Carry on, Wayward Son

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    𝘊𝘰𝘮𝘦 𝘵𝘰 𝘮𝘦, 𝙄𝙛𝙧𝙞𝙩.

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    IN CHE SENSO ABBIAMO IL PACIFICO MERIDIONALE AL COMUNICATORE ?


    La voce di Hoyt si alza all’improvviso, facendo tremare la radio che stringe tra le mani. Si asciuga la fronte con una mano, mentre con l’altra si agita verso di te – attirando l’attenzione su quel discorso via radio.

    Qui è Gawain, Maestro di Corte del Pacifico Meridionale, chiediamo autorizzazione al canale di comunicazione diretto con l’Esecutore di Funayurei, Giovanni Montigli.

    Il ragazzino corre verso di te, facendoti tornare in mente la stessa aria spaventata che aveva il primo giorno di missione, quel giorno. Ti porge il comunicatore dove, attraverso un’immagine olografica, appare la figura di uno dei due tenno che hanno affiancato il Primarca durante il suo giorno di incoronamento. E’ fermo, imperturbabile, e prima di proferire parola aspetta la tua autorizzazione. L'immagine è in movimento, come se stessero camminando.


    Contatto il vostro centro di comando su ordine di Lord Oliver di Scylla, Primarca dell’Oceano Pacifico del Sud, Cuordimetallo, L’Eroe, Fabricator Comanda-
    ma una voce goliardica esplode da una zona fuori campo del comunicatore. FORZA GAWAIN, UN PO’ PIU’ VELOCE. All’improvviso, osservi il volto del tenno concentrarsi su un punto preciso e, dopo qualche secondo, esplodono urla di dolore. NON LA TELECINESI, NO, LA FACCIA NO-


    Torna a rivolgersi a te e - al momento della comunicazione - l'immagine cambia, trasmettendo la figura del Primarca. E' in piedi e sembra andare di fretta, come se lo stessero attendendo da qualche parte. Agita una mano in tua direzione, sorridendoti ed assumendo un'espressione orgogliosa.

    Hola, Giogiò.
    Lo so, ti sto contattando con poco preavviso, ma ho bisogno di te. Abbiamo ricevuto una comunicazione dalla squadra di recupero, i civili che abbiamo invitato ad unirsi all'Impero, dopo il salvataggio, hanno esternato una forte preoccupazione. Parte del loro gruppo si è addentrata in una città vicina e le comunicazioni si sono interrotte con la testimonianza di alcune strane apparizioni, in un castello. Me ne occuperei io stesso, ma ho un compito urgente da assolvere per me, e per il mio settore. In caso accetterai, Elyan verrà con te per fare da supporto. Spero tu possa darmi una mano, che ne dici?


    La spiegazione si conclude e il Primarca sembra assumere l’aria di chi non vorrebbe un rifiuto, non per presunzione - o volontà imperiale - ma perché ha bisogno di te. Ti guarda con speranza, poi aggiunge qualche parola.

    Quella gente ha bisogno di noi, sono in estremo pericolo contro un tasso di corruzione sempre crescente. Sei l'unico esecutore attivo, sarebbe un sollievo - per me - lasciare la faccenda nelle tue mani.

    L'immagine cambia ancora, presentandoti di nuovo Gawain per definire gli ultimi dettagli – come coordinate e informazioni sullo stato del luogo – Gawain si congeda, augurandoti buona fortuna. Dai uno sguardo a ciò che ti è stato inviato, e con piacevole senso di stupore puoi notare che è un posto che conosci, forse anche troppo bene. Italia, Sicilia, e più nello specifico, Catania – Castello Leucatia.

    Buona fortuna, Giovanni
    Ripongo in te la mia fiducia.
    - We all lift -


    Si torna a casa, Giogiò.






    Carry on, my Wayward Son


    There’ll be peace when you are done
    Lay your weary head to rest
    Don’t you cry no more.






    Cosa si prova a tornare nella tua terra natia?
    Cosa provi nel vederla temprata da così tanto tempo sotto l’incudine ed il martello della corruzione?
    Sei stato mandato in soccorso delle persone, alle pendici di quello che – una volta – era il Parco dell’Etna. Il tuo potere ti permetterebbe di gestire una situazione pericolosa anche da solo, ma ti è stato affiancato un particolare accompagnatore: Elyan, secondo tenno di Scylla. Ti riempie di domande, ti propina battute ogni cinque minuti, ma - all'arrivo e alla realizzazione della situazione - si zittisce.

    I civili, assieme alla prima squadra di soccorso, puoi trovarli facilmente grazie alla tua percezione cosmica e alle coordinate inviate in un secondo momento. Quando arrivi lì, ti viene raccontato che molti mariti, compagni e figli, gli uomini più forti, sono partiti alla volta di Catania per cercare provviste e mezzi di fortuna in quel marasma di disperazione. Per persone normali, è un viaggio lungo, tu - invece - puoi coprire quella distanza in molto meno tempo. L'ultima comunicazione che c'è stata tra il gruppo e i partecipanti alla spedizione nella città è stata su delle strane voci e delle strane figure nel Castello Leucatia.

    Giogiò, tu sei il custode degli spirti che vagano sotto la luce dell'Imperatore, a te spetta il compito di vigilare su entrambi, gli uomini e coloro che non lo sono più.

    Solo tu puoi portare a termine questa missione.






    I hear the voices when I'm dreaming
    I can hear them say...





    Eccoci qua

    Ti ho fornito il canovaccio di trama, ma sono sicuro che saprai tirare fuori qualcosa di ottimo!
    Eventuali png sono a tua completa disposizione, così come numero sottoposti al tuo seguito.
    Per questa missione, inoltre, avrai a disposizione Elyan - tenno del Pacifico Meridionale. Energia Blu con Resistenza Straordinaria, Metallo e Veleno. Come hai visto, è un tenno abbastanza sopra le righe, puoi usarlo o non usarlo in combattimento, a tua discrezione :zizi:

    Per qualsiasi domanda sai dove trovarmi.
    Buon divertimento :fiore:
     
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    Pecador contempla el día final
    en que han de dar cuenta los hijos de Adán.

    En un verde valle que es de Josefat
    envuelto en pavesas, el mundo verás.

    Acabado el mundo, debes contemplar
    que el cuerpo y el alma su unión buscarán.


    [...] "Dichiariamo quindi, per i motivi sopraccitati, aperta la prima sessione di questo Santo Conclave con la dicitura Ad Extirpanda, in cui gli imputati esporranno i fatti avvenuti tra il XX-XX e il XX-XX dell'anno corrente e per le loro stesse azioni verranno giudicati colpevoli o innocenti di Rinnegazione del Culto Imperiale ed Eresia. Presiede allo Scriptorivm Mordecai Heighmann; presiede come Veritatis Arbiter Johann Eberhard Nidhard.
    Dichiariamo inoltre, per rispetto della carica attualmente ricoperta dall'inquisito Giovanni Montigli, Skurdin del Pacifico Settentrionale come Esecutore di Funayiurei, che questa prima sessione sarà coperta dal Secretvm Imperiale e che all'eventuale proclamazione d'innocenza l'intero suo quadro inquisitorio verrà come da procedura cancellato dai registri dello Scriptorivm e quindi non inserito nell'Archivium. Possa il Dio-Imperatore avere di lui pietà se privo di colpa."

    "Molto bene. Skurdin Montigli, potete cominciare con la vostra deposizione."
    "Da dove volete che inizi?"
    "Dal principio, è ovvio."





    CARRY ON, MY WAYWARD SON
    UNO DI TRE
    DI SERE
    Drammatica pausa ad effetto perfettamente a tempo.
    NEEEEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEeeeeeeeeeeeee
    CHEEEE NON C'E' TEMPOOO, NON C'E' SPAZIOOOO, E MAI NESSUNO CAPIRAAA'


    Nella privacy del sontuoso bagno del suo alloggio, Giovanni si stava godendo il meritato riposo dopo una lunga giornata di lavoro. Con la sua bella cuffietta in plastica trasparente e il suo spazzolone da schiena già insaponato era pronto a buttarsi sotto l'acqua calda per la terza volta in una sola ora, perché il puzzo di corrotti morti era davvero davvero difficile da togliersi di dosso e perché di fatto era uno dei pochi momenti in cui trovandosi nella capitale non doveva firmare carte per missioni, onoreficenze e quant'altro. A rendergli la normalemente tediosa operazione più facile era Tiziano Ferro, suo personalissimo vizietto di cui si era costruito con qualche accrocchio con un vecchio lettore una bella playlist su cd-rom che col tempo stava consumando avidamente.

    PUOI RIMA-
    Stupendamente a tempo azzeccò la seconda pausa.
    -NEEEEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEeeeeeeeeeeeee
    PERCHE' FA MAAALEE, MAAALEE, MALE DA MORIRE
    senza teee


    Il suo cantare a squarciagola s'intrecciò perfettamente con quello di TZ, che Giovanni era sicuro l'avrebbe considerato un compagno degno del più bello dei duetti; la realtà ovviamente era ben altra. S'insaponò tutto mentre Sere Nere continuava e continuava, intonando con la gola il motivetto per tenere il tempo. In fondo chi se ne fregava della strofa, era violare e stuprare il ritornello la cosa importante. Quei rari momenti completamente suoi erano ciò che rendevano la vita degna di essere vissuta, proprio il massimo dopo un'estenuante giornata di l-

    MILORD, MILORD!
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
    Colto in flagrante nella sua rilassante nudità Giovanni tirò fuori un gridolino imbarazzato che descriveremo come estremamente virile, accompagnato da un accorere veloce della mano all'asciugamano per coprirsi. Ad Hoyt però non interessava nulla: puntò dritto dritto fino ad arrivare a lui, aiutato dal fatto che la doccia di Giovanni non avesse pareti di sorta ma era organizzata come quelle delle prigioni o militari, con un gettito che usciva dal muro e uno scolo in cui l'acqua fluiva per la particolare inclinazione della camera. Gli venne passato il ricettore e lo portò all'orecchio, sentendo dall'altra parte un gran trambusto di bestemmie, urla di dolore e colpi.

