Giorno d'inverno - sul cavallo un'ombra di gelo.

Role Sanja - Amaterasu

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    TEMPIO SUDIl Crogiolo




    Rumore di lame.
    La Corte di Mezzanotte era in subbuglio. Urla e incitamenti. Scudi che battevano su lance. Artigli sguainati e zanne che digrignavano.
    Nikolaus si stupiva sempre della vitalità di quella corte. Della sua selvaggia volontà. Anche se così diversi perché strana appariva agli occhi la Corte di Mezzanotte.
    La Corte delle Tenebre. Di chi combatteva nel Buio e nell'Orrore portando la scintilla del Sole.
    Amaterasu e la Corte di Mezzanotte. Agli antipodi eppure l'una non esisteva senza l'altra.
    La Creazione e la Distruzione. La quiete e la frenesia.
    La Notte e il Giorno.
    Il Sole e la Luna.
    Osservava Nikolaus. Gli Yokai Nobili e le loro armate. Vi erano i Troll, i bakeneko, gli Onryo, vi erano creature gentili e creature così oscure da rivaleggiare con gli specter.
    Sanguinarie più di loro e altre invece che rilucevano di bontà e coraggio. Ma tutti erano sotto il Sole. Voltò il suo sguardo su quel trono che cambiava sempre. Che mutava in ogni forma possibile. Sotto il torii vi era l'Araldo che un tempo lui conosceva come Harlan Draka.
    Così lo conosceva ma di Draka non vi era più rimasta nessuna traccia. Su quel trono vi era Amaterasu o mi kami che osservava quello scontro.


    «A cosa pensi,Nikolaus?»

    «A volte mi stupisco ancora di come tutto questo sia possibile. Vedere Sampilatakamui di contro a Menreiki è...»

    «Come vedere uno scontro tra un nemico e un amico?»

    «Si esatto.
    È come una guerra vera e propria e so che Menreiki la ucciderebbe senza pensarci su due volte. Come farebbe con la quasi totalità della Corte, mentre Sampilatakamui darebbe persino l'anima per proteggerlo e proteggerti.
    Non capisco...»


    Il sorriso dell'Araldo.

    «per me sono tutti uguali. Sono forze di questa realtà. Non dovresti aver paura delle tenebre perché sono tanto importanti quanto la luce.»

    «Ma non toglie il fatto che Menreiki è un figlio di puttana. Anche se non capisco quale madre abbia mai potuto far nascere quell'aborto!
    Sempre che abbia mai avuto una madre... »


    Il disgusto.

    «Forse...G.E.A

    Una frase che fece trasalire Nikolaus. Non aveva mai pensato che tutto questo fu nella mente di G.E.A.

    «Io...ecco..non so...»

    La mano sulla spalla.

    «Non sono arrabbiato e non devi chiedere scusa. É giusto così. È giusto il tuo disgusto. Ma io sono qui ugualmente sia per Sampitalakamui come per Menreiki. E morirei per entrambi col sorriso sulle labbra, come morirei per te.»

    «Io?!
    Non conto nulla! E non devi! Sono un semplice essere umano con un fucile, perché dovresti morire per me? Sei diventato scemo?! Non c'è bisogno assolutamente. Io morirei per te perché tu hai più probabilità di me di cambiare questo mondo. »


    «Una spiaggia è formata dalla sabbia che a sua volta è formata da infiniti granelli di sabbia. Senza di essi non esisterebbe la spiaggia.»

    Il sorriso beffardo e si sgranchì la schiena. Era stato fermo troppo a lungo e iniziava a scalpitare. Vi era un fuoco che non si riusciva a domare. Un fuoco di cambiamento.
    E Amaterasu era già annoiato da tutto questo. Perché l'Inizio non conosceva stasi.

    «Oh beh...già ti sei annoiato? Prima spari una perla di filosofia ed ora te ne vai? Non vuoi vedere chi vinca?
    Ah no...vero. Sono cose che a te non interessano. Ma non dormi mai?»


    «Pure troppo amico mio, pure troppo.»

    Il collo fece un rumore strano. Si aveva dormito. Dormiva sempre ed era impensabile che l'Araldo della Creazione dormisse ma avrebbe risposto che dormire lo aiutava a creare, ad immaginare, a sognare e quindi a rendere reali tali sogni.
    Oppure era solo un modo filosofico e furbo per poter continuare a fare quello che amava di più: dormire nel vento e farsi cullare dal cielo e dal rumore del Tutto.
    E sorrise di soppiatto perché avrebbe potuto fare altro. Avrebbe potuto fare tutto e non restare sul Trono a guardare un esercizio di stile puerile. A dire la verità l'unico avversario che gli accendeva, davvero, il sangue nelle vene era Guerra.
    Guerra e la primigenia spada.
    Il concetto del taglio di contro al concetto di spada. Sarebbe stato davvero interessante scontrarsi adesso. In questa era. Con questi nemici sulla sfondo. E chissà...anche solamente combattere spalla a spalla.
    L'unico, tra tutti i Daimon, che Amaterasu rispettava. Non per la sua forza ma perchè affini alla spada e al taglio.
    Bè...anche Iperione sarebbe andato bene. O qualsiasi tra i Titani...e gli balenò l'idea di andarli a trovare.
    Perché?
    Perché non farlo? Poteva e non poteva. Per lui era identica la cosa, con le stesse possibilità in divenire.


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    «Amaterasu dono...»



    Hakumen no mono. Ecco di chi era quella voce. Dello Yokai Nobile a capo delle kitsune. Hakumen no mono...la maschera bianca.
    Una kitsune antica con nove code e una bellezza terribile. Diceva la leggenda che gettò le consorti di un re cinese in una fossa di scorpioni e serpenti solo perché si erano rifiutate di ballare di fronte a lei.
    Quel giorno, la leggenda narra, che la sua risata accompagnava ogni morso, ogni puntura che quelle sventurate ricevettero.
    Hakumen no mono...la sua perfidia era seconda alla sua bellezza. Anzi tanto era bella tanto più la sua perfidia aumentava.


    «Ho delle notizie da darle.»

    «Mh?»

    «Un invito ufficiale da parte di uno dei Sette Primarchi.»

    «Avranno sbagliato di sicuro. Passa l'invito a Pan o a Chernobog...»

    E sbadigliò. Se ne sarebbe andato se Hakumen no mono non lo avesse fermato rimarcando con più veemenza le sue parole.

    «Amaterasu dono è proprio per lei.»

    «Va bene va bene...vediamo chi mi cerca.»

    La lettera aveva il sigillo di Atlantide. Un invito di quelli ufficiali e pesanti vista la carta pregiata, i sigilli impressi sopra d'oricalco...ogni primarca ne aveva uno diverso? Non se lo ricordava affatto ma bastava il sigillo di Atlantide per dare al tutto quella solennità tipica del Dio Imperatore...o Dio vassallo?
    E rise di gusto grattandosi la nuca al solo pensiero di poter sbeffeggiare Poseidone.
    I suoi occhi corsero tra le righe fino alla firma. Fino al nome di chi lo invitava. E quel sorriso si fece quasi predatorio.


    «Sanya Beršanskaja »

    Si grattò la barba, rigirandosi la lettera tra le dita.


    «Bene andrò a far visita al primarca del kraken. Una così non invita a caso. E mi incuriosisce che con Pan e Chernobog abbia chiamato proprio me.
    Oh beh...»



    Il portale delle api si stava già aprendo.

    «Ma Tentetsutou andrà da solo? Un invito ufficiale e risponde con la sua sola presenza?»

