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Andrea; Bartolomeo

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    Andrea si stava leccando le ferite.
    Era sul sofà della quinta casa, in mano il Doctor Faustus di Thomas Mann – una lettura leggera e di svago. Di gran lunga più piacevole di dover leggere rapporti e stime sui danni che Atene aveva ricevuto durante la sua liberazione. Sfogliava le pagine distrattamente, accarezzando con l'altra mano il pelo fulgido di Gramàn, che era acciambellato sulle sue gambe. Max, sdraiato sul tappeto, stava disegnando con dei pastelli Lawrence con indosso la sua Armatura d'Argento.
    Il bambino, l'orfanello che aveva condiviso con Andrea il suo primo viaggio verso il Grande Tempio, passava molto tempo all'interno della Quinta Casa, e poteva così vantarsi con i suoi amichetti di conoscere in prima persona molti cavalieri.
    « Che dici Andrea, ci assomiglia? » Chiese il bambino, porgendole il foglio. Lei si allungò per prenderlo e quel semplice gesto le mandò fitte di dolore lungo tutto il corpo. Era ancora bendata e fasciata lì dove le ferite si stavano ancora rimarginando; il Keraunos, del resto, non poteva fare miracoli. Non emise che un piccolo gemito, ma lo nascose subito sotto un ampio sorriso. Sì, pensò, era il disegno di un bambino, ma comunque molto precoce per la sua età. Aveva del talento.
    « Sai che ti dico? Lo darò a Law, sono certa che gli piacerà moltissimo. » Il viso pallido di Max arrossì di colpo e si lanciò verso Andrea, per riprendersi il disegno. I due amici presero a lottare, in un gioco che faceva ridere entrambi.

    Gramàn, disturbato da tutto quel chiasso, saltò dal suo grembo e iniziò a soffiare, la coda ritta in alto.
    Andrea e Max non si fermarono solo quando ridere non fece male a entrambi. Lei riuscì a nascondere, all'ultimo, il disegno all'interno del libro. Restarono a riprendere fiato stesi sul divano, il gatto li raggiunse solo quando fu sicuro che non l'avrebbero disturbato di nuovo.
    Sì, a Law sarebbe piaciuto. E poi tutti loro, pensò mentre passava le dita tra i capelli biondi di Max, avevano bisogno di qualcosa per cui sorridere. Soprattutto in quei giorni, soprattutto dopo che la riconquista di Atene si era rivelata più complessa e pericolosa di quanto non avevano creduto possibile. Non voleva tornare a essere meditabonda, non in uno dei pochi pomeriggi in cui aveva occasione di riposarsi. Eppure quell'impresa aveva contribuito, lo sentiva, a dare a tutti loro un nuovo punto di vista. Se persino la città sacra ad Atena, a pochi passi dal Santuario, covava gli orrori che loro avevano dovuto combattere, potevano solo immaginare in che situazione versasse il resto del mondo. Dovevano iniziare ad espandersi, lo sapeva, per non venire tagliati fuori.

    Iniziò a stiracchiarsi, alzandosi a fatica dal comodo divano.
    « Oh no, è già ora? » Chiese il bambino, riscuotendosi dal sonno in cui stava per cadere. Ombre rosse e arancioni invadevano il salotto mentre il giorno scivolava via.
    « Sì, sta già tramontando. Presto, torna a casa, oppure i signori Bauer non ti faranno venire più a trovarmi. Salutameli, mi raccomando. » Gli disse mentre lo accompagnava alla porta. Max annuì, gli piaceva stare da Andrea, quasi una sorella per lui, ma era già in ritardo per la cena. Lei lo guardò scendere di corsa i gradini della Quinta Casa. Lo seguì con lo sguardo fino a quando non fu solo un puntino lontano.
    Benedetto ragazzino, pensò. Aveva trovato una nuova casa da una coppia austriaca che si era conosciuta – e sposata – all'interno del Grande Tempio. Avevano accolto Max perché non potevano avere figli e volevano rendersi utili. Andrea sapeva, da quanto lui sembrava finalmente ben nutrito e felice, che lo stavano trattando come fosse sangue del loro sangue. Se lo meritava, pensò, dopo tutto quello che aveva passato.

    Si allontanò dalla porta e salì in camera sua, dove iniziò a prepararsi per la cena di quella sera.
    Aveva richiesto – e ottenuto – un colloquio informale dal suo Gran Sacerdote, in cui avrebbe avuto l'occasione, ebbe un piccolo tremito al pensiero, di fare la sua conoscenza. L'avrebbe aggiornato sugli eventi di Atene ma, soprattutto, su ciò che lei e Johanna si erano dette. Per quell'incontro aveva già stilato lunghi e approfonditi rapporti, certo, ma alcune cose erano impossibili da riportare con sola carta e penna.
    Indugiò sull'armadio aperto per qualche minuto. Non voleva indossare la sua solita tunica cerimoniale, non in una cena che doveva essere, per l'appunto, di amichevole conversazione. Decise, alla fine, di optare per una camicia bianca, semplice e dal taglio maschile, da abbinare a un paio di pantaloni color crema.
    Quella sera il vento aveva preso a soffiare forte e minacciava di piovere, così si coprì con un lungo trench indaco e si mise al collo una sciarpa leggera. Per finire raccolse i lunghi capelli verdi in una treccia. Si guardò allo specchio e annuì, poteva andare.

    Prese a scendere le scalinate che la separavano dalla seconda casa, di qualche minuto in anticipo.
    Aveva sentito parlare solo un gran bene del loro attuale Gran Sacerdote, certo, eppure non poteva fare a meno che sentirsi leggermente in ansia. Non lo dava a vedere, eppure sotto la sua compostezza studiata a regola d'arte c'era un cuore che batteva troppo forte. I suoi vestiti, a parte un cerotto trasparente sulla guancia, riuscivano a nascondere tutte le bende sul suo corpo.
    Sospirò a fondo, già che era costretta a rimanere al Grande Tempio, in attesa che le sue ferite guarissero, tanto valeva che iniziasse a conoscere tutti i Gold Saint che vivevano attorno a lei: a partire da Bartolomeo del Toro. Del resto i dispacci e gli ordini scritti e consegnati da ambasciatori non le bastavano più: voleva dare un volto al suo interlocutore.
    Arrivata davanti alla Seconda Casa esitò, non aveva avuto bisogno di prepararsi discorsi sulla riconquista dell'Acropoli o sull'accordo con Johanna – entrambi gli avvenimenti erano marchiati a fuoco nella sua memoria. Eppure ebbe la sensazione di non essersi organizzata a sufficienza, che avrebbe finito per fare una brutta figura con colui che era direttamente al di sotto della loro dea.
    Scosse piano la testa, era tra compagni, non poteva covare dei pensieri del genere con loro. Doveva solo comportarsi come sempre. Poteva farcela. E, del resto, desiderava conoscere la carica massima del Santuario fin da quando non era che una Bronze Saint. Aveva aspettato a lungo, ma alla fine sarebbe successo.
    « Sono Andrea, Cavaliere del Leone, e sono qui per incontrare il Gran Sacerdote. » Si annunciò all'ingresso della Seconda Casa, controllando la sua voce quel tanto che bastava a renderla ferma e udibile dagli abitanti all'interno.
    Non sapeva che cosa aspettarsi. Sperava solo in una cena tranquilla.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Finalmente ci incontriamo :x):


    Edited by Wild Youth - 29/6/2019, 07:45
     
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    Papààà!
    Quando arriva?


    Ah, l’impazienza dei bambini. Il tempo sembra trascorrere in un modo che solamente loro sono in grado di capire.

    Fra poco figlioli, non manca molto.
    Voi continuate a fare la pizza.
    Siete bravissimi, oh oh oh!


    La sua risata risuonò in tutta la Seconda Casa, mentre i suoi pargoli prendevano a pugni e calci gli scarti dell’impasto della pizza che Bart gli aveva dato per farli giocare nell’attesa della cena. Nonostante non fossero davvero i suoi figli, tutti quei bambini orfani che il gigante nel tempo aveva salvato da morte certa erano diventati la sua Famiglia. Per loro era tutto così normale e probabilmente non ricordavano più nemmeno il volto dei loro veri genitori. Alcuni di loro, quelli più grandi, erano con lui sin da prima dell’Armageddon, altri li aveva presi con se per salvarli dagli orrori della Corruzione.
    C’era poco da fare, il Toro aveva un’innata propensione a proteggere quelle anime innocenti, e avrebbe dato la vita per loro senza nemmeno pensarci. Niente e nessuno lo costringeva a comportarsi così, era proprio impresso nel suo animo e faceva parte della sua stessa esistenza. Non chiedeva nulla in cambio e l’amore dei suoi figlioli lo ripagava abbondantemente.
    Che Atena stessa lo potesse spedire direttamente nell’Ade se non fosse riuscito a creare per la sua strampalata Famiglia anche solo una fievole speranza per un futuro migliore. Non si sarebbe mai perdonato un tale fallimento e il pensiero di garantire ai suoi pargoli una vita davvero meritevole di essere vissuta lo accompagnava in ogni istante. Avrebbe fatto di tutto e, se necessario, anche di più per mantenere quella che ormai era diventata una promessa a se stesso e al mondo intero.
    Questa era la sua vera forza. Non il Cosmo o la sacra Armatura d’Oro, ma l’Amore che provava per i suoi cari. Un sentimento che prescindeva il tempo e lo spazio, in grado di smuovere ogni cosa.

    Bart, ti serve ancora qualcosa?

    La voce di Elena lo fece immediatamente voltare verso di lei, come una nave che segue le luci dell’unico faro che risplende in una notte priva di stelle. Ormai – ed era finalmente ora, eh, caro Bart – il loro amore era diventato palese a tutti. Avevano cercato di nascondere quel sentimento per non si sa quale motivo, ma alla fine avevano dovuto cedere alla travolgente evidenza. Sì, ok, forse la presenza dei bambini che assorbiva ogni secondo della loro vita aveva contribuito a questa prudenza, così come l’innegabile differenza di età. Alla fine, però, erano troppo affini per continuare a negare la realtà, e il loro timido e riservato amore aveva cominciato a crescere in un modo così naturale da risultare quasi scontato. I bambini, infatti, avevano cominciato a chiamare Elena “mamma” come se fosse la cosa più ovvia del mondo, esattamente come Bart era da sempre stato il loro “papà”.

    No Ele, tranquilla.

    Come un riflesso involontario, i loro sorrisi si allargarono quando si scambiarono quelle poche parole, facendo trasparire inconsciamente tutto quel loro amore sincero e riservato.
    Era incredibile com’erano cambiati i tempi.
    Quel quadretto così normale di una famiglia allargata che si prepara per la cena era un’immagine impossibile fino a qualche anno prima. L’Armageddon e la Corruzione erano quasi riusciti a distruggere l’intera umanità, ma qualcuno era stato in grado di vendere cara la propria pelle e sopravvivere. Quelle poche fortunate – o estremamente forti – persone avevano lentamente e con fatica cercato di tornare alla normalità. Non ci erano ancora riusciti, bisognava essere onesti, ma ogni giorno erano un passo più vicini a riconquistarsi la loro vita. I Cavalieri di Atena, in tutto questo, si ergevano a baluardo dell’umanità per accelerare il processo di guarigione da quel cancro che era la Corruzione. Ce la stavano mettendo davvero tutta per ritornare all’agognata normalità, sacrificando le loro stesse vite, e – nel piccolo – quella cena tra compagni di Casta ne era la prova.
    Ma il più grande segnale che qualcosa stava davvero cambiando era che il nostro caro Bartolomeo del Toro era diventato Gran Sacerdote. Se era mai potuta succedere una cosa simile, allora tutto era davvero possibile. Quello scapestrato gigante buono, lontano anni luce dal suo predecessore Daya, era stato nominato dalla Dea Atena in persona per ricoprire quella carica. Le cose, quindi, erano due: o erano diventati tutti pazzi da legare, oppure gli avevano voluto fare uno scherzo di dubbio gusto. Fatto stava che quell’omone di origini italiane e dal temperamento così genuino – a volte troppo – aveva ora sulle spalle la responsabilità della più grande e funzionale roccaforte a difesa dell’umanità. Un compito che non aveva richiesto, rifiutandolo di fronte alla Dea stessa, ma che aveva accettato per onorare il sacrificio del suo amico Daya e per farsi carico di un fardello che non avrebbe mai potuto, in cuor suo, affidare a nessun altro. Essere Gran Sacerdote in quell’epoca aveva sicuramente un significato diverso, dovendo difendere il mondo non solo dai nemici noti, ma anche da un’incontrollabile calamità di proporzioni smisurate.

    Papààà!
    È arrivata, è arrivataaa!


    Non aveva ancora capito perché i suoi pargoli gridavano ogni volta che dovevano dire qualcosa, ma quell’atteggiamento così entusiasta e spontaneo lo faceva sorridere ogni volta. Le sue personali sentinelle a protezione della Seconda Casa – ovvero i suoi scatenati figlioli – avevano annunciato l’arrivo dell’atteso ospite.
    Non poteva certo indovinare le aspettative di Andrea, Cavaliere del Leone, per quell’incontro, ma il nostro caro Bart si staccò un momento dall’impasto delle pizze per andare ad accoglierla. Il gigante era vestito con il suo solito e semplice abbigliamento: maglietta bianca e jeans. Per quell’occasione, poiché stava cucinando, aveva anche indossato la sua bandana nera – non che ci fossero capelli da contenere, povero Bart e il suo essere diversamente giovane – accompagnata dal suo personale grembiule bianco da pizzaiolo con la scritta “Il papà è il miglior pizzaiolo del mondo” (cucita a mano da Elena su indicazione dei bambini). Si pulì le mani dalla farina sul grembiule e avanzò con passo deciso verso la nuova arrivata, sfoggiando un sorriso sincero e raggiante.

    Groar!
    Groooaaar!


    I pargoli, nel frattempo, avevano già dato il benvenuto ad Andrea, cominciando a correrle intorno imitando il ruggito del leone.

    Signorina Andrea, ma è più forte il leone o la tigre?
    E perché hai i capelli verdi?


    Bart rise sommessamente per quel briciolo di educazione nel chiamare la ragazza “signorina”, mentre la stavano travolgendo di grida e ruggiti. Il Cavaliere del Toro, con una presenza imponente ma alquanto informale, si pulì nuovamente le mani nel grembiule, per poi allungare la destra verso la nuova arrivata e proporre un’amichevole stretta di mano. Probabilmente la ragazza si sarebbe leggermente sporcata di farina se avesse stretto la mano all’enorme pizzaiolo, ma non badiamo a questi dettagli, suvvia.

    Ciao Andrea, io sono Bart.
    Benvenuta a casa nostra.


    Niente titoli e niente formalità. Questo era Bart e non si sarebbe mai lontanamente sognato di presentarsi come Custode della Seconda Casa o, men che meno, Gran Sacerdote di Atena. Quel luogo, infatti, era la casa della loro Famiglia e non “semplicemente” uno dei dodici templi di Atene. Andrea era una compagna di Casta, ma prima di tutto era una ragazza che stava combattendo per garantire all’umanità un futuro degno di essere vissuto. Un futuro che sperava anche i suoi pargoli avrebbero potuto vedere.

    Questi sono i miei figlioli, ma vedo che li hai già conosciuti.
    Oh oh oh!


    La sua caratteristica risata rimbombò per tutto il tempio, mentre il suo petto sobbalzava tenendo il ritmo. Quando la sua roboante espressione di divertimento cessò, il gigante continuò con le presentazioni mentre Elena li raggiungeva all’ingresso posteriore della Seconda Casa. Dai caratteri e dalle forme decisamente mediterranee, era vestita con un abito scuro e lungo, che portava con eleganza nonostante fosse affaccendata nei preparativi della cena.

    Lei, invece, è Elena.
    L’unica al mondo in grado di sopportarci tutti.


    Le fece l’occhiolino e la ragazza divenne rossa come un peperone per l’amore che traspariva da quelle semplici parole di Bart.

    Ciao Andrea, benvenuta.
    È un piacere conoscerti.


    Elena fece un lieve inchino tenendo le mani in grembo, dimostrando tutta la sua timidezza.

    Bart mi ha parlato molto di te e del tuo incredibile coraggio.
    Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per noi.


    Ed era vero. Bartolomeo, specialmente da quando era diventato Gran Sacerdote, si teneva sempre aggiornato su quello che accadeva all’interno delle mura di Atene. Anche se non aveva avuto la possibilità di incontrare tutti al Grande Tempio – ma ci stava lavorando – era per lui fondamentale conoscere ogni dettaglio della vita e delle imprese dei suoi compagni. Per quello – e per la mancanza di voglia nel leggersi tutti i rapporti scritti – tediava ogni giorno i burocrati del Grande Tempio per farsi raccontare ogni minimo dettaglio delle attività svolte. Andrea non faceva eccezione e le sue gesta erano ben note a tutti. Ovviamente Bartolomeo, per alzare il morale famigliare, raccontava a Elena tutti i successi di Atene, inventando anche storie della buonanotte per i suoi pargoli. Sì, esatto, anche Andrea era entrata a far parte della squadra di super eroi protagonista dei racconti di Bart. L’impazienza dei bambini per l’arrivo del Cavaliere del Leone, infatti, era in gran parte legata al fatto di poter incontrare di persona uno dei loro super eroi.

