My Justice, Your Justice

Role/Duello Amaterasu / Alexis

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    ALEXIS
    LIBRA {VIII}
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    POST I

    MY JUSTICE
    YOUR JUSTICE


    La battaglia era finita, avevano messo la parola fine su quella che in un contesto ben più ampio poteva essere definita come una schermaglia di poco conto. Probabilmente poteva apparire così, ma la verità era un’altra: quella battaglia aveva messo insieme guerrieri che servivano la stessa Dea ( e anche qualche outsider ad onor del vero ), uomini che non avevano mai combattuto insieme, cavalieri che agendo con un comune intento erano riusciti a scacciare un male che da tempo si annidava in quelle terre. Quella battaglia era servita al giovane Alexis per saggiare la forza dei suoi nuovi compagni e comprendere - almeno in parte - l’entità dei nemici da affrontare.

    «Alexis»

    Era sovrappensiero il Gold Saint quando sentì una voce a lui familiare, voltandosi riconobbe la ragazza che aveva salvato durante le schermaglie iniziali: Margaret. La piccolina con i capelli rossi corse verso di lui e prese in mano un masso troppo pesante per lei. Alexis sorrise, e senza fare alcuno sforzo apparente appoggiò a terra una grossa colonna che aveva in spalla. Il Gold Saint portava solo la parte inferiore dell’armatura, dalla cintola in su non portava nulla, nemmeno una maglietta e ciò per aiutarsi nel lavoro di restauro. Lui come altri cavalieri stavano dando una mano per il ripristino dell’Acropoli e della città di Atene. Un lavoro lungo e delle braccia forti come le loro erano esattamente ciò che serviva. Lui si stava occupando di quello che un tempo veniva chiamato il quartieri Kolonaki, non molto lontano dalla piazza Syntagma, dove avevano combattuto l’ultima battaglia.

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    «Margaret, cosa fai da queste parti?», disse Alexis abbassandosi.

    «Volevo aiutarti», rispose la ragazza.

    Alexis sorrise e abbassandosi guardò divertito la ragazzina, la guardava dritta negli occhi e il suo cuore si riempì di gioia, era lontano quel giorno quando la trovò da sola in quelle macerie e la salvò da una fine certa. Sorrideva Margaret e sul suo volto c’era una sincera gratitudine verso il suo salvatore, queste era le cose che riempivano il cuore del Gold Saint, era per questo che combatteva il caos e gli squilibri cosmici, combatteva per vedere gli altri sorridere, per dare una speranza agli uomini. Lei era rimasta sola e per lui la cosa più naturale fù accoglierla nella sua dimora. Alexis non si era limitato a darle un tetto ed un pasto caldo, voleva che lei potesse definire quel luogo una “casa”. In un mondo così compromesso era importante che le nuove generazioni potessero avere una cosa che sembrava stesse sparendo da quella realtà: la speranza. Una casa, per come la intendeva lui non erano semplicemente quattro mura, ma un posto dove potersi sentire al sicuro, dove poter ridere e scherzare. Il Gold Saint si stava preoccupando anche della sua istruzione e lei ricambiava tutto ciò occupandosi della casa.

    «A casa hai già fatto tutto? Hai studiato?»

    Lei sbuffò, sapendo benissimo di non aver fatto tutto quello che avrebbe dovuto fare, ma era stanca di stare dentro quelle mura e voleva dare una mano al suo eroe. Alexis sospirò, era buffo come tutta quella situazione gli ricordò quando era accaduto ormai tanti anni addietro con Alisia e si chiese se anche la piccola Margaret un giorno sarebbe diventata un cavaliere seguendo il suo esempio.

    «No, non ho finito»

    Improvvisamente Alexis si voltò, uno strano cosmo era in avvicinamento: un cosmo che non riconosceva, un cosmo antico, una forza protettrice che dopo tanto tempo era tornata su questa terra. Che si trattasse di una buona nuova? Non appariva innanzi ai suoi sensi come un’entità ostile ma alzandosi in piedi richiamò la sua armatura, mentre la piccola Margaret comprendendo la situazione rimase dietro di lui.

    «Nemici?», chiese lei con voce tremante.
    «Non lo so, ma lo scopriremo presto. Tu restami vicino per ora».



    IL MIO ERA UN MONDO PERFETTO

    STATUS FISICO ♦ Ottime
    STATUS MENTALE ♦ Determinato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Role tra me e Lyga ambientata dopo l'Akropolis (dando per buono il fatto che non siamo morti tutti XD)

    Questo dovrebbe essere tutto.
    EPPURE DESIDERAVO L'IMPERFEZIONE

    ABILITÀ


    TECNICHE


    narrato ♦ « parlato »pensato°telepatia°
     
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    ATENEGrecia




    Il bastone ticchettò per terra. Il manto logoro. Aveva camminato dai Carpazi fino in Grecia. La Corte di Mezzanotte era sguinzagliata nell'est Europa. Una foresta fatta di zanne e artigli, di lance e scudi, di fuoco e veleno.
    Da troppo tempo il mondo non vedeva più l'esercito di Amaterasu. Da troppo tempo che si era allontanato da questo mondo.
    Cercare?
    Era sempre alla ricerca di qualcosa.
    Ma aveva anche perso molto. Aveva perso un mondo. I suoi occhi erano stati ciechi di fronte alla Corruzione. La sua spada silente.
    Amaterasu aveva perso più di molti altri. Non aveva mai perso. Mai..
    Un motivo di vanto. Stupido.
    Vantarsi delle proprie vittorie...a quale scopo? Queste non l'avevano reso di certo più forte, non avevano aperto i suoi occhi a tutto questo.
    La verità era solo una: un debole. Un patetico debole.
    Draka era più forte. Perché aveva perso tutto ma continuava ad andare avanti. Non si era arreso.
    Si guardò le braccia...e si ricordò della grotta e di un giorno maledetto.
    Come quello che ebbe Draka. Ma questo era un momento del passato. Poteva far si che da questo dipendesse tutto il suo futuro?
    Che il passato lo relegasse ad essere schiavo di esso?
    Aveva un opportunità. La sconfitta solo un modo per accrescere un abilità.
    Non dalle vittorie si trovava la forza, ma dalla sconfitta più cocente. Perché mangiare la terra, mordere il suolo dello sconfitto dava sostentamento al fuoco.
    Il fuoco della rivalsa. Del miglioramento.
    Perdere una battaglia non era importante. Perché accresceva l'abilità con la propria arma.

    Il suo errore fu questo.
    Ecco perché continuava a combattere. Ecco perché non si era rintanato nel suo tempio, guidando la sua Corte, ma si gettò subito nella battaglia.
    Non tanto per una sorta di redenzione, ma più perché era una sua diretta responsabilità farlo.
    Questo mondo lo aveva lasciato. Non lo avrebbe più fatto.
    Non avrebbe più abbandonato nessuno. Avrebbe tenuto le loro mani, perché aveva capito i suoi sbagli e da essi ne aveva trovato la forza e il fuoco per rimarginare le sue ferite e rialzarsi.
    Si aveva pianto.
    Aveva pianto lacrime amare per la desolazione del mondo e la vita distrutta. Per tutto quello che di buono c'era e che ora avvizziva.
    Per tutto quello che poteva essere e non sarebbe più stato. Si..
    Amaterasu era uno sconfitto.
    Non più un samurai. Un semplice ronin.
    Un semplice soldato che combatteva.
    Perché un maestro era per sempre studente.
    Le cicatrici sulle braccia ricordavano la vita di Harlan che come specchio, atroce, rispecchiava la sua anima e le sue sconfitte. Cicatrici che ancora sanguinavano.
    Errori a cui, forse, non vi sarebbe stato perdono alcuno.
    La madre forse avrebbe anche concesso il suo perdono, ma Amaterasu no.
    Perché era ancora lontano quel momento.
    Ma ora...
    Ora avrebbe combattuto. Ora si sarebbe preso cura di questo mondo.
    Sua responsabilità. Sua essenza.
    Essere sconfitti non era da vigliacchi.
    Il vigliacco usava la sconfitta per commiserare se stesso e rimestare nell'odio e nella pusillanimità.
    Lui era stato sconfitto. Ma non era un vigliacco.
    Era tante cose, anche stupido, ma non vigliacco. Non uno che cercava la facile scusa, né la commiserazione altrui.
    E sorrise...perchè quando i primi raggi del Sole accarezzano la nostra pelle, è come se la nostra anima nascesse di nuovo.
    Lui sarebbe stato quel Sole.
    O almeno ci avrebbe provato.





