Operation Heghemonìa – Tre Fronti

[Riconquista della Grecia]

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    « Terra Bruciata »
    ~

    Luogo – Sagiada
    Squadra Gamma – discesa dal confine
    Andrea, Avanguardia, Monaci Guerrieri

    Ventiquattro ore all'impatto.
    Andrea era ferma sul baratro, scrutando il vuoto sotto di sé.
    Da quella posizione i suoi occhi di belva vedevano ogni cosa. Una distesa di grigio si estendeva fino ai confini del suo sguardo, divorando ogni cosa. Macerie grigie. Calcinacci grigi. Scheletri di edifici che una volta dovevano essere stati scuole, uffici, ospedali. E ossa. Le intravedeva sotto quel velo di polvere, vestigia di un passato che non sarebbe mai tornato.
    Un corrotto, a qualche decina di metri da lei, trascinava i piedi in un movimento estenuante, ciclico, senza posa. La gamba destra inerte, senza vita, un moncherino che lasciava sulla cenere un liquido rosso scuro a ogni passo. Si muoveva in cerchi sempre più ampi, come in attesa di qualcosa. Andrea ebbe pietà di lui.
    Respirò a fondo l'aria acre. Era appena arrivata sul confine della Grecia, da dove osservava la situazione prima che tutto iniziasse. Al suo fianco c'era Ines, che come lei non diceva una parola. Entrambe le donne contemplavano quell'attesa, sapendo bene che i preparativi erano finiti. Per tutto ciò che non avevano potuto prevedere c'era solo un'opzione: improvvisare.

    Sedici ore all'impatto.
    Il monaco davanti a lei si produsse in un inchino.
    L'agglomerato di Corruzione fuori dal confine è stato eradicato con successo. Noi siamo pronti a combattere. ❜ Non si sarebbe mai abituata alle comunicazioni del generale dei Monaci Guerrieri, pensò lei. Parlava molto poco, e quando lo facevano preferivano comunicare mentalmente, tramite la telepatia. Le era difficile conciliare l'immagine di quegli uomini ascetici con la bonarietà del loro Gran Sacerdote. Ma la loro efficienza era fuori discussione.
    « Bene. Avviserò le Squadre Alfa e Beta che non ci sono stati altri contrattempi. Appena sorgeranno le luci del sole, potremo colpire. » L'uomo davanti a lei annuì. Quella distrazione aveva costretto il progetto di riconquista a una frenata improvvisa, non potendo i Saint rischiare che il muro venisse abbattuto da quella presenza massiccia di Corruzione, rischiando di vanificare la loro strategia.
    Poche cose erano cambiate. Non il piano. Ma Odette, che doveva partecipare, aveva finalmente sciolto la sua esitazione, e aveva abbandonato l'armatura. Da ciò che sapeva era andata ad aiutare all'Ospedale. Era stata sostituita da un giovane e promettente Saint, Trystifer dello Scultore.
    « Riposo. Andate a recuperare le energie. » Disse lei, e il monaco annuì di nuovo.

    Dieci ore all'impatto.
    Attorno a un tavolo, su un muro, c'erano le persone chiave della squadra Gamma.
    Andrea stessa, Ines, a cui lei aveva affidato il controllo assoluto delle truppe dell'Avanguardia, Narin, che aveva srotolato una mappa della Grecia e ne aveva tracciato delle linee. Infine il comandante dei Monaci Guerrieri.
    « ...avamposti ogni dieci chilometri. Nessuna squadra deve abbandonare l'area fino a quando non sarà messa in totale sicurezza. Narin, sarai tu a dare il via libera ogni volta. Ines, sarò troppo occupata in prima linea, per cui dovrai occuparti delle... » Stavano ristudiando ogni dettaglio fino alla nausea, sapendo tuttavia che quella era l'ultima occasione di farlo. Nessuno si era lamentato. Quella, del resto, era l'ultima sera che avrebbero trascorso da uomini liberi, e non da soldati. Nessuno di loro poteva sapere se ce ne sarebbero state altre.
    Congedò tutti che mancavano otto ore all'impatto. Avrebbe fatto un ultimo check con Atene, poi avrebbe provato a dormire. Ma prima, mentre tutti si allontanavano verso i loro giacigli di fortuna sul muro, fermò Ines con un dito.
    « Dimmi, Andrea. » Disse la donna con il doppio della sua età, scrutandola con quegli occhi in cui le fiamme non erano mai sopite.
    « Ho un ultimo ordine. Voglio che Javier sorvegli la retroguardia dei guaritori e dei feriti. Abbiamo bisogno di un cosmodotato, lì. » Ines la guardò con un sopracciglio alzato, poi comprese. Ad Andrea sembrò di vedere un sorriso di gratitudine increspare il suo viso, prima di portare la mano tesa alla fronte e congedarsi.
    Andrea sapeva delle remore di Ines su suo figlio, lì. Troppo giovane, troppo inesperto per la guerra – la madre le aveva confidato i suoi dubbi più di una volta. La guardò allontanarsi. Non poteva permettersi distrazioni nel suo vice-comandante, non poteva chiederle di badare a suo figlio mentre impartiva ordini e respingeva la Corruzione. Per cui l'aveva messo nella squadra più sicura, che, se loro avessero svolto bene i loro compiti, non avrebbe mai visto la battaglia. Sapeva che quel ragazzo pieno di vita avrebbe protestato. Ma era un ordine, e non poteva opporsi.
    Ora era tutto davvero pronto.

    Quattro ore all'impatto.
    Andrea si era svegliata con un grande senso di aspettativa addosso.
    Non avrebbe più ripreso sonno.

    Momento dell'impatto.
    Andrea sciolse l'invisibilità delle sue truppe davanti al corrotto che aveva visto ventiquattro ore prima, mostrandosi a lui. Il corrotto non fu sorpreso – era un sentimento umano – e ruggì, il gorgoglio sordo di chi ha le corde vocali compromesse. Andrea, l'armatura addosso, sollevò la mano in aria, segnalando a chiunque di attendere. Dovevano dare il tempo a quel corrotto di funzionare, di comunicare con la sua mente a sciame la presenza di così tante prede nello stesso posto, richiamando tutta la Corruzione possibile.
    Ad Atene, lei lo sapeva, stava succedendo la stessa cosa nello stesso momento. Lei era la più vicina al corrotto. Immediatamente dietro di lei vi era Ines e il generale dei Monaci Guerrieri. E poi le loro truppe, serrate e compatte, che imbracciavano armi lemuriane. Sopra la muraglia, a monitorare lo scontro, vi era ancora Narin.
    Andrea attese qualche secondo, mentre, con gli stessi movimenti sgraziati, il corrotto avanzava verso di lei. Attese fino all'ultimo, prima che un fulmine cadesse dal cielo e gli desse fuoco, lasciandone solo cenere e odore di carne bruciata.
    Fu allora che Andrea abbassò la mano, portandola in avanti, dando inizio alla guerra.
    « Il nostro Gran Sacerdote è con noi. Atena è con noi. » Urlò, e le truppe gridarono con lei, sbattendo le spade sugli scudi.
    « Riprendiamoci la Grecia. Riprendiamoci la nostra casa. » Ringhiò e le saette la avvolsero. Non si tornava più indietro.
    Si lanciò contro l'orda di corrotti che erano stati richiamati dal loro compagno.