    Forza ragazzi, lasciate in pace Andrea e venite con me a finire di preparare la tavola.

    Elena, conoscendo le intenzioni di Bart, richiamò all’ordine quello scatenato esercito di piccoli diavoli per permettere ai due Cavalieri di scambiarsi qualche parola senza preoccuparsi di orecchie innocenti in ascolto. Mentre Elena si allontanava, immediatamente ascoltata e seguita dai pargoli – dannazione, che talento naturale – Bartolomeo si rivolse nuovamente ad Andrea per invitarla a unirsi a lui nella zona cucina. L’interno del tempio era semplice e arredato come una normale casa accogliente, sicuramente lontano dall’immaginario collettivo di una delle dodici Case dello Zodiaco. Nell’enorme stanza centrale vi era un tavolo imbandito che Elena e i bambini stavano finendo di preparare e, a poca distanza, una cucina molto grande e spaziosa.

    Andrea, vieni, mi aiuteresti a fare le pizze?

    Il gigante si diresse verso quel miracolo divenuto realtà chiamato forno a legna. Probabilmente era l’unico esemplare funzionante ancora esistente sulla faccia della terra. Sicuramente era l’unico forno a legna utilizzato da quell’innato mago della pizza di nome Bart. Il Toro rimise le mani nell’impasto, continuando da dove si era interrotto.

    Figliola, mi passeresti la mozzarella per favore?
    Ai ragazzi piace bella carica la pizza, oh oh.


    Chiamare Andrea “figliola” era una cosa normale per il Cavaliere della Seconda Casa, poiché la considerava parte della sua Famiglia allargata come tutti i suoi compagni di battaglia. Forse lei l’avrebbe potuto trovare strano, così, al loro primo incontro, ma faceva tutto parte della spontaneità di quell’omone così gioviale e senza filtri.

    Raccontami un po’ di te, Andrea.

    La guardò negli occhi come un padre potrebbe fare con la figlia appena tornata da una lunga trasferta di studio, in attesa di un racconto che lo avrebbe reso orgoglioso.

    Elena non esagerava quando parlava del tuo coraggio.
    Grazie di tutto, davvero, so quanto hai fatto e stai ancora facendo per tutti noi.


    Aveva notato la postura dolorante della ragazza e sapeva bene che si stava ancora riprendendo da ferite profonde. Con un cenno del capo le fece capire che non era necessario nascondere il suo dolore di fronte a lui e con lo sguardo cercò di trasmettere tutta la sua vicinanza per quel momento difficile.

    Anche se ci incontriamo per la prima volta solo adesso, le tue gesta ti precedono.
    Sono felice e orgoglioso di poterti considerare parte di questa Famiglia strana e allargata che noi chiamiamo Cavalieri di Atena.


    E lo diceva per davvero. Era molto curioso di ascoltare i racconti di Andrea, compresa la sua visita ad Atlantide, ma avrebbe lasciato a lei la decisione degli argomenti da trattare. Il gigante avrebbe sicuramente avuto piacere di conoscere quella ragazza dalla stranissima chioma verde e quindi frenò la sua parlantina per permetterle di prendere maggiore confidenza. Prima, però, mancava la domanda cruciale.

    Oh, Andrea, quasi dimenticavo.

    Si diede una manata sulla fronte per rimarcare la dimenticanza, creando una nuvola di farina e sporcando di bianco la bandana nera.

    A te piace la pizza?
    L’ho dato per scontato, ma posso farti altro per cena.
    Se, invece, va bene la pizza, come la vuoi?


    Un ultimo sorriso raggiante travolse la ragazza, dimostrando come quello che doveva essere il Gran Sacerdote di Atena era in realtà un omone goffo e con una simpatia tutta sua.
    Chissà cosa si aspettava Andrea da quell’incontro. Di sicuro non si sarebbe mai aspettata di trovarsi nel bel mezzo di quell’uragano di spontaneità chiamato Bart.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Eccomi qua!
    Ti ho fatto un preambolo iniziale per introdurti in un modo un po' più dettagliato il caro Bart, descrivendoti le sue caratteristiche principali così da inquadrartelo per bene.
    Povera Andrea, chissà come reagirà a questo matto di Gran Sacerdote xD
    PS: l’accenno alla versione "super eroina" di Andrea si riferisce a quanto introdotto nel primo post del fight test per la suprema di Alek (link).

    Condizioni:
    Chi è più forte? Il leone o la tigre? Groar xD

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    L'accoglienza fu... particolare.
    Più rumorosa, sì, di quello che si era aspettata. Eppure non spiacevole e non eccessiva. In qualche modo percepì subito il calore di quella famiglia, una sensazione che la fece sentire subito a casa. Senza rendersene conto un sorriso affiorò sul suo viso, le urla dei bambini le arrivarono ancor prima di entrare all'interno della Seconda Casa.
    E pensare che si era chiesta spesso se il numero di ospiti che frequentavano regolarmente la Quinta Casa fosse esagerato e inappropriato. Ora che poteva vedere la gioia di una famiglia, una vera famiglia, seppe che era anche per quello che lottavano. Per far sì che quelle urla e quelle risa tornassero a essere la cosa più normale del mondo. Perché risuonassero ovunque, in tutta la Grecia, e poi il mondo.
    I bambini che iniziarono a correrle attorno, imitando il ruggito del leone, le strapparono una risata cristallina.
    « Oh, non saprei, ma sono certa che potrei farvi accarezzare sia un leone che una tigre, un giorno di questi. Ma meglio non chiederlo a loro, potrebbero mettersi a discutere! » Promise loro, e guardò le loro bocche disegnare tante piccole o.

    Si era inginocchiata per poter parlare meglio con figlioletti di Bart, ma un'ombra lunga le disse che era il momento di rialzarsi.
    Scompigliò i capelli di uno di loro, poi alzò lo sguardo a cercare quello del suo gigantesco interlocutore. Impressionante, pensò. Lei era una ragazza molto alta, eppure non arrivava neanche alle spalle di Bart.
    Allungò la mano e strinse quella del suo Gran Sacerdote, cercando di nascondere il timore reverenziale che provava in quel momento. La sua etichetta e il suo normale portamento le avrebbero fatto chinare la testa davanti a lui, le sarebbe stato naturale dargli del voi. Muoversi in un ambiente tanto informale, per lei, era più difficile che gestire un incontro della massima importanza con un Primarca di Atlantide. Si sentì un pesce fuor d'acqua, ma il tono caldo e paterno del Cavaliere del Toro la tranquillizzò un poco. Era solo una cena, si ripeté.
    « Piacere Bart, sono Andrea. Vi... ti ringrazio di avere accettato questo incontro, tra tutti gli impegni che avrete da Gran Sacerdote. » Accompagnò – le venne naturale – le sue parole con un cenno del capo, ma non smise di sorridere.

    L'interno della Seconda Casa era accogliente e tutto era stato pensato per accogliere un gran numero di abitanti.
    Il tavolo al centro della sala era lungo e ben apparecchiato, la cucina ampia e spaziosa, requisito necessario perché Bart potesse entrarci e muoversi con comodità al suo interno.
    Le presentò Elena, colei che doveva essere sua moglie, e Andrea ricambiò il suo timido inchino. Era una donna bella, persino elegante, e le venne da scrollare in aria la mano in risposta alle sue parole, come per dire che non aveva fatto davvero nulla di che.
    « Il piacere è tutto mio. E grazie, Elena, di badare al nostro Gran Sacerdote. Casa vostra è assolutamente incantevole. » Le rivolse un sorriso complice; come era spesso avvenuto lungo il corso della storia, dietro a un grande uomo c'era sempre una grande donna.
    Elena richiamò all'ordine l'esercito di bambini, per farsi aiutare a finire di preparare la tavola. Ad Andrea venne naturale osservare il suo piglio e la naturalezza con cui riusciva a organizzare una famiglia così numerosa. Avrebbe voluto avere tutta la serata per studiare i suoi piccoli gesti, trasformarsi in una mosca e studiare le maniere affettuose di una moglie e di una madre – qualcosa che lei non avrebbe mai potuto essere. Un'esperienza che a lei, come donna, sarebbe per sempre mancata.

    Ma il dovere la richiamò.
    Seguì Bart nella zona cucina, appoggiando il trench su una sedia e rimboccandosi le maniche della camicia fino al gomito. Aveva fatto bene a vestirsi di bianco, pensò: la farina non si sarebbe vista troppo. Iniziò a tagliare la mozzarella a cubetti e la passò a Bart, con l'aria poco convinta, seguendo alla lettera l'indicazioni dell'uomo.
    « Ti devo confessare che non ricordo di aver mai mangiato una pizza in vita mia, quindi sono curiosa di provarla. » Iniziò a rispondere dall'ultima domanda, la meno scomoda, quella per cui non era arrossita. Come Gold Saint andava abituandosi a sentirsi addosso gli sguardi ammirati dei civili, ma ascoltare tutti quei complimenti dal Gran Sacerdote le tinse le guance, di solito pallide, di rosso.
    « Non sono una grande cuoca, di solito mi accontento di insalate greche o sformati di verdure. Per questo, per una volta, sarò felice di essere sorpresa con i condimenti. » L'avrebbe aiutato nel distribuire e nell'affettare gli ingredienti, ma avrebbe lasciato a lui l'impasto e l'infornare. La cosa più simile a una pizza che credeva di aver mangiato era la pita, ma quella era decisamente più piccola e meno sostanziosa. Dubitava di riuscire a finirne una intera da sola, ma a pranzo era stata leggera e si sarebbe impegnata. Sentire tutti quegli odori, poi, le stava aprendo lo stomaco.

    Sospirò, incerta su come continuare.
    Per qualche secondo si concentrò solo sul tagliare i funghi, fingendo di essere assorta in quel compito tanto banale.
    « Non... credo di meritarmi tutti questi complimenti. Atene, dopo la riconquista, è sfigurata, irriconoscibile, e ci vorranno molte energie e tanto tempo perché ritorni quella di una volta. Se mai lo farà. » Esitò, continuando a muovere distrattamente il coltello quando ormai i funghi da affettare, sul tagliere, erano finiti.
    « E per quanto riguarda la diplomazia con Atlantide, hai ricevuto i miei rapporti. Ammetto di aver scritto molto, forse troppo. » Si lasciò andare a una risata imbarazzata.
    « Ma sono riuscita solo a fermare delle ostilità dichiarate in cambio di una guerra fredda. È un fronte che potrà restare sopito solo per un tempo limitato... conosci l'imperialismo senza freno di Poseidone. » Scrollò la testa, come se affrontare fin da subito quegli argomenti fosse troppo anche per lei.
    « Davvero, faccio solo il possibile per ripagare la fiducia che è stata posta in me, per meritarmi l'armatura del Leone che ho ricevuto da Aleksander Seraf. Ma è troppo presto per rovinare la serata con questi discorsi. Sono contenta che il Grande Tempio, dopo tanto tempo, si stia svegliando. E sono contenta, finalmente, di conoscere il nostro Gran Sacerdote. Deve essere incredibile sopportare il peso di così tante responsabilità. » Era sincera, lo ammirava davvero. Anche sopito il suo Cosmo era incredibile, probabilmente il più ampio che avesse sentito, a esclusione dello stesso Alek e del corrotto che avevano affrontato ad Atene. Scacciò quel pensiero, cercando di dimenticare anche le fasciature sotto la camicia, un segno tangibile di quella battaglia.
    Il suo tono di voce era tornato caldo e rilassato, come se il calore umano della Seconda Casa fosse riuscito a metterla a suo agio.
    « ...e a te, Bart, come piace la pizza? » Chiese, un poco accigliata, rendendosi conto di quanto fosse strano rivolgere una domanda del genere al suo Gran Sacerdote. Ma, non conoscendo quel piatto, pensò che fosse meglio chiedere a un esperto e farsi ispirare da lui.

    0qVuOPt

    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Cos'è una pizza?
     
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    Whatever Happens, Happens

    Due generazioni e due caratteri completamente diversi fra loro a confronto. Era incredibile vedere l’esuberante e diretto Bart lavorare in cucina spalla a spalla con la timida e pacata Andrea. Un quadretto davvero strano, ma che rappresentava la forza di quella grande Famiglia che erano i Cavalieri di Atena. La loro capacità di lottare insieme nonostante le diversità li rendeva unici e inarrestabili.
    Andrea poi, oh cara Cavaliere del Leone, che era riuscita a riscrivere la sua stessa vita grazie alle sue incredibili forze e all’aiuto di Aleksander, un guerriero che arriva direttamente dal mito. Lei era l’esempio lampante di come tutto è possibile se si dedica anima e corpo ad uno scopo che sembra irraggiungibile.
    Bart era così felice di poterla finalmente incontrare, poiché era convinto che quella ragazza sarebbe stata uno dei tasselli per cambiare davvero il mondo.
    Solo una cosa era ancora da migliorare.

    Oh oh oh.
    Ma davvero Andrea?
    Non hai mai assaggiato la pizza in vita tua?


    La risata del gigante era genuina, assolutamente non di scherno, ma faticò a contenersi dopo aver saputo che la ragazza non aveva mai provato la pizza. Molti potevano essere i motivi, e di certo Bart non voleva sminuire nulla, ma avrebbe fatto di tutto per colmare al meglio quella lacuna.

    Non ti preoccupare.
    Ci penso io a te.


    Con fare protettivo e paterno, le posò una mano sulla spalla, assumendo un’espressione fintamente seria.

    Figliola, questa è un’imperdonabile mancanza cui dobbiamo porre subito rimedio.
    Perdonami se sono così poco oggettivo sulla questione ma, sai, sono italiano.


    Eh sì, il nuovo Gran Sacerdote di Atene era di origini italiane e aveva imparato a fare la pizza proprio lavorando come pizzaiolo in Italia. Certo, il Bel Paese non era l’unico motivo delle sue fantastiche creazioni, difatti anche il suo naturale talento in cucina aveva fatto la differenza.

    Niente strani condimenti per questa tua prima volta.
    Propongo anche a te quello che io adoro: una bella e classica margherita.
    Pomodoro e mozzarella.


    Fece una pausa per permettere ad Andrea di comprendere a pieno quello che le stava proponendo.

    E tu mi dirai: tutto qui?
    Esatto.


    Gettò le braccia al cielo in modo plateale come a rimarcare la semplicità di quella proposta, che nascondeva però un non detto alquanto palese: “Ti piacerà tantissimo!”.

    Una volta provata la margherita, potremo poi sperimentare diversi gusti.
    Per adesso, concentriamoci sulle basi.


    Detto ciò si rimise di buona lena a fare tutte le pizze mancanti. Prima la margherita di Andrea, mostrandole tutti i passaggi che creavano quella magia. Poi le ben più cariche versioni per i suoi pargoli, ognuno dei quali aveva una preferenza diversa, seppur minima. Quella era un’attività che lo calmava e lo tranquillizzava, come fosse un mantra da ripetere per liberare la mente.

    Uhm, sì, concentrarsi sulle basi.
    Sai Andrea, è un po’ quello che sto cercando di fare io da quando sono diventato Gran Sacerdote.
    Molte sono le cose da fare, ma tu e questa nostra grande Famiglia allargata del Grande Tempio mi state dando un aiuto incredibile.


    Ed era vero. Bart non sarebbe mai riuscito a succedere all’insostituibile Daya senza l’aiuto di tutto il Grande Tempio. Dai Cavalieri d’Oro agli abitanti della fortezza greca. Erano diventati come un’unica anima e un unico corpo, in grado di sopperire alle mancanze reciproche. Lo stesso Cavaliere del Toro era supportato nelle questioni burocratiche da molti e instancabili collaboratori. V’immaginate Bartolomeo, con un livello di concentrazione pari a quello dei suoi figlioli, costretto a dover stilare rapporti su rapporti? Oh santo cielo, meglio proprio di no.

    Il problema sono i pensieri.
    Non passa un solo istante in cui la mia mente non sia concentrata su tutto quello che sta accadendo nel mondo.
    Le sofferenze che ho visto per colpa della Corruzione sono difficilmente esprimibili a parole.


    La sua espressione si fece più cupa, fissando l’impasto della pizza con un’intensità toccante. Come se in quella farina e in quel lievito madre stesse impastando il suo stesso passato.

