Incanto

Jo - Pan

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    CRIMSON DEFILER

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    INCANTO
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    La bellezza che stringo, io geloso del tuo cuore
    Che proteggerò dal male
    Desidero sapere dove va a finire il sole
    Se il freddo delle parole gela lo stupore
    Se non ti so scaldare né curare dal rumore
    Ho soltanto una vita e la vorrei rivivere così



    Il corpo di Johanna stava cadendo a pezzi. Letteralmente. All'inizio Raia l'aiutava a lavarsi, ma l'aveva rimossa dall'incarico non appena aveva notato piccoli lembi di carne galleggiare in mezzo alla schiuma della vasca. Aveva affidato l'incarico ai suoi tenno, incapaci di giudicare se non gli era richiesto.
    Il corallo non era in grado di stare in pari con la corruzione del suo corpo e con la malattia. Era stato ormai appurato che la sua condizione non era infettiva e quindi la primarca non era più un problema per gli altri, ma sembrava che la continua esposizione agli agenti virali di Nurgle avesse creato uno scompenso genetico nel suo corpo. Forse la rigenerazione era stata scompensata in modo irreparabile e non poteva guarirla in primo luogo. Spesso le placche rigenerativa cadevano dal suo corpo ancora prima di aver completato il loro lavoro. Si sentiva debole, così tanto debole. Cercava di mostrarsi forte al popolo e ai suoi amici, ma era chiaro che ad un certo punto non ce l'avrebbe più fatta e sarebbe stata costretta ad allettarsi. Quello scontro con Sanya forse era stato il colpo di grazia. Da quel momento in avanti aveva fatto fatica a svegliarsi la mattina ed era stata costretta ad assumere sostanze energetiche, vere e proprie droghe stimolanti solo per poter funzionare normalmente durante la giornata. Aveva smesso di indossare la scale perché le risultava ormai troppo pesante. Poteva ancora esercitare la sua piena potenza cosmica, ma il corpo ormai la conteneva a fatica. Alcune parti del suo corpo si sarebbero trovate bene in foto di cliniche russe che si occupano di consumatori di Krokodil.

    La realizzazione su cosa stesse accadendo arrivò in seguito, quando notò che finalmente neppure il corallo riusciva più a crescere correttamente sul suo corpo, e che le sue articolazioni stavano cominciando a bloccarsi. O meglio, a saldarsi tra di loro.
    Era il corallo ad essere ammalato. Durante la guerra era diventata ancora più forte, il suo controllo sul corallo si era affinato e la simbiosi era diventata completa...ma ciò è avvenuto durante il confronto con Nurgle. In quel momento di transizione il corallo è stato danneggiato a livello fondamentale. Questa alterazione la stava consumando.

    In tutto questo non aveva detto nulla a Dennis. Fino a quel momento aveva sperato che ad un certo punto il corallo si sarebbe messo in pari e avrebbe cominciato a ricostruire il suo corpo e riportare tutto al punto zero. Ma aveva capito che non sarebbe mai stato così. Si sentiva orribilmente in colpa ad andare da lui solo nel momento in cui aveva capito che non c'era più niente da fare per lei piuttosto che dirglielo subito, sembrava che andasse da lui solo quando gli serviva.
    Scese dal mezzo personale con estrema fatica, puntellandosi con la stampella. Era coperta da vestiti neri di tessuto impermeabile per impedire che si infradiciassero con il pus, ma aveva aperto la giacca perché improvvisamente aveva cominciato a bruciare di febbre autoimmune. Aveva persino recuperato la vecchia benda che usava quando era strabica e voleva apparire al pubblico, perché l'occhio si rifiutava ricrescere in modo corretto e doveva rimuoverlo ogni paio di giorni. Avanzò qualche passo verso il punto in cui Dennis l'aveva incontrata quella volta in cui erano andati ad Agartha insieme in visita. Sembrava esser passato così tanto tempo. Lo aveva chiamato il giorno prima, implorandolo di liberarsi e incontrarla. Ma gli aveva solo detto che aveva tanta voglia di vederlo.
    E quella era la verità. Se si fosse rifiutato di aiutarla per l'egoismo di lei, almeno lo avrebbe rivisto per l'ultima volta.
    Johanna stava morendo.

    w9bilzG





    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE



    Edited by ~Gabriel~ - 17/9/2020, 22:52
     
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    Nel buio assoluto di quella stanza sotterranea, Dennis era seduto con la schiena contro il muro, e con le mani sugli occhi.
    Aveva cercato di sforzare al massimo il suo corpo con piegamenti e flessioni, con salti e allungamenti. Si era allenato tanto da creare pozze di sudore sul pavimento, fino a sentire ogni fibra dei suoi muscoli come se stesse andando in fiamme, ma non era bastato.
    Era ancora li, raggomitolato nel buio, con le parole di Raia nella testa.

    Jo non stava bene.
    Ricordava le parole dell'esecutore durante la chiamata. Parole misurate ma allo stesso tempo gravate da un'orribile nota dolente. Raia aveva visto Johanna di Atlantide cadere letteralmente a pezzi, aveva visto i miracoli che il suo impero era in grado di fare spazzati via come roba da niente. Non sapendo cosa fare, Raia optò per la soluzione più drastica:
    Chiedere aiuto.
    Dennis ascoltò tutto con crescente orrore che si dipingeva nei suoi occhi, carne putrefatta, trattamenti fallimentari, il tempo che stringeva sempre più.
    Eppure la richiesta di Raia finì in modo inaspettato: Si fece promettere, più e più volte, che Dennis non avrebbe fatto nulla fin quando non fosse stata Jo stessa a chiedere esplicitamente aiuto.
    Al sentire quella apparente assurda richiesta, Pan letteralmente urlò come fosse stupida la cosa, se la situazione era grave l'unica cosa da fare era agire, portarla ad Agartha e sistemare le cose con ogni mezzo necessario. Quando Raia lo implorò con la voce sul punto di rompersi, Dennis trovò la forza di accettare quell'assurda condizione.

    L'attesa fu atroce.
    Non riusciva a concentrarsi al cento per cento, non riusciva più a seguire la terapia settimanale, non era più nemmeno in grado di mangiare in modo regolare.
    Era abituato a stare lontano da lei, la vita di una regina guerriera richiedeva costante attenzione, ed ogni momento che avevano passato insieme era tempo minuziosamente ritagliato dall'agenda estremamente fitta di Jo.
    Ma ora era diverso, Johanna stava male, estremamente male, e Dennis non poteva, anzi non doveva neanche far trasparire che fosse a conoscenza della cosa.

    the woman I love can be stupid as a brick



    La chiamata di Jo gli arrivò un giorno come un altro, mentre stava cucinando per alcuni nuovi abitanti del Bosco. Un semplice messaggio vocale inviato ad una delle sue stazioni riceventi personali, collegata direttamente al suo comunicatore.
    La voce di Johanna sembrava stanca, enormemente stanca, sembrava come se avesse mandato il messaggio da appena sveglia, ma Dennis sapeva che non era così.
    Chiese scusa ai nuovi profughi a cui aveva promesso un pasto cucinato a mano, e si avviò verso la sua palestra privata: Una stanza di cemento interrata nel terreno.
    Li Pan avrebbe passato molte ore, cercando di lottare con i suoi demoni, da solo, al buio.

    Era quasi ora.
    La regina di Atlantide gli chiese di incontrarsi nello stesso punto in cui la sua prima visita di piacere ad Agartha aveva avuto inizio. Dennis era riuscito a sistemarsi facendosi un bagno veloce e cambiandosi i vestiti inzuppati di sudore, azioni completamente inutili per ciò che stava provando dentro di se, ma non c'era ragione di presentarsi alla donna che amava come un barbone.
    Si presentò al punto indicato con qualche minuto di anticipo, camminando avanti e indietro durante l'attesa.
    Poi vide il mezzo atlantideo, ed un brivido freddo lo paralizzò sul posto.
    Il mezzo si aprì, ed una figura vestita di nero ne usci fuori, puntellando con una stampella la passerella che l'avrebbe portata davanti all'Araldo.
    Fu solo dopo innumerevoli secondi che Dennis riuscì finalmente a riconoscere Johanna.
    Era allibito, sbiancato da capo a piedi. La donna che amava era ridotta ad un relitto, un guscio vuoto attaccato a delle flebo. Il suo sguardo era così spento da sembrare catatonico, il suo respiro traspariva lo sforzo enorme che stava facendo solo per rimanere in piedi.

    Dennis avrebbe voluto tanto chiederle qualcosa:
    Cosa era successo?
    Chi era stato?
    Perché era da sola?

    I suoi occhi incontrarono l'unico occhio scoperto di Jo, ed ogni sua domanda si mise a tacere. Non era stato in grado di proteggere la donna che amava, e quello non era il momento di pretendere delle risposte. Non avrebbe portato altro dolore nella vita di lei.

    Più veloce del pensiero, Dennis cinse delicatamente le spalle di Jo, mentre con quanta più accortezza possibile le sollevò le gambe dal terreno, prendendola in braccio. Le api dorate li circondarono, pronte a trasportarle ad Agartha.

    Don't let it go...
    Please don't let it go...



    Le api ronzarono e brillarono, ed in poco tempo Dennis venne adagiato delicatamente coi piedi sull'erba, con il braccio il suo prezioso carico.
    Si guardò intorno, il fiato corto, la gola secca, fin quando non la vide in lontananza.

    Jill ricambiò lo sguardo, e lasciò cadere il pesante fascicolo che stava trasportando.

    Dennis... disse debolmente, quasi sussurrando, mentre l'araldo della forza di avvicinava a lei, con le guance bagnate di lacrime.

    Help me.



