Schegge inermi, incapaci di fare del danno, ma lo scoppio della difesa di Johanna servì solo a coprire e dare impeto alla sua momentanea ritirata. Il suo corpo piroettò nell'aria all'indietro un paio di volte in una parabola discendente, con grazia guidata dal corallo che permeava interamente il suo corpo. Cadde dolcemente sulla superficie dell'acqua in tempesta e il cosmo esplose. La luce dorata come quella del sole si diffuse in ogni dove e dal punto di contatto di Johanna con l'acqua un'increspatura si espanse, divorando la tempesta e portando la calma nel suo regno. Persino le nubi si dispersero e in un singolo istante l'intero mare attorno a loro divenne una distesa tranquilla scintillante sotto il sole, cullata dal suono delle piccole onde che danzavano al ritmo dell'esistenza della loro regina.

    In un singolo istante la tempesta di Amaterasu era sparita ed ora erano entrambi sotto un unico cielo. L'umidità nell'aria creò piccoli arcobaleni e giochi di luce attorno al cosmo della primarca. Il corallo azzurro si arrampicò sul suo corpo, trasformandosi in una seconda armatura di blu oltremare, occasionalmente attraversato da venature dorate di potere. Il corallo scricchiolò nell'aria attorno a lei, generando una nuova orda di spadoni dello stesso materiale. Johanna contrariamente a poco prima, allungò la mano destra e ne afferrò una, mentre le altre si riassestarono immediatamente in una formazione adatta al loro nuovo numero. Il mantello d'acqua di poco prima cominciò a solidificarsi in quattro falde differenti. Ali la cui struttura ossea era di corallo e il loro cuoio oceano.

    Ora mi sento motivata. - Disse. Per Johanna lo scontro cominciava in quell'istante.

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    Dalla posizione alta, Johanna abbassò lo spadone di più, sempre di più, fino al punto che non poté farlo ulteriormente senza abbassare le spalle, e poi il capo. Johanna si piegò completamente in avanti, spostando il pese sul piede destro in avanti. Le ali si distesero ai suoi fianchi, spalancate al massimo come un grande mantello disteso dietro di lei. La lama completamente protesa in avanti, le braccia distese e il capo incassato tra le spalle. Sotto di lei l'acqua si increspò dolcemente, piccoli gorghi danzarono sotto il suo sguardo che non era rivolto verso l'avversario.
    Sembrava una posa folle, non aveva senso una posizione del genere. Stava offrendo il collo alla lama nemica?
    In verità Johanna stava osservando Amaterasu, ma non direttamente. Nello spazio attorno a loro si erano aperti una infinità di piccoli portali e Johanna stava guardando attraverso di essi, come svariate telecamere. In un singolo istante, vide Amaterasu da ogni angolo possibile. Il cosmo di Johanna si espanse ulteriormente inglobando quello scorcio di mare tranquillo, e nell'aria ricca di salsedine una infinità di altri spadoni comparvero disposti a cupola attorno ai due, con le punte rivolte verso l'araldo della madre.

    Cerca di non morire, d'accordo? - Sotto l'elmo, Johanna sorrise sorniona.



    I piccoli gorghi sotto di lei si assorbirono l'un l'altro diventando subito un unico grande vortice che la inghiottì in un istante. Le lame partirono dirigendosi verso Amaterasu, non tutte alla volta, ma sfalsate, continuamente come il fuoco di una mitragliatrice. Al primo impatto però Amaterasu si sarebbe reso conto di come non fossero veramente solide, ma fossero composte prevalentemente d'acqua primordiale che portava con sé una grande quantità di corallo libero. Fangose era la parola giusta. Ognuna di esse avrebbe cercato di colpire il corpo di Amaterasu e aderire ad esso come colla, proseguendo l'infestazione di sentient e appesantendolo progressivamente ad ogni colpo, oltre allo sballottarlo qua e la per l'impeto che portavano con sé.

    L'aria umida si increspò dietro Amaterasu. Un gorgo si aprì ruggendo e la figura blu oltremare sbucò da esso a piena velocità balzando contro l'araldo e vibrando un fendente orizzontale mirando alla massa totale del corpo. La lama brillò di fiamme dorate che lasciarono una splendida scia nel suo movimento.

    Tuttavia anche davanti ad Amaterasu accadde lo stesso, con una seconda figura completamente identica che vibrò un colpo discendente mirando alla testa dell'avversario. Questa era la vera Johanna, quella alle spalle era un costrutto di corallo che stava maneggiando con il proprio cosmo con piena padronanza della tecnica di spada. Anzi, in quel momento Johanna stava adoperando contemporaneamente due stili diversi di spada, poiché quello alle spalle di Amaterasu colpì orizzontalmente mantenendo la spada sopra alla testa in uno zwerchau, mentre Johanna si abbatté sull'araldo con un colpo fluido della scherma atlantidea, che avrebbe ridiretto in colpi circolari continui a cui avrebbe fatto eco il il suo "doppelganger" in una danza a due attorno a Amaterasu. Un intricato disegno di colpi, una perfetta sintonia che può nascere solo da un allenamento eccessivo e maniacale.

    Ma quelli non erano semplici colpi di spada, erano detonatori. Ogni colpo andato a segno avrebbe fatto esplodere con immensa violenza la fanghiglia che continuava a piovere sul corpo di Amaterasu durante tutto questo, mentre le due Johanne presero a danzare attraverso la pioggia insistente di lame addensate. Le esplosioni si sarebbero accumulate le une sulle altre, ferendo Amaterasu, spingendo il sentient sempre più in profondità nel suo corpo e incrementando l'infestazione mentre la semplice carica del suo cosmo e l'impeto delle sue lame si sarebbe occupata di distruggere tutto il resto, riverberando sulla cloth per colpire più in profondità possibile facendo generare il massimo dell'energia cinetica direttamente addosso all'armatura nemica. Ad ogni scoppio del cosmo di Johanna le spade vennero respinte nella direzione opposta accumulando ulteriore momento per colpire un istante dopo, mentre quella baraonda di potere creò un tripudio di onde d'urto che si riflessero sul mare che riprese a muoversi agitato.


    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Danni fisici vari da impatto e schiacciamento, in rigenerazione (res fisica). Ulteriore intaccamento spirituale mitigato dalla difesa
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Mi difendo come prima da ad ma per l'af blocco la sfera e la indurisco, qualcosa della sabbia passa attraverso e mi stritola qua e la. La parte spirituale è attenuata dal fatto che jo ha cosmo strao e corallo robusto strao quindi è passato poco dell'attacco che fa da vettore in primo luogo. Poi partiamo subito con la fase 2 del boss e crea un fottio di spade che ti piovono addosso. Sono in verità spade di plastico corallino che ti si appiccicano addosso e continuano a piovere per tutto l'attacco sballottandoti qua e la (ad), poi jo e il suo clone golem sbucano da due portali diversi e cominciano a tirarti tante di quelle mazzate continue volandoti attorno. Ogni colpo fa esplodere il plastico che ti appiccica addosso l'ad, come da tecnica HESH AMMUNITION

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE
    HESH AMMUNITIONS ●
    Sfruttando la capacità costruttiva dei micro organismi del corallo di Dominio per fare da addensante per le acque primordiali, Johanna mescola i due generando un curioso impasto. La consistenza di questa sostanza è simile a quella del fango e l'aspetto può ricordare quello di uno strano tipo di sangue grumoso. La funzione di questa creazione è quella di funzionare in modo simile all'esplosivo al plastico. Johanna la utilizza in combattimento basandosi sulla capacità dei polipi di ancorarsi a qualunque cosa all'impatto, che siano difese, armature o corpi, come vero plastico. Una frazione di istante successiva all'adesione la sostanza esploderà con la massima potenza generabile dal cosmo di Seadragon, trasferendo l'interezza dell'energia cinetica dello scoppio attraverso la superficie interessata. Questo la rende capace di scatenare riverberi terrificanti attraverso barriere solide come difese e armature, minimizzando la dispersione di energia che accade nelle normali esplosioni a contatto e ottenere così una efficace contromisura alla corsa alle armature. Nel caso di barriere che Johanna sia in grado di incrinare o rompere, questo potrebbe provocare un accumularsi di stress nella superficie opposta, generando un punto di rottura che provoca l'espulsione di frammenti alla massima velocità.
    Come ogni altra tecnica che sfrutta il corallo del dominio, il contatto con i costrutti farà sì che sulla vittima tentino di aderire i subdoli micro organismi che lo compongono per esercitare il suo tremendo potere, oppure alimentare ulteriormente una biomassa già presente. Se lo reputa necessario, Johanna utilizza eventuali portali generati per riposizionarsi sul campo di battaglia o portare il suo attacco sfruttando le correnti acquatiche dentro il vortice per accelerare il proprio movimento all'uscita.

     
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    Astolfo avrebbe detto adattati e consuma.
    Si...per questa storia il suo modo di fare sarebbe stato ottimale, con la differenza che non avrebbe consumato Johanna. Ma si sarebbe adattato continuamente.
    Continuare ad adattarsi, a non essere schiavo né di una tecnica, né della spada, di non cercare il taglio ma di tagliare e basta senza pensieri, senza stare a cercare retorica o filosofia. Orpelli.
    Pesanti catene ora.
    Quello che doveva fare non era né sopravvivere né fare alcunché di un guerriero in battaglia. Cambiare modo. Approccio. Danzare.
    Danzare con ogni elemento.
    Adattarsi come faceva la vita. Come il salmone che risaliva la corrente, come il bucaneve che fioriva tra ghiaccio e freddo, come il capibara contro il giaguaro.
    Due mani sull'elsa, un passo di lato alla sua sinistra, la punta della spada rivolta verso Johanna che piroettava in aria osservò ogni suo minimo movimento.
    Registrando. Continuando a far andare avanti il combattimento, come se la sua mente già immaginasse il nuovo assalto della Primarca, registrando difesa e attacco e poi la contromossa più efficace.
    Amaterasu era un continuo movimento. Persino la sua mente non smetteva mai di pensare, di agire e di creare.
    I suoi occhi mutavano colore ed era il quid che faceva di Amaterasu il Codice della Creazione.
    Creare. Adattarsi. Distruggere.
    Si era già dimenticato del modo con cui l'aveva attaccata, registrando la difensiva di Johanna. Si piegò in avanti, presa dolce sull'elsa, il corpo pronto a scattare.
    Fece turbinare la sabbia appena Johanna mise piede sull'acqua.


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    «Provaci quanto vuoi...»




    Il clack dell'elsa, le mani su di essa a stringere in attesa, mentre partì l'offensiva di Johanna.
    Sorrise sotto la celata di un elmo di terra che si stava compattando sul suo corpo. Un armatura di terra, Kusanagi stessa stava diventando un tutt'uno con questo elemento, mentre ancora dell'altra il suo corpo ne formava intorno a lui per un raggio di dieci metri. Amaterasu si stava preparando. E al tempo stesso già la sua mente andava avanti nel duello, schemi e offensive, scherma e tecniche.
    Registrava e si adattava. Creava nuovi modi, nuove tecniche e sorrideva.
    Motivarla, vero?
    E se valesse anche per quell'araldo sornione come un gatto? E se un araldo che amava danzare, mangiare, bere e dormire si sentisse motivato da questo combattimento cosa sarebbe successo?
    E la sua risata accompagnò il movimento di Kusanagi.
    Una risata che sembrò la risacca dell'oceano di contro alle coste.
    Sembrò acqua e vento. Una risata cristallina di gioia perché tagliare Johanna lo motivava.
    Perché c'era un sogno nell'animo di Amaterasu e per farlo accadere aveva bisogno di quella potenza.
    E Godjira ruggì.

