[mega quest saints] We can be Heroes - victory - Parte 10

Conclusione

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    Protogenos of Death

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    ome fulmini, Atena ed Alek, anch’essi provati dalla terrificante battaglia, compaiono accanto ad Andrea, Bart e Nike.

    Subito la Dea della Giustizia pone entrambe le mani verso la nube rossa.

    Migliaia di piccoli globi, simili a stelle, iniziano a comparire per tutta l’estensione della manifestazione della Corruzione, rallentandone ed invertendone il cammino. Poi, tra ognuno di questi punti inizia a scorrere potente il flusso della Saetta Sacra, creando una prigione che restringendosi inizia a disgregare la nube.

    Gli strali iniziano ad assumere una forma sempre più chiara e geometricamente perfetta, andando a generare un immenso globo composto da sacre rune.

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    Potete sentire in voi miliardi e miliardi di voci urlare dalla disperazione, dal dolore… e dalla gioia. Quella nube è l’insieme dell’essenza di coloro che sono diventati un'unica cosa nella Corruzione in quell’area, lì richiamati dalla macchina di Karl.

    Ora privi di controllo rischiano di causare un cataclisma che può scatenare una reazione a catena sprigionando un impulso di distruzione senza controllo in tutta la Corruzione sul pianeta.

    La presenza di Atena e di Nike, oltre al vostro cosmo spinto ai massimi livelli di estensione, vi permette di reggere queste percezioni, ma siete anche provati dalla lunga battaglia e ciò che state per affrontare è la somma di tutte le minacce finora vinte a seguito dell’Armageddon.

    Il potere della Dea sembra in grado di sanare le anime di coloro che sono stati resi prigionieri, riportandoli nel ciclo della vita e della morte, indebolendo di conseguenza la Corruzione tutta… ma presto capite che da sola non ce la può fare.

    Appena resasi conto, Nike interviene ad aggiungere il suo cosmo divino a quello di Atena… ma serve tutto il vostro potere, serve il potere di ogni cavaliere vivente, ovunque si trovi, per sorreggere lo sforzo della Dea della Giustizia e strappare il Giappone al terribile destino in cui è precipitato…

    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    Atto finale. Qui semplicemente ognuno di voi può interpretare liberamente come entrare in sintonia con Atena, per aiutarla a purificare dalla corruzione il Giappone.
    L'essenza della Corruzione ha il solito effetto, è come se cercasse di assorbire la vostra coscienza, trasmettendovi un infinito caleidoscopio di percezioni.

    Anche i saints che non sono in quest possono intervenire dal luogo in cui descrivono di essere, per rispondere al richiamo della dea e aiutarla con il loro cosmo.
    A voi!
     
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    Era quasi sera. Axel si stava dirigendo verso la costa occidentale dell’Epiro. La fresca brezza marina lo aveva scovato tra le colline ed era giunta a rinfrescargli il viso, scompigliandoli alcuni lunghi ciuffi biondi che erano ricaduti sulla sua fronte, sgattaiolando fuori da sotto al violaceo elmo di Unicorno.

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    Da qualche tempo aveva infatti assunto un aspetto alquanto trasandato. Nestore aveva notato questo cambiamento da quando Axel aveva fatto ritorno dall’Operation Heghemonìa. Una volta tornato dalla Grecia, il giovane aveva infatti smesso di tagliarsi i capelli, lasciandoli crescere per mesi e mesi in modo disordinato, al punto da farli arrivare ad una lunghezza ingestibile. Non erano né abbastanza corti per non cadergli negli occhi, ma nemmeno abbastanza lunghi per essere raccolti con un elastico. Aveva persino iniziato a coltivare una chiarissima barba. Ma coltivare non è il termine giusto. L’aspetto di quegli sporadici peletti biondi era infatti forse anche peggiore del nido che gli era spuntato in testa.
    Nestore aveva provato a persuaderlo a darsi un tono, sia con parole severe sia con parole gentili, ma le sue orazioni parevano non riuscire a sortire nessun effetto sul ragazzo. L’uomo si era dunque convinto che forse era solo un periodo - lo sperava - e che presto il giovane si sarebbe rimesso sulla buona strada. Ma il tempo aveva continuato a scorrere, imperterrito, e la condizione del giovane non sembrava che peggiorare. Lo vedeva sempre più silenzioso, sempre più solitario.

    Quel giorno, quando il Gran Sacerdote aveva inviato un messaggio telepatico a tutti i Cavalieri del Santuario, informandoli della gravità della situazione, Axel si stava già dirigendo verso nord, in direzione del confine delimitato dal Muro Nero che era stato eretto per tenere la Corruzione fuori dalla Grecia. Da quel momento i suoi pensieri avevano iniziato ad essere ricolmi d’ansia. Avrebbe dovuto lasciare la sua postazione e tornare al Grande Tempio dagli altri Cavalieri e magari partire con loro? Era pronto a farlo. Poi però, subito qualche istante dopo, Nestore aveva parlato nella sua mente, e tramite un altro messaggio telepatico, lo aveva pregato di non abbandonare la sua missione, e di recarsi comunque a sorvegliare il Muro.
    Alcuni suoi compagni d’arme sarebbero quindi partiti per il Giappone, per un’importante missione contro la Corruzione, mentre alcuni, come lui, sarebbero rimasti indietro, in Grecia, a tener sotto controllo la situazione a casa.
    Axel ascoltò il consiglio del suo vecchio, e rimase. Anche se, le parole del Gran Sacerdote avevano ormai dato modo all’ansia e all’agitazione di farsi pian piano strada nel suo petto.

    Avrebbe infatti voluto avere la possibilità di salutare i suoi compagni, di augurargli buona fortuna, in bocca al lupo. Specialmente a Lawrence ed Andrea. Si fidava, aveva piena fiducia nelle capacità dei suoi compagni, era sicuro che avrebbero trionfato. Tuttavia temeva per loro. Temeva che non avrebbero fatto ritorno tutti insieme, uniti.
    Era consapevole della loro forza, e proprio per questo sapeva anche che per tenere alto il nome di Atena sarebbero stati disposti a tutto, persino a sacrificare le loro stesse vite. Quindi, per la prima volta nella sua vita si mise a pregare.

    Mai, mai prima di allora, se qualcuno gli avesse raccontato che lui, Maximillian Axel Torden, si sarebbe messo a pregare, mai gli avrebbe creduto. Ma non aveva alternativa. Non poteva che affidarsi al fato, agli dei. Giunto al Muro, aveva quindi iniziato a pattugliare quella linea di terra. Passo dopo passo, si guardava intorno, in quell’universo di apparente pace, mentre dall’altra parte del mondo infuriava l’ennesima battaglia contro la Corruzione. Mai per un solo momento i suoi pensieri abbandonarono i suoi compagni.
    Avrebbe voluto fare di più per loro. Ma era consapevole del fatto che se davvero ci fosse stata una divina Provvidenza, allora il suo posto non poteva che essere quello. Quindi continuò a pregare, ogni minuto che passava. E i minuti si tramutarono in ore, e le ore giunsero al tramonto. Più il tempo passava, più quelle preghiere fecero sì che la speranza si fece strada nel suo cuore, lasciando che l’ansia e le perplessità si tramutassero in un lieve rumore di sottofondo, incapace di annebbiare la sua mente con la paura.

    Arrivò la sera e nonostante la notte cercasse di inghiottire le forme del paesaggio con la sua oscurità, la luce delle stelle era così brillante da sconfiggere qualsiasi ombra. Axel era solo, nel ben mezzo di un’infinita distesa pianeggiante. Ma qualcosa si mosse, dentro di lui e nel cielo. Percepì un movimento potente, quasi violento per la forza con fece tremare il Cosmo. Fermò i suoi passi e volse lo sguardo verso il firmamento.

    Atena.


    Sussurrò quelle sillabe in silenzio. Non era solo. Non lo era mai stato. Quella era la sua chiamata, Atena era lì, con lui, con loro. E non li avrebbe mai abbandonati.
    Iniziò a bruciare con quanta più intensità possibile il proprio cosmo. Onde di luce violastra si innalzarono verso il cielo, brillanti come l'aurora. Chiuse gli occhi.

    V86SL29

    Forza Cavalieri.




    narrato | - parlato - | "pensato" | °telepatia°
    nome » Axel Torden
    casta » Saint di Atena
    armatura » Bronze Unicorn {III}
    energia » Verde
    mentalmente » //
    fisicamente » //
    status armatura » Indossata.
    note » :riot:

    abilità » //
    tecniche » //

     
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    Osservò la scia dorata, ne percepì il tremendo potere, quasi ne fosse lui stesso il bersaglio.
    Era uno spettacolo spaventoso, malgrado la presenza del suo stesso cosmo in quel concentrato di energia. Non avrebbe saputo descrivere la sensazione provocata dalla vista della freccia, mentre colpiva il loro bersaglio nel più innaturale dei silenzi immaginabili. Un perverso sorriso di soddisfazione si dipinse sul viso dell'essere, che stava piegando la sua immonda energia spirituale per liberare il vortice corrotto, trattenuto a stento dalla Geometria Sacra.
    Quando i due ordini di segni si toccarono, blasfemia contro perfezione, Lawrence fu scosso fino al più profondo dei piani di esistenza. Sapeva di non poterle resistere in un confronto diretto. Il cosmo di quella cosa era insopportabile perfino da percepire. Deviato. Perverso.
    Non potevano resistere, ma non potevano nemmeno fallire, non era possibile.

    Eppure, era avvenuto un miracolo. La freccia aveva trapassato la proiezione astrale, colpendo la roboante energia del vortice, sfidandone le correnti e contrastando la forza bruta della follia di Ponto, facendola implodere su sé stessa.
    In un istante, i sigilli della Fondazione tornarono a brillare e il flusso di energia malevola sembrò interrompersi, regredendo velocemente.
    La proiezione perdeva di consistenza, privata dell'energia sufficiente a sostenerla. Una nuova ondata emotiva, odio tanto puro da colpirlo a livello quasi fisico si riversò su di loro. Odio e rabbia. Un ultimo, disperato moto di violenza che li avrebbe annichiliti, se i Daimon non fossero intervenuti a proteggerli all'ultimo istante.

    Voci e immagini, pensieri taglienti e così spaventosi da non avere forma.
    Una valanga, un'inondazione di dati sbagliati, sovrapposti. Informazioni codificate oltre ogni livello di ragione applicabile, l'orrore insondabile di un abisso dentro l'abisso. La coscienza dell'essere, nuda ed esposta, rischiò di precipitarlo nella follia.
    Un ordine perfetto e orribile, dettato dalla natura stessa di ciò che costituisce i Daimon, ma deviato e contorto, così terribile da non trovare alcuna collocazione all'interno della realtà.
    Il contatto con esso lo riempì di paura, come nessun'altra cosa aveva fatto prima di quel momento. Nessuna, neanche le infinite schiere del Caos che grattavano contro i sigilli primordiali del Triangolo.

    L'oceano tornò a chiudersi sulla prigione della Grado, estinguendo parte di quei pensieri osceni, lasciando trasparire tra tutte le voci una sola frase, una minaccia.

    le altre continueranno la loro opera
    tornerò libera e così anche il Padre


    Nella sua mente si impresse il sorriso dell'essere al di sotto delle onde.
    E in un lampo tutto scomparve.

    -


    La spiaggia ricomparve sotto i suoi piedi, non appena l'energia spirituale si dissipò.
    La Corruzione nella sua forma più grezza ruggiva e si rivoltava, un tornado di oscenità senza fine. Era tutto lì, tutto quanto, la quintessenza di ciò che avevano affrontato, dalla montagna di creature immortali alle fiumane di corpi morti nella foresta, oltre a infinite altre menti fuse in un solo crogiolo ribollente.
    Tra loro e quell'ultima minaccia, si ergeva possente il cosmo di Athena e Nike. E non solo. Erano tutti lì, tutti vivi, tutti pronti al confronto.
    Tentò di processare la sensazione che stava provando, il profondo sollievo nel vedere i compagni e il maestro ancora accanto a lui, ma lo shock causato dagli ultimi eventi era ancora troppo grande perché potesse essere ignorato. Lo soffocava.

    Era in ginocchio. La fatica, la stanchezza, il dolore. Sembrava che la Corruzione non facesse altro che aumentarne il peso, gravando sempre più sulla sua coscienza con la sua miriade di voci.
    Urla incessanti, intrecciate, taglienti. Non solo pensieri, ma essenze prive di controllo, selvagge, legate insieme in un tormento privo di inizio o fine. Era troppo, troppo anche solo da vedere. Sentirlo, percepirlo era oltre ogni logica.
    Eppure erano lì, schierati. Pronti, in qualche modo. Le ferite e le sofferenze li potevano rallentare. Potevano piegare il loro capo, appesantire le loro braccia... ma non si sarebbero fermati.

