Heaven & Earth

Taranaki vs Amaterasu

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    HEAVEN & EARTH × 00



    Hanna si mangiava nervosamente le unghie, mentre di tanto in tanto dava uno sguardo allarmato agli schermi di acqua cristallina alternati a tubi catodici che circondavano la sua postazione.
    L’idea di unire l’antica conoscenza di G.E.A. a strumenti moderni avevano attirato l’ira di alcuni benpensanti di alcune corti, ma l’efficienza con cui la giovane ragazza riusciva a risolvere alcuni problemi e la sua abilità di comprendere tecnologie che perfino gli olimpici ai tempi trovavano di difficile utilizzo gli aveva portati ad essere un po’ più tolleranti verso i suoi esperimenti e voli pindarici. Tuttavia oggi sembrava completamente fuori dal mondo e incapace di concentrarsi sul serio.



    Dovrebbe essere l’ora… eppure ancora nessuna notizia. Ma che staranno combinando?



    Penso sbuffando mentre ricontrollava per l’ennesima volta uno dei circuiti, quando un suono simile a un lungo fischio attirò la sua attenzione verso un vecchio monitor. Disturbi nel Codice, onde di energia a schema blu e alterazione entropica presso le Isole della Concordia.
    Ecco, avevano iniziato.

    Lasciando stare tutto quello che stava facendo prese un cristallo comunicatore e immediatamente lo attivò, chiedendo con tutta l’apprensione del mondo:



    Tristan! Come è la situazione lì? Moko sta bene?

    Hanna… credo di sì… sono troppo veloci… *rumore di esplosione* perfino Kiri ha difficoltà a seguirli. Ma credo che stia bene *fischi di fendenti di katana* almeno devo dirlo che è uno spettacolo fantastico anche se stiamo a distanza di sicurezza.

    WOOOOOOOOO! – Hanna sentì Nobu ululare tanto forte da coprire i rumori ella battaglia – È UNA DELLE COSE PIÙ’ FIGHE MAI VISTE NELLA MIA VITA!!!



    Hanna sospirò. Sapeva che era solo uno scontro di prova… ma stava comunque combattendo contro un F*TTUTO ARALDO! MA COME GLI ERA VENUTO IN MENTE?!?





    [qualche minuto prima]



    Il giovane maori era seduto comodamente su un tronco d’albero caduto vicino a una delle fonti naturali che sgorgava dall’isola. L’ambiente era calmo e tranquillo, senza niente che potesse essere distrutto in modo grave e causare danni ad Agharta.


    Il Luogo perfetto per potersi scontrare con un Araldo.

    concordia_islands




    Non che avesse qualche sentimento negativo verso Amateratsu, il fu Harlan della Salamandra… semplicemente era curioso.
    Curioso per un compagno che non vedeva da quella volta a Kiev, di cui aveva sentito solo alcune imprese e scontri in giro per il mondo fino a reclamare il Trono di Mezzanotte, il Santuario del Sud e diventare uno dei cinque Araldi di G.E.A.

    Non che non lo considerasse un amico, ma rispetto ad Audatia o a Dennis sicuramente aveva meno confidenza. E forse anche quello era il motivo per non richiedere ufficialmente un incontro quanto un combattimento. Né P.A.N. né Chernobog probabilmente per un motivo o per un altro arriverebbero a fare sul serio, ma poteva sperare di poter assaporare le reali potenzialità di un araldo.

    Mosse velocemente la mano, creando dal nulla una taiaha di roccia, dalla pregiata fattura, che mosse agevolmente da seduto come per saggiare la qualità crescente del suo controllo sulla pietra e anche per passare un po’ il tempo. Sapeva di aver raggiunto un livello superiore ma questo non lo tranquillizzava, anzi.
    Sapeva che ora poteva e doveva combattere contro creature che in passato sarebbero state chiamate senza troppi problemi “dei”, e quindi doveva migliorarsi e mettersi alla prova sempre di più.

    Il cosmo di Kiri, la sua attendente driade, e altri quattro cosmi umani si trovavano poco distante su un’isola adiacente. Non voleva spettatori ma appena avevano sentito erano stati irremovibili dall’assistere allo scontro, e solo dopo mille accortezze e misure di sicurezza aveva accettato al loro “tifo”. Poi poteva tranquillizzare Hanna che appena aveva sentito della cosa si era allarmata inutilmente.

    La prossima volta avrebbe tenuto la bocca chiusa. Sicuro.





    narrato × parlato × pensato
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    RIASSUNTO AZIONI - Mi trovi su un'isola volante e remota come quella dell'immagine, dopo che hai ricevuto il mio messaggio per uno "scontro amichevole".

    ABILITA' - Blood of the Earth [Terra + Lava] ; Silica Projection [Costrutti]

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    Un invito per un duello. Amaterasu era sdraiato sotto il Sole, su di un isola in mezzo al mare. Guardava il cielo ed era ancora con i suoi pensieri. P.A.N, Chernobog e una decisione che andava affrontata con un viaggio.
    Sorrise....il cerchio si era chiuso finalmente.
    Da Kyev a quest'oggi...da eletto ad Araldo. Da spezzato ad uomo. Da ronin a guerriero.
    Si girò su un fianco. Quante cose cambiavano in poco tempo...erano come nuvole che non avevano mai la stessa forma, nuvole che continuavano a mutare, nuvole che continuavano a galoppare in un cielo e continuare ad essere senza forma.
    La vita era senza forma. Pensare che era stato Draka ora Amaterasu, pensare che era un girino e ora un Byakko, pensare che ora qualcosa valeva piuttosto che essere uno sciocco che non contava nulla. Un malato terminale. Un custode della Terra.
    Un uomo che si batteva per sopravvivere, un qualcosa di antico che si batteva per preservare la Realtà da un tumore malevolo che la stava distruggendo dall'interno.
    Quante cose erano cambiate. Come quelle nuvole che ora si perdevano all'orizzonte. Un orizzonte infinito come infinite erano le strade della vita.
    Ed ora Moko, il custode del Taranaki, lo stava invitando a battersi.
    Il piccolo grande uomo...doveva accettare?

    Guardò il cielo...




    Vi fu un attimo in cui tutto parve fermarsi. Persino lo scorrere dell'acqua. Persino il vento. La roccia e gli alberi. Ogni elemento che costituiva la Realtà si fermò, trattenne quasi il suo respiro, per un solo, lunghissimo, istante. Un istante che fu quasi come se l'intera esistenza implodesse su se stessa, rinascendo in un tripudio nuovo.
    La roccia si spaccò. Cadde nell'acqua e divenne sabbia. Si sciolse in essa e venne portata in un altra parte. Un ciclo. Un cerchio. Sgretolarsi da una parte, rinascere in un altra. Mentre la cascata continuava a far sentire la sua voce e il vapore salire fino al cielo. Nuvole cariche di pioggia. Mentre il fulmine e l'elettricità si accesero in esse. Era un continuo fluire, un continuo divenire, nessuna stasi. Neppure l'albero, su cui era seduto, era immobile ma la sua corteccia cadeva, entrava nella terra, veniva assimilata da essa e cresceva. Diveniva.
    In un momento solo tutti gli elementi sembrarono danzare. Sembrò quasi che anche Moko dovesse partecipare in questa melodia. Era come se la terra e la lava divenissero un tutt'uno col creato.
    Implodere. Nascere. Divenire. Essere altro.
    E poi...


    Taglio




    Come se in quella perfezione qualcosa fosse stato spezzato. E tutto fu di nuovo in circolo. Con una tale forza, con un tale vigore, che fu maremoto, tempesta, terremoto, eruzione vulcanica.
    Fu valanga.
    Nulla era uguale. Dal Tutto si era formato il duale. Una singolarità unica che fu un quid nella realtà stessa. E un cosmo possente abbracciò Moko. Lo abbracciò fin dentro il suo paradigma, come se la terra e la lava iniziassero a ribollire di una forza mai conosciuta prima.
    Uguali. Fusi. Distinti.
    Quel cosmo faceva irrompere in Moko una forza che colmava il suo essere facendolo partecipe di una cacofonia immensa.

    La Melodia Della Creazione




    «Ciao Moko!
    Da tanto che non ci si vede...ti sei fatto più alto!»


    Una voce squillante. Profonda e acuta allo stesso tempo. Mentre quei passi risuonavano e la darian bianca rifletteva ogni cosa. Ogni colore. Ogni raggio di luce. L'acqua si specchiò in essa, mentre le nuvole corsero sull'elmo, mentre le ombre ne accentuavano le forme.
    Un armatura da samurai.
    Il fulmine colpì un albero. Lo divise a metà, fuoco e scintille nacquero. Tutto questo si specchiò in una darian che sembrava mutare ad ogni passo.

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    I capelli lunghi e fluenti come la coda di un drago, ma quel sorriso era sornione. E quegli occhi...cambiavano di colore ad ogni passo, mentre quel cosmo non conosceva la parola calma. Era perennemente in fermento, perennemente in continuo mutamento.
    Si grattò dietro la nuca. Kusanagi ronzava al pari di ogni elemento del creato che turbinava giocoso in quel momento.


    «Mi ha sorpreso il tuo invito a combattere. Mi sono detto "perché non farlo?”
    Avevo voglia anche io di vederti e dopo Dennis e Audatia mancavate te e Charlie per dirvi addio.»


    Un sorriso. L'elmo fu tolto. E quell'armatura sembrò perdere quella lucentezza che sprigionava dal di dentro, come se avesse racchiuso il Sole stesso.

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    «Dirti come stai è stupido. Stai bene e si vede. Invece dirti perché, mi interessa di più.
    Dimmi piccolo grande uomo...perchè




    Harlan reputava Moko di gran lunga migliore di lui. Fin dall'inizio. Fin da Kyev. Amaterasu non era da meno. Tra i due l'onore era tutto dell'Araldo più sciocco tra i cinque.
    Un inchino di rispetto e in quegli occhi baluginò per un momento, come un lapillo solitario, la fiamma della Salamandra.

     
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    HEAVEN & EARTH × 01




    Il “perché” sembrava una domanda stupida, ma la realtà dei fatti era molto differente.

    Millenni di pensieri e ragionamenti filosofici avevano sondato il “perché” dei motivi per cui qualcuno faceva qualcosa, la motivazione dei singoli gesti e parole. Ma nello specifico, cosa aveva spinto Moko a chiedere questo incontro?


    La pura manifestazione del cosmo della Genesi lo fece vacillare, più per la pressione di quello che significava che per i suoi effetti, ma la presenza di Harlan lì in mezzo non lo fece tentennare. Non perché una figura amichevole, ma perché poteva sentire un “ego” in tutta quella Creazione ribollente. Un ego con cui poteva confrontarsi e parlare, ancora come un essere umano.


    Sorrise, pulendosi un po’ dalla dalle foglie e dai pezzettini di legno che erano volati sul suo mantello, squadrando l’armatura bianca del suo ospite.

    Non poteva faci niente, era sempre incuriosito dagli araldi, della loro “impronta”, lo si poteva leggere negli occhi mentre iniziò a muoversi roteando giocosamente la lancia tribale. P.a.n. era come osservare una macelleria in piena attività, con odore di carne e midollo ma tagliati da un artigiano gentile per quanto implacabile. Chernobog era come stare davanti a un muro che sapevi avrebbe sempre e comunque bloccato la tua marcia, bellissimo ma indistruttibile.

    E Amateratsu? Amateratsu come era?
    Era come un alba.

    Una alba fatta persona, che stava di fronte a lui con una domanda a cui doveva rispondere.