    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
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    RIASSUNTO AZIONI -
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    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR


    Edited by B.F.G. - 22/9/2020, 02:04
     
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    III

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    Venire presa in braccio era una novità per Johanna. L'ultima volta che era successo Dennis l'aveva sollevata quella volta sempre nel bosco di Agartha dopo che si erano dichiarati. Quella volta era chiaro che a Dennis fosse quasi slittato un disco dato il peso eccessivo di lei dato dalla massa muscolare e dall'unione di oricalco e corallo dentro di lei. Era un macigno. Invece ora era stata sollevata con così tanta facilità e delicatezza che Johanna dimenticò per un attimo che cosa stesse facendo. Il suo cuore saltò un battito, o forse si era fermato davvero per un secondo prima che il corallo vi desse un ultimo impulso prima di tornare ad essere inerte. L'aria sfuggì da quello che rimaneva dei suoi polmoni quando venne sollevata e Johanna si mosse appena per appoggiare il capo al suo petto. Il corpo di Dennis era immensamente caldo, e quello era il primo calore che sentiva in giorni. Per un attimo si scordò di essere scossa da brividi gelidi costantemente, un freddo interno che nemmeno il riscaldamento al massimo nella sua stanza da letto era in grado di sanare. Chiuse l'occhio mentre reggeva in grembo le due flebo che Dennis aveva sganciato dal sostegno per poterla portare con sé.
    Non era arrabbiato. Non ancora almeno.

    Sentì l'ormai famigliare suono delle api di Agartha che trasportarono i due attraverso le dimensioni e gli eoni per portarli in quel mistico luogo in cui era già stata qualche volta. Con lui. Sentì vari suoni attorno a sé ma non riuscì ad identificarli, mentre gli odori che giunsero a quel che rimaneva del suo naso erano così vaghi e strani da impedirle di identificarli. Si sentì quasi galleggiare mentre ogni movimento, seppur gentile, scuoteva il suo senso dell'equilibrio. Se avesse avuto abbastanza forza nell'addome avrebbe vomitato, ma riuscì solo a sentire il bruciore della bile in gola. Sentì la vocina di Jill chiamare Dennis.
    Sì, Jill può aiutarmi, pensò Johanna.
    Il cuore di Dennis stava battendo così forte che la vibrazione del suo petto stava risuonando nel cranio di Johanna in modo quasi fastidioso, eppure non fece nulla per spostarsi. Stava godendosi quel calore, quel suono primordiale del cuore di Dennis che la assordava come il motore di un antico ed enorme meccanismo. Con l'occhio chiuso e con le strane luci di Agartha attraverso la sua palpebra incendiata le sembrò quasi di essere immersa in un profondo rosso in cui il battito cardiaco risuonava lento e solenne. C'era qualcosa di ancestrale in tutto ciò.

    Le voci attorno a lei cominciarono a farsi più confuse, e lei si sentì sempre più debole. Forse si era rilassata troppo, aveva allentato la presa sulla propria vita e il suo organismo ne aveva approfittato per collassare definitivamente e portarla alla morte. Sentì una domanda rivolta a lei, qualcuno la mosse, forse la stavano scrollando per mantenerla cosciente. Non aveva capito la domanda.

    Nurgle. - Sussurrò, quasi impercettibile. Era davvero l'unico modo in cui poteva contribuire alla conversazione o a qualunque processo avrebbero avviato per aiutarla. Si sentì pervasa da una immensa tristezza e un profondo senso di umiliazione. Aveva impiegato quasi dieci anni per arrivare dov'era, sia di risultati che di potenza. Si era dimostrata quasi indistruttibile a tutti, incrollabile. Un assoluto simbolo per chiunque le stesse accanto, e ora era scappata da Atlantide in cerca del modo più rapido per salvarsi, qualcosa che esulava completamente dal proprio controllo e quello della scienza del suo popolo. Se la loro vita fosse stata diversa e non si fossero mai incontrati lei e Dennis, forse non avrebbe mai avuto nessuno a cui rivolgersi.

    Sandra ha pianto. - Disse poi, senza sapere dove avesse trovato la forza di farlo. - Mi ha detto che non vuole stare senza mamma. Diana l'ha portata all'acquario.

    Improvvisamene provò una grande sensazione di fresco, che in qualche modo portò una parvenza di sollievo all'immane quantità di piaghe aperte e purulente che portava sotto i vestiti. Era stata immersa in qualcosa di liquido, ma con una consistenza vagamente più densa dell'acqua. Inspirò per poi venire scossa dall'ennesimo attacco di tosse convulsa. Il sollievo si trasformò rapidamente in fastidio mentre sentiva il proprio corpo formicolare in tutta la sua interezza.

    Punte ritorte di colore pallido eruttarono da ogni parte di carne sana -esternamente o internamente - diffondendo una nube rossa nel liquido.



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    NOME Johanna Derham
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    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Jill si portò le mani alla bocca, spalancando gli occhi dietro i suoi occhiali da lettura. Dennis, Pan, il suo Re stava implorando il suo aiuto.
    Perché?
    Perché proprio a lei? Non era un medico, non era un'infermiera, non era nemmeno tra le punte di diamante del Bosco in campo intellettuale. Perché L'Araldo era andato proprio da lei in un moneto come quello?
    Johanna, la regina di Atlantide, giaceva debolmente tra le grosse braccia del suo amato. I pesanti vestiti scuri coprivano la maggior parte della sua figura, ma la semplice vista della protesi al piede era tutto quello che serviva per definire la situazione come allarmante.
    Fece l'unica cosa che era in grado di fare:
    Guidare Dennis alla sezione medica.

    Seguimi! Disse decisa, mentre si avviarono per un sentiero li vicino. Non si voltò a guardare Pan, evitando di vederlo mentre stringeva a se la sua ragazza e le sussurrava di non cedere, di non lasciarlo da solo. Era sull'orlo della disperazione, ed aveva chiamato lei per riportarlo alla ragione.
    Se la situazione non fosse stata così pressante si sarebbe sentita estremamente lusingata. Ebbe svariate ore a seguire per sentirsi meschina nel solo pensare una cosa del genere.

    Si stavano dirigendo alle vasche curative.
    La tecnologia di Agartha era ancora un mistero, era piena di quelli che potevano essere definiti protocolli antipirateria che si potevano trovare nei software del vecchio mondo, moltiplicati per un milione. C'erano volute interminabili ore di attacchi bruteforce con computer estremamente potenti solo per rendere accessibile una misera percentuale di ciò che avevano intorno.
    Fortunatamente ciò che avevano trovato era risultato molto utile in differenti campi, primo fra tutti quello medico.
    Torri dalla foggia delicata si innalzavano verso la luce senza sole del Bosco. La loro eleganza era evidenziata dal tenue bagliore azzurro che proveniva da dietro le loro strutture di vetro smerigliato. Il cuore della sezione medica di tutto il bosco, dalla quale la conoscenza e le attrezzature si espandevano come linfa vitale per chi ne aveva bisogno. Johanna, in quel momento, era la quintessenza dell'avere bisogno.

    Gli uomini vipera videro arrivare il loro Re con gli occhi gonfi e qualcosa tra le braccia. Non chiesero spiegazioni, non esitarono un momento nel venire in soccorso del loro signore, perché la loro lealtà era assoluta.

    Most beneficent one? Chiese uno di loro.

    Aiutatela vi prego! La voce rotta dalla sofferenza, gli occhi che non smettevano di lacrimare. Strinse i denti, cercando di dare una direzione a ciò che si stava agitando nel suo animo.

    Jo! Cosa ti è successo? Cosa ti hanno fatto? Come è...com'è possibile...come...

    Un sussurro, quasi non più una voce, ma solo un rumore:

    Nurgle.

    Appena la regina pronunciò quella parola, la struttura nella quale il gruppo si trovava cominciò a attuare il protocollo di sicurezza usato per combattere eventuali infezioni locali. Le porte vennero chiuse, le finestre sbarrate, dal soffitto uscirono irrigatori a pioggia pronti ad inondare l'ambiente di potenti disinfettanti.
    Niente di tutto quello suscitò una reazione in Dennis, era troppo occupato con qualcosa di veramente importante.

    Portatemi alle Vasche.

    Il nome di Nurgle era piombato sul suo cervello come un tuono, azzittendo tutto il caos di voci che fino ad un secondo prima lo aveva torturato. Non doveva perdere la calma, non doveva cedere. Nurgle stesso stava masticando via la vita da Johanna, e Agartha avrebbe risposto con le sue armi più potenti.

    Le Vita Chambers. Le Camere della Vita.
    Vasche ipertecnologiche piene di liquido rigenerante che entrava in contatto con l'energia cosmica. Il loro uso era abbastanza raro, riservato a casi dove il resto della metodologia di Agartha non funzionava. La loro tecnologia ed il loro funzionamento era estremamente complesso, ed il loro consumo di energia non permetteva un uso ripetuto senza il rischio di danni al sistema.


    Sandra ha pianto. Disse Jo debolmente Mi ha detto che non vuole stare senza mamma. Diana l'ha portata all'acquario.
    Erano arrivati alle Camere, Dennis stringeva ancora a se la donna che amava, sentendo che stava scivolando via come sabbia tra le sue mani.
    Pan toccò la fronte della donna con la sua, sforzando al più possibile i suoi muscoli facciali nella forma di un sorriso.

    La prossima volta ci andrete tutte insieme.
    Te lo prometto.


    L'operazione di svestimento fu rapida e precisa, gli uomini vipera erano estremamente efficienti, non sprecarono un solo movimento con i loro taglierini che squarciarono le vesti della donna per liberare la pelle sottostante. Uno spettacolo orribile colpì gli occhi di chi era presente in quel momento, ma nessuno di loro osò fermarsi.
    Con l'aiuto di Pan, i medici immersero delicatamente quel corpo martoriato nel liquido curativo, per poi allontanarsi per occuparsi del resto della strumentazione. Dennis rimase al suo fianco, in ginocchio vicino al bordo della vasca, anche mentre il liquido divenne rosso, inquinato dalle ferite che cercava di curare.