    «Un Araldo basta e avanza. Non amo le fanfare ne far scomodare voi che avete impegni nei confronti della Realtà e del Tempio Sud.
    In più ogni parte di questa Realtà è nostro dominio. Persino i territori di Sanya Beršanskaja.
    Detto ciò è un inutile e pacchiano comportamento presentarmi a stendardi spiegati. Non devo dimostrare nulla a nessuno. Anche perché far sventolare i miei simboli non è mai buon auspicio dovresti saperlo... »


    Il Sole che crea e che distrugge al contempo per far ripartire il ciclo e la Realtà.


    «Cercherò di tornare presto. Salutami tutti eh!»


    Attraversò il portale col sorriso stampato sul volto, come sempre come ogni volta. Un occasione. Un momento irripetibile. Un sasso lanciato su uno specchio d'acqua immobile.
    I cerchi si sarebbero diramati fin dove?
    Si sarebbe goduto ogni più piccola vibrazione di questa storia.





    Il suo cosmo divampò. Il mare. L'oceano. Le sue correnti gelide. I suoi animali. La preda e il predatore. La vita che nasceva, che rimaneva intrappolata nel ghiaccio in attesa di potersi schiudere alla vita.
    Quel cosmo abbracciò ogni cosa era il suo modo per manifestare la sua presenza.
    Lui era l'oceano. Lui era l'acqua che scorreva in ogni vena segreta di questo mondo.
    Che scorreva nel flusso del Life Stream e che zampillava in ogni dove, assolutamente libera e imprevedibile.
    Ed ora era lì. Ad annunciare a tutti quei territori che l'Araldo più imprevedibile tra i cinque, il Sole che splendeva nell'oscurità più orrenda ora splendeva per loro.

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    «Ad ogni cancello
    la primavera comincia
    dal fango sui sandali. »



    Il sorriso. E si sedette a gambe incrociate per terra. Anche se sembrava più il byakko della leggenda addormentato.

     
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    I WILL DEFEND THE EMPIRE UNTIL THE LAST BREATH, EVEN IF THE KINGDOM OF CHAOS WAS EMPTIED AND ALL ITS ARMIES WERE AGAINST ME. IF THE DARK GODS IN PERSON WALKED ON THIS WORLD, I WOULD RAISE MY COSMOS AND BAR THEM. AS THE EMPEROR'S BRIDE, I CAN NOT DO LESS. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE WEAK. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE HERETIC. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF DAMNATION. ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ►
    Giorno d'inverno - sul cavallo un'ombra di gelo
    Role - Chapter 1


    Settore Artico
    Atlantide



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    Indossava un abito candido con sfumature di un blu profondo, sottili ricami in filo di oricalco che riproducevano forme marine tentacolari ne adornavano il busto, un lieve velo le copriva i capelli color dell'oro e veniva tenuto dalla corona reale di Oricalco ed Antarcticite. La sua espressione era seria, lo sguardo deciso seppur velato di stanchezza.
    Era perfettamente consapevole dell'importanza di quell'incontro e dopo un profondo consulto con il suo concilio ristretto aveva deciso di rivolgersi ad uno degli Araldi di GEA di cui si conosceva l'attività ma con cui non aveva ancora mai incontrato.

    Finora con gli esponenti di GEA ho avuto solo contatti, nel migliore dei casi, gelidi... la maggior parte delle volte pessimi... Non sarà facile.

    Sapevamo da subito che sarebbe stato complicato, non sai porti con le persone sorellina

    La incalzò la sorella psionica, una copia esatta di Sanya stesa, una gemella come erano gemelli, nel tempo del Mito, Mestore ed Elasippo. Il tulpe si lasciò andare ad un risolino divertito, volteggiando e piroettando tutto intorno alla Primarca del Kraken, descrivendo ampie giravolte e lasciando fluire la costruzione psionica del proprio abito, complementare ed opposto a quello di Sanya, completamente nero con sfumature verso un blu profondo.

    Stai forse insinuando che io abbia... SBAGLIATO?

    Alla pronuncia dell'ultima parola la temperatura ambientale nella stanza crollò improvvisamente.

    Un Primarca non commette errori, un Primarca porta avanti la volontà dell'Imperatore. Sempre, senza alcun errore
    Un Primarca non commette errori, un Primarca porta avanti la volontà dell'Imperatore. Sempre, senza alcun errore

    Pronunciarono la frase perfettamente in coro, con la stessa inflessione, con la stessa tonalità e con lo stesso volume... Parve quasi una persona sola che parlasse con una voce bitonale... quasi.

    Aveva per tempo avvisato sia l'Imperatore che il Concilio dei Sette del probabile arrivo di un Araldo di G.E.A. nel Settore Artico per un incontro... diplomatico. La notizia aveva prevedibilmente generato un certo tono teso, specialmente dai Reggenti dei troni dei settori privi della benedizione di un Primarca. Il Kraken storicamente non era mai stato un buon diplomatico, e Sanya Beršanskaja incarnava perfettamente questo lembo di storia atlantidea.

    Era tesa, sapeva di non essere del tutto adatta al compito di un incontro diplomatico lei era una regina guerriera, attraverso il Khala sapeva che il Primarca del Kraken era sempre stato la lama del giudizio dell'Imperatore, eppure...

    Eppure sentiva personalmente il bisogno di compiere questo passo. Da quando aveva sostenuto la prova benedetta del Khala, in cui aveva rivissuto la vita di Mestore, in cui aveva combattuto contro la contaminazione del morbo di Nurgle insieme proprio ad un Araldo di G.E.A., Chernobog. Fu in quel momento che finalmente Sanya comprese la missione degli Eletti e degli Araldi, una missione che era estremamente simile a quella di Atlantide.

    Doveva riuscire a trovare un punto di contatto, un comune denominatore che potesse se non unire, quantomeno avvicinare le due realtà. E proprio per le sue azioni passate le sembrò giusto essere lei a proporre un primo, forse timido ma comunque importante, passo.

    Percepì quindi il cosmo dell'Araldo, un qualcosa di talmente primevo, atavico e puro da somigliare alla purezza della luce di una candela che improvvisamente si accende in una caverna buia. L'acqua stessa parve essere felice della presenza della Creazione, mentre un senso di umana comprensione dell'ultra umano fece breccia nella mente della Primarca, tanto che la sorella psionica ebbe un sussulto, un glitch nella realtà.

    Era atteso l'Araldo e i sistemi di sorveglianza cosmica erano stati tarati di conseguenza, Sanya diede istruzioni alle sue truppe di attendere. L'Araldo era gradito ospite e si era presentato da solo, pertanto la Regina ritenne giusto non offendere la fiducia dimostrata dal figlio di GEA.
    Raggiunse l'essere dalla forma di uomo da sola, con la sola presenza di Aynas, gemella psionica che mai potrebbe essere separata da Sanya.

    Ben arrivato nel Settore Artico, Lord Amaterasu, sono Sanya Beršanskaja, Primarca del Kraken e Regina del Trono dell'Oceano Artico su Mandato dell'Imperatore Poseidone. Spero che il viaggio sia stato leggero e privo di inconvenienti.

    Schiuse le labbra in un sorriso la Regina. Aveva provato e riprovato le formule di cortesia, invitata dal Kathryna e Vysenia ad imparare a contenere il suo automatico e dogmatico, zelante sdegno verso qualsiasi essere vivente che non riponeva la Fede nel Divino Imperatore.

    Di fronte all'Araldo comparve, come schiudendosi da una goccia di acqua, la figura di Aynas che, dal canto suo, si chinò fino a raggiungere l'altezza dell'Araldo seduto.

