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I WILL DEFEND THE EMPIRE UNTIL THE LAST BREATH, EVEN IF THE KINGDOM OF CHAOS WAS EMPTIED AND ALL ITS ARMIES WERE AGAINST ME. IF THE DARK GODS IN PERSON WALKED ON THIS WORLD, I WOULD RAISE MY COSMOS AND BAR THEM. AS THE EMPEROR'S BRIDE, I CAN NOT DO LESS. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE WEAK. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE HERETIC. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF DAMNATION. ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ►

Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter 1

Arena Interna
Palazzo degli Inverni
Settore Artico
Atlantide

L'aria, nell'Arena Privata del Kraken, era talmente densa e pesante che poteva quasi essere tagliata con un coltello.
Un silenzio religioso rotto solamente dal suono dei colpi che fendevano l'aria carica di acqua e che impattavano contro i costrutti da allenamento in oricalco.

Si era ripresa da poco dall'incontro con Lady Johanna ed aveva bisogno, davvero, di schiarirsi le idee. Aveva pensato al metodo per lei più congeniale per scaricare lo stress e la frustrazione accumulati: allenarsi nel combattimento fino alla sfinimento.

Vestita solamente con una tenuta da allenamento ridottissima viola e nera che metteva ben in mostra le sue forme toniche, evidenziata dai guanti che le coprivano le orribili cicatrici dovute al ghiaccio con il quale si era auto-perforata per non cadere nella tentazione del chaos, risaltavano sulla sua pelle, sul fianco sinistro, i caratteri atlantidei di due nomi.

Viktor Heinze, soldato semplice.
Eik Sigvaldadóttir, ricercatrice archeologa.

I capelli color dell'oro sembravano i capelli di serpe di una gorgone tanto erano animati e mossi dalle correnti e dalle pressioni cosmiche.
L'espressione della giovanissima Primarca era seria e decisa, i piedi erano avvolti solo da delle bende nere che lasciavano scoperte le dita mentre colpiva con un calcio girato un costrutto, descrivendo una scia luminosa nell'aria ricca di acqua.

Continuò l'addestramento per tutto il pomeriggio, in serata sarebbe stato possibile ritrovare una miriade di costrutti da addestramento distrutti, strappati, perforati, congelati e colpiti selvaggiamente più volte.

Entrò nella vasca lasciandosi galleggiare, con gli occhi color del ghiaccio piantati sul soffitto. una volta terminato il bagno purificatore due Sorelle Guerriere ne avvolsero il corpo in bende di lino intriso di olio tre volte benedetto mentre un servitore cherubin, svolazzando a poca distanza dalla testa di Sanya, elencava i punti del rapporto giornaliero sulle attività del Regno Artico.

Si sincerò che tutto quanto fosse predisposto come da lei richiesto prima di allontanarsi diretta alla sua navetta personale.
Ancora non sapeva se augurarsi che il suo invito venisse preso in considerazione o meno.

Resti di Avanaata
Groenlandia

Al centro della piazza dei resti di Avanaata, assisa su un trono di ghiaccio al cui interno scorreva acqua scura, color del mare più profondo, adornata da una veste candida con ricami in filo di oricalco rappresentanti formazioni spiraleggianti e tentacolari, con il capo chino e gli occhi chiusi, Sanya cercava la sua massima concentrazione.

La Groenlandia era per lei una sorta di terreno sacro, sotto la sua superficie erano celato l'ingresso della prigione plurimillenaria di Yorith, il Grande Antico nemico della sua genia, con cui Mestore figlio di Poseidone, primo Primarca del Kraken, strinse un accordo che avrebbe gravato sulla memoria cosmica di ogni suo discendente del diritto di regnare sull'Oceano Artico.
Anche Sanya aveva incontrato più volte l'essere antico, e con lui spesso aveva interloquito, sebbene nei tempi e nei modi che più congegnavano all'essere da oltre il tempo.

Era significativo il fatto che avesse richiesto un incontro con quella persona, ed ancor più significativo che lo avesse fatto in quel luogo.

Devo rimanere ferma nella mia idea, devo riuscire a non cedere ad eventuali provocazioni.

Era sola in quel luogo, fatta eccezione per un piccolissimo drone registratore che fluttuava pigramente sopra il trono di ghiaccio, la Scale era riposta in modalità totemica, al fianco della Regina.

Attese in silenzio finché la pressione cosmica non reagì alla presenza atavica dell'essere, i peli si rizzarono sul collo della ragazzina nel corpo di giovane donna, strinse la mani sui braccioli del trono per cercare di rimanere composta di fronte alla rappresentazione fisica della bestialità della natura.

Schiuse lentamente gli occhi

Si alzò e scese dal trono, lasciandolo vuoto, portandosi al livello del terreno.

Lei era radicalmente diversa dall'ultima volta che si erano visti, da bambina aveva ora l'aspetto di una giovane donna.

Lui era radicalmente diverso dall'ultima volta che si erano visti.

E si erano lasciati con tutte le premesse di un pessimo rapporto...

Sono lieta che abbiate accettato di incontrarmi, Mister Bieffe...

Ecco, il suo accento russo era rimasto inconfondibile.

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YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

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1

Il fumo di sigaretta disegnava forme contorte nell'aria.

Pan era seduto ad un tavolo di legno, gomito destro sul tavolo, mano che reggeva sia la sigaretta che la sua testa. Fissava senza sosta le carte e e i rapporti sparpagliati davanti a lui. Tutto intorno c'erano alcuni dei suoi soldati migliori, e tra quelli spuntava fra tutti il suo ufficiale medico. Quella sala del suo tempio era enorme ma assurdamente spoglia.

Possiamo permetterci una cosa del genere?

Il numero delle unità che ho chiesto per questa cosa non richiedono supporto senziente, e la maggior parte è artiglieria d'assedio. L'unica cosa che conterà qualcosa nel caso le cose vadano nella peggiore delle direzioni sarà la vostra velocità di reazione

E tu?

Dennis alzò la testa, incontrando gli occhi della creatura.

Puoi permetterti una cosa del genere?

Pan sbatté le palpebre un paio di volte.

Che cazzo di domanda è? Ti sei rincoglionito tutto ad un tratto? Tutta questa cosa è basata su quel concetto! Tutti voi sarete li nel caso le cose vadano male! Siete voi a dovervi fare questa domanda!

Dennis.

Huli si strofinò la fronte, per poi riprendere a parlare.

Puoi semplicemente rifiutare.
Puoi ancora farlo, potresti avere più tempo per prepararti alla cosa. Gea Benedetta potresti chiedere aiuto a Lady Raia o a Lady Joh-

Per un breve, infinitesimale attimo, l'aria nella stanza venne scossa da una brezza più fredda del normale. Fu un cambiamento così repentino, così assurdamente improvviso da fermare chiunque o qualunque cosa sul posto. Le parole di Huli gli morirono in gola, mentre l'Araldo della Forza continuava a fissarlo.
Pan spense la sigaretta sul palmo della sua mano, protetto da una parte della sua Darian. Sospirò lentamente, mentre i suoi uomini attendevano le parole che avrebbero dato inizio a tutto:

Deattivare il Grey Protocol.
Pronti a partire in trenta minuti.







Le api dorate lo poggiarono delicatamente al suolo.
Pani si guardò intorno, notando una cittadina deserta, sferzata dal vento gelido. Poco lontano da lui c'era qualcosa, una struttura dall'aspetto cristallino, armonica nella sua costruzione simmetrica, ma dall'aspetto minaccioso e terribile.

Si portò due dita al collo, accendendo il comunicatore.

Silenzio radio da ora fino a nuovo ordine. Usate i satelliti per il monitoraggio visivo.
…
Buona fortuna.

Chiuse la comunicazione, e cominciò ad incamminarsi verso la struttura.
Ogni passo rimbombava nelle sue orecchie, accompagnato dal suo respiro. Stava cercando in tutti i modi di mantenere la calma, di non agire come un animale rabbioso, ma era difficile, estremamente difficile. Chi stava per incontrare era diventato il simbolo del fanatismo angosciante di Atlantide, uno specchio di un'arroganza senza eguali, che non conosceva limiti o decenza umana. Un cancro nella società Imperiale.