    Passarono svariati minuti.

    Sire...
    Uno dei medici gli si era avvicinato, tenendo un holopad tra le mani collegato alla macchina in azione.
    Siamo riusciti a stabilizzare per il momento la sua condizione...ma questa...quest'infezione è di natura Caotica...se è vero quello che Lady Johanna ha detto, tutto questo...

    Dennis lo osservò dal basso in alto. Il viso serissimo, i solchi delle lacrime disegnati sulle sue guance. Non aveva più lacrime da versare.

    Non sta funzionando.




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    Le protuberanze pallide si agitarono per qualche centimetro al di fuori della carne di Johanna, prima di arrestarsi e cominciare a sbriciolarsi lentamente. Ci volle qualche minuto prima che si disperdessero del tutto nel liquido viscoso in cui era stato immerso il corpo esanime di Johanna. Si era trattato di un tentativo disperato del corallo di ramificarsi in una carne che ormai riconosceva a malapena per cominciare il processo di guarigione. Un tentativo però, come tutti quelli fatti fino a quel momento, destinato a fallire miseramente e anzi in quell'attimo aveva solo causato ulteriori danni al corpo indebolito di Johanna, incapace di mantenere la corretta simbiosi col materiale alieno che l'aveva mantenuta viva fino a quel momento. La testa di Johanna venne finalmente lasciata andare, libera di affondare sotto la superficie della vasca. Spalancò per un istante gli occhi, spaventata nel sentire il materiale quasi gelatinoso farsi strada nelle sue vie respiratorie. Ma allo stesso tempo si sentiva troppo debole per muoversi ed emergere, ridando aria al suo unico polmone martoriato. Le poche forze la abbandonarono quasi subito e semplicemente si lasciò andare ad un vago senso di fine incombente, prima che il liquido finisse il suo tragitto e andasse fino in fondo ai suoi polmoni, riempiendoli.
    In quel momento le sembrò di prendere la prima boccata d'aria in settimane. All'aria aperta sarebbe stato ancora solo un accenno di sospiro rauco, ma rispetto a quello a cui si era abituata fino a quel momento, il miglioramento fu chiaramente percepibile nella mente di Johanna martoriata dal dolore fisico e dalla stanchezza. Si sentì solleticare quel poco che rimaneva del suo palato e aprì appena la bocca. Una bolla d'aria, accompagnata da altre più piccole, scivolò fuori e si fece strada lentamente verso la superficie.

    A quel punto Johanna aveva finito di affondare nella vasca curativa e tenendo gli occhi socchiusi attraverso il materiale riuscì a distinguere qualche forma attorno alla vasca. Una figura larga e imponente. Si ritrovò a sperare che fosse Dennis, che le stesse rimanendo accanto fino alla fine almeno. Chiuse gli occhi e cercò di sospirare, causando l'uscita di altre bolle dalla sua bocca. Qualche altra bolla uscì da altri settori del suo corpo, dati i gas di decomposizione intrappolati tra le poche pieghe della sua patetica forma. A quel punto, Johanna era diventata quasi incapace di percepire vere differenze nella propria condizione fisica, ma le varie punte che erano eruttate dall'interno delle sue ossa le aveva sentite chiaramente. Era prigioniera del suo corpo, e non c'era aria nei suoi polmoni con cui urlare. Così si lasciò semplicemente abbandonare al torpore sofferente a cui stava venendo costretta. Si sentiva sempre più stanca, ma non in mancanza di forze. In senso di vera e propria sonnolenza. Doveva esserci un anestetico all'interno di quello strano liquido in cui era stata immersa. Chiuse gli occhi e rimase così, immobile.
    Il liquido non era completamente statico, si muoveva ogni tanto, placido come le onde di un mare tranquillo, ma ognuno di quei movimenti sembrava strappare pezzi di carne collegati troppo lassamente al corpo. Così dopo qualche tempo il liquido fu completamente reso torbido dalle perdite di sangue casuali e da frammenti di pelle e carne morta che venivano portati in giro. Doveva però esserci qualche sistema di filtraggio, dato che si allontanavano progressivamente dal corpo di Johanna, impedendo così che si intrufolassero nelle sue vie respiratorie.

    Il medico con l'holopad in mano scosse il capo serpentino. Era difficile decifrare le informazioni su di una fisiologia così differente, ma era chiaro che non ci fosse una grande dose di speranza le suo occhio con pupilla verticale.
    Sire... - Cominciò - Siamo riusciti solo a creare una situazione di stabilità. In questo preciso istante non può peggiorare, ma neppure migliorare. Di questo passo le sue funzioni cerebrali saranno semplicemente soffocate dall'agonia ad un certo punto...

    Il medico stava per aggiungere altro, ma una delle porte sigillate ermeticamente si spalancò di schianto. Ognuno dei presenti si girò allarmato, assumendo una posizione di battaglia. Jill si ergeva con la sua poca altezza sotto lo stipite metallico. Doveva essere rimasta chiusa fuori durante la procedura di emergenza. Sotto le braccia reggeva con estrema fatica svariati pezzi di equipaggiamento. Stava ansimando, doveva aver corso avanti e indietro al massimo della sua velocità.

    FERMI TUTTI! - Disse annaspando . - HO UN'IDEA!




    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Pan si girò verso la porta.
    Mentre il medico gli illustrava la situazione, si era alzato in piedi, fissando il suo interlocutore negli occhi. Ogni parola che gli era stata riferita aveva avuto lo stesso effetto delle dita che gli si affondavano nei bulbi oculari. Una sconfitta, una perdita, una catastrofe. I baluardi che l'umanità si era costruito, sulla quale l'intera esistenza aveva scommesso il tutto per tutto, stavano crollando alla prima difficoltà. Non erano in grado di salvare uno degli ultimi pilastri che reggevano il mondo, potevano solo ritardare l'inevitabile, mentre la speranza gli scivolava via dalle dita.

    Lo schianto della porta fu come un tuono nella notte.
    Jill avanzava, carica fino allo stremo di componenti elettronici, fascicoli colmi tanto da distorcere le copertine di cartone, ed una borsa medica.
    Dennis le aveva chiesto aiuto, eppure non l'aveva nemmeno vista mentre rimaneva chiusa fuori, separata da lui a causa del protocollo di sicurezza della struttura.

    FERMI TUTTI

    Ansimava, la sua voce si stava sforzando di uscire con quanta più forza dalla sua gola. Qualsiasi cosa aveva da dire, era importante, e tutti avevano l'obbligo di ascoltarla.

    HO UN'IDEA.

    Dennis la vide poggiare delicatamente tutto quello che aveva portato con se. La vide sfogliare i fascicoli, dirigersi ai macchinari di controllo delle Camere della Vita e collegarli a dispositivi dall'aspetto complicato.
    I medici le chiesero bruscamente cosa stesse cercando di fare.

    I tessuti...
    Qualsiasi cosa gli è successo, qualsiasi cosa gli è stato fatto, i tessuti stanno imputridendo, e le Camere funzionano grazie alla capacità naturale di un corpo di ripararsi...
    Jill prese un cacciavite da una delle sue tasche e collegò alla Camera quella che sembrava una scatola con all'interno un cristallo fluttuante in un campo di forza.

    Ho letto i dati quando il mio holopad si è collegato automaticamente alla rete delle Camere. Quest'infezione sta inibendo quella capacità fino allo zero. Se fosse stato chiunque, CHIUNQUE se non lei, sarebbe morta mesi fa...

    Uno dei medici prese in mano il fascicolo anonimo poggiato per terra. Mentre lo sfogliava, i suoi occhi serpentini cominciarono a spalancarsi.

    Non puoi essere seria.

    Jill non rispose, era troppo impegnata ad armeggiare con la consolle di controllo.

    Fermatela...FERMATELA GEA BENEDETTA!

    Gli altri serpenti bianchi obbedirono. Le braccia della lucertola vennero afferrate con forza, proprio nel mezzo delle sue operazioni di calibraggio.

    LASCIATEMI!

    Non lascerò trasformare questo luogo in una piastra di Petri! Non sei nemmeno un dottore|, per Gea!
    Fuori!
    Portatela fuori di qui!


    Jill venne sollevata con estrema facilità, mentre scalciava ed urlava con tutta se stessa.

    La ucciderete! LA UCCIDERETE! È L'UNICO MODO! POSSIAMO FARE SOLO QUESTO!v

    Non voglio più vederla qui dentro, gettatela fu-

    Una mano si posò sulla spalla del primario.

    Pan era in piedi dietro di lui, i suoi occhi ancora arrossati e umidi dalle lacrime versate. La mano sulla spalla era pesante, ma non c'era forza dietro di essa. Era semplicemente poggiata, priva di alcun impeto violento.

    Pan non disse niente, ma il Primario capì al volo. Con un gesto intimò i suoi colleghi di lasciar andare la presa.

    I medici obbedirono senza discutere. Dennis si avvicino alla sua amica. Si piegò sulle ginocchia, arrivando a guardarla dritta negli occhi. C'era agitazione nello sguardo della lucertola, nonostante essa fosse paralizzata dalla presenza terrificante che Pan stava emanando in quel momento.

    Cosa c'è di sbagliato nella tua idea?

    Jill deglutì, prima di schiarirsi la voce.

    L-l'unico tessuto che presenta danni arginabili è quello cerebrale...muore solo per la cancrena dovuta a ciò che lo circonda...

    Dennis ascoltava senza muovere un muscolo.

    Il resto...possiamo ricostruirlo partendo da zero! Le Camere della Vita hanno questa funzione, e-e-ed unita alla capacità rigenerativa di Jo potremmo-

    Jill?

    La biologa quasi sussultò a sentire il suo nome.

