The Greatest Change

Raia x Chernobog

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    Guardò con calma la radura. C'era silenzio, ma non era uno di quei silenzi inquietanti: era più l'assenza di suoni non necessari. Una pace tranquilla che teneva insieme gli alberi di quel piccolo manipolo di alberi insieme al suono quieto dell'acqua, reso limpido dal freddo intenso.

    Un passo dopo l'altro, Raia Droshar avanzò fra i tronchi alti e spigliati, il rumore dei piedi avrebbe probabilmente scricchiolato sullo strato morbido e ghiacciato che copriva le radici dissestate, ma i suoni non erano qualcosa di cui l'Esecutore di Anzu avrebbe mai dovuto preoccuparsi. Il respiro si condensava in vapore oltre l'elmo mentre costeggiava ciò che, diversi anni prima, sarebbe stato molto più facile sul piccolo pontile di legno ormai marcio.

    AKuuy89

    Plitvice era uno di quei luoghi che Raia aveva desiderato visitare prima della fine del mondo. Arthur le aveva proposto più volte di fare una gita, ma gli esami si erano messi in mezzo troppe spesso per permetterle di cogliere l'occasione...non che avrebbe potuto prevedere la fine del mondo, o non avrebbe rimandato.
    Non avrebbe fatto tante cose, ripensandoci.
    Probabilmente avrebbe mandato anche lei a quel paese diversi saggi, invece di scriverli alle tre del mattino continuando a ignorare i messaggi di Arthur sperduto in chissà quale angolo del globo - o dietro il bancone del Geass, quando era effettivamente reperibile.

    Lo aveva confessato anche ad Audatia, una volta. Era quasi certa di averlo fatto, perché quando l'aveva portata lì per la prima volta, non sembrava davvero una coincidenza. Avevano pattugliato insieme quegli alberi e quelle cascate quando lei era ancora la selvaggia e brusca lupa che aveva conosciuto ad Arrecife, quella con cui aveva condiviso più di una notte rubata e segreta.
    Oliver non era l'unico a mantenere una relazione rischiosa, ad Atlantide, ma a differenza di Leviatano, Raia era molto più discreta con ciò che faceva nel tempo libero.
    Johanna aveva scoperto la cosa subito dopo Arrecife, a causa di un istinto profondamente radicato nel suo essere, frutto di millenni di conoscenza collettiva altrimenti definibile come "senso di mamma".

    Raia e Audatia avevano finito per finirci così spesso, a Plitvice, che l'avevano nominato il loro piccolo rifugio. E anche il punto di rendez-vous per permettere ad Anzu di raggiungerla al Bosco, in quanto quest'ultimo non possedeva un vero e proprio accesso geolocalizzabile.
    Avevano realizzato una panchina a partire da un paio di tronchi, nel miglior punto di affaccio sulle cascate. Dovevano spesso aspettare parecchio perché l'altra si facesse vedere, tanto valeva godersi il panorama.

    I problemi erano cominciati da quando non era più Audatia a raggiungerla.
    Non l'Audatia che aveva conosciuto.

    E il problema vero era stato avere tempo per riflettere.
    L'esperienza da incubo insieme a Claudia prima e la perdita della gamba l'avevano costretta a una dolorosa e prolungata introspezione, qualcosa che Raia faceva in modo di evitare quotidianamente da ormai fin troppi anni. Certo, riuscire a metabolizzare gran parte dei propri problemi e traumi tramite esperienze di quasi-morte era conveniente a volte, ma non se accompagnate da una relazione...complicata.
    In fondo, non è da tutti potersi dire impegnati con Chernobog.

    Raia si sedette sulla panchina e l'elmo nascose una lieve smorfia: il freddo non faceva bene all'attacco della protesi.

    Trasse un respiro profondo, chiudendo gli occhi e cercando appigli nell'oscurità. Le settimane di introspezione avevano portato anche qualcosa di positivo.

    × Tia? ×

    I comunicatori non servivano più.

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    Nome | Raia Droshar
    Scale | Anzu {IV}
    Energia | Blu
    Status Fisico | Ottimo
    Status Mentale | Ottimo
    Status Scale | Indossata, intatta

    Riassunto Azioni | new telepathy who dis


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    Si svegliò lentamente quella mattina. Aveva provato a girarsi e una scarica di dolori le era arrivata fino ai capelli, il fiato tenuto per evitare di imprecare ad alta voce e svegliare la figura che era stesa accanto a lei. Nonostante le ferite avessero cominciato a guarire più in fretta dopo la visita d'emergenza della squadra medica - e il breve ricovero alle polle - era comunque indolenzita in punti che non ricordava il titano avesse colpito. Si passò una mano sul viso cercando di togliere ogni rimasuglio di sonno e stanchezza, sospirò leggermente e si voltò ad osservare il profilo addormentato di Oisin. La pelle pallida emanava un bagliore latteo persistente persino dal nugolo di tentacoli che riposavano sul petto, i capelli lunghi e morbidi spezzavano la monotonia cromatica del letto e l'odore di sangue rappreso e sudore si levava ad ogni respiro. Allungò una mano snella ad accarezzargli la schiena, risalendo lenta fino alle spalle e al collo. Un fiato più profondo accompagnato da una vibrazione cosmica bassa e vibrante le annunciò che il sidhe era sveglio.

    Non è ora della mia medicazione?

    Lo sussurrò all'orecchio dell'uomo con il volto ancora assonnato, quest'ultimo inclinò appena le labbra prima che si aprissero in un sorriso tipicamente maschile. Le fu addosso, - inchiodandola al letto per i polsi - con una velocità accecante ma la delicatezza con cui si era avvolto era studiata in ogni minimo dettaglio per evitare di provocare dolore non necessario.

    Potrei usare l'emanazione cosmica, Sire Chernobog. Sarebbero semplicemente due giorni, senza sforzi e con assoluto riposo.

    Sai bene che voglio accorciare la mia degenza al minimo indispensabile. Forse è perché non ne sei in grado Oisin, Re degli Sluagh?


    Un tentacolo le risalì tra i seni per arrivare al collo, stringendosi quel tanto a toglierle il respiro. Un sorriso le si dipinse sul volto prima che iniziasse tutto.

    ---



    Quando la voce di Raia le soffiò nella mente, si drizzò completamente e si guardò intorno. Non aveva quel potere la sua Raia ma erano state lontane per un po' di tempo ultimamente e sentirla in questa maniera la rese orgogliosa. Soddisfatta che l'esecutrice fosse stata in grado di spingersi oltre e raggiungere certi livelli che le avrebbero aperto le porte a compiti via via più difficili, si limitò a scuotere la testa mentre si alzava dal letto diretta al bagno.

    °Raia, мой дорогой. Arrivo il più in fretta possibile.°

    Risposte al pensiero ma non ci fu bisogno di scandagliare il globo, sapeva perfettamente dove si trovava Anzu. Era il loro posto preferito, utile e discreto. Raia lo aveva nominato non più di due volte durante i loro incontri ma Audatia aveva prestato più attenzione del dovuto a quelle frasi e dopo qualche tempo erano passate per caso a Plitvice. La sorpresa sul volto dell'atlantidea era stato un pagamento più che soddisfacente, così come lo era stato il seguito con la donna. Si rivestì rapidamente e richiamò le Api, Frank - il capo di quelle che presidiavano la Via Dorata - da quando si era risvegliata come Chernobog l'aveva presa più sul serio e si era mostrato per più di una volta quasi dispiaciuto quando utilizzava semplicemente i portali creati col potere del Nero.

    Quando le Api annunciarono l'arrivo dell'Araldo, la terra respirò ampiamente e la forza naturale di quel luogo parve per un attimo fermarsi per salutare chi della Fine era il Portatore. Gonfiò il cosmo e una marea ombrosa e nera strisciò velocemente a toccare ogni granello di sabbia, ogni goccia d'acqua e ogni fronda, impregnando tutto della sensazione ancestrale di decadimento e morte.

    Raia, mi sei mancata immensamente!

