sunbelt kerio

adaeze • oliver

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    Solo un senso di appagamento fine a se stesso.
    Il sapore della vittoria sa essere sì vuoto e leggero quando l’euforia della battaglia sfuma fra il passare dei giorni e delle settimane, e il cuore torna a palpitare quasi meccanicamente, pacato, ubbidiente, ormai libero da quell’estasiante fardello di adrenalina che tanto a lungo e tanto lontano l’aveva spinto a battere.
    È allora - solo allora - che si finisce col guardarsi indietro, col gettare una fugace occhiata a quanti dei propri più cari fratelli sono franati sulla tua scia, chi valorosamente, chi meno, chi ancora senza che nessuno ne rammentasse anche il semplice nome. Lo sguardo sfugge nostalgico oltre le spalle, di poco, quanto basta a sbirciare incuriosito, ma ciò che si vede non può piacere, non ai sani di menti: disfacimento, tristezza, sangue, ruderi di un trascorso falciato dal tempo ma scandito dall'odio e dalla discordia;
    perché ovunque lei fosse andata, ovunque avesse deciso un giorno di rifugiarsi, la minaccia della Discordia e di Umbaba Samahongo l'avrebbe perseguitata come un tarlo, sempre, come una sanguisuga avvinghiata alla carne che succhia ancora, e ancora, e ancora, fino a spolparla d'ogni sudicio alito di vita, vuotandola completamente, consumandola dall’interno.
    E Adaeze, a combattere la Discordia, aveva appena cominciato.

    Seduta su di uno di oricalco e avorio, la Regina era inquieta, i gomiti appoggiati ai braccioli e le mani che massaggiavano vigorosamente le tempie. Per un attimo aveva sperato che quell’acuto mal di testa le strappasse via quanto di più caro le restasse, le strappasse i ricordi. Erano quelli a ferirla più d’ogni altra: la piaga lasciata dai ricordi non si rimarginava mai, ma affondava ancora e ancora nelle viscere, logorandole. Aveva vinto, si disse, ma fino a quando? Sarebbe stata pronta al ritorno di quella creatura? Sarebbe stata in grado di porre fine a quella minaccia una volta per tutte?
    Non al suo attuale livello. Doveva diventare più forte, consolidare il proprio potere, accedere ai segreti dei propri predecessori e - se possibile - degli altri Primarchi.

    Abbassò gli occhi, sulle cui sclere le palpebre si allungavano come una pesante coltre di bruma ottenebrando la vista e corrompendo la mente. Si toccò le vesti, il corpetto che il sarto le aveva generosamente donato per lasciare che le balze degli abiti di colori sgargianti - sopra di esso - cadessero sulle sue linee, intarsiato di emblemi, quei medesimi simboli che campeggiavano un po' ovunque nel Settore, simboli antichi, arcaici.

    Sul grembo, infine, l'uovo di un coccodrillo.
    Lo accarezzò con garbo, sfiorandolo con la punta dei polpastrelli, quasi come se non volesse disturbarne il sonno, ma senza effettivo interesse. Poi fu la volta del seggio, un intreccio magistralmente impastato di oricalco e liscio e bianco avorio, vessillo inconfondibile del suo Settore, Atlantideo sì - ma custode anche di terre la cui natura selvaggia non aveva eguali negli altri Settimi di mondo.
    Tuttavia, a dispetto del solito, quella volta non provò alcun piacere nell’osservare gli intarsi di quello scranno; era come se un’angoscia indelebile le premesse sull’animo, appiccicaticcia e viscida, senza mai staccarsi.

    « Mia signora » esordì una delle sue ancelle, infrangendo quella silenziosa riflessione.
    Adaeze la ignorò; sollevò la fronte e si perse distrattamente nella veduta offerta da una delle tre immense ogive scavate nella parete est: il suo Oceano era vivo, ormai sollevato dal ritorno di un sovrano, ma ignaro del pericolo che ogni giorno - quella gente - rischiava di dover correre nella propria lotta contro la Discordia. Un fardello di cui tutti i Primarchi delle Sirene avevano dovuto farsi carico, nei secoli. Trovò un nonosoché di beffardo nel sole che sorgeva, una massa infuocata e implacabile che alzandosi sporcava di pallida luce il nero basalto della piazza antistante alle segrete, del tutto simili alla grotta a cui aveva messo fine alla ribellione della Discordia.

    « M-mia Signora » ripeté l'altra donna.
    Sarà stata sulla trentina, eppure tremava come una foglia scossa dal vento d’estate.
    « Il suo ospite… è arrivato… la sua nave ha appena attraccato. »

    « Bene » disse, congedando le ancelle con un cenno del capo.
    « Arrivo ad accoglierlo. »


    SUNBELT KERIO
    I — SOUTH FRONT FIREWALL


    Il Settore era rimasto dormiente troppo a lungo. Era in qualche modo sopravvissuto all'Armageddon, si era approvvigionato ed era stato difeso all'occorrenza anche dalle forze ausiliarie degli altri Settori, ma un reggente non era un Primarca, ed un Settore senza Sovrano non poteva rinascere davvero. Un Primarca era come l'ossigeno per una fiamma, il comburente pronto a soffiare sul fuoco della rinascita, fino a farlo scoppiare in un incendio. Il fuoco della Gloria del Dio Imperatore.

    Quello dell'Atlantico Meridionale era forse il Settore che era rimasto più indietro rispetto agli altri, quello che non vedeva un Primarca sedersi sul proprio scranno da più tempo - senza ombra di dubbio. Di contro - poco oltre uno dei confini stessi del suo Regno - Johanna aveva reso i dirimpettai Settentrionali uno Scudo dell'Impero contro le minacce esterne, militarizzando il Settore e governando la propria gente con giustizia e mitezza, per quanto potessero permettersi di averne i Re di Atlantide.

    Mettere al sicuro il proprio Settore era la priorità di Adaeze, costretta a fare i conti anche con la diffidenza del suo popolo verso quelli degli altri sei Mari rei - a dir loro - del menefreghismo mostrato verso le condizioni dei territori dell'Atlantico Meridionale, in attesa che un nuovo Primarca si manifestasse. Una visione che le avrebbe reso ancor più difficile il proprio compito di Regina.

    Rafforzare i sistemi difensivi del Settore aveva un duplice scopo: quello di migliorare la sicurezza interna e quello di estendere il più possibile il proprio controllo sulle aree più periferiche del suo Regno, in modo tale di aggiungere il suo Settimo dell'Impero al novero dei territori più floridi e protetti. Sperava di far vivere la propria gente nella sicurezza di cui aveva bisogno, vedendo la propria economia crescere di pari passo. Per quello - tuttavia - avrebbe dovuto parlare con qualcuno di diverso dall'ospite che - a minuti - avrebbe messo piede nel suo palazzo.

    Annuì brevemente, scrollandosi di dosso ogni possibile timore reverenziale e cercando la posizione che più le dava un senso di regalità - cercando di risultare il più possibile sicura di sé, seduta sullo scranno della sala delle udienze. Questo si ergeva in fondo alla sala, fra due grandi statue, raffiguranti una Sirena con le ali spiegate - in onore del patto che il primo Primarca delle Sirene, Evemone, sancì con la Musa Tersicore - e una pantera, effige della natura selvaggia di quella parte di mondo, dove giungle e savane si stendevano fino all'orizzonte - e anche oltre.

    Quando fu pronta al suo primo incontro ufficiale con un altro Primarca, fece cenno alle proprie ancelle.

    « Lasciate che entri. »
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    1


    L’arma volò dalla mano di Oliver, finendo nel punto più lontano della sala d’allenamento. Un gemito di frustrazione riempì l’aria, e il ragazzo interruppe la sessione di combattimento per andare a recuperarla, lasciando il grosso tenno ad aspettare. Manny – dopo la perdita di Everwatch – aveva richiesto un nuovo martello, e il primarca non aveva lasciato trascorrere molto tempo per accontentarlo. Fragor – così il Guardiano di Mechanus aveva deciso di rinominarlo – non era potente quanto il suo predecessore, ma era stato realizzato al meglio delle possibilità tecnologiche di cui disponevano al momento. Cuordimetallo, invece, aveva optato per impugnare una spada corta, di ottima fattura, per iniziare ad allenarsi in forme di combattimento che aveva sempre ignorato. E ciò, sorprendentemente, era stato quasi inutile – era negato per quel tipo di stile, così come per molte delle forme di scherma atlantidea. Ragazzo mio, lo sai che non ti mancherei mai di rispetto ma.. Oliver alzò lo sguardo, posandolo sul volto del tenno, con un’aria perplessa. Ma?Ma con quest'arma sei pessimo. Scrollò le spalle con aria sconsolata, lo sapeva e lo odiava. Dovrei essere formato in qualsiasi campo, ma le spade sono la cosa più lontana da me, al momento. Le armi di Scylla sono diverse, anche se sono composte da lame, sono parte di me – le gestisco come voglio. Si sedette a terra, posando accanto a sé la spada. Approfittò per afferrare e bere dalla borraccia, tamponandosi la fronte con un panno. Con le arti marziali è stato più facile, con le armi – beh, un po’ meno.

    Rialzatosi, si diresse in fondo alla sala per cambiare tipo di arma. Un’ampia varietà si presentò ai suoi occhi, tra martelli, lame di ogni genere – asce e lance. L’ultima, forse quella più iconica, dato il regno in cui tutti loro vivevano, si presentò dopo pochi secondi. Con la mano ne accarezzò l’impugnatura, così come il resto dell’oricalco che la componeva; le lame, invece, si protraevano verso l’alto – concludendo in punte triangolari, di un grigio molto chiaro. Il resto del corpo, invece, aveva un colore bronzeo, intervallato da geometrie e ghirigori dorati, quasi come ad emulare il colore delle versioni primarie delle loro armature. Lo staccò dalla parete con forza, prima di tornare dal compagno d’allenamento – che lo guardò inclinando la testa. Sicuro di voler usare quello?Perché no? Lo trovo più gestibile di una spada e più leggero di un martello. Oliver la fece roteare attorno a sé – sinistra, destra, poi sopra – prima di puntare il pomo sul terreno e la lama verso l’alto. Una piccola folata di vento seguì il gesto, spostando la sabbia dal suolo. Se devo ampliare il mio repertorio, voglio farlo con questo.

    Un tridente.



    Si lanciò in avanti, portando un colpo dal basso verso l’alto – in direzione del fianco di Neumannus. Il tenno, tuttavia frappose, tra il corpo e l’arma, la testa del martello, respingendo il fendente ma dando il tempo al Primarca di ruotare su se stesso, colpendogli la testa con un calcio, approfittando del lato libero. L’allenamento, stavolta, si svolse con più naturalezza di prima – dando modo ad Oliver di sviluppare una certa dimestichezza con quell’arma, aiutato dalle sue arti marziali, nonché da una buona dose di adattamento e improvvisazione. I due avrebbero continuato per ore, se non fosse stato per il suono di un allarme proveniente dalla trasmittente di Cuordimetallo. Quel giorno, come comunicato poco tempo prima, avrebbe dovuto incontrare la regina del Settore Atlantico del Sud, Primarca di Siren. Una richiesta insolita – ma pur sempre ragionevole – quella di un aiuto per la manutenzione dei sistemi di difesa. I migliori ingegneri del Pacifico Meridionale erano stati raccolti in una sola unità, che avrebbe accompagnato il proprio comandante e lo avrebbe aiutato nell’analisi e negli interventi – avrebbe fatto un ottimo lavoro, come sempre. E’ quasi una settimana che non ti si vede a Mechanus.Lo so, vorrei tornarci oggi stesso, ma Gawain non mi lascia libero un minuto – ho un’agenda così piena che preferirei affrontare uno shoggoth, piuttosto. Ma una pacca sulla spalla non tardò ad arrivare, intercettata dal ragazzo ed evitata tramite un movimento in avanti – che lo portò soltanto ad incontrare un secondo impatto al petto. PER I SETTE, OLIVER. Non scherzare, l’ultima volta ci ho quasi rimesso i bulloni.

    La Nymph, nave principale di Scylla, attraccò con un suono sordo. Le sue dimensioni erano considerevoli, ma non quanto quelle della vera nave, quella che aveva combattuto il Leviatano, e che adesso riposava in riparazione e miglioramento. Il percorso verso il palazzo fu particolare, da quando era salita al trono, le interazioni con Adaeze erano state minime – quasi nulle – e il giovane non si era fatto ancora un’idea della primarca; se considerarla amica, o una semplice parigrado – e nulla più. Una tale propensione alla collaborazione, anche con una richiesta così semplice, gli fece immaginare il contrario; invece di basarsi unicamente sui propri ingegneri, avevano teso una mano e facilitato una conoscenza ed una collaborazione.

    Aveva sentito un paio di cose – a posteriori – su ciò che aveva compiuto Adaeze per meritare il favore di Poseidone. Doveva aver allontanato una qualche sorta di entità maligna, di cui non aveva capito bene il nome. Perché tutto ciò che riguardava quel settore e la sua gente doveva avere una pronuncia così difficile? Sospirò, facendosi dare una tavoletta d’oricalco con i dati passatigli dall’IT della squadra ospitante. Niente di troppo complicato; certo, forse il compito avrebbe potuto tenerlo impegnato tutto il giorno, ma avrebbe svolto un lavoro niente male su quei sistemi. Evidentemente, i gestori di quel regno non avevano reputato opportuno, fino a quel momento, una continua manutenzione – fortunatamente, del parere contrario era stata la Primarca di Siren.

    Il palazzo era un compendio di culture manifestate con armoniose integrazioni di decorazioni e composizioni – materiali e floreali. L’oricalco viveva in un variegato spettro di colori che, mischiandosi in maniera uniforme, conferiva all’esterno e all’interno una bellezza degna di quell’aggettivo. La reggia era oggettivamente una delle fortezze più belle, tra quelle dei Primarchi. Cercò di catturare quanto più possibile da quell’ambiente così sconosciuto, che aveva visto davvero poco – nella sua carriera – rispetto agli altri settori. Ricordò l’aspetto originario, prima di ogni influenza delle successioni, e non poté fare a meno di ridere sotto i baffi. Era quasi comico quanto, nonostante i continui lavori di restauro e migliorie, lo stile non si era allontanato poi granché rispetto a quello del primo Re dell’Atlantico del Sud. Anche il personale di palazzo sembrava essere imbevuto di un’aura rispettosa e dignitosa. Spalle dritte, testa alta, sempre con espressioni serie – anche nei lineamenti più morbidi delle giovani ancelle. Pochi minuti di stacco, e la voce di una donna – non molto più grande di lui – annunciò il nome ed i titoli dal fondo della sala del trono, verso il quale Oliver si trovò a camminare, assieme alla sua scorta. Per un attimo, provò ad immaginarsi gli altri campioni di Tersicore seduti su quello stesso trono, reggendo quella stessa dignità.

    Ci fu silenzio, poi il ragazzo si schiarì la voce, stringendosi nelle spalle e sorridendo.

    Puoi chiamarmi Oliver.
    Posso chiamarti Ada?





    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ //
    MENTALMENTE Ξ //
    STATUS SCALE Ξ //

    RIASSUNTO AZIONI Ξ
    Strong, united, working 'till we fall
    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Voz de Ola - Telepatia

    TECNICHE Ξ
    And we all lift, and we're all adrift together
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    II — MUTE FRIENDSHIP


    « Adaeze è più che sufficiente, lord Oliver. »

    Pronunciò quelle parole abbozzando un sorriso di circostanza, marcando quel lord quasi a sottolineare il rispetto che mostrava al proprio omologo e che - s'intendeva - chiedeva in cambio. Gettò una rapida occhiata oltre la figura del Primarca di Scilla, cercando consenso in Baruuk, che rispose con un quasi impercettibile cenno della testa. Il Tenno aveva affiancato Neumannus e - da protocollo - avrebbe fatto gli onori di casa e accompagnato lo stesso Neumannus durante lo svolgersi dei colloqui. Una cortesia per gli ospiti e - insieme - una misura di sicurezza.

    Adaeze non aveva potuto scegliere: non era abbastanza forte per abbattere il proprio nemico brutalmente. Aveva dovuto subire anche di fronte alle ferite e alla debolezza dell'avversario, stringere i denti e porre rimedio al risveglio e al ritorno della Discordia coi mezzi che aveva a disposizione. La soluzione era semplice, ma non immediata - né tantomeno scontata da perseguire. Doveva diventare più forte, e ciò le avrebbe portato via del tempo. Nel frattempo, avrebbe dovuto fare di necessità virtù, proteggere il suo popolo e sé stessa. Non aveva avuto scelta, Adaeze, ma si era ritrovata in guerra con un rettile extraplanare e avrebbe dovuto condurla fino in fondo. Per quel motivo Oliver Ramirez, Cuordimetallo, l'Eroe di Atlantide, l'Uomo di Ferro, Forma di Atlantide, Fabricator Comandante di Mechanus si trovava lì con lei. Le serviva quell'uomo per nascondere una carcassa, in attesa di diventare abbastanza forte d'essere in condizione di sbranarla.

    Gli fece strada lungo una sala che - da quella dello scranno - portava sull'ala Sud del Palazzo, fino ad una passerella pensata proprio per essere una passeggiata. Da quella prospettiva, Zarqa - la Capitale del Settore - mostrava tutta la propria bellezza. Le leggende risalenti ai tempi degli antichi Primarchi narrano di una città rinomata per la sua ricchezza, stravaganza ed esoticità, sostenendo che fra le sue strade si potessero sentire i profumi di ogni regione del Settore, che i suoi abitanti indossassero più oro che vestiti, che interi giardini crescessero e pendessero dai tetti delle abitazioni, e che fra i suoi vicoli non si fossero mai scorti uomini malati o criminali. Il declino dell'Impero prima e l'Armageddon dopo avevano spento i colori di quella città.
    Era compito e obiettivo di Adaeze restituire al Settore e a Zarqa i fasti dei secoli e dei millenni precedenti.

    « Abbiamo nemici diversi. » esordì, mentre dettava l'andamento di quella camminata « Ma combattiamo la stessa guerra, lord Oliver »
    Una guerra per la salvezza del pianeta e dell'Impero, che vedeva i Primarchi costretti a fronteggiare minacce su molteplici fronti, fra nemici interni ed esterni - compresi Guerrieri Sacri ad altri dei, o gli Spettri che si erano riversati nella loro dimensione. Per ultimi, la Discordia e Umbaba Samahongo.

    « Vi ringrazio per aver accolto il mio invito e aver risposto alla mia domanda. » Il suo sguardo si era fatto preoccupato, risoluto, carico di dignità. Vi si rifletteva una luce di orgoglio e consapevolezza di non potercela fare da sola, dietro le sue pupille, in una mente frustrata da troppe cicatrici. Non era la merce di scambio a mancare al Settore Atlantico Meridionale, ma risorse economiche liquide e conoscenza ingegneristica avanzata dei sistemi di protezione.