    Il dolore doveva essere superato.
    Reagì. Tentò con tutto sé stesso di arginarlo. Non voleva lasciarsi divorare da esso, dalla paura. Escluse ogni tipo di sentimento, si concentrò solo sul momento presente, aprendo ancora una volta la sua mente all'incessante flusso cosmico.
    Sapeva cosa fare: doveva prestare la sua forza ancora una volta - si, ancora una - plasmandola nella forma più alta e complessa di geometria che gli fosse dato concepire.

    Sollevò la mano. Comandò le linee di luce.

    Seguì le trame del Keraunos, generando dal suo cosmo forme grandiose e incredibili, fondendosi e fiorendo al contatto col potere insondabile delle divinità.
    Un lieve tremito percorse il braccio proteso.
    Dubbio? Paura?
    Vide centinaia di sigilli intersecati. Vide Ordine. Ne venne folgorato.
    Eppure lo sapeva, sapeva di non potersi fermare. Doveva andare oltre, spingersi al limite.
    Ancora. Una. Volta.

    Il tremito si fermò. Le dita si chiusero. Il grande disegno fu completo.
    E non si fermò. Nemmeno alla fine.
    Diede tutto ciò che poteva dare.

    Ancora una volta, senza capire.
    Ancora una volta, decise di fidarsi.






    narrato ▼ parlatopensato
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    NOME ♦ Lawrence Solomon Conley
    ENERGIARossa Suprema
    CASTA ♦ Saint di Athena
    CLOTH ♦ Silver di Triangolo Australe
    STATUS FISICO ♦ Traumi sparsi fisici e spirituali, ferita alla spalla.
    STATUS MENTALE ♦ Distrutto
    STATUS CLOTH ♦ Incrinata in punti sparsi. Crepe evidenti e alcuni pezzi in meno su spallacci, pettorale ed elmo

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Nulla, Rigel mi teleporta sulla spiaggia e lì cerco di aiutare Athena e Nike usando i sigilli per contenere la cosa e pompandoli con tutto il cosmo che riesco ad accumulare.

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    ABILITÀ

    Geometria dell’Ottava Sfera - Sigilli Straordinari
    Attraverso la comprensione delle forme del poligono più elementare, il Saint del Triangolo Australe è in grado di tracciare col proprio cosmo linee e disegni complessi, che racchiudono nei loro intrecci la descrizione e i fondamenti del codice matematico che governa ogni cosa della natura. Per questo motivo, i sigilli creati con tale potere possono agire sul cavaliere, il suo avversario e gli altri esseri (siano essi alleati o nemici), ma anche sull’ambiente circostante e sugli oggetti nel raggio d’azione consentito dalle facoltà dell’utilizzatore.
    L'applicazione più semplice e basilare, unita alle profonde conoscenze del cavaliere, permette di far fluire il cosmo più facilmente, riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    Grazie alla Geometria, inoltre, il sigillatore potrà agire in modo analogo sui nemici, ma in senso opposto, rendendo quindi più difficoltoso l'uso del cosmo, oltre a ostacolarne i movimenti. In casi di grandi divari energetici, si potrebbe arrivare a bloccare completamente il cosmo dell'avversario, oppure costringere un individuo sprovvisto di cosmo a una stasi perpetua.
    Tali sigilli sono cumulabili e richiederanno un grande dispendio cosmico da parte del bersaglio colpito per essere infranti e annullati. In caso non vengano attivamente disattivati, essi perdurano per tutta la durata dello scontro.
    Le forme assunte dai sigilli possono essere molteplici, sia bidimensionali che tridimensionali. All'occorrenza si possono plasmare a foggia di semplici armi in grado di arrecare solo danno da impatto e comunque inferiori in efficacia a quella di costrutti e armi cosmiche.
    La padronanza del Triangolo Australe sulla Geometria Celeste è superiore a quella di un normale sigillatore e le sue creazioni saranno sempre più efficaci, anche se non tanto da rivaleggiare con quelle di un combattente che possieda un maggiore livello di padronanza dell’energia cosmica.


    TECNICHE ♦ ///



     
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    S5rieZh
    ATTO I
    We Can Be Heroes: Victory

    Insieme avevano compiuto l’impossibile. Unendo i loro poteri erano riusciti in quello che sembrava un vero e proprio miracolo. La sintonia con cui avevano agito li aveva resi un solo corpo, un solo spirito.
    Therese, Andrea e Bart.
    Una Dea e due Cavalieri d’Oro si erano spinti oltre ogni possibile immaginazione, riuscendo a scalfire l’invincibilità della Corruzione e del suo araldo Karl. Il loro attacco, tanto disperato quanto potente, aveva impattato contro il globo di energia del nemico, causando conseguenze paragonabili a un cataclisma. La sfera incandescente prese a deformarsi, mentre tutt’intorno imperversava l’inferno.
    Bart piantò i piedi a terra e continuò a espandere il cosmo, ponendosi a protezione delle sue compagne di lotta e senza dimenticarsi di continuare a infondere potere nel loro attacco. Nonostante la sua impareggiabile resistenza, si sentiva distrutto dalla lunga battaglia e poteva solo immaginare quanto lo fossero Nike e la Leonessa. In ogni caso, non avevano scelta: dovevano stringere i denti, così da porre fine una volta per tutte a quello scontro mortale.
    Improvvisamente il globo infuocato si espanse, creando un tornado che devastò ogni cosa intorno a loro. Fu questione di pochi istanti e fu evidente che Karl non era più in grado di controllare quella situazione. La sfera traballò ancora di più e quello fu l’ultimo dei suoi movimenti. Lo squilibrio era ormai troppo per essere arginato e in un battito di ciglia fu il caos. Una terribile esplosione annunciò il reciproco annientamento degli attacchi, creando un polverone di detriti violento e impenetrabile.

    Grrr.

    Il ringhio rabbioso del Toro annunciò che ancora una volta Karl non era stato definitivamente sconfitto. Per lo meno, però, quella volta erano riusciti a provocargli danni mai sperati prima, riducendolo a una massa umanoide di sangue nero. Il Gran Sacerdote diede fondo al suo incrollabile animo e strinse i pugni per prepararsi a un nuovo assalto. Erano troppo vicini alla fine di tutto – nel bene o nel male – e non potevano lasciar perdere quell’occasione.
    Lo spilungone avanzò, ma Therese anticipò tutto e tutti. Con un movimento fulmineo, trapassò il petto del nemico con lo scettro divino, inchiodandolo al terreno come se fosse un insetto infilzato con uno spillo. La giovane era ormai esausta e Bartolomeo fece un passo in avanti per darle man forte in quell’ultima azione.
    Ma non ce ne fu bisogno.
    Karl sembrava ormai privato di tutto il potere che prima lo sosteneva, dimostrandosi come l’involucro vuoto che era in realtà. Si dimenò per sfuggire alla Dea, tentando il tutto per tutto, ma Nike fu perentoria e spietata. Ormai il divario di forza era incolmabile tra i due, e la giovane parve determinata come non mai a vendicarsi del suo passato pregno di sofferenze.
    Quando sembrava che tutto stesse per finire, però, la Corruzione giocò l’ennesimo asso nella manica.
    Dapprima un raggio lucente, come tanti se n’erano visti nel corso dei vari scontri. Poi una massa di energia, enorme e di colore rosso, invase il campo di battaglia e fu come essere testimoni di un buco nero di Corruzione. Era una manifestazione così terrificante da travolgere e assorbire ogni briciolo di oscuro potere nelle immediate vicinanze. Persino Karl non ne rimase inerme, tanto che il suo corpo si disintegrò come polvere al vento andando ad alimentare la sfera cremisi. Prima di scomparire del tutto, però, quel dannato rise in maniera incontrollata. Quasi si stesse beffando di loro, quasi pregustasse la loro fine imminente.
    Bart strinse i denti, furente per quella che lui considerava una tremenda mancanza di rispetto. Avevano vinto lo scontro, ne potevano andare fieri, ma la battaglia non era ancora finita. Non poteva lasciarsi distrarre dalle emozioni e, per tenere a bada il suo carattere impulsivo, serrò ancora di più la mascella fino a provocarsi dolore. Si guardò intorno, cercando di ottenere tutte le informazioni che la situazione poteva dare.
    Ma era tutto così confuso, tutto così caotico.
    Percepire il cosmo fu la sua salvezza, riuscendo a sincerarsi che i suoi Cavalieri fossero per il momento ancora vivi. Quella situazione rinsaldò il suo cuore, mentre il mondo stesso sembrava per essere sull’orlo di una fine senza ritorno.

    Alisia, Alek.
    Oh oh, sono contento di rivedervi.


    Quel momento di disperazione fu interrotto dall’arrivo della Dea e del Leone, dopo che il Drago con cui stavano combattendo fu anch’esso distrutto e assorbito dal globo di Corruzione. Il Gran Sacerdote fece un sorriso stanco, volgendo poi la sua piena attenzione al loro unico obiettivo.
    In tutta risposta, Atena diede immediatamente fondo al suo immenso potere per creare quella che sembrava una vera e propria prigione sferica, composta di rune perfettamente geometriche, per contenere l’oscurità che li stava avvolgendo. L’incontro di energie così opposte diede vita a un evento strano e terribile al tempo stesso. La Corruzione tutt’intorno a loro non era mai stata così viva, tanto che miriadi di voci senza volto gridarono all’unisono in quelle tenebre senza fine. Urla di disperazione, dolore, ma che venivano interrotte da inaspettate grida di gioia.
    Gioia?
    Esatto. Per la prima volta sembrava che l’ammasso di negatività stesse reagendo alla luce di salvezza della Dea Atena. Non c’era alcun dubbio: quello era un segnale inequivocabile che stavano procedendo nella giusta direzione. Sembrava ormai chiaro che non tutto era perduto, che il mondo e l’umanità intera si potevano ancora salvare dopo quell’Armageddon che era sempre sembrato senza soluzione.
    Una speranza, sicuramente ancora fievole, ma che poteva essere il primo passo verso la riconquista di una vita degna di essere chiamata tale.
    Un’occasione da non perdere e che di certo Bart non si sarebbe fatto sfuggire.
    Strinse ancora una volta i pugni, portando il destro leggermente più avanti, e facendo divampare il suo cosmo fino ai limiti estremi.



    Il suo corpo gridava dallo sfinimento, ma in quel momento avrebbe sacrificato la sua stessa vita pur di aiutare Atena in quell’impresa che sembrava impossibile. Con una convinzione senza precedenti, parlò telepaticamente nel modo più efficace e dirompente possibile, cercando di raggiungere le menti – ma soprattutto i cuori – di tutti, ovunque essi fossero.

    Atena, Nike, Cavalieri.
    Sono con voi.


    Poche parole per dimostrare la sua totale dedizione a quella causa. Poche parole per spronare i compagni a fare lo stesso in quel momento cruciale. Pronunciò mentalmente quelle frasi nello stesso istante in cui fece risuonare il suo cosmo con quello della Dea, supportato sin da subito dalla ritrovata Therese e dagli altri compagni di battaglia.

    Insieme.

    Uniti.

    Poniamo fine a tutto questo.


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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Forza ragazzi, finiamo con il botto! :metal:


    Condizioni:
    Distrutto fisicamente e mentalmente dopo tutti gli scontri, ma determinato come non mai.


    Tecniche:
    -

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

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    La forza unita di cinque cavalieri che non erano più d'oro o d'argento. La volontà dei guerrieri di ogni tempo. Gli spiriti che in qualche modo erano uno con Rigel. La forza universale contenuta nelle stelle. Tutto questo e chissà cos'altro era arrivato ad impregnare la freccia del Cavaliere del Sagittario, un fulmine che neanche le stesse divinità avrebbero potuto scagliare in quel modo: il ragazzo seguì il dardo con gli occhi, lo vide trapassare in un attimo la figura della donna che fino a quel momento li aveva scherniti, per poi rendersi conto troppo tardi che qualcosa non andava. La freccia aveva trapassato lei per proiettarsi all'infinito, nel cuore di quel vortice di Corruzione che avrebbe potuto definitivamente liberarla. Vide i sigilli tornare a brillare intensamente, come rinnovati di un vigore inaspettato. Avevano eliminato una volta per tutte quel daimon ancestrale? L'energia esplose, e con essa una violenta ondata di male, odio, tristezza e dolore.

