[Mega Quest Asgard] Highway to Hel - prologo

L'avvertimento

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    Un lieve vento accarezza l'orrore delle terre che circondano a sud il Regno di Midgard, dove lottano i Guerrieri degli Asi a protezione dell'accesso ad Yggdrasil.

    L'aria continua a soffiare lenta, fino a scorre sui corpi orribili dei Corrotti, sulle rovine, su quel poco che rimane dell'immensa massa di cadaveri.

    L'enorme assembramento di abomini si muove, simile ad uno sciame di cavallette, cercando di penetrare le difese del Regno del Nord.
    Poi l'aria improvvisamente tace.

    Una giovane donna, vestita di drappi neri come i suoi capelli, si muove lenta, camminando a piedi nudi sui fili d'erba che stanno via via iniziando a ricrescere.

    Il suo sguardo è oltre i confini, come se non avesse notato la mostruosa orda che inizia ad accorgersi di lei.

    I primi si lanciano su di lei e di nuovo l'aria inizia a soffiare, a urlare.
    Brandelli danzarono ovunque, svanendo in polvere a causa dell'ira terrificante del vento.
    Ombre nere iniziarono a sorgere dalla terra e a vestire la donna, che prese a splendere di una luce tetra e bellissima.

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    Dalle sue vesti centinaia di spettri femminili furenti si lanciano all'assalto, presto raggiunti da enormi mastini infernali nati dall'ombra proiettata della donna, che su tutto si estende come una macchia d'olio.

    Grida inumane svettano sul rumore di battaglia, richiamo per altre infinite legioni di corrotti, simili a corvi giganteschi con quattro ali e tre teste, più simili a insetti che a volatili.

    Le nuove armate si precipitano sull'invasore, travolgendolo completamente in un turbinio di piume e artigli.

    Saette grigiastre iniziano a guizzare in questa bolgia di carne e sangue, fino ad esplodere in un boato che tutto spazza e cancella.

    Al centro dell'esplosione, su di un cratere, vola la donna, ora vestita di abiti regali bianchi e di una corazza nera.

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    Via da me insetti insignificanti, io sono la Triplice, colei che detiene le chiavi del Cosmo.

    La sua voce è quella di mille tuoni, che colpiscono la nebbia rossa che sta sorgendo innanzi a lei, trasudata dai cadaveri dei Corrotti.
    Una mano gigantesca viene formata dalla bruma, che via via si solidifica in un liquido rossastro, da cui nascono migliaia di altri arti che, come un'onda crollano sulla dea.

    Ho avuto vita da Zeus, ho appreso ciò che è da Ceo, ciò che non è da Febe, ciò che deve essere da Ananke e ciò che non deve essere dal Distruttore. Di nessuno indosso le catene e le vostre sono ormai troppo sottili.
    Sparite per sempre.


    Rune mistiche si disegnano nell'aria e si incidono sulla superficie dell'abominevole costrutto, che per reazione inizia a muoversi caoticamente preso da terrificanti convulsioni.
    Migliaia di voci gridano disperate mentre il supremo incanto distrugge la loro forma fisica e rimanda la loro coscienza nell'unica mente che è la corruzione.

    Il silenzio cala di nuovo su quelle tristi terre e la donna si muove verso l'arcano confine del regno degli Asi.

    Ecate, da millenni non cammini per queste terre, da quando ospitammo Crono ed i suoi fratelli alleati, prima che tuo padre li tradisse.

    La voce di Heimdallr è cortese ma gelida.
    La spada sacre è confitta nel suolo, in corrispondenza dell'invisibile barriera che protegge le terre di Odino.

    Sì... è da molto tempo che qui non giungo, e non è mia intenzione discutere delle azioni di mio padre.

    Zeus aveva promesso l'esilio presso Odino a Crono ed i suoi fratelli... e dopo pochi anni li precipitò nel Tartaro.
    Conosceva il disprezzo degli Asi per chi infrangeva la parola data, ma non avrebbe mai saputo le reali intenzioni di suoi padre ne ciò che lo mosse a travalicare i confini della sua morale.
    Non era lì per parlare di lui... era lì per aprire la via alla vendetta per il suo destino.

    Ne sono consapevole, intuisco che le tue intenzioni sono positive, ma leggere oltre i tuoi pensieri è complesso persino per me.

    Il tono del dio è più conciliante, ma è comunque un baluardo invalicabile.

    Sarò dunque diretta, devo conferire con Odino. Qui avverrà la prossima e definitiva battaglia contro la Corruzione... e l'esito dipende da ciò che noi faremo. Dobbiamo liberare e purificare Hel, o tutto sarà perduto.

    L'impassibile espressione di Heimdallr si incrinò per qualche istante. Ecate sapeva cosa stava chiedendo, ma doveva evitare assolutamente l'avvento di una nuova Persefone.
    Se l'Helheilm fosse caduto al modo dell'Averno, l'esercito della Corruzione sarebbe stato sterminato e definitivamente imbattibile...




