The V-Word

Oliver vs Pan

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    Cabrón.

    I muscoli si irrigidirono ancora una volta sotto il peso del pugno del corrotto. Il Primarca strinse i denti, utilizzando tutta la sua forza per intercettare il colpo del colosso e tenerlo ben distante dai soldati colti alla sprovvista. Entrambe le mani si poggiarono, a palmi aperti, sul pugno chiuso – bloccandolo in modo efficiente. Gli uomini si rimisero in posizione, cominciando a sparare sul nemico che – per tutta risposta – generò una serie di emanazioni dal suo corpo, che tennero impegnati gli altri elementi della squadra. E chi si sarebbe aspettato mai una missione del genere? In un giorno così tranquillo, noioso quasi. Con un ultimo sforzo, deviò la traiettoria del pugno, spingendo nella zona laterale il colpo nemico, per poi sfruttare la sua mole per saltare sul braccio. Un passo, e si ritrovò all’altezza del collo, che prese di mira con un calcio. Sentì qualcosa spezzarsi, sotto il colpo dell’armatura dell’orso, ma il nemicò sembrò continuare a portare avanti l’offensiva, perfino con la testa piegata in una posizione innaturale. Ay, sei resistente. E le strade furono gremite di corrotti scaturiti dal corpo avversario, corrotti che sembrarono mettere a dura prova la resistenza e la capacità tattica della squadra, così come la potenza di fuoco posseduta – assieme alle capacità personali di ogni soldato.

    Oliver indietreggiò con un salto, portandosi al centro di una delle tante strade di Lima, circondato – a protezione – dalla squadra. Sorrise, il minimo che avrebbe potuto fare, ricambiare quell’impegno e quella dedizione, togliendo di mezzo tutte le minacce ai suoi compagni. Quella battaglia stava andando avanti da troppo tempo, i soldati risentivano di ogni secondo in più passato ad opporsi ai nemici. Cuordimetallo alzò una mano verso la fonte dei corrotti minori – il colosso di cui aveva fermato l’attacco – e l’aria attorno al cerchio di soldati cominciò a farsi sempre più umida. La terra sotto i loro piedi prese a tremare. Comandante? chiese Bryan – gli altri voltarono la testa verso il Primarca stesso che, coperto dal suo elmo, aveva assunto un’espressione di sfida. Tranquillo esé, finché resterete vicino a me, non avrete da preoccuparvi. Lo spazio attorno alla squadra si era liberato – per un secondo – grazie alla loro controffensiva, ciò avrebbe permesso al Fabricator di lanciare, da quel punto, la sua ultima tecnica. Assieme alla terra, lo spazio tra la squadra ed i nemici iniziò a tremare, illuminandosi di un bagliore azzurro. Oliver schioccò le dita e l’urlo di Cariddi scosse quel luogo nel profondo, dalle viscere, per generare un’enorme massa d’acqua; essa cominciò ad espandersi attorno a loro, ruotando con violenza verso l’esterno e travolgendo tutti i nemici in un raggio notevole. Non fu un tornado nel senso stretto della parola – ciò avrebbe implicato un’estensione in altezza, sacrificando la larghezza. Sembrò più un mare in tempesta, un’intera massa d’acqua che buttò giù – quasi istantaneamente – i corrotti che avevano circondato loro e che stavano brulicando le squadre.

    Non durò molto, una manciata di minuti – seppur intensi. Al termine del fenomeno acquatico, una leggera pioggia scese e coprì ciò che era rimasto dei nemici. Il colosso muoveva ancora qualche muscolo, segno di una sempre minore attività celebrale, che si stava spegnendo rapidamente; si esaurì al termine della pioggia residua, lasciando null’altro che silenzio. I soldati gioirono, e il Primarca sospirò con lentezza – anche stavolta se l’erano cavata. Fece sparire la scale, restando soltanto in abiti da missione, osservando tutti gli altri prepararsi per il ritorno – cominciando i controlli anti-corruzione e le cure necessarie per il rientro. Uno dei medici si avvicinò al Primarca, chiedendo il permesso – imponendoglielo, a dir la verità – di visitarlo. Il ragazzo sorrise, annuendo con vigore e posizionandosi nel convoglio medico portato per supporto. Tolse la maglia, e un brivido d’aria fredda lo costrinse a contrarre un po’ le scapole, dando il permesso agli altri di procedere per un veloce check-up. Un paio di loro sopraggiunsero, utilizzando poteri di guarigione per risanare la maggior parte delle ferite da battaglia e la conseguente stanchezza, rimettendolo completamente in sesto. Ne approfittò per dare uno sguardo alle cicatrici che aveva sulla zona del torso. Alcune le aveva fatte completamente guarire, altre – invece – aveva deciso di tenerle. Ce n’era una dovuta allo scontro con Eaco, sulla spalla destra, un’altra con Johanna – lungo tutto il fianco sinistro – mentre dallo scontro con Sanya, invece, aveva deciso di tenere quella sotto il braccio destro. Contrasse le labbra, erano la prova di quanta strada aveva fatto, e di quanta ancora c’era da fare per arrivare ad un traguardo ancor più grande.

    Lord Scylla – lo interruppe una delle guardie, portando con sé una tavoletta d’oricalco recante un sistema di localizzazione. I radar hanno segnalato attività, non molto lontano da qui. Oliver allungò il braccio, senza interrompere l’operato dei medici, per poi puntare gli occhi sullo stesso schermo che gli aveva passato il soldato. Ruotò gli occhi un paio di minuti, poi si ammutolì, concentrandosi il tempo necessario per verificare una cosa. Fece una strana smorfia, corrugando la fronte, per ampliare al massimo le sue energie. Una perla di sudore scese all’improvviso – spezzando il respiro preso per evitare ogni distrazione. No, non sono corrotti, tutt’altro. Prese una boccata d’aria, interrompendo il processo d’analisi e restituendo l’oggetto. Il sorriso si aprì ancora di più, congedando i dottori e tornando in condizioni presentabili. Scese dal veicolo, dando ordine di preparare un piccolo allestimento atto a ricevere persone. I soldati scattarono, guardandosi sospettosi – ma Oliver avrebbe riconosciuto la matrice di quel tipo di cosmo ovunque. Quasi la stessa di Audatia, appartenente ad una delle conoscenze che aveva in comune con Johanna. Non vedo l’ora di sapere che ci fa uno di loro qui. Si disse, stiracchiando i muscoli dopo le cure. Vero, non incontrava un eletto, o un araldo, da così tanto tempo – dalle sue prime missioni; era una buona occasione per approfittare di un aggiornamento sulle loro condizioni, su come procedevano le cose anche dalle altre parti.

    Lei è sicuro di voler approcciare qui ed ora? Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui, inarcando le sopracciglia in un'espressione sorpresa. Certo che sì, non abbiamo che da guadagnarci da un incontro con gli Araldi di Gea - credo. L'ultima volta Seadragon ne è rimasta contenta, è mi fido abbastanza della sua parola. Il soldato non seppe come rispondere, limitandosi a guardarlo con un'aria interdetta, annuendo lentamente.

    Si guardò attorno; con i corrotti tolti di mezzo, e le strade ripulite dai segni della battaglia – i palazzi e le case distrutte assunsero un altro aspetto, illuminate dal sole che filtrava attraverso le nuvole. Un po’ grigio, il tempo, ma tutto sommato tranquillo. Ordinò a parte della squadra di tornare a casa, portando con sé i civili salvati qualche attimo prima, per poi concentrarsi sull’attesa dell’ipotetico rappresentante di Gea. Da Johanna aveva sentito che un nuovo araldo si era risvegliato, con il quale la Primarca stessa aveva combattuto – per testare le capacità con la spada. Uno sbuffo ironico fece capolino – l’aveva invidiata così tanto durante il racconto. Cosa non avrebbe dato per poter provare un’esperienza del genere e osservare il loro modo di combattere, o – ancora – di osservare da vicino i doni che la stessa Gea aveva concesso loro – riflesso degli stessi meccanismi della realtà che tutti vivevano. Sarebbe stato quasi impossibile nascondere la sua - la loro presenza - dopo una battaglia così grande. La traccia cosmica emanata, la tecnica di Cariddi rilasciata sulla massima scala possibile, troppe variabili per cui la loro presenza alla percezione esterna, non sarebbe passata inosservata. Il collo schioccò un paio di volte sotto il movimento dei muscoli e delle ossa, uno dei tanti che il Primarca di Scylla fece, aspettando di osservare segni della perrsona nei paraggi.

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    I camion erano pieni di armi convenzionali con conversioni sperimentali, come ad esempio un assortimento di M2 Browning anticarro e Type 56 cinesi.
    La squadra mobile stava sistemando le tende e le attrezzature necessarie. Un contingente ben armato aveva già definito un perimetro sicuro, mentre i tecnici stavano discutendo via radio con altre basi sistemate in un raggio di novanta chilometri. Ogni osservatorio aveva un duplice compito, sia quello di osservare, sia quello di funzionare da check point per personale militare o civili salvati in attesa di collocazione.

    Qui osservatorio Kilo in dispiegamento, mi ricevete?


    La quadra di monitoraggio aveva appena iniziato le operazioni, quando qualcosa catturò la loro attenzione.

    Sire, i segnali si sono stabilizzati. Sembra che siano rimasti solo quelli di natura Atlantidea. Non ci sono quasi più segni di corrotti in quella zona.

    Pan osservò il display con curiosità. Si guardò rapidamente intorno, annuendo tra se e se.

    Mi chiedo che ci stiamo a fare ...Ormai fanno tutto loro.

    Come prego?


    Gli Atlantidei. Fanno tutto loro, anche il nostro lavoro. Guarda qui, nessun segno di corruzione, nessuna matrice nemica tutto intorno a dove si trovano loro. Guarda invece cosa abbiamo fatto noi: Stazioni di monitoraggio. E tutto per colpa di una frenetica stronza mascherata che non riusciamo a prendere.

    Pan si passò la mano sulla bocca, per poi togliersela subito.

    Oh no il rosse-Ah no non lo uso.

    Il suo sottoposto, un uomo anziano vestito con una tunica rossa e con una sacca piena di attrezzature elettroniche, si trovò imbarazzato dalle parole di Pan. La forma attuale del suo “Sire” non lo aiutava minimamente.

    Se può farla sentire meglio, abbiamo dovuto espandere sei dei nostri campi profughi all'interno del bosco, mentre i nostri numeri sul piano della riedificazione dei nostri insediamenti sulla Terra si sono triplicati.

    Mmmmh...Beh, almeno quello...

    Notò che una delle matrici rilevate, quella dalla potenza maggiore, si era allontanata dal gruppo, e si stava avvicinando verso di loro. Era evidente che entrambi gli schieramenti si erano notati a vicenda. Quando c'era di mezzo energia cosmica le operazioni perdevano molto della loro segretezza. Non che importasse molto ai residenti dell'osservatorio Kilo.


    Pan scese dalla sedia, affondando le sue scarpe nella terra verdeggiante.
    Vado a sistemare diplomaticamente questa cosa. Voi intanto continuate con l'accampamento, quando torno voglio tutto pronto.

    Come desidera mada-err...

    No no non preoccuparti dillo pure non mi da fastidio.


    Pan si incamminò verso l'uscita del perimetro, ed in meno di un secondo scomparve alla vista dei suoi sottoposti, correndo verso la città diroccata.
    La corsa durò pochissimo, circondato dai palazzi semidistrutti, Pan decise di camminare piano, in cerca di quella fonte energetica estremamente potente. Aveva qualcosa di familiare, come se l'avesse percepita tempo prima, ma non si azzardava a pensare che forse era un atlantideo come un altro, sarebbe suonato estremamente razzista come commento. Ed il razzismo era qualcosa da-


    Infine lo trovò.
    Lo aveva già visto, precisamente nel suo viaggio in quella capanna nel bosco, capanna che si rivelò un bunker militare pieno di cadaveri e mostri, tutto un gioco nelle mani di un pazzo viaggiatore dimensionale. Un normalissimo mercoledì.