    Il ragazzo sentì il suo cuore quasi fermarsi, per un attimo credette che la vittoria sarebbe arrivata a costo delle loro vite. Stava emettendo il suo ultimo respiro, per il fiato che gli mancava e l'enorme peso gli gravava sul petto e sulle membra; la mente non sarebbe riuscita a reggere tanto dolore, un vero e proprio bombardamento di urla laceranti e di silenzi assordanti. Poi inspirò, contro ogni previsione. Era ancora vivo, quel dolore lancinante era scomparso. La figura evanescente diventava sempre più trasparente, e di tutto ciò che era risuonato nella sua testa era rimasta solo una cosa. Fu la voce di Cassandra, come a richiamare un'antica profezia, che la pronunciò con calma.

    Le altre continueranno la loro opera. Tornerò libera, e così anche il Padre.

    Quindi ce n'erano altre. E lei era ancora viva, ma imprigionata. E soprattutto, c'era qualcosa di più grosso da dover affrontare. Poi quel mondo iniziò a sgretolarsi, e solo allora si rese conto che anche i Daimon si erano mossi, li avevano protetti e gli avevano permesso di rimanere vivi da quell'ultimo assalto della creatura. Si voltò e vide gli altri compagni, tutti molto provati, ma Law sembrava quello più vulnerabile. Nonostante fosse a corto di energia, fu con la facilità di un battito ciglia che riuscì a spostarsi vicino a lui grazie alla telecinesi, mentre sapeva che dovevano andar via da lì. Dha e Ys avrebbero potuto aiutare Achille senza problemi, mentre lui con il pensiero evocò i fuochi fatui che circondarono in un istante lui e il Cavaliere d'Argento.

    **************************



    Aveva seguito l'istinto, o forse l'eco dei cosmi che ancora percepiva con chiarezza: Athena, Aleksander, Bart e gli altri. Percepiva altri cosmi, molto più lontani, sparsi forse per il mondo, o dal Santuario. Law era accanto a lui, forse non si era nemmeno reso conto di come fosse arrivato sulla spiaggia. Si sentiva distrutto ma sollevato, avrebbe tanto voluto farsi una dormita, ma sapeva che ancora la faccenda non era conclusa. Non voleva cedere alla stanchezza, non quando poteva stare al fianco di Athena. Non aveva mai visto Alisia, una volta sola il Gran Sacerdote gli aveva parlato di lei. E di certo non sarebbe stato quello il momento di fare le presentazioni. Si ostinò con tutte le sue forze a rimanere in piedi, poi strinse il pugno in cui stringeva ancora la spada d'oro della Bilancia e se la portò davanti al volto, chiudendo gli occhi e poggiando la fronte sulla lama. Udì le parole di Bart, che come sempre avrebbe dato tutto. E poi i suoi spiriti guerrieri.

    Cavalchiamo insieme, insieme a tutti loro.

    Un ultimo sforzo, Cavaliere di Cancer. Per te e per gli altri.

    Fianco a fianco fino all'ultimo, ragazzo. Fino alla fine del tempo, per tutti gli uomini.

    ...per Athena, rispose loro il ragazzo.

    Se doveva consumarsi in quel luogo, lo avrebbe fatto. L'ultima cosa che vide fu la luce dei loro cosmi.

    y8k159l


    _Marco_Albiero_-Cancer-Omega
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - TemporaneamenteSuprema
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Cancro [VIII]
    STATUS CLOTH - Indossata.
    STATUS FISICO - Spossato all'inverosimile a causa dei precedenti attacchi subiti.
    STATUS MENTALE - Determinato a chiuderla.


    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - A questo punto vorrei dire "Athena Exclamation", ma pare male :asd:

    CfLyFwD

    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.


    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.


    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    CfLyFwD

    TECNICHE


    [SPOILER][/SPOILER]


     
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    La Freccia di Sagitta si librò nell'immensità nera e senza fine che avvolgeva tutti loro, descrivendo un arco nebuloso e dorato pregno dei Cosmi e delle Tecniche di tutti loro. La freccia si fece quasi cometa, e illuminò la notte cosmica sopra di loro fino a colpire l'essere al di là dei Sigilli.
    E nulla accadde.
    Per un istante.
    Dopodiché, la realtà oscura prese a collassare come uno specchio infranto, i pezzi d'oscurità che si staccavano uno dopo l'altro per restituire loro il panorama grigio e brullo del loro mondo. Ys fu tanto rapito dalla poesia e dal potere di tale cambiamento da dimenticarsi per un istante della Creatura al di là dei Sigilli. Ne ebbe quasi di che pentirsene. Si era a malapena permesso di meravigliarsi della stupefacente normalità del mare mosso e dell'erba secca sotto il cielo grigio e nuvoloso del Giappone, che si sentì all'istante assalito da una violenta eco di odio e rabbia, quasi una sensazione fisica volta a strappargli il fiato dai polmoni e l'anima dal corpo. Scosso, Ys barcollò stordito, cercando istintivamente di riavvampare il suo Cosmo mentre cercava di resistere alle grida e alle urla che si stavano facendo strada nei meandri più reconditi della sua mente. Temette quasi d'essere lì lì per perdere la ragione, che quegli strani Corrotti metallici - Daimon, gli pareva? - si frapposero come tra loro e la Creatura. E a poco a poco la sua voce scemò dalla sua testa.
    Ys tirò un sospiro di sollievo, incerto. Per assurdo che fosse, quegli esseri sembravano stare dalla loro parte. Tanto meglio.
    Una volta che la sua ultima offensiva psiconica venne bloccata, non ci fu molto da fare per la Creatura. A poco a poco anch'ella svanì come tutto, come se uno squarcio nella realtà si fosse ricomposto ed ella ne fosse rimasta dall'altra parte. Il che era probabilmente ciò che stava succedendo, si rese conto l'Ariete. La Creatura li osservò sinistra mentre se ne andava, e lui temette fino alla fine in una brutta sorpresa: era fin troppo abituato che le cose non andassero bene per sperare davvero che fosse già tutto finito. Eppure, questa volta fu quasi il caso. Quasi.
    Se non fosse stato per quel sinistro monito che ella lanciò.
    Al sentirlo, Ys aggrottò le sopracciglia. Appena pronunciatolo la Creatura svanì, quindi il suo cuore ebbe di che alleggerirsi. La brutta notizia era che quella frase sibillina paventava chiaramente l'esistenza di altre creature come quella donna. Non che fosse realmente sorprendente, in realtà: i mali, si sapeva, non venivano mai da soli.
    Ma, se non altro, quello specifico male se n'era appena andato.
    Sentendosi liberato da un grave fardello, Ys sospirò. Era finita. Fu anzi quasi sul punto di chiedere agli altri cosa fosse il caso di fare ora, quando ben più alte volontà risposero per lui. Atena. Fu un'eco più che una chiamata, ma ormai aveva imparato a riconoscerla. Vide che anche gli altri si erano voltati, captando l'invocazione della loro dea. Ys sospiro ancora più forte.

    «Pare che non sia ancora finita.»

    Si mosse verso Achille, scoprendosi claudicante: per quanto non fosse stato ferito fisicamente, la battaglia contro la Creatura lo aveva indubbiamente colpito nell'anima. Il suo corpo non gli rispondeva più bene, a quanto pareva. Fece una smorfia, e zoppicò fino al Sagittario, porgendogli la mano.
    Nel caso volesse un passaggio.

    ***********

    Il Teletrasporto li portò in una situazione a dir poco surreale. Atena, circondata dal Gran Sacerdote, il Lawos e... Atena? - Ys decise di soprassedere la questione - stava creando un immenso sigillo sferico così da avvolgere un'immensa nube rossa francamente minacciosa. L'Ariete non aveva idea di cosa fosse, ma a scommetterci un centesimo avrebbe scommesso che si trattava di qualcosa ancora più pericoloso della Creatura. Per quanto non vedeva come potesse essere possibile.
    Ma si rendeva conto che non erano stati evocati lì per fare da claque. Quel sigillo era palesemente avido d'energia, e ne richiedeva quantità immani per essere completato. Chi era giunto lì prima di loro lo stava già nutrendo col proprio Cosmo. Questo gli dava una certa quale sensazione di déjà vu.

    Pare che finiamo sempre con qualche variante della medesima soluzione...

    Era inevitabile. Certi nemici sembravano troppo coriacei per una persona sola, uono o divinità che fosse. Anche se, secondo lui, se Atena avesse voluto...
    Ma non era il momento di costruire fantasie sull'onnipotenza della sua dea. Era lì per un motivo, e lui avrebbe adempiuto il suo dovere.
    Ys iniziò quindi a bruciare il suo Cosmo. Era una sensazione ormai familiare, tanto che si sentiva come bruciato a fuoco lento. Si guardò il pugno pregno d'energia: forse non ne avrebbe mai più posseduta tanta in vita sua. Perché sapeva che, in qualche maniera, stava per restituire quello che gli era stato dato.
    Sospirò: ciò che non era proprio, andava restituito.
    E così Ys alzò il braccio destro, e lasciò che il suo Cosmo dorato e possente lo lasciasse per congiunersi agli altri nel grande sigillo sferico di Atena.

    Ys, l'Ariete Dorato
    1Inchum
    Nome Ys
    Energia Suprema (power up)
    Stato della Cloth Integra [VII] Graffi
    Condizioni Fisiche Buone
    Condizioni Psichiche Provato, stanco

    Riassunto Teletrasporto ed ennesima Genkidama.

    Abilità

    Teletrasporto: E' la capacità di sfruttare i propri poteri psiconici per scomporre atomicamente il proprio corpo e farlo riapparire in qualsiasi altro punto della realtà esistenziale presente praticamente nell'istante successivo. E' possibile, qualora non vi sia resistenza psiconica adeguata, teletrasportare terzi alla stessa maniera e secondo le medesime condizioni; data la delicatezza dello sforzo psiconico, però, è di fatto possibile farlo o dietro consenso, o tramite efficace distrazione capace d'inibire notevolmente le resistente psicofisiche del teletrasportando. Tale delicatezza non esula nemmeno l'atto su se stessi: pertanto è di fatto impossibile trovare la forza mentale di Teletrasportarsi entro distanze pure limitate durante la foga d'un combattimento per più d'una volta nel corso della battaglia.

    Tecniche

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    Cadere fu piacevole. Il riposo anche. Aveva fatto il suo dovere, non doveva più chiedere scusa a nessuno, né vergognarsi di fronte alla Madre. Cadde e lo fece con un ultimo sospiro di chi finalmente era libero da un peso. Di chi sa di aver fatto la cosa giusta e il cuore diventa leggero con un tepore che ci avvolge.
    Cadde.
    Ma non era finita. Non poteva esserlo. Non ancora. Eppure per Amaterasu era finita. Il suo corpo era a pezzi. La gamba maciullata, il sangue che colava dalle ferite mischiandosi alla terra, l'incoscienza che lo abbracciava e quel sorriso sulle labbra.
    Un sorriso...


    Nikolaus si ritrovò di nuovo nel suo mondo. Era un naufrago che si sarebbe retto a qualsiasi cosa pur di non annegare o perdersi in questi oceani di forze antiche.
    Si guardò attorno...la Corte di Mezzanotte era al limite o forse lo avevano già superato. Li vide a terra, piegati, feriti, morenti ma gli occhi erano tutti per Lui.
    Amaterasu o mi kami era a terra. E mentre sentì le bestemmie di Sōjōbō. Il signore dei Tengu si reggeva la spalla rotta, mentre il braccio sinistro ormai penzolava come ramo rotto al suo fianco. Voleva alzarsi. Non poteva. Si sarebbe strappato quell'appendice inutile visto che lo stava infastidendo. Non riusciva a raggiungere il Sole che, silenzioso, stava scomparendo oltre un orizzonte fatto di urla e agonia.
    L'urlo del Signore dei Tengu riscosse Nikolaus da quel torpore di inconsistenza dove si cacciò da solo per nascondersi e proteggersi.
    Vedere Amaterasu steso a terra...no...no Amaterasu ma Draka!
    Draka era a terra. E lui? Poteva aiutarlo?
    Sōjōbō tossì sangue, piegandosi dal dolore mentre il suo petto era divenuto fornace di dolore. Il rantolo. Il sangue a colare, la ferita sul fianco che si aprì ancora di più. Non gli importava. Avrebbe camminato reggendosi le viscere, anzi se le sarebbe tolte se fossero un impedimento per aiutare Amaterasu.
    La sua vita era sacrificabile. Non quella di una Matrice della Realtà. Non di chi deteneva uno dei Codici della Realtà tutta.


    008fdba9a9c652df741a7e27a678574f
    - Prendi la mia mano.
    Ti prego.
    Non lasciarla.
    Io devo prenderti la mano.
    Non ancora. Non di nuovo




    Nikolaus si mosse di scatto. Lui, semplice uomo tra i giganti dell'Universo, lui si mosse e fu accanto all'Araldo. Le sue mani tra quelle di Draka. Sentì il suo sangue. Era caldo. Cercò di tamponare le ferite. Le sue mani tremavano.
    Ancora.
    Maledette mani!
    Dannate mani che tremavano, che non aiutavano, che erano divenute zavorre.

