[trama][mega quest Atlantide] High Hopes - Parte 2

Attacco a Nord

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    Il viaggio procede liscio come da previsione.
    Il cielo dell'Australia e della Guinea è perlustrato in continuazione da corrotti simili a ragni volanti, ma sono ad un'altitudine decisamente inferiore alla vostra.

    Tuttavia il rischio si accentua in prossimità al vostro obiettivo, quando dovete necessariamente scendere di quota. I vostri sistemi difensivi vi schermano alla perfezione dalla tecnologia del Caos, e le illusioni rendono inefficaci gli acuti sensi degli abomini della Corruzione.

    Tuttavia dovete eliminarne un buon numero di stormi che si frappongono fra voi e il vostro obiettivo.

    La piccola flotta è composto da un'immensa nave ammiraglia che naviga lasciando dietro di sé una scia verdastra...


    ... scortata da tre navi volanti e una ventina di piccoli caccia che circondano le quattro navi maggiori.




    3Am36Fn




    Bon, grazie alla vostra preparazione avete il vantaggio della sorpresa, ma dovete decidere come gestire quegli stormi di ragni volanti, saranno in tutto un centinaio, grossi come pteranodonti :yeye:
    Gestite sia l'attacco ai cosi corrotti sia l'attacco alle navi come un duello.
    A voi :zizi:


     
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    E le forze atlantidee si misero in moto, si separarono – augurandosi buona fortuna – con la speranza di incontrarsi di nuovo, presto. Oliver non poté fare a meno di sorridere, con un po’ di tristezza, era la prima volta che gestiva da solo un’operazione del genere, la prima volta in cui – al fianco di Raia – procedeva ad una missione senza qualche altro comandante. Questa volta, lui era il primarca, e avrebbe dovuto mantenere un occhio vigile sulle sue forze – così come su quelle del nemico. Chiuse gli occhi, lasciandosi immergere per un breve momento da tutte le tattiche più importanti, utilizzate dai suoi predecessori. Un soldato portò all’attenzione i vari punti sul radar – che indicavano la presenza di forze nemiche, corrotte, ma posizionate ad un’altezza decisamente più bassa della loro. La tattica di elevarsi ancora di più, coperti da qualsiasi tipo di occultamento percettivo, aveva concesso loro un decisivo vantaggio – non erano stati visti, né uditi, né percepiti – ecco perché, viaggiando alla massima velocità possibile, furono in grado di lasciarsi dietro le cellule nemiche, così come le zone più sature e pericolose.


    Il viaggio seguì in modo silenzioso, se non per le comunicazioni e le informazioni raccolte. I contatti con le navi a Sud si era interrotto, segno che i loro compagni avevano cominciato a muoversi secondo l’altro piano d’attacco. Cuordimetallo serrò le labbra, impensierito. Sentiva la stessa preoccupazione in ognuno dei suoi soldati – sia all’interno del ponte di comando – che all’esterno, in ogni nave, in ogni caccia. Una fitta rete, uno spettro emozionale che andava ad aggravare il peso sulle sue spalle. Non avrebbe permesso la loro morte. Mio Re – ancora una volta, Elyan lo interruppe dai suoi pensieri – Il radar segna la presenza di un nuovo stormo di corrotti in avvicinamento; si trova pericolosamente vicino al punto segnato dalle coordinate, in cui si stanno muovendo le forze del chaos. Oliver voltò la testa verso lo schermo indicato dal tenno, corrugando la fronte e riflettendo. Un’ondata così vicina poteva essere una conseguenza senza intenzioni, una coincidenza che non aveva a che fare con le macchinazioni nemiche – oppure, poteva essere un’ulteriore linea di difesa utilizzata per segnalare la presenza di eventuali nemici all’inseguimento. Avevano ancora il vantaggio del primo attacco a sorpresa, qualcosa che avrebbero dovuto sfruttare per bene.





    Guardò fuori, cercando con gli occhi la nave di Raia, che volava attorno alla sua per districarsi nella gestione delle restanti truppe. Si alzò dal trono, continuando a coprire con il suo velo illusorio le forze dell’esercito – senza smettere di renderle impercettibili. Dovevano necessariamente scendere di quota in prossimità delle navi, e ciò voleva dire anche affrontare l’ultimo stormo in avvicinamento. Giocò nervosamente con una parte dello schienale d’oricalco, tamburellando con le dita. Divisione Droni - cominciò il Fabricator comandante, attirando la loro attenzione – disponibilità di un nuovo lancio? La voce fece capolino dalla sua postazione, comunicando l’effettiva stima di un nuovo carico da battaglia, formato dalla combinazione di pipistrelli ed aquile, unendo le loro caratteristiche cosmiche per formare un tipo di robot estremamente pericoloso. Accennò un sorriso nel verificare i dati con i suoi occhi, prima di rivolgersi all’amica, accendendo i comunicatori. Un po’ per esperienza e realizzazione del momento, ad Oliver venne in mente qualcosa di efficace, qualcosa che – con il giusto tempismo – avrebbe portato a termine un’offensiva decisiva nei confronti delle navi in fuga. Concentrando una minima quantità di cosmo, si mise in contatto telepatico con l’amica – attirando per un attimo la sua attenzione. 'Scendiamo di quota, restiamo invisibili e silenziosi – ho un’idea per sfruttare lo stormo a nostro vantaggio' Lasciò il tempo ad Anzu di analizzare i dati, proiettati anche nell’interfaccia del suo mezzo di trasporto, prima di continuare a parlare. 'Per quanto riguarda le navi dei caduti-' Non poté fare a meno di trattenere un sospiro divertito, nel rievocare un momento passato. 'Ricordi Brighton?'


    'Cause I like high chances that I might lose
    I like it all on the edge just like you
    I go hard wit' it no matter how dark it is




    Brighton era stata – Brighton. Una delle missioni meglio ricordate dai due atlantidei; non perché incredibilmente difficile, ma perché aveva impresso il punto più alto nella capacità di collaborazione di Oliver e Raia. Era stato qualcosa di naturale, non pianificato, ma perfettamente eseguito in un momento di intesa reciproca. Qualcosa che aveva sfruttato le abilità degli altri e che – per la sua imponenza – aveva lasciato senza parole la squadra, ed estremamente stanchi – seppur soddisfatti – i due soldati. Un grado di coordinazione del genere poteva essere raggiunto soltanto dopo aver condiviso più di una volta il campo di battaglia – ed entrambi lo avevano imparato, quel giorno, su quella costa.


    Diede qualche secondo all’amica per cogliere il riferimento – prima di concordare con lei il giusto modo di rimettere in piedi la stessa strategia. La nave, nel frattempo, scese di quota – assieme all’intera flotta – pronta ad ingaggiare lo storno. La mano del Primarca si tese, come a dare inizio alla tattica, e da una delle parti dislocate della Almighty, furono generati un centinaio di droni ibridati tra aquila e pipistrello, ognuno di essi era coperto dalla stessa illusione che copriva il grande numero di navi atlantidee. Con rapidità, si gettarono verso l’esterno, con artigli ben aperti e becco spalancato, al cui interno era presente una fila di denti da pipistrello, pronti ad azzannare la propria preda. Ad ogni drone, infatti, corrispondeva un preciso corrotto – e ognuno di essi avrebbe avuto il compito di agguantarlo e stritolarlo, prima di imprimere una forza maggiore e lanciarsi in picchiata verso le fila delle navi nemiche.

    If I'm crazy, I'm on my own
    If I'm waitin', it's on my throne



    Esatto, avrebbero trasformato quell’impedimento in nell'ulteriore rafforzamento della prima offensiva, che – in caso di successo – avrebbe formato un’esplosione dotata della perforazione dell’aquila, del travolgimento con i corpi dei corrotti, e della capacità del pipistrello di poter privare un avversario della propria forza vitale – congiunta alla segreta possibilità di Scilla di privare del proprio cosmo qualsiasi essere, a patto di toccarlo con i propri poteri. Tutto ciò, assieme ad un’onda d’urto sonora – generata dalla Portatrice di Tempesta – avrebbe rotto, con molta probabilità, la formazione in cui le navi nemiche avevano viaggiato fino a quel momento, mandandole in confusione.


    Ma quella sarebbe stata soltanto la prima parte, lo sfondamento. Uno sfondamento che, grazie alle capacità congiunte di Raia e Oliver, sarebbe rimasto completamente invisibile e impercettibile. Nel primo contatto con i droni, infatti, il Primarca avrebbe esteso anche a quella cellula di corruzione una completa invisibilità – in modo da beneficiare del vantaggio della sorpresa ancora una volta – mantenendo gli stessi occultamenti con cui avevano affrontato viaggio e partenza. Era improbabile, ma, se il nemico si fosse accorto della loro presenza – avrebbero approfittato del continuo vantaggio dell’impossibilità di percezione anche durante la restante azione militare.


    Il secondo attacco, tuttavia, fu il famoso ricordo di una missione passata. Oliver corse in prima linea, adagiandosi sulla postazione di comando principale, prima di lasciar fare al khala il suo lavoro. Le mani volarono da destra a sinistra, armeggiando con le funzioni della nave – dando vita ad un eco di secoli e secoli, proveniente dal suo cervello. Il cosmo cominciò a scorrere attraverso il suo corpo, circondandolo, prima di permeare anche la struttura su cui stava operando. Tutto era in sincronia – tutti erano in sincronia – una macchina che lavorava con un ritmo perfetto, i cui ingranaggi si incastravano e si davano forza, risultando in una potenza mai vista prima. Coadiuvato dai suoi soldati, dalla Prima Dama, anche la seconda – reale – offensiva fu portata in movimento. Con la probabilità, con la speranza, delle file nemiche rotte – Oliver creò l’illusione dell’intera flotta dall’altro lato dello scenario di battaglia – pronta all’attacco. Sì, avrebbe attirato l’attenzione nemica in quel punto, in modo da agire indisturbato – con il reale esercito ancora coperto dal totale occultamento – per dare vita al cambiamento, all’unione, a ciò che poteva essere semplicemente interpretato come la natura intrinseca della Forma di Atlantide. E tutto l'esercito trattenne il respiro.

    Come forth, and bring 'em down.

    What's up, danger?



    Dal basso, distorcendo il mare e sfruttando l’immenso spazio d’acqua, provenne un profondo gorgoglio – un rumore che era riflesso di un ruggito abissale, il ruggito della bestia che gli dei avevano punito centinaia di anni prima. Lo spazio cominciò a distorcersi sotto le navi cadute, soltanto per innalzarsi e tremare con una violenza che Cuordimetallo aveva decretato, proprio nel momento in cui i droni si sarebbero infranti sulle altre navi.


    l81INHy

    [ A Song of Teeth and Thunder ]



    Le immense colonne d’acqua si alzarono proprio sotto la flotta nemica – nel tentativo di annichilirla completamente attraverso la rotazione. Ma, ad un occhio attento, non fu soltanto la rotazione a conferire a quella tecnica la dovuta pericolosità. All’interno del numero impressionante di cicloni potevano essere visti numerosi lupi – prodotti dall’abilità di Scylla – ruotare e azzannare qualsiasi cosa all’interno, attraverso la loro durezza e la straordinaria forza di cui erano stati imbevuti, grazie alla connessione con l’armatura del Re, e al khala. Essi cominciarono ad ululare, producendo un suono distorto, attraverso le stesse masse d'acqua, che riempì l'aria di un rumore spaventoso. La tempesta ululante fu ciò che Raia ed Oliver crearono, attraverso una perfetta sincronizzazione, un picco luminoso all'interno del mare di connessioni della loro gente. E stavano brillando, proprio lì – in quel momento – stavano mostrando la vera forza di cui erano dotati due guerrieri come loro. Il ruggito dei fulmini, l'ululato dei lupi, un potere che si sarebbe abbattuto sul chaos.


    Ai giganteschi vortici di lupi, tuttavia, fu aggiunta la pericolosa caratteristica della privazione di qualsiasi tipo di energia cosmica. Ciò avrebbe permesso all’attacco – attraverso qualsiasi forma di contatto con quelle acque – di privare le navi della loro forza, lasciandole sempre più deboli. Quello che determinò, tuttavia, il picco dell’attacco più forte – fu l’unione ai poteri elettrici e sonori di Raia, che avvolsero i cicloni e i lupi stessi. Qualsiasi cosa, all'interno di quella tempesta, fu resa pericolosamente carica di elettricità. L’attacco fu portato nel tentativo di distruggere ulteriormente, completamente, la formazione, trascinare le navi minori all’interno della forza rotante e – con un po’ di fortuna – usarle per fare un ulteriore danno, nel momento in cui i vari gorghi si sarebbero uniti per formare un unico tornado – un maelstrom carico di tutte le loro abilità, con il compito di distruggere la nave più grande, facendo esplodere qualsiasi cosa. Ecco di cos’erano capaci, se coordinati e animati dalla volontà di sconfiggere coloro che minacciavano la propria gente.