    Pan lo aveva riconosciuto, quel ragazzone dalla pelle e dall'accento ispanico. Non si ricordava il nome, eppure Jo lo aveva citato decine di volte . L'unica cosa che si ricordava sicuramente era che non si chiama Julio, ne Josè, ne Jesus.

    Si spolverò il vestito con le mani e si aggiustò i capelli.
    L'atlantideo non lo avrebbe riconosciuto, quello era sicuro. L'Apoteosi aveva aperto milioni di possibilità per Dennis, alcune più utili di altre, mentre alcune, solo alcune, erano qualcosa che oscillava tra l'esilarante ed il conturbante. L'ultima della lista era una trasformazione molto dolorosa e senza uso pratico, ma assolutamente da provare.

    Pan si mostrò davanti all'Atlantideo, espressione neutra, nessuno sfoggio di forza o altro. Era semplicemente davanti a lui, con un aspetto totalmente diverso.




    Sup.


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    ‘sup.

    Uno – due – tre secondi di silenzio. Le guardie voltarono lo sguardo verso la ragazzina, così come fece Oliver. Alcuni di loro tossirono, altri, invece, si schiarirono la gola – aspettando eventuali ordini o presentazioni. Il Primarca alzò un sopracciglio, grattandosi la guancia e riflettendo. La matrice dei custodi di Gea c’era tutta, ma la persona non sembra assolutamente essere l’amica – aveva un vago riflesso di colui che aveva incontrato molto tempo prima, ma l’aspetto non coincideva. L’espressione perplessa mutò in un sorriso, le guardie anticiparono il suo passo – frapponendosi in saluto militare. Sei in presenza di Oliver Cuordimetallo, Primarca di Scylla, L’Eroe, Forma di Atlantide, Tempra di Aza- ma la voce fu interrotta dall’intervento del Prmarca stesso, che afferrò con delicatezza la spalla del soldato, scostandola e avvicinandosi alla nuova arrivata. Giunse le mani e le avvicinò alla fronte, con espressione stanca. Perdonami, non hanno mai incontrato qualcuno da Agartha – e sono fin troppo formali nei loro modi. Si girò verso le guardie, sospirando. Ma sono ottimi compagni. Tornò a fissarla, cercando di capire il motivo della sua presenza lì. Sono un amico, non so se conosci Audatia – anche se mi ricordi di più Pan. Sembrò pensarci su per qualche altro secondo, porgendo la mano per salutare. Poteva definirsi amico di Pan? Non avevano passato che una manciata di momenti in una situazione più che particolare, surreale.

    Un cenno della mano, e dei soldati portarono degli sgabelli pieghevoli, realizzati in ferro scuro e sostenuti da una trama di tela e nylon – similmente a quelli che venivano utilizzati nei campeggi o nelle missioni che prevedevano un tempo prolungato fuori. Oliver prese posto su uno, dando l’altro all’ospite. A causa dell’incontro improvviso, non poté offrire altro se non una borraccia d’acqua, assieme a del cibo a base di integratori che il convoglio medico aveva con sé. Un paio di soldati rimasero dietro di lui, il resto si dedicò ad ultimare i controlli prima della partenza e del ritorno a casa. Allora - disse, tornando a rivolgersi alla ragazzina. Come vanno le cose ad Agartha, ci sono state novità? E, quasi istantaneamente, pose la seconda domanda – senza aspettare la risposta alla prima. Scusami se te lo chiedo, hermana, ma hai qualche connessione con l'Araldo della Forza? Perché l’ho incontrato diverso tempo fa, e percepisco qualcosa di simile – ma non sembri essere lui. Scartò l’ipotesi di una nuova incarnazione, se fosse sparito il Re degli Animali, Johanna avrebbe mosso qualsiasi forza sul pianeta, e lui con lei, contro la ragione della sparizione – come minimo. Non sai quanto morivo dalla voglia di incontrarvi di nuovo, davvero, è passato troppo tempo.

    Molto era cambiato e molto andava ridiscusso. Scylla non avrebbe fatto differenza tra Araldi o Eletti, entrambi meritavano lo stesso rispetto e la stessa attenzione. Molti altri avrebbero preteso di parlare con la massima carica in circolazione – ma Cuordimetallo avrebbe considerato ottima la parola anche di un semplice soldato, di un semplice guerriero. Infondo, a parti inverse, anche lui avrebbe voluto un trattamento del genere – non per ricevere un senso di importanza, ma perché ogni sottoposto era estensione della persona che li comandava, e – di fatto – tutto ciò che succedeva a loro, succedeva al leader, tutto ciò che perdevano, lo perdeva il leader. Tutto ciò che promettevano, lo prometteva il loro capo.

    Ferma, ferma, ferm-
    un rumore sordo e una piccola esplosione catturarono l’attenzione del Primarca. Si girò, e notò uno dei macchinari utilizzato per le scansioni da corruzione andare letteralmente in fumo. Dei soldati erano accorsi, tentando di capire la natura del danno; il secondo in comando si voltò verso il ragazzo – esibendo un’espressione di scuse e di aiuto. Si girò verso l’ospite – con una faccia interdetta – prima di voltarsi di nuovo verso l’oggetto guastato. Dammi solo un secondo, anzi no, vieni pure – sei tra amici. A grandi falcate, corse verso il monitor e la centralina d’alimentazione. Con velocità si fece passare degli attrezzi, utilizzandoli per smontare e osservare l’origine del guasto. Passarono un paio di minuti, e Oliver cominciò a operare con precisione, gettando un’occhiata ogni tanto. Questi qui sono gli scanner che usiamo per rilevare la presenza dei corrotti, e che poi sfruttiamo prima del ritorno per controllare tracce residue. Ne abbiamo uno anche nell’hangar di arrivo, prima di entrare nel settore, ma è sempre una buona idea portarlo con noi ad ogni missione. Collegò un paio di cavi, provando a far partire di nuovo il sistema, senza successo. Arricciò le labbra, avrebbe dovuto sostituire il pezzo bruciato – ma nessuno aveva portato dei ricambi, ovviamente. Scelse di montare di nuovo le parti tolte, avvitando con un cacciavite più piccolo. Sono particolarmente efficienti, soprattutto con i check-up sui civili. Se vuoi posso regalarvene un paio, uno portatile e uno da avere fisso. Alzò gli occhi al cielo, riflettendo per un momento. Magari non questo, che è rotto. Però la prossima volta che ci incontriamo ve li farò avere di sicuro.

    Si grattò il naso la punta del pollice, lasciando una piccola traccia di fuliggine dai bulloni e dai cavi prima toccati. Tornò a guardare la ragazzina, sorridendole e scrollando le spalle, rimettendosi in piedi. Che ci vuoi fare, Primarchi e all’occorrenza tecnici e meccanici. Effettivamente, non aveva mai avuto modo di studiare o approcciarsi alla tecnologia a disposizione dei guerrieri di Gea, aveva ricevuto solo un accenno da parte di Jo, con l'invito a indagare e scoprirlo per conto suo, con la promessa che l'avrebbe trovata estremamente interessante. Ecco, il loro regno sì che valeva la pena visitare - qualcosa che andava oltre la scienza e la tecnologia, qualcosa pregno di possibilità - un diretto contatto con la matrice dell'universo.


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    Lo sguardo sorpreso di Pan accompagnò i movimenti dei soldati atlantidei.

    Cuordimetallo. Lo aveva incontrato? Certamente. Anzi, sicuramente lo aveva fatto. Era uno dei BIG di tutta Atlantide, era matematicamente erto di averi parlato in più di un'occasione, anche se l'unica occasione che gli veniva in mente era una legata ad una capanna nel bosco ed ad un fastidiosissimo televenditore.

    Annuì distrattamente alle battutine del cavaliere, mettendosi comodo sulla sedia che gli avevano propinato.

    Ehi, posso accavallare le gambe molto più facilmente. Un bel vantaggio.


    Come vanno le cose ad Agartha, ci sono state novità?

    Domanda legittima, era la stessa che Dennis faceva ad ogni suo contatto con altri regni, ma cosa avrebbe dovuto dire? Stiamo tutti bene ed il cibo non ci manca? Stiamo male perché le nostre risorse sono protette da password dimenticate? Oggi ho visto un cane quindi si può dire che la giornata non può andare meglio?

    H-

    Scusami se te lo chiedo, hermana, ma hai qualche connessione con l'Araldo della Forza? Perché l’ho incontrato diverso tempo fa, e percepisco qualcosa di simile – ma non sembri essere lui.

    C'era genuina eccitazione nella sua voce.

    Non sai quanto morivo dalla voglia di incontrarvi di nuovo, davvero, è passato troppo tempo.

    Non era passato così tanto tempo da quando gli atlantidei in generale avevano visto un Araldo. Dennis era andato a trovare Jo non meno di una settimana prima, in abiti civili.
    I suoi abiti ciuvili comprendevano una maglietta, pantaloni larghi ed un paio di pantofole da arti marziali. Si era portato anche il grimorio per giocare a Magic con Diana, ma non lo aveva dirato fuori, non aveva voglia di essere brutalmente annichilito per l'ennesima volta solo, e Diana non giocava pauper. In compenso si era strafogato due chili di gelato al sale che nel distretto facevano superbamente.

    A-

    Una vera e propria esplosione bloccò la frase sul nascere.
    Stava succedendo qualcosa tra le file dei marine, qualcosa aveva preso fuoco, e l'aria puzzava di cavi bruciati, odore che si andava a sommare al fetore di corruzione poco lontano da li.

    Questi qui sono gli scanner che usiamo per rilevare la presenza dei corrotti, e che poi sfruttiamo prima del ritorno per controllare tracce residue. Ne abbiamo uno anche nell’hangar di arrivo, prima di entrare nel settore, ma è sempre una buona idea portarlo con noi ad ogni missione.

    Il pover'uomo si era calato nella parte della grease monkey, svitava e avvitava pezzi di equipaggiamento costosissimo, mentre Pan osservava con le mani dietro alla schiena e con sguardo incuriosito. Avrebbe dovuto offrire assistenza? Avrebbe dovuto chiedere di avere quello scanner per qualche ora e di farlo controllare dai suoi ingegneri? Gli interessava se gli ingegneri avessero voglia di rimettere in sesto equipaggiamento nemico? La risposta all'ultima domnanda era un secco No.


    Che ci vuoi fare, Primarchi e all’occorrenza tecnici e meccanici.

    La sua faccia sporca ed il suo sorriso gli fecero emettere un singolo “ow!, quel ragazzone era adorabile, era suo dovere aiutarlo, ed aiutare i suoi uomini. Si schiarì la voce, alzò un dito osservando negli occhi Cuordimetallo.

    E si bloccò.

    La sua percezione di spazio, tempo e di tutto il mare che c'era in mezzo rallentò a dismisutra, il suo cervello si aprì al fiume dell'energia della Terra, i suoi occhi divennero due palle vitree con pupille dilatate fino al massimo, e sul suo viso si dipinse un sorriso che lo faceva somigliare più ad una murena che ad una ragazzina. In un ultimo battito di totale autocontrollo, Pan si rese conto di una cosa:

    Troppa Marijuana commestibile non era un bene.