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    - Una mano, anche vuota, a volte è di grande aiuto



    La mano di Draka nella sua. Il petto che si alzava e si abbassava eppure vi era fatica nel farlo.
    Gli occhi vacui di un Araldo alla Fine del Tutto.
    Occhi dentro quelli di un uomo che erano tempesta di emozioni, di pensieri, di cose non dette, di cose nascoste, di ferite che aveva dovuto cicatrizzare da solo, di altre auto inferte, altre che non guarivano affatto.
    Non guarivano mai. Passava il tempo e non smettevano di sanguinare. Il dolore nemmeno. Più passava il tempo e più aumentava. Sempre di più. Finché non furono le lacrime a racchiudere tutto questo. Ogni goccia portava con sé Nikolaus. Gocce sul volto dell'Araldo.
    Lo lavavano dalla polvere e dallo sporco, ma portavano con sé molto altro che fu urlato come se si togliesse una spada dal costato.
    Strinse quelle mani e sputò il veleno che aveva. Alla Fine di una Storia per l'Inizio di qualcos'altro.
    Draka era a terra e i suoi occhi erano grigi.
    Fu rabbia a montare in Nikolaus. Rabbia. Odio. Disperazione che gonfiarono la sua anima che divenne pianto e lacrime copiose scesero, bagnando la barba, mentre la bocca si faceva impastata.
    Dolore. Malinconia. Accuse verso se stesso e verso quell'araldo che alla Fine aveva Iniziato ad amare.


    «Ti odio! Si...ti odio!
    Io ti odio Amaterasu. Perché mi hai portato via il mio amico. Ed ho odiato me perché non ero lì con lui...non ci sono più stato per nessuno. Un medico che si ubriacava, che non era più disposto a salvare nessuno se non sua figlia. E nemmeno lei avrei salvato. Finché non siete arrivati voi.
    Si...ti ho odiato e non sai nemmeno quanto...ma non voglio ora...non...»


    Il pensiero di Amaterasu raggiunse l'anima di Nikolaus. Un uomo. Semplicemente un uomo. Nulla di più. Nessuna retorica. Nessuna epica. Nessun momento di eroismo. Un uomo solo e semplice con tutte le sue contraddizioni, che reggeva un Pilastro della Realtà.

    «Ma io l'ho sempre saputo, Nikolaus. Ti ho permesso di combattere per la Corte di Mezzanotte perché volevo che vedessi, che osservassi e facessi la tua scelta.
    Tu, un uomo, che non ha armature sul petto a proteggerlo, che combatte come un eletto di G.E.A. Lo sapevo...e ti chiedo perdono per il dolore che ti ho causato. Chiedo perdono a Draka se non sono stato l'Araldo che pensava...a tutti voi se non sono forte abbastanza da proteggervi e tenervi al sicuro tra le mie mani.»



    La mano dell'Araldo strinse con forza quella dell'uomo Nikolaus.
    Piangere...era così terribile? No. Finalmente Nikolaus piangeva.

    «E allora perché rimani a terra?! Perché non ti rialzi?! Che devo fare? Cosa devo fare per aiutarti?! Le mie mani tremano e non ho più certezze. Sono inutile...»

    La risata riecheggiò nel suo cuore.

    «Se pensi che le tue mani siano vuote allora sbagli. Nessuno di noi è vuoto. Mai. Hai partecipato della melodia della creazione e danzato su di essa, conterà questo qualcosa?» Il sorriso. «Essere inutile significa altro. Io sono stato inutile per tanto tempo, sai? Invidio molti di voi. Io sono uno sbruffone ma al tempo stesso un solitario. Un samurai e un ronin.
    Sono la luce e al tempo stesso l'oscurità. Ecco perché invidio chi ha una sola strada da percorrere. Li senti? Li stai sentendo, vero?



    Si li sentiva. La Corruzione era un grattare su di una parete. Era l'odio. Era una volontà che non permetteva null'altro che l'autocelebrazione di un falso Io. Era un predatore che divorava e dilaniava. Un carcere senza sbarre, né celle. Era l'annientamento di ogni cosa che potesse portare un quid. Era la stagnazione ultima. Un cimitero che continuava ad avanzare per annichilire tutto.
    Voci su voci.
    Dolore. Disperazione. Li sentiva. Amaterasu li sentiva...rimanere a terra non era un opzione.
    Erano anime in preda d un dolore che non era giusto. Non era nel disegno di G.E.A. Anche da distrutto non poteva e doveva permettersi di rimanere a terra.
    Morto lo era? Ancora vi era qualcosa che batteva nel suo petto...le lacrime di Nikolaus dovevano ancora essere versate? Era così debole da rimanere a terra senza provare nulla?
    Kusanagi era spezzata?
    Il suo braccio lo era? Si...e quindi? All'ultimo orizzonte doveva fermare la sua corsa sfrenata? Oppure poteva ancora alzare lo sguardo verso l'ennessimo orizzonte nascosto al di là delle nubi dell'angoscia, del dolore, della non vita?
    Mentre tutti si battevano lui rimaneva a terra?
    L'Imperatrice della Realtà avrebbe abbassato le sue armi?


    Che importa se il campo è perduto? Non tutto è perduto; la volontà indomabile, il disegno della vendetta, l'odio immortale e il coraggio di non sottomettersi mai, di non cedere: che altro significa non essere sconfitti?




    Sconfitto lo sarebbe stato solo con la testa mozzata dal collo e anche allora avrebbe tagliato i suoi nemici con il suo stesso sangue, che sarebbe sgorgato dalla suo stesso collo.


    REACH HEAVEN BY VIOLENCE

    REACH HEAVEN BY VIOLENCE

    REACH HEAVEN BY VIOLENCE




    E il suo cosmo si espanse.


    «Quindi moriremo tutti? Il sacrificio di Draka è inutile? Mia figlia dovrà essere quella cosa? Non avrà più quella risata? Non potrò vedere i suoi occhi? Sai...ho invidiato gli occhi di mia figlia e di Harlan. Vedevano questo mondo come se fosse ancora bello. Vedevano me ancora come un qualcuno.
    Mi davano forza...»


    Il pugno di Amaterasu e il suo Taglio vibrarono nell'aria, nell'essenza stessa della matrice della Realtà.

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    «Anche a me!»



    Il ronzio del cosmo di Amaterasu.
    Amaterasu non si era mai arreso. Sentire quella cosa che grattava la sua anima lo spinse ancora una volta, per l'ennesima volta, a rialzarsi.
    Non c'era epicità in questo. Era un corpo rotto, un corpo ferito, un corpo che era l'altare del dolore e della sua essenza più pura.
    Nikolaus sorresse Amaterasu. Un uomo sorreggeva un Dio. Ma era giusto così. Perché nessuno era un Dio. Tutti erano uomini. Piccoli.
    Ma quanta forza, quanta magnificenza poteva esserci in quei cuori? Quante cose arricchivano queste anime? Amaterasu era un Dio? Forse.
    Ma non aveva mai pensato a se stesso in questi termini. Non aveva mai pensato a sé come un qualcosa che trascendesse l'uomo, ma che fosse accanto all'uomo come suo contraltare. E non per questo più grande o valoroso. Solo altro. Come luce e tenebra.
    Lui era questo.
    Una spada nelle tenebre. Solitario. Perché la sua strada era diversa. Doveva camminare su sentieri maledetti, dove le ombre erano predatori, per difendere altri. Per far si che quelle strade fossero sicure.
    La malinconia accompagnava l'Araldo. Ma solo non era mai.

    «Per questo e solo per questo che sono qui.
    Io sono solo questo. Il Sole illumina tutti. Bene o male che sia. E tu sei magnifico così come sei. Con tutte le tue contraddizioni.»


    E si sollevò in aria. Il vento accarezzò e sorresse quel corpo. Amaterasu non voleva arrendersi e come avrebbe potuto farlo? Non era nella sua natura. Non era nella sua anima il concetto e significante di sconfitta. Gli Araldi e gli Eletti di G.E.A avanzavano. Ovunque. Sempre.
    Avanzavano incuranti di gloria e sconfitta. Di vita e di morte. Continuavano ad attraversare oceani di dolore e di sofferenza, di malinconia; galassie fattesi cimiteri, Soli che morivano e l'Abisso che diveniva come una bocca bastarda spalancata ad inghiottire Tutto.
    Loro sarebbero stati lì.
    Sempre.
    Questa era la costante.

    « Ma finchè ci saranno gli occhi di tua figlia, il pugno di Harlan, la tua anima e di chi è qui oggi che io...»


    Il cosmo ruggì. Richiamava ogni elemento di questa realtà. Li richiamava a sé. Per difendere. Per attaccare. Per sorreggere Athena in questo sforzo. Tutti loro.
    Perché insieme erano la


    REALTÀ




    Ognuno di loro era un frammento magnifico. Una parte del tutto. Galassie che si univano e si scoprivano così vicine da potersi toccare.
    Perché ognuno di loro erano legato l'uno agli altri. Un filo rosso che univa e stringeva tutto questo.
    Aprì le sue braccia a raccogliere ogni elemento.


    dlzieGy
    NON MI TIRERÒ MAI INDIETRO




    Lo specchio brillò come egida a proteggere spirito e cosmo, mentre Ago avrebbe dato battaglia per permettere la libertà dell'essenza e della creazione. Del divenire in ogni sua forma.
    Nero e Bianco furono di nuovo con Amaterasu come al Principio.
    E come allora danzò con loro. Con la Creazione.
    Poteva sentire le lacrime di sangue che versavano...le sentiva come sue. Sentiva le loro ferite. Il lro odio.
    Ma anche la loro gioia.
    Le avrebbe liberate. Athena. I Gold saint.
    Il respiro di amaterasu abbracciò ogni cosa. Persino loro.
    E il Fulmine corse con il keuranos. I glifi si accesero di puro fuoco, mentre l'acqua scorreva in quella forma perfettamente geometrica.
    Ad ogni respiro gli elementi vorticavano. Battevano al ritmo dei loro cuori.
    Danzavano con le loro anime. La Creazione e l'Inizio della matrice.
    Amaterasu fu spada.
    Da impugnare.
    Così come fu all'inizio. Quando tutto era un ribollire informe, Amaterasu tagliò supportando G.E.A in quest'atto. Ed ora lei era la spada nella mano di Athena. Ago e Specchio.
    Gli elementi che si unirono e si scontravano.
    Al di là di quell'abberrazione, sfidavano il Sole Nero. Sfidavano chiunque.
    Alla risata caotica opponevano quella gioiosità data dalla libertà dell'essere.
    Abbracciarono la Corruzione. E come supportarono Amaterasu quando aiutò G.E.A a porre Io ed essere, di nuovo aiutarono Amaterasu a far si che Athena alzasse il suo scettro e con esso avrebbe brillato il filo invincibile dell'Araldo più imprevedibile.
    E come allora avrebbe tagliato.
    E come allora avrebbe posto un nuovo inizio.
    Perché loro, oggi, sulla sua terra, in questo Giappone che a mò di samurai aveva impugnato le sue armi, loro su questa terra, in questo torno di tempo


    AVREBBERO VINTO



     
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    Il mondo era una macchia rossa.
    Confuso e contraddittorio, il vapore si mescolava al sangue e rendeva tutto distante, irreale. Vago come in un quadro impressionista. I suoi sensi, migliori di qualsiasi altro essere vivente sulla terra, erano arrivati al limite. Non vedeva più con gli occhi, ormai – ma col cosmo. Il suo corpo aveva dovuto sopportare una pressione mai provata prima, ma grazie alla benedizione di Atena tutto era concluso.
    Tutto o quasi. La Leonessa aveva combattuto fianco a fianco con il Toro, arrivando a un livello di sintonia raro tra i Cavalieri. Con enormi sacrifici erano riusciti nel loro compito, e il legame di Karl con il Vril era stato reciso. Si passò la mano destra sul viso, per ripulirsi dal sangue, ma ci mise comunque qualche secondo a mettere a fuoco il mondo circostante. Karl, per come l'avevano affrontato, non esisteva più. C'era solo un teschio spezzato che lottava per rimanere ancorato alla realtà. E che non smetteva di ridire.
    Sentì l'eco cosmico dei molteplici fronti di quella guerra e capì che ogni battaglia era stata vinta. Nike aveva trovato la propria vendetta sul proprio aguzzino, Atena e Alek erano riusciti ad abbattere il gigantesco drago nel cielo, e Daimon, Gea e gli altri cavalieri erano riusciti a fermare le rimanenti forze della corruzione.