    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Ottimo
    MENTALMENTE Ξ //
    STATUS SCALE Ξ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Anche nello scendere di quota, così come per tutta la durata del combattimento, restiamo occultati da invisibilità e impossibilità di essere uditi. Procediamo a gestire il gruppo di volatili attraverso il lancio di droni ibridi. Ad ogni volatile corrisponde un proprio drone – con l’obiettivo di agguantarli, disperdendone il cosmo, e di usarli come danno maggiore nel lanciarsi verso le navi, ad alta velocità, per romperne la formazione – in congiunta ad un’onda sonora di Raia [ad]. Dopodiché, viene generata l’illusione della nostra flotta che si dirige dall’altro lato del campo di battaglia, per attirare l’attenzione nemica sulla un [diversivo]. Fatto ciò, concentrata l’attenzione altrove – restando sempre occultati – generiamo una serie di Big Tornado con privazione cosmica, che – al loro interno – possiedono moltitudini di lupi che azzannano/colpiscono a forza straordinaria. Tutti i cicloni sono attraversati e circondati, inoltre, da elettricità – e che, inglobando le navi minori e i caccia, culminano in un gigantesco wolfnado elettrico, a cosmo straordinario e forza straordinaria, con privazione cosmica, nel tentativo di fare yeet totale ai nemici. [af]
    Strong, united, working 'till we fall
    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ -

    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 6/4/2020, 10:53
     
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    HIGH HOPES - NORTH
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    « Dobbiamo inventarci qualcosa! »

    Oliver si china rapidamente, affondando dentro la conca mentre il raggio di energia grigiastra gli sfiora la parte alta dell'elmo. La città di Brighton è ridotta a detriti ammassati in alti cumuli simili a formicai, da dove i Corrotti brulicano dentro strutture sotterranee che ne rendono difficile l'individuazione, ma soprattutto l'effettivo numero. Quella che era nata come semplice missione di ricognizione da parte di una squadra si era trasformata in una disperata richiesta d'aiuto che aveva visto ben due Esecutori precipitarsi in un campo di battaglia già iniziato.

    Raia incontra rapidamente lo sguardo di Leviatano, serrando i denti dietro l'elmo dopo aver ribadito l'ovvio. La mano scatta ad afferrare la spalla di Oliver, serrando la presa. Intorno a loro è il caos più completo e hanno pochi secondi prima che gli enormi ammassi di carne fusa e corazzata da chitina trasparente individuino la loro posizione. Enormi formiche composte da visi e braccia sciolte, intuizioni di ossa e masse riconducibili a bocche spalancate, si muovono come se attratte dalla loro mera presenza sul suolo.

    « Ollie! »

    « Stanno cercando di spingerci nell'entroterra. »

    Gli occhi scuri di Oliver saettano da una parte all'altra, cercando di collegare le intuizioni, di far sì che gli ingranaggi formino un disegno completo nella sua mente. Ha il respiro pesante, frenetico.

    « Ok, rimaniamo vicino all'acqua allora. È il tuo elemento, abbiamo più spazio di manovra. »

    « Se ci spostiamo, cadiamo nella loro trappola! »

    Basta un lieve sguardo verso il porto per vedere la linea di nemici già pronta. Stanno ergendo un muro di corpi brulicanti e detriti.

    « Ti copro io. »

    « Ma così- »

    « Sì, sì, tu scatenagli l'inferno contro, io me la caverò. Devo solo distrarteli finché non arrivi all'acqua, no? »

    Un'esitazione. Raia stringe più forte la spalla, la decisione è già presa.

    « Lanciami, esé. »

    Oliver le afferra il braccio e pochi secondi dopo, Anzu è in volo. Un'esplosione sonica devia la sua traiettoria da un raggio di energia, restituendo una lancia di fulmini che si conficca nel terreno per un istante. La vibrazione infrange ciò che resta dei frammenti di vetro prima di esplodere in un boato assordante, echeggiato dallo strillo collettivo dello sciame stordito dall'overload sensoriale. Oliver scatta, silenzioso nel superare Raia ancora in volo e basta un altro passo prima che un'altra esplosione sotto i piedi lo catapulti in alto, più in alto di quanto sia abituato a stare senza il suo controllo. Ma la vede, la massa grigiastra della battigia ed è abbastanza vicino perché risponda al suo comando.

    « Raia! »

    L'acqua ruggisce nell'aprirsi e vorticare sempre più violenta, colorandosi di un brillante cobalto quando Oliver atterra sulla superficie liquida e semovente, navigandola secondo le corrente. Vuole raggiungere la compagna rimasta sola, mentre il vortice si fa sempre più alto e violento.

    « RAIA! »

    Dall'altra parte, Raia risponde. Dietro l'elmo sta sorridendo, lasciando ciondolare il braccio sinistro nel puntare il destro verso il tornado che ha superato l'altezza del muro di Corrotti, distratto su due fronti ora.
    La cannonata elettrica spinge lievemente all'indietro l'Esecutore nello sfondare la parte superficiale, travolgendo tre grossi Corrotti quando l'energia impatta sui flutti impazziti e trasforma il tornado in una massa di acqua ad alta tensione proprio quando essa si abbatte sul muro.


    × Ricordi Brighton? ×
    xFoqvvi
    × Non dire altro, 'Levianado'. ×


    I loro poteri e ruoli potevano ora essere diversi, ma c'era un motivo se i due erano stati mandati insieme: a parte Johanna, non c'era soldato dell'esercito dei Sette Oceani con cui Raia avesse più sintonia di Oliver Ramirez. Bastarono poche e concise parole, uno scambio che terminò quando la nave di Anzu, un caccia modello Manta molto basico e discreto (molti lo definivano vecchio stile) terminava una virata a coltello. Si portò accanto alla Almighty prima di posizionarsi sopra di essa: sulla superficie della nave di Scylla, due droni mossero le braccia per afferrare rapidamente il carrello della nave più piccola, tenendola ferma in posizione mentre Raia abbassava entrambe le leve strette fra le dita guantate. Le ali triangolari vennero pervase da linee segmentate luminose e la parte inferiore si distaccò dalla superiore nello scorrere all'indietro e poi, a un impulso di forza motrice dato da una poderosa stretta sulla parte interna delle maniglie, si posizionò parallela sopra alla configurazione originaria delle ali. Fra le due parti, una serie di scanalature seghettate raccolsero il vento in un fischio che diventò un muto ululato, le cui vibrazioni si trasmisero nell'abitacolo.

    Raia era immobile, tesa nello sforzo di mantenere il controllo perfetto delle emanazioni sonore mentre raccoglieva quell'energia, immagazzinandola all'interno dei reattori. Non doveva solo occuparsi di sé stessa: bensì, ogni centimetro delle due navi doveva essere silenziato, insieme ai droni che lentamente andavano a sciamare fuori dal ventre della Almighty. Visualizzò i reattori, i lisci pannelli di copertura, lo scroscio dell'acqua sollevata dal loro passaggio: nel suo campo d'azione, doveva supportare la totale illusione di inesistenza di un'ammiraglia e di se stessa. Un solo attimo di deconcentrazione e l'intero piano sarebbe saltato, nonostante le magistrali abilità illusorie del nuovo Primarca di Scylla. Passarono minuti interi in cui ebbe solo la compagnia del proprio respiro corto, del sudore che le imperlava la fronte, fissando spasmodica i droni avvicinarsi lentamente e tendere gli artigli verso le navi più piccole.
    Più vicine.
    Sempre più vicine.

    × ORA! ×

    I pollici di Raia si schiantarono sui lati delle leve, liberando finalmente una cannonata sonica sotto forma di lama orizzontale, che andò ad aprirsi in verticale nell'affondare sui nemici: il movimento mirava ad aprire la massa nemica in una sventagliata disordinata, facendole schiantare l'una contro l'altra mentre la Almighty e la Bird of Prey - così si chiamava il velivolo di Anzu - finivano di superarli a bassa quota.

    Ξ Upload energetico: 89%

    90%
    Ξ

    La risata della donna echeggiò nella mente di Ollie mentre il caricamento dell'energia elettrica, assorbita da Anzu insieme a quella sonora già dal momento in cui i carrelli si erano collegati alla Almighty, veniva completato. Le due parvenze illusorie delle navi si staccarono da loro per percorrere una rotta spericolata che avrebbe distratto la flotta del Caos dal loro vero piano.

    Ξ Upload energetico: 100% Ξ


    L4jZ8iY

    Appena in tempo perché il mare cominciasse a ringhiare sotto di loro prima di esplodere in colonne d'acqua vorticanti. La Almighty lasciò libera la nave di Raia, che slittò all'indietro prima di riattivare i motori e riprendere quota, sfrecciando invisibile accanto a Scylla fra i tornadi. Al contatto, scintille di elettricità si liberarono in ramificazioni selvagge, illuminando l'acqua dove sagome selvagge si dibattevano al loro interno, dilaniate da una sinfonia di zanne e tuoni priva di pietà.

    × Questo è molto meglio di Brighton! ×

    I fulmini cavalcavano i flutti scatenati, ornandoli di energia dorata che esplodeva in tuoni assordanti a ogni scricchiolio. Ogni ramificazione schioccava come una frusta, ghermendo attraverso gli artigli dei lupi sempre più bersagli, rendendo il loro shock momentaneo l'attimo di indecisione fatale. Se le navi più piccole fossero state eliminate, i loro rottami pervasi di alto voltaggio avrebbero forse contribuito ai danni causati alla nave madre.

    × Stavolta prendo ordini da te, caro mio. ×

    Raia sghignazzò, gli occhi dorati pervasi di eccitazione sul viso.

    × Non farmi morire, ok? ×

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
    rBDq8G4
    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | Rain è stato estremamente descrittivo nel suo post precedente, quindi mi sono limitata

    ///

    uv7ZJKo

     
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    Ai primi assalti, la formazione nemica si chiude ulteriormente attorno all'ammiraglia e scaglia una selva di proiettili esplosivi colmi di energia caotica in direzione della vostra illusione.
    La costruzione eterea si distorce fino a dissolversi, lasciando però il tempo al vostro assalto primario di muoversi verso l'obiettivo.

    Le navi supporto sollevano alcuni cannoni al lati, scagliando degli strani raggi che vanno a creare una barriera multicolore attorno a tutto il covoglio.
    L'acqua impatta con una violenza inaudita e subito dopo i lupi cercano di attraversare la barriera, tuttavia acqua, lupi e navi sembrano venire assorbiti dalle sue pareti, che altro non sono che energia dimensionale.

    Nel silenzio più assoluto le tre navi ora sono in volo su di voi, ognuna di esse rivolta verso di voi, disegnando una traiettoria circolare.
    L'ammiraglia non si vede.

    Ogni nave emette verso di voi una serie di raggi laser dai colori distorti e cangianti. I raggi si disperdono prima di colpirvi, ma qualcosa attorno a voi cambia.
    Lo spazio si distorce, una pressione terrificante si abbatte su di voi, rischiando di spezzare le vostre navi e ridurre ogni cosa in polvere...



    3Am36Fn




    Il vostro attacco riesce, non lo vedete ma devono usare parecchia energia per difendersi.
    Poi questi spariscono nella stessa difesa da loro creata e vi attaccano circondando la vostra formazione e creando una sorta di globo dimensionale che vi avvolge e distorce lo spazio al suo interno, generando onde di pressione caotiche che via via tendono a spiaccicarvi, spezzare le vostre navi etc...
    Gli effetti sull'equipaggio sono sbalzi di pressione, nausa etc... ma fino a che gli scafi reggono non vengono sfracellati.
    Immaginate la tecnica di Gemini nel Lost Canvas che fa quella sorta di buco nero comprimento lo spazio, voi siete nello spazio che sta venendo compresso.
    L'attacco combinato delle quattro navi è energia nera.
    La nave ammiraglia non c'è più.
    A voi :zizi:




    Edited by Gorthaur - 17/4/2020, 00:26
     
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    Nelle profonde acque, a poche miglia dal luogo in cui Lord Oliver di Scylla e Lady Raia di Anzu erano impegnati in uno scontro senza esclusione di colpi, giganteschi corpi metallici all'avanguardia avanzavano a grande velocità, sfruttando tutte le risorse possibili ed impegnando ogni singolo membro coinvolto nella missione. Gli avanzati sistemi di comunicazione olografica avevano permesso a Benedict Ike, Re del Settore Pacifico del Nord, di non perdere di vista spostamenti, resoconti sulla missione ed eventuali manovre e/o strategie da adottare, soprattutto dal momento che per questi, invero, si trattasse della prima, vera missione in qualità di Primarca.
    Era teso, agitava nervosamente le dita sui pomi di comando, si mordeva a sangue le labbra.

    « Ci siamo... » In religioso silenzio osservava le immagini proiettate sul grande schermo di oricalco installato proprio davanti ai suoi occhi, immagini registrate in tempo reale e che Ben faceva fatica a guardare senza poche preoccupazioni: Lord Oliver e Lady Raia avevano scagliato le loro magnifiche offensive utilizzando ogni risorsa possibile, generando una esplosione di luci e saette che, per un istante, aveva abbagliato la sala di controllo della Ulgony, spingendo tutti i presenti a coprirsi gli occhi per il dolore; il cosmo massiccio del Primarca di Scylla, custode anche dell'omonimo Khala, aveva scagliato verso i bersagli l'immane potere del Big Tornado, coadiuvato dalla donna e da un unico pensiero comune a tutti: distruggere.

    « Magnifico... » Si lasciò scappare Riina, e non aveva tutti i torti.
    Il solo pensiero che, presto, avrebbe supportato i due con tutta la sua potenza di fuoco, eccitò il Re al punto da investire Ulgony con il suo cosmo azzurrino, provocando un leggero ed innocuo turbamento all'interno della sala di controllo. Eppure, l'ammiraglia nemica lasciò intendere di non arrendersi per così poco, reagendo prontamente prima di sparire apparentemente nulla: nonostante l'effetto a sorpresa delle due ammiraglie, nonostante la sincronia dei due nello scagliare una serie di attacchi alla massima potenza, le navi volanti e l'ammiraglia parvero difendersi senza troppi problemi, sebbene la qualità delle immagini non fosse buona abbastanza da concentrarsi sui particolari.

    « ... » Dinanzi all'incredulità del neo Re, le navi nemiche sparirono all'interno della difesa da queste generata, volgendo i propri cannoni energetici in direzioni delle due ammiraglie amiche ma non prima di essersi disposte in modo da circondarle completamente. E quando raggi di luce frammentata furono sparati in direzione di Lord Oliver e Lady Raia, prima ancora che Ben potesse osservare l'entità dei danni eventualmente provocati, l'ordine di attivare i sistemi di comunicazione centrale fu udito da tutta la Ulgony e le Navi Satellite, come un boato.