    Cosa c'è che non va?

    Stava iniziando a sudare freddo. Non le avrebbe mai fatto del male, si volevano bene, lo sapeva e ci credeva con tutta se stessa.
    E allora perché aveva paura di lui?

    Non è una funzione testata, e la sua biologia potrebbe essere troppo differente...
    Potrebbe rimanere in uno stato intermedio e...e...
    Si nascose la testa tra le mani, come se stesse aspettando un colpo in pieno viso. Potrebbe finire come un bruco che muore nella sua crisalide...Ma è l'unico modo!

    Jill stava cominciando a piangere.

    Ho letto i suoi dati, Dennis...è...venuta qui per dirti addio...

    Dennis era scuro in volto. Si guardò le mani. Le sue mani, armi che potevano portare incubi nella mente degli orrori senza nome, portatrici di tanto potere, rese completamente inutili dal corso degli eventi.
    La casualità gli aveva fatto un dono, l'unica goccia d'acqua che gli era consentito bere in quell'inferno di sofferenza:
    Una possibilità. Infinitesimale, quasi inesistente, ma pur sempre una possibilità.

    Do it.


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    Edited by B.F.G. - 5/11/2020, 13:34
     
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    J
    ill guardò la concretizzazione della palingenesi negli occhi, o almeno ci provò. Il suo sguardo rimase per svariati secondi all'altezza della sua mandibola, come se non osasse incontrare lo sguardo del suo re, del martello della madre. Aveva paura, era palese. Tutti, in fondo in fondo, avevano un po' paura di Pan, di Dennis, eppure in quel caso la paura che Jill provava in quel momento era diversa. Una paura più profonda, separata dai concetti di sé e identità. Non aveva paura del fallimento perché poi P.A.N l'avrebbe punita, uccisa, violentata o qualunque altra cosa orribile sarebbe stato in grado di fare. Jill aveva una paura fottuta di fallire perché avrebbe significato portare via l'unica cosa bella che Dennis pensava di avere nella propria vita. In quel mare di odio per se stessi che animava il re delle bestie, Johanna era l'unica luce che riusciva a vedere e Jill era letteralmente terrorizzata dall'idea di essere lei a portargliela via. Non poteva fargli questo.

    Eppure il suo re, Dennis le aveva chiesto di farlo, lo aveva appena visto aggrapparsi alla più flebile delle speranze pur di non vedere Johanna spegnersi in una vasca. In quel momento riuscì finalmente a sollevare lo sguardo ed incontrare quello di Dennis. Le aveva chiesto di farlo, e Jill annuì. Poi, trasfigurando la propria espressione mesta in una di trionfo e determinazione, si voltò immediatamente verso i medici che si erano accalcati attorno a loro cercando di dare un senso a tutto quello che stava accadendo. Ci fu un attimo di silenzio, intervallato solo dal placido suono della vasca in cui Johanna stava marcendo via.

    Ora comando io. - Disse Jill ai serpenti che li circondavano, la sua voce più alta di qualche ottava per il nervosismo e l'ansia. I dottori guardarono per un istante P.A.N cercando il suo supporto ma cambiarono immediatamente idea, dirigendosi a svolgere i compiti affidati loro da Jill stessa che era tornata ad armeggiare con fili, cristalli e quant'altro. Prese la scossa ben tre volte prima di capire di dover invertire la posizione di una pietruzza della grandezza di un chicco di riso nascosta dietro un altro pannello. Da quel momento in avanti il cristallo da lei portato cominciò a pulsare in modo soffuso. Jill annuì tra sé e sé, a gambe incrociate a terra. Puntò il dito verso il primario. -Aumentate la viscosità del liquido della vasca fino al 95%, e aumentate la velocità di diffusione di ossigeno, anidride carbonica e nutrienti del 300% in modo che possano viaggiare attraverso il semisolido. Questo metterà un grandissimo stress sul sistema quindi spegnete le sottocelle 3, 6 e 8. Ormai non ha più senso mantenere in vita i muscoli e sistemi digerenti, dobbiamo focalizzarci sul mantenere vivo il sistema nervoso centrale mentre la nuova funzione si attiva.

    I serpenti guardarono ancora una volta il loro re prima di eseguire riluttanti le istruzioni. Ci fu un aumento di regime nel macchinario percepibile all'udito mentre il sangue e il pus venivano filtrati via prima che l'intera vasca si trasformasse in un blocco di gelatina così densa e solida da sembrare resina.

    Diffondete...l'enzima...
    - Disse Jill, con estrema fatica, come se facesse fatica a far uscire le parole dalla propria bocca. Quello era uno dei vari momenti della verità. Da quel momento in avanti ogni step sarebbe potuto andare male e uccidere Johanna. In quel caso, l'enzima avrebbe dovuto DEMOLIRE completamente il corpo di Johanna, distruggerne la carne e le ossa, lasciando solo un sistema nervoso sospeso in un calco.
    Jill deglutì e aprì la bocca un paio di volte. - Il corpo di Johanna non è in grado di reggere un anestetico in questo momento. Il suo cervello deve restare attivo.

    Un liquido verdastro cominciò a diffondersi all'interno del calco formato dal corpo di Johanna. Ci fu un picco violento della attività cerebrale registrata. Si era svegliata e stava soffrendo mentre il suo intero organismo veniva digerito dalla macchina. Per sua fortuna gran parte dei suoi tessuti avevano perso sensibilità, perciò fu misericordiosamente breve. Se fosse stato un corpo nuovo ed in salute, forse Johanna sarebbe impazzita per l'agonia. Era come essere stati punti e liquefatti da un enorme ragno. Jill azionò la schermatura della vasca per evitare lo spettacolo a Dennis.

    Smaltimento dei tessuti biologici infetti completato.- Disse l'addetto. - Integrità del sistema nervoso centrale stimata, 73%. Se è vero quanto si dice sulla rigenerazione della lady del Sommo e Benefico e sul cloud mnemonico di Atlantide, non dovrebbero esserci perdite cognitive a lungo termine.

    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Jill aveva preso il controllo della situazione. Le modifiche alle macchine vennero fatte in brevissimo tempo, le configurazioni anche in meno.
    Sentiva la voce della sua amica, una voce che trasudava fermezza, ogni suo ordine era misurato nel più minuto degli estremi. La vita di tutta Atlantide dipendeva da lei.
    Mentre la biologa ed i medici collaboravano per salvare una vita toccata dal caos, Pan era rimasto in piedi, gli occhi rossi, le mani tremanti dalla paura. La stava perdendo, la stavano perdendo, ogni fibra del suo essere era impegnata a combattere la disperazione di quei pensieri, disperazione che gli avviluppava mente, anima e corpo. Johanna non ci sarebbe stata più, la sua vita fatta di sofferenza e gloria sarebbe finita in una vasca piena di acido, e di lei non sarebbero rimarsi che filamenti di nervi e due occhi che non si sarebbero mai chiusi.

    Jill gli mostrò pietà, oscurando il processo di soluzione, ma non fu abbastanza, Dennis aveva le dita sanguinanti, si era mangiato le unghie fino al limite, le dita vicino alla bocca,le braccia al petto, la schiena leggermente curva. Ogni secondo passato senza miglioramenti era come nuotare in un mare di aghi ipodermici per lui.
    Cercò di rifugiarsi nei ricordi, ricordi felici, come quando Johanna venne in visita ad Agartha, quella volta che le confessò di amarla mentre giaceva tra le sue braccia, o ancora quando dormivano insieme e lei veniva illuminata fiocamente dalle luci bianche fuori dalla finestra.
    La luce stava per spegnersi.

    Colto da un impulso inspiegabile, prese una decisione.

    Reggendosi la fronte con la mano destra come se un'emicrania gli stesse facendo esplodere il cervello, Dennis si fiondò fuori dalla struttura. Se solo fosse stato più attento, si sarebbe accorto della folla che si era raggruppata fuori, una folla eterogenea di umani e creature native, tutte attirate dalla notizia della regina di Atlantide, tutte unite da una tragedia alla quale non potevano che rispondere con preghiere recitate sottovoce.
    Pan non si accorse di niente.
    Corse, il fiato troppo corto, gli occhi troppo stanchi, ma corse verso un luogo preciso. La sua rimessa, dove in passato si era divertito di tanto in tanto ad assemblare aggeggi più disparati come forma di scacciapensieri, ora era diventata qualcosa di simile ad un magazzino a cielo aperto, una radura piena di auto, container e altro ciarpame che Dennis trovava in giro per il mondo e che voleva salvare dalle intemperie.
    La raggiunse in poco tempo, stava cercando un telone blu, o meglio quello che era sotto il telone blu. Lo vide poco lontano, coperto da un sottile strato di polvere.
    Sotto quel pezzo di plastica, c'era forse l'ultimo regalo che Dennis avrebbe fatto alla donna che amava.


    Vicino al sanatorio, la folla stava diventando più grande, ed un sottile odore d'incenso si stava diffondendo nell'aria. Le preghiere erano diventate un sostanzioso mormorio, l'unico suono che rompeva il silenzio.
    La massa di supplicanti vide il loro Re che stava tornando alle Camere della Vita, ma con qualcosa di diverso. Non era la manifestazione del suo cosmo a destare sorpresa, bensì il suo bagaglio portato su una spalla.

    Jill aveva visto Dennis fiondarsi fuori dalla sala, ma non aveva smesso un secondo di lavorare, non aveva ceduto un attimo, era sempre stata con tutta l'attenzione possibile sugli schermi, sui parametri, sulle condizioni altalenanti che il nuovo stato di Johanna stava mostrando. Non l'avrebbe lasciata scivolare via, non lo avrebbe fatto.