    Aveva un affare in sospeso al Grande Tempio di Atena.
    Lì aveva lasciato il suo popolo. Non aveva la forza di proteggerlo e Harlan lo sapeva.
    Per questo lo lasciò andare al Grande Tempio con la promessa che sarebbe rivenuto a prenderli.
    Tutti.
    Le cose erano diverse.
    Ora il mondo era il suo popolo. Ogni creatura vivente o inanimata era nel suo pensiero.
    Draka aveva lasciato andare le loro mani sapendo che la sua stretta non sarebbe stata salda. Lo era il cuore e la volontà ma in Guerra non bastava.
    Non erano Eroi di Epiche antiche, dove bastava non arrendersi mai per scacciare il male.
    Purtroppo la Guerra era crudele.
    Orrendo mostro in attesa di divorare. Non bastava solo la volontà.
    Ma ci voleva anche il cuore.
    E l'acciaio.
    era il tempo di riportarli alle loro case. La speranza non era perduta.
    Quella luce era da custodire gelosamente.
    Imparare dai propri errori per essere non saggi ma migliori.
    Per poter affrontare le tempeste.
    Perché solo i più saggi o i più stupidi non cambiavano mai.
    E la vita era crescere. Cambiare. Continuare a farlo perché solo così si arrivava alla saggezza.
    Che per Draka non nasceva da occhi che studiavano, ma nasceva da occhi che vedevano; non nasceva dalla concentrazione, bensì dalla consapevolezza.
    Anche di essere deboli.
    Ma la debolezza portava sempre con sé la forza.
    Del cambiamento e del riuscire a scalare le cime delle montagne.
    La differenza tra i deboli e i pavidi stava tutta qui.




    Il suo bastone non ticchettò più per terra.
    Desolazione e distruzione. Il pensiero al suo popolo.
    Atene era un campo di battaglia. Però... era stato un campo di battaglia.
    Mise una mano a terra. Lo avvertì chiaramente.
    La corruzione non c'era più. Non sconfitta di certo ma non infestava più quei luoghi.
    Luoghi che tornavano alla vita.
    E un armatura d'oro si stagliò all'orizzonte.
    Così anche i saint si erano tolti quel sudario di torpore e scoramento che avevano sul loro cuore.
    Una buona notizia, come una goccia perfetta.


    Si tolse il cappuccio logoro.

    «Non sono un nemico, saint di Atena.»

    I suoi nemici erano molti altri.


    «Il mio nome è Draka. Ma alcuni mi conoscono come Amaterasu.
    Sono qui per riprendermi il mio popolo.
    Sono andati con Rigel dell'Altare al Grande Tempio...»


    Ma il Grande Tempio era lontano e questa distruzione...si sollevò lento e i suoi occhi scintillarono.

    «Cosa è successo?»

    Si lisciò la lunga barba.



    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Indossata

    STATUS FISICO:

    TECNICHE UTILIZZATE: ?


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
     
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    ALEXIS
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    POST II

    MY JUSTICE
    YOUR JUSTICE


    Nel poco tempo passato in quella realtà aveva avuto modo di incontrare molte persone, conoscere individui e creature diverse tra di loro. Alcune di esse gli avevano fatto una buona impressione, altre un po’ meno, ed altre ancora lo avevano lasciato interdetto, ma la creatura che si palesò in quel frangente era … diversa. Non avrebbe potuto definire quel guerriero in maniera differente. Aveva sentito il suo cosmo, la sua essenza da molto lontano e i sentimenti e i pensieri di Draka erano difficili da decifrare; non perché vi fosse una protezione o qualcosa che glielo impedisse ma perché vi era un insieme di sentimenti che dovevano essere messi in ordine ed analizzati.

    Un guerriero innanzi tutto, o meglio un Samurai, anzi no un Ronin. In verità quello che aveva percepito e compreso era proprio questo: un tempo era un Samurai, un uomo dedito al suo “signore” ( qualsiasi cosa fosse per Draka ), aveva fatto un giuramento, avrebbe dovuto seguire per sempre la “via”, un guerriero che doveva combattere con coraggio, lealtà ed onore. Ma tutto ciò sembrava appartenere al passato, era come se lui avesse perso qualcosa lungo il cammino, qualcosa di davvero importante, diventando appunto un Ronin.

    Chi aveva davanti?
    Era davvero Amaterasu, la dea del Sole e madre degli imperatori del Giappone? Non era rilevante il fatto che apparisse come un uomo sulla quarantina, non dava peso a quel manto logoro, ma osservò con attenzione la collana di Giada: uno dei tre oggetti che la stessa Amatearsu donò a Jinmu ( il primo Imperatore ) per unificare il paese. Gli altri due oggetti? Lo specchio Yata no Kagami e la spada Kusanagi. Alexis conosceva bene la sua storia, al Grande Tempio si veniva istruiti anche in questo senso, e Candice era una maestra maledettamente severa.

    «Alexis, Gold Saint al servizio di Athena e custode dell’Equilibrio»

    Si presentò, come era giusto che fosse. Aveva percepito con chiarezza che le frasi da lui dette erano vere, non c’era menzogna o falsità in lui e ciò lo rincuorò, ma in verità percepiva un forte turbamento nel profondo del suo animo, qualcosa che non lo faceva stare tranquillo, cosa fosse Alexis ancora non lo sapeva.

    «Questo è un campo di battaglia Draka, qui non molto tempo fa abbiamo combattuto una dura battaglia contro le forze della corruzione. Per troppo tempo ci siamo sentiti al sicuro tra le nostre mura, abbiamo ignorato le grida di dolore di molte persone. Per quanto riguarda il tuo popolo … esso sarà libero di seguirti se questa è la sua volontà!»

    La piccola Margaret sbirciò con la testa ( mentre il resto del corpo rimaneva nascosto dietro il corpo di Alexis ), era molto curiosa di quello strano individuo; Alexis se ne accorse e le mise una mano sul capo.

    «Margaret, vai pure a casa. Io mi intratterrò un po’ con il nostro ospite»

    La bambina fece una faccia un po’ dispiaciuta, ma non osò contraddirlo e dopo aver salutato con molto garbo Draka se ne andò.

    «Ma torniamo a noi. Draka … no Amaterasu, questo non penso sia il miglior momento per giungere al Grande Tempio. Non mi riferisco solo per la situazione in cui ci troviamo oggi, ma anche per te stesso!»

    Lo sguardo di Alexis, quei profondi occhi azzurri fissavano quelli del suo interlocutore, sembrava che stesse scavando nel profondo del suo animo per comprendere appieno la sua natura e cosa lo turbasse.

    Sospirò.

    «Sono consapevole che tu non sei un nostro nemico, ma quello che mi sto chiedendo è: chi ho davanti? Un uomo o un Dio? Entrambi o nessuno dei due? Ti chiedo scusa in anticipo, ma quello che i miei occhi vedono è qualcosa di grezzo. Un acciaio che un fabbro sta ancora lavorando e che colpo dopo colpo migliora».

    Si fermò, soppesando con accuratezza le parole da usare.

    Gli tese la mano e sorridendo «Per accoglierla al Grande Tempio ho la necessità di comprendere in cosa può trasformarsi questo acciaio!»

    Una sfida, era qualcosa di sottinteso tra due guerrieri come loro.
    Quella stretta di mano avrebbe sancito uno scontro onorevole tra due guerrieri che combattevano entrambi per difendere e salvare il loro mondo.

    Il Giudice e la Spada.


    IL MIO ERA UN MONDO PERFETTO

    STATUS FISICO ♦ Ottime
    STATUS MENTALE ♦ Determinato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Ovviamente quello che lui ti dice è frutto essenzialmente di una prima analisi fatta su di te per via delle capacità della Bilancia.
    EPPURE DESIDERAVO L'IMPERFEZIONE

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    Amaterasu sembrò non ascoltare il cavaliere. A prima vista.
    I suoi occhi erano per quella bambina e il sorriso che gli regalò Amaterasu fu tenue come una pennellata color pastello.
    I suoi occhi si incupirono però. Ma quella bambina, per lui, rimaneva più importante di Atene stessa.

    «Moriresti per quella bambina?
    La uccideresti, addirittura, se fosse necessario?»


    Una domanda. Rispondere? Difficile. Non vi era una risposta esatta, non vi era una strada e il concetto di bene e male si fusero. I loro confini divennero fatti di nebbia e si mescolarono l'uno nell'altro.

    «Il mio dovere è verso G.E.A. Morirei per lei...perchè è mio dovere farlo.
    Quando fu l'Inizio del Tutto io ero li. Accanto a Lei, a sorreggerla, ad aiutarla in tutto questo.
    Molto del mio pensiero è in voi.»


    Bene e male.
    Una stessa medaglia. Non vi poteva essere l'uno senza l'altro. Guardò ancora quella bambina e sorrise.
    Il suo sguardo al cielo.
    Si stava facendo limpido.

    «Io amo questo mondo.
    Amo ogni cosa, che sia viva o inanimata.
    Amo l'orso che difende i suoi cuccioli, amo due predatori che si contendono una carcassa.
    Amo la foca che sfugge allo squalo e il ghiaccio che si scioglie.
    Amo lo zampillare dell'acqua e il vento dolce dell'ovest. Amo stare su una spiaggia con me stesso...
    Amo le onde e il caldo del deserto.


    E AMO QUELLA BAMBINA!»



    Amaterasu. Draka.
    Insieme.

    «Hai detto se sono un Dio o un Uomo.
    Sono sia l'uno che l'altro.
    Ho la forza di un Dio ma il cuore di un uomo


    Perché Amaterasu combatteva con la forza che solo un Araldo poteva avere, ma con il cuore che batteva nel petto degli uomini. Perché non dimenticava.
    Perché nel cuore degli uomini che vi era il fuoco di G.E.A. E tanto gli bastava per combattere.


