[trama][mega quest Atlantide] High Hopes - Parte 3

Attacco a Sud

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    Protogenos of Death

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    Grazie alla vostra preparazione il viaggio prosegue senza particolari intoppi.
    Stormi di bestie volanti, abomini della Corruzione, si muovono in modo casuale per cercare di intercettare ogni cosa che non sia percepita dalla tecnologia dei servi del Caos, ma la vostra posizione e le vostre illusioni vi schermano adeguatamente anche da loro.

    Arrivati in prossimità di Hobart scorgete l'immensa fortezza degli eretici.

    aaqS4lw


    Un intreccio orribile di metallo si staglia verso il cielo, proeittando nell'area la sua mefitica essenza.
    Ogni forma di vita è assente, persino la presenza della corruzione è minima, rappresentata da stormi di bestie ragno, probabile ulteriore sistema di difesa.

    La cittadella è costellata di torri alla cui sommità vi sono globi di energia caotica, pronti a scatenare la loro potenza contro qualsiasi invasore.

    All'interno e all'esterno le Guardie della Morte si muovono numerose come formiche, disposte già a difesa. Carri pesanti sono posizionati ad ulteriore difesa anti aerea sia fuori dalle mura che sulle mura.

    Sebbene ancora non visti i vostri controlli indicano l'imminente disvelamento della vostra presenza, sia a causa dei potenti sistemi di difesa nemici... dovete agire in fretta, avete poco tempo per approfittare dell'elemento sorpresa.




    3Am36Fn




    Eccoci :zizi:
    Sanya, percepisci il dolore mentale tipico dei Primarchi di Kraken acuirsi parecchio.
    Non capisci se è a causa di Diaprepe o di Elagia. Almeno uno dei due è presente nella fortezza, forse solo in spirito, ma puoi percepire chiaramente un'immensa entità del Caos semicosciente.

    La situazione è grigia, la fortezza è super difesa, immaginate che ci siano una decina di quelle torri di difesa e un numero sterminato di soldati.

    Dovete giocare bene la carta sopresa se volete avere qualche possibilità :yeye:

    A voi :zizi:



     
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    CRIMSON DEFILER

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    ohanna osservò i movimenti delle creature volanti rilevate dai loro strumenti, ma non vide nessun cambiamento nei loro pattern di volo che potesse suggerire il fatto che li avessero intercettati. Ogni cosa stava procedendo secondo il loro articolato disegno. Le loro rilevazioni parlavano chiaro. Il nemico dell'umanità non aveva intercettato la loro formazione o posizione. Sia per volontà del divino imperatore che per argute tattiche prodotto di millenni di esperienza da parte della macchina atlantidea, La Schpeltor, la Mournival e la Chorale erano riuscite ad avvicinarsi ai limiti massimi della roccaforte caotica a Hobart.
    Francamente, fu un successo maggiore di quello che Johanna si era aspettata. la formazione e ogni membro dell'equipaggio era già pronta fin dalla partenza ad affrontare qualunque cosa fosse stata mandata ad intercettarli, dopotutto i loro preparativi erano votati al diminuire la possibilità di incontri ad alta quota. Non pensava che sarebbero riusciti ad evitarli del tutto prima di arrivare a destinazione.
    Probabilmente quella era la prima buona notizia che Johanna avesse ricevuto da quando era partita verso l'Australia. Appena le immagini arrivarono sui loro schermi i calcolatori cominciarono a misurarne le dimensioni approssimative, il possibile spessore delle mura. Erano ancora in incognito quindi i loro dati potevano basarsi esclusivamente su ricostruzioni matematiche effettuate sulle immagini ottenute, se avessero utilizzato misuratori laser o elettromagnetici si sarebbero rivelati al nemico ancora prima di fare la loro mossa.

    Un grottesco cumulo di metallo foggiato a forma di castello. Doveva essere stato costruito di recente e sfruttando la stregoneria del Warp, non c'era modo in cui avessero eretto un tale edificio in modo normale senza che ne avessero intercettato gli sforzi. Johanna non lo trovava possibile, anche se era vero che quel settore quando era partita era ancora senza primarca. Forse avevano sfruttato una falla nella portata degli artigli di Atlantide in quel luogo. Ma ragionare sui cosa passati e sui forse non aveva senso in quel momento. Johanna sollevò la mano e cominciò a manipolare e rigirare la proiezione olografica tra le sue mani, saggiandone le dimensioni e lasciando che il feed si ramificasse da essa fornendo indicazioni e previsioni su cose come output energetico, numero degli individui registrati sul momento ad un refresh rate di .5 secondi e ogni altro tipo di rivelazione nei pochi fatali minuti prima che arrivassero al punto pattuito.

    Johanna osservò attentamente le immagini, notando lo sconfinato numero di soldati della guardia della morte. Un interrogativo accarezzò la mente della primarca. Quell'orda di astartes caduti era un numero già presente al tempo della caduta e sono rimasti in attesa, oppure hanno approfittato di tutto questo tempo nell'ombra per rimpolpare i loro ranghi in qualche modo. Dove erano stati fino a quel momento, nell'immaterium? Così tante incognite nei confronti del loro nemico millenario. Johanna cercò rapidamente nel Khala informazioni in più, mentre il tempo attorno a lei sembrò fermarsi negli istanti in cui vagò nel pool delle proprie conoscenze.
    Nel frattempo l'attenzione di molte rilevazioni fu la natura dei globi di energia sulla sommità delle torri attorno alla cittadella metallica. Erano palesemente parte del loro sistema difensivo, e non era da escludere che tale energia sarebbe stata scagliata contro di loro non appena fossero stati intercettati.

    Mia signora.
    - Disse Van'Dalgyon, il tenno che in assenza di Raia svolgeva numerose mansioni tra cui riferire allo staff le istruzioni di Johanna dato il fatto che non riuscisse a parlare ad alta voce, inoltrare a Johanna stessa le informazioni di vitale importanza e controllare processi minori che non richiedevano l'immediata attenzione della primarca. - Le rilevazioni incrociate delle tre navi concordano sull'imminente intercettazione. Abbiamo delimitato la finestra di tempo entro cui saremo rilevati.

    L'ennesimo display apparve nel campo visivo di Johanna. Il suo occhio buono saettò qua e la sulle immagini di luce compattata, analizzando, facendo previsioni e prendendo decisioni. Il piano d'attacco era già stato concordato tra i primarchi durante il viaggio, e teneva già conto di una notevole resistenza prima di poterlo mettere in atto, ma il Dio Imperatore li aveva benedetti con l'insperato vantaggio dell'effetto sorpresa. Potevano così scatenare l'immane potenza dell'imperium sugli avversari della realtà. Non erano ignari del loro arrivo, tutt'altro, ma erano stati costretti alla difensiva, senza che potessero sapere da dove e come avrebbero colpito. Johanna riaggiustò la sua posizione sul trono della Schpeltor, afferrando con decisione i globi di oricalco posizionati sui braccioli che fungevano da comandi. Sotto le sue dita centinaia e centinaia di piccoli rilievi risultavano in altrettanti comandi diversificati. Un prodigio della tecnologia, ma complicato da pilotare senza il Khala. E ora, dopo aver rischiato la morte per l'ennesima volta. Johanna si sentiva più forte, il suo cosmo era più furibondo e ampio che mai - anche se non l'aveva ancora rivelato ai suoi compagni - e la sua connessione al khala era ancora più profonda. Qualcosa in lei disse che aveva raggiunto la completa e intima identificazione col principio di Seadragon. Il suo percorso come primarca stava per giungere alla conclusione, e sarebbe diventata degna dei re dei tempi antichi.
    L'elmo della scale di Seadragon si chiuse attorno al suo volto costretto nelle bende benedette, collegandola al sistema vocale che le permise finalmente di parlare in modo chiaro all'intera nave e nel canale di comunicazioni aperto con gli altri due primarchi e l'esecutore.

    Abbiamo la possibilità di colpire per primi. Un'occasione unica che non si ripeterà mai più. Rispettiamo il piano originario, e mantenete la vostra fede nel Dio Imperatore ben salda. Lasciate che essa sia il fuoco della volontà indomabile che vi anima. Siate voi il tridente e lo scudo con cui il divino castiga il traditore e l'eretico. All'attacco! - Il cosmo delle navi si manifestò appieno, i loro generatori energetici si animarono con tutto il furore del dio macchina e la superficie dell'oricalco divenne un intricato prodigio di linee luminose e scintillio dorato. L'attacco venne scatenato contemporaneamente da tutte le navi. La Schpeltor e la Mournival colpirono all'unisono in un attacco combinato, mentre la Chorale e i poteri di Funayurei si manifestarono nelle sfere più sottili, attraversando l'apocalisse che le altre due ammiraglie scatenarono andando a mirare direttamente alle anime e alle menti di chi si trovava nell'inferno liquido che venne scatenato.
    Johanna orchestrò la sua parte alla perfezione. Le sue dita scivolarono armoniose sulla plancia di comando mentre il suo cosmo ed il suo sistema neurale impartivano ordini a ogni settore della nave, con l'intero equipaggio che teneva il passo per modulare le calibrazioni più fini e l'intera pletora di sistemi. I portelli dei cannoni si spalancarono augurando al nemico la totale disfatta. Nel profondo della Schpeltor, così come nel ventre della Mourniva, i generatori oceanici si animarono espandendo il loro potere sull'intera zona.

    Per lo sforzo combinato delle tue navi, l'oceano si animò. L'acqua si torse, si sollevò e venne sospinta alla massima velocità. Con il fragore di mille tuoni un'onda anomala dell'altezza di seicento metri si innalzò sopra la baia di Hobart, proiettando una cupa ombra sulla roccaforte. Un mostro oceanico più alto del più alto tsunami naturale osservato nell'ultimo secolo, scatenato dalla prodezza cosmica e tecnologica atlantidea per schiacciare l'odiato nemico. Lo sforzo congiunto di entrambe le navi - dotate di dominio sulle maree - scatenò quell'apocalisse per sovrastare e sommergere l'intera cittadella, alimentandola nella furia e nei moti turbolenti. Johanna serrò i denti, ghignando feroce dietro l'elmo mentre il suo cosmo si manifestava appieno per la prima volta tra i suoi sudditi e i suoi compagni d'arme, venendo amplificato più e più volte dai dispositivi della Schpeltor.
    Nell'acqua raggiunta dal cosmo della nave ammiraglia dell'oceano Atlantico settentrionale cominciò a proliferare il corallo del dominio, miliardi e miliardi di micro organismi con una tale densità da rendere l'acqua color sangue mentre procedeva per devastare ogni cosa. Si addensarono in una infinità di schegge.

    Ma non si trattava di un semplice tsunami, no. La sua natura tradiva dichiarava semplicemente il quantitativo di acqua che sarebbe stato poi sfruttato per l'offensiva vera e propria da parte delle due regine la cui caratteristica principale era una traccia cosmica smisurata. Lo tsunami avrebbe sommerso l'intera cittadella, affogando ogni essere vivente, trascinando via il lerciume di Nurgle e sommergendo le più alte torri in un unico immenso blob d'acqua addensata cosmicamente. Ogni organismo vivente o macchinario immerso nell'acqua si sarebbe poi ritrovato immediatamente assalito dalle proprietà infestanti del corallo del dominio, che avrebbe tentato così di sabotarlo completamente o di paralizzare e demolire la carne infetta.
    L'acqua nello tsunami avrebbe poi cominciato a roteare in enormi vortici dall'immenso gradiente distruttivo generati sempre dallo sforzo combinato delle due navi, per tentare di demolire le mura della cittadella e gli edifici al suo interno, facendo tutto a pezzi con l'immensa pressione. Sfondare le mura, abbattere le torri o almeno danneggiare irreparabilmente i sistemi al suo interno. In tutto questo, l'acqua avrebbe sfruttato qualunque tipo di spaccatura o danno causato per infiltrarsi sempre di più o nel terreno, o nelle strutture, spingendosi sempre più a fondo e portando con sé il corallo sempre più a fondo.
    Questo ultimo particolare sarebbe stato sfruttato poi da Sanya nel climax dell'attacco.
    Contemporaneamente a ciò, il tema universale sparso dalla Chorale avrebbe fatto strazio di tutto ciò che era vivo, passando attraverso le acque poiché esistente in piani più sottili non toccati dalla materia, accompagnando la danza degli spiriti di Funayurei.

    Contemporaneamente i sistemi d'armamento più mondani come cannoni, siluri ciclonici e quant'altro cominciarono a rovesciarsi su ogni cosa cercasse di avvicinarsi o di impedire la riuscita del loro piano.



    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Cominciamo l'attacco coordinato bello grosso. Nonostante l'ordine di postaggio le azioni sono tutte contemporanee. Nel mio post ci sono la nave di Jo e di Sanya che collaborano nel creare uno tsunami alto 600 metri (il più grosso mai osservato in natura citato lì è stato 550) per colpire l'intera cittadella malissimo e sommergerla, poi prima ancora che l'acqua se ne vada o si ritiri, insieme le due navi generano una gran quantità di enormi vortici all'interno dell'acqua per spaccare e sradicare tutto, infiltrando poi l'acqua nelle spaccature causate da questo sforzo combinato.
    Intanto nell'acqua ho creato il corallo per infestare e interferire con tutti gli esseri viventi e le macchine.

    Contemporaneamente all'azione cosmica la nave effettua un bellissimo bombardamento con missili, cannoni eccetera.


    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SPAWN OF TIAMAT ●
    Il primarca del drago marino deve il suo potere alla benedizione di Syphon, il figlio dei draghi primordiali Tiamat e Apsu. La sua volontà e il suo ruggito è capace di scuotere le onde dell'oceano e riverberare tra gli universi. Per mezzo del proprio cosmo, la primarca è capace di controllare, o addirittura creare, indefinite quantità di acqua primordiale. Il liquido che è l'origine nelle mani della guerriera diviene una delle più tremende forze della natura, plasmabile in infinite forme a seconda delle necessità. L'acqua creata dal cosmo possiede tutte le proprietà del liquido più puro, privo di qualsiasi sostanza esterna, ed è capace di colpire con incredibile violenza. Tuttavia quest'acqua è differente da quella comune, in quanto è capace di chiamare a sé l'antico potere di cui sono pregne. Creando vortici di acqua primordiale Johanna è capace di creare veri e propri portali su altre dimensioni in modo analogo a chi può piegare normalmente lo spazio e il tempo, sfruttandoli come meglio crede: come mezzo per attaccare da punti strategici, per risucchiare e inghiottire l'avversario, o più semplicemente per viaggiare. Le acque primordiali sono limpide e cristalline, e guardandole intensamente sembra di cogliere sprazzi di luoghi lontani e alieni tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    Tra i poteri che Seadragon ha ereditato da Syphon, la progenie di Tiamat, c'è il corallo del dominio. Nonostante il nome e l'aspetto, questo corallo è una bizzarra manifestazione di carne caotica e aliena, composta da miliardi di micro organismi, capaci di generare uno scheletro estremamente solido da utilizzare come sostegno per la loro colonia e per il corpo principale che costituiscono. Questi organismi sono generati e sostenuti dal cosmo o dal corpo stesso della primarca. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Il corallo naturale è una struttura rigida e calcarea, ma il corallo del dominio può piegarsi e articolarsi pienamente, secondo la volontà di Johanna e solo quando è completamente immobile può sembrare davvero un ammasso di roccia calcarea. Johanna ha assoluto controllo sulle forme che questa sostanza può assumere, e può diventare eleganti e bellissime armi da combattimento, o manifestarsi in una orribile massa brulicante. Ma le vere capacità del corallo del dominio sono altre, e ben più terrificanti. Questa carne aliena è un'unica massa neurale interconnessa, capace di ancorarsi ed invadere qualunque materiale, che sia vivente o meno. Nel caso di materiale non vivente, il corallo può invaderlo liberamente, espandendosi all'interno di esso e rendendolo parte della sua biomassa per accrescersi in dimensioni e peso, trasferendo ad esso il controllo intrinseco di Johanna. Questo le permette di controllare materiale ambientale e detriti risultanti dal combattimento per poterlo controllare liberamente e creare veri e propri costrutti simili a golem schiavi della sua volontà. Di fatto, qualunque cosa non sia viva nell'immediato nel suo raggio d'azione è una sua potenziale arma.
    Nel caso di creature viventi tuttavia la cosa si fa molto più interessante. Il corallo del dominio è capace di ancorarsi ai corpi e alle cloth come se fossero scogli nel mare, crescendo progressivamente e cercando costantemente di invadere le ferite provocate durante il combattimento, potendo estendere le proprie sottilissime propaggini anche tra le scanalature delle cloth avversarie. In poche parole, venire colpiti dal corallo di Seadragon - o da acqua contenente i micro organismi - fa sì che dei polipi aderiscano costantemente alla zona di impatto, iniziando un processo di crescita ed invasione. Una continua esposizione ad attacchi del genere può portare ad una costante espansione del corallo sull'avversario, che si ritroverà così appesantito ed ostacolato da una massa solida sempre più estesa sul proprio corpo. Ma la vera minaccia è quando il corallo riesce a raggiungere le ferite o la carne esposta della sua vittima. In quell'istante comincia un processo di fusione tra le due carni, portando ad un allacciamento neurale tra le due. Questo porta ad una costante interferenza con gli impulsi nervosi della vittima, rendendo così più difficile il controllo del proprio corpo e delle proprie facoltà mentali a causa di un crescente rumore bianco. Gli effetti neurali del corallo del dominio possono essere più raffinati, ma richiedono tecniche apposta.
    La connessione neurale con Johanna, permette inoltre al corallo di acquisire memoria genetica dai suoi tessuti, potendo così alterare i propri polipi in modo da replicare cellule umane, permettendole letteralmente di rigenerare continuamente ma lentamente il proprio corpo dai danni subiti, soffrendo così in maniera minore per essi. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità. Quando il corallo non è a contatto con il cosmo della Primarca, i polipi in esso muoiono, abbandonando sul campo di battaglia il loro scheletro colorato. Il colore del corallo solitamente riflette l'umore e lo stato mentale della primarca, a volte è possibile notare persino delle bioluminescenze sulla superficie.