Ricordava ancora il peso del corpo senza vita, l'odore del sangue, la sua consistenza appiccicosa sulle sue mani, quel sangue che non accennava ad andarsene dalla sua memoria.
E quegli occhi che lo guardavano dall'alto in basso, occhi che deridevano la morte ed il dolore che avevano appena visto.

I pugni di Pan cominciarono a stringersi, mentre il vento continuava a sferzare la sua pelle. Una maglietta nera, pantaloni larghi ed un paio di scarpe da ginnastica cominciavano a non sembrare abbastanza.
La Darian si pervase sul suo corpo lentamente, colando come inchiostro vischioso sulla sua forma umana, assumendo pian piano una consistenza solida ed una forma più consistente.
Pan non aveva mai distolto lo sguardo dal suo obbiettivo.


Ed infine eccola.
Vestita di bianco, seduta su un trono di ghiaccio ed acqua, Sanya era cambiata. Non era più una ragazzina bionda con un'uniforme in miniatura addosso. Aveva davanti una donna, una donna tanto diversa da ciò che ricordava che Pan fu disorientato per un secondo, per poi scorgere l'Armatura Atlantidea posta li vicino.
Si, era lei.

Si fermò a pochi passi dal trono, mentre Sanya si riprese da ciò che dall'esterno poteva sembrare un sonno leggero. La vide scendere su quei grossi gradini scuri fino a raggiungere il terreno. La differenza d'altezza era ancora evidente fra i due Cavalieri, resa ancora più evidente dalla loro costituzione fisica.

La stava fissando negli occhi, e quelli non erano cambiati. Poteva benissimo scorgere tutte le emozioni che aveva provato quel giorno, mentre Dennis di Utahraptor abbracciava piangendo un cadavere. Erano chiare come il sole.

Sono lieta che abbiate accettato di incontrarmi, Mister Bieffe...

Il suono di quella voce lo portò a stringere i denti con una pressione immane. Il suo respiro era profondo e lento, un gesto che faceva trasparire la volontà di Dennis di non cedere al primo impulso, di non comportarsi come un animale.
Ma ogni secondo che passava, la corda si faceva sempre più tesa, e molto probabilmente si sarebbe spezzata nel giro di qualche minuto.

Pan si curvò leggermente verso la giovane Primarca, arrivando così vicino che per poco il suo elmo non toccò la fronte della giovane donna, E con enorme sforzo, le parole gli uscirono dalla gola, deformate dal comunicatore e dalla invereconda rabbia che gli stava divorando le viscere.

Che cosa vuoi?

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Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter II

Resti di Avanaata
Groenlandia

Gli occhi color del ghiaccio erano fissi sulla celata dell'elmo dell'Araldo della Forza, del Re delle Bestie.
Le pupille si dilatarono e Sanya inspirò l'odore di quell'uomo o meglio, l'odore di ciò che si vestiva con la pelle ed il corpo di un uomo.
Essere alla presenza della personificazione della natura animale del pianeta era al tempo stesso inebriante, eccitante e mortalmente pericoloso. Dovette respirare un paio di volte pere ritrovare la propria artificiale compostezza. Lasciò schiudere le labbra in un sorriso, sincero e puro mentre l'aurora rossastra del suo cosmo che sempre traspariva dal suo corpo, impossibile da contenere data la sua irruenza e vastità, fluttuava leggero nell'aria.

Ahi Ahi Ahi sorellina la vocetta perfettamente specchiata di Aynas comparve all'altezza dell'orecchio sinistro di Bieffe. Sento che è parecchio arrabbiato con te!

La tulpe che constituiva l'essere denominato Aynas, una formazione psionica involontaria generata dalle capacità E.S.P. di Sanya risvegliate con il Khala, una sorta di ancora di salvezza mentale, un'isola composta di ghiaccio posta al centro di un oceano di fuoco e lava che costituiva lo zelo e l'ira della bambina nel corpo di giovane donna. Virtualmente sempre presente nella mente di Sanya così come in quella degli astanti. Una proiezione dell'"IO" inconscio della Primarca, che sembrava essere in grado di pensare ed articolare discorsi in maniera del tutto autonoma.

Proprio quella Aynas che, comparsa in un ammasso di psioni (gli elementi portanti delle capacità psion di Sanya) dietro di Bieffe, cercò innocentemente di abbracciarlo mentre pronunciava quelle parole.

Dovrebbe calmarsi Lord, Se le si alza ancora la pressione potrebbe stare male e noi non lo vogliamo... gradisce una camomilla? Con un bel budino?

in tutta quella scena, Sanya era rimasta con le braccia lungo il corpo, le mani poste dietro la schiena con le dita della mano sinistra intrecciate a quelle della mano destra, con l'espressione del volto imperturbata dalla presenza, spesso inopportuna, della Sorella psichica.

Lasciate che vi presenti la mia amata sorellina, Aynas. Come potete notare siamo... gemelle.

Lasciò passare qualche istante per poi rispondere alla domanda, invero diretta dell'Araldo..

In verità volevo parlare con voi disse in tono sincero Sebbene non abbia nulla di cui scusarmi nei vostri confronti, potrei avere motivi di farlo con Miss Audatia e con Moko. Il vostro odio nei miei confronti è del tutto immotivato in quanto nulla ho fatto ai vostri uomini sebbene possa capire che il risentimento che nutrite per me possa scaturire dai colpi che vi ho inferto, ne convengo.

Per lei era la pura e semplice verità, non reputava di aver commesso nulla di crudele o di sbagliato, quel che aveva fatto rientrava nei suoi poteri di Primarca ed aveva esercitato la sua carica così come concesso.

Messo in chiaro questo primo, fondamentale aspetto, da quando ho avuto la benedizione della Via dell'Ascensione ho compreso il ruolo ed il compito di voi rappresentanti di G.E.A., proprio per questo l'unica cosa di cui posso volermi scusare con voi è lo sconsiderato invito ad abbandonare G.E.A. per servire l'Imperatore.

I suoi occhi brillarono di oro mentre il tono della voce si fece più concitato.

Sapete che, quando venni investita della Benedizione dell'Imperatore e mi concesse di divenire Primarca, sono rimasta rinchiusa per trecento anni nel pianeta di Khorne a combattere incessantemente le sue schiere? Son rimasta me stessa solo grazie alla Fede nell'Imperatore.

Si calmò.

Ho combattuto in prima persona, attraverso altre vite, con Chernobog nella sua prima comparsa nella realtà contro Nurgle.

Allargò le braccia, assumendo una posa a croce, ben visibile le orribili cicatrici sul dorso ed il pamo di entrambe le mani.

Atlantide e G.E.A. condividono il compito di affrontare le forze del Chaos ed impedire loro che contaminino questo mondo... Che senso avrebbe allora avere screzi fra di noi, non credete?

Puntò il suo sguardo, ora gelido, verso il viso nascosto dall'elmo di Bieffe, nel mentre dalla sorellina psionica si sentì provenire un risolino distorto.

FuFuFu

Era davvero tutto quello il discorso che voleva tenere la Primarca?

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2


Due braccia sottili gli cinsero la vita con estrema dolcezza.

Una bambina?

Una Sorella? Sanya aveva sorelle? Non lo sapeva, non ne aveva idea

Lasciate che vi presenti la mia amata sorellina, Aynas. Come potete notare siamo... gemelle.

Anyas aveva qualcosa di strano, a primo sguardo sembrava una bambina normale, ma a guardarla meglio sembrava che non fosse li, come un ricordo, un pensiero.

Anyas?

Sanya al contrario.

Sensazionale...

Con delicatezza si tolse le braccia dalla vita, continuando ad ascoltare i discorsi di Sanya.
Discorsi che rasentavano la follia.
Non una sola volta la Primarca del Mare Artico aveva provato rimorso per ciò che aveva fatto, anzi sembrava estremamente fiera nell'aver agito in quel modo, perché lei era un Primarca, la Sposa dell'Imperatore, perché lei non era una ragazzina, ma una macchina da guerra quasi senza emozioni che aveva combattuto tre interi secoli contro le forze del Caos. Perché la sua parola era quella del suo amato Imperatore, e quello che diceva il Re degli Abissi era legge.