    Sei comodo? Abbiamo delle sedie e delle poltrone sai? Lo vuoi un budino? o preferisci una pizza?

    Aynas!. Singhiozzò la Primarca con le gote che s'imporporarono d'imbarazzo. Perdonate la mia sorellina, non è molto abituata a simili cerimoniali e protocolli, ma vi invito, se volete a seguirmi, oppure preferite che faccia preparare qualcosa qui in mezzo allo spazio incontaminato, da dove poter contemplare l'immensità oceanica sopra di noi?.

    Nemmeno te sei abituata... pigolò la tulpe con un filo di voce.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Perfette.
    MENTALMENTE Tesa ma determinata verso il buon esito dell'incontro.
    STATUS SCALE Non Indossata - in modalità totem, nel Palazzo degli Inverni, non presente al momento.

    RIASSUNTO AZIONI
    Eccoci qui, come Amaterasu si è palesato da solo, così Sanya cerca di dimostare la sua buona fede facendo altrettanto, con solo l'inconveniente di Aynas... Buon divertimento.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
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    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

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    Aprì gli occhi. Nelle pupille il torii. Nell'iride l'arcobaleno. Amaterasu guardò entrambe con la stessa intensità. Dette ad entrambe lo stesso sguardo. Osservò ogni cosa della loro essenza.
    E sorrise.
    Si sorrise di gusto e la sua risata fu fragorosa come la corrente. Zampillò, pura, dalla sua anima, fresca e libera. Perché non era poi così strano mangiare una pizza col budino. Neppure se fosse stata Sanja ad offrirlo.
    L'avrebbe tagliata? Poteva eppure vi era una domanda che ronzava nella sua testa, non la punizione per un gesto da bambina. Ma in fondo chi aveva davanti era una bambina.
    Una bambina su mandato di Poseidone.
    Poteva rimarcare che la verità era che Poseidone regnava per suo mandato ma sarebbe stata vanagloria.
    Non serviva rimarcare quello che si sapeva. Ne era lì per gonfiare inutilmente il petto a chi aveva più blasone.
    Bastava la sua spada a parlare di quello che aveva fatto, di quello che faceva, del sangue che aveva versato innumerevoli volte sul Muro.
    La Spada Nelle Tenebre capace di scacciarle.
    Ma in fondo bastava che quei luoghi fossero splendidi. Il resto era solo orgoglio sciatto.


    «La pizza è gradita. Il budino solo se entrambe lo mangerete con me.»


    E non lo disse tanto per dire. Respirò a fondo alzandosi. Si guardò intorno. Il tempo passò ma ai suoi occhi sembrava solo che li avesse chiusi per un istante; eppure era su ere si sovrapposero formando tutto questo.
    Nuovo.
    E vecchio. Ancora poteva sentire quando tutto incominciò. Quando quei luoghi, aprirono i loro occhi al mondo, divenendo questo. Mise una mano per terra. Voleva sentire il loro respiro. Voleva sentire le anime e gli elementi danzare.
    La melodia fu magnifica. Così diversa da quella che aveva sentito all'inizio, così potente ora.


    «Grazie per le sedie ma amo sedermi per terra e ascoltare la Realtà. Ma mi farei volentieri una passeggiata. È da tempo che non vedo questi luoghi e sono curioso. Quindi fammi strada.»

    Si grattò la barba.

    «Anche perché sono davvero curioso dei perché dietro ad un invito ufficiale. Sopratutto se è il tuo Sanya Beršanskaja.
    Tra l'altro, sarò sincero, non mi sarei aspettato nessun invito, né da te, né dagli altri Primarchi. Pan e Chernobog sono più conosciuti da queste parti.
    Ma in ogni caso sono curioso.
    La tua fede in Poseidone è rinomata, ma dovresti sapere cosa sono e quale sia il mio titolo anche tra gli Araldi.»


    Il sorriso ruffiano da gatto maledetto. Si...un po' la lisciava, un po' la stuzzicava.
    E questo era divertente. Perché dava quel quid che rendeva ogni anima unica e allo stesso tempo perfetta nella Creazione.
    Ed ora voleva sentire l'anima di Sanya cantare e danzare al ritmo della Realtà.

    Si grattò la nuca. E quel sorriso splendette su quel volto maturo e barbuto. Che poco si addiceva alle leggende. Amaterasu o mi kami...avrebbe dovuto avere una bellezza tale da non poter essere descritta a parole, che la sua aura imperiale avrebbe dovuto schiacciare tutto e tutti. Il Sole che splendeva.
    Eppure nulla di tutto questo era lì. Splendeva quel Sole ma dell'Imperatrice non vi era nulla, se non i gesti ma della spocchia tipica dei regnanti non era fatto quel sorriso.
    Quel sorriso era di chi amava tutto. Di chi vedeva in ogni cosa qualcosa d'importante. Ma anche di chi non si prendeva troppo sul serio.


    «Quindi...come mai sono qui?!
    Ne parliamo di fronte a quella pizza e a quel budino? Cioè...ritratto...tu parli e io ascolto.»


     
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    Giorno d'inverno - sul cavallo un'ombra di gelo
    Role - Chapter II


    Settore Artico
    Atlantide



    La sensazione di trovarsi di fronte ad un aspetto della realtà nel pieno del suo essere era un'esperienza sicuramente nuova per Sanya.
    Aveva incontrato due Titani in occasioni differenti ma stavolta vi era qualcosa di diverso, un qualcosa più votato all'intimismo.
    Le presenze naturali in quella piazza, l'acqua stessa che circondava l'intero Impero dei Mari, sembrava ridere alle risa dell'Araldo.

    La Regina Artica si prodigò con un sorriso di disagio per agevolare le aspettative dell'ospite.
    Diede rapidi ordini attraverso un comunicatore per poi accompagnare, insieme all'onnipresente Aynas, l'Araldo in una passeggiata nei parchi del Settore Artico.

    Questo è il Parco della Rimembranza, accompagna e fa da cornice ai due templi maggiori del Settore

    Indicò un enorme parco curato, sebbene si vedessero pochissime persone in giro, dato comunque il regime Artico da lei stessa voluto, votato all'estrema produzione per ottenere estremo benessere. Ogni cittadino veniva adeguatamente ricompensato in base al supporto che dava al Settore. Era stata chiara fin dal giorno della sua salita al Trono: chi non lavorava non aveva diritto ai benefici del Regno, allo stesso modo era di primaria importanza che i bambini venissero adeguatamente istruiti (una situazione di paradosso se si considerava il suo stesso livello di studio prima della benedizione del Khala).

    Raggiunsero il Palazzo degli Inverni, ove la Regina aveva dato ordine di apparecchiare su un ampio spazio erboso con un telo.
    Sembrava a tutti gli effetti più un pic-nic che un incontro con uno dei rappresentanti del pianeta.
    Lievemente imbarazzata, raccolse le vesti sotto le gambe inginocchiandosi sul telo ove avrebbero consumato il pasto (invero insolito come pranzo di rappresentanza una pizza e budino seduti nell'erba).

    Ascoltò con attenzione le parole dell'Araldo ed attese qualche istante prima di rispondere, rimanendo con le labbra schiuse in un enigmatico sorriso.

    Sono sicura che Voi mi conosciate, Lord Amaterasu.
    Stiamo parlando di Sanya Beršanskaja: Primarca del Kraken - La Sposa dell'Imperatore - La Furia di Atlantide - Regina Artica - Lady Comandante della Legio Artica - Sister Commander dell'Ordine dell'Adepta Sororitas - La Sterminatrice di Dinastie - La Ridente - Maestra della Legione Astartes dei Blood Angels - "Nakhatai" la Senzaperdono.
    Fece una lieve pausa, senza mutare la propria espressione del viso mentre portò la mani al grembo, la sinistra sulla destra. Sono certa che abbiate sentito parlare di me in qualche vostro rapporto, e dubito che siano stati dei resoconti lusinghieri...