    «Tutto è in continua evoluzione. Tu non sarai mai uguale a domani. Questa vittoria ti ha cambiato e domani sarai altro.
    Non si finisce mai di essere grezzi


    Perché il vero maestro rimaneva studente. E dall'imperfezione che nasceva altro. Solo dal continuo evolversi e mutamento del Tutto che la vita eruttava col suo grido ruggente.

    «Ma per rispondere alla mia stessa domanda...

    Se mai mi dicessero che uccidendo quella bambina potrei sconfiggere Malal...»



    Il respiro profondo. E poi il sorriso.

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    «Non lo farei.»




    Si tolse il suo logoro manto.
    La darian bianca a brillare. Lo specchio posto sul petto. La gemma al collo.


    «Il mio dovere è verso G.E.A ma il mio amore è verso quella bambina.
    Come potrei guardarmi allo specchio se la uccidessi? Non sarei diverso da Malal...anzi...»



    E il bastone si ruppe. Sorse da esso Kusanagi.


    SAREI IO STESSO MALAL!



    Gli occhi cambiarono tonalità di colori. Mutarono. Un crogiolo mai uguale. Mai fermo.
    Toni e colori che non si erano mai visti e che, forse, mai si sarebbero visti.
    Dai profondi verdi delle foreste, all'azzurro più limpido dei cieli.


    «La mia responsabilità è quella bambina. Perché è il suo fuoco che mi permette, ancora, di potermi battere contro l'Abisso. Il suo sorriso, la sua gentilezza, la sua purezza. Il male ci sarà sempre ma ho imparato che dai piccoli gesti quotidiani, dalle piccole cose, da un semplice sorriso, dalle mani di un bambino anche, che nasce la forza per batterlo.
    Non è essere giusto o sbagliato...perchè ci sarà sempre il bene come il male, ma io combatto quel Male che vuole annientare la Vita.»



    Perché Draka nutriva quel fuoco. Lo avrebbe continuato a fare. Lo avrebbe protetto fino alla fine. Divorando quello malvagio che voleva distruggere questo Mondo.
    Perché il Male era necessario all'equilibrio, così come la Morte, ma Draka combatteva un Male che era un tumore.
    Un tumore che non aveva altra volontà che distruggere, stuprare e portare la Realtà in una profonda agonia eterna e immutabile.

    «Io sono un samurai...ma anche un Ronin.
    Un samurai che serve e protegge G.E.A ma un ronin che mette la sua spada al servizio di quella bambina.»



    Perché la sua spada difendeva la vita. Ogni vita. Con tutta la violenza necessaria.
    Questo era Amaterasu.
    Questo era Draka.
    Il Drago di G.E.A che divorava il fuoco malvagio, nutrendo quello buono per proteggerlo dall'oscurità più tetra. Per dargli la forza di ardere in quella stessa oscurità che lo voleva soffocare.


    «Ma se vuoi provare il taglio di Amaterasu, allora ti taglierò.
    Perché non esiste Giudice che possa giudicarmi.»


    No.
    Perché il solo e unico giudice di Amaterasu...


    «Sono io il mio peggior giudice.
    Perché lo specchio riflette quello che sono. Le decisioni che prendo e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sono in realtà. Non posso nascondermi da me stesso. »


    E la sua mano destra andò su Yata no Kagami.
    La saggezza. Ma anche la forza di sapersi guardare dentro.
    E un bianco petalo cadde dal cielo.

    Nyyl1Yf
    «Ma anche Musashi voleva sempre battersi con me. Vediamo come penderà tale bilancia



    Mano nella mano. Una stretta poderosa come la Vita.
    L'unico momento di quiete. Perché dopo tutto il mondo sarebbe stato squassato dal suo violento ruggire.

    E il suo essere divenne altro.
    Mentre quei petali iniziavano a turbinare. Non uno. Ma dieci. Cento. Mille.
    Combattere...forse era un buon modo per osservare.
    Vincere non era nei suoi pensieri. Nè nel suo essere. La vittoria era un futile accessorio che solo il guerriero imbecille cercava di ottenere e di mettersi.
    Al vero guerriero serviva solo sapere i perché combatteva. Per dare forza al suo braccio.
    La vittoria non si doveva contemplare, né spingere il proprio essere per essa. Perché bastava una sconfitta e tale castello di carte sarebbe crollato lasciando solo disperazione.
    Perché non sulla vittoria si basava un duello.
    Ma sulla volontà.
    E Draka chiuse gli occhi.
    La spada nel fodero. La sua anima anche. La sua essenza. Il suo mondo.
    Tutto era nel fodero.
    Come l'orgoglio. Come la rabbia.

    Quei petali turbinavano intorno a loro. Fatti di spirito e cosmo sembravano catturati da una brezza che non esisteva ma era.
    Come se tutto potesse essere.
    E il Mondo trattenne, per un solo istante, il respiro.
    Draka era in posizione.
    Kusanagi nel fodero.
    La via dell'essere. Questo era Amaterasu. Essere tutto. E al contempo nulla.
    Sentire ogni vita. Ogni respiro.
    L'anulare e il mignolo sull'elsa.
    L'essere fattosi spada. Non c'era nient'altro se non il taglio.


    Katsushinken



    La spada che dava la vita.
    Draka era immobile. Nemmeno guardava il suo avversario. Perché il mondo sentiva. Il suo essere nell'Io del Mondo. Sentiva le vene dell'alce pulsare colme di sangue.
    Sentiva il vento su Atene come se respirasse di nuovo libera.
    La spada ancora nel fodero.

    Battōjutsu. La tecnica di estrarre la spada. Senza dare al nemico punti di riferimento.
    Era una tecnica omicida. Non era filosofia.
    Era rivelare il sakki, la sete di sangue, e tagliare un uomo. Per reagire con tutta la violenza necessaria per salvare se stessi e la propria vita.
    Era difendere e attaccare al contempo.
    Squarciare un corpo con l'impeto della propria volontà.
    E quei petali sarebbero divenuti tempesta.
    Amaterasu era pronto.
    Lo scatto.
    I petali avrebbero turbinato intorno al Gold saint, per tentare di renderlo cieco. Per catturare la sua attenzione nella loro bellezza.
    E poi ecco il taglio che dava la vita.
    La spirito in essa. Sul filo.
    Perché Kusanagi era questo.
    Perché Amaterasu stessa era una spada che dava vita.


    Kesa - Giri
    Gohon – me





    La spada a scivolare nefasta nel fodero.
    La gamba sinistra in appoggio. Il proprio peso su di essa. Il corpo in avanti.
    Quasi a voler effettuare un montante dal basso in alto.
    Invece era un fendente in diagonale.
    Dal basso in alto, dalla propria sinistra alla destra.

    E poi la vera esecuzione.
    Perché il primo era solo una preparazione.
    Saggiare la difesa, ingannare, indursi ad esporre. Questo l'intento.
    Due mani sull'elsa.
    Il cosmo a divampare.
    Cosmo e Spirito sulla lama.
    Tagliare.
    Dall'alto in basso, in diagonale, mirando alla spalla sinistra fino al fianco destro.
    Senza pietà alcuna. In Guerra non serviva la pietà. Quando ci si batteva lo si faceva con tutta la forza necessaria.
    Perché il soldato sapeva i motivi per cui si batteva. sapeva perché era lì.
    Non si interrogava se fosse bene o fosse male. Aveva scelto.
    E scegliere era un taglio che apriva un futuro.
    Del resto non importava.
    Perché in battaglia non vi doveva essere pietà alcuna, perché non ne avremmo ricevuta.
    E Amaterasu era una spada che non dava requia alcuna. Perché l'Abisso era un Male da estinguere.


    Una spada che dava la vita.
    Ma anche la morte.


    Satsujinken – Katsujinken



    Amaterasu. La spada che tagliava la radice della vita e della morte. Dando la vita. Restituendo la vita e facendo ricominciare il Ciclo e il Tutto.


    Danza sotto i petali di ciliegio, Gold saint.
    Danza con Okami Amaterasu




    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Indossata

    STATUS FISICO: //


    TECNICHE UTILIZZATE: //


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:Draka si mette in posizione.
    Usando spirito forma dei petali che turbinerebbero intorno al campo di battaglia come mossi dal vento.
    Appena scatta, turbinerebbero con più energia per tentare di oscurarti la visuale[DIVERSIVO].
    A quel punto appena ti è vicino fa partire una tecnica di estrazione dello iaido.
    Un taglio diagonale dal basso in alto - portato con spirito - per aprire la tua guardia, o tentare di di fartelo difendere [ATTACCO DEBOLE].
    Il secondo fendente è la prosecuzione della tecnica.
    Sempre in diagonale, sempre portato con spirito ma questa volta con l'aggiunta di cosmo straordinario[ATTACCO FORTE]
    Diagonale da destra verso sinistra. A mirare alla spalla fino al fianco.
     