    « LORD OLIVER, LADY RAIA, NON C'E' TEMPO PER I TITOLI REGALI, SONO QUI E SONO PRONTO A RISPONDERE CON TUTTO CIO' CHE HO A DISPOSIZIONE... CERCATE DI RESISTERE, E FACCIAMOLI A PEZZI UNA VOLTA PER TUTTE! »

    Il Re mantenne attivo le comunicazioni radio da quel momento in poi, nella speranza che, nonostante il trambusto per le offensive successive, ai due sarebbe giunta chiara e forte l'intera strategia. Ordinò dunque ai suoi uomini liberare e attivare il cannone aureo e il Boost alla Potenza di Fuoco, posizionando poi le leve che guidavano il cannone in direzione di una delle navi, quella che, dalla sua posizione, risultava essere la più vicina.
    La Ulgony e le Navi Satellite per il contenimento e il supporto all'attacco non godevano dei sistemi di rifrazione della luce, e non erano mai passati inosservati come le due ammiraglie nemiche, il Re si era però servito del Boost alla Velocità per raggiungere la posizione nel minor tempo possibile, speranzoso che le manovre di difesa e attacco potessero distogliere l'attenzione al punto da permettergli di avvicinarsi e procedere con l'attacco.

    La cupola dimensionale che aveva fagocitato le due ammiraglie amiche e l'intera flotta di Atlantide appariva, dall'esterno, come una enorme gabbia che distorceva lo spazio circostante e qualunque cosa vi fosse al suo interno, e benché fosse impossibile comprendere l'effetto di quella offensiva, Ben sapeva chiaramente di non poter perdere altro tempo prezioso. Il mirino di oricalco puntò l'obiettivo, concentrando il cannone - e la traiettoria del colpo della Ulgony, di conseguenza - in direzione della nave più vicina, quella posta più in basso rispetto alle altre. In un attimo dunque l'ammiraglia di SeaHorse fu posizionata in diagonale, i propulsori pronti a sparare la nave madre fuori da quelle acque, proprio dal punto in cui Lord Oliver aveva generato il Big Tornado, il cannone pronto a scagliare contro i nemici la furia e l'eredità ora custodita da Ben Ike.

    « ORA! »

    ANPzueo

    Fu come se il tempo si fosse fermato, e ogni suono o rumore si fosse affievolito, un attimo prima che la Ulgony e le Navi Satellite emergessero dalle profonde acque in tutta la loro maestosità, spingendo al massimo della potenza per rompere la tensione superficiale dell'acqua senza incresparla troppo, nel tentativo di non rivelare con precisione il punto o il momento in cui la punta della Ulgony avrebbe sparato una cannonata intrisa di tutti i poteri di SeaHorse, una combo di acqua e vento percorsa in tutta la sua lunghezza dalle insidiosi vibrazioni della Furia di Poseidone, ma non fu tutto: il Boost alla Potenza della Ulgony avrebbe infuso più potenza alla cannonata cosmica generata, come fosse sparata in una unica direzione ma da un numero maggiore di navi. Gli stabilizzatori magnetici perfezionati e manutenuti dall'equipe tecnologica di Kate avrebbero garantito maggiore stabilità, diminuendo la percentuale di rinculo.

    Il raggio compresso e multi effetto avrebbe preso di mira la nave nemica alla sinistra della Ulgony o, ipotizzando un punto d'impatto più ampio per via dell'enorme potenziale sprigionato, il punto in cui il suo cannone emetteva il raggio che contribuiva a intrappolare i suoi fratelli all'interno della morsa dimensionale; nella speranza che l'attacco preventivo sortisse l'effetto sperato, Ben sarebbe andato con la strategia partorita dalle tre menti, costantemente in comunicazione per azzerare o diminuire sensibilmente la percentuale di errore: le Navi Satellite della Ulgony, una volta sparato il primo raggio, avrebbero dato inizio alla seconda parte dell'operazione, attivando all'unisono i meccanismi di percussione continua, e solo allora la Ulgony e il cosmo del Primarca avrebbero concentrato - in un solo, unico colpo - l'ennesimo attacco sulla stessa nave nemica.

    « Boost alla Potenza attivo al 40% » Una bordata cosmica meno visibile della precedente, una colonna ventosa compressa e armonizzata dalla Furia di Poseidone, con l'intento di spingere e destabilizzare la nave bersaglio e limitarne dunque i movimenti, nella speranza che le vibrazioni indotte, assieme a quelle generate dai colpi di Lady Raia la quale avrebbe coadiuvato il Primarca nella riuscita della seconda parte dell'attacco, potessero in qualche modo danneggiare la struttura interna delle navi, scongiurando il pericolo di un contrattacco altrettanto efficace.

    Lord Oliver, intanto, avrebbe anch'egli puntato l'ultima della navi rimaste, nel comune intento di spingere i tre bersagli in uno spazio ravvicinato e ristretto, il più vicino possibile ai colpi degli altri due in modo da bloccare - o provarci, quanto meno - le tre navi il tempo necessario alla combo decisiva.

    « Boost alla Potenza completato. » E solo allora, con i tre bersagli vicini, i tre fratelli avrebbero scagliato un ultimo colpo al massimo della potenza consentita, in perfetta sincronia. Con il Boost alla Potenza pronto, il Primarca avrebbe infine sparato dalla Ulgony una cannonata multi effetto alla massima potenza, e Lord Oliver e Lady Raia avrebbero fatto lo stesso concentrando al massimo i poteri delle proprie ammiraglie, convergendo i tre colpi in un unico punto, quello occupato dalle tre navi nemiche.

    Solo in quel momento, si sarebbero occupati della Nave Madre, ovunque si trovasse. Insieme, in nome del Dio Imperatore.

    4JuYzWw
    narrato — « parlato » — « pensato »


    Nome — Benedict Ike
    Scale — SeaHorse {IV} — Intatta e indossata
    EnergiaRossa
    Fisico — Ottimo
    Mente — AAAA MORITE TUTTI

    Flussi Marini [X] Flussi Ventosi [X] Furia di Poseidone [X]


    Riassunto Azioni — Tenendosi in costante contatto con Raia e Oliver, Ben emerge da sotto con la sua flotta e, presa di mira la nave presumibilmente più vicina, contrattacca con una cannonata che racchiude tutte le abilità di SeaHorse, nel tentativo di destabilizzare il bersaglio e annullare l'attacco rivolto verso gli altri due; successivamente, se il contrattacco sarà andato a buon fine, si serve delle sue Navi Satellite per propagare la Furia di Poseidone per mezzo di una seconda cannonata di Vento compresso, cercando di allontanare la nave bersaglio e limitarne i movimenti, usando le vibrazioni in suo potere per smuovere la nave e danneggiarla in qualche modo anche dall'interno [ad]. Quando tutti avranno fatto la loro parte, con le tre navi nemiche Ben sparerà una ultima cannonata al massimo della potenza, anch'essa pregna di tutti i poteri di SeaHorse [AF].

    Tutti i colpi vengono sparati come se godessero di Cosmo Straordinario, dal momento che la Nave Ammiraglia del Pacifico del Nord è appartenuta a tutti i Primarchi di SeaHorse esistiti.


    Ψ
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    High Hopes
    Parte 2 - 2





    L’uomo strinse la presa attorno ai comandi.

    Il casco era diventato improvvisamente stretto, ne sentiva la pressione attorno alle tempie, dietro la nuca. Il cuore stava battendo forte, eppure, la mano era salda – non tremava, non lo aveva mai fatto dal momento della partenza. L’uomo aveva deglutito, non aveva mai affrontato una situazione del genere – ma non aveva esitato a rispondere alla chiamata del suo re, del suo impero. La gamba tamburellò, all’interno del pod di comando, proprio al termine della loro azione militare. I cicloni d’acqua si erano innalzati dal mare con un boato spaventoso, così come spaventoso fu l’intervento della loro Esarca. Lui non possedeva una carica alta come Lady Raia, ma aveva lavorato per tutta la sua vita – ad Atlantide – per potersi assicurare una buona posizione. Era partito da semplice cadetto, così tanto tempo fa, e si era guadagnato uno dei suoi primi avanzamenti di carriera dopo l’attacco del Leviatano, ad Atlantide. Aveva condotto svariate missioni sotto il tridente di Poseidone – aveva dato il suo contributo, come tanti assieme a lui, al salvataggio di innumerevoli civili; mettendo al primo posto il benessere della sua gente, del suo settore.


    E Poseidone aveva deciso di ripagare quella fedeltà influenzando il tiro di dadi del destino, facendogli incontrare – tra tutti quei civili salvati – l’amore della sua vita. Com’era bella, lo era davvero, aveva pensato la prima volta che l’aveva vista, chiusa sotto una coperta termica, sporca di fuliggine e in vestiti troppo grandi per la sua taglia. Era bella, ed era anche agguerrita. Agguerrita nei confronti di ciò che le era capitato, agguerrita nei confronti delle nuove possibilità che aveva ricevuto da loro – pronta a impegnarsi a ricostruire ciò che il fato le aveva portato via. E quanto aveva sorriso quando, presentatosi alla sua porta con un mazzo di fiori, dopo tanto tempo insieme, aveva accettato di sposarla. Ma il sorriso, uno dei tanti – che avevano riempito una vita con lei – morì nel momento della chiamata alle armi.


    Guardò la fotografia della donna, scattata nel momento della confessione di essere in dolce attesa, che era stata incastrata in un angolo innocuo della cabina di pilotaggio. Fu un brevissimo sguardo, quanto intenso, per ritrovare il respiro in una situazione così spaventosa. L’offensiva del Primarca e della Prima Dama, assieme a tutto ciò a cui avevano contribuito, continuò a riversarsi sugli obiettivi che – cambiando per un secondo la loro formazione – presero a rispondere con una malata manifestazione cosmica. L’illusione di Scylla li aveva ingannati, portando a rivolgere gli assalti verso la riproduzione della flotta atlantidea – eppure, con grande velocità, i cannoni delle altre navi si erano posizionati in modo tale da convogliare le energie nella riproduzione di uno scudo di varie tonalità. Normalmente, sarebbe stato qualcosa di cui meravigliarsi, qualcosa da lodare – una capacità di assorbimento d’impatto tale da poter riuscire ancora in vita da uno scontro del genere, con i poteri di due tra i più forti combattenti dell’impero. Eppure, in un momento del genere, l’uomo non poté fare a meno di deglutire con timore. Cosa sarebbe successo, adesso?


    L’onda d’urto dovuta all’impatto contro la barriera, così come la risposta del chaos, fu tale da generare una grande folata di vento. Sentì la sua nave traballare, anche se abbastanza grande da riuscire a resistere ad un contraccolpo del genere. Le mani si strinsero ancora di più, attorno ai comandi, in modo tale da essere quasi doloroso. La destra volò a gestire i sistemi di volo, in modo da mantenersi perfettamente in formazione assieme ai suoi compagni di squadra. Erano tutti lì, accanto a lui, e sapeva per certo che – in un momento del genere – anche loro stavano pregando con la sua stessa intensità. Si erano promessi di tornare sani e salvi, il loro Re aveva promesso che li avrebbe tirati fuori da quella situazione, tutti. E loro avevano sorriso, dandogli fiducia.


    Sì, era stato uno dei soldati che si erano diretti sul campo di battaglia, nel Giorno della Speranza. Il giorno in cui Oliver del Leviatano aveva sradicato da un ordinatus uno dei migliori, e deviati, ingegneri del settore – annichilendolo con un solo pugno. Che storia che era stata – una storia che aveva sentito dal diretto interessato, che ancora ansimava per il combattimento, che ancora non riusciva a credere all’oro e all’oricalco che avevano coperto il suo corpo. Lui, d’altro canto, aveva visto di tutto – e non aveva esitato a chinare il capo, a salutarlo come il nuovo Primarca, a restare al suo fianco durante le battaglie che avevano condiviso. Lui, come molti altri, non aveva esitato a rispondere alla chiamata – lui, come molti altri, non aveva esitato a scendere in battaglia per sostenere quegli ideali, per proteggere la loro casa assieme a Scylla, smuovendo il mondo nel farlo.


    Tenente Generale. La voce del Fabricator Comandante si fece strada, illuminando il comunicatore all’interno della navetta. State bene? Annuì, pur non avendo nessun interlocutore fisico, in quel momento. Affermativo, Lord Scylla. La sua squadra era una delle più vicine al fronte nemico, una di quelle incaricate di aprire il fuoco per prime. Con ironia, la sua risposta fu quasi smentita dalla nuova mossa delle altre navi dei caduti al chaos, che si sollevarono con velocità. Si sarebbe aspettato una mossa diversa, una pioggia di colpi, qualcosa che avrebbe pericolosamente composto uno sbarramento cosmico. E invece, nulla di tutto quello accadde. Al loro alzarsi in aria, constatò che l’ammiraglia – la nave principale, più grande – era completamente sparita ai loro occhi.


    Qualcosa, nell’aria, iniziò a tremare – no, non era semplicemente vento, era diverso, qualcosa di più forte. Le ali della formazione erano sempre state così vicine? Perché si erano spinte così all’interno? Perché si stavano spingendo così dentro la formazione? Avrebbero incrociato le fasce attorno alla nave di Scylla, si sarebbero schiantate contro gli altri soldati – che cosa stavano facendo?


    All’improvviso, sentì anche la sua nave venire assoggettata a ciò che capì essere una forza gravitazionale. Una forza di natura diversa, di natura molto più pericolosa del loro precedente attacco. Invano cercò di guidare via il suo veicolo, ma il senso di nausea e lo schiacciamento cominciarono a farsi sentire su di lui – filtrando il danno perfino al suo corpo, dentro la nave. Le pareti vibrarono in modo spaventoso, e di istinto afferrò la fotografia, tenendola stretta. Lord Scylla – la voce si fece strada attraverso il comunicatore – è la pressione delle navi, sta danneggiando maggiormente quelli nella nostra posizione, dobbiamo interrompere il flu- Ma le parole non trovarono fine, la testa cominciò a girare con intensità maggiore. E il veicolo tremò ancora.