    Ciao Harlan… o dovrei chiamarti Amateratsu? La questione dei nomi mi dà sempre problemi, soprattutto a Tia che non so mai se devo chiamarla “lord” o “lady” … È difficile essere formali, anche se ci tengo molto.

    Comunque, perché addio? So bene che sarai impegnatissimo per la Corte e tutto, ma non penso che non ci vedremo più. Anche se comandi spiriti naturali di un altro tipo, siamo sempre compagni. Abbiamo combattuto insieme a Kiev, e continueremo a farlo fino a quando la Corruzione continuerà a imperversare e il Chaos a fare danni.

    Per quanto riguarda il “perché”, beh… temo che non ci sia un motivo così profondo o filosofico.




    Fermò la rotazione della taiaha, conficcandola nel terreno e facendola svanire in una nuvola di sabbia nera finissima che brillava di riflessi rossastri di puro calore. Tale sabbia iniziò a ruotare attorno a lui come gli anelli di un piccolo pianeta. Era la sua versione di giocare con una catenina o mangiarsi i tappi della penna durante una interrogazione.



    Non ci vedevamo da tanto tempo, e ho sentito che hai avuto molte vicissitudini. Non so i dettagli, ma sicuramente il fatto che ora sei Amateratsu significa che hai affrontato molte cose, ben più di me. Io ho incontrato solo… un Giudice Infernale. Radamante. Abbiamo combattuto in modo amichevole, lo so sembra una cosa assurda per uno spettro ma davvero nonostante tutto era amichevole. E sono stato malmenato pesantemente.
    Stessa cosa con Johanna, la primarca di Seadragon.

    Non li odio, né mi sento “debole”, ma ho bisogno di migliorarmi. Lo devo per il mio ruolo, per la mia sopravvivenza e anche per “me stesso”… Non so se mi spiego.




    Un gesto veloce e la sabbia si ricompattò di nuovo in un’arma, ma questa volta in una lunga lancia, brillante di caldi colori nelle spirali che circondavano la sua superficie nera. Il cosmo di Moko sembrava respirare mentre i tatuaggi si accendevano sul suo corpo e darian, segno del suo paradigma che bruciava sotto la cenere della sua calma e gentilezza.

    Il Custode si mise in una posa di attesa appresa nei dati della Biblioteca nera, una mano ben stretta verso la parte finale dell’asta e una verso la meta, punta verso il basso e arma lungo il proprio corpo. Lo sguardo fisso sul samurai, che per la prima volta tradiva la vera natura dell’essere che di umano aveva forse solo l’aspetto.


    Un cuore di pietra che batteva in un corpo di carne, o un cuore di carne che batteva in un corpo di pietra?


    Harlan, o Amateratsu, o chiunque era davanti al bambino poteva vedere che il limite era ormai stato cancellato, ma comunque il Taranaki continuava a sentire quel senso di voler progredire, di combattere e migliorarsi, di mettersi alla prova.
    E di divertirsi.

    Senza odio né rancore, un gioco alla guerra, tremendo nella sua innocenza.


    So di essere estremamente egoista, ma so che tu puoi lottare con me al massimo, e questo mi serve. Vorrei che tu mi mostrassi la vera forza di un Araldo, della Vita di G.e.a. al suo massimo splendore.


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    IO SARÒ PRONTO A RICEVERLA.








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    RIASSUNTO AZIONI - Chiacchiere, creo una lancia di pietra con l'abilità Costrutti e mi metto in posa "Tutta Porta di Ferro" invitandoti a fare la prima mossa per gentilezza.

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    Edited by eden_ST - 12/3/2020, 19:32
     
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    Ingenuo Moko.
    Ma l'ingenuità era figlia della speranza. Perché solo chi aveva un cuore puro poteva continuare ad alimentare la fiamma, lì dove l'abisso si faceva più oscuro e la perdizione erano zanne in attesa di anime da divorare.
    Si...Moko era ingenuo ma la sua forza veniva da questo. Quel cuore andava preservato e addestrato.
    Addestrato...era ancora maestro? O aveva perso anche questo diritto?
    Chiuse gli occhi...sentiva il Taranaki bruciare, sentiva il suo magma, il suo fuoco, il calore e la terra che si frantumava, si scioglieva in esso divenendo magma continuando a scorrere in profondità; in vene di terra e roccia che alimentavano la terra stessa.
    Sorrise...
    Un addio?
    Si...questo era un buon addio. Lasciare qualcosa a Moko che potesse aiutarlo nella sua crescita, in quel continuo mutare che era la Vita stessa.
    Lui che della vita ne era l'Araldo, lui che era il Signore di ogni elemento, avrebbe lasciato a Moko un eredità.
    Perché questo facevano i maestri: non indicavano mai la strada, ma lasciavano una traccia, un tema, che sarebbe stata solo dell'allievo svilupparla con l'inchiostro del suo cuore, la penna della sua anima e la carta della sua volontà.
    Perchè ognuno di noi era unico, così come le strade che prendevamo. Moko aveva scelto la sua, così come Amaterasu stava incamminandosi per sentieri che nessun altro avrebbe potuto mai intraprendere, ma avrebbe lasciato il suo taglio nel cuore di Moko.
    Un taglio invincibile che solo chi aveva un cuore come Moko poteva renderlo luce.
    Il suo respiro fu il respiro di quel luogo e la terra iniziò a tremare.
    Il suo cosmo divenne come il Sole. Immenso.
    E continuava ad aumentare in intensità.
    Ad ogni respiro quel cosmo abbracciava quasi tutta Agartha. Era l'abbraccio ultimo di Amaterasu alla sua casa, ad ognuno di loro, prima di immergersi nell'Abisso e nelle tenebre del suo cuore.
    Lì dove avrebbe riscoperto il taglio, avrebbe affrontato Zmaj e se stesso. Lì dove si sarebbe ripreso la sua vita oppure avrebbe trovato la morte.
    Eppure quel cosmo divampò e fu terribile e allo stesso tempo quieto.
    Calore che riscaldava. Calore che distruggeva.
    Amaterasu avrebbe combattuto con Moko al massimo delle sue capacità. Quel cosmo era solo L'inizio.
    E l'Inizio era fatto non di calma ma di ruggiti.
    Era fatto di grida. Non di paura. Ma di rabbiosa violenza, rabbiosa volontà di affermare il proprio Io nella trama della Realtà.
    Di rivendicare il proprio posto e la propria essenza uniche nel continuum spazio tempo.
    La vita che iniziava a raccontare la propria, invincibile ed unica, storia.
    Una storia che non conosceva fine perché ad infinite altre si legava e con infinite altre viveva e diventava altro.
    Infinite strade da percorrere ed ognuna di esse avrebbe formato questo pezzo di spirito e cosmo fino a renderlo la cosa più preziosa dell'Universo.
    Perché la vita era come le stelle. Brillava più di loro ed era unica e preziosa.
    Una fiamma da proteggere.
    E quel cosmo raccontava di vite che erano state e che sarebbero state. Che erano.
    Che avevano vissuto e che vivevano ancora. Era la vita di Moko che sentiva pulsargli nel cuore, era la vita di Agartha che pulsava in ogni stilla dell'essere di Amaterasu.
    Ogni respiro e quel cosmo ronzò come infiniti tagli.
    Gli occhi si aprirono e furono di ogni colore. Mutavano ogni secondo di tonalità sconosciute.



    «Prima lezione... affronta il tuo nemico con tutta la rabbia necessaria.
    Anche se davanti a te ci fosse Phanes o Buddah in persona tu ...»



    T A G L I A L O




    Kusanagi nacque dal suo fodero. Acciaio leggendario nelle mani di una Leggenda.
    Iaido.
    L'estrazione fulminea. La nascita della spada come nascita della vita. L'inizio dell'attacco e la forza, il ruggito del Byakko di G.E.A che mostrava i suoi artigli e zanne di fronte al custode del magma.
    Il movimento sinuoso come serpente. La falciatrice d'Erba.
    La Spada del Paradiso.
    La spada che dava la vita.
    La spada che dava la morte.
    E quei due movimenti furono perfetti e insieme mutevoli.
    Di cosmo e spirito erano fatti. Due tagli larghi qualche decina di metri e lunghi qualche centinaio di metri che formavano una croce che avanzava distruggendo ogni cosa che si fosse trovata di fronte a loro; spaccare la terra e renderla polvere che veniva preso dal vento e posata su di una pozzanghera che diveniva fango, che penetrava nella terra a far evaporare il fuoco.
    Quel colpo era la genesi.


    yEBpzEs




    Un colpo per costringere Moko alla difesa. Un colpo d'apertura per saggiare la volontà del Taranaki e la forza del fuoco della sua vita e il calore dei suoi convincimenti.
    E poi Kusanagi ronzò nell'aria.
    E solo allora che Amaterasu attaccò facendo esplodere quel cosmo come il Sole che continuava a splendere nel cielo.
    Ad illuminare le Tenebre e a far ricordare che vi era sempre speranza.
    Perché sempre alla Notte sarebbe seguita

    L'A L B A




    E nella mente di Moko i pensieri di Amaterasu lo raggiunsero.

    «Ascolta il tuo cuore e fidati solo di te stesso.
    Nessuno può sentire il battito del tuo cuore... solo tu.
    Forza Moko mostrami il tuo cuore, fratello



    Un fendente. Un taglio che diveniva moltitudine. Centinaia di tagli fatti di luce spuria come se fossero nati dalla Realtà stessa.
    Decine e decine di tagli caotici che sarebbero avanzati da ogni direzione possibile verso Moko.
    Era come se la realtà stessa fosse stata tagliata. Quei tagli avanzavano fendendo ogni cosa, dove al loro interno, magatana fatte di puro spirito, turbinavano in movimenti caotici.
    L'intento era di colpireo Moko, di tagliare e le magatana in questo momento sarebbero esplose, in una tempesta caotica fatta di fendenti ed esplosioni spirituali.


    O58lzGL
    Can you feel the claw of the white tiger?




    Il Ruggito della Tigre Bianca. I suoi artigli. Le sue zanne. Il modo di combattere, la sua anima.
    Tagliare ogni cosa. Fu come l'Inizio del tutto
    Tagliare persino la Realtà. Perché Amaterasu era il Taglio di G.E.A con cui aveva dato inizio.
    Il Tutto reso Singolare.
    Dall'Uno al Duale.
    Questo il paradigma dell'Araldo della Vita.
    Il Sole di G.E.A.
    E quel colpo si sarebbe abbattuto su Moko con tutta la rabbia di Amaterasu. La forza di un Araldo di fronte al Muro della Realtà a difenderlo da ogni cosa.




    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): //


    STATUS FISICO: //


    TECNICHE UTILIZZATE: //

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: inizio con [Attacco Debole] che sono due fendenti di cosmo e spirito che si incrociano prendendo una buona fetta di spazio di manovra(qualche centinaio di metri di larghezza e sono grandi qualche decina), per tentare di costringerti alla difesa o a spostarti, in modo tale da far successivamente partire il vero attacco.
    Kusanagi rientra nel fodero per poi di nuovo essere estratta e far nascere un fendente di puro spirito.
    che si divide in altre decine e decine di fendenti spirituali che avanzavano in modo caotico, al cui interno di questi fendenti - che sembrano nascere dalla Realtà stessa oppure che porzioni dello spazio siano stati tagliati nel vero senso della parola - ruotano delle magatane spirituali.
    Appena arrivano a bersaglio le magatane esplodono andando in combo con i fendenti [ATTACCO FORTE]
     
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    HEAVEN & EARTH × 02




    E venne l’alba.