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    ALEXIS
    LIBRA {VIII}
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    POST III

    MY JUSTICE
    YOUR JUSTICE


    Lo aveva compreso con estrema chiarezza dal primo momento in cui il suo cosmo aveva osservato quello di Amaterasu, e le parole da lui pronunciate non furono altro che la conferma di ciò che aveva percepito: la natura di Draka era interessante, il suo credo e la sua devozione ammirevoli. Alexis sapeva di avere di fronte un guerriero come non vedeva da tanto tempo e si, l’unico modo che aveva per comprendere appieno quella creatura ( uomo o Dio che fosse ) era solo combattendo con lui. Molti non avrebbero compreso, perché di fatto Libra e Amaterasu non erano avversari, o meglio non erano nemici, avversari si. La differenza era sottile, eppure era palpabile.

    Due guerrieri che combattono lo fanno sempre al pieno delle loro possibilità, non si risparmiano, non fermano la loro mano, e per tale ragione, per un profondo rispetto che provava - sempre - nei confronti del suo avversario di turno, Alexis avrebbe dato il meglio di sé, mostrando non solo la sua forza, l’ampiezza del suo cosmo, ma quanto erano forti i valori e gli affetti che lo sostenevano in ogni sua battaglia.

    «Non è una bambina», rispose Alexis.
    «Lei è Margaret, è vero l’ho salvata, ma gli obblighi che ho nei confronti di Margaret non sono certo finiti nel momento in cui la strappai da una morte certa. Mi sento responsabile ogni giorno della sua esistenza e mi prenderò cura di Margaret finché avrò vita».

    Il cosmo di Alexis cominciò a divampare, un’aura azzurra avvolse il suo corpo e lentamente cominciava ad espandersi in ogni dove. Draka poteva sentire quel cosmo, quell’essenza e poteva notare una particolarità unica della sua essenza: vi era un perfetto equilibrio tra bene e male, un uomo in perfetto equilibrio.

    Draka chiuse gli occhi.

    I due tonfa apparvero sulle braccia del cavaliere della Bilancia. Amaterasu era finalmente di fronte a lui, mostrandosi con tutti e tre i gioielli: la collana, lo specchio e kusanagi.

    GXWkfS2



    Alexis chiuse gli occhi.

    «Io ricordo il nome di tutte le persone che ho incontrato, di tutti quelli che ho salvato e di tutti coloro che hanno salvato me. I loro nomi, i loro volti, sono tutti nel profondo del mio cuore e non mi abbandoneranno mai. Non sono uomini, non sono bambini, sono una parte di me e solo grazie a loro sono ciò che vedi adesso!»

    Quando Alexis aprì gli occhi vide quella nuvola di petali occludere la sua vista, la Kusanagi colpire il fianco destro: il fendente che giunse trapassò la sua armatura, lo fece come se nessuna barriera potesse nulla, ma non comparvero ferite, non sentì il suo sangue colare e bagnare le sue carni, era stato colpito su un piano differente … spirituale.

    La gamba destra, ferita da quel colpo invisibile si piegò, il busto fece una leggera rotazione verso destra, lo sguardo di Alexis fisso sul suo avversario, sul suo cosmo, sulla sua spada. Amaterasu, rapidamente cambiò la presa, non una mano sola, ma due mani a tener Kusanagi e sferrare il vero attacco: un fendente che dall’alto verso il basso avrebbe colpito la spalla sinistra del Gold Saint, per proseguire ( idealmente ) in diagonale lungo tutto il suo corpo.

    Alexis, ignorando la ferita si mosse in avanti, il tonfa sulla mano sinistra venne avvolto dal cosmo distruttivo della Bilancia e in quel preciso istante Amaterasu e Libra si misurarono in uno scontro che durò solo un istante, ma in quello scintillare delle loro armi vennero pesate la forza delle loro convinzioni. Lo scontro tra le due armi, tra i loro cosmi sembrava non aver portato ad alcun risultato, ed in parte era vero. Nessun risultato perché la lama di Draka si fermò, venne bloccata dal tonfa di Alexis, così come il cosmo pregno di energia spirituale venne bloccato dall’energia cosmica del custode dell’Equilibrio.

    Quindi nulla di fatto?
    Non esattamente. Il colpo era stato dato con una tale violenza che le ossa di Alexis vibrarono per qualche istante: il braccio sinistro tremante, la presa che si faceva sempre più salda sull’arma, al punto di farlo sanguinare.

    Sorrise.

    «Grazie», disse sincero Alexis.

    Improvvisamente qualcosa di molto particolare accadde: un secondo Alexis comparve, sembrò staccarsi dal corpo del Gold Saint e rapido si mosse per sferrare un pugno nello sterno di Amaterasu: l’immagine che vide l’Araldo era, in tutto e per tutto uguale a Libra, ma i suoi contorni apparivano sfumati, poco delineati. Questo clone illusorio ( perché di ciò si trattava ) sembrava essere fatto di pura luce ed aveva il compito di accecare l’araldo. Il pugno? Beh, in realtà esso arrivò, non si trattava del clone, ma del potere telecinetico di Alexis, un colpo non eccessivamente forte, ma mirato a destabilizzare un avversario molto pericoloso e nella migliore delle ipotesi sarebbe stato sbalzato indietro di diversi metri.

    Alexis scomparve, improvvisamente svanì dalla vista e dai sensi di Amaterasu per comparire al suo fianco destro.

    Un colpo secco e rapido del tonfa posto sul braccio destro.

    Neanche il tempo di realizzare cosa stesse accadendo ed improvvisamente Alexis svanì nuovamente per comparire al fianco sinistro di Draka, e la scena si ripeté per altre due volte, prima alle sue spalle (cercando di colpirlo in mezzo alla schiena), ed infine di fronte a lui, tentando di sferrare il colpo all’altezza dello stomaco.

    La sua azione si sarebbe conclusa con un ultimo balzo per allontanarsi di qualche metro dal suo avversario: la particolarità di questo attacco, e che sicuramente un guerriero esperto come Amaterasu avrebbe notato fu che vennero portati tutti quanti col tonfa posizionato sul braccio destro, il quando il sinistro era ancora dolorante per lo scontro con Kusanagi.



    IL MIO ERA UN MONDO PERFETTO

    STATUS FISICO ♦ dolore alla gamb destra e al braccio sinistro, che per ora non può usare perché gli fa male XD
    STATUS MENTALE ♦ Determinato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Benissimo, l'azione è abbastanza semplice. Prendo i danni dal primo attacco, quello debole e mi paro dal secondo, anche se nel corso della mia azione, benché non abbia subito reali danni dall'attacco, sente gli effetti dello scontro tra i tonfa e la kusanagi ( side note, il secondo attacco, essendo cosmo + spirito, viene bloccato dal cosmo + arma di Alexis ). L'azione di attacco invece è cosi composto:

    1. Diversivo dato dal clone illusorio ( grazie alle illusioni ambientali )
    2. Attacco debole è il colpo telecinetico
    3. Attacco forte invece sono i quattro colpi di tonfa portati in combinazione con il teleport.

    Note: le armi di libra, allo stato attuale ( ovvero che sono energia viola xD ) incrinano le armature VI-VII
    EPPURE DESIDERAVO L'IMPERFEZIONE

    ABILITÀ
    ● Teletrasporto
    Tramite questa abilità il cavaliere della Bilancia è in grado di smaterializzare e far ricomparire se stesso, un oggetto, un'arma o anche un altra persona consenziente entro il suo raggio d'azione. Tale capacità, dagli infiniti risvolti non ha virtualmente limiti - se non quelli dati dal proprio livello energetico - e tramite questa capacità si può teletrasportare praticamente ogni cosa. Le capacità insite in questa particolare abilità permettono al Gold Saint anche di evitare un attacco ( mono uso a duello ) ma questo è solo una delle tante possibilità. Egli infatti è in grado per esempio di viaggiare attraverso lo spazio ed il tempo con una facilità disarmante e si può interagire anche con un avversario a patto che ci sia un contatto fisico con esso.

    ● Telecinesi
    Questa capacità consiste essenzialmente nell'imporre a cose, oggetti e persone una forza generata dalla propria mente. Muovere oggetti, applicare morse telecinetiche agli avversari o semplicemente cercare di deviare il corso di una tecnica o di qualsiasi cosa che abbia una consistenza fisica. L'unico limite che ha tale abilità è semplicemente l'immaginazione di chi la utilizza.

    ● Illusioni Ambientali
    Grazie al potere mentale che è proprio di questo cavaliere, egli è in grado di creare delle potenti trame illusorie, con le quali manifesta cioè che egli desidera sotto forma di una intangibile creazione di Cosmo che agirà secondo la volontà del suo creatore. Il potere mentale del Gold Saint è talmente grande da poter ingannare anche il più esperto osservatore andando ad interagire con tutti i sensi dell'avversario. Tale potere è tale da poter interessare anche una vasta area ed un numero indefinito di persone, rendendo l'illusione estremamente realistica.