    He was born in the ash among the Velothi, anon Chimer, before the war with the northern men. Ayem came first to the village of the netchimen, and her shadow was that of Boethiah, who was the Prince of Plots, and things unknown and known would fold themselves around her until they were like stars or the messages of stars. Ayem took a netchiman's wife and said: 'I am the Face-Snaked Queen of the Three in One. In you is an image and a seven-syllable spell, AYEM AE SEHTI AE VEHK, which you will repeat to it until mystery comes.' Then Ayem threw the netchiman's wife into the ocean water where dreughs took her into castles of glass and coral. They gifted the netchiman's wife with gills and milk fingers, changing her sex so that she might give birth to the image as an egg. There she stayed for seven or eight months. Then Seht came to the netchiman's wife and said: 'I am the Clockwork King of the Three in One. In you is an egg of my brother-sister, who possesses invisible knowledge of words and swords, which you shall nurture until the Hortator comes.' And Seht then extended his hands and multitudes of homunculi came forth, each like a glimmering rope through the water, and they raised the netchiman's wife back to the surface world and set her down on the shoals of Azura's Coast. There she lay for seven or eight more months, caring for the egg-knowledge by whispering to it the Codes of Mephala and the prophecies of Veloth and even the forbidden teachings of Trinimac. Seven Daedra came to her one night and each one gave to the egg new motions that could be achieved by certain movements of the bones. These are called the Barons of Move Like This. Then an eighth Daedroth came, and he was a Demiprince, called Fa-Nuit-Hen, or the Multiplier of Motions Known. And Fa-Nuit-Hen said: 'Whom do you wait for?' To which the netchiman's wife said to the Hortator. 'Go to the land of the Indoril in three months' time, for that is when war comes. I return now to haunt the warriors who fell and still wonder why. But first I show you this.' Then the Barons and the Demiprince joined together into a pillar of fighting styles terrible to behold and they danced before the egg and its learning image. 'Look, little Vehk, and find the face behind the splendor of my bladed carriage, for in it is delivered the unmixed conflict path, perfect in every way. What is its number?' It is said the number is the number of birds that can nest in an ancient tibrol tree, less three grams of honest work, but Vivec in his later years found a better one and so gave this secret to his people. 'For I have crushed a world with my left hand,' he will say, 'but in my right hand is how it could have won against me. Love is under my will only.' The ending of the words is ALMSIVI.

    Detto questo, Pan si girò, lasciando una profonda impronta di stivali sulla terra, senza togliere dal suo viso quel sorriso inquietante. Spalanco le braccia, e cominciò ad incamminarsi verso la fonte di quell'orribile puzzo di corruzione, senza muovere le ginocchia, ma oscillando i fianchi come farebbe una bambina con la sua bambola di pezza.

    Alllmisivi? Almivisi? No è almsivi, si...CHIM, o cim? Ah ah ah...the spear of the Warrior-Poet...Poet-warrior...the great liar...



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    The ending of the words is ALMSIVI.

    Gli occhi furono fissi sulla ragazzina per una quantità di secondi più lunga del normale. Lentamente, ruotarono verso il soldato lì vicino – che imitò il gesto del comandante – esibendo un’espressione perplessa. Aveva detto cose – alcune le aveva carpite, altre si erano perse completamente nel tentativo di stare al passo del discorso. Alzò un sopracciglio, mostrando una faccia insicura su che tipo di risposta dare. All’improvviso, la ragazzina di Agartha cominciò a camminare, con una strana cadenza, verso l’origine di una nuova cellula di corruzione – una cellula più grande e pericolosa. Oliver alzò gli occhi in quella direzione, osservando l’altra cominciare a distanziarlo di qualche metro. Scrollò le spalle – girandosi verso i suoi soldati e facendo cenno loro di rimanere lì. La battaglia precedente era stata particolarmente difficile per la squadra e – con le riparazioni e l’organizzazione del ritorno in corso – altre battaglie avrebbero soltanto messo in pericolo persone spinte allo stremo. Ordinò loro di tornare a casa, poiché avrebbe accompagnato la nuova arrivata verso il passatempo di quel giorno: eliminare nuove minacce. Il secondo in comando, il capitano, annuì ancora incerto – augurandogli buona fortuna. Scylla agitò una mano, come a sminuire quell’augurio. Era un Primarca, per di più in compagnia di uno dei tanti guardiani di Gea, non avrebbe avuto bisogno di altra fortuna.

    Un movimento veloce – accompagnato dallo schioccare del collo – e il ragazzo fu vicino all’altra, che sembrava aver assunto un atteggiamento ancor più inquietante e indecifrabile. La superò di qualche passo e si fermò bruscamente – vedendo da lontano un grande macchia nera in avvicinamento. No, non era una macchia, aveva una conformazione diversa – come un insieme di corrotti che camminavano su altri, riversandosi velocemente in avanti e contorcendosi su se stessi, assumendo la stessa struttura di un’onda anomala. L’espressione fisica era utile soltanto ad avanzare e distruggere – visto che tutti erano gestiti da una sola coscienza. Doveva essersi radunata a seguito della distruzione dei primi gruppi – che avevano fatto scattare “l’allarme”. Avrebbe dovuto prevederlo – avrebbe dovuto prendere le dovute precauzioni nell’analizzare una porzione più ampia di territorio – anche se priva di superstiti, che erano il loro obiettivo primario. Strinse il pugno, mettendosi in posizione da combattimento e rivolgendosi alla ragazza a pochi passi da lui.

    Hermana, non ho ben capito chi sei – ma sono contento di fare una cosa del genere assieme a te.

    Vero, non la conosceva – ma l’impressione di familiarità lo portò a sorridere e a tranquillizzarsi, assieme all’evidente forza che poteva percepire nel suo cosmo. Sì, sarebbe andato tutto bene. Attorno al primarca si formarono una serie di binari e strutture di costruzione, nelle quali erano incastonate delle parti della sua armatura. Progressivamente, le stesse strutture impattarono veloci contro il corpo del ragazzo, assemblando l'armatura con vari pezzi alla volta, seppur con rapidità. Uno sbuffo di vapore uscì dalle vie di fuga, e Cuordimetallo si trovò pronto in armatura.

    Dividiamoceli – ma la colpa del loro arrivo è mia, quindi lascia che rimedi con una cosa.

    Si era posizionato in modo tale da piantare per bene i piedi sul terreno. Gambe divaricate, baricentro del corpo spinto verso l’arto d’appoggio inferiore, ruotato al lato. Il braccio destro era posizionato davanti, parallelo al busto, mentre quello sinistro era posizionato più indietro – orizzontalmente. Era una posa da combattimento molto semplice, riconducibile ad uno stile di lotta famoso e diffuso. Tuttavia, con una particolare lentezza – rispetto all’arrivo dell’orda – portò anche il braccio sinistro in avanti, per poi muoverlo indietro come a tirare qualcosa, come a flettere qualcosa. Il cosmo circondò il suo corpo, colorandosi di varie tonalità di blu, che confluirono proprio nel pugno corrispondente all’arto mosso in quel momento; sorrise, precedendo la chiusura del visore della scale.



    Scilla era una ninfa – figlia di Crateide, anch’essa ninfa dei mari – e, assieme alle altre nereidi e a tutte le ninfe della natura – boschi, fiumi, montagne – era solita fare festa al passaggio e all’ascolto del flauto di Pan, la cui melodia riempiva di vita i luoghi naturali che abitavano e proteggevano. Nella sua forma alterata dall’apoteosi – dunque – Oliver non avrebbe potuto avere la certezza dell’identità della persona che aveva al suo fianco, ma una combinazione del genere sarebbe risultata particolarmente appropriata, quasi dettata dall’ordine delle cose. Pan suonava, e le protettrici dei mari danzavano con lui. Pan combatteva, e Oliver di Scylla avrebbe combattuto assieme a lui.

    – Nereidas Vélos –
    Lone Meteor



    Dal pugno di Oliver – portato velocemente in avanti – partì un’immensa aquila blu. La grandezza copriva tranquillamente la massima estensione a disposizione del cosmo del Primarca e, emettendo uno stridio acuto, si riversò contro la lontana onda corrotta in avvicinamento. Un rapido gesto della mano, e l’aquila si divise in uno stormo fatto di tanti animali cosmici che, seppur divisi, coprirono la stessa aria d’effetto. A quel punto, assieme al gesto compiuto in quel momento, ogni aquila venne circondata da uno strato d’acqua vorticante – risultando in una tempesta di colpi ad alto potere di perforazione e dilaniante, grazie alla rotazione della benedizione di Cariddi. Fu una moltitudine di aquile che, coperte dai cicloni d’acqua, assomigliarono più a punte di frecce, che a veri e propri animali. Controllando la traiettoria dello stormo, Oliver colpì in pieno l’onda – per sfaldare la compattezza dei nemici – trascinando parte dei corrotti verso l’alto, facendoli esplodere, e facendone cadere altri al suolo, dipingendo la terra di nero.

    Espirò con velocità, sentendo i muscoli contrarsi - prima - e poi sciogliersi sotto lo sforzo compiuto come riscaldamento, con l'obiettivo di rendere più gestibile la massa. Un paio di salti sul posto, e si lasciò andare ad una breve esultazione, stringendo entrambi i pugni. Con la formazione nemica ora disorganizzata, e una presenza nettamente inferiore, avrebbero potuto combattere senza problemi. Cuordimetallo si voltò verso l’altra, stringendosi nelle spalle. La situazione non poteva che migliorare, anche in un momento del genere.

    'For I have crushed a world with my left hand



    Coperto dall’elmo, sorrise.

    Sei con me?





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    3

    Pan avanzava indomito verso la fonte energetica, oscillando esageratamente le anche e mantenendo le gambe rigide. Dopo circa qualche secondo abbandonò quella camminata e cominciò ad avere un andamento normale, se fosse possibile definire oscillare ampiamente ed esageratamente le braccia con la parola “normale”: Ridacchiava tra se e se, il suo cervello stimolato da una varietà di droghe pseudo sintetiche, le sue sinapsi in un mare di composti chimici oscenamente potenti.
    La sua percezione, seppur offuscata, gli permise di notare l'uomo gentile con cui aveva parlato poco prima. Lo stava accompagnando, da solo, verso pericoli ignoti.

    Oh.

    Il sorriso da murena non scomparve dal suo volto.

    Ed infine, in lontananza, vide la marea. Una marea nera e rossa, una marea di corpi che si riversavano gli uni sugli altri. Era un insieme di esseri? Era un'unica coscienza? Non importava minimamente, erano carne, sangue e tendini pronti ad essere lacerati, spaccati, masticati, spezzati e triturati con le sue dita d'acciaio

    Eeeehh.

    Oliver lo superò, dirigendosi spedito verso la mostruosità strisciante.

    Hermana, non ho ben capito chi sei – ma sono contento di fare una cosa del genere assieme a te.

    Pezzi di armatura atlantidea volarono con chirurgica violenza verso l'Esecutore, sistemandosi delicatamente sul suo corpo. Pan sentì l'energia del Cuordimetallo espandersi nello spazio tra i due.

    Ma-

    Dividiamoceli – ma la colpa del loro arrivo è mia, quindi lascia che rimedi con una cosa.

    Cos-

    Oliver si stava preparando per qualcosa di grandioso, qualcosa di così potente da essere degno di essere gustato in tutta la sua gloria. Qualcosa di interessante da vedere mentre si era fuori come un balcone.

    E così fu.
    Aquile blu, uccelli d'acqua, luci e violenza. C'era una certa eleganza nel modo di fare Atlantideo, come se cercassero ad ogni passo di raggiungere la perfezione in ogni cosa. C'era anche eleganza nel vedere parte di quella mandria letteralmente esplodere, insieme al relativo effetto domino che ne era scaturito.

    Sei con me?

    Eh? Oh si si.

    Battè le mani davanti a se, strofinandosele vigorosamente. La marmaglia corrotta si stava riprendendo, calpestando chi non poteva rimettersi in piedi.
    Come si fa a sconfiggere uno sciame? Chiunque con qualche grammo di forza sarebbe stato in grado di schiacciare i singoli individui, ma l'intero complesso? Una cosa così ardua era quasi impossibile per l'uomo comune.
    Ma Pan non era l'uomo comune.
    Pan era colui che sfidava la magia e i miracoli.
    Strinse i pugni, ispirando ed espirando profondamente, la sua pelle si ingrigì, le vene del suo corpo divennero disgustosamente vistose.
    Il suo cosmo selvaggio e granuloso cominciò a manifestarsi in un fragoroso chiasso energetico, fremente e affamato come sempre. Si insinuo in ogni fibra dell'essere di Dennis, pronto ad esplodere.

    E così fece.

    Goodbye.

    Un'onda sonora, canalizzata in un raggio abbastanza stretto, tanto potente da simulare un tir carico a piena velocità. La forza di quel suono triturò letteralmente ossa ed organi di coloro che vennero colpiti per primi. L'onda d'urto proseguì per svariati metri, letteralmente gettando all'aria cadaveri e feriti. La marmaglia si fermò a causa della confusione, mentre Pan si massaggiava la gola. Non era una metodologia elegante come quella di Oliver, ma funzionava, e Pan non doveva nemmeno muoversi.

