[mega quest saints] We can be Heroes - FUKUSHIMA - Parte 6

Alek, Andrea, Bart

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    Protogenos of Death

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    U
    n vasto bosco avvolge l'impanto nucleare, bosco che superate senza problemi.
    Per quello che potete percepire in un primo momento, la vita ha abbandonato completamente quei luoghi.
    Persino la traccia della Corruzione è molto debole... fino a che esplode in un singolo istante.

    Un centinaio di quelli che sembrano steel saints compare dal nulla, poco prima nasconda da sistemi di occultamento. La loro armatura è nera ed un vistoso simbolo anch'esso nero, in campo bianco, campeggia sulla loro spalla destra.
    Subito iniziano a bombardarvi con piccoli missili carichi di energia rossastra, capaci di corrodere cosmo e materia.

    Oltre a ciò, appena dopo, gli edifici dell'impianto iniziano ad esplodere, ad eccezione dell'enorme edificio centrale.
    Ognuna di quelle esplosioni è caratterizzata da quell'energia rossastra...

    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    Le esplosioni e i missili, assieme, fanno un attacco a Suprema, quindi gestibile.
    Con due Cavalieri del Leone il loro sistema di occultamento è servito a poco, vi siete accorti che qualcosa non andava, ma capite anche che è un sistema di occultamento estremamente avanzato.
    I due leoncini si accorgono anche dell'imminente esplosione degli edifici, esplosioni che convergeranno tutte su di voi.

    Bart invece inizia ad avere strane percezioni, come una sorta di deja vu, simile ai trip fatti con Alman. Nessuna delle immagini però sembra avere senso, senti solo una terribile sensazione di allarme che ti proviene non tanto dagli attacchi o dall'energia della corruzione, ma dal luogo... soprattutto dal sigillo vicino all'impianto.

    Gestite il tutto come un duello, quindi autoconclusivi sulla difesa, condizionali sul contrattacco :yeye:

    Avete 7 giorni per postare.

    A voi!:zizi:
     
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    We Can Be Heroes: Fukushima

    Tornate da me”.
    L’eco delle sue stesse parole risuonava ancora nelle orecchie, come fosse un promemoria che teneva viva quell’importante speranza: tornare a casa tutti insieme. Dopo quell’ultimo momento condiviso con suoi compagni Cavalieri, i quattro gruppi si separarono per raggiungere ognuno la propria meta designata.
    E fu subito il momento dell’ennesimo teletrasporto.
    Nelle ultime ore Bart era diventato un pendolare del trasporto istantaneo e, proprio come ogni buon pendolare, odiava con tutto il cuore il suo mezzo di locomozione ma sapeva di non poterne fare a meno. Un breve strabuzzare di occhi e un leggero colpo di tosse, servirono a mascherare la nausea che rimaneva ancora come ricordo.
    Nel canonico tempo di un batter di ciglia, si ritrovarono nel bel mezzo del bosco che avvolgeva l’impianto nucleare di Fukushima. Un posto tranquillo, normale, che si poteva banalmente definire pieno di alberi. Nulla da segnalare, insomma, se non che faceva da improbabile cuscinetto tra quella che era stata la città e uno dei reattori nucleari più famosi al mondo. Lasciando che la Lancia Bracciale di Libra aderisse al suo avambraccio, Bartolomeo fece strada tra gli alberi, abbassandosi per evitare i rami (per lui) più bassi e risparmiarsi inutili ulteriori lividi.

    Ouch.

    Ecco, forse non li aveva evitati proprio tutti.
    Si girò verso i compagni sorridendo, come a dire “va tutto bene”, guardandosi intorno per notare come tutto sembrasse così ... morto. Non c’era nemmeno un segno di vita in quel luogo e più avanzavano più sembrava di calpestare una nuova terra di nessuno. Il gigante si schermò gli occhi con una mano per proteggerla dalla luce che, filtrando dagli alberi, segnalava la fine del bosco. Il verde fece presto largo al cemento e una piccola foresta di palazzi fece capolino, con al centro il famoso reattore nucleare.
    Tutto tranquillo fino a quel momento, quasi fosse una gita scolastica con l’insegnante di scienze.
    Il gigante si voltò nuovamente verso Andrea e Aleksander, per constatare con loro quell’improbabile quiete e, proprio in quel momento, vide le loro espressioni cambiare. Il Lawos confermò l’impressione del Gran Sacerdote con un chiaro messaggio telepatico che indicava senza far rumore un qualche tipo di compagnia. L’Eforos, in tutta risposta, fissò lo sguardo in una direzione ben precisa.

    Cosa? Dove?
    Io non vedo nulla ragazzi.


    E non stava mentendo: il Toro non riusciva a vedere proprio nulla.

    Di cosa state parla-...

    Non ancora, per il momento.

    Oh.

    Ed ecco la scoperta. I sensi notevolmente più sviluppati dei due Leoni erano riusciti a vedere dove gli altri non potevano. Erano riusciti a farsi strada nell’intricato labirinto creato da un occultamento coi fiocchi. Ora anche Bart poteva stupirsi della stessa visione, forse proprio perché quel nuovo nemico aveva lasciato ogni remora per attaccare senza pietà.
    Quindi? Cos’era successo?
    Beh, nulla di che. Semplicemente era appena apparso di fronte a loro un intero squadrone di Steel Saint dalle evidenti cattive intenzioni. Questi erano bardati di un’armatura artificiale diversa rispetta a quelle viste alla Fondazione Grado e si distinguevano – oltre che per il colore nero – anche per uno strano simbolo sullo spallaccio destro. Si sentiva puzza di Corruzione – o di qualcosa di simile – lontano un miglio.
    Nessuna informazione aggiuntiva, ma almeno due certezze: non erano amici e li volevano morti.
    La postura e l’atteggiamento del Toro cambiarono nuovamente in modo repentino, tornando in modalità “spacco tutto”. La sua espressione s’indurì e si rivolse in modo deciso e perentorio ai due Leoni.

    State dietro di me.

    Poche parole che seguirono immediatamente ai fatti. Nello stesso istante in cui gli oscuri Steel Saint lanciarono la loro pioggia di missili, Bartolomeo fece la cosa più istintiva che gli venne in mente: proteggere. Proteggere i suoi compagni Cavalieri, chiedendo di affidargli in quel momento la loro stessa vita. Avrebbe fatto fede al consiglio che aveva dato a tutti, mettendosi per primo di fronte al pericolo per risparmiare ulteriore sofferenza agli altri.
    E agì davvero con l’istinto. Senza nemmeno pensare a quale fosse la strategia migliore.
    Sfruttando la velocità della luce e la straordinaria agilità dei suoi movimenti, il Gran Sacerdote incrociò le braccia al petto. In un attimo, la sua imponente figura oscurò quella di Andrea e Aleksander, come se fosse un muro invalicabile dietro al quale ripararsi. Con una contrazione muscolare fulminea, quasi impercettibile a occhio nudo, le braccia scattarono in avanti per scatenare tutta la furia del Toro: il Great Horn.



    Un attacco per contrastare un attacco. Un attacco per difendersi.
    Quel movimento così semplice quanto travolgente generò un’immensa bordata cosmica frontale rispetto a Bart. Un potere che andava oltre ogni umana concezione di forza e che nessun oggetto artificiale sarebbe stato in grado di contrastare. L’abbagliante contrattacco travolse i missili, facendo inesorabilmente terminare a mezz’aria la loro avanzata.
    Stava quasi per ringraziare la divina provvidenza per quel meritato successo, quando lo sguardo di Andrea attirò la sua attenzione su un’altra catastrofe imminente. Con la coda dell’occhio Bartolomeo vide che l’attacco missilistico non era l’unico problema. Eh no, ci mancavano anche i palazzi che presero a esplodere come una torta di compleanno con dentro una spogliarellista.

    Dannazione.

    Il Gran Sacerdote non aveva tempo per imbastire un’altra azione efficace, così fece l’unica cosa possibile in quel momento. Allargò le braccia e spinse il suo cosmo fino ai limiti estremi, incrementando la gittata del Great Horn. Da un attacco conico e centrale, questo andò a coprire tutta la parte frontale fino a raggiungere i centottanta gradi. In questo modo, anche il crollo e le esplosioni dei palazzi vennero a loro volta travolti dalla furia del Toro, andando ad annullare le minacce più pericolose.
    Tutto è bene quel che finisce bene?
    Ovvio che no. Infatti, la portata dell’attacco nemico era stata così travolgente che qualche effetto collaterale ebbe l’ardire di sopravvivere al Great Horn. I residui di quella che sembrava una nube rossastra si lasciarono cadere verso i Cavalieri, come fossero lapilli di una timida eruzione vulcanica. Non potendo che accettare quella situazione, Bartolomeo tenne le braccia spalancate per continuare a coprire con il suo enorme corpo sia Andrea che Aleksander. Abbassò il mento fino a toccare il pettorale dell’Armatura, cercando di non lasciare alcun punto di pelle scoperta a quella pioggerella minacciosa. Il ricordo di quello che era stato un attacco violento e improvviso, ormai ridotto a flebili rosse stelle cadenti, travolsero inesorabili l’intera figura del Toro. La Cloth, grazie alla sua straordinaria resistenza, fece il suo dovere e solo pochi sprazzi riuscirono a toccare la nuda pelle del gigante, facendola reagire come fosse corrosa dall’acido. Bart strinse i denti, ma non si spostò nemmeno di un millimetro, garantendo una protezione completa ai suoi compagni.
    Nonostante il pericolo imminente e il dolore di quelle nuove e profonde ferite, il Gran Sacerdote fece un ghigno carico di folle violenza e incrollabile determinazione, rivolgendosi poi ai due Leoni.

    Ragazzi, sono tutti vostri.

    Aveva creato la situazione perfetta per una degna e violenta risposta, proteggendo la posizione e permettendo loro di scatenare tutta la furia di cui erano capaci. Il Toro si stava già pregustando la distruzione che sarebbe da poco accaduta, quando una terribile sensazione d’inadeguatezza gli fece torcere lo stomaco. Un dubbio s’insinuò in quell’istante di stasi tra la difesa e il contrattacco.

    Non può essere tutto qui.
    L’orda di corrotti, questa replica malriuscita degli Steel Saint.
    Sembra tutto un diversivo.
    Un diversivo che sputa lava e spara missili, ma pur sempre un diversivo.
    Come se qualcuno volesse distrarci dal vero problema.


    Lo sguardo si posò sul reattore nucleare, unica costruzione ancora intatta, e qualcosa, non sapeva perché, non tornava. Uno strano simbolo, l’inspiegabile percezione che provocava al solo guardarlo.

    C’è ancora qualcosa.
    Un qualcosa che nemmeno i sensi del Leone sono riusciti a scoprire.


    Sembrava quasi di trovarsi nuovamente in quel viaggio spazio-temporale con Alman. Era come essere degli spettatori a teatro, con la possibilità di esprimere la propria opinione sullo spettacolo senza però poter alterare una trama già scritta.

    Questa sensazione che non riesco a spiegarmi potrebbe valere più di mille abilità.
    Questi crampi allo stomaco, questo tremendo disagio.
    Non so dire cosa, ma qualcosa non mi torna.


    Chiuse per un solo istante gli occhi, mentre la potenza di Andrea e Aleksander si stava scatenando, rivolgendosi con la mente ancora una volta a quella figura leggendaria che gli aveva aperto le porte a un mondo di sapere.

    Dannazione Alman, dove ci stiamo cacciando.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Beccatevi tutti questo grandioso Great Horn nei denti, che in realtà ha uno scopo difensivo andando annullare un attacco a pari potenza.
    Bart fa poi scudo con il suo corpo (e la sua Armatura) ad Andrea e Aleksander contro i residui dell'offensiva, per permettere ai ragazzi di scatenare l'inferno.

    Condizioni:
    Definirlo determinato sarebbe riduttivo.
    Ha ustioni e ferite non gravi su alcuni punti del corpo scoperti dalla Cloth. Null'altro da segnalare.

    Tecniche:
    Great Horn:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Alcuni lo definiscono il colpo più veloce del Grande Tempio, altri come la tecnica che unisce perfettamente attacco e difesa; altri ancora non hanno potuto raccontarne gli effetti devastanti, essendo stati sconfitti senza nemmeno essersene accorti. Il "Grande Corno" è la tecnica principale del Cavaliere del Toro, che prende nome dall'arma più pericolosa a disposizione dell'animale della costellazione. Esistono due varianti di tale incredibile esecuzione.
    Prima Variante: Bartolomeo si pone di fronte al nemico in una statuaria posizione eretta a braccia conserte. Tale impostazione permette di opporre una solida difesa fisica agli eventuali attacchi avversari, ma al contempo nasconde un'arma letale. Infatti con un rapidissimo movimento, il Cavaliere potrà distendere le braccia verso l'avversario generando un'inaspettata e violentissima bordata cosmica che unisce velocità, potenza cosmica e fisica. Gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da Cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata. Il potenziale distruttivo generato sarà immenso, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa o annichilire con decisione un avversario impreparato o colto di sorpresa.
    Seconda Variante: In ogni duello è sempre un vantaggio nascondere qualche asso nella manica per i momenti più difficili. Proprio questa seconda variante può essere considerata uno di questi metaforici assi. Infatti Bartolomeo potrà optare per liberare maggior energia dal suo corpo, sfruttando al massimo il già incredibile potenziale del Great Horn. Scagliando il colpo direttamente con le braccia distese, il cavaliere potrà perdere l'effetto sorpresa della prima variante, ma aumenterà di molto la quantità di energia sprigionata non dovendo partire dalla posizione di difesa a braccia conserte. Una potenza inimmaginabile che travolge e distrugge ogni cosa si trova sul suo cammino, caricando i malcapitati obiettivi come un toro inferocito.
    Infine, non bisogna dimenticare l'utilizzo che Bartolomeo può fare della sua immensa forza fisica. Infatti il Great Horn può essere ulteriormente potenziato sfruttando anche il plus fornito dalla prestanza muscolare del cavaliere, capace di generare onde d'urto di pura forza bruta in grado di colpire a distanza. Unite il tutto e capirete facilmente perché molti avversari non sono sopravvissuti per raccontare le potenzialità del "Grande Corno".


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

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    « Fukushima »
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    Il colonnello rispose alla sua richiesta annuendo con un sorriso sul volto, un gesto al contempo di fiducia e stanchezza.
    Lei fu felice di aver risolto quel primo, minuscolo problema, conscia che ad aspettarla c'era una battaglia di cui ignorava l'intensità. Gran Sacerdote, Lawos ed Eforos tutti nello stesso luogo, uno sprone a non fallire e a non cadere – o sarebbe stata la disfatta per l'intera Grecia. Era naturale che fossero loro tre a scegliere il luogo più pericoloso, che non chiedessero a nessun altro di sopportare quel fardello.
    Guardo alla sua destra e alla sua sinistra. Sapeva fin troppo bene di non essere ancora al livello di Bart o di Alek - no, probabilmente non ci sarebbe mai arrivata – ma avrebbe fatto del suo meglio per assisterli e fare la sua parte.
    Non era più una ragazzina, ormai. Molte persone avevano fiducia in lei, e Andrea non avrebbe mai voluto deluderle.
    Fu a questo che pensò, mentre chiudeva gli occhi, prendeva un respiro profondo e si preparava all'ennesimo salto dimensionale della giornata.