    ● Lance Bracciali
    Queste armi sono essenzialmente dei tonfa. Nel totem o quando non sono impugnati sono delle piccole mazze dalla forma ovale, che vengono riposte in appositi scomparti sul lato esterno degli schinieri, appena sotto il ginocchio. La parte superiore è più sottile, a forma di cubo coperta su tutti i lati tranne uno da minuscole punte coniche, mentre la parte inferiore è più massiccia. Quando vengono impugnate, il manico si allunga in maniera telescopica ed una delle quattro punte laterali fa lo stesso, dando all’arma una forma ad L. Sono lunghe dalla mano a poco oltre il gomito e possono essere impugnate sia stese sull’avambraccio, per difendersi, che nel verso opposto, con la punta verso l’esterno. La "punta" in se in realtà non è appuntita ma arrotondata, e le lance bracciali sono da considerare più simili a mazze che ad armi da taglio.


    TECNICHE


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    Un sorriso. Perché?
    Libra era il Gold Saint dell'Equilibrio, preposto a giudicare e solo e se il giudizio fosse stato conforme alla regola di Atena, che le armi potevano essere utilizzate.
    Il sorriso non fu d'orgoglio fu affermare quanto Libra avesse da subito capito che in una battaglia le armi andavano usate.
    Perché la Guerra non necessitava di Eroi. Gli Eroi andavano bene per l'epica. Andavano bene per le favole, perché la Guerra era una puttana famelica, dalle gambe sempre aperte, che divorava qualunque cosa.
    Si...dava soddisfazione...si ...dava anche un senso di onnipotenza ma alla fine la sorte che toccava a tutti era quella di morire.
    E la Guerra non aveva padroni ma solo schiavi.
    Si poteva abbellirla dicendo che era per Giustizia, per vendicare un affronto o per difesa, ma non cambiava il suo essere.
    Si poteva mettere un velo per coprire le sue orrende fattezze, un velo chiamato Giustizia, Pace, Libertà, Ideali ma il fetore di morte e il grido di urla disperate, non potevano mai e poi mai essere coperte o nascoste.
    Ecco perché in Guerra bisognava usare tutta la violenza necessaria per il proprio scopo.
    La verità, d'altronde, non la potevamo mai avere ma potevamo, quello si, scegliere.
    Scegliere i perché si andava in Guerra. Ci si tuffava in quelle orrende fauci.
    E allora che il senso, il significato di Giustizia o Pace, andava formandosi.
    Perché non esisteva Giustizia o Pace assolute, ma l'intenzione. Il gesto di creare qualcosa.
    Non credeva nella Giustizia o nella Pace di Atena perché portava quella stessa Guerra che tanto detestava negli altri; e se anche fosse per un Alto Ideale sempre Guerra rimaneva. Ma non credeva in questo, perché affrontava ben altri Orrori e Incubi.
    Perché aveva visto troppo. Perché in quell'Abisso la Salamandra prima e ora il Drago di G.E.A, combattevano e non per la Pace.
    Nemmeno per la Giustizia o per contendersi un pezzo di Terra o per la smania di potere.
    Combattevano per proteggere la Vita di un Universo che era colpito da forze così oscure e potenti che nemmeno Amaterasu, Ōkami, poteva sconfiggerli.
    Poteva rallentarli ma non batterli.
    Non perdeva mai.


    Perdere è un modo di apprendere. E vincere, un modo di dimenticare quel che si è appreso.


    Imbecille...





    Un momento lungo quanto una vita.
    La mente andò altrove. Nel dolore del colpo vi fu uno sprazzo di luce che lo portò altrove, in uno spazio tutto suo.
    Le armi della bilancia. Buone armi. Brillavano come stelle eppure non ne fu attratto o affascinato.
    Rimanevano armi. Seppur potenti, rimanevano meri oggetti da battaglia e fin troppe ne aveva viste.
    Fatte di stelle, di tenebra, di odio, di khaos o di forme così orrende che nessuna lingua poteva descriverle. O per meglio dire nessuna lingua poteva far capire la loro orrenda e nefasta essenza.
    Per Amaterasu l'unica arma che contava era la volontà. Per troppo tempo aveva combattuto con una lancia, con delle tonfe, con la spada o l'arco.
    Ogni arma era per lei era utile allo scopo ultimo: dividere, squarciare, tagliare.
    Separare la testa di quei bastardi dai loro corpi orrendi.
    Il resto non contava perché sapeva, e lo portava sulla sua pelle, che non esistevano né armi invincibili, né tantomeno guerrieri.
    Le armi rimaneva soggette al braccio, il guerriero alla propria anima e alla propria forza di volontà.
    Certo questo non bastava... a lui non bastò.
    Non fece mai affidamento su nessuna arma. Perché lui stesso era un arma.
    Invincibile...
    E allora perché si ricordava della caverna?



    I suoi occhi erano ancora ciechi. Una volta riusciva a guardare tutto. Una volta era Tutto. Ora cos'era?
    La lama posta in diagonale a coprire il suo corpo. L'illusione lo portò nell'oscurità.
    C'era abituato.
    Il colpo allo stomaco?
    Ne aveva ricevuto uno peggiore ma al cuore. Nessun colpo sarebbe mai stato come quello.
    Il dolore al braccio destro? Poco o nulla. Vi era un dolore che non spariva mai.
    La lama si mosse ad intercettare le tonfe. Lo stridio fu come stelle che esplodessero. Lucenti scintille accesero i loro occhi.
    Ancora sparì, inghiottito in chissà quali luoghi e il corpo di Amaterasu divenne un bastione di cosmo e spirito.
    Un armatura tale che brillava di luce spuria mentre la sua mente andava a giorni lontani.
    Il dolore cos'era?
    Fisico?
    Era l'amaro gusto ferroso del sangue in bocca? Era la tonfa che colpiva alle spalle, mozzando il fiato e incrinando l'armatura?
    Era quel ballo da guitto?
    Cos'era il dolore per Amaterasu?
    Perché Amaterasu non perdeva mai.
    Mai.
    Mai
    Mai
    Mai
    Mai
    Mai



    Mai




    E allora perché provava rabbia?
    Per i colpi subiti? Perché la sua armatura era incrinata? Dava peso a facezie simili?
    Interessava forse questo, all'Araldo della Creazione?
    Il primo. L'essenza che sostenne G.E.A. durante la creazione stessa.
    Perché il pensiero di Amaterasu e il suo amore per questo mondo, fluirono nella realtà colmandola.
    Ogni cosa era in Amaterasu. In ogni cosa che nasceva vi era il battito del suo cuore.
    Per questo non perdeva mai.




    八雲立つ  Yakumo tatsu
    出雲八重垣 Izumo yaegaki
    妻籠みに Tsumagomi ni
    八重垣作る Yaegaki tsukuru
    その八重垣を Sono yaegaki wo




    La lama rifletteva il suo sguardo. Kusanagi. Il suo valore. La sua volontà e ardore. Così come lo specchio la sua anima, mentre la collana di magatama brillava della stessa intensità del Sole.
    Lo specchio. La lama. La gemma.
    Un tempo era


    Amaterasu-ō-mi-kami




    Un tempo lontano la sua spada ronzava nefasta e la sua risata faceva tremare i nemici.
    Il ronzio di quell'arma bastava per far fuggire le ombre a nascondersi negli stessi anfratti oscuri che li avevano generati.
    E le tenebre non erano più materni abbracci a proteggerli dal suo furore.
    I suoi occhi fendevano Tutto.

    CARNE
    REALTà
    TENEBRE
    SPIRITO




    Un tempo. Ora cosa gli rimaneva?
    Solo il suo braccio e la sua volontà. Perché non era più



    ARALDO





    E quella stessa armatura esplose. Un colpo che avrebbe investito l'aria tentando di destabilizzare il guerriero di Atena. Così come lui aveva fatto prima, così Draka lo avrebbe ripagato con la stessa moneta.
    Colpo per colpo.
    La lama vibrò nefasta. Lo scatto.
    Il cambio mano. Non con la destra ma con la sinistra.
    Un montante in diagonale. Dal basso in alto. Il cosmo vibrò sulla lama che si fece tutt'uno con esso.
    Non voleva colpirlo. Non voleva andargli corpo a corpo. Cambiare il flusso della battaglia.
    Danzava Amaterasu in essa.
    Una bordata di puro cosmo che avrebbe seguito il movimento della lama per impattare sul giovane saint.
    E se ciò fosse accaduto, avrebbe visto la terra allontanarsi.
    Perché quel colpo lo avrebbe sbalzato in aria.


    E mentre la lama, con un clack nefasto, tornava nel fodero ecco che decine di altre sarebbero sorte dal corpo e intorno ad Amaterasu stesso.
    Lame grezze. Armi rudimentali. Lance. Tonfe. Katane.
    Colpire per tagliare l'anima.
    Colpire in ogni dove. Senza dare tregua. E la terra velocemente avrebbe di nuovo abbracciato il gold saint di Libra.
    Perché questo era l'intento di Amaterasu.
    O Draka. No...non era più Amaterasu...era solo...


    DRAKA




    E Draka combatteva per estinguere un fuoco malvagio. Lui era degno.
    Non Amaterasu. Lui era degno di essere Araldo. Ma nel suo fuoco si sarebbe purificata.
    Questo era un viaggio di espiazione.
    Era appena all'inizio. Un viaggio per ritrovare se stessi. Un viaggio per sentire di nuovo il ruggito.
    Per ritrovare la sua rabbia. E poi avrebbe chiesto perdono.

    Perché Amaterasu non perdeva mai.


    Vero, G.E.A.?