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    Terra bruciata.
    Era quello il nome ufficiale che Andrea aveva assegnato alle operazioni della Squadra Gamma. Non c'era nulla da salvare, della Grecia. Potevano solo ricostruire. Sagiada non le importava. Il cemento non le importava. Le interessavano solo quelle terre. La cenere sarebbe servita a nutrire la nuova vita.
    Colonne elettriche fuoriuscirono dal terreno, sconquassandolo, facendo tremare la base su cui i corrotti si appoggiavano e su cui si lanciavano verso di loro. Andrea non voleva solo rallentarli. Le saette avrebbero dato fuoco a quanti più di loro possibile, una colonna per ognuno di loro che riusciva a scorgere, mutilandoli, danneggiando il loro sistema nervoso – o uccidendoli.
    « Carica! » Urlò Ines all'Avanguardia, precedendoli e scagliandosi per prima su di loro. Il suo corpo era lambito da un'armatura di fuoco e vento, che incendiava coloro che erano troppo vicini e deviava gli attacchi che la minacciavano. L'esercito di Andrea si abbatté sulla prima orda con una forza inarrestabile. Ines prendeva di mira i corrotti più resistenti, tenendoli occupati e lontani dai soldati.
    Le armate si lanciarono sui caduti, tagliando arti, teste, mozzandoli in due laddove erano stati più danneggiati. Andrea si lanciò verso un nugulo di corruzione che stava per sostituire la prima ondata. Ogni corrotto, lo sapeva, avrebbe richiamato gli altri, fino a quando semplicemente non fossero tutti morti.

    Ma prima che potesse colpirli, i Monaci Guerrieri si erano già mossi.
    Davanti a lei uno di loro aveva colpito con il palmo aperto un corrotto, riversando in lui una quantità tale di luce da far evaporare il suo corpo. Riconobbe il loro comandante mozzare di netto la testa di uno di quei mostri con un calcio preciso.
    Andrea non ebbe il tempo si stupirsi o di compiacersi. Si buttò nella mischia, trasformando quella cittadina in ferro, sangue, fuoco e lampi. Il primo impatto sarebbe stato quello più duro, pensò. Ogni corrotto nell'arco di chilometri si sarebbe gettato contro di loro, costringendoli ad avanzare di pochi metri alla volta fino a quando la presenza della corruzione in quella zona non fosse stata contenuta.
    Era una guerra di logoramento, a quel punto. Dovevano solo riuscire ad abbatterne più di quanti ne arrivassero, così da mettere in sicurezza Sagiada, il loro primo avamposto, e procedere.
    Fino a quando loro cosmodotati erano in piene forze, sarebbe stato fattibile, pensò. Vide con la coda dell'occhio un corrotto artigliare il braccio di un soldato, superando il suo scudo e lasciando tre scie di sangue. Con un lampo preciso incendiò quel nemico, per poi ordinare al soldato di arretrare e di curarsi. Non poteva farlo lei, non poteva sfruttare ogni briciola di cosmo per salvarli.

    Guardò Ines e insieme annuirono, in un cenno di intesa.
    Avevano entrambe scorto, con i loro sensi sviluppati, un corrotto più grande degli altri, alto sei metri e massiccio, sotto cui il terreno tremava. Era ancora distante, ma non potevano farlo arrivare alla prima linea. Abbandonarono il fronte, superando corrotti e lasciando dietro di loro una scia di cenere e di elettricità statica dove passavano. Si erano mosse alla loro massima velocità, abbattendone il più possibile nel mentre.
    Il corrotto trasportava quella che sembrava una grossa clava fatta di carne e ossa putrescenti. Non appena Andrea e Ines furono davanti a lui la fece ondeggiare in un movimento sorprendentemente veloce per la sua stazza. Ines riuscì a schivare il colpo, più lontana, ma Andrea dovette frapporre tra sé e la mazza una barriera di cosmo, che tuttavia scricchiolò e non impedì che l'arma impattasse con lo spalliere sinistro.
    Non ebbe tempo di pensare al dolore. Si riposizionò a mezz'aria fermando la sua caduta con uno scoppio di luce, riuscendo a rimettersi in piedi. Catene di fotoni e di saette si formarono attorno al corrotto, impedendogli di muoversi e di colpire ancora. Non ebbe bisogno di dire nulla perché Ines scorgesse con i suoi occhi di Lince l'occasione. Si scagliò, avvolta dal vento per aumentare la sua velocità, verso quel golem di carne. Il suo pugno destro era avvolto dalle fiamme, e lo fece impattare con violenza verso la testa del mostro.
    Quando Andrea sciolse le catene il corrotto barcollò e cadde di faccia, facendo tremare la terra e sollevando polvere. Al posto del viso aveva solo un cratere fumante, da cui colava materia grigia e cenere.
    Era solo l'inizio.

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni esercito ~ Ottime.
    Condizioni Andrea ~ Contusione alla spalla sinistra.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ LA GUERRA PIÙ TOTALEEEEEE


    Edited by Wild Youth - 2/10/2020, 19:28
     
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    Operation Hegemonìa
    Croisade Morea



    Luogo – Corinto
    Squadra Beta – Peloponneso
    Lawrence, Templari



    Erano ancora a un paio di chilometri a sud-ovest dalla città.
    Le orde della corruzione si infrangevano sulle loro difese. Falene alla fiamma.
    Una bestia squamosa saltò verso di lui con gli artigli snudati. Si schiantò su una parete semi-solida che assorbì gran parte dell'impatto. Il resto lo fece il suo pugno, sfondando il petto convesso.
    Esplose dall'interno pochi istanti dopo. Le interiora venero fermate dal muro di sigilli, senza imbrattarlo di sangue nero.

    L'avanzata era piuttosto lenta, ma le sue aspettative non erano state disattese.
    Poche ore prima si erano separati in due armate. Lo stretto di Corinto andava difeso, le orde corrotte non dovevano in nessun modo passare, o sarebbe stato tutto invano.

    Lo scopo era non lasciare nulla al caso, controllare il problema prima che diventasse incontrollabile.
    Alcuni gruppi di Templari erano rimasti col comandante e il suo vice per mettere in sicurezza la zona, insieme a due squadre di supporto dei Santificatori.
    Stavano facendo da retroguardia, coprendo l'avanzata del grosso delle forze, dirette verso Argo.

    La città era stata rastrellata in meno di 10 ore. Lawrence aveva provato un tremendo dejà vu, correndo tra i palazzi adiacenti al porto. Nessun essere antico li aveva accolti. I palazzi non si erano deformati come spire di un serpente immenso. Solo corrotti. Semplici corrotti.
    Barres, comandante dei Templari, stava guidando una carica a un paio di isolati di distanza. Torroja, il secondo in comando, affiancava il Silver Saint per consentire un continuo aggiornamento della situazione in tempo reale.

    Il lavoro, con quella branca dell'esercito, era quasi meccanico: avanzavano di strada in strada, mantenendo i sigillatori più efficienti ed esperti in prima linea.
    Il loro cosmo combinato poteva creare bastioni insuperabili fatti di linee geometriche, che venivano usate come trincee provvisorie. Al contrario di quanto potrebbe avvenire in una guerra di logoramento, tuttavia, quelle trincee avanzavano. E lo facevano rapidamente. Le strade erano continuamente tagliate da fasci di linee, barriere di sicurezza, fatte per evitare la fuga dei corrotti.
    I Templari preparavano il terreno di scontro e i Santificatori colpivano duramente restando in posizione di relativa sicurezza.