    Meravigliosa, splendente, carica di aspettative verso un nuovo giorno, un nuovo inizio. La Luce dell’inizio, bellissima ma opprimente, il cosmo dell’Araldo della Creazione nella sua gloria e raccapriccio.
    Moko cerco di comprendere quel gomitolo nel Lifestream che era l’inizio di ogni Codice, prima dell’Esserci, della Carne, della Linfa e della Putrefazione. Probabilmente il suo essere parte pensante ma comunque inserita nel sistema G.e.a. come Custode permetteva di rimanere impassibile, non poteva immaginare un normale umano in una condizione del genere, davanti a qualcosa di così opprimente.

    Amateratsu aveva lasciato la sua grotta, il suo Sole brillava splendente di fronte al giovane maori che dovette quasi alzare il suo braccio per non essere accecato.
    E poi, dicendo di prepararsi ad affrontarlo con tutto la propria forza e rabbia, senza remore o dubbi, chiunque esso sia, il samurai aprì gli occhi…

    E lo contro iniziò.


    Lancio due fendenti enormi di pura luce cosmica, grandi come palazzi se non di più a formare una croce di luce diretta verso di lui. Una parte dell’animo del ragazzino considerò quello in cui stava per gettarsi una brutta idea, ma venne zittita dalla parte guerriera e vulcanica che invece si stava fomentando a morte.
    Voleva vedere una delle forze fondamentali al suo massimo, in modo da imparare a contrastarla.
    O almeno non morire nel primo scambio.

    Socchiuse gli occhi e respirò, strinse la lancia e attendendo il momento giusto. Se fosse un’esca o una prova per testarlo, doveva dimostrarsi pronto. Gli scontri del passato, i suoi addestramenti e le sue sconfitte lo avevano reso feroce ma non stupido. Un attacco così grande ma virtualmente facile da evitare o da bloccare era sospetto.
    La natura attorno a lui dell’Isola Volante si contorceva davanti a tale energia, pochi istanti.

    Doveva…
    Aspettare…
    Il momento…

    … in cui la fiamma sotto la cenere si sarebbe accesa con una luce pari a quella del Sole.


    Apri gli occhi e vide il momento in cui la croce mostrava un’apertura. Per quanto grande in dimensione, quella grandezza aveva poco senso per chi aveva raggiunto un tale


    Fulmineo il Taranaki… non si mosse.
    La terra sotto di lui lo fece, scorrendo di scatto in un unico blocco mentre l’intero terreno attorno a lui si liquefece in pochi istanti in un lago di lava, riempiendo l’aria di fumo e cenere. Gli alberi iniziarono a bruciare, alimentando la densa nube che coprì la fortuita schivata del ragazzino sulla sua tavola di basalto.

    La scelta dei tempi fu al millesimo di secondo, permessa dal controllo dell’eletto sulla materia litoide, ma sentì su tutto il suo corpo l’energia del fendente di Kusanagi No Tsurugi passargli di fianco, sfiorandolo a malapena.



    Se fosse stato un colpo serio, non sarebbe stato così facile – pensò mentre coperto dalla nube avanzava surfando su una lingua di lava, in direzione dell’Araldo, conscio che non era finita.



    Infatti fra le fessure della nube poteva osservare che aveva rinfoderato la spada, e non credeva assolutamente che fosse una segno che la battaglia era finita, ma solo il prologo.

    Infatti con un perfetto iaido la katana sibilò nuovamente un colpo, che da singolo fendente divenne due, tre, dieci, cento fendenti luminosi che caoticamente nascevano dalla realtà stessa distorcendola e aprendo buchi nel tessuto stesso del Codice che generavano mezzelune di energia, diretti in direzione del Taranaki.

    Non poteva sperare di difendersi efficacemente a quella distanza, ne scansarlo del tutto. Quindi fece quello che pochi si sarebbero aspettati da uno specialista della terra.

    Prese il volo.


    La lava sotto di lui ci compattò istantaneamente in una colonna basaltica che lo catapultò per diverse decine di metri in alto nel cielo blu di Agartha, portandolo parzialmente fuori da quel groviglio di Essere… ma non fu abbastanza veloce. Alcune colpirono la sua gamba destra, esplodendo e tagliando in una esplosione che stranamente non sembrò intaccare né la darian né il corpo del giovane.

    Eppure le sue urla e espressione di pura sofferenza e sgomento dicevano altro.

    Moko aveva conosciuto il dolore. Era stato pestato, sbattuto su dei muri, morso, aveva sentito il freddo gelido del Mare del Nord, la sua mente essere rivoltata come un calzino, poteva dire che il suo corpo era abituato al dolore, ma questo?

    Sentiva che la sua stessa essenza, interiorità, qualcosa che nessuno era mai riuscito a toccare, stesse bruciando di una gelida fiamma, rompendo la sua Determinazione.

    Il Cuore della Montagna, la sua anima, nascosta sotto chilometri di lava e roccia, colpita.

    Strinse i denti avvampando il cosmo, mentre la smorfia si tramutò in sorriso, puntando la sua lancia verso Amateratsu.




    Che urli, che ti lamenti? Era questo che volevi, no? Era logico che un araldo sarebbe stato qualcosa che ti avrebbe messo alle strette… eppure il tuo sangue sta bollendo, no? Il bambino spaurito è sempre meno presente. Harlan mi ha detto di mostrare il mio cuore…?

    Non solo li cuore. Vedrai anche il sangue e le ossa della Madre di cui sono il custode, fratello.

    E io non taglio, Buddha, Phanes o chicchessia… come la lava si apre un percorso dalla terra fino al cielo per creare io…




    Come un punto nel cielo, l’Araldo della Creazione poté vedere la sua lancia girare essere caricata, pronta per essere scagliata come un giavellotto verso di lui, ma nell’istante in cui questo stava per avvenire, dalla nube di cenere e lapilli che si trovava sotto a Moko decine e decine di grosse lastre di pietra nere come lavagne si gettarono contro il Lord della Corte di Mezzanotte, sia per tentare di colpirlo destabilizzandolo sia per impedire, conficcandosi nel terreno attorno a lui, di muoversi rapidamente.



    … io DISTRUGGO!



    La lancia di roccia rovente venne scagliata con una forza immensa diretta versa il guerriero, creando boom sonici e pronta a obliterare qualsiasi cosa si trova sulla sua traiettoria ed esplodere in una massiccia esplosione lavica se lo avesse colpito o meno.

    Non voleva che Harlan si risparmiasse, e non sarebbe stato da meno.







    narrato × parlato × pensato
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    KIA KAHA, KAUA E TANGI
    FISCAMENTE - Bene, ma anima colpita
    MENTALMENTE - Determinato
    DARIAN - Integra

    RIASSUNTO AZIONI - Letteralmente per non sbilanciarmi faccio spostare il terreno al mio posto riuscendo a evitare l'AD, ma il secondo anche se cerco di evitarlo saltando verso l'alto lo prendo in parte causando danni spirituali non parabili. Cerco di riprendermi e creo dalla terra e dai lapilli decine di lastre di pietra che orizzontalmente partono per ostacolare e distrarre (AD + DIV) mentre scaglio la lancia che ho creato a inizio scontro per trafiggere e in ogni caso esplodere (AF)

    ABILITA' - Blood of the Earth [Terra + Lava] ; Silica Projection [Costrutti]

    TECNICHE -
     
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    Vedere un mondo in un grano di sabbia e un universo in un fiore di campo, possedere l’infinito sul palmo della mano e l’eternità in un’ora.




    E vedere Moko così era un piacere.
    Essere un Eletto non era facile. Responsabilità enormi gravavano su quelle spalle. Era un bambino sebbene avesse il cuore di un Dio, ma rimaneva pur sempre un bambino. Doveva crescere. Doveva migliorare. Doveva continuare ad ascoltare il magma che aveva nel cuore, quel magma che ora ruggiva.
    Non doveva smettere di ascoltare la sua natura. Doveva fare affidamento su essa, sul suo pugno e sulla sua ingenuità. Perché quegli occhi, prima o poi, sarebbero divenute lame.
    E anche migliori dei suoi.
    Ma in fondo non era importante se fosse divenuto migliore di Amaterasu, l'importante è che avesse continuato ad ascoltare la sua anima. Un anima che, nel silenzio della mente e del cuore, poteva sentire il respiro di G.E.A su di sé.
    Non doveva dimenticarlo. Anche nelle battaglie più cruenti, anche quando il nemico fosse stato così potente da far tremare le ginocchia, doveva continuare ad ascoltare il battito del suo cuore e il ruggito del magma; il respiro della terra in contemporanea con il suo.
    E in tutto questo avrebbe sentito l'abbraccio di G.E.A.
    Non doveva dimenticarlo.
    Perché la forza stava lì. Nel non dimenticare...

    ...vero Amaterasu?



    E quando Moko esplose, come il Vulcano che era, Amaterasu sentì l'eccitamento scorrergli impetuoso nelle vene.


    nHkfa9d



    Lo sguardo attento. La spada ronzava. Ogni sua parte era concentrata su Moko. Ogni suo movimento, ogni suo respiro, il battito del suo cuore e la violenza del suo paradigma.
    La distruzione era alla base di ogni Vulcano. Quel rimpasto di roccia e fuoco, quell'esplosione per disperdere troppa energia accumulata e far muovere, in profondità, masse di terra enormi e vene di magma compresso.
    La distruzione era nel cuore di Moko ma quella distruzione che portava alla rinascita e al mutamento continuo. Non doveva pensare a lui come un bambino.
    Non lo era, in questo preciso istante.
    Moko non era un bambino. Era una forza primordiale che ora eruttava con tutta la violenza necessaria, a far si che cose nuove si generassero, che la Vita continuasse, che ci fosse un Inizio lì dove prima vi era il Nulla.
    Moko non era un bambino e come tale lo avrebbe trattato.
    Era un guerriero. Un eletto. Un vulcano.
    Gli avrebbe concesso l'onore della sua massima forza.
    E quindi lo avrebbe affrontato come se fosse un nemico della realtà. Nessuna remora.
    Nessuna pietà o dubbio.
    Avrebbe disonorato Moko e la sua voglia di migliorarsi...era davvero un Vulcano.
    E sorrise.
    Pioggia di lastre di pietra.
    Come lapilli che dopo un esplosione vulcanica, si gettavano a terra bombardandola.
    La spada si mosse. Tagliare. Parare. Muoversi.
    La roccia si sgretolava. Si conficcava nella terra era una distruzione continua eppure Kusanagi falciava ogni cosa si frapponesse tra lei e Amaterasu.
    Anche se...