    Banbutsukantsuu
    PERFORARE TUTTE LE COSE



    Avrebbe distrutto ogni cosa che stava ricoprendo Johanna, fino a farla essere nuda di fronte alla sua lama.
    Vide quel fuoco di mitragliatrice sotto forma di spade. Cadevano fitte come pioggia.
    Alzò subito vari muri, più o meno alti, di terra, in un semicerchio, mentre fece vorticare altra sabbia intorno al suo corpo.
    Esplosioni...non poteva muoversi così, perché vi era anche un altro problema: una fanghiglia maledetta che portava con sé uno dei poteri del Primarca di SeaDragon. Ricordava come fosse un potere insidioso e subdolo, strisciante e malevolo. Non doveva farsi colpire. Kusanagi si alzò e rispose con un fendente che portò con sé pietre e terra ad intercettare quelle di Johanna era l'unico modo per poter uscire da questo inferno e cercare di non esserne colpito.
    Ricordava di come Johanna avesse un potere subdolo dalla sua e non esserne colpito significava poter sopravvivere.
    Anche se non sarebbe stato facile. Esplosioni. Evitarle...difficile. Provarci era un buon piano, anche se alcune di quelle cose si attaccarono alla sua armatura di terra.
    L'armatura di terra formava una protezione aggiuntiva che poteva spezzare e liberarsene, i muri di terra che formava intorno a lui andavano ad intercettare i colpi ecco perché aveva espanso la terra per quel diametro intorno a lui. La sabbia che vorticava sarebbe stata ulteriore difesa se qualcosa fosse passato.
    Un buon modo per prevenire quel virus sotto forma di corallo, anche se...

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    Due Johanna. La sua mente stava già in modalità difensiva. Capì tutto con l'istinto.
    Stesse velocità.
    Non poteva intercettare prima l'una e l'altra. Tecniche uguali? Diverse?
    La velocità sarebbe stata la chiave di volta della sua offensiva. E Johanna era veloce. Quel clone era sua diretta emanazione.
    Chi fosse quella vera e il costrutto poco importava. Persino i due colpi erano differenti. Un fendente orizzontale al corpo, uno discendente rivolto alla testa.
    A spezzare.
    E per un attimo nella sua testa tutto si fece vuoto.
    Amaterasu si era distrutto.
    La Creazione aveva lasciato spazio alla Distruzione. Ma verso se stesso. Verso il proprio Io, verso il presente e il momento.

    Negare il pensiero del taglio.
    Negare Johanna.
    Negare la sua tecnica.
    Negare quell'offensiva.
    Negare l'oceano.
    Negare tutto. Gli occhi divennero color del rubino
    ...

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    E tutto ciò che rimarrebbe sarebbe stato il pensiero, profondo e consequenziale, come la sopravvivenza. Diventare un animale la cui unica motivazione sarebbe stata l'impulso omicida.




    E dalla schiena di Amaterasu la terra si sarebbe compattata in un dozzinale scudo largo cinque metri tenuto e maneggiato da braccia rozze di terra.


    Tenterudaijin no sen no te - Le Mille Mani di Amaterasu
    Forma Difensiva




    Difendersi? Intercettare.
    Per rallentare il colpo, deviarlo riuscire a bloccarlo. Johanna era veloce, due Johanna erano ancora più pericolose ma Amaterasu non conosceva stasi, non conosceva sconfitta né paura. Il Mondo stesso era Amaterasu.
    Batterlo significava distruggere lo stesso pianeta.
    E sorrise ancora. Kusanagi era ricoperta di terra e il movimento fu leggiadro, veloce.
    Lo scudo avrebbe parato il fendente discendente, Kusanagi il fendente orizzontale.
    La sua armatura di terra avrebbe fatto il resto.
    Ed ecco la danza di spada e di esplosioni. Fendenti e parate.
    Ancora esplosioni.
    La spada alzarsi e abbassarsi. Fendente. Stoccata. Parata. Stridio d'acciaio. Una vera tempesta di spada...
    Divertente.
    Anche nel dolore, si stava divertendo. Anche sentendo il sangue colare da un angolo della bocca. Anche sentire il gusto ferroso sulla punta della lingua.
    Ma così non poteva continuare...così sarebbe stato di logoramento questa battaglia.
    E sebbene le forze fossero simili il potere più insidioso di Johanna non era nella spada: era in quella fanghiglia maledetta che faceva da vettore al corallo e ai suoi microorganismi.
    E sebbene fosse forte col tempo avrebbe logorato la sua difesa sia fisica che mentale.
    Le crepe sulla sua armatura. Strisciava già il corallo dentro di esse.
    Doveva fare qualcosa...


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    Un esplosione a 360 gradi di terra e cosmo. Persino la sua armatura di terra avrebbe coinvolto in quest'esplosione in modo tale da togliersi quella fanghiglia.
    Un esplosione che si sarebbe innalzata a mò di tornado intorno a lui. Per tentare di sbalzarla lontano e investirla con la forza dirompente del suo cosmo, accecarla con la terra, farle perdere contatto e ritmo...aprire un varco in quella muraglia fatta di spade e corallo.
    Doveva tentare di rompere il suo assedio e spezzare quella danza.
    Per poi passare in fase d'attacco. Allontanarsi di qualche decina di metri in modo da avere nel suo campo visivo sia lei che la copia.
    Inspirare.
    Espirare. Il dolore, le ferite, il sangue che colava dal suo fianco, le costole, sentiva tutto questo ma lo avrebbe scacciato dalla sua mente con la concentrazione e quella sana testardaggine che era insita nel codice degli araldi.
    Per poi dare sfogo alla sua rabbia e alla sua volontà di non cedere terreno.
    A niente e a nessuno.
    Amaterasu divenne un qualcosa che andava oltre il concetto umano di Johanna.
    Amaterasu crebbe. La sua forma non era terrena. Giocava con il suo corpo così come giocava con gli elementi. Il corpo era solo un ricettacolo, un catalizzatore, per poterli far esprimere. L'Imperatrice degli Elementi.
    No. Era la serva di ogni elemento costituente il Codice. Era il Codice. La sorgente prima del Codice della Realtà.
    E come tale persino il suo corpo era solo un accessorio.
    Persino Kusanagi cambiò forma e aspetto.

    La sua forma fuoco. Fiamme pure. Cremisi e arancio. Una figura non più umana. Quel concetto di distruzione, di forza, di assoluto e indomito selvaggio che la parola fuoco ricordava alla mente degli uomini.
    Significato e significante di primordiali forze.
    Un altezza di 50 metri. Quel fuoco che continuava ad eruttare da lui. La sua spada fiamma.
    Turbinavano intorno al filo come in tempesta, come un vulcano. Come se ogni fiamma del Creato nascesse da essa.
    Persino l'aria era diventata un esalazione di calore insopportabile.
    Come se fossero in una camera magmatica.

    «Tocca a me.
    Vediamo a quanti gradi celsius il tuo corallo sa resistere. Voglio provare, permetti?»


    Amaterasu aveva occhi terribili sotto quell'elmo di fiamma e calore. Stava mettendo alla prova tutto ciò che concerneva l'essere Johanna e al tempo stesso ricostruendo, riscoprendo, riformando la sua tecnica in un crogiolo senza fine.
    E quando si mosse fu Vulcano. Anzi vulcani.
    Come se l'estinzione dei dinosauri fosse tornata. Il fendente avrebbe mosso aria e calore in una zaffata terribile, mentre le fiamme si mossero dalla lama come vive.
    Più raggio d'azione.
    Il piede in avanti. Il mare sfrigolò. Vapore acqueo dappertutto. Stava mandando in ebollizione l'acqua dell'Oceano. Questa era la forza della fiamma di Amaterasu.
    E poi il colpo.
    Circolare.
    In un raggio di 100 metri. Stava coinvolgendo tutto ciò che la circondava in una devastazione senza fine.
    Stava riducendo il mondo in cenere.
    Zmaj era tornato dalle profondità del suo cuore.
    La Distruzione che portava al Mutamento.
    Ascendente e discendente. Come se disegnasse una X.
    Avrebbe coinvolto il creato stesso se avesse solo voluto. Ma in quel momento aveva occhi solo per Johanna.
    I due fendenti, lingue di fiamma, avrebbero tentato di avvolgere lo spazio circostante di Johanna, nel raggio di questi 100 metri, per poi esplodere in una tempesta di fiamme e spirito.


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    Shine Brighter Than the Sun, Sword of Flame



    Spirali di fuoco. Il taglio di Amaterasu non era più in linea retta. Ora avrebbe potuto abbracciare l'intero creato, l'intero universo per poi comprimerlo e distruggerlo.
    Un intento.
    Lo stesso che stava cercando di fare contro Johanna. Due tagli per avvolgerla, due tagli per far esplodere le fiamme in una tempesta fatta di fuoco, calore, cosmo e spirito. Un cono che si sarebbe alzato fino al cielo, in un vortice di distruzione.
    E avrebbe continuato.
    Un colosso di fiamme che eruttava come un Vulcano. Un movimento continuo per continuare a dare vita e linfa a quel tornado di fiamme e spirito.
    Ripagare con la stessa moneta.





    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): incrinata in alcuni punti.

    STATUS FISICO: Tagli di media/alta entità sulla parte superiore del corpo, lividi, escoriazioni, taglio profondo sulla schiena, dolore diffuso su tutto il corpo. Ferite più o meno profonde. Emorragie di media alta entità.

    Primi sintomi del corallo del dominio. Ferite alte su petto e schiena sopratutto. Alcune costole rotte, lividi su buona parte del corpo, ferita vistosa sulla fronte. Ferite medie sotto forma di tagli sulle cosce e braccia.

    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Terra
    Forma Fuoco


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Visto il boss anche la difesa deve essere articolata e sperare che l'abilità del suddetto possa farlo sopravvivere.
    uso la forma terra per alzare una difesa mastodontica.
    La divido in
    1 forma terra sotto forma di armatura supplementare
    2 forma terra per allargare la terra sotto i miei piedi in un cerchio largo qualche decina di metri con il centro amaterasu.
    3 da questo partono i muri per intercettare le tue spade.
    4 conscio del corallo del dominio(vedasi incontro precedente) amaterasu non vuole dare facili punti d'accesso ad esso ma stando sotto bombardamento, con la tua velocità superiore, ricopre la spada di terra e va anche lui di fendenti da cui eruttano schegge di pietra di medie dimensioni per non farsi colpire.
    5 qualcosa però inevitabilmente passa e non si può muovere perché sotto bombardamento e non vuole rischiare di essere colpito dal corallo quindi si avvede all'ultimo dall'attacco forte.
    6 forma due protuberanze a mò di braccia che terminano con uno scudo largo 5 metri. Avendo kusanagi coperta di terra per dargli maggiore forza difensiva e anche perché non vuole avere quella fanghiglia sulla spada. Il motivo è che se si attacca alla lama la potresti far esplodere quindi non vuole rischiare di perdere kusanagi proprio ora, e va di fendenti e stoccate cercando di parare il tuo attacco.
    Quindi lo scudo sulla schiena viene mosso per parare il tuo clone, Amaterasu para l'attacco di Johanna e si inizia questa danza mortale di esplosioni, fendenti, stoccate e parate.
    7 si accorge che non può continuare a sostenere tutto questo – ferite, effetti del corallo del dominio -perché è deleterio e darebbe al corallo del dominio facile accesso più di quanto non ha già; quindi si passa alla mia fase d'attacco.