    E noi ne siamo responsabili.
    Dobbiamo esserlo e non dobbiamo mai dimenticarlo.


    Quello era il peso di essere Cavaliere e, a maggior ragione, di essere Gran Sacerdote. Il potere delle stelle è qualcosa d’incredibile, ma a volte non basta. È necessario diventare sempre più forti per proteggere davvero l’umanità, anche se ci si crede potenti come un Dio.

    La Dea Atena ha da sempre protetto l’umanità.
    E, non fraintendermi, con l’aiuto di noi Cavalieri lo sta facendo ancora.
    O almeno stiamo cercando di farlo con tutte le nostre forze.
    Ma non è abbastanza.


    Le mani smisero per un istante di impastare, poggiandosi sul tavolo sporco di farina, mentre lo sguardo rimaneva fisso sull’impasto.

    In questo momento la Corruzione sta dando prova di un potere e una violenza mai visti sulla Terra.
    Persino gli Dei non sono immuni da questa piaga e le nostre forze sembrano non bastare mai.


    In quel momento storico la salvezza del Mondo intero sembrava un traguardo che continuava a spostarsi lontano, facendosi beffe dei corridori che non si erano certo preparati per una gara così lunga.

    Da quel terribile Armageddon, abbiamo subito molte perdite al Grande Tempio.
    Ho visto morire tanti amici, tanti fratelli guerrieri.


    E quel peso non lo abbandonava mai, come un macigno che ti schiaccia il cuore e l’anima senza darti pace. Lo si poteva percepire dalle sue parole, in cui ogni sillaba sembrava pronunciata con uno sforzo incredibile. Per Bartolomeo era stato come perdere fratelli, sorelle e figli. Un dolore che non accennava ad attenuarsi con il passare del tempo.

    Ci siamo indeboliti, ma abbiamo lottato per risollevarci a costo delle nostre stesse vite.
    E finalmente i Cavalieri di Atena si stanno riprendendo, a partire dalle Dodici Case.
    È grazie a Cavalieri come te se possiamo ancora avere una speranza.


    E fu in quel preciso istante che il suo atteggiamento cambiò. Lo sguardo si alzò dal tavolo e la sua possente figura si drizzò come fosse una colonna portante dello stesso Tempio. Fissò Andrea con espressione decisa e carica di emozione. Quello era Bart, Gran Sacerdote di Atena, Cavaliere del Toro e Baluardo dell’umanità. Non era necessaria alcuna dimostrazione di forza fisica o cosmica: la sua sola fiera presenza bastava a far comprendere a tutti la sua incrollabile determinazione. Persino Elena si girò un istante verso di loro, quasi richiamata da quell’atteggiamento naturalmente coinvolgente, per poi scoccare un sorriso nella loro direzione.

    Ed è ormai giunto il momento di alzare la testa e guardare in faccia il nostro nemico.
    Sono certo, Andrea, che potremo ridere insieme quando finalmente doneremo all’umanità la certezza di un futuro degno di essere davvero vissuto.


    Il gigante sorrise con un’espressione raggiante sul volto, quasi a immaginarsi per davvero quel momento.

    Oh, figliola, perdonami per questi miei pensieri.
    Però mi ha fatto piacere condividerli in questo momento, perché in te rivedo la stessa forza che tutte le mattine mi fa svegliare con il pensiero di dover lottare per cambiare davvero le cose.


    Era così bello vedere negli altri la stessa passione per una giusta causa. Era un vero toccasana per quel peso che Bart si portava sulle spalle tutti i giorni della sua vita.

    E magari un giorno, se vorrai, potrò raccontarti anche qualche storia decisamente più divertente.
    Come quando mi sono azzuffato con Ares versione Super Corrotto.
    Dannazione quante ne ho prese, oh oh.


    Scrollò la testa durante quella breve risata, come per scacciare definitivamente l’onesta tristezza di quel momento.

    Ma adesso basta con questi discorsi, dimmi un po’.
    Ho letto i tuoi resoconti, ma preferirei di gran lunga ascoltare il tuo racconto.
    Dimmi qualcosa di più su Atlantide.
    Come stanno Johanna e la piccola Diana?


    Era troppo curioso e ansioso di ascoltare tutti i dettagli della visita di Andrea ad Atlantide. Leggendo i report scritti dal Leone, a livello politico, la situazione era apparsa chiara. In quel periodo di morte e sofferenza a causa della Corruzione, però, la preoccupazione verso l’amica Johanna e la sua incredibile figlia Diana a volte lo teneva sveglio di notte. Sapeva che il Primarca era ampiamente in grado di badare a se stessa, ma l’Armageddon aveva fatto crollare tutte le certezze, come un castello di carta durante un uragano.

    Dannazione, da quanto tempo non riesco a vederle a causa di tutta questa Corruzione.

    Dai Bart, tieni duro. Non si può mai sapere. Chissà cosa potrà riservarti il futuro.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Pizza & Feelings.

    Condizioni:
    -

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    « Whatever happens, happens »
    ~

    Ad Andrea venne istintivo ascoltare Bartolomeo, il loro gran sacerdote.
    Si dovette sforzare molto per non abbassare la testa in modo deferente, rialzandola solo quando avesse finito. Un retaggio del passato, una brutta abitudine difficile da eliminare. Ma, nonostante questo, alla fine ripose il coltello, si ripulì le mani su uno strofinaccio – e appoggiò la mano sulla sua schiena.
    La batté un paio di volte, incerta, le dita affusolate e leggere contro quella montagna umana. Un gesto piccolo, umano. Un contatto, qualcosa che non sarebbe mai riuscita a esprimere a parole. Un grazie, sincero, ma anche qualcos'altro. Sono con te, cercava di dire con quell'atto. Non devi più lottare da solo, e non mi vedrai morire come tutti gli altri tuoi amici e compagni.
    Non poteva promettere una cosa del genere a parole – sarebbe stato incauto, e forse avrebbe fatto scatenare il destino contro di lei. Rimase in silenzio qualche secondo, riportando le mani sul bancone da lavoro.

    Scosse la testa in modo lieve, come per snebbiare la mente.
    « Già. Siamo rimasti indietro, sopiti troppo a lungo, mentre i nostri nemici si riorganizzavano e acquistavano influenza. » Lasciò cadere quelle parole, pesanti come macigni. J'accuse e mea culpa insieme.
    « Ma... le cose incominciano a cambiare. E, del resto, dovranno farlo, se vogliamo avere una speranza. Ma io sono fiduciosa: sono circondata da guerrieri straordinari a cui manca solo, spesso, l'intraprendenza. » Era innegabile, e non aveva senso, per lei, addolcire la pillola. Avevano ripreso Atene e ancora lottavano per la Grecia, a un prezzo che sarebbe stato immenso, aumentato proprio dall'esitazione dei Saint nell'agire. Ma, alla fine, le cose si erano rimesse in moto. Erano ancora tutti vivi, e tutti erano finalmente pronti a lottare.
    « Città dopo città, regione dopo regione, ce la faremo. Il fallimento, per noi, non è un'opzione. Abbiamo sulle spalle un peso enorme, ma è grazie a tutti coloro per cui lottiamo che, alla fine, prevarremo. » Le venne istintivo gettare uno sguardo alla sala da pranzo adiacente, lì dove avrebbero cenato a breve. Con un sorriso osservò Elena e i bambini, i loro sorrisi la distesero un poco. Andrea non aveva nulla del genere, ma anche lei, in qualche modo, aveva una famiglia, qualcuno per cui battersi. Lawrence, Max, Aleksander, Johanna... già. Aveva stretto dei patti, aveva scambiato delle promesse, aveva salvato delle vite ed era stata salvata. Tutto quello, glielo diceva la sua umanità indomabile, era importante.

    Annuì piano, annusando il profumo che proveniva dalla cucina.
    Un odore nuovo per lei, ma piacevole. Gettò un occhio dentro il forno a legna, curiosa.
    « Non volevo indugiare troppo anche io in questi discorsi. Ma lo credo davvero. Abbiamo bisogno di vedere di più il mondo, e di scoprire con mano cosa possiamo fare per aiutare. La nostra partita si gioca tutta lì. » Indugiò ancora qualche secondo su quelle parole, come se stesse riflettendo sulla loro eco, su una coda invisibile che si erano lasciate dietro. Pensò all'incontro con Johanna, a cosa significava per Saint e Imperiali, e a ciò che ancora avrebbe dovuto fare.
    « Johanna... » Esitò. Non sapeva in che relazioni era Bart con lei, ma sospettava che la persona che aveva conosciuto fosse, ormai, diventata irriconoscibile. Sempre grandiosa, con un'aura di carisma che la seguiva ovunque andasse. Ma ora pur sempre una dittatrice al servizio di una ideologia pericolosa. Quello, Andrea, non poteva dimenticarlo.
    « ...morirà. » Strinse il pugno sul manico del coltello. Quella parola, anche se ormai aveva redatto rapporti su rapporti su quell'incontro, risuonò dentro di lei come un colpo di gong. Non si sentiva in colpa, sapeva che entrambe avevano scelto in modo libero, che avevano accettato il prezzo da pagare per quella pace momentanea.
    Non per questo era meno difficile. Andrea non aveva mai creduto al bene superiore. Scambiare una vita per tutte quelle della Grecia, in qualche modo, le faceva sentire che avrebbe comunque perso qualcosa.

    Si affrettò a continuare il discorso, così che non rimanesse in sospeso su quella nota dolente.
    « Non oggi, non domani, ma presto o tardi – è inevitabile. A seconda di come decideremo di agire, di come riusciremo a prevedere le mosse del fato. La sua influenza è importante, ad Atlantide, ma è comunque solo una Primarca tra sette, e non possiamo sapere quanto ancora potrà mediare le folli mire espansionistiche di Poseidone e degli altri re. » Cercò gli occhi di Bart, il suo sguardo, il suo sostegno, come se essere vicino al suo Gran Sacerdote le potesse ricordare il perché aveva aderito a quel patto.
    « Ciò che Johanna ha compreso, al contrario di altre figure, è che questa volta non ci saremmo fatti prendere di sorpresa come l'ultima volta. Abbiamo avuto millenni per migliorarci, per entrare in sintonia con le nostre costellazioni, per addestrare generazioni di guerrieri. Abbiamo salvato l'umanità così tante volte che è impossibile ricordarle. » Andrea era fiera di quel passato, anche se era una storia in cui lei aveva appena preso parte. Si era assicurata, nel suo piccolo, che ci fosse anche un futuro.

    Sentiva che quel discorso, per quanto la situazione fosse tranquilla, meritava più attenzione.
    « Atlantide è risorta da pochi anni. Ma, nonostante questo, le perdite sarebbero ingenti anche dalla nostra parte. Per questo ci assicureremo di evitare ogni screzio e ogni incidente diplomatico, concentrandoci sui nostri, numerosi, nemici in comune. » Decise di affrontare direttamente la domanda di Bartolomeo, e rimandare le sue considerazioni politiche al dopo-cena.
    « Dovremo rispettare le aree di influenza, e agire in modo implacabile se saremo scavalcati. Fino a quel momento Johanna starà bene, e così anche noi. Possiamo solo sperare che Poseidone non cerchi di nuovo la conquista assoluta, ed essere pronti a combatterlo – e con lui Johanna, se non sarà riuscita a fermarlo. » Strinse le labbra in una fessura.
    « Ho visto una foto di Diana. Ha anche una sorella, Sandra. Sono due belle ragazze, assomigliano tanto alla madre. Mi ha chiesto di salvarle e di proteggerle, se mai arriveremo a quel giorno. » Ripensò a quella promessa, alle fotografie che aveva tenuto in mano, marchiando a fuoco nella sua mente quei volti.
    « Odio quando le cose sono al di fuori del mio controllo. » Ammise a Bart, il tono di voce che non nascondeva la sua esasperazione.
    « Non ce ne sono molte, come lei, ad Atlantide: dobbiamo sperare che non rimanga isolata. E prepararci, come sempre, a difendere l'umanità dalle sue minacce, qualunque esse siano. » Si chiese, in quei pensieri che spesso la attraversavano, se sarebbe stata disposta a combatterla lei stessa. Dovette sospendere la risposta, perché la preparazione delle pizze era finita.

    Guardò Bart, con le sopracciglia abbassate e il volto in un'espressione di scusa.
    « Avrei voluto portare buone notizie, ma sono certa che Johanna farà di tutto perché, quando arriverà l'ora, nessuno di noi sarà colto di sorpresa – anche noi lo faremo. » Gli assicurò, come se potesse in qualche modo lenire quella paura e quell'incertezza.
    « Il nostro ruolo ci impone scelte non sempre semplici. Coltivare delle amicizie, in questo folle, piccolo mondo, è difficile. Ma sono certa che un incontro tra voi sia possibile, forse anche auspicabile. Potrei cercare di facilitarlo. » Suggerì, e la sua mente incominciò a lavorare frenetica alle necessità diplomatiche, indugiando sulle delegazioni, sui contatti, su cosa divulgare al pubblico. Si accorse di essere troppo efficiente per quella situazione, e ancora una volta si concentrò sulla cena informale a cui si trovava. Gettò di nuovo un occhio alla sala da pranzo. Avevano parlato molto, e avevano tutta la sera davanti.
    « Mi dispiace davvero. È un argomento così delicato, prima di cena. Di là ci stanno aspettando, meglio se mangiamo con calma, così poi potremo riprendere a parlare davanti a un caffè o a un bicchiere di vino. » E si offrì di aiutare a portare le pizze a tavola. Avevano tutte un bel colore e un ottimo odore, e, dato che quel giorno aveva mangiato ben poco, aveva anche appetito.
    « Non roviniamoci l'appetito con questi discorsi. Sembrano deliziose. » Aggiunse, sincera.

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    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Scusa mille per l'immenso ritardo. :fiore:
     
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    ATTO III
    Whatever Happens, Happens

    Una caratteristica innegabile dello spirito e della presenza stessa di Andrea era la sua incredibile empatia.
    Tutto in lei era in grado di percepire i sentimenti e le sensazioni delle persone, riuscendo a dire e a fare la cosa giusta al momento giusto. Ognuno di noi ha un particolare talento e il Leone, oltre a possedere un cosmo che avrebbe potuto dare del filo da torcere persino a un Dio, era capace di far risuonare in modo armonioso la sua presenza con quella degli altri.
    Bart riusciva a percepirlo chiaramente, forse perché anche lui aveva un animo gentile e pacato, che ben si adattava al normale atteggiamento di Andrea. Nonostante tutto, però, quando la ragazza nominò per la prima volta Johanna, il cuore del gigante mancò un battito.

    Mmh.

    Johanna morirà. Due semplici parole, che celavano una situazione politica e di equilibrio di forze opposte con una complessità disarmante. Il Toro cercò di non darlo a vedere, ma un guizzo sul suo volto e una pausa nell’impastare le pizze avrebbero sicuramente tradito il suo vero stato d’animo.
    Quante cose dovevano essere cambiate da quanto aveva incontrato quell’uragano di energia che erano Johanna e la sua adorata figlia. Bartolomeo aveva promesso loro protezione e un luogo sicuro in cui rifugiarsi ma, a quanto pareva, non erano fortunatamente serviti. La Primarca di Atlantide era sempre riuscita a cavarsela da sola, ma sembrava che da un momento all’altro le cose sarebbero potute sfuggire di mano.

    Capisco.

    E lo capiva davvero. Con quell’affermazione il gigante voleva dire molte cose. Avrebbe voluto correre da Johanna senza pensarci nemmeno un secondo, solo per vedere se stava bene o se fosse anche solo lontanamente in pericolo. E invece no, non poteva. Non perché gli mancasse forza o coraggio, ma perché dai racconti di Andrea emergeva chiara una cosa: la situazione tra Atene e Atlantide era molto delicata. Una sola piccola mossa sbagliata avrebbe scatenato una guerra in grado di annientare entrambi gli schieramenti a favore della Corruzione. E nessuno di loro poteva permetterlo.

    Johanna, farò di tutto per mantenere la mia promessa.
    Non ti lascerò mai sola contro il mondo finché avrò fiato in corpo.


    Anche se quel pensiero non poteva certo raggiungere la ragazza in fondo al mare, Bartolomeo mise una tale intensità che, per lo meno, le sarebbero probabilmente fischiate le orecchie. E il Toro non era certo Cavaliere che non manteneva le promesse.

    Diamine, non sapevo nemmeno che Diana avesse una sorella.
    Quante cose mi sono perso in tutto questo tempo di lontananza forzata.


    Ed era vero, dannatamente vero.
    Un passo alla volta, Bart, e vedrai che tutto si recupera. Ricordati che Andrea può aiutarti. Ogni cosa a suo tempo. Pazienta.
    Mentre parlava, continuava a gesticolare con le mani, senza accorgersi di star spargendo farina ovunque intorno a lui. Era palesemente, e ovviamente, coinvolto in quella conversazione e trovava la compagnia del Leone una soluzione perfetta per condividere alcune informazioni importanti.
    Dannazione, quanto era difficile fare il Gran Sacerdote.