    Ricambiò lo sguardo di Oliver, ancora le pupille dilatate come bottoni.

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    Oltre ad essere il vertebrato più grande della terra, la balenottera azzurra ha anche un altro primato: Quello di essere l'animale più rumoroso, capace di emettere suoni a 188 decibel.
    Questa forma dona a Pan un rozzo, ma proficuo controllo sul suono, che in genere si traduce in attacchi sonori dall'elevata potenza ed estremamente concentrati.

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    HAH! Fantástico, esé, fantástico!


    Accompagnò l’esclamazione con il movimento del braccio, esultando al lavoro prodotto dalla combinazione dei due. L’onda nemica fu letteralmente spazzata via dalle aquile e dall’esplosione sonica – qualcosa che, tempo addietro, aveva visto fare a Raia, in momenti particolarmente difficili. La più pura manifestazione dei poteri di cui era dotata, che la ragazzina – o meglio, l’Araldo delle Bestie – aveva mostrato in quel momento, dimostrando il raggiungimento di un nuovo tipo di capacità. Oliver aprì il visore della scale, avvicinandosi ed alzando una mano in segno di buon lavoro. Copredo quei pochi passi di distanza che lo separavano dall’altro. Tolse l’elmo, percependo i capelli – ammaccati sotto la pressione dell’oricalco – tornare parzialmente alla loro forma iniziale. Adesso ne era sicuro. Perdonami, non sono abituato a cambi del genere, almeno nell’aspetto. Vero, nonostante l’incontro con Eaco, non era ancora abituato a persone già conosciute che cambiavano il loro aspetto così radicalmente.


    Avevo qualche dubbio, ma deve essere successo davvero qualcosa di importante – il tuo cosmo è un po' diverso. Eppure, la piccola traccia che aveva colto – il presentimento – si era confermato al percepire le energie di Pan ravvivarsi per quell’attacco. Davvero, quanto tempo era passato dal loro ultimo incontro? Così tanto che preferì quasi non rievocarlo, situazioni troppo bizzarre per tempi decisamente diversi. Inevitabilmente, non poté fare a meno di pensare a come avrebbe preso Jo un cambiamento del genere. Pan era il signore del regno animale, ma dalla sua aveva l’esperienza di un’intera linea di Primarchi che avevano passato i loro allenamenti prendendo ispirazioni da alcune delle più insidiose e particolari creature del grande pianeta su cui vivevano.


    Rapidamente, uno squadrone di atlantidei avanzò – superandoli – per accertarsi che non vi fossero altri corrotti in procinto di rigenerazione o che erano sopravvissuti all’assalto dei due. Il capitano, con un rapido gesto del braccio, confermò al Primarca che era tutto tranquillo – e Oliver tirò un sospiro di sollievo. Tornò a rivolgersi all’altro, con un’espressione ancora più confusa di quando lo aveva accolto al campo improvvisato. Quindi, davvero, cos’è successo? Trasformazione? Corpo nuovo? Potete cambiare corpo voi Araldi? Cominciò a tempestare di domande il compagno dell’amica, riprendendo la curiosità scientifica che lo aveva animato fino a qualche momento prima. Le ipotesi erano due, o – al loro primo incontro – non aveva dato sfoggio di quell’abilità, limitandosi alla più pura manifestazione fisica dei suoi poteri, o doveva essere diventato più forte – come lui.


    Non era impensabile. Molto spesso, persone come loro andavano incontro a situazioni di estrema pericolosità, situazioni in cui erano chiamati a fare appello agli angoli più bui e reconditi del loro essere. Era quello il momento in cui si gettavano le basi per un cambiamento, per una trasformazione e – da lì – il miglioramento. Era il motore dell’evoluzione, la risposta all’istinto primordiale, il pericolo – la necessità. La risposta a quel concetto binario all’interno del loro cervello: attacca o fuggi. Attacca, e ti evolverai in modo da attaccare sempre meglio, fuggi – e ti evolverai in modo da non poter essere catturato. A discapito di qualsiasi punto di vista nei confronti di quella scelta binaria, tutto poteva portare ad un miglioramento. Dato ciò che aveva visto, Pan doveva aver raggiunto qualcosa di più grande – di più potente – e doveva averlo fatto con uno sforzo che si addiceva all’Araldo della Forza. Molti animali, in natura, potevano esprimere lo stesso potenziale. Ricordava – e lo ricordava molto bene – che i loro approcci non erano poi molto diversi. Certo, era come paragonare una spada ad un pugnale, ma – indubbiamente – le loro basi potevano considerarsi simili.


    E allora, un’idea si fece largo nella sua mente. Un’idea per la quale, forse, l’Oliver di qualche tempo prima lo avrebbe maledetto. Ma era tra amici, e niente era meglio di una amichevole competizione, per lui, per ammirare le potenzialità di qualcuno che aveva in sé la traccia genetica di qualsiasi animale. Lo guardò senza perdere il sorriso e l’aria tranquilla.


    I restanti soldati si avvicinarono a lui, interrompendolo per un secondo. Lord Scylla, abbiamo avuto la conferma per il rientro alla base, con il vostro permesso. Si sfregò il mento per un attimo, dando un’occhiata ai convogli – che avevano terminato i preparativi. Alcuni di loro erano già saliti sui grossi trasporti, altri – invece – si stavano affrettando ad assicurare le chiusure posteriori, bloccandole con pesanti maniglie di oricalco. Il soldato che aveva fatto capo a lui – invece – era stato uno di quelli inviati ad assicurarsi dello sterminio dei corrotti, uno degli uomini del capitano. D’accordo, lasciatemi uno dei PM e procedete pure al ritorno. Comunicò annuendo, prima di tornare a rivolgersi a Pan. Con un tranquillo rientro, avrebbe potuto intrattenersi con lui in serenità, delegando il resto dei compiti giornalieri al suo maestro di corte – grazie alla fortuna di avere collaboratori efficienti, per quanto sopra le righe – e tornando a casa su uno dei veicoli progettati, e realizzati, che portavano la sigla del Pacifico Meridionale. Terra priva di nemici, al momento, e nessun altro civile – né persone che sarebbero state in potenziale pericolo, un’occasione perfetta.


    Sarebbe bello vedere fin dove arrivano le tue capacità, hermano.


    E lanciò la proposta.




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    Almeno il Primarca si stava divertendo.
    L'uso di quella forma, e la sua nuova capacità sonica chiesero un prezzo sul suo corpo. Non qualcosa di proibitivo, ma nell'arco di qualche secondo le droghe pesanti vennero smaltite dal suo metabolismo, almeno in gran parte. Si guardò le mani, sopratutto le unghie. Le ragazze avevano fatto un lavoro eccellente, quasi sprecato per uno come lui. Si strofinò la fronte, fissando il lavoro appena compiuto. Se la sarebbe tirata molto di più, se non fosse per la sensazione dell'euforia che andava scemando. Doveva fare nota mentale di cosa stava succedendo, una performance del genere aveva ridotto l'effetto dei suoi medicamenti in pochi secondi, il dolore stava tornando.

    Avevo qualche dubbio, ma deve essere successo davvero qualcosa di importante – il tuo cosmo è un po' diverso.

    Si girò verso il ragazzone, con sguardo interrogativo. In che senso "qualche dubbio"? Presentarsi con quei vestiti era stato forse troppo? Il mondo era andato troppo avanti per un solido look da modella giapponese? Prossima volta tuta e maglietta dei Joy Division? Forse era stato il fiocco, troppo grande e vistoso.

    No il fiocco stava benissimo erano gli altri nel torto.

    Vide i soldati atlantidei superare lui ed il loro primarca, pronti all'eventuale lavoro di pulizia. Non fu necessario dare fuoco alle polveri, un cenno da parte di uno di loro e fu confermato il via libera. Il Primarca fu molto sollevato nell'apprendere la notizia. Si girò verso di lui, e cominciò a tempestarlo di domande entusiaste.

    Quindi, davvero, cos’è successo? Trasformazione? Corpo nuovo? Potete cambiare corpo voi Araldi?

    Cos'era successo? Doveva raccontargli di cosa era successo al Tempio dell'Ovest? Di come aveva passato quasi dieci giorni assediato? Del suo affronto alle leggi dello spazio e del tempo? Si fissò gli stivali, calciando un po' di polvere e sassolini. Passò la mano sulla sua gola.

    È complicato...

    Schioccò la lingua.
    Si stiracchiò, girando il busto a destra ed a sinistra. Quello che aveva passato lo aveva reso più completo, ma il solo ricordare ciò che aveva provato lo rendeva nervoso. Non voleva parlarne. Non il quel momento.

    Lord Scylla, abbiamo avuto la conferma per il rientro alla base, con il vostro permesso.
    I soldati avevano finito, qualsiasi cosa fossero venuti a fare, ora era tempo di tornare casa. Vide macchinari e uomini a bordo dei veicoli atlantidei. La scampagnata era finita, era tempo di tornare a casa. La mente di Dennis era abbastanza fresca in quel momento, poteva aver essersi presentato come un capo di una setta religiosa, ma poteva almeno dire arrivederci come una persona normale.
    Gradi, enormi virgolette sulla parola “normale”.

    Sarebbe bello vedere fin dove arrivano le tue capacità, hermano.

    E ti pareva.


    No doveva farsi vedere da qualcuno, uno psionico, un saggio, un podologo, qualcuno che sapesse spiegargli perché quasi tutti quelli che incontrava erano o ostili o volevano trattarlo come un manichino da wing chu.

    Erano da soli, in un luogo perfetto per qualsiasi cosa avesse in mentre Mr. Scilla.
    Si tastò l'avambraccio sinistro con la mano. I medici e gli scienziologi del Bosco lo avevano sondato e scannerizzato, ed avevano concluso che quella forma minutamente graziosa spremeva e comprimeva la sua massa muscolare in modo atroce. Il suo metabolismo accelerava in modo pauroso, i suoi movimenti dovevano essere misurati per evitare che la cassa toracica gli sbucasse fuori dal petto. Tutto per vedere fin dove poteva spingersi, per vedere se poteva il suo corpo poteva sopportare, fin dove poteva spingersi per diventare più forte.

    Un momento eh.

    Inspirò fino in fondo, mentre la Darian cominciò ad abbracciarlo, come plastica fusa. Quando la sua forma scomparve sotto di essa, Pan si piegò sulle ginocchia. Rumori sinistri provenirono da quel corpo, rumori di ossa che si spostavano, di organi che si sistemavano, di muscoli che bruciavano e si ricostruivano. Era una visione che trasudava dolore, ma fortunatamente durò qualcosa come dieci secondi.

    Pan si rialzò, in armatura completa. Fece schioccare le nocche dei suoi pugni, fissando intensamente il Primarca.

    Allora...Che hai intenzione di fare?


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    Portò una mano al mento, osservando l’espressione della ragazzina prima che venisse inglobata dalla sua stessa armatura. Alla sua domanda, aveva dato una risposta vaga – come a lasciar intendere un precedente più complicato di ciò che poteva in realtà essere la questione. Il tono della stessa risposta era stato quasi neutro, come la reazione ad un ennesimo compito da portare a termine – o il ritrovarsi davanti ad un’esperienza ben conosciuta, affrontata. Oliver poteva comprenderlo, l’essere Pan doveva portare un carico inimmaginabile sulle sue spalle – forse anche più dell’essere un re. Innumerevoli erano state, nella storia, gli operati portati avanti dall’Araldo della forza – le cui leggende erano archiviate perfino in alcuni dei testi atlantidei – redatti nel momento in cui i passi dell’antica stirpe si erano incrociati con quelli dei custodi della terra, diretti figli di Gea.


    Allora, che hai intenzione di fare?