    Le porte metalliche si aprirono di nuovo, e Pan entrò. Un paio dei medici rimasero interdetti allo spettacolo che avevano davanti:
    La Pangenesi stava portando un vecchio pianoforte verticale su una spalla.
    Fu questione di attimi prima che Jill si accorse della cosa.

    Dennis ma-

    Si zittì subito. Non aveva il tempo per pensarci, e non aveva il diritto di giudicare.
    Dennis poggiò il pianoforte delicatamente vicino alla vasca.

    È stupido, è stupido... Pensò mentre prendeva una sedia da li vicino. È egoista, è meschino, è sbagliato. Continuò a pensare mentre scopriva la tastiera.
    L'esitazione lo afferrò ancora una volta. Perché lo stava facendo? Perché stava per fare una cosa del genere ad una donna morente che quasi sicuramente non avrebbe sentito nulla?
    Le sue mani erano spalancate, a pochi centimetri dai tasti. Guardò ancora una volta la vasca oscurata, e poi capì:
    Lo stava facendo perché anche se era una su un milione, c'era ancora una possibilità.

    E cominciò a suonare.
    Una musica che iniziava lenta, con note che si susseguivano quasi solenni, e poi subito l'armonia delle note che si susseguivano più velocemente, rapide e soavi come il vento di montagna. Mesi, no, anni di pratica dal loro incontro ad Atlantide lo avevano portato a quel momento, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di campare le circostanze, pur di suonare per lei quei tre o cinque minuti.
    Non si deconcentrò, continuò a suonare quella musica che ispirava gli animi a guardare in alto, nel cielo del mattino, un miracolo che avrebbe voluto condividere con Jo, da soli, mentre lui le alleviava il peso del mondo dalle spalle anche solo per poco, tre o cinque minuti...
    Le ultime note arrivarono, cariche di una malinconia che solo chi vedeva qualcosa di bello sparire all'orizzonte aveva vissuto.
    Dennis premette l'ultimo tasto, e tutta la sua vita piombò nel silenzio.


    Su4sahH

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    Johanna sapeva di non essere veramente li in quel momento. Non sapeva che cosa fosse, se solo una allucinazione del suo cervello che stava -forse letteralmente- scivolando via o una esperienza extracorporea. Aveva sentito solo un immenso dolore. Era stata risvegliata dal torpore dalla sensazione del proprio corpo che va in fiamme, la prima percezione tattile in settimane che era riuscita a farsi strada in mezzo allo strato di dolore ottuso e continuo che l'aveva accompagnata fino a quel momento. Un dolore immenso che si era arrampicato sul suo corpo partendo dalla schiena e poi verso l'interno, nella sua carne e nelle sue ossa. E poi il nulla.

    Si sentiva come immersa in una profonda nebbia che diventava impenetrabile oltre un paio di metri dalla sua posizione, creando un piccolo perimetro in cui le forme entravano ed uscivano ignorandola e diventando pallidi spettri. Si era mossa istintivamente verso la figura più grande e massiccia, raggiungendola con passi leggeri che non facevano nessun suono. Non aveva nemmeno indosso gli abiti neri che le erano stati tolti prima di essere immersa, ma non si sentiva nuda. Era come se fosse parte della nebbia stessa che stava scivolando sul suo corpo, una piccola tunica di nulla. Dennis comparve nel suo campo visivo.

    Hey... - Sussurrò Johanna, accarezzando il volto di Dennis. Non ci fu un vero contatto. Johanna non era veramente lì. Eppure era lì, lo vedeva. Vedeva Dennis, P.A.N, un uomo capace di sbriciolare il titani sotto un'unghia, con la testa bassa e gli occhi rossi. Se ne stava lì, immobile mentre attorno alla vasca tutti si muovevano frenetici, premendo questo o quel bottone. C'era uno strano silenzio attorno a lei, o meglio, era come se ogni suono fosse ovattato. Lo aveva visto varie volte così, vulnerabile, affranto. Una creatura che doveva scatenare così tanta forza per proteggere i nemici del creato, e che eppure ne aveva così poca per proteggere se stesso. Un corpo di acciaio, con un cuore di vetro, con così tante crepature che spesso era difficile vedervi attraverso.

    Shh...shh...sono qui. - Portò entrambe le mani in avanti, posandole sulle guance di Dennis, che continuò a rimanere immobile. - Non piangere. - Cercò di accarezzarli la fronte, di voltarlo a guardarla, ma non c'era nessuna presa. Lo stava toccando, lo sentiva sotto le sue dita, il calore quasi rovente della sua pelle, l'umido delle lacrime, ma era come se fossero solo sensazioni evocate dalla sua mente, come se non stesse esistendo. Forse era solo la sua mente che stava creando immagini negli ultimi momenti, stiracchiandoli all'inverosimile per permetterle di dire addio all'uomo che amava.
    Johanna lasciò andare il viso di Dennis, appoggiandogli le mani ai fianchi. Lo sentiva tremare, sentiva il suo cuore che batteva con una forza impressionante. Si era mangiato le unghie. Glielo aveva detto un milione di volte che doveva smetterla e invece eccolo lì.

    Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma aveva capito che non lo avrebbe sentito, nemmeno era sicura di poter sentire se stessa in quella nebbia, intrappolata in una specie di limbo che poteva essere vero o semplicemente creato dalla sua mente. Un dubbio sfiorò la sua mente. Si trovava in una dimensione completamente a parte, Agartha da quello che aveva capito faceva sbocco direttamente sul multiverso, quindi non si trovava nello stesso luogo del suo mondo di origine. Forse c'era una spiegazione per quello che le era successo, pensò. Forse era morta davvero, in quella vasca in cui Johanna ora non riusciva a vedere perché Jill l'aveva oscurata, e la sua anima non poteva tornare nel suo universo di origine e unirsi al Khala, come era destino per ogni primarca collegato ad esso. Forse era intrappolata lì, costretta a vagare per Agartha come un fantasma. Sospirò. Se fosse stato quello il caso, aveva fallito come primarca. Le sue esperienze, i suoi ricordi ed i suoi sentimenti non sarebbero mai diventati parte di Atlantide.

    D'improvviso Dennis sollevò il capo guardando avanti a sé, oltre lei, e scattò in avanti animato da uno scopo che Johanna non poteva comprendere. Rimase così, sola, in quel piccolo cerchio di nulla che la circondava, guardando i contorni indistinti di quel mondo che sembrava averla scacciata dalla sua materialità. Procedendo quasi a tentoni, rendendosi conto di non sentire solidità sotto i suoi passi, Johanna si portò verso Jill, intenta a fissare uno schermo con così tanta intensità da sembrare che volesse bucarlo. Johanna si chinò accanto a lei, cercando di sbirciare ma lo schermo le apparve come una lastra opaca, priva di dettagli come ogni cosa attorno a lei.
    Appoggiò una mano sulla spalla della piccola creatura, cercando di incoraggiarla ma ovviamente non ci fu reazione da parte sua. Ogni tanto muoveva le mani per fornire qualche imput al terminale o per regolare una valvola, ma nient'altro.
    Rimase così, seduta su uno di quei terminali anonimi che la circondavano, circondata da un silenzio ovattato ed opprimente. In lei, vi era solo un vago senso di attesa misto ad angoscia data la strana situazione in cui sentiva di essersi ritrovata. Non si mise a pensare alla morte, lo aveva fatto già così tante volte che ormai l'essere morta le sembrava solo un ricordo. A conti fatti doveva già essere morta anni fa, eppure in un modo o nell'altro continuava a sfuggire alla fine. Probabilmente se fosse morta per causa della malattia che l'aveva divorata fino a quel momento, la sua anima sarebbe finita al caos, forse aveva avuto abbastanza tempo per infestarla a livello più intimo ed etereo. Oppure era G.E.A stessa che stava prelevando la sua anima in quel momento. Non le sarebbe dispiaciuto in quel caso, voleva dire che sarebbe stata chiamata a servire una causa ancora più grande di quella dell'impero: la realtà stessa nella sua interezza. E forse avrebbe potuto passare l'eternità con Dennis.

    In Johanna in quel momento c'era uno strano senso di fatalità, le succedeva ogni volta che si ritrovava in una situazione del genere. L'ultima volta era accaduto quando Eaco era giunto in suo "soccorso" quella volta in cui stava rigenerandosi dopo un brutale scontro. Ogni volta che Johanna sentiva il proprio cuore rallentare e il suo sangue macchiare la terra, pensava "ho fatto quello che potevo" e accettava la cosa. Era successo troppe volte ormai, stava quasi diventando un'abitudine. Ma ogni volta che accadeva, Johanna cercava sempre di rialzarsi, di recuperare il proprio corpo distrutto e rialzarsi per poter andare avanti, per continuare ad essere la luce di cui Atlantide ha bisogno. E sopratutto per essere una madre. Non avrebbe mai lasciato da sole le sue bambine.
    O Dennis. Solo, stavolta non sapeva che cosa potesse fare. Fino a quel momento era la sua rigenerazione ad averla portata indietro dal baratro. Questa volta era la sua rigenerazione ad ucciderla.