    --- Mi sente? Nell’interferenza, la voce del Primarca giunse in ritardo alle sue orecchie. Aveva spiegato qualcosa, forse il piano per reagire all’offensiva, ma non aveva sentito nulla. Stava svenendo, e lo sapeva bene. La voce tornò più forte di prima, ma non fu capace di sentire altre parole. Mi dispiace, signore. Mi dispiace. E il buio lo abbracciò completamente, portandolo via da quel campo di battaglia.

    ---




    Oliver strinse i denti, osservando ciò che stava succedendo ai suoi soldati, realizzando che stava subendo lo stesso trattamento nato dall’offensiva nemica. Colpì la sua postazione con un pugno, senza riuscire nemmeno a scalfirla. Era in carico di tutte quelle vite, di tutta quella gente che aveva deciso di seguirlo nella missione. Le parole di Raia, inevitabilmente, risuonarono nella sua testa. “Non farmi morire, ok?” Nemmeno nella peggiore situazione avrebbe riservato a lei, e a loro, un destino del genere. Si diresse personalmente nel punto di comando più avanzato, scostando uno dei soldati addetti alla gestione; si assicurò che il messaggio, sia telepatico che via radio, raggiungesse l’interezza del suo esercito. A tutti i soldati, motori alla massima potenza, serve una spinta opposta per combattere la pressione verso il fulcro. La voce perse qualsiasi traccia di incertezza, mentre i Tenno al suo fianco poterono notare la lieve aura cosmica alzarsi dal suo corpo nell’armeggiare con i sistemi. Alcuni dei suoi soldati, quelli più esposti all’offensiva, non avevano retto gli effetti dell’attacco ed erano caduti vittima della pressione gravitazionale alla quale furono esposti. Lentamente, anche i motori della Almighty presero ad opporsi alla direzione in cui venivano lentamente, secondo dopo secondo, spinti. Un senso di vertigine iniziò ad impadronirsi di lui, assieme al resto dell’equipaggio presente. Senza un’idea, sarebbero stati schiacciati in poco tempo.


    Gli occhi cercarono la nave di Raia, per accertarsi delle sue condizioni – senza tuttavia trovarla. Poteva ancora percepirne il cosmo, così come percepiva la presenza della maggior parte dei suoi soldati – chissà per quanto. Azae li avrebbe onorati tutti, ma non in quel momento. In quel momento doveva pensare a come far sopravvivere i suoi uomini, a come rispondere a quell’attacco per distruggere i nemici – per tornare a sud e aiutare i compagni in difficoltà. Con rapidità, cominciò a consultare le tattiche militare più adatte – nella sua mente – per liberarsi da quella morsa. Il cuore si illuminò con più intensità, soffiando più velocemente il plasma all’interno di esso, irradiando calore attraverso tutto il suo corpo, percependo già gli effetti dello sbalzo di pressione - assieme a quasi tutti i presenti nel suo stesso ambiente. Alcuni si ressero alle strutture di oricalco, altri furono preda di un forte senso di vuoto.


    Cosa?
    Cosa?
    Cosa?
    Cosa vuoi fare, Oliver?




    Lord Oliver, Lady Raia, non c’è tempo per i titoli regali! Sono qui e sono pronto a rispondere con tutto ciò che ho a disposizione. Cercate di resistere, e facciamoli a pezzi una volta per tutte!



    Alzò il capo, come svegliandosi, per poi osservare la comparsa di una nuova nave – assieme ad una flotta diversa. Il mare sotto di loro ruggì di conseguenza, e fu trascinato dalle forze aggiunte del Primarca di Seahorse – perché di Benedict Ike si trattava, e la nave di Eumelo era inconfondibile. Tutti i presenti – compreso lui – accennarono un sorriso. Essendo fuori dalla morsa gravitazionale, il Primarca poté convogliare le sue energie nell’interruzione del flusso energetico dall’esterno, mirando vicino ad una delle navi – in quel momento – per tentare di destabilizzare l’intera formazione, annullando l’offensiva. Ma la sola energia esterna, perfino con tutte le possibilità della nave, sembrò non bastare. Neumannus lo guardò, e Oliver lo fissò di rimando – era chiaro cosa serviva. Potenza nei cannoni frontali, coordinate precise – miriamo nello stesso punto. Alla voce del ragazzo, rinvigorita, tutti i soldati si mossero per eseguire gli ordini. Sentì il ronzio dell’intera struttura concentrarsi nella zona frontale. Un lieve bagliore dorato si unì a quello blu scuro, per poi lasciar andare le forze accumulate in una zona precisa – indicata dai sensori e dagli scanner – affinché il colpo si incontrasse con quello del Pugno di Atlantide, convergendo e assottigliando sempre di più la sfera nemica – fino a sperare di interromperla completamente.


    Cosa vuoi fare, Oliver?
    So cosa devo fare.




    Era l’opzione più logica, veloce ed efficace – in una situazione del genere. Con un varco aperto, con una scappatoia, avrebbero proceduto ad una nuova disposizione delle loro forze, non senza un regalo personale del Primarca. Inspirò profondamente, concentrando le proprie energie ed allineandosi con gli amplificatori della sua nave. Nel bel mezzo dell’azione portata in avanti dal Cavallo del Mare, Oliver avrebbe generato un’altra illusione su larga scala – in modo da occultare, all’udito e alla vista, le sue forze atlantidee e presentare ai nemici una diversa scena: avrebbe mostrato ai soldati del chaos che la sua flotta era troppo debole per rispondere e muoversi, che il resto della cupola fosse rimasta intatta o no – continuando, quindi, a subire danni senza apparente effetto positivo.


    'Raia, Benedict! Utilizzeremo la stessa tattica contro di loro, non avranno nemmeno l'opportunità di capire cosa stia succedendo - e quando lo faranno, sarà troppo tardi.'


    In realtà, l’invisibilità, con cui aveva coperto la sua vera flotta, avrebbe concesso all’esercito intrappolato di muoversi e dirigersi fuori dal varco aperto – senza aspettare un secondo di più. Stando attento a celare qualsiasi fonte di rumore o percezione, avrebbero usato la velocità e l’occasione guadagnata per circondare le tre navi su ogni lato. Benedict da sotto, con le sue navi, Raia a destra, con la sua divisione – il resto del suo dell’esercito, rafforzato dai droni che aveva prodotto, a destra – infine, lui sopra. La tattica avrebbe visto l’intera forza imperiale usare le loro armi e i loro poteri per spingere le tre navi nemiche verso un ipotetico centro – quello che prima era occupato dall’illusione che aveva creato, e che in quel momento era sparita. Proprio per quello, Oliver decise di utilizzare i poteri della trasformazione dell’aquila per generare un’ampia corrente di vento, con l’obiettivo di spingere – assieme agli altri – le navi verso il centro di quello che sarebbe stato il loro successivo attacco. Generò, poi, un immenso vortice d’acqua rotante – riflettendo il potere di Cariddi – che aveva concentrato all’interno di sé la capacità di privare qualsiasi nemico delle sue energie cosmiche.


    L’illusione che li aveva celati sarebbe caduta nel momento in cui avrebbero messo in moto la loro offensiva, con un po’ di fortuna, così da poter vendicare tutte le navi più piccole che erano cadute sotto l’attacco avversario. Con una previsione della tattica militare scelta, i nemici si sarebbero trovati schiacciati da un attacco multidirezionale, che aveva in sé non solo la straordinaria potenza delle acque generate da Oliver e Benedict, ma che possedeva un alto gradiente distruttivo – grazie alle vibrazioni – e che mirava a privare tutto ciò che c’era all’interno della propria energia. Ciò sarebbe stato reso ulteriormente pericoloso dall’elettricità di Raia, unita al suo controllo del suono, che avrebbe danneggiato in gran misura i nemici, che sarebbero stati bloccati e trascinati all'interno dell'attacco dalla corrente ventosa, impiegata da Oliver assieme alla sua offensiva. In questo modo, le navi – con probabilità – si sarebbero distrutte prima di arrivare anche solo a convergere tra di loro, risultando in una maestosa esplosione. Avrebbe restituito loro la stessa strategia, amplificata da tutti i poteri dei presenti, così da mostrare la vera forza dei Cavalieri Imperiali.



    We are the hammer - we are the sword.
    We are the spear - we are the shield.
    We are the soldiers at the end of time.






    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Nausea e dolori generali dovuti alla pressione dell'attacco, spossatezza e aumento di pressione.
    MENTALMENTE Ξ Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata
    STATUS FLOTTA Ξ Diverse navi distrutte dalla pressione, ammaccature generali.

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Allora, contrastiamo l’attacco – nella fase divensiva – aprendo un buco nella sfera gravitazionale, mirando allo stesso punto sia dall’interno che dall’esterno. In quel momento, genero un’illusione ambientale che ci rende completamente invisibili e sovrascrive la zona interna alla sfera, mostrando l’immagine della nostra flotta che è ancora paralizzata/sta subendo danni [diversivo].

    Nel mentre, nascosti alle forme di percezione sempre grazie all’ambientale, tentiamo di dirigerci fuori attraverso il varco aperto – disponendoci in modo tale da coprire tutti i punti di fuga disponibili – circondando le tre navi. In quel momento, Uso il vento dell’aquila per spingere le navi – assieme all’uso dei poteri degli altri – verso il centro della formazione [ad] per raggrupparle. Dopodiché, utilizzo il biggest tornado disponibile per coprire la mia parte di area da riempire/colpire – infondendo nel tornado la capacità di privazione cosmica e amplificando grandiente di distruzione con il vento, che mira ad amplificare la rotazione del tornado con una corrente che attira tutte e tre le navi. [af]

    Strong, united, working 'till we fall
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    L'attacco a sopresa di Benedict favorisce lo sfondamento del globo dimensionale, evitando l'irreparabile. Al tempo stesso però, appena l'assalto combinato del Caos inizia ad infrangersi, le navi nemiche svaniscono nuovamente nel nulla, sfuggendo al terribile attacco congiunto.

    Poco dopo riappaiono per sparare una selva di dardi di energia caotica, per poi svanire e riapparire altrove con un attacco simile, rendendo traiettoria e provenienza estremamente difficili da prevedere.



    3Am36Fn




    A sto giro i Marine del Caos si fanno più furbi. Appena percepiscono che il loro attacco è compromesso e subiscono l'attacco di Sea Horse si fanno prudenti e svaniscono evitando il contrattacco congiunto.
    Riappaiono poi con una manovra di attacco a intermittenza, con l'obiettivo di causarvi danni a causa della difficoltà nel prevedere le loro mosse, andando e venendo dalla Dimensione Oscura.

    Considerate che vi sta arrivando una sassaiola di Anticosmo ad energia viola. Non è un attacco letale come il precedente, dalle vostre conoscenze belliche sembra quasi stiano cercando di sfiancarvi e di guadagnare tempo allo stesso momento, senza rischiare di esporsi eccessivamente.
    Tempo per cosa?

    A voi :zizi:


     
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    Parte 2 - 3







    Il lusso di un sospiro di sollievo da una fine certa – quello poté permetterselo. La battaglia era diventata ancora più rapida, un incalzare continuo di mosse e risposte, sia dalla parte degli atlantidei che da quella delle forze del chaos. Proprio come al gioco degli scacchi, una fazione mangiava la pedina dell’altra, che a sua volta procedeva a mangiarne una. Ma quella partita, Oliver, l’avrebbe fermata prima di perdere tutti i pezzi sulla sua scacchiera. Aveva davanti nient’altro che cavalli e torri, mentre a sua disposizione aveva i pezzi più importanti. Come una linea azzurra che andava a collegare ogni punto presente sulla mappa, il khala di Scilla prese a concentrarsi ancora di più – tracciando la presenza delle menti che avevano un solo pensiero, sconfiggere i nemici davanti a loro. Raia, Ben, tutti i suoi soldati – tutte le navi che avevano assunto di nuovo la formazione da battaglia. Tutti punti luminosi che la sua scia stava collegando; la forma di una macchina, l’incastro degli ingranaggi. Il cosmo avvampò ancora una volta, raggiungendo la mente di ogni soldato – comunicando loro la formazione immediata. Ecco cosa avrebbero fatto, ecco come li avrebbe coordinati tutti. L’energia spesa si tradusse in fiato corto, la mano passò velocemente sulla fronte, liberandola dalla pressione e dal calore dello sforzo. Non erano soltanto i suoi sforzi fisici o cosmici, ma gli sforzi della concentrazione richiesta. Si voltò velocemente nel punto in cui avrebbe avuto una visuale più libera delle sue forze, quante persone che stavano dando il loro contributo, quante famiglie che attendevano il loro ritorno a casa.




    La tattica, anche grazie all'intervento del Primarca di Seahorse, aveva avuto l'effetto sperato - di liberarli da quella trappola gravitazionale. Poté chiaramente vedere come alcuni dei suoi soldati continuarono ad accusarne gli effetti, così come fece anche lui - sentendo ancora una forte pressione agli organi. Le mani si aggrapparono all'oricalco che componeva parte del trono all'interno della nave, assieme al quadro dei comandi che aveva dinnanzi a sé. Alcune luci più piccole segnarono i danni subiti al livello delle strutture più lontane, quelle che erano state per prime soggette alla presa nemica. Al ritorno avrebbero dovuto impiegare parte del loro tempo a riportare la colonna allo stato originale. Perché, sì, sarebbero tornati sani e salvi a casa, quella battaglia - che stava componendo un nuovo pezzo di storia atlantidea - sarebbe finita con la loro vittoria, con l'aiuto e la fede nella volontà di sconfiggere quel male, quella piaga, dando pace a tutti i loro antichi compagni caduti sotto le forze esterne.