    Spezzò la tensione che si era creata e percorse con brevi falcate la distanza tra i due, arrivando ad un palmo di naso da lui. Chinandosi sulle gambe – coprendo la differenza d’altezza che li separava – si posizionò in direzione della parte dell’elmo corrispondente agli occhi, con aria perplessa. No, non era perplesso – quanto più dubbioso – non servivano incredibili poteri mentali per capire le emozioni di una persona davanti a sé, bastava giusto un po’ di empatia. La mano si mosse con lentezza, arrivando in direzione della fronte – con l’obiettivo di picchiettarla un paio di volte. Dennis disse, usando per la prima volta il suo nome umano. Era una delle poche cose che sapeva, e che aveva capito da fugaci conversazioni con Johanna – probabilmente, era perfino la prima volta che lo usava con il diretto interessato stesso. Sei una delle persone più forti che conosca, anche se effettivamente ci conosciamo poco. Sì, aveva usato la parola persona – non essere, non araldo – ma aveva volutamente scelto di impiegare un termine per sentirsi più vicino, per lasciargli intendere l’importanza della questione, per lui. Alzò gli occhi in alto, riflettendo su cosa dire. E’ per capire se posso giocare al vostro stesso livello, che ti prego di aiutarmi.


    Si rialzò di nuovo, ritornando a lasciare un discreto spazio a separarli. Lo guardò ancora, studiando le forme ed il colore della sua darian – quando si erano incontrati aveva avuto così poco tempo per capirne le caratteristiche – ma, adesso che la vedeva meglio, sembrava così diversa rispetto a quella che aveva visto addosso a Tia, la prima volta che l’aveva incontrata. Aiutami, non per me, ma per tutte le persone che voglio proteggere. Concluse battendo i pugni e facendo schioccare un paio di volte il collo, mettendosi in posizione da combattimento. Fu sul punto di concentrare il cosmo, quando sembrò muoversi in risposta ad un’idea venutagli in mente. La differenza di corporatura avrebbe influito sul combattimento? Forse la forma che aveva assunto conservava, anche in quel caso, le sue caratteristiche abilità. Effettivamente, anche la forza di Eaco non era pressocché cambiata con il nuovo corpo. E ragionando secondo quel filo conduttore, decise di tirare su il tono del loro confronto. Aspetta, proviamo così.


    Schioccò le dita, e una piccola esplosione di fumo – concentrata solo sulla sua figura, e a qualche centimetro di distanza da essa, al massimo – si presentò agli occhi dell’Araldo. Con lentezza, disperdendosi, rivelò una figura completamente diversa da quella che aveva parlato con Pan fino a quel momento.


    D6GSca6




    Ecco, ecco. Le uniche cose rimaste furono il colore della carnagione latina, gli occhi neri come il colore dei capelli, che si erano allungati scendendo dietro le spalle, fino a metà schiena. Erano lisci, ordinati con una frangia spostata su un lato e tenuta da due fermagli. L’espressione, tremendamente imbarazzata, accennò un sorriso sornione, precedendo un tono di voce molto più alto del normale. Aveva delineato, nella sua mente, l’immagine che sarebbe apparsa davanti allo stesso araldo – convertendola in realtà attraverso la sua capacità di proiettare illusioni, perfino sulla sua persona.


    Perdonami – esordì, prendendosi qualche altro secondo di tempo, schiarendosi la voce – permettimi di combattere così, calma un po’ il mio senso di colpa nel colpire una ragazzina, anche se sei tu. Il sorriso divenne un’espressione di sfida – confidando nel fatto di aver sorpreso, e divertito, l’amico che aveva aspettato lì tanto pazientemente. Perfino la sua scale presentò una forma un po’ più ridotta, rispetto alla sua grandezza originale, in modo da bilanciare perfettamente l’aspetto di Oliver. La testa venne velocemente coperta alla comparsa dell’elmo – e finalmente tornò in posizione.


    Divirtámonos, esé.



    Attese ancora qualche secondo, dando il tempo a Pan di prepararsi – poi, caricò il peso sulle gambe, lanciandosi in avanti con uno scatto al massimo della velocità che avrebbe potuto raggiungere. Durante lo scatto, la sua armatura cambiò vagamente conformazione – ottenendo fattezze più aerodinamiche, e una colorazione concentrata tra il nero ed il porpora – risultando nella Mark-2, l’aquila.


    Arrivato ad un soffio di distanza dal compagno di sparring, portò in avanti il pugno destro – con l’intenzione di colpire il suo fianco destro. Lo fece dosando la velocità in modo da apparire meno fulmineo, catturando l’attenzione avversaria proprio su quel punto. Voleva portarlo a focalizzare la sua difesa lì e – nel momento in cui quella sua strategia sarebbe riuscita – avrebbe modificato la direzione del pugno stesso, velocizzato dal vento controllato in quella forma, portandolo indietro ed alzando il gomito in modo tale da colpire il lato destro della testa dell’Araldo. Mirava a sbilanciarlo, facendolo inclinare in avanti – leggermente a sinistra, dalla sua prospettiva – per portare in successione un’altra offensiva, approfittando di quei secondi di stacco.


    Con velocità – infatti - concentrando l’arma dell’aquila nel gomito sinistro, e generando una folata di vento molto più potente del normale, si diede una spinta per ruotare di trecentosessanta gradi – tenendo la gamba destra come perno. La rotazione stessa, coadiuvata dalla corrente, avrebbe amplificato la potenza del colpo grazie alla rotazione del suo intero corpo – assieme alla torsione, che gli avrebbe permesso di caricare più forza. Ciò fu fatto in modo da portare un attacco più potente, concentrando l’arma dell’aquila, attraverso un’altra gomitata sulla sua schiena– approfittando della finta e dell’attacco iniziale portato prima. Per assicurarsi un effetto maggiore, oltre alla caratteristica perforazione dell’animale, oltre alla forza d’impatto leggermente aiutata dal veloce movimento compiuto, generò una spinta d’aria compressa che sarebbe esplosa assieme all’impatto più forte – con l’obiettivo di lanciarlo molto più lontano, nel caso in cui la sua tattica fosse riuscita.




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    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Ottimo
    MENTALMENTE Ξ //
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Allora, mi lancio in avanti toccando a fatica la velocità della luce, entrando in trasformazione Aquila – facendo finta di colpirti il fianco sinistro con un pugno [diversivo]. Arrivato a pochi centimetri, uso il vento velocizzare una gomitata, con lo stesso braccio, che ha l’obiettivo di colpirti la testa per sbilanciarti [ad]. Sempre aiutato dal vento, faccio uno spin a 360° sul posto, per dare un’altra gomitata sulla schiena, con l’arma dell’aquila, che rilascia – al momento dell’impatto – una corrente di vento con l’obiettivo di lanciarti lontano [af].

    Ps. Non voglio trattarti da manichino da wing chun, you're best bud :fiore:

    Ps2. L'aspetto è tutto ambientale :zizi:
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    -Mark II: Garuda
    Attraverso il potere dell'aquila, l'aspetto della scale cambia - diventando più aerodinamico, atto al combattimento aereo. Attraverso questa trasformazione, il Primarca può usufruire delle lame base, che possono essere guidate nella loro traiettoria quando lanciate, e ottiene la capacità di manipolare il vento e le correnti per scopi offensivi e difensivi. Compiere movimenti particolari, sfruttare l'aria che sostiene un corpo per poter restare sospeso in un breve lasso di tempo. Mediante la pressurizzazione, o un aumento della corrente, sarà possibile anche potenziare l'effetto tagliente delle lame .


    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    This, the song of sons and daughters
    Hide, the heart of who we are.


    Terza composizione bestiale di Azae.
    Le ali dell'aquila. Attraverso il potere di questa particolare tecnica, Oliver potrà utilizzare una serie di lame, dotate di forme ricurve e aerodinamiche, per poter attaccare a distanza il nemico. Suddette armi avranno la particolare capacità di essere controllabili a distanza, potendo compiere movimenti - anche innaturali - se dettati dalla mente del Primarca. Di solito posizionate sulle braccia, possono anche spostate in corrispondenza delle gambe o, all'occorrenza, assumere la forma di due pugnali, di taglia media. Le ali dell’aquila, inoltre, possono avere lo stesso effetto – se trasmesse alla sua variante cosmica. Essa sarà controllabile, nella sua direzione, dalla mente del Primarca, venendo impiegata per le stesse strategie – con la stessa natura offensiva; alla stregua di un missile guidato. [Danno: Tagliente, Traiettoria guidata - Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante]

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    Il Primarca si avvicinò a lui, e si accorse che era enorme, lo superava di circa dieci, venti centimetri, ed era imponente, una corporatura massiccia senza paragoni, evidenziata da lui piegarsi leggermente verso l'araldo della forza solo per avere gli occhi alla stessa altezza.

    Ma è sempre stato sempre così grosso? Cristo, è enorme! Che cazzo si mangiano ad Atlantide?

    Dennis...sei una delle persone più forti che conosca, anche se effettivamente ci conosciamo poco. E’ per capire se posso giocare al vostro stesso livello, che ti prego di aiutarmi.

    Aiutarlo, diceva. Dennis inspirò profondamente, mentre osservava il Primarca allontanarsi leggermente da lui. Si ricordò l'altro momento in cui aiutò Atlantide, una delle prime cose che programmò appena venne insignito del titolo di Re delle Bestie. Fu abbastanza dolorosa come esecuzione, ma l'afterparty fu ancora più sfiancante.
    Quanto ghiaccio fu consumato...


    Aiutami, non per me, ma per tutte le persone che voglio proteggere. Disse l'uomo, battendo i pugni. L'intenzione di buttare le mani era decisa. Almeno le future ossa rotte erano per una buona causa.
    Stava già cominciando a sciogliersi le spalle, facendo roteare le braccia in modo alternato, quando Oliver Cuordimetallo si illuminò.

    Aspetta, proviamo così.

    Uno schioccare di dita, un cosmo atlantideo che sciabordava tutto intorno alla figura del primarca. Luce, fumo, un'esplosione pirotecnica, ed il corpo massiccio del primarca venne sostituito da quello di una ragazzina dalla faccia furba e dalla pelle scura.

    Dennis rimase assolutamente basito.

    Ma mi sta prendendo per il culo? Davvero? Davvero lo sta facendo? Che lo faccio ridere? Cazzo gli faccio male male malissimo.

    Ecco, ecco. Una voce stridula, leggermente imbarazzata. permettimi di combattere così, calma un po’ il mio senso di colpa nel colpire una ragazzina, anche se sei tu.

    Di che cosa cazzo sta parla-

    No!



    In un gesto improvviso e meccanico, Dennis si portò le mani al petto, e mai fu tanto deluso nel sentire un paio di tette sotto di esse.
    Aveva sbagliato la riconfigurazione, e non era riuscito a tornare nella sua forma originale. Questo spiegava anche perché ai suoi occhi Oliver era gigantesco. Non era tornato alle sue fattezze originali, ad occhio e croce sotto la Darian doveva esserci una massiccia figura femminile, ma pur sempre sempre qualcosa di molto lontano da quello che Pan aveva in mente. Maledetta Maria commestibile.

    Che stronzata ma che stronzata davvero non ho parole ma che stronzata che cazzo di stronzata...

    Divirtámonos, esé.

    Ok non se n'è accorto vai vai vai vai!


    Si, divtrtemose o quello che è.

    Dennis si mise in guardia, gamba sinistra in avanti, pugno destro pronto vicino al petto, mano sinistra in basso leggermente aperta. Era pronto.

    Oliver si precipitò verso di lui, caricando un pugno destro. Dennis reagì in tutta risposta con una guardia alta, accompagnata da un repentino abbassamento del suo baricentro. Si preparò mentalmente ad un pugnò che non arrivò mai. Il vento fischiò, una gomitata lo colpì alla mano sinistra vicino alla testa. Una deviazione improvvisa, calcolata con estrema precisione.

    Ahia.

    Il Primarca si mozze con una velocità e agilità sorprendenti, e nella frazione di un attimo se lo ritrovò alle spalle. Un potentissimo urto gli esplose dietro la schiena. Un colpo tanto forte da essere un affronto alla fisica e capace di spedirlo lontano di qualche metro.