    « La verità è che l'Impero deve reggersi su tutti e Sette i propri Settori » tamburellava con l'indice e il medio sul flauto di Oricalco che portava legato alla cinta, senza però che il movimento fosse tanto rapido e percettibile da divenire irritante
    « L'Atlantido Meridionale è rimasto indietro troppo a lungo. » proseguì « Fermo, in attesa che un Primarca si manifestasse. Ora, tuttavia, ha bisogno di mettersi al passo col vostro settore, lord Oliver, e quello delle altre Regine. »

    L'ultima cosa che voleva era che il Regno che le era stato affidato cadesse a pezzi, o che - peggio - il mancato controllo del territorio potesse dar adito a strappi, minacce e spargimenti di sangue intestini.
    « L'occasione di ricorrere a Mechanus era troppo ghiotta per farsela scappare. »

    Fu allora che sul suo volto ritornò un barlume di sorriso divertito.
    Abbassò il capo per un istante, prima di guardare nuovamente di fronte a sé, lungo la passeggiata, e riprendere il passo - lentamente. Sperava che non le sarebbero servite troppe altre parole per convincere il Primarca di Scilla a tenderle una mano. No, ne era certa. Oliver Ramirez, Fabricator Comandante di Mechanus aveva tutte le carte in regola per essere l'uomo giusto al posto giusto. E tuttavia non lì, non su quella passeggiata. Ogni pezzo di un puzzle aveva una collocazione precisa che andava solamente messa al proprio posto. Quella della loro chiacchierata era in un'altra sala del Palazzo, a settentrione. La Sala della Guerra, dove un'ologramma avrebbe mostrato al suo ospite confini e luoghi d'interesse di tutto il Settore Atlantico del Sud.

    « Perciò ecco la mia seconda domanda per voi, lord Oliver: » l'espressione della Regina si fece ancor più seria « da dove comincereste se foste voi a dover prendere una decisione? »
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    2


    Adaeze è più che sufficiente, lord Oliver.
    Ahia, brutto segno.



    L’inflessione severa che la voce della donna aveva adottato nel rispondere alla sua domanda amichevole lo lasciò con un sapore amaro. Se avesse potuto, avrebbe stretto le spalle in una smorfia di pazienza, ma in quel momento avrebbe dovuto adottare un altro approccio – almeno per il primo incontro. Mentalmente, invece, si appuntò di chiedere una mozione generale tra i primarchi per abolire – tra loro – l’appellarlo con quel titolo nobiliare. Avrebbero rifiutato, tenevano troppo ai nomi altisonanti, tenevano troppo alla regalità. Osservò il tenno di Adaeze dirigersi con passo leggero verso il suo amico, scambiando i primi convenevoli. Con velocità, Neumannus cinse il collo dell’altro con un braccio, portando il pugno della mano libera a grattare con forza sulla testa del collaboratore atlantico. Baruuk, d’altro canto, rispose con un certo fastidio ed una certa noia a quel gesto che abitudine apprezzata era solo per Manny, mentre sembrava essere un’orribile tiritera per l’altro. L’aria si fece più rilassata e la tensione calò drasticamente, mentre la Primarca delle Sirene si alzava dal trono per mostrare al ragazzo la via. Anche loro presero a camminare, proprio come aveva fatto con Sanya qualche giorno prima, e Cuordimetallo ne approfittò per imparare l’aspetto di uno dei palazzi che aveva visto di meno. Zarqa aveva le potenzialità per essere una città bellissima, se riportata ai fasti di una piena attività gestita dal suo legittimo sovrano.

    Abbiamo nemici diversi, ma combattiamo la stessa guerra, lord Oliver. Nemici diversi – già, quella si che era una battuta. Atlantide considerava nemici l’80% dei guerrieri lì fuori, al Fabricator sarebbe davvero bastato lanciare una parola a caso per centrare comunque un nemico dell’Impero. Nel caso specifico, tuttavia, la donna doveva riferirsi alla minaccia che aveva sventato durante la sua sfortunata – quanto pericolosa – avventura, la temporanea sconfitta di Samahongo. Dubito fortemente che alcune delle tue battaglie siano le mie, lady Adaeze, ma capisco a cosa ti riferisci. Alzò gli occhi al cielo, certo ce la differenza d’altezza – e l’andatura parallela – avrebbero nascosto allo sguardo della primarca quella reazione. La sua mente volò via a Saranda, con il desiderio di stendersi ancora sulla sabbia e di lasciarsi accarezzare dalle onde del mare, dal sole, e da un altro paio di cose. Le parole della regina continuarono a riempire l’aria delle sale che attraversarono fino ai giardini e le fontane, dove alcuni nobili erano seduti e alcuni attendenti di palazzo camminavano con fare indaffarato. Si poggiò al parapetto della sezione superiore, lasciando volare lo sguardo alla linea delimitata dagli edifici cittadini, illuminati dalla luce artificiale – ma non per questo meno intensa. Era vero, la loro casa era più forte se sorretta da tutti e sette i regni, attivamente. Un potenziale del genere avrebbe potuto superare qualsiasi cosa, avrebbe potuto reagire con forza a qualsiasi pericolo.

    Un brivido quasi gli attraversò la schiena
    Un vago senso di paura.


    L'occasione di ricorrere a Mechanus era troppo ghiotta per farsela scappare. La Voce di Atlantide tornò a farsi sentire. Per la prima volta rifletté a quanto armonica sembrava, a quanto diversa era dal tono delle altre due regnanti – laddove vi era freddo e durezza, dall’altra parte sembrava esserci calma, tranquillità, come miele versato. L’espressione distesa del meccanico cambiò ancora, schiudendosi in un’increspatura verso l’alto – sapeva a cosa stava portando quel discorso. Strong, united, working ‘till we fall. Disse semplicemente, accarezzando con le dita l’oricalco dalle sfumature marroni su cui era poggiato. Ay, Mechanus accetta la tua richiesta, Regina delle Sirene. Quanto era bello poter permettersi tali libertà. La domanda di Azae giunse con velocità, carica di tensione ed ambizione; cosa avrebbe fatto lui per migliorare quel settore? Facile, fin troppo facile. Le mani batterono una singola volta, sfregando i palmi in un movimento energico.

    Mostrami le fondamenta.


    Un gioco di parole per indicare il punto in cui venivano gestiti i sistemi più importanti di quel posto, dal quale avrebbe potuto avere accesso al mainframe e gestire i sistemi di difesa interni alla capitale, così come quelli del settore. Gli ingegneri, che aveva portato con sé, avrebbero raggiunto i limiti della città, posizionandosi alle basi di ciò su cui avrebbero dovuto operare – coordinati dal loro Fabricator Comandante. Assieme alla Regina, e ad alcuni dei suoi collaboratori più intimi, percorse a ritroso le vie che aveva imparato a conoscere, per ricongiungersi a Neumannus. Con un cenno d’assenso alla padrona di casa, avrebbe intrapreso nuove sale e corridoi – nonché tante, tante scale – per poter raggiungere il centro di comando, il nucleo del palazzo, da dove avrebbe gestito le migliorie.

    Grandi aree interamente rivestite di oricalco, così come grandi installazioni meccaniche che abitavano quel luogo, lasciarono trasparire sbuffi d’aria calda sui volti dei presenti. Un continuo e basso ronzio filtrava da enormi grate, creando un sottofondo fastidioso – per alcuni – ma non per lui. Ogni cellula del corpo vibrò alla presenza di tutto ciò su cui avrebbe potuto mettere mani. Analizzare, smontare, rimontare, migliorare, sostituire, troppi pochi verbi per riassumere ogni cosa che avrebbe voluto fare il ragazzo – tutto illuminato dall’onnipresente luce dei vari schermi, sotto cui l’ayatan e il metallo scintillavano nonostante il periodo di inattività. Scostandosi dai suoi accompagnatori, Cuordimetallo si fece avanti – arrivando al centro della sala e accarezzando la tastiera, che lasciò volare via qualche granello di polvere. Era comprensibile, un posto del genere poteva far paura a molti inservienti, così come molti soldati – primarchi addirittura – ma non a lui. Lui si sentiva a casa, abituato com’era, e si sentiva perfettamente in grado di svolgere un lavoro così semplice. Ed ora la mia parte meno preferita. Guarda cosa può fare un Primarca che ha raggiunto il khala, hermana - perché anche tu arriverai a questo livello.

    Neumannus lo raggiunse, affiancandosi a lui e aprendo le comunicazioni con gli altri compagni, ognuno diviso – ma accompagnato da un numero sufficiente di aiutanti dell’Atlantico Meridionale – nelle postazioni di comando minori, proprio vicino ai sistemi esterni della città. Mi sentite, ragazzi? Diverse risposte positive arrivarono attraverso il comunicatore, facendo sorridere il comandante. Voltò la testa in direzione della Primarca che avrebbe potuto etichettare tutto quello come superfluo, forse non troppo necessario in relazione al compito che avrebbe dovuto svolgere, ma andavano rispettati determinati gesti, determinate tradizioni. Come aveva fatto un’ora prima, sfregò di nuovo i palmi, chiudendo gli occhi e andando ad aprire uno dei tanti file che aveva in testa – gentile dono di Azae e di tutti gli altri uomini che lo avevano preceduto. Un respiro profondo e un senso di riluttanza a ciò che faceva assomigliare il suo corpo di ingegneri ad un culto – quanto odiava anche quella parola. Sei pronto? Gli chiese Manny, un lieve gemito di risposta.

    Life is directed motion.
    The spirit is the spark of life.
    Sentience is the ability to learn the value of knowledge.
    Intellect is the understanding of knowledge.

    Sentience is the basest form of Intellect.
    Understanding is the True Path to Comprehension.
    Comprehension is the key to all things.

    The Omnissiah knows all, comprehends all.



    Scusami Evemone, da qui ci penso io.



    Ciò che seguì quelle parole fu una serie di ordini del Primarca di Scylla ai suoi uomini, così come il rumore delle dita sulla tastiera di Neumannus e il lavoro di Oliver stesso agli impianti che gestivano qualsiasi cosa nella capitale, così come nel settore. Tutto partiva da lì – il cuore del dell’Atlantico del Sud, e Oliver vi aveva avuto completo accesso. Adaeze avrebbe potuto osservare il modo in cui lavoravano a Mechanus, così come nel Pacifico – perfettamente coordinati, con efficienza e precisione, gestiti dall’esperienza a cui il khala aveva permesso di attingere senza ulteriori sforzi. La mente del ragazzo fu bombardata di informazioni, di risposte, di modi in cui bypassare e correggere i difetti delle macchine e dei sistemi che – a causa dell’obsoleta datazione – non riuscivano a funzionare al meglio delle loro capacità. Era come ridare vita ad un corpo morto con una delle tecniche più sofisticate, era come plasmare qualcosa dalle ceneri, dagli scarti che potevano essere trovati nei mercati nascosti di Città del Messico, per permettere ad una macchina di tornare a vivere.

    Oliver saettò da una zona all’altra della grande area di lavoro, sfruttando alcuni dei suoi poteri per aiutarsi nelle operazioni e fermandosi soltanto per chiedere rifornimenti contro i brontolii di stomaco e i crampi della fame. I presenti, appartenenti alla cerchia del Fabricator, sembrarono non curarsi nemmeno della presenza della Primarca e dei suoi accompagnatori, procedendo con messaggi forse anche difficili da comprendere, per coloro che non erano del mestiere. Neumannus comunicava dalla tastiera, aprendo e chiudendo continue analisi. Alcune volte, invece, cambiava postazione e andava a sostituire Oliver che – comunicando con l’intelligenza artificiale della loro base, andava ad operare su alcuni aspetti di gestione di quel terminale. Mechanus poteva splendere di vita anche a distanza, tramite la gente che aveva accolto. Ecco qual era il potere più grande di Scilla e dei suoi compagni, ed ecco perché avrebbero dovuto fare tutti attenzione.

    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ //
    MENTALMENTE Ξ //
    STATUS SCALE Ξ //

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Famme laurà
    Strong, united, working 'till we fall
    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Voz de Ola - Telepatia

    TECNICHE Ξ
    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 8/12/2019, 21:22
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    III — THE ORDINARY PEOPLE


    Uomini, un ammasso di muscoli e testosterone, un miasma pulsante di fremente eccitazione, creature pronte a tutto e a niente per possedere una donna, per sentire il gemente calore di un corpo femminile contorcersi e sciogliersi tra le loro ruvide braccia, districarsi sotto il possente tocco delle loro dita, domandola come solo con una docile puledra può riuscire di fare. Una mentalità contorta, quella degli uomini, finanche subdola e viscida, ma che contava ben poco per chi con loro amava giocarci, sfruttandone le più celate debolezze, scrutando nel più cupo anfratto dell’animo per poi scoprirne un valore persino inferiore a quello di una libbra di carne rancida.

    Adaeze Yar'Adua, Voce di Atlantide, colei che - per la natura stessa della vita che aveva condotto - da tutti coloro che aveva incontrato era sempre stata considerata un desiderio irraggiungibile, una puledra indomabile, una rosa con più spine che petali, affascinante almeno quanto poteva dirsi avvenente. L’uomo, per lei, non era altro che un oggetto di piacere, uno strumento, peraltro abbastanza semplice da maneggiare. Nella sua vita, si era circondata di uomini quando lo aveva desiderato e - di contro - se ne era disfatta quando non reputava di averne bisogno. Era stata sempre lei a dettare le regole del gioco, a tenere le redini delle briglie del piacere.

    Eppure, in Lord Oliver c'era qualcosa di diverso. Poteva quasi avvertirlo dal suo suono, da quello della sua persona. Nonostante fosse un Primarca, e probabilmente - dopo Johanna - una delle due persone più forti e temibili dell'Impero, in lui albergavano ancora la scintilla della gentilezza, il fuoco dell'umiltà. Qualità che lei aveva imparato solamente a fingere di possedere. Aveva sentito parlare delle gesta e delle fatiche del Primarca di Scilla, e se c'era qualcosa che aveva sempre riconosciuto - anche suo malgrado - era che lei non sarebbe mai stata un eroe. Non ne aveva la stoffa, né la voglia. Avrebbe fatto il suo dovere, combattuto per la Gloria dell'Impero, ma nulla più del necessario.

    « Ed ora la mia parte meno preferita. Guarda cosa può fare un Primarca che ha raggiunto il khala, hermana - perché anche tu arriverai a questo livello. »

    Oliver, Neumannus e svariati collaboratori. Il meglio di Mechanus al suo servizio, ed era quasi impossibile da credere come così tante entità potessero coordinarsi a quella maniera in un'operazione del genere. Non c'erano momenti morti, incertezze, resistenze. Solo un lungo flusso di azioni: ricerca, pianificazione, messa a terra, errore, risoluzione. Repeat.

    Gli occhi della Regina seguirono la schiena del Primarca di Scilla e i suoi movimenti finché non arrivò alla soluzione che non avrebbe mai trovato un pattern - Lord Oliver e la sua squadra erano un meccanismo perfetto, interagivano a gesti e parole risolvendo un nodo dopo l'altro, demolendo, ricostruendo, sostituendo i sistemi difensivi del suo Settore. Era come se quella plancia di controllo non avesse segreti per lui, che vi si era seduto davanti per la prima volta. Era questa forse anche solo una minima stilla delle potenzialità di un Primarca che avesse affrontato - e dominato - la Cerimonia del Khala.

    « Il khala, eh..? » disse fra sé e sé, rendendosi conto solo in un secondo momento che stava ragionando a voce alta « A pensarci bene, potrebbe essere la risposta a molte delle mie domande. »

    Maledisse sé stessa per non averci pensato prima. Tutto ciò che voleva sapere su Umbaba Samahongo e sulla Discordia, sul completo controllo sulla Malia, sul senso ultimo della Musica dei Dodici, era probabilmente sepolto in secoli, millenni di conoscenze e coscienze dei Primarchi venuti prima di lei. E se il Khala raccoglieva la coscienza collettiva di Atlantide, i Primarchi capaci di mostrarsi degni del rito e della cerimonia avevano la possibilità di entrare in sintonia con chi prima di loro aveva indossato le stesse vestigia, combattuto le stesse battaglie, regnato sulle stesse terre.

    Poteva percorrere due strade: la cieca ricerca di alcune risposte, un sentiero fatto di tentativi, intuizioni e incertezze, oppure la via dell'ascensione, che le avrebbe permesso di avere a disposizione la conoscenza dei Primarchi delle Sirene - da Evemone in avanti. Un rito arcano, riscoperto da Johanna e affrontato poi da Sanya, Primarca del Kraken e Oliver, Primarca di Scilla. Un'intera generazione di Primarchi stava ridando lustro alla Gloria di un Impero che aveva quasi perso finanche la memoria di sé stesso.

    « Il vostro contributo è stato prezioso, Lord Oliver, avete dato nuove prospettive al Settore. »

    Disse al proprio ospite una volta che l'operazione fu terminata, con un sincero senso di gratitudine. Un gesto distensivo da parte del Re di un altro Settore, un atto capace di mettere i sistemi difensivi di Zarqa e dell'Atlantico Meridionale al passo con quelli degli altri Oceani. Un upgrade istantaneo. Un beginner pack fatto di mura, fucili e sistemi di allarme.

    « Tuttavia, io non amo essere in debito, e non credo che l'ospitalità del mio Palazzo posta bastare. »


    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE ///
    MENTALMENTE ///
    STATUS SCALE ///

    RIASSUNTO AZIONI Nulla da segnalare, bro, se non le scuse per un ritardo ingiustificato.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    3


    Mettersi in contatto con i più profondi sistemi di struttura degli altri settori gli provocò un brivido lungo la schiena. Gli fece capire quanto antico era il luogo in cui si trovavano, quanti passi avevano calcato quel suolo e quanto ancora ci sarebbe stato da fare per portare il tenore di vita ad un livello come quello dei loro predecessori. Oliver gestì in modo ottimale tutte le procedure da affrontare per la messa a nuovo, l’aggiornamento; non era una quantità impressionante di lavoro, ma poteva mettere abbastanza in soggezione persone che non erano abituate ad avere a che fare con pratiche simili. Qualche minuto di lavoro – ancora – e sarebbe terminato il suo intervento, il contributo – o regalo di benvenuto per la Primarca, perché no – al Settore Atlantico Meridionale.


    Il vostro contributo è stato prezioso, Lord Oliver, avete dato nuove prospettive al Settore. Si sgranchì le braccia, ruotandole da destra a sinistra, e viceversa, prima di avvicinarsi di nuovo in prossimità di Adaeze, osservando la sua faccia pensierosa. Fece un cenno con la testa, come a sminuire ciò che aveva appena concluso; era il minimo – ogni settore doveva lavorare al massimo delle sue capacità, tutti gli ingranaggi dovevano incastrarsi a dovere e sincronizzarsi, per funzionare. Ancora, ebbe l’opportunità di osservare il suo portamento, troppo teso – troppo impettito – almeno per i suoi gusti. Bisognava sciogliere un po’ di tensione, e fortunatamente fu la Primarca stessa a dargli l’opportunità di trovare un’ottima idea per quello.


    Tuttavia, io non amo essere in debito, e non credo che l'ospitalità del mio Palazzo posta bastare.


    Per qualche secondo ebbe un dubbio. Poteva davvero gettarsi nella stessa cosa che aveva messo in pericolo Sanya? Fu sul punto di cambiare idea, quando – nelle parole dell’altra – notò una sfumatura particolare, una sfumatura decisa, determinata. Perché no, forse – per ripagare altrettanta determinazione – avrebbe potuto mostrarle qualche cosa, fermandosi prima del punto di non ritorno, per evitare qualsiasi tipo di incidente.