    [ATTACCO DEBOLE + RIPOSIZIONAMENTO] ESPLOSIONE a 360 gradi di cosmo e terra, sia per tentare di spezzarti il ritmo e sbalzarti via sia per togliermi di dosso la maggior parte della fanghiglia/corallo del dominio attaccata addosso all'armatura di terra e non subire gli effetti della tua abilità almeno non in pieno.
    [ATTACCO FORTE] Uso la forma fuoco e divento un Surtr fiammeggiante di 50 metri.
    Investo letteralmente kusanagi di fuoco e fiamme.
    E con due movimenti circolari tiro due fendenti a X per investire il raggio d'azione per 100 metri di Johanna e avvolgerla in un turbinio di fiamme, spirito e cosmo straordinario. Qui faccio collidere le fiamme esplodendo in un turbine che si innalza a tornado investendo tutto e tutti.
    Il tutto ricorda yamamoto di bleach perché amaterasu ha tirato fuori il suo shikai :P
     
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    L
    'esplosione della corazza di Amaterasu la sbalzò indietro a metà di una rotazione. L'onda d'urto venne catturata dalle sue ali che la trascinarono indietro come vele di un vascello, mentre il suo costrutto secondario semplicemente si scompose in blocchi di corallo disorganizzati come una marionetta a cui erano stati tagliati i fili. Era effettivamente ciò che era successo. Nel momento in cui la controffensiva di Amaterasu aveva cominciato a realizzarsi, era giunto il momento di smettere di accanirsi sulla Johanna che stava manovrando due spadaccine alla volta e concentrarsi sulla Johanna che si difende dall'imminente attacco. Non ci fu un singolo istante di esitazione. Il corpo originale della primarca piroettò in aria un paio di volte nelle decine e decine di metri che lo sbalzo le fece fare, per poi arrestarsi a mezz'aria non appena riuscì a recuperare il controllo della propria posizione nello spazio mediante il corallo che la ricopriva. Le ali non avevano veramente scopo nel suo volo, erano più un avanzato sistema di scudi o utilità varie. Avrebbe potuto colpire o agganciarsi ai suoi arti con gli artigli uncinati che aveva creato nelle ali. Aveva generato diversi sentieri percorribili con ogni suo attacco, e a ogni reazione di Amaterasu ne sceglieva il più adatto. Non c'era improvvisazione per lei, in quel momento. Si era allenata troppo e troppo a lungo nel sentiero della guerra. Vi era solo un infinità di scenari da applicare, ed il suo addestramento era servito a rendere quasi nullo il tempo necessario a decidere quale.

    C'è chi dice che lo scontro di due lame sia come una partita a scacchi, in cui bisogna pensare prima di agire. Chi dice ciò, non è mai stato in un duello di spade. Sono l'esatto opposto. Il pensare rallenta. Johanna non pensò di rimettersi in guardia immediatamente dopo aver riassestato la propria posizione. Fu un gesto spontaneo e inconscio, come il riaggiustarsi una ciocca di capelli quando la si sente cadere sul viso. Semplicemente Johanna fu nuovamente in guardia.

    Amaterasu era definitivamente diverso. I suoi poteri lo erano. Il fatto che potesse diventare un gigante di cinquanta metri in fiamme di sicuro era una novità. Una novità apprezzata poté dire. La risata di Johanna venne soffocata sotto il ruggito delle fiamme. Si stava divertendo. Si stava veramente divertendo e guardò quel gigante di fiamme con gli occhi di una bambina che vede un nuovo giocattolo con cui passare lunghi pomeriggi. La sua lama aveva morso la carne putrescente di Elagia, un mostro alto quattro volte quello, un orrore infinito di carne marcescente mentre lei stessa stava pilotando un proprio costrutto e manovrando la nave di Garuda come se fosse stata una estensione del suo stesso essere. Dopo di ciò, combattere per lei era nuovamente divertente. Nulla poteva andare vicino all'estasi di essere sopravvissuta a uno scontro del genere, di aver preso parte ad uno scontro del genere. Certo, aveva sofferto per i mesi successivi, ma ora che poteva nuovamente pensare in modo lucido, ricordava ancora il proprio fulgore in quel momento. Ricordava ancora ogni vibrazione del suo cosmo mentre calava la lama più grande del mondo su Nurgle stesso. La sua lama aveva raggiunto gli dei. Quelli veri, quelli orribili nascosti fuori dall'universo. E ora era tornata per quelli dentro. E così Johanna rise per ciò che aveva davanti. Un suono puro, reso metallico dai filtri del suo elmo e ovattato dal corallo che la ricopriva.

    Il vapore era ovunque, nubi bianche si sollevarono dal mare che cominciò a bollire per la temperatura emessa dal corpo gigantesco di Amaterasu, l'imperatrice del sole nascente. Abbandonò la presa sullo spadone che aveva in mano e balzò in avanti. Attorno a lei, dal vapore stesso che aveva cominciato a danzare ovunque sorsero nuove lame. Sei per la precisione, e tutte al suo lato destro. Nel suo volare in avanti il lato sinistro del corpo si sporse in avanti, nonostante fosse il braccio destro a essere proteso. Il corallo crebbe Sull'avambraccio sinistro espandendosi radialmente e concretizzandosi in una massiccia forma triangolare, ampia abbastanza da coprirla in gran parte. In uno scontro di spada, Johanna aveva richiamato l'arma più potente mai esistita in tutto il mondo occidentale, l'oggetto che aveva deciso il risultato di innumerevoli battaglie, difeso civiltà intere.

    Lo scudo.

    Un grande scudo triangolare il cui asse lungo era parallelo al braccio, e che coprì quasi del tutto la figura di Johanna mantenendo il braccio sinistro basso. Da dietro di esso, gli occhi del costrutto che stava indossando brillavano di azzurro. Le ali del suo costrutto si piegarono, avvolgendosi attorno al suo corpo e completando la copertura dello scudo. Le fiamme di Amaterasu giunsero ma stavolta ad esse Johanna non oppose il corallo, ma il suo altro elemento. L'oceano stesso. Amaterasu aveva posto la domanda giusta, il corallo era un essere vivente, e per ciò sulla carta avrebbe sofferto le fiamme più di altri elementi per la semplice ragione che se i micro organismi vengono bruciati, cosa rimane a generare altro materiale? Una teoria corretta. Il problema era che non era l'unico potere di cui disponeva. Il corpo di Syphon, il drago affrontato da Atlante, era composto da due parti, corallo del dominio e acqua. Le due parti erano inscindibili, e anche dentro il corallo azzurro scorreva acqua come linfa vitale. I canalicoli all'interno del materiale avrebbero continuato a sostituire e nutrire gli strati più esterni, trasportando via il calore come un sistema di raffreddamento a liquido. Ma ciò era solo un pensiero secondario nella mente di Johanna. La vera difesa fu molto più semplice. Da ogni anfratto dell'esoscheletro che stava indossando, dalle sue ali, dal suo scudo, eruttò acqua. Semplicemente. Alla tempesta di fiamme Johanna oppose quella d'acqua. L'oceano stesso si sollevò in un tornado azzurro splendente. Il vapore venne trascinato nel moto centrifugo di tale fenomeno che continuò ad avvicinarsi ad Amaterasu mentre Johanna opponeva tutta se stessa al calore della spada dell'araldo.

    Una torre di vapore vorticante che si trascinò dietro le fiamme che cercavano di colpirla. Johanna percepì chiaramente l'aumento di temperatura anche oltre la propria doppia difesa. Ciò che passò oltre l'acqua delle fiamme lo fece sotto forma di vapore e acqua arroventati, che portarono con sé sparute lingue di fuoco animate dall'energia spirituale di Amaterasu. Impattarono contro la primarca che non aveva arrestato la propria avanzata verso l'araldo. Sentì vari punti del proprio corpo arroventarsi per il calore che riuscì a passare oltre e la superficie del corallo si annerì in più punti a causa della morte indetta dalla temperatura dei sentient più esterni. Ma il cosmo in continua emissione di Seadragon che scorreva nelle venature del corallo portò subito a una rigenerazione rapida, in modo che le fiamme non andassero mai oltre gli strati più superficiali senza mai veramente intaccare la struttura. Perciò i danni subiti da Johanna furono a causa dell'arroventamento della sua armatura oltre il corallo. Le temperature di Amaterasu erano alte, ma il corallo di Johanna era quasi indistruttibile a quel punto, sarebbe servita una potenza assurda pari alla propria per danneggiarlo in modo significativo, e anche Johanna stessa in una situazione analoga si sarebbe dovuta impegnare attivamente per distruggere qualcosa del genere.

    Il dolore delle ustioni si fece strada attraverso la mente di Johanna mentre il corallo continuava la propria opera di rigenerazione dei settori danneggiati, alleviando notevolmente la sofferenza. L'anima di Johanna invece non poteva contare delle stesse proprietà e venne ulteriormente danneggiata da ciò che traspirò dell'attacco, e il suo spirito ne risultò indebolito, frastagliato dove la lama di Amaterasu aveva morso a profondità che non poteva raggiungere. Sentiva il sudore imperlarle la fronte, mentre la famigliare e spiacevole sensazione di indebolimento etereo si faceva strada in lei. A porla in vantaggio in tale situazione vi era la natura mista degli attacchi dell'araldo. Finché lo scontro fosse rimasto sugli elementi e sulle spade, Johanna poteva arrestare l'avanzata della componente spirituale dei suoi attacchi. Se avesse portato tutto completamente sulla parte eterea, Johanna avrebbe avuto un problema serio. Lo sapeva benissimo.
    Strinse i denti mentre il suo cosmo scorreva nel proprio corpo e continuò ad avanzare. Amaterasu era enorme, di conseguenza il suo raggio di minaccia lo era altrettanto. L'acqua attorno al suo corpo esplose disperdendo l'energia delle fiamme residue che ancora si ancorava al suo corpo, lasciando dietro di sé una scia di vapore e stralci spirituali variopinti. Il vapore era ovunque dopo l'assalto di Amaterasu, e anche per la sua stessa presenza sul campo di battaglia.