    Quando finalmente il Montigli capì le persone dietro la chiamata e la natura di essa uscì dalla doccia con ancora addosso il sapone e Tiziano Ferro che prendeva a cantare "Rosso Relativo", spostando la riproduzione al gigantesco proiettore che teneva in salotto per avere anche un responso visivo.
    Dopo qualche minuto spuntò Lui in tutta la sua gioia radiosa e gloria.



    Eccolo, l'Eroe. Per quanto di fretta parlò con la sua tipica vivacità e fermezza, riempendo l'intero palazzino Montigli. Fu inevitabile l'arrivo di una terza figura nel salottino, preannunciata dal rumore lontano di passettini in corsa che si fecero via via più rumorosi mano a mano che il bimbo si avvicinasse al padre e alla fonte di tutta la sua eccitazione.

    WOOOOOOOO WE ALL LIIIIIIIIIFT PAPONE, WOOOOOOO - disse irrompendo nel soggiorno e buttandosi con tutto il corpicino sul divano in modo da essere il più vicino possibile al suo personalissimo eroe. Non era un segreto quanto Valentino avesse una predilezione per Oliver di Scylla sin dai tempi dell'Esecutore del Leviatano, ammirazione che era maturata ancora di più con l'ascensione a Scylla e il conseguente salvataggio del padre durante la sua di ascensione a Funayurei. Con il suo sorrisone si era ritagliato un posto speciale nel cuore di molti bimbi atlantidei, compreso ovviamente se non primeggiante Valentino, il quale sognava di poter diventare come lui. Il piccolo Montigli indossava un'assolutamente innocua riproduzione della Scale del Fabricator che lo copriva da capo a piedi con il suo materiale metallico (ovviamente un materiale ferroso estremamente leggero che mimava solo in colorazione l'oricalco, non certo per proprietà); guardava l'olovideo con fare sognante, immaginandosi Esecutore come il suo babbo ma di qualche spirito Maori, per essere catapultato nel Pacifoco del Sud e poter quindi assistere il suo Batman come ogni bravo Robin farebbe.

    Intanto Giovanni si sistemò addosso l'asciugamano mentre Oliver procedeva ad esporre i motivi del suo contatto.
    Non era la prima volta che uno dei due settori del Pacifico cercava l'altro per un appoggio: la natura estesa dei due domini, entrambi primeggianti per superficie e profondità rispetto a tutti gli altri regni dell'Impero, rappresentava una seccatura da coprire, pattugliare e proteggere, costringendo spesso a collaborazioni per mancanza di personale o di mezzi. Era in questo modo che Giovanni poteva quindi vantarsi di quanto quella non fosse la prima volta che il Primarca chiedesse il suo appoggio, per quanto probabilmente la natura fondamentalmente vagabonda dei Funayurei e del loro signore rendesse la richiesta parzialmente vuota. Era come chiedere ad un bambino di mangiare una caramella: così come questo lo avrebbe fatto a prescindere dalla nostra richiesta, così Giovanni sarebbe presto o tardi passato per le acque mediterranee per esorcizzare qualche anima in pena e passando di lì avrebbe forse svolto quello stesso incarico senza nemmeno accorgersene.

    Il sapere di aver appena ricevuto una missione in quelle particolari terre lo colpì comunque, cogliendolo impreparato: la Sicilia rimaneva terra vergine dei suoi passi sin dai tempi dell'inizio Armageddon, poiché il saperla con certezza morta nel più assoluto dei termini era una consapevolezza troppo struggente per permettere prima alla Guardia e poi all'Esecutore di fare uno zaino e partire per vedere come buttasse da quelle parti. Sapeva di doverci stare alla larga: solo l'accenno di certi posti gli parlava in un linguaggio che capiva solo lui, lo si chiami dialetto o parlata dei ricordi e della nostalgia; già la sentiva, la rabbia, la voglia di partire per non tornare mai più, sparire in una crociata suicida per mendare la patria da quel tentacolare male ancestrale che era la Corruzione. La percepirono anche i Funayurei, che in alcune gocce d'acqua sul suo corpo nudo presero ad urlare coi loro profili scheletrici, minuscoli, concentrati in spazi pari ad un'unghia. Hoyt, che rimaneva vicino al suo compagno di squadra e ora superiore, rabbrividì a quella vista; Valentino fortunatamente era troppo innamorato di Oliver per poter notare altro.

    L'olovideo inevitabilmente ad un certo punto morì e Giovanni si trovò subito con un pesante macigno sul cuore.
    Mandagli conferma e chiedi per domani un randez-vous all'Astronomicon con il suo rappresentante, ore uno-zero-zero-zero. Mobilitate due Chimaera da registrare come mezzi di rientro e informate l'Assise della mia assenza.
    WAO PAPONE MA HAI VISTO CHE FIQO CHE ERA OLIVER QUANDO TI HA DETTO DEL CASTELLO? WOWO, E QUANDO TI HA AUGURATO BUONA FORTUNA AAAAAAAAA bellissishimo
    Certo, ho visto. - disse Giovanni paterno prima di (finalmente) cominciare ad asciugarsi tutto il corpo.
    Allora allora quando partiamo?
    Partiamo?
    Papone ma hai sentito? La Forma di Atlantide ha bisogno di noi! Dobbiamo andare ad aiutare i suoi uomini e lui!
    No no, sono abbastanza sicuro che l'unico posto dove la Forma di Atlantide ti abbia detto di andare è camera tua per fare i compiti.

    Il piccolo mondo di fantasie di Valentino venne spezzato così, senza pietà, con il suo cuore che fece tanto rumore quanto il canto a squarciagola di pochi minuti prima del padre. Ci provò evocando la faccia contrita e dispaciuta più strappalacrime a sua disposizione, ma suo padre era semplicemente un muro inamovibile: non avrebbe sentito nemmeno l'odore degli aranceti siciliani.

    Il giorno dopo

    Supervisionato l'assemblamento dell'essenziale presidio sulla spiaggia di sbarco che probabilmente di lì a qualche ora sarebbe stato smantellato per tornare a casa, Giovanni ed Elyan si lasciarono alle spalle i voluminosi mezzi di trasporto e s'inoltrarono in solitudine nell'entroterra seguendo le acciaccate strade provinciali siciliane. Procedettero cautamente, aguzzando la propria sensibilità cosmica per cogliere macchie o raggruppamenti di Corruzione o Caos in agguato; il tenno, da tanto chiacchierone e burlone che era stato durante il viaggio, si zittì improvvisamente, finalmente rispettando il religioso raccoglimento e la concentrazione che si erano impossessati del figliol prodigo Giovanni già alla partenza. Tetro era, pensoso, con il cuore che batteva solo per la sua terra, l'antica madre; trovandola sventrata e segnata in ogni dove sentì montare sentimenti contemporanei, su tutti rabbia e tristezza: quei luoghi erano diversi ma comunque gli ricordavano l'infanzia e lo colmavano di una nostalgia profonda di quella pacifica esistenza che avrebbe tanto voluto tornare a vivere.

    Si chiese se mai tutto sarebbe tornato alla normalità, se quelle prime infiltrazioni in territorio siculo volute dal Primarca di Scylla per raccogliere eventuali artefatti collegati ad Azae (che si diceva in quelle terre avesse costruito un proprio palazzo sotterraneo) potessero essere le prime prove di un piano di liberazione, teste di ponte per un futuro più radioso. D'altronde era più semplce eseguire perlustrazioni se il territorio lì presente rimaneva saldo sotto il proprio comando.
    Così s'immaginò un'altra volta al servizio di Oliver Ramirez, questa volta come crociato intento a liberare la sua personale Terra Santa; andò molto all'interno della fantasia, e in essa non c'era tattica o piano d'azione che potesse controllarlo: sapeva che se fosse mai stato impiegato in una liberazione della Sicilia non sarebbe probabilmente tornato, come Giovanni o come vivo. Si sarebbe lasciato trasportare dalla passione, dal rancore, e sorvolando ogni direttiva o catena di comando avrebbe lasciato il fronte compatto d'avanzata per buttarsi in un assalto in stile "spearheaded", ignorando qualsiasi nozione di arte della guerra. Era forse l'unico caso in cui l'ufficiale Giovanni non avrebbe potuto fare nulla per bloccare il suo istinto più primitivo di combattente... Ringraziò di essere controllato da un tenno straniero e di avere ben altre indicazioni per quell'escursione.