    Purtroppo quello che dici di Atlantide non è un caso del tutto isolato.

    Si concentrò per un istante sullo spargere la mozzarella su una delle pizze, facendo, nel frattempo, depositare quelle parole. Non ne capiva il motivo e in passato si era già sbagliato, ma in quel momento sapeva di potersi fidare di Andrea. Anche se i resoconti erano liberamente consultabili dai Cavalieri d’Oro, condividere direttamente con la ragazza alcune informazioni lo considerava un gesto di estremo rispetto verso la sua importante opinione.

    Speravo con tutto il cuore che la Corruzione potesse unire l’umanità intera contro un male comune.
    Di fronte a una catastrofe di questa portata non c’è nulla di peggio che dividersi in piccoli gruppi solitari.
    Stiamo facendo il gioco di questa forza oscura nata con il solo scopo di annientarci.


    E questo concetto, seppur banale, erano in pochi a condividerlo. Le inutili lotte di potere, spesso, prevalevano sul naturale istinto di sopravvivenza. Quanto è strana l’umanità.
    Nel frattempo, Bartolomeo si dedicò finalmente alla messa in forno delle ultime pizze. Ormai era quasi tutto pronto.

    Se andiamo avanti così, tutti i nostri sacrifici saranno vani.
    Da soli, per quanto ci sforziamo, non saremo mai in grado di salvare tutti.


    Ed ecco la paura più grande del nuovo Gran Sacerdote: non riuscire a proteggere chi non era in grado di sopravvivere da solo a quella catastrofe iniziata con l’Armageddon. Un timore che non lo faceva dormire la notte, ma contro il quale stava convogliando tutte le energie e le forse del Grande Tempio. Alla fine, ricordiamocelo: Atena è stata, è e sempre sarà il baluardo dell’intera umanità.

    Credo che Johanna lo abbia capito e voglia evitare qualsiasi inutile conflitto tra i nostri due schieramenti.
    Non gioverebbe a nessuno e, anzi, potrebbe portare entrambi a una sconfitta definitiva.


    Era grazie a persone come lei che il mondo non aveva ancora ceduto alla Corruzione. Solo unendo le forze, e tralasciando rivalità inutili ormai perse nei meandri del tempo, si poteva avere una speranza di vittoria.

    Andrea, te l’ho già detto, ma sei stata preziosissima in questa trattativa, tanto spinosa quanto lontana dai riflettori.
    È anche merito tuo se ci stiamo pian piano affacciando nuovamente al mondo.


    Ok, quello era il momento giusto per condividere reciprocamente informazioni e parlare a cuore aperto. Fra non molto si sarebbero seduti a tavola con Elena e tutti i pargoli. Bart non voleva certo coinvolgere i suoi figlioli in discorsi che li avrebbero potuti turbare.

    Con i Cavalieri di Asgard nostri alleati e i Black Saint momentaneamente in tregua con Atene, questa fase di stallo con Atlantide potrebbe permetterci di concentrarci ancora di più sulla lotta alla Corruzione.
    Non dovremo farci sfuggire quest’occasione, specialmente ora che stiamo ritrovando la forza per porci nuovamente, e finalmente aggiungerei, a baluardo dell’umanità.


    Asgard, Atlantide e Isola della Regina Nera. Già tre fazioni che, in modi diversi, avrebbero alleggerito i fronti su cui Atene era chiamata a schierarsi, potendosi focalizzare sul male maggiore: la Corruzione.

    E, figliola, ti sarò infinitamente grato se mai potrai organizzarmi un incontro con Johanna.

    Voleva nascondere nuovamente il suo coinvolgimento, ma sapeva di non riuscirci a pieno. Aveva bisogno di sapere se stesse bene, al sicuro con le sue figlie. Non si sarebbe mai perdonato se fosse loro capitato qualcosa.

    Solamente a condizione che lei e le sue figlie non corrano alcun rischio, sia chiaro.
    Se mai dovessero far loro qualcosa per colpa mia, ribalterei gli oceani e Poseidone stesso pur di proteggerle.
    E non voglio nemmeno mettere in pericolo te, in alcun modo.


    Tutti sappiamo bene quanto folle sia la capacità di Bart di far seguire le parole ai fatti. Poseidone non sarebbe stato certo il primo Dio che il Toro avrebbe almeno cercato di prendere a pugni. Ma meglio non approfondire, vero Bart? Ares te le aveva suonate di santa ragione, anche se – a essere del tutto onesti – nemmeno il Dio era uscito indenne dallo scontro.
    Dai che le pizze sono tutte pronte. Porta la povera Andrea, che ormai sarà consumata dalla fame, a mangiare questa benedetta (letteralmente) margherita.

    Oh oh, è vero, hai ragione.
    Abbiamo tutto il tempo del mondo per perderci in discorsi seri.
    Le pizze, invece, non aspettano.


    Si scrollò di dosso la farina meglio che poteva e cominciò a servire le pizze a tavola aiutato da Andrea.

    Forza, tutti a tavola!

    I pargoli stavano già gridando per la gioia, ma piombarono in religioso silenzio quando fu loro servita la pizza. Si avventarono sui piatti come un leone sulla preda, dimostrando con il loro atteggiamento quanto gradissero il risultato di tutta quella preparazione. Elena si preoccupò che tutti i piccoli fossero a posto e servì loro dell’acqua. Per loro tre adulti, invece, versò del vino – tanto raro di quei tempi quanto lo era la pizza. Bart ed Elena si sedettero a un capo del lungo tavolo, così da non disturbare i figlioli tutti intenti a sbranare pure le briciole, invitando anche Andrea a unirsi a loro.
    Con sguardo attento e indagatore, il gigante attese il primo assaggio del Cavaliere del Leone e, quando ebbe addentato la prima fetta, prese il calice di vino e lo alzò.

    Allora, mia cara Andrea, dimmi un po’: com’è questa tua prima pizza?

    Alzò e abbassò le sopracciglia in trepidante attesa, con un sorriso luminoso stampato sul volto.
    Un po’ inquietante, Bart, non trovi?
    Ma d’altro canto andava molto fiero della sua pizza e non accettava nulla meno della perfezione dalle sue creazioni.

    Figliola, dai, brinda con noi se sei entrata anche tu a far parte del club esclusivo dei fan della pizza.
    Oh oh oh!


    Ahia, quella semplice frase nascondeva un significato ben più profondo.
    Andrea avrebbe brindato con convinzione? La pizza le piaceva davvero? E se non le fosse piaciuta, sarebbe riuscita a nascondere la sua vera opinione a Bart?
    Attenta cara Andrea, le tue prossime parole e i tuoi prossimi gesti potrebbero scatenare una guerra dei cento giorni tra Cavalieri d’Oro.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Andrea, tranquilla, rispondi pure liberamente :kuku:

    Condizioni:
    -

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    « Whatever happens, happens »
    ~

    Andrea annuì alle parole del Gran Sacerdote.
    Forse per indole lei era più pessimista del loro Gran Sacerdote, ma le fece piacere fare affidamento sulle stesse cose in cui credeva lui, anche se fu solo per un istante.
    « Ne parleremo dopo il caffè, allora. » Rispose sorridendo mentre si avvicinavano al tavolo. Si era informata sulle usanze italiane, e sapeva che lo bevevano alla fine dei pasti. Lei aveva sempre preferito il the – trovava il caffè troppo amaro – ma ci aveva sempre tenuto a fare una buona impressione.
    Aiutò Bart a portare le pizze a tavola e si sedette per ultima vicino a lui e a Elena a un capo di esso, mentre i bambini già avevano preso ad assaltare i piatti. Fece del suo meglio per mantenersi composta, ma non era ancora riuscita a risolvere un dubbio che l'aveva attanagliata fin da quando aveva saputo il menù.
    I sensi del leone le permettevano di osservare l'intera stanza e ogni movimento dei suoi ospiti. Studiò per primi i bambini, e dedusse che vi era sostanzialmente un solo modo per mangiare la pizza, più alcune variazioni poco diffuse.

    Li imitò, tagliandone una fetta triangolare.
    Così vide fare, con la coda dell'occhio, anche Bart e Elena. La prendevano con le mani, la ripiegavano su se stessa, e poi la mangiavano. Osservò ogni goccia di sugo e di olio cadere sui piatti con disappunto, così come la mozzarella che filava per parecchi centimetri dalla fetta alla bocca di chi mangiava.
    Si chiese se avrebbero preso come una sorta di vilipendio se lei avesse scelto di mangiare con le posate. Si guardò da una parte all'altra e tagliò un piccolo spicchio, che si portò alla bocca con la forchetta. Il sapore era ottimo, ben bilanciato. Le materie prime dovevano essere freschissime. Ne tagliò un altro quadrato per essere certa, masticandolo con calma.
    Si pulì col tovagliolo le labbra e sorrise a Bart, poi a Elena, come a dare risposta affermativa alla domanda.
    « Molto buona, grazie. Dovrò chiederti la ricetta. » Rispose, e vide la felicità nel volto del Gran Sacerdote. Gettò uno sguardo alla pizza, non era affatto sicura di riuscire a finirla tutta, ma avrebbe cercato di mangiarne almeno metà.

    Si unì al brindisi proposto da Bart, alzando il bicchiere di vino in aria.
    « Alla vostra meravigliosa famiglia. » Il sorriso le illuminava il volto. Era davvero una bella atmosfera familiare, una in cui non le sarebbe dispiaciuto vivere. Fece di tutto per allontanare la sua infanzia, concentrandosi sui volti dei bambini che, mentre mangiavano la pizza, erano stranamente silenziosi. Bevve un sorso di vino e riprese a mangiare la pizza, consapevole che usando le posate era quella più lenta del tavolo.
    « Deve essere difficile crescere così tanti bambini, ma non potrebbero farlo sotto un tetto migliore. Cosa fanno durante il giorno, Elena? Vanno a scuola o insegni tu loro da casa? » Chiese alla donna, genuinamente interessata. Con la ricostruzione di Atene quello dell'istruzione sarebbe stato uno dei tanti problemi da affrontare, allestendo le scuole per le prime famiglie che si sarebbero trasferite.
    « Capita anche a me di avere ospiti, ma l'atmosfera è molto meno... non saprei come dire. Calorosa. » Disse, dopo aver finito la prima fetta e mentre iniziava a tagliare la seconda. Sì, sarebbe stato decisamente difficile finirne più di metà. Non perché non le piacesse, ma perché lo stomaco di Andrea, ormai, era abituata a insalate scondite e pranzi ipocalorici.

    La Seconda Casa era decisamente più spartana della sua, eppure aveva qualcosa che lei non sarebbe mai riuscita a eguagliare con arredamento e mobilio.
    Era vissuta. Non importava quante feste organizzasse: quella era davvero una casa, mentre quella di Andrea, ne era consapevole, solo una sistemazione temporanea. Un posto dove dormire e a cui appoggiarsi quando non era in missione, quando doveva rimanere in Grecia per riunioni o per curarsi dopo battaglie cruente. Lei aveva sempre dormito – quelle poche ore a notte – in qualsiasi letto. Ma per Bart, lo sentiva, quel posto era importante. E così lo era anche per Elena e i loro figli adottivi.
    Il fatto che Bart dovesse passare obbligatoriamente molto tempo alla Tredicesima Casa, un posto in cui anche lei, pur essendo l'Eforos, aveva accesso di rado, non cambiava nulla di tutto ciò.
    Bevve un altro sorso di vino. Ripensò, con un mezzo sorriso, al pasto con Johanna, così diverso da quello. Il tavolo era anche allora lunghissimo, ma ospitava solo due commensali. Inoltre, come da etichetta, avevano condotto i loro affari solo tra una portata e l'altra, senza mai permettersi di parlare mentre mangiavano. Era davvero un mondo complesso, quello in cui viveva.
    « Da quanto vi conoscete? Sono curiosa. » Chiese infine, dopo essersi persa ancora una volta a osservare tutti quei bambini.
    Andrea non aveva mai conosciuto l'amore – quello romantico. Ne voleva sapere di più.

    0qVuOPt

    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Andrea francese vs la pizza. Ed è subito italians mad at food.
    Non commento nemmeno il ritardo. :facepalm:
     
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    ATTO IV
    Whatever Happens, Happens

    Non ne poteva essere certo, ma sicuramente lo sperava.
    Sarebbe sicuramente stata una bella gatta da pelare – battuta associabile alla Cloth del Leone indossata da una ragazza non voluta – se il Gran Sacerdote fosse stato costretto a intraprendere una guerra dei cento giorni con la neo-nominata Eforos.
    E invece no. Andrea fortunatamente gradiva visibilmente la pizza, nonostante le prime titubanze iniziali nell’approccio con quella nuova – almeno per lei – pietanza.

    Oh oh oh, lo sapevo!
    Sapevo ti sarebbe piaciuta.


    Sorrise in modo estremamente fragoroso, quasi fosse sollevato per il risultato finale, sfoggiando un’espressione che era un misto tra “Oh, che bello, ti piace la mia pizza!” e “Azzardati anche solo lontanamente a schifare la mia pizza e ti faccio diventare uno Spectre!”.



    Il suo sguardo, però, si normalizzò e si addolcì immediatamente, quando vide la ragazza impacciata nel mangiare. Era evidente che stava cercando di capire se usare direttamente le mani, come tutti i presenti, oppure optare per un metodo più fine utilizzando le posate.

    Mangia pure con le mani se vuoi, eh, noi di certo non ci scandalizziamo.

    E mentre i bambini sbranavano la pizza come se non mangiassero da giorni, Andrea sfruttò le posate per un approccio più graduale a quella novità culinaria. Tra un boccone e l’altro, la Leonessa s’interessò sinceramente al modo in cui Bart era in grado di sfornare quelle meraviglie, chiedendogli persino qualche consiglio.

    Certo figliola, ma in questi casi è molto meglio fare che raccontare.
    Un giorno, se vorrai, t’insegnerò come fare la pizza.


    Quanto avrebbe voluto avere il tempo e il modo di passare giornate intere e spensierate con tutti i suoi amici, condividendo le piccole gioie di tutti i giorni come la cucina. Avrebbe fatto di tutto per tornare al mondo prima dell’Armageddon. Mai dire mai, però, e le grandi conquiste cominciano dai piccoli passi. E quella loro cena era davvero uno sberleffo per tutta quella dannata Corruzione che avrebbe voluto annientare la vita sulla Terra. Una cena così coraggiosa rispetto alle ristrettezze del periodo che si concesse pure un fragoroso brindisi.
    Bartolomeo assecondò l’entusiasmo di Andrea e si unì col suo vocione alle espressioni di buon auspicio.

    Alla nostra Famiglia!
    Alla Famiglia del Grande Tempio, a tutti noi!


    I bicchieri tintinnarono a ogni tocco e l’euforia dei bambini crebbe a dismisura. Elena li chetò con maestria ed esperienza, dimostrando un controllo impeccabile della scatenata masnada di bambini. Cosa che non passò inosservata alla Leonessa, che fece sinceri complimenti alla coppia per la capacità di creare quel clima felice e rispettoso.

    Grazie Andrea.
    Sia io che Bart cerchiamo di fare del nostro meglio per renderli felici.


    Elena prese la parola, anche se normalmente era molto timida e riservata. La presenza di Andrea, questa volta, la spinse ad aprirsi molto di più, quasi sentisse un naturale legame empatico con la Leonessa. Forse era per quel passato così tormentato della Guerriera d’Oro, che Bart aveva solo accennato a Elena, costellato di sofferenze ma culminato con un grande riscatto personale.

    Lo so che non è nulla in confronto a quello che voi Cavalieri fate per l’umanità intera.
    Ma io lo considero un modo per combattere, nel mio piccolo, gli orrori della Corruzione.


    Ed era vero. Elena non era dotata di cosmo e non avrebbe potuto competere nemmeno con il più infimo dei Corrotti. Ma aveva altre incredibili qualità che la rendevano una donna estremamente forte sotto moltissimi altri punti di vista. E poi, se vogliamo dirla tutta, non è solo con i muscoli che si combatte la Corruzione – per quello bastava e avanzava Bart.

    Per quanto riguarda l’istruzione dei ragazzi, in questo momento me ne sto occupando io.
    Purtroppo è l’unico modo, ma spero che il Grande Tempio riesca presto a creare una nuova Scuola per tutti.


    Spostò lo sguardo da Bartolomeo a Andrea, come per fare una richiesta implicita a due delle più alte cariche del Grande Tempio. La scuola e l’istruzione in generale erano temi da non sottovalutare, considerando il tempo in cui si stava protraendo quella situazione disperata post Armageddon. I bambini, invece, sentendo parlare di scuola, cominciarono ad alzare gli occhi al cielo lamentandosi sommessamente per paura di una sgridata da parte della loro madre adottiva.