Gli citò Chernobog, gli citò Moko, gli citò come Atlantide ed Agartha fossero unite dal dissolubile destino di fronteggiare insieme mali più antichi del sole e delle stelle. Con la sua voce sprezzante, sottolineò quanto fosse importante per le due forze collaborare, senza perdersi in inutile schermaglie. Dennis sospirò piano, mentre sentiva la risata beffarda della “sorella” di Sanya arrivargli alle orecchie.

Aveva ragione.
Sanya aveva ragione. Non c'era tempo per le inutilità. Erano passati anni e ancora il pianeta era letteralmente infestato dal marciume grondato fuori da una ferita infetta dell'universo. Noc c'era tempo per inutili rivalità.
Il problema era un altro:

She's broken.

Secoli di battaglie, il fanatismo incessante, la sua psiche che era tenuta insieme da nastro adesivo e pura forza di volontà. Sanya era rotta, crepata come una bambola di porcellana. Per lei non esisteva il giusto o sbagliato, c'era solo la Parola dell'imperatore, solo la sua luce, solo la sua gloria. Se fosse andata avanti, avrebbe portato lo stendardo di Poseidone su tutta la terra, rendendolo l'imperatore di un mondo fatto di polvere.

Avrebbe voluto tanto essere la persona migliore. Avrebbe voluto essere un buon oratore, cercando di farle capire l'orrore di cui continuava a macchiarsi ogni giorno, avrebbe voluto scostare delicatamente il velo che le ostruiva la vista semplicemente parlando.
Ma Pan non era mai stato bravo con le parole, quindi decise di fare quello che aveva fatto per i suoi fratelli quando avevano iniziato a perdere la speranza, o a comprarsi da tiranni assoluti del genere umano.

Si strofinò gli occhi con pollice ed indice, sospirando molto lentamente, mentre il rumore del suo cosmo cresceva incessantemente. Quello che stava per succedere era inevitabile, ma aveva sperato fino all'ultimo di poter rimandare il più possibile la cosa.
Purtroppo non era così.

Tornò ad incrociare lo sguardo di quella regina dalla psiche distrutta, mentre alzava un braccio e puntava con un dito il totem al fianco del trono di ghiaccio.

Indossala.

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Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter III

Resti di Avanaata
Groenlandia

Distese le labbra in un lieve, inquietante sorriso mentre, con la coda dell'occhio, seguì il dito di Bieffe ed osservò la sua Sacra Scale che ondeggiava pigramente di fianco al trono di ghiaccio

Riportò lentamente lo sguardo di fronte a se, e dovette alzare il capo per osservare la figura in armatura che la sovrastava fisicamente di almeno una testa buona, sicuramente più di venti centimetri, senza contare la differenza di stazza.
Sottili filamenti di acqua di schiusero, come i petali di un fiore o le spine di una rosa, intorno alla vita di Sanya, andando a formale un esile sostegno di acqua che avvolgendola senza bagnarla la sollevò dal suolo, per porla alla stessa altezza del suo bellicoso interlocutore.

Sempre senza modificare la propria espressione, con quel sorriso simile ad un ghigno divertito, fissò la testa dell'uomo. Le sue iridi per solo singolo istante divennero dorate e poi allargò le braccia, con i palmi martoriati dalle cicatrici rivolti verso il cielo, somigliando quasi ad un'offerta sacrificale pronta ad andare in pasto ad un dio malvagio.

La risatina divertita di Aynas mutò, divenendo multi tonale e propagandosi tutto intorno alla coppia che si trovava in quelle rovine per poi cessare all'improvviso.
Il susseguirsi del silenzio quasi rese possibile udire l'eco delle risate cristalline ed arcane emesse fino all'attimo precedente.

La figura psionica del Tulpe si staccò dal suolo senza motivo apparente per raggiungere l'altezza dell'orecchio di Bieffe, per poi sussurrargli.

N
N
N
N
O

Disse strascicando innaturalmente la lettera N.

Nel frattempo Sanya si sporse, cercando di avvicinare il proprio viso a quella coperta dall'elmo dell'uomo, fin quasi a toccarlo con la punta del naso.

Sia chiaro, Mister Bieffe iniziò con quello spiccato accento io vi odio, ma non odio voi quale Araldo, io vi Odio come uomo.

I suoi occhi si animarono, spiritati, tingendosi di oro.

Avete insozzato e contaminato una delle cose più belle che abbiamo in tutto l'Impero. Non potrò mai perdonarvi.

Il suo sorriso-ghigno si allargò ancora di più.

Sono qui in cerca se non di un'alleanza, quantomeno di un cessate il fuoco, di un patto di non belligeranza. Ma capisco che... Voi siete divenuto l'Araldo P.A.N. lo capisco dal vostro cosmo, lo capisco dalle vostre sensazioni... Lasciò trascorrere qualche secondo di silenzio Capisco meglio di chiunque altro che a volte risulta... come dire... difficile sfuggire a determinate pulsioni...

il sorriso le si allargò sempre di più.

Toccatemi, strappatemi la purezza e perderete la cosa che più sembra starvi a cuore Mister Bieffe

Incalzò telepaticamente, mentre con tono sardonico, espresse ad alta voce una sola parola.

Costringetemi. gettando lo sguardo in direzione della sua Sacra Scale.

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La vide sorridere. Un sorriso maligno, innaturalmente largo, con gli occhi che lo osservavano fieramente dal basso in alto.
Le orribili arti acquatiche di Sanya la avvolsero per la cinta, sostenendola e portandola faccia a faccia con il Re delle Bestie.
Una risata mosse l'aria intorno a loro, una risata tanto beffarda quanto quel sorriso che aveva davanti.
La “sorella” di Sanya gli arrivò all'altezza dell'orecchio, fluttuando nell'aria.

NNNNO

Sanya lo stava guardando negli occhi, occhi animati da una luce dorata, melliflua come sabbia gialla in una pozza d'acqua.

Sia chiaro, Mister Bieffe, ma non odio voi quale Araldo, io vi Odio come uomo.
Il suo accento non mascherava nemmeno la minima oncia di derisione e disprezzo verso Dennis. Il suo sorriso divenne quasi il ghigno di un predatore che mostra i denti ad un altro animale in alto sulla catena alimentare, un animale che aveva deciso di invadere il suo territorio.

Avete insozzato e contaminato una delle cose più belle che abbiamo in tutto l'Impero. Non potrò mai perdonarvi.

Dennis aveva abbassato il braccio che indicava l'armatura, sapendo che, almeno per il momento, era un'azione inutile.

Sono qui in cerca se non di un'alleanza, quantomeno di un cessate il fuoco, di un patto di non belligeranza. Ma capisco che... Voi siete divenuto l'Araldo P.A.N. lo capisco dal vostro cosmo, lo capisco dalle vostre sensazioni... Capisco meglio di chiunque altro che a volte risulta... come dire... difficile sfuggire a determinate pulsioni...


Ogni volta che quella ragazzina apriva bocca, puro veleno ne sgorgava fuori, un'onda anomala di bile e odio, una marea che Dennis fronteggiava come uno scoglio isolato nel bel mezzo di un oceano nero.

Toccatemi, strappatemi la purezza e perderete la cosa che più sembra starvi a cuore Mister Bieffe


Anche nella sua mente, quella voce era caustica per tutto il suo essere.

Costringetemi. Disse lei, indicando a sua volta la sua armatura..


Ogni frase, ogni singola parola che La giovane Primarca aveva pronunciato, si era scontrata con il sottile muro che la separava da un uragano di pura rabbia selvaggia. E dopo tanto tentare, quelle parole formarono una piccola, minuscola crepa.

Dennis sospirò, lentamente, riempiendo d'aria i suoi polmoni fino al limite. La sua Darian cominciò a scivolare via, rendendosi melliflua come inchiostro, per poi scomparire nel nulla. Era tornato normale, in un certo senso nudo.
Distolse lo sguardo, strofinandosi la faccia con la mano.
Quanti presupposti, quante teorie erano state messe sul banco in meno di cinque minuti. Avrebbe dovuto prendere ogni singolo punto della lista, e pacatamente smontarli dall'interno. Niente di complicato, nulla che prevedeva una forte preparazione nel campo della retorica, solo delle idee sbagliate, deformate da una mente che uno poteva definire “malata”.