    Il cosmo dell'Araldo si ritirò, lasciando che la sensazione di poco prima rimanesse nell'aria come un profumo costoso, le si avvicinò - aggiustandosi il cappotto che aveva addosso - per stringerla in un abbraccio con la mano libera, dato che nella sinistra stringeva un mazzo di fiori estinti che le porse subito averla baciata su entrambe le guance. Si allontanò un poco per sistemarsi una garza che le stringeva il petto e le si avvolgeva lungo il braccio. La guardò dall'alto in basso, era molto che non la vedeva e voleva riempirsi gli occhi di lei.

    Ti piacciono? Se li annusi sanno di cioccolato, non credo ci siano più esemplari vivi sul globo però ad Agartha ci stiamo dando da fare. Come ti sembrano? Mi hanno fatto pensare a te appena li ho visti.

    Si sistemò il cappotto che aveva addosso e una ciocca di capelli che le era ricaduta sul viso. Stringendosi nel maglione comodo che indossava le sorrise allegra.

    Non hai idea di cosa è successo in queste ultime settimane. Ho preso a calci un titano ehehe Bhe diciamo che me le ha date lui più che altro MA NON PUOI CAPIRE! Hai mai provato la sensazione di scioglierti <u>letteralmente? Terribile, già è la seconda volta che mi capita...

    Si fermò con sguardo interrogativo quando la vide pensierosa e per certi versi "meccanica" nel movimento che aveva fatto per rimettersi in piedi.

    Che cosa ti è successo alla gamba?

    Fece per allungare una mano per toccarla ma si fermo a metà del gesto mentre annusava l'aria attorno a lei, un'abitudine vecchia a morire ma che Chernobog apprezzava per certi versi.

    Non odori di carne e sangue, che diavolo hai fatto?



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Audatia
    CASTA ¤ Eletti di Gea
    ENERGIA ¤ Blu
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ in ripresa per i postumi del fight (giapeto grrrrr)
    MENTALMENTE ¤ ehehe
    STATUS DARIAN ¤ non indossata, integra

    RIASSUNTO AZIONI ¤ miao miao + chernobog in arrivo dalla sua amata

    ABILITÀ ¤
    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma. Il loro contatto reca un dolore fisico lievemente maggiore di quanto siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti, ustionando leggermente chi ne viene toccato.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. La specializzazione di Fabbro delle Tenebre, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.


    Edited by D o r c a s - 16/1/2020, 09:15
     
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    Chiuse gli occhi quando sentì la Morte permeare quel luogo.

    Non avere paura.
    Era stata la prima cosa che le aveva detto, quando si erano incontrate di nuovo per la prima volta.

    Ogni tanto si stupiva di quanto le sembrasse terrificante, ma al tempo stesso naturale la presenza scatenata da Chernobog. Era un brivido costante, una vibrazione che la paralizzava e la metteva a proprio agio per ragioni a lei inspiegabili, un sudore freddo consapevole e completamente naturale. Tuttavia, Raia notò che stavolta la sensazione era diminuita.
    Se prima servivano diversi secondi per riprendere controllo degli arti paralizzati, stavolta bastò espirare per disperdere il nero intorno a sé e alzarsi con naturalezza per incontrare il bellissimo e raggiante viso di Audatia. Si tolse l'elmo, liberando la nuvola di riccioli giusto il tempo di passarci rapidamente una mano dentro per rassettarli.

    « Hey. »

    Le sorrise, con calore sincero. Non la vedeva da troppo e fu contenta di lasciarsi abbracciare e baciare. Accettò i fiori con un lieve quanto consumato imbarazzo, limitandosi ad alzare brevemente gli occhi al cielo prima di annusarli. Effettivamente i piccoli petali viola avevano un inebriante profumo di cacao, ma un significato lievemente più amaro.

    « Grazie, sono molto belli. »

    ...e come al solito, sono per farsi perdonare.

    Era un codice intrinseco che aveva cominciato a cogliere da messaggi sottili. Occhiate di imbarazzo sempre più costanti ad Agartha, le tempistiche erratiche (e frequenti) dei fiori mandati ad Atlantide, la disinvoltura con cui Audatia parlava dei suoi incontri e della sua apertura mentale nei confronti di altre specie, mentre Raia beveva tranquillamente il suo scotch con entrambe le sopracciglia alzate.

    « Anche tu mi sei mancata, jigar. »

    Le aveva anche ora, in effetti, accompagnate da un'espressione di divertita incredulità mentre ascoltava la rapida discussione di concetti da cui stava venendo inondata con una noncuranza a dir poco epocale. Tipico della sua ragazza, ma era anche una delle cose che adorava più di lei: il modo in cui gesticolava e cambiava espressione mentre parlava di qualcosa come venire sciolta o malmenata da...un Titano? Si segnò quell'informazione, ripromettendosi di fare ricerche per capire di chi si trattasse. Johanna aveva incontrato Oceano, se era lo stesso che aveva avuto il fegato di affrontare Chernobog, ci sarebbero potuti essere problemi in futuro.

    Poi vide l'espressione di lei cambiare e il suo stomaco si strinse in una morsa fredda per un istante. Gli occhi di Audatia erano due fessure gialle nell'osservarla, poi cercare di carpire quante più informazioni possibili da lei ad una distanza ravvicinata, allungando la mano per toccarla. Raia intercettò le dita fra le sue, stringendo appena. Una breve risata le sfuggì dalla gola, mentre si avvicinava ad Audatia per passarle il braccio intorno alle spalle e darle un bacio sulla guancia.

    « Ehi, ho una vita spericolata pure io! »

    La guardò di sbieco, prima che il sorriso si incrinasse appena. Non voleva iniziare la conversazione così e sperò che la ragazza cogliesse l'indizio a riguardo. Era la prima volta che si faceva vedere fuori da Atlantide con la protesi e non aveva immaginato che il cambiamento fosse così evidente.

    « Di recente pare che abbia esagerato un po'. Facciamo una passeggiata, intanto? Sono ore che ti aspetto e mi si si sono quasi congelate le chiappe. »


    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | :caffe:

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    Non le piacque come Raia avesse glissato sulla domanda, nè tanto meno apprezzò il tentativo di nascondere l'imbarazzo - forse - sorto in seguito. Probabilmente la donna aveva impostato mentalmente un suo discorso e voleva gestirlo a modo suo, la fissò pensierosa dopo che la baciò sulla guancia e la strinse a sè. Non le dispiacevano quei contatti dopotutto, al punto che quando le passò un braccio attorno alle spalle cercò a sua volta di stringerle il fianco - data la differenza di altezza tra le due - ma una fitta di dolore le si arrampicò veloce lungo la schiena facendole emettere un sibilo tagliente e una imprecazione velenosa a una non ben nota divinità.

    E va bene, vieni ti porto in un posto carino. Moko me ne ha parlato in modo fin troppo entusiasta ma penso sia per via di tutto il sistema "sassi" che lo circonda. È così carino quel ragazzino ehehe chissà che fine ha fatto... Ci penserò in un altro momento. Comunque!

    Il tono di voce di Audatia cambiò rapidamente, se prima l'atlantidea potesse percepire una nota di fastidio adesso era tutt'altro e molto più vicino all'eccitazione. Come se avesse già totalmente dimenticato la domanda che le aveva posto e l'odore diverso che proveniva dal corpo della sua donna.

    Potevi dirmelo prima però. Il freddo dico, ma a breve non dovrebbe essere più un problema.

    Al richiamo di Chernobog - una vibrazione del cosmo nero più lunga delle altre, come se fosse un segnale - e la Via Dorata si aprì davanti alle due in uno scampanellare melodioso e tiepido mentre il brumoso colore dell'oro denso e morbido avvolse per un paio di metri l'ambiente circostante, illuminandolo splendente. Si staccò con cura dall'abbraccio affettuoso e si avvicinò a grandi passi all'apertura, con un cenno della mano ignorò un'Ape un po' più grossa del normale che ronzava quasi infastidita all'altezza del volto dell'Araldo.