    Socchiuse gli occhi color del ghiaccio

    Abbiamo sicuramente modi differenti di vedere le cose, agire e reagire alle situazioni. Sia a livello generale come schieramento che, a maggior ragione, a livello personale.

    Riaprì lentamente gli occhi, posando lo sguardo in quello del figlio di GEA.

    Saprete benissimo che ho avuto incontri... burrascosi sia on il signor Bieffe, che con Audatia che con Moko

    Accompagnò l'elenco con il conteggio delle dita della mano sinistra.

    A seguito della mia crescita nelle vie del cosmo, sono riuscita a superare una prova a noi riservata che mi ha permesso di... attese qualche istante mentre cercava il modo giusto di porre la questione del Khala ... assaporare esperienze passate, andando a ritroso fino all'epoca del Mito.

    Sorrise soddisfatta della scelta di parole.

    Proprio in virtù di questa esperienza ho compreso che lo scopo, o almeno uno degli scopi, di voi rappresentanti di GEA e la lotta contro il Chaos, missione che in verità era ed è tuttora, coincidente con il primo scopo dell'Impero di Atlantide.

    Sospirò mentre i suoi occhi si colorarono appena di oro

    Ho affrontato il Chaos in molte occasioni: sono rimasta prigioniera per secoli in un pianeta di Khorne, affidandomi alla Luce della fede per resistere all'oscurità del bronzo e del sangue; ho incontrato una rappresentazione di Tzeentch ed ho dovuto causare la morte di un mio suddito, di un servo dell'Imperatore, per evitare che la contaminazione del dio degli inganni proliferasse ancora; grazie all'aiuto di un Titano son riuscita a resistere e scacciare la tentazione di Slaaneesh; ho combattuto con un vostro fratello Araldo, Chernobog, contro la prima manifestazione di una possessione di Nurgle, nelle notti del Mito.

    Ricompose la mano sinistra sopra la destra chinando il capo ed osservandosi i lunghi guanti neri che coprivano le orribili cicatrici dei palmi e dei dorsi delle mani.

    Il Chaos è il nemico naturale di tutti noi, al pari della Corruzione. Non si tratta solo di Atlantide, o solo di un angolo sperduto di mondo... E voi lo sapete bene quanto me. Tra gli umani posso affermare che non ve ne siano molti con una comprensione del pericolo che costituisce il chaos pronunciata quanto la mia. Non è superbia ma la realtà dei fatti.

    Riportò lo sguardo sull'Araldo, il suo viso e la sua espressione erano seri e decisi.

    Per questo ho ritenuto necessario cercare un nuovo spiraglio, un nuovo dialogo con Voi. Non possiamo lasciare tutte queste incombenze su Lady Seadragon.

    Sospirò profondamente, come se la cosa che stava per dire era un qualcosa capace di straziarla nel profondo.

    Non dirò di aver sbagliato nel pormi con gli altri rappresentanti di G.E.A., sono una Primarca ed agisco in nome e per conto dell'Imperatore ed a Lui solo rispondo.
    Ma riconosco che devo, necessariamente, almeno disangolare alcune mie abitudini.


    Si concesse di allentare il respiro e tentare di delineare un sorriso

    Per questo ho ritenuto giusto cercare un contatto tra i rappresentanti di GEA che non avevo mai incontrato prima, per evitare una possibile ingerenza dovuta a trascorsi passati.

    Attese qualche istante.

    Spero capirete...

    Sta arrivando la Pizza! Interruppe a gran voce Aynas.

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    NOME Sanya Beršanskaja
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    MENTALMENTE Tesa ma determinata verso il buon esito dell'incontro.
    STATUS SCALE Non Indossata - in modalità totem, nel Palazzo degli Inverni, non presente al momento.

    RIASSUNTO AZIONI
    Eccoci qui, come Amaterasu si è palesato da solo, così Sanya cerca di dimostare la sua buona fede facendo altrettanto, con solo l'inconveniente di Aynas... Buon divertimento.

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    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

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    «Deliziosa!»

    Mangiava di gusto, come se non avesse minimamente prestato attenzione a niente e a nessuno. Eppure...


    «Questi luoghi sono diversi dall'inizio. Conoscevo altro...e molte cose non vi sono più e altre sono nate da esse.
    Capisci cosa significa?»


    Mangiava. Il sorriso sulle labbra. Adorava la pizza.

    «Ho avuto un infinità di nomi e ho combattuto prima del tempo e dello spazio. Ma la pizza è la cosa che preferisco. Dopo il sakè...anche se tanto tempo fa conobbi dei monaci che facevano un ottima birra scura artigianale. Erano magnifici!
    Bevevamo insieme ogni tanto...ed erano puri. E combattei per loro difendendoli quando l'orrore strisciò per prenderli. Ancora oggi torno in quel monastero...mi manca quella birra


    Seduto raccontava una storia. Un apertura intima avrebbero detto alcuni, ma per un essere come Amaterasu era un modo per spiegare cosa vedevano i suoi occhi e cosa provasse il suo cuore. Anche se poco c'entrava con tutto questo...ma Amaterasu vedeva il mondo con occhi diversi. Parlare di quei monaci era anche e sopratutto per ricordare, perché la malinconia e la tristezza erano il dolore e le responsabilità dei figli di G.E.A. La tristezza per le ferite, per uomini inquinati da gocce di tenebra malsane e blasfeme. L malinconia per i ricordi, il dolore per ogni ferita che veniva inferta alla Realtà.
    Non era facile essere Araldo...
    E guardò la bambina. Si la guardò e ascoltò le sue parole.
    Aveva fatto un grave errore, un errore madornale che nemmeno Poseidone nella sua sciocca boria si sarebbe mai permesso di pensare e fare.
    Il problema era questo: il credere che gli eletti fossero degli sciocchi protettori della natura.

    «Perché il tuo primo pensiero su di noi è stato quello che ti ha condotto allo sbaglio.
    Sono dei patetici druidi.
    Abbraccia alberi da quattro soldi che muoverebbero guerra per un seme...hai pensato questo, vero?»



    No...ora non vi era nulla di Amaterasu di prima. Vi fu una vibrazione così intensa e bassa da essere terribile.
    L'haori dai colori accessi si alzò per un vento improvviso e quegli occhi furono lapilli di rabbia e orgoglio terribili.


    «Il Chaos è il pericolo? Il Chaos è uno dei tanti pericoli che minacciano questa perla.
    Da quando G.E.A creò tutto questo, da quando detti la mia forza per sorreggerla dalla fatica, che forze terribili e oscene cercano di corromperla.»


    Un altro pezzo di pizza.

    «Hai sbagliato, e lo sa anche Poseidone, ma anche se non lo dici va bene così. Ma bada bene che oggi chiudo un occhio domani porterò la tua testa su di una picca se leverai anche un mignolo sui miei fratelli E non furono parole dette a caso. Amaterasu era terribile nella sua collera. Ben più pericolosa della rabbia degli altri Araldi ed Eletti.
    Perché la Creazione non era un atto pacifico ma di collisione, di scontro affinché il Ciclo ri iniziasse.
    Il Sole era il suo simbolo e il Sole bruciava. Il suo calore incomparabile che nulla poteva essere sulla sua superficie.
    Ecco perché la rabbia di Amaterasu era pari alla forza del Sole. Una rabbia che non conosceva limiti, che avrebbe ridotto persino il creato in cenere.