    Il paesaggio siciliano intanto era a dir poco desolato: dalla spiaggetta di Acireale su cui erano sbarcati seguirono le stradette cittadine fino a raggiungere Via Dafnica, poi Via Sciarelle, e da lì salire verso i vari Aci che componevano l'hinterland del borgo marittimo. Non dovettero mai attaccar battaglia durante il viaggio, nemmeno a Viagrande, o a Trecastagni o a Pedara: la completa vuotezza di palazzi, uffici e auto abbandonate per strada era rotta soltanto da strani raggruppamenti cristallini che crescevano un po' ovunque, da persone a oggetti, cogliendo apparentemente casualemente il punto dove trovare radici. Non disurbarono mai i cristalli, ben consapevoli con il semplice buon senso che qualunque cosa essi fossero non doveva essere toccata o approcciata.
    Il loro viaggio fino a Nicolosi fu quindi senza eventi, addirittura piacevole; una brezza calda li sosteneva e li rinfrescava, rendendo la torrida afa più sopportabile. L'Etna, tanto caro a GIovanni poiché spesso visto durante i vari viaggetti che faceva in famiglia o con la scuola, s'ergeva inviolato in tutto il suo naturale splendore. Fotografando o guardando solo lui si sarebbe potuto addirittura dire che nulla fosse cambiato, che il 2019 fosse un anno come altri e non il settimo dalla fine del mondo: rimase imbambolato per un minuto abbondante prima di essere richiamato alla realtà da Elyan.

    Raggiunto il villaggetto loro meta, improvvisamente GIovanni pensò a Valentino e a tutte le persone che non aveva mai potuto vedere o incontrare. Se lo immaginò dondolare sull'altalena, ma una che non si trovasse ventimila leghe sotto i mari bensì lì, tra i profumi e gli odori della sua terra, attorniato da coloro che il Montigli sapeva l'avrebbero adorato. Sua madre, su tutti: bella e buona, severa quanto colma d'amore per il figlio, un fiore non di sofisticatezza ma di genuinità che con costanza e determinazione s'era ritagliata un onesto pezzettino di prato con cui sfamare la sua prole; sentì una forte mancanza, acuita subito dopo dal pensiero del padre.
    Guardò nuovamente l'Etna, bellissimo e inviolato; gli parve da alcune rocce che vide in lontananza che il vulcano gli sorridesse, ma non con dei denti paterni o amorevoli, bensì perversi, ironici, quasi come a sfotterlo. Poiché ormai era vicino alla meta e ancora non riusciva a credere quanto ancora piccolo fosse quel mondo, in realtà così abbondante per così pochi.
    La salita della provinciale 92 stava per finire, anzi finì nel momento in cui Giovanni vide quel sorriso, e dopo circa un'ora di viaggio erano già in via Goethe, con il Monastero Benedettino Benedetto Dusmet in vista.

    Quanto piccolo che era il mondo, pensò, e anche spassoso: dopo anni tornava finalmente nella sua terra, ma solo per aiutare la stessa famiglia mafiosa che anni prima gli aveva ammazzato il genitore carabiniere.
    Sbucò dalla pineta e da Via Grotta delle Colombe in tutto il suo minaccioso splendore, con un passo animata da obiettivo e dedizione che poche persone potevano vantare; seguì a ruota a pochi metri distanza Elyan.
    Non appena girarono l'angolo e poterono scorgere le inferriate del convento ora divenuto fortezza, un mare di obiettivi e fucili coprì entrambi i loro corpi, dandogli un caloroso benvenuto da lontano.

    narrato - pensato - parlato - °telepatia°

    Nome: Giogiò Montigli
    Energia: rossa
    Fisicamente:
    Mentalmente:
    Scale:
    Note:

    Riassunto Azioni:

    Abilità utilizzate:

    Tecniche utilizzate:
    A good soldier obeys without question.
    A good officer commands without doubt.

     
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    Llamará Dios a juicio a todo ser racional
    para que den cuenta del modo de obrar.

    Dime, pecador, si en gracia no estás
    cuando Dios te llama a su tribunal.

    Tu seno de culpas allí se verá
    y aun las más ocultas, patentes serán.


    "Perciò aveva dei contatti pregressi con i locali, cioè precedenti alla missione "Mago di Oz"?"
    "È inesatto, diciamo che c'era uno sfortunato collegamento, ecco. Una coincidenza. Mio padre è stato assassinato dai rimasugli di questa precisa organizzazione."
    "Cioè quest Clan dei Laudani"
    "Esattamente"
    "E quindi di questi Laudani non conosceva alcun membro precedente alla sua missione."
    "A parte l'inquisito, no. Ma la sua affiliazione al clan è avvenuta successivamente agli avvenimenti dell'Armageddon e di fatto è da più di sette anni che non avevo suoi contatti. Anzi, anche prima, da circa cinque mesi prima al Dicembre 2012. Venne trasferito per questioni di salute, di più non so."
    "Lo giura sul trono?"
    "Lo giuro"

    ...

    "Molto bene, l'Arbiter la sostiene su questo. Parliamo allora di quelli che lei nel suo rapporto chiama... Ecco, i Cani di Hadranus"




    CARRY ON, MY WAYWARD SON
    DUE DI TRE
    Fermi lì, mani in vista.

    Una sola voce accompagnò i molti mirini su di loro, dando indirettamente spiegazioni: una procedura standard contro gli estranei. Prevedibile, comprensibile.
    I portoni si aprirono e fecero uscire un gruppo di circa dieci persone, di cui otto armati di fucile e d'abbigliamento paramilitare e due coperti da capo a piedi da delle tute protettive come quelle che usava i RIS ai tempi, mascherine e guanti. Cottonfioc.
    Dissero ai due di togliersi il casco per un semplice controllo. Giovanni obbedì.

    Lui non può, quello non è un casco ma la sua testa. disse riferendosi a Elyan.
    Insistettero.
    Ho detto che non può, lo ammazzareste: non forzate la mano, fidatevi. Siamo qui per aiutarvi.

    Ci fu uno sguardo interrogativo e di permesso da parte di uno dei due RIS verso uno dei tanti militari, un uomo dalla barba incolta e la faccia segnata da molte rughe, vissuto ma non anziano; acconsentì, poiché il cosmo di Giovanni si fece per qualche secondo percepire in modo cristallino e nessuno aveva le armi o i poteri per virtualmente contrastarlo. L'altro RIS alzò le spalle e infilò il cotton fioc in entrambi i lobi di Giovanni, una parte dello strumetno per lato. Appliccò su di esso un solvente.

    È pulito.
    Alla diagnosi del RIS i paramilitari tirarono giù le armi, rilassandosi.

    Scusate per la premura, ma dovevamo accertarci che non foste stati infettati. Benvenuti all'Avamposto Nicolosi.
    Il gruppo si avviò verso l'entrata. L'uomo vissuto ma non anziano che aveva fatto gli onori di casa rimase dietro con Giovanni ed Elyan, i quali entrarono per ultimi.
    Aspettavamo... Un gruppo più corposo di uomini, ecco; e non così variopinto.
    Giovanni rise appena nel sentire l'accento siciliano nell'inglese dell'uomo, che comunque poteva vantare un onesto vocabolario già da poche parole.
    Basteremo, statene certi. - rispose in italiano, causando sorpresa nell'uomo.
    Ma sei dei nostri allora? Di Dove?
    Messina.
    Ma non ci credo! Un compaesaneo! Ehi, Salvo! Salvo!

    Diede un sonoro fischio ad uno dei paramilitari che intanto era entrato e si era già acceso una sigaretta. Orami tutti erano all'interno delle mura esterne dell'ex convento; i portoni vennero chiusi.

    C'è un compaesaneo tuo qui!
    Eeeeh, benvenuto in paradiso!

    Salvo intanto tirò fuori una fiaschetta e dopo averla alzata a mo di brindisi ne trangugiò una sorsata avida. Si poteva facilmente intendere che non gliene fregasse niente della cosa.
    Ah scusalo, solitamente è un buontempone ma a sentir parlare di casa sua diventa sempre triste.
    L'uomo allora guardò il viso di Giovanni, giovane e bello, e una punta d'interrogativo gli percorse le palpebre stanche.
    Ma sei sopravvissuto a Messina scusa?
    No non c'ero quando è scoppiato tutto.
    Quindi non sai cosa sia successo lì?
    No.


    L'uomo ritagliò un grave secondo di riflessione nella loro conversazione prima inspirare profondamente e poi riprendere, lapidario.

    Meglio così. Vieni, ti faccio fare un giro del campo.

    La comunità era ben organizzata all'interno dei perimetri dell'ex convento domenicano: gli acri attorno alla struttura-forte era stati adattati per gli usi più svariati, dalla coltivazione in proprio alla produzione di legname, fin anche ai giochi per bambini. Di animali tenevano giusto quattro o cinque capre e un caprone, poi un pollame con una quarantina di galline.
    La maggior parte dei nuclei famigliari viveva la propria vita quotidiana nei piccoli loft che una volta -in una maniera molto poco cristiana, figuriamoci domenicana- i frati gentilmente affittavano a pellegrini, viaggiatori o comitive di sorta; per la notte si ritiravano al sicuro nella struttura centrale, che durante tutto l'arco della giornata rimaneva l'hub centralissima. Magazzino e roccaforte, tutto di lì passava e si decideva, in primis le turnazioni di ronda, guardia, cura degli interni, delle colture o dei pargoli. C'erano anche pargoli sì, alcuni di età persino inferiore ai sette anni. Era paradossalmente un piccolo angolo che sopravviveva giorno dopo giorno, decentrato sia dai grandi centri urbani che da quello minore nei pressi in cui era collocato.

    Camminando molti lo guardavano storto: per quanto dotati di equipaggiamenti quasi futuristici per i locali, le guardie imperiali davano comunque il generale senso di fiducia che ispira un militare professionista. Imbacuccato dal collo ai piedi della Scale, Giovanni ispirava tutto fuorché fiducia, più in generale amicizia; lo si poteva leggere distintamente specie negli occhi dei bambini.