    MA QUALI PERMESSI, FRANK. LA CONOSCI!

    Gesticolava ampiamente, indicando col braccio la donna alle sue spalle e poi il portale. Lanciò un'occhiata nervosa verso Raia - Ora risolvo, мой дорогой, un momento soltanto. - mentre sorrideva cercando di calmare il Guardiano.

    Non farmi fare queste figure davanti agli altri. Non mi interessa, sono il fottutissimo Dio della Morte vado dove mi pare.

    La frase pronunciata a denti stretti e con tono bollente ebbe come conclusione una ronzata un po' più forte del normale e una Audatia sbigottita e imbarazzata. Questo lo dico a tua moglie, ah se glielo dico!

    Si voltò ricomponendosi verso l'atlantidea e le tese la mano, invitandola a seguirla attraverso il passaggio. Era contenta di vederla e voleva mostrarle finalmente quel luogo che tanto sperava le sarebbe piaciuto.

    [...]



    Quando uscirono dal portale voltò Raia subito nella sua direzione, impedendole di vedere il luogo dove erano arrivate.

    Sei troppo alta per chiuderti gli occhi, quindi prometti che terrai gli occhi completamente chiusi fin quando te lo dirò io. Promesso, ok?

    Le prese la mano per posarle un bacio leggero sul dorso, poi la guidò con attenzione facendole evitare ostacoli e qualunque cosa potesse impedirle di camminare correttamente. Non aveva dimenticato il discorso di prima, semplicemente voleva regalarle qualcosa di carino da ricordare.

    Pronta? Adesso, aspetta... No ok, sì. Ora puoi aprire gli occhi.

    312b9f7c1175565dc2a19162a854283d

    L'abbracciò da dietro, avvolgendole le braccia attorno al petto e poggiandosi contro di lei, respirando il suo profumo e la sorpresa che avrebbe avuto negli occhi. Erano in pochi quelli che potevano godere di un paesaggio simile, le Terre Fisse permettevano costruzioni e abitazioni e la loro modifica - o evoluzione - era minima ma quello che rendeva spettacolari alcune di quelle erano l'insieme musicale di colori e bioluminescenze che restituivano a chiunque guardasse una sensazione di pace e infinito sterminato.

    Che ne pensi?



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Audatia
    CASTA ¤ Eletti di Gea
    ENERGIA ¤ Blu
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤

    ABILITÀ ¤
    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma. Il loro contatto reca un dolore fisico lievemente maggiore di quanto siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti, ustionando leggermente chi ne viene toccato.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. La specializzazione di Fabbro delle Tenebre, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    Raia alzò gli occhi al cielo nel notare il rapido cambiamento di umore e attenzione di Audatia, prima di sorridere tranquilla e lasciarle un rapido bacio sulla guancia prima che si scostasse. Guardò attenta il portale aprirsi, incuriosita da come tutta la tecnologia G.E.A. fosse al tempo stesso estremamente intuitiva e incomprensibile ai comuni mortali. Si poggiava su quel lieve equilibrio del "perché no?" che la affascinava, nonostante gradisse tenersene il più lontano possibile. A Raia piacevano le cose concrete e divisibili.
    Quindi il fatto che a rispondere alla chiamata di Chernobog fosse una moltitudine di api e che Audatia stesse in quell'istante litigando in maniera evidente con una di esse, venne catalogata come tante altre cose nell'ordinato armadio mentale del facciamocene una ragione.

    « Ora risolvo, мой дорогой, un momento soltanto. »

    « Tutti i momenti che vuoi, jigar, ma non voglio crearti problemi. »

    Raia si avvicinò piano, incuriosita dallo scambio colorito che stava avvenendo a causa sua. Proprio quando stava per intervenire, dicendo ad Audatia che era ok se non poteva andare nel Bosco, la situazione sembrò calmarsi dopo un principio di sfuriata da parte della donna, che finalmente si voltò per incontrare l'altra.

    Il passaggio fu strano. Un ronzio perenne, attutito dalla sgradevole sensazione di passare attraverso la melassa: le tolse il respiro, nonostante durasse solo un attimo e Raia si ritrovò lievemente ansante, le mani poggiate sui polpacci nel tentativo di riprendere fiato. Si rimise in piedi, espirando di sorpresa e stupore per la sensazione nuova.

    « Che viaggio! Ma lo fai sem- »

    Le mani di Audatia furono su di lei mentre si rialzava, costringendola a focalizzare l'attenzione sulla sua figura invece che il resto. Le chiese di chiudere gli occhi e nonostante tutto, il disagio fu palpabile nello sguardo di Anzu, che di rado concedeva atti di fiducia così estremi. Era in un luogo a lei alieno e ogni senso le stava chiedendo di rimanere all'erta ed esplorarlo prima di lasciarsi andare al birichino entusiasmo di Chernobog nel portarla lì.
    In fondo era passato ancora poco dalla sua ultima, terribile esperienza.

    Guardò Audatia, che le stava sorridendo con calore quasi invadente. Era ovvio che fosse felice di averla portata lì per la prima volta. Non ci sarebbe stato niente da temere, si disse Raia, chiudendo gli occhi.

    « Promesso. »

    Le afferrò le mani, tenendo le palpebre serrate nel saggiare il terreno sconosciuto. Farlo con una gamba sola era strano: gli impulsi trasmessi da quella meccanica erano solo quasi a livello di quella reale e si trovò più volte a ritrarre inconsapevolmente la gamba destra nel sentirla affondare sul morbido, credendo di aver toccato acqua. Audatia la guidò con pazienza, avvertendola di scalini, facendole aggirare sassi sporgenti o radici in maniera attenta e puntuale, considerevolmente apprezzata.
    Camminarono per qualche minuto prima che Audatia finalmente le sussurrò di aprire gli occhi.

    Prima di farlo, Raia si concesse qualche istante per ascoltare. C'era un quieto silenzio, interrotto solo da una vibrazione misteriosa. Una sorta di respiro calmo, che la invitò a regolare il proprio a quel ritmo. Aprì gli occhi su un paesaggio che non avrebbe mai pensato di vedere. Batté le palpebre, sorridendo a metà tra lo stupito e il confuso di fronte a quelle architetture arboree completamente fuori dal comune, dentro quella luce soffusa. Piccole polle d'acqua punteggiavano quella che sembrava una radura racchiusa dentro formazioni rocciose. Funghi bioluminescenti fornivano la luce strana e particolare, dando all'intera radura il dubbio del crepuscolo.

    Rimase in silenzio per diversi secondi, cercando di dare ordine alle proprie emozioni. Audatia la cingeva da dietro e gongolava della sorpresa che era riuscita a scatenare.

    « È...bellissimo. Dove siamo? »

    Si voltò per guardarla, il viso soffuso di gioia e stupore genuini. Per un attimo aveva dimenticato tutto: i suoi dubbi, la gamba, le vicende recenti, ciò che doveva fare. L'impatto con quel luogo le aveva dato un'ondata di calma e chiarezza incredibili sul proprio stato d'animo.

    Le prese le mani, poi continuò a guardare il resto della radura, ancora stupita da ciò che stava vedendo e provando.

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | :riot:

    ///

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    Oh, siamo in una delle isole degli Arcipelaghi delle Terre Fisse.

    Le strinse le mani in una morsa si soddisfazione e un sorriso si dipinse sul volto della donna. Il ragazzino aveva ragione quando le aveva parlato di quel luogo, le bioluminescenze facevano il loro bell'effetto e il dolce suono della Vita in quella radura era incantevole.

    Vieni, ti faccio vedere un po' il posto e troviamo dove sederci.

    La guardò dall'alto in basso prima di riprendere. Non aveva dimenticato l'odore strano che emanava Raia e di sicuro non avrebbe messo da parte la discussione sul come era arrivata a quel livello, cosa le era successo che giustificasse quel cambiamento?

    Così potrai anche parlarmi di cosa ti è successo negli ultimi tempi. Non credere di farla franca glissando su alcunché che lo capisco quando mi menti.