    Le sue ali si spalancarono, disciogliendosi nuovamente nel mantello liquido che aveva già usato molte volte, mentre lo scudo era portato in avanti proteggendo il suo lato frontale. La mano destra era ancora protesa in avanti e gli spadoni creati poco prima, anneriti e crepati nei suoi strati più superficiali dalle fiamme si mossero ponendosi in formazione. Il liquido rossastro colò dalle loro "ferite" e si diffuse sulla loro superficie, creando un nuovo strato di corallo azzurro, rendendole lievemente più grandi, lievemente più pesanti. Amaterasu era gigantesco, ma le spade erano ancora relativamente a misura umana, non per questo meno letali. Anzi, forse erano più pericolose per esso, che avrebbe dovuto mantenere la propria percezione spaziale relativa alle proprie dimensioni.

    Johanna si gettò letteralmente contro l'enorme spada di Amaterasu, con l'intenzione di colpirla nel piatto con lo scudo, generando una IMMENSA onda d'urto, una esplosione di energia cosmica così intensa da scuotere l'intero firmamento, ma in questo caso diretta unicamente come impatto contro l'arma di Amaterasu per aprire la sua immensa guardia. Gli spadoni invece partirono saettando nell'aria, diventando simili a filamenti di luce dorata tanto era caotico e intricato il loro movimento. Ognuna di esse era indipendente dall'altra e per esse concetti come punto di bilanciamento e portata del braccio non esistevano. Si avventarono sul corpo gigantesco di Amaterasu, per colpirlo con fendenti compiuti con decine di metri di arco per accumulare velocità, stoccate in cui la lama roteava su se stessa come una trivella, o altri attacchi in cui piroettavano come seghe circolari. Una tempesta di attacchi di spada differenti, una cacofonia di luci dorate mirate a colpire ogni settore di quell'enorme corpo. Ogni singolo colpo avrebbe liberato una quantità di energia cosmica allucinante, scatenandola dal filo o iniettandola nel corpo di Amaterasu come una carica di profondità per devastarlo completamente e irrimediabilmente, con così tanta forza da deformare lo spazio in un tripudio di colori caotici. Johanna considerò l'essere diventato così grande esposto un errore tattico, forse era un invito da parte dell'araldo a fare altrettanto, a generare un costrutto di eguali dimensioni per uno scontro titanico e epico. Ma Johanna in quel momento si trovava bene nella propria taglia.

    In tutto questo, Johanna continuò a ridere, perché dopo quello scontro in Australia, ogni cosa le sembrava così assurda. Aveva così tanto potere a sua disposizione. Poteva torcere la creazione stessa al suo volere, solcare le dimensioni, ma in quel momento stava cozzando lame con uno dei difensori della creazione, solamente perché le piaceva farlo. Il fuoco della vita era veramente caldo in lei, perciò esalò ed esultò nel suo cercare di tagliare Amaterasu.


    To train with the sword, first master sweeping. When you have mastered sweeping, you must master the way of drawing water. Once you have learned how to draw water, you must split wood. Once you have split wood, you must learn the arts of finding the fine herbs in the forest, the arts of writing, the arts of paper making, and poetry writing. You must become familiar with the awl and the pen in equal measure. When you have mastered all these things you must master building a house. Once your house is built, you have no further need for a sword, since it is an ugly piece of metal and its adherents idiots.




    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Danni da impatto su tutto il corpo, ustioni diffuse, in rigenerazione, ulteriori danni spirituali
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Jo panzera in avanti creando uno scudo e ricoprendosi con le ali venendoti contro, usando un vortice d'acqua oceanica come difesa. La combo di cosmo strao, corallo duro strao -difficile da danneggiare o distruggere anche per un pari energia- e cloth grado 8 (per brevità d'ora in poi chiamerò tutto panzeritudine) le permettono di tankare l'attacco e di subire danni solo dall'alta temperatura e dall'impatto sulle difese. Ciò che passa oltre dell'attacco porta spirito con sé e su quello non ci può fare niente. Arrivata in range di biggterasu vola direttamente contro kusanagi per tirargli uno schield bash che libera una galaxian explosion come onda d'urto per aprirti la guardia (ad) mentre le sei lame volanti create poco prima partono completamente impazzite attorno a te per colpirti dappertutto, con tagli affondi, seghe circolari, ecc. A ogni taglio liberano altre galaxian explosion come se fossero tante gunblade di squall (af)

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE ● GALAXIAN EXPLOSION ●
    Obbedendo alla sua padrona, la Galaxian Explosion ruggisce di vita. Di suo, ciò è l'origine di tutte le terre dei morti, la prima memoria della vita. Se esse gridano inferno, lei crea l'inferno. Prima che cielo e terra si dividessero, questa terra era composta da lava e gas, un inferno di tremendo calore e di freddo intenso. Questo scempio non è mai stato registrato nella storia tramandata nei secoli, ma è sepolta - nascosta - nei geni. L'inferno è dove tutta la vita non è tollerata; la forma originale di questo magnanimo pianeta. L'occhio della tempesta non è un luogo calmo e privo di vento, ma una faglia che conduce all'inferno stesso. I corpi che mettono piede in questo reame vengono scagliati con violenza nel nulla da cui provengono. Questa non può essere chiamata una battaglia, è la furia della natura stessa. La Galaxian Explosion è una tecnica leggendaria, il cui nome fin dai tempi dell'antica Lemuria era sinonimo di assoluta e irreparabile devastazione. Il violento e furibondo cosmo di Seadragon si espande nel tessuto stesso della realtà, scindendolo nelle proprie componenti fondamentali, generando una emissione di energia così potente da destabilizzare l'intera realtà circostante. Nella sua manifestazione più basica e grezza, l'esplosione è in grado di sfaldare la realtà circostante mostrando stelle e pianeti lontani nel tempo e nello spazio che esplodono per il riverbero dell'assalto, e che nutrono a loro volta l'esplosione in un ciclo continuo di distruzione capace di ridurre ogni cosa in polvere. Altrimenti può apparire come un continuo torrente di energia cosmica che riflette lo spazio siderale nella propria luminosità, un continuo flusso di iperspazio che avanza portando devastazione assoluta nel suo cammino.

     
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    Il fuoco ruggiva al pari del ringhio del Byakko.
    I suoi fendenti bruciavano l'aria, bruciavano l'oceano, la sua forma colossale era un tripudio alla forza primigenia.
    Era un duello di spade? Non lo era mai stato. Johanna dava fondo alla sua tecnica levigata con cura dopo anni e anni, battuta nel fuoco del Khala, mentre quella di Amaterasu era un continuo distruggersi e riformarsi.
    Come nuvole nel cielo. Come l'acqua che si adattava.
    Due modi diversi di stare in battaglia. Due lame. Diverse ma non simili. Vi era poco che Johanna e Amaterasu potessero considerare in comune ma in qualcosa erano simili: la maledetta volontà di non retrocedere mai.
    In Australia la Primarca aveva preso la sua lama e tagliato un Dio, in Giappone l'Araldo richiamò la potenza di suo figlio e di chiunque altro unendosi in un qualcosa che travalicava i concetti, facendo si che Athena potesse creare un miracolo.
    Entrambi furono armi.
    Johanna maneggiò quella forgiata da altri, Amaterasu divenne spada come lo fu nel pensiero di G.E.A quando dette inizio alla Realtà, e si diede ad Athena.
    Lame che tagliarono.
    Un Dio.
    La Corruzione.
    La disperazione.
    Tagliarono la sconfitta aprendo uno squarcio verso una possibilità
    .
    Il sorriso sornione sotto il sangue che colava.

    «Sapevo che non avresti concesso, gentilmente, quartiere.»

    Amaterasu formò nella sua mano una rozza spada di fuoco, mentre fuse Kusanagi all'altra. Amaterasu stava adattandosi alla forma di Johanna, trovando in essa il proprio fuoco per continuare ad avanzare.
    L'imprevedibilità della non forma, di una non tecnica, contro anni di allenamento, abnegazione, di talento speso con sudore e sacrificio.
    Le nuvole con la loro pazzia e libertà assolute, di contro alla solidità di un obbiettivo.
    Interessante duello.
    Uno di quelli che si sarebbe ricordato in molte ere a venire.
    E dalla spada singola passò alla coppia di spade. Non wakizashi e katana, come avrebbero pensato alcuni, Amaterasu non importava la forma, la foggia, non importava se fosse antica o moderna, occidentale o orientale, bastava che tagliasse.
    No...sbagliato...che fosse uno strumento utile per incanalare il taglio.
    Perché il taglio era il pensiero, non era la spada a farlo ma noi stessi che imponevamo il nostro Io sul mondo per raggiungere qualcos'altro.
    E la sua forma cambiò ancora.
    Acqua. Cosmo sul corpo, sovrapposto come piastre di una corazza. Sfidava la Regina come il più avventato degli scudieri, come il più sciocco dei soldati.
    Sorridendo. Continuando a farlo con quegli occhi che continuavano a vorticare in mille colori diversi. La sua forma era acqua, ma le sue dimensioni rimanevano perché sarebbe stato più difficile colpirlo in maniera grave, perché se voleva ferirlo a punti ben precisi doveva dare fondo a maggiore forza, colpire su vasta scala e questo avrebbe fatto perdere di forza al taglio. Mentre Amaterasu poteva sfogare la sua intera forza sul singolo corpo di Johanna, scatenando tutta la Distruzione del Codice della Realtà.
    E osservò.
    Johanna era una macchina fatta apposta per continuare ad avanzare, tra il dolore, tra arti distrutti, continuando a seminare morte e sangue. Aveva una difesa quasi assoluta, la sua armatura dava alla Primarca una protezione eccelsa, una delle migliori dell'universo, ma le sue abilità la rendevano un qualcosa di inarrestabile.
    Il punto debole? Come tutti l'aveva anche lei. Il suo corpo era l'arma, ma il suo spirito restava allo scoperto. Ma non voleva sfruttarlo. Perché?

    UN PENSIERO E UN SOGNO



    Non era uno scontro mortale. Amaterasu stava combattendo per se stesso, non per la Realtà e se fosse sceso in duello come Araldo avrebbe sfruttato tutto.
    Avrebbe continuato a distruggerle lo spirito non il corpo. La sua lama avrebbe attraversato quel'arma travestita da donna, uccidendola senza che dal suo corpo si versasse sangue.
    Ma non era qui per superiorità.
    Amaterasu stava mettendo se stesso in gioco, stava osservando Johanna, stava capendo e soppesando. Perché aveva fatto una promessa, perché il Giappone e l'Oceania avevano dimostrato una verità. Perché una lama cadde dal cielo, e fu una lama tenuta da mani sia di Primarchi, sia di Specter, sia di Araldi.
    Perché il Giappone unì i cosmi dei Saint e di un Araldo, rendendoli una lama per le mani di Athena e tagliare.


    yacoNnZ
    «Tra gli alberi il ciliegio. Tra gli uomini il guerriero. Perché l'unico momento in cui un essere umano somiglia a un fiore...
    è quando cade a terra colpito da una spada. Tu cadrai?
    Forse no...non sei caduta in Australia non cadrai ancora. Ma nemmeno io sono caduto in Giappone...»