    Il piano era stato approvato da diversi giorni. Law aveva consultato un'infinità di volte il percorso da seguire. Si sarebbe preoccupato di seguire una precisa strategia per le ore successive.
    Spostarsi, prendere posizione, creare il sigillo adatto, colpire, ripetere.
    C'era una sorta di appagante precisione in tutto ciò, come se le sue possibilità fossero perfettamente incastrate con le necessità del caso.

    La fatica stava diventando quasi rilassante.

    Giorni di tensione, di preparativi, di fallimenti, di ritardi, di imprevisti e di insicurezze: tutto li aveva portati lì. Su quelle strade, tra le case vuote e le grida dei mostri, attirati dai loro simili.

    Entro il tramonto avevano ripulito praticamente tutta la città. I primi due cordoni di sicurezza erano stati stabiliti subito prima e subito dopo il canale di Corinto, presidiati da un distaccamento inviato dal Santuario in coda all'esercito principale che componeva la sezione Beta dell'operazione.
    Corinto stessa sarebbe stata il primo punto di appoggio, un baluardo da difendere a ogni costo per assicurare una parvenza di stabilità al progetto di riconquista.

    Per quel motivo continuavano a combattere, malgrado la luce stesse calando. Avrebbero continuato anche fino allo stremo. Era imperativo liberare la zona a nord-ovest dell'Acrocorinto. Quest'ultimo sarebbe stato il punto di partenza, un bastione fisso per concedere alla retroguardia di mantenere una linea stabile.

    Arnold! La squadra 6 sta indietreggiando!

    Hanno il santificatore di supporto alla 4. Devono cavarsela.

    Il corrotto con le corna grugnì per l'ultima volta, esalando l'ultimo respiro. Altri cinque caricarono dal lato. La successione di esplosioni li gambizzò prima che riuscissero a raggiungere la linea di scontro. Law strinse i denti, scavalcando lo schieramento e rompendo la formazione, sostituito subito dal templare che stava dietro di lui.
    Stava enormemente limitando il dispendio cosmico. Era vicino allo stremo. Sopportare la fatica dello scontro sarebbe stato impossibile, se non avesse potuto contare sul supporto della Geometria.
    Ormai si limitava a colpire il più possibile in maniera diretta, sfruttando rapidi aumenti di forza e velocità.
    Si gettò nel pieno dell'ultimo gruppo in vista sulla vasta pianura. Qualche decina di corrotti, nulla più. Il sudore rischiava di accecarlo, ma non se ne curava troppo. Doveva solo arrivare alla fine di quel compito.
    Due dardi di luce attraversarono il collo della bestia alla sua sinistra. Non si voltò per ringraziare il suo alleato. Non c'era tempo per la cortesia. Si limitò ad avanzare con la testa bassa, ammassando nemici ai suoi piedi.
    Non vedeva più altro. Solo sangue e sudore.
    Sangue e sudore.
    Sangue e sudore.

    Law, torna in formazione, cazzo!

    Il rosso si riscosse da quel ritmo meccanico. Qualcosa lo colpì con forza rompendo la sua guardia e sbattendolo diversi metri indietro. Rotolò su un lato, artigliando la terra secca con la dita per fermarsi. Due templari si disposero davanti a lui richiudendo la linea.
    Torroja lo prese per un braccio e lo trascinò indietro.

    Ragazzo, devi stare al tuo posto, hai capito? Siamo solo all'inizio. Non devi rischiare sortite di questo tipo se non è necessario.

    Aveva ragione. Law lo sapeva perfettamente. Non aveva pensato. Aveva solo spento il cervello e si era buttato nella mischia, mettendo a rischio i compagni. Era stato un errore stupido. Non poteva reagire in quel modo: era stato il frutto dell'inesperienza, dell'abitudine a combattere da solo.

    La successiva ora si protrasse senza ulteriori incidenti. Una volta sgombrata quella metà della pianura, dalle colline fino alla costa, erano state stabilite le prime fortificazioni provvisorie. La conformazione del terreno, completamente piatta, garantiva una buona visuale e una relativa sicurezza.
    Lawrence moriva di sete, ma stava ancora aspettando che i guaritori finissero di richiudere la ferita sul braccio del comandante per conferire con lui. Ora che la situazione era più calma, dovevano decidere il da farsi: rimanere ancora per qualche ora oppure spostare il grosso del contingente verso Argo.

    Barres era di certo una persona esuberante. Stava rimproverando aspramente un sottoposto, impedendo al guaritore di ultimare il suo lavoro col dovuto agio. Finì da sola di sistemare la fasciatura con un gesto spazientito, per poi spedire il povero soldato fuori dalla tenda, prima di seguirlo. La donna era alta più di lui di almeno cinque centimetri. I capelli biondi rasati ai lati le davano l'aspetto di marzialità quasi comico, ma sul campo di battaglia era una furia. Acume tattico fuori dal comune e alto livello di maestria cosmica la rendevano una delle migliori risorse di Atene.

    Senti, cavaliere.

    Law.

    Come vuoi. Arnold sta finendo di posizionare le truppe di appoggio attraverso la pianura. Possono garantire un buon backup in caso di ulteriori ondate. Abbiamo le quadre 3, 4, 6, 7 e 11 impegnate a mettere in sicurezza il perimetro.

    Abbiamo abbastanza santificatori da schierare, per sicurezza?

    Un ufficiale, più tre membri per ogni squadra. Direi che siamo coperti.

    Quindi noi possiamo andare? Non voglio aspettare troppo per unirci agli altri.

    Apprezzo la foga giovanile, ma non intendo muovermi prima di domani mattina. E prima che tu me lo chieda, il rapporto dell'altra sezione è positivo. Non avranno bisogno di noi, almeno per qualche ora.

    Con tutto il rispetto, comandante, non mi convince per niente. Il piano era di ricongiungerci il prima possibile.

    Il "prima possibile" non significa "mettere in pericolo l'operazione per far presto".

    Il saint strinse i pugni, ma decise di stare zitto. Barres aveva sicuramente più esperienza di lui in quel frangente, soprattutto riguardo agli uomini che combattevano con loro e per loro.
    Per tutta la durata del primo giorno di battaglia, Law era stato affiancato da soldati instancabili e pronti, perfettamente addestrati a muoversi come un solo corpo. L'addestramento di quegli uomini non era affatto uno scherzo.

    Un'altra cosa: ho deciso che Torroja resterà qui, insieme alla mia squadra personale.

    Mi sta bene. Dobbiamo evitare di perdere terreno e Torroja potrebbe essere fondamentale.

    La riunione si protrasse per pochi ulteriori minuti, durante i quali fissarono le 05:00 A.M. come orario di partenza, concedendo loro di poter riposare per circa quattro ore, prima di riprendere il tragitto e raggiungere i compagni.





    narrato ▼ parlatopensatoTorrojaBarres
    3mr6Mpz
    NOME ♦ Lawrence Solomon Conley
    ENERGIA ♦ Rossa
    CASTA ♦ Saint di Athena
    CLOTH ♦ Silver di Triangolo Australe (IV)
    STATUS FISICO ♦ Stanco, trauma al petto e contusioni sparse, in ripresa.
    STATUS MENTALE ♦ -
    STATUS CLOTH ♦ Pettorale intaccato

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Come da accordi, il primo gruppo (meno di 1/3 della sezione Beta) prende Corinto e stabilisce un cordone di sicurezza nelle pianure a nord ovest, durante il primo giorno. Raggiungeranno Axel e il grosso dell'esercito la mattina dopo vicino ad Argo.