    Sempre per mano la condusse poco più avanti, attraversando il ponte legnoso e beandosi della pace che emanava quel luogo. La calda luce azzurrina illuminava la pelle di entrambe e faceva ritornare, in un gioco di blu, bianchi e violetti, una infinità di riflessi dai pochi gioielli che indossavano le due. Si concesse un attimo per fissare il volto stupido dell'atlantidea e sorrise spontaneamente, le piaceva vedere l'effetto che Agartha avesse sulle persone e su ogni creatura venisse in contatto con essa. Era orgogliosa della sua casa, così come lo era di ogni suo Fratello e Sorella e di ogni Figlio di G.E.A. Non credeva che un giorno avrebbe potuto definire quel luogo come il suo nido ma lo era, il porto sicuro e ciò per cui era necessario lottare. Si fermò a pensare agli anni passati, alla sua vita prima di diventare un campione della Madre e quasi le sembrò - in termini umani - un lasso di tempo enorme ma che in fin dei conti poteva definirsi breve. Cosa erano una manciata di anni confrontandola con la sconfinata esperienza del Dio Nero? Quelle infinità di vite vissute e tutti quei ricordi che si riversavano costantemente nel suo flusso di coscienza e memoria... No, non era il momento per pensarci.

    Superarono il ponte per arrivare ad un'altra radura dove vi erano posizionate al centro una serie di piccole polle violette che si illuminava al ritmo del respiro del Bosco. Quando ci passarono accanto, Audatia allungò una mano sfiorandole e quelle, come riconoscendo una mano familiare, si schiusero innalzandosi lentamente in dei fiori carnosi e fluorescenti. Sorrise quasi materna verso i fiori e si avviò verso le sedute poste ai margini della radura, si avvicinò una creatura dalle forme umanoidi che salutò con un rapido inchino l'Araldo prima di sorridere nella direzione di Raia e indicargli un tavolo poco lontano.

    Sire, è tutto pronto come avevate chiesto.

    Ottimo Cornelius. Vieni мой дорогой, sediamoci.

    Si sedettero e con un sorriso stampato sul volto Audatia si rivolse alla donna seduta di fronte a lei. Cornelius tornò una sola volta portando su un vassoio due calici e una bottiglia che si illuminava ad ogni movimento del liquido all'interno. Lasciò tutto sul tavolo e con un mezzo inchino verso le due si allontanò lasciandole sole.

    Ti direi che ho prenotato mesi e mesi fa ma mentirei. Un minimo vantaggio dietro tutto quel lavorare ininterrottamente e poi mi piace trattare bene la mia donna.

    Stappò la bottiglia con un sonoro plop! e riempì i due calici di quel liquido violetto che sembrava avere al suo interno delle piccole pagliuzze dorate che continuavano a brillare. Alzò il bicchiere e bevve un sorso per poi poggiarlo nuovamente davanti a sè, lo sguardo fisso in quello dell'Atlantidea.

    Raccontami tutto. Cosa ti è successo?



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Audatia
    CASTA ¤ Eletti di Gea
    ENERGIA ¤ Blu
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ tops
    MENTALMENTE ¤ eheh
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ UNA ROOOOTONDA SUUUUL MAAAAAREEEE ~ p.s. Cornelius è lui :x):

    ABILITÀ ¤
    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma. Il loro contatto reca un dolore fisico lievemente maggiore di quanto siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti, ustionando leggermente chi ne viene toccato.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. La specializzazione di Fabbro delle Tenebre, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    « Oh, siamo in una delle isole degli Arcipelaghi delle Terre Fisse. »

    Raia si riscosse un attimo dallo stupore, prima di lasciarsi sfuggire un'espressione confusa, seguita da un sospiro divertito.

    « Farò finta che sia un riferimento geografico vagamente vicino a Bali, ok? Che, per la cronaca, non è migliorata con la fine del mondo, ma già lo sai. »

    Diede un rapido bacio sulla fronte di Audatia prima di seguirla con attenzione, cercando di cogliere tutto ciò che la circondava. Era un posto bellissimo, ma la sua ammirazione fu interrotta dalla frase che meno desiderava sentire in quel momento. Si irrigidì appena e la stretta sulla mano dell'Araldo si intensificò per un istante, senza che nessuna parola seguisse l'atto. Raia si limitò a rimanere in silenzio, espirando seccamente dalle narici nell'attraversare il ponte che le separava da una radura.
    La luce morbida, soffusa proveniente dalle polle di liquido violetto accarezzava i contorni di una vegetazione aliena, ma perfettamente...naturale. Audatia, Chernobog sembrava perfettamente inserita in quel luogo così strano, che sembrava riconoscerla e apprezzarla.

    Raia lasciò che lei si allontanasse verso una figura alta e dinoccolata, intenta a occuparsi delle piante della radura in attesa del ritorno del proprio Signore. Gli occhi placidi e l'espressione serena sul volto bovino, incorniciato da capelli rosa, contrastava con le forme secche e lunghe del resto del corpo, avvolto in vesti decorate da quelli che sembravano licheni. L'Esecutrice era rimasta in attesa, in posa inconsapevolmente militare, ma quando incrociò lo sguardo di Cornelius, si rilassò inconsapevolmente: la creatura emanava un'aura di serenità che pareva contagiare ogni cosa intorno a lui nella sua saggezza: era saggio anche il sorriso che le rivolse, carico di consapevolezza che andava ben oltre quel fugace incontro. La donna gli restituì un quieto sorriso e un cenno del capo nell'avvicinarsi ad Audatia e sedersi.

    Lo fece con naturalezza, liberandosi finalmente dell'armatura dal corpo. Si era premunita di indossare qualcosa di un po' più portabile al di fuori della solita divisa, ma lo stile di Raia fuori dal Palazzo di Corallo era inconfondibilmente sportivo: i jeans scuri erano di taglio comodo, nonostante fossero attillati sulle lunghe gambe, fasciando con attenzione la vita fino ad appena sopra l'ombelico. Una striscia di pelle scoperta divideva l'orlo della cintura dal top color porpora, su cui la giacca spiccava vivace e comoda. Gliel'aveva regalata una ragazzina del Pacifico Settentrionale in visita, pareva andassero ancora di moda e Raia ne aveva sempre desiderata una.

    Accavallò le gambe e si mise comoda sulla sedia, sorridendo tranquilla in direzione di Audatia. Era rilassata, nonostante sapesse cosa stava per arrivare, e accettò di buon grado il bicchiere di vino...o quello che doveva essere parecchio simile. Rigirò lo stelo del calice fra le dita, lasciando che la luce venisse catturata dalle minuscole pagliuzze dorate nel liquido. Aveva un odore gradevole, lievemente acido ma al tempo stesso floreale. Vedendo Audatia berlo senza problemi, represse una battuta nell'avvicinare il calice alle labbra e bere a sua volta un piccolo sorso che lasciò diffondersi nel palato: il sapore era inaspettatamente dolce, alcolico ma gradevole. Le ricordava l'idromele, ma anche il gelsomino e una spezia che non sapeva definire a un primo assaggio.

    « Tia... », esordì, realizzando immediatamente di aver perso il filo nel guardarla in quegli intensi occhi gialli. Si schiarì la gola, imbarazzata, prima di bere un altro sorso e posare il bicchiere.

    « Come ho accennato, non c'è molto da dire. Sicura di non volermi raccontare della cosa con il Tita-ok, ci ho provato. »

    Sospirò, accarezzando nervosamente lo stelo del calice con il pollice. Aveva riflettuto a lungo su come presentare la cosa, si trattava solo di dirla.

    « Un combattimento in arena. Io non ho fatto sul serio dall'inizio, il mio avversario sì. L'incontro era dimostrativo e direi che ha raggiunto il suo scopo: ha dimostrato che nonostante la mia posizione...beh, ho ancora parecchio da imparare. »

    Si chinò scoprendo la protesi fino al ginocchio, sollevando la gamba senza troppe cerimonie. La luce della radura si rifletté meravigliosamente sull'oricalco decorato che costituiva la gamba destra di Raia da ormai un paio di mesi, mentre l'espressione della donna era tutto sommato rassegnata.