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    I WILL DEFEND THE EMPIRE UNTIL THE LAST BREATH, EVEN IF THE KINGDOM OF CHAOS WAS EMPTIED AND ALL ITS ARMIES WERE AGAINST ME. IF THE DARK GODS IN PERSON WALKED ON THIS WORLD, I WOULD RAISE MY COSMOS AND BAR THEM. AS THE EMPEROR'S BRIDE, I CAN NOT DO LESS. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE WEAK. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF THE HERETIC. THE ABSENCE OF FAITH IS THE MARK OF DAMNATION. ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ► ►
    High Hopes - Parte 3 - Attacco a Sud
    Mega Quest - Trama - Chapter 1

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    Sala Tattica da Campo
    Australia


    I piani erano stati discussi e definiti nel Centro di Controllo Imperiale. Non era particolarmente felice dell'idea di dividere la forza di attacco ma il ragionamento posto in essere da Lord Oliver era più che sensato pertanto si era trovata, a malincuore, a votare a favore della doppia missione.
    Ogni singola fibra del suo essere era tesa come una corda di violino.

    Finalmente, dopo millenni, sono tornato qui Elasippo...

    Scosse impercettibilmente il capo mentre impartiva gli ordini alle sue truppe, una parte delle quali venne ridistribuita immediatamente con lo schieramento dell'Atlantico del Nord.
    Quante vite erano state spezzate in quelle battaglie di logorio prima del loro arrivo? Quanti fedeli servitori dell'Imperatore non avrebbero potuto più pronunciare le sacre preghiere?

    Si volse a guardare il Priorato delle Sorelle Guerriere, schiuse le labbra e, nei comunicatori dell'Oceano Artico si poté ascoltare la voce della giovanissima Primarca.

    Il dolore è la sorella ed il fratello che combattono al mio fianco;
    il dolore mi ricorda dei peccati che devo espiare con fatica affinché sia degna di servire nel Suo Nome;
    il dolore mi impone di resistere, di rendere salda la mia mira e di combattere anche se il mio sangue cadrà come pioggia;
    il dolore è infine un alleato;
    il dolore è infine un amico;
    attraverso il dolore noi giungiamo alla Verità,
    con la Verità nel cuore noi agiamo nel Nome del Divino Imperatore dell'Umanità



    Il cantico del sacrificio e del dolore, una delle preghiere da battaglia che, una volta pronunciata dalla bionda Regina, sia i Chaplain degli Astartes che le stesse Sororitas iniziarono a ripetere, con espressione di assoluta devozione.
    Tra i fumi degli incensi sacri che venivano arsi e sparsi attraverso i servoteschi ed i cherubim, l'accampamento Artico si muoveva alacremente per prepararsi ad una delle guerre più aspre a memoria d'uomo.

    Lo sguardo di Sanya era saldo, il suo incedere impassibile. Con passi cadenzati riacquisto dominio della Colonna che, al suo impulso neurale ed in risposta al suo cosmo, prese nuovamente a modificarsi, con le lastre di oricalco che iniziarono a scorrere le une sulle altre fino a che non riacquisto la forma primordiale della Mournival, la nave ammiraglia del Primarca del Kraken, massima manifestazione del suo potere.
    Posizionata come una punta di lancia puntata al cielo, all'interno era possibile muoversi normalmente grazie alla gravità artificiale.

    La bambina nel corpo di giovane donna quindi guadagnò l'accesso al main bridge e si accomodò sul trono di comando, una volta che posò la testa contro lo schienale imbottito il regale sedile brillò per un istante mentre sottili cavi di Oricalco fuoriuscirono dal basamento per connettersi direttamente alla Scale che, nel frattempo, si allargò mostrando negli interstizi la figura di Sanya in undersuit da combattimento sospesa a mezz'aria all'interno dello spazio creato dall'armatura.

    Siamo pronti infine

    Davanti ai suoi occhi, che divennero improvvisamente di un profondo oro, comparvero schermi olografici che si dipanarono tutto intorno alla figura della Regina, innumerevoli dati venivano mostrati in realtà aumentata, dati che venivano indirizzati direttamente nella mente della giovane attraverso la connessione neurale della Mournival, e di conseguenza analizzati e filtrati attraverso il Khala stesso. La benedizione dell'Imperatore era con loro. Non potevano fallire. Non dovevano farlo.

    Osservava, in meditabondo silenzio, mentre i soldati continuavano l'imbarco sulle navi della flotta.
    La strana sensazione, dovuta alla connessione neurale attiva con la Mournival, che il personale di supporto ed i soldati stessero entrando attraverso la sua pelle le fece arricciare le labbra in un mezzo sorriso, appena accennato, prontamente accantonato.
    S'immerse nell'oceano del Khala rivivendo vite vissute su quella nave.

    Il piano era enormemente articolato e ciascuna parte conviveva in simbiosi per il benessere della successiva, per la riuscita dell'intera operazione.

    Una volta che tutto il persona si posizionò per la partenza, si sincronizzò con Lady Johanna, lievi flussi lamellari di acqua presero a congelarsi insieme al corallo dell'altra Regine, intrecciandosi ed amalgamandosi in un enorme costrutto che assunse la forma di una fortificazione mastodontica, costellata di bocche di fuoco pronte a ruggire l'ira dell'Imperatore sugli stolti che avrebbero osato sfidarla. Furono Lord Oliver e Lady Adaeze ad ammantare il tutto di illusione in modo tale da renderla "viva".
    Una volta che la "casa esca" fu pronta tutte le navi partirono all'unisono, puntando verso il cielo, fino a giungere nella stratosfera.
    26000 metri di altitudine.
    Fu solo allora che avvenne la separazione.

    L'Imperatore protegge, prego per il vostro successo.

    Sanya salutò così il Primarca di Scylla e l'Esarca di Anzu, una breve frase ma carica e densa dell'intera sfera emotiva che in quel momento stava bombardando la mente della ragazzina.

    Si assunse quindi la formazione di attacco concordata, con le tre ammiraglie dei Primarchi del Kraken, Siren e Seadragon che si schierano sovrapposta con la Mournival più in basso, una formazione che aveva più scopi: falsare una probabile eco radar che avrebbe segnalato una sola grossa ammiraglia, avere la nave del Kraken in posizione più bassa permetteva di sfruttare la bassa temperatura circostante per avere uno scudo di più pronto utilizzo, mentre la Chorale e la Schpeltor sarebbero rimaste più al sicuro possibile.

    La Luce dell'imperatore Splende sui Suoi servi fedeli, e quando agiamo con forza è la Sua energia a scorrere in noi. Queste sono sacre verità e non possono essere negate.



    Iniziò Aynas, la sorella costrutto psichico della Primarca, ad intonare il preambolo del Trattato della Rosa, uno dei testi sacri dell'Adepta Sororitas.

    Non è però per volontà dell'Imperatore che si manifesta la malvagità, ma è a causa delle debolezze dell'uomo o del rifiuto di fermare la mano della pietà che l'eresia e l'aberrazione abbondano.

    Rispose ritualmente Sanya mentre il flusso di dati fluiva in lei attraverso la connessione neurale.
    In tutta la nave si stava osservando la preghiera anche mentre ciascun componente dell'equipaggio e del personale di combattimento era intento nei suoi doveri.

    Noi siamo i suoi umili servi fedeli, i suoi devoti guerrieri ed abbiamo visto l'orrore e la depravazione che si annidano nei confini del Regno dell'Imperatore. Questo ci ha riempito di dolore, ma i nostri propositi sono ben chiari. Non può esserci purezza fintanto che restano delle macchie, e non può esserci santità finchè anche un solo profanatore resta in vita.



    Incalzò quindi Aynas.

    Affinché L'impero resti vigoroso, deve ergersi come una fiera rosa, bellissima ed inviolabile agli impuri per le sue spine: noi siamo quelle spine. Con le nostre lame, le nostre preghiere, i nostri requiem falceremo le messi che sono il nemico, faremo piovere il sangue dei traditori sulle teste dei giusti.

    Concluse quindi la Primarca, restando in silenzio per alcuni istanti dopo la preghiera.

    Nel tragitto vennero discussi e raffinati i piani di attacco, considerate le possibili variabili e simulate le probabili risposte e contro tattiche degli avversari.
    Ma quando le telecamere di esplorazione individuarono la base nemica, ancora lontana, la sola vista di quell'abominio causò un improvviso contraccolpo sinaptico nel Khala del Kraken.

    La suprema ira di Mestore, unita all'odio dei servitori del chaos di tutti gli altri predecessori urlò nel cervello della bambina nel corpo di ragazza che si ritrovò con gli occhi sbarrati ed un velo di lacrime a ricoprirli come un sudario.
    Aprì quindi il canale diretto criptato con gli Lady Johanna e Lady Adaeze.

    Sono qui... la voce di Sanya era ridotta ad un sussurro Diaprepe, Elagia... il respiro era sempre più breve Forse uno, forse entrambi... non so se in corpi di carne o di materia del warp ma... attese qualche istante per far comprendere appieno la gravità dell'affermazione successiva La forma Spirituale e la traccia cosmica di almeno uno dei due è li...

    Con un visibile sforzo mentale la giovanissima Primarca continuò.

    Lady Johanna, Lady Adaeze... ricordo le parole che utilizzò Elasippo per confinare Diaprepe nei tempi del mito... Non ho paura nell'usarle qualora la situazione lo richiedesse.

    Concluse atona ma con sguardo fisso e determinato verso le immagini olografiche delle due parigrado.

    Giunsero infine nei pressi del punto di attacco concordato e la Primarca del Kraken intonò un'ultima preghiera, il Salmo della Gloria Serena.

    La Tua Luce splende dove i cuori sono aperti e gli spiriti Ti accolgono.
    I fedeli Ti glorificano, Ti onorano, Ti riveriscono.
    Imperatore, la Tua possanza risuona in tutto l'Impero.
    L'oscurità non protegge dal peccato né dallo scisma con i nostri fuochi la Tua volontà sarà esaudita.

    Che l'ira si abbatta sui codardi, mantieni noi sereni nel compimento del nostro sacro dovere.
    Noi siamo i messaggeri delle Tue benedizioni, libera l'Umanità.
    Imperatore, la Tua possanza risuona in tutto l'Impero.
    L'oscurità non protegge dal peccato né dallo scisma con i nostri fuochi la Tua volontà sarà esaudita.

    L'Imperatore Protegge.



    attese qualche istante, mentre gli ultimi istanti del conto alla rovescia dell'attacco scandivano il tempo nell'attesa della Furia.

    All'Attacco. Per la Sua Gloria e per la Sua Volontà!

    Rispose così all'appello all'attacco dello Scudo di Atlantide.

    Innalzate la bandiera dell'Impero, la bandiera della giustizia e della legge, la Bandiera dell'Imperatore



    Ed il cosmo del Kraken esplose in tutta la sua furia, amplificato dai sistemi cosmici della Mournival. Il cielo si tinse dei colori propri dell'aurora boreale mentre le temperature, anche ora che erano in rotta di attacco.
    Il livello cosmico aumentò vertiginosamente ed i generatori di energia ruggirono nel lavorare a pieno potenziale; sistemi geomantici e glifi antichi quanto l'Impero si animarono di energia, canti binari dei tecno preti a bordo benedicevano le macchine mentre il personale di manovra operava con la massima efficienza e precisione possibile.

    Tutti i sistemi d'arma vennero attivati, la prua della Mournival si aprì, similmente al becco di un enorme mostro marino, e nelle profondità di quelle fauci il sinistro lucrore del cannone principale della nave prese a rilasciare lampi rossastri del caricamento del colpo cosmico.

    Il generatore oceanico nel ventre della nave rispose al comando neurale di Sanya, attivandosi ed iniziando ad influire sull'oceano sotto di loro. Operando in concerto con quello della Schpeltor crearono una abominevole massa di acqua che si sollevò dall'oceano, un'onda gargantuesca che si abbatté sulle postazioni nemiche. Migliaia di tonnellate di acqua che, come il maglio della risolutezza, sferzarono la base dei turpi eretici di Nurgle.

    Una distruzione potenzialmente apocalittica per l'intero continente se fosse avvenuta senza controllo, grazie ai poteri combinati di Johanna e Sanya rimase circoscritta all'interno della costruzione nemica grazie a molteplici vortici che iniziarono a girare creando ulteriore devastazione. L'aumento di pressione, il peso dell'acqua, i momenti torcenti operanti avrebbero mirato a destabilizzare l'intera base ed idealmente affogare il maggior numero possibile di difensori, eventuali crolli avrebbero creato ancor più vittime e destabilizzazione nelle file avversarie.

    Avevano bisogno di ogni possibile vantaggio per sopperire al mero numero dei nemici.

    In ogni fessura, in ogni crepa divaricante per l'intero continente, sarebbe fluita l'acqua stessa che avrebbe continuato la sua opera. Era l'Ira dell'Imperatore stesso che si abbatteva sui più turpi nemici dell'Impero, non vi era spazio per una negoziazione.

    Nessuna Pietà, Nessun Rimorso, Nessuna Resa.

    Sanya osservò come il carminio corallo che Lady Johanna dominava si sparse ovunque, creando viticci, incuneandosi, spaccando ancor di più e lasciando che l'acqua penetrasse nelle ferite inferte alla base solo in quel momento la mente della giovanissima Primarca erede del cosmo di Mestore avrebbe attivato il generatore Helfrost.

    Il solo sforzo di stare dietro alla potenza cosmica dimostrata da Seadragon provocò un'altra epistassi in Sanya che leccò il proprio sangue e con un urlo di determinazione decretò l'attivazione del motore glaciale.

    Un sinistro scricchiolio si diramò per un solo, singolo istante dal centro della base coperto dall'acqua: come un sasso gettato in uno specchio d'acqua placido genera onde concentriche, allo stesso modo il ghiaccio si propagò in ogni direzione, attraverso il fenomeno della gelivazione le fessure e le spaccature provocate prima ed invase dall'acqua vennero allargate pericolosamente a causa dell'aumento di volume dell'acqua trasformata in ghiaccio. Un'immenso strato di ghiaccio si formò quindi, idealmente rinchiudendo nel suo mortale, silenzioso, gelido abbraccio tutta la base di Nurgle. Dalla superficie ghiacciata quindi Sanya fece ricorso al potenziale interno della Mournival, portatrice del ricordo di tutti i precedenti Primarchi del Kraken.

    Sulla superficie di ghiaccio si originarono decine di costrutti costituiti da entrambi i suoi elementi che si avventarono sulle torri, o su quanto rimaneva delle torri, con l'intenzione di abbatterle il più presto possibile.

    Attraverso la saturazione di acqua, cristallo del dominio e ghiaccio era intenzione della flotta Imperiale di mantenere inglobata ogni possibile sozzura purulenta di Nurgle evitandone la tenuta in sospensione, l'improvviso innalzamento dell'umidità, unita alla variazione di temperatura ed ai possibili crolli avrebbe idealmente costretto ad una ricalibratura dei sistemi di difesa della base a partire dalle colonne stesse, nonché la dispersione pulviscolare di acqua, corallo e ghiaccio generata dal mero abbattimento sulle superfici avrebbe aiutato a disperdere eventuali colpi di ritorno dei heretic astartes.

    Allo stesso tempo, la pioggia di morte dei sistemi di arma: cannoni cosmici, missili ciclonici, cariche a grappolo helfrost in grado di ghiacciare al contatto ed il cannone Krakenmaw della Mournival vomitarono morte e distruzione su qualsiasi cosa all'esterno del base congelata fosse tanto stolta da tentare di impedire o rallentare l'offensiva degli giusti.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Perfetta.
    MENTALMENTE Determinata - Irata - per un attimo fuckuppata con il Khala.
    STATUS SCALE Indossata - Perfetta

    RIASSUNTO AZIONI
    La strategia credo sia abbastanza chiara sia nello svolgimento che negli intenti, comunque:
    la creazione di un'onda anomala che si abbatte sulla base per provocare i primi danni dal mero peso dell'acqua, aumentato dalla violenza del del colpo e dal movimento dell'onda anomala stessa, vortici che roteano all'interno che provocano ulteriore destabilizzazione strutturale e corallo del dominio che cerca di insinuarsi ovunque.
    A quel punto full frost su tutta la base e costrutti di ghiaccio simil mecha che si avventano su quel che resta delle torri dato che il ghiaccio avrà espando le probabili crepe nelle strutture generate dall'acqua.
    Il tutto per abbattere ed inglobare all'interno della struttura di acqua corallo e ghiaccio qualsiasi lordura di nurgle ed evitare contaminazioni da elementi in sospensione. L'umidità,la temperatura ed i crolli contribuiranno ad una possibile perdita di tempo per ricalibrare eventuali difese antinave della base; difese chea causa della quantità di microparticelle di acqua corallo e ghiacico che saranno in aria andranno a smorzare, deflettere in parte, attenuare eventuali raggi nemici.

    A questo è da aggiungersi ancora i danni delle armi mondane nonché l'attacco della Chorale di Adaeze e di Giogio di Funayurei.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    III — CROSSING THE RUBICON


    —where: australia :: zona di sicurezza, campo atlantideo


    Fu davvero il momento di partire: il sangue le bolliva nelle vene, ma fremeva per la tensione, l'agitazione - non per la paura. Stava davvero per muovere un attacco, insieme alle proprie pari, ad uno dei figli del Dio Imperatore, Diaprepe - sedotto e ghermito dal Chaos - condannato dalla storia e dai propri fratelli. I tremiti che avvertiva nella Melodia si abbattevano sul suo cosmo e sulla sua coscienza come flutti d’acqua salata che piovevano su ferite ancora fresche, bruciando terribilmente. Sebbene non avesse ancora affrontato il rito della Khala - oscuro e pericoloso, ma in grado di connettere i Primarchi in modo indissolubile ai ricordi e alle coscienze stesse dei propri predecessori - avvertiva quanto le fondamenta stesse di Atlantide urlassero il nome del Figlio traditore. Dal ventre dell’oscurità della capsula di comando della Chorale, le braccia incrociate sul seno e i ciuffi di capelli neri a pervaderle il volto, ripensava alle facce di coloro che erano rimasti, dei Primarchi che intorno al tavolo del consiglio di guerra avevano mostrato rabbia, dignità, risolutezza. Una delle certezze su cui una civiltà oramai rinata come quella Atlantidea poteva contare.

    Eppure, risolutezza e determinazione non cancellavano preoccupazione e incertezza nei loro cuori. Ne era sicura, dietro lo sguardo austero di Johanna, la furia di Sanya, l'eroismo di Oliver e la sua stessa euforia della prima volta, si nascondevano anche timori e inquietudini. Un palpito, un tremore nella Melodia glielo confermava. Se fossero stati sufficientemente pronti per affrontare la Guardia di Morte lo avrebbero scoperto solo dopo l'attacco. Forse era meglio così. Ignari, impreparati, inconsapevoli. Persino Johanna, che quanto di più simile a un capo era per loro, le sembrò dannatamente fiacca, provata da quell’immane fatica che troppo tardi erano arrivati a condividere con lei, sollevandola del fardello di una battaglia solitaria. Tuttavia, era nelle sue mani, in quelle degli altri Primarchi, degli Esecutori e di tutti gli uomini di Atlantide che ciascun Re doveva riporre reciprocamente la propria fiducia.