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    ABILITÀ

    Geometria dell’Ottava Sfera - Sigilli Straordinari
    Attraverso la comprensione delle forme del poligono più elementare, il Saint del Triangolo Australe è in grado di tracciare col proprio cosmo linee e disegni complessi, che racchiudono nei loro intrecci la descrizione e i fondamenti del codice matematico che governa ogni cosa della natura. Per questo motivo, i sigilli creati con tale potere possono agire sul cavaliere, il suo avversario e gli altri esseri (siano essi alleati o nemici), ma anche sull’ambiente circostante e sugli oggetti nel raggio d’azione consentito dalle facoltà dell’utilizzatore.
    L'applicazione più semplice e basilare, unita alle profonde conoscenze del cavaliere, permette di far fluire il cosmo più facilmente, riducendo lo stress fisico e la fatica necessaria a richiamarne quantità elevate, per quanto non raggiunga il livello di Cosmo Straordinario.
    Grazie alla Geometria, inoltre, il sigillatore potrà agire in modo analogo sui nemici, ma in senso opposto, rendendo quindi più difficoltoso l'uso del cosmo, oltre a ostacolarne i movimenti. In casi di grandi divari energetici, si potrebbe arrivare a bloccare completamente il cosmo dell'avversario, oppure costringere un individuo sprovvisto di cosmo a una stasi perpetua.
    Tali sigilli sono cumulabili e richiederanno un grande dispendio cosmico da parte del bersaglio colpito per essere infranti e annullati. In caso non vengano attivamente disattivati, essi perdurano per tutta la durata dello scontro.
    Le forme assunte dai sigilli possono essere molteplici, sia bidimensionali che tridimensionali. All'occorrenza si possono plasmare a foggia di semplici armi in grado di arrecare solo danno da impatto e comunque inferiori in efficacia a quella di costrutti e armi cosmiche.
    La padronanza del Triangolo Australe sulla Geometria Celeste è superiore a quella di un normale sigillatore e le sue creazioni saranno sempre più efficaci, anche se non tanto da rivaleggiare con quelle di un combattente che possieda un maggiore livello di padronanza dell’energia cosmica.


    TECNICHE ♦ ///



     
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    Luogo – Argo
    Squadra Beta – Peloponneso
    Axel, Santificatori


    Passare inosservati non era stato facile. Si trovavano nella bocca del leone, e sgusciare da Corinto ad Argo senza diventare il bersaglio principale dei Corrotti non era stato per niente facile, anzi. Soprattutto considerando la quantità di uomini che il Santo dell’Unicorno doveva preoccuparsi di mantenere invisibili. Axel poteva infatti nascondere la loro forma alla vista, ma l’udito dei Corrotti non poteva ingannarlo. Il calpestare dei loro stivali lasciava profondi solchi nel terreno, i respiri affannati accentuavano il ritmo serrato della loro marcia ed i clangori delle loro armature si univano a quel brusio di sottofondo attirando l’attenzione più del dovuto.

    Tutto ciò li esponeva di volta in volta alle offensive di alcuni Corrotti che si lanciavano incoscientemente all'attacco. Ma per loro fortuna nulla di esageratamente grosso o pericoloso. La mente a sciame si stava infatti probabilmente riversando verso Corinto, dove Lawrence ed il resto del contingente ateniese si stavano occupando di mettere in definitiva sicurezza la zona. I loro alleati erano allo scoperto, mentre loro erano erano un bersaglio mobile ed invisibile, che per quanto rumoroso - anche a livello cosmico - mandava in confusione persino la Corruzione.

    Era infatti quasi come se forza invisibile colpisse qualsiasi Corrotto si trovasse nel raggio di un centinaio di metri attorno ad essa. Chi si avvicinava veniva annientato e chi in lontananza osasse mostrare il suo aspetto ostile o venisse semplicemente scorto da quest’armata invisibile veniva trafitto. Dardi lucenti e luminosi che come saette dorate trafiggevano da parte a parte quegli esseri oscuri. Non c'era scampo per nessuno.

    Dopo parecchie ore di marcia, raggiunsero la cima dell’antico teatro all’aperto della città di Argo. Esso si erigeva su un’imponente collina e da lassù riprendere il controllo della città sarebbe stato un gioco da ragazzi. Perlomeno, questo è ciò che si augurava Axel.

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    – Ancora mezz’ora e mettiamo a ferro e fuoco questa città. – Esordì Artiòm con il suo inconfondibile accento russo e con un mezzo sorrisetto stampato in volto.
    Il vice-comandante dei Santificatori aveva infatti affiancato il Santo dell’Unicorno - senza che egli se ne accorgesse - e insieme a lui si era messo a scrutare la pianura che si estendeva ai loro piedi.
    – Bene, non vedo l'ora. – Replicò Axel, in quel momento di poche parole.
    – Sicuro di non voler riposare? Un gruppo dei miei uomini può darti il cambio. – Il soldato si riferiva al mantenimento dell’invisibilità. Da quando erano partiti Axel non aveva infatti cessato nemmeno per un secondo di bruciare il proprio cosmo per mantenere al sicuro dallo sguardo nemico i suoi compagni.
    – Non preoccuparti per me, – disse con sguardo fermo ed inflessibile, continuando a guardare dritto di fronte a sé – me la cavo alla grande. Vorrei solo ci sbrigassimo per non rischiare di dover continuare a combattere dopo il tramonto.
    L’altro annuì e fece per voltarsi indietro ed avviarsi verso quel provvisorio accampamento in costruzione, quando la voce di Axel lo fermò.
    – Nessuna notizia di Zora e del gruppo 13? – Chiese con una nota di ansia nella voce, lo sguardo corrugato.
    Artiòm fece un profondò respiro e scosse la testa con amarezza.

    Quando l’esercito fu pronto ed in posizione, al segnale di Artiòm, Axel lasciò cadere all’improvviso quel velo d’invisibilità che sino a quel omento aveva evitato di esporli a grossi rischi, mentre i cosmi dei Templari e dei Santificatori iniziarono a ruggire come delle bestie feroci. Novantaquattro bestie feroci pronte a riprendersi le loro terre, pronte all’assalto.

    I Corrotti smisero finalmente di ronzargli attorno come mosche ceche e risalendo i pendii della collina nel tentativo di aggredirli, corsero incontro al loro sventurato destino: i Santificatori avevano infatti combinato le loro abilità insieme a quelle dei Templari, piazzando tutt’intorno alla collina delle trappole di luce che insieme ai sigilli costituivano una barriera cosmica inespugnabile.
    Essa si presentava nell’aspetto come una sottile linea di luce che fluiva nel terreno, e qualunque nemico avesse osato oltrepassarla sarebbe stato colto per mezzo dei sigilli da una parziale paralisi, mentre un potente raggio fotonico avrebbe ridotto il corpo di quei Corrotti in cenere.
    Adesso non rimaneva che far camminare quella linea di trincea oltre al confine opposto di Argo, inglobando l'intera città e liberandola dalla Corruzione. Così come avevano fatto a Corinto.

    Una metà del contingente sarebbe infatti rimasta più indietro, ad alimentare ed accompagnare con il proprio cosmo l'avanzata di quella barriera di fotoni e sigilli. L’altra metà si sarebbe invece posta in prima linea, dietro alla barriera, occupandosi di affrontare faccia a faccia i Corrotti più grossi. Quelli più duri a morire, in grado di oltrepassare la loro linea cosmica da vivi.