    « Dovevo scegliere fra rimettermi in piedi subito con questa, o molto più avanti, con una gamba vera. Con tutto ciò che è successo, è stata una scelta rapida. E non me ne pento. Oliver e i Fabricator si sono assicurati di darmi solo il meglio e ormai mi sono quasi del tutto abituata.

    Non sono sicuramente le tecnologie classiche, ecco.
    »


    Prese un altro ampio sorso, fronteggiando la reazione di Audatia con una calma proverbiale.

    « Sono stata un po' di merda, questo sì, ma anche quello è passato. »

    Sorrise.

    « Questo è tutto, direi. »

    Disinvolta e disinibita come solo Raia sapeva essere, anche in una situazione del genere.


    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Non indossata

    RIASSUNTO AZIONI | :fiore:

    ///

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    Lo vedo che non hai fatto seriamente.

    Lo disse in tono piatto dopo che Raia ebbe finito di parlare e quando scoprì la protesi si sporse ad osservarla da vicino. Allungò una mano a sfiorare appena l'arto di orialco che, come le aveva detto era opera di Oliver, le rimandò indietro una sensazione strana. Il fatto che tendesse, come suo solito, a sminuire la questione le fece capire qualcosa che prima semplicemente non le andava di affrontare.

    È davvero ben fatta come protesi, Oliver ne ha fatta di strada dall'ultima volta che ci ho avuto a che fare. È stato piacevole sapere che è diventato re, spero abbia smesso di ubriacarsi nelle bettole in rovina però quello non sarebbe consono per un primarca.

    Alzò lo sguardo su di lei e ritirò la mano prima di continuare.

    Stare di merda è il minimo, quando combatti anche per una dimostrazione devi mostrare assolutamente la tua letalità. Nessuno ti da niente per niente e sopratutto nessuno è gentile solo perché lo sei tu.

    Ritornò composta sulla sedia e si portò nuovamente alle labbra il calice, nella radura si era diffuso lentamente un silenzio interrotto raramente dai suoni di fondo del Bosco. Veicoli in lontananza, acque che scorrevano e i versi propri delle creature che lo popolavano portarono alla mente di Chernobog qualcosa di familiare e piacevole.

    È stato incosciente da parte tua sottovalutare l'avversario.

    Lo pensava davvero. Da una parte era contenta che l'atlantidea avesse raggiunto una consapevolezza cosmica maggiore dall'ultima volta in cui si erano viste ma da un'altra si rendeva conto di quanto queste piccolezze - per quanto fosse una donna forte e preparata - la lasciavano a storcere il naso.

    Non vederlo come un rimprovero ma più che altro come un invito a fare di meglio. Sempre che la prossima volta non ti faccia amputare un braccio eh.

    Non si curò di poter ferire i sentimenti della donna, lo disse d'impulso e pensandolo sul serio. Bevve ancora e accavallo le gambe, una fitta di dolore la colpì al petto tagliandole il fiato e poggiò una mano ad artigliare il tavolo. Si riprese in fretta nascondendo il dolore con un sorriso ampio.

    Come vedi, anche io non sto messa bene.

    Rizzò le spalle e la guardò per bene, cercando di imprimere ogni dettaglio del volto di Anzu nella mente. Schioccò la lingua e prese fiato, voleva parlarle più seriamente ma non adesso. Non avrebbe avuto senso guastarsi la cena e una serata piacevole, non era mai stata brava a consolare alcunché e le emozioni (che non fossero le sue) le venivano male da gestire.

    Mi sono trovata a difendere il mio fottutissimo Tempio da un'invasione senza motivo. E tutto per questo titano che - tra parentesi - non riesco a capire nè a ricordare quale di quei dodici incestuosi sia perché ha ben pensato di non usarmi nemmeno la cortesia di presentarsi.

    Finì il liquido nel bicchiere e nel modo di poggiarlo sul tavolo per poco non lo incrinò completamente, limitandosi a crepare solo parte dello stelo. Il fastidio che provava nei confronti dei dodici era palpabile ma se lo portava dietro dalla più recente visita dove - ingenuamente - avevano pensato che i più vicini a G.E.A avrebbero potuto capire il loro punto di vista... Era finita in uno stallo, PAN si ostinava a doverli proteggere ma per quello che riguardava Chernobog meno li vedeva, meglio stava.

    Come puoi ben capire, questi "fratelli" non mi stanno simpatici... Con quelle ridicole pretese di regalità. Tsè. Ma mi rendo conto che da voi ad Atlantide sono una specie di celebrità.

    Respirò profondamente cercando di calmarsi, consapevole che la sua aura cosmica aveva cominciato ad espandersi nel fiato freddo della Morte tutto attorno, stringendo in una morsa di collosa oscurità parte della radura. Contò mentalmente fino a dieci e ritirò la sua emanazione al minimo indispensabile, la pelle smise di emanare dei bagliori verdastri e gli occhi - dalla sclera ormai nera - tornarono al verde quieto che appartenevano ad Audatia.

    Ma non voglio annoiarti con queste inutili manfrine. Mangiamo?

    Non aspettò nemmeno una replica di Raia, alzò il braccio e chiamò Cornelius che cominciò a servire la cena. Le avrebbe parlato in seguito, magari dopo averla messa sul tavolo.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Blu
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ un po' stronza, un po' supponente, un po' grrr però miaomiao Raia

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


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    « Wow. »

    Raia alzò entrambe le sopracciglia, in un'espressione di assoluta sorpresa. La reazione di Audatia al suo racconto era stata non inaspettata, ma...brutale era sicuramente uno degli aggettivi per definirla. Ascoltò appena la breve menzione di lei a un attacco da parte di un non meglio specificato Titano, dato che stava ancora finendo di processare la propria reazione al sentirsi dire 'beh, è colpa tua'.

    Sapeva che era completamente colpa sua e lo aveva già accettato. Era una persona adulta, in un mondo crudele e viveva la propria quotidianità in quella che era, in sostanza, una dittatura militare illuminata. Aveva rischiato la vita innumerevoli volte in battaglia, ma aveva passato le ultime settimane bloccata nel letto a pensare esclusivamente all'ultima a cui aveva preso parte. A ripetere ogni fotogramma del duello contro Galdor Manelvagor, a correggere ciò che aveva fatto con ciò che avrebbe potuto fare per evitare quel dolore accecante e pulsante alla gamba che non occupava più lo spazio sul letto.
    Aveva perso un arto.

    L'aveva presa con filosofia. Era stata accudita e amata dalle persone a cui voleva più bene e, nonostante Johanna fosse nota per essere una persona diretta, nemmeno lei si era azzardata a farle la morale. La Primarca le aveva chiesto se voleva ritirarsi, aspettandosi e ricevendo urla e (moderati) insulti. Oliver passava a trovarla ogni volta che poteva, così come Sandra e anche Diana.
    Aveva ricevuto un paio di chiamate anche da Claudia, che aveva lasciato a ciarlare a ruota mentre finiva alcune presentazioni di bilancio su Canva.

    Chernobog era un Araldo. Johanna le aveva spiegato che non erano più considerabili umani, che dentro di loro c'era qualcosa di molto più ancestrale e distante. E Raia lo capiva. La risposta che aveva ricevuto era normale, soprattutto...considerando chi era Chernobog.

    Allora perché si sentiva così?

    Guardò l'antipasto che Cornelius le aveva appena impiattato. Era un antipasto a base di funghi violacei, che galleggiavano in una zuppa cremosa e verde scuro, dall'odore invitante tanto quanto l'aspetto era agghiacciante (nonostante i fiori decorativi). I crostini di pane nero erano disposti ordinatamente intorno alla ciotola, così come la bruschetta con i pomodorini gialli e origano. Raia ringraziò con un cenno del capo il loro ospite, guardando Audatia attaccare con vaga irritazione il cibo.