    Quella lancia di pietra era troppo veloce. Nel mentre era impegnato con quella tempesta di roccia, quella lancia era già partita.
    Sentì il ronzio del vento, la massa della roccia, la sua compattezza, la sua durezza, sentì come attraversava l'aria avendo come obbiettivo il petto dell'Araldo.
    E avrebbe messo tutto questo alla prova.
    La spada fu circondata da cosmo e il ruggito dell'Araldo fu condensato nello stridore dell'acciaio contro la roccia.
    Sentì la pressione della forza sulle gambe, che affondavano nel terreno, sentì l'acciaio tagliare la roccia.
    L'esplosione lo colse in pieno. La sua armatura resistette ma sentì la carne bruciare e il dolore serpeggiare sul suo corpo.
    Una fitta di dolore rese il mondo bianco e senza più suono.
    Sentiva il sangue colargli da un lato della fronte e le mani tremare per la violenza dell'impatto.
    Sputò per terra un grumo di sangue e saliva, mentre gli occhi cambiavano colore ancora più velocemente.
    Sentiva il magma sulla sua darian. Corrodeva la pelle e la carne. Il sapore acre della carne bruciata mentre un polverone si era alzato per lo scontro tra kusanagi e quella lancia di roccia e magma.
    Eppure, sotto l'elmo della darian bianca, Amaterasu continuava a sorridere.
    E non era un sorriso sbruffone, non era per prendere in giro l'avversario e sottovalutarlo; non era il sorriso di chi si crede così in alto da pensare che tutto e tutti fossero vermi.
    Era il sorriso di chi amava tutto questo.
    Dal colpo alla forza. Da quell'esplosione a Moko.
    Era il sorriso di un guerriero che trovava nella battaglia e nell'eccitazione di questa orgiastica danza, il suo significante e significato.
    Nella battaglia tra eletti.
    Nella battaglia per migliorare se stessi e nel cercare il proprio limite e superarlo.
    Amaterasu era un mutamento continuo. Era la Vita che non si arrestava mai e quindi sorrideva ad ogni nuovo ostacolo. Ad ogni nuova sfida.
    Perché solo perdendo lungo il cammino poteva essere


    INEGUAGLIABILE SOTTO I CIELI




    e la spada danzò nell'aria. Tra quelle mani leggendarie, mentre le gambe si aprivano in una posizione d'attacco.
    Mentre quel cosmo ruggiva ancora senza che avesse requie. Era se stesse piegando la Realtà. Come se Agartha stessa si stesse contorcendo, piegandosi, cambiando, diventando altro.
    Quel cosmo divampava come un incendio abbracciando tutto quel luogo.
    Un cosmo che prendeva forma alle sue spalle. Una Tigre Bianca.
    Perché questo era Amaterasu.

    Il Byakko di G.E.A.
    Era il suo spirito combattivo che avrebbe divorato ogni suo nemico. Zanne e artigli che avrebbero dilaniato ogni cosa.
    E quel cosmo si stava condensando sul filo della lama. Kusanagai ronzava come se il vento stesso fosse sulla lama.
    Era come se stesse per falciare Moko con tutta la rabbia di Amaterasu.
    E quel cosmo ruggiva. Ruggiva e ronzava.
    Gli occhi di Amaterasu fissi in quegli di Moko. Dentro Moko. Mentre Kusanagi vibrava.
    E la terra continuava a tremare.
    E poi...


    nPyvM69




    Un fendente dal basso in alto, con la massima velocità che poteva raggiungere Amaterasu, e quella tigre fatta di spirito sarebbe balzata su Moko.
    Avrebbe tagliato anche la pressione dell'aria generando correnti di cosmo che l'avrebbero avvolta, in quella corsa irrefrenabile verso la preda.
    Verso Moko. Il ruggito del cosmo. Le zanne e gli artigli del Byakko.
    Era come se quella tigre volesse artigliare Moko. Come se lo volesse sbranare. Anima e corpo.
    Saltargli addosso e, ghermendogli la gola, strappargli la giugulare.
    Era un estensione di Amaterasu stesso. Era il suo modo di combattere contro l'Abisso.
    E di nuovo la spada a muoversi e questa volta cinque fendenti di cosmo si sarebbero creati, come se la tigre di prima avesse squarciato la realtà, per artigliarlo ancora e sbatterlo a terra.
    La spada si rialzò. Puntò Moko, passando tra le dita dell'Araldo. La gamba sinistra in avanti, quella destra indietro, il peso su di essa. Le dita tese in avanti, la mano destra a stringere forte la spada. Una posa di difesa.


    YWHFreZ
    «Prova a distruggermi, Moko.»






    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta. Ammaccata e annerita in alcuni punti.


    STATUS FISICO: Ferite medie da taglio, esplosione e perforazione. Bruciature medie date dal magma.


    TECNICHE UTILIZZATE:

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
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    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Impegnato nel parare e nel difendermi dall'attacco debole più diversivo vedo all'ultimo la lancia.
    Avendo anche il terreno ricolmo di spuntoni di terra opto per tagliare letteralmente a metà la lancia. Oppongo sulal spada cosmo + cosmo straordinario e vado di taglio.
    Questo però fa investire Amaterasu dall'esplosione magmatica. Il grado 7 dell'armatura minimizza quanto può i danni e ne esco con danni da taglio, da perforazione e bruciature di entità medie.
    Moko è ancora in aria quindi formo una tigre, scenica, di puro spirito e cosmo straordinario e con un colpo di spada la lancio diretta su Moko[ATTACCO FORTE].
    Il cosmo ha funzione qui di artigliare Moko, come se si trovasse davvero contro una tigre, invece lo spirito sono le zanne per sbranare l'anima. Una combinazione per riprendere le zanne e gli artigli.
    Con un altro fendente, di seguito al primo, creo 5 fendenti di cosmo intorno allo spazio di manovra di Moko per rispedirlo a terra come se la tigre avesse continuato il suo attacco[ATTACCO DEBOLE + RIPOSIZIONAMENTO] con un altra zampata.
     
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    HEAVEN & EARTH × 02




    Certo che Lord Amateratsu è forte. – considerò Tristan prendendo dei popcorn da una ciotola.

    Amateratsu è femmina – corresse Agata, fissando con una occhiataccia accentuata dalle sue pupille verticali l’amico. Okay che era uno scontro amichevole ma considerava poco rispettoso trattarlo come uno show di intrattenimento. Erano comunque due eletti.

    Si, ma il signor Harlan non era maschio? E comunque dal binocolo sembra un uomo. Pure come ne parla Moko avevo capito che era maschio.

    Raggiunti determinati stati esistenziali certe cose smettono di aver senso – si intromise con voce fredda Kiri, non distogliendo neanche per un secondo i suoi occhi da driade – e non sono fissi per molte creature di Gea. Noi piante abbiamo spesso sia parti maschili che femminili.

    … La cosa apre molte domande, ma penso che dovrò aspettare qualche anno per farle – replicò il ragazzo occhialuto, prendendo un’altra manciata di popcorn, che cadde per terra quando Nobu si alzò di scatto urlando incitamenti.

    MA CHE CI FREGA SE MASCHIO O FEMMINA?!? PARI OPPORTUNITA’, PICCHIALI TUTTI! VAI TARANAKI!!!


    Il suo tifo venne surclassato solo da un potente boato in direzione del campo di battaglia, che faceva intuire che il duello stava entrando nel vivo…




    […]



    Dopo il ruggito del Vulcano, qualcosa di peggiore.
    Più grande, più forte e più terribile.

    La soddisfazione di aver mostrato all’araldo la sua potenza era grande, come quella di un bambino che sfoggia orgogliosamente ai genitori, ai fratelli e agli amici un buon voto a scuola, ma era chiaro che non era ancora abbastanza. Che doveva mostrarsi ancora più forte, più resistente, di tenere il passo, di ardere con più ferocia la sua volontà e il suo cuore.

    Non ebbe tempo di riprendere fiato, vedendo quella tigre emergere con tutta la potenza che solo l’atto della Creazione esercitava sul mondo. Rabbiosa ma piena di grazia, pura manifestazione dello spirito di Amateratsu pronta a ghermirlo come un topolino.

    Analizzò quanto più velocemente le possibili soluzioni, ancora bloccato a mezz’aria dopo il suo assalto: poteva pensare che fosse anche solo in parte simile ai colpi che aveva ricevuto prima, che sembravano quasi aver oltrepassato la sua darian colpendolo fin nel profondo con una forza e violenza senza pari. L’idea di contare sulla sua difesa e sulla resistenza della sua armatura era fuori discussione, e poteva solo tentare di sfuggire all’attacco.
    Non aveva ali il Taranaki, era fortemente legato alla terra e chiunque avrebbe potuto pensare che la sua situazione fosse di totale svantaggio.

    Il suo sorriso mostrava altro. Mostrava una strana calma e una luce negli occhi di chi aveva la situazione sotto controllo anche se stava lottando contro un Pilastro della Realtà

    Muovendo il braccio in direzione della tigre, aprì il palmo della sua mano verso le sue fauci che stavano arrivando pericolosamente a azzannare il suo corpo, come se stesse chiedendo “fermati”, ma le sue parole furono ben diverse da una richiesta.



    moko16

    Fissure… Blast!




    Dal palmo della mano Moko generò un raggio di magma ad altissima pressione diretto verso il basso formando un angolo di circa 45°, causando una spinta esplosiva in direzione opposta del raggio. Potenza applicata alla manovrabilità, la terra che diventa lampo e sfonda i cieli.

    Moko strinse i denti quando sentì le zanne della tigre trafiggerli le gambe, riportandolo ancora a quella sensazione di mancamento profondo. Fu più difficile mantenere la concentrazione anche senza una reale ferita del corpo, e il cosmo che bruciava rendeva saldi i suoi sensi anche se il fiatone era sempre più evidente. Il potere di toccare direttamente ciò che è, l’essenza stessa, lo spirito… un potere terrificante per chi come il Taranaki poteva disporre solo di una scintilla della realtà materiale.


    Il secondo colpo, cinque fendenti di spada a mò di zampata, lo avrebbero invece colpito con minor furia, ma abbastanza per privarlo del cielo e scagliarlo sulla terra bruciata con un pesante tonfo che alzò un enorme polverone di cenere e lapilli. Le armature possono proteggere da colpi e urti, ma schiantarsi al suolo fa sempre male.


    Silenzio, per qualche attimo… troppo tempo.

    Quella cenere che si era sollevata, quei detriti, non erano dovuti solo alla semplice caduta da decine di metri di altezza, no. Bagliori rossicci, spirali rosse di cosmo, energie che sembravano allargarsi per tutto il campo di battaglia, con la cenere che avvolse come un manto ogni cosa bloccando la vista.


    Qualcosa di voluto.


    Se la copertura sarebbe stata spazzata via, non ci sarebbe stata nessuna traccia del Custode della Terra, completamente volatilizzato senza emettere neanche un singolo suono o movimento. Ma se non poteva spostarsi in nessuna direzione visibile, l’unico posto dove sarebbe potuto fuggire era…



    moko13_3



    Ka mate, ka mate
    Ka ora.




    .. il suolo stesso.


    La terra bruciata e ancora piena di scorie, lava e pezzi di roccia si aprì sotto ad Amateratsu, mostrando una figura nera avvolta in un mantello, pronto a ghermirlo e tentare di bloccare con le sue braccia l’avambraccio che impugnava la Spada Sacra. Sembrava che Moko avesse deciso di disarmare l’Araldo della creazione della sua Spada, o quantomeno bloccarla per tentare un attacco disperato.

    Un gesto apparentemente folle, avvicinarsi così tanto anche se di sorpresa a un samurai, più che capace di tagliarlo a metà con un solo fendente. Che il ragazzino avesse già buttato la spugna e tentato il tutto per tutto? Che fosse solo quella la sua visione di vittoria, rubare le armi di un guerriero?


    Il suo viso sporco di cenere e terra non mostrava altro che un sorriso beffardo ma… ma non sarebbe stato sporco. La terra e la roccia non lo ricoprivano. Era fatto di quella sostanza.
    Non era il vero ragazzo.



    Tohu Tipua: “Ata-pūrua”*





    Con la terra e la lava, nel sottosuolo, Moko avrebbe creato un vero e proprio clone di roccia totalmente simile a lui nelle fattezze, e sfruttando il diversivo della nuvola di fumo e il movimento sottoterra si sarebbe sostituito per distrarlo e sbilanciare le sue attenzioni verso una esca, mentre lui avrebbe portato avanti il suo vero piano.

    Pochi istanti dopo infatti, con uno squarcio della terra, sarebbe emerso il vero Moko insieme a una fontana di lava. Il suo corpo senza mantello, brillante dei suoi tatuaggi che coprivano anche la darian, avrebbe guidato con la mano destra la massa di roccia fusa spingendola come un serpente verso Harlan, pronto a tentare di schiacciarlo sotto quella cascata rovente e vischiosa.