    Oliver annuì, sorridendole. Volevo chiederti di poter fare da spettatore ad una delle tante esibizioni dei musicisti di questo settore, i migliori. Terminò la frase in modo da lasciar intendere un proseguimento di parole, con un tono di sospensione. Tuttavia, hermana, mi piacerebbe di più vedere come combatte la Primarca di Siren, il trono è stato vuoto per un bel po’. Propose, infine, trasformando quell’espressione amichevole ad una sorniona. All’accettare della richiesta, da parte della donna, la squadra di ingegneri, disseminati lungo i centri di controllo della città, fu richiamata con l’ordine di presenziare – assieme al suo amico tenno – durante l’esibizione regale che si sarebbe svolta di lì a poco.


    La strada da percorrere non fu molta. Ovviamente, Cuordimetallo la percorse al fianco di Adaeze – coprendo con velocità minore – i suoi passi, facendosi condurre attraverso le strade e la fusione di culture diverse, che regnavano – come in molti settori – nella stessa città. Era così diverso dal suo, in senso buono. Un approccio ed un insieme di persone che, un po’ per provenienza da altre parti del mondo, un po’ per diversa forma mentis, avevano apportato il loro contributo alla vita di quel magnifico luogo.


    -Arena del Settore Atlantico Meridionale -




    La grande arena si presentò ai suoi occhi con un’architettura particolare, un’architettura che rifletteva lo spirito del luogo in cui era calata. Eppure, i materiali impiegati non erano stati molto differenti da quelli usati per le altre arene di Atlantide. Oricalco, oro, marmo, ayatan, riuscì a distinguerli tutti con una rapida occhiata, sia grazie alla diversa lavorazione – al diverso pigmento – sia grazie alla familiarità che aveva con tutti loro. Era magnifico quanto la mente umana riuscisse a produrre stili diversi, partendo da una stessa base. Era uno degli aspetti che aveva più amato dell’ingegneria e della meccanica, ed era uno degli aspetti che più amava nelle persone – allo stesso tempo. Mai uguali, anche se di una singola nota.


    Presero il giusto tempo per cambiarsi, in modo da usare vestiti più comodi per evitare di avere impedimenti all’interno delle armature, prima di approcciare l’entrata al campo di battaglia vero e proprio. Molto probabilmente, anche lì si erano svolte esibizioni dello stesso calibro, con la stessa intensità e pericolosità. Oliver sciolse i muscoli in qualche esercizio preliminare, prima di guardare la momentanea compagna di sparring.


    Gli effetti della musica di Siren potevano essere insidiosi, particolarmente efficaci contro persone che non disponevano della stessa capacità per contrastarli. Presupponevano un tipo di approccio al combattimento che lui non era capace di fornire. Lo stare fermo e concentrare le sue forze nella musica, in modo da raggiungere l’avversario e gestirlo da lontano. Per un combattente corpo a corpo come Cuordimetallo, la cosa – a lungo andare – lo avrebbe privato della pazienza. Fortunatamente per il successore di Evemone, avere poteri del genere non escludevano una certa capacità nel corpo a corpo. Tutto a favore delle armi a disposizioni. Tuttavia, anche lui aveva a disposizione un po’ di armi.


    Va bene, hermana – andiamoci leggeri, evitiamo risultati spiacevoli e divertiamoci.


    Dal terreno, si innalzarono due strutture in oricalco della sua stessa altezza. Una davanti a lui, in cui erano incastonati pezzi frontali della scale – una, invece, con i pezzi posteriori. Esse impattarono sulla figura del Primarca con velocità, sovrapponendosi e posizionando le varie parti dell’armatura sul suo corpo – lasciando per ultimo l’elmo. Le tonalità del cosmo di Oliver si rifletterono, per un attimo, in tutto l’ambiente – al suono di un a voce metallica. Era ancora lontano dal best match, ma ci sarebbe arrivato – prima o poi. Osservò Adaeze indossare l’armatura e mettersi in guardia, tutto era pronto.




    QIImzye

    Here I come.



    Facendo forza sulle gambe, fece un rapido scatto – toccando, con fatica, la velocità della luce – per arrivare davanti alla Primarca. La capacità di raggiungere una velocità tale, se non supportata da un ottimo allenamento, avrebbe destabilizzato e sbilanciato la maggior parte dei combattenti. Per fortuna, aveva avuto modo di imparare da altre persone come mantenere una stabilità tale, almeno con una breve spinta di quel tipo. Con quell’accelerazione, avrebbe potuto coprire la distanza dell’intera arena in un battito di ciglia – il ché risultava sorprendentemente utile per cogliere alla sprovvista i propri avversari; soprattutto quelli che non riuscivano a tener conto di elevata rapidità.


    Arrivato ad un respiro di distanza dal lei, l’imponente figura di Cuordimetallo utilizzò l’espressione fisica del serpente, generando da dietro la schiena cinque robusti tentacoli – simili a code – molto difficili da spezzare anche per una persona con la sua stessa forza. Essi – se correttamente rivolti verso l’altra – avrebbero bloccato entrambe gli arti ed il busto; con i quattro arti immobilizzati ed il corpo fermato dalla quinta coda, nel caso, avrebbe poi portato un altro attacco - utilizzando una delle posizioni del suo stile di lotta.


    – Ki-Rata –
    [ The flight of the bat brings death ]




    Era un’offensiva fatta per cominciare, per testare la capacità di resistenza fisica della donna – la capacità di incassare e sopportare un dolore del genere. Dolore che, infine, sarebbe stato potenzialmente accentuato dal secondo colpo del Fabricator. Nel momento in cui la donna si sarebbe trovata impossibilitata ad utilizzare gli arti per difendersi, Oliver avrebbe convogliato il potere del pipistrello, generando sui guanti della sua scale una colorazione più scura, quasi nera, prima di riversarla verso l'esterno sotto la forma dei due animali. Essi si sarebbero diretti all’altezza del ventre di Adaeze, con l’obiettivo di colpirla con due pugni contemporaneamente. Disposti in maniera parallela, sarebbero stati rivolti per impattare su fegato e reni, generando a distanza zero i due animali scelti, per procurare – oltre al danno da perforazione – un pesante danno da prosciugamento delle sue energie vitali. In alcuni casi, quella bestia risultava particolarmente efficace contro avversari con cui sapeva di poter limitare le forze.


    I pugni non furono caricati ruotando indietro, bensì, furono portati semplicemente alzando le braccia in avanti. Per determinati movimenti, l’atto del caricare un colpo avrebbe presupposto un certo attrito con l’aria che – al momento di andare a segno – avrebbe smorzato la forza dopo il passaggio di qualche secondo. Portandoli all’improvviso, rivolgendoli in avanti, non solo avrebbe risparmiato forza cinetica – ma non le avrebbe dato modo di intuire la direzione del colpo, lanciato all’improvviso.


    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Ottimo
    MENTALMENTE Ξ Ottimo
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Scatto al massimo dell'energia per arrivarti davanti e bloccarti braccia, busto e gambe con serpente di robustezza straordinaria [ad] prima di farti double punch con pipistrello che oltre ad impatto fa privazione vitale [af - tipo di danno perforante, privazione vitale]
    Strong, united, working 'till we fall
    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione
    Voz de Ola - Telepatia

    TECNICHE Ξ

    Making peace to build our future
    Strong, united, working 'till we fall.

    Quarta composizione bestiale di Azae.
    Le spire del serpente. E' attraverso lo spirito di questo animale che la scale può generare lunghi tentacoli, composti dello stesso materiale dell'armatura, che gli permetteranno di colpire a grande di distanza. Grazie ad essi, e alla loro robustezza, sarà possibile imbastire non solo strategie di stritolamento, ma anche un'ottima difesa. La loro forma tentacolare, seppur standard, potrà essere modificata - permettendo di assumere la forma di lunghe catene, conservando la propria resistenza. In tutta la sua robusta essenza, lo spirito del serpente sarà impiegato per tentare di recare offesa al suo nemico, attraverso le resistenti zanne, o potrà essere evocato con intenti difensivi – data la sua natura – che gli permetteranno di fornire un’ottima protezione cosmica – proprio come l’arma fisica.[Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza - Arma: Tentacoli]


    Through the cold mist
    'Till we're lifeless, together.

    Ultima composizione bestiale di Azae.
    Le capacità mortifere del pipistrello si estendono anche alla parte della scale benedetta da questo potere, che permetterà a Cuordimetallo di manifestarlo attraverso la creazione di due piccole lame sul dorso delle mani, sui gambali - o su qualsiasi altra parte del corpo adatta - in modo da privare l'avversario della sua forza vita, se colpito. Se riuscito, ogni colpo strapperà una quantità sempre maggiore di energia vitale avversaria, per rendere quest'arma pericolosa tanto quanto le altre bestie. La stessa capacità di privare l’energie avversarie sarà utilizzabile dall’emanazione cosmica. Lo spirito del pipistrello, con artigli e denti acuminati, si lancerà verso il suo obiettivo – nell’intento di recare danno, e privarlo delle sue forze, nello stesso modo in cui Oliver farebbe attraverso l’arma sulla sua Scale. [Danno: Perforante, Risucchio Vitale - Arma: Piccolo pugnale]

    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 23/4/2020, 14:20
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    IV — BOARRIDER COMIN’


    « Ne siete proprio sicura, mia Signora? »
    Un'altra delle preoccupazioni di Baruuk. Apprezzava quanto il tenno si desse pensiero per lei e per la sua salute, ma non poteva fare a meno di cominciare a seccarsi di fronte alle mille e insistenti domande anche nelle situazioni più lineari e sicure. Quello che avrebbe sfidato era un Primarca dell'Impero, un suo pari, e - cosa più importante - un buon uomo. Sarebbe stato il primo a fermarsi se le cose si fossero messe male per la Regina, che tuttavia aveva intenzione di vendere cara la pelle.

    « Ah-ah. » annuì sonoramente la Regina, mentre stringeva al petto la fascia che le avrebbe tenuto il seno più fermo e in posizione possibile, prima di lasciare ad una delle sue ancelle l'onere di legarla. Il Tenno, di spalle alla scena, non era tuttavia ancora soddisfatto della risposta della Primarca.
    « Lord Oliver è depositario del Khala, mia Signora »

    « Ed io del lascìto di Evemone, Baruuk. » intervenne Adaeze, per spegnere sul nascere ogni ulteriore polemica. Dopo la risposta secca, tuttavia, addolcì i toni, spiegando al Tenno i motivi della sua decisione. « Lord Oliver è un guerriero di assoluto valore, Baruuk, uno dei migliori dell'Impero. Confrontarmi con lui può essermi di insegnamento. » E aggiunse: « E sono curiosa di sapere quanto io sia lontana da quel livello. Quanto sia ancora distante dalla grazia del Khala. »

    L'idea che le era balzata in testa ore prima, quando ancora il Primarca di Scilla non le aveva proposto quella dimostrazione di forza, le aveva dato la forza per accettare quel confronto senza esitazione: la possibilità di misurarsi con un depositario della grazie del Khala, il più alto onore per un sovrano di uno dei Settori di Atlantide, le avrebbe senz'altro dato contezza di dove si trovasse sul quel sentiero per l'illuminazione, di quanto dovesse ancora studiare, migliorare, allenarsi, combattere, istruirsi per essere scelta. Che fosse uscita da quel confronto vittoriosa o sconfitta, avrebbe in ogni caso segnato un passo in avanti verso la consapevolezza. Un punto di partenza, quantomeno. Era, tuttavia, una valutazione che doveva fare lei stessa, senza necessità - nè voglia - di alcun giudizio, se non quello del Dio Imperatore. A lui solo rispondeva, e lui solo era autorizzato a conoscere la portata della forza della propria Primarca. Inoltre, una brutta figura di fronte ai suoi sudditi, o alla propria corte, l'avrebbe messa in una posizione scomoda, avrebbe reso in qualche modo più debole la sua figura, sebbene piegata soltanto da un Primarca che aveva conosciuto la forza di Azae. Insomma, non aveva intenzione di dare alla gente del proprio settore un argomento di discussione che la riguardasse. Non in quel contesto.

    Infilò un gandura non appena le ancelle finirono di sistemarle la fascia intorno al petto, sostituendo il kitenge con un paio di calzoni di cotone. Una veste color dell'avorio, rifinita di trame dorate. Due colori che danzavano insieme nell'architettura e nei gusti del settore, e che creavano un perfetto contrasto visivo con la pelle della Regina. Una bellezza che avrebbe fatto invidia a molte, sopra e sotto il livello del mare. Diede una pacca sulla schiena a Baruuk quando fu pronta, quasi a risvegliarlo dal proprio torpore e dalla propria posizione, ancora rivolta verso uno dei muri della stanza, con lo sguardo intento ad evitare le grazie e le nudità della Primarca.

    « Un'ultima cosa, Baruuk. Fai in modo che nessuno assista allo scontro. »


    NdZGdsK


    La vestizione avvenne nello stesso momento del proprio avversario: in un lampo di luce aurea le varie sezioni della scale scivolarono ognuna al proprio posto, a cominciare dal busto. L’armatura le cinse i fianchi alla perfezione, mentre le ali si spalancarono dietro di lei. Sulla pavimentazione dell’arena, i raggi solari vennero riflessi dalla rifrazione sulle piume lucenti e dorate, colorando d’oro le grosse tessere di marmo che ne formavano la trama. Fece roteare il flauto fra le dita della mano destra e si mise finalmente in guardia. Lo spettacolo poteva cominciare.

    « Here I come. »

    Fu leale ad avvertirla. Il Primarca di Scilla attaccò rapido e potente come le bestie che rappresentava, e che Azae aveva studiato allo sfinimento, fino a replicarne movenze e peculiarità nel proprio particolare quanto efficace stile di lotta. La connessione col Khala aveva reso Lord Oliver depositario di tutti i segreti del primo Primarca di Scilla, rendendolo di fatto un guerriero capace di attingere a millenni di perfezionamento, culminando nel suo stadio finale.

    Arrivò davanti a lei in un baleno, ad una velocità tale che sarebbe stato impossibile per lei riprodurla: semplicemente, se lo ritrovò di fronte in un battito di cuore, senza che tuttavia ciò la prendesse eccessivamente alla sprovvista. Aveva seguito il rapidissimo movimento del proprio avversario che – proprio quando fu ad un palmo da lei – scoprì finalmente le carte del proprio attacco. Dalle sue spalle si diramarono cinque tentacoli, sinuosi e temibili come spire di un serpente. Quattro furono diretti ai suoi arti, uno alla vita, nel tentativo di rendere il suo corpo – privo di difese – un bersaglio comodo e semplice per l’attacco che ne sarebbe seguito.

    Fu come sentire un pitone freddo e affamato stringersi intorno al proprio corpo, con le sole ali a fare resistenza e creare qualche centimetro di vuoto fra la sua schiena e la voluta della propaggine del Primarca. Sentì le altre spire attorcigliarsi intorno alle proprie caviglie e al proprio polso sinistro. Fu sufficientemente rapida – memore delle lezioni dei propri maestri d’armi – a concentrarsi nel salvare il proprio flauto, deviando con esso i primi impatti con il tentacolo diretto alla mano che lo impugnava. In un gesto repentino – prima che anche quel polso diventasse finalmente preda del proprio nemico - usò l’inerzia di quei movimenti per disegnare di fronte a sé il perimetro di un buckler cosmico, che prese a brillare del colore dorato del cosmo della Primarca.

    L’impatto arrivò qualche istante dopo, e le sembrò di essere uno dei sacchi coi quali i suoi istruttori le facevano provare combinazioni e figure di Thai e Latwei. La sua barriera cosmica era tropo debole, troppo abbozzata, troppo improvvisata per fermare completamente il doppio colpo di Oliver di Scilla: vide i due pugni del Primarca penetrare la barriera, perdendo semplicemente un poco della propria irruenza. Quel che avvertì dopo, fu quel senso di nausea e dolore di quando un pugno arriva dritto alla bocca dello stomaco, accompagnato dal clangore dell’impatto delle nocche della scale di Scilla sull’oricalco del busto di quella delle Sirene. Un colpo forte e violento, che scosse la Regina, che sentì scivolare via anche un po’ delle proprie forze senza che alcuna ferita fu aperta sul suo corpo. Una sensazione strana, dovuta probabilmente a un qualche effetto del colpo del Primarca. Un altro degli stupidi giochetti di Azae.

    Approfittò di quell’impatto – durante il quale il Primarca di Scilla era, probabilmente, più concentrato sul colpo vero e proprio che sulla morsa tentacolare – per provare ad uscire da quella situazione: fece ardere il proprio cosmo fino a generarne una concentrata, seppur efficace, eplosione. Alimentò il movimento delle proprie ali laciando che esse seguissero il fluire della propria energia cosmica, liberandosi della presa del Primarca.

    « Non male Lord Oliver, ma ora tocca a me. »

    Un'altra esplosione cosmica, questa volta più forte e fragorosa, imperversò a pochi metri dalla Primarca, che ne sfruttò l'inerzia per allontanarsi dal proprio avversario. Uno scatto veloce, al massimo delle proprie possibilità, per cominciare a suonare prima ancora che Lord Oliver avesse modo di individuare la sua nuova posizione. Le meditazioni e lo studio della Musica della Creazione avevano dato i propri frutti. Conosceva ormai ogni nota, ogni voce, ogni paradigma. Persino quello della luce, del candore, del salvifico fulgore del Sole. Alla Malia delle Sirene, capace di privare lentamente ogni guerriero della propria connessione al Cosmo, indebolendolo lentamente, fino a renderlo inerme, avrebbe accompagnato altre note, altri paradigmi.

    Le note della Primarca - più simili a un vociare antico, a uno stridore ancestrale che a una melodia di pace e riposo - si produssero nell'illusione di una radiosa quanto improvvisa luce, un modo per far sì che Lord Oliver chiudesse gli occhi, lasciando istanti preziosi alle note più temibili, le cui codificazioni erano mescolate e intrecciate con quelle dell'illusione. Un urlo di strazio, una nota di dolore. Una Malia di tormento, che avrebbe attaccato senza pietà i nervi e le capacità ottiche del Primarca, privandolo della capacità di vedere per qualche ora. Niente di permanente e definitivo, niente di ciò che avrebbe riservato a qualsiasi altro nemico. Solo il sufficiente a vincere quel confronto, quella prova di forza.


    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE Accusato colpo all'addome, leggero senso di debolezza.
    MENTALMENTE Divertita e desiderosa di mostrare la propria forza.
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Yo Rain, finalmente ce l’ho fatta. Vado per gradi, ma ho diviso anche in paragrafetti in modo che sia tutto più lineare possibile anche nel testo: prima del tuo setup completo, vedendoti arrivare, tiro su un piccolo buckler cosmico (img) che tuttavia non è sufficiente a difendermi completamente dal tuo attacco. I tuoi punii sfondano la barriera perdendo un po’ d’efficacia, ma per il resto mi colpiscono dritto nel petto. Mi difendo da danni gravi semplicemente con l’armatura, ma di fatto mi becco un montante l’equivalente di un montante di Tyson allo stomaco. Fa male e l’effetto di privazione vitale va a segno. A quel punto sfrutto momento immediatamente successivo all’impatto per esplodere cosmo al semplice fine di liberarmi: fra esplosioncina cosmica e contestuale dispiegamento delle ali mi libero dalle spire, e inizia la mia fase offensiva. Questa di apre con un’altra eplosione cosmica [AD- riposizionamento] che mi permette di allontanarmi da te, poi concatena un’illusione [diversivo] di una luce impenetrabile nell’arena e un attacco diretto [AF] ai tuoi nervi ottici con l’obiettivo di fotterti la vista per il resto del duello. Ogni nota della Malia è permeata dell'effetto di privazione cosmica proprio della Musica del Primarca delle Sirene.

    Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi, bro. :fiore:

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    4





    La donna tentò di allontanarsi da lui utilizzando un’esplosione contestuale, qualcosa che le permettesse di non essere completamente spedita contro il muro dal suo attacco più forte. La vide rotolare su un fianco ed allontanarsi – e in quel momento fu sul punto di fare ancora una volta forza nelle gambe, per scattare e raggiungerla. In quel preciso istante, tuttavia, dalla figura di Adaeze si levò un’altra esplosione cosmica. La sua intensità era minima, ed era stata strutturata in modo tale da occultare l’interezza della sua figura, dietro l’espressione energetica. Con rapidità, Oliver levò un braccio verso il lato – generando una bordata cosmica per annullare gli effetti della prima offensiva – venendo leggermente spostato di qualche passo, una contromisura del tutto simile, che faceva del divario di forza il suo perno di riuscita. Eppure, tutto ciò non si rivelò che un espediente per permettere alla Primarca di Siren di iniziare a suonare – facendo viaggiare veloci le note attraverso l’aria, in modo da raggiungere l’udito di Scylla. Era una melodia piuttosto pacata, qualcosa che – in altro contesto – avrebbe dolcemente cullato l’ascoltatore, qualcosa che avrebbe sollevato gli animi di tutti. Si fosse trovato in un altro contesto, l’avrebbe apprezzata, avrebbe sorriso ad ascoltarla. Invece, una forte luce si estese dietro l’esplosione cosmica iniziale, una luce che lo portò inevitabilmente a chiudere gli occhi per un secondo.



    'Usi i miei trucchi contro di me, hermana?'





    Nello stesso istante, i suoi occhi iniziarono a bruciare, portandolo ad aprirli e chiuderli consecutivamente. Il bruciore si trasformò, aumentando di intensità, oscurando la visione periferica per un attimo, prima di pulsare e rendergli la vista sfocata - come se avesse avuto seri problemi a mettere a fuoco ciò che lo circondava. La musica prodotta dal Flauto di Tersicore era particolare, era uno degli strumenti più potenti che un musico avesse potuto possedere – capace di creare vivide illusioni, e come tali, estremamente dannose per un avversario non addestrato a contrastarle. Il bruciore sembrò stancarlo, per un attimo, e Oliver capì cosa fare per contrastarlo – quasi come a riscontrare un’aspettativa nutrita in precedenza. Era una notevole illusione debilitante, ma nient’altro che mera illusione, nella sua componente iniziale. Quante volte aveva visto la stessa tattica colpire i nemici di Atlantide? Troppe. Quante volte aveva irritato suo fratello, sottovalutando le sue capacità? Altrettante. Il cervello di Oliver reagì producendo un’onda dello stesso calibro, eliminando la sensazione di bruciore e l’impressione di aver perso momentaneamente la vista – così come la luce brillante.


    'Perdonami, ti ho sottovalutato
    Ma è un errore che non farò più.'





    Compì ciò nello stesso momento in cui individuò la presenza cosmica della compagna di sparring, scattando verso di lei. Il dolore al nervo ottico sembrò farsi sentire, pulsando ancora nel retro della sua nuca, così come quella nota di fiato spezzato che aveva avvertito all’udire della musica. Si rese conto – non senza una certa soddisfazione – di averla sottovalutata. Era più forte di quel che si era aspettato – quindi, avrebbe dovuto trattarla come un avversario degno di questo nome, offrendole nient’altro che il massimo delle sue capacità e della sua tattica di combattimento. Scattò con velocità – dunque – saltando verso l’alto, mirava a creare attraverso il suo braccio la lama dell’aquila, con l’obiettivo di portare un fendente a mezzaluna, scendendo su di lei, nel tentativo di colpirla all’altezza della spalla destra.



    Ed era ciò che lei avrebbe creduto.



    Quella sarebbe stata l’esatta scena riprodotta dalla sua illusione ambientale, che l’aveva celato – nel frattempo – alla vista e all’udito di Adaeze. Lui, il vero Oliver, avrebbe seguito una linea retta con l’obiettivo di arrivare proprio ad un soffio da lei. La copia si sarebbe infranta nel momento in cui avrebbe tentato di colpirla, attirando le sue attenzioni sopra, e permettendogli di agire indisturbato sul resto del corpo.



    Il Ki-Rata praticato inizialmente da Azae fu la forma più pura – quella basata esclusivamente sulle abilità del corpo, sulle svariate tecniche di controllo del cosmo apprese. Il suo approccio, anche da artista marziale, fu prettamente in virtù delle capacità che i cormi animali e umani potevano infliggere e subire. Questo approccio scientifico si riversò, inevitabilmente, nel suo modo di combattere – nel modo in cui portava a segno i colpi. Una volta ottenuta la benedizione, e le capacità, dei sei animali della Ninfa dello Stretto – Azae integrò le nuove armi, le nuove espressioni, all’interno del suo modo di combattere – lasciando la matrice biologica come importante punto di partenza. Il corpo umano possedeva determinati punti in cui risultava più resistente, o più fragile. Proprio come una macchina, rispondeva in modi particolari se stimolato o danneggiato. Le ossa, i muscoli, gli organi – svolgevano tutti un determinato compito, che permetteva la regolarizzazione delle funzioni di qualsiasi essere. Cosa succedeva, dunque, se una forza disumana si sarebbe riversata su di essi?



    Voci ormai perse nella memoria del tempo raccontano dell’impresa della distruzione di una montagna – nel momento in cui il Nono Re dovette studiare come utilizzare al meglio questi nuovi poteri. Otto passi, otto colpi, che furono sufficienti per disintegrarla nelle fondamenta. Qualcosa da poco, per la sua figura – così come per quella dei suoi fratelli – ma abbastanza da suscitare lo stupore dei suoi sottoposti, nel momento in cui videro compiersi un fenomeno del genere. Una volta capito la giusta dose di forza da imprimere ad ogni colpo, tentò di emulare quella stessa procedura su un corpo umano – nemico, ovviamente. I risultati furono disastrosi, e non per lui.



    – Ki-Rata –
    [ Eight Trigrams Mountain-Crusher ]





    Nel momento in cui la copia illusoria avrebbe raggiunto il culmine del suo scopo, Oliver avrebbe generato due pipistrelli invisibili, a distanza zero, in modo da allontanare gli arti della donna dal suo corpo – aggiungendoci un’ulteriore privazione delle energie vitali, iniziata con l’attacco precedente. Adaeze non era l’unica a disporre della capacità di indebolire i suoi nemici, e ciò servi soltanto a renderla più aperta – sia fisicamente, che dal punto di vista delle sue forze – all’attacco più potente.



    La sua armatura assunse le caratteristiche dell’orso – rese ancor più pericolose dalla canalizzazione dell’arma dello stesso animale. Con esse, procedette nel tentativo di colpirla con una spaventosa forza, supportata dalla capacità contundente e dalle proprietà dei gravi danni interni conferiti dall’arma scelta. Le zone mirate erano quelle più importanti per il corpo umano, zone che se messe a rischio, avrebbero potuto incapacitare la maggior parte dei nemici. Testa, omero sinistro, gabbia toracica, radio destro, femore, addome, utero, reni. Una sequenza di otto colpi ripetuta e amplificata dal suo arsenale più potente – in termini di forza fisica – per annichilirla completamente. Il suo regalo, la sua forma di rispetto, nei confronti della ragazza che si era guadagnata il diritto di indossare la corona, come lui, e di diventare responsabile delle vite di così tante persone. L’avrebbe resa la sua montagna, il suo obiettivo su cui riversare la stessa tenacia e la stessa determinazione di cui era provvisto il primo Uomo di Ferro.



    Approfittando della distrazione iniziale, e degli arti della Primarca stessa allontanati dal corpo – lasciandola ad una totale esposizione – Oliver avrebbe inflitto la serie di pugni con l’obiettivo di danneggiare gravemente le zone mirate, tentando di essere il più preciso possibile - a discapito del danno ricevuto, che non gli permetteva di essere chirurgico nell'esecuzione, come sarebbe stato senza quell'inconveniente. Colpendole la testa, il volto, le avrebbe danneggiato la bocca e la mascella – in modo tale da non permetterle più di suonare. Prendendo di mira omero sinistro e radio destro, avrebbe danneggiato le ossa in modo tale da renderle estremamente difficile il mantenere il flauto e portarlo alla bocca. Con i colpi al torace e all’addome e alla gabbia toracica le avrebbe reso impossibile respirare ed accumulare ossigeno in modo da riversare all’interno del flauto, o per prendere fiato in ogni caso. Invece, colpendo femore e zona corrispondente all’utero, mirava a impedirle di mantenere una corretta postura, o movimenti atti a poter evitare altri attacchi – o spostarsi. Un attacco degno di una regina del suo grado.


    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri
    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Nervo ottico danneggiato, iniziale privazione cosmica
    MENTALMENTE Ξ Ottimo
    STATUS SCALE Ξ [Indossata]

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Annullo l'illusione grazie alla protezione dalle illusioni, subendo comunque l'effetto del danno ottico e della privazione. Dopodiché, genero un'illusione ambientale di una copia che corre verso di te e salta in aria, cadendo in picchiata per attaccare e concentrare le tue attenzioni verso l'alto [diversivo]. Nello stesso momento, nascosto a vista e udito, mi lancio in avanti utilizzando l'arma del pipistrello per aprire ulteriormente le tue difese ed indebolirti con la privazione vitale [ad]. Dopo, utilizzo la trasformazione e l'arma dell'orso, per fare uattatatata di pugni nelle zone indicate nel post, con gli effetti descritti [af - forza straordinaria + effetto danno interno ad ossa e organi dell'arma]
    Strong, united, working 'till we fall
    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione

    -Mark I: Oso
    Canalizzando il potere dell'orso, la scale assume un aspetto più imponente, grande, similmente all'animale da cui trae potere. In questa forma, Oliver può sfruttare l'assestamento della scale in modo da disporre del pericoloso danno interno, delle armi contundenti, proprie delle armi originali - aggiungendo ad esse la pericolosità dei colpi portati a con una forza straordinaria. Sarà possibile, dunque, imprimere una forza superiore nei propri colpi e sul terreno, in grado di poter generare scosse con estrema facilità, o di pressurizzare l'aria mediante l'utilizzo di pugni ben assestati.


    Voz de Ola - Telepatia

    TECNICHE Ξ

    Through the cold mist
    'Till we're lifeless, together.


    Ultima composizione bestiale di Azae.
    Le capacità mortifere del pipistrello si estendono anche alla parte della scale benedetta da questo potere, che permetterà a Cuordimetallo di manifestarlo attraverso la creazione di due piccole lame sul dorso delle mani, sui gambali - o su qualsiasi altra parte del corpo adatta - in modo da privare l'avversario della sua forza vita, se colpito. Se riuscito, ogni colpo strapperà una quantità sempre maggiore di energia vitale avversaria, per rendere quest'arma pericolosa tanto quanto le altre bestie. La stessa capacità di privare l’energie avversarie sarà utilizzabile dall’emanazione cosmica. Lo spirito del pipistrello, con artigli e denti acuminati, si lancerà verso il suo obiettivo – nell’intento di recare danno, e privarlo delle sue forze, nello stesso modo in cui Oliver farebbe attraverso l’arma sulla sua Scale. [Danno: Perforante, Risucchio Vitale - Arma: Piccolo pugnale]


    Cold, the air and water flowing
    Hard, the land we call our home.


    Prima composizione bestiale di Azae.
    Il pugno dell'orso. Attraverso la manipolazione del proprio cosmo, e della propria armatura, Oliver può trasformare parte della sua scale - dotandola di grandi guanti meccanici, o gambali più robusti - per colpire il nemico con maggiore forza; procurando all'obiettivo, se andato a segno, gravi danni interni. Se non manifestati sotto questi aspetti, i poteri dell'orso possono trasformare parte della scale, facendole assumere l'aspetto di un grosso martello. Rottura di ossa, emorragie, tutto a disposizione della conformazione contundente che la scale di Scylla può assumere. Quando viene utilizzato lo spirito dell’orso, inoltre, il colpo a distanza assumerà le fattezze della stessa bestia – dirigendosi in prossimità dell’avversario per tentare di colpirlo con i suoi possenti artigli, causandogli – in caso di riuscita – lo stesso tipo di danno che causerebbe un impatto fisico dell’arma cosmica. [Danno: Interno, Rottura di Ossa - Arma: Grossa, Contundente]

    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 2/6/2020, 22:54
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    V — NOBODY BEATS


    Un attacco brutale, degno di un Primarca di Scilla. Non aveva ancora la conoscenza e un cosmo sufficienti per poter essere ritenuta degna del rito del Khala, ma era sicura che – in qualche modo – Azae, nella sua coscienza e nel suo retaggio, fosse soddisfatto di come Oliver avesse applicato gli studi e le conoscenze che, da millenni, i Re degni di quell’armatura si erano in qualche modo tramandati. Il sapiente uso di capacità fisiche, conoscenze anatomiche e abilità illusorie volto all’annichilimento dell’avversario impressionò la Regina, che si compiacque di potersi misurare con un avversario come quello. Un senso di soddisfazione che durò giusto un istante, il tempo di rincuorarsi nel sapere che un guerriero come Lord Oliver sarebbe stato al suo fianco in una vera battaglia, in cui la posta in gioco sarebbe stata senz’altro più alta di quella di uno sparring in un’arena vuota.

    La potenza di fuoco del Primarca di Scilla si era manifestata di fronte a lei in tutta la sua soverchiante tracotanza. Un attacco portato con violenza e precisione, mirato a metter fuori uso alcune delle sue funzioni più importanti, per la maggior parte chiave nell’ottica della sopravvivenza in una battaglia. Era un attacco la cui finalità era quella di metterla fuori uso, eliminando dall’equazione della sua pericolosità almeno una delle armi che contribuivano a renderla una degna erede di Evemone.

    L'offensiva di Lord Oliver fu più insidiosa di un semplice attacco frontale, semplicemente devastante, come quello mostrato poco prima. Al contrario, l'Uomo di Ferro fece ricorso ad una delle sue illusioni - un espediente che il Primarca aveva imparato ad utilizzare come straordinario supporto per le sue mani pesanti. Un grimaldello capace di aprire la guardia dei suoi avversari, lasciando ad una delle sue bestie l'onore di finirli, aggredendoli con la fame e la ferocia delle armi che Azae ha mutuato dalla fiera multiforme della quale ha raccolto la benedizione. Poteva aspettarselo, la Regina: seppur non ai livelli dei Primarchi delle Limniadi, gli eredi di Azae potevano far ricorso alle arti illusorie per trarne vantaggio in duello, un'eventualità che Adaeze provò a prevenire nel momento stesso in cui la figura del suo avversario - e confratello - si mosse. Le codificazioni della sua musica svelarono solo in parte la trama illusoria costruita da Lord Oliver: non ebbe il tempo, né l'efficacia necessaria per smontare del tutto quell'inganno, ritrovandosi a dover erigere una barriera cosmica - una sezione di una sfera - in grado di intercettare gli attacchi delle due figure del Primarca che glitchavano davanti ai suoi occhi.

    La barriera di cosmo grezzo si sbriciolò davanti ai propri occhi, ma in qualche modo evitò alla Regina di trovarsi completamente impreparata di fronte al violento attacco del Primarca suo pari: il Primarca di Scilla sfondò di fronte a lei, e solamente quella difesa preventiva le impedì accusare completamente il primo colpo del proprio avversario, quello mirato ad aprire ulteriormente la sua guardia. I rapidi movimenti della forma scelta da Lord Oliver per quel primo gesto nel combattimento corpo a corpo colpirono così le braccia della Regina con meno forza del previsto, regalandole qualche preziosa frazione di secondo in più per proteggersi dall'offensiva vera e propria, una lunga e brutale sequenza di colpi codificata, che sembrava quasi studiata appositamente da Azae per contrastare il proprio fratello Evemone. Scilla contro le Sirene, nella maniera più brutale da decenni a quella parte. Otto passi, otto colpi. Otto stoccate in altrettanti punti critici del corpo della Regina, portati con una forza degna di uno dei figli del Dio Imperatore.

    Si accorse di quanto quel primo - debole - attacco del Primarca di Scilla fosse subdolo non appena mosse le braccia a difesa dal primo dei pugni della bestia dell'Orso: notò immediatamente di aver perso altre energie, probabilmente drenate da quei colpi rapidi e pressoché innocui del proprio avversario. Fra i figli del Dio Imperatore, dunque, Evemone non era il solo il cui cosmo aveva la proprietà di sottrarre energia dai propri nemici. Nel suo caso, agiva sul tramite fra cosmo e corpo del proprio avversario; nel caso di Azae, direttamente sulla sua forza vitale. Un approccio diverso, figlio dei loro diversi talenti, ma con lo stesso, inevitabile finale.

    Gli istanti che seguirono furono la rappresentazione della brutalità. La Regina non riusciva a mettere completamente a fuoco la figura del Primarca di Scilla: la trama illusoria che lui stesso aveva eretto pochi istanti prima manteneva ancora una considerevole efficacia, e la sagoma di Lord Oliver appariva ad intermittenza, esattamente come in un glitch. Una condizione pessima per chi - come Adaeze - si ritrovava tempestata dai colpi del proprio nemico, pesanti e forti come martellate. Aveva ben poche frecce nel proprio arco: non aveva una idea precisa dei movimenti di Lord Oliver, nè la forza necessaria per contrastarlo nel corpo a corpo. Sperò di cavarsela con ciò che i Primarchi delle Sirene potevano in situazioni come quelle: continuò ad erigere barriere cosmiche, agitando il flauto di fronte a sé nel disperato intento di intercettare, deflettere o deviare qualcuno dei colpi del Primarca, utilizzando anche le proprie ali come strati di armatura aggiunti, quando fosse stato necessario. In qualche modo, quella difesa caotica e improvvisata le permise di non cadere a terra esanime al secondo assalto del Primarca di Scilla: sfruttò l'ultimo dei suoi colpi e un vigoroso battito delle proprie ali per farsi indietro, e tornare a guadagnare spazio fra sé e Lord Oliver. Il bollettino di guerra non era tuttavia dei migliori: la testa le girava, la spalla sinistra doveva aver riportato una forte contusione, e fu costretta a sputare grumi di sangue provenienti da chissà quale organo interno. Dal dolore non riusciva a capirlo, tanto era acuto e diffuso. Il danno peggiore però fu quello alla gamba, che gridava al cielo un dolore lancinante, con tutte probabilità quello di una frattura.

    Bruciò il proprio cosmo nella speranza di sopperire al dolore, trovandovi la forza per proseguire lo scontro. Non aveva tempo da perdere, sebbene con un po' di fortuna il danno inflitto poco prima alla vista di Lord Oliver le avrebbe dato il tempo sufficiente ad imboccare il flauto. C'era una lirica - una storia - di cui aveva trovato traccia nella biblioteca del palazzo. Uno spartito, probabilmente tramandato di Primarca in Primarca, capace di raccontare la storia, o la leggenda, di una Regina del Sud, una Regina del Meridione, mandata in terra per giudicare e condannare gli uomini, mettendone alla prova la forza e il giudizio.