    Non appena riaprì gli occhi le fu subito chiaro che qualcosa non andava.
    Sentiva l'odore pungente della Corruzione in ogni dove, per quanto questa fosse solo una nota trasportata dal vento. Era così abituata a combatterla che capì subito che i loro nemici stavano cercando di occultarsi, un comportamento, questo, che le risultava nuovo per degli esseri privi di una vera coscienza. Strinse le labbra, e il messaggio telepatico di Alek le fece comprendere che anche lui li aveva notato.
    Facendosi guidare dall'istinto del Leone il suo cosmo prese fuoco, come preparandosi all'attacco imminente dei corrotti non appena si fossero accorti che la loro agguato era destinato a fallire.
    « State pronti. » Sussurrò a mezza voce Andrea, come a ricalcare il messaggio del Lawos. E, dopo un momento che sembrò durare un'eternità, la battaglia iniziò con un rombo di tuono.
    Decine, no, forse centinaia di Corrotti si erano alzati in volo all'unisono, come un'unica entità nera che oscurò, per un attimo, il sole.

    Bart, con la sua imponente stazza, si mise davanti ai suoi due compagni, urlando a loro che si sarebbe occupato lui della difesa. Andrea, così, ebbe modo di gettare uno sguardo su di loro.
    Erano ricoperti di quelle che sembravano le armature elettroniche che anche la Fondazione Grado utilizzava, solo nettamente più oscure, con un simbolo di un Sole Nero sulla spalla destra. Chiunque fossero, dovevano essere collegati a quell'organizzazione di cui aveva parlato loro il Colonnello, dediti a ricerche sulla Corruzione. Strinse le labbra, mentre si affidava all'immenso cosmo di Bart per uscire dal loro assalto indenne. I loro nemici erano in grado di prodigi tecnologici simili a quelli della Fondazione, e avevano coordinato tutti quegli attacchi per... quale motivo? Qualunque esso fosse, stavano dando fondo alle loro risorse per essere certi di riuscire. E, in questo, i Saint si erano messi sulla loro strada. Forse, se fossero stati fortunati, Andrea non avrebbe mai dovuto sapere a cosa puntavano, perché sarebbero riusciti a eliminarli quanto prima.
    Era l'Eforos, eppure non ne sapeva minimamente abbastanza. Quella mancanza d'informazioni la disturbava, un fastidio costante che riusciva persino a sovrastare i clamori della battaglia.

    I suoi sensi, tuttavia, riuscirono a sovrascrivere ancora una volta la sua razionalità.
    Il suo occhio colse un movimento regolare negli edifici che li circondavano: stavano esplodendo uno alla volta, in una reazione a catena che avrebbe finito per convergere su di loro.
    « Gli edifici! L'esplosione punta verso di noi! » Urlò, per essere sicura che Bart la sentisse, e lui ancora una volta non la deluse. Riuscì a fare in modo che niente, di quel duplice attacco, raggiungesse lei e Alek, lasciandoli liberi di formulare una strategia per occuparsi di quella moltitudine di corrotti.
    Doveva abbandonare, per il momento, la consapevolezza di sapere così poche cose sul loro nemico, e concentrarsi, il prima possibile, sul come abbatterli. Il loro Gran Sacerdote si era assicurato che lei e Alek potessero muoversi indisturbati: stava a loro, ora.
    Alek, ne bloccherò il più possibile così che tu possa scatenarti. Bart, tieniti pronto a chiudere gli occhi e a schermarli con una patina di cosmo. ❜ Inviò quel messaggio telepatico a entrambi, e non appena il polverone delle molteplici esplosioni si dissipò fu pronta ad agire.

    Un lampo di luce sarebbe partito dal suo corpo, per accecare temporaneamente più nemici possibili.
    Sperava, così, di stordirli il tempo sufficiente a impedire loro di comprendere se, e come, il loro attacco avesse avuto effetto. Avevano provato a occultarsi di fronte a due cavalieri del Leone, che più di tutti eccellevano nel rivelare trappole. Avrebbero compreso molto presto, tuttavia, cosa si prova a trasformarsi da cacciatore a preda.
    Finito quel bagliore Andrea, Aleksander e Bartolomeo non sarebbero stati più, semplicemente, visibili. Nascosti nella rifrazione, Andrea si sarebbe assicurata che i corrotti non sapessero da dove sarebbero arrivati i loro attacchi, costringendoli a muoversi alla cieca.
    Sperava, così, di mandare in tilt la loro mente condivisa, sovraccaricando i loro sensi di informazioni e spingendoli, a loro volta, ad attaccare senza sapere precisamente vera che direzione. La vera mossa di Andrea, tuttavia, doveva ancora venire.

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    Allungò la mano, e da essa si dipanarono centinaia di catene di elettricità e luce finissima.
    Una delle capacità principali del Leone era quella di vedere la battaglia con un occhio diverso rispetto alla maggior parte dei cavalieri, riuscendo a immagazzinare informazioni sul momento per sfruttarle in seguito. Quella tecnica, poi, era semplice in modo particolare, per lei.
    Aveva indossato l'armatura di Andromeda per oltre un anno, e le repliche che stava creando le venivano naturali come respirare. Si sarebbero dirette, celate anch'esse nell'invisibilità, verso i corrotti, una catena per nemico. Una volta raggiunti avrebbero tentato di stringersi a loro, avviluppandoli nelle loro spire, riversando, nel contempo, nei loro organismi una gran quantità di elettricità che avrebbe contribuito alla paralisi. Più fosse riuscita a intrappolarne, più Alek sarebbe riuscito a annichilirne senza sforzo.
    Non vi deluderò, compagni, pensò mentre il suo cosmo bruciava per permettere la creazione di quel gran numero di catene.
    A te. ❜ Comunicò, di nuovo, telepaticamente ad Alek, per avvertirlo che aveva portato a termine la sua azione.
    E pregustò la devastazione che, col suo aiuto, il suo maestro poteva portare.

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Leggermente spossata.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ Lightning Chain

    Tecnica che Andrea ha sottratto dall'arsenale del cavaliere di Andromeda, la sua precedente armatura. Concentrando la luce, Andrea darà vita a un gran numero di quelle che sembreranno a tutti gli effetti delle catene. Facendole roteare, in un omaggio alla Nebulosa di Andromeda, Andrea le scaglierà contro il nemico. Lo scopo non è quello di causare un danno diretto, ma di intrappolare il nemico tra le loro spire, impedendogli qualsiasi movimento. Se infatti le catene riusciranno a intrappolare l'avversario, queste prenderanno a stringersi sempre di più, rilasciando contemporaneamente scariche elettriche. In questo modo i danni che, se colpito, riporterà l'avversario, saranno lesioni causate dalla pressione esercitata sul proprio corpo, ustioni da luce e uno shock dato dalla corrente elettrica che attraversa gli anelli delle catene di luce. [img] {Tecnica emulata + Luce + Elettricità + Cosmo Straordinario}


    Riassunto ~ Appena finisce il polverone sollevato dall'attacco dei corrotti Andrea crea un flash di luce istantaneo, per accecare più nemici possibili (AD). Intanto, nasconde sé stessa, Alek e Bart nella rifrazione, rendendoli invisibili (diversivo). Poi crea un gran numero di catene di luce ed elettricità (una per nemico) per paralizzarne il più possibile (AF), così da lasciar scatenare Alek.
     
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    1Aleksander Seraf, Lawos di Athena → We Can Be Heroes, Fukushima

    Quel luogo puzzava di tante cose. Puzzava di morte, puzzava di paura, puzzava di tante altre cose che faticava ad indentificare con chiarezza. Gli uomini avevano abbandonato quel luogo prima che la Corruzione giungesse, scacciati dallo stesso potere che avevano faticosamente cercato di contenere. La fissione dell'atomo aveva affascinato la razza umana per un tempo lunghissimo ma, come accade sempre, avevano finito per soffermarsi più su come uccidere con quel potere che su come contenerlo. Ma infondo chi era lui per giudicarlo. La sua stirpe aveva fondanto il suo dominio sulla capacità dei suoi membri di scindere gli animi con la il proprio potere, fino al punto in cui quel potere non aveva distrutto tutto ciò che avevano craeto. La Grado aveva scelto quel luogo per uno dei suoi siti di massima sicurezza. Non osava immaginare che oscurità potesse annidarsi in un luogo che persino un'organizzazione segreta ed efficiente come la grado riteneva pericoloso. Aveva già affrontato demoni e altre entità dell'oltre spazio, aveva visto gli orrori della guerra tra Lemuria e Atlantide. Eppure c'erano cose che riuscivano a creargli un brivido alla base del collo, come se il suo istinto gli dicesse che questa volta la minaccia era ben più pericolosa del solito. Non paura, il leone d'oro non aveva mai conosciuto la paura. Prudenza forse, mista ad un pizzico di eccitazione.

    Non so che tipo di nemici ci troveremo davanti. Devo ammettere che il briefing della Grado è stato alquanto scarno. Non mi sarebbe dispiaciuto avere qualche notizia in...



    Si fermò sul posto mentre le pupille si assottigliavano diventando simili a quelli di un grosso felino. L'odore dell'aria era diverso, pregno di aggressività. Inoltre tra i riflessi di luce gli sembrava di aver intravisto qualcosa muoversi, perfettamente mimetizzato ad un occhio normale ma fin troppo evidente per chi possedeva gli occhi della bestia. Piccoli suoni, dei servomotori o delle parti meccaniche in movimento sti stavano attivando mentre dei piccoli retro razzi si attivavano in maniera estremamente silenziosa. E poi l'aria aveva quel sapore elettrico che solo un reattore portatile poteva generare. L'aveva sentito distintamente quando gli steel saint combattevano nella piana, a dispetto dell'olezzo che la corruzione emanava. Erano molti, un rapporto di più di trenta a uno. Non avevano un emanazione cosmica tracciabile ma qualcosa su di loro aveva una traccia che aveva già percepito. Parlò telepaticamente ai due compagni.

    Sono vicni, ore dieci e ore due. Tenetevi pronti.



    Sbucarono indossando delle corazze non dissimili a quelle degli steel saint. Lo stemma del sole nero sulla spalla e un arsenale sufficiente a radere al suolo una piccola nazione. Scatenarono tutta la loro potenza di fuoco sui tre cavalieri, una dimostrazione di forza impressionate, forse sufficiente per impensierire persino lui e il Gran Sacerdote se presi da soli e di sorpresa. Ma non erano soli. E non erano stati presi di sorpresa. Bartlomeo scattò in avanti spalancando le braccia e con quel movimento fu luce. Il Great Horn divorò quei diabolici proiettili, mentre l'armatura d'oro assorbì l'impatto dei pochi rimasti. Poi fu il turno di Andrea. Con la luce li avvolse, proteggendoli in un caldo abbraccio che li avrebbe nascosti alla vista dei nemici. Poi la sua allieva evocò una moltitudine di catene dorate, forgiate direttamente col potere della saetta deicida. I colpi saettarono nell'aria cercando di ghermire le loro prede per bloccarle e lasciarle alla mercé delle zanne dell'altro Leone dorato.

    Davvero impressionante ragazzina.



    Chiuse gli occhi mentre l'energia prese a bruciare possente nel suo corpo. Ogni cosa divenne lenta e chiara. Ogni singola particella nell'aria, ogni singolo atomo sembrò fermarsi agli occhi del Generale Ateniese. Osservò i suoi bersagli, individuando per ognuno il punto migliore dove colpire, le traiettorie da far seguire ai colpi per renderli più difficili da evitare. Ogni debolezza, ogni abitudine combattiva fu assimilata dagli occhi della bestia, che poi snudò le sue zanne.
    Caricò il keraunos nel braccio portante. L'energia dorata lo pervase mentre scariche elettriche mordevano l'aria frenetiche, implorando di essere rilasciate sui loro bersagli. Quando pensò di aver accumulato abbastanza energia si prese qualche istante per caricarne un quantitativo ancora maggiore. Non poteva correre rischi, non con i suoi compagni im prima linea al suo fianco. Poi con un fluido movimento schiantò il pugno al suolo. Dal punto di impatto il terreno si spaccò mentre una scossa lo pervadeva e centinaia di fenditure lo attraversavano. Un saetta di luce per ogni bersaglio, una zanna per ogni preda. Il Lighting Fang era una tecnica superba, che univa alla forza del Keraunos una precisione milimetrica, che permetteva di colpire un gran numero di bersagli in una vasta area con un margine di errore di pochi centimetri. Mentre la tempesta di fulmine raggiungeva il suo bersaglio, i grandi e sceletrici palazzi della città comincirono a crollare, divorati dalle medesime esplosioni che avrebbero potuto avere la meglio sui cavalieri d'oro. La presenza del Sole Nero indicava che in quel luogo la corruzione aveva davvero dispiegato tutto il suo potenziale. Fu felice di avere al suo fianco il Gran Sacerdote e Andrea. Poteva fidarsi ciecamente di loro e in una situazione del genere, sapere di avere le spalle coperte poteva fare la differenza tra vittoria e sconfitta.








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    ome trafitti dalle saette dello stesso Zeus, nessuno dei vostri avversari scampa all'assalto.

    Con fatale precisione ognuno di loro viene abbattattuo nel giro di un istante.

    Tuttavia, l'energia innaturale della corruzione si agita ancora nei loro corpi, iniziando a mutarli. E' come se prima qualcosa li tenesse ancora quasi completamente umani, se non nelle capacità fisiche. Ora quella diga era stata travolta e si stavano mutando in versioni distorte e gigantesche.

    Prima che possano mutare completamente, una selva di missili ad energia cosmica li colpisce, facendoli arretrare.
    Dalle rovine e dal fumo degli edifici distrutti stanno uscendo una vendita di Steel Saints.
    Sono pieni di ferite, ma ancora operativi. Le loro armature sono più elaborate di quelle degli altri steel ed hanno simboli diversi a circondare lo stemma della Fondazione.

    Alcuni missili si aggangiano agli abomini, facendoli esplodere, approfittando dei danni subiti in precedenza e dal processo di mutazione.
    Ne rimangono una trentina, alti circa quattro metri. Alcuni esplodono dalla troppa energia corrotta accumulata, ma la maggior parte corre verso di voi.

    Avanzate! Dovete fare in fretta!

    Un'altra selva di missili colpisce i corrotti, mentre uno degli steel vi grida di avanzare, attirando la loro attenzione.

    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    Bravi, li avete oneshottati.
    Purtroppo chi ha a che fare con la corruzione diventa quasi immortale, quindi respawnano come dei grossi Hulk.
    Compaiono però degli steel dalle macerie degli edifici esplosi e fanno fuori un po' di corrotti in fase di trasformazione, disintegrandoli con delle granate.

    Sono evidentemente feriti ed evidentemente non ce la faranno. I leoni percepiscono anche dai loro movimenti che sembrano esser stati narcotizzati o qualcosa del genere. E' come se si fossero appena risvegliati e fossero riusciti a resistere alle esplosioni appena in tempo.

    Potete scegliere se andare avanti o aiutare gli steel saints. Se aiutate gli steel saints potete autoconclusivamente eliminare i corrotti. Vi danno un po' di problemi per l'alta capacità rigenerante quindi dovrete disintegrarli o smembrarli.

    Se andate avanti entrate nell'edificio principale. E' completamente vuoto, ma notate i macchinari coperti da una sostanza nera e limacciosa, che emana l'energia tipica della corruzione.
    Superate varie stanza arrivate ad una grande porta di metallo che, a differenza delle altre, non si apre automaticamente. Sembra bloccata.
    Anch'essa è ricoperta da questa sostanza nera.

    Terminate il post o con la distruzione dei cosi e le eventuali domande agli steel o con cosa decidete di fare con la porta.

    Avete 7 giorni per postare.