    Poi, tutto d’un tratto, l’atmosfera cambio.

    Che cosa aveva appena chiesto Andrea?
    Aveva davvero appena toccato l’argomento tabù per eccellenza del nostro caro Bart?
    Il gigante in grado persino di prendersi a pugni con un Dio, arrossì visibilmente a quella domanda, cominciando a farfugliare qualcosa d’incomprensibile.

    Ehm, oh oh, come ci siamo conosciuti dici?
    Ehm...


    Fortunatamente ci pensò Elena a risolvere la situazione, che invece non aveva alcun problema a raccontare il loro passato. Anzi, le faceva piacere ricordare quei tempi comunque difficili ma vissuti in un’epoca che era ancora a misura d’uomo.

    Vedi Andrea, lavoravamo insieme in una pizzeria in Italia, prima dell’Armageddon.
    Abbiamo lavorato anni insieme e siamo sempre stati buoni amici.
    Ci siamo sempre stati l’uno per l’altra nei momenti difficili.


    Diamine quanto era vero e con quanto trasporto l’aveva appena raccontato. Avevano passato momenti di difficoltà ed estrema povertà, e spesso erano stati l’uno per l’altra l’ultima ancora di salvezza prima del baratro della disperazione.

    Bart faceva di tutto, dalle pizze al lavare i piatti.
    Io invece ero una cameriera.
    Non guadagnavamo molto e la pizzeria non era nostra, ma eravamo felici.
    Lui accudiva già molti dei bambini che sono adesso qui con noi, mentre io cercavo di sbarcare il lunario per mantenere da sola mia figlia Marta.


    Già, sorpresa sorpresa: nessuno si soffermava mai sul fatto che non tutti i pargoli erano propriamente “adottivi”. O meglio, per Bart lo erano tutti, ma Elena era madre della sua unica figlia avuta da una precedente relazione con un uomo – troppo giovane, stupido e violento, se vogliamo dirla tutta – che le aveva abbandonate senza mai preoccuparsi di loro.

    Marta, saluta Andrea.

    La piccola Marta, 9 anni e con gli stessi colori scuri e mediterranei della madre, salutò educata accompagnando il tutto con un sorriso e un vigoroso movimento della mano destra.

    Ciaaao Andrea!

    Ed ecco la parte della storia in cui tutto cambia.

    Poi un giorno Stephane ci fece visita in pizzeria.
    E forse questo pezzo lo preferisci raccontare tu, vero Bart?


    L’omone, da poco ripresosi dalla domanda di Andrea sulla sua relazione con Elena, scosse la testa per schiarirsi le idee e proseguire nel racconto. Un momento del suo passato che ancora gli faceva molto male raccontare, ricordando l’estremo dolore che aveva provato dopo il distacco con i suoi più cari amici.

    Oh sì, Stephane.
    Forse avrai letto o sentito parlare di lui, Andrea.
    Stephane è stato Cavaliere d’Oro del Sagittario e ultimo Lawos prima di Aleksander.


    Fece un sospiro, come se quel peso al petto lo schiacciasse ancora dopo tutto quel tempo.

    Fu lui a venire in Italia, forse percependo il mio cosmo ancora sopito, e a farmi diventare Cavaliere.
    Lui e Daya, il Gran Sacerdote prima di me, sono stati i miei maestri qui al Grande Tempio, nonché i miei più cari amici.


    Sì, confermato. Gli faceva ancora un male cane ricordare i suoi più grandi e indimenticabili amici. Due Cavalieri con cui aveva instaurato un rapporto che andava oltre qualsiasi confine e ostacolo. Un legame che, nonostante tutto, non si sarebbe mai dissolto.
    Elena, intuendo il forte momento di difficoltà di Bart, riprese subito la parola per continuare il racconto del loro passato. Sfiorò con delicatezza la mano dell’uomo, con un gesto di conforto così spontaneo da sciogliere il cuore.

    Poi ci siamo tutti trasferiti in Grecia, qui alla Seconda Casa.
    E la nostra amicizia si è pian piano evoluta in qualcosa di più.


    Oh oh, è una punta d’imbarazzo quella che si vedeva sul volto della donna? Beh, era comunque meno impacciata di Bartolomeo riguardo quell’argomento.

    Credo che fossimo già qualcosa di più ormai da tempo, ma Bart è sempre stato molto più timido di quello che sembra.
    Era sempre fissato con questa differenza d’età e, a sua discolpa, devo dire che il paese in cui vivevamo in Italia era molto tradizionalista e un po’ troppo all’antica.


    Ma cosa saranno mai 10, magari 15 anni di differenza? Suvvia, se il mondo è sopravvissuto in qualche modo all’Armageddon potrà sicuramente sopportare anche questa differenza di età tra due persone che si amano. Però, certo, in passato e in un contesto rurale così chiuso, non era stato facile esprimere a pieno i propri sentimenti. Limite che ormai il gigante aveva dimenticato a suon di fragorose risate.

    Oh oh, dai Ele, non sei poi così vecchia!

    Ecco, appunto.

    Timido e veramente molto simpatico.
    A modo suo, s’intende.
    Ah ah ah.


    Una risata sincera e cristallina, così in contrasto con quel baritono del Toro.

    Oh oh oh!

    La donna si sistemò la lunga gonna, accavallando le gambe in modo composto. Si rivolse poi ad Andrea, cercando di coinvolgerla maggiormente nella conversazione per farla rilassare del tutto e farla sentire come fosse a casa sua.

    Ma adesso dimmi un po’ di te Andrea, come ti trovi qui al Grande Tempio?

    Elena sapeva che Andrea aveva un passato difficile da raccontare e non voleva certo metterla a disagio in un momento spensierato come quello che stavano vivendo.

    Bart mi ha raccontato della tua recente nomina.
    Sono davvero felice per te e orgogliosa della tua forza di volontà.
    In cosa consiste esattamente questa tua nuova carica?


    Bart era raggiante per come stava andando quella serata e, senza dire una parola, guardò Elena per ringraziarla della naturalezza con cui stava gestendo il tutto. Infine spostò lo sguardo su Andrea, sperando che anche lei condividesse quella bella sensazione di appartenenza che il Gran Sacerdote tanto adorava.

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    Riassunto:
    Orbene, un bel po' di info interessanti sul passato e sul presente di Bart...e i feels ;_;
    Conosciamoci meglio, dai dai! :mke:
    Poi dal prossimo giro, se necessario, possiamo tornare seri con un altro faccia a faccia tra Andrea e Bart :asd:

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    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Andrea si sentiva minuscola.
    Non era perché si sentisse a disagio – forse solo un poco – o perché l'ospitalità lasciasse a desiderare. Anzi. Quell'atmosfera, per lei, era troppo. Si approcciava a quella famiglia come qualcosa che non aveva mai vissuto, sperimentato, conosciuto. Quel calore era inedito, tutte quelle voci arrivavano ai suoi sensi come intimamente felici. Aveva studiato come comportarsi in società, aveva un approccio analitico alla cosa, e pensava di sapersela cavare abbastanza bene. Eppure... non aveva mai imparato come stare in una famiglia. Si rifugiò con lo sguardo nel piatto per metà vuoto davanti a lei.
    Non era solo l'amore, realizzò. Era l'affrontare le difficoltà insieme, perdere ogni cosa ma avere il coraggio di ricominciare da un'altra parte.
    Annuì piano tra sé e sé, pensando che lei, forse, non avrebbe mai avuto qualcosa del genere. Ma avrebbe combattuto anche per loro.

    Tornò ad ascoltare il loro discorso.
    Sorrise. Non aveva senso rinchiudersi in sé stessa, escludersi da sola da quella gioia intima e familiare. Era lì, pensò. Nessuno, se non lei, le avrebbe impedito di passare quella serata in un modo piacevole. Portando con sé alla Quinta casa qualcosa di nuovo: qualcosa a cui tendere, a cui aspirare.
    « Non sottovalutare ciò che fai, Elena. » Le disse, continuando a sorridere.
    « Noi combattiamo, è vero, ma se non avessimo qualcuno da difendere, qualcuno da cui tornare, qualcosa a cui aggrapparci... non potremmo niente. » Gettò uno sguardo a Bart, annuendo verso di lui con fare di intesa. Era l'uomo più potente sulla faccia della terra, e il fatto che avesse qualcosa che non poteva assolutamente perdere non poteva essere un caso.
    « Tu e i vostri figli vi meritate un futuro migliore. Tutto ciò che noi possiamo fare e provare a renderlo sempre più vicino. » E, nel dirlo, arruffò la testa del bimbo seduto vicino a lei, che sembrò non accorgersene nemmeno mentre divorava la sua pizza. Andrea prese un altra forchettata della sua, poi bevve un sorso di vino.

    Nel piatto rimaneva circa un terzo di pizza.
    Si sentiva pienissima, e pensava che quello, per la prima volta, fosse abbastanza. Si chiese come facessero i bambini a finirla. Era buona, ma era abituata a pasti decisamente più leggeri. Ragionava meglio con un lieve senso di fame, e in combattimento si muoveva meglio.
    « Era squisita. » Disse, ma si accorse subito che suonò come una giustificazione. Sperò che Elena e Bart sarebbero stati comprensivi, del resto la camicia bianca che indossava era piuttosto attillata e faceva vedere le sue forme non proprio... prosperose. Appoggiò le posate su un angolo del piatto, come era abituata a fare a fine pasto, e si tamponò le labbra con il tovagliolo. Lo ripiegò e lo appoggiò sul tavolo. Poi guardò verso Elena, passandosi una mano sulla treccia mentre pensava alla sua domanda.
    « Io qua ci sono finita un po' per caso. » Pensò che quello fosse il modo più veloce e indolore per raccontare la sua storia. Del resto, le sembrò che le sue disgrazie e sfortune fossero un argomento poco adatto a quella tavola e a tutti quei bambini.
    « Mmm... diciamo che sono rimasta sola per parecchi anni, e quando la corruzione mi ha raggiunta nella difficoltà ho cercato Atena. O lei ha trovato me. » Sì, le sembrava che ci fosse tutto. Del resto, non si era portata quasi nulla dalla sua vecchia vita. Nulla che valesse la pena conservare.

    In Grecia aveva ricominciato.
    E poi aveva ricominciato un'altra volta. A vivere.
    « Ad ogni modo, ho trovato uno scopo. La mia vita non era un granché, Armageddon o no. E per la prima volta, sento di star contribuendo a qualcosa. » Di essere parte di una storia più grande di lei, ma che stava contribuendo a scrivere, anche in quel momento. E, pensando a quello, le si illuminarono gli occhi. Del resto, in quanto Eforos, quella prospettiva sul lungo periodo le apparteneva.
    « Il ruolo di Eforos mi permette di trovare rifugio nei libri e nella conoscenza tra una battaglia e un'altra. Ci sono così tante storie degne di essere conosciute e raccontate. Inoltre, sembra banale, ma conoscere il passato ci può aiutare ad affrontare meglio il futuro. A non commettere gli stessi errori dei nostri predecessori. » E di errori i Saint ne avevano fatti tanti. Eppure, in un modo nell'altro, erano riusciti ad accumulare una briciola dietro l'altra, a costruire da ogni pietra un Santuario che non era mai caduto, e che non l'avrebbe mai fatto. Toccava a lei custodire quella conoscenza. Accrescerla. E, al momento giusto, tramandarla.
    « E poi, se mai tuo marito avrà bisogno di qualcuno che lo ascolti e lo consigli, io sarò lì a farlo. » Era anche quello il ruolo dell'Eforos. Insieme al Lawos, consigliare e indirizzare l'azione del Gran Sacerdote, non farlo sentire solo sotto il peso di quella responsabilità enorme. Gettò uno sguardo a Bart, non era più un ragazzino. Pensò ad Alek, alla promessa che gli aveva fatto.
    Un giorno, sarebbe toccato alla sua generazione di Saint liberarli gradualmente dal peso sulle loro spalle. Sostenerli e rendersi degni di succedere a loro due. Era un compito difficile, se ne rendeva conto. Eppure, era vicinissima all'ultimo dei Re Santi e all'uomo più forte vivente in quel momento.
    Avrebbe imparato in fretta.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Uhm. Esisto ancora. Farò le pulizie in II casa per un mese per farmi perdonare il ritardo.
     
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    Elena ascoltò le parole di Andrea e su una frase in particolare le scappò un risolino. Non volle interromperla immediatamente e, quindi, si portò con educazione una mano davanti alla bocca per rendere quel gesto meno evidente. La lasciò finire, scoccando un’occhiata a Bart che era già diventato bordò dalla vergogna, ma poi ci tenne a precisare un concetto. Sempre rimanendo molto composta a tavola, la donna continuò a sorridere mentre cercava di porre fine al più presto possibile alle sofferenze del “marito”.

    Vedi, Andrea, noi non siamo marito e moglie.
    Non ufficialmente almeno.
    Però siamo una coppia, anche se Bart è sempre troppo timido per ammetterlo.


    Gli scoccò un’occhiata di traverso, fintamente severa, e il Gran Sacerdote sobbalzò sulla sedia come se gli avessero dato una scossa. L’uomo si portò la mano destra sulla testa, inclinando il viso per ricomporre una parvenza di autocontrollo.

    Non è vero, ultimamente sono migliorato.

    Sì, certo, come no. Bartolomeo ed Elena erano una coppia fissa da anni, anche senza contare tutto quel tempo passato per convincere il gigante a rendere pubblica e palese la loro relazione. Nonostante tutto, però, non avevano mai ufficializzato la loro unione. Non che ce ne fosse strettamente bisogno, sia chiaro, ma avere un anello all’anulare sinistro non sarebbe affatto dispiaciuto a quella santa donna che lo sopportava tutti i giorni.
    A togliere l’impaccio della situazione, improvviso come una ventata d’aria fresca durante l’afa estiva, uno dei figlioli adottivi di Bart attirò l’attenzione di tutti per il modo plateale con cui si era messo a fissare il piatto in cui stava mangiando Andrea. Gli mancava solo la bava alla bocca e poi la scena sarebbe stata perfetta. Il bambino osservava la pizza avanzata dalla ragazza come un gatto con il topo, pronto a ghermirla alla prima occasione. Il suo atteggiamento fu così palese che sarebbe stato impossibile non notarlo e lui non rimase in silenzio a lungo.

    La mangi quell’ultima fetta di pizza?

    Senza nemmeno aspettare la risposta, il pargolo seduto al fianco di Andrea prese quel pezzo avanzato e lo sbranò come se non mangiasse da giorni, togliendo inconsapevolmente la ragazza da un imbarazzo che nessuno le avrebbe mai fatto pesare.

    Francesco!

    Elena cercò di rimproverarlo immediatamente, rifilandogli uno schiaffetto sulla mano, ma una risata generale travolse tutta la tavolata e quella marachella passò immediatamente in secondo piano. Bartolomeo rise di gusto, forse sollevato da come la discussione si fosse distolta da argomenti per lui imbarazzanti. Si asciugò le lacrime agli occhi che gli erano venute per le troppe risate e poi si rivolse al Cavaliere del Leone per spiegarle in poche parole cosa rappresentava per lui tutta la sua Famiglia. Voleva arricchire quanto la ragazza aveva detto a inizio discorso, per rimarcare il vero ruolo dei suoi affetti più cari.

    Loro non sono solamente le persone per cui vivo e che proteggerei a costo della mia stessa vita.
    Il loro ruolo è tutt’altro che passivo.
    Mi aiutano e mi sostengono ogni giorno, nonostante gli orrori che stiamo vivendo.
    Sono come le colonne di questo tempio, senza le quali crollerei miseramente.


    Caspita, come aveva parlato bene. Aveva addirittura usato una similitudine. Si stupì di se stesso e guardò Elena con fare alquanto compiaciuto.

    Abbiamo un poeta tra noi questa sera, eh?

    Lei, visibilmente colpita da quella dichiarazione così spontanea, sdrammatizzò immediatamente la situazione, prendendo in giro il sentimentalismo dell’omone. Si percepiva, in ogni caso, che lei avesse alquanto gradito quelle parole, proprio perché conosceva bene le sofferenze che avevano dovuto passare in tutti quegli anni. Dall’Italia erano andati in Grecia, vivendo a pieno tutti i momenti più difficili e pericolosi di quell’era post-apocalittica causata dalla Corruzione. Erano quelle piccole cose, come le parole di un uomo alla donna della sua vita, che un giorno avrebbero fatto tornare il mondo il posto degno di essere vissuto che era prima.

    Oh oh oh.
    Ma adesso basta a parlare di me, non sono abituato a troppi complimenti.


    Bart rise alla battuta di Elena e poi si mise una mano davanti alla bocca, senza in realtà coprirla del tutto, per far finta di svelare un segreto all’orecchio della donna.