    I pensieri la raggiunsero.
    In fondo la vita era uno splendido fiore, un magnifico petalo che bastava così poco per spazzare via.
    Johanna saettò in avanti per colpire la sua spada.
    Amaterasu non avrebbe posto difesa, né forza. L'acqua scorreva sul suo corpo, non voleva altro che questo.
    Non opporre nulla. Ma lasciarsi andare. Il suo corpo rinchiudersi in una bolla d'acqua, intorno ad essa decine e decine di gorghi d'acqua come perle di una collana non per controattaccare, ma respingere. Assecondare e attutire la forza d'urto delle spade di Johanna.
    Acqua calma.
    Due forze contrapposte ma uguali generavano la tempesta. Due passi indietro. Piegarsi alla tempesta, come il filo d'erba. L'orgoglio era la quercia, ma la quercia si spezzava di fronte al vento se non sapeva piegarsi, se non sapeva sbagliare, se non sapeva retrocedere.
    Gorghi d'acqua intorno a questo bozzolo per deviare i colpi. La sua forma non andava contro la tecnica di Johanna, ma ne assecondava il ritmo, la velocità, facendo si che scivolasse su questa bolla d'acqua scaraventando la sua forza altrove.
    Non affrontarla.
    Persino sul suo corpo vi erano mini gorghi d'acqua per disperdere e deviare la forza d'urto delle Galaxian Explosion che portavano quelle lame impazzite.

    Amaterasu danzò tra le esplosioni. danzò al ritmo di galassie che esplodevano in scintille di luce, in una cacofonia selvaggia. Johanna poteva distruggere una Galassia...Amaterasu danzò su questa melodia. danzò tra le spade e il cosmo di Johanna.
    Il suo cosmo era di poco inferiore, la sua forza anche, rispondere era stupido bisognava assecondare il ritmo del proprio cuore non quello dell'avversario.
    Due passi di lato, la lama impattare sul gorgo d'acqua e scivolare su di esso, spostando la sua traiettoria; tre all'indietro per l'esplosione.
    Le lame si mossero a formare con il loro movimento, e su di esse, mulinelli d'acqua per attutire e deviare, scaricare altrove la forza delle lame di Johanna.


    a5640ed3f9d28f57f4582c06f498812d
    Going onwards, you must adjust hands as needed, do not keep the blade close to your body, keep your breathing steady. This is the life cut. You must watch your footwork. Your feet must be controlled whether planted on fire, air, water, or earth in equal measure.




    Rideva quell'araldo, si sentiva quella risata tra esplosioni e il fischiar di lame.
    Pensò a Musashi e Sasaki. Pensò ad Andrea, al suo bacio e continuava a sorridere. Pensò a Chernobog e PAN che avevano dato più del Tutto per difendere questo mondo.
    Danzò tra il sangue che colava, tra la forza di quelle esplosioni, di quelle lame impazzite sul suo corpo, su ossa che si piegavano, della sua Darian che si incrinava, sul ronzio di Kusanagi.

    Sorrise ancora.
    Il dolore era piacevole. Ricordava. Monito. Medaglia. Il dolore era da abbracciare in un combattimento perché portava con sé la gioia dell'essere vivi, la paura di morire e la forza che dalla paura nasceva nell'opporsi alla morte e alla lama del nemico.
    In Amaterasu non vi era paura. Non ora. Ora vi era l'assoluta concentrazione sul momento e su quello che stava facendo.
    E si lasciò andare nelle acque sfruttando i colpi di Johanna e la loro forza bruta.
    E quell'oceano, patria e impero di Johanna, lo accolse tra i suoi flutti. Sfruttò la forza propulsiva per farsi spostare indietro e nel mentre tuffarsi, nascondersi e rallentare il ritmo.
    Annusare la preda e poi balzare.
    Non c'era tempo per il dolore, il sangue, le ossa rotte, le ferite, perché ora aveva una possibilità.
    Amaterasu poteva colpire da ogni dove.
    Johanna stava sopra Amaterasu e questo era ilare. In fondo ognuno di loro poggiava su di lui.
    Amaterasu era il mondo. Il cielo e l'acqua. Il vento che soffiava tra i loro capelli, la tempesta, il fuoco, il fulmine che spaccava l'albero. Loro erano su Amaterasu da sempre.
    E saettò. Dalle profondità un turbine di cosmo iniziò a farsi largo. Amaterasu avrebbe rigirato su se stesso, richiamando l'acqua dell'oceano per sfruttarla per l'attacco, facendo turbinare il cosmo sulla lama e sul corpo in un moto propulsivo per creare un tornado dalle profondità di quell'oceano.
    L'intento era chiaro: tentare di sbalzare Johanna in aria. Ma non sfruttando l'acqua ma la pura e grezza forza del cosmo. Mulinelli sui fili delle due spade. Due fendenti ad unirsi. Per abbracciare lo spazio circostante Johanna di una cinquantina di metri.
    Un vero e proprio ciclone per abbracciarla e farle perdere equilibrio e presa sul mondo, invertendo i suoi sensi, lasciarla scoperta.
    Per poi seguire questo movimento nella sua forma fuoco.
    Se avesse colpito, l'Araldo sarebbe riemerso un istante dopo per muoversi in quella tempesta di cosmo.
    Decine di braccia nacquero dalla sua Forma di Fuoco. Intorno a lui cinque piccoli soli. Kusanagi era un filo fatto di fiamme e calore, l'altra spada era puro fuoco. Intorno alla sua figura decine di braccia con rozze spade di fuoco.
    La sua forma era colossale. Le armi pure. Quei soli erano di dieci metri di diametro.
    Assomigliava al Niō del buddismo e come tale avrebbe colpito. Con rabbia e determinazione. Saettando da una parte all'altra di quella tempesta di cosmo, bruciando l'aria circostante fino a consumare tutto l'ossigeno. I soli si sarebbero mossi dando fuoco allo spazio circostante. Inferno vero.
    Ridurre in cenere il creato.
    Un pensiero nella mente di Johanna.

    «Vorresti combattere con me? Insieme? Contro la Corruzione e chiunque voglia uccidere la vita? Abbiamo dimostrato che da soli non siamo nulla, ma insieme siamo molto di più.
    Vorresti vedere cosa vi è oltre questo orizzonte? Vorresti far combattere i tuoi soldati con la Corte di Mezzanotte e difendere la vita sul muro?»



    E poi colpire. Ancora. E ancora. Una spada saettò per colpire la clavicola, e riversare sulla sua armatura il fuoco, ancora un movimento per colpire il ginocchio destro e le fiamme avrebbero avuto come obbiettivo le carni di Johanna.
    Ogni movimento Amaterasu lo portava con tutte le sue spade. Con tutta la forza del suo cosmo e del suo spirito. Con tutta la potenza e velocità che poteva sprigionare. O solo con una...che importava? L'intento era di ridurla in cenere. Unì la spada di fiamme a Kusanagi creandone un altra a doppia lama con cui avere ancora più imprevedibilità nei movimenti e nello schema d'attacco.
    Ma la verità era che non c'era uno schema, né una tecnica.
    Amaterasu dalla tecnica ad una spada era passata ad una infinita.
    L'intento era sfruttare le sue dimensioni maggiori, che coinvolgevano anche Kusanagi e le armi create, rinchiudendola in uno spazio così ristretto per non darle modo di avere spazio di manovra, colpendola da ogni angolazione possibile continuando a martoriare corpo e spirito. Tagliare. Carbonizzare.
    Bruciare l'ossigeno per farle mancare il respiro, usare le fiamme per sprigionarle non sul corpo ma dentro. Forza d'impatto e calore.
    Dimensioni maggiori. Velocità. Creare un inferno di fiamme, calore e spade. Sentì il dolore però. Sentì che qualcosa non andava. Il sangue colava da un lato della sua bocca, persino alzare la spada era doloroso. Sentì dolore e tanto. Ma non smise di sorridere perché aveva fatto una promessa a Bartolomeo e l'avrebbe mantenuta. Ad ogni costo. E se per farlo doveva sacrificare ossa e carne allora così sarebbe stato.
    Un colpo di piatto.
    Colpirla violentemente, sbalzarla lontano, come un sasso lanciato di piatto, sull'acqua in modo da rimettersi in posizione di guardia.
    Kusanagi fu posta sopra la sua testa, col filo rivolto verso Johanna, l'altra era posta davanti a sé più in basso ma la punta incrociava la lama di Kusanagi. Il peso sulla gamba destra, il baricentro basso, la guardia e il fianco la sinistra.

    «Ora sai...cosa volevo...»

    Respirò intensamente, mentre il sangue ticchettò sull'acqua.




    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): incrinata in più punti.

    STATUS FISICO: Tagli di media/alta entità sulla parte superiore del corpo, lividi, escoriazioni, taglio profondo sulla schiena, dolore diffuso su tutto il corpo. Ferite più o meno profonde. Emorragie di media alta entità. Primi sintomi del corallo del dominio. Ferite alte su petto e schiena soprattutto. Alcune costole rotte, lividi su buona parte del corpo, ferita vistosa sulla fronte. Ferite medie sotto forma di tagli sulle cosce e braccia.
    Emorragie di alta entità. Buona parte delle costole rotte, fiato corto per via delle emorragie. Difficoltà a respirare per i contraccolpi subiti. Commozione cerebrale.

    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Acqua
    Forma Fuoco

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Fase difensiva 2 Boss in Killer Mode
    La mia difesa si sviluppa in questo modo
    1 Creo sul corpo di amaterasu vari sovra strati di cosmo a mò di piastre per attutire ancora di più i colpi.
    2 Forma d'Acqua per creare intorno una bolla d'acqua
    3 Mi lascio colpire per aprire la difesa e nel mentre creo sul mio corpo d'acqua mulinelli e gorghi d'acqua
    4 non oppongo una difesa di forza ma una difesa per assecondare i tuoi colpi e deviarli. lasciarli scivolare sul mio corpo offrendo poca resistenza quindi poco spazio su cui poter sfogare la loro intera forza.
    5 Creo altri gorghi e mulinelli d'acqua intorno al mio spazio per intercettare, deviare e scaricare altrove la tua potenza d'attacco
    6 inizio a danzare tra queste esplosioni non opponendo forza su forza ma lasciar scorrere la tua e sfruttarla per iniziare ad allontanarmi da te.
    7 ne esco comunque male perché la tua potenza è a Nera e mi fa male ma cosmo straordinario e darian grado 7 riescono a farmi stare in piedi
    8 l'esplosioni mi sbalzano via e sfrutto questo per tuffarmi nell'oceano e divenire Amaterasu Oceano Atlanantico

    fase d'attacco
    Non lascio passare molto tempo qualche decina di secondi massimo. Creo un turbine di cosmo sulle lame e le scaglio dalle profondità in cui sono per far nascere un vero e proprio tornado dalle profondità oceaniche. Scatto in avanti e rigiro su me stesso per fare a mò di centrifuga e raccogliere acqua dell'oceano intorno a me. Lascio partire due fendenti insieme all acqua raccolta, su cui vi sono piccoli tornadi di puro e solo cosmo, per scagliarteli addosso per una lunghezza di una cinquantina di metri.[ATTACCO DEBOLE]
    intento e farti sbalzare in aria in questo ciclone cosmico. ne emergo subito dopo e vado di nuovo in forma fuoco.
    seguo il movimento centrifugo del tornado facendo alzare la temperatura e infiammando lo spazio circostante. Creo alla Ace di One piece dei piccoli soli per infiammare il tutto ancora di più e bruciare tutto l'ossigeno. E poi parto con la creazione di decine di braccia di fiamma ognuna con una rozza spada e saetto da un parte all'altra colpendoti ripetutamente da ogni angolazione possibile, sfruttando la massima velocità per una viola, lo spirito e il cosmo straordinario.
    intento è ridurti in cenere, scaricare le fiamme su eventuali ferite e fartele arrivare fin dentro il corpo, surriscaldarti la tua armatura, sfruttare le mie dimensioni maggiori, maggior affondo, maggiore tutto e tagliarti come si confà spirito e corpo. Finisco con una botta di piatto e ti lancio fuori a mò di Tiger Woods[ATTACCO FORTE + RIPOSIZIONAMENTO]


    Edited by Lyga - 16/5/2021, 22:51
     
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    KATANA VS ZWEIHANDER
    VII

    L
    o scontro tra i poteri dei due guerrieri scosse l'oceano creando vaste onde che si allontanarono dall'epicentro delle esplosioni, come animali terrorizzati che fuggono da due superpredatori che combattono per il territorio di caccia. Due mostri che si contendevano il dominio dei flutti su cui stavano combattendo, solo che i loro denti e artigli erano l'evoluzione dei pezzi di metallo a cui milioni di uomini nei millenni avevano dedicato la loro vita. Fin dal momento in cui agli umani erano state create le mani, essi le avevano adoperate per stringere armi. E tra queste armi, nessuna ha mai trovato glorificazione come la spada. Un oggetto di metallo oblungo, affilato, progettato e raffinato fino al punto da diventare una estensione del corpo di chi la brandisce.