    A voi!:zizi:
     
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    2Aleksander Seraf, Lawos di Athena → We Can Be Heroes, Fukushima

    Le guerre portano sempre con se un prezzo, lo sapeva benissimo. Lui forse era l'unico tra i cavalieri inviati in quella battaglia a conoscere il vero significato della parola Guerra. Lui l'aveva vista una guerra, una guerra vera che aveva portato alla distruzione di due immensi imperi. Per sua natura avrebbe sempre voluto salvare tutti, proteggere i suoi sottoposti, difendere gli indifesi. Purtroppo più di una volta, aveva dovuto scontrarsi con la realtà delle cose. Per ottenere la vittoria è necessario fare sacrifici, bisogna decidere il male minore per ottenere un bene superiore. Sul campo di battaglia questo spesso si traduceva nel lasciare che i soldati andassero incontro ad un triste destino per permettere ad altri di colpire al cuore i propri nemici. Pochi morivano per permettere ai molti di sopravvivere. Una concezione delle cose forse difficile da accettare ma, come Generale di Lemuria, aveva spesso dovuto venire a patti con la sua morale per permettere al suo popolo di combattere un'altra battaglia. Mentre i corrotti cominciavano a rigenerarsi, aumentando esponenzialmente la loro forza, tirò un sospiro di sollievo nel vedere gli Steel Saint emergere dalle rovine della città. Quella piccola finestra per avanzare verso la centrale poteva rivelarsi fondamentale. Un vantaggio temporale su qualunque cosa il nemico avesse in serbo per loro. Si stava per voltare verso i suoi compagni d'arme, pronto a ordinare l'avanzata quando vide i loro sguardi. Erano preoccupati per quei valorosi guerrieri che si stavano immolando per loro. Era certo si erano trattenuti per non scattare immediatamente in loro soccorso, ma era stato un sforzo dettato dalla volontà di non agire impulsivamente più che una scelta razionale. Sapeva che Bart e Andrea non si sarebbero mai perdonati la morte di quei soldati. Loro erano umani prima che cavalieri, e cavalieri prima che generali.

    Va bene ho capito. Uniamoci alle danze.



    Balzò in avanti, intercettando con un lo scudo un viticcio pulsante che uno degli abomini stava scagliando contro gli Steel Saint. Fulmini avvolgevano lo scudo di Libra mentre il leone d'oro si abbatteva sul nemico schiantandolo al suolo. Il mostro ebbe appena il tempo di ruggire prima che la mano libera del Lawos gli si appoggiasse sul muso deforme per liberare una singola saetta, abbastanza forte da disintegrarlo. Alzò la testa calcolando la posizione di tutti i bersagli. Erano vicini, abbastanza raggruppati da poter utilizzare un singolo colpo per centrarli tutti. Tre di loro già si avviavano verso di lui per divorarlo. Un lighting plasma aveva la giusta gittata ma mancava della forza per infliggere seri danni. Forse sapeva cosa fare, e sarebbe stato anche in qualche modo divertente. Gli occhi della belva si mossero rapidi.
    Serrò le braccia al petto mentre divaricava leggermente le game. Il petto gonfio e la testa alta, la tipica posizione di difesa dei cavalieri della seconda casa. Aveva visto diverse volte eseguire il Great Horn, ma averlo rivisto pochi istanti prima rendeva quel gesto quasi naturale. Con il suo potere era in grado di comprendere alla perfezione la natura di ogni colpo nemico. Alcuni erano impossibili da replicare, a causa della matrice cosmica del cavaliere che li eseguiva. Questo invece era tanto semplice quanto devastante. Probabilmente non sarebbe riuscito a replicare la forza d'impatto ne la velocità del Gran Sacerdote ma poteva certamente tentare di eguagliarne la sconfinata potenza cosmica. Il keraunos prese a scorrere come un fiume in piena mentre le braccia si aprivano in direzione degli abomini che avanzavano verso i difensori dell'umanità. Poi ci fu un mare di luce. L'ondata cosmica si abbatté sui nemici come un'ondata di marea, distruggendo la carne e le ossa corrotte mentre il fulmine divino le bruciava per impedirne la rigenerazione. Senza voltarsi attese che i suoi compagni lo raggiungessero nella mattanza.










    Note: Perdonami Bart, ma non ho resistito ad usare l'Illuminazione Cosmica.
     
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    We Can Be Heroes: Fukushima

    Ce l’avevano fatta.
    Ancora una volta, la forza dei Cavalieri di Atena uniti aveva messo un punto esclamativo alla loro vittoria. Una vittoria schiacciante, in cui le fauci dei Leoni avevano dilaniato la preda dopo che il Toro l’aveva tramortita con le sue corna.
    I tre Saint stavano per avanzare verso il centro di quel luogo, quando la Corruzione decise ancora una volta di giocargli un brutto scherzo. I nemici che avevano appena abbattuto si rianimarono come per magia, letteralmente riattaccati pezzo per pezzo per andare a formare qualcosa di totalmente inumano. Sembrava di essere nuovamente di fronte all’orda che aveva assaltato i cancelli della Fondazione Grado, come se fosse un film ripartito da capo. Bartolomeo ringhiò di disapprovazione, preparandosi di nuovo al peggio. Istintivamente fece un passo avanti per mettersi in prima linea, a protezione dei compagni, ma quella volta la sua presenza sembrò quasi superflua.
    Come tanti cavalieri medievali che si buttano nella mischia della battaglia con i loro possenti cavalli, un nuovo esercito di Steel Saint emerse dalle macerie degli edifici per vomitare tutta la loro rabbia sui corrotti. Un aiuto totalmente inaspettato e che confermava la diversa natura di questi guerrieri rispetto alle loro nere controparti di poco prima. La devastazione dei loro missili a base di cosmo fu incontenibile, ma la dannata Corruzione non era mai così semplice da zittire. Per l’ennesima volta, infatti, dai resti maciullati degli abomini, altri ne comparvero. Questi ultimi erano decisamente più grossi e resistenti all’artiglieria degli Steel Saint. Malgrado tutto, però, uno dei soldati accorso in loro aiuto gridò una frase inequivocabile: nonostante la loro inferiorità numerica, i Cavalieri d’Acciaio avrebbero sacrificato loro stessi per permettere ai Cavalieri d’Oro di avanzare.
    E tutto ciò era semplicemente inaccettabile.

    Che io sia dannato se mai lasciassi qualcun altro a combattere la mia battaglia.
    Non resterà indietro nessuno.
    Nessuno si sacrificherà inutilmente.


    Quei pensieri spazzarono la sua mente da qualsiasi altra cosa, riuscendo per un momento a mettere da parte quella sensazione terribile che poco prima l’aveva travolto. Ci sarebbe stato tempo per preoccuparsi dell’ignoto pericolo cui stavano andando in contro. In quel momento il Gran Sacerdote aveva delle vite da proteggere.

    Ragazzi, voi andate pure avanti.
    Qui ci penso io.


    Si rivolse ad Andrea e Aleksander senza nemmeno voltarsi verso di loro. Capiva l’urgenza della loro avanzata e non voleva metterli nella situazione di decidere qualcosa di così moralmente difficile. In realtà, però, quelle sue parole furono gettate al vento – nel senso più positivo che riusciate a immaginare – perché i suoi compagni Cavalieri avevano già intuito le intenzioni del Gran Sacerdote. Forse non tutti le avrebbero condivise fino in fondo, ma vedere Aleksander gettarsi nella mischia fu una risposta sufficiente.

    Oh oh, bene.
    Allora vediamo di pestargli qualche piede mentre danziamo.


    Seguendo la scia del primo Leone, anche il Toro si fece avanti a passi pesanti. La terra tremò al suo passaggio, ma fu la sua velocità di spostamento a sorprendere i nemici. Con un movimento fulmineo del braccio andò ad agguantare un missile vagante lanciato da uno degli Steel Saint. Fece molta attenzione a prendere il razzo dalla parte centrale, evitando quindi la punta esplosiva, e con una forza straordinaria lo accompagnò verso una nuova traiettoria. Fu un movimento fluido che permise a quell’oggetto volante di non spegnersi contro qualche roccia ma, bensì, di impattare con ancora più violenza contro la testa di uno dei corrotti. L’abominio cercò pure di azzannarlo, ma l’esplosione gli fece a pezzi tutta la parte superiore del corpo. Era morto? Non si poteva mai dire con la Corruzione, ma la sua esistenza non sarebbe durata ancora per molto.
    Voltandosi nella direzione opposta, Bartolomeo staccò la Lancia Bracciale dall’avambraccio della sua Armatura, brandendola come se fosse un naturale prolungamento del suo corpo. Avanzò verso un altro avversario, stordendolo con un pugno sinistro dritto al volto per poi affossarlo con un colpo dell’arma dorata portato dall’alto verso il basso. Fu come colpire un ferro ancora caldo sull’incudine e l’abominio s’incassò nel terreno.
    Poi, con un movimento di apertura del braccio destro, falciò la testa di altri due giganti informi utilizzando la forza d’inerzia e d’impatto della parte finale della Lancia Bracciale. Il Toro e quell’Arma della Bilancia sembravano essere fatti l’uno per l’altra, quasi fossero compagni di battaglia da tempo immemore.
    Nonostante tutta quella violenza, però, la situazione non sembrava volgere a loro favore. Ancora una volta, le semplici maniere forti non servivano per mettere definitivamente a tacere quell’esercito di professionisti nella rigenerazione. Serviva qualcosa di più, un qualcosa che non tardò ad arrivare.

    Ecco che il Leone va a caccia.

    Bart sentì chiaramente il cosmo di Aleksander avvampare in modo diverso e capì subito che l’artiglieria pesante stava per essere utilizzata. Balzò, quindi, al di fuori dell’orda nemica, voltandosi verso il compagno di battaglia.

    Cosa?
    Ma quello è...?!


    Dapprima inarcò un sopracciglio, poi anche il secondo lo seguì verso l’alto a causa dello stupore. Il Cavaliere del Leone stava assumendo una posizione che il Gran Sacerdote conosceva fin troppo bene. Aleksander incrociò le braccia al petto, divaricò le gambe per piantarsi ben bene al terreno e assunse la posizione d’invalicabile difesa e violento attacco tipica dei Cavalieri della Seconda Casa dello Zodiaco. Non fece nemmeno in tempo a protestare per il plagio che la bordata di cosmo e Keraunos travolse i malcapitati corrotti.

    Hey, quello è il mio Great Horn!

    La finta indignazione si trasformò ben presto in un sorriso di sfida, come se volesse fare a gara con il Leone a chi faceva più danni. E, nonostante il suo carattere bonario, Bartolomeo sfoggiò il suo lato estremamente competitivo e permaloso. Imitare la sua tecnica era come dargli del vecchio – oh no, scusa Bart: diversamente giovane. Era come dimostrargli che il suo caro Great Horn lo potevano fare tutti, anche se con quel tutti ci si stava riferendo a un Cavaliere dall’esperienza incalcolabile che aveva combattuto più guerre di tutto il Santuario messo insieme.
    Ma poco importava. Nella foga della battaglia, divertendosi come un folle senza freni immerso in tutta quella violenza, Bart si sarebbe ancora una volta lasciato andare. Senza mai dimenticare di cercare di strappare un sorriso ai suoi compagni nonostante la situazione terribile che stavano vivendo.

    Aleksander, prova a imitare questo.

    Le sue grida riecheggiarono in tutta l’area, andando a sovrastare il rumore di morte e distruzione. Il Toro allargò le gambe, flettendo le ginocchia e ancorando i piedi a terra. Incrociò le braccia al petto formando una croce, concentrando tutta la sua forza e tendendo tutti i muscoli del suo corpo allo spasmo. Poi, come se fosse la cosa più naturale al mondo, strinse le mani a pugno e spalancò le braccia, prendendo a pugni l’aria. Sì, esatto, i suoi pugni sembrarono andare a vuoto, colpendo niente e nessuno in particolare.
    E fu proprio in quel momento che si scatenò il suo Bull’s Earthquake.

    dlGg2Da

    L’incredibile peculiarità della sua forza straordinaria era in grado di generare dei veri e proprio terremoti. Non solo nel terreno, ma anche nell’aria. La realtà sembrò frantumarsi e dalle sue mani si poteva persino vedere il violento dipanarsi di crepe create dal nulla. Incredibili onde d’urto, difficili da scovare perché non accompagnate dal cosmo, si sarebbero scatenate dai suoi pugni, creando dei sismi con epicentro il corpo di ciascun corrotto. Gli abomini, già devastati dall’attacco di Aleksander, avrebbero ricevuto il colpo di grazia, venendo disintegrati in così tanti minuscoli pezzi da impedire qualsiasi rigenerazione.
    Con ancora il sorriso sulle labbra, Bart si rivolse nuovamente al Leone per ridere di gusto con lui di quella surreale situazione.

    Figliolo, dopo se vuoi ti faccio l’autografo.
    Oh oh oh!


    Si stavano in qualche modo divertendo a combattere la Corruzione, era incredibile e non si poteva negare. Avrebbero affrontato pericoli ben più seri, ne erano pienamente consapevoli, ma creare un’affinità così solida in battaglia avrebbe permesso loro di affidare ciecamente la vita ai loro compagni.
    Se tre Cavalieri così diversi fossero diventati un tutt’uno, nulla li avrebbe mai potuti fermare.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Picchio con violenza utilizzando un razzo degli Steel Saint prima e la Lancia Braccia dopo.
    Poi do il colpo di grazia ai corrotti con il Bull's Earthquake, lasciando così possibilità ad Andrea di non entrare in battaglia a questo turno.
    Godetevi la reazione di Bart all'emulazione di Aleksander e la risposta divertita con una tecnica che - senza le abilità di Bart - non può essere replicata :kuku:
    Il tutto per creare sempre di più uno spirito di squadra tra i pg che, ne sono certo, ci servirà come il pane nel proseguo della quest.

    Condizioni:
    Definirlo determinato sarebbe riduttivo e a questo giro si sta pure divertendo
    Ha ustioni e ferite non gravi su alcuni punti del corpo scoperti dalla Cloth. Null'altro da segnalare.