    So che un contingente vi ha raggiunto nei giorni scorsi e da loro è arrivata la richiesta di rinforzi.
    Ah sìsì, dovrebbero rientrare a momenti. Per quest'ora vanno sempre in giro in ricognizione dicono. Controllare il perimetro: dicono che sia una procedura standard de... della vostra gente insomma
    Ah, uhm, sì certo.


    Ovviamente non era così.

    E invece che mi dite del vostro gruppo che si è perso a Catania?
    Di questo, se non vi dispiace, gradirei che chiedeste a me.


    Dalla soglia del portone principale del monastero dove si trovavano ora Giovanni e il suo accompagnatore si poteva vedere tutto, l'esterno e l'interno. In particolare la scaletta dalla quale scese la donna occupava un buon quarto della visuale: anche lei come tutti gli adulti lì presenti vestiva con equipaggiamenti paramilitari o funzionali al combattimento, nella sua camminata in anfibi e pantaloni tattici c'era più che un'aria di sicurezza e autorità, entrembe miste ad un sorrisetto mistico e solleticante tipico delle femmine fatali. Il Montigli rimase stranamente anzi incredibilmente immune al fascino stratificato della donna, poiché tutto il background di tasselli che componevano la missione lo avevano svuotato di ogni carica sessuale. Era lì soltanto per una missione di salvataggio ed estrazione, nient'altro.

    Va bene così Tommà, puoi tornare dagli altri. Grazie mille.
    Neanche in quest'occasione sua grazia si fa vedere?
    Sta riposando povero, è più stressato del solito ultimamente. Sei stato caro a chiedere, gli farò sapere del tuo interesse.


    Il cicerone di Giovanni che rispondeva al nome di Tommaso guardò stizzito e irritato la donna per poi girarsi e andarsene. Era palese quanto tra i due non corresse buon sangue. Giovanni rimaneva ora solo con la donna nell'anticamera del grande convento. In un'altra camera, rumorosamente, altri stavano sistemando sacchi di farina nel magazzino; ma in quanto a contatto visivio nessuno poteva vedere i due che ora presero a parlare.

    Mi hanno detto che sei siciliano, di Messina.
    Sì.
    E sei sopravvissuto a Messina?
    No, ero via in quei giorni.
    - disse mescolando la negazione ad un profondo sospiro. Rispondere per due volte alla stessa domanda lo infastidì enormemente, specialmente quando quella domanda lasciava intendere che fosse successo qualcosa di molto grosso e molto brutto alla sua cittadina natale.

    Meglio così. - disse la donna guardandolo negli occhi dal basso verso l'alto. L'inflessione delle sue sopracciglia rendeva impossibile leggere chiaramente il tono o il sottotono che si nascondeva tra le sue parole. Anche lei inspirò mentre con lo sguardo passò al carapace di Giovanni, ai suoi pettorali cinti d'energia spettrale e ai suoi spallaci ossei con occhi su occhi su occhi che la fissavano. Non era per niente spaventata, anzi: si tolse il guantaccio da combattimento e allungò una mano verso di lui, toccando prima debolmente e poi con tutto il palmo il freddo cosmico metallo.

    Quindi queste sono le armature di cui ho tanto sentito parlare. E dimmi, cosa saresti tu? Un Re, un Principe, un Generale?
    Il termine esatto è Esecutore.
    "Esecutore", mh. Ha un bel suono, è originale.
    Grazie.
    E il tuo amico? Lui cos'è?


    La donna buttò un occhio oltre le spalle di Giovanni e oltre la porta, verso il tenno tanto simpatico che intanto cercava di fare amicizia con una bimba che si nascondeva dietro la gonna della mamma. Spazientito, Giovanni mosse leggermente la sua imponente presenza per ostruire la visuale della donna e riportare l'attenzione su di sé.
    Trovandosela ora vicino poté tra l'altro notare la giovane età della donna, al massimo sua coetanea.

    Stavamo parlando della questione di Catania, mi pare.
    No, ti stai sbagliando. Stavamo facendo conoscenza.
    - disse lei sorridendo. Tolse le mani dall'armatura dell'atlantideo e la allungò per una stretta di mano, al quale l'uomo si unì.

    Piacere, Stefania.
    Giovanni.
    Vieni Giovanni, accomodati. Posso offrirti un caffé?
    Se me lo offri non lo rifiuto.
    Ahah, cos'è non ne hanno lì dove state voi?
    Ne hanno ma non buono come quello che si fa qui.
    Oh be', ormai le confezioni che riusciamo a trovare sono ben oltre la data di scadenza. Non ti aspettare chissà che.


    Lentamente il caffè salì nella caffettiera, mentre i presenti s'intrattenerono parlando di varie cose, soprattutto delle loro vite precedenti.

    Ecco qui.
    Grazie.
    - fece Giovanni prima di bere. Non impiegò molto a sentire il sapore di rancido misto a ferro misto a caffé che il suo caffé aveva. Dissimulò quanto gli fu possibile e a piccole boccate continuò a berlo.

    Buono vero?
    Mh, molto.
    Dai dai, fa crescere i peli sul petto questo.


    Tempo venti secondi e finirono il loro caffè.

    Allora, la situazione Leucatia.
    Sì.
    Allora, circa una settimana fa abbiamo mandato il nostro gruppo di ricognizione verso Catania. È la prima volta che ci spingiamo fino a lì per cercare le provviste più complicate da autoprodurre, come appunto il caffè. Il fatto in sé è stato figlio di uno spiacevole bisticcio di tempi: i vostri soldati sono arrivati tre o quattro ore dopo che nostri erano partiti e non si sono incrociati.
    Non sappiamo cosa sia successo al Leucatia, né perché ci siano finiti in un primo momento. Per quello che erano andati a fare non aveva senso che si trovassero lì.

    È un castello, è fatto per difendere chi sta al suo interno. Magari speravano d'incappare in un'altra comunità come la vostra.
    Difficile che sia così, tutte le persone che sappiamo siano sopravissute nella zona sono già sotto la nostra protezione. È improbabile che esista una comunità abbastanza grossa da sfruttare un castello senza che lo sapessimo.
    Improbabile ma non impossibile, no?
    No, quando dico improbabile intendo impossibile.


    Lei si accese una sigaretta.

    Non possiamo lasciarli lì senza sapere cosa ne è stato. Due del gruppo di ricognizione sono padri, uno è un figlio che è entrato nella turnazione delle ricognizioni non più di due mesi fa. La gente di qui ha bisogno di qualcuno che apri loro gli occhi e gli faccia vedere la verità.
    ... E quindi avete rifiutato l'offerta di recupero iniziale al contingente che vi aveva raggiunto.
    È esatto. Giusto il tempo di capire come sia andata e dare riposo ai morti.
    Mh. E suppongo che i miei uomini abbiano acconsentito solo se aveste atteso un loro superiore sul posto.
    Sì, siamo attraverso di loro ufficialmente sotto la vostra protezione. Figurarsi, quando abbiamo visto di cosa sono capaci i vostri fucili o in qualunque modo li chiamiate non abbiamo esitato un secondo a firmare. Ma abbiamo scoperto poi che dovevamo sottostare anche... Alle vostre regole, diciamo.
    Ci sono stati sopprusi o violenze su di voi?
    Nono, figuriamoci. Giusto qualche diverbio, incomprensione, nulla di ché. Davvero, non è necessario che te ne preoccupi.


    L'attenzione di Giovanni fu improvvisamente catturata dalla particolare frequenza cosmica dei Chimaera atlantidei, i carri armati alimentati dal cosmo dei singoli membri dell'equipaggio. Il contingente che l'aveva preceduto stava tornado. Si alzò, ringraziando di aver ottenuto le informazioni sufficienti per un quadro generale della situazione.

    Va bene, allora domani io e il mio accompagnatore andremo a controllare Castello Leucatia. Nel frattempo potete anche smettere di sistemare il magazzino e potete invece cominciare a radunare le vostre cose. Domani stesso se possibile averrà il trasporto.
    Dove vai scusa?
    Arrivano i miei uomini.


    Uscirono entrambi nel piazzale antistante il cancello principale; all'esterno il suono dei cingolati da lontano era chiaro e non serviva una percezione cosmica sopraffina per accorgersi dell'imminente arrivo del contingente atlantideo. Subito i locali aprirono l'entrata e tra i presenti si diffuse rapidamente il tipicissimo odore del sapone da decontaminazione cosmica che utilizzavano gli Atlantidei. Giovanni ormai era abituato ma per tutti gli altri risultava particolarmente buono e rinfrescante.
    Sia Giovanni che Elyan si fecero trovare proprio davanti al mezzo quando fece il suo ingresso, forti della loro autorità, soprattutto l'umano di carne. Apertosi il portellone, rapidamente uno ad uno gli atlantidei uscirono dall'abitacolo e corsero, con ancora le tute anticontaminazione addosso, al cospetto dello Skurdin e del tenno per inginocchiarsi.

    Milord.
    Riposo, Capitano. Tutto nella norma?
    Stranamente sì, milord. Non ingaggiamo da quando siamo arrivati.
    Presto mi racconterete. Adesso fate sistemare e rifocillare i vostri uomini.
    'Gnorsì.


    Giovanni scambiò qualche breve parola con Elyan, poi diede le sue indicazioni a Stefania.