    Sai Elena, in realtà Andrea è molto più di quello che racconta.
    È sempre così modesta.


    Ed era vero. La ragazza era stata molto vaga sul suo passato e, a dirla tutta, anche sul suo presente. Il Gran Sacerdote non poteva biasimarla e cercò di elogiare la Leonessa con poche ma efficaci parole, per poi ricordare a se stesso che la cena volgeva al termine e che aveva promesso alla giovane che avrebbero parlato nuovamente a quattrocchi.
    Si voltò verso Elena e le parlò a bassa voce per evitare che i bambini, ormai sazi e assonnati, sentissero quanto stava per dire. Odiavano quando dovevano andare a letto presto e sarebbe stata una bella lotta farsi ubbidire. Sarebbe stato peggio che combattere contro un Dio. Ma c’era qualcuno che era molto bravo a farsi rispettare dai pargoli e quel qualcuno non era lui – almeno non sempre.

    Elena, lascia pure tutto così com’è che ci penso io a riordinare.
    Magari cerca di mettere a letto questi scatenati, così posso fare due chiacchiere con Andrea.
    Lei non è abituata come noi al caos travolgente dei nostri figlioli, oh oh.


    Si decise poi a rivolgersi ai suoi pargoli, alzandosi in piedi dimostrando tutta la sua imponente statura. Non sarebbe servito a molto in quel contesto, ma avrebbe dato un’esilarante parvenza di scherzoso comando impartito da un generale ai suoi soldati.

    Filate a letto, piccole pesti che non siete altro!
    E fate i bravi, altrimenti domani non vi racconterò nessuna storia.


    Indicò le stanze da letto con un gesto perentorio della mano, già pronto alle solite urla che sarebbero seguite a quella sua provocazione.

    AAAH!
    Ciao papaààà!


    Un grido assordante formato dalle voci di tutti i bambini squassò la quiete della Seconda Casa, che stranamente sembrarono accogliere le richieste di Bart. Forse la presenza di Andrea, ancora nuova per loro, li aveva messi in soggezione – non troppo, eh, ma quanto bastava. Oh beh, tanto di guadagnato e avrebbe permesso ai due Cavalieri di avere più tempo per i loro discorsi.

    Ciao Andrea, è stato davvero un piacere conoscenti.
    Passa da noi quando vuoi.


    Elena le sorrise, nel suo modo sempre elegante e sincero, avviandosi a riunire i bambini per farli andare a letto, come un cane pastore con il suo gregge.

    Andiamo Andrea, spostiamoci fuori dal Tempio.

    Bart si alzò dalla sedia che, paragonata al suo corpo, sembrava un seggiolino per neonati. Toccò la spalla di Andrea, invitandola a seguirlo appena fuori dalla Seconda Casa, sotto un cielo stellato.

    Continuiamo da dove eravamo rimasti, ti va?
    Dimmi ancora di Johanna e Atlantide, per favore.


    Con la pancia piena e il faccione rilassato – cosa che non accadeva da molto tempo – Bartolomeo sospirò e incrociò le braccia al petto guardando in alto verso le stelle.

    E se hai anche altro da raccontarmi, sono qui.

    Avrebbero avuto tutta la notte, se necessario, per parlare delle informazioni che la Leonessa voleva condividere. Il Gran Sacerdote, però, era ancora molto in apprensione per quello che Andrea aveva solo accennato poco prima su Johanna. Avrebbe, quindi, preferito concludere quell’argomento prima di passare ad altro.

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    Riassunto:
    Ancora un po' di vita famigliare, ti tolgo dall'impaccio di giustificare e spiegare troppo e poi ti invito a uscire appena fuori dalla Seconda Casa. Vai, dimmi tutto :mke:

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    Appena Elena iniziò a ridacchiare sentì di aver detto qualcosa di sbagliato.
    Anche Bart era arrossito, e lei attese che qualcuno le spiegasse, pronta a giustificarsi. Quando Elena le spiegò, sempre con molta cortesia, che lei e Bart non erano sposati, non riuscì a lanciare un'occhiata di rimprovero al suo Gran Sacerdote.
    « Capisco, scusate la gaffe! Siete una bellissima coppia, sposati o no. » E sorrise a Elena, per poi rivolgere un altro sguardo e un sorriso più freddo a Bart. Non aveva bisogno di comunicargli mentalmente quel messaggio: sposa questa donna.
    La sua attenzione venne richiamata da Francesco, e prima che potesse aprire la bocca per dirgli di servirsi pure la fetta avanzata era sparita dal suo piatto. Furono delle mani mosse alla velocità della luce, o poco ci mancava.
    Accettò di buon grado l'idea di parlare di nuovo con Bart, anche se l'atmosfera l'aveva riscaldata davvero molto. Era impossibile restare in quella casa senza sorridere. Lei, poi, aveva sempre amato i bambini. Quando poteva si fermava a chiacchierare senza problemi con quelli che incontrava ad Atene, riportandoli a casa quando perdevano la strada. Amava quell'innocenza. Un telo bianco ancora non macchiato dalla vita.

    Guardò i due tentare di domarli con un grande sorriso sul viso.
    Aveva apprezzato anche la pizza, e pensò che avrebbe potuto ripetere la ricetta per qualche suo ospite. Oppure creare qualcosa del genere, ma con meno condimenti, per lei. Anche se avrebbe dovuto ovviare alla mancanza di un forno a legna.
    « Grazie a te Elena. La vostra accoglienza è stata meravigliosa, e la cena squisita. » La salutò con tre baci sulla guancia, alla maniera francese. Percepì che il terzo la prese di cultura, e si chiese se in Italia fossero abituati a darne solo due.
    Poi si rivolse ai bambini, che aspettavano che Elena avesse finito coi convenevoli per andare a dormire, rimanendo in quella sala ogni secondo possibile per rimandare il momento del sonno.
    « La prossima volta vi porterò il mio gatto con cui giocare. Il leone vero quando sarete cresciuti! » Li salutò con la mano, ridendo tra sé e sé al pensiero di Gramàn alle prese con tutti quei bambini. In effetti, forse un leone sarebbe stato meno imprevedibile.
    Li guardò andare via sotto le amorevoli mani di Elena e continuò a sorridere.

    0qVuOPt


    Andrea avrebbe seguito il Gran Sacerdote fuori dalla seconda casa.
    Però, prima, non riuscì a trattenersi. Doveva dirglielo a tutti i costi.
    « Sposa quella donna, Bart. I simboli sono importanti, specialmente ora. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo nel tempo in cui siamo su questa terra. » Nessuno era eterno, nemmeno un uomo potente come Bartolomeo. Non avrebbe indagato o insistito oltre, non era certo la persona più adatta con cui discutere di affari di cuore. Ma quella era una famiglia. Forse non di sangue, ma i loro cuori erano vicini.
    Indossò di nuovo il cappotto prima di uscire sotto le stelle. Atene era silenziosa e bellissima. Quasi le dispiacque dover tornare a parlare di cose troppo tecniche, ma era il loro dovere.
    « Mmm... » Ripensò al punto del discorso in cui erano arrivati.
    « Forse ci sarebbe un modo. » Ricominciò, appoggiandosi a una colonna del tempio con la schiena e incrociando le braccia.
    « Per evitare che tutto degeneri in modo inevitabile. Ci ha pensato Johanna. Evitare i contatti tra Saint e Atlantide può funzionare, ma non per sempre. Questo mondo è troppo piccolo, e prima o poi le contese sono destinate a succedere. » Il terrore della guerra era una via, ma non era l'unica.

    Ci aveva riflettuto. Non serviva impedire la guerra.
    Era troppo difficile, e presupponeva sforzi comuni per appianare le differenze. Invece, sarebbe bastato ritardarla. Per sempre. Dare a entrambe le fazioni qualcosa a cui pensare. Degli obiettivi, dei nemici comuni, più pressanti rispetto a loro stessi.
    « Nella mia biblioteca conservo i registri – no, i ricordi – di tutte le guerre sacre che abbiamo affrontato. Di ogni spectre che abbiamo mai combattuto. Come attaccano, le loro strategie, i loro poteri. I loro obiettivi, le loro debolezze. I loro nomi. I livelli di potere. I modi in cui sottraggono le anime. Ogni guerra sacra è conservata. » Quello era il primo passo, pensò. Convincere Bartolomeo.
    « Gli atlantidei vogliono una guerra, Bart. Conosci il loro dio. Conosci l'implacabilità di quel popolo, il desiderio di ricondurre tutto sotto il loro stendardo. E se vogliono una guerra, noi diamogliela. Diamo loro dei nemici che non possono ignorare. Dei nemici pericolosi, che non esiteranno un momento a colpire non appena il pericolo della corruzione sarà passato. Dirigiamo la loro attenzione altrove. » E, nel farlo, mettiamoci tutto il tempo necessario. Allunghiamo la burocrazia. Rendiamoci indispensabili il più a lungo possibile. Perché non siano mai sazi.
    « Diamo loro in pasto gli Spectre. Diamo loro montagne di informazioni, sotto forma di documenti che ci vorranno mesi a digitalizzare, decifrare, tradurre, adattare. Non solo a loro. Facciamo in modo che sembri tutta farina del nostro sacco. Coinvolgiamo tutte le caste che possiamo ritenere amiche: Asgard, Gea. Persino, ma questo lo deciderai tu come Gran Sacerdote, i Black. Mettiamo insieme così tante teste che sarà impossibile odiare qualcuno più degli altri. Costringiamo tutti a re-imparare a parlarsi. » Attese un momento, per scorgere sul viso di Bart la reazione a quelle parole. Lei, su quello, non sapeva cosa pensare. Una parte di lei credeva che quegli apostati si erano allontanati troppo da Atena. L'altra, tuttavia, pensava che presto o tardi tutti si sarebbero scontrati con la minaccia Spectre.
    I capofila sarebbero sempre stati loro, i Saint. Ma non potevano arrivare ovunque, non nei territori gestiti da altri. Ed era bene che anche loro sapessero difendersi, anche se veneravano altri dei. O non ne veneravano alcuno.

    La luce iniziava a scendere troppo fitta su di loro.
    Senza pensarci due globi luminosi presero a danzare sulle loro teste, illuminandoli di una luce soffusa e calda.
    « Chiamiamo tutti al nostro tavolo, tutti coloro che risponderanno saranno i benvenuti. Gli altri, anche se rifiuteranno, vedranno comunque ciò che sta accadendo. Se ne sentiranno esclusi. Presto, coinvolgeremo anche loro. Non un incontro per siglare trattati, non per una pace. Un incontro con un solo obiettivo in comune. » E qui iniziò la parte originale del piano di Andrea. Non concordata con Johanna, ma il seguito naturale su cui aveva riflettuto.
    « Quanto tempo ci vorrà per organizzare un incontro del genere? Tutto quello necessario. Pensa solo alle richieste di ogni casta per scegliere un luogo che ritengano neutrale. Tempo, Bart: la nostra bussola. Più ne abbiamo, più saremo al sicuro. E, con noi, Johanna. » Una partita in cui lo scacco matto al re era impossibile, dove pochi pezzi si dibattevano sulla scacchiera senza una ragione. In cui l'unica logica era muoversi, per non morire.
    « Presentiamoci con le migliori intenzioni, con il nostro sorriso da eroi e un'esibita speranza in tutti quelli che avremo raccolto al nostro tavolo. E, soprattutto, offriamo. Offriamo molto, troppo, senza chiedere nulla in cambio. Appelliamoci all'avidità umana, alla certezza che non attaccheranno chi sta donando loro il bene più prezioso: la conoscenza. » Un inganno a fin di bene, in cui davvero le porte della sua biblioteca avrebbero lasciato uscire tutte quelle informazioni.

    Con qualche accortezza necessaria.
    « Ovviamente emenderemo tutto ciò che ci riguarda. Quelle storie contengono tanti punti deboli dei Saint quanti quelli degli Spectre. Anche questo sarà tempo prezioso. Nessuno di loro metterà le mani sopra ciò che non vogliamo. E ciò che riceveranno sarà utile, non solo per noi, ma per tutta l'umanità. » Le venne da sorridere. Un sorriso freddo e calcolatore. Per quell'incontro, pensò, non sarebbe nemmeno stata necessaria la sua presenza. Perché i Saint non avrebbero dovuto cercare nessun cavillo, nessun inganno, nessun doppio gioco. Era il cavallo di Troia che non portava morte, ma pace.
    « Questa è l'unica cosa a cui dovremo stare attenti. Per il resto, sconfiggere gli Spectre dovrebbe essere obiettivo comune, al pari dei caduti, del caos e della corruzione. Sono certa che tutti loro li hanno già incontrati: non possono ignorarli. » Il secondo atto del piano.
    « E loro se ne renderanno conto presto. La nostra buona azione spingerà qualcun altro avanzare la proposta di condividere le loro informazioni con noi. Sui corrotti, forse. O sul caos. Potremmo persino muoverci prima, cercando di fare in modo che questa eventualità si realizzi. Concordandolo prima dell'incontro, senza ovviamente dirlo, così che sembri sempre che non chiediamo nulla in cambio. Potremmo contattare qualche casta amica, per assicurarci che il nostro dono si trasformi in un do ut des tra tutti i partecipanti. » Un gioco lievemente più pericoloso, ma forse non necessario.
    « In ogni caso, Bart, ci serve solo disporre i primi pezzi del domino. Il resto si muoverà da solo. Impareremo ad avere rapporti non cordiali, ma necessari e diplomatici. A parlare la lingua dei cavilli, della burocrazia. E il tempo scorrerà inesorabile. » E, con esso, Johanna sarà salva.
    « Cosa ne pensi? » Chiese alla fine, pronta a rispondere a domande del Gran Sacerdote. A modificare parti di quel piano.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


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    Riassunto ~ Mi mancava fare Machiavelli dei poveri.
     
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    Continuando a guardare le stelle, divenne rosso come un peperone per quell’affermazione di Andrea sul matrimonio. Rimase per un istante in silenzio, ma poi ci pensò più seriamente e decise di dare alla ragazza una risposta che forse non si sarebbe mai aspettata. Al suo solito essere vago sull’argomento, sviando imbarazzato ogni discussione sul tema, quella volta Bartolomeo si ricompose, tornò di un colore normale e parlò con estrema sincerità alla Leonessa.

    Figliola, tu hai ragione, ma a volte mi sento troppo vecchio per queste cose.
    E con Elena ho vent’anni di differenza.


    Partì piano, quasi fosse una delle sue solite battute, ma in realtà aveva appena introdotto uno dei temi principali.

    I Cavalieri non sono famosi per una vita lunga e tranquilla.
    Nella mia situazione non vorrei darle un tremendo e prematuro dolore.


    Bart aveva quasi sessantacinque anni e aveva raggiunto il picco della forza cui un uomo poteva aspirare. Sapeva bene, però, che nessun essere umano era eterno e che il suo ruolo lo esponeva a pericoli ancora maggiori rispetto a un Cavaliere senza alcuna responsabilità. Aveva scelto quella vita e non se ne pentiva, così come Elena aveva pienamente supportato la nomina di Bartolomeo a Gran Sacerdote. A volte, però, certi pensieri bloccano la naturalezza di certe decisioni, influenzando la propria intera esistenza. Non avrebbe mai voluto dare alla donna della sua vita il dispiacere di perdere una persona amata, incrementato esponenzialmente dal fatto che quella persona poteva proprio essere suo marito da poco sposato.
    Fece una pausa dopo quelle parole, facendole vorticare nei suoi pensieri come ormai faceva da tempo. Non era la prima volta cui pensava a quella situazione e spesso era uno dei motivi che non lo faceva dormire la notte. Avrebbe dovuto prendere una decisione, che fosse per il sì oppure per il no. Elena meritava avere una risposta definitiva, così come anche l’anima di quel gigante dal cuore buono.

    Però grazie per questo tuo consiglio sincero, lo apprezzo molto.
    Prometto che ci penserò ancora, e più seriamente questa volta.
    Oh oh oh.


    Rise con quella sua roboante risata, ma non lo fece come suo solito. Quella risata era più malinconica, ma avrebbe segnato un cambiamento di approccio su quel tema così spinoso. Avrebbe cominciato a pensarci in modo più risolutivo per venirne a capo con se stesso. E tutto quel cambiamento era avvenuto anche grazie ad Andrea e alle sue parole, la quale ricevette di rimando un’espressione di gratitudine spontanea da parte del Toro.
    Bartolomeo, poi, ascoltò con molta attenzione il successivo discorso della ragazza, che aveva decisamente cambiato argomento. Lei raccontò nuovamente di quanto si era detta con Johanna, per poi proporre al Gran Sacerdote un consiglio sul futuro dell’intera Casta dei Saint. Un consiglio che era stato profondamente ponderato e che era supportato da un senso di appartenenza incrollabile che non poteva farle altro che onore. Una fiducia così radicata in quel loro gruppo di Cavalieri che portò la Leonessa a proporre qualcosa che doveva essere necessariamente approfondito, e che stupì il Gran Sacerdote per come gli fu presentato.
    L’espressione di Bart si fece incuriosita e il suo sguardo si spostò lentamente dalle stelle al volto di Andrea.