    ORIN TI AYABA SABA
    [ACT II – BESEECH THE QUEEN]



    Una Malia fatta di trame e codificazioni complesse, capaci di irretire i sensi dell'avversario e attaccarne al contempo il sistema nervoso centrale, agendo sui due livelli di cui esso è composto. Una trama dura, spietata, esattamente come il giudizio di quella Regina, bella e implacabile, smaniosa di osservare ogni uomo prostrarsi ai suoi piedi, dopo aver vagabondato alla ricerca del suo fiore, il più bello e profumato fra quello delle donne del Sud.

    Il primo suono fu l'urlo del caldo, il canto del Sole e del suo calore, quello capace di privare un uomo del proprio giudizio, offuscandone i pensieri, oltre che la vista. Le codificazioni musicali della Malia delle Sirene, le stesse che avrebbero continuato a privare il Primarca di Scilla della forza del proprio cosmo, avrebbero invaso l'ambiente, alterando la reale posizione della Regina. Una figura danzante, come quella di una fiamma, come il fusto di una palma nel deserto. L'aspetto riarso e tremolante del Sole all'orizzonte in una calda giornata nel Sahara, tanto effimera da sembrare vicina, lontana, pressoché impossibile da determinare con certezza.

    Al richiamo di una Regina tanto inafferrabile, gli uomini - e fu questo il secondo sapore suonato da Adaeze - furono addirittura pronti a rinnegare sé stessi, fino a perdere scusa per ognuno dei propri peccati. Nessuna altra illusione, ciò che la Primarca delle Sirene avrebbe suonato al proprio compagno - e sparring partner - non era che una melodia capace di offuscarne i pensieri e la memoria, rendendogli difficile, se non impossibile, scegliere quale cassetto aprire per trovare una soluzione a quell'enigma, forse incapace persino di ricordare quali fossero le proprie capacità, le proprie istanze, le proprie particolarità. Un altro uomo nudo, incapace e inerme di fronte alla magnificenza della Regina del Sud.

    Una Regina che di quell'uomo - infine - ne avrebbe reclamato il rispetto. Un susseguirsi di note gravi diede il la per la terza partitura dello spartito, quella di un attacco diretto alla capacità motoria dell'avversario. Come infatti la Regina del Meridione pretendeva che gli uomini si prostrassero ai suoi piedi, così Adaeze suonò una melodia tale da attentare direttamente alla capacità di muovere le gambe e di tenersi in piedi di Lord Oliver, indirizzando una serie di note e codificazioni al suo sistema nervoso centrale. Una punizione sufficiente per averla colpita con tale forza, quella di un uomo costretto a subire una punizione atroce e dolorosa, fino ad essere ridotto a rimanere a terra inginocchiato.
    A supplicare la Regina

    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE Danno allo stomaco, difficoltà respiratorie, frattura al femore, contusioni sparse, incremento del senso di debolezza.
    MENTALMENTE Affascinata dalle potenzialità dell'avversario, risoluta a mostrare le proprie.
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Eccoci qui. Dunque, continuando a suonare dal turno precedente e conoscendo le capacità del Primarca di Scilla, che comprendono l'utilizzo anche delle arti illusorie, suono una melodia di sottofondo che mi allerta della trama illusoria, che tuttavia - visto il divario energetico - riesco a dispellare soltanto in parte. Erigo una barriera cosmica che sia in grado di intercettare sia l'attacco dall'alto che quello dal basso. Nella sequenza corpo a corpo sono moderatamente aiutato dal fatto di aver parzialmente disfatto la trama illusoria che Oliver ha costruito: vedo dei glitch che non mi permettono di intercettare e intuire con precisione gli attacchi, ma che mi permettono di reagire come riesco utilizzando cosmo grezzo e flauto. Il volume e la forza dei colpi è in ogni caso tale da farmi male. Molto male.

    La mia fase offensiva, invece, consiste in un'illusione simile a quella di un miraggio, persistente e continuativa, utile anche a farti calibrare male le distanze di un eventuale attacco nel tuo turno [diversivo]. Le note della Malia portano con sé un duplice effetto, sempre mirato al sistema nervoso centrale. Il primo attacca direttamente il cervello, obnubilandone la memoria e tentando di rendere impossibile la costruzione di una difesa efficace [ad] ed uno più distruttivo mirato al midollo spinale, un dolore equivalente a quello di centinaia di coltellate e un attacco diretto ai collegamenti sinaptici per tentare di privarti della capacità motoria, soprattutto delle gambe [af]. Come da abilità della Scale, a tutte le note della Malia è associato l'effetto di Privazione Cosmica.

    EDIT: Rework della fase difensiva dopo allineamento con Rain :zizi:



    Edited by caligola~ - 2/6/2020, 23:53
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    5





    Nello stesso momento in cui Adaeze ricominciò a suonare, e lui tornò nella sua forma base, la sua figura prese ad assumere tratti particolari – quasi intermittenti – nati dalla capacità della sua musica di poter intessere particolari, quanto efficienti, illusioni. Non fu quello il problema più grande, una cosa da poco anche per uno dei tanti primarchi dotati di poteri psionici. Il vero assalto della musica arrivò con le note seguenti, le note che avevano assunto la capacità di far fronte alla fama delle sirene. Oliver fu sul punto di portare avanti una nuova offensiva, quando – a velocità impressionante – il suo cervello fu raggiunto dalle note del flauto di Tersicore. Per un attimo si sentì debole in corrispondenza delle gambe, quasi più lento del normale – trovandosi impreparato nel trovare una strategia efficace. La sua vista si era abituata alla gradazione che il nervo ottico aveva assunto in quel momento, chiaramente offuscata. Le pupille si erano assottigliate, e il rosso aveva sostituito il bianco che incorniciava il suo sguardo così semplice e vivo. Facendo forza nelle gambe, riuscì a riprendere la posizione adatta a proseguire il combattimento, pronto a portare avanti lo scontro con un’altra delle sue tecniche.


    Ma quali?




    Ad un primo momento, pensò di essere caduto nell’indecisione soltanto a causa del dolore e della situazione che si era aperta davanti a lui, in quell’istante. Tuttavia, a nel muoversi, nel raggiungere Adaeze, si era reso conto che – effettivamente – aveva impiegato più di qualche secondo nel catalogare, attraverso la memoria, la giusta tecnica o la giusta arma da rivolgerle contro. Strinse leggermente i denti, senza perderla di vista e percezione, espirando profondamente. Quando quell’attimo di indecisione fu passato, e fu per scagliare la nuova tecnica, il dolore gli spezzò il fiato all’interno dell’elmo – costringendolo a chinarsi per qualche secondo. L’intensità sembrava amplificarsi nella parte inferiore e posteriore del suo corpo, con un culmine che intorpidiva le sue gambe e le braccia, rallentandolo di parecchio. Strinse i denti con ancora più forza, realizzando l’obiettivo verso cui lo aveva spinto la Primarca di Siren. La musica a sua disposizione era una musica estremamente insidiosa, qualcosa che sì era da elogiare, per capacità, ma che aveva sempre trovato di dubbia moralità. La possibilità di non affrontare direttamente il proprio avversario, di agire nell’ombra e privarlo progressivamente delle sue forze – o dei suoi movimenti, come prima – per vincere lo scontro senza rivolgere nemmeno un colpo aperto, nemmeno guardando in faccia il proprio avversario.





    Qualcosa nacque dentro di lui. Non era soltanto determinazione, ma un sentimento che aveva provato poche volte – un sentimento che aveva percepito in risposta a coloro che utilizzavano ciò che avevano per rendere inermi le persone, per farle sprofondare nella paura, nell’indecisione – togliendo loro anche il diritto di poter combattere con le proprie armi. La mente di Scylla lasciò andare una potente onda mentale, che si espanse oltre l’arena, nel suo massimo raggio d’azione. Mentre la Sirena suonava la melodia che lo rendeva impossibilitato – momentaneamente – ad alzarsi, poté osservare il cielo diventare sempre più scuro, così come gli oggetti e gli ambienti, attorno a sé, perdere colore. Tutto ridotto a tonalità grigie, monocromatiche, con le nuvole più nere che il cielo artificiale di Atlantide avesse mai visto.


    [ The Primarch is starting phase-1. Please, make sure you're safe behind proper protections and do not step into the arena, in order to avoid dangerous and unnecessary damages to your body. ]



    Un’improvvisa sferzata di vento prese a correre sul campo di battaglia, assieme a guizzi di energia cosmica. Pura elettricità – prodotta dall’utilizzo delle sue energie – venne rilasciata attraverso il suo corpo, così come lo stesso oro e lo stesso cobalto andarono a circondare l’aria attorno a loro, producendo delle forme particolari. Era una struttura che Oliver conosceva bene, una struttura che si rifaceva alla compressione dei motori di un veicolo – che si divideva in cinque fasi. La Prima fase consisteva nell’induzione, l’energia veniva accumulata in forma ciclica, iniziando a ruotare con velocità sempre più graduale. Proprio secondo quel principio, lungo il perimetro circolare del campo di battaglia, una serie di aquile presero a formarsi – sempre di più – superando il numero di un vero e proprio stormo. Rimasero ferme, grazie alla capacità di Oliver di guidarne i movimenti, per sistemarsi in una vera e propria serie di anelli che partivano dal basso verso l’alto, formando una struttura che ricordava vagamente una cupola, o una sorta di anticamera.



    yROIzGj





    Nello stesso momento, con la mano poggiata sul terreno, lo spazio cominciò a stringersi e l’aria stessa prese a caricarsi di umidità. La forma del Primarca cambiò ancora una volta, utilizzando uno dei poteri che il khala gli aveva concesso, coordinato alle acque di Cariddi. Un grande vortice – immenso, tonante – si sarebbe aperto sotto di loro, all’altezza delle gambe, che avrebbe preso a roteare con velocità. Una tecnica di un amico – no, forse definirlo amico, anche per la sua indole, era troppo. Il termine adatto sarebbe stato rivale, nemico, portatore di una bandiera diversa dalla sua – una bandiera più scura, violacea. Adaeze aveva già incontrato quella persona, e sicuramente la sua esperienza non doveva esser stata affatto piacevole. Non poté fare a meno di pensare a cosa avrebbe provato, se si fosse trovata davanti un livello di pericolo simile – un livello di pericolo, di tecnica e controllo tale da costringerla a trovare qualcosa di più di un’infida melodia. L’armatura di Oliver aveva assunto un colore decisamente più scuro, con delle fattezze che la resero del tutto simile a quella di un’aquila – il cui dominio, oltre al temibile stormo, si estendeva anche sulle correnti più pericolose.


    [ Garuda Flap: Riptide ]




    Il gorgo di Scilla fu generato con l’obiettivo di costringere la Primarca a muoversi per non essere trascinata al centro – e, in suo supporto, dal ciclone stesso fu generata una corrente d’aria ascensionale, che l’avrebbe spinta verso l’alto, verso il soffitto di quella cupola fatta di anelli d’aquile, che avevano appena assunto la forma di vere e proprie lame. Gli anelli stessi presero a ruotare vorticosamente, mentre il suo dominio sulle correnti, in quella forma, faceva corrispondere ad esse altre folate di vento, che si sarebbero aggiunte a quella principale per tentare di portare in aria la compagna di sparring e lasciarla in balia di quello che sarebbe stato l’attacco principale – sospinta da continue e caotiche raffiche di vento. Cosa avrebbe potuto fare? Dispiegare le ali? La sua armatura poteva restare in aria, certo, ma un sovrapporsi e contraddirsi di così tante raffiche di vento l’avrebbe portata a subire nient’altro che il loro moto, trovandosi scoordinata nel tentativo di dominarle e planare. Aveva preparato il campo di battaglia in quel modo, rifacendosi alla più pura espressione del suo potere, senza tecniche d’arti marziali, senza colpirla fisicamente, proprio per non permetterle di trovare un appiglio solido e sicuro, per fermarsi e suonare.


    Nello stesso momento, con un lancinante dolore alle gambe, qualcosa sembrò apparire dietro Oliver – cingendone il busto con le zampe e sollevandolo più in alto, dispiegando le proprie ali al massimo della loro estensione. Ciò che non aveva ancora capito, lei – di Oliver – era che non importavano le ferite, non importavano le difficoltà – i sensi affievoliti – avrebbe trovato sempre, sempre, la forza di muoversi ed andare avanti. E se il suo corpo non glielo avrebbe permesso, glielo avrebbe concesso la sua volontà, il potere che si era guadagnato, arrivando fino a quel punto, per annientare qualsiasi ostacolo sul suo cammino. Ecco la lezione che Cuordimetallo stava insegnando ad Adaeze delle Trame, che il potere più grande e temibile non veniva dalle proprie armi, dalla musica – da come si combatteva attraverso il corpo – ma dalla capacità di rimettersi in piedi, anche quando la situazione sembrava non permetterlo. E proprio in quel momento, Oliver si rialzò, nonostante la quantità estrema di dolore, sorretto dall’aquila che aveva donato le sue ali, e che lo aveva portato in alto. Con voce determinata, con un tono estremamente serio, la sua mente parlò alla donna.


    Q3280hZ

    'Cuordimetallo non si inchina davanti a nessuno.'





    Proprio in quel momento, l’anello di lame che aveva preso a vorticare attorno a loro – lungo il perimetro dell’arena – cominciò a stringersi sempre di più, rivolgendo le attenzioni verso di lei. La struttura era andata incontro alla seconda e alla terza fase, compressione e combustione, che avevano generato lo scenario in cui i due si trovavano in quel momento. Non restava altro che l’ultima fase, lo scarico, che avrebbe trovato la sua natura nel vero attacco, quello più potente, che avrebbe preso di mira la figura della donna – che si sarebbe trovata in aria, nel caso in cui le sue previsioni fossero state assecondate – alla mercé dell’offensiva. Nulla di tutto ciò era stato premeditato se non la struttura simile al motore – l’oggetto più semplice e puro con il quale Oliver era mai venuto a contatto. Una macchina che non era né buona, né cattiva, ma che si basava interamente sulle intenzioni del possessore. Ecco perché amava così tanto il suo lavoro, il suo scopo.


    Esattamente come nella fase dello scarico – definita exhaust, in inglese – tutto si sarebbe messo in moto, lasciando andare completamente il suo attacco teleguidato. Le aquile, con la forma di lame, sarebbero piovute dal cielo – rompendo, a poco a poco, la struttura ad anello che avevano formato e tentando di trafiggerla dall’alto, dal basso, da ogni posizione possibile, grazie alla capacità dell’aquila di manovrare la propria traiettoria secondo la volontà del Primarca. Qualcuna di loro avrebbe spinto Adaeze in avanti, dove avrebbe incontrato un’altra lama che l’avrebbe gettata indietro, pronta per essere colpita da un’aquila dall’alto e spedita verso il basso, con un nuovo colpo che l’avrebbe spinta in aria – così via, trovandosi intrappolata, in caso di successo, in una pioggia di attacchi multidirezionali. Il blu del cosmo di Oliver, riflesso in quelle lame, riempì lo spazio attorno a loro di una luce ben diversa – molto più calda, anche nella sua tonalità fredda – per mostrare a Siren che sì, anche persone come loro potevano farsi prendere dalla rabbia, dallo sconforto, e da tutte le emozioni negative – ma il loro compito, in quanto tali, era di lasciar andare queste emozioni ed usarle per ritrovare la retta via, la luce dopo l’oscurità – la determinazione dopo l’annebbiamento.



    2Kz5orP






    E cosa avrebbe fatto, anche ora? Avrebbe eretto barriere cosmiche, dimenticandosi che quelle stesse aquile, anche se lanciate ben lontano dal suo corpo, erano ben più resistenti e distruttive di qualsiasi espressione cosmica di base? Aveva avuto modo di conoscere la capacità delle bestie di Scilla. Le lame che stavano piovendo da ogni direzione – di un colore ed una luminosità così intense da essere quasi definite bellissime, erano dotate della capacità del suddetto animale – sì, di poter guidare la traiettoria – ma di avere a disposizione un potere di perforazione terribile, pari a quello del pipistrello o dell’ape. Il vento che girava attorno ad ogni singola aquila – o lama, per quanto le sue illusioni avrebbero potuto trasformarne l’aspetto – avrebbe trovato ben poche opposizioni di fronte a qualsiasi capacità difensiva della donna. Perché la musica del flauto di Tersicore era spaventosa, se gestita nelle ombre – lontano dal proprio obiettivo. Ma cosa avrebbe potuto fare, quando non ci sarebbe stato angolo in cui nascondersi?



    Quando si sarebbe trovata davanti ad un nemico ben più forte di lei – che avrebbe bloccato i suoi movimenti, che avrebbe fatto scorrere l’artiglio lungo il suo corpo, trafiggendo il suo cuore da parte a parte? Quando si sarebbe trovata contro intere corazzate navali, quando avrebbe affrontato acque ben più antiche di lei, quando si sarebbe trovata alla mercé di poteri che non avrebbe potuto contrastare. La sua impresa era stata ottima, ma non sarebbe stata che la prima – non l’ultima. Molte sfide e pericoli si sarebbero aperti davanti a lei, e cosa avrebbe fatto in quel caso?



    Quando avrebbe incontrato una volontà impossibile da spezzare?













    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Nervo ottico danneggiato, Arti intorpiditi e danno serio alla zona lombare, debolezza nei movimenti, media privazione cosmica
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Perdonami il terribile ritardo

    Allora, non potendo parare gli effetti degli attacchi veicolati da musica, subisco tutto e mi tengo in aria (in seguito) grazie alla trasformazione e all'aquila. Mentre sono a terra subendo l’attacco forte, inizio a generare gli stessi animali attorno al campo di battaglia che si dispongono a mo’ di anelli, uno sopra l’altro, mentre io entro in Mark II. Su tutto il perimetro del campo di battaglia lascio andare il big tornado stile gorgo, in modo da privarti di una base solida su cui appoggiarti e suonare, amplificato da una corrente di vento - usandolo come mulinello che ha l’obiettivo di spingerti verso l’alto [ad] e portarti in aria, in balia delle correnti. Da lì, pioggia di lame dell’aquila dall’alto/basso/destra/sinistra e varie direzioni grazie alla possibilità di teleguidarle, la cui velocità e perforazione è leggermente aumentata dalla possibilità di usare il vento [af – arma fisica con effetto perforante]

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione

    -Mark II: Garuda
    Attraverso il potere dell'aquila, l'aspetto della scale cambia - diventando più aerodinamico, atto al combattimento aereo. Attraverso questa trasformazione, il Primarca può usufruire delle lame base, che possono essere guidate nella loro traiettoria quando lanciate, e ottiene la capacità di manipolare il vento e le correnti per scopi offensivi e difensivi. Compiere movimenti particolari, sfruttare l'aria che sostiene un corpo per poter restare sospeso in un breve lasso di tempo. Mediante la pressurizzazione, o un aumento della corrente, sarà possibile anche potenziare l'effetto tagliente delle lame .


    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ


    Big Tornado ☼


    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante.

    This, the song of sons and daughters
    Hide, the heart of who we are.