    Raia prese coltello e forchetta per tagliare il pane in pezzi più piccoli, ma si fermò.

    [...] Diciamo che stiamo insieme da diversi mesi ormai e non stiamo andando da nessuna parte.

    Inspirò.

    « Lo so, Tia. È stata colpa mia. Stare ventidue giorni bloccata a letto a fissare il soffitto ti lascia molto spazio per pensare a cos'hai sbagliato, soprattutto con il dolore fantasma di mezzo. »

    La fissò negli occhi, lasciando che la lieve sfumatura di irritazione lasciasse le sue labbra.

    « Non ho ricevuto fiori, nel mentre. Hai smesso di vedere altre persone? »

    Il primo boccone si fece strada fra i denti, al suo posto.

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Non indossata

    RIASSUNTO AZIONI | Ay ay...

    ///

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    Cornelius portò gli antipasti e la zuppa fu deliziosa. Mentre Audatia aveva già cominciato a mangiare, percepì una vaga irritazione nei suoi confronti ma non si seppe spiegare il perché. In fin dei conti aveva semplicemente detto la verità, perché se la prendeva così tanto? Era stata colpa sua, aveva sbagliato e lei gliel'aveva detto. Cosa poteva mai essere a rendere l'altra donna così indisponente? Non prestò nemmeno attenzione alla sequela di lamentele che aveva tirato fuori, come se nessuno a quel tavolo avesse sperimentato di peggio che una semplice amputazione.

    C'è di peggio, Raia.

    Avresti potuto scioglierti letteralmente, sentendo la pelle staccarsi umidiccia e purulenta nella decomposizione della morte.

    Avresti potuto essere privata della maggior parte del tuo sangue, lasciandoti come un guscio vuoto ed esanime.


    Un sorrisino le si stampò sul volto e cercò di camuffarlo spezzando il pane e bagnandolo nei residui della zuppa di funghi. Fece un cenno col capo e i piatti vennero sostituiti in un attimo dai primi - un risotto alle barbabietole rosso scarlatto, decorato da una cascata di quelle che sembravano mandorle violette. Si prese il suo tempo mentre afferrava il cucchiaio e alzava lo sguardo divertito in quello di Raia.

    Oppure saresti semplicemente morta e, in quel caso, saresti potuta venirmi a trovare un po' più spesso.

    Si lasciò scappare una risata soffocata mentre mangiava il primo boccone, risata che si trasformò in un mugolio di apprezzamento per il cibo. Quel posto sapeva davvero il fatto suo!

    Quando nominò i fiori per poco non rise di gusto dato che la gelosia dell'Atlantidea la divertiva sempre tanto. Come se fosse, poi possibile, essere davvero "gelosi" di un Araldo. Esseri come quello che era Chernobog, non aveva tempo da perdere in simili stronzate come il curarsi dei sentimenti altrui. Aveva avuto grandi difficoltà ad accettare la relazione amorosa tra P.A.N e Johanna - già di per sè surreale per un essere che incarna l'esatta furia animale della Madre - figurarsi sposare la dottrina della monogamia per accompagnarsi ad un'umana qualsiasi.

    Ah Raia sei così divertente! Comunque non "vedo persone", questo implicherebbe che mi importasse davvero qualcosa di loro...

    Mimò le virgolette e si lasciò andare ad una risatina mentre continuava a mangiare.

    Il legame tra me e la mia Corte è solido e viene rinsaldato costantemente. Questo non merita nemmeno un petalo, è normale amministrazione.

    Routine.


    Se avesse davvero dovuto mandare dei fiori per ogni volta che un membro della sua corte si sottometteva a lei, tutto ciò avrebbe portato all'estinzione di buona parte dei Roseti del Tempio del Nord. Oisin ed Uno erano i suoi secondi, occupandosi rispettivamente del mantenere il fisico e la mente dell'Araldo allenati, avrebbero riso di gusto anche loro a una simile affermazione. I due come altri membri del Nero erano ben consapevoli di quello che era il senso della Corte. Chernobog avrebbe trucidato chiunque avesse osato sfiorare i suoi membri ma, allo stesso tempo, non si sarebbe fatto nessuna remora nell'eliminare chiunque non rispettasse le sue regole. Non era così terribile vivere sotto il Dio Nero, le camere erano accoglienti e l'unione, la compagnia, così come il contatto fisico l'uno con l'altro, era un punto cardine di quella masnada di spiriti e creature dispensatrici di morte.

    Vuoi ancora del vino?

    Aveva afferrato la bottiglia e si era riempita nuovamente il calice, rimase così sospesa a metà muovendo la bottiglia in direzione del suo calice per pochi secondi prima di prendere l'iniziativa e versare il tutto.

    Per lei era un discorso come un altro, una parte infinitesimalmente piccola le diceva di dosare le parole cercando di capire ed empatizzare con l'altra persona ma il resto si chiedeva "a che pro?". In fin dei conti era una relazione destinata a naufragare anche senza il risveglio fisico di Chernobog in questa realtà. Non le era importato della donna mai più dello stretto necessario per mantenere le facciate. E - per certi versi - trovava quasi soddisfacente farle sapere che non era l'unica per lei, sapeva di non attirarsi le simpatie di quelli che stavano vicino a Raia ma, in fin dei conti, non le importava granché.


    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Blu
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ edit del 07/09/20 - mi sono accorta di errori di battitura e mi stavano facendo piangere.

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    Edited by D o r c a s - 7/9/2020, 11:43
     
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    Ah Raia sei così divertente!

    La reazione di Raia fu quella di fissare la compagna, mentre lei manteneva la forchetta con la destra a pochi millimetri dal risotto che le era stato appena portato senza che lei se ne accorgesse, intenta com'era a cercare di capire se c'era uno scherzo che non stava cogliendo. Probabilmente sì, considerato chi aveva davanti, ma a parte un'alzata di sopracciglia...non le venne alcuna ilarità.
    La guardò con attenzione, inclinando appena il capo quando le venne versato il vino prima che avesse il tempo di rifiutare verbalmente. Aveva un'ottima tolleranza all'alcool, ma ora più che mai desiderava rimanere lucida per aiutare se stessa a capire.

    « Non...mi servivano i dettagli. »

    Disse finalmente, posando la forchetta al lato del piatto. Il tono lasciava trasparire un leggero, ma presente disagio.

    Raia non aveva mai cercato relazioni durature. Aveva sempre pensato alla propria soddisfazione personale come qualcosa di slegato alla propria vita amorosa. La realizzazione completa di essere attratta dalle donne era arrivata durante il primo anno di università, quando la libertà di vivere come voleva a Oxford, purché la media risultasse impeccabile e la borsa di studio mantenuta, l'aveva portata a scoperte cruciali su di sé. Tuttavia, da molto prima aveva internalizzato la consapevolezza di non essere minimamente attratta né dall'idea di matrimonio convenzionale, né dai bambini o da qualunque cosa fosse prevista nella vita di una brava ragazza musulmana, nonostante dell'idea di "brava ragazza musulmana" lei avesse poco o nulla. Portare l'hijab o rinunciare a una birra con gli amici maschi erano cose così distanti da lei che, inevitabilmente, poco prima dell'università si era ritrovata da sola. Le amicizie del liceo erano scomparse una dopo l'altra, man mano che i tentativi delle vecchie compagne di scuola (e le loro famiglie) di farle capire quanto era inappropriata la sua compagnia non ottenevano i risultati sperati.