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    Diaprepe. Diaprepe.
    Ripeté quel nome nella propria mente ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, così che lo rammentasse con nitidezza anche quando la propria mente sarebbe stata troppo concitata per farlo, così da poterlo urlare a gran voce mentre il maglio del Dio Imperatore - brandito dagli eredi dei suoi figli più fedeli - si sarebbe abbattuto sul volto di ogni nemico.
    Immersa come era nei propri pensieri, collegata attraverso altri circuiti neurali direttamente alla Chorale, non badò troppo al viaggio - che si rivelò addirittura tranquillo. Evidentemente, il sistema di schermatura che la Nave garantiva attraverso delle proiezioni ambientali era sufficiente a non allertare le bestie della Corruzione e a regalare all'intera flotta Atlantidea una crociera tranquilla, per quanto piena di pensieri. Era tuttavia troppo presa a chiudere gli occhi e a ripassare le informazioni dell'attacco – come un botte di polvere da sparo pronta ad esplodere – per badarci con maggior attenzione. La sua mente continuava a processare quante più informazioni possibili, ripassando lo schema di attacco concordato e i tempi, le parole, la Melodia che lei e la Chorale avrebbero suonato.

    Gli occhi della Regina non assunsero alcuna espressione per tutta la durata della crociera, e il suo corpo si limitò a muovere i muscoli solo per ciò che serviva a condurre la nave. Più si avvicinava all'obbiettivo, più avvertiva il respiro dei suoi uomini farsi incredibilmente greve, sentì quasi finanche i loro cuori palpitare ferocemente tra le quattro ossa che li racchiudevano. Sentì la paura farsi sostanza e appollaiarsi sulle loro spalle come corvi dalle ali nere come la notte. Stavano andando a morire, ma Adaeze Yar'Adua, Primarca delle Sirene, Voce di Atlantide, Portatrice di Armonia, aveva incontrato la morte talmente tante volte che avrebbe potuto dipingerne i connotati persino a occhi chiusi.

    « Abbiamo la possibilità di colpire per primi. Un'occasione unica che non si ripeterà mai più. Rispettiamo il piano originario, e mantenete la vostra fede nel Dio Imperatore ben salda. » Johanna Derham, lo Scudo di Atlantide, pronta a infondere fiducia e Credo in ogni guerriero, soldato, uomo. In ogni Re, in ogni Regina. La sua voce risuonò come un'eco anche nella Chorale, nella trasmissione rivolta all'intera flotta. « Lasciate che essa sia il fuoco della volontà indomabile che vi anima. Siate voi il tridente e lo scudo con cui il divino castiga il traditore e l'eretico. All'attacco! »

    « Tenete alta la testa e ferma la vostra fede. » disse ai propri uomini, aggiungendo la propria voce a quella della Primarca di Seadragon. Non aveva mai pronunciato un discorso in circostanze del genere, ma la sua voce - calda e dolce come il miele - doveva suonare come la più meritevole di fiducia, autorevolezza, credibilità alle orecchie dei propri soldati. « Lady Sanya e Lady Johanna combatteranno con noi. Che non si dica che il nostro Oceano non abbia fatto la propria parte: il Dio Imperatore ci guarda e ci guida, mostrategli la forza dell'Atlantico del Sud. »



    —where: australia :: profondo sud


    E venne l'Ira del Dio Imperatore. L'operazione di salvataggio di Johanna - sebbene contasse quasi le stesse forze di quella che stava per abbattersi nel profondo sud del continente australiano - e l'attacco che Primarchi ed Esecutori avevano messo in campo solo poche ore prima avevano ben poco in comune con la furia congiunta delle tre regine che di lì a poco si sarebbe abbattuta sull'immensa e inquietante fortezza degli eretici. Le navi avrebbero attacco insieme, supportate dal potere dell'Esecutore di Funayūrei, in una terribile, devastante offensiva — una degna di rovesciarsi su uno dei figli dimenticati di Atlantide. La sua parte - almeno all'inizio - era di mantenere attiva l'illusione che la giornata stesse trascorrendo tranquilla. Che nessun attacco fosse in procinto di essere sferrato.

    cold: the air and water flowing
    hard: the land we call our home


    Venne l'acqua, e venne il ghiaccio. Insieme, le maree combinate dei Primarchi di Seadragon e del Kraken si rovesciarono nella fortezza, invandendone le mura, le vie, le stanze, trascinando con sé massi, detriti e soldati. Sorrise, Adaeze, non avendo a disposizione né il tempo, né i pensieri per lasciare che la paura prendesse il sopravvento. Era una Regina di Atlantide, guidava una delle Sette Ammiraglie, non c'era spazio per l'incertezza. La sua risolutezza doveva accompagnare quella delle sue compagne, quella di Giovanni Montigli, quella di tutti gli uomini che con lei - su quella nave - speravano in un miracolo.
    Le Acque di Johanna stavano facendo la loro parte. Si ersero in pilastri, alti e imponenti vortici di morte danzanti alle grida dei nemici. Fu un baccanale di dolore - ma totalmente armonioso alle sue orecchie e alla sensibilità del proprio cosmo. Si mise in posizione eretta, immersa nel fluido della capsula di comando della Chorale, mentre sotto di lei l'inferno stava via via assumendo connotati sempre più reali.

    push to keep the dark from coming
    feel the weight of what we owe


    Il Ghiaccio di Sanya fece il resto, portando lo strazio e il dolore nel terrore di un'inondazione, nel disordine di una calamità. Giunse con la sua furia, la sua ferocia, la sua fame, tutte alimentate dal tradimento di Diaprepe - dal fardello che una ragazza così giovane, sebbene fosse ormai una Regina degna del proprio titolo, faceva fatica a sopportare, resistendo all'impulso di cedere alla più insensata violenza, di tralasciare la strategia in favore della vendetta.

    Allungò le braccia di fronte a sé, mentre il suo cosmo dorato prese a brillarle intorno, gridando nell'armonia della Melodia del Creato. Doveva infondere quella conoscenza, quella visione, quella lettura nella Chorale, liberandone il potenziale. Se lei rappresentava la chitarra, la Nave era il suo naturale amplificatore. Un perfetto connubio, come quello fra Fender e Marshall. Venne circondata dalle calde fiamme del proprio cosmo, e la sua connessione con la Chorale raggiunse il livello richiesto: erano pronte ad alzare il volume.

    « It's showtime, girls »


    this: the song of sons and daughters
    hide the heart of who we are


    [ADAEZE X CHORALE — PLEDGE REGALIA: OUVERTURE]


    La Chorale urlò in coro con le proprie sorelle. Un canto tutt'altro che leggero e sinuoso: era cupo, profondo, pieno di strappi e di dolore. V'era - in quel grido - il volto più duro e doloroso delle capacità della Regina e dell'Ammiraglia dei Primarchi delle Sirene. Un canto dolore votato al totale annientamento del nemico. Le codificazioni si sparsero nell'area, invadendo la Fortezza, danzando fra i flutti e fra i ghiacci, immergendosi nelle mura, nella pietra, nell'acciaio - fino ad arrivare alle orecchie e ai nervi dello sfortunato pubblico non pagante.

    Vi erano suoni di terrore e di oblio, che mescolavano la volontà della Primarca di non fare alcun prigioniero: era una malia capace di paralizzare i nervi dei malcapitati, arrivando a bloccarne le capacità di movimento, e di atrofizzarne la connessione col proprio cosmo, privando ogni guerriero di ciò che lo sostiene, di ciò che lo nutre. Spegnendone la fiamma sacra.

    Era un attacco - quello della flotta Atlantidea - che speravano avrebbe sorpreso i nemici su più di un piano, costringendoli ad affrontare la minaccia di un'indonazione cosi violenta e furiosa e quella della Malia delle Sirene, che finalmente erano tornate a cantare con gli altri Primarchi.

    strong, united, working 'till we fall


    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Well, basically Ada e la Chorale contribuiscono all'attacco congiunto. Làddove Sanya e Johanna colpiscono la materia, Adaeze colpisce la mente, i nervi, il cosmo (tramite privazione). Di fatto: diffusione musica ad area per paralizzare i nervi dei nemici, prosciugare il loro cosmo e illudere che l'attacco non stia avvenendo. Chiaramente la musica e le sue codificazioni passano attraverso il macello, raggiungendo verosimilmente i nervi di tutte le creature che popolano l'area sotto attacco. A questo si aggiunge un «normale dispiegamento di amicizia» (come dice Gab) con fuoco e armi normali della nave. Non azzardiamo con la Chorale a sganciare Seismic Charges per evitare di rompere il ghiaccio.


     
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    Cose grandiose, azioni al limite dell'onnipotenza: ricordò Giovanni le serate di guardia passate con altri astanti a godere delle registrazioni olovideo dei Primarchi e degli Esecutori. Quanto potere nelle mani di così pochi: vedendo quelle immagini in lui si riuniva il supremo patriotismo che atti del genere ispiravano, l'ardente desiderio di unirsi a quella stretta cerchia per poter ricacciare i mostri nell'abisso con le proprie mani e al contempo il senso d'insignificanza per non averlo ancora fatto, per non essersi ancora dimostrati degni o sufficientemente talentuosi per quelle battaglie.
    Giovanni rivedé se stesso nei volti stupidi e meravigliati dei militi operanti nella plancia di comando della His Will, completamente rapito dal vorticare di energie cosmiche attorno alla fortezza atlantidea. Lui ormai era abituato: non raggiungeva quelle vette incredibili ma dopo aver combattutto ed essere sopravissuto ad altri assurdi scontri per scala e magnitudo ci si faceva il callo e quando un altro "usciva il proprio gargantuesco pene", per dirla con lo slang italiano, non ci si dava quasi peso. Guardò uno dei più giovani, forse una recluta che fresca d'addestramento era stata catapultata nel più importante evento Atlantideo dall'arrivo dell'Apocalisse, e i due s'incrociarono in un lungo attimo.

    Un giorno ne sarai capace anche tu, soldato. Nel frattempo vivi e combatti per l'Imperatore. - disse paterno. La guardietta scattò sull'attenti, per poi impegnarsi anima e corpo nell'inserire dati sulla sua specifica plancia; altri sul ponte furono risvegliati dall'improvviso muoversi catturato dalla coda del loro occhi, e tramite un silente passa parola dalla fregata madre ricominciarono a partire le indicazioni sulla formazione da prendere per l'intera durata del viaggio, finché l'intera flotta non fu ridestata e ognuno si trovasse al suo specifico posto. Non avevano i poteri, le ammiraglie o i cannoni di altri Settori, ma non si poteva certo dire che il Pacifico del Nord non fosse presente con l'anima o che non fosse pronto per reclamare quel posto di pari tra gli altri settori. Bastava una spinta, una sola spinta per mettere da parte gli anni di interregnum e ritrovare l'antico splendore: pregò affinché fosse vivo per quel magnifico e fatidico giorno, ma fino ad allora sarebbe stato assieme ai suoi lo scudo per i grandi Re, la guardia a protezione dei loro fianchi. La sua flottiglia mimava perfettamente quel ruolo, posizionandosi completamente attorno all'asse delle tre ammiraglie per bloccare ogni assalto nemico.

    Il viaggio fu sorprendentemente senza ingaggi. Vuoi per le curate precauzioni prese ma durante l'intero lungo arco coperto nel cielo all'orizzonte o sui radar non comparvero mai ostili da abbattere o che li puntassero dopo averli individuati. La loro fu una golden road, un red carpet che li portò direttamente alle porte del cuore nemico.
    L'immonda fortezza comparve prima sulle plance e poi nel campo visivo degli atlantidei, tutti schifati dall'apparizione. Essa urlava eresia da ogni dove, partendo dalle sue forme contorte e dai suoi fetidi miasmi arrivando fino ai suoi servi e alleati; indubbiamente molti, ma Giovanni era sicuro che non si sarebbero mai rivelati abbastanza per sopportare la loro furia. La sua in particolare, poiché era vero che quegli uomini fossero solo uno degli antichi mali che infettavano il mondo, ma Corruzione, Caduti o Caos per lui non avevano forma o distinzione. Essi erano il Nemico e in maniera minore o maggiore essi erano colpevole dei più innominabili peccati, di cui il primo era la morte della sua dolce moglie. Sentì una fredda carezza sul suo viso, percependo solo in un secondo momento quanto il gesto fosse colmo di caloroso affetto: le mani femminili che normalmente riposavano sul suo petto, cingendolo, si mossero entrambe sulle sue guance, toccandolo debolmente. Godette della loro presenza, sognando con gli occhi chiusi Natsumi al loro posto; ma più i secondi andarono in avanti e più i gesti delle mani si fecero convulsi, veloci, a tratti violenti: la dolcezza iniziale si rivelò travolgente passione, un'eccitazione definibile quasi sessuale. Il più funereo dei servi di Poseidone alimentava i suoi servi con l'odio e la rabbia, sentimenti che in Giovanni ribollivano costantemente e a fatica venivano trattenuti sopiti. La realizzazione che fossero gli spiriti vendicativi a toccarlo e non sua moglie non fece altro che liberarlo dalle catene della ragione, facendolo regredire ad una semplice macchina portartrice di morte.

    Rapporto di dati proveniente dalle tre navi madri! Dieci minuti al contatto forzato col nemico! - esplose urlando il giovanotto che prima aveva scambiato un lungo sguardo con Giovanni. L'Esecutore utilizzò la notizia come una molla, scattando in piedi mentre il metallo dell'elmo si riallineava per sigillarlo completamente all'interno dell'armatura. Tutti i marinai della plancia si girarono verso il loro comandante in attesa di ordini, impallidendo davanti all'aura mefitica e malefica che improvvisamente emanava.

    Lascio il trono a voi, Alto Ammiraglio. Al mio segnale aprirete il sito di lancio dei Fury. L'Imperatore Protegge.

    Con poche parole si congedò dalla sala di comando, che di contro augurava buona fortuna al loro supremo comandante rispondendo con un singolo E come lui, anche noi!
    Il piano di attacco iniziale era stato limato sensibilmente dai Primarchi stessi e una volta perfezionato era stato passato a lui e alle altre navi: il loro ruolo era fornire fuoco di supporto e sciamare nella fase due dell'attacco con i Fury per distreggere la contraerea e le forze di terra nemiche. Il suo in particolare era un altro: arricchire il devastante assalto iniziale con le prodigiose doti che fino a quel giorno solo lui poteva vantare in tutto l'arco dei sacri guerrieri di Poseidone risvegliatisi.

    Giunse solennemente quindi ai limiti del sito di sgancio, evitato equamente da combattenti provenienti dalle mense e improvvisamente richiamati ai propri posti e dai piloti che si raccoglievano nuovamente prima di decollare e affrontare per la seconda volta in un giorno la Morte incarnata. Il Commodoro Clawitz si era completamente ripreso e aveva ritrovato la sua solita sicurezza, una fortuna per l'intero fronte atlantideo: servivano uomini saldi, soprattutto nelle posizioni di comando. Lui fu l'unico che si permise un cenno con l'Esecutore, che rispose per augurargli buona fortuna.

    Arrivato al limite dove era permesso transito pedonale (per evitare di venire risucchiati da eventuali improvvise aperture del boccaporto principale), diede ordine a chi gli stava attorno di arretrare e di lasciarlo solo. Potè vedere il volto dell'Alto Ammiraglio risvegliarsi dal trance di comandi e ordini che da lui fluiva, richiamato dal secco ordine dell'Esecutore.
    Con un pesantissimo iniziale rumore di sgancio e successivo lento scorrere e ruotare d'ingranaggi, il portellone s'aprì, inondando gli interni di una quantità smodata d'aria. All'avvenimento, il Commodoro Clawitz disse che era il loro segnale per entrare negli abitacoli e i vari piloti dovettero piegarsi e lottare contro il vento per raggiungere i propri veicoli: la His Will così come tutte le altre navi erano ancora in volo, praticamente nelle fasi finali prima dell'ingaggio, e il procedere a motori spianati verso il nemico non poteva fare altro che generare quel singolare imbuto.
    Una procedura a cui ci si appellava solo in casi di fortuna o di attacco a sorpresa, ma le direzioni di un Primarca o di un Esecutore sovrascrivevano i normali protocolli.

    Giovanni, proprio al centro di tutto quello scorrere d'aria, di vento e freddo, si sedette sull'orlo del precipizio, inamovibile. Erano i secondi precedenti al glorioso inizio, un tempo brevissimo percorso dall'ultima comunicazione ed esortazione di Lady Johanna.
    Il Montigli sentì quelle somme parole, assorbendole e facendole sue, unendole soltanto però al concerto di grandi emozioni e religioso raccoglimento che lo percorreva: non vantava grandi navi che amplificassero il suo potere, né poteva vantare un cosmo irresistibile come quello della Regina Artica o dell Santa Vivente. No, lui, per quanto oltre l'umano, era pur sempre manovale, e con la sola forza delle sue mani, braccia, spalle, corpo, gambe e volontà doveva contribuire allo squillo di trombe e all'esaltante vittoria.
    Gli serviva tempo per sincronizzarsi, per richiamare le sue parti più oscure e nascoste, per alimentare quei servi che avrebbero portato rovina sui suoi nemici.

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    Nell'oscurità dell'elmo i suoi occhi s'illuminarono, simbolo dello stato di travolgente -poiché furiosa- concentrazione in cui era entrato. Non possedeva ancora i mezzi per accedere alla Dimensione Spettrale dei suoi Funayurei, ma con il cosmo che era riuscito a risvegliare poteva averne saltuariamente e con grande raccoglimento un'abbaglio, come uno sbirciare in una porta ancora preclusa. Il suo collegamento con l'esistenza ectoplasmatica si approfondiva, tanto da farlo diventare una specie d'impossessato che un prete in altri tempi avrebbe cercato d'esorcizzare.

    Fuori, i cannoni cominciarono a cantare mentre gli impulsi delle navi madri sollevarono la propria massima opera, incastrando tassello su tassello i coralli e le acque di Seadragon, quelle gelide e psioniche del Kraken e la sottile malia della Sirena, creando quel martello che meritava d'essere abbattuto sull'eresia e sul nemico. Ma tutto quello non bastava per placare la sete di sangue di Atlantide o reputare le loro colpe giustamente espiate: Poseidone reclamava che un Inferno s'abbattesse su quegli immondi e il suo servo più nero lo avrebbe felicemente accontentato.