Non avrebbe fatto nessuna di quelle cose.

Si piegò su un ginocchio, caricando il braccio destro. Quella posizione non sembrava qualcosa che un guerriero userebbe per rilasciare un colpo. Girato completamente, senza neanche guardare chi aveva davanti, una posizione che sembrava più la preparazione di un lanciatore di pesi olimpico. Una posizione che non chiedeva la flessibilità di un contrattacco, ne quella necessaria per una via di fuga. Era la preparazione di qualcuno che aveva dato la priorità all'offensiva fino allo stremo.
Quella preparazione avrebbe fatto schioccare uno Tsuppari dritto sul viso della regina del Mare Artico. Avrebbe potuto stringere la mano in un pugno, moltiplicare la sua forza grazie alla velocità ed alla solidità della sua mano data la sua enorme forza di pressione, ma non era il momento.
La discussione era appena iniziata.

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Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter IV

Resti di Avanaata
Groenlandia

Lo vide accovacciarsi, assumendo una posizione contorta, affatto avvezza ad una possibile offensiva... ma si sbagliava.

Aveva abbassato la guardia perché lo aveva visto senza la sua armatura, quell'ammasso di muscoli nella forma di uomo.

Non si sarebbe mai aspettata una cosa simile, non da lui, non da quella persona... L'aveva toccata, posando la sua ignobile mano sul suo viso.

Una crepa nel gelido muro della Primarca incrinò la sua compostezza nel percepire il tocco di lui, il suo odore.

Gli occhi brillarono di oro, simili a sgomente pozze di oro fuso, sbarrati nell'orrore di quell'azione, di quel tocco.

Un uomo, quell'Uomo, l'aveva toccata... in viso.

Un'espressione di totale puro ed incontaminato ribrezzo contorse la sua espressione. Rimase impietrita.

nel frattempo Aynas, la sorellina di Sanya, fluttuando in aria alle spalle dell'esponente di G.E.A., si portò la mano destra al ventre mentre con la sinistra indicò la "spiacevole" situazione in cui si trovava la sorella sua creatrice, cercando di soffocare una risata isterica, con vano esito dopo una manciata di secondi.

HAHHAHAHAHAHAHA TI HA TOCCATA.... ORA RESTERAI INCINTA HHAHAHAHAHAHAHAHAH

Il sottile strato nebbioso del cosmo di Sanya iniziò a fluire con maggior impeto, assumendo la conformazione della bruma che lentamente risale dal terreno, tingendo di rosso e delle tonalità dell'Aurora boreale il terreno.

La temperatura della zona calò drasticamente, ancor più in basso del solito.

Poi, la voce della Primarca interruppe la risata sguaiata della sorella.

Questo è un luogo sacro per i Primarchi del Kraken, sotto di noi, separato da questa realtà, riposa ciò che già una volta ha contribuito alla salvezza ed alla libertà di questo pianeta, ben prima che noi Primarchi, che Atlantide, che Lemuria, che voi Araldi ed Eletti di GEA venissimo anche solo pensati...

Dagli angoli della bocca di Sanya, fuoriusciva quello stesso cosmo brumoso, contribuendo ad aumentare l'impressione di mostruosità che l'accompagnava, mentre ombre tentacolari e infiniti occhi baluginavano e si agitavano nelle ombre di quella nebbia

Qui è dove il Primarca del Kraken si ritira in meditazione, qui è dove in una moltitudine di dimensioni, venne stretta e rinnovata la Promessa... e quiè dove... ora voi... Voi...

Espirò a lungo, un sibilo acuto che accentuò il rilascio della bruma che sembrava assumere la conformazione di una nube. I lineamenti di Aynas iniziarono a muoversi, sciogliendosi e cambiando, per un istante, in un glitch di assoluto orrore, sembrò quasi assumere la forma di una lampreda umana.

Eppure durò un singolo istante.
Nel tempo di un battito di ciglia Aynas era nuovamente la gemella di Sanya e l'espressione della Primarca era nuovamente fredda ed altera, sebbene le sue iridi fossero ridotte a fessure dorate appuntate sull'Uomo che aveva osato deturpare la sua esistenza.

Con un scatto improvviso del capo si strappò dalla presa della mano, lasciando delineare linee cremisi dove, fino ad un attimo prima, le dita di Bieffe le avevano delineato il volto.

Sia chiaro, Mr. Bieffe. Siete stato voi ad esigere il prezzo del mio sangue... Volete un tributo, se occorre il mio sangue per farvi ascoltare la mia richiesta di prima, ben venga, prendetelo, ma siete voi ad averlo chiesto.

Le sue vesti candide esplosero rivelandosi composte di ghiaccio ed acqua all'interno, lasciando Sanya abbigliata solamente con la sua under suit, una sorta di seconda pelle in grado di favorire le connessioni cosmiche con i circuiti della Scale.
Volse le spalle al suo interlocutore e mosse alcuni passi in direzione del trono di ghiaccio che, in risposta alle direttive cosmiche della Regina artica, semplicemente si scompose, tonando ad essere ghiaccio sul terreno.

La sua Scale brillò, le linee di intersezione delle piastre di oricalco pulsarono al ritmo della crescita dell'espansione progressiva della bruma che rappresentava il cosmo della Senzaperdono. Scomponendosi come mosse da tentacoli invisibili le piastre iniziarono a scorrere le une sulle altre, fino ad articolare e coprire il corpo della bambina nel corpo di giovane donna.

Quando terminò la vestizione la celata dell'elaborato elmo si chiuse con un bagliore sinistro in corrispondenza degli occhi, mentre filamenti di bruma uscirono da tutti i sistemi di scarico della corazza atlantidea.

Non ho mai detto però... Iniziò Sanya come continuando il suo discorso.

Che il primo sangue fosse il mio.

E la figura di Aynas si sciolse nella bruma, divenendo nebbia essa stessa. Con un guizzo dal ghiaccio del terreno sarebbe emrsa nuovamente in posizione per sguainare un'elegante spada di oricalco che, con un solo movimento armonico, sarebbe stata estratta per tentare colpire Bieffe direttamente ai polsi, con l'intenzione di mozzarglieli.
O almeno questa sarebbe stata la visione e le sensazioni probabilmente avvertite dal suo opponente, dato che il suo cosmo aveva rilasciato i suoi psioni liberi, di poter interagire con menti non pronte e preparate ad un eventuale assalto.

Avrebbe tentato quindi di menomarlo direttamente, facendogli credere di avergli fatto perdere le mani.

Iniziò quindi a far crollare la temperatura ambientale sempre di più.

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4

Non era nemmeno uno schiaffo.

Il modo in cui aveva poggiato la mano su quel viso era stato inconsuetamente delicato. Avrebbe potuto far esplodere la testa della Primarca con un semplice colpo di fianchi, avrebbe potuto cancellare dalla faccia della Terra quel ghigno malefico.
Ma non lo fece.
Gli toccò semplicemente il viso, senza nemmeno schiaffeggiarla.


Sentì l'odio permeare l'aria, l'assoluto disprezzo trafiggerlo con uno sguardo di ghiaccio e oro, un odio assoluto che creava una orribile cacofonia, unito alla voce della ragazzina che Sanya chiamava sorella.
Il Primarca del Kraken cominciò a parlare. Parole cariche di oscuri concetti, che spiegavano la vera natura del luogo dove i due interlocutori si trovavano, segnato da battaglie che precedevano anche l'avvento degli Araldi e degli Eletti. Dennis rispose a quei grossi preconcetti mettendosi in guardia, pronto a ricevere l'onda anomala della furia del Kraken, una furia che sembrava distorcere i contorni della realtà, una rabbia che per un attimo infinitesimale distorse il viso di Aynas in quello di un orribile mostro senza occhi e di soli denti.

Sia chiaro, Mr. Bieffe. Siete stato voi ad esigere il prezzo del mio sangue... Volete un tributo, se occorre il mio sangue per farvi ascoltare la mia richiesta di prima, ben venga, prendetelo, ma siete voi ad averlo chiesto.