    Stava combattendo contro la Creazione stessa, quindi la sua intenzione non era solo vedere quanto era forte, non era solo far vedere quanto poteva distruggere con i suoi poteri.

    Sia Moko che il clone sorrisero nello stesso momento, in pura Armonia.


    Voglio dimostrare che il Taranaki può creare un futuro radioso per Agharta, non come un demone che distrugge il male ma come un dio che unisce Abisso e Cieli.




    * Proiezione del Demone: Clone Ombra

    narrato × parlato × pensato
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    KIA KAHA, KAUA E TANGI
    FISCAMENTE - Anima colpita, danni da urto sulla parte anteriore del corpo.
    MENTALMENTE - Weebo
    DARIAN - Leggeri danni sparsi

    RIASSUNTO AZIONI - Uso il Fissure Blast come razzo per deviare la tigrotta, ma comunque mi prende leggeremente alle gambe (danni da spirito) e per via del colpo non riesco a evitare il riposizionamento e AD, finendo al suolo. Sfrutto il polverone per ricoprire il campo di battaglia (DIV) con una nube di cenere e polvere che nasconde un mio movimento sotto terra. Li creò un clone con l'abilità Costrutti e gli do il mio mantello, per poi farlo emergere davanti a te nel tentativo di bloccarti il braccio che tiene Kusanagi (Attacco Debole) e poi vado alle tue spalle mentre sei distratto, uscendo a mò di talpa e provando a colpirti con una cascata di lava che esce insieme a me con um movimento tipo a parabola per schiacciarti e bruciarti (Attacco Forte).

    ABILITA' - Blood of the Earth [Terra + Lava] ; Silica Projection [Costrutti]

    TECNICHE FISSURE BLAST
    Raggio di magma e cosmo pressurizzati da altissima temperatura lanciato dal palmo della mano. Moko può regolare la sua ampiezza per aumentare il raggio di attacco o la precisione e potenza effettiva. Poco versatile, è impiegato quasi unicamente nell'attacco diretto.
     
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    Istinto.
    Amaterasu agiva di puro istinto. Nessuna mente nell'azione. Solo la pura forza dell'Io.
    Alcuni l'avrebbero chiamata intuizione, per Amaterasu era solo il vivere secondo la propria natura. Difficile per molti, così facile per lei.
    Anche nella battaglia questo suo modo si palesava in maniera sempre più concreta. Più andava avanti in questo mondo, più si batteva per esso e per le vite che vi brulicavano, più si confrontava con i grandi di questo tempo e più era concreto e tangibile la sua essenza.
    Lasciare la mente da parte, contrarre il proprio mondo in un filo di spada.
    Contrarlo così tanto da far si che fosse solo Amaterasu e Moko le due solo essenze.


    Acuisci la mente. Solo la goccia d'acqua può bucare l'asse di legno.
    La corrente non può scioglierla... acuisci la mente.




    Amaterasu respirò a fondo. Le dita ad accarezzare Kusanagi. Presa leggera. Così leggera da non sentire quasi il cuoio dell'elsa.
    Eppure le sue dita sentivano l'aria. Il suo cuore batteva e il sangue fluiva nelle vene.
    Un respiro ancora.
    Moko ed Amaterasu.
    Null'altro contava né esisteva in quel momento. La lama puntò verso il basso.
    Moko era andato a terra eppure sentiva il cuore del Taranaki battere ancora. La sua forza non aveva perso nulla della ferocia e della brutale violenza, né la possanza del cuore del giovane Eletto era stata scalfita in alcun modo.
    Il Taranaki stava covando il suo attacco come il Vulcano di cui era custode ed essenza.
    La forza del Vulcano nei pugni di Moko, la lava il sangue, la rabbia il suo orgoglio.
    Respiro. Profondo. La spada farsi braccio, il braccio farsi vento. La cenere copriva il campo di battaglia. Il predatore o la preda?
    Quale il ruolo dei due adesso? Confine così labile...eppure attese la mossa di Moko.
    Doveva avvicinarsi. Doveva colpire Amaterasu. Nulla si mosse. Nessun suono.
    La mano sinistra si sovrappose alla destra.
    Preda o predatore?
    Chi dei due stava dando la caccia all'altro? Di chi il sangue avrebbe bagnato la terra e la lama per primo?
    Chi avrebbe mostrato le sue zanne?
    Un rumore di terra. Gli occhi a voltarsi di scatto. La spada in posizione eppure...in quel momento non vi erano domande, non vi era domandarsi il perché di tali gesti. Non c'era tempo per domandare. Per rispondere. Per pensare. Bisognava agire eppure vi era una nota stonata.
    Quando, come Amaterasu, si era abituati a camminare su un filo labile tra vita e morte, tra luce ed oscurità, si sviluppava un istinto predatorio che soverchiava l'Io pensante divenendo un tutt'uno con l'istinto e quel sesto senso che si chiamava illuminazione.
    Amaterasu aveva un illuminazione, aveva il sentire le note del combattimento, riuscire a danzare in esso.
    E vi era qualcosa di sbagliato.
    Non era il danzare solito. Vi era qualcosa che ronzava e che aveva fatto scattare la tagliola del predatore.
    Aveva morso il braccio dello spadaccino, limitandone movimenti e la difesa. Ma non era Moko.
    Per quanto ci assomigliasse non era lui. E poi perché avvicinarsi così tanto alle sue zanne?
    No...era perché voleva che lui lo pensasse.
    Quello era un clone fatto di terra e sabbia. E Moko?
    Moko era ancora sotto terra. Lì dove nel suo elemento naturale stava aspettando che la tigre ruggisse e affondasse le sue zanne nella trappola, limitandone i movimenti, bloccandoli gli artigli e lasciandolo scoperto.
    Il predatore aveva atteso la preda, incoccando la freccia nel suo arco, gli occhi sulla giugulare, la volontà nella punta della freccia.
    Moko, il Taranaki, la Furia, rimaneva solido come la Terra nella sua azione. Nessuna paura accendeva le sue iridi di tenebra.
    Brillavano come nove che esplodevano creando galassie, mentre il suo cosmo ruggiva e si faceva terra e lava.
    Amaterasu era solo un piccolo gatto in confronto a tutto questo.
    Un gatto che aveva scordato il sangue e la caccia, l'ardimento e il cuore pulsante, l'odore della preda e la pazienza dell'attesa. I muscoli scattanti, gli occhi come lance.
    Amaterasu era diventato un gatto grasso in quel momento dimentico di tutto e tutti.


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    Afferrò quella copia e la violenza del Taranaki fu su di lui. Un maremoto.
    Amaterasu sarebbe stato schiacciato. E schiacciato fu.
    Troppo veloce Moko, troppo imprevedibile il suo attacco. Si...eppure troppo facile.
    Era tutta questa la forza di un Araldo? Di uno dei pilastri della Realtà?
    Amaterasu era così debole?
    In fondo le leggende hanno una parte di verità ma anche di cose inventate. Amaterasu, l'Imperatrice del Giappone, colei che aveva guidato un uomo alla sua conquista, un Araldo che combatteva contro il Rinnegato e la sua schifosa progenie, la spada nelle tenebre era così debole?
    In fondo un nome non è nulla perché contano le azioni e le imprese, la forza del braccio e null'altro. Titoli, onori, gloria non sono null'altro che orpelli per il guerriero.
    Perché se il braccio non è saldo, se la lama non si disseta del sangue dei nemici il nome non potrà farlo al loro posto.
    Il nome è un miraggio.
    Anche un Araldo non faceva eccezione? Quindi G.E.A era debole...quindi la Realtà non era null'altro che un accozzaglia di letame e di nomi che non avrebbero saputo difenderla.
    La Corruzione aveva vinto quindi.


    Fight like you're gods and monsters




    Ruggì il cosmo del Byakko. non era ancora sconfitto, non si sentia sconfitto e da preda si trasformò in predatore. Sfruttando il colpo di Moko e la sua trappola, ne aveva creata un altra sul momento. Imprevedibile come la Creazione e la Vita di cui era il principio fondante, Amaterasu sembrò una tigre. Quegli occhi erano un arcobaleno di colori mai visti, la sua forza intatta, la voglia di non cedere e di non essere sconfitto da nessuno.
    Non lasciare che la corrente della battaglia lo affogasse, ma sfruttarla a suo uso e piacimento. Dominare il campo.
    Dominare se stessi e la sorte. Adattarsi. Mutare. Non avere una forma sola ma infinite. Non una tecnica. Ma nessuna.
    e allo stesso tempo infinite. Come le forme che poteva avere la Creazione e la Vita. Come uno scultore.
    Mai quieto, sempre in movimento.

    E Moko lo avrebbe visto di fronte a sé. Il braccio già in movimento, lo stesso bloccato dalla copia di terra.
    L'avrebbe usata per scaraventarla addosso al piccolo grande uomo, sulla sua tempia destra non solo per liberarsi ma anche per far si che il colpo lasciasse Moko intontito.
    E poi la forma non forma della tecnica di spada di Amaterasu.
    Le dita erano salde e morbide al tempo stesso, il movimento fluido e portato senza pensare.
    Seguire il corso della battaglia, assecondarlo, lasciarlo fluire dentro di noi, intorno a noi, sulla punta della spada, lasciar che la mente diventasse quel flusso e seguirlo con tutti i sensi.


    Gohon-me – Kesa-giri



    La spada a fintare un montante dal basso in alto. Il polso a scattare verso l'esterno, per cambiare movimento a mezz'aria e scattare verso il basso in un movimento fluido ma imprevedibile. Un fendente dall'alto in basso, dalla sinistra alla destra di Moko, a prendere la base del collo sull'attaccatura dello sterno e tagliare a fondo fino al fianco destro.
    La lama farsa di luce spuria. Il cosmo e lo spirito sul suo filo.
    Una scia luminosa. Un fendente che tornava da un passato antico e dimenticato.
    Tagliare carne e spirito.
    Combattendo come un dio e un mostro allo stesso tempo.
    Combattendo. Continuare a farlo. Ad avanzare...





    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Ammaccata e annerita in alcuni punti.

    STATUS FISICO: Ferite medie da taglio, esplosione e perforazione. Bruciature medie date dal magma.

    TECNICHE UTILIZZATE: Kyōka Suigetsu - Fiore allo specchio, Luna riflessa nell'acqua ~ L'illuminazione è come il riflesso della luna nell'acqua. La luna non si bagna né l'acqua si rompe. Sebbene la sua luce sia diffusa e grande, la luna si riflette anche in una pozzanghera di pochi centimetri. La luna tutta quanta e l'intero cielo si riflettono in una goccia di rugiada sull'erba.
    Questa tecnica riprende un vecchio proverbio cinese, dove entrambe sono cose che non possono essere toccate ma viste.
    Così è Amaterasu.
    La capacità di Amaterasu di controllare le dimensioni spettrali, sia col corpo fisico che con lo spirito, fa sì che lo stesso possa permettersi di attraversarle per poi riapparire in un punto qualsiasi del suo raggio d'azione. Se durante il combattimento, questo è assai rischioso per via del notevole affaticamento fisico e spirituale che esso comporta (è infatti usabile una volta per scontro), tutt'altro discorso si applica per il teletrasporto vero e proprio, dove L'Araldo della Creazione può apparire ovunque purché sia un luogo noto e senza blocchi relativi.
    {Teleport Spirituale}

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Incasso il diversivo e l'attacco debole. Ma sfrutto il tuo attacco forte per usare il teleport spirituale e usarlo come copertura. Aspetto fino a che il colpo non sia abbastanza vicino per teletrasportarmi davanti a te.
    Avendo in precedenza afferrato il costrutto di terra, lo uso come una mazza per sbattertelo in testa, distruggerlo e coprire la mia successiva mossa.[ATTACCO DEBOLE].
    Confidando nella botta e nella sorpresa e avendo il braccio libero, uso una tecnica iaido ma non avendola nella spada amaterasu opta per usare come DIVERSIVO il montante dal basso in alto in modo da farti credere che sia quello il vero attacco invece con la spada in alto, ruota il polso di scatto e con un movimento fluido e forte allo stesso tempo, cambia direzione a mezz'aria facendo un fendente dal basso in alto, dalla tua sinistra alla tua destra, con la lama attorniata di cosmo straordinario e spirito[ATTACCO FORTE]

    Qui la tecnica che uso.
     