    «Ma il passato rimane nel passato ma stammi a sentire e capisci molto bene quello che ti sto per dire, perché non lo ripeterò un altra volta. »

    Stasi.

    E4gZw6W
    «Se G.E.A dovesse cadere tutto collasserebbe e svanirebbe nell'oblio. Corrotto. Distrutto. Portato nel devastante silenzio del Nulla, una stasi di aberrazioni oscene e di cimiteri fatti con infiniti mondi e dimensioni. »



    A cosa servivano gli eletti e gli Araldi di G.E.A? Per questo.
    Per difendere questa perla. Per dare alla vita nel suo senso più assoluto un luogo dove poter essere, diventare, crescere, maturare, cambiare.


    «E vi sono mondi che muoiono, vite che vengono distrutte e che diventano burattini in mani che non sono mani. Sento il grido di dolore di questo mondo. Delle ferite.
    Ognuna in questo mondo e una nel mio cuore. Sento ogni inizio reciso e ogni creazione divenire altro.
    Ecco perché difendo il Muro. Ecco perché noi Araldi ed eletti abbiamo continuato a farlo.
    Per ogni devastazione portata da Khorne vi sarà sempre il pugno di Pan, per distruggerlo, per portare la pangenesi, per fermarlo e ricacciarlo indietro.
    Per ogni piaga, per ogni veleno dato da Nurgle sempre Chernobog darà la fine giusta ad ogni cosa distruggendo la malattia di quella volontà bieca.
    Per ogni depravazione, per ogni vizio, per ogni lussuria di Slaanesh ci sarà Nerthus a portare un vero abbraccio e la giusta protezione a tutte le cose e i figli di questa realtà.
    Per ogni bieca sapienza di Tzeentch che porta verso la corruzione e il caos vi sarà Oberon a custodire il Ciclo affinché si mantenga sempre in equilibrio e che persista. »


    E poi kusanagi ronzò. Era come se l'anima di Amaterasu stesse per essere sguainata.


    VNc5CFg
    E ogni volta che Malal proverà ad alzare gli occhi su tutto questo, troverà me a strapparglieli!
    E questo vale per chiunque attenterà alla Creazione.




    E solo in quell'attimo che fu Imperatrice. Ma un attimo lungo quanto la vita di una stella. Il pugno a serrarsi, il cosmo a diventare tempesta e maremoto. Quegli occhi lapilli di un vulcano di rabbia antica e di una promessa fatta in un tempo prima del tempo. Il respiro fu intenso.
    E poi la quiete...il Sole a splendere dietro le nubi temporalesche.
    Si lisciò la barba. Quella pizza, con i suoi spicchi, con i suoi sapori e gusti, con i suoi ingredienti era la Realtà. Una rappresentazione minimalista di quello che era da sempre negli occhi di Amaterasu.
    Il problema della corruzione, del chaos e dei mille nemici che la volevano?
    Era proprio per questo: deliziosa. E ne bramavano ognuno un pezzo solo per sé. Ma perché accontentarsi di un fetta quando si potevano avere le mani che avevano dato origine a tutto questo?
    G.E.A era da proteggere, così come tutto questo, affinché tutti ne godessero in egual modo.

    «Gea is a systems architect and the multiverse is an infinitely recursive architectural simulator

    E prese un pezzo di pizza.

    «O per meglio farti comprendere: questa pizza, se vuoi. Ogni pezzo, ogni sapore, ogni gusto, ogni elemento la fa unica, desiderabile. Un qualcosa che fa venire l'acquolina in bocca. E vi sono troppi, infiniti bastardi che la vogliono solo per sé, insieme a chi l'ha creata.
    Perché?»


    Ne mangiò un pezzo di gusto e quegli occhi brillarono ferali.
    Era come se vi fosse una rabbia ancestrale in quelle parole. In quegli occhi vi era tutto lo sdegno per quello che stava succedendo.

    «Perchè è un gioco per esseri che vanno oltre te e anche me.»

    Il Grande Gioco dove la posta in palio era tutto questo. Il modo migliore per passare l'eternità fregandosene di tutto e tutti tranne che di se stessi, del proprio egoismo e menefreghismo.
    L'egocentrismo da puttane bastarde.

    «Ora hai capito meglio cosa e perché siamo qui? E perché dovrei tagliare la mano che hai alzato contro Moko? Perché dovrei tagliare la tua lingua da sciocca che ha osato anche solo pensare e dire certe cose?»

    E allungò la pizza rimanente a Sanja. un gesto che cozzava con le parole dette prima. Un gesto in aperta contraddizione. Ma poteva esistere la contraddizione in Amaterasu?
    O era solo la vita che si muoveva su sentieri sconosciuti?

    «Vorresti assaggiare la mia? Io assaggerò la tua.»

    Occhi dentro gli occhi.

    «Sembra buonissima...»

    Lo spiraglio? Quegli occhi...in quegli occhi Sanya avrebbe trovato le risposte.

     
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    Giorno d'inverno - sul cavallo un'ombra di gelo
    Role - Chapter III


    Settore Artico
    Atlantide



    Sbocconcellava i piccoli pezzi di pizza mentre ascolta il suo illustre interlocutore.
    Le emozioni, le sensazioni, gli stati d'animo che emanava assomigliarono ad una spaventosa sebbene affascinante ed ipnotica serie di Montagne Russe: alternando istanti di pace e tranquillità ultraterrena ad attimi, lunghi quanto migliaia di vite, di rabbia inespressa e di terrore con cui vergare il nemico.

    Le pressioni cosmiche espresse, il vento impetuoso, il sole luminoso, il mare in burrasca, la quiete e la furia della natura vennero espresse tutte insieme davanti gli occhi della Primarca.
    Una Primarca, Sanya, che però era abituata ad interagire con un essere ancora più antico ed alieno, l'unico Grande Antico che ebbe il coraggio (o forse si mosse per combattere la noia) di agire contro i suoi simili. Perché nel Grande Gioco all'inizio di tutto vi erano essere sempre più antichi, poi dimenticati o fatti dimenticare ai più.

    Ma Yorith, dalla sua prigione sotto la Groenlandia ma in un altra dimensione, nel suo atavico sonno ed imprigionamento era comunque una essere oltre reale, che aveva combattuto con i Titani contro i suoi stessi simili, che aveva stretto un primo patto con il semi divino Mestore, che aveva streto e rinnovato quel patto, dopo millenni, con la stessa Sanya.
    Sanya che fin dal suo arrivo ad Atlantide aveva inconsciamente attirato l'attenzione dell'essere oltre reale che le si palesava in sogno come il suo "ANGELO", angelo che la guidò anche in quella spedizione in Groenlandia e che, tutt'ora, conversa con la bambina nel corpo di giovane donna.

    E Sanya schiuse il labbra, con un angolo di un fazzoletto le pulì con grazia per poi esibire un sorriso di bambina, talmente casto e puro che sarebbe potuto sembrare abbagliante eppure, nelle ombre di quel sorriso sarebbe stato possibile intravedere, per Amaterasu, una moltitudine di occhi, di tentacoli e di conoscenze sopite.

    Separò con calma una metà della sua pizza e con grazia la porse all'Araldo, sarebbe stato scortese non accontentarlo, sebbene fosse una circostanza di tavola invero irrituale.