    Cristo!

    Era ancora in volo, quando si portò le ginocchia al petto. Con un impeto di forza letteralmente inchiodò il terreno usando la forza dei tacchi. Ringraziò la sua innaturale agilità per essere riuscito ad atterrare in piedi. Non aveva tempo per occuparsi dei danni alla mano, non aveva tempo di occuparsi dei danni alla schiena. Si girò verso il suo sfidante, caricò le braccia e infilò le mani nella terra. Il suo cosmo rumoroso e selvaggio si espanse come uno sciame di locuste. I suoi muscoli divennero tesi come cavi d'acciaio, la sua forza si sfogò verso il terreno, rovesciandone con assoluta facilità un'enorme zolla come se fosse un tavolo di plastica vuoto. Tutto quello solo per destabilizzare l'uomo (?) che aveva di fronte, letteralmente togliergli la terra da sotto i piedi. Si sarebbe precipitato poi di fronte a lui (?) e avrebbe sprigionato in pieno volto la forza di uno dei suoi destri fragorosi caricati portando la mano sinistra in avanti.
    O almeno era quello che aveva in mente di fare, ma a causa della nuova figura che Oliver aveva assunto, il suo istinto prese il sopravvento su se stesso, trasformando il suo pugno in un sonorosissimo schiaffo sulla parte sinistra di quel volto acerbo.

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    RIASSUNTO AZIONI - Mi becco il danno nei punti sopracitati, mentre contro di te letteralmente rivolto il terreno sotto di te usando i miei MIGHTY muscoli (ad) per poi darti un PACCHERONE sulla faccia (af)
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    L’armatura tornò alla sua forma originale nello stesso momento in cui lo vide – o la vide – partire con velocità, a seguito del colpo alla schiena. Normalmente, avrebbe abbozzato un sorriso, ma non c’era assolutamente da sorridere in una situazione del genere. Aveva commesso lo sbaglio di lasciarlo allontanare, dosando male la forza del colpo più potente, inflitto alla schiena. La ragazzina sembrò portare le ginocchia più su, quasi caricando un colpo. Oliver si rimise in posizione di combattimento, seguendo il primo kata, tornando a fare perno sulla gamba sinistra, posta più indietro rispetto al busto, mentre la destra si posizionava più in avanti. Il braccio seguì parallelo, estendendosi al di fuori, mentre il sinistro fu posizionato in alto – a metà altezza tra busto e testa. “Che sta face-“ Si ritrovò a pensare, prima di essere interrotto dal violento rumore delle gambe avversarie sul terreno, che arrestarono quasi istantaneamente il suo volo. Inarcò un sopracciglio, assieme alla piega delle labbra, in ammirazione.



    Sfortunatamente, non ebbe tempo di pensare altro, data la rapidità dell’azione di Pan nel far sprofondare le mani nel terreno. Assieme ai profondi solchi, anche una sensazione opprimente scaturì dal suo corpo. Stava usando ogni fibra del suo muscolo per imprimere la giusta dose – quindi, terribile – di forza necessaria a sradicare il terreno sotto di loro – trascinandolo quasi come un tappeto – in modo da destabilizzare la posizione di guardia che aveva assunto, sbilanciandolo in modo da farlo cadere indietro. Oliver sentì il terreno scivolare, spostarsi verso l’alto, e le sue ginocchia vacillarono per qualche momento, tentando di rimediare ad esse tramite un piccolo salto – con quel poco di terra sotto i piedi, che stava rapidamente volando via. Nello stesso momento in cui il Primarca compì il piccolo, sgraziato, salto per tornare a toccare il terreno avvallato sotto di lui, Pan si gettò in avanti – con tutta la sua velocità – pronto a portare a segno una nuova offensiva.



    Coprì la distanza che li separava in un baleno, e le braccia di Oliver – parzialmente nella stessa posizione in cui le aveva disposte – si trovarono a reagire nel modo più opportuno. Ruotò gli occhi al suo fianco, osservando la comparsa dell’araldo e i muscoli del braccio induriti in un pugno, che sferzò l’aria davanti a sé, prima di aprire il palmo e portare avanti uno schiaffo. L’espressione del compagno di sparring era mutata, quasi come ad essersi ricordato qualcosa, nel dirigere il colpo direttamente alla sua guancia sinistra. Istintivamente, uno spesso strato di cosmo lo circondò, assumendo la forma del serpente attorno al suo braccio. Lo spostò al lato, frapponendolo tra la testa e lo schiaffo in rapido avvicinamento, per attutire il colpo tramite la robustezza di cui era dotato e l’armatura stessa. Sentì le ossa produrre un rumore secco e – normalmente – avrebbe tirato un sospiro di sollievo, ma del sollievo – quella situazione – non aveva nulla.


    UWhx77A

    Forza, forza, forza.





    Dal retro della spalla sinistra, le placche della scale si riassestarono in modo tale da produrre un tentacolo di oricalco, dalla composizione tanto robusta quanto un’arma degna di quel nome, che il Primarca avrebbe afferrato per le due estremità. Avrebbe approfittato della vicinanza del braccio di Dennis, a seguito del suo colpo, per usare il tentacolo nel tentativo di catturare l'avambraccio in una presa molto solida – dotata della stessa robustezza che la benedizione del serpente gli aveva conferito. Con una chiarezza disarmante, l’immagine di ciò che avrebbe dovuto fare spuntò nella sua mente. Gli era stato detto fin dal principio, fin dai primi allenamenti. Non fare una cosa e poi l’altra – ma fare una cosa in virtù di una più grande. E con altrettanta furia – la stessa che aveva esibito Pan nel cominciare la sua offensiva – il cosmo tinto di blu ed oro esplose in un momento, prima di ritornare nella sua forma più controllata.


    Potenza, ma anche tecnica.



    Nello stesso momento in cui avrebbe catturato il braccio di Pan nella morsa del tentacolo, avrebbe sfruttato il suo stesso slancio – utilizzato per portare il colpo alla guancia – in modo da fare leva con il suo corpo, nel tentativo di portare a termine una proiezione, con forza, verso il terreno. No, il terreno non avrebbe avuto lo stesso impatto, avvallato com’era, rispetto alla sua forma originale. Ecco perché, nel punto in cui sarebbe atterrato, sarebbe partito un violento tornado d’acqua – che aveva lo scopo di trascinare e spedire in aria l’avversario. Con il successo di una tattica del genere, mirava a danneggiare il braccio, o meglio – il legamento, tramite una pesante slogatura. Essa sarebbe stata poi accentuata – con dolore esteso a tutto il corpo – dalla conseguente violenta rotazione che avrebbe spedito il suo avversario in aria, in balia della forza centrifuga.



    Non sarebbe stata la proiezione a danneggiarlo, ma lo strappo che si sarebbe creato nel momento in cui lo avrebbe spedito proprio sulla superficie della colonna d’acqua, con la trazione che lo avrebbe spinto in alto. Probabilmente, ne sarebbe derivato un ulteriore danno tramite le forze in gioco nella rotazione e nella pressione del ciclone. Con il successo della strategia, Pan si sarebbe trovato in aria, soggetto ad una rapida caduta verso il terreno pieno di detriti, spaccato dal suo primo assalto.






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    FISICAMENTE Ξ Avambraccio sinistro fratturato
    MENTALMENTE Ξ Mo muoio mo muoio
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    RIASSUNTO AZIONI Ξ Riesco parzialmente a difendermi grazie al serpente e alla cloth. Dopodiché, sfrutto la posizione vicina a seguito del ceffone per tentare di bloccarti il braccio con un tentacolo del serpente [ad - robustezza straordinaria] e trascinarlo in una proiezione sul big tornado che esce dal terreno, con l'obiettivo di lussarti il braccio e spararti in cielo [af]
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    Quarta composizione bestiale di Azae.
    Le spire del serpente. E' attraverso lo spirito di questo animale che la scale può generare lunghi tentacoli, composti dello stesso materiale dell'armatura, che gli permetteranno di colpire a grande di distanza. Grazie ad essi, e alla loro robustezza, sarà possibile imbastire non solo strategie di stritolamento, ma anche un'ottima difesa. La loro forma tentacolare, seppur standard, potrà essere modificata - permettendo di assumere la forma di lunghe catene, conservando la propria resistenza. In tutta la sua robusta essenza, lo spirito del serpente sarà impiegato per tentare di recare offesa al suo nemico, attraverso le resistenti zanne, o potrà essere evocato con intenti difensivi – data la sua natura – che gli permetteranno di fornire un’ottima protezione cosmica – proprio come l’arma fisica.[Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza - Arma: Tentacoli]

    Big Tornado ☼

    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante.


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    Sentì il rumore delle ossa sotto il palmo della sua mano. Le aveva rotte? Era solo l'impatto di uno zigomo scosso da uno schiaffo? La sua mente era troppo impegnata a soffocare quel leggero senso di imbarazzo misto a fastidio. Non vedeva più la faccia da ragazzina di poco prima, ma la cloth dell'atlantideo aveva assunto una certa forma, una forma dalla sagoma evidentemente femminile. Non che avesse mai avuto problemi con il sesso dei suoi avversari, ma non poteva fare a meno di visualizzare quella ragazzina di poco prima. Troppo giovane per i suoi standard, veramente troppo giovane.

    Si rese conto che non aveva colpito uno zigomo.

    Il primarca aveva alzato il braccio per difendersi, una strana luminescenza proveniva da quel braccio, ma non ebbe il tempo di analizzare visivamente i dettagli di qualsiasi cosa stesse aiutando il Primarca. Sentì qualcosa sul suo braccio, qualcosa paragonabile ad un calore poco familiare, una traccia energetica che in quel momento non riusciva a trovare riscontro nella enorme esperienza maturata dalla Palingenesi.
    Quella stessa forza fece presa sul suo braccio, bloccandolo in una presa sorprendentemente salda, mentre le sue percezioni vennero travolte da blu e oro.
    Quello che sperimentò poco dopo fu puro, semplice Judo.
    Una proiezione da manuale, forse quella che qualcuno avrebbe potuto associare più facilmente all'intera disciplina.
    Quello che invece era nuovo per lui fu il tornado d'acqua che gli trapanò la schiena poco prima di toccare il terreno. Lo scontro fra forze, quella che tirava il suo braccio e quella che voleva farlo turbinare in alto, portò la testa del suo omero a spostarsi dalla sua cavità nella clavicola. La fitta di dolore lo portò a sibilare tra i denti, mentre il tornado d'acqua lo spinse variati metri sopra il suolo. Era ferito, ma aveva passato di peggio, molto, molto di peggio.
    La sua innaturale agilità lo aiutò a coordinarsi, così da mettersi a testa in giù. Non sarebbe caduto per terra come un peso morto.

    A pochissima distanza dalla nuda terra, Dennis letteralmente piantò le dita nel terreno, aggrappandosi esercitando una pressione spaventosa. Era dritto a testa in giù, la mano sinistra ancorata al terreno, il braccio sinistro tenuto saldo al petto.
    Stava mostrando le spalle al cavaliere di Scilla, mentre fece cadere i suoi piedi con le punte verso il basso.
    Fu un movimento estremamente coordinato. La parte alta dei suoi piedi che toccava il suolo, la sua mano sinistra che mollava la presa dal terreno. La sua posizione attuale ricordava quella di un velocista pronto a scattare.
    E così fece.

    Raggiunse quasi la sua velocità massima con quel movimento. La schiena gli doleva in modo significativo, il braccio lussato stretto vicinissimo al suo torace, quello ancora integro pronto a rilasciare un'esplosione di forza.
    Quale sarebbe stato il suo bersaglio? La clavicola? Gli occhi? Avrebbe potuto mirare agli occhi, avrebbe potuto trasformare il pugno in una forma ad artiglio, adatta a cavare via l'occhio del suo avversario, o almeno a far esplodere il bulbo oculare sotto l'elmo dell'armatura.
    Dennis scartò subito l'idea, non era quel tipo di scontro, non era li per fare del male. Era li per uno scambio di informazioni

    A poco meno di un passo da Oliver, Dennis caricò un pugno dal basso verso l'alto, con un arco tanto ampio da sfiorare la polvere del terreno con le nocche. Il suo obbiettivo era colpite al mento, con un pugno pregno di energia cosmica instabile. L'impatto con la faccia del Primarca sarebbe stato il suo attacco maggiore, quello che avrebbe portato più danni nell'equazione. Il cosmo instabile si sarebbe letteralmente spalmato sulla superficie metallica, per poi esplodere con una forza che sarebbe sembrata vacua messa al confronto con il suo pugno, ma avrebbe funzionato alla perfezione come atto di disturbo contro la mente di Oliver, forgiata dal rigore dell'esercito di Atlantide.