    Vorrei ricevere il rapporto di questi giorni dai miei uomini. Avete un posto libero dove non saremo disturbati prima di cena?
    Qui va benissimo, mettetevi in un qualche angolo del campo e non vi disturberà nessuno.
    Mh, va bene.
    Cenerete con noi?
    Se non è un disturbo sì.


    Giovanni e i soldait del Pacifico del Sud fecero come indicato da Stefania e reclamarono per sé una parte del recinto che segnalava il campo interno; oltre c'erano solo melanzane ad ascoltarli.

    Allora, rapporto.
    Sì signore. Alle zero-cinque-zero-zero abbiamo avuto contatto con la costa e da lì ci siamo mossi nell'entroterra...


    Il rapporto stilato era quello di una particolarmente tranquilla missione, con i soldati mai costretti a dover rispondere ad un assalto nemico. Bizzarro considerata l'area coperta in quella settimana sia per raggiungere il posto sia durante i giri di perlustrazione della plotone lì in zona, che per sé investigò su questa quanto meno curiosa assenza di nemici nella provincia.

    Una cosa però non torna, milord.
    Che cosa?
    Il rapporto tra i civili. Non si fidano tra di loro. In realtà non si fidano neanche di noi.
    Non è la prima volta che incappiamo in comunutà disunite o resistenti, Capitano. È l'assenza della Luce dell'Imperatore che causa discordia. Presto saranno guariti.
    Indubbio milord, ma c'è dell'altro.
    Si spieghi.
    Carlos.


    Il capitano chiamò a sé con la voce e un gesto della mano il giovane genire del gruppo, il quale venne piazzato proprio davanti a Giovanni, che su di lui svettava notevolmente.

    Digli cos'hai trovato, forza.
    Sì, ecco... Dunque, quattro giorni fa abbiamo avuto il pomeriggio libero e io ho deciso di perlustrare lungo il fianco della montagna. Ad un certo punto mi sono fermato per... Svolgere alcune funzioni biologich-
    Pisciare, si dice pisciare, soldato. Sono stato guardia anche io, parla liberamente.
    Molto bene, come desiderate. Mi sono fermato per pisciare e spostando il terreno con il getto ho notato che la terra fosse spostata in quel punto, come se fosse stata scavata e poi rimessa. Ho scavato col mio fucile ed ho trovato una mano, signore. Un corpo.
    Estremi?
    Maschio, bianco, forse quarant'anni. Morto come durante un'esecuzione, un unico colpo alla testa.
    Be', mi pare evidente che l'Apocalisse non possa insegnare a questi animali come ci si comporti in modo n-
    Non era l'unico signore. Ho controllato e sono più che sicuro che il terreno scavato percorresse circa tre fasce, come terrazzamenti, di otto, forse nove metri ciascuno. La maggior parte degli uomini signore, giusto una manciata di donne: nessun guerriero, erano monaci.


    Giovanni guardò il Capitano, che annuì.

    Ho voluto vedere anche io dopo che ha fatto rapporto e mi sono personalmente accertato che non ci fossero presenze cosmiche che facessero pensare a illusioni. È tutto così.
    Uhm, e questo dove?
    Circa lagg-
    Senza indicare né guardare, soldato. A che ore si trova?
    Ehm, alle sue sette/otto, signore.
    Mh, va bene. Quindi mi state dicendo che i locali attuali potrebbero aver ucciso i precedenti occupanti del monastero e averlo preso per sé?
    Esatto.
    Non mi è chiaro come questo si colleghi con gli attriti interni alla loro comunità o con quelli con voi.
    È questo il punto: questo fatto pensiamo che sia il fulcro dei disguidi nella loro catena di comando. Il loro capo in particolar modo è una figura impossibile da inquadrare: non esce mai dai suoi alloggi e per lui parla una donna.
    Stefania.
    Proprio lei. Da quel che ho capito la stragrande maggioranza delle persone sta con Tommaso, uno degli armati. Tra l'altro lui ci ha detto di non andare più sulla montagna perché non era sicuro, ma era molto vago, sembrava non sapere neanche lui da cosa ci stesse proteggendo. Forse sperava che non scoprissimo la fossa comune, ma era molto animoso nel tenerci lontani da lì.
    Mh, va bene. E le cause della strage o chi tra le due fazioni l'abbia perpetrata lo sapete?
    I locali non ne parlano, anzi siamo sicuri nascondino attivamente la cosa, mentre con i nostri rilievi non siamo riusciti a ricavare informazioni più di tanto utili.
    D'accordo. Mantenete la calma e i nervi saldi, non è niente che queste terre non abbiano già visto in tempi non sospetti. Domani io ed Elyan recupereremo i civili mandati in perlustrazione e smonteremo il presidium. Abbiamo due Chimaera aggiuntivi che hanno montato un campo su di una spiaggia, nel caso abbiate bisogno le loro coordinate al Vox-Com sono 514437, domanda "Wicked", risposta "Witch". Segnatevele. Non voglio che prendiate iniziative personali in mia assenza: nessuna perlustrazione o domanda sui fatti avvenuti o scoperti. Chiaro?


    Fu quindi il tempo della cena. Zuppa di farro, onestamente riempente.
    Ovviamente nemmeno lì il detto capo della comunità si fece vedere. Stefania si limitò a dire che non si sentiva bene e che preferiva rimanere in camera sua.
    Terminata la cena, gli uomini di Giovanni su suo stesso ordine aiutarono a sparecchiare e mettere a posto, mentre Stefania si ritirava anch'ella al piano superiore. Tommaso, notate le sparute domande di GIovanni sul capo, s'intromise, offrendosi per accompagnarlo al piano di sopra.

    È un recluso, non esce mai dalla biblioteca. Dorme e vive lì, non si sa manco se esca per lavarsi.
    È strano.
    Che cosa è strano?
    Come un uomo che goda di così poca stima sia ancora il leader di un gruppo.


    Tommaso, intanto intento a salire le scale assieme a Giovanni, si bloccò e si girò verso l'Esecutore, che per nulla sorpreso sostenne la reazione dell'uomo. Si guardarono negli occhi giusto per un paio di secondi, prima che Tommaso se la ridesse e riprendesse a salire le scale.

    Tu sei di queste parti, lo sai come funzionano le questioni nelle famiglie.
    In verità no.
    Che lavoro facevi scusa?
    Soldato.
    E tuo padre?
    Carabiniere.
    Ah! Che me ne venga uno bello forte! Salvato dal figlio di una guardia! Solo la fine del mondo.
    Comunque, il capo della famiglia viene deciso dal predecessore. È come un feudo, si passa di padre in figlio o ai parenti più prossimi, e senza di quelli si va ad indicazione diretta. Il furbone nel tempo che è stato con noi si è prodigato molto e Don Nofiu, vabbè Onofrio all'italiana, buon'anima si è fatto abbindolare e lo ha nominato suo erede.
    E io gli volevo troppo bene a Don Nofiu per non rispettare il suo volere, così ho accettato STO MEZZOUOMO.


    Si affacciò nel trombone delle scale urlando verso l'alto quando ormai stavano alla fine del secondo piano. Due piani più in alto, all'urlo una porta si aprì e una donna ne uscì.

    Come mai qui?
    Oh be', ho sentito che chiedeva del boss e mi sono offerto di accompagnarlo. È disponibile?
    Potevi anche dirgli dove stava e basta È disponibile?
    No, in questo momento non è disponibile. Si sta riposando.
    E certo si sta riposando. NOI SGOBBIAMO TUTTO IL GIORNO E LUI SI RIPOSA
    Sei patetico quando fai così Tommaso.
    Patetico sì ma almeno ho i coglioni per affrontare le cose. Non mi nascondo tra le cosce di una donna.
    C'è l'inviato di Atlantide?


    Una voce fece capolino da dentro la stanza, non completamente rotta ma abbastana flebile per essere definita timida, titubante. Quello che rimase meno sorpreso tra i presenti fu paradossalmente Giovanni.

    Sì caro, vuole parlare con te.
    Ah, mi spiace, sono indisposto! E comunque non potremo incontrarci prima della fine delle quarantotto ore di quarantena. Domani al tramonto lo riceverò!
    Ma tu lo senti con chi stai parlando? Stai facendo anticamera ad uno che solo volendolo potrebbe radere al suolo tutta la struttura.
    E io lo ringrazio del fatto che non l'abbia ancora fatto e che stia portando partenza.
    Schifoso screanzato! È persino un compaesano, testa di minchia che non sei altro!
    Tuo, non mio.


    Terribilmente irritato dall'ultima risposta, Tommaso sbracciò per farsi strada fino alla porta, ma venne bloccato da Giovanni, che semplicemente infilando un braccio sotto la sua spalla e trattenendogli il torace riuscì a bloccarlo.

    Va bene, ditegli che domani ci vedremo al mio ritorno da Leucatia. Non un secondo dopo, anche perché poi smonteremo e partiremo immediatamente.
    D'accordo.


    Giovanni notò che Stefania aveva portato la mano alla cintola, più precisamente alla fondina con dentro la pistola. Trascinò giù Tommaso mentre questo continuava ad insultare e scalpitare, portandolo fino al piano terra. Illuminato dalle molti luci della vicina mensa, si poteva finalmente vedere quanto fosse paonazzo in volto.

    Deficiente, mongospastico, ammazzapreti. Dio se lo prenderà! Io giuro che Dio se lo prenderà un giorno! E tu, Atlantideo: tu non t'immischiare nelle nostre faccende o la nostra sarà un'alleanza molto breve.
    Non esiste alcuna alleanza tra di noi, Tommaso. Voi siete tutti cittadini dell'Impero ora.