    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Crepe sul parabraccio destro, sul pettorale e schienale.

    STATUS FISICO: Contusione braccio destro. Contusione al plesso solare . Contusione alla schiena. Ematomi profondi sulle parti colpite.
    Lievemente stordito.
    Dolore alle parti colpite.



    TECNICHE UTILIZZATE:


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Accuso il diversivo e l'attacco debole. Per i successivi attacchi vista la differenza di velocità e con ancora il colpo di telecinesi in atto, il primo colpo di tonfa lo prendo, il secondo però questa volta lo smorzo perché ho una reazione maggiore, per il terzo e il quarto – vedendo anche che ti riteletrasporti – opto per creare un armatura di cosmo e spirito sulla darian come protezione aggiuntiva per smorzare i tuoi colpi.
    Appena metti piede a terra fa esplodere tale armatura, per destabilizzare il tuo equilibrio con l'onda d'urto [DIVERSIVO]..

    Con la spada sguainata, visto che non staresti troppo lontano quindi non perdo tempo, scatta nella tua direzione, cambia mano in corsa – quindi il colpo viene portato con la sinistra perchè la destra è dolorante ma sono un guerriero e anche un dito andrebbe bene – che è un montante in diagonale dal basso verso l'alto – da destra a sinistra, facendo partire una bordata di cosmo per tentare di farti sbalzare in aria[ATTACCO DEBOLE]

    In contemporanea genera con spirito decine e decine di rudimentali lame, cadrebbero fitte come se piovesse, tentando di colpire Alexis in ogni punto per spingerti verso terra con violenza.
    Lama nel fodero e di nuovo in attesa della tua mossa.


    Edit perché essendo nabbo ho sbagliato l'abilità SPIRITO. Non potendo essere tangibile, non posso utilizzarla per sbalzare in aria il pg di Gaz.
    Grazie a Gaz per avermi permesso di editare e scusami ancora per la nabbaggine


    Edited by Lyga - 12/8/2019, 20:38
     
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    ALEXIS
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    POST IV

    MY JUSTICE
    YOUR JUSTICE


    Alexis si pose la stessa domanda che si poneva ogni volta che la sua anima ne incontrava un’altra: chi aveva davanti? Talvolta gli bastava il cosmo per comprendere la natura del suo interlocutore, altre volte era necessario parlare e confrontarsi, ed altre volte era imperativo combattere. Amaterasu, senza alcun dubbio apparteneva a quest'ultima categoria.

    Coloro che lottavano per G.E.A. erano guerrieri molto diversi da quelli incontrati fino ad ora, per certi versi simili a quelli che in quella realtà si facevano chiamare come “primarca”. Ma se i guerrieri di Poseidone, erano comunque esseri umani con conoscenze e il sapere dei loro predecessori, gli araldi erano qualcosa di molto differente. Innanzi a sè, Alexis aveva si un uomo, un uomo il cui spirito era legato a quello di un’entità molto distante dagli uomini: Amaterasu. Un dio, che sceso tra gli uomini lottava per qualcosa, che probabilmente il giovane Gold Saint non poteva comprendere appieno, e fu questo, che portò il custode dell’Equilibrio a combattere contro di lui: Draka. In quello primo scontro di poteri una cosa fu chiara ad Alexis: egli non combatteva per la giustizia, per la pace, o per qualcosa di terreno, ma lottava per preservare la vita. Un concetto che probabilmente non era immediatamente comprensibile, e che per un essere umano voleva dire tutto e niente.

    Amaterasu combatteva per qualcosa di diverso, per qualcosa di superiore, ed onestamente non ci si poteva aspettare niente di meno da una divinità come quella.

    Sorrise.

    Lo aveva già fatto poco prima, ma comprendere quelle cose lo portò a sorridere nuovamente. Era uno scontro diverso … interessante!

    I tonfa colpirono l’avversario, riuscirono ad intaccare l’armatura di Draka, il quale con sapienza cercò di proteggersi frapponendo il cosmo ( o qualunque cosa fosse per lui ), tra sè e gli attacchi del Gold Saint. Una seconda pelle che, una volta adempiuto al proprio compito esplose facendolo sbalzare leggermente indietro. Alexis avrebbe riacquistato subito l’equilibrio perso, del resto quella modesta esplosione non aveva arrecato alcun danno al guerriero, ma Draka lo incalzò: kusanagi si mosse da un braccio all’altro, fu un movimento rapido e leggiadro allo stesso tempo, ma di certo non fine a se stesso in quanto un fendente di cosmo colpì uno scoperto cavaliere facendolo sbalzare all’indietro.

    Solo la sua armatura e il tonfa casualmente abbassato riuscirono a limitare i danni, ma purtroppo non fu in grado di opporre alcuna resistenza all’attacco successivo: lame spirituali che come una pioggia caddero dal cielo, lacerando la sua anima, non certo il suo corpo.

    Alexis ebbe un mancamento.
    Il ginocchio sinistro sembrò quasi cedere, i pugni stringevano con forza le sue armi ed una smorfia di dolore fece capolino sul suo volto, mentre Amaterasu riponeva nuovamente nel fodero kusanagi.

    «Vedi Amaterasu», disse ansimando Alexis.
    «Ho combattuto in molti mondi, ho lottato spesso lontano da casa. Ed anche qui, io sono uno straniero, qualcuno che non appartiene a questa realtà. Lotto per riportare l’equilibrio, lotto affinché yin e yang si bilancino».

    Lentamente stava riacquistando una postura eretta, una posizione molto più consona al guerriero che era.

    «Ma non sono mai solo. Noi uomini combattiamo e lottiamo tutti insieme, nasciamo insieme e abbandoniamo questo mondo insieme. Non siamo mai soli!»

    Fu in quel preciso istante che partì la risposta di Alexis.

    Draka vide il Gold Saint materializzare il suo scudo nel braccio sinistro, mentre nel destro impugnava una sorta di bastone ( si tratta della barra tripunte, ma considerala come un bastone, per essere chiaro ). Si mosse rapidamente, sfiorando la velocità della luce, e col piatto dello scudo cercò di colpire in volto il suo avversario. L’attacco non era dei più forti, di certo non si aspettava di arrecare seri danni ad un guerriero come lui, ma voleva quanto meno costringerlo ad una difesa, o se il colpo fosse andato a segno, creare un’apertura per quella che sarebbe stata la vera offensiva.

    Quale?
    Due Alexis alle spalle di Draka con i tridenti in mano avrebbero cercato di arpionare le gambe del nemico colpendo all’altezza dei polpacci, altri due sarebbero comparsi ai suoi fianchi, le due spade avrebbero cercato di trafiggerlo, ed un quinto sarebbe apparso dall’alto lanciando, senza remora alcuna, lo scudo rotante puntando al collo, e virtualmente avrebbe anche potuto decapitare il guerriero.

    Risoltasi tale azione, innanzi ai suoi occhi, schierati davanti a lui, vi erano dodici Alexis, tutti uguali, tutti recanti una delle dodici armi, indistinguibili gli uni dagli altri.

    Tutti e dodici stavano sorridendo.


    IL MIO ERA UN MONDO PERFETTO

    STATUS FISICO ♦ dolore alla gamba destra e al braccio sinistro, stanchezza generale e dolori lancinanti nel corpo per via dell'attacco spirituale.
    STATUS MENTALE ♦ Determinato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Questa volta, l'attacco che porta Alexis è leggermente diverso e viene fatto usando teletrasporto, telecinesi e illusioni ambientali. Il primo attacco è un clone illusorio che "impugna" uno scudo ed una barra tripunte. Tramite la telecinesi lo scudo viene mosso per fare un bash ( attacco debole ), mentre altri "alexis", attaccano Draka come descritto nel posti. Essi "compaiono" e "agiscono", sempre combinando le tre abilità di cui sopra. Alexis per tutto il tempo ( coperto dall'illusione ambientale ) rimane fermo dov'è, cercando comunque di rifiatare per via del tuo ultimo attacco. Quando termina la sua azione di attacco, lo trovi in mezzo ai "dodici", i quali sono tutti in fila. Quello vero impugna una spada ed è il terzo da destra ( secondo la tua visuale ovviamente ).

    Note: le armi di libra, allo stato attuale ( ovvero che sono energia viola xD ) incrinano le armature VI-VII
    EPPURE DESIDERAVO L'IMPERFEZIONE

    ABILITÀ
    ● Teletrasporto
    Tramite questa abilità il cavaliere della Bilancia è in grado di smaterializzare e far ricomparire se stesso, un oggetto, un'arma o anche un altra persona consenziente entro il suo raggio d'azione. Tale capacità, dagli infiniti risvolti non ha virtualmente limiti - se non quelli dati dal proprio livello energetico - e tramite questa capacità si può teletrasportare praticamente ogni cosa. Le capacità insite in questa particolare abilità permettono al Gold Saint anche di evitare un attacco ( mono uso a duello ) ma questo è solo una delle tante possibilità. Egli infatti è in grado per esempio di viaggiare attraverso lo spazio ed il tempo con una facilità disarmante e si può interagire anche con un avversario a patto che ci sia un contatto fisico con esso.