    XsAV373

    Bene.






    I nemici scomparirono all’interno di una serie di portali, probabilmente con l’intento di rendere più difficile la loro localizzazione. Era una tattica che aveva già visto diverse volte, utilizzata da coloro che avevano un certo controllo sulle dimensioni o sui metodi di spostamento rapido. Niente che non avrebbe potuto risolvere attraverso un trucco, un trucco che avrebbe presupposto la riuscita del piano – iniziando con una corretta difesa. Osservò le acque di Seahorse alzarsi sopra di loro, a schermare la maggior parte dell’esercito attraverso densità e vibrazione. Armeggiò con i comandi, concentrando il suo cosmo verso lo schermo difensivo che si era opposto alla pioggia di cosmo. Le vibrazioni avrebbero rallentato i colpi, assieme allo spessore del muro d’acqua – che sarebbe stato pervaso dalle capacità di privazione delle energie cosmiche, proprie del potere di Scilla. La forza più grande stava nella combinazione, avrebbero rallentato i proiettili abbastanza da consumarli e indebolirli. Avrebbero sopportato l’assalto di quelli abbastanza potenti da penetrare, pur con dimensione ridotta, mentre avrebbero estinto completamente i colpi più deboli. Era la logica della perforazione di un muro, rallentare e indebolire così da accusare meno il danno maggiore – bloccando completamente quello minore. Sentì le pareti delle navi venire scosse da un pesante tremore, così come quelle delle altre navi minori. Altri simboli apparirono ad indicare il quantitativo di danni ricevuti, così come le comunicazioni degli altri comandanti si fecero strada attraverso il comunicatore, indicando la perdita di alcune navi e i danni delle altre. Un breve display rosso indicò ad Oliver il numero di perdite totali dall'inizio della battaglia, un altro gli indicò la percentuale totale di danneggiamento. Potevano ancora sostenere lo scontro, potevano ancora combattere.





    Tuttavia, le navi del chaos avevano commesso uno sbaglio madornale, si erano concesse il lusso di andare e venire dalla dimensione, di iniziare uno scontro per il semplice gusto di rallentare le loro forze. Gli atlantidei non l’avrebbero permesso. Il tono più serio del Primarca non perse tempo ad arrivare alle orecchie dell’esecutrice. Anzu, copertura – ora! Il messaggio fece riferimento alla tattica che aveva comunicato poco prima attraverso la mente, secondo il quale Raia avrebbe prodotto un immenso diversivo fatto di suono e fulmine, producendo una forte esplosione stordente per bloccare la vista del nemico e mandarlo in conclusione. La mano poggiò l’alfiere sul tavolo, passando a quella del re. In quello stesso istante, Oliver avrebbe prodotto un diversivo grazie alla capacità di proiettare le sue illusioni. Avrebbe nascosto al nemico, ancora una volta, la loro posizione – occultando tutti per rendere più difficile individuarli. Dopodiché, avrebbe creato l’illusione maggiore. L’esercito di Nurgle andava e tornava da qualche tipo di dimensione – e nel momento in cui andava via, non aveva modo di osservare lo scenario di combattimento. Ecco perché capovolse completamente cielo e terra, attraverso la sua immagine fittizia, in modo da rendere confusi i movimenti e difficile il coordinamento per un attacco. Uscendo di nuovo dai loro portali, si sarebbero trovati in uno scenario altrettanto confuso; ciò li avrebbe portati a dedicare parte della loro attenzione - perlomeno inizialmente - al tentare di capire cosa stesse succedendo. Alcuni avrebbero tentato di voltare le navi, suggestionati dall'illusione, non realizzando che erano semplicemente le loro percezioni ad esser state suggestionate in quel modo.




    Shoot the bullet out your gun, the bullet out your gun
    We move undercover and we move as one
    The code word is disallow
    You have your orders now go, men, go







    Facendo ciò, con Raia che si occupava di dirigersi sopra tutti, pronta a liberare il suo attacco, Ben sotto – pronto a coprire tutta quella zona – Cuordimetallo avrebbe preso di nuovo i comandi della nave e della sua divisione, compiendo una traiettoria circolare, attorno all’ideale posizione dei nemici, per utilizzare le capacità dell’aquila. Inizialmente, grazie al suo ruotare attorno alle prede, avrebbe creato una forte corrente di vento con l’obiettivo di spingerli verso un ipotetico centro, in modo da raggrupparle in un punto solo. Le dimensioni delle ammiraglie, così come il loro raggio, superavano ampiamente quelle delle navi che avevano di fronte – ecco perché con l’angolazione di curve simili, avrebbe coperto un buon raggio d’azione. Cominciò a girare una volta, due, tre, e la pressione - assieme all'elemento controllato - cominciò a diventare sempre più forte, la velocità prese ad aumentare, così come la forza con cui compiva le proprie curve. La spinta di vento, immensa e ad alta velocità, avrebbe creato un vero e proprio ciclo di pressione verso il centro. Le navi, se anche fossero uscite da un portale in una zona diversa, sarebbero state attratte verso il punto che la corrente aveva designato – dando vita ad una trappola d’attrazione, proprio come quella che avevano rivolto verso di loro. Oltre a ciò, per renderle più suscettibili ad una tattica del genere, meno capaci di opporsi a quella corrente, conferì al vento prodotto le stesse capacità di indebolire il cosmo degli avversari, cosa che avrebbe sottratto le loro energie in maniera continua, secondo dopo secondo, qualora fossero rimaste all’interno del suo raggio d’azione. Ciò sarebbe stato ancora più facile considerando la possibilità di Seahorse – attuata secondo il piano – di immobilizzare le navi attraverso le vibrazioni, impedendo, o rendendo più difficile, qualsiasi movimento o fuga in portali dimensionali. Specialmente con la confusione data dai diversivi precedenti.






    All’interno di quella sfera, Oliver avrebbe liberato i suoi droni aquila – comandando la loro traiettoria e liberando sia una forza d’impatto superiore, che una capacità di perforazione notevole, unita alla stessa capacità di privazione energetica. Il loro compito era letteralmente tagliare, rompere e perforare le navi dentro la trappola di vento, già indebolite per effetto della privazione precedente. Esse si sarebbero unite all’offensiva di Raia – sopra di loro – e di Ben, sotto di loro. La sfera d’aria compressa sarebbe stata percorsa da una pioggia di fulmini e onde sonore, assieme ad una pressione d’acqua vibrante, che avrebbe riempito tutto, facendolo collassare le navi all’interno della trappola. Esatto, le forze del chaos avevano avuto una buona idea con la tattica precedente – ma non avevano tenuto conto dei loro avversari. Non i primi soldati raccattati dopo l’armageddon, ma una élite di guerrieri che si erano addestrati a sopportare, affrontare e reagire a situazioni del genere, che avevano continuato a studiare tattiche di guerra anche dopo la caduta dei precedenti primarchi. Se le formazioni a cui i nemici erano fermi risalivano a molto tempo prima, l’arrivo di nuove forze e nuove personalità aveva permesso all’Impero di cambiare ancora, abbracciando menti diverse, che avrebbero dato il loro contributo per proteggere casa. Non stavano combattendo contro degli sprovveduti, ma contro una macchina da guerra che pensava ed agiva con una coordinazione tale da impaurire qualsiasi nemico. Facciamo vedere al vecchio furgone quanto può correre la nuova macchina.





    Una tattica sfuggente come quella adottata dalle truppe di Nurgle, prima, poteva voler dire solo una cosa – il contingente a Nord non era altro che un rallentamento. Era servita maggiormente a tenerli impegnati in un’altra battaglia, per procedere con qualche altra offensiva a Sud, dove si trovava il resto dell’esercito. Non poté fare a meno di pensare a tutti i suoi compagni, distaccati dall'altro capo dell'isola, che correvano il rischio di affrontare un pericolo più grande. Strinse i pugni con forza, serrando i denti. Dovevano fare presto e raggiungerli, aiutarli a contenere qualunque tipo di minaccia si fosse rivelata lì. Poco male, si disse, quell’attacco sarebbe stato abbastanza potente da distruggere le navi del chaos. Non perché dotato di un potere diverso da quello che avevano usato fino a pochi attimi prima, ma perché era caricato con la consapevolezza che avrebbero dovuto spazzarle via e ricongiungersi agli altri, arrivando in loro soccorso per quello che sarebbe avvenuto. L'unione di fulmine, furia degli abissi e tecnologia superiore, avrebbe generato un'esplosione tale da illuminare il cielo e la terra in quella parte di mondo, di scuotere il mare fino ai più profondi fondali. Tutti loro avevano qualcosa da proteggere, dall’ultimo dei soldati, agli esecutori, ai primarchi. Nella foga della battaglia, nella tensione di ciò che stava avvenendo, la sua mente alleviò lo stress liberando sensazioni ed energia mentale, che presero la forma e la percezione di una mano sulla propria spalla. Alzò velocemente la testa dal quadro di comando, voltandola leggermente – nessuno aveva compiuto quel gesto. Abbozzò un sorriso, sì, aveva qualcuno da cui tornare. La determinazione con cui si sarebbero abbattuti sul nemico sarebbe stata così grande da mostrare loro cosa voleva dire provare a mettere all’angolo loro, provare a mettere all’angolo lui. Dall’altro capo della scacchiera, Nurgle avrebbe rimpianto di aver cominciato quella piccola partita con Scylla, così come avrebbe rimpianto il tentativo di attaccare Atlantide tutta.



    'Raia, urla'
    'Benedict, colpisci'





    Il suo comando raggiunse mentalmente i due compagni posizionati sulla traiettoria della strategia ideata. Il cielo e il mare sembravano due posti estremamente adatti all'Esarca e al Primarca, specialmente pensando ai loro poteri. Lui? Avrebbe fatto quello che faceva sempre, permettere la riuscita della strategia attraverso un consistente supporto - facendo da collante, da perno, affinché fulmini e acqua potessero combinarsi, entrare in sinergia, liberando il loro potere e dirigendolo sull'obiettivo, aggravando i danni attraverso i suoi stessi poteri, diventando il gradino che li avrebbe condotti in cima per sovrastare il dio del chaos. Per l'affetto verso i suoi soldati, verso i suoi compagni, verso la vita che disperatamente andava protetta dalle mani di ciò che andava contro ogni principio, il male. Sentì il cosmo di tutto il suo esercito avvampare, esibendo uno spettro di emozioni che andavano dal coraggio alla voglia di annientare il proprio nemico. Fu fiero della capacità con cui ogni ingranaggio seppe incastrarsi con l'altro, contribuendo allo sforzo più grande e potente, a quello che avrebbe sconfitto qualsiasi cosa.





    [The World Turned Upside Down]

















    Scacco.



    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Accusa Stanchezza
    MENTALMENTE Ξ Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Ci difendiamo con una schermatura di acqua, vibrazioni, suono e privazione cosmica dalla sassaiola di colpi. Dopodiché - lasciando le descrizioni più specifiche agli altri, per le loro azioni - procediamo con un [diversivo] di Raia e Oliver, dove io aggiungo all'invisibilità, una ambientale volta a capovolgere tutto sottosopra e confondere i nemici che escono dalla dimensione. Poi, per [attacco debole] c'è combo di tutti e tre, dove Oliver genera vento con privazione cosmica che spinge le navi verso un determinato punto centrale, ruotando attorno a loro. La sua parte di [attacco forte] consiste nel generare droni aquila dotati di privazione, forza straordinaria e capacità di impatto+perforazione, per contribuire a distruggere ciò che c'è dentro il campo d'azione dell'attacco, seguendo traiettorie teleguidate.

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Markup 'Strength' - Forza Straordinaria (Temporaneo)
    Markup 'Drain' - Privazione Cosmica (Temporaneo)
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ


    This, the song of sons and daughters
    Hide, the heart of who we are.

    Terza composizione bestiale di Azae.
    Le ali dell'aquila. Attraverso il potere di questa particolare tecnica, Oliver potrà utilizzare una serie di lame, dotate di forme ricurve e aerodinamiche, per poter attaccare a distanza il nemico. Suddette armi avranno la particolare capacità di essere controllabili a distanza, potendo compiere movimenti - anche innaturali - se dettati dalla mente del Primarca. Di solito posizionate sulle braccia, possono anche spostate in corrispondenza delle gambe o, all'occorrenza, assumere la forma di due pugnali, di taglia media. Le ali dell’aquila, inoltre, possono avere lo stesso effetto – se trasmesse alla sua variante cosmica. Essa sarà controllabile, nella sua direzione, dalla mente del Primarca, venendo impiegata per le stesse strategie – con la stessa natura offensiva; alla stregua di un missile guidato. [Danno: Tagliente, Traiettoria guidata - Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante]

    And we all lift, and we're all adrift together
     
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    L'intervento del novello Seahorse fu provvidenziale. La voce venata di ferma urgenza che le riempì l'abitacolo non era riconducibile a nessuno che conoscesse di persona, ma l'intervento fu fondamentale perché le due navi riuscissero a levarsi dalla gabbia gravitazionale. Raia ansimò, le mani tremanti strette sui comandi e i muscoli rigidi dallo sforzo di contrastare gli effetti. Strinse i denti e la Bird of Prey sfrecciò fra la Almighty e l'ammiraglia di Seahorse, virando verso sinistra mentre il piano di Oliver le si dispiegava all'interno della mente. Le navi nemiche avevano adottato una tattica più prudente, tipica di chi poteva concedersi di sparire e riapparire. Anzu non era dissimile, sebbene il suo controllo fosse più istantaneo. Fu probabilmente per quello che Oliver elaborò la strategia quasi immediatamente. Fra Johanna e Raia, le difese contro un combattimento dimensionale erano qualcosa che un buon combattente cominciava già a stilare.