    Qualche soldato del presidio atlantideo ancora occupato a pulire e sparecchiare nel vedere la scena prese un coltello da cucina e si avvicinò furente ai due che parlavano per punire quell'imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti di un prescelto di Poseidone. Magnagnimo e buono però, GIovanni li bloccò semplicemente alzando una mano verso di loro, senza nemmeno rompere il contatto visivo con Tommaso.

    È la vostra ultima notte qui, vi consiglio di godervela e di non fare nulla di stupido che possa rovinarla.

    Alché Tommaso, notando i molti occhi sugli spallacci di Giovanni che lo fissavano fu ghermito da gran paura e lasciò la stanza ancora furente, bestemmiando e maledicendo il giorno che Don Onofrio era morto.

    Ammazzapreti, mh. Quindi è stato lui ad uccidere i monaci.
    Sul far della sera non ci furono farlò di addio alla casa che gli aveva ospitati per anni, nessuna festa. Solo il silenzio delle stelle, lo stesso che ci fu nel sottocampo degli atlantidei. Giovanni fu l'ultimo ad addormentarsi, presissimo nell'arrovellarsi nei vari pezzi del puzzle che componevano un quadro incompleto, frammentato. Aveva la sensazione che qualcosa di grosso mancasse, come il soggetto principale di un'opera.
    Chi era dalla parte del giusto e chi del torto?
    L'indomani lo avrebbe scoperto, ad un prezzo molto caro per giunta.

    narrato - pensato - parlato - °telepatia°

    Nome: Giogiò Montigli
    Energia: rossa
    Fisicamente:
    Mentalmente:
    Scale:
    Note:

    Riassunto Azioni:

    Abilità utilizzate:

    Tecniche utilizzate:
    A good soldier obeys without question.
    A good officer commands without doubt.

     
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    Tu ángel de la guarda, allí te acusará
    y María Santísima no te amparará.

    Allí el Juez severo gran cargo te hará
    de tu mala vida, tú responderás.

    No habrá allí disculpas, ni se admitirán
    descargos a nadie de su mal obrar.

    Dime, miserable, ¿de quién te valdrás
    si allí al más justo, temblar le verás?

    Llorad vuestras faltas gemid y clamad
    que si grave es la culpa el infierno es más.


    "Quindi mi faccia capire, raggiunta la locazione conosciuta come Castello Leucatia in Catania, nome in codice "Città di Smeraldo", non avete incontrato alcun tipo di resistenza eretica o corrotta?"
    "È esatto, eccellenza."
    "E all'interno dello stesso castello avete trovato illesi il gruppo di ricognizione affiliato al Clan dei Laudani che si supponeva doveste salvare"
    "Come da rapporto, sì. È stata tutta una situazione generatasi in seguito ai delicati equilibri tra le fazioni interne al Clan, nominalmente la fazione minoritaria e quella dei Cani di Hadranus."

    "Ergo lei è stato giocato dal loro capo, cioè dal'inquisito XXXXXXX XXXXXXX."
    "... Si può dire di sì, eccellenza. Ma ritengo sia stato infine a fin di bene. La situazione era troppo complicata per poter essere risolta da normali civili."
    "Non è forse vero però che la sua natura lo abbia spinto a mentire anche a voi?"
    "Penso che questi sette anni abbiano cambiato tanto il genere umano, eccellenza. Chi non è abituato alla guerra sopporta malamente lo stress di guardarsi le spalle costantemente e lottare per sopravvivere, in un mondo post industriale come quello di superficie per giunta. Comportamente del genere sono comprensibili. La diffidenza è comprensibile."
    "Se voi foste venuto a conoscenza del suo piano però ben sette nostri connazionali sarebbero ancora vivi. Figli dell'Imperatore per nascita, non per adozione, Esecutore. Ciò che è scaturito da questa mancanza di trasparenza è piuttosto grave."
    "Questo lo comprendo. Rimetterò alle vostre eccellenti persone l'ultimo giudizio."

    "In ogni caso, l'Arbiter sostiene e appoggia ogni vostra parola. Voi siete libero, Skurdin Montigli: accetterete le scuse di questo Tribunale per l'offesa che abbiamo potuto arrecarvi nell'aggiungervi all'elenco degli indagati. Anzi, lo Scriptorivm provvederà immediatamente a cancellare i resoconti di questo interrogatorio"
    "Nessuna offesa, eccellenza. Sono il primo a dire che gli eventi richiedevano la riunione di un Conclave."
    "Vi ringraziamo per la vostra pazienza. Che il prossimo inquisito sia messo al cospetto dell'Arbiter."

    [...]

    "Prosegue la prima sessione di questo Santo Conclave con la dicitura Ad Extirpanda. Presiede allo Scriptorivm Mordecai Heighmann; presiede come Veritatis Arbiter Johann Eberhard Nidhard.

    "Inquisito, rispondete voi al nome di Lorenzo Rapetti da Genova?"
    "..."
    "Perché la copertura facciale non è ancora stata tolta? Provvedete immediatamente."

    "Inquisito, rispondete voi al nome di Lorenzo Rapetti da Genova?"
    *cough cough* "È corretto, vostra grazia."
    "Molto bene. Potete procedere con la vostra deposizione. Sia messo agli atti che l'inquisito non è tutt'ora un cittadino riconosciuto dell'Impero né la sua deposizione è sostenuta da un rapporto protocollato Astra Militarum."
    "Cosa volete sap-"
    "Prima di ascoltare ulteriormente cosa l'inquisito ha da dirci, consiglio cautela ai fratelli e alle sorelle di questo Santo Conclave: ricordo che l'inquisito è stato un sacerdote di falsi idoli che ha prontamente rinnegato la propria fede durante gli avvenimenti dell'Armageddon per ottenere un'affiliazione al così detto Clan dei Laudani; inoltre, è palese dai fatti presentati fin'ora che egli abbia una naturale predisposizione alla mistificazione e alla menzogna. Consiglio umilmente allo Iudex di appellare costantemente l'Arbiter per sostenere quanto detto dall'inquisito."
    "Lo Scriptorivm appunti quanto consigliato dall'Inquistore Ernhast Malleus. In qualità di Iudex però consiglio imparzialità allo stesso, affinché il suo giudizio non venga corrotto dal pregiudizio."
    "È un individuo senza onore"
    "Ma comunque un individuo, e par Grazia del Trono e della protezione che a lui ha esteso, con l'istituzione di un Santo Conclave la sua innocenza esiste fino a prova contraria."
    "..."
    "Molto bene. Inquisito Lorenzo Rapetti, può riprendere la sua deposizione."
    "...Cosa volete sapere?"
    "Tutto quello che può salvarla."




    CARRY ON, MY WAYWARD SON
    TRE DI TRE
    Per percorrere all'inverso i numerosi chilometri tra il Castello Leucatia e Nicolosi, Giovanni impiegò poco più di qualche secondo. Il suo passaggio fu come l'arrivo di una tempesta, con un tornado di macchine e detriti dietro di lui che catturati dal vuoto d'aria lo seguirono fino a quando non si fermò immediatamente prima di Via Grotta delle Colombe. Nel correre furiosamente le gocce di pioggia attorno a lui parvero ferme: pareva che la Sicilia stessa partecipasse alla tragedia che quel giorno si sarebbe consumata.
    Arrivato sul loco, diminuì violentemente la sua velocità ma non per questo fu improvvisamente colto da calma: la rapidità d'esecuzione era fondamentale per salvare gli uomini del presidio lasciati indietro e quindi continuò a correre nonostante il notevole impulso cosmico utilizzato in quell'incredibile scatto. Nel percorrere a velocità umana il vialetto si dannò nel non aver capito, nel non aver colto i segnali o unito i punti, anzi nel non aver proprio preso d'acconto quella specifica possibilità in cui ora si trovava.

    Sette anni di fine del mondo possono giocare brutti scherzi alla mente umana e a quella collettiva, ma quella era la prima volta che s'imbatteva in un culto eretico così squilibrato e ignorante. Mentre correva ripensava alle parole di Luca, Serena, Antonino e Carlo, a quanto gli aveva detto sul Culto di Hadranus che era esploso tra i Laudani in cerca di una protezione solida e a cui consacrarsi anima e corpo in un così tribolato momento. Nella sua testa, i monaci offerti come vittime sacrificali alla divinità che era l'Etna venivano sostituiti dai volti del Capitano del Presidio, del giovane Carlos e di tutti gli altri presenti che erano rimasti lì a sonnecchiare prima di alzarsi e coordinare i lavori per lo smantellamento della base e l'accompagnamento dei civili fino ai mezzi.
    Il buio mattiniero dominava ancora il cielo della settima ora e oltre la vegetazione si potevano già intravedere i faretti per l'illuminazione interna di cui erano provvisti i Laudani. Attraversò il vialetto di cosa e sfondò con un calcio il cancello principale.

    Immediatamente raffiche di mitragliatrici e las gun lo bersagliarono, costringendolo a richiamare il suo cosmo per generare una protezione. Intuì dall'utilizzo dei tipici fucili atlantidei che i suoi erano già stati sopraffatti, probabilmente mentre ancora dormivano per sua gentile concessione prima che si mettesse in viaggio con Elyan. La serie di coincidenze si stava allineando verso il completo disastro.
    Fece rapida carneficina dei soldati fedeli a Tommaso e ad Adrano rimasti nel piazzale principale per tenerlo occupato, tranciando in due da parte a parte l'elaborata trincea in cui si erano arroccati con un'unica ossea lama.
    Non ebbe pietà, alcuna. O meglio, non aveva tempo per provare pietà.