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    Non si sarebbe aspettato di ricevere una proposta del genere dalla ragazza, che dimostrava di essere molto acuta e molto attenta alla strategia. Era una cosa positiva, sia chiaro, ma seppur l’obiettivo finale fosse assolutamente condivisibile, i modi per arrivarci necessitavano di un confronto.

    Non sarà necessario mentire o ingannare.

    Quella prima frase racchiudeva l’approccio del Gran Sacerdote. Da millenni le lotte fra Caste si erano basate su equilibri di poteri e informazioni, così come su inganni e sotterfugi. La mancanza di fiducia e i pregiudizi radicati erano i principali motivi delle continue divisioni. Alimentare quella situazione sarebbe stato controproducente per tutti e la sua recente vivida esperienza nel passato dei Saint gliene aveva dato conferma.

    Adesso la lotta contro la Corruzione fa da padrona, e questo ha unito le Caste come mai prima d’ora.
    Non tutte, ovviamente, ma quelle fazioni che non hanno stabilito alleanze sono comunque troppo impegnate a sopravvivere per interessarsi ad altro.


    Paradossalmente, la situazione che stavano vivendo in quel mondo post-apocalittico era una delle migliori che la storia avesse mai registrato. Una minaccia comune da combattere con tutte le forze a disposizione li aveva uniti, ma aveva fatto anche qualcosa di più. Nell’unirsi contro la Corruzione, infatti, ogni Casta aveva in qualche modo capito che si poteva fare qualcosa di diverso rispetto ai soliti e ripetuti errori del passato. Ognuno a modo suo, sia chiaro, ma i recenti contatti con i Black Saint – nemici giurati dalla notte dei tempi – ne era stato un esempio. Nulla più era impossibile e i tabù stavano pian piano cadendo uno a uno.

    Quando finalmente saremo usciti da questa situazione, concordo con te che i futili giochi di potere ricominceranno.
    E potrebbero rivelarsi persino più pericolosi della Corruzione stessa.


    L’umanità è spesso il peggior nemico di se stessa e la guerra tra opposte fazioni si era spesso fondata su quell’assurdo concetto.

    Dovremo farci trovare pronti, hai ragione, ma dovremo iniziare da quanto abbiamo già costruito fino a oggi e quanto costruiremo nel prossimo futuro.
    Non ci servirà una compravendita di informazioni.
    Vivere in quest’era di orrori ha sicuramente insegnato qualcosa a tutti noi.
    E questo qualcosa è che da soli non si va da nessuna parte.


    La Corruzione aveva posto le Caste di fronte a un bivio: unirsi, o per lo meno scendere a compromessi, oppure estinguersi. Forse era accaduto per la prima volta nella storia, aprendo una serie infinita di nuove possibilità.

    Nessuna Casta è palesemente più forte delle altre e questo equilibrio va avanti da millenni.
    Non credo sia un caso, perché è una coincidenza che esiste da troppo tempo.
    Sono certo che gli schieramenti post Corruzione ci permetteranno di mantenere almeno la solita stasi e, anzi, noi dovremo fare di tutto per avanzare per la prima volta nella giusta direzione.
    Tutti insieme.


    Fare tabula rasa era il primo passo per costringere a pensare a nuove soluzioni. La Corruzione era stata la tabula rasa e i Saint avrebbero potuto rappresentare la nuova soluzione. Una soluzione cui molti avrebbero potuto ispirarsi o per lo meno concordare.

    Nessuno vorrà mai più farsi trovare impreparato in caso di una nuova Apocalisse o di un’altra minaccia di simili proporzioni.
    Le persone che abbiamo perso, quelle divorate dalla Corruzione, in parte sono anche colpa nostra che non siamo riusciti a proteggerle perché eravamo troppo impegnati a combattere fra noi.
    Ogni fazione, oggi più che mai, è pienamente conscia del fatto che un fronte unito è l’unica soluzione che potrebbe essere davvero risolutiva.


    Certo, la fine di una minaccia potrebbe riportare il mondo alle vecchie abitudini, ma loro avrebbero avuto la possibilità di mettere in discussione i vecchi equilibri che, alla fine, non avevano giovato a nessuno in passato.

    Non è necessario avere un nemico comune per andare d’accordo.
    L’ideale è un grande strumento di unione.
    E sono sicuro che gli obiettivi di ricostruzione e di tutela della vita stessa saranno in cima alle liste delle priorità di molti.
    Abbastanza da creare qualcosa di mai visto prima.


    Bart ci credeva davvero. E non ci credeva come se fosse un sogno a occhi aperti, ma come una nuova realtà da costruire. Lo aveva visto negli occhi di molti guerrieri che un tempo avrebbe considerato nemici o, comunque, indifferenti. Un barlume di cambiamento era stato acceso in ognuno di loro, Saint compresi, e doveva essere solo alimentato per diventare il nuovo fuoco della speranza.
    C’era solo un tema che sarebbe potuto rimanere fuori da quel concetto generale. Un tema così personale che gli faceva male al cuore considerarlo come una possibile e dolorosa eccezione.

    Se così non sarà per Atlantide, sono pronto a strappare Johanna e le sue figlie da quei luoghi con le mie stesse mani.
    In prima persona, come Bartolomeo e non come Gran Sacerdote.
    A costo di rinunciare alla mia carica e al mio titolo di Cavaliere.


    Quello era il prezzo da pagare per aver accettato una responsabilità così grande nei confronti di molti. A volte, infatti, per il bene di tutti è necessario sacrificare il benessere di pochi. E quella tremenda scelta tra molti e pochi spezzava ogni volta il cuore del gigante. Lui avrebbe voluto proteggere ogni essere vivente, ogni suo caro affetto, ogni vita innocente, ma sapeva che non era possibile. Non era possibile per un Gran Sacerdote, votato ad Atena e alla protezione dell’umanità, ma sarebbe stato possibile per Bartolomeo il pizzaiolo. Se mai in futuro avesse dovuto prendere quella decisione, lo avrebbe fatto con il sorriso sulle labbra e conscio di quello che stava scegliendo. Ma lo avrebbe fatto dopo aver assicurato un futuro a tutti coloro che si era impegnato a proteggere.

    Abbiamo molte vite sulle nostre spalle e loro tre sono solamente una parte della nostra immensa responsabilità.
    Odio dover ripetere ogni volta a me stesso questo concetto, ma non possiamo permetterci di perdere di vista il nostro obiettivo più grande: proteggere la vita su questa Terra.
    Garantire all’umanità una vita nuovamente degna di essere vissuta.
    A lungo.


    Era un discorso che Bartolomeo si faceva ogni mattina, ma che a volte odiava con tutto il cuore. Però andava fatto, perché non si può pretendere altro sacrificio se non il proprio.

    Vedi Andrea, non voglio fondare le nostre azioni sulla menzogna.
    Siamo meglio di così e dobbiamo dimostrarlo a tutti.
    Solo in questo modo potremo essere il vero tavolo comune dove ogni Casta potrà incontrarsi.
    Diventeremo il tavolo attorno al quale tutti vorranno sedersi per trovare una soluzione comune a problemi che nessuno ha la forza di affrontare da solo.


    Utopia? Forse, ma a volte i migliori risultati nascono proprio da qualcosa che nessuno prima ha mai provato. In passato i dogmi di un tempo avevano tenuto a bada uno sviluppo che doveva essere naturale. Nemici giurati, amici per forza, tutti concetti che non erano mai stati scardinati da nessuno. O quasi. Loro dovevano essere il piccone capace di creare la prima crepa sopra un lago ghiacciato, dando il via a una reazione a catena in grado di liberare le acque intrappolate sotto quello strato immobile. E gli sarebbe bastato essere onesti e aperti al dialogo, guardando chiunque con occhi nuovi, che provenisse da Asgard, da Agartha, da Atlantide, dall’Isola della Regina Nera o addirittura dall’Ade. Non tutto era possibile, quello era chiaro, ma tutto doveva essere quantomeno valutabile.
    Aveva parlato molto, e quel suo lato serio lo avevano visto davvero in pochi. Andrea sarebbe stata una di quelle poche persone e avrebbe sperimentato la dicotomia di un gigante buono che si era ritrovato quasi per caso a fare il Gran Sacerdote. E lo aveva fatto con tutto se stesso, dimostrando una profondità e una razionalità sulla cui esistenza nessuno avrebbe mai scommesso. L’esperienza avuta con Alman, aver vissuto in prima persona le vite passate di Arash, Ascelpio, Erhul, lo avevano cambiato profondamente. Bart voleva imparare dagli errori del passato per evitarli nel presente e nel futuro.
    Guardò negli occhi la ragazza, proprio per vedere quali fossero le reciproche reazioni a quel discorso. Il sorriso, però, gli ricomparve sul volto perché era proprio curioso di chiedere alla Leonessa di cosa pensasse del suo pensiero. Ma soprattutto voleva vedere come avrebbe preso quella profondità di parole proveniente dal suo Gran Sacerdote che, in quel momento, aveva rivelato un lato diverso rispetto alla semplice giovialità del gigante pizzaiolo.

    Andrea, so di non aver supportato a pieno il tuo consiglio, ma il risultato che vogliamo ottenere è lo stesso.
    Quindi adesso lo chiedo a te: cosa ne pensi delle idee di questo vecchio testone?


    Alzò le sopracciglia in trepidante attesa, sicuro del fatto che sarebbero riusciti a trovare insieme il modo migliore per affrontare le cose. Andrea era un’ottima consigliera, fondamentale nella diplomazia con le altre Caste, ed era necessario che fossero pienamente allineati su un obiettivo comune e sul modo di raggiungerlo.

    Sincera, eh, mi raccomando.
    Oh oh oh.


    Sdrammatizzò la situazione con una potente risata, come suo solito, cercando di far capire alla Leonessa che con lui avrebbe potuto parlare liberamente. Dovevano essere sinceri e diretti tra loro, non c’era più tempo per remore o formalità.
    Insieme avrebbero potuto cambiare il mondo, e non era solamente un modo di dire. Dovevano solamente muovere i passi giusti su una strada che era irta di buche e ostacoli che sembravano insormontabili.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Discorsi seri :ehsi:

    Condizioni:
    -

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Andrea annuì piano alle parole del Gran Sacerdote.
    Comprendeva i suoi dubbi, ma pensava anche che gli anni di differenza non sarebbero diminuiti se non l'avesse sposata. Che i rischi li avrebbe vissuti comunque, e che forse, se fosse dovuto succedere il peggio, sarebbe stato meglio andarsene senza rimpianti.
    Con l'ufficialità di un matrimonio. Qualcosa che potesse dire, per sempre, che quelle due anime si erano appartenute. Che avevano sfidato la corruzione e ogni incubo lanciato loro dalla vita, e che nonostante tutto il loro amore non era mai crollato.
    Ma sapeva anche che non era quello il suo ruolo. E per quello parlava da Andrea, da amica, non da Eforos. E, come persona, aveva imparato tanto tempo prima a provare empatia per i dubbi e le incertezze delle persone. Fossero anche molto più potenti e grandi di lei, come il Gran Sacerdote.
    Le bastava che Bart ci riflettesse.

    Però, quando Bart iniziò a parlare del suo piano, tornò attenta e seria.
    Non poté fare a meno di sorridere alle parole del Gran Sacerdote, al suo entusiasmo, alla sua fiducia incrollabile nell'umanità.
    Quel piano era impossibile. Ne aveva la certezza matematica. Non esistevano precedenti del genere, nessuno era mai stato così ambizioso – o sciocco – da tentarlo. Era pura follia. Non poteva trovare attuazione per nessuna delle variabili da considerare. Gli individui in questione. Il loro sistema di valori. I loro obiettivi. E la pura e semplice attitudine umana a disprezzarsi a vicenda, a non riconoscere nel diverso sé stessi. Forse Bart li riteneva migliori di come fossero. E, in quel plurale, mise anche sé stessa. O, forse, vedeva qualcosa che loro non vedevano.
    « I pazzi aprono le vie che poi percorrono i savi. » Disse alla fine del discorso di Bart. Non era una frase indirizzata a lui, ma a sé stessa. Perché d'istinto comprendeva quella via. La trovava meravigliosa. Ma non appena iniziava a rifletterci non poteva fare a meno di notare una mole di problemi insormontabili. Li avrebbe elencati.

    Andrea non si sarebbe trattenuta.
    Avrebbe parlato con lucidità, calma, come se dovesse dissezionare quell'idea. Senza malvagità, ma con puro pragmatismo.
    « Penso che sia una follia. » Pura e semplice. Se avesse dovuto ragionare in termini di probabilità di successo, questa sarebbe stata così bassa da scoraggiarla in partenza.
    « Ma penso anche che sarebbe meraviglioso se avessi ragione. » E su quello non mentiva. Lei stessa aveva prosperato nelle seconde occasioni. Ne aveva ricevute e ne aveva date. Ma per tutti, e sempre?
    « Penso che ci sia possibilità di dialogo, perfino di relazioni sincere. Ma non con tutti. E non parlo di caste, ora, ma di individui al loro interno. Ognuno con le proprie idiosincrasie. » Pensò a Johanna, ma pensò anche a Sanya. Pensò a Yoshiro, ma anche ai crimini dei black di cui aveva letto. E che Bart, in prima persona, conosceva meglio di lei. Poi pensò a Bart. Lui la vedeva, quella strada. E pensò ad Alek, il suo maestro. L'idea di un percorso in comune con Atlantide o i Black, per come lo conosceva, l'avrebbe fatto rabbrividire. Toccava a lei mediare, pensò.
    « Non fraintendermi. Vorrei davvero avessi ragione. Ma devo guardare le cose con freddezza analitica. È il mio compito. Devo sussurrarti all'orecchio tutto ciò che potrebbe andare storto, perché tu sia certo di ciò che intraprendi. Perché tu conosca ogni rischio e abbia un piano per affrontarlo. » Un piano. Anche se la possibilità era prossima allo zero, Andrea avrebbe fatto di tutto perché ogni eventualità fosse compresa, accettata e calcolata.

    Pensò alle fasi delle idee.
    Prima, la tesi. Poi, l'antitesi. Quella spettava a lei. Distruggere, opporsi, far notare ogni contraddizione. Avrebbe agito con il realismo e la concretezza che l'avevano sempre contraddistinta. Al costo di sembrare disillusa.
    « Analizziamo le cose da una prospettiva storica. Dopo ogni grande guerra è sempre seguito un periodo di pace. Una grande prosperità sotto tutti i fronti: economico, sociale, demografico. La ricostruzione si fonde con la costruzione. La nascita diventa rinascita. » Gli sforzi creativi si moltiplicano. Ci si inizia a mescolare e a contaminare. Sarebbe stato così anche dopo la corruzione, su quello aveva ragione il Gran Sacerdote.
    « Ma gli uomini dimenticano il dolore, Bart. Dimenticano il male che hanno provato. E così, piano piano, striscianti, i dissidi ricominciano. Il vicino inizia ad avere paura del vicino. Tutto ciò che si è costruito, che si è ripreso, strappato alla guerra, diventa mio. Una proprietà esclusiva. E poi vogliamo sempre di più. Fino a quando non scoppia una nuova guerra. » Una variabile universale. Certo, potevano cambiare i conflitti, diventare più mirati, meno sanguinari. Potevano cambiare le armi e la posta in gioco. Ma era qualcosa che non era mai cambiato nella storia umana. Per quanto lei amasse gli uomini, per quanto pensasse davvero che fosse possibile guidarli e riunirli, sapeva anche che senza questa guida e unione non era possibile raggiungere un livello successivo. Non come individui, ma come specie. Anche per quello seguiva Atena. Perché, per lei, era necessaria. Era lo stendardo che l'umanità potesse seguire, o in cui potesse trovare rifugio. La libertà senza limiti, per Andrea, era un pericolo.
    « E tutti si domandano come sia stato possibile. Perché non abbiamo imparato dai nostri errori? » Lasciò quella domanda sospesa, mentre riprendeva fiato. I globi di Keraunos sopra le loro teste illuminavano il suo viso. Era serena, nonostante tutto. Voleva solo discutere.