    Il piano di Scylla rese anche lampante ciò che tutti e tre gli Atlantidei avevano compreso: l'armata nemica stava prendendo tempo. Dividersi era stato un errore, ma non c'era tempo di sbattere il pugno con rabbia sui comandi. Bisognava solo reagire. Le menti dei guerrieri di Poseidone ora erano un tutt'uno di assoluta concentrazione.
    L'immenso muro d'acqua si erse repentino intorno a loro, coprendo momentaneamente la visuale. L'offensiva nemica si abbatté su di esso, creando distorsioni concentriche sull'acqua su cui Raia cercò di concentrarsi per intercettare quelle più forti, quelle che presagivano un passaggio da parte dei missili di energia. Indeboliti forse, ridotti, ma ancora in grado di fare ingenti danni, come uno di essi dimostrò nell'uscire a poca distanza da lei impegnata in manovra. Raia torse su sé stessa la nave all'ultimo secondo: l'allarme assordante la avvertì dei danni allo scafo quando il missile grattò la superficie, scorticandone la difesa e mandando per un secondo l'abitacolo in un inferno di luci sfarfallanti. Anzu restituì il favore con un'esplosione che la aiutò a completare la manovra azzardata, ma deviò anche l'attacco nemico nel mandarlo a schiantarsi dall'altra parte della sfera d'acqua.

    Doveva continuare ad accumulare energia ed evitare i colpi troppo grossi. Non aveva modo di cambiare la nave, poteva concedersi solo riparazioni rapide di emergenza dentro la Almighty, ma ciò richiedeva che ne uscissero vivi e che i danni non fossero troppo ingenti.

    × Anzu, copertura – ora! ×

    × Ricevuto! ×

    L'ampio cerchio descritto dalla Bird of Prey si concluse in quel momento con un'accelerazione improvvisa, che infranse la barriera del suono con una facilità disarmante ed ebbe l'effetto dell'accensione di una miccia. Lo spazio dietro Anzu si incendiò e i fulmini percorsero l'intero diametro in un istante, sparando la loro luce e il loro boato in ogni direzione. Le flashbang erano la sua tattica preferita e la più riconoscibile in mano a Raia, che faceva della mobilità la sua chiave. Le vibrazioni di Seahorse si intrecciarono alle sue - due poteri così dinamicamente sincronici - e l'aria intorno a loro venne distorta nel cercare di investire l'esterno del muro d'acqua mentre l'enorme illusione di Scylla faceva il suo effetto.

    E immediatamente, la propulsione servì per portare lo scafo, leggermente sollevato, verso la vorticosa corrente ascensionale che l'avrebbe portata in alto, seguendo una spirale che nonostante le numerose misure antigravità e antipressione, le fece tremare i denti e vibrare il cervello nel cranio. La Bird of Prey si ricoprì di fulmini per un istante e svanì dalla sua posizione, ricomparendo sulla sommità della cupola d'acqua che stava cominciando a cadere.

    L'elettricità si disperse ai lati dello scafo, stagliandosi sulle nuvole nere che stavano venendo accumulate dall'immenso spostamento d'aria causato dalla Almighty poco più sotto. L'aria venne illuminata da un immenso bagliore dorato quando due ali si aprirono intorno a lei. Dentro lo scafo, Raia aveva lasciato i comandi con le mani, tese ai lati del corpo nell'immenso sforzo di condurre il quantitativo di energia intorno a lei. I capelli sollevati e percorsi da elettricità statica, il volto contratto dietro l'elmo e la vista appannata dalle vibrazioni che agitavano la nave stessa. Sotto di lei, i nemici sarebbero stati trascinati in un unico punto, ammassati in mezzo a pulviscolo d'acqua e vento.

    Aveva una sola chance.

    اوست كه برق را گاه براى ترسانيدن و گاه براى
    اميدبخشيدن به شما مى‌نماياند و ابرهاى گرانبار را پديد
    مى‌آورد.

    [ He it is Who showeth you the lightning, a fear and a hope, and raiseth the heavy clouds. ] - 13:12
    TDjlEg8
    [ BARQ SAI'QA ]
    Lightning Sword


    L'immenso fulmine si sarebbe abbattuto sull'intera area che Raia poteva coprire, disperdendosi in strali che, aiutati dal teletrasporto che Raia aveva padroneggiato di recente, si sarebbero condotti fra una nave nemica e l'altra, mirando a colpire immediatamente all'apertura di eventuali portali. In quell'attacco Anzu canalizzò ogni forza che poteva permettersi di impiegare nell'immediato, consapevole che se non fossero riusciti ad eliminare quel diversivo, non avrebbero fatto in tempo a dare manforte al resto dell'esercito.

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | Dopo aver contribuito all'[attacco debole] con una flashbang, parte dell'[attacco forte] consiste nell'abbattere un megafulmine sui nemici comodamente raccolti da Oliver e Ben. Nel caso volessero approfittare del loro controllo dimensionale, flexo invece la mia rapidità teleportandogli i fulmini direttamente all'apertura del portale.

    ///

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    Seguito da un enorme boato, l'attacco congiunto dei due Primarchi e dell'esarca ebbe successo, costringendo le ammiraglie nemiche a riorganizzarsi per elaborare velocemente un altro piano d'azione; l'arrivo improvviso di Benedict aveva inevitabilmente mescolato le carte in tavola, le quali sino a quel momento parevano volgere in favore del Chaos. Con tutte le sue forze il neo Re seguì le indicazioni di Lord Oliver e si lasciò guidare dalla sua esperienza bellica e dalle coscienze di tutti i loro fratelli le cui essenze alimentavano il potere del Khala, senza dimenticare gli sforzi e i poteri di Anzu.

    « Ricevuto. » Il messaggio di Scylla attraversò la mente di SeaHorse e, senza perdere altro tempo, questi informò e guidò il suo intero esercito nell'elaborazione del nuovo piano d'attacco, sfruttando tutte le informazioni pervenute telepaticamente.

    « Boost alla Potenza completato. » Il messaggio di Riina fu ricevuto da tutte le unità satellite della Ulgony, e quando tutte le energie furono convogliate verso questa, Benedict ricoprì l'area impegnata nello scontro generando un immenso muro d'acqua attraverso il quale la Furia di Poseidone si disperdeva ricoprendo l'intera superficie, nel tentativo di minimizzare al massimo l'entità dei colpi nemici. Supportato dal resto delle unità amiche, la cupola elementare parve però cedere sotto alcuni punti, lasciando che l'offensiva altrui raggiungesse le ammiraglie di Poseidone. Possibilità che Ben non aveva ignorato, e a cui cercò di rimediare: conclusa il primo atto della manovra difensiva, le navi satellite della Ulgony tornarono ad accumulare la massima energia possibile, brillando di una luce azzurrina. Intanto, la Ulgony parve scomporsi in più componenti, ma in realtà Ben stava solamente ordinando alle unità indipendenti all'interno delle sue ali di rompere la formazione e disporsi alle estremità della formazione invece composta da lui, Oliver e Raia, generando così - grazie anche allo sforzo compiuto da Ben e dalla connessione tra il suo Cosmo, i suoi poteri e ogni singola cellula della Ulgony e delle sue componenti - un ulteriore strato difensivo, un muro composto di puro vento che avrebbe attutito l'arrivo dei colpi nemici oltre lo spesso strato d'acqua e vibrazioni.

    Ciononostante, e per tutto il tempo che seguì, i vari allarmi e i dispositivi di calcolo dei danni costrinsero il Re a convogliare più energia ed in modo continuo, le mani ben salde al trono di oricalco da sanguinare, quasi. Riina aggiornava l'intero esercito sull'entità dei danni, facilmente riparabili ma che comunque compromettevano la stabilità della Ulgony e di ogni sua componente indipendente, nel mentre Lord Oliver continuava ad aggiornare i suoi fratelli sulla strategia da adottare e sul presunto scopo di questo assurdo attacco, probabilmente carpito anche grazie alle esperienze pregresse dei suoi predecessori: guadagnare tempo.

    g u a d a g n a r e t e m p o

    « BOOST ALLA POTENZA, ORA.
    UNITA' DIPENDENTI, RICOMPONETEVI.
    CELLULE INDIPENDENTI, VIRARE DI 90°
    »

    La strategia nemica si era rivelata più subdola del previsto, costringendo quindi i Primarchi a dividersi poiché solo nell'unità vi è la forza di combattere il male. Lady Johanna, Lady Sanya e Lady Adaeze, che fossero giunte alla stessa conclusione? Non vi era altro tempo da perdere, le unità del Dio Imperatore dovevano riunirsi il prima possibile, e in perfetta armonia scagliare l'attacco decisivo; nelle condizioni attuali, il risultato sarebbe stato vano se una sola delle due formazioni avesse ceduto al Chaos.

    Eseguiti tutti gli ordini impartiti da Benedict, lo stesso si preparava ad attuare il piano congiunto. Raccolta l'energia necessaria dalle unità indipendenti, dalla punta della Ulgony Ben scagliò una bordata concentrica permeata della Furia di Poseidone, e sfruttò il lieve rinculo del colpo per seguire ed imitare lo spostamento angolare delle sue unità, posizionandosi verso il basso ove la cupola d'acqua lentamente si esauriva, precipitando. Tutta l'acqua che s'infrangeva sulla Ulgony veniva rapidamente riassorbita grazie ai meccanismi di scolo e risucchio installati su tutta la superficie della Colonna, consentendo alla stessa una lenta e graduale rigenerazione da tutti i danni subiti durante gli attacchi.

    Per un attimo i polsi del Re cedettero, Riina pronta a sorreggere il suo Re nonostante non ve ne fosse bisogno. Ben incrociò per un attimo il suo sguardo con quello della ragazza, concentrandosi poi sugli sguardi di tutti gli altri - per quanto possibile - una volta ricompostosi. Tutti, nessuno escluso, avevano lo stesso sguardo: quello di chi avrebbe donato la vita per la causa, per il suo Re e per il Dio Imperatore, ma anche quello di chi avrebbe preferito riabbracciare i propri cari un'ultima volta, in caso di fallimento. Benedict e tutti i suoi predecessori avevano donato una casa, una famiglia ed una esistenza a coloro i quali scegliessero (o meno) di vivere e nascere all'interno del Settore, e infondo anche Ben non vedeva l'ora di tornare dalla sua, di famiglia.

    Quegli sguardi furono d'ispirazione.

    « Benedict, colpisci. » E Ben colpì.

    [KOKYU: UNLEASH]

    Con tutti i cannoni della Ulgony puntati in direzione delle navi nemiche, in precedenza disturbate dagli attacchi abbaglianti e vibranti continui di Anzu e SeaHorse, diverse colonne d'acqua sarebbero state scagliate alla massima potenza, approfittando del trambusto generato dai citati diversivi e dalla capacità di Lord Oliver non solo di nascondere alla vista altrui la propria posizione e quella dei suoi alleati, ma anche quella di coinvolgere tutti in una intricata serie di illusioni con lo scopo di confondere le unità nemiche, alla prese con i loro ripetuti balzi dimensionali e il tutto solo per guadagnare tempo. Non avrebbero permesso al Chaos di guadagnare altro tempo, il Dio Imperatore avrebbe riportato una sonora vittoria.

    I soffi della Ulgony si sarebbero abbattuti dal basso sulle unità nemiche, sfruttando la corrente d'aria generata dalle manovre di Lord Oliver e supportati dagli attacchi elettrici dell'altra nave ammiraglia. Una strategia simile a quella adottata dal Chaos in precedenza, ma che stavolta non sarebbe stata un totale fallimento. E se l'idea geniale di Lord Oliver si fosse rivelata non solo corretta, ma anche vincente, i tre avrebbero approfittato di ogni momento possibile per abortire una volta per tutte tale minaccia, volando dagli altri a dare man forte.

    4JuYzWw
    narrato — « parlato » — « pensato »


    Nome — Benedict Ike
    Scale — SeaHorse {IV} — Intatta e indossata
    EnergiaRossa
    Fisico — Teso e affaticato.
    Mente — Determinato e concentrato.

    Flussi Marini [X] Flussi Ventosi [X] Furia di Poseidone [X]


    Riassunto Azioni — Erige un muro d'acqua e vibrazioni a scopo difensivo, cercando di contrastare l'offensiva nemica. Dopo aver scagliato una serie di raggi concentrici nel tentativo di immobilizzare le unità nemiche, coadiuvando tra l'altro Oliver nella sua manovra offensiva [aD], Ben si sposta verso il basso e lancia una serie di cannonate d'acqua percorse da vibrazioni, aumentando il gradiente distruttivo dell'attacco.

    Tutti i colpi vengono sparati come se godessero di Cosmo Straordinario, dal momento che la Nave Ammiraglia del Pacifico del Nord è appartenuta a tutti i Primarchi di SeaHorse esistiti.


    Ψ
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    L'alterazione dell'area del combattimento e la combinazione degli attacchi inchiodano le navi nemiche in una posizione di difesa.
    Ognuna di esse genera uno scudo di distorsione spaziale che assorbe parte degli attacchi.
    Gli scudi cambiano di colore e l'energia dei vostri attacchi che era stata divorata dalle pieghe della Dimensione Oscura, viene riversata causalmente verso di voi.

    Mentre ciò accade, le navi - danneggiate ma funzionanti - fuggono verso l'esterno, quando l'ammiraglia prima svanita ricompare, accompagnata da altre quattro navi simili a quelle che state affrontando.

    L'enorme nave attiva un qualche dispositivo che causa il comparire di un'area mefitica le altre navi, che iniziano a sparare una quantità incredibile di missili a ricerca cosmica, che corrono verso di voi.