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    i have no idea what i'm doing

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    HEAVEN & EARTH × 04



    La cenere del Vulcano coprì le luci dell’Alba.

    Il suo fantoccio, fratello di lava e pietra era riuscito a bloccarlo e il colpo che avrebbe portato in vantaggio il giovane custode era pronto, ma nella cenere poté avvertire che qualcosa non era andato nel verso giusto. Quello splendore on era stato catturato.

    In qualche modo Amateratsu era come sfalsato nella realtà, evitando il suo attacco e ritrovandosi di fronte a lui con il suo clone ben stretto e in balia dell’Araldo, che guardava Moko con una espressione a metà fra il sorpreso e il dispiaciuto, come se avesse voluto chiedere “scusa”.

    Era chiaro che non aveva ottenuto il punto necessario per sfondare la guardia di Amateratsu, di averlo alla balia dei suo attacchi.

    Un punto che ora lui teneva letteralmente fra le mani…



    Mannaggia!



    … e che ora stava lanciando come una mazza in direzione della tempia del Taranaki, nella forma del suo pupazzo igneo. Ma nonostante lo sconcerto iniziale e i pochi istanti di azione, il ragazzino aveva già un piano di azione.

    Perché la natura è mutevole, e anche la più massiccia e compatta delle rocce non è che un istante di un flusso continuo e costante, di qualcosa in continuo cambiamento secondo regole ben precise, regole che il Taranaki controllava in quanto padrone di quella materia litoide, nata e plasmata dal suo Cosmo.

    Perché la sua preparazione e il suo addestramento erano superiori a quelli che molti uomini e donne potevano sperare di raggiungere in una vita intera, e ha potuto osservare combattere letteralmente santi, dei e demoni e imparare da loro.

    Ma soprattutto, perché sapeva che poteva farlo, ed era figo.



    DO THE THING!



    Uno sguardo di intesa fra l’originale che iniziava ad arretrare e la copia che stava sfrecciando verso la sua faccia, seguito dalla distruzione di quest’ultima in tanti piccoli pezzi di roccia che in pochi secondi si ricombinarono in una lunga lancia color basalto, incandescente come la lava, che andò a urtare con forza con la mano del ragazzino che si era alzata per prenderla.
    Il colpò non avvenne, ma l’energia stessa dell’impatto lo fece comunque sbilanciare, rendendogli molto più difficile riuscire a notare l’elegante tecnica di spada che la prima imperatrice stava usando per rendere onore alla sua forza e tagliare il suo corpo e la sua anima.

    Un bel gesto che avrebbe tentato di bloccare, muovendo la lancia in modo tale da intercettare il fendente dell’Araldo della creazione. Almeno tentare di recuperare la posizione e un certo controllo sul combattimento, unico modo per poter vincere contro un avversario cosi grandioso come il detentore della Spada Paradisiaca.

    Ma per quanto veloce, per quanto preparato e per quanto motivato, Moko non era in una buona posizione, e non riuscì a leggere la finta di Amateratsu. Splendida ma non sovrannaturale, una semplice tecnica guerriere potenziata dalla sua essenza, un bagliore negli occhi di una limpida mattina d’estate.

    Roteando la lancia, tentò di riposizionarla per bloccare il fendente dal basso vesso l’alto pronto a tagliare il Gigante di G.E.A. Una minima difesa, quasi inutile che si infranse in mille pezzi mentre la punta di Kusanagi segnava un solco sulla nera darian e sulla pelle scura del ragazzino, mentre schizzi di sangue e anima zampillavano dalla ferita. Non profonda grazie alla durezza della armatura di roccia, ma che come i precedenti colpi del Drago di G.E.A. erano molto più di tagli nella carne.


    moko10


    Cadendo all’indietro, con gli occhi chiusi a causa del dolore intenso, il giovane si ritrovò a pensare che forse era arrivato il momento di gettare la spugna e chiamare la resa.

    Come battere un Araldo, uno stadio superiore dell’esistenza, ben più di un Custode grazie alla loro connessione con la matrice della Realtà? Moko era forte, era connesso alla Terra e alla Lava che poteva modellare come voleva, scolpendole grazie alla sua immaginazione e alla sua volontà… ma Amateratsu superava questo concetto, andando oltre.



    Era forte, e lui era debole.


    Nessuna vergogna, nessuno lo avrebbe deriso per questo. Aveva tentato e fallito, ma si era rafforzato e aveva imparato nuovi trucchi. Era cresciuto, come un vulcano che cresce a ogni eruzione, quindi perché non lasciare stare, se era debole?



    Chi lo ha deciso?


    Una voce, come portata sulle ali del vento che soffiano da lontano, gli ridona nuova vita nel suo sguardo. Una voce di un amico che insieme ad altri lo sta guardando combattere, per la prima volta sta vedendo i suoi poteri distanti dai loro giochi, sta vedendo il Taranaki e non Moko.



    Chi ha deciso che un Custode è più debole di un Araldo e non può fargli il culo?

    … nessuno…



    Il suo cosmo, sul punto di diventare brace, divampò in un’ulteriore esplosione, spazzando via tutta la polvere e il fumo che circondava il Vulcano e il Sole.
    La cenere si andò a legare ai pezzi della lancia che ancora ruotavano distrutti dal fendente, diventando una nuvola di aculei simili a spiedi che uno dopo l’altro si rivolsero verso l’Araldo della Creazione, mentre la terra sotto di lui si aprì generando fontane di lave indirizzate verso i suoi arti nel tentativo impedirgli di muoversi per evitare gli aculei o deviarli con la sua katana.



    moko20_1

    Mi dispiace… ma io non mi arrendo ancora.
    Non sono abbastanza debole per arrendermi
    .





    Con un gesto della mano, tutti gli aculei iniziarono a piovere come una grandinata di lapilli incandescenti verso Amateratsu, per tentare di infilzarlo in ogni dove e bruciare le sue carni con il calore del sangue della Madre.
    Un calore oscuro, nascosto, non splendente come quello generato dal Sole… ma abbastanza da mostrare la sua determinazione e forza.

    Al suo avversario.
    Ai suoi amici.
    A se stesso.





    narrato × parlato × pensato
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    FISCAMENTE - Anima colpita male, danni e tagliosulla parte anteriore del corpo, perdita di sangue;
    MENTALMENTE - Do things
    DARIAN - Grosso taglio sul lato frontale.

    RIASSUNTO AZIONI - Faccio diventare il costrutto una lancia in modo da trasformare l'AD in un passaggio molto brutale di arma, facendomi sbilanciare. Utilizzo la lancia per tentare di bloccare il fendente, ma causa della finta e del precedente sbilanciamento non parò bene il colpo e mi becco un bel taglio netto sulla darian, ferite, leggera perdita di sangue e anche male all'anima. Momento shonen del "non arrenderti" e creo delle fontane di lave indirizzate agli arti di Amateratsu per bloccarlo o impedirgli sia movimenti di gambe che di spada (AD) e usando i pezzi di lancia ancora presenti attorno a me creo tanti spiedi incandescenti che andranno a lanciarsi verso l'Arado per infilzarlo e bruciarlo se entrano.

    ABILITA' - Blood of the Earth [Terra + Lava] ; Silica Projection [Costrutti]

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    Amaterasu colpì e il sangue zampillò. Mentre il piccolo grande uomo non voleva soccombere.
    Questo era lo spirito giusto. Non era forte. Non lo era mai stato. Perché solo lo sciocco credeva di essere arrivato. Solo il pavido si arrendeva.
    Solo l'orgoglioso non pensava che potesse esserci una vetta ancora più alta da raggiungere.
    Il guerriero e il soldato invece prendevano tutto questo come una sfida.
    E le sfide non erano né buone né cattive: erano semplicemente sfide.
    e quindi ben venga la rabbia di Moko, il suo furore, la forza del Taranaki, la sua lava, la sua terra, il suo calore, la sua determinazione.
    Questa era una sfida. E una sfida andava onorata fino all'ultimo.
    Non rinfoderò la spada, anzi al contrario la puntò dritta al piccolo grande uomo.
    Cambiava metodo d'attacco Amaterasu. Attendeva Moko e la furia di cui era insito nel suo codice.
    La lama rifletteva il volto sudato dell'araldo, ma anche il suo sorriso al di sotto di quella barba folta, mentre i lunghi capelli ormai erano sciolti. Presi da correnti d'aria che si generavano dallo scontro di quei due cosmi.
    Un cosmo, quello dell'Araldo, che bruciava tutto, che accoglieva tutto e che attendeva Moko.


    «Forza! In piedi piccolo grande uomo. In piedi. Sei più forte di così. Molto più forte.
    Avanti...scatenati. Lascia fluire il tuo codice. In piedi!»



    Amaterasu lo incitava. Lo spirito di Moko era ancora lungi dall'essere distrutto. La sua forza ancora lontana dall'essere mostrata. Era un Vulcano che iniziava a gorgogliare. ma l'eruzione, quella era ancora lontana. Ma quel fuoco iniziava a ribollire sotto la superficie della crosta terrestre. Sotto il sembiante di Moko, sotto il dolore, sotto tutto questo quel fuoco gorgogliava e iniziava a ribollire di rabbia e volontà.
    Lo poteva sentire. Sentirne il calore. Sapeva che si sarebbe rialzato e quindi allargò le gambe. La spada posta in alto a difesa, il peso sulla destra, il fianco sinistro portato verso il nemico. Gli stava offrendo solo pochi punti da colpire. Gli occhi brillarono.
    Vi era ancora Draka. E Draka rispondeva sempre col proprio pugno a qualsiasi sfida. Che fosse nemica o amica.
    Gocce di sudore caddero a terra mentre Moko iniziava ad essere Taranaki.


    Le bestie del vento e Sengen sama stavano osservando. Osservare e capire. Amaterasu sarebbe ripartito, sarebbe andato nell'abisso della sua anima, a cercare il suo fuoco, per uscire dalla caverna e brillare.
    Erano lì e non avrebbero perso nulla. Perché il Sole era sempre osservato. Protetto? Forse...ma era interessante vedere due figli di G.E.A combattere, vedere fino a dove entrambi potevano spingersi. Sopratutto quanto la caverna avesse preso dell'anima dell'Araldo. Sengen sama non amava i suoi comportamenti, non riusciva a capirli mentre le bestie del vento sapevano quanto potesse essere imprevedibile perché anche loro, come il vento, erano libere di essere ovunque, di poter fare qualunque cosa. Il vento non si fermava mai. Continuava a soffiare. Continuava ad esserci. A sgretolare, piano, montagne, a creare tempeste, a spezzare alberi e case. Il vento era imprevedibile. Come gli elementi. Come Amaterasu che ne era l'Imperatrice. Loro erano affini ad Amaterasu, così come Moko. Ecco perché osservavano e al tempo stesso pensavano che poche volte avevano visto l'Araldo battersi con uno di loro.
    Non lo faceva quasi mai. Perché era solitario. Era lontano e al tempo stesso vicino.
    Come adesso.