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    Eccoci :zizi:





    Edited by Gorthaur - 10/5/2024, 18:58
     
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    Yggdrasill.

    Il destino dei mondi dipendeva dalla tenuta di quelle porte, il padre di tutto era a difesa dell’albero cosmico. La verità era sconosciuta agli esseri umani, loro credevano che esso fosse realmente un albero abitato da tante creature leggendarie, ma spesso la realtà è differente dalla leggenda. Odino e tutti gli Asi erano consapevoli del fatto che gli esseri umani, per quanto dotati di caratteristiche apprezzabili dovessero rimanere allo scuro di certi eventi, ne andava della salvezza della realtà stessa. Thor era uno dei pochi ad aver libero accesso al loro mondo, aveva il compito di guidare una strenua ed apparentemente inutile resistenza contro un nemico che sembrava in apparenza imbattibile.

    Quante guerre avevano combattuto? Nel corso delle ere il Dio aveva quasi perso il conto dei campi di battaglia che aveva solcato, delle volte in cui i fulmini aveva colpito i suoi nemici dilaniando e distruggendo ogni resistenza. Quello che stavano combattendo in quel frangente, sotto certi aspetti era anche peggio del Ragnarok stesso. Loro sapevano cosa dovevano difendere, sapevano come dovevano difenderlo ma … chi dovevano colpire? Questa situazione rendeva, un già irascibile Thor, di pessimo umore.

    Esigeva delle risposte.
    Voleva sapere come fermare questa che gli uomini chiamano corruzione. Suo padre si era sigillato insieme ad Yggdrasill e li rimaneva in attesa.

    Una sensazione.

    No, non era una sensazione.

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    Midgard. Le porte di accesso di Yggdrasill. Avvertì quella presenza aliena, quella figlia di Zeus, il suo marchio, il suo odore erano riconoscibili tra migliaia. Ricordava chiaramente il suo nome: Ecate. Come poteva dimenticarsi di lei? Ella che poteva viaggiare attraverso tutti i mondi, aveva accesso a tutti i mondi, a tutte le realtà, un’entità che perfino nel regno dei morti era a suo agio.

    Un tuono.
    Il cielo venne squarciato da un fulmine.
    Una figura immensa si palesò in mezzo ad un’orda di corrotti. Il corpo del dio venne immediatamente pervaso da fulmini e saette, gli occhi di Thor divennero azzurri e Mjolnir colpì violentemente il suolo, rilasciando parte del suo potere in un tripudio di fulmini misti ad un’ira quasi incontrollabile. Ma questo era Thor, ed Ecate e Heimdallr lo sapevano.

    Dopo essersi lasciato alle spalle un cumulo di corrotti senza vita, ignorando l’odore acre di carne bruciata, si diresse verso quello che secondo lui era un ospite indesiderato. Tante cose lo disturbavano, ma sicuramente una di queste era quando si infrangevano le promesse e la genia di Ecate era solita non mantenere mai le promesse.

    «Ecate», tuonò Thor.

    «Odino attualmente non può ricevere nessuno ...
    tanto meno te»


    Il tono di Thor non nascondeva il risentimento ed il disprezzo nei suoi confronti e nei confronti di suo padre Zeus, ma d’altro canto era ben consapevole che se lei era lì, sicuramente aveva qualcosa in mente e comunque l’avrebbe ascoltata.

    «Ma sentiamo, per quale ragione proprio ORA, l’Helheim dovrebbe rivestire una parte così importante? Se hai delle informazioni e vuoi veramente evitare che tutte le realtà collassino, allora condividile».

    Si fermò un attimo osservando con più attenzione Ecate.

    «Se ciò che dirai ci convincerà, io Thor, Figlio di Odino, re degli dèi, e di Jǫrð ti dò la mia parola che farò tutto ciò che è in mio potere per liberare Hel. E tu sai benissimo il valore che noi diamo alla parola data!»


    Cosa sapeva Ecate?
    Cosa stava nascondendo? Thor non si fidava di quella dea, e la cosa era abbastanza palese, non serviva la vista di Heimdallr per capirlo.

     
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    Ecate non si scompose all'arrivo di Thor, non perché non ne percepisse il potere o non ritenesse un rischio affrontare due Asi.
    Non si scompose perché il suo carattere non era dissimile da quello di Thor.

    Il suo amore per la conoscenza era furioso, avido e insaziabile come il desiderio del Dio del Tuono per la contesa e per la giustizia.
    A volte considerava questa sua attitudine una sorta di malattia, una maledizione, prezzo da pagare per ciò che le ha guadagnato la conoscenza superiore tra tutta la sua genia.
    Non aveva però ceduto dal peso dell'abisso, come invece cedette Ade.
    Al contrario, le avrebbe determinato il riscatto della sua famiglia.

    Le informazioni che porto sono funeste, ma possono rappresentare l'ultimo barlume di speranza per ricacciare questo orrendo morbo che infetta il mondo.

