tyrant of skulls

adaeze • giogiò

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    Ripose al proprio posto un volume che aveva estratto dalla biblioteca del Palazzo. Non tutto ciò che era stato tramandato era ancora stato trasferito su supporti tecnologici, un compito che - annotò mentalmente - doveva assolutamente commissionare ad una volenterosa squadra di tenno non appena possibile. C'era tanto da fare, nel Palazzo di Zarqa, e quella era una delle cose con la più bassa priorità: le piaceva, ogni tanto, ritirarsi e avere un momento per sé. Con la scusa di istruirsi, meditare o consultare i lasciti dei propri predecessori, Adaeze riusciva a ritagliarsi una finestra di tranquillità fra gli agitati ritmi del Palazzo d'Avorio. Fu lei stessa però, in quel frangente, ad attivare il comunicatore olografico al centro della scrivania accanto a lei. Dovette inchinarsi leggermente per avvicinare la bocca al microfono, ed avere la certezza di non essere fraintesa.

    « Mandate Baruuk da me, ho un compito per lui. »

    Le storie e le testimonianze dei suoi predecessori parlavano di temibili avversari, capaci di blandire e ghermire le anime di fantasmi e degli avversari, giocarci, manipolarle, persino interagirci. Un potere dalle potenzialità incommensurabili, che nessuno fra i Primarchi - se non qualche raro esperto fra quelli delle Limniadi - aveva la fortuna e la capacità di manipolare. Era un'eventualità che doveva tenere bene a mente, per il presente e per il futuro. Se si fosse trovata a fronteggiare una tale minaccia - e lo scenario non poteva essere così improbabile, tutto sommato - sarebbe stata semplicemente impreparata, inadeguata addirittura.

    « Avete bisogno di me, Mia Signora? »

    Baruuk non si era fatto attendere molto. Servire il Primarca delle Sirene era letteralmente lo scopo della sua esistenza, e sebbene all’inizio lo facesse cercando di impartire alla giovane regina più nozioni e lezioni possibili, aveva col tempo cominciato a fidarsi del suo giudizio, notando netti miglioramenti nelle scelte e nella lungimiranza delle mosse di Adaeze. Un attestato di fiducia reciproca, visto che la stessa Primarca riservava al tenno i compiti e le incombenze più delicate e riservate, riponendo in lui soltanto il massimo della fiducia e dell’affidamento. Non aveva mai dubitato – nemmeno per un istante – della lealtà e dell’efficacia di Baruuk. Poteva risultare austero, impostato – a volte pedante – ma quel benedetto tenno sapeva il fatto suo. Socchiuse la porta dietro di lui, portandosi di fronte alla Primarca, gettando un’occhiata a quel libro che più degli altri – seppur in maniera impercettibile – sembrava fuori posto. Racconti e consigli di Primarchi passati. Non potè fare a meno di sorridere, in qualche modo.

    « Sì, Baruuk, grazie. Ho fatto delle letture interessanti, che mi hanno fatto giungere alla conclusione di avere la necessità che l'Esecutore Montigli metta alla prova le mie capacità contro guerrieri della sua risma, per evitare di trovarmi impreparata in futuro. Un rischio calcolato, ma non voglio che ci vada leggero. »


    Ciò a cui la Regina mirava era chiedere a Giovanni Montigli, Esecutore dei Funayurei, l’unico guerriero ad Atlantide – in quel preciso momento storico – a poter disporre del potere sugli spiriti, di testare l’efficacia della sua Malia contro quella tipologia di guerrieri. Era un modo, quello, per mettere alla prova i loro Cosmi, le loro capacità, affinare tattiche offensive e difensive da spiegare in future battaglie. In poche parole, migliorare, elevarsi, come individui e come forze armate di Atlantide, nel pieno stile dell’Impero. Avrebbe fatto allestire l’arena di addestramento del Palazzo d’Avorio per l’occasione – lasciando scegliere al proprio ospite e, sperava, avversario se mantenerla a porte chiuse o aprire lo spettacolo ai membri più vicini della sua corte. Non aveva la minima intenzione di mettere a disagio l’Esecutore, né rischiare che lei o lui facessero brutta figura davanti ai membri più importanti del Settore.

    « Per favore, convoca lo Skurdin del Pacifico Settentrionale, senza trascurare alcun dettaglio riguardo alle motivazioni della chiamata. E mi raccomando... » aggiunse « Che sia ben chiaro che si tratta di una richiesta, non di un ordine. »

    Non era sicura di poter disporre di un Esecutore - peraltro al servizio di un Settore che non era il suo - in tal modo, a sua discrezione e piacimento. Gli avrebbe al contrario fatto pervenire una richiesta, una domanda d'aiuto, di certo un supporto sullo studio del suo stesso Cosmo per far sì che fosse sufficientemente pronto per il rito del Khala, una benedizione che aveva tutta l'intenzione di ricevere. Un'ambizione per portarsi finalmente al livello degli altri Primarchi suoi colleghi.