    Estroflesse la propria traccia cosmica in profondità e in basso, raggiungendo la terra dove secondi prima si muoveva placido quel bonacciale ora trasformato in onda anomala: da essa presero a strisciare velocemente prima uno scheletro, poi due, poi tre e dieci e cento e mille e quante stelle potevano esserci in cielo notturno, e più veloci dell'incedere dell'acqua la raggiunsero, fondendosi ad essa. Il liquido scarlato s'iluminò così debolmente di una traccia non di questo mondo, e all'interno di quel mare i nemici avrebbero potuto intravederne un secondo fatto di occhi malvagi, tanti quanti i granelli di sabbia che potevano comporre una spiaggia. Giunse quindi l'ordine del loro padrone, funesto e bitonale, comandando con una voce anch'essa estranea a questa realtà.

    I vostri nomi saranno Caina, Antenora, Ptolomea e Judecca.
    Con questi traditori banchetterete.

    Con quell'ultima indicazione l'onda impattò sul forte nemico, uccidendo in tutte le sue varie forme e declinazioni. Dove c'era chi uccideva con la forza delle correnti, con l'infiltrarsi di corallo e ghiaccio o con la suprema manipolazione del codice stesso della vita, lui utilizzava i suoi servi per smembrare i colpevoli e concedergli l'esperienza di una tortura nello spirito oltre che nella carne e nella mente. Armati di ogni arma immaginabile, i Funayurei si abbatterono su ogni struttura o organismo colpito poiché ben distribuiti in tutta la gigantesca onda, tornando con schiumante e pazza ferocia su coloro che miracolosamente sopravvivevano per l'intera durata dello scorrere delle acque attorno a loro. Rubargli l'anima, cioè anche il più piccolo briciolo di persona o di voglia di combattere, senza avere alcun tipo di pietà poiché non ve n'era nel cuore di Giovanni.

    I Fury presero a decollare attorno a lui, pronti ad ingaggiare il nemico. Il suo stava ben ben nelle retrovie, ultimo nell'intero codone sicuramente, che aspettava già acceso il suo padrone. Quanta gioia vi era però nel suo cuore! Troppa per portarlo immediatamente all'immanenza delle cose e alla necessità di raggiungere l'abitacolo.

    No: rimase ansimante e parzialmente provato lì, sul bordo del mondo, con l'Apocalisse a quei putridi esseri a lungo promessa e per troppo tempo rimandata che finalmente li raggiungeva, annientandoli. Le mani della scale ripresero a toccarlo e quella volta Giovanni condivise con loro il suo eccitamento distante un passo dal sessuale: fece con gli occhi l'amore con la sofferenza e il dolore che sotto di lui si propagavano affamati, gustando ogni attimo di quella punizione come se fosse l'ultimo. Dimenticò Diaprepe, dimenticò Elagia, dimenticò che probabilmente qualcuno sarebbe sopravvissuto per non rovinarsi il momento. Continuò ad ascoltare la musica dei cannoni come se fossero la voce di un'amante e a fissare con la stessa avidità con cui si può fissare un seno ogni caotico sofferente per i coralli di Lady Johanna, o trapassato dai costrutti ghiacciati di Lady Sanya o dai suoi stessi costrutti, che avevano posseduto quelle acque e perduravano anche dopo la solidificazione del mare.
    Bisognava essere capaci di un amore immenso per odiare nel modo più profondo qualcosa: in egual misura, il padre Giovanni amava suo figlio tanto quanto il Guerriero disprezzava chi minacciava i suoi più cari, fossero essi famigliari, connazionali o alleati. Davanti a tutta quel male e quel dolore era completamente e intimamente felice.

    Solo quando riassestò il suo respiro si girò verso il suo mezzo per decollare anche lui e unirsi alla battaglia che sotto di lui infuriava.

    narrato - pensato - parlato - °telepatia°

    Fisicamente: stanco per il consumo diretto di cosmo, in ripresa
    Mentalmente: furioso
    Scale: integra, indossata
    Note: aggiungiamo una nota di spirito all'attacco: i funayurei in forma di spiriti/costrutti ossei s'infiltrano nella mega onda, saturandola anche d'energia spirituale appunto. Quando essa s'impatta su qualcosa frotte e frotte di spiriti s'avventano sul malcapitato e stab stab ne uccidono lo spirito. Quando l'onda passa e il si solidifica in ghiaccio, l'acqua che lo componeva è ancora impossessata dai Funayurei e da pozze, infiltrazioni nelle pareti e se possibile anche dai costrutti ghiacciati di Sanya compaiono ancora altri Funayurei per il ripulisti generale.

    A questo si aggiungono i regalini formato bombe, granate e quant'altro provenienti dalle fregate del Nord Pacifico (ovviamente più piccole e meno potenti di quelle delle tre ammiraglie dei Primarchi ma compensiamo con la quantità la qualità essendo più di una nave a mia disposizione per la protezione delle big three) e sciami di caccia Viper che puntano in particolare la contraerea nemica (se ce ne sta) oppure portano casotto su terra mitragliando come i caccia tedeschi a Dunkirk.

    Abilità utilizzate:

    Tecniche utilizzate:
    A good soldier obeys without question.
    A good officer commands without doubt.

     
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    Quando l'immenso muro d'acqua si staglia all'orizzonte, parte dell'esercito fuori dalle mura inizia a muoversi casualmente preso alla sprovvista, mentre quelli più vicina agli ingressi corre al riparo.
    Le torri di difesa iniziano ad irradiare un'energia violacea che avvolge la fortezza e buona parte della zona esterna.
    L'impatto è devastante.
    La barriera si increspa e si distorce per l'immenso peso, ma sembra resistere, mentre l'esercito rimasto al di fuori viene completamente spazzato via.

    Chi resiste all'onda, viene annichilito da resto degli attacchi combinati.
    La barriera svanisce nel momento del termine dell'attacco, e tre delle torri crolla od esplode a causa dell'improvviso sovraccarico.

    Le restanti si riattivano immediatamente, mentre uno stormo pressoché infinito di piccoli velivoli esce dal centro della fortezza.
    Le torri emanano una prima esplosione congiunta, poi si illuminano leggermente di una luce verdastra che avvolge poi i piccoli caccia.

    Poi lo sciame corre verso di voi all'impazzata...




    3Am36Fn




    Eccoci :zizi:
    Hanno sentito la botta, tre torri sono andate, buona parte dell'esercito fuori dalle mura è andato a causa della combinazione di tutti gli attacchi. Tuttavia la fortezza e la parte di esercito contenuto all'interno ha retto bene e si appresta al contrattacco, grazie a quella strana difesa violacea.

    La prima esplosione generata dalle torri ha scopo di sovraccaricare i comandi delle vostre navi, rallentando difese e rendendo assai difficili le percezioni.

    Lo sciame di piccoli caccia vi bombarda senza sosta con colpi di energia caotica. Se vengono colpiti, l'energia verde viene rilasciata in un miasma mortale che impesta di ogni sorta di malanno chiunque ne venga a contatto.
    Se dovessero esplodere tutti la nube sarebbe tale da coprire la fortezza e oltre.
    I marine del chaos non ne sono affetti :zizi:

    Immaginate che l'attacco sia complessivamente ad energia suprema e voi ad energia nera.

    A voi :zizi:



     
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    La distruzione scatenata dall'azione congiunta delle navi fu mostrata alla primarca da varie angolazioni da altrettanti schermi. Il suo occhio buono saettò tra le immagini, assorbendo ogni dettaglio, cercando di capire che cosa avessero potuto lasciare di insoluto, o quanto di tutto ciò potesse essere risultato e quanto potesse essere inganno. Non era nuova a strategie che contavano il fingere di subire più danni di quanto fosse vero o necessario solo per infondere un senso di falsa sicurezza nel nemico e indurlo a compiere un errore. Lo aveva fatto più volte anche lei, per questo di base non si fidava mai di quello che un avversario dimostrava come reazione ai suoi attacchi. Poteva esserci sempre qualche trucco sotto. Un'illusione, una capacità rigenerativa estremamente rapida, una resistenza maggiore. Dopotutto l'inganno è un'arma potente in guerra ed è una delle basi della strategia militare. Dal caos si aspettava questo ed altro.

    Eppure, quasi a fare dispetto alla negatività di Johanna, l'attacco a sorpresa che sferrarono si dimostrò più efficace di quanto si era aspettata. La loro azione combinata era riuscita a creare un danno visibile alla struttura eretica sotto di loro. Ma Johanna non si fermò a contemplare la distruzione provocata al nemico, farlo avrebbe significato rallentare e non era una cosa che potevano permettersi. Il suo cuore batteva all'impazzata nel suo petto danneggiato dalla malattia e chi le stava accanto poteva sentire il sibilo dei suoi respiri rapidi e brevi. Nel suo animo si stava agitando uno strano tipo di emozione. Una sensazione di urgenza e allo stesso tempo di bisogno. Non si era sentita così dal tempo in cui aveva pilotato la nave la sua altra unica volta, contro il leviatano che stava attaccando Atlantide durante l'armageddon. Mai si sarebbe aspettata che sarebbe risalita su quel trono in un'occasione del genere. Non per difendere, ma per attaccare. La potenza della macchina atlantidea era stata dispiegata, le era stata messa in mano una enorme pistola e aveva il dito sul grilletto. Come il potere individuale, il potere militare era una responsabilità che gravava su chi lo possedeva.
    Ed in quel momento era sua e loro responsabilità usarlo per portare ASSOLUTA DISTRUZIONE al nemico dell'umanità.

    Manteniamoci in movimento. - Disse nel comunicatore sia ai piloti che alle altre navi. Rimanere fermi o mantenere una traiettoria prevedibile sarebbe stato estremamente nocivo per loro, sopratutto contro un bersaglio statico che aveva a disposizione una quantità indefinita di truppe e di potenza di fuoco. La Schpeltor mantenne l'altitudine e virò mettendosi in una posizione più vantaggiosa senza offrire eccessivamente il fianco alle batterie nemiche. Nel frattempo Johanna valutò rapidamente la situazione. Quelle torri erano in grado di generare un campo di energia capace di difendere l'intera struttura, quindi era chiaro che fosse quella la difesa principale Tre di esse si erano sovraccaricate per la potenza dell'attacco combinato, quindi era chiaro che una tale difesa seppur poderosa non era stata progettata per un assalto di quel calibro. Avrebbero potuto abbatterla con sufficiente violenza, ma non potevano permettersi un attacco indiscriminato senza una logica dietro. Era vero che la struttura poteva essere abbattuta da quello che avevano appena visto, ma bisognava sempre tenere conto che essa era animata e sostenuta dai poteri perniciosi, per natura imprevedibile.

    Le torri si stanno riattivando! - Gridò uno degli osservatori, ma Johanna aveva già notato l'accumularsi di energia sulla sommità delle strutture. Se non stavano facendo ciò per difendersi voleva solo dire che stavano per farlo per attaccare. Non potevano permettersi di correre rischi, inoltre l'azione che stavano per compiere avrebbe aiutato le loro successive. Il cosmo di Johanna era più ampio di quello degli altri primarchi e di Montigli, quindi aveva per forza di cose reazioni più rapide rispetto a chiunque altro sul campo di battaglia. Questo le permise di comprendere in anticipo che cosa stesse per succedere. Non fu una previsione ma una precauzione.

    BARRIERA! - Gridò nei comunicatori, telepaticamente e nel khala e i reattori cosmici di tutte le navi si animarono. Le emanazioni energetiche delle tre ammiraglie si intrecciarono in una ampia barriera che avvolgeva tutti i mezzi vicini in uno sfavillare di tonalità azzurre e dorate, risplendendo sul verde malsano che permeava l'ambiente sotto di loro. I colori cozzarono a mezz'aria. Innumerevoli indicatori nel campo visivo di Johanna si illuminarono e cominciarono a risuonare con segnali di pericolo.

    EMP in arrivo! - Giunse alle orecchie di Johanna, ma prima che potesse ordinare ulteriori contromisure parte di quell'impulso elettromagnetico oltrepassò la barriera congiunta delle navi e raggiunse la Schpeltor, seppure notevolmente attutito. Le luci all'interno della cabina di comando sfarfallarono per lunghi e orribili istanti mentre la nave sbandò per il semplice impatto dell'ondata energetica. Gli schermi che aleggiavano di fronte a Johanna glitcharono con un suono fastidioso che ronzò nelle sue orecchie. Serrò la mandibola per il fastidio e si guardò in giro. Un paio di terminali stavano mandando scintille ma i loro operatori si stavano stavano già prontamente sistemando la cosa. Lo sguardo di Johanna passò ai finestroni della nave per cercare di mantenere contatto visivo con il nemico.

    Rapporto situazione! - Ordinò ad alta voce guardando oltre tutti i piloti e gli operatori, osservando lo sciame di caccia che si sollevava. La risposta fu breve e rapida. L'ondata energetica emessa dalle torri aveva causato una interferenza nei sistemi della nave, rallentando i tempi di risposta e creando vere e proprie code di comandi. Se non avessero eretto in tempo quella barriera probabilmente sarebbe saltato tutto con conseguenze fin troppo gravi in quella situazione.
    Ristabilite i sistemi di combattimento e di movimento per primi, tutto ciò che non è immediatamente vitale disattivatelo direttamente e riavviatelo dopo. - In risposta al comando della primarca vari operatori cominciarono a tempestare di imput i loro quadri di comando, spegnendo in remoto un grande numero di sistemi non essenziali della nave. Ogni singola cosa non fosse immediatamente utile, dai condizionatori alle luci degli alloggi. In pochi istanti quell'enorme ammasso di oricalco volante venne privato di ogni capacità di fare qualcosa che non fosse distruggere i nemici dell'impero. Il carico sui sistemi di comando si alleggerì e la nave riprese ad obbedire ai comandi della sua padrona. Johanna sentì il feedback neurale schiarirsi, la statica nella sua mente diminuire.

    Tuttavia nel fare tutto questo, anche se non erano rimasti inermi all'attacco dei caccia nemici, che Johanna vide arrivare dai pannelli trasparenti e dagli schermi che avevano cominciato a riaccendersi. L'assalto nemico era già cominciato e il primo impatto dei colpi di energia caotica aveva già raggiunto aree dello scafo, cominciando a corroderlo.

    Forza...forza... - Sibilò Johanna, artigliando i braccioli del suo trono con la mano buona mentre l'intera nave stava vibrando per i colpi subiti. I danni erano ancora superficiali e i colpi nemici non avevano ancora sfondato.
    Sistemi online! - Fu ciò che Johanna sperava di sentire. Il tutto durò pochi secondi, ma furono comunque pochi secondi di arresto nella loro strategia.
    Disingaggiate, riprendete la traiettoria originale e riattivate gli scudi. Caccia, intercettate le forze nemiche. - Quest'ultimo punto fu più ribadire che cosa stesse succedendo attorno alle navi e nei loro schermi. I caccia al seguito di ognuna delle ammiraglie erano già coinvolti in un complesso dogfight per cercare di mantenere le navette nemiche il più lontano possibile dalle navi principali. Gli scudi della Schpeltor, alimentati dal suo più che possente reattore, baluginarono di luce azzurra a metri dalla superficie dello scafo e contro di essi i colpi cominciarono a disperdersi.
    Ma quanti diavolo erano? Come poteva il caos avere forze così numerose a disposizione per una singola base e non averle utilizzate fino a quel momento? Avevano puntato a fare sottovalutare l'intera minaccia su scala globale e quello era solo l'inizio di una nuova guerra? La situazione non le piaceva per niente. Erano pilotati da soldati traditori, demoni o che altro, oppure erano pilotati da qualche intelligenza artificiale corrotta e quelli erano solo droni? Così tante domande affollavano la mente di Johanna, e ogni nuovo avvenimento in quella battaglia non faceva che peggiorare la situazione aumentando il numero di incertezze e variabili.

    La schpeltor riprese ad allontanarsi compiendo una larga parabola e volgendo la prua verso la fortezza. Una grande differenza tra i normali mezzi umani era che i motori delle navi atlantidee permettevano loro movimento tridimensionale come se stessero navigando in acqua, piuttosto che come immensi jet mantenuti in volo dalla loro stessa velocità. Per Johanna quella era a tutti gli effetti una battaglia navale, un assalto costiero. Per questo motivo la ammiraglia di Seadragon fu in grado di rivolgere la parte anteriore alla fortezza. La schpeltor era qualcosa di paragonabile con certi aerei aria-terra utilizzati dalle forze umane prima dell'armageddon. Era un immenso cannone attorno a cui era stata costruita una navicella per permettergli di volare. Questo particolare era sempre piaciuto a Johanna e si ritrovava sempre a condividere il pensiero di Atlante figlio di Poseidone a riguardo. Probabilmente centrava che fossero lo stesso individuo mediante il Khala, ma erano discorsi irrilevanti. I movimenti delle navi divennero continui, e nonostante la loro manovrabilità non fosse paragonabile a quella dei numerosi caccia atlantidei che le circondavano, non si può dire che fossero bersagli immobili per gli assalti nemici. E mentre lo sciame nemico inseguiva il bersaglio, venne intercettato da quello alleato. I caccia rimasti a difesa della Schpeltor affrontarono coraggiosamente il nemico in un brutale scontro areo, con ampie parabole, virate strette e picchiate ardite rese possibili grazie ai motori cosmici dei mezzi. Presto il cielo attorno al campo di battaglia divenne un arabesco di scie.

    Che cosa...? - Disse tra se e sé notando solo in seguito la luminosità malsana che circondava i caccia. La rivelazione giunse quando uno di essi - dopo essere stato colpito in coda - si andò a schiantare completamente contro i loro scudi sulla fiancata. Le telecamere esterne rilevarono immediatamente il punto di impatto, e Johanna guardò di persona per controllare se vi fossero danni, animata da un sospetto. Nel punto di impatto aleggiò per un istante una nube dello stesso colore dell'energia che circondava i caccia. Nonostante fossero in movimento continuo, aleggiò per un istante di troppo, come se avesse fatto presa sugli scudi. La sua attenzione venne attirata da una comunicazione relativa allo stesso punto che stava osservando. Il miasma era corrosivo e stava cominciando ad agire sugli scudi.