    Moko stava scatenando la sua furia. E amaterasu non perse il contatto con gli occhi e le sue movenze.
    L'esplosione coprì per un attimo la sua vista, il braccio posto a protezione degli occhi, quel momento che segnava un apertura in uno scontro. E di nuovo attaccò.
    Manteneva le distanze. Non cercava il contatto diretto.
    Furbo.
    Ma stava rifacendo quasi le stesse cose dell'attacco precedente. Era chiaro che cercava di tenerlo sulla lunga distanza per evitare i suoi fendenti micidiali di spada.
    Amaterasu fece suo questa informazione. E iniziò a spostarsi di lato, mentre la terra sotto di lui si sgretolò vomitando fiamme e magma.
    Accelerò i suoi movimenti scartando di lato, alla sua sinistra, cercando di evitare che rimanesse intrappolato. Sentì il tocco bruciante del magma sul viso, il suo fiato mozzarsi in gola per la repentina escursione termica.
    L'intero campo di battaglia era un enorme trappola. La terra rispondeva a Moko quindi lui era già sul suo terreno di battaglia. Fontane di lava si erano aperte in più punti, la terra vomitava fuoco e questo non era un bene. I suoi occhi saettavano in ogni dove, mentre il suo cosmo divampò per farlo essere ancora più veloce.
    Ancora di più.
    Sempre di più.
    La sua lama saettò e la terra venne tagliata, mentre Amaterasu sembrava non avere un movimento preciso da seguire.
    Imprevedibile andava zigzagando sul campo di battaglia, non volendo dare un facile bersaglio ma Moko era furbo e accorto.
    Quello che gli piovve addosso nel mentre in cui stava tentando di avere le braccia e le gambe libere dalle prese di quei maledetti, fu una vera e propria tempesta di lapilli.
    Troppi per tagliarli.
    Potè solo chiudersi a riccio, portando il suo cosmo a divenire scudo eppure fece male. Sentì il dolore. Sentiva la pelle divenire cenere. Carne bruciata. Quell'odore schifoso, il fianco sinistro bruciava, faceva male. Troppo. La sua darian da bianca divenne con striature nere.
    Barcollò.
    Respirò a fatica.
    Il sangue ticchettava per terra. Le ferite si erano cauterizzate alcune, ma altre buttavano sangue mentre alcuni di quei spiedi rimanevano nelle sue carni. Ogni movimento era un dolore continuo. Lancinante.
    magnifico.
    Non il dolore. Ma la volontà che animava questa forza. Ecco cosa gli serviva per salutare tutti loro. Doveva ancora arrivare al limite e poi superarlo, in quell'atto di movimento che era la Creazione e la Distruzione.



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    La lingua passò sulle labbra secche.

    «Fa male...»

    Eppure sorrideva minaccioso. Era come un Vulcano sul punto di esplodere. Sul punto di non ritorno.
    E fece esplodere tutto.
    Si...ecco cos'era l'imprevedibilità. Moko forse si aspettava un attacco frontale. La corta distanza. Tanto vicino da poter usare la spada.
    Ma Amaterasu incarnava il concetto, il significante di Taglio.
    Un taglio che avrebbe abbracciato il Creato stesso. E lo avrebbe tagliato ancora.
    Quindi fece passare il suo cosmo nella terra, lì dove Moko esercitava il suo dominio, Amaterasu se ne appropriava. Imperatrice degli elementi. Imperatrice della Realtà.
    Tagli e squarci si generarono in essa, geyser di puro cosmo che avrebbero eruttato la loro potenza addosso a Moko.
    Non solo per distrarlo, non solo per ricambiare il favore, ma anche per nascondere il vero attacco.
    La sua tecnica.
    La tecnica dell'Imperatrice della realtà.
    E la spada si mosse. Un taglio nell'aria.
    Impresso nel codice della realtà. Per poi diventare due. Diventare tre.
    La tecnica capace di far sanguinare un dio.


    Tsubame Gaeshi



    La stretta sull'elsa morbida e decisa. Tesi e antitesi.
    Il movimento fluido ma anche così volitivo.
    Un unico movimento che ne racchiudeva infiniti altri. Come se da esso nacquero infinite possibilità e strade.
    Moko cosa avrebeb fatto?
    Quale sarebbe stata la risposta del Taranaki?


    «Fammi vedere chi sei davvero.»

    amaterasu aveva sfoderato i suoi artigli. Si stava battendo come sul Muro della realtà.
    Aveva mostrato la sua forza, la sua determinazione. Tra il sangue e il dolore. E con quel corpo bruciato e sanguinante, l'Araldo continuava ad avanzare.




    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Annerita e ammaccata in alcuni punti.

    STATUS FISICO: Ferite medie da taglio, esplosione e perforazione. Bruciature medie date dal magma.
    bruciature alte sulla parte alta del corpo, insieme alle braccia. Ferite medie da perforazione. Emorragie lievi. Alcune ferite sono cauterizzate per via del magma, difficoltò nei movimenti date dalle bruciature e dalla carne ustionata.



    TECNICHE UTILIZZATE: Hiken - Tsubame Gaeshi - La spada che taglia una rondine ~ Questa tecnica era di Airone. O Meti. Un altra pretendente per far si che Amaterasu si svegliasse dal suo lungo sonno. Nel momento in cui Draka riesce finalmente a fare suo il taglio perfetto, nel momento in cui diventa simulacro e risveglia Amaterasu, questa tecnica la fa sua.
    L'Araldo della Creazione ringrazia i due a suo modo: lasciando il corpo di Draka, facendo sua la tecnica di Meti. In modo tale che entrambi continuassero ad essere nella Creazione che non ha mai fine.
    Questa tecnica si dice che sia in grado di abbattere una rondine a mezz'aria.
    Amaterasu, espande il suo cosmo fino al limite della sua energia, facendo fluire in essa la Forza della Creazione e dello Spirito. Si pone con la punta della spada verso l'alto e la lama rivolta all'indietro; la guardia, del tutto particolare, è effettuata con la mano destra che impugna al contrario. Una guardia che permette la famosa tecnica caratterizzata da una repentina variazione di direzione durante il taglio, in realtà doppio, come il rapido cambio di direzione di una rondine. Il primo colpo arriva all'avversario con una velocità travolgente, creando un arco circolare in orizzontale per circondarlo. Ma il secondo colpo verticale, leggermente più lento, ha lo scopo di bloccare la fuga dall'alto e il terzo colpo verticale per impedire di fuggire di lato, travolgendo completamente l'avversario.
    Tre tagli. Un unico fendente. Per non lasciare scampo alcuno.
    Questa è la tecnica con cui Amaterasu ha riaperto i suoi occhi in questo mondo. è la sua essenza.
    È una tecnica che Sfida Dio
    Un taglio per far sanguinare Dio.
    Un fendente. Molteplici.
    Perchè chi affermava e agiva diventava Dio.
    Chi non pensava alla sua azione ma la poneva in essere poteva far sanguinare un Dio.
    E questa tecnica è l'assoluto taglio di Amaterasu. Un taglio con la mente sgombra dai pensieri, col cuore limpido, agire e pensare che si fanno essenza. Un taglio che diventa che porta alla molteplicità. Un modo per riconoscere molteplici possibilità. Un singolo atto che è anche concluso; una spada infinita che dà vita e morte allo stesso tempo, rendendo trasparente la propria esistenza fino agli estremi, finché non rimane più nulla che il taglio.
    Questo è Tsubame Gaeshi di Amaterasu. Una spada che crea un futuro a cui nemmeno gli dei possono sfuggire.
    {Spirito + Cosmo Straordinario + Spada}

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Muovendomi cerco di evitare l'attacco debole ma le velocità sono pari quindi mi becco ustioni lievi che mi portano a non accorgermi del tuo successivo colpo.
    Quindi becco quasi in pieno il tuo attacco debole, opponendo uno scudo di cosmo e chiudendomi a riccio.
    Ne esco infilzato a mo di porchetta d Ariccia, bruciato e ferito ma incazzato come sempre. ATTACCO DEBOLE uso il tuo tanto per far capire chi è l imperatrice, e coprire lo tsubame gaeshi come ATTACCO FORTE
     
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    darian × taranaki (x) [V]


    HEAVEN & EARTH × 05



    La stanchezza era imperante, le ferite gli facevano male.

    La terra, sua sorella e madre era ritornata alla Imperatrice celeste, mentre era ancora concentrato sul suo attacco. Sentiva le lame arrivare verso di lui dal basso, tradito dal suo elemento, e saltò ricevendo danni ai gambali ritrovandosi in aria e totalmente sbilanciato.

    Fra il fumo e la cenere, vide il suo avversario, l’Araldo della Creazione, in una posizione che esprimeva una paura atavica. L’istinto del guerriero, dell’animale uomo, del vulcano gli dicevano di urlare e chiedere pietà.

    Era qualcosa di Magnifico e Terrificante al tempo stesso, qualcosa che non avrebbe potuto sopportare o schivare. Lo avrebbe distrutto.

    Era sul punto di crollare, sul punto di frantumarsi e aprirsi, sanguinare fino a morire.



    Ottimo


    Moko_Ultra_Instict



    Inferno by Hiroyuki Sawano ft. Benjamin



    Quello era il codice del Vulcano, quella era la sua essenza al massimo. La terra che si spalancava, una ferita aperta dell’Inferno verso il Paradiso. Li avrebbe mostrato il suo massimo, li avrebbe trasformato la realtà di Amateratsu in uno scarlatto manto di distruzione.

    Aprì le sue braccia, quasi come se volesse accogliere i fendenti divini verso di lui, ma il suo intero cosmo e corpo esplose. Il calore era così potente come se un secondo Sole fosse nato in quell’isola fluttuante, la stessa darian era diventata così incandescente che il suo colore scuro era luminoso.

    Il magma erutto dai tatuaggi che ormai non potevano essere visti tanto che erano brillanti, e il suo corpo venne ricoperto in pochi attimi da tonnellate di roccia fusa, diventando qualcosa che nessuno avrebbe mai pensato di vedere associato a Moko, al Taranaki.

    Perché se lui era una creatura degli abissi della terra… come poteva volare in alto nel cielo?



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    Moko era ora il cuore di questo gigantesco uccello di magma, una rondine che avrebbe affrontato il destino di abbattere il cacciatore.
    La preda che diventa predatore, un nuovo Ordine che viene imposto.
    Il mostrare cosa si è davvero, nelle profondità della propria anima.



    Volò verso i tagli.

    Il primo gli taglio l’ala destra e parte del corpo, arrivando a disintegrare la sua darian e a tagliarsi i legamenti del braccio (resisti)

    Il secondo la sinistra, provocando altri danni, con l’anima che veniva tagliata, i ricordi sfarfallare, la sua intera esistenza sfasarsi (resisti)

    Il terzo poi disintegrò quasi totalmente il corpo del costrutto, lasciando solo la carcassa mutilata e malamente viva con il suo piccolo cuore che continuava a battere in modo parossistico, infondendoli cosmo fino a quando avrebbe potuto (resisti).


    Non tento movimenti di evasione, non tentò di fuggire, ma di travolgere completamente con il suo corpo coperto come una colata piroclastica viva interamente il corpo del Dragone di G.E.A.
    Avrebbe retto Moko? I danni erano ingenti, era pronto a cadere nell’oblio, ma non prima di dire quasi come un sussurro che si perde nel suono del vulcano.