    La costellazione del Leone risuonò con la propria dea e il primo dei Seraf.
    Si erano teletrasportati al loro fianco, seguiti poi da tutti i loro compagni. Karl era stato disgregato in una polvere sottile, ma nella sua disperazione aveva lasciato dietro di sé un'onda di corruzione. Uno tsunami che minacciava di travolgerli e di divorare il mondo intero. Una nube rossa che pulsava e che Andrea ebbe l'impressione di sentire urlare. Ci mise qualche tempo per comprendere che quelle erano molteplici voci, mescolate insieme nel vortice confuso della corruzione.
    Erano grida di sofferenza, di gioia, di estasi. Provenivano da anime erranti sottratte al ciclo della vita e della morte, che non appartenevano né all'una, ne all'altra. L'avevano sedotta e irretita quando era rimasta da sola con Karl nella dimensione corrotta, e ora, senza più freni e nulla ad ancorarle, minacciavano di inondare ogni angolo della terra.
    Non possedeva capacità adatte a sigillarle. Non era in grado di interagire con quel flusso spirituale e di regolarlo. Pensò che era tutto perduto, che non poteva più fare nulla. Ma fu solo un attimo. La sua dea agì prima che quel pensiero potesse diventare una certezza, estirpandolo sul nascere.

    Atena avvolse quella nebbia in un globo di sigilli e di Keraunos.
    Andrea comprese subito la differenza abissale tra la sua scintilla e i fulmini della sua dea. Era giusto, pensò. Non c'era alternativa migliore per quel potere enorme che finire in mano alla figlia prediletta di Zeus. Un frammento di esso, in mano agli umani, era più che abbastanza. Malal non ne aveva compreso appieno le potenzialità, o avrebbe potuto compiere delitti terribili impugnando quella Sacra Saetta.
    Ma, dopo di lui, i cavalieri del Leone si erano fatto vanto di essere i più vicini alla loro dea, i suoi paladini più fidati. I primi a scendere in campo in una guerra, disposti a cadere per lei in qualsiasi momento. Vedere Atena dare a fondo al proprio Ichor, nonostante quanto potesse essere provata dall'averli raggiunti e dalla battaglia, le donò rinnovato vigore.
    Strinse i denti e richiamò ancora il proprio cosmo per far ardere la propria luce benefica. I fotoni andarono a tamponare le ferite che martoriavano la sua carne, ricomponendole, fermando la fuoriuscita di sangue, donandole l'integrità necessaria per andare avanti. Non era più sola, pensò.
    La sua dea era con loro. A dare il tutto per tutto, come aveva già fatto molte altre volte, confidando nell'umanità. Nelle guerre contro Tifone, contro Atlantide, contro gli Spectre. Non si era mai arresa, e non aveva mai smesso di credere in loro. In quella stupida, insubordinata e testarda razza.
    E Andrea – Andrea non avrebbe mai smesso di credere in lei.

    Le voci urlavano. Il globo le comprimeva, purificandole dalla loro condizione.
    Sentì che la presenza della corruzione stava diminuendo, ma a un ritmo troppo lento rispetto alla quantità di energia che doveva utilizzare Atena per farlo.
    Il Keraunos di Andrea smise subito di lenire le proprie ferite. Si rese subito conto che doveva aiutarla, che pensare solo a sé stessa era egoistico. Non sapeva quanto potesse fare, esausta com'era, ma non avrebbe lasciato nulla di intentato. Si rimise in piedi, sorreggendosi sul tridente affondato a terra come fosse un bastone. Cercò, ritrovando la propria posa orgogliosa, le energie per continuare.
    Era ferita, ma non spezzata. Dovevano donare pace a quelle anime, o le grida non si sarebbero mai fermate. Quell'ammasso di corruzione avrebbe tentato in tutti i modi di ribellarsi, di spingerli ad arrendersi, di trascinarli in quella abiezione. Ma la verità era che quelle non erano altro che vittime, troppo deboli per liberarsi da quella maledizione. Dovevano salvarli.
    Dettagli di vite non sue iniziarono ad affacciarsi nella sua mente e nel suo spirito. Gioie violente terminate in una violenta fine. Ebbe la chiara percezione di perdere sé stessa in quel caleidoscopio di esperienze.
    Lei era Andrea, cavaliere del Leone. Lei era Andrea, cavaliere del Leone. Lei era Andrea, cavaliere del Leone. Se lo ripeté come un mantra, lottando per riappropriarsi della propria individualità.
    Le serviva un pensiero. Qualcosa di semplice, persino di superficiale. Ma qualcosa di irrimediabilmente suo, un ricordo che non aveva confessato mai a nessuno, perché troppo modesto e poco interessante. Un vissuto che era soltanto suo e di nessun altro.
    Ci si aggrappò come fosse la sua ancora di salvezza.

    KxOW27M


    Accese la candela.
    Agitò il fiammifero in aria, spegnendolo e rimettendoselo in tasca. Come ogni altra cosa, l'avrebbe riutilizzato. Sistemò la candela piazzandola al centro esatto dell'altare, sopra i drappi di seta rossa e a fianco dei simboli del suo culto.
    La stanza era piccola, illuminata solo di giorno dalle vetrate da cui filtravano i raggi del sole. Alcune sedie impolverate erano appoggiate agli angoli. Nonostante questo negli ultimi sei anni sull'altare c'era sempre stata una candela accesa.
    Era l'offerta che le Sacerdotesse del Desiderio dedicavano al loro dio. Quando il Tempio era attivo non c'era mai una sola, ma tre candelieri con tre candele. Poi il mondo era finito, e Andrea si era resa conto ben presto che le candele non sarebbero bastate. Nonostante questo, aveva continuato ad accenderle. Ogni dodici ore lo stoppino si consumava, e lei le cambiava prima che l'ultima luce svanisse.
    Ogni tanto pregava. Non quel giorno. Quel giorno si era svegliata male: aveva avuto un incubo. Prese la vecchia candela, la cera colata nel supporto d'argento alla base. Controllò che tutto fosse a posto – lo era, naturalmente – e si richiuse la pesante porta dietro le spalle.

    Doveva fare altre candele.
    Quelle in dotazione del Tempio, rosse e profumate, erano finite da tempo. Da almeno quattro anni, se ricordava bene. All'inizio non aveva idea di come fare, ma poi si era ricordata di un passo di un romanzo che aveva letto nella sua biblioteca, ma di cui non si ricordava il titolo. Il protagonista e la sua amata facevano candele. Passò tre settimane a cercarlo, ma riuscì a ritrovarlo. Era una buona base da cui partire, ma che dovette correggere in base alla scarsità dei materiali che possedeva.
    Ormai era diventata parecchio brava. Raccolse tutta la cera delle ultime settimane e la mise in un pentolino d'acciaio. La lasciò a bagnomaria mentre passava agli stoppini. Si sedette al tavolo della cucina e iniziò, aiutandosi con una forbice, a fare a brandelli la manica di una delle tante tuniche di cui erano pieni gli armadi del Tempio. Iniziò a tirare i fili di cotone, li separò uno a uno e li dispose, in tutta la loro lunghezza, sul tavolo. Li tagliò in modo che fossero tutti lunghi una decina di centimetri.
    Prese la cera e la lasciò colare su ogni filo, raccogliendola alla fine. Il cotone doveva essere passato nella cera, e poi fatto seccare, almeno tre volte. Era necessario perché gli stoppini bruciassero da cima a fondo.

    Quando ebbe finito prese gli stampi di alluminio allungati che aveva fatto a mano.
    Ne bagnò l'interno con un fazzoletto bagnato di olio, così che fosse più semplice estrarre le candele finite. Versò qualche goccia di essenza di rosa all'interno del pentolino con la cera fusa. Non era ancora riuscita a fare in modo che il profumo si sentisse distintamente, ma ci stava ancora lavorando. Dispose gli stoppini negli stampi, e poi versò, lentamente e con cautela, la cera. Nei primi tempi la mano le tremava e il risultato erano molte bolle d'aria, ma col tempo era diventata più precisa.
    Prese gli stampi e li portò all'esterno. Era inverno, e il freddo avrebbe fatto seccare la cera più velocemente. Quella era un'altra settimana di candele, pensò asciugandosi il sudore sulla fronte con un panno. Quattordici candele, da sostituire una dopo l'altra così che l'altare rimanesse sempre illuminato. Sperava che un giorno il suo dio l'avrebbe premiata, salvandola da quel mondo in rovina.
    Per sei anni aveva acceso una candela nel suo Tempio, sacerdotessa di un dio dimenticato. Era quello il suo ricordo. Un gesto piccolo, senza senso, una devozione assoluta che aveva sempre dimostrato: anche verso ciò che non lo meritava.
    Quella era Andrea. Lei era quel gesto. Non era niente e nessun altro. E adesso aveva di nuovo un Tempio. Aveva di nuovo una casa sicura.
    Aveva di nuovo qualcosa in cui credere. Per davvero, questa volta.

    « Atena »
    Lottò per tornare alla realtà.
    « Sono la tua sacerdotessa »
    Il Keraunos ruggì e i fulmini la circondarono.

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    « E QUESTA FIAMMA
    NON SMETTERÀ MAI DI ARDERE
    »
    E il suo cosmo, per la sua dea, bruciò
    come una candela votiva.

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    Energia ~ Suprema.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Stanchezza per la disidratazione. Bruciature intense diffuse su tutto il corpo. Profonde ferite al braccio sinistro (inutilizzabile). Danno mentale e spirituale.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


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    Anche se Dha non poté vedere ciò che avvenne, lo percepì indistintamente: provò la sensazione di frustrazione dei suoi compagni nel constatare che la freccia aveva solo oltrepassato la proiezione astrale dei daimon, lo stupore nel vederla squarciare il vortice interrompendo così quell’afflusso vitale ed infine la speranza albergare i loro cuori nel comprendere che ce l’avevano fatta.
    La freccia aveva interrotto il flusso e permesso ai sigilli della Fondazione di imprigionare nuovamente quell’essere immondo; il dolore che ne seguì fu però inspiegabile...si sentì schiacciata a terra, compressa dall’ira, sull’orlo di un annichilimento mentale che non sarebbe stata in grado di sopportare. I Daimon della Furia però vennero in loro soccorso e li schermarono da quell’ultimo disperato attacco.

    °L̶̢̜̂̊̈͛̈͝e̷̼̪̤̝͌̊̇̕ ̸̢̡͈̹͌̓á̸̙̖͝l̸̙̬͔̮̬̻͊̿̐̋͝t̶̥̿͊r̷͉̞̖̂̆ͅȩ̸̤̣̫̙̀͑̔͂̋͝ ̵̪̈́͝c̷̡̝͖̫͍̃̀͌ọ̵̊͆̋̐̏͗ṇ̷͔̠̻̤̞͐̾͗͘ṱ̷̛̩̳̌͋į̷̢̤̰̲̟̃̐̑̒ṉ̵̞̭̓̆͐̇ù̷͉͇̣͍̭̎͋̅̕ȩ̷̢̦̝̈́̕ŗ̶̛̬͖̯̲̘ạ̵͈̞̬̀̐n̴̝̭͙̩͆̓́ň̵̻͎̏͒̓ȍ̶̠̠̠̼͙̎͌̒̈́ ̶̛̪͔͉͛̄̀l̸̼͙̟̇͝ä̴̪́ ̸̙̥͙̃͑͛̈́̚l̴̙̈́̒̇͠ö̷̞̖̺̠̰̅r̵̜̉̀̓̈̀o̴͈̹̭͙̟̫̽̽̓̌ ̸̻͕̠͂͊̐o̵̦̟̤̼̽͜p̵̱̫̰̑ě̶̻̲͚̬̥̿͝r̶̡̦̣͋̈́̾̈́͊͜a̵͈̞̝̱̐̌͗̍̕͝,̷̞͍̈́ ̶̲͎̺̟́̚t̴͖̑ő̶̪̺̪̙͙̹́̾r̵̺͛́̓̍ͅñ̵̞̜͓̬̈̄͐e̴̼̻̳̜͂ṟ̸͌̂̈́̌̓̒ò̴̧͇͊̽̌͆ ̷̟̯̺͗̋͊͐̈́̕ͅḷ̸̨͂̅̓̈́̂͐į̶̹͎̪̟̑́̌̓̿b̸̡̦͎͚̹͙̆͝ę̵̦͈̻́r̸̡̯͙̬̺͎͂̇͛̎͝a̶̧̳̹̬͗̔͘ ̷͙̝̀e̸̞̦̪̍̆̊͗̎ ̴̜̖̱̞͖̬̓͊͑͌c̷̯̜͎̦̬͋ȍ̵̢̬̝̈́̽͜s̶̡͙͍̲̖͗̎̎̓̅̿ͅì̴̧̲̼̻̣̩̓̅̈́ ̷̧̗͇̫̮̈́̊̈́̕͝ä̷̢̤̯͚̣́͂ǹ̵̨͈̓͑̔̓̀c̴̛̞h̶̫̳̑ẻ̷͓̉̀̓̒͠ ̴͍͎̆̐̾̄̎̕i̷̖͗͗ĺ̶͖̟̻̝̎̀̑ ̷͓̺͎́̌P̴̬͚̓͠a̷͚̻̜̰̻͖͒d̸̮̂r̵͈̟̘͈̯̍̒̑̉͂ȩ̷̪̞̲̫̀°


    Con quella inquietante quanto minacciosa promessa, il daimon scomparve.