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    FISICAMENTE - Danno alla mano sinistra, Danno alla scapola sinistra, Braccio destro lussato, danni alla schiena
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    RIASSUNTO AZIONI - Dopo essermi slogato la spalla, il mio attacco consiste in un pugno ascendente verso il mento (af) carico di energia cosmica che esplode subito dopo (ad)
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    In natura esisteva un concetto – che Pan avrebbe potuto tranquillamente confermare – secondo il quale ogni animale, dal più piccolo insetto, fino ad arrivare all’uomo, era soggetto ad un particolare impulso. Questo impulso, sempre presente nell’organismo, veniva stimolato da una situazione sfavorevole, o difficile, scatenava uno o più comportamenti atti alla propria salvaguardia. Nella sua forma più pura, veniva semplicemente denominato “istinto”. Scattava quel senso di autoconservazione tale da spronare l’organismo a reagire secondo schemi più confusi, a volte, o decisamente al di fuori delle normali regole dettate dalla propria mente. L’istinto di conservazione, secondo ulteriori studi, fu accorpato nella teoria più grande – che prese il nome di “reazione attacca o fuggi” – “fight-or-flight response”. Permetteva, in entrambi i casi, di stimolare il cervello dell’organismo – portando il suo livello di attenzione ad una soglia molto più alta del solito. Il cuore batteva più velocemente, il sangue pompava con molta più forza – le pupille si assottigliavano e i muscoli iniziavano a diventare sempre più tesi, nella richiesta di uno dei due principali sforzi. Tutto ciò che non riguardava la situazione in cui l’organismo era calato, diventava sensibilmente più lento. Non era un rallentamento nel vero senso della parola – ma la percezione dell’ambiente circostante risultava meno concentrata, rispetto a ciò che si stava affrontando.



    Non poté fare a meno di stringere i denti, in una smorfia di insoddisfazione, nel vedere l’Araldo della Forza resistere alla sua manovra corpo a corpo. Da un certo punto di vista se lo aspettava – si stava certamente parlando di uno dei protetti di Gea, non il primo guerriero dotato di cosmo che passava di lì. Nonostante ciò, quello non era uno scontro per la vita – né una contesa con un nemico, era una prova, la necessità di capire il divario che ancora lo separava da coloro che si ponevano su tutt’altro livello – in termini di forza bruta. Per questo motivo, per quel momento – e per offrirgli uno scontro il più leale possibile – decise di non utilizzare le sue illusioni, continuando a portare avanti una tattica prettamente fisica. Pan piantò saldamente i piedi sul terreno – una volta tornato dalla caduta. L’arto che aveva afferrato prima – in quel momento – era chiuso sul petto dell’avversario, chiuso come a ridurre il dolore il più possibile. Era stata una scelta estremamente intelligente, mettendolo al sicuro da danni o movimenti che avrebbero potuto aggravare la condizione. Era davvero un combattente formidabile.



    Le gambe si tesero in un nuovo assalto, calciando il terreno sotto di loro e dando all’Araldo una potenza tale da far vibrare perfino l’aria. Il braccio di Oliver non aveva smesso di pulsare per il dolore, le cui fitte ricordavano la presenza dell’osso fratturato. Non gli fu chiara la velocità con cui quel corpo si mosse, ma fu certo il fatto che l’atlantideo fu colto di sorpresa da quello sforzo disumano, e con ancor più sorpresa dovette fare i conti con il colpo in avvicinamento. Una velocità che avrebbe disarmato chiunque, a fronte della quale non poté fare a meno di imbastire un salvataggio di fortuna. Una forma cosmica più grezza della precedente sembrò quasi avvolgere il possessore – similmente ad un serpente che cingeva la zona del corpo con le proprie spire. Non riuscirono ad avvolgerla tutta, concentrandosi nel coprire il più possibile la zona puntata dallo schiaffo. Un suono metallico si diffuse attraverso la robusta superficie dell’arma, che filtrò poi all’interno dell’elmo. Le pareti dell’armatura si scontrarono parzialmente con il suo volto – ed Oliver poté sentire il rumore di un’esplosione, che gli fece ruotare la faccia verso l’alto.



    La piega del braccio dell’Araldo aveva percorso una traiettoria ascendente, dal basso verso l’alto, culminando in una leggera curvatura all’indietro. Se non fosse stato per la Mark-4, l’Ape, la traiettoria che il corpo di Oliver aveva percorso sarebbe stata molto diversa, molto più pericolosa. Sfruttando il suo potere, invece, Oliver si teletrasportò – cercando di resistere al trauma cranico che aveva appena subito – per direzionarsi proprio alle spalle avversarie. Con il braccio sano di Pan a favore di traiettoria verso l’alto – leggermente inclinato dietro di sé, e la posizione schiena contro schiena – che aveva assunto dopo il teletrasporto – optò per una tattica meno fantasiosa, quanto più funzionale e improvvisata.



    Tornando in forma base, avrebbe generato ancora una volta il serpente nella versione fisica, dalla sua armatura, per avvolgere lo stesso braccio che Pan aveva utilizzato per dare lo schiaffo. Se la sua strategia avesse avuto esito positivo, l’arto sarebbe stato avvolto da più strati di oricalco impregnati di cosmo – che si sarebbero stretti attorno ad esso, con la sua proprietà peculiare di risultare estremamente resistenti ed opprimenti – proprio come il boa constrictor a cui si rifacevano. Facendo leva sul braccio avvolto – con un movimento in avanti – mirò a lanciare di nuovo il suo avversario, nel tentativo di slogare anche il secondo arto. Il serpente stretto attorno al braccio di Pan, infatti, aveva lo scopo di tenerlo il più fermo possibile – in modo da opporre la forza del lancio e trovare il punto di attrito nella sua spalla, portandola ad una lussazione.



    Fu lo stesso istinto di prima, custodito in ogni essere vivente, a permettergli un ragionamento – una tattica – del genere. Data la velocità che possedeva l’altro, non poteva permettersi di dargli uno spazio di manovra, di tattica. Doveva difendere e reagire velocemente, procedendo a sfruttare le sue tattiche contro di lui – approfittando dei punti aperti, delle posizioni in cui il suo corpo si trovava dopo quegli attacchi. La gamba destra si piantò saldamente al terreno – facendo da appoggio – mentre la sinistra si pose più in avanti, diventando l’arto su cui Oliver avrebbe caricato il peso nel lancio dell’avversario. Nonostante ciò, nonostante una delle tante proiezioni che il suo stile di combattimento gli forniva, la traiettoria sarebbe stata parzialmente scoordinata – a causa della confusione formatasi dopo lo schiaffo che aveva attutito. Non per questo, tuttavia, avrebbe rinunciato a spedire il compagno di sparring nelle macerie che avevano attorno a loro – mostrandogli che, anche senza i formidabili poteri di cui era dotato il Pilastro della Realtà, sarebbe stato un avversario alla sua altezza.







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    MENTALMENTE Ξ Confuso
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Data la velocità del colpo, oltre alla sua forza, riesco solo parzialmente ad alzare una difesa con serpente - al seguito della quale entro in modalità ape e mi teletrasporto alle tue spalle, schiena contro schiena. Approfittando del braccio buono alzato verso l'alto, uso serpente di nuovo per avvolgerlo [riposizionamento + ad] e lanciarti con forza in avanti, nel tentativo di lussarti anche l'altro braccio, mandandoti nelle macerie che abbiamo attorno [af]

    p.s scusami ancora il ritardo, la sessione uccide

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione

    -Mark IV: Abeja
    Tra le capacità più insidiose dell'ape, vi è la possibilità di unirsi in un solo raggruppamento, prima di dividersi all'arrivo di una minaccia. Studiando il modo in cui avviene questa collaborazione, il Primarca ha fatto sua la capacità di disgregare il proprio corpo - mediante l'uso del cosmo - per coprire una distanza decisamente più ampia, in tempo minore. Attraverso la smaterializzazione e la materializzazione data dalla trasformazione in api, Oliver può teletrasportare sé stesso, o i suoi attacchi, sul campo di battaglia, con la possibilità di evitare completamente un attacco nemico. [monouso in quest/duello]


    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Making peace to build our future
    Strong, united, working till we fall.


    Quarta composizione bestiale di Azae.
    Le spire del serpente. E' attraverso lo spirito di questo animale che la scale può generare lunghi tentacoli, composti dello stesso materiale dell'armatura, che gli permetteranno di colpire a grande di distanza. Grazie ad essi, e alla loro robustezza, sarà possibile imbastire non solo strategie di stritolamento, ma anche un'ottima difesa. La loro forma tentacolare, seppur standard, potrà essere modificata - permettendo di assumere la forma di lunghe catene, conservando la propria resistenza. In tutta la sua robusta essenza, lo spirito del serpente sarà impiegato per tentare di recare offesa al suo nemico, attraverso le resistenti zanne, o potrà essere evocato con intenti difensivi – data la sua natura – che gli permetteranno di fornire un’ottima protezione cosmica – proprio come l’arma fisica.[Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza - Arma: Tentacoli]

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    Il suo avversario era cambiato.
    C'era qualcosa in lui, forse l'atteggiamento, oppure la sua taratura mentale. Qualsiasi cosa fosse, era cambiato.

    Succedeva troppo spesso oramai, per lui non esisteva più uno sparring amichevole, l'orribile fetore del predatore alla cima della catena alimentare lo seguiva ovunque, di conseguenza chiunque conoscesse tendeva ad agire come una volpe bloccata in un angolo in sua presenza, poteva contare le persone che non avevano avuto paura di lui sulle dita di una mano.
    Non aveva importanza, niente di tutto quello aveva importanza, non aveva chiesto lui di combattere, non aveva chiesto lui di mettere a confronto le abilità, tutto quello che stava facendo era una formalità, una cortesia.

    Si ripeté quelle ultime parole varie volte nella sua mente cercando in tutti i modi di convincersi, mentre il suo pugno esplodeva contro il suo avversario. Uno scoppio di luce cosmica e scintille gli colpirono le retine, uno spettacolo che lo distrasse dai mutamenti dell'armatura avversaria. Non lo vide scomparire nel nulla, come dissolto nell'aria.
    Questo aumentò la sua sorpresa per l'azione seguente.

    Il suo braccio venne stretto in una morsa inamovibile, circondato dalle spire di un serpente cosmico. Se solo non fosse stato tanto sorpreso avrebbe potuto contrastare quella forza erculea con la sua, forse riuscendo a vincerla ed a sollevare di peso Oliver Cuordimetallo, ma non ci riuscì. La posizione da manuale era simile a quella che gli aveva lussato il braccio qualche secondo prima, e quello era l'indizio necessario a Dennis per capire dove sarebbe andato tutto a parare.
    Quella forza sovrumana che gli stava bloccando il braccio lo sollevò letteralmente da terra, con una traiettoria innaturale per il corpo umano. Traiettoria che gli fece saltare l'articolazione della spalla, separando un'altra volta omero e clavicola. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare al dolore dei muscoli e dei tendini della spalla, che venne lanciato forzatamente contro un cumulo di macerie li vicino. Impattò con la schiena contro un muro che si sbriciolò come un biscotto secco, per poi cadere con la schiena sul terreno, faccia la cielo.
    Aveva entrambe le braccia fuori asse, la schiena dolorante e la mano sinistra gonfia.
    Schioccò la lingua a denti stretti, senza distogliere lo sguardo dal cielo. La sua mente vagò per un secondo a quando da ragazzino si fece mano alla mano e fu costretto a strapparsi via un'unghia dolente. Non aveva la minima idea del perché qualcosa di così frivolo gli era saltato in mente, era stato lanciato via da un generale di Atlantide come un sacco di patate, cosa c'entrava quella roba non se ne capacitava.