    ● Telecinesi
    Questa capacità consiste essenzialmente nell'imporre a cose, oggetti e persone una forza generata dalla propria mente. Muovere oggetti, applicare morse telecinetiche agli avversari o semplicemente cercare di deviare il corso di una tecnica o di qualsiasi cosa che abbia una consistenza fisica. L'unico limite che ha tale abilità è semplicemente l'immaginazione di chi la utilizza.

    ● Illusioni Ambientali
    Grazie al potere mentale che è proprio di questo cavaliere, egli è in grado di creare delle potenti trame illusorie, con le quali manifesta cioè che egli desidera sotto forma di una intangibile creazione di Cosmo che agirà secondo la volontà del suo creatore. Il potere mentale del Gold Saint è talmente grande da poter ingannare anche il più esperto osservatore andando ad interagire con tutti i sensi dell'avversario. Tale potere è tale da poter interessare anche una vasta area ed un numero indefinito di persone, rendendo l'illusione estremamente realistica.

    ● Lance Bracciali
    Queste armi sono essenzialmente dei tonfa. Nel totem o quando non sono impugnati sono delle piccole mazze dalla forma ovale, che vengono riposte in appositi scomparti sul lato esterno degli schinieri, appena sotto il ginocchio. La parte superiore è più sottile, a forma di cubo coperta su tutti i lati tranne uno da minuscole punte coniche, mentre la parte inferiore è più massiccia. Quando vengono impugnate, il manico si allunga in maniera telescopica ed una delle quattro punte laterali fa lo stesso, dando all’arma una forma ad L. Sono lunghe dalla mano a poco oltre il gomito e possono essere impugnate sia stese sull’avambraccio, per difendersi, che nel verso opposto, con la punta verso l’esterno. La "punta" in se in realtà non è appuntita ma arrotondata, e le lance bracciali sono da considerare più simili a mazze che ad armi da taglio.


    TECNICHE


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    Le parole del giovane gold saint furono come un fiume che scavava la roccia.
    Inesorabilmente. Cos'era essere Araldo?
    Cosa significava veramente? I Titani avrebbero detto che erano solo i figli più obbedienti.
    Simpatici come sempre. Ma nella loro pungente e imperante spocchia ammettevano che erano anche i figli più vicini a G.E.A. Ma questo figlio aveva peccato più di tutti. Il primo creato, il più vicino ma ormai così lontano da sua Madre che a malapena riusciva a scorgerne la luce.
    Cos'era quindi essere Araldo? Cos'era essere Amaterasu?

    «Soli non lo siete mai stati.

    Non lo siete stati all'inizio, non lo sarete alla fine. Non lo siete ora



    Parole che nascondevano altro.
    E i suoi occhi divennero come il cielo per poi essere come il magma che eruttava dalle viscere della terra. Draka era di fronte ad Alexis. Non sentendosi migliore o superiore ma sentendosi solo ed esclusivamente Draka.
    Perché da quando l'uomo nacque, da quando la Vita fu, Amaterasu amò ognuno di loro.


    «Quando ci si affida solo a se stessi si perde. Si perde sempre. Perché quando cadremo e non avremmo la forza di alzarci, a chi urleremo aiuto? Cadremo e le nostre mani cercheranno disperatamente un qualcosa, un appiglio, qualsiasi cosa pur di non sprofondare nel gorgo.»

    Guardò il cielo. Era un bel cielo di un colore così splendido che si specchiò nei suoi occhi e gli occhi di Amaterasu furono quel cielo.
    Un cielo enorme. Un cielo che colmava il mondo e da lì, da quel cielo, che osservò questo mondo. Mentre il suo sangue veniva versato in neri gorghi di cui serbava ancora il gusto orrendo.
    Eppure quell'Abisso non vi era in quegli occhi.


    «Ogni volta che combatti non deve essere per la pace o l'equilibrio. Perché non devono appartenerti.
    Vi sono cose così piccole che sono proprio quelle a sostenere la Realtà tutta.
    È quella bambina...è il padre di famiglia che torna stanco eppure ha ancora tempo per giocare con i figli. La madre che piange le stesse lacrime di dolore del figlio.
    Questi sono miracoli.
    Su questo devi posare i tuoi occhi.»



    Su questo...si era dimenticato una grande verità. Aveva dimenticato. Aveva dimenticato cosa significasse essere La Vita.


    E quando Alexis partì all'attacco Amaterasu non si mosse. Amaterasu stava pensando a se stesso. A quello che aveva detto ad Alexis.
    Alzò il braccio impregnato di cosmo e spirito per impattare sullo scudo.
    Eppure il colpo lo accusò. La velocità era superiore, il parabraccio a creparsi, il dolore lo colse. Lo sbilanciò... eppure ancora non si mosse.
    Voleva che lo colpisse? Cosa stava facendo Amaterasu?
    E di nuovo la stessa strategia.
    Due lame dietro di sè...la consapevolezza...e finalmente capì. Capì cosa doveva fare e in che modo farlo e che un martire era solo un altro modo per punirsi senza realmente ottenere nulla.
    Mascherarsi da martire per nascondere il suo essere vigliacco.

    Fu Draka a muoversi d'anticipo e a diventare come la Luna che si rifletteva nell'acqua. Lontana. Intoccabile.
    Eppure vicina. L'illusione che fosse solo a qualche centimetro da noi.
    E quando Amaterasu scomparve solo una chiazza di sangue fu al suo posto. Perché il santo di Libra l'aveva colpito al polpaccio ma questo non sarebbe bastato.
    Non sarebbe bastato a far si che Amaterasu retrocedesse dal suo intento.
    Ora aveva capito.


    NE SONO DEGNO G.E.A?




    E dietro le spalle dei dodici Alexis ecco che di nuovo, come aveva già fatto una volta, Amaterasu tornò. Il polpaccio sinistro buttava sangue. Zoppicava. Eppure sorrideva e la sua risata fu cristallina e riecheggiò come non mai in quei luoghi. E ogni cosa che fosse viva si ridestò dal suo torpore. Perché la risata di Amaterasu era come pioggia benefica che scrosciasse.
    Come acqua di fonte che zampillasse pura scorrendo per le vene del mondo.


    «Ora ho capito...»


    Si, ora poteva finalmente vedere.



    Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce.




    Un lieve sorriso.
    Perché il miracolo non era l'eroe che salvava questo mondo, ma chi si inginocchiava a sostenerlo. Perché non vi era bisogno di eroi ma solo di chi tendesse la mano quando cadevamo. Di chi raccogliesse il nostro grido d'aiuto quando tutto era un terribile silenzio.
    Di chi asciugasse le nostre lacrime.
    Di chi ci sorrideva. Di chi amava.
    Lui aveva scordato che La Vita era una e unica.


    La vita è splendida come un diamante, ma fragile come il vetro.




    Per questo era magnifica. Per questo era così fragile e allo stesso tempo preziosa.
    Lui si era posto sulle sue spalle un peso non suo. Colpe che non erano sue perché amava la Vita e questo mondo. Amava Chernobog.
    Amava G.E.A.
    P.A.N. Moko. Nerthus. Oberon. Amava Amacunu. Amava il Brasile e il suo perduto Giappone.
    Amava il volo dell'aquila nel cielo. Amava la pantera nascosta tra le fronde oscure. Amava la possente orca nell'oceano. E lui era lì.
    Era lì con tutti loro.
    Aveva dato una lezione ad Alexis? No.
    La stava dando a se stesso.
    Perché Amaterasu perse la guerra più importante e non riusciva a perdonarselo. Ma rinchiudendosi nel suo orgoglio, nella sua espiazione, era diventato più debole e patetico.
    Per cosa combatteva, Amaterasu?
    Perché ancora non abbandonava il muro nonostante il sangue versato, il dolore, la merda che stava ingoiando e il suo sentirsi inadeguato?
    Non era più facile tornare nella caverna?
    Eppure...
    ...Harlan...eppure l'urlo della salamandra di G.E.A lo aveva riscosso dal torpore ma ancora rimanevano catene.
    Le doveva spezzare.
    Perché...perchè...


    «Non dimenticare che non è per la Giustizia che si deve combattere. Ma per il cuore di una bambina. Per quella vita che deve ancora splendere, per una luce che deve ancora brillare.
    Asseconda sempre il tuo cuore, Alexis. Non nasconderlo. Aprilo al mondo e alla Vita e sarai più forte. Non combattere per le Grandi Cause, perché non sono in loro che troverai la forza, ma nel cuore di quella bambina, nei suoi occhi, nei suoi sorrisi.»



    Combattere per espiare una pena? Era giusto...ma farne la causa di un martirio? Ricercare la morte come se fosse una liberazione?
    Guardò le braccia di Draka...la risposta l'aveva avuta sempre lì.
    Come Eunoé gli aveva detto, ora la strada gli si parava chiara. Ed era sempre stata lì. Solo che per paura, una paura che lo aveva reso più uomo e più saggio, non voleva intraprendere.
    Un demone...ma che doveva affrontare per essere e riprendersi se stesso.
    Ne era degno di essere Araldo? Degno di tale onore?
    Guardò il cielo. Forse no...ma pur se non lo fosse stato più, avrebbe scelto di continuare a combattere.
    Perché non era un suo dovere ma


    UNA SUA VOLONTÀ




    E il suo cosmo divampò libero e selvaggio.