    Lo vide rientrare di gran fretta, la sua sagoma ancora più grande di prima. Quando entrò nel suo campo visivo, davanti alla vasca, le fu necessario qualche attimo per capire che cosa si fosse effettivamente portato dietro. Un pianoforte? Johanna scivolò giù dalla console su cui si era seduta e si avvicinò, inclinando il capo. Le strane sensazioni che l'avevano attanagliata fino a quel momento si dissiparono, sostituite da una infantile curiosità riguardo quella curiosa comparsa. Si portò alle spalle di Dennis, enorme anche da seduto, e si appoggiò alla sua schiena, circondandogli il collo con le braccia in un gesto amorevole. Non sapeva che Dennis sapesse suonare il pianoforte, non glielo aveva mai accennato. Ma in quel silenzio, Johanna si aspettava di vedere solo le dita muoversi inutilmente. Appoggiò la testa alla sua, guardando oltre la sua spalla al bianco quasi sovrannaturale della tastiera. Quando il primo tasto venne premuto, la singola nota di pianoforte risuonò vibrante nell'aria attorno a lei, con solennità. Poi arrivò la seconda, e la terza. Johanna sentì qualcosa dentro di lei, come un brivido caldo, qualcosa che le sembrò restituire integrità e concretezza. Poi la melodia cominciò davvero e Johanna fissò quasi rapita le dita di Dennis che si muovevano sicure sulla tastiera. Senza incertezze, senza errori. Inspirò a fondo. Per qualche motivo, Johanna ebbe il pensiero che Dennis avesse imparato a suonare quella canzone solo per lei, e che quella era l'ultima occasione che aveva per fargliela sentire. Forse era per quello che Johanna si trovava in quella specie di limbo, per poter ascoltare quella melodia quando il suo corpo non era più in grado di farlo.

    Johanna chiuse gli occhi e cominciò a ondeggiare il capo al ritmo di quella melodia così lenta e dolce. Se quello era il momento dell'addio, non era così male andarsene accompagnati da quella musica. A quel pensiero però, scosse la testa. No, non poteva andarsene. Non voleva lasciare tutto questo. Anche lei, Johanna Derham, la santa vivente di Atlantide, aveva diritto ad una vita felice con l'uomo che amava, dopo tutte le guerre. Una volta sconfitti i nemici dell'umanità, anche lei voleva svegliarsi il mattino e avere di nuovo una famiglia. Voleva passare il resto della sua esistenza con quello strano uomo di cui si innamorata fin dal primo giorno in cui si erano incontrati. In quel momento Johanna si rese conto che le sue guance erano bagnate di lacrime. - Non voglio andarmene.
    La musica cessò. Johanna sospirò e si staccò dall'uomo che amava, portandosi accanto a lui e sfiorando le sue labbra con un piccolo bacio.

    Grazie, amore mio. - In quel nulla attorno a lei, tornò il silenzio. Dennis rimase lì, con le mani in grembo, a fissare il pianoforte. Attorno a loro, i medici e Jill continuavano a lavorare incessantemente, ombre in continuo cambiamento nella sua visione periferica. Si avviò verso la vasca, scorrendo la mano sulla schiena di Dennis mentre lo aggirava. - Adesso tocca a me.


    Jill sobbalzò con così tanta forza da saltare via dal suo sgabello rialzato, cadendo a terra. Tutti si voltarono verso di lei. Jill non li degnò di uno sguardo, indicando con un dito tremante lo schermo. - C'È UN PICCO DI ATTIVITÀ!
    Lo schermo si accese immediatamente di innumerevoli luci e indicatori. Poi ci fu un suono, come un gorgoglio proveniente dalla vasca, poi un tremolare leggero diffuso sotto i piedi di tutti. Poi lo percepirono tutti, anche coloro fuori che stavano pregando. Un cosmo. Il cosmo di Johanna cominciò a manifestarsi appieno, sovrastando completamente quello di tutti i presenti al punto da tingere di oro e di azzurro l'intera stanza, sfolgorando oltre la schermatura opaca della vasca. All'interno di essa vi era solo un sistema nervoso sospeso nel liquido, ma in esso vi era ancora la mente di Johanna. Il tremolio divenne un vero e proprio rombo.

    Micro organismi sconosciuti si sono infiltrati nella vasca! - Esclamò uno dei medici. - Non ho mai visto qualcosa del genere se non... - La sua voce si abbassò e divenne un sussurro. - La progenie di Tiāmat?


    Dennis... - Cominciò Jill, arrampicatasi nuovamente alla console che stava operando. Si voltò verso la palingenesi. - Ti ha sentito...?





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    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Perché lo aveva fatto?
    Perché aveva inscenato tutto quel teatrino in un momento come quello? Perché aveva dato retta al suo stomaco invece che al buon senso. Aveva suonato per qualcuno che non poteva sentirla. Aveva suonato per se stesso solo per non pensare a quello che stava succedendo. Strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche, digrignò i denti in una rabbia che urlava fino al buio oltre le stelle, fino alle viscere degli inferni più profondi, Un universo ignorante, un'esistenza indifferente agli orrori che la gremivano dall'interno come parassiti in una carcassa purulenta. I suoi occhi ciechi fissavano in avanti, cesellatati in un'espressione di puro furore. Il suo respiro divenne sempre più profondo, pronto ad esplodere in un urlo che avrebbe riempito d'orrore ogni singola creatura vivente nell'universo, come il riverbero su una lastra di vetro.

    Ma non successe.

    C'È UN PICCO DI ATTIVITÀ!
    La voce di Jill, quelle parole cariche di sorpresa, fecero evaporare la furia omniversale come acqua al sole. Dennis si voltò, vedendo la lucertola sul pavimento. La sorpresa l'aveva fatta cadere, ogni parametro che aveva davanti era impazzito, altalenando senza sosta senza mai fermarsi. Il rumore delle apparecchiature venne man mano stravolto da un suono estraneo, un rombo, un tuono, un'elettricità dorata che stava permeando l'aria.
    Cosmo.

    Dennis si alzò dalla sedia, guardandosi intorno con fare spaesato, passandosi una mano nei capelli mentre i suoi occhi rimbalzavano ovunque, dalla vasca ai medici che cercavano di capirci qualcosa, al pianoforte, a Jill che stava diventando ogni secondo più pallida.

    L'energia cosmica stava portando luce dorata in ogni angolo della struttura, da dentro a fuori. Il nugolo di gente che stava aspettando all'esterno venne inondata dalla luce che si stava manifestando. Nessuno di loro smise di pregare.

    La voce del medico era permeata dalla paura.
    Micro organismi sconosciuti si sono infiltrati nella vasca! Non ho mai visto qualcosa del genere se non...
    Il terrore gli strozzò la voce.
    La progenie di Tiamat.

    Quel nome non disse niente a Dennis. Non capiva cosa stava succedendo, non riconosceva nulla di ciò che accadeva.
    All'improvviso, la sua coscienza si allacciò con quella di Pan, come un terminale che veniva collegato alla rete. Per un breve secondo i suoi occhi si illuminarono di verde. Tiamat, l'entità multidimensionale. Ricordi di avvenimenti che non aveva mai vissuto. Il Drago e La sua Progenie che ruggivano al cielo, riempiendo l'aria della loro essenza. Tiamat era li, Tiamat era ad Agartha.

    La voce di Jill era poco più di un gemito.
    Dennis...
    Ti ha sentito...?


    Ma Dennis non si voltò verso di lei. Ogni grammo della sua attenzione era rivolta verso la vasca, verso ciò che rimaneva della regina reggente di Atlantide. Senza distogliere lo sguardo, Pan emanò un solo, preciso ordine:

    Fuori di qui!

    La situazione surreale e allo stesso tempo spaventosa fece da incentivo per quel comando. Nessuno oso obbiettare, nessuno tentò invano di rimanere al proprio posto. Tutto lo staff si diresse verso le uscite, senza voltarsi indietro. Compresa Jill.

    Dennis era rimasto da solo.
    Il suono era diventato infernale, la luce quasi gli feriva le cornee, ma non si mosse. Non era più animato da un uragano di odio e rabbia, ma da qualcosa di diverso, qualcosa che bruciava come il cuore di una stella.

    Speranza.

    Strinse i pugni, portandoseli davanti a se. Tutti i suoi muscoli erano tesi come cavi d'acciaio, mentre il miracolo si stava manifestando davanti a lui.


    SE CE L'HO FATTA IO, CE LA PUOI FARE ANCHE TU!

    La luce lo stava accecando, ma non importava, nulla importava, se non lei.

    TU SEI MEGLIO DI ME!

    La luce divenne un lampo bianco, ed un orribile rumore travolse i sensi di Dennis. L'istinto lo portò a pararsi gli occhi con l'interno del braccio ed a voltare la testa, pronto a ricevere un qualsiasi tipo di danno, ma fu particolarmente fortunato.

    La luce si dissipò, e gli occhi di Dennis faticarono a contestualizzare cosa avevano davanti:

    La vasca era stata letteralmente fagocitata da un ammasso sgraziato di corallo rosso. Spuntava fuori dalla vasca come una stalagmite di sangue rappreso, una ciste solida dai bordi taglienti e spigolosi. Le macchine erano silenziose, tutto taceva.
    Pan si mosse di corsa verso il macigno rosso porpora. L'energia cosmica non era più sfolgorante come prima, ma permeava ogni centimetro di quell'ammasso di pietra, suonando ai sensi di Dennis come un cuore che batteva. Le sue dita passarono sulla ruvida superficie, cercando senza sosta il migliore dei punti d'appoggio. Quando li trovò, la forza ancestrale di Pan si propagò sulla pietra, che si sfaldò con enorme facilità. L'interno era pressoché cavo, ed in quel ventre scuro e rosso come il sangue, immersa negli liquidi ormai inerti, giaceva Johanna Derham. Non era più ridotta ad un ammasso di nervi, ma era davvero lei? Era riuscita a fuggire dalle luride mani di Nurgle?
    Dennis si fece strada nella roccia friabile, prese delicatamente la donna che amava tra le sue braccia, togliendole i capelli dal viso. Con il cuore in gola, aspettò un segno da parte di lei, qualsiasi esso fosse stato.


    God...Gea...
    Please...



    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - ///
    MENTALMENTE - ///
    STATUS DARIAN - ///

    RIASSUNTO AZIONI -
    ABILITÀ -

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
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    a prima cosa che Johanna sentì fu il freddo. Nello stesso modo in cui da neonata aveva abbandonato il calore del ventre materno, Johanna tornò ad esistere abbandonando l'utero di corallo che il suo cosmo aveva creato. Varie propaggini scarlatte si agitavano sul suo corpo, perdendo però sempre più mobilità fino al seccarsi e sbriciolarsi del tutto. Quando Dennis la sollevò, Johanna lasciò dietro di sé una scia di liquido e polvere rossi che precipitò nei resti ormai contaminati di quella vasca.