    Terza composizione bestiale di Azae.
    Le ali dell'aquila. Attraverso il potere di questa particolare tecnica, Oliver potrà utilizzare una serie di lame, dotate di forme ricurve e aerodinamiche, per poter attaccare a distanza il nemico. Suddette armi avranno la particolare capacità di essere controllabili a distanza, potendo compiere movimenti - anche innaturali - se dettati dalla mente del Primarca. Di solito posizionate sulle braccia, possono anche spostate in corrispondenza delle gambe o, all'occorrenza, assumere la forma di due pugnali, di taglia media. Le ali dell’aquila, inoltre, possono avere lo stesso effetto – se trasmesse alla sua variante cosmica. Essa sarà controllabile, nella sua direzione, dalla mente del Primarca, venendo impiegata per le stesse strategie – con la stessa natura offensiva; alla stregua di un missile guidato. [Danno: Tagliente, Traiettoria guidata - Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante]

    And we all lift, and we're all adrift together
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    VI — THE SUPERCHUNK


    Fu costretta ad ammetterlo, e non senza una punta di orgoglio – sebbene quel danzare di luci e forme intorno a lei non facevano che presagire che di lì a poco qualcosa di veramente grosso si sarebbe abbattuto su di lei: oltre che efficaci, le abilità del Primarca di Scilla erano meravigliose. Rappresentavano la Guerra fatta Arte, l’estro votato al completo annichilimento dell’avversario. Ne rimase stupita una volta di più, quando – ormai convinta di aver piegato definitivamente il proprio sparring partner sulle sue stesse gambe – lo vide tingere il campo di battaglia del nero aspetto della notte. Un nero profondo, che andò a sovrapporsi agli altri colori, in un gioco di chiaroscuri che andò a ridisegnare l’arena secondo una palette di grigi più o meno foschi. Uno sfondo per far risplendere la lucentezza del suo stesso cosmo, che prese a disperdersi nell’aere, danzando intorno alle figure dei due Primarchi.

    Non riuscì a godersi ciò che arrivò dopo, nonostante lo spettacolo oggettivamente sbalorditivo: è difficile concentrarsi sui dettagli, apprezzare la bellezza della scure che sta per abbattersi sul tuo stesso collo. Se qualcuno avesse assistito allo scontro fra quei due sovrani – tuttavia – non avrebbe potuto fare a meno di rimanere a bocca aperta, impressionato dalla maestosità dell’offensiva di Oliver di Scilla. Percepì che qualcosa di pericoloso stava per succedere quando il suono dell’acqua infranta contro uno dei suoi calzari raggiunge il su o orecchio. Sotto di lei qualcosa stava succedendo, e la connessione alla Malia, con qualche nota suonata per cercare di infrangere un’eventuale illusione costruita dal proprio avversario, le confermò che la minaccia era tutt’altro che un frutto della propria fantasia. Il gorgo che si era appena aperto, feroce ed affamato, sotto di lei, era reale.

    Prima che la corrente diventasse troppo forte per essere contrastata, la Regina battè un paio di volte le ali della propria Scale per sollevarsi dal terreno ed evitare di rimanere coinvolta nel turbine controllato dal proprio avversario. Fu un errore, e lo capì non appena da quello stesso gorgo folate di vento familiari e minacciose presero a soffiare verso l’alto, in un violento e maestoso moto ventoso che era in tutto e per tutto simile a quelli sofferti nel suo scontro con Eaco di Garuda, la lezione più dura che aveva dovuto subire – come guerriera e come Regina. In quel frangente aveva imparato a non agire d’istinto, a riflettere su ogni propria mossa, cercando di prevedere l’effetto domino che ne sarebbe scaturito. Aveva imparato a prevedere le conseguenze delle proprie azioni.
    Una lezione che scordò di applicare in quella specifica fattispecie.

    Quel violento ed improvviso moto ventoso aveva l’obiettivo di proiettare la figura della Primarca in alto, rendendola in qualche modo una preda inerme del vero e proprio attacco del sovrano del Pacifico Meridionale. Quello che sembrava un luminoso e luminescente stormo di aquile, ordinate nel loro sorvolare secondo circonferenze sovrapposte il campo di battaglia, svelò d’improvviso la propria temibile e pericolosa natura.

    Quello che si ritrovò a dover sopportare fu un vero e proprio inferno di lame. Era diverso – ma in qualche modo simile – ai colpi delle combo che pochi attimi prima il Primaca di Scilla le aveva scaricato addosso: la furia questo attacco era meno ordinata, più rabbiosa, capace di insidarla dall’alto come dal basso, da destra come da sinistra. Non aveva scampo, se non – come le era successo nella maggior parte dei duelli che aveva affrontato fino a quel momento – utilizzare la propria armatura e la manipolazione del proprio cosmo fino a creare delle barriere in grado di proteggerla. Erano espedienti che, certo, erano alla portata di qualsiasi altro guerriero sacro, ma sui quali – a differenza degli altri – era costretta a fare affidamento vista la natura prettamente offensiva delle sfumature e delle particolarità della propria fiamma sacra.

    Per sua fortuna – quanto forte e intenso potesse essere il cosmo di Lord Oliver – non era ancora sufficientemente potente per danneggiare armature della foggia delle Scale. Inoltre, forse cosciente delle spiccate capacità di ingannatore del proprio figlio Evemone, il Dio Imperatore aveva forgiato la Scale delle Sirene concedendole un livello di copertura del corpo quasi totale, insieme ad un paio di ali estremamente ampie, alte più di mezza figura della Primarca stessa. Una risorsa da non sottovalutare nel computo delle risorse messe a disposizione di uno dei Sette.

    Trasportata dal vento e dalla corrente, piegò le ali a propria difesa, cercando di proteggere in particolare le aree più delicate, il volto e l’addome. Aveva mantenuto le braccia all’interno di quel guscio, piegando gambe e ginocchia per ridurre al minimo la superficie bersaglio delle offensive di quello stormo di lame. Eppure poteva sentirle abbattersi con violenza all’esterno di quel nucleo di protezione. Sembrava come se una selva di lame, d’ogni forma e dimensione, si fosse abbattuta sullo stesso bersaglio. L’attacco durò pochi secondi, ma le sembrò un’eternità, in preda alla necessità di resistere al dolore – che taglio dopo taglio, specie sulle parti più esposte, schiena e giunture – si faceva più lancinante, come se ad ogni pugnalata, fredde lame le si conficcassero nelle membra, e a quella di mantenere attive le proprie barriere cosmiche, capaci quantomeno di intercettare e deviare qualcuna di quelle armi cosmiche.

    Cercò di resistere al dolore e alla fatica, che cominciava a farsi sentire, mentre le fitte lancinanti – soprattutto alle gambe – rendevano la propria postura eretta sempre più difficile da mantenere. Quella dimostrazione di abilità non andava avanti da tantissimo, eppure entrambi erano già provati, fisicamente e mentalmente. I loro poteri erano così diversi che avevano effetti devastanti sul proprio avversario, senza però dare la possibilità ai Primarchi stessi di poter erigere azioni difensive sufficienti ad evitare di essere ogni volta colpiti abbattuti. Era una gara a chi crollava per ultimo, e Lord Oliver – oltre all’esperienza e ad un cosmo ben più intenso di quello della Primarca delle Sirene – poteva contare sulla coscienza di Azae e di quelle dei propri predecessori. La benedizione del Khala.

    La Malia di Evemone era tuttavia un potere tale da non poter essere affrontato direttamente da alcuno dei propri fratelli. Evemone non eccelleva nel corpo a corpo, né nella manipolazione delle Acque e delle loro proprietà e sfumature. Era un artista, un abile oratore – prima di tutto – un signore dell’inganno. Un approccio che – Adaeze ne era sicura – Lord Oliver non approvava, e che rappresentava un modo di interpretare la guerra e il duello il più distante possibile da quello del Primarca di Scilla. Peccato, perché a lei al contrario piaceva da impazzire.


    BEASTMASTER ASCENSION
    [THE REVOLUTION OF THE SIX COMPANIONS]


    Fu costretta a ricorrere a tutto il proprio autocontrollo e a bruciare nuovamente il proprio cosmo per rimanere in piedi e suonare, mentre – più avanti – Oliver di Scilla rimaneva sospeso a mezz’aria, in una forma che, a decine di metri l’uno dall’altro come si trovavano, ricordava vagamente proprio quella di Eaco di Egina. Era costretta a tenere il peso sulla gamba sinistra, colpita anch’essa dalle vere e proprie pugnalate dell’attacco del Primarca ma l’unica delle due con un femore ancora intero. Dovette fare i conti anche col dolore delle articolazioni e dei muscoli della spalla destra, la più colpita dall’ultimo attacco del Primarca di Scilla, e sempre meno fluida da comandare e regolare, in preda ad urla di dolore lei stessa.

    La malia che si propagò nell’ambiente – una volta che riprese a soffiare nel proprio flauto – aveva le solite intenzioni malevole nei confronti di Lord Oliver, ma làddove prima aveva portato dolore e trauma, in quel momento stava portando pace e sollievo. Erano codificazioni di rilassatezza e sollievo quelle danzavano intorno al Primarca di Scilla, in grado di spingerlo ad abbandonarsi alla pigrizia, all’inerzia, a chiudere le palpebre in un dolce e beato sonno, concedendo il tempo alla canzone delle Sirene per eroderne ancora una volta la forza cosmica, in un flusso di privazione che aleggiava intrinseco nelle note della Primarca.

    Non era quella, tuttavia, la reale offensiva di quella suonata: la trama illusoria costruita da Adaeze e veicolata dalle note del suo flauto direttamente verso la mente di Lord Oliver aveva l'obbiettivo di catapultarlo in una vera e propria simulazione di una rappresaglia da parte delle Bestie delle quali Scilla aveva donato lui il controllo. Si sarebbe visto circondare - a turno - da branchi, stormi e sciami delle proprie bestie, a cominciare da forti e implacabili orsi, continuando con aquile, lupi, pitoni, pipistrelli e vespe. Tutti, una specie dopo l'altra, avrebbero attaccato il proprio padrone con le armi a loro disposizione: zanne e unghie, fauci, spire e pungiglioni. Un assalto selvaggio e implacabile, che avrebbe visto l'uomo lottare contro la natura. Il padrone contro le proprie bestie. Solo alla fine di quel viaggio all'inferno ogni eventuale ferita riportata dal Primarca sarebbe stata tradotta in un danno neurologico. Una lotta senza quartiere per la propria sopravvivenza, sebbene combattuta soltanto nelle stanze della propria mente.

    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE Danno allo stomaco, difficoltà respiratorie, frattura al femore, contusioni sparse, discreto senso di debolezza; tagli e pugnalate sparse, soprattutto fra una parte della corazza e l’altra (spalle e scapole, polpacci, bicipiti femorali).
    MENTALMENTE Affaticata e piena di senso di rappresaglia.
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Eccoci Andre. Scusa qualche giorno di attesa in più del previsto, ma almeno abbiamo scavallato la metà dell'incontro. Nonostante abbia scritto tanto, le azioni sono semplici: cado nel trappole iniziale e cerco rifugio in cielo, dove però si abbatte su Adaeze l'inferno di lame ordito da Oliver. La difesa consiste in una chiusura a riccio (cloth + barriere cosmiche) che tuttavia non impedisce alla Primarca di subire ferite ferie, in particolare a gambe (polpacci e bicipiti femorali) e spalle e scapole. Sono i punti non coperti dalla cloth, e ho interpretato il danno come vere e proprie pugnalate larghe e profonde in quei punti. Tornata a terra, si regge a stento in piedi e fa fatica a usare il braccio destro, ma intona la malia. Ad un effetto di sonnolenza e rilassatezza estrema indotte (AD - induzione di sonnolenza) si aggiunge l'attacco vero e proprio, un'illusione lunga (AF - illusione mentale) molto simile nella funzione al viaggio nei mondi di virgo. Qui invece sono le tue stesse bestie che vengono a trovarti, una specie alla volta, a branchi/stormi/sciami e ti attaccano. Le eventuali ferite fisiche che subisci nell'illusione si tramutano in puro danno mentale alla fine dell'illusione. Come da abilità della Scale, infine, a tutte le note della Malia è associato l'effetto di Privazione Cosmica.

     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    6




    Quando una persona veniva tradita, sviluppava una sorta di risentimento nei confronti della fonte del tradimento. Rabbia, rancore, tristezza – perché veniva a mancare quella sicurezza nella quale si faceva estremo affidamento. Si poteva subire questo tradimento da una quantità infinita di cose, nel loro mondo; una persona, certo, così come una squadra – un ideale, un intero regno, fino ad arrivare al tradimento delle proprie capacità e dei propri poteri, su cui si aveva fatto vitale affidamento. La situazione non fu tanto diversa per lui – i suoni ovattati e una vaga sensazione di spossatezza cominciò a percorrere i suoi muscoli, ma tutto ciò si rivelò nient’altro che un modo per temporeggiare, dal punto di vista di Adaeze, al fine di richiamare la vera natura della sua offensiva – quella in cui risiedeva il tradimento.



    Suoni particolari cominciarono a riempire l’aria attorno a lui; no, non suoni – ma qualcosa di molto più naturale, dei veri e propri versi di animali. Sentì un ululato, poi un ruggito, un ronzio, tutti i versi che aveva imparato a ricollegare alle creature che conosceva fin troppo bene, le beste di Scilla stesse. Ad un primo sguardo, sembrarono apparire nell’esatta copia, per poi mostrare una forma più cattiva – distorta e deformata – come se vinte da un potere diverso, che non era quello fiero ed orgoglioso di Oliver. Le tonalità più scure ed i volti più spigolosi, assieme a movenze confuse e tetre, composero l’attacco principale; si alternarono artigliate e punture, colpi possenti, che il Primarca tentò di evitare, muovendosi con velocità – a discapito dei dolori del suo corpo – per tentare di ridurre il più possibile i danni che avrebbe subito da loro.



    Non poté fare a meno di accusare quel senso di tradimento, oltre ai dolori dei colpi che erano andati a segno. Fianco sinistro, spalla destra, braccio sinistro – tutte le zone che aveva imparato a mirare, attraverso le bestie stesse, per danneggiare i suoi nemici, arrecando loro danni. Oliver aveva avuto, e continuava ad avere, sempre a cuore tutto ciò che rientrava nel suo possesso e nella sua orbita. Venendo da una famiglia di basse condizioni, aveva imparato fin da piccolo a dare estremo valore ed estrema importanza a tutto ciò che gli veniva dato, o che si guadagnava. Quell’armatura, quei poteri – aveva guadagnato tutto attraverso il suo spirito di sacrificio e altruismo. Adesso, invece, sembrava essere più vicino che mai alla missione che aveva intrapreso il Saggio – affrontando una ad una le ondate delle bestie che Scilla gli aveva lanciato contro, fino a discendere negli abissi e affrontare la ninfa stessa.



    Ed in quegli abissi, all’interno di quell’enorme promontorio che aveva formato lo stretto con Cariddi, si era ritrovato a vivere ed apprezzare le capacità che quegli animali avrebbero potuto conferire, non solo sul campo di battaglia, ma per portare pace e stabilità. Faceva male, era doloroso vederli rivoltarsi contro colui che aveva vinto i loro favori – più per il suo spirito, rispetto alla mente e al corpo. Un’eredità nella quale altrettante persone avevano posto fiducia, passando il testimone da persona a persona, fino a lui. Non poté fare a meno di pensare alla prima volta che aveva afferrato il martello, liberando la chiave di Azae, il potere su cui si era posata anche la benedizione del predecessore.





    Fh0AimG

    E questa la chiami musica?
    Ay hermano, que harias sin mi.





    Proprio dopo un ulteriore assalto, Cuordimetallo poggiò una mano al terreno, lanciandosi indietro. Riprendendo fiato e un secondo di riposo dai dolori che il corpo gli ricordava. Gli angoli delle labbra si piegarono in su, e la sua mente riversò all’esterno il sistema di cancellamento dell’illusione di Adaeze. Un ragazzino piuttosto basso comparve dietro le spalle del Primarca più grande; era vestito in modo estremamente semplice, con un grosso cappello che copriva la parte superiore del volto, una tunica scura – intervallata da strisce e decorazioni vivaci. La cosa più importante, però, era che sulle spalle portava una grossa chitarra, piuttosto vecchia – no, “vissuta” sarebbe stato un termine migliore. Prese ad armeggiare con le chiavi e gli accordi, tentando un paio di note verso le quali le bestie distorte mostrarono antipatia. Oliver si portò di nuovo in piedi, assumendo la posizione da combattimento più comoda e meno impegnativa del suo repertorio; gamba sinistra leggermente piegata e portata indietro, destra in avanti e braccia portate verso il petto, come a difendere la parte superiore del busto e il volto. Il suo subconscio aveva trovato una soluzione confortante, per cancellare quell’illusione – non avrebbe saputo scegliere compagno diverso per una situazione del genere.


    Lo siento, guey, riprendiamoci quello che è nostro.




    L’aria era ferma, immobile, come se il tempo si fosse bloccato all’apparizione di quella strana figura. Dopo aver aggiustato qualche corda, con una lentezza disarmante, posizionò le mani in modo tale da poter iniziare a suonare una melodia di speranza, una canzone di vittoria per tutti i Primarchi di Scylla per tutta la gente di Atlantide. Oliver pronunciò le parole, nate spontanee nella sua mente. No, incorretto, sarebbe stato meglio dire che quelle canzoni erano arrivate alla sua mente attraverso il suo cuore, e – di rimando – attraverso il suo cosmo.



    And whichever way it tilts us
    Know that we must be resilient
    We won't let them break our spirits
    As we sing our happy song



    The sound of laughing children
    The sound of roaring fire
    A sound of happiness
    And a sound of danger




    [ Tale of the Gypsy Bard ]





    Ad ogni accordo di Silva, tuttavia, oltre alla musica che riemp' l’aria – si aggiungsero i feroci versi di animali, come liberati da una strettissima gabbia. Comparvero, infatti, le vere sei bestie di Scylla – gli spiriti che componevano l’armatura. L’orso, il lupo, l’aquila, il serpente, l’ape e il pipistrello; tutti loro si lanciarono sulle distorte e corrtte versioni, designate dal possessore della scale – cercando di ferirli con i loro attacchi. Il ragazzino continuava a suonare senza smettere di sorridere, influenzando l’illusione in modo tale da eliminarla completamente, permettendo ai veri animali di distruggere le copie. Proprio come i bambini giocavano attorno al fuoco, gli animali di Oliver – di Silva – giravano attorno ai nemici, infastidendoli ed eliminandoli dall'esistenza della malia di Siren.



    Perché – probabilmente – Adaeze aveva rivolto verso di lui quell’attacco nella speranza di dargli l’impressione di essere solo, senza nemmeno i suoi poteri a sostenerlo. Ma Oliver non era mai – mai – solo. Non lo era stato dal momento in cui aveva messo piede ad Atlantide, non lo era stato durante la prova del khala, e non lo sarebbe stato mai. Non importava quanto avrebbero potuto isolarlo ed allontanarlo dal mondo, da qualsiasi tipo di percezione – non importava nemmeno quanto avrebbero potuto privarlo delle forze o delle sue capacità; la vera forza di Cuordimetallo risiedeva nella comprensione che, anche a miglia di distanza, c’erano persone che combattevano la sua stessa guerra, persone che aveva conosciuto, che avevano riposto fiducia in lui e con le quali aveva sorriso. La sua armatura cambiò all’improvviso, mostrando una conformazione più piccola e compatta – ma non per questo meno temibile o potente. Evitando ulteriori dolori che si sarebbe procurato, muovendosi fisicamente, si teletrasportò a qualche centimetro di distanza dalla Voce di Atlantide, pronto a sferrare un poderoso pugno sulla sua faccia. L’arto compì quasi l’interezza dello spazio che lo separava dal volto di Adaeze, quando scomparve di nuovo. La traslazione spaziale lo portò in alto, proprio sopra la testa della donna – pronto a calare un calcio dal basso, dritto sulla testa coperta dall’elmo, nel tentativo di distrarla ancora una volta e renderla incapace di reagire prontamente e concentrare le difese cosmiche.