    Sfrecciando alla massima velocità verso l’agorà della città, Axel si sarebbe invece staccato dal resto dell’esercito, spingendo quella linea al limiti della piazza e cercando con il proprio cosmo di attirare a sé quanti più Corrotti possibile. Avrebbe infatti spianato la strada ai propri compagni: i nemici più deboli sarebbero subito stati disintegrati dalla linea cosmica di luce e sigilli, mentre quelli più pericolosi l'avrebbero varcata, possibilmente ferendosi e concentrando i loro attacchi sul Santo dell'Unicorno. Sempre fossero stati ancora in grado di attaccare.
    Era una strategia che - data l'assenza di Zora, comandante dei Santificatori - Axel aveva dovuto elaborare all'ultimo minuto insieme ad Artiòm: L’Unicorno sarebbe stato il soldato più esposto e si sarebbe messo più a rischio degli altri proprio per evitare di far correre maggiori rischi ai propri compagni.
    Il suo uscire così allo scoperto - esponendosi agli attacchi dei Corrotti - sarebbe infatti stato un diversivo per attirare i nemici oltre alla linea fotonica, e qual'ora l'avessero superata, Axel non sarebbe stato solo a combatterli. Artiòm stesso gli avrebbe coperto le spalle, diventando la sua ombra ed agendo con il favore dell'invisibilità, attaccando i nemici a tradimento.
    Oltre a lui poteva poi contare sull'appoggio dei soldati alle proprie spalle: avrebbero agito in piccoli gruppi d'assalto composti in totale da quattro uomini - due Templari e due Santificatori - e mentre un Santificatore avrebbe protetto il gruppo mantenendolo invisibile, gli altri tre si sarebbero occupati dell'offensiva, attaccando i Corrotti senza che essi potessero nemmeno vederli.

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    Quando Axel si trovò nell'agorà fece esplodere il proprio cosmo per attirare i Corrotti su di sé. In meno di mezzo secondo un’orda feroce iniziò a fluire dalle strade. Erano tanti, ma la maggior parte, piccoli e deboli, crollavano non appena attraversavano la linea di cosmo tenuta in piedi da Templari e Santificatori.

    Con il passare dei minuti Corrotti sempre più grandi e pericolosi iniziarono a farsi avanti, alcuni oltrepassando la barriera addirittura senza ferirsi. Axel li fece avvicinare il più possibile, aspettando l'ultimo secondo prima di colpire, così da annientarne il maggior numero possibile.
    Arrivato il momento il ragazzo alzò un braccio per avvisare Artiòm e a partire dal giovane Santo dell’Unicorno, un raggio di luce solida si espande parallelamente al terreno, a trecentosessanta gradi tutt’intorno ad esso, ed in una pulsazione di luce, tutti i nemici nel raggio di 150 metri vennero tranciati e bruciati.
    Solo tre Corrotti di maggior stazza sopravvissero all’impatto, ma da dietro le quinte Artiòm scoccò fendenti di luce dorata e con un paio di colpi mise i tre superstiti definitivamente al tappeto.

    Altre orde di Corrotti fecero il loro ingresso nell’agorà, ma questa volta sembravano più scaglionate della prima ondata. Dalle strade della città si potevano udire urla e grida, esplosioni e scoppi, mentre lampi di luce misti a fumo iniziavano a permeare l’aria. I gruppi di Santificatori e Templari stavano pian piano avanzando e liberando la città, spostando in avanti la linea di trincea a ritmo sostenuto.
    Axel si affrettò dunque nuovamente in direzione del confine e ad ogni nemico che incontrava scagliava sfere di luce concentrata: iniziava infatti ad essere parecchio stanco. La marcia, l’aver bruciato incessantemente il cosmo per tutte quelle ore e la battaglia lo avevano stremato. Doveva dosare le forze.

    Dopo circa un’ora di combattimenti Argo sembrava un deserto di frattaglie. Corpi di Corrotti spezzati e bruciati giacevano in ogni angolo di della città. Il loro sangue permeava le mura e le vie, e a volte esso si mescolava tristemente a quello di qualche soldato ateniese, caduto valorosamente in quell’atroce battaglia.
    Durante il percorso da Corinto ad Argo, gli uomini dell’Esercito Ateniese che avevano accompagnato Axel erano riusciti a rimanere tutti e novantotto vivi. Tutti e novantotto escluso il gruppo 13, del quale ancora non si avevano notizie. E adesso, passato l’apice dello scontro, anche Atene poteva contare i propri morti.

    Axel si passò una mano sulla fronte e sugli occhi, cercando di scrollarsi la polvere ed il sudore di dosso. Ormai lo scontro era terminato, la città era finalmente libera dalla Corruzione.

    Con la mano destra si strappò una punta di ferro che un Corrotto gli aveva conficcato al confine tra spalla e collo, saltandogli improvvisamente addosso cogliendolo alle spalle. Ad un certo punto della battaglia Artiòm era infatti inspiegabilmente sparito e non aveva potuto impedire a quel Corrotto di avvicinarsi troppo ad Axel. Il ragazzo sperava solo che il russo stesse bene e che se la fosse cavata.

    Tra quelle strade devastate, camminò quindi in cerca del vice-comandante dei Santificatori, ripercorrendo i propri passi in direzione dell'agorà. Lo scorse al centro di una via, il suo volto nascosto nella penombra.
    Calpestando i resti di un Corrotto e scavalcando il corpo di un altro, il Cavaliere dell’Unicorno iniziò dunque a farsi strada verso l'alleato.
    – Ce l'abbiamo fatta, la città è nostra! – Sbraitò Axel in uno slancio pieno di gioia e di orgoglio mentre avanzava.
    Quando si ritrovò ad una ventina di metri dal compagno, lo vide uscire dalla penombra ed avanzare a sua volta, venendogli incontro. Negli occhi aveva una strana espressione.
    – Artiòm? È successo qualcosa? Sei ferito? – Iniziò a domandare con tono preoccupato di fronte al silenzio dell’altro.
    – Artiòm? – Esclamò ancora una volta in tono confuso e preoccupato.
    Poi lui lo pugnalò.

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    – Sei uno sciocco. Ti fidi sempre delle persone sbagliate.
    Quello sguardo. Quello sguardo lo riconosceva. Non era Artiòm. Era lo stesso sguardo che aveva lei allora.
    Per un secondo eterno fissò quelle iridi cremsi in cerca di Artiòm, ma capì che ormai era troppo tardi.
    Il pugnale intanto era affondato nella parte bassa e a sinistra del suo addome e mentre strinse con entrambe le mani il manico di quell’arma per contrastare la spinta del nemico che cercava a tutti i costi di affondare sempre di più quella punta metallica nella sua carne, udì qualche altro soldato gridare il suo nome.
    Ci fu un lampo di luce e mentre osservò le iridi di Artiòm svuotarsi di quella sfumatura corrotta, vide il corpo del compagno cadere a terra di schiena. Nell'impatto il dardo dorato lo trapassò da parte a parte.

    Axel gridò il nome di Artiòm. Lo gridò forte. Un grido atroce e stridulo gli esplose nei polmoni. Non ebbe nessun controllo su quella reazione. Tristezza e dolore puro lo assalirono come leoni affamati.
    Cadde a terra in ginocchio, prendendo tra le braccia il corpo del compagno nel tentativo di risvegliarlo e di farlo tornare cosciente. Le lacrime iniziarono a solcargli il viso, ed i battiti del suo cuore iniziarono ad accelerare all'impazzata mentre sentiva di perdere il controllo.
    Un gruppo di soldati li raggiunse.