    Tecniche:
    Bull's Earthquake:
    [Effetto Secondario: Danni Interni]
    Massima espressione della forza straordinaria portata a livelli estremi.
    Grazie all'incredibile e travolgente abilità di attacco, Bartolomeo scaglierà un pugno apparentemente a vuoto, colpendo l'aria con forza e decisione. Il colpo creerà un vero e proprio sisma nell'aria, in grado di colpire a distanza con la stessa intensità di un devastante colpo fisico supportato da forza straordinaria e con l'ulteriore capacità di creare devastanti danni interni. In poche parole, è come ricevere un affondo dotato della forza del Toro senza però che vi sia alcun contatto diretto. L'attacco potrà essere indirizzato verso un obiettivo ben preciso (parti del corpo avversarie o l'intera figura) oppure generare una devastazione ad area. Inoltre, il fatto di non essere accompagnata dalla luminescenza del cosmo rende la tecnica meno immediata da scorgere nel suo incedere. L'onda d'urto, infatti, è certamente possibile da individuare ma non sarà mai appariscente come una bordata cosmica.
    Insomma: forza fisica straordinaria così sviluppata da poter colpire con la stessa intensità anche alla distanza.
    Certo, ogni colpo potrebbe andare a segno (probabile game over per lo sfortunato) oppure venir deviato, parato. Beh, poco importa. La forza fisica del cavaliere è talmente sconfinata che il contatto, anche con la sola onda d'urto, provocherebbe ingenti danni interni al malcapitato nemico. E, come tutti sanno, gli organi interni non possono essere allenati: sono completamente indifesi contro una forza così devastante.
    Come possibile variante il Cavaliere può colpire con un calcio il terreno per creare un vero e proprio terremoto, così da sorprendere gli avversari con un'onda d'urto che nasce e si propaga direttamente dal suolo. Inoltre, non dimentichiamo che il Toro potrebbe anche decidere di eseguire la tecnica nella breve distanza, accompagnando con un colpo fisico e ben visibile (pugno, calcio, ecc.) la già devastante onda d'urto.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

    Ykl3bED


    Edited by Lord Drake - 28/3/2020, 20:42
     
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    « Fukushima »
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    Che fosse già tutto concluso?
    Alla fine dell'attacco combinato dei due Leoni restava solo cenere, odore di carne bruciata e un'aria pregna di elettricità. Gli occhi di Andrea avevano scrutato ogni cosa, immagazzinando, senza che lei dovesse concentrarsi solo su quello, ogni singolo movimento di Bart e di Alek. Forse un giorno quel bagaglio di informazioni le sarebbe tornato utile, e le avrebbe salvato la vita.
    Si voltò con un sorriso sul viso, pronta a rivolgere un cenno del capo ai due compagni, ma il riso le morì sul volto. Percepì di nuovo movimento, di nuovo il potere oscuro e pulsante della corruzione. E, nonostante lei e Alek li avessero uccisi – su quello non aveva alcun dubbio – quella massa aveva ricominciato a crescere e a mutare, come se si fosse liberata da antiche costrizioni.
    Non poté che provare un brivido. Non seppe mai se di paura o di ribrezzo, perché i suoi muscoli si mossero di nuovo prima che lei potesse ordinarlo, per portarla in posizione difensiva.

    Il cielo, senza che lei, Bart o Alek si muovessero, esplose.
    I corrotti furono bersagliati da una pioggia di missili, così rapidi e potenti che anche Andrea dovette portare il braccio davanti agli occhi. Sotto le macerie, dove pensava non fosse rimasto nulla, vide emergere quella che pareva un'élite degli Steel Saint. Percepiva il loro battito velocizzato, il sangue che scorreva copioso fuori dalle ferite, e seppe che quella era il loro disperato ultimo tentativo.
    Li sentì gridare di andare avanti, di lasciare a loro i corrotti, ma da uno scambio di occhiate con il suo Gran Sacerdote seppe che non avrebbero permesso loro di immolarsi. Erano solo umani sotto quelle corazze tecnologiche, non c'era cosmo a conferire loro resistenza o una maggior capacità rigenerativa.
    Andrea sapeva benissimo che, se li avesse lasciati lì, non sarebbero sopravvissuti. Strinse i denti, no, forse non sarebbero nemmeno riusciti a dar loro il tempo sufficiente a entrare nell'edificio. Era un rischio e una perdita inutile. Qualcosa che lei non aveva intenzione di tollerare.
    Fu felice quando anche Alek capì che lei e Bart non li avrebbero abbandonati.

    Vide i suoi compagni prepararsi a combattere.
    Questa volta, decise, non si sarebbe unita a loro. Gli attacchi degli Steel erano stati abbastanza per fermare alcuni dei nemici e rallentare la loro crescita, e sapeva che quei due uomini incredibilmente potenti potevano badare agli altri.
    « Mi occupo io dei feriti. Voi assicuratevi i corrotti non si rialzino più. » Disse al Lawos e al Gran Sacerdote, e così decise che avrebbe ricoperto il suo ruolo di Eforos. Lasciare cadere quegli uomini avrebbe voluto dire perdere ogni possibilità di capire cosa era accaduto a Fukushima, cosa li aveva attaccati e cosa li aspettava all'interno dell'edificio. Uno spreco di informazioni che lei non avrebbe tollerato.
    Inoltre, una volta curati, sarebbero stati in grado di combattere ancora. Il loro aiuto sarebbe stato prezioso.
    Con un balzo si avvicinò alle macerie da dove gli Steel erano emersi e continuavano ad attaccare. Sbuffò, qualcuno doveva insegnare loro per cosa era opportuno sacrificare la propria vita. I loro missili, per quanto fossero un capolavoro di ingegneria umana, erano granelli di sabbia in confronto alla devastazione che potevano portare Bart e Alek.
    Alzò un braccio, come delimitando una linea invisibile.
    Era il suo modo per ordinar loro di stare indietro.

    efEOYQG


    Capiva il loro bisogno di aiutare, ma entrando nel vivo della battaglia avrebbero rischiato di subire le onde d'urto dei devastanti attacchi sollevati di Bart e da Alek.
    « Noi Saint non permetteremo che nessuno rimanga indietro. » Disse loro, rispondendo alla loro esortazione di abbandonarli. E ora stava davanti a loro, pronta a sollevare barriere di luce se qualche attacco dei corrotti fosse riuscito a superare i suoi compagni.
    Andrea, molto tempo prima, era stata una pedina come tante altre. Si ricordava il sentimento che aveva provato nel suo essere sacrificabile. Era qualcosa che si era giurata di non dimenticare: non avrebbe chiesto mai a nessuno di rischiare la sua vita per lei.
    « E questo vuol dire che dovreste imparare a lasciare che altri si facciano carico delle vostre battaglie. » Continuò, mentre il suo cosmo si estendeva e iniziava a bruciare. Dal suo corpo si sarebbe sollevata una luce calda e soffusa, così diversa da quella che stava sprigionando Alek a pochi passi da lei.
    Il bagliore avrebbe oltrepassato le Steel Cloth, mirando a ogni ferita aperta, contusione ed emorragia, per risanare tutti quegli uomini. Doveva consumare una quantità considerevole di cosmo, visto che erano tutti in piedi per miracolo, ed era anche per quello che non si era dedicata all'attacco.

    Mentre la componente più pura del Keraunos li guariva osservò lo scontro.
    Il potere sollevato da Alek e da Bart era tale da far tremare l'aria e la terra, così intenso che la sua capacità di percepire il cosmo sembrò andare in sovraccarico. Persino lei, se si fosse trovata davanti a loro, con una delle armature più resistenti mai create, non avrebbe resistito che qualche millesimo di secondo. Era una vista terribile eppure confortante. Noi umani abbiamo alleati potenti, pensò.
    Si chiese se sarebbe mai arrivata a possedere un potere simile... e se sarebbe stato in grado di controllarlo. No, si corresse. Non in grado – degna.
    « Quei due sono gli uomini più potenti della terra. La vostra tecnologia è encomiabile, ma ora dovreste proprio lasciar fare a loro e recuperare le energie. » Disse con un sorriso, vedendo che i corrotti cadevano uno dopo l'altro sotto i loro colpi.
    Il Keraunos, intanto, continuava ad agire per riportare gli Steel Saint in forze.

    Tutto finì ancora una volta.
    I cosmi immensi di Bart e di Alek tornarono di nuovo quieti. Andrea seppe che i loro attacchi avevano annichilito i corrotti prima ancora che il polverone e la cenere finissero di depositarsi. Si voltò verso quei soldati, e assunse un piglio autoritario. Li avevano salvati, e ora dovevano rispondere ai loro ordini. Non potevano più permettersi di dire a loro tre cosa fare, specialmente se quell'idea consisteva nel loro suicidio.
    « Perché volevate che andassimo avanti? Cosa c'è in quell'edificio? » Chiese loro, aspettandosi da loro risposte certe.
    « Il Sole Nero sta concentrando le sue forze proprio qui. Immagino abbiate nascosto qualcosa che loro desiderano. » Avrebbero potuto rispondere mentre si dirigevano all'interno della struttura principale. Con la loro presenza, inoltre, avrebbero potuto fungere da guide, così da sfruttare la conoscenza del luogo a loro favore.
    I corrotti erano stati eliminati, ma dubitava tutto fosse finito. Andrea aveva bisogno di tutte le informazioni possibili, se voleva che tutti ne uscissero vivi.

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Leggermente spossata.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Sto davanti agli Steel e li curo aoe col Keraunos. Poi quando finisce tutto faccio la domanda da un milione di dollari.

    Edit: errore di battitura.


    Edited by Wild Youth - 5/4/2020, 21:46
     
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    D
    i nuovo il vostro cosmo dorato spazza via ogni resistenza e fa a pezzi ciò che resta della Corruzione.

    Gli Steel, guariti nel corpo, iniziano ad accasciarsi come sopraffatti da un'enorme shock mentale.
    Si guardano tra di loro come intontini per qualche istante, poi sembrano via via riaversi.

    Comandante Johnson, signori, del Corpo di Contenimento Speciale 7a. Nessuno di noi sa cosa c'è lì dentro. Ci sono alcuni segreti, alcune informazioni, che sono un numero limitato di persone può conoscere. Questo per le più svariate ragioni. Ad esempio vi sono entità che assumono potere e controllo su chi conosce i loro nomi e pensa a loro. Quindi è fondamentale che certe informazioni rimangano classificate.

    L'uomo, con fare incerto, si rimette in piedi e osserva la struttura centrale.

    Ciò che sappiamo è che questo è uno dei luoghi di contenimento più importanti della Fondazione. Qui è contenuto un unico ospite, classificato come GRADO-132-7. Questi bastardi sono riusciti a superare ogni difesa, non ho idea come. Qualche tempo fa, non saprei dire quando, siamo stati attaccati da orde di Corrotti, ogni nostra richiesta si supporto non aveva risposta ed eravamo vicini alla sopraffazione... poi tutto ricominciava, fino a che ci siamo svegliati prigionieri e poco prima delle esplosioni siamo riusciti a liberarci. Stiamo stati vittima di un qualche incubo indotto, poi interrottosi appena in tempo.

    Ne parla ferito nell'orgoglio, conscio di essere stato assolutamente impotente di fronte a tutto ciò.

    Quello che possiamo fare è coprirvi le spalle e rimetterci in contatto con la base, grazie dell'aiuto e in bocca al lupo.

    Vi saluta con saluto militare e va a supportare i suoi compagni nella riattivazione dei sistemi di comunicazione.

    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    Dunque, fate fuori i corrotti, curate i tipi che vi dicono che gli uomini del Sole Nero sono riusciti ad entrare in uno dei luoghi più difesi dell'universo grazie a una sorta di incubo perenne che ha colpito tutte le guardie del luogo.
    L'incubo, per ragioni a voi sconosciute, si è dissolto e loro si sono risvegliati prigionieri e circondati di esplosivo.
    Si sono salvati e si sono uniti a voi.

    Vi dicono anche che ciò che è chiuso qui vicino è tanto grosso da non essere conosciuto se non da un gruppo selezionato di individui.

    La vostra strada è libera e potete descrivere il vostro arrivo in quella sorta di grosso laboratorio che ho descritto in precedenza.
    Quello che cambia rispetto a prima è che il portone è leggermente aperto e sentite l'aura della Corruzione crescere in ampiezza e densità.

    L'aura cerca di avvolgervi e di insinuarsi a voi. Pone dei dubbi suoi vostri compagni, sulla vostra divinità, sulla vostra missione. Tutto appare essere vano, la vostra casta piena di traditori e vi sentite traditi dai vostri amici, dai vostri affetti più cari e... da Atena stessa.

    Questo consideratelo come una sorta di attacco mentale ad energia suprema. E' un assalto ad area indiretto, cioè non è stato lanciato direttamente su di voi, ma è una conseguenza di 1-voi che arrivate lì 2- una qualche presenza o un qualche fenomeno che ha sparato fuori tutta quella corruzione.
    Potete ovviamente unire il vostro cosmo per contrastare il tutto.

    Terminate quando avete vinto la pressione e decidete cosa fare (superare la porta, investigare il laboratorio etc...).
    Se volete potete fare altre domande agli steel mentre andate via.

    Per Bart: la sensazione di trip si ripete appena lo Steel dice quel codice, questa volta vedi delle immagini di lotta e rituali, percepisci un grande pericolo, l'ultimo di una serie. Poi senti soddisfazione per la sua sconfitta e la sua prigionia.

    Avete 7 giorni per postare.

    A voi!:zizi:
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    3Aleksander Seraf, Lawos di Athena → We Can Be Heroes, Fukushima

    Non aveva mai sperato di avere informazioni da quel gruppo di guerrieri, la segretezza era una caratteristica della Grado e dei semplici soldati difficilmente avrebbero avuto gli accessi a informazioni tanto delicate. Probabilmente solo Alman e chi era coinvolto direttamente nel contenimento dell'essere erano a coscienza di cosa realmente fosse sepolto nelle profondità di quel sito. Più interessante fu invece conoscere come il nemico colpiva. Una influenza mentale poteva essere davvero insidiosa, sopratutto contando che nessuno nella sua squadra era in grado di fornire alcun tipo di protezione preventiva contro quel tipo di assalti.

    Avete combattuto bene soldati. Da qui in poi ce ne occupiamo noi. Cercate solo di non farci piombare troppi di quei bastardi alle spalle.



    Poggiò la mano sulla spalla di uno degli Steel Saint, facendo risonare il suo cosmo nell'area. Non voleva curarli, quanto cercare di rinfrancare il loro spirito guerriero. Le zanne del leone non erano fatte solo per ferire d'altronde, erano anche un simbolo di speranza per chi combatteva. Sorrise mentre si girava verso la grande struttura di contenimento.

    Proseguiamo amici miei. E tenete gli occhi aperti, qualunque cosa ci sia più avanti non possiamo farci prendere con la guardi abbassata.



    La devastazione che li circondava era il perfetto ritratto del mondo in cui erano costretti a vivere. Rovine di una gloria passata, di una delle tante età dell'oro oramai finite, cessate per sempre. L'era degli uomini, per quanto ai suoi occhi non poteva assolutamente considerarsi come un'era degna di fregiarsi di una corona dorata, avrebbe lasciato il posto ad mondo nuovo dove gli dei e loro eserciti erano pronti a darsi battaglia alla luce del sole. Un'era simile a quella in cui lui era cresciuto e che probabilmente di quell'epoca avrebbe conosciuto gli orrori. Il ruolo dei cavalieri di Athena sarebbe però rimasto lo stesso. Dei custodi silenziosi, che vegliavano sull'umanità, pronti ad intervenire laddove l'oscurità si faceva strada divorando ogni cosa. Lo scudo dell'umanità non sarebbe caduto quel giorno e, se fosse stato necessario, si sarebbe fatto lancia per spianare la strada verso il futuro. Guardò sottocchio i due guerrieri che aveva al suo fianco.

    Forza e compassione. Una combinazione che ci avrebbe fatto comodo anche ai tempi di Lemuria. Per quanto la prima abbondasse, la seconda non era esattamente il nostro forte.



    Tornò di scattò a concentrarsi pienamente sull'ambiente circostante non appena furono nel grande edificio della Fondazione. Se fino a quel momento sentiva di potersi affidare alle sue percezioni passive, il suo istinto lo aveva rapidamente richiamato all'ordine una volta entrati in quel luogo. Le grandi sale erano pieni di vecchi macchinari in disuso, mobilio marcio e poco altro. Il tutto però era coperto da una sostanza nerastra e limacciosa simile al catrame. Era ovunque ed emanava un puzzo che sapeva di oscurità e morte. Senza rendersene conto aveva fatto scorrere il Keraunos verso le sue mani, scintille di luce ed elettricità le circondavano impazienti, una forza divina che attendeva di essere rilasciata sulla propria preda. Perché si sentiva osservato? Era come una sensazione di disagio diffuso, la certezza di essere minacciato e di potersi trovare accerchiati da un momento all'altro. Giunsero innanzi ad una grande porta metallica, leggermente aperta, da cui fuoriusciva una potente aura corrotta. Fu come ricevere un pugno alla bocca dello stomaco. Tutti i suoi sensi erano come impazziti.