    Proprio in quel momento, quando Oliver sarebbe stato sul punto di colpirle la testa con tutta la sua forza, si sarebbe teletrasportato ancora una volta, tornando davanti a lei – a qualche metro di distanza. Aveva visto il modo in cui la ragazza si approcciava al combattimento fisico e alle difese, e per questo decise di reagire nel modo più veloce possibile, nei limiti della sua agilità di movimenti. L’acqua attorno al suo pugno sinistro cominciò a formarsi, l’aria diventò ancora una volta umida, e un profondo suono gutturale esplose nell’ambiente circostante. Oliver portò il braccio in avanti, lasciando esplodere la straordinaria potenza cosmica accumulata in quell’attacco, che si sarebbe riversata in avanti.



    I'll offer this one strike, as waves break over the bow
    The sea accepts me and my heart sings



    [ Enuma Elish ]





    Il tornado d’acqua esplose, ruggendo, in direzione frontale rispetto al suo evocatore, per raggiungere con velocità l’obiettivo. La rotazione delle acque era stata evocata in maniera inversa, grazie alle sue capacità, permettendo non un movimento centrifugo, ma centripeto – che avrebbe trascinato all’interno il nemico, nel caso fosse stato colpito o si fosse difeso. In questo modo, si sarebbe trovato chiuso all’interno di un turbine orizzontale ad alta pressione, lanciato con energie che avrebbero fatto impallidire anche un guerriero come lui. Proprio per questa tattica, Oliver aveva agito con la massima velocità – in modo da portare Adaeze a chiudersi all’interno del suo bozzolo d’ali, utilizzando la sua stessa difesa contro di lei – chiudendola e schiacciandola al suo interno. Era la sua forma di difesa più forte, e sarebbe diventata anche l’opportunità più grande di Scylla, con il favore della situazione. Il vortice si lanciò in avanti, ad una grandezza che avrebbe facilmente ricoperto tutta l’arena – se non ne avesse ridotto parzialmente le dimensioni – e, a qualche metro di distanza dall’erede di Evemone, sarebbe completamente scomparso.



    Quello che la donna avrebbe subito, in caso di riuscita della sua strategia, sarebbe stato l’impatto con lo stesso vortice – stavolta teletrasportato, nella sua interezza, alle spalle dell’obiettivo, in modo da inglobarlo, sì, ma di coglierlo anche alla sprovvista. Sorprendendo l’aspettativa della Primarca, spostando il Big Tornado da un punto di vista frontale – a quello posteriore – mirò a spedirla contro il muro del luogo in cui stavano combattendo, aggravando ulteriori danni da impatto. Confusione, ossa rotte, contusioni e qualsiasi sorta di danno un corpo avrebbe potuto ricevere sotto la pressione di un vortice ad alta velocità, impattato con il solido muro in oricalco dell'arena.



    Si sarebbe scusato con lei, per i danni che stava procurando alla sua arena – specialmente per l’attacco seguente, che avrebbe visto tante piccole api – all’interno del vortice – picchiare sulla sua armatura per mettere in pericolo la sua stabilità nella difesa, scoprendo alcuni punti e sbilanciandone l’equilibro attraverso il loro perforare e ronzare. Il fiato si fece sempre più pesante, teletrasportare un attacco su scala così grande aveva affaticato il suo corpo – già soggetto alla malia delle sirene. La sua mente rievocò l’immagine di Cariddi, ringraziandola brevemente per avergli concesso una forza maggiore – come sempre – nel bisogno di sfruttare il potere che gli aveva concesso. Adaeze si era rivelata un’avversaria dalla quale guardarsi – ma poteva percepire qualcosa, in lei, che ancora non aveva ancora trovato la strada verso la superficie. No, non parlava di cosmo, nemmeno di potenza nella sua accezione più pura; parlava di determinazione ed orgoglio, quello che i guerrieri come loro portavano sulle spalle contro qualsiasi avversario. Era qualcosa che andava oltre il diritto di fregiarsi del titolo di re o regina, quanto la dimostrazione della volontà e della forza d’animo che permetteva di restare sul trono, di esclamare al mondo che anche lei era lì, e che nonostante tutto – nonostante le sue abilità o le sue forze – si sarebbe fatta valere come il più deciso dei soldati.










    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Nervo ottico danneggiato, Arti intorpiditi e danno serio alla zona lombare, seria privazione cosmica, danno mentale di media entità
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Eccoci!

    Tutto quello che avviene nel contrasto del tuo attacco è pura rappresentazione narrativa ed illusoria di Oliver, manifestata per difendere/sciogliere la tua illusione.

    Poi, entro in modalità ape, muovendomi attraverso il teletrasporto. Procedo con la finta di darti un pugno frontale, prima di teleportarmi di nuovo in su, per un calcio, e concentrare le difese verso l'alto [diversivo]. A quel punto, mi teletrasporto di nuovo davanti a te, un po' più distante, per lanciare con velocità il big tornado, teletrasportandolo ad un soffio usando l'abilità della trasformazione, per direzionare l'intero vortice alle tue spalle [af + cosmo straordinario]. All'interno del vortice, ci sono delle apine che fanno toc toc per sballottarti un po' e renderti più aperto alla corrente centripeta [ad].

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione

    -Mark IV: Abeja
    Tra le capacità più insidiose dell'ape, vi è la possibilità di unirsi in un solo raggruppamento, prima di dividersi all'arrivo di una minaccia. Studiando il modo in cui avviene questa collaborazione, il Primarca ha fatto sua la capacità di disgregare il proprio corpo - mediante l'uso del cosmo - per coprire una distanza decisamente più ampia, in tempo minore. Attraverso la smaterializzazione e la materializzazione data dalla trasformazione in api, Oliver può teletrasportare sé stesso, o i suoi attacchi, sul campo di battaglia, con la possibilità di evitare completamente un attacco nemico. [monouso in quest/duello]


    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Enuma Elish - The Earthsplitter ☼

    E' il lascito della linea di Scylla, da cui poi è derivata Caladbolg, una delle tecniche del Leviatano. Esso viene generato - non per forza - a seguito di un colpo fisico del Primarca, come un pugno o un calcio, dando vita ad un ciclone orizzontale che mira a colpire il suo avversario attraverso una rotazione inversa. Grazie al movimento centripeto, infatti, la corrente tenterà di trascinare verso l'occhio del ciclone il malcapitato - all'interno del quale si vedrà soggetto alla forza della corrente e della pressione, con il risultato di danni da impatto proporzionali alla potenza dell'energia dell'utilizzatore. La rotazione dell'acqua, su volontà, potrà essere invertita per sfruttare la forza centrifuga del movimento, e - in caso di riuscita - il nemico, o l'oggetto mirato, si vedrà sospinto via con velocità - una volta entrato e soggetto alla forza del vortice. Esso può essere accompagnato, nella sua esplosione, dalle abilità di trasformazione delle bestie. Lanciando il tornado attraverso l'orso, ad esempio, si potrà disporre di un colpo portato con la forza straordinaria dell'animale. Nella forma dell'aquila, il tornado d'acqua può essere amplificato in violenza attraverso la corrente dominata dalla propria abilità. Oppure, potrà essere esercitata una corrente più forte per attirare il nemico al centro - o generare un secondo tornado d'aria per tentare di bloccarlo tra due fuochi. Ancora, sfruttando l'animale idoneo, sarà possibile aumentare l'impatto del ciclone attraverso l'utilizzo delle vibrazioni sonore [bloccato fino a viola] o sarà possibile teletrasportare l'interezza - o parte dell'attacco - per cambiare la sua direzione, mantenendo la capacità di poter riempire le acque con le api. Sfruttando la conformazione del lupo, invece, si può direzionare la moltitudine - veicolata attraverso l'acqua - per farle raggiungere il nemico e danneggiarlo con l'assalto delle fauci.




    And we all lift
    And we're all adrift, together


    Quinta composizione bestiale di Azae.
    Il veleno del calabrone permette ad Oliver di generare, sulla superficie della propria armatura, una serie di spuntoni - che permetteranno, se andati a segno, di iniettare una pericolosa tossina nel corpo dell'avversario. In combattimento, il Fabricator può limitarsi a sfruttare gli spuntoni sul corpo - in particolare gli avambracci - per imprimere questo effetto ai propri pugni; oppure, può semplicemente dotare la superficie, mirata dall'avversario, di questi particolari spuntoni - in modo da rendere la difesa più efficace. In alternativa, può lanciare gli spuntoni da particolari estensioni poste su avambracci o dita dell'armatura. La tossina iniettata genera un iniziale edema, seguito dalla penetrazione, se subiti più colpi, che permette l'irrigidimento dei muscoli, l'affaticamento e l'ostruzione delle vie respiratorie. I pungiglioni, però, sono utilizzabili anche dal calabrone, che – se lanciato, nella sua variante cosmica, contro l’avversario – permetteranno di disporre del temibile veleno, anche senza l’effettivo utilizzo degli acuminati proiettili dalla scale di Scylla. Essi, tuttavia, ne condividono la stessa natura pericolosa. [Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) - Arma: Stiletto]

    And we all lift, and we're all adrift together
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    VII — SYMPTONS OF SYNESTHESIA


    Abbozzò un sorriso soddisfatto di fronte a quel bizzarro spettacolo: osservava Lord Oliver combattere con fantasmi che lui soltanto poteva vedere, cercando in qualche modo di resistere all'assalto delle sue stesse bestie, come un cane addomesticato che all'improvviso sceglie di ribellarsi al proprio padrone, spezzando le catene del controllo e realizzando di possedere la ferocia necessaria a soverchiare le dinamiche del rapporto. Se qualche spettatore nascosto avesse allungato l'occhio sul campo di battaglia, avrebbe visto un uomo danzare e picchiare al centro del nulla, come un pugile durante un riscaldamento, lanciare pugni nel vuoto e cercare di difendersi da minacce invisibili. Irreali.

    In qualche modo, però, quell'uomo - una volta di più - riuscì a cogliere l'inconcepibile, ribaltando una situazione a suo sfavore, bruciando il proprio cosmo fino a mostrare alla Primarca delle Sirene come un depositario del Khala poteva contare sui ricordi e sulle coscienze di tutti i propri predecessori. Lo ascoltò scambiare qualche battuta con quello che doveva essere Silva - l'ultimo custode delle vestigia di Scilla prima che Lord Oliver prendesse sulle proprie spalle la responsabilità del Settore Pacifico Meridionale. Lo vide - seppure a fatica - liberarsi da quel costrutto illusorio, riconquistando la fiducia delle Sei bestie, di tutti i volti del mostro che - millenni prima - aveva benedetto Azae con il proprio potere, legando per sempre le proprie forme e la propria efficacia al glifo della Scale che continuava a portare il suo nome.

    Le bastò aspettare altri pochi secondi per compiere un altro passo nella direzione della comprensione dei poteri del Primarca di Scilla, il più versatile in combattimento fra tutti gli eredi dei figli del Dio Imperatore. Ne osservò la Scale comporsi secondo un'altra forma, molto più piccola e compatta, qualcosa che le ricordava - in qualche modo - il concetto di rapidità. Capì di essere seriamente in pericolo - e in difficoltà - al primo battito di ciglia che seguì quell'ulteriore trasformazione dell'armatura del Primarca. La sua deduzione fu tremendamente azzeccata.

    Lord Oliver fece tutto secondo manuale: scomparve dalla vista della Primarca delle Sirene per una frazione di istante, ricomparendo davanti a lei, pronto a colpirla senza che avesse il tempo - o la capacità - di difendersi. Sentì svanire quella presenza proprio quando il colpo stava per impattare su di lei. Si difese con un movimento in netto ritardo rispetto a quello del suo avversario: non solo i suoi riflessi non erano al livello di quelli di Cuordimetallo, ma i movimenti di costui sembravano irreali, capaci di trascendere lo spazio. Lo avvertì sopra di lei, ma ancora una volta, fu una questione di un battito di cuore. Puff, era sparito di nuovo.

    Non seppe mai come andò veramente a finire in quel frangente, dovette fidarsi di ciò che le raccontò il Primarca di Scilla dopo quel loro incontro. Tutto ciò che ricordava - quella frazione di attacco - era l'impatto con una forza irresistibile, capace di trascinarla come la corrente di uno tsunami. E proprio come in un impetuoso moto ondoso, non riuscì a difendersi, nè ad uscire da quella stretta mortale. Era in completa balia del big tornado di Scilla, l'unico dono che Cariddi fece ad Azae. Non sapeva più distinguere il dritto dal rovescio, né seppe se effettivamente quella colonna d'acqua la investì di fronte o da tergo. Semplicemente, si ritrovò scaraventata in un vortice d'acqua, cosmo e macerie, sbattuta su una delle pareti dell'arena - un altro danno che avrebbe messo sul conto del proprio ospite. Cadde a terra, per la gravità, dopo aver subito quell'attacco in pieno. Non riusciva nemmeno a dire quante ossa rotte avesse in corpo. Quelle piccole bastarde appuntite le facevano un male boia. Si ritrovò a sputare il sangue che le riempiva la bocca come un animale prossimo al macello. Una scena pietosa.

    Bruciò il proprio cosmo per costringersi a reagire, per trovare - più che la forza - la tenacia per resistere al dolore, e chiedere al Dio Imperatore il miracolo di tenerla in piedi nonostante i danni subiti. Era al limite della sopportazione fisica, sebbene aveva tutta l'intenzione di far rimangiare al Primarca di Scilla quell'attacco e quella veemenza. Era un confronto impari, se ne rendeva conto, ma Evemone aveva sempre sopperito con la propria Arte alla forza e all'efficacia dei propri fratelli.

    Jqxt1hX


    « Lord Oliver, Azae, tutti gli altri - » disse Adaeze rimettendosi in piedi a fatica, cercando di bruciare il proprio cosmo fin dove possibile, espandendolo per far sì che le stelle compissero il miracolo di tenerla in piedi ancora per qualche minuto, per qualche altra dimostrazione di forza. « Non sono una depositaria del Khala » Non ancora. « Non ho con me la forza di centinaia, migliaia di anni di Primarchi » disse guardando il proprio pari, il Primarca di Scilla, con uno sguardo carico di fierezza e dignità. « Sono però una Primarca delle Sirene, e fino al momento in cui il Dio Imperatore deciderà di impartirmi la benedizione del Khala » concluse risoluta « dovrò tener testa a tutti voi da sola. »

    « Tutti quanti. »

    Cercò di ricordare il dolore che aveva provato in quella caverna, nella tana del Re Rettile, nel luogo della sua eterna penitenza, cercando di focalizzare il paradigma che aveva suonato in quel frangente. Il suo cosmo urlò di nuovo, agitandosi come se le avessero strappando una gamba, un braccio, o entrambi. Se non avesse avuto il nervo ottico così lesionato, Lord Oliver avrebbe potuto leggere nello sguardo della Raina la dignità di una donna - in piedi di fronte a chi serbava nel proprio cosmo il retaggio di una stirpe di Primarchi - reggersi a fatica sulle proprie gambe, con la schiena dritta nonostante il dolore le stesse gridando di piegarsi per trovare sollievo. Intorno a lei, i riverberi dorati del suo cosmo, che ardeva di un'energia che pian piano le stava venendo meno. Colpo dopo colpo, ferita dopo ferita. Faceva persino fatica a portare il flauto alla bocca, ma Adaeze Yar'Adua, Primarca delle Sirene, Strega dei Mari, non avrebbe smesso di suonare.


    [THE EVIL EYED TYRANT GOD SCREAM]


    Non era una musica, quella che il flauto della Regina riuscì a produrre, allineandosi a quel paradigma di annichilimento che aveva ascoltato nel giorno in cui il Dio Imperatore la benedisse con la Scale delle Sirene. Non c'era Discordia in quell'urlo, solo quanto di più simile ad essa vi fosse nel tema universale che Adaeze Yar'Adua sapeva leggere, interpretare e manipolare. Un grido tanto forte e violento da divenire quasi visibile, quasi tangibile, proprio come i riflessi scarlatti dello sguardo del Re Rettile che lei stessa aveva dovuto affrontare, fronteggiare e vincere.

    Sopra la figura della Primarca, le codificazioni della Malia disegnarono un occhio chiuso, nel lento movimento di destarsi, di aprire la sua unica palpebra. Uno sguardo sull'infinito, da cui si produsse un fascio di luce rossa che investì completamente l'ambiente, l'arena, e il Primarca di Scilla. Un costrutto illusorio, nient'altro, una semplice manifestazione visiva della brutalità di quel grido, di quell'attacco.

    Non era un attacco omicida come quello che Umbaba Samahongo aveva scagliato contro di lei: non ne aveva la forza, né l'intenzione. Tutto ciò che desiderava era mostrare a Lord Oliver, ad Azae, Silva e tutti gli altri Primarchi di Scilla che poteva sedersi a buon titolo al tavolo dei regnanti, gettando per quale eterno attimo nel vuoto infinito del nulla. Scagliare la mente e la coscienza del Primarca nel fermo moto dello spazio infinito, inconcepibile per la mente umana, che da esso non poteva che uscirne erosa. Un secondo che sarebbe durato un'eternità nella testa di Lord Oliver, posta di fronte all'incomprensibile concetto della stasi eterna. Era un moto di rivalsa, orgoglio e determinazione a guidarla, che aveva l'unico obiettivo di mostrare al Sovrano del Pacifico Settentrionale ciò che lei stessa - come Primarca e come donna - aveva affrontato. Uno statement che recitava rispetto.


    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE Danno allo stomaco, difficoltà respiratorie, frattura al femore, contusioni sparse, discreto senso di debolezza; tagli e pugnalate sparse, soprattutto fra una parte della corazza e l’altra (spalle e scapole, polpacci, bicipiti femorali).
    MENTALMENTE Affaticata e piena di senso di rappresaglia.
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI Bro, onestamente, Ada subisce tutto. L'attacco entra in pieno, e Ada si rialza a stento, confusa, Poseidone solo sa con quali ossa ancora integre in corpo. Non fosse per la Scale sarebbe già a nanna. L'attacco - di contro - è altrettanto semplice e brutale, e prova a replicare l'ultimo grido che Umbaba Samahongo aveva utilizzato contro di lei: un attacco volto a corrodere la psiche mostrandoti l'infinito grazie al tema universale, un concetto inconcepibile per la mente umana. È sempre attivo l'effetto di privazione cosmica bla bla bla :azd:

    Scusa il ritardo, finiamola <3

     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

    Group
    Cavalieri Imperiali
    Posts
    1,205

    Status
    GHOST
    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    Sunbelt Kerio
    7


    Le poche volte in cui Oliver aveva avuto l’onore di insegnare qualcosa a qualcuno, si era sempre ritrovato a dover intervenire per supportare gli altri con consigli e suggerimenti; sia dal punto di vista fisico, quanto – soprattutto – dal punto di vista morale. Era facile, quando ci si trovava davanti ad un muro, abbandonare le speranze. Era in quel momento, diceva, che bisognava mantenere alta la volontà di non cedere nemmeno un centimetro all’avversario. Non importavano questioni come forza, capacità – alla fine di tutto, bisognava tenere alta la fiamma della propria volontà, perché quella sarebbe stata la chiave per la vittoria, sempre. Aveva avuto un’idea particolare di Adaeze, nata con il loro incontro e cambiata durante il combattimento. Era partito pensando di avere davanti una persona rigorosa e riservata, una donna che lasciava poco spazio agli errori e alla debolezza – e quello poteva essere un problema.