    Sapete Lord Amaterasu, prima della benedizione dell'accesso alla Via Dorata ero veramente ignorante. E non nel senso dispregiativo del termine, semplicemente non ero a conoscenza di una moltitudine di cose, da quelle di importanza vitale a quelle di più comune senso pratico. Dovetti anche ricorrere ad insegnanti privati per colmare le mie lacune didattiche.

    Attese qualche istante.

    Ma avere accesso a nozioni ed informazioni, nonché a conoscenze dirette oppure acquisite per ingerenze esterne, comporta molteplici responsabilità, non in ultimo quella cui sto cercando ora di onorare, sforzandomi di trovare almeno un punto comune con Voi, sia personalmente che come gruppo.

    Il suo cosmo, mai completamente cheto, impossibile da imbrigliare completamente, ebbe uno sbuffo rilasciando una quantità di psioni attivi tutto intorno ai due commensali.
    Intorno a loro comparvero scende di guerre e combattimenti talmente antiche da far perdere di senso la parola ed il concetto di tempo, esseri alieni nel che lottavano tra loro, per poi plasmare scene di idilliaca memoria della terra ai tempi del Mito, prima ancora della formazione degli Araldi, per poi tornare alla guerra più atroce, fino a sfociare nel combattimento del Kraken e di Chernobog uniti contro la manifestazione di Nurgle.

    Aver avuto accesso alla Via DOrata, come vi ho detto, mi ha, se così si può dire, aperto gli occhi su valenti guerrieri e difensori della realtà.

    Sospirò mentre tagliava l'ultimo spicchio della pizza.

    Proprio in ragione di ciò cerco di porre rimedio a quanto da me iniziato, se io ho dato inizio a qualcosa, devo essere io a porvi fine, a prescindere dalle conseguenze.

    Aynas si pose al fianco di Sanya, era una scena disturbante quelle delle due sorelle, reale e psichica, poste guancia a guancia.

    Se occorrerà il mio sangue sarò disposta a versarlo, se occorrerà la mia vita, sono certa che un altro Kraken prenderà il mio posto e, raggiunta la maturità del Khala, comprenderà le mie azioni.

    Entrambe le sorelle guardarono Amaterasu, non uno sguardo di sfida ma semplice determinazione.

    Perché Atlantide è benedetta dalla guida dell'Imperatore, nella sua infinita saggezza ha insegnato la via del Khala, la via dell'unione e dell'esaltazione della civiltà, non intesa come massa capace solo di distruggere, ma come insieme di intenti per una elevazione superiore.

    Aynas ebbe un fremito ed in un glitch visivo svanì alla vista mentre Sanya allargò ancor di più il sorriso.

    E, detto fra noi due, Lord Amaterasu, sono stata minaccia molte volte, in molti modi, in molte vite da esseri anche oltre reali. Non vi offendete se non me la prendo se a farlo stavolta è un artefice della realtà.

    Dalle spalle dell'Araldo emerse nuovamente la figura dl Tulpe che esclamò con la sua vocetta stridula.

    Dopo la pizza viene il budino, è buono il budino, a cosa lo prendi? Io lo voglio al cioccolato, a mia sorella piace alla creama...

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Perfette.
    MENTALMENTE Tesa ma determinata verso il buon esito dell'incontro.
    STATUS SCALE Non Indossata - in modalità totem, nel Palazzo degli Inverni, non presente al momento.

    RIASSUNTO AZIONI
    Eccoci qui, come Amaterasu si è palesato da solo, così Sanya cerca di dimostare la sua buona fede facendo altrettanto, con solo l'inconveniente di Aynas... Buon divertimento.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


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    ed11615195c9fd0f1ef25ec9d9ac2c2c
    «È nella natura della preda, sentirsi minacciata.»



    Continuò a mangiare di gusto. Nonostante quell'emanazione. Eppure quella frase fu detta con un tale velocità da nascondere la lama del rimprovero.
    Sanja...provava un misto di pietà e rabbia verso la primarca. La pietà per chi non aveva argomentazioni e continuava a rimestare nel khala per dare un senso ad una vita ormai perduta e la rabbia verso la follia che ne impregnava, come un sudario, ogni parola e movimento.
    L'incapacità di vedere.
    Atlantide e la gloria dell'Imperatore. Quando tutti loro erano lì come ospiti. In fondo l'Imperatore che tanto acclamava restava al suo posto perché lo voleva lui. Amaterasu o mi kami.
    Poteva capirlo? No...per farlo avrebbe dovuto fare un passo indietro, uscire dal ruolo del Primarca, iniziare a vedere al di là di Atlantide e porsi ad un gradino sotto del più umile e povero e solo allora che avrebbe potuto elevarsi al di là del cielo.
    Ma Sanja rimaneva ancorata alla fede e al potere.
    Continuò a mangiare.

    «Non ti ho minacciata...dire esattamente quello che accade ad una determinata azione non è minacciare.
    Minacciare è cercare di intimidire qualcuno, avere l'intenzione di nuocere. Intenzione Sanja...ma io non minaccio io affermo.
    E affermo che voi qui siete miei ospiti. Tutto ciò che è sopra e sotto questo cielo è perché noi Araldi lo permettiamo.»


    Differenza sottile.
    E lo disse con un espressione neutra sul volto. Un altro pezzo di pizza.

    «Fino ad ora ho sentito solo belle parole di te, del khala – che tra l'altro è una via con infinite pecche al suo interno – come se amassi più sventolare il tuo curriculum vitae che dire esattamente la verità. Ami così tanto parlare di te anche quando sbagli? Se vuoi porre rimedio sai cosa devi fare e non ci sarebbe né rimprovero, né biasimo. Ma solo maturità d'intenti.»

    Passò al budino.

    «Squisito.»

    Assaporò il gusto lasciandosi inebriare.
    Era davvero buonissimo. Che il secondo boccone fu divorato con velocità come a soddisfare un bisogno necessario.
    La guardò ancora.

    «Il problema Sanja è solo uno.
    Chiedere scusa e capire. Noi staremo qui quando Atlantide cadrà. Staremo qui quando tu diventerai polvere e di voi non rimarrà, forse, che il ricordo.
    Noi staremo qui a proteggere tutto questo. Fino a quando non inizierà una nuova realtà.»


    Si alzò. Il suo volto era stanco. Come se l'intera discussione lo provasse.
    Difficile far comprendere un concetto così semplice? Era così difficile chiedere scusa e poter fare quattro passi avanti? Perché? Perché era sempre così maledettamente difficile? L'orgoglio era il veleno. Non aiutava a migliorare solo a rendere sempre più piccola l'anima.
    Volare fin dentro il Sole...dare agli altri la colpa, non sbagliare mai anche quando non era così. Nessuno era perfetto. nessuno era saggio. Non sbagliare mai significava non andare avanti mai. Non migliorarsi mai. Ecco come il khala bloccava e non aiutava, perchè l'errore di Sanja continuerà ad essere, ad infettare altri e non ci sarà nessun miglioramento. Solo un peggioramento continuo anche di chi non era in questo tempo, anche di innumerevoli innocenti.
    Primarca...ma bambina nei fatti.
    Respirò a fondo. Stanchezza...

    « Se Poseidone fosse così saggio tu oggi sapresti cosa fare. Se il khala fosse perfetto tu avresti usato altre parole. Per la gloria di Atlantide, dici? Non riesci nemmeno a fare due passi indietro per quella sua stessa gloria. O stiamo parlando della tua?

    Ma se ancora hai Atlantide, se ancora hai questo posto – che ho permesso io a Poseidone di averlo – e non lo capisci, allora sei stupida.
    La tua fede ti rende cieca anche di fronte al tuo errore e continui a sbagliare. Ma in fondo sei utile...quelli come te sono sempre utili


    Un altro boccone. Inebriante.