    Suo padre era stato esemplare, al fianco della figlia in ogni momento che gli era stato possibile sentenziando, fra un boccone di take-away thai e l'altro, che certe mentalità erano troglodite e che Raia sarebbe stata molto meglio senza quelle false amicizie. Lei era stata accettata a Oxford, in fondo: si sarebbe fatta nuovi amici, di circoli buoni che l'avrebbero aiutata in futuro, non trascinata indietro nell'età della pietra. Sarebbe stata un esempio per tutti ed era alla carriera che doveva pensare ora, non ai centrotavola o alle discussioni con la suocera.
    Hamid Droshar era un ingegnere civile, con un dottorato e seminari alle spalle. Aveva perso la fede da molti anni ormai, ed era una persona moderna, spigliata e conciliante verso la vita della figlia, nonostante non avesse mai fatto mancare momenti di severità necessaria. Aveva cresciuto Raia da solo, con l'aiuto occasionale di una domestica che sbrigasse i lavori di casa accumulati mentre la figlia era a fare sport. Ma era anche omofobo. E Raia, mentre passava da un flirt all'altro, si era accuratamente premunita di non portare mai alcuna relazione ad un livello che non fosse liquidabile con "è un'amica" in caso di qualsiasi dubbio. O "è la nuova fiamma di Arthur", se era particolarmente carina.

    Si era mai domandata se non avesse bisogno di qualcosa di più? Forse. Era disposta a rischiare di sacrificare il rapporto con suo padre per una probabilità? Si era sempre risposta di no. Soprattutto dopo quello che le era successo, una relazione a lungo termine senza la certezza assoluta - se mai fosse esistita - che quella era la persona giusta, era l'ultima delle sue priorità.
    Era contenta della sua vita prima del 2012.
    Ed era contenta della sua vita in quel momento, nonostante tutto.

    E Audatia...tutto questo lo sapeva. Ne avevano parlato. Raia le aveva chiarito immediatamente che preferiva considerare la loro relazione qualcosa di tranquillo e senza impegno, ed era stata immensamente sollevata nel sapere che anche per lei era lo stesso. Raia aveva la possibilità di stare bene con una persona che la accettava e questo per lei era un barlume di normalità.

    Almeno finché non aveva incontrato Chernobog.

    « Mi fa piacere che il legame con la tua Corte sia sotto controllo. »

    Cominciò in tono piatto, dopo un lungo silenzio in cui aveva piluccato appena sia il risotto che il vino dal calice.

    « Ma...dal tuo discorso...sembra che tu abbia dato molta importanza alla tua routine. »

    Strinse appena il pugno sul tavolo, guardandola negli occhi con un misto di imbarazzo e tensione. Non era abituata ad aprirsi così, ma qualcosa, forse un istinto, forse un indizio nel modo di porsi dell'Araldo di fronte a lei, le stava dicendo che era il momento giusto.

    « Quello che vorrei sapere è...se anche io sono parte di essa o no. Non fraintendermi, siamo state molto chiare sin dall'inizio, ma...in questo periodo ci ho riflettuto un po' e mi sono accorta che non so dove stiamo andando. Sai quanto io abbia bisogno di controllo nella mia vita e fino ad ora non ho mai cercato di indagare la cosa o di forzare alcunché, ma penso che questa sia l'occasione giusta per almeno...parlarne?

    L'unica occasione, a dire il vero. Abbiamo rischiato molto entrambe, di recente.
    »



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    E di cosa dovremmo parlare?

    Finí il vino dal calice e si limitò a guardarla. Percepiva vagamente i moti d'animo dell'atlantidea e sapeva per certo che non ci riusciva perché le sentiva ma perché la conosceva. Il profumo e le sensazioni dei sentimenti umani li ricordava alla perfezione dalla sua precedente incarnazione, non avrebbe mai potuto dimenticare i Lukoi e le loro voci ne tanto meno ignorare il grande potere che le era stato precedentemente donato.

    Non siamo niente, Raia.

    Si Versò nuovamente del vino e ne bevve un sorso prima di continuare.

    E non lo dico perché lo abbiamo deciso all'inizio della nostra simpatica vicinanza ma proprio perché non abbiamo niente in comune.

    Stese le mani sul tavolo e le allungò cercando di prendere una delle sue.

    Raia, мой дорогой, pensi davvero che Chernobog possa mai legarsi a una umana? È tenero da parte tua pensarlo ma è irrealizzabile.

    Carezzò leggermente il dorso della mano della donna e sorrise.

    È un dato di fatto. Sei umana, fatta di carne e sangue, come me dopotutto ma non sei abbastanza. La Fine non potrà mai essere legata a qualcuno in particolare... Lo capisci vero?

    Si ritirò al suo posto e riprese a sorseggiare dal calice.

    Ho i ricordi gloriosi di ogni incarnazione del Nero, li sento sussurrarmi nella testa e sono ogni giorno più vicina alla piena consapevolezza di ciò che ero. Perché io sono Chernobog e lui è Me. Rivivo il sangue e la morte di ogni epoca passata e vissuta e in ognuna di esse - per quanto ancora sfocati - nessuno ha mai avuto la pretesa e l'ardire di legare un Araldo a dei semplici sentimenti umani.

    Cornelius arrivò nel mezzo del discorso del Nero, portando via i piatti si limitò a guardare di sfuggita Anzu. Uno sguardo molto umano per certi versi ma non le importò più di tanto. Non era tenuta a preoccuparsene, né ora e né mai. La salute emotiva di Raia era così insignificante per Chernobog che risultava quasi difficile concentrarsi per cercare di capire, anche vagamente, il senso di disagio e delusione che emanava.

    Non siamo niente.




    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
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    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
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    RIASSUNTO AZIONI ¤ OPS 👁️👄👁️

    Ps. Perdona la brevità ma sennò non mi sblocco mai

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


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    Noi non siamo niente.


    Raia si fermò. Per l'attimo che separò il battito di palpebre da quello successivo, si chiese se magari era tutto uno scherzo. Se si sarebbe messa a ridere, offrendole da bere.

    Forse fu il tono di voce. La disinvoltura, la grandiosa assenza di fotteri che permeò ogni sillaba del modo estremamente casuale con cui Chernobog le spezzò il cuore. O forse fu proprio l'accorgersi di quel singolo crick, di quell'attimo in cui Raia processò effettivamente che le aveva fatto male. Che tutto ciò che aveva ignorato e represso fino a quel momento aveva un peso e che i pezzi di esso le stavano penetrando il petto, rendendole difficile respirare per qualche istante.

    Perché stava facendo male?

    Si riscosse, accorgendosi del ronzio alle orecchie. La stava ancora fissando e lei non aveva cambiato espressione. Sembrava vagamente annoiata, addirittura. Quanto tempo era passato? Probabilmente solo qualche istante, ma era troppo. Troppo tempo in cui realizzò di essersi mostrata debole, vulnerabile. In cui il controllo le era finalmente sfuggito di mano. Ritrasse rapidamente la mano dal tavolo, quasi urtando il calice nella fretta di portarsela al viso. Di nascondere l'espressione dietro una più pacata, sapendo di non riuscirci. Sapendo che lo sforzo sarebbe stato inutile e che forse l'avrebbe resa ridicola.

    Si schiarì la gola. Distolse lo sguardo, chiuse un attimo gli occhi per riprendere focus. Vide nottate passate sotto le stelle, piccoli baci furtivi su una cicatrice qui, il segno dei denti lì.

    Perché faceva così male?

    Poi li riaprì e stavolta erano su Chernobog. Serrò le labbra, scoprendo per un istante i denti in un impeto di rabbia e indignazione che le gonfiò qualcosa dentro la gola, impedendole di parlare.

    « E allora cosa ci sto facendo qui? »

    Represse l'istinto di alzarsi, di sbattere i pugni sul tavolo e ribaltare tutto sulla sua faccia. Sarebbe stato un peccato e una mancanza di rispetto, si ripeté almeno tre volte. Lei era migliore di così. Ma quella conversazione aveva perso ogni traccia di affetto, ora: Raia dentro di sé sentiva solo la fredda rabbia e necessità di difendersi. Di uscirne con dignità.

    « Cosa ti aspetti accada ora, Chernobog? Che finita la cena, dopo essermi sentita dire qualcosa del genere, mi getti comunque fra le tue braccia? »

    Si morse il labbro inferiore, trattenendo ancora una volta l'istinto di urlare. Di fare.