    Il terreno fu nuovamente percepibile sotto i loro piedi; si sentiva a pezzi, sia fisicamente che mentalmente, era stremata...ma non ebbe il tempo per tirare le somme poiché percepì chiaramente il cosmo di tutti i suoi compagni. Erano vivi, nelle sue stesse condizioni ma vivi e si stavano esaurendo un ultimo disperato attacco a sostegno della loro dea.

    Athena stava cercando di contenere una nube di anime ribollenti, disperate, intrappolate...quell’ammasso andava contenuto e l’ordine ristabilito, ma era chiaro che sarebbe servito un potere eccezionale per farlo...potere che forse con l’aiuto di tutti avrebbero potuto raggiungere.

    43y51Lz

    E così avvenne: Dhawyth di Virgo aprì gli occhi e donò tutta se stessa alla Speranza.


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    NARRATO † PARLATOPENSATO°TELEPATIA°

    NOME † Dhawyth Thew
    ENERGIAViola
    CASTA † Cavalieri di Athena
    CLOTH † Gold Virgo {VII}
    FISICAMENTE † ottime (no gusto -1, no vista -2)
    MENTALMENTE † stremata
    STATUS CLOTH † buone, ammaccature
    RIASSUNTO AZIONI † Effetto della freccia e per Athena.

    ABILITÀIlluminazione Spirituale.
    Il Cavaliere della Vergine è sempre stato il più vicino agli Dei tra tutti i suoi compagni. Ciò non è una semplice metafora per indicare il suo immenso potere, quanto qualcosa di ben più profondo.
    A prescindere dalla propria filosofia, il processo per giungere alla piena padronanza dei poteri della Costellazione culmina nell'Illuminazione, nel raggiungimento pieno dell'Ottavo Senso (Esso è il senso dei sensi e per questo motivo non ha barriere fisiche, supera il degradarsi delle ere, diventa immortale. Per questo motivo tale senso permette al cavaliere di superare ostacoli ritenuti insormontabili e di raggiungere il regno dei defunti da vivi. Con l'ottavo senso vista, udito, gusto, olfatto e tatto si uniscono ad intuito, creatività e razionalità dando vita ad un nuovo universo di immagine e comunicazione.)Il Cavaliere, giunto a tale consapevolezza del Tutto, potrà creare Proiezioni Astrali di sé(Data la sua familiarità con l'immateriale, il cavaliere è in grado di separare la propria anima dal suo involucro fisico. Lo spirito in questione preserverà le proprie capacità cosmiche e mentali, lasciando il corpo privo di difese in una sorta di ibernazione provvisoria. Per raggiungere questo livello di separazione, il cavaliere deve meditare e concentrarsi a lungo in un luogo tranquillo e sicuro, poiché il corpo verrà abbandonato nel luogo di meditazione prescelto e quindi potrebbe essere soggetto ad attacchi mortali; se ciò dovesse accadere ne risentirebbe anche la mente e lo spirito del cavaliere, che perirebbe a breve dalla perdita del corpo.La proiezione astrale potrà muoversi in tutti i luoghi raggiungibili dal teletrasporto, soffrendo delle medesime preclusioni. In questa forma potrà comunque interagire con il mondo, combattere ed utilizzare il cosmo, con l'unica variante di un maggior dispendio energetico. Tuttavia se l'avatar dovesse accusare danni essi si ripercuoterebbero direttamente al suo spirito, in misura maggiore rispetto al normale. Tutti i sensi e la mente funzioneranno e saranno colpibili normalmente nell'avatar come nel corpo fisico, ad eccezione del tatto. Gdr-Only con autorizzazione del Master), manipolare la materia con un potere del tutto simile alla Telecinesi (Essa rappresenta quella particolare abilità mentale che permette al cavaliere di interagire con il mondo circostante utilizzando la mente; egli potrà quindi spostare gli oggetti col pensiero, torcere ed effettuare morse semplicemente usando la mente.), e controllare direttamente gli Stati d'Essere degli Spiriti (Questa familiarità con l'essenza ultima dell'essere, permette al cavaliere di gestire l'intricato reticolo di fili che compongono l'anima dell'essere umano; egli potrà quindi attaccare, ferire, fin quasi a mutilare, lo spirito dell'avversario che non risentirà di alcun danno fisico sul proprio corpo, ma si sentirà come affaticato, quasi svuotato di ogni energia fisica, oltre che a provare atroci dolori. Inoltre la manipolazione spirituale può colpire anche i livelli emotivi, instillando nell'avversario le più disparate emozioni; potrà inoltre trasportarli tra i vari Mondi Eterei... fino a poterli completamente annichilire).

    Dominio sulla Realtà.
    Il dominio sul mondo spirituale conduce al dominio sul mondo materiale. Il Cavaliere è parte del Tutto, consapevole del passato, del presente e del futuro.Tale conoscenza si manifesta sul controllo delle regole basilari dello spazio/tempo, potendo spostarsi attraverso esso con il Teletrasporto(Esso avviene a livello subatomico; il corpo fisico si disintegra per riassemblarsi nel punto prestabilito, ma per fare ciò richiede un quantitativo energetico non indifferente, motivo per cui può essere usato in duello una sola volta per evitare un attacco - anche i colpi ad area possono essere evitati grazie alla possibilità di spostarsi in un'altra dimensione, sempre una sola volta per duello. Si possono anche teletrasportare persone consenzienti ed i loro oggetti, le proprie tecniche e virtualmente ogni cosa spostabile. Inoltre si possono teletrasportare anche soggetti non consenzienti così come i loro oggetti, a patto di riuscire a toccarli fisicamente con i propri poteri), o Fermare il Flusso del Tempo in un'area (Lo scorrere del tempo può essere arrestato e modificato dal cavaliere che può decidere di attivare tale potere su uno o più bersagli, che verranno coinvolti o meno in tale stasi ed immobilità. L'alterazione temporale può essere localizzata a persone o zone precise, ad esempio un campo di combattimento;tale abilità richiede un alto consumo energetico a seconda della vastità dell'area interessata e del protrarsi dell'effetto. Durante questa sorta di stasi potranno comunque essere usate tecniche e poteri; la crono-stasi stessa può essere lanciata come una tecnica atta ad influenzare la percezione temporale di coloro che ne vengono colpiti nell'area d'effetto della tecnica, o per scopi difensivi o per bloccare od evitare attacchi altrui). Agli estremi egli può creare tecniche in grado di richiamare un'immensa quantità di energia cosmica direttamente dalla realtà o di alterare profondamente il campo di battaglia richiamando il Suono della Creazione del Cosmo o il Suono della Distruzione (Queste tecniche sono rispettivamente il Tenma Kōfuku☀ e l'Agyō/Ungyō☀, colpi così potenti che prima di essere eseguiti richiedono di accumulare cosmo durante il combattimento privandosi temporaneamente - minimo quattro turni - di almeno un senso.Lanciate senza questo accumulo le tecniche perdono la propria caratteristica "straordinaria" ed hanno il medesimo potere di tutte le altre tecniche.)

    Dominio sul Corpo.
    Solo tramite il controllo di sé e delle proprie pulsioni si può sperare di giungere allo stato di Illuminazione e rimanerci.
    Il cavaliere ha ormai vinto questo combattimento con se stesso e conosce tutti i segreti del corpo e delle sue interazioni con la realtà.L'accettazione e la comprensione delle regole che governano l'Universo, hanno permesso al cavaliere di modificare ed alterare i normali stimoli esterni dati dai cinque sensi. Utilizzando come veicolo le sue abilità spirituali e non il cosmo o contatti fisici, egli può modificare tali sensi: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto, inibendoli temporaneamente o permanentemente, trascinando l'avversario verso una forma di non esistenza, quasi una sorta di oblio. Ogni privazione avrà uno specifico effetto che verrà affrontato volta per volta.

    Illusioni Complete.
    La manipolazione della realtà permette al cavaliere di dar libero sfoggio alla creazione; a seconda del livello energetico egli potrà creare fitte reti illusorie, spaziando da semplici miraggi a più complete e realistiche forme. Esse saranno in grado di influenzare tutti i sensi dell'osservatore, inclusa le mente, ma tranne il tatto poiché si tratta sempre di illusioni non tangibili. La destrezza e l'accuratezza dei particolari creati potrebbero essere così precisi e convincenti fino al punto di ingannare la mente stessa dell'avversario, che quindi crederà di percepire le consistenze, i sapori e gli eventuali danni. Le illusioni mentali sono più infime e complesse perchè più difficili da squarciare; il velo illusorio colpirebbe direttamente le connessioni nervose, alterando e modificando qualsiasi influenza.
    Tale capacità può essere usata anche con scopo difensivo preventivo; difatti permetterà al cavaliere di accorgersi delle menzogne altrui individuando qualsiasi forma di illusione, e di permettergli quindi di proteggere la mente da invasioni esterne atte ad influenzarla. (Per annichilire tali illusioni sarà necessario un consumo di cosmo e una tecnica difensiva appropriata).



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    Capitolo I
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    Dopo aver scoccato la freccia Achille trattenne ancora il fiato, per un tempo incalcolabile. Sentì un mancamento quando inizialmente la creatura sembrava quasi riuscire a liberarsi, poi tutto iniziò a creparsi attorno a loro, palesando nuovamente stralci di quel vecchio e normale mondo in cui erano nati. Perfino l'essere subì la medesima sorta di quelle pareti di realtà incrinate, quando finalmente si potè vedere quanto la freccia avesse realmente prodotto, bucando non solo lei ma anche il vortice dietro! Odio, profondo odio e rabbia si riversarono sui saint e il giovane Sagittario dovette stringere i denti per non esserne colpito simile ad un marea, aiutato poi dai Daimon che non più vincolati a dover contenere lo squarcio potevano tornare ai loro sigilli e al contempo proteggere anche coloro che l'avevano distrutto. La donna, semmai lo fosse mai stata svanì fra i flutti di questa e dell'altra realtà, sorridendo malignamente e pronunciando parole incomprensibili ma che istintivamente suonarono come grave minaccia al saint della nona casa.... solo una frase fu chiara: le altre continueranno la loro opera, tornerò libera e così anche il Padre.

    Chi diavolo erano le altre? Ed il Padre? Con chi stavano davvero combattendo? Molti gli interrogativi ancora aperti, poco il tempo per porvi la dovuta attenzione. Ad altro la sua mente era rivolta, alla spiaggia ove Bart e gli altri erano probabilmente alle prese con l'atto finale di tutto ciò; Achille si concentrò sfruttando le proprie 'ali' per viaggiare fino a quel luogo, aiutando chi dei compagni avesse avuto bisogno di un piccolo 'strappo'. Quando arrivò sulla spiaggia un enorme globo di luminose rune sembrava voler contenere la Corruzione, e pochi istanti dopo la sua mente fu colpita da una miriade di voci che parevano voler gridare simultaneamente nella sua testa! L'origine di quelle urla sembrava quella dannata nube rossa, Achille dovette stringere i denti per l'ennesima volta per non essere sopraffatto dalla follia che queste avrebbero sicuramente portato. Il giovane cercò con lo sguardo i compagni, vide il vecchio Bart ed Alek, Virgo, Leo, Cancer ed altri guerrieri e compagni... ed Alisia assieme a... a chi? Non capiva, ma forse non importava davvero. Sentì le parole di Bart incintarli ad aiutare Alisia a porre fine ad ogni cosa.

    °amici! Diamo tutto il nostro cosmo alla nostra dea... per la Giustizia! per la Pace!!!°

    Violentandosi non poco il giovane fece ribollire nuovamente il proprio potere, ancora sostenuto e potenziato dall'azione della dea, non capiva realmente tutto ma da quel che poteva vedere sembrava che Athena avesse la capacità di placare quelle urla, quasi di purificarle... o almeno così gli sembrava.

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    Il corpo di Achille fu circondato da cosmica energia solcata da possenti folgori, tutta la sua essenza pareva essere rappresentata da quelle luci abbaglianti. Si concentrò per donare tutto quello che aveva alla propria dea, fissando l'immagine della ragazza che l'incarnava, sua amica, parte della sua famiglia in cui l'unica cosa che mancava era proprio il legame di sangue, ma importava davvero? Ripensò per un istante a colui che era stato come un padre per lui, si sarebbe stato bello se per una volta fosse stato davvero orgoglioso di lui!