Dennis strinse i denti, ascoltando distrattamente quella retorica da due soldi, mentre osservava con minuziosa attenzione ogni movimento della Regina dei Ghiacci. Le sue vesti improponibili fecero spazio ad una tuta nera dall'aspetto futuristico, velocemente coperta dai pezzi dell'armatura atlantidea, un'armatura dall'aspetto regale, ed allo stesso tempo feroce.

Non ho mai detto però...

Che il primo sangue fosse il mio.

Un movimento veloce, improvviso. Non era Sanya a muoversi, ma sua sorella, quella creatura fatta di tutto tranne che di carne e sangue. Un secondo dopo, e carne e sangue divennero l'unica cosa che riuscì a vedere.
Un colpo veloce, pulito, come quello di una frusta. Le sue mani mozzate caddero sul terreno freddo con un suono sordo, mentre la sua mente si riempiva di dolore.
Un dolore intenso, quello di ossa, tendini, muscoli e nervi tagliati. Un dolore che quasi gli tolse il fiato dai polmoni. Un uomo più debole sarebbe morto all'istante per lo shock...
Ma Dennis non era più un umano al cento per cento.
Strinse al massimo i muscoli, imbrigliò la forza del suo essere in quei moncherini, bloccando la fuoriuscita di sangue applicando una inimmaginabile pressione.

La Darian di Pan lo avvolse quasi completamente, ribollendo e modellandosi su gambe, schiena e petto.
Dennis inspirò lentamente, cercando di calmarsi.
Sanya non si era mossa, era ancora li che lo osservava, mentre il suo cosmo avviluppava l'aria e strappava il calore dal mondo.

Si guardò le mani mozzate, pi fissò la Regina del mare Artico.

Finalmente...mi stai a sentire...

Lo spazio intorno a lui cominciò a vibrare. Il cosmo selvaggio ed estremamente rumoroso della Palingenesi. Un rumore di uno sciame di cavallette che si alzava verso il cielo, oscurando il sole. Nel ribollire cosmico che lo circondava, quattro simboli sembravano comparire in quel mare energetico:

G A C T


Sai...sai quante volte ho portato a limite il mio corpo? Devo competere con chi...chi ha il completo controllo di spazio...tempo...controllo degli spiriti e tante altre cose così assurde...
La Darian aveva ripreso a ricoprire il suo corpo, lentamente, senza fretta. Il sangue, sebbene rallentato, continuava a fluire in un sottile filo continuo, più sottile di un filo di cotone.

Ogni giorno, ogni singolo giorno ho dovuto rendere le mie mani le armi più potenti della terra. Prima hanno sanguinato, poi le mia dita si sono dislocate, rotte e contorte così brutalmente da portare alla nausea. Il dolore era così grande che non sono arrivato a strapparmi via le mani solo per pura forza di volontà...

L'armatura lo ricoprì completamente, e la sua voce venne ancora una volta contorta dal comunicatore integrato in essa.

Ora la mia carne non mi trattene più.
Grazie.

Caricò il ginocchio destro al petto, e con quanta più forza poteva fece piombare il suo piede sul terreno. La forza del Re delle Bestie si sarebbe scagliata sulla terra, facendola tremare sotto di se, un terremoto controllato ma allo stesso tempo violento come solo la Palingenesi poteva essere. Si sarebbe scagliato in avanti, senza mai arretrare, ed avrebbe colpito il viso di Sanya con il suo moncherino destro, caricandolo con tutta la forza della spalla, come un lanciatore di giavellotto. Non si sarebbe fermato, neanche se Sanya gli avesse strappato via la carne dalle ossa.

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Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter V

Resti di Avanaata
Groenlandia

E la terra... tremò.

Destabilizzata nel posizionamento, ebbe solo il tempo di avvolgersi in un tentacolo di acqua che l'avviluppò in vita, per strattonarla all'indietro. Non abbastanza velocemente per sfuggire al Re delle Bestie.
Lasciò ardere il proprio cosmo color del sangue, facendo concentrare la bruma intorno alla gamba sinistra con la quale intercettò il feroce colpo di P.A.N., il suono del rintocco del metallo sul metallo rimbombò in tutta l'area, disperdendosi poi in varie eco.

Il riverbero della potenza cinetica impressa nel colpo provoco un effetto risonanza che spezzò la tibia nettamente.
Una stilettata di dolore che attraversò il corpo della Primarca e le trapanò la mente.
Ma non era alla sua prima esperienza di dolore; l'aveva provato molteplici volte in molteplici modi differenti.

Strinse i denti e ricacciò le lacrime di dolore indietro lasciando inondare il gambale della gamba ferita di acqua gelida per cercare di lenire il dolore con l'effetto sedativo del ghiaccio, lasciando creare uno strato di ghiaccio direttamente a contatto con la zona colpita per immobilizzare la frattura.

Nel frattempo il suo cosmo stava permeando la zona e nuovamente ricorsi alla Mano Nera del Kraken, la sua possanza mentale.

Agli occhi del signor Bieffe si sarebbe presentata l'immagine dell'improvviso cedimento del terreno, amplificando le sensazioni dell'effetto terremoto, Sanya cercò di inviare nella mente di P.A.N. l'immagine del terreno spaccato in una gola infinita ed oscura da cui infiniti tentacoli terminati con il volto del soldato Heinze, il suo caro soldato Heinze, avrebbero cercato di trafiggerlo o comunque di colpirlo con il volto alla zona toracica dell'armatura per spappolargli i polmoni.

Nel frattempo Sanya avrebbe indietreggiato su tentacoli di acqua, mentre creava superfici di ghiaccio a terra con una sorta di cavalli di frisia di acqua allo stato solido per tentare di rallentare un'eventuale avanzata del suo opponente.

Non sarebbe stata una giornata leggera per lei.

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5


La paradisiaca sensazione del suo moncherino che si scontrava contro la gamba di Sanya. Riuscì a sentire il metallo sul metallo, le vibrazioni del colpo, quel sottile, flebile “crack” delle ossa. Dennis si lasciò andare ad un sospiro di sollievo. Quella sensazione aveva quasi sostituito il dolore che gli bruciava alla fine delle braccia. Per un breve, fugace momento, nulla importava se non la sua esperienza più empirica ed immediata.
Si lasciò quasi sfuggire un sorriso.

Vide il ghiaccio coprire la gamba di Sanya, il chiarore del ghiaccio e dell'acqua quasi distolsero la sua attenzione alla terra che tremava. Non l'aveva colpita così forte, avrebbe dovuto essere un tremolio leggero, non un terremoto devastante. La Creatura di cui Sanya aveva parlato si era svegliata? Cosa stava succedendo?
La terra si squarciò in profondi e bui dirupi, più neri del buio dietro le stelle.
Filamenti, no, tentacoli. Infiniti tentacoli. Orribili mostri usciti dai suoi incubi, mostri che lo osservavano. Non riusciva a pensare a nulla, il puro istinto si era impadronito del Martello di Gea.
Quando Pan vide decine, centinaia di volte lo stesso viso familiare, un tuffo al cuore lo prese gli fece bruciare il petto. Quel viso, lo stesso viso che aveva stretto a se con fare impotente. All'Inferno, Dennis era all'Inferno.
Qurl viso deformato scattò verso di lui. Non c'era tempo per pensare, il suo corpo decise per lui l'azione più congeniale. Stringersi, quasi accucciarsi, piegando la schiena e nascondendo la testa tra i due avambracci, Due tentacoli lo colpirono senza pietà. Il dolore bruciò nelle sue membra, simile al dolore del ghiaccio che congela la carne fino a renderla nera e marcia. Probabilmente non era così, probabilmente le sue ossa avevano ceduto. Non lo sapeva, non ne aveva idea.
La sua mente era tenuta contro una mola che girava all'impazzata, la rabbia, la tristezza, i ricordi, l'autocommiserazione, tutti quei sentimenti stridevano e scheggiavano via parti del suo autocontrollo, In un rapidissimo susseguirsi di eventi che facevano da ponte tra la biologia e la magia. La Darian di Pan non c'era più, la pelle di Dennis non c'era più. Il Martello di Gea, ferito, al quale avevano quasi letteralmente strappato mani e braccia, mostrando la sua vera faccia ad una delle persone che più lo detestavano in tutto il creato. Un viso mostruoso, una forma abnorme, un corpo che era un'arma in ogni suo singolo centimetro. La sua pelle chitinosa copriva una struttura che non ricordava nulla di umano, il suo viso era deformato, allungato, con occhi fiammeggianti di cosmo incandescente.