    Uno dei Santificatori si chinò sul corpo del loro vice-comandante iniziando ad attuare procedure di guarigione nel tentativo di salvarlo, mentre l’altro – quello che Axel aveva visto scoccare la freccia – cinse il ragazzo sotto ad un braccio con l'aiuto di un Templare. Insieme cercarono di costringerlo ad alzarsi e ad allontanarsi dal compagno inerme.
    Dimenandosi, a furia di proteste e gomitate, il giovane Unicorno sfuggì dalla presa del Templare, e prendendo per il collo il Santificatore che lo aveva costretto ad allontanarsi dal compagno, iniziò a percuoterlo chiedendogli perché avessero colpito Artiòm e perché lo avessero ucciso.
    Axel gridava ed era furioso, in preda all'ira più totale. Era così fuori di sé da aver completamente dimenticato il dolore di quel pugnale conficcato nella sua carne che ancora pendeva dal suo addome. Ciò che quel Santificatore aveva fatto ad Artiòm l'aveva direttamente trafitto al cuore.

    Il Santificatore provò a dissuadere il ragazzo a parole, ma non c’era verso di farlo ragionare. Ormai aveva perso il controllo.
    Con una ginocchiata poco distante dal punto in cui il pugnale era ancora conficcato nell’addome di Axel, il Santificatore costrinse il ragazzo a mollare la presa e a lasciarlo andare. In una fitta di dolore atroce, il giovane Cavaliere di Unicorno sputò sangue e cadde a terra, accasciandosi sul terreno.
    – Perché?! – Gridò Axel, contorcendosi dal dolore.
    – Perché?!
    – Devi darti una calmata Axel!
    – Perché lo hai colpito?! Sbraitò un'ultima volta Axel, con tutto il fiato che gli rimaneva in gola.
    Ansimò.
    – Perché lo hai colpito... – Ripeté a bassa voce, scuotendo la testa e rivolgendo lo sguardo al corpo del compagno immobile pochi passi più in là, cercando di capire qualcosa per lui incomprensibile.
    Il Santificatore alzò lo sguardo verso il Santificatore che era accorso a soccorrere Artiòm. Questo gli fece un cenno negativo. Tornò quindi a guardare Axel, esalando un profondo respiro.
    – Perché per lui non c’era più niente da fare.
    Di fronte a quelle parole fu come se una voragine si aprì nel petto del giovane Cavaliere, mentre lo stomaco gli si ritorceva tra il dolore e la rabbia.
    – Ti avrebbe ucciso se non l’avessi fermato. Sei rimasto impalato di fronte a lui mentre ti pugnalava, ormai era una marionetta nelle mani della Corruzione!
    Axel non sapeva cosa rispondere. Era spiazzato. Osservò il sangue colare lungo il suo fianco sinistro. La missione era andata alla perfezione, avevano combattuto valorosamente e si erano ripresi Argo. Eppure in quel momento gli sembrava avessero perso tutto.

    Il Santificatore che aveva davanti era rimato a fissarlo per qualche secondo in silenzio, poi egli tese una mano in direzione del pugnale.
    – Mi permetti di medicarti? – Gli chiese in tono gentile.
    Axel accettò, lasciando cadere il peso della propria schiena sul terreno.
    Chiuse gli occhi cercando di riassorbire le lacrime, deglutendo il groppo che gli si era formato in gola. Si portò poi il polso vicino alle labbra e accese la radio per comunicare con Lawrence, Barres e Torroja.
    – Qui Axel da Argo. La città è nostra, dobbiamo ancora conteggiare le perdite...
    Fece un profondo respiro, poi riprese a parlare.
    – Per ora sappiamo solo che il gruppo di Zora, il gruppo 13, è disperso. Dovevano arrivare ad Argo prima di noi, ma non rispondono da ore.
    Deglutì.
    – Artiòm invece non ce l'ha fatta.




    narrato | - parlato - | "pensato" | °telepatia°
    nome » Axel Torden
    casta » Saint di Atena
    armatura » Bronze Unicorn {III}
    energia » Verde
    mentalmente » Affranto.
    fisicamente » Spossato e ferito tra collo e spalla a sinistra e pugnalata all'addome in basso a sinistra. Sono nelle mani di un Santificatore che cerca di risanarmi.
    status armatura » Indossata.
    note » Prima che tramonti il sole il mio contingente conquista Argo. Fila tutto abbastanza liscio se non che dobbiamo ancora contare le perdite effettive, il gruppo 13 - con la comandante dei Santificatori (Zora) è disperso - ed Artiòm - vice-comandante dei Santificatori - muore in maniera un po' tragica ed io PIANTINI. Riferisco al resto del gruppo Beta e aspetto che Law ed il resto delle truppe arrivino.

    abilità »

    {Luce}Citato nei testi biblici, in alcuni casi l'Unicorno simboleggia la figura di Cristo, ed il suo corno la verità custodita nel Vangelo. Come servitore di Atena al servizio della giustizia, per fare luce sulle verità del mondo il Cavaliere ha sviluppato l'abilità di controllare i flussi luminosi. Egli può concentrare nel palmo delle proprie mani una quantità di fotoni tale da accecare l'avversario e in alcuni casi bruciare la sua retina; può giocare con la rifrazione della luce in modo da nascondere la realtà agli occhi del nemico, e nel caso più estremo, può deviare - attirando a sé - i fotoni dal raggiungere gli occhi dell'avversario, annebbiandogli la vista. Con la luce in suo potere, il Cavaliere di Unicorno può decidere di attaccare, generando radiazioni od esplosioni luminose, che come dei raggi o bombe laser, possono ustionare l'avversario.

    {Agilità Straordinaria}Il Cavaliere di Unicorno è dotato di una velocità e di un’agilità straordinarie, che potrebbero illudere l’avversario sulla sua posizione, quasi come se si trovasse ovunque, ma in nessun posto. Gli ologrammi creati dai suoi movimenti potrebbero confondere l’avversario.

    tecniche » //

     
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    Luogo – Petroupoli
    Squadra Alfa – Risalita della Penisola
    Trystifer, Reclamatori




    Tutto era pronto. Grazie a Lawrence, il francese era riuscito a mettersi in contatto e trovare un filo conduttore con Shyam, il secondo in comando tra le file dei Reclamatori. Secondo il cavaliere del Triangolo Australe, Trystifer aveva scoperto successivamente a quello scontro quale fosse l’armatura indossata dal ragazzo dai capelli rossi, le sue doti si potevano esprimere al meglio accanto a loro.
    I giorni successivi egli fu indeciso sul da farsi quando alla fine decise di accettare. La sua investitura a cavaliere era stata eseguita in terre lontane a seguito di numerose perdite. Quella sua armatura aveva uno scopo, quello di proteggere gli altri e permettere agli altri di esprimere al meglio le loro potenzialità e i poteri derivanti dall’armatura stessa.
    Non poteva tirarsi indietro. Purtroppo le ore erano contate e dovette essere aggiornato di fretta e furia. Anche uniformarsi agli uomini guidati da Shyran dovette essere fatto in fretta. Si conobbero in tenda come in tenda gli venne affidata la missione da svolgere. Essendo novellino in quella guerra, venne deciso di non buttarlo subito nella mischia. Si sarebbe mosso pian piano seguendo gli altri e cercando di installare delle fortificazioni e degli avamposti. Una guerra di trincea che i Reclamatori, però, non gradivano molto. I loro poteri, Trystifer ne fu sbalordito, il controllo delle anime dei caduti, alleati o nemici che fossero, dava un contributo non indifferente ai ranghi. Il suo controllo sui minerali e la creazione dei costrutti era più o meno simile alla loro dote, solo in modo diverso.
    Riuscì a conoscere alcuni membri dei Reclamatori e a trovare una sorta di affinità con Shyran. Doveva farlo per poter agire al meglio: Avevano stabilito una tratta da seguire in quelle poche ore.
    Mossisi da Atene, si sarebbero spinti verso la cittadina al di fuori dei confini della capitale della Grecia, Petroupoli. Da qui, poi, si sarebbero spinti verso Tebe e avrebbero proseguito nella direzione indicata dal briefing che avevano fatto in sua assenza prima del suo arrivo al Grande Tempio.