    Questo sono io… Draka.
    Spero vada bene.




    narrato × parlato × pensato
    K70yZ1R
    KIA KAHA, KAUA E TANGI
    FISCAMENTE - Anima colpita e quasi al limite, tagli ovunque, più morto che vivo
    MENTALMENTE - FIRE
    DARIAN - Abbastanza distrutta

    RIASSUNTO AZIONI - Vado in "full shonen protagonista", e saltando evito in parte l'AD solo per rimanere completamente in balia dello Tsubame Gaeshi. Decido quindi di ricoprirmi totalmente con un costrutto simile a un uccello di fuoco e vendicare tutte le rondimi ingiustamente tagliate dai weebo per fare i fighi, e mi butto in un CONTRATTACCO beccando ingenti danni sia fisici che spirituali ma per investire totalmente Amateratsu con tonnellate di pollo alla diavola.

    ABILITA' - Blood of the Earth [Terra + Lava] ; Silica Projection [Costrutti]

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    Il coraggio era anche buttarsi tra le fauci di una tigre con il sorriso sulle labbra e quell'antipatica volontà che ci rendeva così maledettamente ardenti.
    Antipatica volontà perché quando si pensava di aver vinto ecco l'ardore che rendeva vano il tutto.
    Il coraggio era un abito da indossare in rare occasioni. Quelle importanti. Quelle che contavano davvero.
    Il coraggio era anche antipatico. Era anche maledettamente odioso. Era pazzo. Era un sorriso. Era una fenice che spiegava le sue ali investendo lo Tsubame Gaeshi come il falco faceva con la rondine.
    I tagli imposero dazio alle sue carni e al suo spirito ma lo stesso fecero quelle ali di magma e fuoco sul corpo dell'Araldo.


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    «Questa volta la rondine sarà falco, Moko.»




    Impose al suo corpo di non retrocedere. La spada si muoveva, il taglio fendeva aria e coraggio. Ma non poteva bastare. Entrambi non avrebbero mai deviato dal cammino che si erano prefissati, con cui incidevano se stessi nella Realtà. Non retrocedevano. Avanzavano.
    Il continuo mutare, il Crogiolo di ogni cosa, contro la furia della Terra e del Magma.
    L'Araldo della Creazione contro il Taranaki. Due forze uguali. Stesso Codice. Stesso ardimento e fuoco.
    L'impatto fu tremendo.
    Scosse l'Isola Galleggiante fin nelle sue profondità.


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    Esplosioni. Le ali della fenice di magma imposero il loro fuoco alle carni di Amaterasu. Così come il Taglio della Rondine strappò quelle stesse ali.
    Il battito d'ali della fenice incendiò l'aria e i polmoni, mentre l'anima di Moko continuava ad essere tagliata in un Crogiolo di cosmo, spirito e acciaio.
    E poi arrivò Moko.
    La fenice era stata sbranata, i tagli avevano imposto la loro supremazia imperante. Ma Moko non era una Fenice. Non era rivestito di magma e terra ma di coraggio e ardore.
    Nemmeno il Taglio di Amaterasu avrebbe potuto fermare questo. O almeno ci provò ma, per la prima volta in questo torno di tempo, quei tagli si infransero sulla corazza di coraggio del piccolo grande, enorme, uomo travolgendolo con il suo impeto, con quel piccolo, titanico, corpo e sentì le ossa scricchiolare. Sentì la darian assorbire l'impatto eppure bruciò.
    Eppure fu dolore lancinante.
    Eppure fu Moko che travolse l'Araldo non Amaterasu.
    Sputò sangue, mentre il fiato gli morì in gola e un bruciore risalì dal suo petto mentre il mondo divenne capovolto.
    Eppure non voleva cedere nemmeno lui.
    Col fiato a morirgli in gola, con quella stessa gola che divenne un vulcano, con quello stesso che fu come fuoco liquido e il dolore ad essere sudario, Amaterasu piantò i piedi e si impose di resistere.
    Nessuno dei due avrebbe ceduto. Ed entrambi si ruppero.
    Così come una lancia che poteva travolgere e spezzare ogni scudo si scontrasse con uno scudo che poteva deviare qualsiasi attacco.
    Due segni uguali.
    Che si infrangevano l'uno contro l'altro senza che nessuno potesse essere vincitore.
    Il fuoco dilaniò, mentre la terra lo investì a mò di tomba. Ma Moko pagava dazio con quel piccolo, titanico ed eroico, corpo che aveva sacrificato sull'altare di G.E.A per proteggere una Realtà dilaniata.
    Aveva dimostrato il valore con le azioni imponendole sul corpo di Amaterasu. Incise a fuoco.
    Azioni che erano marmo su cui costruire un futuro. Poteva andare nell'Abisso, il suo personale e tremendo Abisso, ora Amaterasu e combattersi.
    Per ritornare dalla Caverna. Per ritornare dalle Tenebre riscoprendo se stesso e il suo Inizio. In quel Crogiolo continuo che ne era l'essenza.
    Si piegò su un ginocchio. La spada piantata a terra, il fiato corto. La sua darian aveva retto l'urto, aveva protetto l'Araldo come faceva da sempre.
    Senza avrebbe perso.
    No...aveva perso ugualmente. Di fronte al coraggio e all'ardimento del piccolo grande Eletto lui poteva solo inginocchiarsi riconoscendo la propria sconfitta.
    Non era stato un pareggio, non era stato la lancia che poteva infrangere ogni scudo spezzarsi contro lo scudo che distruggeva ogni lancia, no assolutamente. Lui era solo una lancia che aveva trovato contro un bastione.
    In quel piccolo corpo si nascondeva una fortezza indomita che orgogliosamente e spavalda sfidava tutto e tutti proteggendo quelli che amava.
    Moko aveva vinto grazie a questo. Non alla darian o al Cosmo. Nè alle tecniche o al Codice.
    Aveva vinto con quello che si celava nel suo cuore. Con quel fuoco segreto che continuava ad eruttare tra difficoltà e sangue, nei momenti critici, ad essere faro e guida, ad essere la Terra che riparava ma che poteva distruggere ogni cosa.
    Poteva morire ora.
    Poteva affrontarsi col cuore sereno.
    Lasciava qualcuno più forte di lui. Qualcuno che avrebbe continuato ad avanzare nonostante l'avversario, le difficoltà o la sconfitta.
    Moko non era una fenice era qualcosa di più di questo.
    Respirò a fondo e scoprì come i suoi polmoni fossero caverne magmatiche: persino l'aria che respirava era un incendio.
    Bruciava il suo corpo. Però era ugualmente felice. In fondo andava bene così. Sapeva che non lasciava la Realtà da sola. Che c'erano loro a difenderla. Lui poteva affrontare l'Abisso e tentare di ritornare.
    Ora lo poteva fare serenamente. Ora non aveva più scuse, non aveva più faciliappigli con cui crogiolarsi per non fare questo salto. Ora sapeva che doveva farlo. Non c'era più nulla con cui legarsi e avvilupparsi per convincersi di essere necessario e non affrontarsi. Non riforgiarsi.
    Moko aveva sfidato tutto con coraggio. La fenice lo aveva travolto e in un certo senso era come se la Vita lo avesse fatto per impartirgli una lezione importante: che poteva rialzarsi e tentare.
    Che da ogni cenere poteva rinascere qualcos'altro. Lui era cenere. Da spazzare via.
    Era chiaro. Giusto. Così doveva essere. Inizio e Creazione a partire dalla propria Distruzione.


    «Ho sempre...sa...saputo cosa fossi...
    ...Moko...»


    Ed era più che bene.
    Era meraviglioso.

     
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    darian × taranaki (x) [V]


    HEAVEN & EARTH × 06



    Buio.


    Il rumore dei macchinari che circondavano il bozzolo medico erano un sottofondo musicale, una ninna nanna al suo riposo senza sogni. Un sonno senza ricordi di quello che era seguito allo scontro fra la Creazione e l’Abisso.

    Kiri non aveva esitato un secondo ad arrivare in soccorso del Taranaki, nonostante le alte temperature che avrebbero potuto anche dar fuoco alla driade. I compagni di Moko, Moko il ragazzino e non il Dio Gigante figlio della Terra, non erano lì solo perché l’essere vegetale gli aveva proibito categoricamente di avvicinarsi. Troppo pericoloso.

    Lo spirito guardò Amateratsu con il suo sguardo freddo e alieno. Poi si spostò sul corpo esanime del ragazzo. Le ferite non erano quantificabili, i tagli lo coprivano e solo un movimento impercettibile del torace totalmente scoperto dalla armatura faceva intuire che quella cosa di carne e roccia fosse viva.

    Ma, nonostante tutto, aveva un sorriso leggero stampato sulla faccia, come se avesse avvertito ciò che l’Araldo gli aveva detto, di come aveva dimostrato le sue possibilità. Di come aveva unito Cielo e Terra.


    Lord Amateratsu, nella più totale franchezza, non comprendo l’ingenuità idealistica di Lord Moko e di come lo porta come sempre a ferirsi più del necessario, ma non nego che sia una parte del suo Codice intrinseco.

    La ringrazio quindi da parte sua dello scontro. Ho potuto avvertire nella piccolezza del mio essere la potenza sprigionata. Non vi siete risparmiato e lui puntava a questo. Puntava a vedere quale fosse il suo limite e ad andare oltre… Teme di non essere mai all’altezza, ma vedo che invece lei capisce appieno il suo valore.

    Anche per questo, la ringrazio… personalmente.



    Delicatamente, prese il piccolo corpo esamine e con un gentile e rispettoso inchino, scomparve nel portale di api, dritto verso il centro medico. Al buio, al suono e al sonno.

    Harlan non poteva saperlo, ma non lo avrebbe mai più rivisto.

    Almeno, non solo come Moko.




    ~ ~ ~




    Non capisco… guarda queste letture cosmiche.

    Mmm… sono quasi impercettibili, se non avessi fatto un secondo check, non ce ne saremo accorti… è qualcosa di strano, come un rigetto.

    Dobbiamo avvertirlo, potrebbe avere conseguenze sulla sua psiche e su come percepisce il mondo se continua ad avanzare in questo modo… non è qualcosa di umano.

    No.

    I due satiri addetti si voltarono verso Dreedea, con uno sguardo a metà tra lo sconvolto e l’incuriosito. Conoscevano la sua conoscenza e la sua autorevolezza, quindi erano ben consapevoli che era qualcosa che aveva già visto in passato, e la sua espressione che mostrava sia tristezza quanto gioia e speranza non lasciava spazio e dubbi.


    A quanto pare… sta iniziando.


    Disse l’antico essere osservando una farfalla monarca appollaiata sul bozzolo che conteneva il bambino, come un grembo di una madre… o una crisalide.

    Con un colpo di ali, si sollevò dalla superfice e sparì come la nebbia al mattino.



    oberon






    narrato × parlato × pensato
    K70yZ1R
    KIA KAHA, KAUA E TANGI
    FISCAMENTE - Più morto che vivo.
    MENTALMENTE - Felice
    DARIAN - Problemi per il prossimo Taranaki.

    RIASSUNTO AZIONI - Grazie mille per il magnifico scontro. Spero che sia piaciuto perché io lo ho adorato ♥ Dispiace solo per i tempi molto dilatati.

    Voluto finire con un piccolo collegamento a ciò che accadrà (cronologicamente dopo) nel cambio, spero che sia una idea carina ^^''' Alla prossima.


    ABILITA' - Blood of the Earth [Terra + Lava] ; Silica Projection [Costrutti]

    TECNICHE nada
     
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12 replies since 16/10/2019, 23:33   355 views
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