La Palingenesi si era mostrata ad un umano per la seconda volta.




Non disse niente, non aveva bisogno di dire niente.
Doveva superare quella massa di tentacoli infernali, e passarci in mezzo sarebbe stata una perdita di tempo immane, quindi optò per l'altra strada.
Si piegò leggermente sulle ginocchia, rilassò e distese le braccia, senza mollare la presa sui suoi moncherini sanguinanti. Le sue gambe si riempirono di vistose vene, segno dell'enorme sforzo alla quale erano sottoposte.
Pan balzò in aria, quasi creando un cratere con la sola forza del suo movimento esplosivo. Vide Sanya, vide il fulcro del cosmo atlantideo che stava permeando l'aria. Aspettò di essere all'apice del suo salto, decine di metri sopra il suolo, per attuare il suo piano.
Pan era estremamente bravo nel corpo a corpo, su una scala da uno a cento, il suo livello poteva raggiungere vette del calibro di quattrocento.
Ma per il lato della manipolazione cosmica, il massimo che riusciva a raggiungere era un quarantacinque, cinquanta con un po' di fortuna.
Ma in quel momento era tutto quello che gli serviva.
Un quadrato, una parete di energia solida perpendicolare al terreno si creò dietro di lui. Non la guardò nemmeno, era troppo concentrato sul suo bersaglio. Ritirò le ginocchia al petto, e con un colpo fragoroso usò quel semplice quadrato di cosmo come un trampolino di lancio verso la sua avversaria.
Non poteva usare le mani, non poteva usare le braccia, ma aveva ancora tutto il resto. Avrebbe usato il suo corpo come una bomba a massa, con una postura molto bassa e longilinea, caricando il Primarca con la spalla sinistra, cercando di usare tutta la quantità di moto possibile e trasformandosi in un vero e proprio missile, focalizzando ogni fibra del suo essere all'offensiva più assoluta.

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Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter VI

Resti di Avanaata
Groenlandia

E venne in momento in cui la cosa che si vestiva della pelle del sig. Bieffe finalmente fece la sua spettacolare comparsa. Il re delle bestie, uno dei fondamenti della natura, si era palesato di fronte alla bambina nel corpo di giovane donna.
Attraverso il suo cosmo gli psioni di Sanya venivano letteralmente sparati in ogni direzione su tutto il campo di scontro, attraverso le sue tentacolari facoltà E.S.P. poté percepire la sofferenza, il dolore, la rabbia ed il dispiacere del suo opponente; coperta dalla celata dell'elmo si concesse un ferale sorriso gongolando dello svolgersi degli eventi.

Ora posso intenderla come legittima difesa credo.

Commentò neutra, con il tono di voce lievemente alto, per non farlo coprire dal frastuono dello scontro, rivolta a nessuno in particolare, forse a se stessa.

E proprio nel momento in cui P.A.N. nella sua forma più pura stava concentrando tutta la sua potenza muscolare nelle gambe tanto che, al momento di spiccare il poderoso balzo in alto, creò un cratere vero e proprio a terra (che venne immediatamente colmato di ghiaccio a causa del cosmo di Sanya), la regina Artica sollevò la mano destra, seguendo la traiettoria dell'Araldo. Filamenti cosmici presero ad intersecarsi di fronte alle dita aperte della Primarca fino a formare complicate strutture geometriche.

Nel momento in cui Bieffe perduto in P.A.N. giunse al climax del balzo, toccando il semplice e grezzo costrutto cosmico usato come un trampolino, i filamenti cosmici di Sanya terminarono la propria opera formando un complesso schermo vettoriale su cui si formò una sorta di mirino cosmico che si agganciò a quella sotto specie di meteora umana in caduta libera.

Il cosmo di Sanya esplose, eruttando alla sua massima estensione possibile. Una sorta di stella color del Sangue appena sopraelevata da terra, il cielo rispose alla sua estensione cosmica, tingendosi improvvisamente dei colori dell'Aurora Boreale.

Attraverso la conoscenza del Khala, Sanya era consapevole di diversi stili di combattimento, dai più fisici fino a quelli mentali, con tutta la pletora di possibilità tra i due estremi.
Aveva studiato con attenzione i movimenti dell'avversario ed anche l'avversario stesso. Sembrava ora in preda alla furia più selvaggia, una condizione che Sanya stessa conosceva bene in quanto l'aveva provata sulla sua pelle diverse volte e combatteva con se stessa ogni singolo istante della sua vita per evitare di ricadere in quel baratro di ira che circondava la sua volontà. A meno che non fosse funzionale alla situazione in cui si trovava.
Al momento doveva restare il più possibile lucida per permettersi di tentare di raggiungere il suo scopo che andava oltre il semplice conflitto fisico morale in cui si era trovata invischiata con P.A.N..

Le ali della Scale si spalancarono improvvisamente, mentre un forma cosmica simile ad un mostro orribile cmposto da una miriade di occhi, zanne e tentacoli, comparve dietro la giovane atlantidea. Il mostro stesso si riversò accartocciandosi su se stesso verso la biondina per poi scorrere sulla Scale come argento vivo fino a raggiungere il costrutto cosmico, convogliandosi nel mirino agganciato contro il bersaglio.

[Северное сияние]

Sussurrò appena Sanya, e l'emanazione cosmica raggiunse la massa critica sfociando in una terribile dimostrazione di potere, la massima e principale tecnica del Primarca del Kraken fin dall'epoca di Mestore. L'Aurora Borealis alla sua massima potenza.

Un enorme ammasso di cosmo, acqua e ghiaccio iniziò a cannoneggiare in un flusso continuo la cometa vivente in rapido avvicinamento che era P.A.N.; la pressione cosmica generata fessurò il terreno che iniziò ad incavarsi mentre i detriti sollevata andarono a confluire nel getto cosmico. La fortuna di Sanya era che, a meno di sorprese dell'ultimo secondo o di eventuali assi nella manica, l'offensiva di Bieffe era, per quanto poderosa e tendenzialmente letale, comunque rettilinea e facilmente intercettabile dal momento che aveva saltato, in un modo o nell'altro sarebbe comunque atterrato.

L'Aurora Borealis avrebbe possibilmente impattato contro la massa composta da P.A.N. con tutta la sua estensione cosmica, virtualmente rallentandolo e danneggiandolo ma non solo. Gli psioni che erano l'elemento fondante dei suoi poteri E.S.P. erano immersi nel cosmo, nell'acqua e nel ghiaccio; avrebbero contribuito alla "combattiva difesa" alzata da Sanya proiettando nella mente di Dennis flash di immagini che si sarebbero sovrapposte alla Regina in Armatura: Sanya bambina prima di arrivare ad Atlantide, sanya che si esercita nel ballo, Sanya sulla nave che affonda, spezzoni caotici di movimento come se scappasse da qualcosa, Sanya Primarca, il soldato Heinze, la ricercatrice Eik Sigvaldadóttir, Lady Johanna, Lady Raia, le due Principesse Atlantiche, Sanya che sorride, sanya piccola, i genitori di Sanya.
Un caleidoscopio di immagini volte a ritardare eventualmente i processi cognitivi atti a difendersi.

Ma alla fine, seppur probabilmente rallentata, la massa della cometa di G.E.A. raggiunse infine il suo bersaglio. Il braccio destro di Sanya, che era puntato contro l'avversario, si psezzò in più parti mentre la massa corporea dalla forma aliena impattò contro la Scaledella Regina, incastonando i due nel suolo che esplose per l'energia cinetica e cosmica rilasciata, scavando un cratere largo diverse decine di metri e profondo almeno quindici.