    Il giorno della partenza arrivò.
    Trystifer si mosse insieme ai Reclamatori. Per quanto dovesse agire da solo, le loro forze messe insieme erano pur sempre migliori.
    Accanto a Shyran, il gruppo si mosse separandosi dagli altri membri del gruppo alpha restando arretrato.
    La città di Atene era stata già bonificata e pulita mentre la periferia e le zone circostanti pullulavano ancora di Corrotti da eliminare.
    Il tragitto non sarebbe stato semplice visto che il percorso più diretto per Petroupoli passava per un altro centro abitato, Peristeri. Il luogo era abbastanza grande e l’unico modo per poter agire era far convogliare tutta la minaccia dei corrotti in un unico punto. Shyran aveva optato per colpire a Petroupoli senza disperdere le forze prima da un lato e poi dall’altro. Era rischioso perché attraversare la città di Peristeri sperando di non essere intercettati era davvero molto rischioso e poco improbabile soprattutto dopo ciò che aveva scoperto il francese. Grazie alla sua dote innata nella cloth, poteva scoprire e avere la percezione di potenziali corrotti, o alleati, nelle vicinanze. La sua area di azione non era così grande, ma poteva comunque sentirne la presenza se questi rientravano nel suo campo d’azione e, purtroppo, la minaccia corrotta era presente.
    Bisognava allontanarli e per farlo gli serviva un diversivo.
    A questo ci pensarono i Reclamatori con Shyran che ne avrebbe preso il controllo di un gruppo più nutrito e si sarebbe poi mosso verso Petroupoli attirando i corrotti. Trystifer e i restanti Reclamatori, meno di un quarto del totale, si sarebbero mossi per bloccare la loro ritirata e colpirli alle spalle nel momento in cui il gruppo in testa si fosse fermato e avrebbe dato inizio alle danze.
    Trystifer diede indicazioni su dove fossero i corrotti che riusciva a percepire grazie alla sua capacità e fece un in bocca al lupo a Shyran.
    Lo vide partire in testa agli altri Reclamatori attivando le loro doti e innalzando schiere di anime a seguirli verso l’arteria principale di Peristeri in direzione di Petroupoli.
    Le urla dei Corrotti si sentirono distintamente come gli scontri e le collisioni tra armi ed elementi.
    Trystifer attese il suo turno. Dovevano dare il tempo a Shyran e ai suoi di convogliare i Corrotti verso di loro. Solo quando il secondo in comando dei Reclamatori uscì dalla sua area di intercezione cosmica, il francese si preparò ad agire. Fu un trillo nella ricetrasmittente a dargli il segnale.
    “Potete partire. Il piano sembra funzionare e per ora stiamo tenendo duro.”
    Trystifer diede il segnale e con lui partirono gli altri Reclamatori. Il loro compito era colpire alle spalle i Corrotti che si erano attardati senza, però, dare troppo nell’occhio. Infatti avrebbero agito più nell’ombra senza utilizzare troppo i loro poteri.
    Si corse. Nulla poteva essere fatto con estrema lentezza, pertanto si corse.
    Il francese fu alla testa del gruppo di Reclamatori lasciati a lui.
    Arrivarono a metà percorso quando si dovettero fermare. Lo scontro stava impazzendo. I corrotti stavano attaccando i Reclamatori partiti per attirarli allo scoperto. Erano a pochi chilometri dal confine con Petroupoli e … ormai lo scontro era iniziato.
    Trystifer diede il segnale. Gli altri Reclamatori si dispersero in modo da accerchiare i corrotti alle spalle e attaccarli tenendoli impegnati mentre sul fronte più avanzato Shyran e i suoi potevano colpirli più agevolmente.
    Tryatifer creò dal suolo un costrutto alto sette metri. Era un colosso le cui braccia calcaree coprivano ognuno circa tre metri. Ogni suo passo, lento rispetto agli umani, era in grado di sbriciolare un paio di Corrotti. Trystifer fece mulinare quelle braccia calcaree come clave che si abbatterono su diversi Corrotti fracassandone ossa, armature e tutto ciò che riuscivano a colpire. In groppa al suo costrutto, il Cavaliere dello Scultore dirigeva le retrovie sbaragliando i nemici. Da terra i Reclamatori rievocavano le anime dei corrotti abbattuti dal colosso di Trystifer per rivolgerli contro i loro stessi ex compagni di corruzione.
    In quella morsa stringente, i corrotti che si scagliarono contro di loro vennero abbattuti relativamente presto. Il costrutto di Trystifer ne uscì ammaccato da quella prima sequenza di attacchi mentre una mezza dozzina di Reclamatori cadde valorosamente. Quando si avviarono verso Shyran e i suoi, dei quali alcuni erano caduti, il precedente attacco sembrò quasi un allenamento.

    Trystifer scese dal suo costrutto e lo mandò a scontrarsi contro il muro di corrotti devastando la loro muraglia. Nel mentre i Reclamatori facevano risorgere le anime dei caduti per mandarli contro i corrotti stessi, il francese richiamò dal suolo un ulteriore costrutto delle medesime dimensioni del primo.
    Mentre il costrutto A attaccava a destra, il secondo venne mandato a sinistra. Shyran e i suoi attaccavano dal davanti mentre Trystifer e i Reclamatori a lui assegnati attaccavano da dietro.
    Lo scontro durò davvero molto e il sole aveva percorso metà del suo cammino quando i quattro fronti si chiusero a formare una morsa a circonferenza tale da costringere tutti i corrotti in un’area abbastanza ristretta. Le clave silicee e calcaree dei costrutti fecero man bassa di corrotti permettendo a Shyran e i suoi di riprendere fiato.

    Al termine dello scontro il primo costrutto creato da Trystifer non esisteva più mentre il secondo era ammaccato in numerosi punti con un braccio mancante e parte del capo tranciato.

    Quando gli ultimi Corrotti vennero abbattuti, Trystifer e Shyran si fermarono per fare la conta dei caduti.
    L’attacco diviso non era andato perfettamente come si erano sperati. I corrotti li avevano seguiti e si erano ammucchiati tutti dietro i Reclamatori e Shyran, ma non restarono senza far nulla. Attaccando diversi compagni di Shyran caddero e solo l’arrivo di Trystifer e degli altri permise loro di potersi voltare e attaccare.
    Lo scontro era avvenuto a pochi chilometri da Petroupoli.
    Il resto del giorno vennero mandare delle squadre di ricognizione per scovare le ultime tracce di corruzione in città.