    Perché era li? Quanto ancora doveva combattere per Athena e i suoi ideali? Essere morto una volta non era sufficiente? Il peso sulle sue spalle, sempre sulle spalle. E per cosa poi? Sacrificarsi per una dea che non sapeva altro che chiedere? Per dei compagni d'arme che avrebbero dimenticato il suo nome appena avesse tirato il suo ultimo respiro, appena qualcuno avesse indossato nuovamente le vestigia del Leone?
    L'armatura. Quell'armatura apparteneva a lui, era un retaggio del casato Seraf. Perché quella ragazzina doveva indossarla, era sua per diritto di nascita, il Re Santo del Leone. L'unico a poter brandire le saette deicide.





    Riprese coscienza per un attimo. I suoi sensi lo avvertivano che qualcosa non era come doveva essere. Cosmo corrotto era ovunque attorno lui. Li stava avvolgendo, ma in che modo? Perché pensare era così difficile? Quel luogo maledetto poteva davvero confondere i sensi ad uno dei più potenti guerrieri dell'umanità. Forse avevano sottovalutato la minaccia, forse davvero non c'era speranza. Non potevano difendere nessuno.







    La sua armatura, la sua eredità doveva riaverla. E poi cosa voleva quel vecchio gigante? Il trono del santuario apparteneva a lui come la corazza del leone. Era stato uno dei primi a sedervisi, uno dei primi a morire per difenderlo. Lui era colui che aveva bevuto il sangue della dea, uno dei Re Santi. Quel trono gli spettava, spettava a lui. E da esso avrebbe potuto rifondere Lemuria, un regno su cui non sarebbe mai tramontato il sole. Un Re Santo, un monarca illuminato che avrebbe guidato l'umanità verso il suo futuro. Giusto con il suo popolo e implacabile verso i suoi nemici. Non doveva fare altro che allungarsi a prenderlo, le sue zanne potevano avere la meglio su quei traditori dei suoi compagni. Sarebbero morti da eroi, fondamenta per un nuovo ordine giusto. Forse si sarebbe occupato anche della Dea. Sarebbe stata d'intralcio. E chi meglio di lui poteva uccidere un dio.
    Si girò verso i compagni con il Keraunos che divampava. Gli occhi erano colmi di luce mentre saette squarciavano il terreno e la consapevolezza dell'ottavo senso scorreva in lui. Si sarebbe occupato prima della ragazza. Bart avrebbe richiesto più tempo e una maggiore applicazione. Meglio mietere prima le prede più piccole. Stava per scattare quando qualcosa lo riempì.





    Doveva proteggere. Era un bisogno basale, la necessità di ergersi a baluardo contro l'oscurità. Era qualcosa di scritto nel suo sangue, inciso a fuoco nelle sue ossa dalle saette divine. Il casato Seraf era sempre stato il più fedele alla Dea Athena. Fino al tradimento di suo fratello. Non era come lui, lui era diverso. Lui era nato per essere un eroe.



    La realtà stava tornando a manifestarsi per quello che era. La corruzione li circondava, li permeava. Riusciva a vedere con i suoi occhi quel cosmo oscuro pervadere i suoi compagni, lo percepiva dentro di se. Non poteva lasciarlo agire, doveva resistere, doveva proteggere. Bart, Andrea, tutti. Lui era l'eroe che aveva trasceso i concetti di vita e morte per poter tornare a combattere nella luce della Dea. La sua Dea, Athena. La Dea che aveva pianto quando si era gettato contro i giudici dell'Averno. La Dea che amava lui e tutti i suoi cavalieri. Ruggì il leone, fulmini che bruciavano la corruzione che lo avvolgeva.

    Sentiva la sua mente tornare lucida, la sua forza era pari a quella della nefasta influenza che lo circondava ma da solo non avrebbe potuto resistere molto. Vide i suoi compagni combattere contro i suoi stessi demoni. Bart forse avrebbe resistito. Era una testa dura infondo, troppo cocciuto anche per farsi dominare da un nemico così potente. Andrea invece non era pronta a quel tipo di nemico. Quale maestro trascina la sua allieva in una situazione del genere. Se fosse caduta vittima di quel potere sarebbe stata solo colpa sua. Scattò verso di i suoi compagni mentre calcolava la lunghezza d'onda del loro potere, cercando di fungere da ponte tra i due. Conosceva quella tecnica, l'aveva usata in altre occasioni per spazzare via ogni tipo di avversario. L'Athena Exclamation richiedeva tre cosmi brillare come uno solo per poi rilasciare una forza senza eguali. In quel momento però non sarebbe servita per distruggere ma per proteggere.

    Dannazione vecchio, che ne dici di smettere di pensare alle pizze e di venire a darmi una mano? Ricordi come funziona un'Athena Exclamation? Bene dobbiamo sincronizzare il cosmo allo stesso modo ma invece di rilasciarlo in maniera esplosiva lo tratterremo per spezzare questo incanto.



    Sperava che toccare l'orgoglio del Toro Dorato funzionasse come un detonatore, l'innesco necessario per ridestare la sua reale indole. Sarebbe bastato una frazione di secondo, sufficiente a far fluire il cosmo del Gran Sacerdote al fianco del suo. Spinse il cosmo al suo limite, cercando di sostenere per qualche altro istante il peso dell'intera difesa da solo. Poi sarebbe stato necessario l'intervento dei suoi compagni. Da solo un cavaliere di Athena è una macchina da guerra senza eguali. Insieme i cavalieri di Athena sono una forza inarrestabile.

    Athena dacci la forza.












    Note: Tutto abbastanza semplice e come da piani. Mi riprendo grazie ai supersensi e al fatto che sono pari energia con l'attacco e poi cerco di usare la sincronizzazione cosmica tipica dell'Athena Exclamation per unirci in difesa (che chiamerò in via ufficiosa Athena Invocation XD).
     
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    ATTO III
    We Can Be Heroes: Fukushima

    Corrotti distrutti e Steel Saint salvati. Ancora una volta. Tutte quelle piccole vittorie, una dietro l’altra, potevano certamente essere il preludio di un successo ancora più grande. Eppure, non si poteva escludere che fossero delle briciole invitanti lasciate di fronte a una trappola mortale.
    Sarebbero stati predatori o prede? Non potevano ancora saperlo, ma intanto dovevano tenere alto il morale di tutti con quelle loro piccole ma importanti azioni di salvataggio. Cominciare bene è sempre importante, ma non dovevano perdere la concentrazione nemmeno per un momento.
    Bart si rivolse ai Guerrieri d’Acciaio che li avevano aiutati, ringraziandoli per tutto quello che erano riusciti a fare nonostante la forza soverchiante del nemico.

    Grazie per il vostro aiuto, figlioli.
    Siete stati fondamentali, ma cercate di non correre pericoli inutili.
    Abbiamo le spalle abbastanza larghe per sopravvivere a qualche altro Corrotto.
    Evitate ulteriori perdite non necessarie.
    Se le cose ricominciano a mettersi male, tornate...


    --------------------

    Che cosa aveva detto quell’uomo? Comandante Johnson, giusto?
    Un codice, anzi, il codice: GRADO-132-7. Il Gran Sacerdote conosceva quella combinazione di numeri e lettere. Come faceva a conoscerla? Perché? A stento si ricordava cosa aveva mangiato il giorno prima. Come avrebbe mai potuto ricordare in modo così vivido una cosa come GRADO-132-7?
    Eppure quella parola fece scattare nella sua mente un qualcosa d’incontrollabile, come fosse la chiave per una conoscenza che non riusciva per nulla a padroneggiare.
    I pensieri si fecero tanto confusi quanto vividi. Si ritrovò a vagare in un luogo che non era il suo, esattamente com’era successo con Alman durante il recente viaggio spazio-temporale. Il suo stesso essere, ormai quasi completamente distaccato dal corpo, piombò nel bel mezzo di un rituale. Un rituale dai dettagli molto confusi, che però portava con sé una certezza: era un rituale che accompagnava una violenta lotta senza tregua. La sensazione di pericolo era l’unica cosa chiara e predominante in tutta quella confusione.
    Un pericolo che cessò quando una delle parti coinvolte in quel surreale scontro perse la battaglia. E con essa, perse anche del tutto la guerra. L’essere venne imprigionato – Chi? Dove? Come? Perché? – e il sentore di pericolo si trasformò immediatamente in soddisfazione pura e sincera. Fu come togliersi un peso dalla propria anima, sapendo che quella era la conclusione giusta. O meglio, quella era l’unica conclusione possibile, molto probabilmente, o almeno l’unica accettabile per un mondo degno di essere vissuto.


    --------------------

    Il viaggio fuori della realtà si concluse con il lascito di quella soddisfazione, ma con l’ombra del pericolo che non accennò a scomparire. Se ci fosse stato più tempo ne avrebbe parlato con Aleksander e Andrea, ma era chiaro che non potevano permettersi di perdere nemmeno un secondo. E, in fondo, probabilmente era un gioco della sua mente ancora incasinata dal viaggio con Alman. Forse non era così importante, o forse era la chiave per scoprire chi o cosa era rinchiuso a Fukushima.
    Situazione semplice e cristallina, non trovate? Dannazione, mai una cosa facile. Ma torniamo alla realtà.
    Per Bartolomeo erano passati istanti interminabili, ma tutti gli altri avrebbero percepito solamente una brevissima pausa – quasi impercettibile, come se stesse semplicemente deglutendo – durante la ripetizione della parola “tornate”.

    ...tornate alla base.

    Scoccò loro un grande sorriso, carico però di sincera apprensione. Era stato chiaro con quelle sue parole e aveva fatto intendere che era inutile sacrificarsi senza motivo. Quando il gioco si fa troppo duro per essere giocato, non è un disonore ritirarsi. Anzi, è la cosa più intelligente che si possa fare. Quei tre Cavalieri d’Oro se la sarebbero benissimo cavata da soli, oppure sarebbero periti a causa un pericolo ben più grande di qualche Corrotto rimasto in vita. Proprio per quel motivo, gli Steel Saint avrebbero dovuto immediatamente tornare alla base se le cose si fossero davvero messe male: non avrebbero comunque potuto fare nulla. Era decisamente molto più utile informare dell’accaduto la Fondazione Grado in modo tempestivo.
    Sperando che i Cavalieri d’Acciaio avessero recepito forte e chiaro quel messaggio, il Toro e i due Leoni proseguirono verso la loro meta.
    Nel giro di qualche passo, sempre accompagnato dal ritmato calpestio metallico delle loro Armature, entrarono in un enorme edificio della Fondazione. Una struttura ormai in disuso, contenente macchinari che ormai erano stati sopraffatti dalla Corruzione. La sensazione d’inadeguatezza in quel luogo era così forte che riusciva persino a percepire il disagio dei suoi compagni Cavalieri. Scambiò con loro uno sguardo allo stesso tempo complice e preoccupato, intuendo che nessuno di loro aveva idea di cosa stava accadendo realmente.
    Come se fosse una calamita, vennero attirati da un appariscente portone anch’esso ricoperto di quella sostanza nerastra che aveva avvolto tutto come una coperta. Quell’ingresso, però, era lievemente socchiuso, come per invitarli a entrare. Stavano per accingersi a fare l’ovvio, cioè proseguire il loro cammino superando quell’uscio, quando la realtà stessa parve alterarsi. Fu questione di un istante, un breve istante di consapevolezza prima che la loro stessa esistenza venisse riscritta senza diritto di replica.

    --------------------

    Bart era davvero così sicuro che quella fosse la sua battaglia?
    Perché andare contro un pericolo così grande da far sembrare quella missione un suicidio assicurato?
    Perché non era con Elena e i suoi pargoli lontano da quell’inferno?
    Sì, certo, lo credevano stupido. Tutti lo credevano un grosso gigante buono e stupido, facile da manipolare come un bambino di fronte alle sue caramelle preferite. Forse è per quel motivo che lo avevano mandato lì. Volevano allontanarlo dai suoi affetti più cari per prendere due piccioni con una fava: farlo sacrificare per un’ideale inesistente e poi sterminare la sua famiglia.


    Vogliono uccidere la mia famiglia.
    Tutti, tutti loro, e persino Atena.
    Mi hanno nominato Gran Sacerdote solo per distrarmi, e per poi pugnalarmi alle spalle.


    Quei pensieri vorticarono nella sua mente in modo così violento da fargli stringere i denti dalla rabbia. Serrò i pugni e le sue pupille si dilatarono per quanto era furioso e pronto all’azione.

    Traditori, dannati traditori.
    Che cosa credono di fare, eh?


    No, no, lui era più furbo di loro. Aveva già capito tutto. Con chi pensavano di avere a che fare? Aveva già in mente un piano per fregarli tutti.

    Non glielo permetterò mai.
    Li ucciderò prima io.
    Devo farlo, non ho altra scelta.


    Espanse il suo spropositato cosmo fino ad avvolgere tutto l’edificio. Quella volta, però, non era caldo e confortante come al solito. No, era violento e travolgente, pronto a detonare come una testata nucleare – che paragone azzeccato, viste le circostanze – da un momento all’altro.

    Nessuno potrà fermarmi.
    Di loro non rimarrà nemmeno il ricordo.


    Sì, bravo Bart. Non farti prendere per il naso, non farti abbindolare. Guardalo, è lui il primo ostacolo da superare per tornare a casa. Atena l’ha mandato per te.

    Ecco, è lui il primo, l’hanno mandato per uccidermi.
    Aleksander, il Cavaliere che è magicamente riemerso dal passato.
    Sì, come no, a chi vuole darla a bere?
    Comincerò proprio da lui.
    Lui è pericoloso.


    Strinse gli occhi focalizzandosi sul Leone. Il Lawos non poteva far ritorno al Grande Tempio, era una minaccia troppo grande. Sentiva le sue folgori crepitare, come se volesse utilizzare quel potere deicida per destituire definitivamente il Gran Sacerdote seduta stante.

    Non metterà mai le mani sui miei figli.
    E se solo oserà toccare Elena...


    A quei pensieri, il suo cosmo divampò con una violenza inaudita, tanto che chiunque gli fosse stato vicino avrebbe percepito una sensazione di oppressione difficile da contrastare. Ringhiò come se stesse davvero assistendo a quelle scene di violenza, stringendo ancora di più i pugni fino a far sanguinare i palmi delle mani. Era furioso, completamente accecato dalla rabbia. Tutti erano contro di lui e rappresentavano una vivida minaccia per la sua stessa famiglia. Li avrebbe annientati e sarebbe fuggito lontano con Elena e tutti i suoi pargoli. Al diavolo Atene, al diavolo la carica di Gran Sacerdote e al diavolo il Grande Tempio.
    Avanzò di un passo e, come di consueto, la terra cedette e tremò di fronte a quell’incedere perentorio.


    Vieni qui micione.
    Adesso ti ammazzo.


    --------------------

    Ma fu proprio in quel momento che il Leone parlò, quasi in risposta alle parole del Toro. Il gigante inclinò la testa, come se qualcosa si fosse rotto nei suoi pensieri, per poi scrollare il capo con forza. Caricò la mano destra e si tirò un violento schiaffo sul volto, come per rimproverarsi di quanto stava per accadere.
    Per un solo ma cruciale istante, nello stesso modo inspiegabile in cui tutto era iniziato, l’inganno s’incrinò e sembrò vacillare. Bastò quell’attimo e il cosmo di Bart si sincronizzò con quello di Aleksander, risuonando all’unisono come se fossero un’unica persona.
    Ciò che la mente aveva diviso, il cosmo aveva riunito.
    Certo, non erano ancora riusciti a superare del tutto da quella tremenda situazione, ma avevano fatto un passo da gigante verso la direzione giusta.