    ATHENA... DISTRUGGIAMO LA CORRUZIONE!

    E la dorata energia divenne accecante luce bianca, volta solo ad un unico obbiettivo. In quel momento capì che nonostante gli errori, i dubbi e le incertezze mostrate negli anni non vi era stato davvero nulla di sbagliato da parte sua... tutto, ogni cosa, perfino sbagliata, lo aveva condotto a quel preciso punto della 'storia'. Un punto in cui o tutti assieme riuscivano a sconfiggere la Corruzione o questa avrebbe sconfitto loro; non vi erano dubbi al riguardo, solo la certezza già provata anni prima al Santuario con Hares, di vivere un attimo epocale. Se fossero o meno rimasti vivi per goderne questo ancora non lo sapeva e nemmeno gli importava. Alisia aveva bisogno di lui e così gli altri ma non solo: finalmente poteva ammettere serenamente che anche lui aveva bisogno di tutti loro, vedendo quel mutuo scambio chiamato Fiducia per quello che era... un modo per sopravvivere assieme facendo ciò che era giusto.

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    PERSONAGGIO Achille
    MORALE Caotico Buono
    DIVINITÀ Athena, dea della Giustizia
    CASTA Gold Saint di Atene
    CLOTH Gold Sagittarius Liv.VIII
    COSMO Energia Viola
    SUPER-SENSI (7) Manashiki
    CONDIZIONI CLOTH [ indossata ] intatta.
    STATUS PSICO/FISICO a livello spirituale e mentale colpito ancor più duramente di prima, sulla soglia della follia se non per il powerup cosmico di Athena ed i sigilli di Law. Protetto dai Daimon dall'ultimo assalto di follia.

    RIASSUNTO AZIONI bien, arrivo col teleport sulla spiaggia vedo la roba che si sta formando , la nebbia rossa ecc e seguo BArt e gli altri a donare il mio cosmo ad Athena affinchè metta fine a tutto ciò :zizi:








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    DONO DI CHIRONE

    risvegliato il retaggio del saggio Chirone, il mitico centauro mutato nella costellazione del Sagittario dallo stesso Zeus, il Saint può spingere la propria vista tanto lontano quanto lontano è il male che egli va cercando; una volta individuato il luogo da raggiungere, il Cavaliere può avvolgersi col proprio cosmo che si manifesterà a guisa di ali dorate, per teletrasportarlo in qualunque dimensione desideri per remota che sia (Teletrasporto). Inoltre la sicurezza nei propri mezzi e la ferrea volontà di non piegarsi di fronte a nessun nemico permette al dorato centauro di sfruttare appieno il proprio cosmo apparentemente senza sforzo. In sostanza egli è sempre in grado di raggiungere il limite estremo concessogli dal proprio livello energetico (Cosmo Straordinario).


    RESISTENZA STRAORDINARIA

    il fisico da guerriero, forgiato assieme al potente cosmo innato, gli permette di raggiungere una resistenza quasi sovrumana al dolore e alla fatica. Il dorato centauro può continuare a combattere in qualsiasi condizione fisica: privo dei cinque sensi, menomato negli arti, con i centri nervosi bruciati o in extremis addirittura privato del cuore stesso! Fintanto che volontà e fiducia nel proprio cosmo lo sostengono egli perdura nella lotta. Ciò non lo rende immune al dolore o all'inevitabile morte dovuta a danni eccessivi, semplicemente il controllo che ha sul corpo e sulla percezione stessa di male e affanni è tale da ergersi impavido laddove i più crollerebbero esanimi.


    TEMPESTA PRIMORDIALE

    Dai tempi del Mito si è risvegliato nel Cavaliere l'antico potere che pare fu sottratto dalla Dea stessa al gigante Tifone; gli elementi di Vento e Fulmine, condensati in quella piccola frazione generata dalla rabbia stessa del gigante, furono consegnati al cosmo del Cavaliere d'oro più caro, con il compito di difendere i mortali financo da divini pericoli. Forte della folgore e del vento che uniti simboleggiano appunto la tempesta, il Cavaliere può plasmare tecniche pregne di tali elementi aumentandone così il potenziale distruttivo.


    MANASHIKI "Settimo Senso"

    o anche detto Settimo Senso, questo è il vero primo passo per una maggiore comprensione di se e dell'Universo. A tale stadio il Cavaliere ormai maturo ha ottenuto totale padronanza del Sesto Senso e del Micro Cosmo nascosto dentro di se; con questa nuova conoscenza questi può attingere energia dall'Universo stesso accedendo al Macro Cosmo al di fuori di se. Grazie al Settimo Senso la capacità distruttiva di un Cavaliere aumenta notevolmente, permettendogli inoltre di valicare il limite della Velocità del Suono e raggiungendo finalmente l'insuperabile Velocità Luce. [Sbloccato ad Energia Viola]


    TELEPATIA

    capacità invero comune ai cavalieri di alto livello, permette di parlare senza l'ausilio della favella a una o più persona anche da notevole distanza; gli basterà conoscere il volto o il cosmo di colui o colei che vuole raggiungere per proiettare la propria voce nella mente di questi. Tale abilità non può essere usata per leggere o influenzare la mente altrui in combattimento, riducendola ad un mero strumento per comunicare con compagni lontani o in modo discreto senza l'uso delle parole. [Sbloccata ad Energia Blu] [uso GdR-Only]



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    FAVORE DI ATHENA

    abilità unica dei devoti di Athena e suoi cavalieri, permette al Saint dopo averne invocato il potere forte della propria fede, di resistere per un singolo turno di gioco, in qualsiasi contesto narrativo, a condizioni che normalmente gli impedirebbero di agire quali illusioni, perdita dei sensi, ingenti ferite o altro; questi potrà quindi agire quando molti altri non ne sarebbero in grado, sebbene per pochi istanti. [casta dei Saint Only]


    ARCO DI GIUSTIZIA

    il Cavaliere può usufruire del dorato arco generando egli stesso frecce di cosmo a guisa di proiettili, in un numero variabile in rapida sequenza. L'arco e la freccia d'oro hanno la medesima resistenza dell'armatura. La freccia utilizzata come proiettile può tornare alla cloth in un lampo di luce dorata anche se dovesse essere trattenuta in qualche modo; se perduta può essere riforgiata dai riparatori di armature.
    ϡ La Forza di Uno: la freccia d'oro utilizzata in battaglia dal Cavaliere per suo bisogno o volere è da considerarsi in termini di perforazione un (1) livello cosmico superiore per calcolarne il grado di armatura superato.
    ϡ La Forza di Molti: tramite la freccia il suo custode può accumulare oltre al proprio cosmo anche quello che vi gravita attorno, sia esso di creature viventi o decedute (in tal caso deve trovarsi nel luogo ove sono avvenute le morti) purché favorevoli alla causa e alle intenzioni del Cavaliere; si narra che i dodici Gold Saint possano unendo così i propri cosmi generare un puro raggio di luce perfino nel punto più profondo dell'Ade (Gdr-Only).
    ϡ Benedizione di Athena: qualora sia la dea a richiedere o autorizzare l'uso della freccia contro un particolare nemico, divino o mortale, l'arma acquista la capacità unica di poter superare qualsiasi tipo di grado di protezione e materiale, in combinazione solitamente con l'accumulo di cosmo altrui per potenziarne gli effetti distruttivi (Gdr-Only con autorizzazione del Master).



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    ATOMIC METEOR FIST

    In tale tecnica viene riversata tutta l'irruenza e forza del cavaliere d'oro. Dopo aver accumulato il proprio cosmo nel pugno questi lo scaglia in avanti generando una miriade di colpi infusi del potere del fulmine e sferrati alla velocità massima consentitagli; si narra che un Gold Saint forte del settimo senso possa arrivare a lanciare un milione di colpi in un istante, grazie alla velocità luce. Tutta l'area d'effetto innanzi al Saint verrà colpita da tale assalto; egli può lanciare questo colpo da fermo, in corsa o addirittura durante un salto, poichè accumulare cosmo fino al massimo potenziale è un'azione semplice e quasi naturale per lui. I pugni scagliati in tal modo assumono l'aspetto di una pioggia di sfere cosmiche allungate che genereranno danni fisici e da elettrocuzione.


    ATOMIC THUNDERBOLT

    Il cavaliere d'oro lancia una miriade di colpi alla massima velocità consentitagli, per poi raccoglierli in un unico punto limitandone l'estensione ma aumentandone le potenzialità distruttive; tutta l'energia viene infatti concentrata anziché 'dispersa' su una zona più vasta. Anche in questo caso egli può lanciarla da posizioni differenti, a seconda della situazione; il colpo inizierà come uno sciame di sfere cosmiche infuse del potere del fulmine, che si uniranno in un'unica grande sfera allungata carica di crepitante elettricità. I danni causati sarebbero di tipo fisico e da elettrocuzione


    SUPERNOVA EXPLOSION

    Il Saint incrocia le braccia accumulando cosmo sui palmi delle mani aperti e rivolti verso l'esterno; su di essi si formano due grosse sfere d'energia fra le quali avviene un violento scambio di energia. Quando il Saint è pronto fa scattare le braccia allargandole e facendole così sovrapporre e collassare in una impressionante esplosione cosmica, similmente a due stelle che attirandosi generano una supernova appunto. Per altri guerrieri tali esecuzione potrebbe richiedere più tempo, ma non per il protetto della costellazione del Sagittario poichè l'atto di spingere al massimo il proprio cosmo è un'azione quasi naturale. La deflagrazione avverrà a 360° investendo l'area d'effetto e potendo così causare pericolosi danni energetici. Si dice che tale tecnica fosse utilizzata anche dal primo Cavaliere del Sagittario e la sua ultima incarnazione, Stephane.


    ATOMIC PLASMA


    Tecnica anche nota come LIGHTNING PLASMA e tramandata storicamente fra il cavaliere del Sagittario ed il cavaliere del Leone, essa è il perfezionamento del METEOR FIST, portato al suo culmine infondendovi pienamente il potere della Folgore. Il Saint lancia al massimo del proprio cosmo qualcosa come un milione di raggi di Plasma, l'essenza stessa del fulmine in natura, intessendo in tutta l'area d'effetto un fitto reticolo luminoso causato dalla carica elettrica dei suddetti. Le intersezioni presenti nella trama luminosa causeranno esplosioni di cosmo in modo completamente imprevedibile, che genereranno in aggiunta danni da elettrocuzione. Il Saint può scegliere se lanciare la tecnica attorno a se, potendo ad esempio tentare di colpire senza doversi girare nemici presenti alle sue spalle, oppure concentrarla in un'area più delineata innanzi o di lato; sarà comunque la sorte a decidere quali della miriade di colpi lanciati andrà a segno, rendendo ininfluente individuare i bersagli a patto che essi siano nel raggio d'azione della tecnica stessa. NOTA: A differenza della tecnica utilizzata dallo stesso Leo, mancando dell'elemento Luce essa perfora e taglia di meno non essendo da lui lanciata, ma procurerà come indicato solo danni da cosmo ed elettrocuzione.


    ATOMIC BOLT

    Altra tecnica tramandata storicamente fra il Cavaliere del Sagittario ed il Cavaliere del Leone e nota come LIGHTNING BOLT, essa è tanto semplice quanto letale. Dopo aver creato un vuoto d'aria innanzi a se tramite la pressione del pugno, in seconda battuta il Saint ne rilascia all'interno il proprio cosmo intriso del potere della Folgore, che a guisa di sfera energetica crepitante lo percorre alla velocità della Luce; tale sfera similmente ad un fulmine globulare si schianterà sul bersaglio esplodendo in una potentissima e letale, qualora non si abbiano protezioni adeguate, scarica elettrica; i danni eventualmente causati saranno principalmente da elettrocuzione. Per sua stessa natura tale tecnica è utilizzabile quasi esclusivamente su bersaglio singolo, con un percorso lineare dal Saint fino all'estensione massima del suo potere. NOTA: A differenza della tecnica utilizzata dallo stesso Leo, mancando dell'elemento Luce essa perfora e taglia di meno non essendo da lui lanciata, ma procurerà come indicato solo danni da cosmo ed elettrocuzione.