    3Am36Fn




    Riuscite a danneggiare le navi nemiche, che deviano parte dei vostri attacchi per fare casino e svincolarsi.
    Mentre ciò avviene, l'ammiraglia torna con altre quattro navi (voi ne stavate affrontando tre).
    Ora c'è Ammiraglia e 7 Navi. Le 7 navi, potenziate dall'ammiraglia, vi sparano un botto di missili che hanno effetti tipo cosmo corrosivo ad energia nera, a causa dell'enorme numero.

    L'ammiraglia sta ferma a circa un kilometro da voi, mentre le 7 navi "nuotano" attorno a voi tipo squali.
    A voi :zizi:


     
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    Who Dares Wins

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    I grandi banchi di cumulonembi, zeppi di acqua ghiacciata, accarezzavano la poca carlinga rimasta nella parte di scafo sopra la linea di galleggiamento della Vivama.
    Le bandiere della Grimoire e della divisione d’assalto della nave sventolavano sfilacciate al forte vento delle alte quote.
    Nei profondi meandri dell’imbarcazione infernale riposava immobile e silenzioso Eaco, reduce di una dura battaglia che non gli dette per nemmeno un secondo la sicurezza di vedere il domani. Sopravvisse perdendo parte della pelle e della muscolatura sul cranio, rendendo la sua elegante forma umana una parodia di sé stessa. Un macabro dipinto tridimensionale grondante cosmo spettrale. Gli impacchi preparati da suo fratello Minosse e sempre con sé nel suo antico ufficio di mogano aiutarono parecchio. Il dolore era sparito, così come l’infiammazione immediatamente propagatasi ai tessuti ancora sani. L’idea di vulcanizzare la zona colpita dall’attacco del Chaos si rivelò cruciale. Perse un occhio e tutta la guancia, esponendo anche parte del cranio superiore. I denti vistosamente esposti non permettevano comunicazioni verbali corrette, costringendolo a comunicare direttamente nella mente dei suoi soldati gli ordini che non tardarono ad arrivare.

    Ma in quel momento, finalmente, un torpore simile al sonno attanagliava le agitate carni del giudice, che per natura doveva sempre rimanere in movimento, al lavoro, attivo su qualcosa. Un colpo così duro gli fece capire che una qualche ora di riposo sarebbe stata fondamentale per la riparazione seppur parziale di quello scomodo corpo umano.
    Fu quando il torpore al viso si trasformò in completa insensibilità che le turbolenze della rotta lo travolsero nel dormiveglia.
    Spalancò l’unico occhio funzionante, immediatamente guizzante in ogni direzione. Vivama era nervosa.
    Si alzò e la surplice gli riapparve addosso. Cammino piano ma deciso attraverso gli apparentemente infiniti corridoi della nave, intimando il riposo ad ogni addetto che terrorizzato da quell’aspetto si congelava in un istintivo saluto militare.
    Sentiva il frastuono della sala comandi in Cittadella ancora prima di spalancare il boccaporto con un calcio.
    Non aveva ancora appoggiato la gamba a terra che ogni persona nella stanza, marinai, ufficiali e navigatori si bloccarono in religioso silenzio.
    L’unico meccanico rumore rimasto era quello del timone che, come impazzito, roteava violentemente a destra e a sinistra.
    A causa di ciò ogni persona a bordo faticava a mantenere un composto equilibrio. Eaco esente, ovviamente.
    “Tu.” Disse indicando un soldato semplice a caso: voleva risposte sincere, non scusanti da ammiraglio.

    “Dimmi dove ci troviamo.”


    “Mar di Banda, 150 miglia sotto l’equatore, raggiungeremo la Nuova Guinea in-“

    “In dodici minuti, conosco la mia nave.”


    Si avvicinò al timone irrequieto, conscio di avere ogni sguardo puntato sulla sua macabra ferita esposta impunemente agli elementi.
    Allargò le braccia, aspettò la posizione giusta della grande ed agitata ruota in legno: con uno scatto la afferrò, bloccandola immediatamente.
    Un sonoro lamento metallico risuonò per tutta la nave, sballottando ogni soldato e scaraventando giù dalla branda feriti e indigenti.
    Poi, come se appena uscita da una tempesta tropicale, la Vivama si quietò completamente seguendo la rotta impostata manualmente dal suo proprietario.

    Eaco lasciò il timone, che rimase completamente immobile.
    “Calmati, e concentrati, non è finita.”

    “Signore, rileviamo numerosi vascelli nemici a 10 miglia in questa direzione, due miglia sotto di noi.”

    “Molto bene” disse atonale il giudice, riprendendo delicatamente il timone tra le mani, ondeggiandolo con cura e correggendo eventuali errori di direzione.

    “Una rotta di esfiltrazione sicura si trova a 34 gradi nor-“

    Il navigatore non riuscì a terminare la frase che un nodo alla gola causato da una contrattura muscolare involontaria cominciò a soffocarlo lentamente ma regolarmente. Alzò lo sguardo terrorizzato, incontrando quello statuario del suo superiore, che lo osservava come fetida spazzatura.
    Eaco riportò lo sguardo di fronte a sé, verso le nuvole, verso la morte che avrebbe ancora una volta portato sul suo cammino.
    Confermò il sottinteso ordine con una sola fredda parola.

    “Combattiamo.”

    Jqxt1hX
    Sean Murray - Stalingrad



    Sentiva il pesante cosmo delle navi atlantoidee da qualche minuto ormai, ma non sarebbe servito a niente avvertire anche il suo equipaggio riguardo la loro presenza. In quel momento ogni addetto ai lavori doveva concentrarsi sulla propria mansione senza distrazioni, senza ulteriori preoccupazioni.

    Oltre ad esse sentiva anche quella mezza dozzina e più di navi stracolme di Chaos.
    L’unica cosa che aveva dalla sua parte era un effetto sorpresa che non esitò ad utilizzare.
    Espanse il proprio cosmo ancorandosi saldamente alla ruota in legno.

    Venatura violacea e dorata apparve su tutta la lunghezza della nave. L’erede spirituale della BB-63 cominciò a vibrare pesantemente, aumentando i giri motore delle sue colossali turbine a regimi ai quali non era assolutamente abituata a lavorare.
    Acquisì velocemente velocità, sfondando con facilità la velocità del suono. Prese quota, portandosi ben al di sopra dello scontro che impetuoso si sviluppava sotto di loro.
    Le navi del chaos avevano circondato come famelici squali le ammiraglie atlantoidee.
    Se non avesse avuto la certezza che quel problema si sarebbe ripresentato col doppio della forza direttamente alla sua porta non avrebbe nemmeno pensato di intervenire.

    “Oggi, però, mi sento violento.”

    La Vivama fluttuò per qualche secondo con la prua rivolta verso il sole, abbandonandosi poi alla gravità.
    La prua puntò verso il basso, accelerando nuovamente, questa volta al massimo della sua spettrale velocità.
    Eaco puntò la più vicina delle fiancate nemiche, mirandone il centro esatto.
    Cominciò a ridacchiare, prima fievolmente, poi sempre più rumorosamente. Una risata che dal suo volto sfigurato suonava come un macabro e sadico lamento.

    “Fottetevi voi e le vostre barchette nauseabonde.”

    La Vivama si schiantò con la forza di una piccola atomica sullo scafo della nave del chaos, portando sé stessa perfettamente a tiro per l’altra nave nemica subito dietro la prima colpita.
    Eaco allargò il braccio sinistro.
    Come arti fantasma, le tre batterie da tre cannoni l’una rotearono rapide in direzione del nuovo obiettivo, seguendo la mano del padrone.

    Migliaia di watt scossero il sistema di alto parlanti della nave infernale con sufficiente energia da essere rilevato da ogni sensore audio nelle immediate dieci miglia.


    “E ora vi insegno a fare la guerra, miei cari boyscout dorati.”

    Il braccio alzato chiuse la mano a pugno.


    I cannoni, silenziosi, cominciarono a gorgogliare metallici. Vibrarono, si agitarono come serpi fameliche. Dalla stiva al sistema di carico, alla camera di scoppio alla canna lunga come un autobus. I colpi di cosmo compresso grossi come furgoni vennero caricati nelle bocche e dopo un secondo di silenzio, l’inferno esplose in quota, occultando per un attimo la luce solare, spazzando via le nubi vicine, scaricando un incubo di fiamme sulla cittadella e lo scafo della seconda nave tanto sfortunata da trovarsi a bruciapelo dalle bocche dei cannoni della Vivama di Eaco, Magister Occidentis.


    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis
    ENERGIAViola
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE ‡ //
    STATUS SURPLICE ‡ //

    RIASSUNTO AZIONIBuonasera a tutti, Gorth mi ha mandato la lettera di Smash
    yX4E10Z


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    High Hopes
    Parte 2

    4








    La potenza dell’attacco che avevano appena rivolto ai nemici fu esemplare, vide con i propri occhi i danni causati dalle forze combinate delle maggiori navi atlantidee, così come dei loro poteri in completa sinergia. Eppure, una nuova distorsione spaziale sembrò prolungare quella battaglia di logoramento, che le sue forze avrebbero dovuto immediatamente terminare con il successivo attacco. All’improvviso, distorcendo ancora l’aria che avevano davanti, uno spettacolo terribile si presentò sulla scena. L’ammiraglia era tornata, accompagnata da un altro paio di navi, che si erano aggiunte a quelle di prima – rapidamente circondandoli. Strinse ancora i denti, dando un pungo alla tavola di comandi davanti a lui. Possibile che fossero così tenaci da non mollare la presa? Possibile che le strategie fino a quel momento fossero state inutili? Non ebbe il tempo di chiederselo, perché qualcos’altro attirò il suo sguardo altrove, verso un punto lontano. Era come un punto lontano, come una stella, ma le sue percezioni non potevano sbagliare – lui era appena entrato nell’area. Per un attimo temette di essere alla mercé di un attacco congiunto di chaos e spectre, ma questo pensiero trovò una veloce via d’uscita dalla sua mente. Non avrebbe messo la mano sul fuoco per altre personalità, ma sicuramente Eaco avrebbe scelto la morte definitiva piuttosto che collaborare con entità del genere, con forze capaci di intaccare e far marcire l’animo delle persone fino al punto più profondo. Non lo avrebbe definito un giocatore onorevole, ma sicuramente qualcuno che sapeva rispettare determinati princìpi, per quanto distorti da tutte quelle vite di esistenza e devozione ad Hades. E ancora, nonostante ciò, Oliver tirò un sospiro di sollievo nel calcolare velocemente che la rotta intrapresa da Eaco lo avrebbe portato a scontrarsi inevitabilmente con le navi minori che li avevano circondati. Lo vide colpire una delle sette, per poi prendere il suo posto e puntare a quella più vicina. Ricordava estremamente bene quanto male potessero fare i cannoni – d'altronde, se li era ritrovati contro, aveva dovuto difendersi da essi. Proprio per quel motivo, non poté che esultare internamente, avendo – anche per una sola volta – gli stessi cannoni ad aiutarlo.





    Gli aveva detto che se si fossero trovati in battaglia insieme, Oliver gli avrebbe coperto le spalle. Nel suo orgoglio, anche nella sua voglia di prendersi gioco di loro, Eaco sembrava aver fatto lo stesso.



    Poggiò una mano sulla faccia, confermando la sensazione che aveva avuto pochi attimi prima. Fin da quando era entrato nel suo raggio di percezione, aveva provato una sensazione familiare – non per forza positiva – ma sicuramente conosciuta. Si chiese perché si trovava in quel luogo, perché attraversava quei cieli. Poi, realizzò che la fonte cosmica si faceva sempre più vicina – sempre di più. Una risata nervosa aprì la sua espressione, illuminandola di una luce completamente diversa. Tra tutti gli spectre, lui. Disse, senza però tirare un sospiro di sollievo. Aveva senso, quale altra costruzione spettrale avrebbe potuto rivaleggiare con le navi che stavano affrontando in quel momento? Non poté fare a meno di chiedersi cosa lo aveva spinto, ma ringraziò qualunque motivo esistente sulla faccia di quel pianeta. Gli vennero in mente le parole scambiate tempo prima, e l’ironia di tutte le volte in cui aveva tentato di ucciderlo lo portò ad allargare ancora l’espressione che stava esibendo. Come diceva il proverbio? Il nemico del mio nemico è mio amico ? Non avrebbe potuto trovare un’espressione più adatta a quella situazione. Chaos e corruzione erano nemici anche per gli agenti in viola, qualcosa che avrebbe potuto dare più che un pensiero anche alle alte sfere degli abitanti degli inferi. Strinse le mani con forza, rendendosi conto della sovversione di situazioni rispetto a diverso tempo prima. Gli spectre attaccavano Atlantide, e ora uno di loro aveva appena colpito la nave del cerchio che li aveva circondati, aprendo il fuoco su quella che si trovava esattamente di fronte ai sistemi offensivi. Aprì il canale di comunicazione con tutti gli uomini della divisione Nord. Oliver avrebbe potuto gestire con lucidità un intervento del genere, ma le sue truppe? Atlantidei, so cosa provate in questo momento e cosa state pensando, ma dobbiamo approfittare dell’occasione – muoviamoci! La seconda comunicazione, poi, arrivò a Raia – chiedendole di sforzarsi ancora una volta per portarli al sicuro dall’attacco lanciato verso di loro in quei pochi attimi. 'Portaci ai lati, lascia Ben ed Eaco a occuparsi di loro!' Esplose attraverso le casse di oricalco.



    We’re all adrift together? Bitch please

    And yet, look who's lifting with us now.