    Il corpo di Johanna era caldo, immensamente caldo, più di quanto un individuo in salute potesse sopportare ma non era febbre come quella che si era portata prima entrando ad Agartha. Era qualcosa di diverso, il corpo di Johanna stava letteralmente emanando un calore atroce come se stesse emettendo radiazione cosmica residua dopo quell'immensa manifestazione di pochi attimi prima. Era come se stesse cercando di dissipare l'energia sprigionata in quel momento e che continuava a fluire nella realtà. Era immobile, i suoi arti ciondolavano inerti sostenuti dalla forza di Dennis che la teneva in braccio.

    Poi un battito cardiaco, così violento da fare vibrare l'intero corpo. E poi un secondo ed un terzo. Il cuore di Johanna aveva cominciato a battere con forza, diffondendo sangue nuovo e pulito lungo arti e dentro organi puri e nuovi come quelli di un feto. Dopo il freddo, Johanna cominciò a sentire il dolore. Le sue estremità vennero avvolte in una percezione simile alla statica di un vecchio televisore mentre il sangue si faceva strada in esse e dava liquido. La bocca di Johanna si aprì appena e il suo petto si alzò nel suo primo respiro che portò ossigeno al liquido rosso che scorreva dentro di lei. In qualche modo, il corpo di Johanna era persino più pesante di prima, ma dal suo interno sotto la pelle era possibile udire il suono scricchiolante del corallo, ancora in fase di assestamento. Poi ci fu un fremito che partì dalla schiena della primarca e si diffuse a macchia d'olio sulla sua pelle. Qualcosa di strano, di nuovo. Lo strato più esterno della sua pelle si addensò, mentre corallo cresceva su di essa. O meglio, fu lo strato corneo stesso a trasformarsi in corallo. Gli arti di Johanna, i suoi fianchi e la sua schiena furono ricoperte da piccole scaglie blu oltremare, orlate d'oro. Questa trasformazione si diffuse alla gola e salì sulle guance. Queste si solidificarono spaccandosi trasversalmente accompagnando la forma della mandibola in una linea seghettata. Denti.
    Quest'orrenda bocca si spalancò oltre il limite normale, in uno strano ibrido umano/draconico e Johanna inarcò la schiena prendendo una enorme boccata d'aria che le gonfiò il petto. Artigli ricurvi punsero la pelle dell'araldo mentre le mani di lei si afferravano a Dennis in quello spasmo di vita, per poi rilassarsi nuovamente tra le braccia di Dennis. Esalando l'aria accumulata Johanna sbuffò una nube di vapore e polvere rossastra. La bocca si richiuse e in pochi istanti così com'era comparsa quella strana trasformazione si disfece, l'indurimento della pelle si invertì e il corpo nudo di Johanna tornò roseo e puro. Le guance si richiusero. Ma il profilo delle scaglie rimase per qualche secondo, come una vaga luce azzurra sotto la sua pelle, che andò ad unirsi ad altre linee luminose nel suo corpo. Dennis aveva visto più volte il pattern di circuiti di oricalco che Johanna portava nel suo corpo, ma quelli erano chiaramente andati perduti. Davanti agli occhi di Dennis l'intero corpo di Johanna stava attraversando una fase di ricablaggio completo. L'intricato arabesco draconico sulla pelle di Johanna pulsò per qualche secondo prima di svanire.

    Quello che Dennis stava reggendo era un corpo gentile, morbido. Il corpo che Johanna avrebbe avuto se non avesse combattuto per tutti quegli anni, sarebbe stato necessario molto lavoro prima di recuperare la forma che aveva; curve morbide e piene, ma come l'araldo aveva potuto notare con il passare del tempo, ogni volta che Johanna rigenerava il suo corpo tutte le imperfezioni, tutti gli errori fatti dalle cellule, i nei, le cicatrici. E una rigenerazione ad opera di poteri ed entità aliene sembravano avere un qualche effetto su Johanna. Anche se era fradicia e sporca di liquido rosso, il viso di quella donna era quasi ultraterreno. Ormai aveva poco di quella ragazza che aveva incontrato in quel palazzo anni prima.

    Johanna aprì gli occhi, rivolgendoli al soffitto. Gli iridi dorati spaccati in due da una pupilla verticale. Ma fu solo per qualche istante, l'azzurro stava già diffondendosi verso il centro e gli occhi di Johanna furono nuovamente normali. Batté le palpebre un paio di volte mentre mentre la consapevolezza si fece strada nella sua espressione. Il suo corpo cominciò ad animarsi, i muscoli a tendersi e gli arti a muoversi. Spostò lo sguardo su Dennis. La mano destra di Johanna si sollevò, posandosi con dolcezza sulla guancia di Dennis.

    Ti ho sentito.




    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

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    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    Quel calore non era normale. La febbre era ancora li? Era stato tutto inutile? Non c'era respiro, non c'erano segni di vita in quel corpo acerbo. La strinse a se, cullandola dolcemente avanti e indietro, sperando in qualcosa, non sapeva cosa, ma ci sperava.

    Un gemito, e capì che Johanna era ancora viva. Ma non fu abbastanza da disfare le sue paure. Era come se stesse tenendo tra le braccia un reattore nucleare pronto ad esplodere. L'orribile suono che proveniva da sotto alla pelle della donna gli trapanava la mente. Non poteva fare niente se non continuare a stringerla a se.

    Johanna stava mutando. La sua pelle divenne squamosa e azzurrognola, il suo viso venne coperto da una struttura che ricordava il viso di un drago. Dennis sentì le unghie diventate artigli che gli si conficcarono nella pelle, creando macchie di sangue sui suoi vestiti. Non aveva più un umano tra le braccia, ma un ibrido che ricordava più un drago che una persona. Non l'avrebbe lasciata, non in quel momento, non fino alla fine.

    In un rantolo dal suono invernale, la creatura ibrida inspirò tutta l'aria che i suoi polmoni erano in grado di immagazzinare, per poi esalarla in una nube di vapore e polvere. La forma dragonica si sfaldò come un guscio di cenere, e Dennis era di nuovo con la sua amata. Il suo corpo era diverso, un corpo che mostrava al massimo il suo essere “nuovo”, a cominciare dalle linee mediane che gli brillavano sotto la pelle fino alla sua quasi totale mancanza di cicatrici.

    Gli occhi di lei si spalancarono, e si incontrarono con quelli di Pan. La mano di lei lo accarezzò sulla guancia. Sentire quel calore sul viso fu galvanizzante.

    Ti ho sentito.

    Si guardarono negli occhi per qualche momento. Dennis sorrise, gli occhi pieni di lacrime di gioia. Toccò la fronte di lei con la sua, senza smettere di sorridere. Non aveva la forza di ringraziare chiunque fosse in ascolto. Voleva solo avere lei tra le braccia ancora per un po' forse per paura di perderla se l'avesse lasciata andare.

    Ti amo... Sussurrò, senza neanche aprire gli occhi. Ho avuto...ho avuto paura di non potertelo dire mai più, stavo per...stavo...
    Strinse i denti, cercando la forza di trattenersi. Ispirò profondamente, riassumendo il controllo. Si guardò intorno in cerca di qualcosa, fino a quando non vide l'angolo della stanza con la doccia d'emergenza. Ci si mise sotto e tirò la maniglia con i denti, senza lasciar andare Johanna dalle sue braccia. L'acqua tiepida lavò via il liquido inerme della camera della vita., che poteva essere ancora deleterio per un corpo appena formato.

    Riesci a camminare? Senti dolore? Erano ancora sotto il getto d'acqua, quando sentirono una voce poco lontano.

    Dennis? Dennis dove sei? Cosa è successo a-
    Oh Gea Benedetta è viva!



    Oddio è nuda.


    Jill era rientrata nell'edificio poco dopo il termine della manifestazione di luce. Li vide sotto la doccia, una nelle braccia dell'altro. La lucertola si coprì gli occhi con una mano. Poco dopo venne seguita dallo staff medico della struttura. La loro interpretazione del senso del pudore era molto più labile rispetto a quello della biologa. Un cenno con la mano e due di loro erano già pronti con un accappatoio ed una sedia a rotelle. Jo venne vestita e fatta sedere con la massima cura. Non era ancora finita del tutto, c'erano ancora esami fisiologici da fare, e e Jo aveva bisogno di riposare il più possibile. Questo non fermò la notizia della ripresa di Johanna nel diffondersi tra la folla poco distante. Ci furono urla felici, applausi, addirittura qualcuno sparò in aria due o tre colpi per celebrare la notizia. Per loro, le preghiere avevano funzionato, ma Dennis sapeva la verità. Per la prima volta in ore, la sua attenzione non era più focalizzata su Johanna. La sua imponente figura prese di soprassalto Jill, la quale si trovò sollevata da terra e stretta in un abbraccio con la Palingenesi.

    Thank you. Le disse, per poi girarsi al resto dei medici. Thank you all...

    You saved my world.



    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - ///
    MENTALMENTE - ///
    STATUS DARIAN - ///

    RIASSUNTO AZIONI -
    ABILITÀ -

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
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    ohanna era ancora chiaramente stordita dagli eventi e dalla sua rinascita violenta, sembrò a malapena sentire le parole di Dennis e si limitò a chiudere gli occhi e appoggiare la testa sulla spalla di Dennis nel momento in cui l'acqua della doccia li travolse. il liquido rossastro mescolato alla gelatina della vasca di rianimazione scivolò dalla sua pelle, raccogliendosi in uno strano anello grumoso attorno allo scarico. Da esso si sollevarono piccole propaggini dirette al cielo, come piccoli artigli, ma si seccarono in pochi istanti per poi sbriciolarsi e venire trascinate via dall'acqua che scorreva. Era già tutto inerte mentre scendeva nello scarico.