    «Sei la cloaca in cui cagare. Folle abbastanza da chiamare oro quello che è solo merda.
    Così gli altri possono addossarti le colpe. O lavarsi le coscienze quando la tua fede diventerà follia e orrore. Si...sei utile...anche per un altro scopo... »


    Altro boccone.

    «O ti inchini e chiedi scusa, capendo il tuo errore e portando le mie parole agli altri Primarchi che se Atlantide rischierà il collasso, sarà attaccata dal Chaos o dalla Corruzione noi ci saremmo, a prescindere, o....»

    L'ultimo boccone. Il piatto posato a terra. Il cucchiaino a rigirare tra le dita.

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    «Ti strapperò i seni e ti dovranno raccogliere con questo cucchiaino.»



    Così tutta Atlantide avrebbe saputo che non si toccavano, né si insultavano i figli di Gea. Non quando stavano dando il loro stesso sangue, la loro vita anche per quella miserevole di una primarca folle.
    In un modo o nell'altro Sanja sarebbe stata utile.

     
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    Role - Chapter IV


    Settore Artico
    Atlantide



    Il silenzio accompagnava il leggero ed informale banchetto. Le parole di Amaterasu aleggiavano ancora nell'aria, Aynas scoccava occhiate alla sorella che restò impassibile, sebbene sulla tempia destra si delineò una vena pulsante e goccioline di sudore letteralmente congelarono sul suo collo, staccandosi e rotolando via dalla sua pelle e congelando i minuscoli spazi di terreno che toccarono rimbalzando via.

    I suoi occhi per un istante si spensero, perdendo la lucentezza che li contraddistingueva, quel luccichio che alimentava il suo sguardo sia con gli occhi color del ghiaccio che quando si tingevano di oro. Per un istante divennero freddi, distanti, neri come la pece, terribilmente simili a quelli di Mestore quando morì Elasippo.

    Il suo respiro era divenuto irregolare, dovette compiere uno sforzo cosciente per riportarlo alla normalità, posando la mano sinistra sul petto.
    Con la destra posò delicatamente il cucchiaino ed allontanò il piatto con il budino.

    Non accadrà
    Pronunciò solo due parole in risposta all'estremo soliloquio dell'Araldo della Creazione.

    Le iridi ora erano tinte di un oro sfavillante, assomigliando a fornaci solari per quanto era concentrata la quantità di cosmo nel corpo di Sanya, era palesemente trattenuta.
    Era quasi paradossale il fatto che le iridi della Primarca somigliassero tanto all'atro cui l'Araldo si vantava di impersonare.

    Atlantide era qui molto prima di quanto pensiate, sebbene alla sua guida vi fosse all'epoca il Titano Oceano, poi Atlante ed infine il suo allievo, l'Imperatore.
    Voi Araldi eravate ancora nel ventre di G.E.A. quando Atlantide era al suo apice, Atlantide esisterà, sempre.


    Il tono di voce della bambina nel corpo di ragazza era ora distaccato, freddo e monotono, con una vena di furiosa ira trattenuta.

    Sospirò, sconsolata.

    Adesso sono assolutamente certa che non potrò mai andare d'accordo con Voi, e non intendo solo lei, Lord Amaterasu.

    Dal terreno, nei punti ghiacciati, con un solo pensiero Sanya fece sbocciare fiori glaciali, simili a gigli.

    Se volete fare quel che avete detto, liberissimo, con la mancina scostò appena di qualche millimetro la veste all'altezza del petto. Fatelo pure e conoscerete una furia mai vista prima, rivolterete qualsiasi possibile aiuto di Atlantide e vi ritroverete soli, di nuovo, a dover difendere questa realtà.

    Sorrise, una sottile linea orizzontale delineata dalle sue labbra, un'espressione assolutamente neutra.

    Se era vostra intenzione offrirmi un insegnamento, devo dire che avete scelto un pessimo modo. Ed è solo per non turbare questo angolo di Impero che assorbirò le vostre offese, perché tali sono, senza false retoriche. Così come le minacce restano tali se non messe in atto.

    La voce di Sanya mutò improvvisamente assumendo connotazioni maschili mentre il suo sguardo si fece più distante ed oscuro.

    Il Primarca Mestore affrontava il chaos nel nome dell'Imperatore ben prima che Amaterasu, Chernobog, PAN, Oberon e Nerthus traessero il loro primo respiro in questa realtà, ragazzo. Non minacciare chi non hai motivo di minacciare

    Si schiarì la voce Sanya, mentre il tulpe che costituiva la sorellina si alzò per poi accucciarsi ed iniziare a cogliere i fiori di ghiaccio, sistemandoli in un mazzolino.

    In ogni caso, se proprio volete ostinarvi a recitare la parte dell'eroe solitario contro marea di malvagità... la sua voce era tornata ad essere quella della bambina nel corpo di giovane donna Valutate, voi ed i vostri fratelli di considerare Atlantide se non vostra amica, almeno come nemica del vostro nemico...

    Con il palmo della mano destra rivolta verso il cielo chiuse lentamente le dita a pugno, lasciando solo l'indice puntato in direzione dell'Araldo.

    Per noi andrebbe bene lo stesso, basta non spararsi addosso.

    E lasciò il proprio sguardo a fissare la figura ed il volto di Amaterasu.

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    Dopo questo incontro Sanya distruggerà qualcosa nell'arena in separata sede ma ok.

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    Lo sguardo di Amaterasu era un arcobaleno di colori mai visti dove svettava il torii al posto delle pupille. Di umano aveva solo quel vestito. Il resto era al di là di Sanja. Ma essere Araldo significava farsi carico della sofferenza, malinconia, odio, rancore anche. Non era sempre una strada spianata dove tutti urlavano felici i loro nomi.
    Avevano fatto anche cose terribili. Le loro mani, le mani di Amaterasu, erano lorde di sangue. Anche di innocenti.
    La Corruzione era un ammasso di non vita che aveva reso schiave anime innocenti. Eppure le uccideva. Eppure non lo amava di certo, né era orgoglioso di farlo.
    Ma doveva farlo. Era il suo scopo.
    E quindi la riguardò. Il suo sguardo, quello che potè vederci dentro, era solo di Sanja. Ma di certo Amaterasu la stava guardando ancora e ancora e ancora.

    «Hai appena fatto due passi indietro...non te ne sei accorta?»

    Passò il cucchiaino tra le dita. A volte farne due indietro permetteva opportunità. Per il discorso su chi fosse prima, di chi fosse dopo era inutile quanto un fodero contro un ascia. Atlantide sarebbe caduta, oppure sarebbe cambiata, oppure non sarebbe più stata. Ma cosa importava? Non ad un Araldo di G.E.A poteva interessare.
    Molte cose erano prima di Atlantide. Alcune non erano più, Lemuria, altre erano cambiate, altre ancora rese inoffensive.
    Poco importava.
    Importava che la fervente Sanja aveva appena fatto due passi indietro. Per paura? Per maturità?
    Nessuno di queste sicuramente. Ma Amaterasu sorrise. Perché? Perché era divertente tutto questo. Sanja rimaneva solo un granello, un piccolo immenso ingranaggio in un Tutto che pochi capivano e ancor meno vedevano.

    Sospirò. Quel movimento strano. Era il suo modo per riflettere. Per capire e capirsi.