    Era stata una dura lotta e alcuni erano caduti. I prossimi scontri sarebbero stati molto più ostici e bisognava coordinarsi.
    Si erano capite molte cose. Trystifer con i suoi Costrutti poteva fare da prima fila mentre i Reclamatori, da dietro, rianimando i caduti, avrebbero creato una seconda e una terza fila fino a sbaragliare ogni numero di superiorità dei Corrotti.

    narrato - parlato - pensato

    NOME » Trystifer Dumas
    ENERGIA » Verde
    CASTA » Saint di Athena
    CLOTH » Bronze di Scultore
    STATUS FISICO » Stanco e con ferite sparse in recupero.
    STATUS MENTALE » Preoccupato
    STATUS CLOTH » Indossata

    RIASSUNTO AZIONI »
    Liberiamo Petroupoli non senza perdite.

    ABILITÀ »
    - Arte del Conoscere: cioè quella branca dell’Alchimia Lemuriana in grado di percepire nei vari minerali metallici o terrosi, siano essi naturali o soprannaturali, spirituali o, addirittura, arcani tutte le informazioni fisiche necessarie o meno alla conoscenza del minerale stesso. Tramite questa conoscenza si può risalire anche alla storia di quel determinato minerale, cioè dove esso si è formato, dove è stato estratto e da chi, il come, il dove e il quando è stato forgiato e da chi, per chi e per quali usi è stato destinato e ogni informazione utile a dettarne una dettagliata cronologia storica. Contemporaneamente, tramite queste nozioni si può risalire ai vari punti deboli o di forza di quel determinato minerale.
    Per eventuali Cloths, tale dote permette di conoscerne la storia in modo più o meno dettagliato permettendo al Cavaliere dello Scultore (sempre se esso vorrà) la possibilità di creare un resoconto o una bibliografia della stessa.

    - Arte del Fare: cioè quella parte dell’Alchimia Lemuriana in grado di plasmare e modellare i minerali, siano essi metallici o terrosi, migliorandone le qualità trasformandoli e riparando eventuali fratture. Il fulcro di questa branca è la capacità di infondere una vita non complessa all’interno dei minerali creando dei costrutti con i minerali che ha a disposizione.

    - Arte del Disfare: se il Cavaliere dello Scultore è in grado di riparare e migliorare le qualità di un minerale, vien da se che potrà agire anche nell’altro senso, cioè utilizzando le conoscenze acquisite in precedenza per disfare ciò che è stato creato degradando o distruggendo il materiale stesso e ciò di cui il minerale compone. Durante un combattimento può utilizzare questa sua dote per degradare strutture minerali, siano esse di origine metallica o terrosa e agire anche sulle armature indebolendole o, in casi estremi, danneggiandole.


    TECNICHE »

    • Splinters of Knowledge: Questa tecnica permette di conoscere i dettagli cronologici relativi a quel determinato minerale, che sia esso terroso o metallico e che abbia un'origine naturale, soprannaturale, spirituale o arcana. Va da sé che tale tecnica usata su una cloth permette di risalire alla sua storia passata e a tutta la conoscenza insita in essa. Per poter essere effettuata, tale tecnica può richiedere il contatto fisico tra la mano dominante del Cavaliere dello Scultore e il minerale (per la cloth vale lo stesso discorso) oppure il Cavaliere che non ha la possibilità di poter toccare il minerale può assaporare questa conoscenza attraverso un "contatto a distanza". All'interno di questo raggio d'azione, il Cavaliere dello Scultore può toccare virtualmente il minerale (ad esempio ponendo il palmo della mano dominante a contatto con il terreno, con una parete solida o semplicemente ponendo la mano con il palmo aperto in direzione del minerale o semplicemente attraverso l'emanazione del Cosmo stesso) o la cloth (toccando ad esempio lo Scrigno di Pandora al cui interno è presente la cloth stessa o attraverso l'emanazione del Cosmo stesso). Nel caso in cui il contatto è reale, si viene a generare un bagliore verde che illumina leggermente la mano dominante del cavaliere e la zona di contatto (se il minerale è racchiuso nel pugno, questo si illumina leggermente). Se il contatto risulta essere virtuale, si viene a generare un debole bagliore di colore verde che illumina solo i minerale colpito.

    • Check-up Analysis: Questa tecnica permette, tramite un'attenta analisi minuziosa del minerale, sia esso terroso o metallico, di origine naturale, soprannaturale, spirituale o arcana, di elaborare una sorta di scheda analitica dettagliata e approfondita dei vari punti deboli, punti di forza e la composizione di quel determinato minerale. Va da sé che permette anche di valutare eventuali crepe e falle all'interno di una cloth. Per poter essere effettuata, tale tecnica può richiedere il contatto fisico tra la mano dominante del Cavaliere dello Scultore e il minerale (per la cloth vale lo stesso discorso) oppure il Cavaliere che non ha la possibilità di poter toccare il minerale può venire a conoscenza di questi punti di rottura, dei punti forti e deboli attraverso un "contatto a distanza". All'interno di questo raggio d'azione, il Cavaliere dello Scultore può toccare virtualmente il minerale (ad esempio ponendo il palmo della mano dominante a contatto con il terreno, con una parete solida o semplicemente attraverso l'emanazione del Cosmo stesso) o la cloth (toccando ad esempio lo Scrigno di Pandora al cui interno è presente la cloth stessa o attraverso l'emanazione del Cosmo stesso). Nel caso in cui il contatto è reale, si viene a generare un bagliore che illumina leggermente la mano dominante del cavaliere e la zona di contatto (se il minerale è racchiuso nel pugno, questo si illumina leggermente). Se il contatto risulta essere virtuale, si viene a generare un debole bagliore che illumina solo il minerale.

    • Mineral Shaping: Tale tecnica permette di plasmare e modellare i minerali, siano essi metallici o terrosi, migliorandone le qualità trasformandoli e riparando eventuali fratture. Si ottiene attraverso un contatto tra le mani del Cavaliere dello Scultore e il minerale da "plasmare o modellare". Per le cloth vale lo stesso discorso. Il Cosmo del cavaliere dello Scultore penetra nel minerale e attraverso le venature dello stesso permetterà la riparazione delle crepe o delle fratture o la trasformazione del minerale. Più lungo e duraturo è il fluire del Cosmo, maggiore è il grado di riparazione.

    • Ispiration: (Difesa/Attacco) Tale tecnica permette al Cavaliere dello Scultore di creare dei costrutti minerali che abbiano una vita elementare propria in grado di essere usati sia come elementi di difesa sia come elementi di offesa. il Cosmo si mostrerà sotto forma di un bagliore dorato che andrà a illuminare il minerale o i minerali adiacenti infondendoli di questa scintilla vitale creandone dei costrutti più o meno elaborati in base alla forza del cavaliere dello Scultore stesso. Il numero dei costrutti e la loro potenza dipende dalla forza del Cavaliere dello Scultore.

    • Molecular Disintegration: (Attacco) Tale tecnica, contraria al Mineral Shaping, potrebbe avere l'azione di degradare o distruggere il minerale o ciò che è costituito da un minerale, sia esso terroso o metallico, di natura naturale, soprannaturale, spirituale o arcana. Il Cosmo fuoriuscirà attraverso un raggio rosso sottilissimo che potrebbe andare a colpire il minerale o l'oggetto formato dal minerale in questione. Espandendosi al suo interno, il Cormo del Cavaliere dello Scultore potrebbe andare a danneggiare il minerale creando fratture più o meno profonde in base alla potenza e a quante volte tale tecnica viene eseguita.



    TEMPUS LONGUM VITIAT LAPIDAEM.

    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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3 replies since 2/10/2020, 12:45   201 views
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