Sanya si ritrovò a terra, sulla schiena tossendo e sputando sangue, il solo respirare era quasi un'agonia di dolore con dolori su tutto il corpo. Si lasciò immergere nell'acqua gelida per cercare di lenire la sensazione e, richiamando il suo cosmo, si sollevò nuovamente dal terreno con filamenti e tentacoli acquatici. Fiotti di sangue vennero espulsi, insieme a polvere e detriti, dagli scarichi della Scale.

Non era decisamente una giornata leggera per lei.

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6


Vide la luce dai milioni di colori. Uno spettacolo armonico di forme geometriche e flussi di fotoni del colore dell'aurora.
L'esplosione gli ferì le orecchie, la luce lo rese cieco per qualche secondo, ma in quei brevi attimi, i suoi occhi furono inutili.

Immagini su immagini di una vita non sua, una vita che si estendeva sullo spazio ed il tempo in modo bizzarro e anormale. Facce familiari, situazioni di vita quotidiana, frammenti di un passato perduto per sempre, nascosto da un levo caotico che pulsava come un muro di carne purulenta.

La luce lo aveva inglobato, e l'ultima cosa che sentì mentre era avvolta dalla bianca cecità fu il suono del suo pugno contro qualcosa che si piegò alla sua forza immane. Il dolore sulla parte destra del corpo era immane, quasi iracondo. Gli scuoteva i senti e le viscere così tanto da sentirsi impotente. Cadde con le ginocchia sul suolo ghiacciato, tenendosi le spalle mentre la luce lo accecava.
La luce si diradò, e lo spettacolo che lo attendeva fu pieno di sorprese.

Sanya giaceva poco distante da lui. Si sollevò dalla fanghiglia congelata grazie all'aiuto di robusti tentacoli d'acqua. Sangue e detriti scorrevano intorno a lei. Qualsiasi fosse stato il danno causato dal colpo di Dennis, era qualcosa che aveva lasciato un segno evidente sotto l'armatura.
Pan si voltò verso il braccio dolorante, ed ad aspettarlo ci fu uno spettacolo che aveva del surreale:
Il suo braccio era rotto in vari punti, e piegato in angolature tanto innaturali da suscitare un senso di rifiuto in chi guardava. No, non era possibile che un arto potesse piegarsi in quel modo, era quasi indescrivibile l'effetto che quelle fratture provocavano alla vista di una persona normale. Unite alla mancanza delle mani alla fine degli arti, era uno spettacolo atroce.

Il dolore ebbe il sopravvento per un breve momento. Dennis si lasciò andare, ed un fiotto di sangue si liberò dai moncherini, sporcando il suo corpo animale. Riprese quasi subito il controllo, ma era ormai una questione di tempo, doveva riparare quelle ferite al più presto, uno o due minuti al massimo, altrimenti il suo corpo si sarebbe arreso prima di lui.

Ma non poteva permetterselo.
Quello scontro non era fine a se stesso, non era un gioco di confronti come quello che aveva avuto con Oliver. Era qualcosa di profondamente diverso, radicato in scelte e concetti che solo sangue, ossa e bile potevano marchiare a fuoco nella mente di chi ascoltava.

Dennis si rialzò in piedi.
Con passi lenti e misurati si avvicinò alla sua avversaria, evitando di muovere il più possibile il braccio ferito, mentre teneva stretta a se l'altra mano mancante. In fin dei conti, quelli erano poco più che bisogni fisiologici, il corpo che pretendeva rispetto e cure necessarie, se non addirittura vitali.
No, quello che lo spingeva ad avvicinarsi a Sanya era qualcos'altro.
La sua mente era stata inondata da immagini della vita della Primarca, una vita a tratti mondana, a tratti paurosamente difficile. Non sapeva quali fossero le intenzioni della Primarca di una tale azione, ma sapeva benissimo quali erano stati gli effetti sul suo animo:

Fastidio.

C'era la remota, quasi infinitesimale possibilità che quella fosse stata un'autoproclamazione della ragazzina, uno show in stile powerpoint della sua vita che esclamava “Guarda, è così che ho vissuto, è questa la mia vita ora.”. Un eco audiovisivo del suo ostentare i suoi onori e titoli ogni volta che si presentava.
C'erano milioni, no, miliardi di ragioni per cui la cosa gli dava un fastidio immane, ed una delle quali, forse una delle ragioni più sostanziose, fu il lieve, lievissimo, quasi diafano sentimento che Sanya stesse chiedendo comprensione da parte di Pan.

Dennis era vicinissimo alla Primarca, tanto vicino da riuscire a vedere con chiarezza i fori che l'elmo atlantideo aveva al posto degli occhi. Non aveva la minima intenzione di attaccare fisicamente, il suo cosmo era pressoché invisibile al momento.
Inspirò profondamente, e con la voce della sua Vera forma Materiale, pronunciò due parole:

Grow up.

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Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter VII

Resti di Avanaata
Groenlandia

Il solo atto di respirare, seppure immersa nell'abbraccio dell'acqua gelida, era spaventosamente doloroso, un gorgoglio nefasto proveniente dal polmone sinistro era un pesante campanello di allarme ma la Bambina nel corpo di giovane donna si rifiutò di cedere, erigendosi sul terreno con i suoi tentacoli liquidi per puro sforzo di ferrea volontà e grazie alla sua abnorme ampiezza cosmica.
La bambina umana che si comportava da mostro vide avvicinarsi il mostro che si rivestiva e comportava da umano. Il ghiaccio di quelle lande rispose al suo comando, un intero settore si sollevò dal suolo per dirigersi sul lato destro di PAN, ma si fermò un momento prima dell'impatto, Ad ogni respiro un fiotto di sangue sgorgava dagli scarichi della celata dell'elmo eppure la Senzaperdono fermò il proprio attacco.

Era ora ad un passo dalla figura ancestrale della rappresentazione della natura bestiale del mondo. Lasciò che l'elmo della Scale si aprisse, rivelando il suo volto lordato di sangue sudore e lacrime, i capelli dorati erano appiccicaticci sulla fronte in ordine sparso, sporchi del carminio fluido vitale.
Con evidente sforzo Sanya piegò il busto in avanti, reprimendo le fitte di dolore dovute a quel movimento, il suo volto raggiunse quasi il contatto con quello di P.A.N., i suoi occhi color dell'oro si piantarono in quelli dell'Araldo di G.E.A. e lasciò passare infiniti secondi, poi schiuse le labbra in un sorriso, il candore dei denti che spezzava le condizioni in cui verteva il resto del corpo.

Siete... soddisfatto ora... rantolò le parole che rotolarono via dalla sua bocca Mister Bieffe?

Tossì, portandosi la mano sinistra di fronte alla bocca per non permettere al proprio sangue di andare ad impreziosire la figura aliena dell'Araldo.

Avete cercato... il mio sangue... l'avete avuto... Gracchiò sempre più lieve Ora riuscirete a fermarvi...

Tese il braccio sinistro verso la figura di P.A.N., fin quasi a sfiorargli il petto.

... Oppure P.A.N. non riesce a controllarsi come le leggende narrano?

Il sorriso, sornione seppur velato dal dolore, non aveva abbandonato il viso della Primarca, che si incurvò ancora di più, tentando di porre le proprie labbra appena al fianco delle orecchie dell'Araldo.

Fatela soffrire, fatela anche solo piangere, permettetevi di farla pentire della sua scelta... Dovette respirare rasposamente per alcuni istanti prima di continuare la frase che ora verteva inequivocabilmente sul punto focale della relazione fra PAN e Lady Johanna.

Ed io vi cercherò... vi troverò... e vi ucciderò, anche a costo della mia vita... ed ucciderò qualsiasi vostra prossima incarnazione...

Un'altra dolorosa pausa.

Fino alla fine dei tempi... inciderò questo precetto nel Khala.

Gli occhi di Sanya persero il colore dell'oro per tornare più simile al loro colorito naturale, color ghiaccio.

Non traditela... per non tradire Atlantide tutta...