    «L'amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l'altro ti completa. Qualcuno ti rende un cerchio perfetto; la presenza dell'altro rinforza la tua presenza.

    Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare... nel potere che non si è saputo utilizzare, nell'egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità. »



    E in quel sorriso vi fu tutta la forza della Creazione. Tutto l'Inizio. Che esplodeva con rabbiosa gioia e con il grido di chi affermava la sua unicità e il suo diritto ad essere. Il suo pugno si strinse e finalmente le cicatrici sulle braccia sparirono.
    Draka aveva combattuto una vita contro lo stesso male. Curioso che un uomo fosse stato più forte di un Araldo.
    E la sua risata fu fragorosa come il rombo del tuono.


    «Ti devo ringraziare. Perché mi hai fatto capire uno sbaglio...ora posso combattere come facevo tanto tempo fa...

    Forse...»



    Di nuovo quel sorriso. La Vita in ogni sua sfumatura. In ogni sua accezione. Era magnifico vivere. Era la cosa più bella che la Madre avesse donato a questo mondo. Perché si plasmava il mondo con le nostre vite.
    Anche impercettibilmente ma era così. Il mondo cambiava. La realtà stessa si piegava.
    La Vita...questa stupenda, pazza e irrefrenabile essenza che univa tutti loro in un cerchio perfetto.
    Oberon...chissà...forse anche lui ora stava sorridendo.


    MITAKUYE OYASIN




    E aprì le sue braccia al cielo.


    «Siete tutti le mie relazioni, i miei parenti, senza i quali non sarei vivo. Siamo nel ciclo della vita insieme, co-esistenti, co-dipendenti, co-creando il nostro destino. L'uno, non meno importante dell'altro. Un popolo che si evolve dall'altro e tuttavia ognuno è dipendente da quello appena sopra e da quello appena sotto. Tutti noi siamo parte del Grande Mistero.
    Grazie per questa vita. »



    E quel cosmo divampò come un oceano di fuoco abbracciando quel luogo, cullandolo, proteggendolo.


    Nutrisco et Extinguo




    Questo era il suo paradigma. Questa era la sua missione. Questo era Amaterasu.
    Un girino che diveniva un Drago quando si trattava di preservare il Fuoco di questa realtà, per proteggere il cuore di una bambina, di asciugare le lacrime di un compagno, di sostenere un fratello che cadeva.
    Non perché era un eroe ma solo perché aveva il potere e la possibilità di farlo.
    Amaterasu ora guardò Alexis e un brillio ferale fu nei suoi occhi. E quel cosmo turbinò intorno a lui.
    Come se danzasse. Vi fu un attimo che persino il vento giocò con i capelli di Amaterasu, persino la terra sembrò piegarsi.
    Sembrò...un momento solo...un attimo di comunione assoluta.
    E la spada si mostrò.
    Sembrava muoversi di vita propria nell'aria.
    Una danza antica....


    «Sai...forse è colpa mia per tutta la filosofia sulla spada e sull'arma. Sull'essere taglio.
    Sull'essere guerriero...in Giappone ne sono stati talmente influenzati che la loro dottrina di spada divenne più spirituale solo per riuscire a capire in che modo fosse il mio taglio



    E quel cosmo sembrò quasi formare un Oni. Come se lo spirito di Amaterasu impregnasse quel luogo nella sua più intima essenza.


    EA0Ia4x




    E la spada venne infilzò la terra.
    Ogni movimento di quella spada aveva disegnato una tigre ruggente, bianca e lucente.
    Pulsava, battendo all'unisono con il cuore dell'Araldo.

    «Io sono la spada di G.E.A. Io sono il Taglio che da inizio al Tutto. Che crea la dualità, la possibilità, che dall' Essere si passa all'Io.
    Io sono taglio


    Kusanagi ronzò e Amaterasu alzò il suo braccio sinistro verso il cielo. La mano posta di taglio.
    Gli occhi chiusi. Il respiro della Realtà fu il suo.
    Cos'era essere l'Araldo della Creazione?


    Quando G.E.A la creò impresse nel suo paradigma un'azione.

    UN UNICO TAGLIO PER DIVIDERE LA REALTÀ E OGNI NEMICO




    La sua più intima essenza era questa. Un unico taglio. Infiniti altri in grado di creare, dare vita e morte allo stesso tempo.
    Perché lui non era uno spadaccino.
    Era una spada fatta di carne e sangue. Di spirito e volontà.
    Perché non esisteva nessuna spada.
    Esisteva solo la volontà del taglio.


    Un uomo che colpisce senza pensare alla sua azione può tagliare Dio




    Ecco cos'era davvero Amaterasu. Era il taglio e la volontà di G.E.a impresse in questo mondo. Amaterasu era una prosecuzione della sua volontà.
    La lama che G.E.A usò per creare questa realtà.
    E finalmente fu libero. Finalmente non fu più cieco.

    E in quel momento i suoi occhi si aprirono e quella tigre sembrò ruggire.
    Ed esplose di luce per tentare di accecare i dodici.
    E libero come non mai avrebbe usato la vera quintessenza della sua tecnica. La sola tecnica che era sua e solo sua. Manifesta dimostrazione del paradigma dell'Araldo dell'Inizio.
    Perché cos'era l'inizio se non un atto di volontà che piegava la Realtà stessa al nostro Io?
    Avrebbe impresso sul corpo di Alexis cosa significasse


    IL TAGLIO DI AMATERASU
    g4BpFrY
    Mumyo Jinpuu Ryuu Ougi: Byakko




    Questa era la sua tecnica. Comunione di cuore, corpo e mente.
    Ad Amaterasu non serviva nulla per tagliare se non se stesso.
    E calò il braccio. E il taglio fu nel mondo.
    Un taglio.
    Centinaia. Come se da esso ne nascevano altri. Da uno, due, Da due, quattro.
    Un reticolato di puro spirito che avrebbe martoriato Alexis e tutto quello che vi era intorno.
    Si sarebbe abbattuto su Alexis con tutta la rabbia e la volontà dell'Araldo della Creazione.


    Riesci a sentire l'artiglio della tigre bianca?





    E una domanda lo avrebbe raggiunto subito dopo. Ma a chi si riferisse non era dato sapere.

    «Ne sono degno?»





    CITAZIONE
    ENERGIA: Blu

    STATUS DARIAN( LV VII): Crepe sul parabraccio destro, sinistro, sul pettorale e schienale.


    STATUS FISICO: Contusione braccio destro. Contusione al plesso solare. Contusione alla schiena. Ematomi profondi sulle parti colpite.
    Lievemente stordito.
    Dolore alle parti colpite. Taglio profondo al polpaccio sinistro. Lieve su quello destro.


    TECNICHE UTILIZZATE: Kyōka Suigetsu - Fiore allo specchio, Luna riflessa nell'acqua ~ L'illuminazione è come il riflesso della luna nell'acqua. La luna non si bagna né l'acqua si rompe. Sebbene la sua luce sia diffusa e grande, la luna si riflette anche in una pozzanghera di pochi centimetri. La luna tutta quanta e l'intero cielo si riflettono in una goccia di rugiada sull'erba.
    Questa tecnica riprende un vecchio proverbio cinese, dove entrambe sono cose che non possono essere toccate ma viste.
    Così è Amaterasu.
    La capacità di Amaterasu di controllare le dimensioni spettrali, sia col corpo fisico che con lo spirito, fa sì che lo stesso possa permettersi di attraversarle per poi riapparire in un punto qualsiasi del suo raggio d'azione. Se durante il combattimento, questo è assai rischioso per via del notevole affaticamento fisico e spirituale che esso comporta (è infatti usabile una volta per scontro), tutt'altro discorso si applica per il teletrasporto vero e proprio, dove L'Araldo della Creazione può apparire ovunque purché sia un luogo noto e senza blocchi relativi.
    {Teleport Spirituale}


    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Casco nell attacco debole coprendomi col braccio, unendo spirito e cosmo, ma la velocità differenti fanno si che la difesa non abbia successo. Il parabraccio si crepa, mi sbilancia a quel punto - anche perchè appena vedo i due dietro posso pensare che sia la stessa strategia di prima - opto per il teleport spirituale e salvarmi in calcio d'angolo.
    Da qui Amaterasu comprende che il suo martirio non serve a nulla, così come lasciarsi colpire per pagare una colpa non sua per l'Armaggedon e tutto quanto.
    Quindi finalmente torna se stesso. Torna libero dalle sue colpe e riacquista fiducia in se stesso. La caverna dove si era rintanato se la lascia alle spalle come monito ed esperienza, e ti mostra cosa significa essere l Araldo della creazione.
    Richiama a se l'energia spirituale che disegna con le mani il Byakko.
    Successivamente alzando il braccio sinistro, fa esplodere questa energia tentando di accecarti[DIVERSIVO]e subito dopo ti colpisce a massima potenza con un simil lighitning plasma ma portato a fendenti spirituali[ATTACCO FORTE]
    Copro tutta l'area dei dodici con questo colpo.
     
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