    TYRANT OF SKULLS
    I — FACE AGAIN


    « Lady Adaeze, l'Esecutore Montigli ha trasmesso alle nostre sentinelle la propria posizione, sarà qui a minuti. »

    Adaeze non si scompose all'annuncio di Santiago, già coperto - sebbene solo parzialmente - della sua armatura di Yacumama. Il suo unico Esecutore, un componente tanto raro quanto prezioso dell'organico del suo Settore. Non poteva lamentarsi di lui: aveva dimostrato la propria lealtà e il proprio valore in diverse occasioni già da membro ordinario dei Kakophoni, la benedizione di Yacumama, la conquista di uno status e di un'armatura sacra non erano che un ulteriore riconoscimento alla sua forza e alla sua tempra. Uno strumento in più in mano alla Primarca, al Settore e all'Impero tutto.

    Rimase nella sua posizione, con le mani congiunte dietro la schiena e i lembi della djellaba mossi dal vento. Dal terrazzo alle spalle della Sala della Musa si poteva vedere tutta Zarqa, nelle sue numerose tinte e fragranze. Non esisteva al mondo posto più bello, semplicemente non poteva esistere. Nella capitale del suo Settore si mescolavano influenze e architetture dei popoli di due continenti, lavorate su materiali di colori così caldi che solamente terre meridionali come quelle dell'Atlantico del Sud potevano vantare. Il bianco pieno e caloroso dell'avorio, l'ocra della sabbia e dell'oro, il castano della terra riarsa, dell'argilla, di un terreno cotto e bruciato dal sole.

    « Arrivo fra un momento. Fatelo accomodare, e servite lui qualcosa da mangiare. Avrà bisogno di riposarsi dopo un viaggio così lungo. »

    Pronunciò quelle parole con grazia, sebbene non ammettessero replica. Santiago aveva imparato ormai a conoscere Adaeze, che non sempre era fredda e distaccata come usava comportarsi nelle situazioni più formali. L'aveva vista porsi con empatia e dolcezza nei confronti della piccola Brianna, così come l'aveva osservata cedere alla rabbia e alla frustrazione nei giorni che avevano fatto seguito al suo disastroso incontro con lo Spettro di Garuda. Ammirava la capacità con cui quella ragazza riusciva a calarsi nelle vesti di una Regina, di Primarca, finanche di custode dell'Armonia: compiti gravosi e pesanti per le sue esili spalle. Eppure, quella ragazza così esile e dalla pelle color dell'ebano, riusciva a mantenere una regale compostezza in ogni circostanza, persino nella più sfibrante.

    Aspettò che Santiago tornasse ai propri doveri prima di muoversi. Si diresse nella stanza della vestizione, dove alcune ancelle la aiutarono a spogliarsi e mettere poi indosso vesti più consone ad un incontro formale. Indossò comodi calzoni di lino e una casacca simile ad un kimono larga e del colore dell'avorio, con preziose rifiniture dorate. Le codificazioni cosmiche che ne permettevano un collegamento più strutturato - quasi neurale - alla corazza presero a risplendere mentre la Scale delle Sirene risuonò in tutta la propria lucentezza di fronte a sé. Per quanto vi fossero ormai abituate, le ancelle non potevano fare a meno di rimanere ipnotizzate da quella magia. Ogni parte dell'armatura scivolò al suo posto, a cominciare dal busto finendo con ali e bracciali. Non aveva intenzione di indossare l'elmo, almeno per quel momento. Diede semplicemente sufficienti direttive a che una delle ancelle non scordasse mai di portare il pezzo di equipaggiamento con sé e di seguire - a distanza di qualche metro - i passi della Regina. Un espediente che le avrebbe conferito altra regalità, oltre a sollevarla dal dovere di portare la celata con sé.

    Trovò il proprio ospite nella Sala Grande, circondato da Santiago - suo omologo nell'Atlantico Meridionale - e dagli altri Kakophoni. Non era uno schieramento ostile, tutt'altro: Santiago doveva vedere in Giovanni una sorta di modello, un Esecutore capace di guidare le armate di un Settore nel breve interregno fra la spedizione di Lord Crehon e l'avvento di Lord Benedict. Era naturale e comprensibile che lui - cosi come gli altri guerrieri scelti della Regina - cercassero di fare la conoscenza dell'uomo. Si sentì quasi in colpa a dover interrompere quel capannello da commilitoni, ripromettendosi di concedere loro tempo sufficiente - una volta sbrigata la questione - per approfondire la conoscenza dell'Esecutore di Funayurei.

    « Giovanni Montigli, Skurdin del Pacifico Settentrionale » disse quando l'uomo fu introdotto nella Sala. « Vi ringrazio per aver risposto alla mia richiesta. »


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    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE //
    MENTALMENTE //
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Grazie di tutto, fra. Dalla disponibilità allo short notice. Vediamo di divertirci e di uscirne con le ossa rotte.

     
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