    Rinforzate gli scudi! - Gridò agli addetti! Non ebbe finito di pronunciare quella frase che numerose comunicazioni riguardo a caccia caduti la raggiunsero. Tutte quelle masse di gas sospese in aria non erano solo il residuo dell'esplosione dei caccia nemici, erano un attacco vero e proprio. Johanna capì, qualunque cosa fosse a pilotare quei caccia, era stata mandata a morire per abbattere il nemico.
    Teneteli lontani dalla nave, abbatteteli solo quando non sono sulla nostra traiettoria e lontano da noi! - Un ordine più facile a dirsi che a farsi. Tra le batterie antiaeree della schpetlor e il dogfight che li stava circondando, il miasma malefico aveva già cominciato a diffondersi e vari caccia ne erano già caduti vittima. E il miasma stesso stava spandendosi nel campo di battaglia ad una velocità allarmante. Ci volle poco tempo perché a Johanna venisse riferito come vari canali di comunicazione con singoli caccia erano ormai saturi di colpi di tosse violenta e lamenti, se non vere grida di dolore e di paura mentre alcuni caccia precipitavano a causa dei miasmi che corrodevano i motori o si insinuavano nella cabina sigillata. Davanti a Johanna una immagine rappresentativa dello scafo della nave con l'indice degli scudi nei vari settori la informava in tempo reale dei danni che stavano subendo nonostante tutto. In vari punti gli scudi si erano indeboliti al punto da permettere a parti di miasma di infiltrarsi all'interno del loro perimetro e cominciare ad intaccare la superficie di oricalco della nave.

    Isolate tutti i settori colpiti, non lasciate che il miasma si diffonda dentro! - Ordinò immediatamente, ma a tradurre un ordine in azione c'è un tramite di carne, reazioni individuali di paura, urgenza, mancanza di determinazione. Un paio di settori posteriori vennero chiusi con ancora personale all'interno mentre gli astarte a bordo, con le loro armature isolanti fatte appositamente per affrontare minacce fino ad un certo calibro, si muovevano per trovare e riparare eventuali falle che potessero essere riuscite a penetrare nei corridoi della nave. La massa dello sciame nemico stava rendendo letteralmente impossibile evitare che si creasse altro miasma, principalmente perché se non venivano eliminati, i caccia continuavano a sparare contro di loro e nonostante la potenza degli scudi della Schpeltor, il sommarsi di costanti attacchi di energia caotica e di miasma corrosivo stava cominciando a rendere danni prima superficiali ora non ignorabili. Chi poteva all'interno della nave si mobilitò per isolare settori troppo rischiosi mentre i techpriest si mossero rapidamente verso quelli che potevano essere riparati. Presto lo scafo della nave brulicò di sacerdoti del dio macchina le cui preghiere servivano a contrastare l'azione corrosiva del male di Nurgle sul metallo dell'anima.

    La minaccia doveva essere sradicata in toto. I sistemi di comunicazione si erano ormai ristabiliti e Johanna raggiunse gli altri primarchi e l'esecutore a cui avevano affidato il comando generico dei caccia. Le tre ammiraglie si allontanarono ulteriormente, invertendo il comportamento di poco prima e facendo pieno fuoco sui caccia in arrivo, impedendogli di avvicinarsi oltre un certo perimetro. Una nuova barriera si venne a creare per i poteri uniti di tutte le navi maggiori e permettere ai caccia atlantidei di ritirarsi oltre le ammiraglie ad una distanza di sicurezza dalla mattanza.
    Il potere della nave di Seadragon e di Kraken si espanse oltre i limiti della barriera, e la temperatura cominciò a calare precipitosamente, al punto che la stessa aria cominciò a rapprendersi in nubi di materiale congelante. I caccia nemici vennero investiti dall'energia gelida del kraken e cominciarono a congelarsi in aria per la pura potenza espressa dalla nave. Contemporaneamente si scatenò un rombo, simile a quello di un tuono mentre la realtà stessa cominciò a lacerarsi sul campo di battaglia sopra la fortezza. Johanna si era alzata in piedi e aveva sollevato le braccia al cielo.

    Il cosmo furioso di seadragon scorse nel suo corpo e venne divorato dalla nave, amplificato nelle dinamo cosmiche e ingigantito in proporzioni adatte a quella battaglia. Varie ferite nel corpo di Johanna si riaprirono mentre sopportava lo sforzo di ciò che stava per fare. Un immenso portale si spalancò in quella torsione della realtà, ululando come milioni di bestie furiose. E voraci. Gridò nella mente dell'esecutore di allontanare se stesso e tutti i caccia a distanza di sicurezza.
    Mentre il ghiaccio di kraken si diffondeva congelando a mezz'aria i caccia nel loro raggio d'azione intrappolandoli in un feretro solido impedendo loro di autodistruggersi e liberare miasma, l'attrazione gravitazionale del portale spalancato sopra la fortezza cominciò a divorare ogni cosa. Privati della spinta dei motori questi cominciarono ad ascendere verso l'alto, finendo nelle fauci abissali dell'enorme gorgo generato dal potere amplificato della Schpeltor. La presenza del portale generò violente raffiche di vento che trascinarono sul loro percorso il miasma che aveva cominciato a saturare il cielo, liberandolo il cielo attorno alla fortezza del crudele effluvio generato dal potere del caos. In una grande prova di poteri combinati e amplificati dalle navi, i caccia vennero prima congelati e poi divorati dallo spazio distorto, scomparendo per sempre dal campo di battaglia. Almeno quelli che erano comparsi fino a quel momento. Il portale si richiuse con uno schianto. La realtà si deformò elasticamente nel cielo e le nubi si allontanarono dopo essere state. L'onda d'urto della chiusura del portale schiarì il cielo e allontanò il miasma residuo, mentre veniva nuovamente pullulato dei caccia atlantidei che stavano tornando in formazione d'attacco.

    Mentre il portale sgominava lo sciame nemico, i capi dell'operazione si organizzarono rapidamente per un'azione combinata. La loro logica alla base dell'intero ragionamento era che le torri erano la causa della barriera che aveva contenuto i danni inflitti alla struttura, e allo stesso tempo fonte delle offensive più pericolose. Tuttavia tre erano collassate per lo sforzo di affrontare i loro attacchi congiunti, quindi la forza offensiva congiunta di tutte le navi era superiore a quanto potesse ostacolare totalmente la barriera. Non avrebbe sopportato indenne il loro assalto, ma per contro la potenza offensiva generata da quello sciame era superiore alla loro. Non potevano permettersi un assedio e una battaglia d'attrito in quella situazione. Perciò avrebbero sferrato un unico potente attacco congiunto. Il cosmo della nave di Seadragon ruggì nuovamente e lo spazio si deformò di nuovo. Il cosmo espanso dalle barriere precedenti permise alla Schpeltor di raggiungere le altre navi e controllare l'umidità ambientale che era aumentata con il calare della temperatura causata dalla nave di Kraken. In questo modo, si aprirono grandi gorghi sospesi di fronte alle armi principali di tutte le navi. Nel caso della Schpeltor, si spalancò di fronte alla nave, dove la bocca del suo enorme cannone principale si spalancava.

    I portali sono pronti, fuoco! - Esclamò nei comunicatori collegati alle altre navi. Da quel momento in avanti, ogni nave avrebbe fatto fuoco con tutti i loro cannoni cosmici all'interno dei portali spalancati.
    Un nuovo portale si spalancò però in un punto diverso, lontano dalle navi. Vicino a una delle torri distrutte dal collasso precedente, rivolto all'interno delle mura. Quel portale era lo sbocco finale di tutti gli altri. L'intera massa cosmica complessiva sparata da tutte le navi sarebbe così stata convogliata in un unico corridoio dimensionale, concentrata e accelerata per poi scaturire tutta da un singolo portale in modo che l'intero volume di tutte le navi fosse concentrato in un singolo punto. Questo singolo punto era situato nei pressi di una delle torre crollate, perché secondo le loro ipotesi la necessità di così tante torri significava che per funzionare a dovere la barriera dovesse essere distribuita in modo omogeneo. Quindi il crollo di una torre creava una distanza maggiore tra altre due funzionali e ciò poteva significare una zona in cui la barriera era più sottile.

    Il cannone principale della nave di Johanna fece fuoco con il suo cannone principale. Un lampo di energia azzurra scintillò sull'intero campo di battaglia dipingendo tutto per un breve istante di tonalità candide e calde, a testimonianza dell'orribile torrente di energia distruttiva che eruttò dalla prua della nave riversandosi nel portale e unendosi al fuoco cosmico di tutte le altre navi in modo da generare un'offensiva perforante senza eguali in modo da infliggere il massimo di distruzione sulle mura della fortezza e sfondarle. Inoltre, quella era solo la fase uno del loro piano combinato. La fase due sarebbe stata in mano alla Chorale e all'esecutore Montigli.



    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Vari danni di corrosione dovuti al miasma e ai proiettili dei caccia nemici, vari caccia persi nel doghfight e a causa del miasma
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI pariamo in parte il EMP con una barriera combinata contemporanea, poi cominciamo
    reagire in ritardo a causa di cosa è passato oltre all'attacco dei caccia. Cominciamo a subire un po' di danni e poi notiamo il miasma e i danni arrivano davvero. Le navi di sanya e jo fanno la supercombo in cui sanya congela l'aria per congelare in volo i caccia nemici mentre i nostri si sono già allontanati e intanto Jo apre un golden triangle sopra il campo di battaglia per aspirare i caccia nemici
    E tutto il miasma che è stato originato durante lo scontro, fermando così l'attacco dopo tot sofferenza collettiva. Poi Jo apre portali davanti alle bocche di fuoco grosse di tutte le navi e tutti cominciamo a spararci dentro. L'uscita è una sola ed è da lì che tutto il cosmo superconcentrato di tutti gli attacchi (tra cui il mio mega cannone) fuoriesce per tentare di bucare le mura e la barriera. Lo sbocco dei portali lo faccio comparire puntato contro una delle torri già distrutte, con l'idea che nelle torri distrutte c'è la massima distanza tra due torri sane quindi forse la barriera esce più sottile lì

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    High Hopes - Parte 3 - Attacco a Sud
    Mega Quest - Trama - Chapter 2

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    Morte e Distruzione attendono gli eretici ed i traditori della visione dell'Imperatore.
    Anche a distanza di millenni, a distanza di intere ere, il maglio del giudizio divino avrebbe sempre trovato la via per punire il male, a qualunque costo, chiunque quel male rappresentasse.

    Ad iniziare dal Chaos, in ogni sua forma, in ogni suo tempo, in ogni sua manifestazione. Sempre ed in Eterno.

    I sensori della Mournival erano connessi direttamente alla Primarca tramite il sistema di connessione sinaptico diretto, quello che la nave vedeva lo vedeva Sanya, quello che la nave provava lo provava Sanya.
    Era un sistema estremo non esente da rischi correlati ma che permetteva, tramite il suo utilizzo, una condotta navale tridimensionale di prim'ordine in quanto il Primarca del Kraken avrebbe potuto muovere l'enorme ammiraglia come se si fosse trattato del suo corpo, svicolando quindi la responsabilità degli addetti ai vari settori da eventuali possibili errori o ritardi nell'esecuzione di qualsiasi ordine, di qualsiasi genere esso fosse.

    Non si trattava di mancanza di fiducia nei propri uomini e donne, quanto piuttosto di una forma di cortese salvaguardia morale che la Furia di Atlantide stava iniziando a coltivare da dopo il superamento della prova del Khala.
    Fu per questo che quando la polvere si posò ed i glitch video dovuti alla ricalibrazione spettro-cosmica dei sensori si placarono di rimbalzare sulle sue cornee poté osservare come l'attacco combinato avesse avuto, come effetto diretto, una considerevole devastazione provocata nelle difese del grande nemico. Il flusso costante di informazioni veniva processato dalla mente della giovane regina con l'aiuto della connessione al Khala stesso.

    Ogni singolo Primarca del Kraken, da Mestore, passando per Kaldor Draigo fino a giungere a Sanya stessa stavano, in maniera più o meno marchiata, ardendo di gelida ira nei confronti di quella blasfemia composta ai seguaci traditori di Nurgle.

    E per soddisfare, in minima, infinitesimale parte, quell'ira atavica, il viso di Sanya si concesse un ferale sorriso di soddisfazione nell'osservare la devastazione provocata.

    Mantenne la formazione, restando nell'avanguardia difensiva mentre le navi dell'Imperatore Dio dell'Umanità procedettero nella loro corsa di giustizia, per pura precauzione la linea di chiglia, solitamente integrata nella struttura conica della Mournival, rispose all'ordine sinaptico della Ridente, dispiegando uno strato di acqua che solidificò in ghiaccio a copertura dei sistemi attivi della nave.

    Il capo di Sanya era leggermente rivolto verso la pavimentazione del ponte principale mentre passava in rassegna i rapporti dei danni provocati, ben tre torri erano infrante ed abbattute, considerando che mancava un'ammiraglia ed un'intera flotta e mezza alla piena forza abissale, si poteva considerare quasi un buon risultato Ma il Nemico era una delle forme del chaos stesso.

    Il dispiegare lo strato di ghiaccio si rivelò una precauzione oculata quando una quantità indefinibile di intercettori del caos si alzarono in volo per intercettare la Flotta Atlantidea. Una moltitudine tale da oscurare le luce, impossibile da quantificare in tempi brevi; come uno sciame di vespe che rispondevano all'attacco all'alveare, così gli eretici si diressero contro le giuste genti.

    La Mournival e l'intera flotta Artica risposero ai comandi di Sanya e si schierarono mantenendo la formazione, virando in maniera sincrona alla Schpeltor di Lady Johanna.

    Le torri della base nemica brillarono, riattivandosi ed un'enorme flusso energetico venne diretto contro la forza lealista di Atlantide.
    Al grido di Lady Johanna Sanya reagì prontamente, ardendo il suo stesso cosmo che,l attraverso le connessioni dirette sinaptiche, venne immediatamente indirizzato alle bobine ed agli amplificatori della nave, circuiti di oricalco brillarono di un rosso vivo ed ardente, gettando carmini riflessi su tutti i corridoi dell'Ammiraglia.
    Sanya orientò i proiettori cosmici in modo tale da intersecarsi con l'emanazione di Lady Johanna e di Lady Adaeze e strinse i denti per lo sforzo improvviso, un rivolo minuscolo di sangue corse sulle sue labbra, delineandole come un sinistro rossetto.

    Investita dall'impulso E.M.P., il sistema nervoso di Sanya ebbe un vero e proprio shock diretto a causa della connessione sinaptica attiva. Per l'improvviso dolore il corpo sospeso di Sanya si scompose in orrende convulsioni mentre le unghie delle mani esplosero a terra, insieme a gocce di sangue che fuoriuscì dalle dita, dal naso e dalle orecchie della bambina nel corpo di ragazza.

    RRRRAAAAAHHHH

    Un urlo convulso che risuonò per tutta la nave, insieme all'immagine mentale proiettata in tutto l'equipaggio della sorella psionica, Aynas da cui fuoriuscivano tentacoli di acqua che disegnavano figure geometriche dalle geometrie impossibili.
    Fu Vysenia, la sua ancella, a correre al fianco della giovane e ad aiutarla a riprendersi dallo shock, disattivando forzatamente la connessione attiva e facendo di conseguenza in modo che l'equipaggio iniziasse a manovrare come da ordini impartiti.

    Lo sciame malevolo intanto aveva iniziato un mortale dogfight con gli intercettori scorta dei Primarchi, seppure il loro comportamento non rispondeva pienamente a pattern di natura militare atlantidea. Simili ad innumerevoli suicidi esplosero rilasciando coltri di miasma che stazionava nell'aria.

    E quel miasma significò morte e distruzione per le giuste genti.
    Alcuni dei mezzi suicidi di nurgle impattarono direttamente contro la Mournival, anche se colpiti dai sistemi C.I.W.S. dell'enorme nave. A contatto con il glorioso oricalco splendente, il miasma mefitico iniziò una vera e propria opera di corrosione e degradazione a livello atomico.
    Sanya riuscì a riprendersi nel momento in cui i rapporti dei danni divenne palese, scorrendo con orrore i dati sugli schermi impartì immediatamente l'ordine di isolare i settori colpiti, che l'evacuazione fosse completa o meno. Con occhi ridotte a fessure dorate che rispecchiavano un'ira talmente profonda da essere raramente osservata nella sua persona già di per se sanguigna, la Primarca si rialzò sollevandosi sulla mano destra posata sulla spalla della sua Ancella, riassumendo la posizione di comando e mantenendo la connessione sinaptica in modalità passiva in modo da supervisionare e correggere direttamente eventuali discrasie o ritardi.
    Nel frattempo parte della sua flotta venne avvolta da quelle nebbie mefitiche, mandando a morte molti fedeli soldati dell'Imperatore.

    Ogni singola morte rinfocolò la sua determinazione.

    Facendo ricorso alla piena efficienza della Mournival Sanya semplicemente strinse i denti ed ignorò il dolore, per poi tornare ad ardere il suo cosmo, elevandolo alla sua massima espressione.
    Il cielo sembrò piangere quando le particelle atomiche si combinarono formando quantità di acqua che venne dispiegata su tutto il campo di battaglia aereo dalla Primarca come un velo, proprio di fronte alle traiettorie dei caccia di nurgle.
    Manipolò finemente ogni singolo velo di acqua contemporaneamente, diminuendo la tensione superficiale del liquido che così avvolse delicatamente ogni caccia.

    Solo allora avrebbe solidificato lo strato esterno delle capsule acquatiche in modo tale da formare innumerevoli ice berg volanti composti al loro interno di acqua gelida ma allo stato liquido che racchiudevano i caccia malvagi.
    Il piano era stato immediatamente comunicato in via telepatica a tutti i presenti lealisti, per questo Lady Johanna diede una nuova prova di possanza spalancando un portale acquatico infra dimensionale che risucchio i caccia congelati ed il miasma rimanente nello spazio aereo di combattimento.

    In quel minuscolo lasso di tempo la giovane riuscì a tirare il fiato mentre discuteva della strategia con le sue pari, gli schermi olografici avrebbero riprodotta la sua figura in miserevoli condizioni dovute alle fuori uscite di sostanza ematica da naso orecchie e bocca ma, al momento, non le importava di apparire quanto piuttosto di ESSERE li.
    Pertanto fu immediata la preparazione della successiva offensiva da parte sua, la Mournival si aprì, attraverso una forma tantacolare a partire dalla prua, enormi bracci tentacolari di oricalco disciolsero il loro abbraccio rivelando il cannone principale della nave, il Krakenmaw che, simile al rostro di un gigantesco polpo, era posizionato direttamente a contatto con le matrici cosmiche dei motori.

    Krakenmaw, pronto a far fuoco, carica crio cosmica caricata, convogliare sistemi eneergetici lungo l'asse del cannone, prepararsi allo shock luminoso!

    La carica massima raggiunse la massa critica nel momento in cui un portale venne aperto in posizione di coordinate costanti da parte della Primarca di Seadragon.
    Ogni singolo mezzo appartenente alla flotta fece fuoco al momento concordato alla massima intensità possibile, rilasciando una massa cosmica, e nel caso di Sanya colma del potere glaciale che la contraddistingueva e di psioni liberi in grado di destabilizzare eventuali presenze di stregoni del chaos, all'interno del varco dimensionale.