    Eppure in quel momento, su quell'oceano, i due estremi opposti di tale ideale si stavano dando battaglia. Da un lato l'araldo, la cui lama era letteralmente una parte del suo corpo, una estensione fisica della sua carne disciolta in elemento cosmico, mentre dall'altro vi era la primarca le cui lame danzavano e cantavano attorno al suo corpo senza che essa le toccasse con mano. I due estremi assoluti della lama. La lama nel corpo e la lama nella mente, ma allo stesso tempo entrambi gli spiriti erano proiettati in avanti, affilati in un singolo punto alla ricerca dell'istante in cui avrebbero potuto tagliare in due e spezzare l'anima nemica. Un cozzare di lame ed energie che sarebbe finito solo nel momento in cui uno dei due spiriti avrebbe schiacciato l'altro dichiarandosi superiore.
    Almeno per il momento.

    Nell'istante in cui Amaterasu affondò tra i flutti dell'oceano, le ali dell'esoscheletro blu che ricopriva Johanna si spalancarono e trascinarono verso l'alto l'intero corpo portandola a svariate decine di metri di quota. L'attacco sarebbe giunto dal basso, quello era ovvio, e sapeva che in quel momento l'araldo era nella sua forma acquatica quindi sarebbe stato difficile da distinguere. Se avesse cambiato sul momento si sarebbe notato subito. O almeno così immaginava. Nuove spade si formarono attorno a Johanna, disponendosi in cerchi concentrici sempre più larghi, con le punte rivolte verso il basso. Strumenti iracondi, pronti a colpire qualunque cosa sarebbe spuntata fuori dalla superficie. Ma sapeva per esperienza che non sarebbe stato un semplice attacco. Le ali si disciolsero completamente, formando un enorme mantello che svolazzò nell'aria mentre a continuare a sostenerla fu l'esoscheletro stesso. Le placche si rinsaldarono, riparando i piccoli danni che erano stati inflitti poco prima, mentre il corallo stava facendo lo stesso con il suo corpo. La carne bruciata dalle ustioni cominciò a guarire, il solore e il pulsare degli strati più profondi cominciò a scemare via, mentre i lividi nelle zone non bruciate cominciarono a riassorbirsi. Allo stesso tempo all'interno della sua scale e del suo esoscheletro si formò acqua primordiale che scivolò sul suo corpo rinfrescandolo e allo stesso tempo insinuandosi nelle sue vie respiratorie. Ogni esalazione da quel momento in poi si trasformò in sbuffi di vapore ai lati delle fauci draconiche che coprivano la sua bocca. La freschezza e il conforto delle sue acque ai suoi polmoni furono graditi, e i polipi diffusi al loro interno cominciarono ad assorbire ossigeno dall'acqua e diffonderlo nel sangue della loro padrona. Fu una accortezza necessaria dato il continuo utilizzo delle fiamme da parte di Amaterasu.
    Tutta questa rapida preparazione avvenne nel breve tempo in cui Johanna salì verso l'alto. Aveva un perfetto controllo di tutti i suoi poteri e di tutti i processi che poteva creare, perciò lo fece quasi senza pensarci. Una reazione abituale alla potenziale minaccia come lo era il cambiare la guardia con la propria spada. Johanna rivolse lo scudo verso il basso, pronta alla minaccia in arrivo.

    I vortici eruttarono dall'acqua – ancora agitata dalle esplosioni di poco prima – e Johanna fu pronta ad accoglierli. Rinsaldò la posizione del braccio protetto dallo scudo, portando verso l'alto il fianco scoperto e un intero anello di spade scattò verso il basso per intercettare i vortici. I blocchi di corallo affilato sfrecciarono immediatamente contro le masse di cosmo vorticante, venendo catturati da esse. I fasci di energia azzurra e dorata scintillarono nei vortici per qualche istante prima che la loro intera massa si sovraccaricasse del brutale cosmo di Seadragon. Le spade esplosero, devastando dall'interno i vortici. La loro rotazione venne destabilizzata in gran parte e ciò che catturò Johanna un istante dopo fu un volume confuso di energia cosmica che la sballottò per aria facendole perdere la stabilità aerea, ma non in modo grave come sarebbe stato se li avesse subiti in pieno.

    Il corpo – nuovamente fiammeggiante – di Amaterasu sbucò dall'acqua a sua volta e fu furia e fu inferno. Le parole dell'araldo raggiunsero la mente di Johanna, ed il discorso che fece fu abbastanza lungo da permetterle di riassestarsi in aria con sfarfallare del mantello che portava. Il corallo sul suo corpo si caricò di energia che si manifestò in venature variopinte e pulsanti sulla sua superficie.

    LO VOGLIO! - Gridò Johanna nella mente dell'araldo. In quel momento cominciò una tempesta di spade. Le lame di corallo danzarono nell'aria, avvolgendosi nuovamente di quei portali liquidi che le rendevano torsioni della realtà stessa piuttosto che oggetti affilati. Si scontrarono con le decine di lame di Amaterasu, ognuna portata da un braccio che fuoriusciva dalla sua forma fiammeggiante. L'intero volume tra i due guerrieri divenne un campo di battaglia, una guerra combattuta da interi eserciti che in verità erano solo estensione fisica e cosmica di due spadaccini. Erano ovunque in quello spazio che separava i due corpi principali. Lama incontrava lama, fiamma e spirito incontravano corallo e acqua. Le lame della dragonsong deviarono, pararono, respinsero, bloccarono in complicati disegni geometrici che all'esterno poteva sembrare l'aprirsi della corolla di un fiore mortale. Johanna era perfettamente consapevole di dove ognuna delle sue spade fosse, di quali fossero i suoi movimenti, di come stessero venendo o meno respinte dall'assalto feroce di Amaterasu. L'enorme temperatura creata dal corpo di Amaterasu stesso e dai soli generati dal suo corpo non fece altro che generare altro vapore, di cui Johanna si impossessò progressivamente e da cui generò ulteriori lame. Più Amaterasu esisteva in quella forma, più l'arsenale di Johanna si espandeva, fino al punto in cui tutto diventò una intera nube di lame affilate, così dense da bloccare la luce del sole e dei soli. Johanna si ergeva in mezzo a quella nebulosa tagliente illuminata dalla luce del suo cosmo, brandendo il suo scudo e una delle lame. Mentre le lame danzavano, anche la spadaccina lo faceva. Intercettò l'enorme lama principale con il suo scudo, roteando sul proprio asse come se baricentro e gravità fossero solo orpelli che esistevano per rallentarla e limitarla. La scherma di Seadragon ormai aveva completamente trasceso ogni limite umano, ogni logica e fisica. Così parò un altro colpo a testa in giù, in modo da non offrire le gambe ad un colpo ascendente ma lo scudo stesso, per poi piroettare su se stessa e incrociare la spada che brandiva con una di fiamme, colpendola sul presunto piatto con un'esplosione cosmica per farla scivolare oltre di sé.

    La furia di Amaterasu era però troppo grande per essere contenuta appieno, e a volte le lame andarono a segno impattando col loro immenso peso sul corpo di Johanna, sballottandola qua e là nell'aria privandola di stabilità per qualche istante. Ma Johanna tornava solo a rispondere con maggiore foga e nel momento in cui le due lame principali dell'araldo si unirono, la nebula di lame si addensò in sei immensi oggetti che cominciarono a roteare con altrettanta furia respingendo le lame con qualcosa che ormai andava oltre il semplice combattere di spada tra i due. Quello che ormai si stava consumando nello spazio che separava i due guerrieri era un cataclisma. IL corpo di Johanna venne colpito più volte e sentì l'impatto propagarsi oltre la durezza estrema del suo corallo e della sua scale, ribadendo lividi e ferite. Le ossa di Johanna scricchiolarono sotto tanta violenza ed il corallo cominciò immediatamente a rigenerare il corpo della primarca, lenendo il dolore. Poteva andare avanti. Sarebbe potuta andare avanti per ore sorretta dal proprio corpo e dal proprio cosmo. Il suo spirito venne lacerato ancora e ancora nei momenti in cui l'energia di Amaterasu poteva raggiungerla. Sentì il proprio spirito venire indebolito ulteriormente e in quel momento Johanna cominciò ad accusare la fatica di quello scontro. Stava venendo erosa dall'interno, colpo dopo colpo, metodicamente, così come lei stava erodendo dall'interno il corpo dell'araldo con il proprio sentient. La carne del drago primordiale contro lo spirito indomito della dea del sole nascente.

    Forse sarebbe potuta andare avanti meno del previsto. Ma non si sarebbe lasciata sopraffare, era una questione di principio. Johanna ci era andata leggera solo una volta in uno scontro amichevole, contro Oliver quando gli aveva insegnato il Ki-rata. Qui non stava insegnando niente a nessuno. Si erano sfidati a vicenda, e Johanna le sfide aveva intenzione di vincerle.


    Un colpo di piatto da parte di Amaterasu la sbalzò all'indietro con grandissima violenza. Lo aveva parato col suo scudo ma c'era semplicemente troppa energia cinetica perché valesse la pena opporre la stabilità del proprio corallo. Anzi, farlo l'avrebbe semplicemente schiacciata contro l'enorme colpo dell'araldo. Così Johanna sfrecciò all'indietro, dolorante ma già in rigenerazione, lasciandosi una scia di vapore azzurro mentre le lame vorticavano casualmente attorno ai due guerrieri disgregandosi progressivamente mentre il cosmo le abbandonava. Poi un portale inghiottì la primarca dopo decine di metri di volo. Un nuovo portale si spalancò immediatamente in cielo, diagonalmente rispetto la posizione dell'araldo.