    LIGHTNING FLAME

    Forse la più difficile delle tecniche in possesso del Saint, essa lo costringe ad investire più tempo per attuarla. Nella fase normalmente adibita alla difesa questi lancia l'assalto chiamato ATOMIC NING PLASMA con il quale investire tutta l'area d'effetto attorno a se di crepitanti raggi di plasma; spingendosi oltre tale potere genererà il FLASHOVER, ovvero la voluta collisione dei raggi in modo tale che si inneschi una violentissima reazione trasformandoli in lampi impazziti. In tal modo sarà quanto meno difficile avvicinare il Saint che si trova proprio al centro di tale tempesta; se non viene interrotto egli rilascia una seconda scarica di plasma per convogliare i raggi ed i lampi in un arco di pura elettricità sopra di se, arrivando così alla fase denominata ARC PLASMA. La tecnica è finalmente pronta per essere lanciata, il Saint non dovrà fare altro che stendere le braccia verso la zona da colpire per rilasciare l'arco in una sorta di vortice energetico nel tentativo di circondarla, con un potere talmente al di sopra delle normali folgori da generare letteralmente fiammate ad altissimo Voltaggio. Tali fiamme non sono prodotte direttamente dal cosmo del Saint, bensì una conseguenza della potenza raggiunta dal suo controllo del Fulmine; affinché la tecnica si chiuda il cavaliere necessita che l'area attorno a se sia già pregna di crepitante elettricità, aggiungendovene altra e facendola scontrare ottiene la tempesta di fuoco e lampi desiderata.


    LIGHTNING TELIOS

    Questa difficile tecnica porta al massimo potenziale l'attacco del Fulmine, divenendone espressione definitiva a livello distruttivo. Il Saint genera un ATOMIC BOLT con il solo scopo di farlo immediatamente implodere su stesso tramite la manovra denominata LIGHTNING IMPLOSION, per ridurne le dimensioni e aumentarne il potenziale elettrico in modo sorprendente; afferrato ciò che ne resta con la mano, il Saint tenterà di portare un colpo diretto verso il proprio bersaglio entrandovi in contatto, rilasciandone all'interno tutta la possente carica elettrica compressa generata dopo l'implosione. Qualora l'avversario non riesca a difendersi adeguatamente o evitare il colpo, il suo corpo verrà dolorosamente trapassato dalle folgori che fuoriuscendo si tingeranno di rosso a causa del sangue stesso del malcapitato! Non occorre certo far notare cosa possa causare ad un organismo vivente l'essere folgorato e trapassato da una potenza maggiore a quella di un Fulmine. Tecnica di non semplice attuazione, poichè prevede il contatto diretto con il bersaglio, ma davvero letale e distruttiva qualora non incontri la giusta resistenza.


    INFINITY BREAK

    Il cavaliere espande il proprio dorato cosmo accumulandolo fra i palmi in una sfera crepitante di energia oppure convogliandolo direttamente in una mano, il colpo si dipanerà quindi con movimento a spirale generando una miriade di frecce di Luce le quali tenteranno di colpire i nemici designati presenti nell'area d'effetto; è uso veicolare tale flusso direzionandolo con ampi movimenti delle braccia manipolandolo grazie al controllo del Vento, attraverso il quale può creare un effetto rotatorio per aumentare l'efficacia penetrativa di ogni singolo proiettile; ogni freccia è percorsa internamente da una potente carica elettrica per generarvi calore rendendole roventi. Qualora lo desideri il Saint può far partire l'attacco dal basso verso l'alto o dall'alto verso il basso, in ogni caso il numero di frecce generato è enorme; il mero effetto ottico sarà una sorta di intricatissimo reticolo di luce dorata tessuto dalle suddette. Nel caso in cui la resistenza del materiale venisse superata, le frecce potrebbero trapassare letteralmente armature e corpi non sufficientemente difesi e causare inoltre danni da ustione. Il cavaliere può decidere di far convergere lo sciame di frecce su di un singolo bersaglio oppure liberarlo a 360° ad area o su bersagli multipli. Variante di Sorpresa: è possibile lanciare la tecnica per realizzare un attacco di sorpresa, rilasciando il cosmo nel terreno e facendo così propagare in esso la spirale di frecce le quali sbucheranno inaspettatamente dal suolo, tentando così di cogliere in fallo gli eventuali nemici. Absolute Tecnique: la tecnica viene lanciata come se il cavaliere fosse di un livello energetico superiore a parità di potenza e potere distruttivo, Monouso ad Incontro.


    CHEIRON LIGHT IMPULSE

    Convogliando il proprio cosmo in entrambi i pugni il Saint crea un devastante tornado intriso d luce dorata per spazzare via ostacoli e nemici; il Saint potrà tentare di colpire ciò che gli si trova innanzi, arrivando perfino a poter domare perigliose fiamme estinguendole. I danni causati sarebbero di tipo prettamente fisico ed in parte energetico.
    Pugni Uniti verso il Nemico: è la prima forma della tecnica, utilizzata per colpire ciò che ha di fronte essa si propagherà in avanti via via allargandosi; sarà così possibile tentare di colpire o spostare grossi bersagli anche a distanza, purché nel raggio d'azione del Saint.
    Pugni Divisi verso i Nemici: seconda variante, sempre portata con i due pugni ma questa volta essi non devono per forza essere allineati; in tal modo il Cavaliere può colpire su due fronti riducendo però le masse spostabili e la forza d'impatto finale. Può essere utile per tentare di colpire e spazzare via avversari posti ai fianchi del Saint, oppure per direzionare in due segmenti diversi innanzi a se il colpo.


    CHEIRON THYELLA

    Il Cavaliere rilascia il proprio cosmo dopo averlo rapidamente accumulato, il quale si scatenerà, simile a bufera dorata, su tutta l'area di effetto a 360° con il Saint stesso come centro. Tale bufera sarà essenzialmente un vortice d'aria tagliente intrisa di cosmo, rilasciato assieme ad esso, generato dopo che le sue braccia scattano verso l'esterno, a prescindere dove siano i nemici o se siano visibili o meno ai suoi occhi. L'estensione del vortice ed il suo potere offensivo dipendono dal livello cosmico del Cavaliere che lo genera, così come la probabilità di non essere spazzati via dall'esplosione cosmica e lacerati dalle sferzate d'aria dipende dal potere difensivo di coloro che vi si trovano in mezzo.


    CHEIRON LAST STAND

    Unica posizione difensiva del Cavaliere evolutasi col tempo assieme alla sua maggiore padronanza del cosmo. Essa consiste nella creazione di una fitta trama di frecce che a prima vista non sembra quasi composta da costrutti ma da mera energia lucente; per crearla il Cavaliere alza il braccio e dal palmo aperto della mano genera una piccola sfera di cosmo dalla quale si dipanano le frecce, similmente alla sua tecnica di attacco principale; tali costrutti sono inoltre percorsi in superficie da violente scariche elettriche. Quando la trama si è ben consolidata prende la forma finale di una sfera inglobando l'esecutore per il tempo necessario alla difesa, che tenterà di proteggerlo a livello sia fisico che energetico: tale forma permette al Cavaliere di tentare di proteggere una seconda persona al suo interno.


    SHADOW ARROW

    Tecnica prettamente tattica, essa permette al gold saint di generare una freccia d'ombra capace di colpire e 'bloccare' l'ombra dell'obbiettivo sulla superficie sulla quale essa è proiettata, impedendo a questi di muoversi dal posto. Questa particolare freccia non arreca alcun danno ne paralizza, semplicemente il soggetto colpito non potrà abbandonare il punto in cui è stata 'inchiodata' la sua ombra; non gli verrà altresì impedito in alcun modo l'utilizzo di cosmo o muovere parte del proprio corpo senza però poter abbandonare il punto in cui si trova. La freccia è da considerarsi una creazione generata dal cosmo del cavaliere, spezzandola ci si potrà liberare dalla sua morsa.



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    ATHENA EXCLAMATION

    Si tratta forse della tecnica più potente che sia mai stata concepita. Come suggerisce il nome essa richiama l'urlo di Athena, una tecnica quindi che può essere utilizzata solo in caso di crisi mondiale poichè proibita da Athena stessa. Per l'evocazione di tale potere, tre Gold Saint o Gold Specter dovranno riunirsi formando un trio d'attacco, bruciando il loro Cosmo al massimo evocheranno così una cupola cosmica tanto potente da poter distruggere tutto ciò che li circonda entro un raggio di decine di chilometri. Tale tecnica è da definirsi "Finale", pertanto una volta utilizzata tutti e tre i Cavalieri non saranno più in grado di utilizzare il proprio Cosmo durante lo stesso scontro.

    raggio Tecniche 1000m., Incrina Liv.V/ Rompe Liv.IV-I, Velocità Luce con difficoltà


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    entre date fondo a tutte le vostre forze, vedete prodigi compiersi in cielo.
    Il rossore che avete ormai da anni imparato a conoscere inzia a diradarsi e a venir perforato da miriadi di stelle che, prese da una strana danza, si muovono verso di voi.



    Le 88 Costellazioni si animano, spinte dal vostro incredibile potere, ed il Microcosmo si unisce al Macrocosmo e potete percepire come ogni cosa sia legata, come numerosi fiumi che confluiscono in un unico vortice.

    Il punto di congiunzioni di tutte queste energie è il sigillo sacro di Atena, che cresce sempre di più in dimensione e potenza.

    La bruma rossa viene come corrosa dalla luce e dalle sacre saette, e più essa viene distrutta, più anime vengono liberate dal giogo della Corruzione e possono tornare nel fluire eterno della vita e della morte.

    Persino l'acqua dell'oceano, la terra e le rocce dei detriti, i pochi alberi in lontananza, tutto sembra rianimarsi di nuova vita e speranza.

    Atena preme il suo scettro contro la Bestia, per costringerla sempre più in quelle catene dorate ed annichilirla definitivamente.
    Potete percepire il suo enorme sforzo che, come il vostro, è mosso da uno zelo inesorabile.

    Il suo cosmo è uno col vostro così come il vostro è uno con il suo, in un'unità che si frappone alla perversa unità della Corruzione nella battaglia decisiva per l'anima di quelle terre e della Vita che in esse abita.

    Ancora pochi istanti, potete sentire la Corruzione cedere, perdere di potenza e di numerosità, fino a che tutto si fa luce.
    L'aria viene prima risucchiata, assieme a ogni altra cosa, nel punto dove la bruma è stata compressa, dopo di ché una terrificante onda d'urto viene rilasciata, promettendo di distruggere ogni cosa.

    Tuttavia il vostro potere cosmico, ora all'apice, vi permette di schermarvi dall'impatto e gli spiriti della natura richiamati da Gea sorgono e assorbono l'aria, la roccia, l'acqua e il fuoco, portando armonia nel disordine.

    Il cielo sopra di voi è di nuovo del suo naturale colore, come anni fa.
    Vi rendete conto che è notte... e che all'orizzonte vi è ancora l'orrido rossore della Corruzione.

    Miei Cavalieri, amici miei, oggi abbiamo guadagnato questa terra strappandola al suo destino. Ciò che prima era per tutti ritenuto impossibile è stato reso possibile.
    Oggi l'Umanità ha colpito fatalmente la Corruzione e le forze ad essa legate... gioiamo per la vittoria, piangiamo per i caduti, armiamoci per le prossime battaglie, poiché il nemico ha capito che per lui si avvicina la fine e colpirà presto.


    Atena vi sorride, guardandovi uno ad uno piena di gratitudine.

    Andiamo, miei cavalieri...

    ... e, guardando Amaterasu.

    ... e grazie anche alle vostre forze, Araldo. Il cammino verso la battaglia finale deve vederci uniti.

    Socchiudendo le palpebre il suo cosmo divino vi avvolge, trasportandovi alla base della Fondazione.

    La vittoria è stata raggiunta... ma quanto attenderanno Ponto ed i suoi alleati a scatenare la rappresaglia?

    y8k159l

    Fine :yeye:

    Bravi tutti :zizi:
    Siete stati teleportati alla base della Fondazione (il primo luogo che avete visitato nella quest). Qui i membri della fondazione sono tutti su di giri per la presenza vostra e di Atena, anche se cercano di mantenere un certo tipo di decoro.
    Tutti sono impegnati nella ricostruzione e nel ripristino dei sistemi di sicurezza, anche se è chiaro che la Corruzione è sparita dal Giappone e dall'area circostante.
    Nessuno sa dire se ciò abbia generato anche un'area di protezione da eventuali successivi tentativi di "contagio", per tale ragione la Fondazione e Atena decidono di mantenere lo stesso livello di allerta precedente.

    Se volete potete tornare al grande tempio e fare un po' di salotto post fine del mondo scampata.
    Atena torna con voi e se volete potete chiedere udienza per parlare con lei.
    Anche il Grande Sacerdote se vuole può organizzare un meeting di coordinazione post botte, visto che è chiaro che Ponto&c non saranno felicissimi.

    Quindi abbiamo finito, grazie a tutti per la partecipazione e scusate per i ritardi, non è stato un periodo facilissimo.
    Ci vediamo al prossimo capitolo, che sarà gestito in maniera leggermente diversa e coinvolgerà tutte le caste.

     
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