    La massa cosmica del martello della giustizia sarebbe calato nella maniera più totale e distruttiva possibile. Un fascio unico concentrato ed accelerato che avrebbe impattato in un singolo punto presso una delle torri abbattute.
    Era fondamentale creare una breccia nella barriera.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, sangue da naso bocca ed orecchie a causa dello shock sinaptico.
    MENTALMENTE Determinata - Irata - per un attimo fuckuppata con il Khala.
    STATUS SCALE Indossata - Perfetta

    RIASSUNTO AZIONI
    Dopo aver accsuato il colpo, anche a livello fisico a causa della connessione sinaptica diretta, Sanya contribuisce alla difesa formando veli di acqua con cui avvolgere e successivamente intrappolare in bare di ghiaccio esterno ed acqua interna i caccia di nurgle che vengono poi risucchiati dal portale di Johanna insieme al miasma. Contribuisce poi con il massimo utput di danno possibile con tutti i sistemi di fuoco dell'intera flotta nella strategia di combinare ogni attacco cin un singolo punto attravero sil sistema di portali di Jo.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    HIGH HOPES
    POST IV
    Per i piccoli operai attorno alle api regine che erano le tre ammiraglie non vi fu alcun tempo per godere dell'offesa e del danno combinato. No, il loro intervento era tanto determinante quanto l'utilizzo di uno dei tre giga-cannoni delle navi delle Primache: mantenere il controllo, resistere, tenere sgombro il cielo per le ampie manovre delle tre mammine e soprattutto minimizzare la resistenza nemica. Sotto di loro l'acqua, il corallo, il ghiaccio, la musica e gli spiriti dell'Esecutore avevano ricordato ai traditori della patria quanto la loro colpa fosse stata terribile, ed effettivamente molti forse si pentivano di non aver continuato a servire l'Imperatore-Dio nei loro ultimi, strazianti e tragici attimi. Non vi fu scampo per quelli che erano i fanti di terra o la contraerea, tutte quelle minuscole formiche che animavano i quartieri antistanti al cuore pulsante del Peccato e ne rappresentavano il primo avamposto. Trascinati via dalla vendetta dell'intera Atlantide: c'era poesia nel portare giustizia sugli immondi, dei versi che solo i più trascianti -tra questi ovviamente GIovanni- dal conflitto potevano pienamente apprezzare.

    In quell'analogia, se i campi esterni erano L'Infinito di Leopardi atlantideo, i risultati avuti sulla Fortezza non erano di certo un componimento comparabile con il capolavoro del maestro italiano. In poche parole, molto meno esaltante: la grande onda impattò e scalò su di una barriera violacea, inglobando lei al posto di ciò che proteggeva, torcendola con la potenza del cosmo e con il semplice peso di tonnellate e tonnellate di liquido. Comportatasi come da probabile progetto degli ingegneri che l'avevano ideata, essa venne ritirata non appena la minaccia per gli interni sembrò passata.
    Improvvisamente, quell'Atlantide così salda, variegata nei poteri e tatticamente organizzata vedeva comunque la propria posizione di vantaggio contesa, in pericolo: le ammiraglie avrebbero presto vissuto la crisi con i loro imponenti sistemi di controllo, le limitazioni dei danni in piccole e concentrate aree, sacrificando i pochi per salvare i molti.
    Giovanni invece era lo stormo, la sua posizione di vantaggio era più tangibile di tutte le altre: era l'aria in cui navigavano.
    Gli ordini che si era autoimposto e che aveva comunicato ai vari stormi erano chiari: resistere, mantenere l'assoluto controllo dei cieli conquistato dalla bordata iniziale e contenere i caccia nemici il più possibile lontani dalle navi madri. Se presenti bombardieri orbitali, focalizzarsi su di essi prima che potessero raggiungere le tre ammiraglie e sganciare su di loro il loro nefasto carico. Un compito semplice, facile addirittura, considerata la loro posizione iniziale.

    Ecco, in un sol "improvvisamente", quella posizione iniziale vacillò: le torri prima di difesa divennero emettitori d'impulsi e i molti Fury atlantidei che già infestavano l'aere attorno alla fortezza vennero investiti frontalmente dall'ondata cosmo-magnetica. Fu notando un particolare abominevole che Giovanni si premurò di tentare un ultimo ordine prima della momentanea perdita del contatto radio.

    Distanziatevi! Rompete le formazio-
    La sua voce arrivò strozzata di colpo dall'interruzione di tutti i canali di comunicazione. Non potè mai avvisare i suoi dell'arrivo di caccia nemici.
    Il fronte primario atlantideo si ritrovò di colpo a dipingere parabole discendenti verso il basso, trasformando quelle che erano rotte d'avvicinamento standard in tante picchiate; già di per loro pericolose, esse erano rese ulteriormente letali dai cannoni nemici, che zigzagando tra i molti corpi morti in discesa pescavano a loro piacimento gli illesi da mandare all'altro mondo.
    Nel loro insieme, il fischio generato dal taglio dell'aria di molti veicoli fu assordante, specie considerando l'apporto dei caccia dell'Atlantico del Sud, costruiti come gli Stuka Siren tedeschi per assordare ancora di più il nemico e incutere terrore nella semplice manovra d'avvicnamento.
    Giovanni davanti a sé aveva solo un vetro vuoto di ogni precedente informazione e pannello, cioè soltanto un grande vetro che fissava con insistenza il terreno. Girava e girava, avvitandosi e impossibile da controllare. Più e più volte fece tentativi di far ripartire la macchina, di rimettersi in moto: tutti avevano bisogno del suo intervento, compresi i suoi uomini. Soprattutto loro.

    Ognuno di quei vari aerei che cadeva pensava soltanto a smettere di cadere e ad impedire che troppi tra i propri compagni cadessero nella maniera più assoluta possibile. Impulso, un altro impulso, un altro impulso ancora. Ogni briciolo del proprio io immesso per far ripartire la macchina. A 10945 piedi, Giovanni si riattivò.

    mmfYNbr


    ACE COMBAT 7: SKIES UNKNOWN OST — BATTLE FOR FARBANTI


    Siamo di nuovo online! Forza bellezza! - tuonò nell'interfono tirando a sé con tutto il vigore che possedeva il quadro di comando, imponendo al mezzo di togliersi dalla traiettoria in linea retta verso morte certa che aveva preso. Tirò e con lui molti alti altri.

    In alto ragazzi, non mollate! Riprendiamoci il cielo! - tuonò nuovamente, ma stavolta con un filo di voce, perché gli addominali e il diaframma gli avevano tolto tutta l'aria nello sforzo. Molti ce la fecero, altri si schiantarono a terra esplodendo o affossandosi, aggiungendosi ai morti già reclamati dai caccia nemici; si parlava di velocità incredibili, per quanto abituati era normale che alcuni mezzi non avessero il tempo necessario per reagire nonostante la loro immensa tecnologia.
    In gruppo, gli atlantidei ripresero il controllo dei propri mezzi e ripresero quota schizzando in alto nuovamente in linea retta, compiendo quella che si potrebbe definire una parabola priva dell'aspetto esponenziale. Riottenuta la stessa altitudine iniziale, ovvero quella delle ammiraglie, la battaglia finalmente cominciò.

    Alle mie sei! - urlò nelle comunicazioni, reclamando immediatamente supporta dai suoi commilitoni: ovviamente, come proprietario di una traccia cosmica superiore alla media, venne immediatamente perso di mira dal nemico: si poteva facilmente intuire chi fosse il caposquadra in tutto quel marasma. I cannoni nemici spararono numerose raffiche mentre lui tentava di superarli in arguzia di manovra disegnando dei larghi giri della morte nel cielo, guadagnando molti metri d'altitudine rispetto anche alle navi madri. Nessuno rispose alla chiamata, ma non c'era da meravigliarsi: probabilmente ogni singolo atlantideo dava la caccia o era cacciato da almeno uno o anche due o più caccia nemici. Nei dogfight del cielo, molto si decideva in quelle importantissime fasi, in cui era anche l'estro dei singoli, degli "assi", a vincere le battaglie.
    Con decisione ingranò i propulsori anteriori e con un barrel roll laterale si fece superare dai due caccia nemici, che ovviamente disimpegnarono immediatamente e dalla precedente rotta parallela presero due strade completamente diverse. Giovanni seguì quello di destra.
    Più vicino, sempre più vicino, finalmente puntatore dell'hud gli diede il via libera per colpire, decretando il nemico come "locked". Un nuovo impulso cosmico e due lampi di cosmo concentrato sibilarono da due aperture orizzontali sulle ali, tranciando uno un'ala e l'altro l'intero veicolo nemico. Ora, nei combattimenti aerei un momento molto delicato è quello del disimpegno di un nemico abbatuto, poiché è alta la probabilità che il pilota responsabile dell'abbattimento finisca lui stesso abbatuto nel momento in cui attraversa i detriti nemici ad altissima velocità. Per i piloti è di fondamentale importanza prevedere l'abbattimento prima che esso avvenga e fortunatmane i sistemi di locking atlantidei erano abbastanza affidabili da poter disingaggiare non appena sganciate le condanne a morte. Giovanni ovviamente fece così e nel farlo potè godersi tutta l'esplosione del mezzo nemico... e il conseguente miasma che ne scaturì.
    Rimase sorpreso, ma di fatto non vi era tempo per la sorpresa. Prese per buona il barlume d'intuizione e dannò immediatamente se stesso.

    CONVERGERE SULLE AMMIRAGLIE, PROTEGGETELE DAI CACCIA NEMICI. - fu il suo chiaro segnale ai suoi. Intanto, espandendo il proprio cosmo trasformò il suo Fury in un Orbital Bird, uno di quelli aerei dall'apertura alare tanto grande da essere considerabile una portaerei del cielo nel mondo pre-armageddon. Il gigantesco e scheletrico aereo si gettò nuovamente in picchiata, questa volta volutamente. Sotto di lui, il miasma cominciava a diffondersi sempre più sibillino nell'aria, fondendosi con l'umidità residuale e tangibile dell'onda d'attacco iniziale. Tra caccia suicidi e alcuni abbattuti proprio presso di essi, anche attoron agli scudi delle tre navi e dello stormo di fregate attorno a loro cominciava ad accumularsi sempre più velocemente il fumo verdastro, infiltrandosi e corrodendo pezzi negli scafi. Arrivando, Giovanni potè quantificare i danni subiti dal proprio gregge in una frazione di secondo.

    Terribili.
    Alcuni scafi erano letteralmente liquefatti dalla malsanità del miasma, altri cadevano verso il suolo per esplodere, dando un veicolo a quelle voci che Giovanni, nel frattempo uscito dalla tunnel vision dei suoi due inseguitori e poi della sua singola preda, tornò a sentire. Strazianti, gracchianti, rantolanti: morivano sciolti nel loro vomito e nelle loro pustole, infattiti fin'anche all'anima. Pianse per loro, ne avrebbe conservato con pena e sofferenza il ricordo, ma era anche abbastanza realista da sapere che ogni guerra aveva le sue perdite.

    L'Orbital Bird tagliò il cielo come una ghigliottina, segnando il cielo e separando il bene da quanto più male possibile in maniera chiara. Ristabilizzò il veicolo lasciandosi dietro ogni frammento della protezione ossea generata per sopravvivere all'attraversata, comprese le sue immense ali.

    A tutte le unità, ripiegata strategica verso le ammiraglie. Manovra corale "Fionda planetaria". - disse ai vari caccia, sottolineando ulteriormente la necessità di ritirarsi che già era stata ben più che compresa dai suoi commilitoni. La manovra "fionda planetaria" era un mimo dell'utilizzo della gravità espressa da satelliti o pianeti (comunque oggetti di massa gravitazionale cosniderevole) da parte di shuttle o altri oggetti spaziali per ottenere velocità. I vari caccia entrarono uno dopo l'altro nei campi protettivi delle tre ammiraglie, evitando già il permafrost del kraken, e si buttarono sotto le pance degli enormi mezzi, planando sotto di esse e poi ascendendo parallelamente alle loro poppe fino a sbucare al di sopra di esse e quindi buttarsi nuovamente nella mischia. Le navi avrebbero così avuto tutto il tempo per i loro megacannoni, facendoli cantare senza le remore d'incappare in fuoco amico.

    TUttavia, la guida Giovanni aveva ben altro compito rispetto agli altri. Ruppe la sua rotta in formazione e attivò i gliders per mettersi in attesa, quatto quatto e ferale. Inizialmente sotto la Schpeltor, accellerò violentemente verso la Chorale, godendo del campo di protezione condiviso ed evitando così di essere risucchiato dal vuoto dimensionale generato dal Dragone del Mare. La loro era stata un'azione veloce da tirare su e architettare, una classica massimizzazione in efficienza per reagire e colpire.
    Suo in quell'attimo era il più alto onore. Mentre il Krakenmaw e il cannone della nave madre dell'Atlanticod del Nord sputavano tutta la loro vibrante potenza nel portale e la rigettavano all'interno della fortezza assieme ai vari caccia precedentemente catturati, Giovanni stava in agguato pronto a reagire.
    Attendeva impaziente di dipingere col suo cosmo la Seismic Bomb destinata al nemico, il cuore subdolo dell'intero attacco atlantideo, dove la parte subdola era proprio il suo cosmo spirituale.

    Al segnale della neo-investita Regina della Sirena, Giovanni richiamò con ampi movimenti delle mani il suo cosmo e lo spinse fuori l'abitacolo, prendendo al volo la traiettoria disegnata dall'ordigno lanciato dalla Chorale e infettandolo, possedendolo con le sue feroci e terribili proprietà. Un regalo per l'interno di quella barriera, dove un oceano di spiriti si sarebbe potuto espandere assieme all'esplosione e ai danni fisici causati dai cannoni delle navi.
    Era solo un messaggero della loro rabbia condivisa. Il messaggio? "Morte all'Eresia".

    narrato - pensato - parlato - °telepatia°

    Fisicamente: stanco per il consumo diretto di cosmo, in ripresa
    Mentalmente: perfetto
    Scale: integra, indossata
    Stormo: perdite iniziali limitate a difficoltà di manovra (togliersi dalle picchiate causate dall'emp) e ad assalto iniziale nemico, si fanno più ingenti durante la battaglia aerea.
    Note: Dopo che mi sono autoisolato dal combattiemtno poiché inseguito da due caccia nemici e mi accorgo dell'infamata del miasma, mi butto in picchiata formato giga apertura alare tagliente ed isolo gli atlantidei dal chaos per far ripiegare i primi le navi e permettere quindi alle primarche di fare le loro cose primarcose. Buuuuuuuuuuut io non seguo la manovra degli altri caccia, bensì mi tengo sotto le pance delle tre navi per essere nella posizione giusta per lanciare il mio cosmo verso la bomba sismica che lancerà nel prossimo post adaeze, così che essa sia imbevuta/impossessata del mio cosmo spirituale. Lanciata nel portale e quindi all'interno della barriera nemica, quando questa fa boom, oltre a fare tutti i danni di una bomba, c'è anche la componente spirituale di Giovanni che si espande un po' ovunque all'intenro del campo protettivo nemico, fregandosene di mura o pareti essendo intangibile. La mia parte d'attacco mira a chi o cosa sta dentro alla struttura, per fishare del danno all'interno mentre ancora stiamo combattendo per abbattere le torri esterne.
    nota di flavour: non dimentichiamoci che i miei sono spiriti scheletrici umanoidi, quindi è canonico che si abbatte una cosa del genere all'intenro della struttura

    Abilità utilizzate: Spirito, Costrutti ossei

    Tecniche utilizzate:
    A good soldier obeys without question.
    A good officer commands without doubt.

     
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    IV — SUPERMASSIVESPIRITCHARGE


    Strike. Tirò un sospiro di sollievo e - anche se la situazione non avrebbe dovuto permetterlo - sul suo volto si disegnò un sorriso rilassato, per nulla rovinato dall'espressione pensierosa e contrita che inevitabilmente aveva mantenuto per tutti quei minuti. Osservò l'attacco combinato delle Ammiraglie e dei caccia guidati dall'Esecutore di Funayūrei abbattersi con la furia del Dio Imperatore sulla fortezza eretica. Un'onda di punizione e pentimento, giunta a mondare l'eresia, estirpandola da quella parte di mondo. Non male, fu costretta ad ammettere a sé stessa. L'attacco fu così irruento che fece breccia nella cittadella, distruggendo tre delle torri difensive poste a guardia della fortezza e seminando il giudizio dei Primarchi nelle schiere del Chaos. Le navi dei Primarchi - le navi dei figli del Dio Imperatore - ruggirono all'unisono, andando a segno in modo fin troppo pulito, quasi sospetto. La verità è che l'attacco era stato troppo violento, troppo coordinato, troppo ben organizzato perché le probabilità non fossero a loro favore.

    « Manteniamoci in movimento. » Lady Johanna continuava a impartire ordini e consigli. Adaeze, di contro, accettava tali linee guida di buon grado: non aveva un'esperienza bellica paragonabile a quella delle sue colleghe, entrambe depositarie del rito del Khala e regine da più tempo di lei. Si limitava, in quello scacchiere, a fare la propria parte, alimentando col proprio cosmo l'efficacia della Chorale, guidandola all'assalto al fianco delle proprie sorelle. Non era poco: solo qualche settimana prima non aveva idea di quanto la propria vita sarebbe cambiata. Era passata dal cercare di sopravvivere al combattere una minaccia interplanare, fino a ritrovarsi sul campo di battaglia, di fronte al più pericoloso nemico che l'Impero potesse avere: il Chaos, tanto forte da piegare Johanna Derham di Seadragon, tanto meschino da servire all'infame Diaprepe la possibilità di combattere contro le armate del proprio Padre.

    « ERIGERE IL CAMPO DI CONTENIMENTO! » Fu ancora la voce di Johanna a suggerirle cosa fare. Urlò quest'ordine a tutti i propri subordinati: Octavia aveva preso il proprio posto di coordinatrice delle funzioni della Chorale, e fu lei a guidare l'espansione dello scudo ad energia cosmica e cinetica che Adaeze stabilizzò sincronizzando il proprio cosmo con i sistemi della nave. La barriera cinetica andò a rafforzare la formazione difensiva insieme alle emanazioni delle altre due Ammiraglie, ma nessuna di loro – probabilmente – si aspettava una rappresaglia tanto irruenta da parte degli schieramenti del Chaos. O quantomeno, nessuna di loro fu in grado di contenerne la rabbia e la veemenza.