    Un rombo cupo, enorme e opprimente, simile ad una singola nota di violoncella distorta attraverso un liquido denso. Un suono difficile da descrivere a parole, ma capace di fare vibrare un corpo umano fin dall'interno. E qualcosa uscì fuori dal portale, rapidamente, MOLTO rapidamente. Per un istante sembrò quasi un qualche velivolo spaziale blu oltremare che stava perforando l'iperspazio per raggiungere un pianeta lontano.

    Era una spada. Una singola enorme spada grande un entinaio di metri da punta a pomolo, che eruttò da quello squarcio nella realtà a velocità della luce, tagliando l'intero scenario con il suo tragitto in un affondo che poteva essere definito solo apocalittico. Johanna stava brandendo quella spada, fu l'ultima cosa ad uscire da quel portale. Anzi, brandire non era la parola giusta. Aveva il piede fermamente piantato sul pomolo della lama, mentre sull'intera superficie delle sue gambe corazzate il corallo si era riadattato in una nuova forma. Postbruciatori. Da svariati ugelli sugli arti inferiori di Johanna eruttò una quantità assurda di cosmo e acqua che diede ulteriore spinta a quello spaventoso costrutto che piombò dall'alto verso Amaterasu, con lo scopo di investirlo in pieno e devastare la sua enorme forma con qualcosa di dimensioni degne di ciò. Una lama del genere non poteva essere semplicemente respinta, era un attacco dal peso incalcolabile. Non era certo un attacco del calibro di quello con cui aveva livellato un intero settore dell'australia meridionale, ma si avvicinava in esso in principio e funzionamento. Stavolta però c'era un bersaglio preciso da colpire: l'araldo.

    [ DRAGONSONG: APEP ]



    La superficie dell'enorme spada si ricoprì di figure triangolari che cominciarono a scorrere su di essa con moto a spirale per generare la torsione dimensionale che dava il nome all'intero stile di Johanna. Si trasformò così in una meteora aguzza di luce distorta capace di provocare ingenti danni a qualunque cosa entrasse in contatto con essa. Venire trafitti da essa poteva avere effetti molto più sinistri.

    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Ematomi e ustioni su tutto il corpo, in rigenerazione, spirito ormai intaccato in modo chiaro e si stanno comincianod a manifestare gli effetti
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Continuo ad usare dragonsong per difendermi dal tuo oraoraora con il mio muda muda muda, subisco i danni del caso e poi alla tua piattonata mi faccio inghiottire da un portale per poi ricomparire dall'alto in picchiata libera cavalcando un giga spadone immenso grande come te e anche di più per bucarti da parte a parte con la tecnica golden fractal, quella che crea le spade tritatutto dimensionali

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE GOLDEN FRACTAL ●
    Sfruttando la propria precisione nel controllo del corallo del dominio, crea un numero imprecisato di impalcature triangolari su una superficie di acque primordiali, mantenute collegate e articolate dall'acqua stessa. Il risultato finale è una fitta rete corallina. All'interno di ogni maglia di questa rete le acque primordiali roteano generando altrettanti piccoli portali, ognuno di essi dotato della propria forza d'attrazione, relativa alle loro dimensioni. La somma di tutti i portali della superficie in questione genera una potente trazione collettiva paragonabile a quella del triangolo dorato ma singolarmente sono di solito troppo piccoli per assorbire oggetti interi, e la struttura straordinariamente robusta impedisce ai piccoli portali di collassare su loro stessi mantenendoli forzatamente aperti. Queste acque primordiali disseminate di strutture vengono poi fatte roteare alla massima velocità attorno un asse, che sia un complicato costrutto generato da portali più grandi, o corallo manovrato da Johanna stessa. La rotazione continua di questo complicato artificio fa sì che l'attrazione dimensionale si trasformi in una vera e propria distorsione della realtà localizzata attorno al costrutto utilizzato come base. Il semplice movimento di attirare si trasforma nella letterale azione di strappare la materia dalla propria sede, sbriciolandola nel moto turbolento delle energie dimensionali. L'effetto finale è quello di una continua e brutale erosione della realtà con cui questo genere di costrutto viene a contatto, che si aggiunge al normale impatto generato da un vortice d'acqua costellato di oggetti solidi. La carne viene strappata dalle ossa, il sangue aspirato dalle ferite e traiettorie a contatto con tutto questo ne risultano deviate. Se generato su di una struttura aguzza, il movimento a spirale dei portali renderà la torsione dimensionale simile all'azione di una trivella, dandogli così un potere penetrativo fenomenale.
    Come ogni altra tecnica che sfrutta il corallo del dominio, il contatto con i costrutti farà sì che sulla vittima tentino di aderire i subdoli micro organismi che lo compongono per esercitare il suo tremendo potere, oppure alimentare ulteriormente una biomassa già presente. Dato il protocollo della carne divina, il corallo è immensamente robusto e pesante. Se lo reputa necessario, Johanna utilizza eventuali portali generati per riposizionarsi sul campo di battaglia o portare il suo attacco sfruttando le correnti acquatiche dentro il vortice per accelerare il proprio movimento all'uscita.


     
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    with the swing of my sword i declare my supremacy



    La spada rigirò tra le mani. Tagliò l'acqua e il vento, mentre le onde si alzavano come grattacieli fatti d'acqua e spuma.
    La sua intera figura mutava come l'acqua, come il vento, come ogni elemento. I concetti di uomo e donna erano superati quando Amaterasu mostrava la sua Royalty.
    Era il Tutto. Ed era il Nulla al contempo. Era il Taglio. Inizio e Distruzione.
    Ogni respiro era un inizio che faceva suo e solo suo per poi distruggerlo, riformarlo, mutarlo e dargli un posto in questa Realtà.
    Era artista ed era contadino. Era madre e soldato.

    «Allora uccidimi!»

    Si perché quando le spade si incrociavano la volontà di uccidere, la volontà del taglio era l'unica preoccupazione. L'unico pensiero che contava.
    La spada di Johanna contro la Spada Amaterasu. Null'altro intorno. Nessuna preoccupazione. Nessun amore. Nessun rispetto. Nessun potere o cosmo.
    Le due spade si fronteggiavano e ad ogni colpo, ad ogni affondo, il loro cozzare sprigionava scintille in ogni dove che illuminavano l'oceano come lampi che squassavano il cielo.
    Ma in ognuna di quelle piccole lucci vi era un frammento della loro esistenza. Del loro spirito.
    Il cozzare di lame li univa, perché in esse vi erano l'anima dei due ed era un modo per capirsi, provare ad oltrepassare il limite e l'orizzonte verso una nuova Alba di un nuovo mondo.
    Ogni scintilla che brillava era questo.


    E pensò che le cose che aveva toccato con le mani non erano state che un millesimo di ciò che aveva toccato con la spada.
    Perché era il suo metro di giudizio. Era il suo modo di comprendere la Realtà e il Codice, di vederlo, di nuotare nel LifeStream e di farlo proprio. Di difendere e di uccidere.
    Di superare ogni campo di battaglia che i suoi nemici li avevano posto di fronte, continuando ad avanzare da un oceano di dolore all'altro ma sempre con la sua spada pronta a tagliare incubo e disperazione per dare l'inizio e la speranza che esso portava con sé.
    Perché a questo serviva la sua spada. A difendere la speranza che nasceva, inerme, dall'Inizio e dalle scelte. Che portava l'uomo a guardare oltre le nubi non con paura ma con rinnovata fiducia.
    Le sue mani servivano solo ad impugnare l'elsa.
    Il resto importava poco e nulla.
    Bastava la sua spada a fargli capire il mondo, a dargli un senso, a toccarlo.
    Così come quella di Johanna che voleva trafiggerlo del tutto. Non una spada. Un qualcosa di simile. Un concetto che aveva preso forma nella spada per distruggere.
    Perché in fondo la spada simboleggiava proprio questo: la distruzione assoluta. Il proprio Io ad imporsi sul Creato e sulla Vita in un dominio assoluto.
    Imperante.


    amuAOkf
    «E sia.»



    Accettava questa sfida. La supremazia del taglio e della spada che imperava sui campi di battaglia. Johanna lo avrebbe ucciso così come avrebbe fatto Amaterasu.
    E nel mentre la sua forma mutò ancora. Il mondo si fece oscuro...come se ogni luce si stesse spegnendo poco a poco. Come se la luce non vi fosse più nella Realtà.
    La seconda lama era scomparsa dalla sua mano eppure Kusanagi si era fatta stranamente più lunga, più pesante, più spessa.
    Mentre Amaterasu chiuse gli occhi e Tutto divenne Vuoto intorno a lui.
    Lo spirito iniziò a turbinare intorno al suo corpo, così come il cosmo, la luce che sembrava essere stata cancellata dalla Realtà invece fu nella sua spada.
    Amaterasu era Luce. Lo spazio intorno alla sua figura era Vuoto, era Nero, anzi non solo quello spazio ma anche lo spazio circostante, lo spazio intorno all'Oceano Atlantico, lo spazio intorno a quella spada colossale che cadeva in picchiata a mò di meteorite. Sembrava che l'intera Luce stesse convogliando intorno ad Amaterasu, come se...no non era come se era davvero così.
    Amaterasu era Luce. Ogni altra si stava spegnendo, venendo attratta dalla Luce Prima, venendo da essa richiamata e raccolta non intorno a Kusanagi ma facendo diventare Kusanagi stessa pura luce.
    L'Imperatrice stava portando se stessa e Kusanagi verso l'ultima Verità.
    Il taglio era il concetto del Duale, dell'Infinito che diveniva Finito. Del Chaos che trovava il suo equilibrio generando la Vita.
    Era la possibilità in divenire.
    Scelta.
    Ma adesso il concetto del Taglio di Amaterasu stava andando oltre il Finito e l'Infinito.
    Stava andando verso Lo Zero. Verso il Nulla. Verso la Conclusione di ogni possibilità, di ogni strada possibile che, all'infinito, veniva generata da ogni infinita scelta.
    Non il Taglio. Ma il Taglio e l'annientamento del Taglio stesso fino a riportare Tutto al Grado Zero.
    Concludere ogni Inizio.


    空の Sora no
    V U O T O



    Non la fine. Non il principio. Il Vuoto. La Distruzione che si ferma. Tutto si ferma.
    Conclusione della Storia.

    «Abbatterò te ed ogni cielo. Abbatterò persino la Realtà. Immobile e mobile. Contraddizione e tesi. Nessun pensiero. Nessun desiderio. Tutto torna al Vuoto e al Nulla.
    Tutto avrà un Nuovo Inizio.»


    Due lame ora. Kusanagi e un' altra mentre la sua forma luce cambiò il suo aspetto. Più femminile, più eterea, una figura a metà il sogno e la Realtà. Come quando passeggiava sul Monte Fuji.
    Quando usciva dalle onde mentre il mondo era giovane e gli Dei bambini.
    Quando guidò un uomo ad elevarsi, dandogli quella spada leggendaria che ora stringeva nella sua destra.
    Tutto vorticava intorno ad Amaterasu.
    Perché quando si è nel vuoto un quid si forma.
    Quella volontà che porta alla possibilità e al divenire.
    L'atomo.
    Amaterasu sembrava l'atomo. Quel quid indivisibile che formava il Tutto.
    Libero di poter essere. Libero di potersi formare in cose nuove. Il Taglio dell'Inizio. Il Taglio del Nulla.