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    «Chi resterà qui, chi c'era prima o chi ci sarà dopo non mi interessa. Potrei dirti che Atlantide cadrà o cambierà ma in fondo non importa a nessuno cosa succederà tra cento o mille anni. Importa il presente. Anche perché se Atlantide cade dovrò vedermela con chi l'ha fatta cadere...e preferisco ancora voi qui



    Si grattò la nuca e prese un pezzo di terra. La passò tra le dita. Granelli di sabbia, la loro consistenza, il loro odore.

    «Diciamo pure questo: ci sarà un momento in cui chiederai scusa e ti accorgerai di come hai sbagliato tutto. Perché anche se mi odi, anche se ti senti piccola, anche se volessi strapparmi la carotide, ci sarà un momento in cui il mio sangue sarà versato anche per te. Così come per tutti voi. E forse continuerai sulla stessa strada dopo. Ma anche questo non appartiene a me né m'importa.
    Diciamo pure che non mi piaci, ma almeno non dovrò ripeterlo a chi prenderà quella scale dopo di te, ma una cosa è importante.
    Solo una...»


    Il cucchiaino divenne due. Poi tre. Ghiaccio e fiamma.

    «Il budino era buono.
    Tanto mi basta per combattere con voi. Perché arriverà quel momento.
    Non hai detto che sei la massima esponente in conoscenza del Chaos? Allora vediamo di far fruttare queste tue conoscenze.»


    Anche lui stava facendo due passi indietro. O forse quattro in avanti. Chi poteva dirlo?

    «Quindi io non taglio te e tu non mi spari addosso. Ma collaboreremo. Perché facciamo parte dello stesso mondo e qualcuno vuole, sia la tua testa che la mia, impalata. Quindi io non ti taglio, tu ingoi la tua supponenza e la tua fede da pazza.
    Penso che abbiamo un bel po' di nemici da prendere a calci per sfogarci entrambi, vero?»


    Era come quando conobbe quel tizio che si spogliò nudo e si lanciò su una pianta di cactus. Gli chiese perché.
    La risposta fu: mi era sembrata una buona idea al momento.

    «Se sarai viva alla fine di questa guerra allora ti taglierò la testa. Se non lo sarai taglierò chi verrà dopo. Così sarà un informazione da trasmettere al khala.
    Sia che tu venga tagliata, sia che combatterò accanto a te. Sarà divertente da vedere chi verrà dopo avere a che fare con questo. »


    L'occhiolino beffardo.

    «Ah si...questa è una minaccia, bambina.
    Abbiamo un accordo adesso?»

     
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    Giorno d'inverno - sul cavallo un'ombra di gelo
    Role - Chapter V


    Settore Artico
    Atlantide



    Le risultava... "Difficile", con la "D" maiuscola, trattare con gli Araldi di G.E.A.
    Le sue precedenti esperienze con i Custodi, benché niente affatto pacifiche, erano comunque improntate su scambi tra umani... attraverso l'oceano del Khala le sensazioni che percepiva interagendo con gli aspetti della Natura erano più simili a quelle che, ai tempi del Mito, era possibile avvertire rivolgendosi ai Titani.

    Il che era di fatto logico, essendo G.E.A. la "madre" di entrambe le stirpi era logico che fra le specie cugine sia possibile riscontrare alcune analogie... e contemporaneamente molte divergenze.

    Diventava quasi stancante il senso di egocentrismo che un Araldo era in grado di rigurgitare addosso al prossimo eppure, essendo stata lei a richiedere quell'incontro che si stava rivelando molto poco diplomatico (bensì costellato di vane e vacue minacce da una e dall'altra parte), dovette ingoiare il boccone amaro e cercare di mantenere il buon viso a cattivo gioco.
    Per i Sette, era sempre stata pessima nei giochi di carte.

    le labbra disegnavano un sorriso tirato, a tratti tremolante ed il taglio degli occhi si fece affilato mentre ascoltava Amaterasu parlare o, per meglio dire, declamare.
    Annui con condiscendenza per poi rispondere senza togliersi dal volto quell'espressione.

    Lord Amaterasu vedete, partite dal presupposto che Atlantide possa cadere, già qui cade tutto il resto del discorso... Atlantide era prima della vostra concezione, del vostro concepimento tra le amorevoli braccia di G.E.A., Atlantide è stata finalmente Atlantide E' ed Atlantide Sarà!

    Allargò le braccia con convinzione. Dopo millenni finalmente il Regno dell'Impero stava risvegliandosi, i Primarchi si stavano radunando, il Popolo stava ritrovando la luce della guida e della Fede nell'Imperatore.

    Atlantide sta tornando forte, al momento non come in passato questo è vero ma è solo un ... momento.

    Il sorriso della ragazza divenne genuino, gli occhi si aprirono e divennero improvvisamente antichi, specchi in cui poteva rendersi visibile l'antico fasto del passato.

    Abbassò le braccia e le riportò al grembo quando il discorso iniziò a vertere su questione più... dirette e personali fra i due, gli occhi di Sanya tornarono normali sebbene alcune pagliuzze di oro rilucevano di quando in quando; il sorriso divenne tetro, sebbene fosse ancora possibile osservarlo, le labbra della ragazza sembrarono tingersi di nero, una sorta di panoplia di morte sotto forma di psionico rossetto.

    Sincerità per sincerità, mister... iniziò la Regina. Siamo concordi nel non piacerci, Io non piaccio a Voi ed il sentimento e reciproco, quanto riguarda la vostra divertente minaccia, spero avremo modo di ridiscuterne a tempo debito.

    Si lasciò scappare un risolino dal tono divertito, cui fece eco Aynas.

    E' curioso come parole simili, per contesti diversi, iole abbia riservate per vostro fratello P.A.N.: se farà qualcosa che sappiamo solamente io e lui, il Kraken diverrà anatema per mister Bieffe e chiunque altro si farà parassitare dalla presenza di P.A.N., fino alla fine dei tempi.

    Portò la mano destra a coprirsi le labbra che si erano schiuse in una sorta di ghigno troppo largo per quel viso.

    Non trovate divertente come ciascuno di noi cerchi di impressionare l'altro giocando a chi minaccia di più? Pensiamo di essere diversi ma alla fine compiamo le stesse azioni.

    Riassunse la posizione ed il contegno che era proprio di quell'incontro nel tempo di un battito di ciglia.

    Abbiamo un accordo
    Abbiamo un accordo

    Parlarono all'unisono le due sorelle.

    Fino alla fine di questa guerra, il Settore Artico, e me sua Regina, verserà se necessario il proprio sangue combattendo al fianco della corte di Amaterasu
    Fino alla fine di questa guerra, il Settore Artico, e me sua Regina, verserà se necessario il proprio sangue combattendo al fianco della corte di Amaterasu

    Una lastra di oricalco comparve in mano alla giovane che rapidamente trascrisse in atlantideo alcune brevi disposizioni.

    Gli ordini sono stati emanati, fino alla fine della Guerra possiamo evitare di spararci addosso, Mister. Sono sicura che acconsentirà anche Lady Johanna di Seadragon e Lord Oliver di Scylla, per gli altri Primarchi... bhè, posso consigliarvi di non partire in quarta come avete fatto con me, non tutti possono essere pazienti e benevoli come la sottoscritta.

    Con un movimento elegante e fluido si alzò, porgendo la mano destra in direzione del suo ospite.

    Spero sia stata, nonostante tutto, una piacevole visita quella di oggi, mister.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Viola
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Perfette.
    MENTALMENTE Tesa ma determinata verso il buon esito dell'incontro.
    STATUS SCALE Non Indossata - in modalità totem, nel Palazzo degli Inverni, non presente al momento.

    RIASSUNTO AZIONI
    Dopo questo incontro Sanya distruggerà qualcosa nell'arena in separata sede ma ok.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

     
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