    Per chi mi hai preso, eh, dannato gatto spelacchiato?
    Parli proprio tu, che hai un triliardo di anni.


    Sì, si stava proprio riprendendo, non c’erano dubbi. Il ritrovato umorismo, seppur decisamente poco formale, lo aiutava a mantenere quel contatto diretto con Aleksander. Un contatto che non poteva perdere, pena il ritorno nell’oblio.

    Certo che so come funziona l'Atena Exclamation.
    Ricordo quella sensazione.
    Noi giovani, di recente, l’abbiamo usata per suonarle di santa ragione a un Dio corrotto.


    Ancora ricordava quell’incontrastabile potenza scatenata dal connubio dei cosmi di Bart, Achille e della cara Anita. La perfetta sincronizzazione che portava con sé un potere tanto proibito quanto devastante.

    Tu piuttosto?
    Ti ricordi ancora come si fa?
    Oh oh oh!


    Ormai era euforico, forzatamente euforico. Doveva mantenere la concentrazione su quell’unica sensazione che lo teneva ancora ancorato alla realtà. Fece divampare il suo potere fino ad avvolgere tutti e tre i Cavalieri, cercando con precisione certosina un allineamento con entrambi i suoi compagni di sventura.

    Forza Leonessa, abbiamo bisogno di te!
    Unisciti a noi con il tuo cosmo.


    Il Toro e il Leone erano estremamente potenti, ma non sarebbero mai riusciti a superare quella situazione senza l’appoggio del terzo Cavaliere d’Oro. Andrea era fondamentale per la buona riuscita del piano di Aleksander.

    Andrea, svegliati.
    Devo ancora scoprire qual è la tua pizza preferita.


    E cosa centrava la pizza in quel momento? Nulla, ma aveva sfruttato lo stesso stratagemma del Lawos per stimolare la mente della guerriera. Aveva posto una domanda completamente fuori contesto per richiamare un ricordo ben preciso, cercando così d’increspare la superficie di quell’illusione. Sperava proprio che il cosmo unito alle sue parole fossero sufficienti per penetrare quello spesso velo di finzione, come se fosse una vera e propria sveglia che ti suona nelle orecchie di prima mattina.
    Forza Cavalieri: fate vedere di cosa è capace la vostra forza di volontà. Dimostrate di essere una squadra. Dimostrate di essere una Famiglia.

    Per Atena!
    Per tutti noi!


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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Trip mentale 1, trip mentale 2 e poi Bart si prodiga nell'Athena Invocation (cit.) :kuku:
    In corsivo ho evidenziato i vari trip mentali.

    Condizioni:
    Mentalmente confuso, ma si sta riprendendo grazie all'aiuto e alla presenza di Aleksander e Andrea.
    Ha ustioni e ferite non gravi su alcuni punti del corpo scoperti dalla Cloth. Null'altro da segnalare.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

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    « Fukushima »
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    Nessuna risposta.
    Nessuna risposta che valesse la pena di considerare, almeno. La mente di Andrea lavorava febbrile, cercando di collegare tutti gli indizi, di tracciare ipotesi, di giungere, alla fine, alla causa di tutto quell'orrore.
    Qualunque cosa si fosse infiltrata nell'edificio, dedusse dalle reazioni degli Steel Saint, era in grado di manipolare la mente degli individui e di trascinarli in incubi infiniti e ricorsivi. Aveva impedito a tutti loro di chiamare aiuto, e così, chiunque fosse, era stato libero di muoversi indisturbato. Strinse le labbra in una fessura, il Sole Nero era a Fukushima per GRADO-132-7. Ma, viste le sue informazioni insufficienti, Andrea non era in grado di sapere se questo fosse un detenuto, un'arma, se fosse controllabile o meno. Tutto ciò che sapeva era che la corruzione li stava battendo sul tempo, e che non avevano altra scelta se non buttarsi a capofitto nell'edificio, senza sapere quali trappole o pericoli avrebbero trovato.

    Allungò lo sguardo al soldato più vicino a lei.
    « Avete a disposizione una mappa dell'edificio principale? Potrebbe tornarci utile, prima che voi andiate a contattare la base. » Chiese, e la sua richiesta fu esaudita. Studiando la planimetria vide che il loro percorso era deciso. Un corridoio che dal laboratorio portava all'ultimo piano, lì dove c'erano i controlli della centrale. Le stanze laterali sembravano prive di interesse, per cui si concentrò per memorizzare il loro cammino.
    Annuì quando Aleksander congedò gli Steel Saint, sperando che non avrebbero dovuto proteggerli da ulteriori assalti della corruzione mentre loro erano all'interno.
    Fukushima era l'obiettivo primario della corruzione, e questo non poteva dimenticarlo. Si chiese, fu un pensiero fugace prima di mettersi in cammino, cosa stessero affrontando i suoi compagni nel resto del Giappone. Sarebbe stato loro dovere, in quanto Gran Sacerdote, Lawos ed Eforos, assicurarsi che fossero al sicuro, ma al momento si muovevano tutti con una conoscenza imperfetta e l'impossibilità di sapere con cosa si stavano battendo.

    Poteva solo avere fiducia in loro.
    Non le rimaneva che credere nei compagni con cui aveva combattuto in prima linea, come Lawrence e Alexis, ma anche in coloro che aveva visto lottare per la prima volta solo quello stesso giorno.
    Alzò lo guardo verso l'edificio, l'unica cosa che rimaneva in piedi mentre attorno a loro regnavano solo le macerie. I suoi sensi le mandavano segnali di pericolo sparsi, troppo numerosi e indistinti perché Andrea potesse leggerli.
    « Stiamo per entrare dentro la tana del lupo. Che Atena sia con noi. » Rivolse quell'invocazione a mezza voce ai suoi due compagni, per poi varcare la soglia di quell'enorme struttura. Le luci sul soffitto oscillavano e si accendevano e spegnevano in modo causale, così che Andrea riusciva a vedere solo brevi lampi della grande sala e dei suoi macchinari. Qualcosa tuttavia attirò la sua attenzione.

    C'era qualcosa di sbagliato, in quel posto.
    Una presenza opprimente, che come un parassita minacciava di nutrirsi di ogni cosa sul suo cammino e alla fine di divorare l'intera Fukushima. Allungò un dito verso uno schermo di un computer, toccando con la punta del dito quella sostanza nera e vischiosa che sembrava aver ricoperto ogni cosa. Si sentì subito sporca, e richiamò il Keraunos per darle fuoco. Sottili fili di fumo nero si alzarono da lei.
    L'odore di carne bruciata le fece venire la nausea. Aveva combattuto molte volte la corruzione, ma mai come allora questa le sembrava concreta, onnipresente, annidata in ogni angolo e pronta ad azzannarla alla gola.
    Deglutì, strinse i pugni e cercò conforto nell'armatura che indossava. Le sembrò che brillasse meno del solito, che persino la costellazione del Leone fosse più distante che mai. Un brivido le risalì lungo la schiena, e non seppe dire se era freddo o paura.
    Erano stati incauti, pensò, a entrare in quel posto senza un piano. Loro e quell'impetuosità maschile, che siano maledetti. E i soldati della Fondazione? Perché così tanto riserbo? È impossibile che custodiscano qualcosa qui dentro senza sapere cosa sia. È un trucco, o forse una trappola.

    Richiamò di nuovo il suo cosmo, questa volta per scaldarsi e illuminare la stanza principale a cui erano arrivati.
    Davanti a loro c'era una porta socchiusa, ricoperta ancora da quella sostanza nera. Si sentì pizzicare l'indice, come se qualcosa l'aveva morsa, e per la tensione si lasciò scappare un gemito. Sollevò il dito, e vide che la sostanza nera era di nuovo lì.
    Ma l'avevo bruciata un attimo fa. Eppure c’è ancora una macchia qui. Trasse un respiro profondo, e aumentò l'intensità dell'elettricità. Quando il crepitio finì guardò di nuovo la sua mano. Quel composto limaccioso si era esteso e aveva coperto l'intero pollice e indice. Ma queste mani non saranno mai pulite?
    L'aria attorno a lei si faceva pesante, le ombre dei suoi due compagni diventavano sempre più lunghe. Non voglio superare quella porta. Devo tornare in Grecia, finché posso. Fece due passi indietro, allontanandosi da Aleksander e da Bartolomeo, cercando rifugio dietro un grande macchinario. E questa macchia continua a crescere. Ancora puzzo di sangue, qui. Tutti i profumi d’Arabia non tergeranno questa piccola mano.

    Cercò di respirare a pieni polmoni, ma le sembrò che persino l'aria fosse corrotta, impura, insufficiente.
    Il liquido limaccioso si era impadronito dell'intera mano e continuava a crescere, a inglobare, a divorare il suo braccio. Presto ogni cosa sarebbe stata nient'altro che nero, un abisso da cui non sarebbe riuscita a uscire. Aiutatemi. Si sforzò di urlare, ma dalla sua bocca uscì solo un rantolo strozzato. Perché non fanno niente? Non vedono che se continuo così, finirò annegata in questo oceano di sangue rappreso?
    Sentì il cosmo dei due uomini divampare, e per un momento il suo cuore trasalì, ricolmo di speranza. Alzò lo sguardo e vide che nessuno dei due stava allungando una mano verso di lei per aiutarla. No... stanno per attaccare. Vogliono sfruttare la mia debolezza e uccidermi. È per questo che mi hanno portato qua?
    Cosa sta succedendo?
    Si portò le mani alla testa, il cervello che martellava come se qualcuno le avesse conficcato un chiodo arruginito nel cranio.
    Non ho mai voluto la libertà, ma così no. Cazzo, così no.

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    Le gambe mi tremano così tanto che cado in ginocchio.
    Ma devo andarmene, se non voglio che la mia vita finisca in questo posto. Perché. Perché ogni volta che decido di fidarmi di qualcuno questo mi pugnala alle spalle. Giapeto, Dhawyth, Yoshiro, Galatea. E ora loro due.

    « Dovevo immaginarlo. » Dico, cercando di rimettermi in piedi. I miei piedi, anche quelli sono stati divorati dalle ombre. Ormai quella sostanza nera mi arriva alle spalle, e l'oro è scomparso. È scomparso esattamente come si è sciolta al sole l'illusione di tutto questo eroismo. Un luccichio per attirare anime candide, e poi l'oblio dell'inferno.
    « Dovevo immaginarlo da chi ha lasciato la Grecia per otto anni in mano alla corruzione. Da chi ha goduto nel vedere gli abitanti della Grecia massacrati, costretti a nascondersi come bestie da macello in quella stalla troppo stretta del Grande Tempio. » Ma io ho scoperto il trucco. È per questo che mi hanno venduta, deve essere così. Perché ho mosso le cose per la prima volta, perché ho cercato di meritarmi quel titolo di eroe che tutti i Saint si affidano, quando non fanno altro che fingere.
    « Ci avete venduto, non è così? Siamo annegati nel vostro lassismo. » Devo difendermi. Il mio cosmo brucia ancora, ma non potrà fare molto contro loro due. Devo restare vigile, all'erta. E far vedere loro che quando un animale viene messo all'angolo lotterà come un demonio per sopravvivere.

    Alzo lo sguardo verso Bartolomeo.
    Certo, comodo chiamare tutti figliolo e figliola, adottare bambini come se fosse un fottuto orfanotrofio ambulante, per poi godere della loro mal riposta ammirazione.

    « Tutti quei bambini avevano dei genitori, una volta. E tu li hai lasciati morire. Sei l'uomo più potente sulla terra, eppure hai fatto cadere la Grecia. Lasci che un'intera generazione di Saint venga cancellata a causa tua, e non hai mai mosso un dito per prepararci adeguatamente. » Sputo le mie parole come se fossero veleno, mentre i miei sensi perlustrano l'intera sala, alla ricerca di un percorso rapido per fuggire. Devo rovesciare quei computer, coprirmi nella fuga, e forse avrò una possibilità. Devo solo distrarli abbastanza a lungo.
    « E non spacciarmi stronzate sugli obblighi da Gran Sacerdote. Su documenti da firmare e tutto il resto. Non so neanche se sei in grado di scrivere il tuo nome per esteso, bamboccio come sei. » Mi rifiuto di morire per mano di questo idiota tutto muscoli e niente cervello. Tipico dei Cavalieri del Toro, e qualcuno ha anche pensato che fosse una buona idea metterlo a capo del Grande Tempio.
    Mi rifiuto. Mi rifiuto. Mi rifiuto.

    I miei occhi si spostano verso Alek.
    Per un solo, breve istante desidero di vedere comprensione, in lui. Invece vedo solo odio, lo sguardo di un cacciatore spietato. La mia armatura, ha sempre voluto riprendersela. Anche se la Costellazione del Leone sa chi è più meritevole, crede di potersi meritare questa corazza solo perché ha perso ogni guerra in cui ha combattuto. Ha perso suo fratello, ha perso Lemuria, ha perso suo figlio, sua moglie. Cosa penso di essere, per lui? Per il Re che ha perso tutto?

    « Sei sopravvissuto a tutti. Ora sopravviverai anche alla tua allieva. Un buon primato da appuntarti sul petto, generale. Siamo tutti dei danni collaterali per te, non è vero? » So che avrebbe voluto lasciare al loro destino gli Steel Saint, e so che, presto o tardi, farà lo stesso con me. E crederà ancora di essere nel giusto, di star combattendo per un ideale così elevato che ogni sacrificio è giustificato. Fino a quando non resterà solo lui a combattere, e vedrà finalmente quanto sangue è stato versato per la sua follia.
    « Anche questo lo fai per Atena? » Mentre pronuncio quel nome sento una strana fitta, in corrispondenza del petto. È come se il mio cuore avesse saltato un battito.

    Atena. Siamo in Giappone per lei, non è vero?

    « Toglietemi una curiosità, da quant'è che non le parlate? Perché, tra tutti, questo è davvero un pessimo momento per andare a dormire. » La dea più vicina agli uomini ha smesso di camminare al nostro fianco. Forse abbiamo peccato troppo, forse abbiamo perso la sua fiducia. O, forse, lei è esattamente come tutti gli altri dei. Così diversa da noi, così aliena, da non poter empatizzare con noi.
    « Ma non dovrei aspettarmi nulla, da chi ci ha concesso troppo tardi di indossare delle armature e solo perché costretta. E che ancora oggi ha delle ridicole regole sulle armi, sull'onore, sulla cavalleria. Cosa hai pensato, Aleksander Seraf, mentre vedevi i tuoi compagni decimati dai Primarchi di Atlantide, con le loro corazze splendenti? » La dea della saggezza e della guerra... fosse per lei combatteremmo ancora gli Spectre nudi come vermi. Siamo solo pedine, per lei.
    « Lei ci ha scelto perché non aveva alternative, fratello. Le servivano degli schiavi da mandare in battaglia e ha trovato una serie di stolti abbastanza ingenui da seguirla. Non è un caso se non solo io ho deciso di abbandonare quella strada. » Sono certa che Aleksander ricordi quelle parole. E, se non bastano quelle frasi, la mia intonazione ricalcherà perfettamente quella di Malal, tanto tempo prima, in un ricordo che ho avuto la fortuna di rivivere. Allora avevo completamente travisato il senso di quelle visioni, ma oggi so dove sta la verità.