    Si sentiva immensamente stanca, era conscia di aver appena consumato un quantitativo assurdo di energia cosmica quando era già ben oltre l'essere esausta. Per certi versi era come se si stesse concentrando per non morire in quell'attimo, nonostante fosse al sicuro ora. La carne infetta era stata completamente eliminata e le parti del sistema nervoso che erano andate perdute si stavano già rigenerando. Johanna stava sentendo il familiare formicolio sotto la pelle e dentro la testa, che le generava quel solito piccolo prurito che non sarebbe mai riuscita a grattare. Ma era comunque un buon segno. Il capo le ciondolò qua e la mentre improvvisamente una intera equipe di medici la aiutò a tenersi in piedi. Venne vestita con un morbido accappatoio e fatta sedere su di una sedia a rotelle.
    Quegli strani contrasti tra ipertecnologia e cose mondane che mostravano i servi di Agartha quando c'era intorno Dennis erano sempre stati strani per Johanna, e per certi versi la facevano ridere. Aveva visto strane creature aliene composte da cinque cervelli fluttuanti imbracciare stendo brasiliani di latta piegata con il martello discorrere tranquillamente con uno dei suoi soldati in uno dei loro incontri sul campo. E ora si trovava su di una sedia a rotelle di cui la rotella anteriore destra cigolava terribilmente, con la quale venne portata all'altro lato della stanza dove vi era la strumentazione per fare gli esami necessari.

    Mia signora splendente, porga il braccio per favore.
    - Disse uno dei medici serpentini, e Johanna quasi meccanicamente porse il braccio destro. Poi si fermò a guardarlo, quasi in trance. Ci volle un attimo perché capisse che quello era il suo braccio, era così diverso da com'era prima della malattia. Certo, Johanna fin da prima aveva chiaro il fatto che durante la convalescenza avrebbe perso massa muscolare, è normale per tutti, ma quello non era un braccio flaccido di chi è rimasto fermo troppo tempo. Era un braccio normale, sano, anche se grande la metà di quello che ricordava. Mentre il dottore agganciava strani apparecchi costituiti di bronzo, vetro e quarzo al suo braccio e piccole punture accarezzarono la sua pelle, Johanna scostò un lembo dell'accappatoio per guardarsi. Sospirò. Avrebbe dovuto ricominciare praticamente da capo con la palestra. Johanna controllò qua e là notando chiare differenze. Le scappò un "beh" notando certi particolari.

    Pian piano la piena coscienza di cosa era successo cominciò a fluire in lei. Era sopravvissuta. Per l'ennesima volta era riuscita a sfuggire alle grinfie della morte, e le era concesso di poter continuare a combattere per il mondo in cui credeva. Sospirò e mandò indietro la testa abbandonandola così per qualche istante mentre i medici attorno a lei si affaccendavano in ogni modo possibile. Misura della pressione, della temperatura, reazioni delle pupille. Dissero subito che sarebbe stato necessario metterla sotto osservazione per un qualche periodo, ma Johanna si sentiva solamente stanca. Capiva certo il doversi accertare che i patogeni in lei fossero stati completamente sradicati dal suo sistema.

    Nel frattempo, Jill si accoccolò a Dennis bagnato fradicio, strusciando la guancia grassottella al suo petto. Alle parole della palingenesi, i medici si rizzarono tutti sull'attenti, per poi sciogliersi in un elegante inchino riverente al loro re.

    Viviamo per servire, most beneficent one. - Dissero in coro, prima di voltarsi e tornare a dedicarsi alla regina atlantica. Uno di loro cominciò subito a parlare in un comunicatore, dicendo che dovevano preparare la migliore e la più bella stanza di tutto il regno di P.A.N.
    Johanna nel frattempo si era alzata, ignorando le proteste dell'intera squadra medica e avvicinandosi a Pan. Avendo perso praticamente tutta la sua massa muscolare, l'accappatoio cadeva sul corpo di Johanna in modi che Pan probabilmente non aveva visto su di lei. Johanna contava solo che non ci si sarebbe abituato, sarebbe tornata in palestra il prima possibile. Si avvicinò a Dennis e alla piccola Jill, ancora in braccio al suo uomo. - Grazie- - Disse, appoggiando la mano sulla guancia di entrambi. Sul suo volto c'era un sorriso caldo, materno. Qualcosa che su questo nuovo corpo privo di ulteriori imperfezioni in qualche modo risaltò ancora di più del solito.

    Ammetto che stavolta non contavo di farcela. Che fosse davvero il momento di abbassare il sipario e mettere via le sedie. - Guardò entrambi. Sotto i suoi piedi nudi strutture di corallo la sollevarono all'altezza di Dennis, e per forza di cose al di sopra di Jill. - Ma non vi siete arresi. - Diede un piccolo bacio sulla fronte di Jill, e uno lieve sulle labbra di Dennis.


    [...]

    Johanna era davvero nella stanza più bella che il regno di Pan avesse da offrire. Era una spiaggia. Letteralmente, e allo stesso tempo non lo era. Come una piccola dimensione limitata ad una stanza, un letto ed un comodino posizionati su di una spiaggia cullata dalla risacca. L'acqua non era vera, ma i suoni e gli odori sì. Era qualcosa di estremamente rilassante. Era lì già da qualche giorno, aveva contattato Raia facendole sapere che era tutto a posto, ma che c'era ancora bisogno di qualche accertamento di circostanza prima che potesse tornare ad Atlantide. Per contro, Raia quasi le urlò che si doveva RIPOSARE. Quando Johanna le fece notare che l'unica a riposarsi mai era Raia stessa, la sua esarca già al settimo caffé della mattinata le disse di stare zitta e dormire.
    Dennis aveva recuperato qua e la libri e riviste completamente a caso dal suo camper, assieme ad un lettore dvd che aveva il tasto skip scassato. Johanna ammetteva che dalla stanza più bella si sarebbe aspettato di vedere film proiettati sull'orizzonte del mare, ma c'era una certa aria di famigliarità e semplicità nel ronzio dell'apparecchio appoggiato sulle sue gambe. Certo la scelta di film era discutibile...ma era anche vero che non aveva mai visto certi film in primo luogo. Finito di guardarlo, Johanna mise via il DVD di Drive e prese il sacchetto di plastica in cui c'erano i dischi portati da Dennis per tenerla occupata mentre lui faceva le sue cose da difensore dell'universo. Sfogliò i vari involti di plastica, in cerca di qualcosa di interessante.

    Questo non lo conosco proprio.
    - Disse tra sé e sé guardando la scritta a pennarello blu sul lato superiore di un DVD masterizzato. La calligrafia era di Dennis. - C'è scritto trappole, forse non è un film ma dei file sulle difese di qualche posto...forse non dovrei guardarlo. - Aggiunse, avendo già spinto Play.












    Ma pensa.




    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE

     
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    Allora?

    Beh, si sta riprendendo. La risonanza magnetica ha dimostrato che c'è attività neurale un po' ovunque. Forse non ha nemmeno bisogno della fisioterapia.

    Oooh bene, bene...che sta facendo ora?

    Sta riposando. È in una delle zone in stile spiaggia, sai, quelle dove non ci costruisco mai niente perché la salsedine è una stronza. Gli ho detto di ritagliarsi un po' di tempo mentre si faceva uno o due Cosmopolitan.

    Cosmopolitan? Ma che sei serio?

    Oh, io lo chiamo così ma in realtà è così imbottita di farmaci che gli avrei potuto presentare un tamarindo e lo avrebbe preso come chardonnay. Caffè?

    Oh si grazie.

    Ecco a te. Zucchero?

    No no grazie. Ma sta davvero bene o l'hai vista sorridere e non hai fatto domande.

    Senti le analisi sono pulite, quelle che ho chiamato medicine in realtà sono qualcosa come confetti di thc è zucchero...
    Ma sta bene, fidati!


    Mmh mh...

    A parte i film.

    In che senso?

    No gli ho dato dei film da vedere, con “Leon” tutto bene, con “There will be blood” si è annoiata un po' ma va bene, ma ha visto “Taxi Driver” ed ha cominciato a parlare riguardo uno con la giacca bianca ed un martello di che cazzo stava parlando...?

    Ah.



    E tu?

    Io?

    Tu come stai?

    Domanda del cazzo.

    Dennis...

    Ok ok ti rispondo. Cristo, mi fai mancare il mio vecchio analista, e lui era uno Spectre.
    Come credi che mi senta? Abbiamo sfiorato una crisi mondiale, e anche se ora sta bene non faccio altro che pensare a quanto ci siamo andati vicini. Tanto così, guarda, tanto così e tutto andava a puttane vorrei, giuro su Gea, vorrei rilassarmi e concedermi una tregua ma non posso permettermelo. Semplicemente non posso, ne ora, ne mai. Potrebbe scendere Dio stesso con le sue schiere di angeli a sistemare il pianeta in uno schiocco di dita e nulla cambierebbe per noi due, perché c'è qualcosa la fuori che continua a rompermi i coglioni e TU non vuoi dirmi NIENTE a riguardo.
    Ora, se mi vuoi scusare, devo andare a prendere calci in faccia a due a due fin quando diventano dispari. C'è della pizza nel forno, serviti pure.


    Dennis...



    Lo so. Lo so che ti ho detto troppo poco, ma quello che ho potuto dirti si è sempre mostrato veritiero. Quindi prima che tu vada, voglio che tu sappia una cosa, e voglio che tu te la stampi in ogni angolo libero del cervello:



    tumblr_llat7zQkPF1qhc137o1_400



    It will get better...

     
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