    Quello che Raia avrebbe fatto sarebbe stato portare la sua nave e la Almighty ai lati della ammiraglia del chaos, ad una distanza tale da poter ingaggiare il combattimento – ma anche da poter impiegare manovre evasive o difensive. Seahorse, invece, sarebbe rimasto indietro – in compagnia di Eaco – nel tentativo di distruggere le navi più piccole, quelle che li avevano circondati e che, in quel momento, erano chiuse in uno spazio delineato dalla Deep Purple e da quella del Primarca. Rivolse gli occhi davanti a lui, intimando all’equipaggio di tenersi saldo per la traslazione spaziale. E quasi istantaneamente, la sua nave – assieme a quella dell’amica, chiusero il nemico in una morsa speculare. Cosa avrebbe fatto Oliver, a quel punto? Semplice, avrebbe dato ordine alla divisione bestie di generare enormi armi di oricalco rinforzato – emulando le capacità del serpente – per avvolgere completamente la nave nemica in una stretta così robusta da impedirle qualsiasi movimento. Similmente ad una trappola che scattava per catturare la propria preda – l’ancoraggio di tali apparati avrebbe generato una fitta e intricata rete su tutta la sua superficie, frontale, laterale, superiore ed inferiore, in modo da chiuderla completamente. Ancora una volta, come a farsi beffe dei propri nemici – mandandoli in confusione – avrebbe generato un'illusione tale da far apparire ai loro occhi una posizione errata delle due navi; ovvero, come se Scylla ed Anzu si fossero trovati avanti ancora vicino alle altre navi, e non ai due lati dell'ammiraglia, in modo da illudere ancora una volta i propri nemici occultando quell'offensiva a qualsiasi mezzo di percezione possibile.



    Ciò, come primo approccio, si unì all’intervento di Raia – espresso attraverso i suoi poteri. Con la nave agganciata e bloccata in una presa del genere, Scylla avrebbe potuto agire liberamente, liberando quelli che sarebbero stati i droni più forti a sua disposizione. Divisione armi, caricate S-01 e S-03, al mio comando. Avvertì alzando una mano e aspettando di trovarsi sul giusto allineamento, che sarebbe stato favorevole per aumentare i danni inflitti. Un attimo dopo, e la mano dell’uomo calò, segnando il via e dando il permesso ai soldati di liberare l’attacco. FUOCO! Fu generata una quantità spaventosa di droni-orso, che furono spinti proprio verso il suo lato della nave approcciata. Essi si sarebbero riversati proprio sulla sua superficie, nel tentativo di colpirla con pesanti attacchi, attraverso l'animale. Erano dotati non solo di una forza fuori dal comune, ma anche della capacità di poter privare – a contatto – le energie cosmiche che servivano a mantenere l’ammiraglia attiva, potendo anche imprimere l’effetto aggiuntivo con i colpi mandati a segno. Ciò si sarebbe tradotto in pesanti danni, non solo esterni, ma anche interni – che avrebbero messo fuori uso i sistemi delle navi, creato ingenti complicazioni alle funzioni di gestione. Motori, circuiti di offesa, difesa, di trasporto e warp – dal lato di Oliver sarebbe stata creata una tempesta dotata di una forza e una pericolosità tale da metterla fuori combattimento. In una situazione del genere, contro ogni possibile aspettativa, fece qualcosa che non aveva fatto da tempo, che aveva sempre avuto timore di fare. La sua mente si aprì in quella che fu la sua preghiera, riflesso di quello che – in realtà – tutti stavano sperando in quel momento.


    'Padre, ovunque tu sia.
    Ho bisogno di un miracolo, di un atto di fede.
    So di non essere il più ligio dei tuoi figli
    Ma i nostri compagni hanno bisogno di noi
    Io ho bisogno di te
    Aiutami, guidami.
    Ti prego.'





    Cosa cercava? Il segno che l'imperatore fosse sempre con loro – pronto a dare la forza, ai suoi soldati, di resistere anche agli attacchi più duri, anche alle situazioni più impensabili. Sentì il calore del cuore meccanico, il plasma che soffiava con intensità tale da scottare a contatto. Se avevano ricevuto una mano anche dai loro nemici, voleva dire che la situazione era tremendamente pericolosa, così tanto da incappare in qualcosa peggiore della morte al primo passo falso. Ecco perché Oliver raccolse le preghiere di tutti loro, offrendole al dio con la volontà di trovare una soluzione a quella minaccia, di poter trovare la forza superiore – il giusto tiro di dadi del destino – per tornare dai compagni. Aveva un brutto presentimento, li stavano rallentando per fare qualcosa, qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere. Con il favore di Poseidone, con il loro desiderio di vittoria – un desiderio non di gloria personale, ma collettiva, per la loro casa – sarebbero riusciti a vincere


    Combattendo insieme.




    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Accusa Stanchezza
    MENTALMENTE Ξ Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Come difesa dal colpo utilizziamo uno dei due teleport monouso per spostare Benedict al lato, in modo da permettergli di attaccare le navi assieme a Garuda, mentre io e Raia ci posizioniamo ai lati dell'ammiraglia. Oliver procede a nasconderli in un'illusione, facendo credere a tutti che si trovino ancora accanto a Ben, occultandoli a vista/udito/ecc [diversivo]. Per quanto riguarda la sua parte di attacco, procede a creare – attraverso i serpenti – una rete di tentacoli che aggancino e tengano ferma l'ammiraglia [ad], per poi generare una serie di attacchi con droni orso che colpiscono a forza straordinaria, nel tentativo di sfondarla e causare sia danni esterni che interni, assieme alla privazione cosmica [af]

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Markup 'Strength' - Forza Straordinaria (Temporaneo)
    Markup 'Drain' - Privazione Cosmica (Temporaneo)
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Cold, the air and water flowing
    Hard, the land we call our home.

    Prima composizione bestiale di Azae.
    Il pugno dell'orso. Attraverso la manipolazione del proprio cosmo, e della propria armatura, Oliver può trasformare parte della sua scale - dotandola di grandi guanti meccanici, o gambali più robusti - per colpire il nemico con maggiore forza; procurando all'obiettivo, se andato a segno, gravi danni interni. Se non manifestati sotto questi aspetti, i poteri dell'orso possono trasformare parte della scale, facendole assumere l'aspetto di un grosso martello. Rottura di ossa, emorragie, tutto a disposizione della conformazione contundente che la scale di Scylla può assumere. Quando viene utilizzato lo spirito dell’orso, inoltre, il colpo a distanza assumerà le fattezze della stessa bestia – dirigendosi in prossimità dell’avversario per tentare di colpirlo con i suoi possenti artigli, causandogli – in caso di riuscita – lo stesso tipo di danno che causerebbe un impatto fisico dell’arma cosmica. [Danno: Interno, Rottura di Ossa - Arma: Grossa, Contundente]


    This, the song of sons and daughters
    Hide, the heart of who we are.

    Terza composizione bestiale di Azae.
    Le ali dell'aquila. Attraverso il potere di questa particolare tecnica, Oliver potrà utilizzare una serie di lame, dotate di forme ricurve e aerodinamiche, per poter attaccare a distanza il nemico. Suddette armi avranno la particolare capacità di essere controllabili a distanza, potendo compiere movimenti - anche innaturali - se dettati dalla mente del Primarca. Di solito posizionate sulle braccia, possono anche spostate in corrispondenza delle gambe o, all'occorrenza, assumere la forma di due pugnali, di taglia media. Le ali dell’aquila, inoltre, possono avere lo stesso effetto – se trasmesse alla sua variante cosmica. Essa sarà controllabile, nella sua direzione, dalla mente del Primarca, venendo impiegata per le stesse strategie – con la stessa natura offensiva; alla stregua di un missile guidato. [Danno: Tagliente, Traiettoria guidata - Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante]

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    « DANNAZIONE! »

    I pugni di Raia colpirono rabbiosi i bordi della plancia di comando, rintoccando con un'eco insieme all'imprecazione. La Bird of Prey si avvitò riposizionandosi accanto alla Almighty nel guardare l'ammiraglia finalmente ricomparire di fronte a loro...con i rinforzi. Gli occhi dorati scattarono di qua e di là, seguendo le lente traiettorie delle navi del chaos intorno a loro mentre la corazzata semplicemente attendeva.

    × OLLIE! CI STANNO TRATTENENDO! DOBBIAMO RITIRA- ×

    L'aria vibrò. Un sospiro caldo, quasi un rantolo. Raia alzò lo sguardo verso l'alto istintivamente, afferrando i comandi. Il respiro pesante, i capelli ritti sul collo nonostante fosse madida di sudore. Quel Cosmo, la traccia era inconfondibile dalle descrizioni e dalle sensazioni che stava avendo in quel momento: era uno Spectre. A comando di una nave? No...l'intera nave era lo Spectre, era un'estensione vera e propria di quella presenza terrificante che stava gettandosi in picchiata. La prua nera e affilata scintillò fiocamente assorbendo luce solare nel buttarsi in avanti e coprì la distanza che li separò in un istante.

    Gettandosi su una nave del Chaos.

    × Ma cosa...? ×

    Come era possibile? Raia strinse le leve in un moto di agghiacciata perplessità. Aveva una manciata di istanti per metabolizzare e non erano abbastanza, mentre la voce di Oliver le rimbombava nella testa. Troppi pensieri si stavano accavallando nella mente, non poteva permettersi quell'esitazione! Ringhiò, scrollando la testa nel scacciare prepotentemente il tutto: rimase solo la consapevolezza che in quel momento, quello era una distrazione.
    Esattamente quello che serviva quando i cannoni delle navi del chaos esplosero i loro colpi.

    Doveva avere un solo bersaglio da odiare in quel momento.

    Chiuse gli occhi e lo spazio si visualizzò come un'immensa rete di impulsi. Una rete di neuroni, un'immensa alternativa alla posizione che stavano occupando in quel momento nella realtà. Esattamente sovrapposta. Si trattava di un balzo immenso, qualcosa che le avrebbe richiesto uno sforzo incredibile, ma eseguì l'ordine senza pensare...esattamente come un soldato doveva fare.

    I cannoni del chaos avrebbero riversato i loro colpi nel vuoto. Un'incrociare di colpi letali per qualunque cosa, se solo la Almighty, la Bird of Prey e la Ulgony avessero condiviso quello stesso piano. Ma per un attimo, un attimo solo, le tre navi furono altrove, avvolte da fulmini che avrebbero mandato in tilt i sistemi di comunicazione nel mostrare la dimensione dove Raia svaniva nei suoi spostamenti. Dove il mondo era ioni, ozono e il tremendo boato di tuoni e fulmini.

    electricity-lightning

    Espirò, assaggiando il sapore del sangue nell'espirare di nuovo l'aria della navicella, nel rimaterializzarsi su quel piano. Tossì, tremando nell'appoggiarsi un istante ai comandi per permettere al tremore di passare: non aveva mai teletrasportato qualcosa di più grande di se stessa o alcune persone e il dolore fisico la privò di parole. I comandi ripresero a funzionare immediatamente, permettendole di guardare la fiancata dell'ammiraglia di fronte a sé.
    Il radar le mostrò la Ulgony in posizione, la Almighty in posizione. Ce l'aveva fatta. Strinse i denti, asciugandosi la copiosa epistassi dal naso con rabbia nel caricare di nuovo i cannoni. Era la loro unica occasione e l'avrebbero colta. Abbassò le leve e i cannoni sonori esplosero in un boato avrebbe riverberato sullo scafo della nave nemica, avvolto dal Cosmo di Scylla, e su quegli orribili tessuti purulenti che la ricoprivano, mirando a smantellarla, a porre in stasi qualsiasi cosa che avrebbe potuto raggiungere con l'estensione dei suoi poteri. Dovevano metterla fuori gioco, per quel momento o per sempre.

    × APPROFITTIAMO E ANDIAMOCENE! ×

    Urlò mentalmente a Oliver.

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
    rBDq8G4
    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | Teleporto le navi riposizionandole e poi scarico un [af] sonoro approfittando di tutto l'ambaradan di Ollie sull'ammiraglia.

    Scusate il post schifoso ma ho avuto contrattempi non indifferenti :facepalm:

    ///

    uv7ZJKo

     
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    Una serie di esplosioni riverbera nell'aria. La densa atmosfera mefitica si è addensata attorno ai fianchi dell'ammiraglia, disperdendo parte dell'impatto e impedendovi di constatare i danni.
    Un basso ronzio inizia a farsi strada verso di voi, mentre i segnali sui radar si fanno confusi e la gigantesca nave sfarfalla davanti ai vostri occhi, spostandosi istantaneamente di qualche centinaio di metri oltre la battaglia per sottrarsi al vostro fuoco incrociato.

    La nave vittima dello schianto della Vivama è ridotta a un rottame, ma da ciò che resta dello scafo si libera una poderosa onda d'urto che sembra bloccare sul posto la nave di Seahorse. Le restanti navi di supporto accelerano improvvisamente verso l'esterno, quasi guidate da un preciso protocollo di attacco.

    Il ronzio aumenta a dismisura, disturbando tutti gli strumenti a vostra disposizione. La formazione delle navi viene collegata da fasci energetici, creando un'enorme gabbia sferica dai colori distorti.

    1nj2oJ4

    Raffiche paurose iniziano a distorcere lo spazio in quell'area, tentando di rinchiudervi in una putiferio di correnti dalle direzioni casuali e imprevedibili, che celano nei loro moti turbinosi una grande quantità di energia caotica, atta a impedirvi di riallinearvi e farvi a pezzi.




    3Am36Fn




    Dunque, l'ammiraglia ha subito qualche danno, ma è difficile da quantificare.
    Le cinque navi di supporto rimanenti si aprono a circondarvi di nuovo, prendendo distanza. In pratica si crea una gigantesca sfera che tenta di racchiudervi.
    L'attacco è una serie di distorsioni spaziali nell'area sottesa che creano correnti imprevedibili, ripiene di anticosmo per indebolire le vostre difese e frullarvi meglio. Al contrario dell'attacco dimensionale di qualche turno fa, non vi vuole attirare in un punto, ma vuole ulteriormente dividervi.
    Consideratelo come una gigantesca Marvelous Room a Energia Nera, per intenderci.

    Su indicazioni di Gorth, rimettiamo il limite di 7 giorni per i post :fiore:


     
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