    Si rivolse a Thor, determinata ma allo stesso tempo consapevole di essere ospite tollerata, non gradita.

    Dopo lunghi anni passati a studiare ciò che ha condotto alla rovina, sono finalmente riuscita a scovare uno dei punti di emanazione della Corruzione: l'Averno. Da lì, mia sorella Persefone - condotta alla Corruzione dall'immenso dolore - ha riversato sul mondo milioni di anime corrotte, riportate ad una sorta di vita. Suo obiettivo è portare l'Averno a divenire parte integrante della realtà fisica, per poi scatenare su di essa un esercito di corrotti sconfinato.
    Diciamo che i suoi piani sono stati rallentati... ma non interrotti.
    Quindi la Corruzione si muoverà su un altro bersaglio, da lei già toccato: Hel, che al pari di Persefone potrà plasmare il suo regno di defunti in una nuova fonte infinita di corrotti.
    E' necessario che venga purificata... so che è difficile, ma non sarebbe la prima che viene salvata. So come farlo... è necessario un campione di energia vitale suo o identico.
    Dobbiamo purtroppo muoverci in fretta, attualmente la Corruzione è concentrata sulle forze di Atena in Giappone, ma non passerà molto prima che si muovano qua...


    Per quanto coraggiosa e fiera, il pensiero di quell'evento la scosse, ricordandole sua sorella e l'inevitabile momento del loro scontro... scontro che sarebbe stato definitivo.




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    Edited by Gorthaur - 8/4/2021, 15:06
     
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    Nel cuore pulsante di Asgard, sotto un cielo costellato di presagi, Thor, il venerabile figlio di Odino, si confrontava con un destino intricato e oscuro. Ecate, dea delle soglie e custode di segreti antichi, aveva portato notizie di portata infausta: Persefone, ora emblema della corruzione, cercava di assoggettare il Niflheimr al suo volere corrotto. Thor, colosso tra gli dei, ricevette la notizia con un peso che avrebbe schiacciato qualsiasi altro, ma nei suoi occhi brillava una luce di determinazione inesauribile.

    Thor, il pensiero veloce come il vento che cavalca tempeste, finalmente parlò, e nel farlo, ogni parola era un sigillo di potere, un diretto mandato di Odino stesso.

    "Se la chiave di questa calamità è il sangue di Hela, allora sappiate che un percorso ci rimane ancora aperto. Loki, il maestro dell'inganno, è confinato dove né occhio mortale né divino può giungere. Heimdal, custode dell'etereo Bifrost, ne detiene le chiavi," Thor tuonò, con una voce che sembrava forgiare il destino stesso. "Ma al di là di prigioni e guardiani, al centro di questa rete di speranze e ombre, giace Stormbringer, la lama che tutto può decidere. È essa, e nulla altro, la chiave di volta per infrangere le catene della corruzione di Hela"

    "Ecate, custode delle soglie e araldo degli dei," Thor iniziò, la sua voce un tuono soffuso che risuonava con l'autorità dei cieli, "in questo momento di svolta, davanti a te e agli antichi che vegliano su di noi, io, Thor, figlio di Odino, portatore di Mjolnir e difensore di Asgard, pronuncio un voto solenne."

    Il suo sguardo, penetrante come la luce delle stelle più remote, si fissò nel vuoto, oltre il confine del visibile, in un punto dove passato, presente e futuro si fondono in un unico, eterno istante.

    "Con la parola che mi è stata concessa, la parola di un dio, di un guerriero, di un figlio di questa realtà che tutti noi chiamiamo casa, prometto di fare tutto ciò che è in mio potere, di esplorare ogni confine, di affrontare ogni pericolo, di sacrificare, se necessario, ciò che mi è più caro, per difendere l'ordine cosmico dall'avanzare della corruzione che ora minaccia di inghiottire il Niflheimr e con essa ogni filo di esistenza."

    La sua mano si alzò, quasi a toccare l'infinito, un gesto che sigillava il patto tra lui e l'universo. "Invoco la forza dei miei antenati, la saggezza di Odino, la ferocia della tempesta e la resilienza della terra stessa. In nome di queste forze primordiali, giuro che l'oscurità sarà rischiarata e che il nostro nemico troverà in me, in noi, un avversario implacabile."

    "Non ci sarà riposo, non ci sarà esitazione. Dove ci sarà disperazione, porteremo speranza; dove regna la corruzione, ristabilirò l'ordine; dove l'ombra avanza, io sarò la luce. Questa è la mia promessa, questo è il mio giuramento. Su di me e su Mjolnir, che il mio impegno sia testimone: difenderemo la realtà fino al nostro ultimo respiro."

    Con quelle parole, il destino fu siglato. Thor, il protettore, aveva parlato. Il suo voto risuonava come un impegno eterno, un faro di determinazione che attraversava i cieli, infondendo coraggio a chi lo ascoltava e terrore a chi osava sfidare l'ordine delle cose. In quel momento, il cammino era chiaro, e la battaglia per l'essenza stessa della realtà era appena cominciata.

     
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