I tentacoli di ghiaccio si disciolsero mentre il corpo della Primarca stava abbandonandosi agli effetti delle ferite. anche l'enorme lastra di ghiaccio ferma ad un soffio dal lato destro di Pan semplicemente scricchiolò prima di frammentarsi e rovinare a terra. Terreno verso cui stava per abbattersi il corpo di Sanya.

narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri

YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

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- Possible Broken Arrow -

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Il rumore del ghiaccio e della terra strappati dal suolo.
Un'enorme massa congelata si sollevò, intrisa del cosmo della sua avversaria. Un intento omicida permeava quell'acqua cristallizzata, un intento che quasi si abbatté sull'Araldo.
Ma il ghiaccio di fermò, e la regina del Nord cominciò a parlare.
Ascoltò cosa Sanya aveva da dire.

Due colpi, e lo scontro aveva già raggiunto vette metafisiche. Le mani mozzate, un braccio maciullato, e Sanya che sgorgava sangue come una fontana.
Si aspettava quel livello di violenza, ma non se lo aspettava in così poco tempo.
Le parole cariche di odio, di disprezzo, e di disgusto gli scivolarono addosso. Era abituato alla compagnia di se stesso, la compagnia di un'entità che andava oltre il tempo, qualcuno che aveva fatto cose terribili perché non era stato abbastanza forte. Ci era già passato, quelle accuse sapevano di già sentito.

Sanya si avvicinò a dove qualcuno avrebbe ipotizzato fossero le sue orecchie, vista la sua nuova anatomia. Ogni parola sussurrata dalla regina del mare Artico era abrasiva come sabbia sotto le palpebre. Lo odiava, lo detestava, lo disprezzava, e se solo avesse osato ferire Johanna, il Kraken sarebbe diventato un anatema per P.A.N. Fino alla morte termica dell'universo.

Sotto la dura scorza di odio, quell'oceano di bile rovente, Dennis riusciva a vedere cosa animava tutto quell'orrendo spettacolo che si era consumato sul suolo di Avanaata:
Dolore.
Non era l'odio a tenere Sanya in piedi, mentre sputava sangue e lottava contro il suo stesso corpo che le urlava di fermarsi.
No.
Era il dolore, quel dolore che Dennis conosceva da ben prima che Sanya gli inondasse il cervello di immagini della sua vita. Questa nuova aggiunta all'equazione modificò il suo umore fino al midollo. La rabbia era ancora li, bollente come magma sotto la terra, ma quell'infinitesimale punto d'incontro fra i due acquietò la tempesta rosso sangue che giaceva dietro gli occhi di Dennis.

Non traditela... per non tradire Atlantide tutta...

In un momento, il cosmo atlantideo che aveva inglobato tutta la zona tremò come una foglia. Divenne più flebile fino quasi a sparire, non più una massa imponente di energia, ma più un bagliore fatuo che a stento poteva essere visto.
La lastra di ghiaccio poco distante da Pan cadde rovinosamente al suolo, infrangendosi in migliaia di pezzi.
I sostegni della regina, fatti di acqua e ghiaccio, si dissolsero al vento, ed il corpo di Sanya non era in grado di sostenere se stesso.
Prima che il Kraken toccasse terra, Pan si interfacciò con una delle sue forme, la sua essenza più profonda si incontrò con quella di un ragno capace di tessere tele lunghe decine di metri. Fili sottili ma estremamente resistenti si materializzarono per pura volontà della Palingenesi.
Non potendo usare le mani, i fili si legarono alle zanne di Pan, mentre gli altri capi si attorcigliarono intorno allo stomaco di Sanya, con uno in particolare che si attaccò alla gorgiera dell'armatura atlantidea.

Mentre Dennis evitava che Sanya rovinasse dolorosamente per terra, sollevando tutto il suo peso con lo sforzo congiunto della schiena e della mascella, si chiese il motivo della sua stessa azione.
Era arrivato li con il preciso intento di impartire una lezione alla persona che più lo disprezzava nell'universo, pronto a morire nel caso avesse ceduto alla rabbia.
Allora perché non voleva che cadesse?

Senza sapere la risposta a quella domanda, Dennis sussurrò mentalmente qualcosa al Kraken ferito:

°Atlantide non ha bisogno di martiri.°

B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII] NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR

I WILL DEFEND THE EMPIRE UNTIL THE LAST BREATH, EVEN IF THE KINGDOM OF CHAOS WAS EMPTIED AND ALL ITS ARMIES WERE AGAINST ME. IF THE DARK GODS IN PERSON WALKED ON THIS WORLD, I WOULD RAISE MY COSMOS AND BAR THEM. AS THE EMPEROR'S BRIDE, I CAN NOT DO LESS. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE WEAK. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE HERETIC. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF DAMNATION. ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ►

Possible Broken ArrowRole / Duello - Chapter VIII

Resti di Avanaata
Groenlandia

Non cadde. Raggiunse il suolo ma non cadde.

Avvolta in sottili ma resistenti fili venne adagiata al suolo.

Si ritrovò ad osservare il cielo, ansimante e tremante per il dolore e gli shock diffusi. Le piastre di oricalco del pettorale brillarono ed iniziarono a scorrere le une sulle altre aprendosi e permettendo al piccolo drone, che nel frattempo aveva raggiunto la Primarca, di estroflettere dei sottili bracci telescopici ed avvolgerla in un abbraccio freddo ed asettico. La miriade di sonde ed aghi le si piantarono nel corpo e represse un conato di vomito sbuffando e tossendo sangue mentre il Nartechium da campo iniziava ad inondare il suo corpo ferito di medicine e fluidi per velocizzare i processi di guarigione. era una sorta di auto ospedale da campo in miniatura, sebbene privo di qualsiasi tatto e delicatezza, era speso mortalmente efficace.

Socchiuse gli occhi mentre il senso di intorpidimento causato dal flusso medicale che le stava inondando il corpo la riscosse dallo stato di incoscienza.
In quel momento comparve di nuovo Aynas.
Sanya tentò di parlare a al momento qualsiasi movimento oltre il semplice respirare le provocava intenso dolore pertanto fu attraverso la tulpe che procedette ad esprimersi.

Voi non capite...

Sciolse la presa psionica sulla mente di P.A.N. permettendo alle mani dell'Araldo di ricomparire nel campo sensoriale del loro proprietario.

Atlantide ha bisogno di ciò che desidera l'Imperatore... se Lui volesse che mi immoli come martire, lo farei con il sorriso in volto.

Si accucciò la sorella psionica, accanto all'originale.

Ma Lady Johanna è diversa. Lei è più importante di me e di Voi. Atlantide è stata troppo a lungo ignorata, addormentata... ha subito soprusi e prevaricazioni. Lady Johanna è lo Scudo che protegge le genti.

Chiuse per un istante gli occhi ed Aynas sfarfallò in risposta alla stiletta di dolore di una sonda che stava, con alcuna grazia e delicatezza, riallineando le ossa spezzate.

Lei è più di un simbolo per l'Impero. io stessa l'ho innalzata alla massima onorificenza possibile, quella di Santa Vivente dell'Impero.

Le labbra si distesero in un forzato, tirato sorriso.

Dubito che le abbia fatto piacere ma sono sicura... che sappia anche lei il motivo di quella mia azione.

Un braccio robotico di oricalco si spostò, innestandosi all'interno del fianco della Bambina nel corpo di giovane donna che ebbe la forza mentale di reprimere un urlo di dolore. Non era il momento, ne il luogo per quello.

Atlantide aveva, ed ha... bisogno di un simbolo. Non posso esserlo io che sono di fatto lo spauracchio ed il terrore della notte. Non può esserlo Lord Oliver che è troppo "buono", passatemi il termine.

La fronte imperlata di sudore si asciugò quando le goccioline si solidificarono e rotolarono via.

Ogni Primarca incarna un qualcosa nell'Impero. Ma Lady Johanna ha scolpito la sua esistenza da prima del risveglio, Ha sostenuto battaglia contro gli Spectre prima, contro la Corruzione dell'Armageddon poi...

Una nuova pausa

Lei è troppo importante, per l'Imperatore, per l'Impero... ed anche per me.

Superò il dolore e volse, caparbiamente, il viso verso Dennis, cercando con il proprio sguardo quello dell'Araldo.

Non gettatele disonore... non offuscatela...

E si lasciò andare, cercando di riequilibrare il proprio respiro.

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