    Avvicinò le ginocchia al petto, inarcò leggermente la schiena sollevando il posteriore, e con un balzo si rimise in piedi senza l'ausilio delle braccia, le quali erano strette saldamente al petto.
    Si girò verso Oliver, senza mostrare particolari emozioni.

    N'attimo eh.

    Respirò una volta, due volte, tre volte.
    I suoi muscoli iperdensi strinsero e tirarono come corde di pianoforte, la sua schiena divenne una roccia, e l'assurda pressione delle sue fibre muscolari rimise in asse le sue braccia con una pungente fitta di dolore.
    Dennis fece roteare le braccia lentamente, analizzandone lo stato: Si, era tornato tutto a posto, ma quelle mosse avevano fatto pagare un duro prezzo ai muscoli ed ai tendini delle spalle, che ora dolevano e pulsavano, tutto sommato ai vari dolori che aveva in corpo.
    Eppure non poteva permettersi di rigenerare i danni subiti.
    Forse era un'idea infantile e stupida, ma in quel contesto ricostruire tessuti danneggiati gli sembrava come barare. Oliver era li per calcolare la forza di entrambi, quello era un incontro, non un tavolo da macellaio. Quella era roba che riservava ad un altro tipo di clientela.

    Gamba destra in avanti piegata, gamba sinistra tesa all'indietro, come uno scattista.
    Raggiunse l'apice della sua velocità istantaneamente. Doveva entrare nella guardia del Primarca, guardia che avrebbe violato con un mae geri kekomi, un calcio dall'esecuzione minacciosa.
    Ma non sarebbe stato quello l'apice della sua offensiva, il calcio era solo un passo, un modo glorificato per essere più vicino possibile al viso di Oliver, li avrebbe divaricato le braccia come ali di un demone, ed avrebbe fatto partire due potentissimi schiaffi all'altezza delle orecchie del Primarca, cercando così di strappare via dal suo cervello quella incontrollabile voglia di confrontarsi con il Re delle Bestie.

    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - Danno alla mano sinistra, Danno alla scapola sinistra, ossa e tendini delle articolazioni delle spalle danneggiati, danni alla schiena
    MENTALMENTE - ///
    STATUS DARIAN - Indossata

    RIASSUNTO AZIONI - Uso i MY MUSCOLI per rimettere in asse le braccia, poi come attacco debole un front kick quasi senza forza, seguito da un catastroficamente potente doppio schiaffo sui timpani come attacco forte
    ABILITÀ - ///

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    Ci fu un secondo di immobilità – riflesso anche nell’ambiente attorno a loro – grazie al quale Oliver poté prendere un attimo di respiro, calcolando velocemente l’intensità dei danni che aveva ricevuto fino a quel momento. Un grosso polverone si era alzato dal punto in cui era atterrato Pan, e il silenzio era calato di nuovo, in seguito al frastuono delle macerie. Stava respirando con forza attraverso l’elmo della sua armatura, e una quantità indefinita di gocce di sudore avevano trovato la via attraverso la fronte ed il collo. Fece schioccare le labbra, inumidendole e cercando di non provocarsi ulteriore dolore attraverso un movimento sbagliato della mandibola. Il tempo necessario a diradare la nube di polvere, e sotto gli occhi attenti di Oliver, l’Araldo compì uno strano movimento – che il messicano realizzò soltanto ad azione compiuta. Aveva ruotato le spalle in avanti, come a rimettere a posto entrambe le spalle dislocate. Aveva ragione, se non lo avesse fatto gli sarebbe stato impossibile continuare a combattere con le braccia – o meglio, sarebbe stato molto più doloroso dell’opzione che aveva scelto. La voce che si era presentata alle sue orecchie non aveva lasciato trasparire nulla di più se non un improvviso intoppo.



    Niente rabbia, ovviamente, ma nemmeno una nota di tensione – né una di fastidio o coinvolgimento. Doveva essersi abituato a situazioni del genere al punto da prenderlo solo come un altro giro dell’ennesima giostra, un giorno di ordinaria amministrazione. Ma quella era la legge di coloro che stavano in cima – doversi confrontare continuamente con coloro che esigevano di guadagnarsi un posto sulla vetta. Il problema non era raggiungere un primato, il problema era doverlo mantenere. Quindi, nonostante la simil apatia e normalità che il Re delle Bestie aveva adottato



    Oliver non ricordava l’ultima volta in cui si era così divertito durante uno scontro.





    Era strano da dire, ma anche persone come loro potevano scegliere combattimenti in cui divertirsi – e no, non si riferiva alle esibizioni che aveva fatto occasionalmente nell’arena Atlantica, ma combattimenti in cui spaccarsi ogni osso e ferirsi senza dover preoccuparsi dei rapporti con l’esponente della fazione opposta. Con uno spectre non si sarebbe divertito, con un black saint non si sarebbe divertito – ma la situazione che stava vivendo ora era estremamente diversa. Se avesse dovuto accostarla ad un’altra esperienza, probabilmente l’avrebbe considerata simile allo scontro che aveva avuto con Seadragon, che gli aveva permesso di capire le sue potenzialità e il margine di miglioramento che sarebbe diventato sempre più grande nel tempo a venire. Non poteva leggere nella mente di Pan, non poteva essere certo del suo stato d’animo – di ciò che stava provando in quel momento – ma soltanto di ciò che aveva intuito attraverso le sue parole. L’elmo non permetteva una visione completa dell’espressione sul volto, anche a causa delle quello era un altro punto a sfavore, seppur necessario; o così o potevano ritrovarsi con la faccia distrutta al primo colpo.



    Difatti, il nuovo assalto di Dennis non tardò ad arrivare. Nel momento in cui le gambe si posizionarono e si tesero, Scylla assunse una nuova posizione di guardia. Quello che compì l’altro fu uno scatto diverso – il primo, ad inizio dello sparring, era stato compiuto in modo tale da sradicare il terreno sotto di sé, complice l’averlo afferrato anche con le mani. Il nuovo movimento, invece, sembrava essere improntato più sull’avvicinarsi in maniera semplice e diretta, caricandolo per portare avanti un nuovo attacco – più che prenderlo di sorpresa. La sua guardia cambiò, le braccia non furono più posizionate in avanti, come a protezione del corpo – anzi – lasciò completamente scoperto il busto, il volto, tutte le zone che probabilmente Pan avrebbe preso di mira. Il braccio sinistro si avvicinò allo stesso lato del volto, palmo aperto e dorso parallelo alla guancia – il destro, a pugno chiuso invece, scorse lungo la gamba destra. Una sferzata di vento si espanse dietro di lui, all’arrivo dell’Araldo all’interno della sua guardia. Il Primarca avrebbe voluto vedere la perfetta esecuzione di quel calcio, avrebbe voluto realizzare la sua potenza – seguita dal doppio colpo alla faccia, subito dopo – ma nulla di tutto quello trovò contatto concreto sul suo corpo.


    Hey–yo I’m just like my country
    I’m young, scrappy and hungry
    And I’m not throwing away my shot.




    Sfuggendo completamente all’assalto avversario, grazie ai poteri dell’ape – di cui aveva ancora attivata la forma – Oliver si teletrasportò in aria, abbastanza in alto da evitare la punta del calcio e la chiusura delle braccia di Pan dall’esterno verso l’interno. La sua armatura tornò rapidamente allo stato base, attraverso il quale richiamò ancora il potere del serpente di Scilla. Esso si sarebbe stretto attorno alle braccia e alle gambe della ragazzina, attorcigliandosi più volte e sfruttando il suo corpo e la sua robustezza – propria del boa constrictor. Non a caso era un animale pericoloso, che uccideva le sue prede fracassandone la gabbia toracica e impendendo qualsiasi movimento respiratorio, portando la vittima ad una morte certa. La stessa potenza di costrizione sarebbe stata applicata a braccia e gambe, seppur in maniera controllata, in modo da impedire movimenti di tutti e quattro gli arti. Probabilmente, dato il movimento che Pan aveva compiuto per portare avanti il suo attacco, sarebbe stato scomodo muoversi – o tentare di liberarsi.


    Bisognava ricordare agli animali in cima alla catena alimentare
    Che non sarebbero stati soli ancora per molto.




    Il preludio del serpente fece da entrata per la successiva bestia, il lupo. Anche al di fuori della trasformazione, il suo potere non era da meno, e la conferma stava nella capacità di infliggere attacchi con la stessa forza di impatto dell’oricalco che aveva addosso, sia fisicamente che attraverso il suo cosmo. Oliver si mosse velocemente, atterrando di fronte all’avversario, solo per ripartire e compiere uno scatto in avanti, verso il suo volto. Le placche sull’avambraccio sinistro della scale cambiarono, illuminandosi di una tonalità mista, tra azzurro e grigio, per poi generare la figura di un lupo di cosmo, a fauci spalancate – che partiva dal pugno di Oliver e si dirigeva proprio verso il cranio avversario. Avrebbe rivolto quel morso, quella tenaglia, ai lati della sua testa, intrappolandola con il rischio di perforare la zona laterale del cranio e partendo lontano da lui.



    Questa volta, similmente a quanto mostrato da Pan fino a quel momento, non ci sarebbe stata qualche tecnica mascherata sotto il termine “arte marziale”, non ci sarebbe stato alcun colpo in una zona specifica del corpo – soltanto la testa stretta tra i denti dell’animale, che avrebbero masticato nel tentativo di creare contusioni, perforazioni e danni interni, trascinando via l’obiettivo, ancora una volta, lungo il duro e ormai devastato asfalto che aveva risentito dei colpi portati avanti dai due combattenti.


    Soltanto Violenza








    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Avambraccio sinistro fratturato, Trauma cranico serio, Frattura composta allo zigomo, Mandibola fratturata
    MENTALMENTE Ξ Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Evito completamente l’attacco con il teleport monouso dell’ape, poi tento di bloccare braccia e gambe con serpente e sparo contro un GUDBOI wolf che tenta di afferrarti il cranio con le fauci e partire via

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    Le spire del serpente. E' attraverso lo spirito di questo animale che la scale può generare lunghi tentacoli, composti dello stesso materiale dell'armatura, che gli permetteranno di colpire a grande di distanza. Grazie ad essi, e alla loro robustezza, sarà possibile imbastire non solo strategie di stritolamento, ma anche un'ottima difesa. La loro forma tentacolare, seppur standard, potrà essere modificata - permettendo di assumere la forma di lunghe catene, conservando la propria resistenza. In tutta la sua robusta essenza, lo spirito del serpente sarà impiegato per tentare di recare offesa al suo nemico, attraverso le resistenti zanne, o potrà essere evocato con intenti difensivi – data la sua natura – che gli permetteranno di fornire un’ottima protezione cosmica – proprio come l’arma fisica.[Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza - Arma: Tentacoli]


    Push, to keep the dark from coming
    Feel the weight of what we owe.


    Gli artigli del lupo. Grazie alla benedizione di una di queste bestie, alcune parti della scale potranno assumere aspetti del tutto simili a quelli di doppie lame, o tenaglie, che avranno il compito di bloccare il nemico in una presa tale da provocare danni da perpetuo sanguinamento. Di solito posizionate sugli avambracci del Primarca, queste armi potranno assumere anche la forma di dieci grossi uncini meccanici, cinque per mano, nel tentativo di intrappolare il nemico tra i propri artigli. Il lupo può, inoltre, essere lanciato contro l’avversario – emanando il proprio cosmo, simile per natura all’arma a cui è ispirato, nel tentativo di afferrare con i suoi artigli, o le sue fauci, il nemico. Ciò causerà lo stesso tipo di impedimento e quantitativo d’offesa della sua controparte fisica. [Danno: Perforante, Sanguinamento - Arma: Tagliola]


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