    « Non accadrà. Ma tu lo sai, no? »

    Non alzarti. Rimase immobile, ma le spalle le tremavano. Era una persona, per l'amor del cielo, non un bruto che risolveva le cose a schiaffi. Avrebbe voluto, lo desiderò immensamente con ogni fibra del suo essere. Desiderò essere priva di conseguenze per se stessa se le avesse in quel momento urlato in faccia senza remora alcuna.

    « E non te ne frega nulla. O forse lo sapevi? Onestamente non so quale delle due alternative sia peggio. Hai ragione », espirò seccamente, stavolta quasi ridendo, trattenendosi dal ridere, « sono stata una stupida. Ho sperato di comprenderti, che questo mi andasse bene nonostante tutto. Ma pare che ti debba ringraziare, invece. »

    Raia si alzò. Si passò una mano sul viso, stringendo la radice del naso mentre prendeva un respiro profondo. Le uscì quasi in un ringhio e lo sforzo causò piccole scintille attorno alla sua bocca. Fu sufficiente per calmarsi, almeno un po'. La guardò dall'alto in basso,

    « Stasera volevo capire. Volevo prendere una decisione e, incredibilmente direi, mi hai reso le cose molto facili. »

    Le lanciò un sorriso che era quasi un ghigno, distorto dall'amarezza in quello che voleva essere semplicemente sarcasmo.

    « Che c'è, pensavi che avrei lottato? 'No, ti prego, ti dimostrerò che sono forte abbastanza, noi siamo importanti?' Le lascio ai film queste cose. »

    Allungò la mano per prendere il calice di vino, prendendone un ultimo sorso. Posò con attenzione il calice vuoto sulla tovaglia, poi inspirò un'ultima volta e la guardò. Stavolta era seria.

    « Sarò anche solo umana, ma sono anche una persona adulta. Con una vita che sarà probabilmente breve rispetto alla tua, quindi non vedo perché farmi perdere altro tempo prezioso. »

    Incrociò le braccia sul petto.

    « Grazie per la cena. Ma ora voglio tornare a casa. »


    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
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    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | Ottimo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Non indossata

    RIASSUNTO AZIONI | Oof x2

    ///

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    Mi chiedo perché tu la stia prendendo così male.

    La frase le venne spontanea, naturale, mentre la guardava cercare di trattenersi dall'urlare o lanciare fulmini e saette in giro. Troppo educata anche solo per lasciarsi trasportare dall'istinto che - palesemente - lottava per emergere. Sospirò fissandola attentamente mentre continuava a chiederne i motivi. Credeva di averglieli già esposti ma forse si era distratta, forse non riusciva ad arrivare davvero a comprendere il tutto e questo le dispiaceva un po'. Raia è sempre stata intelligente e acuta, ha ottenuto molto grazie alle sue qualità ad Atlantide ma guardandola adesso... Sembrava si fosse sbagliata.

    Bhe se vuoi scopare chi sono io per dirti di no ma mi pare di capire che non sei interessata date... Le tue condizioni psicologiche attuali.

    Fece un gesto rapido con la mano nella direzione dell'atlantidea, agitandola per qualche momento per poi rilassarsi sullo schienale e incrociare le braccia sotto il seno fissandola.

    Non è colpa tua se non riesci a comprendere la grandezza dell'incarnazione di un Araldo. La prima volta dopo il mio risveglio ti ho detto di non avere paura e non l'hai avuta. È stato coraggioso da parte tua ma come ti ho detto è un limite umano e tu, come ti ho detto, lo sei.

    Sollevò lo sguardo mentre si alzava, seguendola con gli occhi nei movimenti nervosi che cercava di mascherare imponendosi una calma che - si percepiva nell'aria elettrificata - non aveva. Sorrise spontaneamente mentre riprendeva il calice in mano.

    Sinceramente speravo la prendessi un po' meglio di come stai facendo. Ma ero certa che non ti saresti messa a piangere o urlare, la Prima Dama non si sarebbe mai scomposta. E questa è una cosa che ammiro di te, davvero.

    Anche perché avrebbe mandato semplicemente un biglietto o si sarebbe fatta sostituire da Oisin (che non vedeva l'ora di mandare via chiunque si avvicinasse alla donna) o semplicemente, non le avrebbe più risposto. Era indecisa se comunicarglielo o meno ma alla fine optò per lasciar perdere e continuare ad ascoltare gli sproloqui della donna.

    Obiettivamente Raia, мой дорогой, cosa ti aspettavi? Una vita insieme? Riflettici, anche se non mi fossi risvegliata come Chernobog, avremmo potuto davvero "stare insieme"?

    Rise sarcastica, scuotendo la testa. Non sarebbe potuto mai accadere una cosa del genere, una Eletta della Madre - un Araldo ad oggi - non avrebbe mai potuto mischiare lungamente il suo sangue e il suo tempo con qualcuno che, di fatto, non sarebbe mai stato adatto. Era una cosa che pensava da sempre, dal momento stesso in cui G.E.A l'aveva benedetta con i Lukoi, figurarsi diventare Chernobog.

    Ti aspettavi una convivenza? Un po' ad Atlantide e un po' ad Agartha? Alla Torre Nera magari? Un altro matrimonio?

    Si sporse un po' col busto mentre portava le mani sotto il mento. Il suo dominio delle illusioni e dello spirito rendeva l'Araldo versato nell'indagine dell'animo altrui. Aveva qualche racconto dalla sua dell'Atlantidea e le sue emozioni erano così palesi che non poté resistere dal cavalcarle e scandagliare la sua mente e i suoi ricordi. Rivide la sofferenza di Raia, il matrimonio abusivo e le violenze, rivide e percepì come pelliccia dentro la testa l'ira che aveva dilaniato Raia e che l'aveva portata a scoprire il cosmo. Aveva carbonizzato un intero villaggio, non che non se lo fossero meritati ma l'apocalisse era già in atto quindi non avrebbe avuto mai senso.

    Sai benissimo che non fanno per te quelli. Hai la stessa rabbia di allora ed è facile da sentire. Un retrogusto appuntito dietro la lingua...

    Alzò lo sguardo verso di lei, prima di inviarle indietro una sensazione di oscuro gelo, scavare nei ricordi degli altri non faceva male ma solo se lo decideva Chernobog. Il respiro cosmico avvolse le due, la natura attorno alla radura sembrò ritrarsi e piombare nel buio ma non avrebbe distrutto Agartha, voleva farle sentire le stesse cose che aveva visto. Uno scatto e tutto ebbe fine.

    Suvvia, lo sai anche tu, non siamo mica Johanna e PAN... E anche lì, non è che mi sembri propriamente utile che un Araldo si mischi ad un'umana ma ognuno ha i suoi giochi con cui passare il tempo.

    Si alzò in piedi mentre lo spirito etereo di Zorya Polunochnaya compariva a un suo richiamo mentale. Si avvicinò a Raia senza parlare, lo sguardo gelido e superiore con cui guardò la donna durò pochi istanti prima che uno squarcio dimensionale apparve alle sue spalle.

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    Le si affiancò mentre con singolo pensiero intimava allo spirito di scortarla attraverso la dimensione. Voleva tornare a casa e l'avrebbe fatta tornare, era stata molte volte al settore Atlantico e ormai sapeva con certezza come fare per evitare di ritrovarsi battaglioni atlantidei alle calcagna. Non che non avesse il modo di evitarli, a dire il vero, ma tant'è che preferiva non far ritrovare Anzu in un mare di frattaglie umane.

    Era palese che non sarebbe durata. L'avevo detto anche all'inizio - ed ero comunque semi-umana - un paio di rendez-vous senza impegno che hanno avuto il loro corso.

    Si avvicinò all'Atlantidea sorridendole di circostanza, fece un semi cerchio con la mano destra indicandole il portale e la mano fredda di Zorya Polunochnaya si poggiò sulla spalla di Raia.

    Dunque, questo è un arrivederci perché sono sicura che avremo modo di rivederci. Quando sei pronta salta dentro al portale e per ogni cosa... Sai dove trovarmi ~



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Blu
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ oh, sperimento un po' le esp :kuku:

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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