    Superò i corpi tagliati, sgozzati e sventrati, ignorando gli sfortunati che non erano morti sul colpo e ora affogavano nel loro stesso sangue riversi a terra. I loro boccheggi accompagnarono i pesanti e furenti passi dell'Esecutore verso la boscaglia, verso quelle famose ore sette/otto che il girono prima il povero Carlos gli aveva inviato.
    Giunse quindi una comunicazione al Vox-Com da parte di Elyan.

    Giovanni sono sul posto.
    Ottimo, dimmi cosa vedi Elyan.
    Avevi ragione tu.


    Giovanni serrò i piedi e li puntò a terra: nonostante avesse lui stesso teorizzato che l'Etna che i locali lodavano non fosse altro che un corrotto, sentirlo dire dal suo alleato fu comunque un colpo al cuore. Non riuscì a trovare le giuste parole per circa due secondi prima che il tenno aggiungesse altri dettagli.

    Ha numerosi dendriti che lo tengono sollevato sopra il cratere vulcanico e che penetrano nel terreno. Penso si cibi con questi.
    Non serve che aggiungi altro. Puoi ingaggiare o ti serve rinforzo?
    Sarà teso ma suppongo di farcela, il nemico è immobilizzato in posizione per quanto potente.
    Va bene. Ritirati se non pensi di farcela; io sto arrivando. L'Imperatore Protegge.


    Nella boscaglia delle pendici dell'Etna, numerose fiaccole spuntavano tra le fronde, accese. Sapevano che sarebbe presto arrivato e per indole bonaria e buona rinunciò subito a gettarsi a capofitto e a reclamare immediatamente le loro vite, perché erano tante e perché sperava di salvarli senza condanna. Il profilo del Funayurei così entrò nel campo visivo dei numerosi acoliti di Hadranus, divinità sicula pagana persa nel tempo e antecedente al culto cristiano, chissà in quale modo riesumata in quel tempo di crisi.
    Gli uomini e le donne, tutti nudi e coperti solo con pelli di cani randagi cucite tra di loro, non fermarono il loro canto. Rialzato più in alto sulla collina c'era quello che doveva essere l'alto sacerdote del loro nuovo culto; davanti a lui e inginocchiata, gonfia in volto per le botte e tenuta dai capelli, c'era Stefania, che lottava sia contro il coltello puntato alla sua gola per scappare al tristo destino che presto l'avrebbe forse colta, sia contro la forza stessa del suo tormentatore, che tenendola stretta la costringeva vicina al suo sesso. Fecero al Funayurei timorosamente spazio: un demone tra altri demoni.

    Con la visuale davanti a sé libera poté vedere la fossa aperta nel quale erano già riversi i corpi sgozzati dei suoi compatrioti. Un brivido rabbioso gli percorse tutta la schiena; lo trattenne a fatica.

    Non è tardi per fermarsi e rinnegare il passato, Tommaso. Per voi c'è ancora speranza.
    Non era vero, ma fermandoli almeno avrebbe evitato di reclamare con le sue mani il loro sangue.

    Non puoi capire, non potrai mai capire, eretico. Hai avuto la sfortuna di non essere stato scelto come lo siamo stati noi. Non c'è posto nel futuro per te.
    Non capisci proprio. Ascoltatemi, tutti voi: state tutti lodando le stesse cose che per anni vi hanno fatto vivere nel terrore e nella paura. Siete stati giocati, ma non è tardi per salvarvi.
    Menzogne, non statelo a sentire! Come altri in passato hanno sviato i nostri antenati così quest'uomo vuole farci rinunciare al Grande Padre! Ma noi siamo più forti dei nostri genitori, noi li abbiamo visti i doni di Adrano: per sette anni li abbiamo colti e mangiati mentre il resto della terra cresceva intorno a noi arida, offrendoci la sua protezione contro la Corruzione.
    Non c'è verità nel Dio che ci offri, Giovanni: lui non c'era quando ne abbiamo avuto bisogno.
    C'è ora, ma solo se sarete abbastanza saggi nell'abbandonare questa storia che vi siete inventati. Adrano non esiste, e colui che vi ha offerto la protezione per tutto questo tempo non è altro che un pesce più grosso tra i tanti che banchettano in queste terre. Avete solo la fortuna di vivere nella sua zona di caccia e di avergli dato da mangiare per tutto questo tempo. Solo per questo motivo siete tutti ancora in vita.
    Taci, screanzato! Già una volta hai rinunciato alla tua religione in favore di miti e idoli più allettanti, non hai alcun diritto di venire qui e fare la predica al popolo eletto. La furia di Adrano si abbatterà presto su di te tramite me!

    Lasciala andare, Tommaso. È la tua ultima occasione per fare la cosa giusta. Dopodiché verrò lì e ti farò esplodere il cuore.
    Ah, puoi provarci ma fallirai miseramente, sporco miscr-


    Il tempo di sfarfallare e Giovanni si era spostato a velocità supersonica verso il nemico: nessuno dei presenti era abbastanza potente per reagiure coi giusti tempi ai suoi movimenti. Tommaso si ritrovò quindi svuotato del respiro e di una parte del petto, riempita solo dal lugno osso conico con cui l'Esecutore l'aveva trapassato.
    Alcune donne urlarono, sorprese da tanta brutalità: ironicamente, in quello stesso istante in cui GIovanni aveva ucciso l'alto sacerdote del culto pagano la terra attorno a loro cominciò a rinsecchirsi, a inaridirsi, e qui e là cominciarono a spuntare timidi alcuni boccioli di cristallo. Quei pendii si dimostrarono infine non immuni al morbo che infestava l'intera isola. Giovanni intuì che Elyan doveva aver ammazzato la bestia.

    Ha-Ha-
    È finita. Adesso troverai la vera pace.
    Ha-Ha-Hadranusssss


    Un ultimo rantolo per il proprio dio. Spirò tra le sue mani e il corpo molle venne fatto scivolare a terra. Intanto, attorno al Montigli era scoppiato una seconda apocalisse: gli armati cominciarono a sparargli, con i proettili che rimbalzarono ovviamente sul suo metallo cosmico, mentre i vari boccioli di cristallo maturarono tutto intorno a velocità impressionante ed esponenziale, finalmente liberi di fiorire dopo la prolungata influenza "benefica" su quei luoghi. I molti accoliti vennero trafitti dalle composizioni che si fecero rapidamente enormi, trasformandosi loro stessi in statue violacelee se appena appena feriti. Giovanni colse Stefania, intanto fattasi piccola piccola e impaurita, e fece un enorme balzo per abbandonare in fretta la zona. Riatterrò sul tetto del monastero e lì tolse il bavaglio alla donna.

    Con calma, respira.
    Oh grazie, grazie, grazie, grazie, grazie. È finalmente finita.


    Parve improvvisamente ricordarsi di qualcosa. Di qualcuno. La faccia affondata nel petto di Giovanni, caldo per natura e per il sangue del nemico, divenne da sollevata a profondamente preoccupata.

    Lorenzo, dov'è Lorenzo? - disse prima di alzarsi in piedi e cominciare a chiamarlo a gran voce, esaurendo tutta l'aria nei suoi polmoni. Nessuno però le rispose.

    Ha detto, ha detto che vi avrebbe raggiunto, che vi stava chiamando... Dov'è?
    Giovanni evitò di rivelare la terribile e probabile verità ad una donna che amava un uomo che l'aveva abbandonata per salvarsi la pellaccia. Di cuori in un giorno ne aveva spezzati abbastanza. La calmò e le disse che l'avrebbe trovato lui.

    Elyan, siamo sul tetto del monastero e ho una superstite. Mi serve supporto velocemente, ho le composizioni cristalline che attorno a noi stanno guadagnando terreno. In poco tempo saremo costretti ad andarcene.

    Dopo meno di trenta secondi, Elyan atterrò -con estrema poca delicatezza- sul tetto, causando a Stefania un grosso spavento. Giovanni non si scompose più di tanto e pensò piuttosto a porre immediatamente tra le braccia del tenno la donna.

    Portala al presidio sulla spiaggia e aspettatemi lì. C'è un'altra persona nei paraggi da salvare.
    E per i nostri? I civili? I bambini?


    Un pesante silenzio. Giovanni rivide le strazianti facce dei bambini deformati dal contatto coi cristalli, di quelli trapassati o impalati dai tronconi più grossi. Le loro voci strappate e strozzate via via con la trasformazione e i loro corpi minuti un attimo carne e l'attimo dopo ametista lo avrebbe accompagnato per sempre. Forse addirittura tormentato.

    Non c'è stata salvezza per questo posto.
    E detto questo balzò dal tetto per buttarsi a tutta velocità nel centro disabitato di Nicolosi.

    ---------------------------------------------------------------------------------------

    Quella mattina nera era resa ancora più nera dai nuvoloni di pioggia che coprivano tutta la zona di Catania. La pioggia scendeva fine, come piccoli e lunghi aghi, lavando via il salino che lì si era posato coi venti e la generale sporcizia che con l'Apocalisse spesso si accumulava. Il sangue, per esempio.