    Kenjutsu Muso - Kenzen Ichinyo




    Al Taglio che distruggeva nel concetto Umano, Amaterasu rispose con quello Divino. Con quel quid che ogni uomo portava dentro di sé. Quel quid che come scintilla, a volte, bruciava così intensamente che da semplice fiaccola diveniva incendio elevandoli alla divinità.
    Due lame.
    Come lo Zero e l'Uno.
    Tutto e Vuoto.
    Finito e Infinito.
    L'Atomo che dava inizio alle storie.
    Indivisibile. Indistruttibile.

    E si lanciò verso quella spada. La sua darian era fatta d'arcobaleno. Ogni cosa vi era ed ogni cosa veniva annullata, mentre il mondo si era fatto buio, quella scia luminosa sembrò una fenditura, una spaccatura che avrebbe aperto una possibilità a questa conclusione. La storia dopo il Punto.
    Turbinavano cosmo e spirito come elettroni intorno al suo corpo. Elettroni a forma di magatama. Velocità pari a quella della luce, avrebbero creato la prima linea di difesa.
    Le magatame erano per arrestare il movimento ascendente, la velocità con cui ruotavano intorno al corpo di Amaterasu avrebbe fatto il resto creando una barriera fatta di cosmo e luce in grado di farle perdere un minimo di velocità.
    Perché ogni fotone nell'aria circostante era divenuto il corpo dell'araldo. Ogni luce era lui. Così come le due spade che unì.
    Acciaio e luce.
    Sorrideva ancora sotto l'elmo che ora era solo uno scoppio continuo di luce e cosmo, mentre anche kusanagi divampava emettendo fotoni pulsanti che sembrava essere un cuore che batteva ritmico con quello del suo fidato compagno.
    L'impatto avrebbe squarciato il mondo forse. Perché il movimento che seguì all'impatto di quella cometa di luce che solcava il cielo, mentre dall'alto ronzava quella furia distruttrice che prendeva il nome di Spada avrebbe creato una collisione la cui forza d'urto avrebbe squassato l'oceano, alzato flutti così grandi da sovrastare città.


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    Lottare, sfidare e superare ogni limite! Questi sono l'elsa, il filo e la punta dell'unica spada di colui che fronteggia la morte!




    E mentre Johanna aveva posto la sua spada dall'alto in basso sfruttando velocità e forza gravitazionale, Amaterasu risaliva il flusso della corrente opponendosi in un fragore assordante la cui potenza si infranse nell'aria circostante distruggendo ogni cosa che avrebbe incontrato sul suo cammino nel raggio di decine e decine di chilometri.
    Era proprio dell'Araldo quello di sovvertire il sistema, di distruggerlo, di opporsi creando strade nuove dal vuoto che lasciava dietro di sé.


    FzKg



    Ed ogni fotone che aveva racchiuso Kusanagi sul suo filo finalmente sarebbe stato libero di esplodere e di essere in ogni dove. Un puro raggio laser come un onda magnifica, che lasciò dietro di sé una scia arcobaleno mentre impattò contro la Spada Distruttrice di Mondi. Ogni stilla di luce, ogni quid, ogni scintilla di cosmo, tutto il potere di quel cosmo straordinario fu fatto pulsare nel cuore d'acciaio di Kusanagi per poi liberarsene con un ronzio acuto liberandosi e trovando nel Filo Annientatore la sua nemesi e la sua essenza.
    L'impatto fu boato.
    Prima la punta trovò quella barriera di luce e magatame poi il movimento, dal basso in alto di Kusanagi, fece e ruttare e divampare tutto questo esplodendo a contatto, non per cambiare traiettoria, ma per esplodere su di essa e dentro di essa creando un ecatombe di esplosioni arcobaleno; fu luce e fu cosmo mentre Amaterasu urlò.
    Non d'agonia.
    Ma fu un urlo puro. Fu l'urlo del Tutto che si generava libero di poter essere e di vivere. Fu la luce che ora brillò intensa in quella notte che non doveva essere. Fu l'arcobaleno di colori che portavano la Distruzione su quella cosa definita spada, mentre Amaterasu stesso era divenuto un'altra Spada.
    Fatta di Luce.
    Lui come il Sole ora rischiarava questa notte, mentre ogni fotone esplodeva in una danza continua e quel taglio continuò sul corpo della tecnica di Johanna.
    L'avvolse e poi un altro fendente dall'alto in basso. Più potente del primo. Più ruggente. Era Kusanagi che falciava i suoi nemici.
    Perché il primo era per fermare. Il secondo era per farla tornare al Vuoto.
    Nella fantasia. Lì dove tutto prendeva forma ancor prima di essere significato.
    Due fendenti. Per due spade. Per un unico sole.





    E Amaterasu fu Luce e Taglio. Una meteora che bloccò quella cosa definita Spada per iniziare a distruggerla. Continuando ad avanzare tra dolore e ferite. Continuò ad essere un'Infinita Lama che Portava Tutto al Vuoto e il Vuoto al Tutto.
    Creando e distruggendo continuò ad avanzare e a distruggere. A tagliare e a ferirsi eppure l'atomo non era indivisibile? Non era indistruttibile?
    Ecco cos'era Amaterasu. Era quel singolo Atomo che aveva dato il via alla Singolarità detta Realtà e in essa infinite altre avevano trovato il loro posto e il loro scopo.
    Equilibrio.

    Due mani strinsero l'elsa di Kusanagi mentre una cacofonia selvaggia fu l'unico suono avvertibile a chilometri e a chilometri di distanza.
    L'urlo ancora mentre il braccio sinistro veniva strappato, mentre un occhio veniva distrutto, mentre le sue costole si piegarono e si distruggevano, mentre il corallo faceva scempio dei suoi pensieri e della sua essenza.
    Ma l'orgoglio quello non poteva essere affogato. Perché l'Orgoglio era una magatama della collana di Sovranità di Amaterasu o mi kami.
    La più Grande Dea Che Risplende Tra I Cieli.
    Perché quella tecnica l'avrebbe fermata e distrutta anche con il suo stesso corpo. Con quel corpo femminile ma che racchiudeva una potenza paria a decine e decine di Soli che esplodevano e contemporaneamente continuavano a bruciare.
    E mentre tutto esplodeva, mentre la Luce tornava a brillare nel mondo e quella spada si era fermata, spezzata da un corpo che fu una volta un corpo, un braccio o quello che restava si alzò.
    Un raggio.
    Un urlo.
    Kusanagi non fu spada ma lancia.
    L'obbiettivo Johanna.
    Decine e decine di fasci luminosi nacquero dal corpo di Kusanagi che anticiparono il suo volo e il suo obbiettivo cercando di colpire Johanna, aprire la sua difesa, spostarla in alto e continuare a farlo per non dargli una facile difesa.
    Mentre Kusanagi correva sul vento e sul suo filo si infranse l'immagine della Primarca.
    Il petto l'obbiettivo e così sarebbe stato. O forse no.
    Ma Kusanagi l'avrebbe Falciata.
    Acciaio e Luce. I fotoni nello spazio circostante sarebbero stati attratti da Kusanagi. Avrebbero accolto il richiamo, sotto forma di ronzio terribile, della Spada del Paradiso e nel farlo avrebbero trovato Johanna nella loro traiettoria.
    Mentre Kusanagi avrebbe scaricato ogni fotone presente sul suo filo sulla Primarca di Poseidone sia che avesse colpito sia che fosse stata fermata. Se vi fosse stato un ostacolo avrebbe tentato di distruggerlo, per poi mordere le sue carni. E se avesse incontrato il suo corpo l'intento sarebbe stato sempre e solo questo.
    Distruggere quel corpo. Falciata e ridotta a brandelli.
    Perché i fotoni avrebbero tentato di penetrare nelle crepe eventuali della sua armatura, negli interstizi tra una giuntura e l'altra, tra le ferite per poi implodere dall'interno, mentre altri sarebbero esplosi al suo esterno portando con sé la matrice spirituale per distruggerla anima e corpo.

    «Se mi lancerai una galassia io la riporterò al Nulla. Io non mi sposto mai....»

    Il pensiero nella sua mente.
    Il pensiero di un Imperatrice che non conosceva la parola spostarsi.





    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): incrinata in alcuni punti.

    STATUS FISICO: Tagli di media/alta entità sulla parte superiore del corpo, lividi, escoriazioni, taglio profondo sulla schiena, dolore diffuso su tutto il corpo. Ferite più o meno profonde. Emorragie di media alta entità.

    Primi sintomi del corallo del dominio. Ferite alte su petto e schiena sopratutto. Alcune costole rotte, lividi su buona parte del corpo, ferita vistosa sulla fronte. Ferite medie sotto forma di tagli sulle cosce e braccia.
    Parte sinistra andata. Occhio sinistro andato. Bruciature gravi. Emorragie gravi. Senza un braccio. Effetti del corallo del dominio ingenti.


    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Luce


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Final Round
    Amaterasu chiama a sé ogni fotone presente nell'aria circostante fino a dove l'Energia Viola lo consente. Crea una seconda spada di luce e fa convogliare ogni singolo fotone su Kusanagi che diventa più lunga, più spessa che mai.
    Intorno al suo corpo in un moto che richiama quello degli elettroni intorno ad un Atomo, crea magatame cosmiche e di purissima luce che fa vorticare intorno a sé a velocità luce e si lancia contro la tua tecnica.
    Sfruttando il movimento delle magatame di cosmo e luce impatta cercando di rallentare la discesa e nel mentre impatta con un fendente del basso in alto, dato con la spada di luce, facendo dilagare ogni fotone presente sul corpo di questa spada distruttrice di mondi. In modo da iniziare a distruggerla pezzoa pezzo, per poi dare fondo a tutto e con un altro fendente dall'alto in basso con Kusanagi dare sfogo a tutta la potenza accumulata e iniziare a distruggerla del tutto anche rimettendoci tutto il corpo.
    L'impatto è devastante Amaterasu si fa male e arriva al limite massimo, ma continua ad insistere, continuare ad avanzare e a distruggertela con quella sana cazzimma da pazzopazzissimo e devia il tuo attacco rimettendoci metà corpo.

    Fase attacco.

    [ATTACCO DEBOLE + RIPOSIZIONAMENTO ] Con il braccio sano ti lancia Kusanagi che ormai è un catalizzatore della luce, da cui si dipartono decine e decine di raggi laser atti a spezzare la tua difesa e a spostarti indietro il più possibile
    [ATTACCO FORTE] Kusanagi fila come freccia verso il suo petto. Che il colpo arrivi al petto o meno,rilascia tutti i fotoni presenti nella tua area d'azione e al contempo vengono richiamati da kusanagi stessa per colpirti in ogni dove creando sia esplosioni che implosioni, se riescono a penetrare nell'armatura e nelle ferite, dall'interno.
    Tra questi ci mischiamo anche Spirito per farti male all'anima e al corpo.
     
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17 replies since 10/12/2020, 22:33   564 views
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