    Sono pronta. Non ho tempo di vedere l'effetto delle mie parole, devo solo sbrigarmi.
    Il liquido nero è arrivato fino al collo, tra poco soffocherò. Ma ho ancora tempo per un movimento, rapido. Un balzo fino alla scrivania, rovesciarla per guadagnare tempo e sparire alla vista, e poi un secondo scatto verso la porta. Avrò solo una possibilità, da quando faccio bruciare il mio cosmo. Non posso sprecarla.
    Chiudo gli occhi, la vista non mi servirà per scappare. E cerco la mia costellazione, quella da cui ancora riesco a trarre un poco di forza.

    Fosfeni danzarono dietro alle sue palpebre, mentre la luce del Keraunos lottava per farsi strada sotto la palude tetra e vischiosa che era diventata il suo corpo.
    Uno spiraglio, cerco solo uno spiraglio. Una possibilità per uscirne viva. Uno spiraglio nel suo cosmo toccò, quasi per caso, i due di Bart e Alek. Eppure...
    Eppure non stanno per attaccare. Un altro trucco? Aprì gli occhi, e vide che la luce sembrava essere tornata. Riusciva a respirare di nuovo.
    Stanno... ridendo? Ridendo di me, ancora una volta. Potrebbero uccidermi in qualsiasi momento, i loro cosmi sono immensi e attivi, eppure... stanno parlando tra loro.

    Cosa si stanno dicendo?
    Micione. Vecchio. Pizza. Gatto spelacchiato. Andrea, svegliati.

    Svegliarmi da cosa, si chiese Andrea. Sbatté un paio di volte gli occhi, come per abituarsi alla luce. Il suo cosmo risuonava, senza che lei ne fosse consapevole, con gli altri due. Senza pensarci guardò la mano, e vide che il bracciale dell'armatura brillava come non mai. La macchia scura è sparita, pensò.
    Quale macchia? Si corresse un momento dopo. E si ritrovò a chiedersi cosa aveva vissuto, cosa c'era stato di reale e di falso.
    « Hey, con questi nomignoli adorabili mi state facendo sentire la terza incomoda, lo sapete? » Disse, sforzandosi di sorridere. La sua mente lavorava frenetica, per cercare di capire cosa era successo e come ne era uscita. Il loro cosmo si stava unendo come succedeva solo in un'occasione particolare, l'Athena Exclamation. Provò subito un grande moto di gratitudine, quella mossa aveva fatto in modo che Andrea si risvegliasse e spezzasse quell'influenza che si era impossessata non solo di lei, ma di tutti loro. Assecondò il movimento del suo cosmo, facendolo fluire liberamente e lasciando che si intrecciasse con quello di Bart e di Alek. Si sentì protetta, mai così vicina ai suoi compagni.
    « Sono tornata. Ma qualunque cosa ci ha attaccato, lo farà di nuovo. Vediamo di non cadere nello stesso tranello. » E i suoi occhi verdi si mossero verso la porta socchiusa.
    Avevano avuto un assaggio di cosa li aspettava. Non restava che attraversarla.

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Scossa dal danno mentale.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Scusatemi, ma quando mi si affidano i trip non riesco a trattenermi. Ovviamente tutta la simpatia è interpretazione.
     
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    L'
    essenza della Corruzione, dopo avervi quasi avvinto, si sfuma via via, come un mare di fango che si allontana, lasciandovi respirare.

    Dopo un attimo di disorientamento, riuscite a riprendervi e a proseguire la corsa contro il tempo.

    Quando attraversate la porta, un'altra stanza è d'innanzi a voi, cosparsa di macchinari distrutti, cadaveri e un liquame nero che trasuda energia corrotta.

    Al suo opposto vi è una porta divelta che da su una scala a chiocciola che porta verso il tetto. Lungo le scale sentite una voce in tedesco, che dice qualcosa simile a "prenditene cura".

    Quando arrivate al tetto vedete una scena simile a quella nella stanza di sotto, ma al centro vi è una sorta di piedistallo circondato da cavi e strani macchinari. E' abbastanza rozzo, propabilmente è stato costruito sul posto.
    Il crepitio ed uno strano odore di ozono vi fanno pensare sia stato appena utilizzato.

    Una nuova sensazione di disagio vi coglie, proviene dall'oceano. Vedete in lontananza una sorta di costruzione circolare che si muove nell'area. Non riuscite a distinguerla nettamente a causa dell'energia rossastra che l'avvolge.

    Mentre siete intenti ad osservare la scena, una voce femminile vi si rivolge.

    "Bart! E' un piacere incontrarvi nuovamente... integra. Voi non vi ricorderete di me penso, o almeno non ricorderete il mio aspetto... sono passati anni ed il mio volto è intatto..."

    Sorride. E' una ragazza sui ventanni. Veste una camicia ed una gonna scure, mentre il viso è estremamente pallido, adornato da occhi violacei e lunghi capelli d'argento.

    7a09a7f5c3658c6d739c7595a74b2d28


    "... sono Therese."



    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    La ragazza non emette cosmo, sentite chiaramente che è avvolta da energia corrotta, ma come praticamente ogni cosa lì.
    Il macchinario è spento e non emette energia propria, probabilmente è stato attivato da qualcosa che ora non è più lì.

    Il globo rosso che avvolge la piattaforma volante sull'oceano vi impedisce di percepire cosa c'è esattamente lì.

    Bart ha di nuovo un trip, prima di accorgersi di Therese.
    Vede una visione di alcuni cavalieri e di alcuni altri uomini, evidentemente in periodo di Era del Mito dopo la caduta di Lemuria, combattere con un'entità luminscente dal potere incredibile.
    Quasi tutti muoiono nella lotta, ma chi sopravvive riesce a sigillarla in una sorta di sacca dimensionale, collegata ad una piccola gemma.
    Sulla Gemma è inciso il numero romano VII.
    Uno dei combattenti era il grande sacerdote di allora, un Cavaliere di Gemini.
    Di più non riesci a capire, né il tipo di entità, ne il suo potere, ne il motivo del sigillo.

    NOTA: Therese assomiglia molto ad Alisia :yeye:

    Avete 7 giorni per postare.

    A voi!:zizi:


    Edited by Gorthaur - 9/4/2020, 10:49
     
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    La pressione mentale svanì così com’era arrivata e solo in quel momento il Gran Sacerdote percepì quanto erano andati vicini alla sconfitta. La Corruzione li stava divorando, quasi letteralmente, ma erano riusciti a emergere da quel mare oscuro.
    Ce l’avevano fatta. Ancora una volta.
    I tre Cavalieri d’Oro avevano agito uniti come un solo guerriero, superando persino un potere contro cui non avevano difese specifiche. La loro forza di volontà e la loro unione d’intenti erano riuscite ancora una volta a compiere un’impresa straordinaria. Sembrava ormai un mantra ripetuto ogni volta che dovevano fronteggiare un pericolo, ma a cui non dovevano e non potevano abituarsi.
    Bart scoccò un fugace e sincero sorriso ai due Leoni, come per rompere del tutto quell’orribile incantesimo in cui erano stati intrappolati poco prima.

    Non mi aspettavo che un attacco del genere potesse coglierci così alla sprovvista.

    Fissò lo sguardo a terra per un solo istante, come se si sentisse in colpa per quello che era accaduto. Poi, però, allargò le braccia per dimostrare il suo ritrovato ottimismo e scacciare ogni pensiero negativo da quel momento. Il suo sorriso si allargò ancora di più, rivolgendosi ad Andrea e Aleksander per complimentarsi del loro indomabile spirito.

    Questa trappola mentale ci ha dimostrato ancora una volta che dobbiamo agire uniti.
    Nonostante tutto, l’unione dei nostri cosmi ha superato anche questa prova.
    Non dubitiamo mai gli uni degli altri e... Oh oh...


    Non riuscì a trattenere una risata, ripensando a quello che era appena successo e cosa si erano detti durante quell’illusione così reale da sostituire persino il loro modo di percepire il mondo. Non si erano risparmiati nessuna subdola cattiveria, ma nemmeno quello avrebbe potuto mai dividerli o distoglierli dalla loro missione.

    ...e dimentichiamo ciò che ci siamo detti in quella situazione.
    Magari ne riparliamo quando tutto questo sarà finito, ok?
    Oh oh oh.


    Rise davvero di gusto, cercando di stemperare la tensione che si era creata.

    Ma adesso andiamo a fare due chiacchiere con il simpaticone che ci ha giocato questo brutto scherzo.

    L’intento era chiaro: dovevano proseguire senza perdere un istante in più. Bartolomeo fece strada, varcando per primo quella porta carica di mistero. Lo spettacolo che si presentò d’innanzi a loro fu ancora una volta devastante, sia per gli occhi che per il cuore. Il Toro strinse i denti dalla rabbia nel vedere l’ennesima serie di cadaveri vinti dalla Corruzione. Il sempre presente liquame nero non aveva lasciato alcuno scampo a niente e nessuno, tanto che anche i macchinari ne erano completamente coperti.
    Tutto sembrava morto in quel luogo, ma qualcosa spiccava rispetto al resto. Sul lato opposto della stanza, una scala a chiocciola sembrava portare verso un piano superiore. I tre Cavalieri si scambiarono uno sguardo e non serviva alcuna parola: dovevano proseguire verso l’unica direzione possibile. L’alternativa sarebbe stata distruggere tutto, ma avevano già sperimentato che era meglio andarci con i piedi di piombo vista la pericolosità di quell’edificio.
    Passo dopo passo, immersi nel liquame nero e facendo attenzione a ogni rumore o al minimo spostamento d’aria, arrivarono alla scala senza ulteriori intoppi. Il gigante mise il piede destro sul primo scalino, quando una voce estranea ruppe il silenzio. Era una voce che non riconosceva, in una lingua altrettanto sconosciuta.

    Ma cosa...?!
    Avete sentito anche voi?


    L’aveva chiesto perché ormai non si fidava più delle sue sole percezioni. Poteva benissimo essere un’altra illusione, forse rivolta solo a lui. Cercò di fare un altro gradino, ma come se quell’ultimo dubbio diventasse davvero realtà, la sua mente ebbe un altro inspiegabile distacco. La gamba si fermò a metà movimento e, nello stesso istante, per Bart anche il tempo si fermò.

    --------------------

    Sbatté le palpebre, o almeno il suo io in quell’ennesimo viaggio spazio-temporale lo fece. Stava cercando di adattarsi all’accecante luce che avvolgeva quella nuova scena di battaglia. Era circondato da Cavalieri di Atena, ma non riusciva a riconoscerli. L’unica cosa che poteva percepire con certezza era l’incredibile forza con cui combattevano, supportati da un esercito regolare di uomini che guardava con fermezza in faccia al pericolo.

    Non sapeva spiegarselo, ma Bartolomeo sapeva che si trattava di un’epoca ormai persa nel tempo, che aveva imparato a conoscere grazie ad Alman e al potere della Lacrima. Erano sicuramente in un periodo successivo alla caduta di Lemuria, un periodo segnato – un po’ come tutti in realtà – da violenti e continui scontri.

    Quei guerrieri erano intenti a fronteggiare un nemico che sembrava andare decisamente oltre le loro potenzialità, in grado persino di tenere testa a tutto quel dispiegamento di forze. I Cavalieri colpivano ripetutamente il nemico con il loro cosmo, dando dimostrazione di una determinazione incrollabile.
    Nonostante tutto, però, l’entità luminosa che stavano letteralmente assalendo sembrava considerarli solo come dei fastidiosi moscerini. Bart cercò di focalizzarsi su quella minaccia, ma la luce che emetteva era così accecante da non permettere di scorgerne i dettagli. Una sola cosa era certa: stava vincendo.
    I guerrieri di Atena cadevano uno dopo l’altro, indebolendo sempre di più la foga e la forza della loro avanzata. Era come vedere le potenti onde dell’oceano che si schiantano contro scogli inamovibili, vanificando in un solo istante tutta la forza delle acque.
    In un misto di dolore, grida e sangue, solo pochi Cavalieri sopravvissero. Probabilmente solo i più forti riuscirono nella quasi impossibile impresa di rimare in vita, oppure furono semplicemente i più fortunati. Tra di loro, uno in particolare attirò l’attenzione del Toro. Era il guerriero che guidava quella corsa al massacro, ma che si era messo sin da subito in prima linea nonostante la sua carica. Non vi era alcun dubbio: quello era il Gran Sacerdote di quell’epoca. Egli sembrò gridare un ultimo ordine, che si rivelò poi decisivo. Insieme agli altri sopravvissuti, riuscì a coordinarsi per eseguire una tecnica che Bartolomeo non aveva mai visto. Una tecnica talmente potente da cambiare le sorti di quella battaglia. Una tecnica sigillante.

    D’altro canto, se non puoi sconfiggere il tuo nemico, l’unica alternativa è renderlo inoffensivo.

    E fu proprio quello lo scopo dell’ultimo attacco, così travolgente da sigillare quell’entità luminescente in una singola e piccola gemma. Un oggetto all’apparenza così insignificante, che era però diventato la tomba in cui quell’essere avrebbe (forzatamente) riposato per lungo tempo. Su quell’artefatto, che sembrava magico, era riportato un simbolo: “VII”. Dal tipo di scrittura sembrava proprio il numero romano che rappresenta il “7”, ma in quel momento non poteva esserne certo.

    L’intangibile spettatore Bartolomeo, stava cercando di avvicinarsi ancora di più a quella scena per carpirne qualche dettaglio in più, quando qualcosa cambiò in modo repentino. Stava, infatti, allungando la mano per avvicinarsi alla gemma, ma il viaggio spazio-dimensionale decise per lui.


    --------------------

    Si ritrovò nuovamente catapultato nella realtà del mondo presente e quel suo gesto con la mano servì solamente per aggrapparsi meglio al corrimano della scala a chiocciola. Ancora una volta sia Andrea che Aleksander non si sarebbero accorti di nulla, se non di una lieve esitazione del loro capifila tra un gradino e l’altro.
    Dannazione, doveva trovare il tempo per raccontare tutto ai ragazzi, ma quando? Non avevano nemmeno l’occasione di riposarsi un istante tra un attacco e l’altro, ma doveva cercare di avvisarli. Lo avrebbe fatto una volta scoperto cosa c’era alla fine di quelle scale, sperando non si trattasse ancora una volta di…

    E adesso questo cosa diavolo è?

    Giunti sul tetto, la scena che si presentò di fronte a loro fu ancora una volta disarmante. Cavi ovunque, sempre sporchi di quella melma nera, che convergevano verso un macchinario al centro della stanza. Quello che sembrava uno strano piedistallo, dava sicuramente l’idea di essere stato appena utilizzato per qualche scopo. Il calore emanato dal costrutto e il pungente odore di ozono poteva essere percepito anche senza avere sensi particolarmente sviluppati.
    Ma non era finita lì. Eh no, perché non vogliamo farci mancare niente.
    C’era un’altra cosa che avrebbe fatto accapponare la pelle a tutti i presenti. Qualcosa che si riusciva a percepire ancora prima di osservarla. Potendo finalmente vedere l’esterno, la vista da quell’edificio sull’oceano era tanto spettacolare quanto terrificante. Un globo color rosso sangue fluttuava a grande distanza dalla loro posizione, generando un’incontrollabile sensazione di disagio. Bartolomeo cercò di scambiare un gesto d’intesa con i due Leoni, sperando che i loro sensi arrivassero dove lui non poteva, ma sembravano tutti travolti dalla stessa confusione comune.
    Poi, dal nulla, una voce ruppe il silenzio di quel momento surreale. Una voce femminile. Una voce rivolta a Bart.
    Il Gran Sacerdote si voltò verso l’origine di quelle parole, sgranando gli occhi per lo stupore e per il contenuto di quelle frasi. Il suo cuore perse un battito, richiamando immediatamente dei ricordi che non avrebbe mai voluto dissotterrare.