    Giovanni trovò sulla sua strada una macchina piena zeppa di fedelissimi di Tommaso, quindi accoliti di Hadranus, lanciata all'inseguimento di qualcuno che però non era in vista. Era come se lo stessero cercando.
    Non aveva importanza però perché il sangue lavato via adesso era anche il loro. Si mise alle spalle il veicolo segato in due e sventrato, come sventrati e con le budella sparse sull'asfalto erano il guidatore e gli altri nell'abitacolo, e camminando ora con più calma cominciò a chiamare a gran voce il nome detto da Stefania. A fargli da costante sottotraccia era il tintinnio della scale sotto l'acqua scrosciante, cristallino e pieno.

    Cercò per circa un minuto ad una velocità elevata, mentre attorno a sé anche lì cominciavano a spuntare tra la resistenza del terreno i primi fiori di cristallo, per quanto in misura e maturazione molto minore. L'area era ancora vivibile e non fu costretto ad una corsa contro il tempo come altrimenti pensava.
    In ogni caso, svoltato un angolo vide finalmente un uomo, un singolo uomo, che correva agitato e ansimante. Il suo corpo si muoveva con pesantezza sempre più lontano, si trascinava quasi, sconfitto nell'animo dai recenti eventi.
    Giovanni prese a rincorrerlo e velocemente lo raggiunse grazie alle sue superiori doti fisiche.
    Quando per l'ennesima volta chiamò il nome, l'uomo si girò.

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    Era un uomo spaventato e trasandato, con una barbettina incolta per le troppe rasature saltate ma comunque corta per mancanza di sufficente testosterone nel corpo. I suoi occhi erano stanchi e segnati da pesanti occhiaie per notti tirate fino a tardi a leggere e rileggere nella biblioteca del monastero, e ancora prima per le notti passate a leggere la Bibbia e i manuali di teologia, e ancora prima per le sere passate nel letto giovanile a gustarsi un buon libro; spaventosamente piccoli, per giunta. Era al limite, della stanchezza e del piangere, esasperato nel modo più completo possibile per il troppo stress accumulato. Con sé aveva soltanto una pistola e una confezione di gel igienizzante, il migliore amico di un germofobico.

    Nel vedere la faccia e il corpo dell'uomo, il Montigli fu colto da una straniante felicità e da una sorpresa che sinceramente non si aspettava, non nel contesto in cui si era immerso durante quei due giorni.

    Don Lorenzo Rapetti era una sua conoscenza precedente alla fine di tutto. Già parroco della sua Chiesa, Santa Maria della Consolazione nel Rione Gravitello di Messina, era un prete abbastanza giovane che aveva accompagnato lui e Natsumi verso il rito del matrimonio nella tradizione cristiano cattolica. Era stato lui stesso il celebrante della funzione e nell'album fotografico spuntava spesso anche la sua faccia, in un tempo in cui aveva molto più tempo di curare la sua persona e il suo aspetto esteriore. Mai avrebbe pensato d'incontrarlo: sapeva che era stato trasferito altrove qualche anno dopo il loro matrimonio e qualche mese prima che nascesse Valentino. Sperava davvero, al tempo, che lo stesso prete che li aveva spostati battezzasse anche il frutto del loro amore.
    Si chiese come mai si trovasse lì, in mezzo a quella gente. Ovviamente non poteva sapere che Lorenzo fosse stato allontanto dalla Chiesa per volere di Sua Eccelenza Monsignor La Piana e che fosse stato preso, poco prima dell'Armageddon, sotto l'ala protettiva dello stesso uomo che anni prima aveva ammazzato quel carabiniere che era suo padre. Non poteva saperlo.
    Per lui rimaneva il prete della sua parrocchia, e tanto bastava.

    Fece scalare gli incastri del suo elmo e sotto la pioggia si rivelò la sua faccia. A quella rivelazione però l'uomo ebbe tremò e cominciò a disperarsi ancor di più, come se avesse visto un fantasma proveniente dal passato e arrivato per cogliere la sua vendetta. Giovanni lo inseguì e lo raggiunse con facilità, costringendolo all'abbraccio che un padre avrebbe potuto dare al proprio figlio.

    Va tutto bene Don, è finito tutto.

    Non seppe spiegarsi perché, ma una parte di Giovanni era talmente felice che qualche lacrima gli scivolò dal volto.
    Di contro, Lorenzo era sorpreso, ma intriso fino al midollo di tensione si lasciò finalmente andare, ringraziando che il destino lo avesse risparmiato. Si aggrappò con tutto se stesso al metallo di Giovanni e lentamente si velocemente si fece abbracciare anche da un caldo e ristoratore sonno dettato da uno svenimento.

    Aveva vinto. Sì, con l'aiuto di un deus ex machina e con tante menzogne, più di quelle che normalmente raccontava; e per qualche attimo era indubbio che si credesse spacciato.
    Però sì. Sì: aveva vinto.


    DANGER MOUSE (feat- NORAH JONES) — BLACK

    narrato - pensato - parlato - °telepatia°

    Nome: Giogiò Montigli
    Energia: rossa
    Fisicamente:
    Mentalmente:
    Scale:
    Note:

    Riassunto Azioni:

    Abilità utilizzate:

    Tecniche utilizzate:
    A good soldier obeys without question.
    A good officer commands without doubt.



    "..."
    "..."
    "E quindi il suo piano è stato sfruttare un Esecutore di Atlantide per liberarsi di un rivale che aveva giurato di ucciderla dopo che lei ha ucciso il sacerdote della loro eresia pagana."
    "È corretto."
    "Per gli atti, quando ha ucciso il detto sacerdote?"
    "Quattro mesi fa, il giorno successivo alla morte di Don Onofrio Laudani e l'ottenimento della consegna come nuovo Capofamiglia."
    "E i Cani di Hadranus non hanno mai tentato di ottenere vendetta su di lei?"
    "È stata una situazione strana: i dettami della loro religione sono entrati in conflitto con la tradizione siciliana che ancora permane in certi ambienti e cosche, di cui i Laudani erano un ottimo esempio. Desideravano la mia morte ma al contempo esitavano per via del volere del precedente Don, il quale era a differenza mia amato e rispettato da tutti."
    "Ma questi hanno ucciso monaci indifesi, penso che l'onore non sia u-"
    "Per di più, se mi è concesso eccellenza... Un altro motivo che ha impedito ai cultisti d'irrompere nella mia biblioteca e ammazzarmi era la relazione precedente all'Armageddon tra la donna di nome Stefania Salieri e Tommaso Giresi. Sposati e divorziati, il secondo non ha mai nascosto di voler tornare nelle grazie della prima. Sapeva però che l'ammazzarmi gli avrebbe per sempre precluso quella via e quindi ha rimandato a dare l'ordine; ci sono state alcune sparuti tentativi in solitaria d'eseguirmi, ma sono stati tutti ricacciati grazie ad un ampio arsenale che nel mentre avevo raggruppato nei miei alloggi."
    "In pratica, ha scommesso con la sua stessa vita. Non c'era nulla che impedisse ai cultisti di ammazzarla ma per una serie di loro comportamenti lei è riuscito a guadagnare tempo e infine a sconfiggerli. È così, inquisito?"

    "..."
    "..."
    "..."
    "Inquisito Lorenzo Rapetti, risponda alla domanda."
    "Uhm, diciamo che mi considero un uomo fortunato dopo questi eventi."
    "L'ultima battuta sia cancellata dallo Scriptorivm e sostituita con un generico sì."

    "Inquisito Lorenzo Rapetti."
    "Sì?"
    "Non possiamo trattenerla ulteriormente: l'Arbiter sostiene la sua versione dei fatti. In questa sede, saggiamente, non ha mentito. Le pongo però un'ultima domanda."
    "Vi servo, eccellenza."
    "Il vostro passato come devoto della Chiesa Cattolica è preoccupante: raramente i sacerdoti di alti culti abbracciano l'Imperatore con facilità e col tempo sviluppano eresie complicate, figlie di sincretismi tra il loro passato e il loro presente ad Atlantide. Lei ci ha chiesto asilo e di accettarla, e per giunta lo Skurdin Montigli si è offerto di prenderla sotto la sua ala protettiva come tutore del figlio in nome del precedente legame che vi unisce. Tuttavia, le chiedo: che assicurazioni ci dà su di lei? Perché dovremmo accogliere ad Atlantide chi è stato servo delle mistificazioni dei Daimon?"

    "... Perché desidero conoscere la verità, eccellenza. Dopo una vita fondata e costruita su di una menzogna venduta all'intero genere umano ora voglio solo capire cosa ci sia davvero oltre l'umano e lo scibile e se possibile partecipare alla gloria di chi è stato così gentile da aprirmi gli occhi."
    "..."
    "..."
    "Straordinario, anche in queste vostre poche ma precise parole vi è onestà. Sta bene, Lorenzo Rapetti da Genova: questo Sacro Tribunale le concede l'asilo e l'ottenimento della cittadinanza atlantidea, a patto che lei affronti un periodo di un mese di rieducazione civile e sociale, nonché di pratica nell'utilizzo e nella natura del cosmo secondo la regola atlantidea. Ovviamente abbandonerete titoli precedenti a questa data e riconducibili ad organizzazioni terze, siano essi culti religiosi eretici od organizzazioni di stampo criminoso. Il rifiuto di queste condizioni comporterà l'immediata espulsione dal territorio atlantideo. Accetta queste condizioni?"
    "Accetto, eccellenza"
    "Molto bene. Dichiaro terminata la prima seduta di questo Sacro Tribunale con la dicitura Ad Extirpanda. L'inquistore Mordecai Heighmann assegnato allo Scriptorvm depositerà nell'Archivium imperiale i log oggi raccolti. The Emperor Protexts.
     
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