    « CHE DIAVOLO SUCCEDE, OCTAVIA? » La nave fu investita da una scarica spaventosa, tale da destabilizzarne l’equilibrio, oltre che le funzioni. Quell’impulso – tanto violento quanto infido – brillò nell’atmosfera, attraversando tutte le navi, grandi e piccole, che le forze Atlantidee avevano dispiegato. Fu come quando un macchinario smette di lavorare, arrestando di colpo tutte le proprie funzioni. D’improvviso, un silenzio assordante si fece spazio fra le fila dell’Impero: tutti i sistemi erano stati in qualche modo resettati. Adaeze se ne rese conto prima che Octavia riuscisse a formulare una risposta, presa ancora dai calcoli e dalle valutazioni su eventuali tempi di recupero e rimessa in funzione delle apparecchiature, almeno di quelle difensive e di comando – per cominciare. « DATE PRECEDENZA ALLE FUNZIONI DI MOVIMENTO E A QUELLE DIFENSIVE. » ordinò la Regina. « E rimettetemi immediatamente in contatto con Lady Johanna e Lady Sanya. »

    Il Chaos giocò bene le proprie carte, coordinando la propria controffensiva con ferocia ed efficacia. Gli schermi intorno alla Primarca erano ancora oscurati quando – a poche centinaia di metri a ore dodici – un’esplosione catturò l’attenzione e la curiosità di Adaeze. Uno dei caccia a supporto della propria nave aveva abbattuto uno dei piccoli incrociatori che, in gran numero, si erano sollevati dalla base per sfidare le armate del Dio Imperatore, come uno sciame di vespe costrette ad abbandonare il proprio nido, il proprio rifugio. Un’uccisione semplice, un altro nemico abbattuto. Easy kill. Probabilmente anche troppo easy. L’aria nelle immediate vicinanze del nemico abbattuto si colorò di un fumo e di un alone verdastro, molto simile a quello di un miasma venefico. Un colore che prese ad occupare il panorama riflesso nelle sue iridi, secondo dopo secondo, mentre i nemici abbattuti, o schiantatisi contro la stessa Chorale, continuavano a lasciare traccia del proprio passaggio.

    « Avete ascoltato Lady Johanna, no? » Chiese ai propri uomini una volta che le trasmissioni furono ristabilite. « EVITATE DI INGAGGIARE O ABBATTERE LE NAVI NEMICHE A RIDOSSO DELLA CHORALE. » Una misura presa con colpevole, seppure leggero, ritardo, considerata la coppia di impatti che – pochi secondi prima – aveva interessato direttamente la sua nave. Niente di irreparabile dal punto di vista dei danni strutturali, ma il miasma del Chaos poteva rivelarsi una minaccia ben più ingannevole e sleale: andava respinta, o al limite contenuta in una sola zona della nave. I portelloni delle diverse sezioni vennero chiusi in compartimenti stagni, e la nave stessa cominciò ad immettere forza cinetica nei condotti e nei corridoi, con l’obiettivo di eliminare pian piano le tracce del miasma ed evitare che qualcuno, all’interno della nave, potesse esserne infettato. Tuttavia, numerosi fra i caccia di supporto alla Chorale non ebbero la stessa fortuna. Qualcuno rimase vittima dell’attacco del Chaos, altri si sacrificarono intercettando le traiettorie degli incrociatori nemici quando erano ancora lontani dall’Ammiraglia, regalando alla propria Regina, agli altri Primarchi e all’Impero una chance in più di farcela.

    « I nostri fratelli sono nel Khala, ora. » disse commemorando quelle perdite. « È arrivato il momento di contrattaccare: dispiegate tutto il fuoco che potete contro i varchi di Lady Johanna. »

    Come per qualsiasi altra nave, anche di fronte a qualsiasi output offensivo della Chorale si aprirono dei varchi dimensionali, incanalati da Lady Johanna grazie allo sforzo congiunto della Mournival e di Lady Sanya nella strategia difensiva contro gli incrociatori del Chaos. Questi erano stati dapprima resi inoffensivi attraverso il ghiaccio del Primarca del Kraken, per poi essere trasportati lontani nello spazio da portali del tutto simili a quelli che levitavano a quel punto davanti alle navi, grandi o piccole che fossero. La Chorale prese a sparare contro quei portali attraverso ciò che aveva a disposizione: due grandi cannoni cosmici frontali, capaci di incanalare tutti gli effetti del cosmo dei Primarchi delle Sirene, dalle onde sonore a quelle – più ammalianti e ingannevoli – infuse delle capacità di assorbimento cosmico e vitale. Entrambe si alternavano a più frorti e violente bordate cinetiche, alimentate da un terzo cannone, più piccolo, posto sotto lo scalo della nave. Sulle ali e in coda, cannoni e mitraglie cosmiche minori partecipavano a quella sinfonia di rabbia e rivalsa a cui presero a partecipare i caccia e gli incrociatori di supporto, dal primo all’ultimo. Uno sforzo collettivo, come nella miglior tradizione dell’Impero.

    « Octavia – avvia la procedura per caricare una seismic charge. Attendi l’intervento dell’Esecutore di Funayūrei prima di lanciarla. Darò io stessa il segnale. »

    Il suo ruolo principale – suo e della Chorale, invero – in quella particolare strategia era però un altro, quello di portare a méta la palla più pesante della partita fino a quel momento. L’obiettivo era quello di far passare – insieme al resto della potenza di fuoco dispiegata dalle forze di attacco imperiali – una seismic charge oltre la barriera eretta dalle torri difensive della fortezza eretica. Una strategia che si basava su diversi particolari: il fuoco concentrato, canalizzato da Lady Johanna, avrebbe avuto lo scopo di creare una breccia nella barriera, làddove supponevano la sua consistenza fosse leggermente più flebile, non sostenuta da una torre nelle immediate vicinanze; la charge non doveva fare altro che scivolare in quel pertugio, portando agli eretici la Giustizia del Dio Imperatore. Una giustizia fatta della potenza distruttrice della Chorale, del cosmo di uno dei suoi Primarchi, capace di privare i nemici del proprio cosmo e della propria forza vitale, e di quello di uno dei suoi Esecutori, il principe degli spiriti.

    « Seismic charge. »

    L’ordigno venne lanciato quando Giovanni Montigli fu in posizione, sotto la Chorale. Il cosmo dell’Esecutore seguì la sfera danzando con essa, bruciando in lei e per lei e dando un tocco spettrale a quell’aspetto di grande e costoso ninnolo di Oricalco. Octavia aveva calcolato la traiettoria alla precisione: il Cosmo dell’Esecutore ebbe giusto il tempo necessario per mescolarsi e amalgamarsi al tremendo potere della Chorale, prima che la charge, insieme a tutte le altre amichevoli manifestazioni di offesa dispiegate dalle forze di Adaeze, venisse inghiottita dal warp di fronte a sé.


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    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Sirene [IV]
    FISICAMENTE //
    MENTALMENTE //
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene [Musica + Privazione Cosmica] Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Seguo la dinamica già illustrata da chi mi ha preceduto. Nello specifico, le azioni di Adaeze e della Chorale, in questo contesto, sono: contributo - prevalentemente attraverso la costruzione di uno sbarramento cinetico - alla barriera che tenta di contrastare la scarica emp iniziale; difesa generica dai mini-incrociatori nemici; contributo al fuoco di massa che, attraverso i portali, verrà concentrato nel mega-attacco alla barriera degli eretici e - in mezzo a questo - rilascio di una seismic charge poweruppata da infusione spirituale di Giovanni e proprietà di privazione sia vitale che cosmica. L'idea è quella di nascondere la charge all'interno del flusso di attacco per farla penetrare oltre la barriera una volta sfondata e fare big damage a tutta la cittadella.

     
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    L'assalto concentrato riesce a perforare senza grossi problemi le improvvisate difese a protezione della torre, che rapidamente si disintegra e svanisce nell'esplosione.
    Le altre, però, non cercano di rielaborare il globo difensivo, ma contrattaccano direttamente le vostre ammiraglie, poco prima di venir spezzate dalla bomba sismica.

    Mentre l'ultimo dei vostri attacchi va tremare ogni cosa e le anime voraci corrono lungo il campo di battaglia a dare la caccia ai nemici in ritirata, dal cielo di apre uno squarcio da cui fuoriesce una nave enorme, quasi il doppio dell'ammiraglia del Dragone del Mare.
    Simile ad una rozza spada nera, questa piove perpendicolare proprio sulla nave di Johanna a velocità massima, col chiaro intento di spezzarla in due...




    3Am36Fn




    Dunque, il Caos applica la tattica dei 7 Samurai, cioè permette al nemico di sfondare il punto debole per poi colpirlo mentre vi si scaglia contro.
    Le torri, prima di venir tutte disattivate dalla megabomba, lanciano un contrattacco tipo duello, con una tempesta di raggi di anticosmo, sempre complessivamente a energia suprema.

    Poi, subito dopo l'esplosione della bomba e della fuoriuscita degli spettri, una ammiraglia nemica compare da un varco dimensionale e precipita a massima velocità sull'ammiraglia di Johanna.
    La distanza di manovra è estremamente ridotta, consinderando l'azione istantanea ed il casino della battaglia.

    Fate parecchie vittime, soprattutto tra la fanteria e i mezzi pesanti che non riescono a rifugiarsi in tempo nel nucleo della fortezza, ma quando capite cosa sta succedendo realizzate che il nemico ha cambiato rapidamente strategia per cogliervi in fallo e spezzare il vostro punto di forza: la combinazione degli attacchi.

    A voi :zizi:



     
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    ohanna osservò attentamente lo svilupparsi della loro strategia offensiva, analizzando con occhio critico ogni cosa, ogni piccolo cambiamento e ogni piccola informazione che veniva portata alla sua attenzione dai vari feed olografici che la circondavano. L'assalto combinato delle tre navi aveva nuovamente portato un duro colpo alle difese nemiche, ma il contrattacco non si fece attendere.
    Ormai Johanna era diventata conscia del fatto che quello scontro tra navi differisse in poco a uno scontro tra singoli guerrieri con le loro armature. Anzi, era esattamente la stessa cosa, solo su di una scala maggiore. Ogni umano dentro le loro noavi costituiva una parte importante dell'organismo che era la nave, ed il suo scafo era la sua scale. Le infinità di impulsi elettrici e cosmici che scorrevano lungo l'interno dell'immenso corpo della Schpeltor erano l'equivalente del suo sangue e dei suoi nervi. I suoi sistemi erano le sue cellule e il grande numero di persone che costituiva l'equipaggio ne erano il resto, i neurotrasmettitori che diffondevano nel corpo la volontà della primarca, che della nave era il cuore ed il cervello.

    Avendo finalmente afferrato questa logica del combattimento di navi cosmiche, Johanna la unì alla sua logica della guerra e del combattimento, raggiungendo quello stato di concentrazione che aveva reso l'intera operazione completamente identica ad ognuno dei suoi normali scontri.
    Un istante prima che la carica sismica colpisse e tutte le torri che erano state per loro fonte di così tanti problemi si disattivassero, queste ultime ebbero un ultimo spasmo, un attimo di orgoglio prima della morte. Anzi, non era una questione di orgoglio, forse era stato quello il loro piano fin dall'inizio, lasciare che i nemici si concentrassero su di un punto debole in modo da poterli cogliere di sorpresa. Una salva impressionante di raggi di quella stessa orribile energia distruttiva usata fino a quel momento si scagliò contro tutte le navi contemporaneamente al loro attacco. Johanna era più che famigliare con questo metodo di combattimento, era un modo per poter portare a segno un violentissimo colpo a discapito della propria integrità fisica. Nel caso dei servitori del caos, una tattica del genere era persino più sensata, dato che per quanto gli piaccia urlare contro il "falso imperatore" e tutto il resto, ognuno di loro era ben più sacrificabile che qualunque guerriero di qualunque altro schieramento. Gli dei del caos non hanno ne simpatia ne riguardo per i loro seguaci, sono solo attrezzi e munizioni da spendere, dato che finché ci sarà vita avranno sempre occasioni per ottenere nuovi seguaci. Le vie della corruzione del caos sono innumerevoli, e persino gli astartes corrotti sono poco più di alito su uno specchio, effimeri ed eliminabili con una passata di mano. Il fatto che il caos potrà continuare a sacrificare forze armate pur di poter portare a segno un colpo decisivo era una cosa di cui Atlantide doveva tenere conto fino alla fine dei tempi. Queste erano le vie del caos, ed erano opposte a quelle del Khala, dove l'unità e la permanenza rendono ognuno di loro importante.

    I raggi impattarono con violenza contro gli scudi della Schpeltor, ma visto che in quel preciso i sistemi erano impegnati a sfruttare la massima potenza offensiva per poter sfondare la barriera, tali scudi avevano solo una frazione della loro potenza. Furono presi in contropiede, anche se Johanna in virtù della logica del combattimento si aspettava con estrema chiarezza che qualcosa del genere sarebbe successo. E sapeva che se fosse successo, poteva solo sperare che le loro navi - gioielli della tecnologia atlantidea -potessero reggere il confronto per poter attaccare nuovamente e schiacciare del tutto il nemico empio ed odiato. L'intera superficie esposta all'attacco nemico divenne preda di quella pioggia di raggi distruttivi e all'interno immediatamente Johanna poté sentire gli scossoni provocati da tale attacco. Per qualche istante i loro visori esterni divennero neri a causa di quanto fosse fitto quell'assalto e numerosi schermi si spensero a causa di colpi diretti ad essi. La luminosità interna sfarfallò a causa dell'instabilità portata dall'attacco e sentì chiaramente il corpo della nave vibrare a causa dei motori che aumentavano l'output per mantenersi stabile ed in volo, in modo da non interferire con la buona riuscita dell'attacco. Effettivamente per una nave un contrattacco del genere può portare grande stress sui sistemi. Deve calcolare contemporaneamente le variabili necessarie all'attacco e quelle necessarie a non perire immediatamente, mentre per un guerriero come Johanna certe cose ormai erano istintive, memoria muscolare. Il fatto che Johanna fosse collegata neuralmente alla sua nave era perciò un fatto positivo. Prima ancora che le sue mani si muovessero sui comandi e che la sua voce desse gli ordini ai suoi uomini, numerosi reparti della nave agirono in risposta alle sue richieste inconsce.

    L'impatto del contrattacco nemico era stato tremendo e Johanna chiese immediatamente il rapporto dei danni. Immagini comparvero immediatamente davanti a lei, dichairando l'estensione e la natura dei danni ricevuti. Svariati settori dello strato superficiale di oricalco erano stati corrosi e divorati dall'energia caotica e distruttrice, ma il sistema di sicurezza della Schpeltor era già entrata in azione espellendo le piastre modulari dell'esterno prima ancora che il danno si diffondesse a strati inferiori e circostanti. Nei canali interni allo scafo della possente ammiraglia cominciò a diffondersi del liquido rossastro e per un istante sembrò quasi che la nave stesse sanguinando dalle ferite provocate dall'attacco nemico. Invece era il sistema di riparazione del sentient, così intimamente legato alla capacità rigenerativa di Johanna. Come la primarca poteva guarire da ogni ferita, così poteva fare la nave. L'aspetto dorato e squamoso della nave di Seadragon cominciò a punteggiarsi e ramificarsi di rosso per le formazioni coralline sulla sua superficie, atte a tappare eventuali falle e soffocare rimasugli di energia distruttiva. Il danno di quel contrattacco era stato certamente sentito e subito, ma il Sentient aveva immediatamente cominciato a rimediare alla cosa.

    Prima ancora che Johanna potesse elaborare una nuova strategia però, la natura mutevole della guerra si palesò in tutta la sua potenza, dichiarando a tutti i presenti di adattarsi oppure soccombere sotto le sue ondate. Con un ruggito apocalittico il cielo si spalancò sopra la Schpeltor e immediatamente tutti i sistemi di allarme cominciarono a gridare e ruggire dell'arrivo di qualcosa di immenso. Una nave colossale, il doppio della Schpeltor eruttò a massima velocità dirigendosi in piena rotta di collisione contro la nave di Seadragon.
    Il link neurale di Johanna alla nave si dimostrò ancora una volta essenziale. Sapeva già cosa fare, i suoi innumerevoli allenamenti avevano ingranato nel suo cervello innumerevoli risposte ad altrettante innumerevoli situazioni e di certo non aveva mancato di ipotizzare che cosa fare contro assalti che spuntano all'improvviso o nemici che riescono ad arrivarti troppo vicino. Una conclusione a cui erano arrivati anche i seadragon prima di lei, e il concetto dell'azione che stava per realizzare avvenne innumerevoli volte nella sua mente mediante i ricordi condivisi dal link neurale con i suoi predecessori.

    Il cosmo di Johanna si incendiò diventando una fiamma dorata che si diffuse ai sistemi della sua nave, facendola risplendere quando esso venne amplificato dalla sua profonda e antica tecnologia cosmica. Come prima di ogni attacco e ogni difesa in quello scontro navale, la nave divenne una estensione della mente e della volontà di Johanna. I circuiti erano suoi, sentì sulla sua pelle tutti i danni che aveva subito fino a quel momento. Sia il primarca che la sua nave erano due cose danneggiate, ma non si sarebbero assolutamente arrese all'empio nemico di Atlantide e dell'umanità intera. Il corallo che già si era diffuso sulla superficie esterna della nave aumentò rapidamente la propria crescita trasformandosi in uno spesso guscio sul dorso della nave in modo da creare una potente e robusta barriera contro l'impatto. Ma questa fu solo la prima parte dell'azione cogitata da Johanna prima ancora che il resto del suo equipaggio potesse anche solo pensare che cosa fare a riguardo. Johanna aveva semplicemente reagito, aveva delegato la risposta a questa azione alla sua esperienza e alla sua abitudine, saltando completamente il processo di pensare l'azione. Un punto di maestria che i guerrieri inseguono per tutta la vita. Sotto la Schpeltor si aprì un altro squarcio dimensionale, ma era uno di quelli di Johanna. Un gorgo ululante di acque primordiali che cominciò ad esercitare la propria brutale attrazione su cosa avesse davanti. in questo caso, sulla nave di Johanna stessa che comincio a muoversi verso il basso. I razzi esterni cominciarono ad accompagnare tale movimento eruttando verso l'alto come tante torce azzurre. Con queste due spinte, la nave precipitò verso il gorgo -abbastanza grande da inghiottire entrambe le navi - a massima velocità. La nave nera la raggiunse ma a quel punto la Schpeltor aveva già fatto quanto possibile per eilminare la differenza di velocità tra le due in modo da minimizzare l'impatto. Per la nave nera divenne una questione di raggiungere la Schpeltor. Ovviamente avvenne, era inevitabile, ma a quel punto già la nave di Seadragon aveva ottenuto una notevole accelerazione.
    La prua della nave nera impattò contro la stratificazione di barriere create dallo sforzo collettivo delle tre navi.
    Il contraccolpo quasi sbalzò Johanna dal suo trono e vide lo stesso accadere ad altri nelle loro postazioni di comando. Un lamento dimetallo danneggiato li raggiunse attraverso i pannelli isolanti e fu chiaro che l'impatto aveva creato danni non da poco alla struttura della nave, ma l'accorgimento di Johanna aveva contribuito ad evitare che venisse spezzata in due sul colpo. La barriera di corallo si incrinò contro la prua della nave e svariate strutture sotto di essa cedettero. Numerosi segnali di allarme arrivarono ai feed di Johanna e fu chiaro che ci furono delle vittime a causa dell'impatto e del contraccolpo. Ma Johanna non si distrasse ne si fermò. La spinta della nave nera ebbe l'effetto di spingere la Schpeltor completamente oltre il bordo del gorgo. Bordo che era costituito da una complessa superstruttura di corallo scarlatto, su cui luccicavano numerose lame arcuate disposte in modo ordinato. Sembravano quasi denti di una enorme lampreda pronti ad agganciarsi alla preda da parassitare. Forse sì, ma non del tutto.
    La Schpeltor venne inghiottita dalla dimensione dei draghi primordiali e la nave cominciò a seguirla.