    Therese?!

    Eh sì, caro Bart, avevi sentito proprio bene.

    Quella Therese?!

    Esatto, quella Therese. Le immagini dello scontro con Gabriel cominciarono a invadere la sua mente, riportando al presente tutto il dolore e la sofferenza di quel giorno. La trappola del Cavaliere Nero era iniziata proprio con la morte della piccola Therese, allora poco più di una bambina. Come se fosse stato inciso nel suo stesso cuore, si ricordava ogni dettaglio di quel corpo martoriato dal Black Saint e della crudeltà con cui era stata smembrata, mangiata e assorbita dal Cancro Nero.
    Il Cavaliere del Toro s’incolpava ancora per quell’avvenimento, tanto da continuare a riviverlo nei suoi stessi incubi. Se solamente fosse arrivato prima, se fosse stato più forte, se… Tutti quei “se” irrisolti avevano nel tempo creato delle cicatrici indelebili nel suo animo.
    Tutto fu così scioccante e travolgente che il gigante buono rimase interdetto per un istante. Non poteva credere a quello che aveva di fronte agli occhi, ma doveva necessariamente ridestarsi da quel suo momento personale per interagire con i suoi compagni. Doveva in qualche modo avvisarli di quello che sapeva e scelse la telepatia per entrare in contatto con loro, sperando che nessun estraneo potesse captare le sue silenti parole. Rimase comunque nella sua posizione, cercando di far scudo agli altri due Cavalieri che, in caso di pericolo, avrebbero ancora una volta potuto agire protetti dal loro Gran Sacerdote.

    Vedete anche voi quello che vedo io?
    Non so se tutto ciò è reale, ma provo a spiegarvi cosa significa tutto questo.
    Cercherò di farla breve, anche se, credetemi, non è facile.


    No, non sarà per niente facile.

    Therese è stata una delle tante vittime di Gabriel, il Cancro Nero, precedente guida dei Black Saint.
    Quel dannato la uccise e la divorò di fronte ai miei occhi.
    Fu l’inizio di uno scontro che né io né lui potremo mai del tutto dimenticare.


    Aveva quasi perso la vita e con “quasi” s’intende che l’avrebbe sicuramente persa se Daya, il precedente Gran Sacerdote, e Gaz, il leggendario custode dello Jamir, non fossero corsi in suo aiuto.

    Lei, però, era una bambina.
    E solo vedendo questa sua versione più adulta riesco a notare la somiglianza disarmante con Alisia.
    È tutto così strano.


    E lo era davvero. In passato non si era accorto di quell’incredibile somiglianza, ma forse era per le condizioni in cui aveva visto la piccola esanime tra le braccia di Gabriel.

    In ogni caso, non può essere lei, non può essere Therese.
    Innanzitutto non dovrebbe essere così viva e in salute, e poi non posso credere che dietro a tutto ciò ci sia Gabriel.
    Anche lui ha combattuto contro la Corruzione e, comunque, non è mai stato così potente o così stupido da mettersi contro tre Cavalieri d’Oro contemporaneamente.


    Anche se quell’oscurità, quella melma nera...
    Non poteva esserne sicuro, certo, ma era un pensiero lecito in quel momento. Non che fosse facile intuire o prevedere le azioni del Cancro Nero, ma il Toro non riusciva a trovare un nesso tra la loro situazione e quel dannato assassino a sangue freddo.

    Stiamo in guardia e teniamoci pronti a tutto.

    Quello era poco ma sicuro. Non potevano certo abbassare adesso la guardia, anche se una ragazza gentile stava loro rivolgendo la parola come se nulla fosse successo.

    È da quando siamo arrivati in Giappone che continuo ad avere visioni improvvise, che non riesco a controllare o spiegare.
    Ho periodicamente dei blackout che durano una frazione di secondo, senza un vero motivo scatenante.
    Sono visioni troppo confuse e sembrano non avere senso.
    Per di più, non abbiamo mai avuto il tempo di parlarne.


    Dopo ogni pericolo ne arrivava subito un altro e, con tutta quella confusione, non avevano avuto il tempo necessario per fermarsi e confrontarsi. Le loro interazioni erano forzatamente brevi e costituite per lo più da sguardi e gesti d’intesa. La situazione di costante allerta era il nemico più difficile da fronteggiare quando era necessario agire all’unisono. Avrebbero trovato il modo, ne era certo, ma anche quel momento richiedeva di essere pragmatici e sintetici.

    L’unica cosa che ho capito, anche se lo so che non si tratta di una scoperta sensazionale, è che qui c’è per davvero qualcosa di molto potente che sta giocando a nascondino con noi.
    E noi siamo quelli che, in questo momento, è meglio se non ci facciamo trovare.


    Mancavano troppe informazioni importanti per essere in una posizione di vantaggio, ma dovevano pian piano mettere insieme i pezzi di quell’intricato puzzle.

    Sfruttate al massimo le vostre abilità del Leone per evitarci di cadere in qualche altra trappola.
    Io intanto la tengo impegnata, almeno a parole.


    Non sapeva bene come approcciare la discussione con la ragazza, ma ci avrebbe almeno provato sfoggiando la sua proverbiale e innata schiettezza.

    Oh, ciao Therese, come te la passi?
    Sono contento di vederti tutta intera e un po’ più in salute.
    Spero che non ci sia anche Gabriel qui con te, perché vorrei evitare di discutere con lui come l’altra volta.
    Oh oh.


    Sì, certo, ai tempi Therese aveva fatto una fine ben peggiore – ops, Bart, piccola gaffe – ma anche il Toro era uscito a dir poco malconcio dallo scontro con il Cancro. La piccola, purtroppo, non aveva avuto la stessa fortuna di essere salvata per tempo. Nemmeno il nostro caro Bartolomeo, nonostante tutta la sua ferma e indomabile volontà, ci era riuscito.

    Non so se te l’ho mai detto, ma assomigli davvero molto a una nostra cara amica.
    La prima volta che ci siamo incontrati non me n’ero accorto, ma diciamo che le circostanze non erano delle migliori.


    Utilizzare il termine “assomigliare” era quantomeno riduttivo. Sembrava davvero la copia di Alisia. Fisicamente s’intende, perché la sua presenza e il modo di essere erano lontani anni luce dalla gentile reincarnazione di Atena.

    Ma ora dimmi figliola, come mai sei qui?
    Cosa ci fai a Fukushima?


    Domande un po’ così, dirette e disarmanti, caratteristica peculiare di quel pazzo Gran Sacerdote. Voleva sforzarsi di stemperare la tensione, che ormai era quasi palpabile, cercando di instaurare con Therese una conversazione informale e – nel limite del possibile – rilassata.

    Spero tu ci possa aiutare a scoprire qualcosa di più su questo posto.
    Magari puoi farci da guida.


    E perché no? Magari la ragazza poteva essere una fonte di informazioni insostituibile e valeva la pena tentare la richiesta. Prima di passare ai pugni qualche volta è bene giocarsi la carta della parola – non sempre, eh, sia chiaro! – specialmente in situazioni notevolmente confuse.

    Stiamo cercando, uhm, qualcosa o qualcuno di molto potente che sembrerebbe abitare qui.
    Tu lo conosci?


    Dopo tutte le visioni che aveva avuto, per Bartolomeo era ormai diventato facile toccare i tasti giusti. Non che ci volesse molto a capire che l’attacco mentale subito poco prima proveniva da qualche entità che andava oltre il normale concetto di forza. Anche Andrea e Aleksander dovevano ormai averlo capito in modo abbastanza chiaro, seppur senza tutti i dolorosi e colorati dettagli che quelle visioni regalavano al Gran Sacerdote.
    Sfoggiò, infine, il suo più enorme e sincero sorriso, sperando di non dover ancora una volta scatenare il suo potere. Il cosmo rimase sopito ma sempre vigile, come un coccodrillo che attende appena sotto la superficie dell’acqua, pronto a stringere le fauci sulla preda.
    Non avrebbe agito per primo, ma non si sarebbe nemmeno fatto trovare impreparato. Ed era certo che anche i due Leoni sarebbero rimasti pronti e all’erta.

    Adesso tutto sta a te, cara Therese.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Dannazione Gorth, che post lungo e complesso che mi hai fatto fare :ehsi:
    Trip mentale sul passato, incontro con Therese e spiegone telepatico ai ragazzi sulla Prestige (link), per poi finire con quattro chiacchiere in allegria con la nuova arrivata.
    Da notare che comincio a introdurre la questione delle visioni ad Andrea e Aleksander, così da condividere quegli strani avvenimenti. Anche perché Bart sta cominciando a preoccuparsi :zizi:

    Condizioni:
    Mentalmente provato da tutti i trip mentali.
    Ha ustioni e ferite non gravi su alcuni punti del corpo scoperti dalla Cloth. Null'altro da segnalare.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    Più si addentravano in quella struttura più quell'opprimente senso di pesantezza sembrava aumentare. Non sapeva se per gli altri era lo stesso ma per lui, quell'aura aveva un odore, un sapore, un nome ben preciso: Malal. Non l'odore della persona che era il suo defunto fratello, persino per lui quei ricordi erano lontani e difficili da riportare alla memoria. Quel luogo odorava e sapeva di ciò che suo fratello rappresentava per lui, di ciò che Malal aveva marchiato per sempre nell'animo del fratello. Era una sensazione strana, agrodolce e allo stesso tempo fetida come acqua di fogna. Si sentiva avvolto da essa quasi appesantito da un fluido che lo avvolgeva. Cercò di scuotersi.

    Non so cosa stia succedendo, ma la corruzione qui è talmente intensa da annebbiare persino la mia mente. Ho davvero una brutta sensazione.



    Quel liquame nero pulsava al loro passaggio, scoppiettando in malsane bolle simili a quelle del catrame rovente. Chiunque fosse in grado di generare un tale influsso negativo doveva essere relativamente vicino e se la sua mera presenza aveva generato quella terrificante ondata di potere, non si trattava di uno dei soliti agenti minori. Stenson d'altronde li aveva avvertiti, a Fukushima si sarebbe combattuta la battaglia più dura.
    Fu felice di essere riuscito a convincere quel testone di Bart a lasciarlo venire con lui. Forse, uniti e col supporto della piccola leonessa, avrebbero avuto qualche speranza di fermare il male che si annidava in quei luoghi prima che fosse troppo tardi. Quando giunsero sul tetto però, cominciò a dubitare che la loro forza fosse sufficiente.




    s̸̹̞͓̥̭̱̖̓͗͒̎̽̾ï͎̱ͫ̓ͫ̽̚c̵̟̙͎̯̬̦̙ͥ̇ͣh̓̿̾͗͛҉̲̗ͅ ̮͙̬̲̽͋ͪͥd̸̝̪͕͌̋a͉͈̺̘͚ͅr̜͔ͫͪͧ̓ͧ̍̉u̸͔̭̫͙͖̜̹̔͊͐m̋ͫ͋҉͎ ̘̠̝͕ͣk̤͖̳ͬͬͪͪ̚ü͓̇͒̊̔m҉͓͕m̼ͪͅͅe͚̹̱̙̦͍̖͛̆͐̓͟r̹̱̳̓ͣͣ͐ͧ̈n̮͈̹̬̰͚̮̆ͩͯͭ͂͞




    La grande terrazza del laboratorio era colma di un forte odore di ozono, talmente forte da coprire persino il puzzo del liquame nero che copriva la maggior parte delle superfici. Qualunque cosa fosse il macchinario che si trovava davanti a loro era stato utilizzato da poco. Riusciva a percepirne l'energia residua, crepitante e ancora forte, attraversarne le parti rozzamente assemblate. In lontananza, carico di un potere oscuro che sembrava schiacciarli, una grande struttura circolare fluttuava nel cielo circondata da un alone rosso che gli impediva di mettere a fuoco di cosa si trattasse. La stava analizzando quando una voce lo colse di sorpresa. Scattò all'indietro mentre istintivamente una lancia di keraunos si era formata nella sua mano destra. Una ragazza dall'aria innocente si era palesata innanzi a loro, una ragazza macabramente simile all'attuale incarnazione di Athena. Qualcosa non andava, come aveva fatto ad avvicinarsi così tanto a loro senza che i suoi sensi la percepissero. La sua attenzione era massima e poteva percepire chiaramente tutto ciò che accadeva attorno a loro. Eppure se la erano trovati addosso come un ombra al tramonto.

    Therese?



    Aveva letto alcuni resoconti di quella brutta faccenda. Quando era rientrato al santuario voleva capire cosa fosse successo in sua assenza e di cosa fosse realmente capace il nuovo Gran Sacerdote. Gabriel era sempre stato un avversario formidabile, probabilmente la minaccia di livello più alto che il Santuario avesse mai dovuto fronteggiare prima dell'arrivo della corruzione. Il Cancro Nero era tanto geniale quanto potente nella lotta ma, come tutti gli Alchimisti Traditori, la sua mente era macchiata da una follia che rendeva tutto quel potenziale una minaccia per tutta l'umanità. Quando ancora indossava l'armatura del leone non ebbe l'occasione di combatterlo, ma era certo che uno scontro in cui entrambi avessero dato fondo alle loro forze difficilmente avrebbe visto vincitori. Quella forza cosmica oscura poi, era davvero terrificante.

    Un'attimo, dov'è la forza cosmica di quella ragazzina.



    Sgranò gli occhi nel rendersi conto che non poteva percepire nessun tipo di potere provenire da Therese. Un agente della corruzione ha sempre un cosmo estremamente potente e, in esso, è quasi sempre chiaramente percepibile il marchio del peccato che si porta dietro. Eppure quella ragazzina, per quanto coperta di energia corrotta come tutto attorno a loro, non aveva alcuna traccia cosmica. Non andava bene, sentiva il suo sesto senso urlargli di fare attenzione, come quando un predatore apicale si trova nelle vicinanze. Istintivamente si trovò a spostarsi davanti ad Andrea, quasi a volerla tenere al sicuro, gli occhi fissi sul bersaglio e i muscoli tesi come corde di violino. L'armatura di Keraunos mutò senza che se ne rendesse conto, trasformandosi in una copia della sua armatura da battaglia Lemuriana. Come un leone che gonfia la sua criniera, il vecchio cavaliere aveva istintivamente richiamato la corazza che lo aveva accompagnato nella più terribile guerra che avesse mai affrontato. Una corazza che riempiva di terrore gli occhi dei soldati nemici.

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    Il grande elmo leonino gli coprì la testa mentre il crepitante keraunos che costituiva la corazza, rifulgeva di potere. Qualunque cosa fosse quel mostro che avevano davanti sarebbe di certo stata una sfida ai limiti delle loro possibilità. Gli serviva qualche secondo per capire meglio, per essere sicuro di come e dove colpire. Innalzò una silente preghiera alla Dea dei giusti. Una cosa era certa, non sarebbe indietreggiato. La corruzione quel giorno avrebbe assaggiato le sue zanne.









    Note: Mi metto a protezione di Andrea quando mi rendo conto che il non percepire cosmo da lei è molto peggio di percepirne uno enorme. Creo una lancia nella mano libera mentre l'armatura di keraunos che ho addosso si trasforma senza che me ne renda conto, andando a rassomigliare alla corazza da Generale Lemuriano che avevo nei tempi del mito.
     
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