    Nessuno mai nasce forte, la debolezza è qualcosa che bisogna accettare per poter cominciare a migliorare – queste sarebbero state le sue parole, se chieste. Poi, guardando il suo modo di combattere – commettendo un grosso sbaglio – aveva avuto un’impressione più negativa, come una persona che non aveva il coraggio di affrontare faccia a faccia il proprio nemico – conducendolo alla fine del combattimento riducendolo a poco più di un vegetale. Scoprì che anche quella fu una menzogna. Tutto andava a comporre una maschera dietro la quale si era nascosta; aveva dovuto rafforzare il suo atteggiamento, rendendolo più freddo e duro, per essere considerata al pari degli altri, seguendo qualche ragionamento che gli era ancora oscuro. Doveva realizzare quella sicurezza in sé, prima di estenderla a tutto il suo settore. La sua luce, all’interno del khala, brillò un po’ più forte – e Cuoridmetallo poté osservare la figura della Primarca rimettersi in piedi. Sangue e ammaccature dipingevano la sua armatura – così come un leggero tremore la scuoteva.



    Eppure – proprio per questo motivo – sembrava più bella che mai.





    Era una bellezza che non molti potevano vantare di apprezzare. Molte persone guardavano alla lotta come un mezzo per vincere guerre, altre come un male necessario – altre ancora, come una testimonianza della loro forza sugli altri. Oliver? La considerava quasi un’arte, un’affermazione della propria presenza nel mondo, sublimata nella volontà – nella necessità – di proteggere tutti, per quanto riguardava la sua visione personale. Proprio per questo, aveva imparato a riconoscere un tipo di bellezza che nasceva – e poteva essere osservata – nel momento in cui la lotta raggiungeva il suo culmine. Non era del tutto dissimile da un lampo nel cielo, o l’apice di un’esplosione. Un singolo momento in cui tutto attorno si fermava e ciò che aveva davanti diventava più luminoso che mai, e solo l’aggettivo riservato alla bellezza poteva essere utilizzato per quei momenti. Il Primarca sorrise, dissimulando il dolore dei nervi sparso in tutto il corpo – assieme alla stanchezza. Eppure, se avesse ceduto ogni volta che la stanchezza trovava via nella sua mente e sulle sue spalle, non sarebbe arrivato dov’era. Sarebbe caduto molto prima, magari fronteggiando lo stesso muro che Adaeze stava affrontando in quel momento – incarnato dallo stesso Scylla. Non poté fare a meno di sorridere in modo smagliante, osservando la volontà di battaglia della donna – come si addiceva ad una vera Primarca.



    Nel momento in cui Oliver cominciò a muoversi, la musica di Siren dipinse una dimensione del tutto nuova, completamente estranea anche al concetto di fisicità di quel luogo. Qualcosa di diverso si aprì dietro di lei, qualcosa che irrimediabilmente finì per puntarsi sul ragazzo. Un intenso rosso – brillante, non tendente al cremisi – illuminò l’ambiente attorno a loro. All’interno di quella luce, tanto brillante quanto sinistra, voci e suoni non catalogabili dall’orecchio umano iniziarono ad esplodere. Un’orrore che avrebbe atterrato di paura qualsiasi persona non abituata a fronteggiare orrori delle profondità, come loro. Umbaba Samahongo, colui che Adaeze aveva dovuto affrontare per guadagnare il titolo di Regina. Avrebbe potuto intuire – anche se non completamente capire – a cosa era dovuta andare incontro.



    Condivise il dolore di un’esperienza del genere, così come la determinazione di affrontarlo e chiuderlo a tutti i costi. L’urlo culminò nella sua massima espressione di scoordinazione nei movimenti e inquietudine, come se afflitto da un attacco di panico – il possibile riflesso che la stessa Sirena ricordava, che aveva imparato a chiudere all’interno di sé, in modo da liberare la stessa forza sui suoi nemici, per dimostrare il suo diritto regale di ascesa al trono. La malia non mancò di aggravare l’attacco, incarnato da quell’illusione. Oliver, come omaggio per quello scontro, le avrebbe mostrato il modo di elevarsi sopra quel dolore, sopra la tetra luce dell’occhio, dissipandola come loro avevano imparato a dissipare le tenebre del chaos e della corruzione – per portare la luce su un mondo diverso, un mondo migliore, pronto a combattere e mantenersi sulle proprie gambe.





    Avrebbe ringraziato la sorella con il tesoro più prezioso
    L’incrollabile forza d’animo per fronteggiare qualsiasi cosa





    La sua armatura continuò ad adottare le fattezze dell’ape. Sparì all’occhio della Primarca – non celato dall’invisibilità – ma per effetto della sua traslazione spaziale, che lo portò nel punto più lontano dell’accademia. Lì, generò un’illusione per simulare la sua presenza – così come lo fece teletrasportandosi in un altro punto dell’arena, lasciando un’altra copia. Lo fece più e più volte, ed ogni copia – simile ad un’immagine residua – avrebbe assunto diverse posizioni, diversi atteggiamenti. Sapeva che i poteri della Primarca avrebbero potuto, se fosse rimasta ferma, interferire con quelle illusioni; ecco perché prese a sparire e riapparire più volte, generando più copie. Avrebbe dovuto guardare con occhio per riconoscere le illusioni, momentaneamente interrotte, dalla vera figura del primarca. Proprio per distrarla in quel modo, approfittò dei suoi poteri per teletrasportarsi sotto di lei, a raggio estremamente ridotto. Le mani poggiate sul terreno per darsi forza con le braccia, rivolgendo al suo mento le gambe – con l’obiettivo di calciare e lanciarla in alto, attraverso l’arma del pipistrello. L’ambiente attorno a loro sembrò diventare quasi bianco, mentre ogni movimento del corpo di Adaeze, così come quello di Oliver, sembrò lasciare una traccia nera – come un pennello tinto d’inchiostro che tracciava un segno su un foglio di carta bianco. I suoi movimenti, che non avevano subito rallentamenti grazie alla conservazione di moto del teletrasporto, lo portarono a sopraelevarsi – in aria – per arrivare idealmente sopra di lei.


    X7Cq6dr

    [ Ki-Rata Enhanced Movement: Black-lash ]




    Arrivato al culmine di quella traiettoria, ad un’altezza tale da provocare un serio impatto – in caduta – decise di portare avanti l’ultima offensiva, in modo da testare e premiare quella volontà ferrea. Sempre sfruttando il potere dell’ape, e l’arma di cui l’animale era dotato, il Primarca di Scylla avrebbe teso la gamba verso l’esterno – con un gradiente tale da renderla parallela al terreno sotto di loro – e teletrasportarsi con velocità verso il basso. Il gambale dell’armatura avrebbe prodotto una sottile lama che al suo passaggio avrebbe lasciato uno sciame d’api discendente. Con probabilità, avrebbe mirato allo stomaco della ragazza – se si fosse trovata a favore di traiettoria – imprimendo sulla possibile chiusura d’ali abbastanza forza da dischiuderle, o perforarle e lasciarla alla mercé del flusso d’api che l’avrebbe spinta verso il basso. L’impatto e la perforazione non sarebbero stati gli unici tipi di danni di cui avrebbe sofferto la compagna di sparring. Al passaggio – alla puntura della lama e delle api – sarebbe stato iniettata ancora una volta l’apitossina, che si sarebbe accumulata al quantitativo già somministrato in precedenza per indebolirla ulteriormente. La capacità respiratoria – attraverso l’occlusione dei polmoni – si sarebbe aggravata di più, così come l’edema e il rigonfiamento dei tessuti – che avrebbero reso ulteriormente difficile la capacità di movimento nelle zone su cui avrebbe ricevuto danno.


    'Sho lah, Sea'khalifha'
    well done, Witch of the Seas




    A seguito di quel colpo discendente, il corpo – in qualsiasi forma di difesa avesse adottato – in caso di riuscita dell’attacco, si sarebbe visto schiantare ancora una volta al terreno, violentemente. Anche il grande flusso di api, celato sotto la capacità illusoria di Cuordimetallo, sarebbe apparso come nient'altro che una profonda scia nera come l'inchiostro - che avrebbe creato un contrasto netto con il bianco che sembrava aver assunto l'ambiente. Il terreno sotto di loro si sarebbe riempito ancora una volta di crateri e crepe, che avrebbero testimoniato la violenza dello scontro portato avanti tra i due. Una violenza che non era espressione del lato più ferale e sanguinario, ma della capacità di tenere il passo, di incalzare l’avversario e mostrargli che un Primarca – soltanto ricoprendo quella carica – sarebbe stato una minaccia più che seria da prendere in considerazione. L’incarnazione della grandezza di Atlantide, nonché delle sue speranze.


    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Nervo ottico danneggiato, Arti intorpiditi e danno serio alla zona lombare, seria privazione cosmica, danno mentale di seria entità
    MENTALMENTE Ξ Stanco, Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Allora, dopo aver parato la tua illusione, subendone la differenza, parto in teletrasporto per spostarmi in diverse zone dell'arena, lasciando delle "immagini residue" come [diversivo]. Mi teletrasporto a distanza zero per tentare di calciarti sotto il mento e spingerti in aria [ad]. Shiftando in alto, scendo in guillotine drop portando uno sciame d'api come scia, per infliggere ulteriore perforazione e veleno [af]
    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione

    -Mark IV: Abeja
    Tra le capacità più insidiose dell'ape, vi è la possibilità di unirsi in un solo raggruppamento, prima di dividersi all'arrivo di una minaccia. Studiando il modo in cui avviene questa collaborazione, il Primarca ha fatto sua la capacità di disgregare il proprio corpo - mediante l'uso del cosmo - per coprire una distanza decisamente più ampia, in tempo minore. Attraverso la smaterializzazione e la materializzazione data dalla trasformazione in api, Oliver può teletrasportare sé stesso, o i suoi attacchi, sul campo di battaglia, con la possibilità di evitare completamente un attacco nemico. [monouso in quest/duello]


    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    And we all lift
    And we're all adrift, together


    Quinta composizione bestiale di Azae.
    Il veleno del calabrone permette ad Oliver di generare, sulla superficie della propria armatura, una serie di spuntoni - che permetteranno, se andati a segno, di iniettare una pericolosa tossina nel corpo dell'avversario. In combattimento, il Fabricator può limitarsi a sfruttare gli spuntoni sul corpo - in particolare gli avambracci - per imprimere questo effetto ai propri pugni; oppure, può semplicemente dotare la superficie, mirata dall'avversario, di questi particolari spuntoni - in modo da rendere la difesa più efficace. In alternativa, può lanciare gli spuntoni da particolari estensioni poste su avambracci o dita dell'armatura. La tossina iniettata genera un iniziale edema, seguito dalla penetrazione, se subiti più colpi, che permette l'irrigidimento dei muscoli, l'affaticamento e l'ostruzione delle vie respiratorie. I pungiglioni, però, sono utilizzabili anche dal calabrone, che – se lanciato, nella sua variante cosmica, contro l’avversario – permetteranno di disporre del temibile veleno, anche senza l’effettivo utilizzo degli acuminati proiettili dalla scale di Scylla. Essi, tuttavia, ne condividono la stessa natura pericolosa. [Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) - Arma: Stiletto]




    And we all lift, and we're all adrift together
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    🏹

    Group
    Black Saint
    Posts
    7,881

    Status
    ALIVE
    SUNBELT KERIO
    VIII — BLACK BRIERS AND BRAMBLES


    Cosa definisce la dignità? Qual è il confine – e quanto è sottile – fra una sconfitta dignitosa e una disfatta clamorosa, non meritevole di alcun onore da parte dell’avversario? O – più semplicemente – nella sconfitta si è tutti uguali? Immersi nella propria mediocrità, inginocchiati di fronte ad una montagna che non si è stati in grado di scalare, un ostacolo che non si è stati capaci di sopraffare, un nemico che ha annullato ogni possibilità di appello.
    Andare senza paura e senza esitazione incontro alla morte, ancora e ancora, era dignitoso o soltanto patetico? Il gesto ultimo di un uomo – o una donna – desideroso di ricevere compassione, di essere premiato per la sua insistenza, perseveranza. Al più, una nobile stupidità.

    L’altra faccia della medaglia è quella del vincitore, nell’eterno dubbio fra il mostrare pietà per il proprio avversario e quello di tributargli il giusto onore continuando ad infierire, evitandogli la vergogna di una salvezza arrivata non per i propri meriti, ma per la pietà che un volto tumefatto e le ossa fratturate potevano indurre al nemico. Il ritratto di Adaeze Yar’Adua già prima di quell’ultimo, violento e incontrastabile – almeno per quelle che erano le energie che le rimanevano nel corpo e nel cosmo – assalto di Oliver di Scilla.

    Era stesa a terra, inerme, con le sclere degli occhi rivolte verso il cielo. Solo Poseidone sapeva quali ossa o muscoli o parti del corpo non le facevano male, o come fosse riuscita a muoverle, fino a quel momento. Non sapeva dove fosse Lord Oliver - a dir la verità non sapeva bene nemmeno dove si trovasse lei stessa. Ricordava solo di aver visto tante, troppe figure del Primarca ricorrersi, sovrapporsi, circondarla. Da lì, dal primo colpo che l'Uomo di Ferro le aveva impartito, tutto si era fatto opaco e spento, come se avesse assistito a quella scena da esterna, come se non fosse lei quel corpo quasi senza sensi che veniva picchiato e lanciato in aria, prima di essere finita a terra.
    Un colpo dal basso verso l'altro, poi l'oblio. Una mente sopraffatta dal dolore, dalla forza e dalla rapidità dell'avversario - probabilmente davvero ad un livello (ancora) irraggiungibile per la Regina. Era dunque quella la maestosità e la forza dei depositari del rito del Khala. L'accesso ad una conoscenza antica di migliaia di anni, all'esperienza di generazioni e generazioni di Primarchi, alla loro memoria empirica e muscolare. Un potere che Adaeze Yar'Adua era decisa a conquistare ed ottenere, presto o tardi.

    C'era però in quella sconfitta qualcosa che non era già stato scritto. Uno statement chiaro, da imprimere nella mente e nelle cornee del Primarca di Scilla. Lui - che più di ogni altro Primarca del loro tempo doveva saperlo: gli uomini e le donne degli oceani del Sud erano duri a morire, a piegarsi, ad essere sconfitti. Nel proprio animo prima ancora che nel proprio corpo. Fu nello slancio di quell'orgoglio, di quella dignità, di quell'esplodere di forza di volontà, che il cosmo della Primarca delle Sirene prese ad ardere come e più di prima, dopo essersi - per qualche istante - praticamente estinto.

    « Sea'khalifha, eh? »

    Il tono della sua voce era rotto e spezzato dal dolore, dalla fatica, dal respiro affannato. Rimettersi in piedi con tutte quelle lesioni - visibili e non - sarebbe stato impossibile per qualunque altro comune essere umano. Eppure, lei era un'Atlantidea, una Regina e - più di tutto - una Primarca. Adaeze Yar'Adua, la Portatrice dell'Armonia, la Voce di Atlantide.

    Sea'khalifha — Strega dei Mari.

    Curioso il destino. Aveva passato anni a scappare dalla sua condizione di miseria e solitudine, generata dalla paura e dalla superstizione, dalla povertà e dall'ignoranza. Aveva vissuto nel sottosuolo con gli altri ndoki, i bambini stregoni, figli di famiglie troppo povere per poterli allevare e troppo superstiziose per non convincersi che qualche sortilegio li rendesse portatori di sciagura. Aveva imparato a cavarsela da sola, a sfruttare le leggende per il proprio tornaconto personale, e a spostarsi di luogo in luogo quando quelle voci si facevano insistenti e scomode. Aveva impiegato un'intera esistenza per scrollarsi di dosso l'alone della superstizione, l'immagine di strega, senza accorgersi che ogni suo passo era rivolto nella direzione di quel flauto, della comprensione della Musica del Mondo, della sua investitura. Sea'khalifha — Strega dei Mari.

    Lo vedeva. Oliver di Scilla era di fronte a lei, a pochi passi di distanza - un'enormità per chi come lei riusciva a stento a reggersi in piedi. Doveva aver perso ogni grazia e bellezza, in quella posizione. Era consapevole, glielo urlavano i propri muscoli, di non essere affatto in posizione eretta. Le parti dell'armatura la aiutavano a mantenere una compostezza di base, ma avvertiva altrettanto bene che - fra la totale assenza di energie e l'inferno di quel dolore - non aveva la minima forza di attentare seriamente all'incolumità del Primarca di Scilla. Se però non poteva ottenere la vittoria in quel confronto, con il suo ultimo attacco avrebbe tentato di guadagnare almeno il rispetto del collega, il diritto di essere considerata suo pari - almeno al tavolo dei Primarchi.

    Mosse qualche passo in direzione del Primarca, cercando prima di tutto di rimanere in piedi. Rischiò di rovinare a terra in un paio di occasioni, tradita dalla resistenza dei propri quadricipiti. Si riprese in entrambe le occasioni allargando il proprio baricentro, spostando il piede per istinto e per riflesso, più che per coscienza. Era come se il suo corpo stesse facendo di tutto per farla arrivare in red zone, regalandole la possibilità di quello sporco, ultimo touch-down prima che le forze abbandonassero definitivamente lei e ciascuno dei suoi tessuti.

    Non fece altro - raggiunto Lord Oliver - che stringere il flauto nella propria mano destra, così forte da farla quasi sanguinare. Ne incrociò lo sguardo, piantando su di lui i suoi grandi occhi stanchi, ribelli, regali e pieni di fierezza e dignità. Alzò il braccio in un ultimo, faticoso slancio di energie, per farlo poi cadere in direzione della figura del Primarca, là dove collo e spalla si incontrano. Un attacco banale, vuoto e privato di ogni forza o velleità omicida. Un urlo d'orgoglio esploso nel silenzio dell'arena.

    « Potrebbe anche piacermi. »


    4JuYzWw


    NOME Adaeze Yar'Adua
    ENERGIA Rossa
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Siren [IV]
    FISICAMENTE Game over.
    MENTALMENTE Pride.
    STATUS SCALE Indossata, integra.
    ABILITÀ Malia delle Sirene Flauto +1

    RIASSUNTO AZIONI EEEE STOP. Finalmente l'abbiamo portata a termine. Specchietto tecnico quasi inutile in un frangente come questo, ma tant'è: Ada subisce tutto il tuo attacco figo-cannone-mega-atomico. Si rialza a fatica e - tremolante e con l'agilità di uno zombie di the walking dead, muove qualche passo verso Oliver. L'attacco - che in quanto tale puoi gestire come vuoi - è semplicemente uno statement di dignità e orgoglio privo di ogni forza: un chop con il flauto puro e semplice, depotenziato dalla fatica e dalle ferite
    Grazie della scena, bro, e scusa le infinite attese.

     
    Top
    .
14 replies since 22/11/2019, 23:54   626 views
  Share  
.