    Fu quello il momento in cui il la struttura cominciò a restringersi assieme al gorgo. Esatto, il portale cominciò a chiudersi attorno alla enorme nave mentre Johanna sfruttava l'impeto della sua carica per portarla parzialmente nella dimensione del suo dominio.

    [ GOLDEN DEVOURER ]


    L'anello del gorgo accelerò al massimo avvicinandosi sempre di più alla superficie della nave nera, ed i denti cominciarono a muoversi seguendo la traiettoria della superstruttura. Una colossale sega a catena creata per intrappolare e tranciare in due la nave nera, mentre il gorgo avrebbe continuato a spingerla stringendosi sempre di più impedendo così la ritirata. Se l'immensa pressione dimensionale e la robustezza del corallo del dominio non sarebbero bastati a tranciarla in due, ci avrebbero pensato i denti dello stesso materiale. Contemporaneamente i motori della Schpeltor si riattivarono del tutto nella dimensione acquatica e lasciandosi dietro una scia di detriti e pezzi danneggiati, si riposizionò puntando verso un nuovo portale di uscita tornando nella realtà. Danneggiata sì, ma ancora funzionale.

    Come colpo di grazia, se fosse riuscita a spezzare in due la nave, avrebbe scagliato la metà risucchiata nella dimensione contro la fortezza. Come segno di cortesia.



    u3RWw9c
    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE Numerosi danni alla struttura superficiale in riparazione, danno percepibile al dorso della nave, in riparazione.
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Non oppongo resistenza all'impatto, anzi, apro un golden triangle sotto di me per risucchiarmi verso il basso per opporre ancora meno resistenza così più che schiantarsi contro di me diventa un accompagnarmi nella mia dimensione. Creo anche una barriera di corallo semplice sul dorso come difesa. Appena sono spinto nella mia dimensione lascio che buona parte della nave ci arrivi per inerzia e comincio a chiudergli addosso il portale (che ha anche struttura di corallo super robusto per rinforzarlo) per tranciarlo in due, coadiuvato dal fatto che c'è anche una motosega su tale bordo. Nel frattempo me ne vado da un altro portale di uscita. Se riesco a tranciarlo in due lancio il moncone di nave contro la fortezza perché fanculo.

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


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    High Hopes - Parte 3 - Attacco a Sud
    Mega Quest - Trama - Chapter 3

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    Australia


    Una manovra complessa, attuata alla perfezione da tre gargantuesche ammiraglie della flotta Imperiale di Atlantide. Un insieme di competenza, audacia, ampia perizia ed incommensurabile fiducia negli altri. L'epitome della rappresentanza dell'Impero scagliata contro l'oscena presenza del chaos.
    La missione massima dei sudditi dell'Imperatore, la difesa della realtà contro il sudiciume dei servitori dei quattro dei oscuri del chaos.

    Nella massima dimostrazione di coesione e potenza della Flotta dei giusti, le torri maligne di Nurgle finalmente collassarono, non prima però di emettere un ultimo impulso, un ultimo gemito, un ultimo rivoltante conato di energia disgregante.
    Una tattica che risponde ad una tattica, mostrare il fianco e ricevere un colpo per permettere di sferrarne un altro.

    L'energia dei blasfemi servitori del dio del putridume e della malattia investì le navi di oricalco in tutta la sua maligna possanza.

    La connessione neurale diretta di Sanya ebbe il suo contraccolpo e, nonostante i sistemi di sicurezza vitale entrarono immediatamente in funzione escludendo parte dei ricettori, la Primarca avvertì ogni singolo danno della nave riverberato sul suo corpo.
    Si lasciò sfuggire un gemito che si tramutò in un urlo di dolore, mentre fili di saliva e sangue le fuoriuscirono dalla bocca, le unghie delle dita esplosero ed il. sangue iniziò a colare lungo la figura biancovestita di Sanya, rivoli carmini che formavano motivi spiraleggianti sulla veste candida, mentre la Scale era configurata in modalità connessione neurale con la Mournival.

    Fu Vysenia ad accorrere al fianco della Regina che, focalizzando l'odio insito nel Khala del Kraken avverso la contaminazione del Chaos, di Nurgle e della presenza di Diaprepep o di Elagia, riuscì a rimanere cosciente per poter impartire istruzioni dirette alla salvaguardia della Nave-Colonna.

    Chise rapporti sui danni, mentre la mano sinistra si serrava sull'avambraccio dell'Ancella, i connettori neurali vennero mano a mano riconnessi mentre lai impartiva direttive sul contenimento e l'abbattimento delle cariche mefitiche del chaos.

    Leali servi del Dio Imperatore caddero in maniera atroce, scolpì i nomi di ciascuno di loro nel proprio Khala, affinché, al termine di quella Guerra, potesse riportarli incisi sul suo corpo.
    Fece chiudere paratie, settori interi dell'enorme ammiraglia vennero isolati ed inondati di gelide acque abissali, con cariche psioniche che avrebbero annichilito qualsiasi forma mentale contaminata dal chaos.
    Avrebbe fatto quanto necessario, come sempre: avrebbe ucciso anche i suoi stessi uomini se rischiavano di divenire marionette nelle mani di Nurgle.

    Meglio la morte del disonore. Aneliamo alla morte nel nome dell'Imperatore piuttosto che sottostare alla dittatura del chaos.

    Lasciò che il suo messaggio risuonasse mentalmente per tutta la nave. Una nave ferita, gravemente, ma non ancora uccisa. Una belva ferita pronta a mostrare le zanne.

    Eppure tutto si fece buio.

    Tutti i sistemi di allarme, gli I.F.F., urlarono allarmi, lampeggiando di luci rosse intense in tutta la plancia di comando. Alzando lo sguardo e regolando di riflesso i visori cosmici verso il cielo, vide la volta azzurro squarciarsi, lasciando fuoriuscire, come un purulento fiotto di pus acido, una nave ammiraglia di Nurgle.

    Il Khala del Kraken risuonò, l'ira di Mestore e dei suoi predecessori riverberò nella psiche di Sanya. Aynas, la sorella psichica, si sciolse in un turbinio di psioni che si ricomposero sul corpo della Regina Artica che, ad una visuale esterna, apparve cangiante raffigurando le forme ed i volti di tutti i Primarchi del Kraken prima di lei.

    Eppure non c'era tempo per il dubbio, non era il tempo dell'incertezza: l'abominio eretico si stava avventando contro la Nave di Seadragon.
    Persino il sangue si gelò nelle vene di Sanya alla vista di quell'assalto. Di rflesso arse il suo cosmo al suo massimo limite consentito, le matrici, le dinamo, e gli amplificatori cosmici della Mournival ruggirono mentre amplificavano il flusso energetico color rubino, l'intero scafo della Mournival, tranne nei punti colpiti dalla precedente scarica, avvampò dei colori dell'aurora boreale, un insieme cangiante di colori che crearono una barriera reattiva di ghiaccio con all'interno flutti intensi di marea posizionata subito sopra la barriera della Schpeltor con l'intenzione di deflagrare al momento dell'impatto della nave del caos per contribuire alla manovra estrema di Lady Johanna di alleviare un poco l'urto tra le due ammiraglie.

    Con il cuore in gola vide le due navi inabissarsi in un gorgo dimensionale di Seadragon e quando vide il bordo frastagliato del passaggio fra le dimensioni iniziare a chiudersi a metà della nave del Chaos, diede ordine che ogni singolo sistema d'arma venisse puntato sulla poppavia dell'ammiraglia di Nurgle.

    Inondò ogni sistema della Mournival del proprio cosmo, lo lasciò ardere tanto intensamente che le punta delle dita delle mani iniziarono a congelarsi. Strinse i denti ed andò avanti, puntando il gigantesco Krakenmaw contro il giardinetto di babordo della nave del Chaos.

    Schemi delle navi imperiali passarono velocemente nella sua mente e tracciò la più probabile rotta di attacco per colpire i motori cosmici, tentando di perforare il lato posteriore sinistro della nave.

    PER L'IMPERATORE!

    Urlò con tutto l'odio che le molteplici vite vissute avevano incanalato e scavato nel Khala.

    Dio Imperatore ti prego, prendi la mia vita se vuoi ma lascia che Lady Johanna si salvi... Lei è più importante...

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, sangue da naso bocca ed orecchie a causa dello shock sinaptico.
    MENTALMENTE Full odio contro il chaos con riverberi del Khala - Preoccupata all'inverosimile per Johanna.
    STATUS SCALE Indossata - Perfetta - Espansa in modalità pilota

    RIASSUNTO AZIONI
    Sanya accusa fisicamente i danni sulla nave, dopo essersi ripresa e contenuto i danni, assiste impietrita alla comparsa della nave del chaos, di riflesso alza una barriera per aiutarequella di Johanna dopodiché, alla chiusura della bocca dimensionale di Johanna, rilascia una salva completa cercando di colpire, in infilata, il lato posteriore sinistro (giardinetto di babordo) della nave del chaos cercando di arrivare a colpire i motori cosmici sperando di farli esplodere.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    « Octavia, rapporto danneggiamento. »

    Il devastante attacco a sorpresa lanciato dall'ultimo sussulto delle torri della fortezza del Chaos aveva colto completamente alla sprovvista l'armata di Atlantide, abbattendosi con furia e - purtroppo - efficacia sulle tre Ammiraglie e sul resto della flotta dell'Impero. La scossa fu di una forza incontrastabile, impossibile da fermare con tutta quell'energia e concentrazione riposta nella tremenda offensiva appena sganciata contro quegli ignobili nemici. Un tiro libero per parte, che lasciò ben pochi vincitori e tantissimi vinti.

    Accusò quel colpo quasi fisicamente: l'attacco investì la Chorale così come tutte le altre navi intorno a lei, in un impatto per cui sia la nave che l'equipaggio non erano minimamente preparati. Maledì il momento in cui aveva lasciato che fosse Octavia a collegarsi neuralmente alla nave: aveva lasciato che la Chorale fungesse di amplificatore della Malia del suo Flauto, ma al prezzo della rimozione del suo collegamento neurale con il Primarca. Un conto che il Chaos gli presentò puntualmente, e decisamente più caro del previsto. Non ebbe il tempo, né la possibilità, di urlare ad Octavia cosa fare: gli scossoni furono così forti che tutto l'equipaggio venne proiettato sulle pareti dei locali, mentre i sistemi - quasi tutti - ebbero un collasso improvviso.

    Scattò il più velocemente possibile verso la postazione di comando, presso la quale - poco oltre - giaceva Octavia, apparentemente senza più alcun barlume di autonomia. Evidentemente il colpo aveva avuto su di lei un effetto proporzionale a quello che si era abbattuto sulla nave, e non poteva fare altro che pregare il Dio Imperatore che i sistemi del suo Tenno si riavviassero in qualche modo. Un protocollo di salvataggio, un backup. Qualsiasi cosa. Non aveva il tempo per soccorrerla, doveva fare affidamento sulla sua forza e sulla sua resilienza. Il sacrificio di uno per la sopravvivenza e la vittoria di molti. Il lascito di Atlantide in una scena. Riprese il controllo della Chorale appena in tempo: gli schermi ripresero a funzionare, le luci a rimanere accese. La nave aveva riportato danni importanti, soprattutto nella zona della stiva. Quanto agli uomini del suo equipaggio, non aveva il coraggio di chiedere a Baruuk un conto dei superstiti. Si limitò ad affidare le vite dei suoi uomini al Dio Imperatore.

    « Lady Sanya, Lady Jo~ » Il nome della Primarca di Seadragon le si spezzò in gola, mentre i suoi occhi - sbarrati - osservavano la Schpeltor e quella specie di pianeta metallico che era appena apparso sopra di lei.

    Come la spada di una punizione scesa direttamente dal cielo, una nave del Chaos, grande - se non di più - quando la Schpeltor, piovve sull'Ammiraglia del Primarca di Seadragon nella sorpresa più assoluta, assistita da un controllo dei varchi dimensionali simile a quello magistralmente detenuto da Lady Johanna Derham. Fu una scena che la lasciò senza fiato e senza parole: il colosso di metallo comparve dal nulla, in procinto di abbattersi come un satellite o un asteroide in caduta libera verso l'obbiettivo. Non ebbe né la capacità né la reattività di pensare ad altro che non fosse un semplice - per quanto concentrato - supporto telecinetico alla barriera difensiva che Lady Johanna e Lady Sanya stavano costruendo in quelle poche frazioni di secondo che separavano le due navi dall'impatto e dal disastro. Il suo urlo lungo la cabina di pilotaggio della nave risuonò come una preghiera rivolta con forza, ferocia e devozione al Dio Imperatore. Un urlo in cui ripose tutte le proprie speranze.

    « REPULSORI CINETICI INTORNO ALLA SCHPELTOR, O-R-A »

    Il sacrificio simultaneo delle tre Ammiraglie - delle tre Regine - diede alla stessa Johanna la possibilità di rispondere all'offensiva del Chaos con la strategia e la forza dell'Impero. L'aiuto della Mournival e della Chorale si esaurì nella primissima fase della risposta, quella più prettamente difensiva, che permise alla Schpeltor di non essere colpita e affondata dallo speronamento della nave nemica. Piuttosto, quello che Johanna fece fu controintuitivo ma geniale. Accompagnò il movimento della nave nemica abbassando il livello di altitudine della propria Ammiraglia, uno stratagemma che le permise di attutire l'impatto fra le due corazzate e di trarre quella del Chaos nella propria trappola.
    In un tempo di reazione infinitesimale, Lady Johanna aveva studiato e attuato una strategia coraggiosa e ottimale, frutto della sua ormai completa connessione al Khala. In lei vi erano Atlante, e tutti i Primarchi di Seadragon che vennero dopo di lui. Ognuno con le proprie esperienze, la propria coscienza, la propria sagacia tattica militare. Quella donna era un esercito vivente, e fu grata al Dio Poseidone che combattesse dalla sua stessa parte.

    Vide i flutti della Primarca agitarsi sotto le due navi, e la Schpeltor sparire nel varco dimensionale che le acque primordiali controllate dalla Regina del Pacifico Settentrionale avevano aperto nella propria trama. La corazzata del Chaos seguì la nave di Seadragon sospinta dalla propria inerzia, e fu allora che la trappola ingegnata dalla Primarca si manifestò. Una scena che Lady Adaeze avrebbe volentieri continuato ad osservare, ma che fu costretta ad abbandonare con lo sguardo e con i pensieri per concentrarsi sulla controffensiva. Avrebbe continuato a supportare le armate Atlantidee e il verbo del Dio Imperatore che le Regine stavano dispensando agli infedeli del Chaos. Ordinò alle proprie armate di supporto - quelle che erano rimaste - di coadiuvare l'assalto, rimanendo in volo intorno alle Ammiraglie, poi posò lo sguardo sulla Cittadella, ormai esposta alla furia dell'Impero.

    Era suo il compito di non dare tregua al nemico, dispiegando sull'obbiettivo il vasto arsenale a disposizione della Chorale - dal ritmo serrato dei blaster cosmici a quello della Malia dei Primarchi delle Sirene, resa ancor più aggressiva e dolorosa dalla rabbia e la ferocia che la perdita dei commilitoni aveva alimentato. Un Requiem di morte che avrebbe instillato nei nemici dell'Impero una paura tale da renderli immobili, inermi, mentre la Chorale avrebbe mangiato con avidità e ferocia ogni stilla rimasta del loro cosmo e della loro vitalità. Un lento valzer di morte, uno stillicidio di dolore e pena.

    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Sirene [IV]
    FISICAMENTE //
    MENTALMENTE //
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene [Musica + Privazione Cosmica] Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Dopo aver subito ingenti danni - come da counterattack imparabile - la Chorale supporta il piano difensivo di Johanna, alimentando la barriera che funge da primissimo scudo contro l'impatto della corazzata del Chaos con la Schpeltor. In un secondo momento mi dedico ad ordinare pulizia e punizione degli infedeli in quel che rimane della Cittadella del Chaos.

     
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    Quando le pareti dimensionali iniziano a chiudersi attorno alla nave del Caos, questa inizia ad avvilupparsi in una strana emanazione nerastra, che sembra capace di contrastare la pressione e attutire gli assalti di Sanya che - tuttavia - riescono a causare vari danni strutturali.
    La sostanza assume i più vari colori, fino a ricoprire tutta la nave ed inghiottirla, facendola poi svanire nel nulla.

    L'ammiraglia appare alle spalle della nave del Kraken, concentrando su di essa tutti quanti i cannoni di Anticosmo che disegnano migliaia di filamenti neri.

    Mentre ciò avviene, una colonna di energia verdastra erompe dalla punta più alta della fortezza e numerose crepe dimensionali iniziano a disegnarsi lentamente nel cielo...




    3Am36Fn




    La navona prende le botte, ma riesce a salvarsi e a riposizionarsi alle spalle di Sanya, sparando con tutti i suoi cannoni di Anticosmo. Attacco a Nera.

    Nel frattempo qualcosa di brutto brutto succede. Dalla fortezza qualcosa o qualcuno sta richiamando le forze del Caos dalla Dimensione Oscura.
    Non capite se sta richiamando un qualche esercito o se qualche entità allucinante sta arrivando in quella zona.
    In ogni caso sapete che dovete rapidamente entrare in quella fortezza.
    A voi :zizi:



     
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