    Si passò una mano nei capelli, per riprendere il filo dei pensieri.
    « Questa è storia umana, ma noi tra le nostre mani abbiamo qualcosa di ancora peggio. I desideri di demoni e mostri, di dèi capricciosi, di uomini e donne con poteri troppo ampi e senza veri freni. » Quello complicava le cose. Le responsabilità individuali erano ancora maggiori, in un mondo dove un solo attacco di un folle contrario alla pace poteva portare una distruzione sterminata.
    « La corruzione è terribile. Una minaccia senza pari nella storia dell'umanità. Sono d'accordo con te. » Era innegabile. L'umanità aveva perso miliardi di vite. Qualcosa senza precedenti. Una catastrofe su scala planetaria. Erano prede. Nel migliore dei mondi possibili, quello sarebbe bastato a perdonare ogni cosa. A dimenticare ogni screzio, e a unirsi. Ma il loro non era il mondo migliore possibile. Neanche lontanamente.
    « Ma abbiamo avuto dei precedenti. Forse non così devastanti, ma che avrebbero dovuto farci imparare molte cose. E che invece hanno solo allargato ogni differenza. La guerra di Lemuria contro Atlantide. Nessuno di noi era nato, allora. » Si fermò, e sorrise.
    « A parte Alek. » E rise in modo cristallino, tentando di stemperare la tensione. Una risata che però, in contrasto con quei discorsi, sembrò più cupa di quanto intendesse Andrea.
    « Eppure la discordia con i Primarchi continua anche oggi, sulla base di accuse reciproche su fatti risalenti all'età del mito. O con i Black, che di quella guerra sono il risultato. È un solco incolmabile. » Per Andrea il dialogo era mancato per troppo tempo, ed era rischioso tentare di ricominciarlo senza alcun tentativo preliminare. Sarebbe stato come parlare lingue diverse, senza aver mai studiato la grammatica.

    Si avviava alla conclusione del suo discorso.
    « Non so se il fine giustifichi i mezzi. La mia e quella di Johanna era una menzogna, è vero. Ma a fin di bene. Creare uno stallo con Atlantide, ma anche una condivisione di informazioni utili per combattere una minaccia comune: gli Spectre. » Per lei, quello poteva essere il primo tentativo. Un timido approccio, un testare le acque, seminando del bene sotto forma di informazioni. Iniziare a parlare in un ambiente controllato, dove i rischi venivano assottigliati.
    « Il tuo piano mi sembra, in confronto, più rischioso. Con troppe variabili perché possiamo calcolarle e prepararci adeguatamente. Il risultato finale sarebbe migliore di diverse lunghezze. Ma il prezzo da pagare, se fallissi, sarebbe altissimo. » Non era solo il rinunciare all'armatura del Toro, pensò lei. Si prefigurò ogni scenario. Quello in cui sarebbero stati traditi, per esempio, se avessero riposto troppa fiducia negli altri. Atene sarebbe potuta essere inglobata, divorata. Le buone intenzioni sarebbero potute essere scambiate per superficialità. Come porgere il collo scoperto al proprio boia.
    « E non basterebbe molto. Basterebbe una sola testa contraria. Qualcuno che rema contro, che si oppone. Che scatena quei dissidi che vorresti placare. Come gettarsi in una polveriera e sperare che nessuno accenda una miccia. » Si poteva fare. Ma Andrea avrebbe trattenuto il fiato per tutto il tempo.
    « Potrei continuare con i ma tutta la notte, però temo sarei ripetitiva. Penso che tu abbia capito la mia cautela e le mie perplessità. » Anche quello, del resto, era un dissidio. Ma non era fine a sé stesso. Si sforzava di capire il Gran Sacerdote, e sapeva che lui faceva lo stesso con lei. Era un dialogo fruttuoso, da cui trarre qualcosa di buono. Fondere la speranza di Bart col pragmatismo di Andrea.

    Una sintesi. Costruire, distruggere tutto, e ricostruire meglio.
    Per prima cosa, l'apertura mentale. Vedere le cose come le vedeva lui. Se non lo faceva lei, che era l'Eforos, con che coraggio poteva credere lo facessero gli altri? Abbracciare e credere, anche solo per un secondo, in quella speranza.
    « Però voglio prometterti due cose. La prima è che ti seguirò nella tua strada, qualunque scelta tu compia. Lavoriamo per fare in modo che sia la decisione migliore possibile. » Non era solo un soldato fedele. Una volta scelta una via, avrebbe agito per eliminare ogni rischio. Fosse anche impossibile, avrebbe fatto di tutto per realizzare quell'idea. Senza che nessuno venisse messo in pericolo per quello.
    « La seconda, Bart, è che non ti lascerò arrivare al punto di dover rinunciare alla carica di Cavaliere e di Gran Sacerdote, per un gesto disperato. Lo accetterei solo se fosse per trascorrere una vita felice con Elena e i bambini. E, anzi, ti rinnovo la promessa che ho già fatto anche ad Aleksander. » Pensò che era arrivato il momento. Che dirlo avrebbe reso reali le sue parole. Che avrebbe realizzato la sua promessa, perché Bartolomeo e Aleksander non erano più soli.
    Allungò il pugno verso di lui, mettendosi diritta, quasi una posa marziale. Nel palmo scorreva il Keraunos. Era un modo per dire, eccomi, sono così, ora. Ma domani sarò più forte. Voleva che Bart si ricordasse la sua emanazione cosmica. Voleva che la scolpisse nella sua mente. Così che potesse accorgersi di ogni miglioramento.

    « È da tanto che combatti per noi.
    Ti prometto che farò di tutto per raggiungerti.
    »
    Avrebbe superato i propri limiti, un passo alla volta.
    « Perché tu possa condividere il peso che porti sulle spalle. »
    Nessuno meritava di combattere da solo. Lei era lì.
    Non se ne sarebbe mai andata.

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    Per rendere realizzabile quel sogno. Per Atena. Per l'umanità.
    « Tienimi d'occhio, Gran Sacerdote.
    Ti renderò fiero di me.
    »


    Abbassò lenta il pugno.
    Guardò Bartolomeo. Anche se le saette si erano spente continuavano a vivere nei suoi occhi. Forse lei non poteva nutrire quella speranza fino in fondo, ma avrebbe seguito la sua. L'avrebbe protetta. Entrambi volevano la pace. Dovevano solo decidere il modo migliore per raggiungerla.
    « Tornando ai nostri discorsi diplomatici, la mia ottica è questa, Bart. Speriamo per il meglio. » Ed era felice che fosse lui il Gran Sacerdote. Perché il suo esempio avrebbe potuto cambiare le coscienze, convincere, persuadere.
    « Ma prepariamoci al peggio. » E fu felice di essere lei a consigliarlo. Perché, con gli Occhi del Leone, avrebbe visto ogni pericolo sulla loro strada.
    Insieme, potevano affrontare ogni cosa.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ /


    Edited by Wild Youth - 4/4/2021, 02:16
     
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    Bart sorrise, senza nessuna roboante risata, ma con un incresparsi degli angoli delle labbra e delle sue guance. Un sorriso che non voleva assolutamente schernire il momento che stavano vivendo. Tutt’altro. Il Gran Sacerdote era davvero fiero e orgoglioso di come il suo Eforos fosse diventato in così poco tempo un elemento insostituibile del Grande Tempio. Lei, che era la depositaria e la custode della sacra Biblioteca di Atene, aveva sviluppato un senso critico non indifferente, e non aveva alcuna remora a sostenere con fermezza le sue idee.
    Quello scambio di opinioni avrebbe sicuramente fatto bene a entrambi, ma avrebbe giovato in particolar modo a tutta la Casta. Basare le proprie strategie e le proprie scelte su un’unica guida era alla lunga controproducente. Proprio per quel motivo, il gigante ascoltò con attenzione, rispetto e totale apertura mentale tutto il discorso della Leonessa.
    Andrea aveva ragione su molte cose, ma forse guardava la situazione da un punto di vista molto diverso rispetto a quello di Bartolomeo. E il Toro avrebbe cercato di spiegare ancora più in dettaglio la sua visione del futuro, per continuare quell’acuto confronto su un tema che definire importante sarebbe stato un eufemismo.
    Il Gran Sacerdote, finite le parole della giovane, spalancò le braccia puntando lo sguardo al cielo. Sembrava un presentatore estasiato di quello che stava per introdurre, aggiungendo quel pizzico di leggerezza che voleva mischiare alla serietà della discussione.

    Dobbiamo essere pazzi e visionari, diventare gli insospettabili precursori di una nuova era.

    Oh, caro Bart, tu sei proprio bravo a essere pazzo. Sempre pronto a gettarti a testa bassa contro tutto e tutti, cercando di ribaltare ogni pronostico. Lui, a differenza di Andrea, era meno avverso al rischio, anche se non era completamente impazzito. Sosteneva che solo osando si potevano davvero capire i propri limiti, ma non applicava quella regola a tutto. Se si trattava solo di se stesso, non ci pensava nemmeno un istante, ma quando c’erano altre vite in ballo diventava anche lui più cauto.

    Solo dalle idee mai pensate o mai provate da nessuno, nascono le innovazioni.
    Se fosse sempre stato tutto immobile, l’umanità sarebbe ancora ferma all’età della pietra.
    Rispondere all’immobilismo con altrettanto immobilismo può avere il solo effetto di mantenere o addirittura peggiorare lo status quo.


    Lo status quo è sempre comodo, una giustificazione per tutto. Il mondo, però, non era diventato quello che tutti loro conoscevano perché si erano sempre fatte le stesse cose nello stesso identico modo. L’umanità stessa era nata da secoli di evoluzione e follie – se così vogliamo chiamarle – perpetrate nel corso di miliardi di anni.
    Bartolomeo tornò nella posizione a braccia conserte, rivolgendo nuovamente il suo sguardo alla Leonessa, sicuro di parlare con qualcuno che lo stava ascoltando per davvero.

    Vedi Andrea, il tuo approccio potrebbe anche essere meno rischioso, o meglio, più tradizionale.
    Sarebbe qualcosa che tutti si aspettano, pronti a ricominciare la guerra di trincea che da millenni impegna le Caste di Cavalieri.


    I Saint non vanno d’accordo con i Black Saint, che a loro volta odiano tutti gli Dei. Atlantide vuole conquistare il mondo perché i mari costituiscono il settanta percento della superficie terreste.
    Non ci sono più le mezze stagioni e si stava meglio quando si stava peggio.
    Tutto vero, sempre uguale da tempo immemore. Qualcuno, prima o poi, però, deve far aprire gli occhi su quella mentalità così ottusa, capace di fossilizzare persino i rapporti tra i guerrieri più potenti al mondo, dotati del potere delle stelle.

    Anche se non credo che la tua proposta sia così controllabile come credi, perché sono certo che la Corruzione abbia modificato molti equilibri interni alle fazioni.
    Potremmo trovarci di fronte a uno scenario completamente diverso da quello che ci immaginiamo, magari impossibile da gestire anche pianificando con cura ogni nostra azione.


    Le cose non vanno quasi mai come pianificato e credere il contrario era altrettanto un’utopia. Il periodo storico che stavano vivendo aveva distrutto ogni convinzione e sconvolto gli equilibri. Sia per l’umanità intera e sia per i Cavalieri. Nessuno si era salvato da quel cataclisma inspiegabile dell’Armageddon, uscendo puntualmente con le ossa rotte.
    Non potevano essere certi che la situazione potesse tornare anche solo lontanamente come prima della catastrofe e la storia avrebbe potuto ormai essere sepolta per sempre. Quella nuova situazione poteva diventare le fondamenta per un nuovo inizio. Un inizio diverso da tutto ciò che c’era stato prima.

    Per fare breccia in questo muro di pregiudizi, dobbiamo scardinare ogni inutile retaggio del passato, proponendo una soluzione così ovvia ed efficace che sarà difficile non prenderla almeno in considerazione.
    E come dici tu: basterebbe una sola testa contraria per far fallire tutto, ma ne basterebbe anche una sola favorevole per innescare il cambiamento.


    Sarebbe bastato instillare il dubbio. Il dubbio lecito che, magari, la folle proposta di quei pazzi dei Saint avrebbe potuto funzionare. Un dubbio che avrebbe potuto serpeggiare in ogni Casta, obbligata dalla Corruzione a pensare a quale potesse essere il loro futuro.

    Una volta accesa la fiamma del cambiamento, la novità potrebbe ben presto diventare la normalità, e il tempo potrebbe persino giocare a nostro favore.
    L’essere umano dimentica, è vero, ma in entrambe le direzioni.
    I Cavalieri cambiano, spesso molto di frequente, e le generazioni di guerrieri potrebbero presto susseguirsi.
    Potrebbero dimenticare il dolore che li ha uniti contro la Corruzione, certo.
    Come, però, potrebbero anche dimenticare il dolore che, ormai vecchio di millenni, li ha divisi in fazioni in continua lotta tra loro.


    La memoria di tutti è spesso molto selettiva e le nuove generazioni scalpitano sempre per distinguersi dai loro predecessori. Non c’era occasione migliore per abbracciare il cambiamento, senza i pregiudizi derivanti da un passato ormai obsoleto.
    Bart annuì movendo lentamente la testa, ponderando sui dubbi che aveva espresso la ragazza. Doveva ammettere che nemmeno lui poteva essere assolutamente certo delle possibilità che avevano, ed era sacrosanto vagliare ogni opzione.

    Capisco le tue perplessità, Andrea, e non posso mentirti: le condivido.
    Nonostante io ti possa sembrare folle, non proporrei mai un salto nel buio.


    Folle sì, ma fino a un certo punto. E quel limite era costituito dalla sua missione di vita: proteggere la sua Famiglia. La sua Famiglia allargata, costituita dai suoi cari, dai suoi amici, dai compagni d’arme e da tutte le persone che necessitavano aiuto in un mondo pronto a divorarli. Il Gran Sacerdote avrebbe dovuto decidere nel bene di tutti, che era la cosa più difficile da fare. L’errore, infatti, seppur minimo o circoscrivibile, era garantito.

    Sono convinto come non mai che dobbiamo essere pazzi e visionari.
    Ma non stolti.
    Abbiamo la responsabilità di molte vite sulle nostre spalle e non possiamo permetterci di portarle con noi in un sacrificio inutile.


    Un equilibrio difficile da trovare e che forse non esisteva. I Saint di Atena, però, per perseguire il loro scopo, dovevano sobbarcarsi anche di quel compito: rendere possibile l’impossibile, creare ciò che non era mai esistito.

    Dobbiamo comunque provare a cambiare il presente e il futuro con le nostre mani, perché non possiamo aspettarci che qualcun altro lo faccia per noi.
    Il mondo post Corruzione deve essere diverso, perché abbiamo l’imperdibile opportunità di ripartire dalla tabula rasa.
    Ma dobbiamo avere un paracadute di riserva per non schiantarci al suolo.


    Non bisogna mai avere solo il piano A, ma anche un piano B e magari C, D, E. Sarebbe stato superficiale pensare che un’unica idea potesse da sola risolvere ogni cosa. Era necessario essere pronti a ogni evenienza, per garantire un futuro a tutti.

    E quel paracadute potresti proprio essere tu, Andrea.

    Il gigante puntò il suo enorme indice della mano destra proprio in direzione della Leonessa. Forse l’avrebbe colta di sorpresa, ma ormai la ragazza avrebbe potuto immaginarsi il suo ruolo in tutto quel delirio. Lei poteva essere la mente cauta capace di programmare in anticipo ogni piano di emergenza, affrontando con la sua astuzia ogni possibile scenario.

    Se questa mia utopia si rivelerà davvero completamente irrealizzabile, disprezzata e combattuta da tutti, tu potrai essere pronta con un piano di riserva.
    Un piano pensato per non permettere ad Atene di cadere.


    Il Grande Tempio, baluardo dell’umanità, avrebbe dovuto continuare ad esistere in ogni caso, difendendo come sempre gli ideali di Atena e dei suoi Cavalieri.

    Non possiamo escludere nessun esito.
    Stiamo per essere testimoni di un mondo che potrebbe ben presto riscrivere le regole che ci hanno incatenato per millenni.
    E potrebbe riscriverle nel bene o nel male.


    E proprio in quell’istante, terminata la prima parte del discorso, Bart avrebbe scatenato il suo cosmo dorato per farlo risuonare con quello di Andrea, rispondendo con determinazione a quella sua sincera promessa. Dannazione, quanto era cresciuta e quanto era diventata forte la Leonessa. Le sue zanne avrebbero fatto tremare qualsiasi guerriero e la sua determinazione era pari a quella incrollabile degli eroi del passato.

    Oh oh oh, certo figliola.
    Ti terrò d’occhio, perché sono convinto che sarai una delle scintille del cambiamento.


    jpg

    Il gigante la guardò con un’intensità quasi palpabile, mentre stringeva le mani a pugno per mostrare alla ragazza un cosmo che non sembrava avere limiti.

    E mi hai già reso fiero di te.

    Quanto era vero, lei non avrebbe neanche potuto immaginare il rispetto che il Gran Sacerdote provava per il suo Eforos.

    Sei un Cavaliere che la storia si ricorderà a lungo.
    Andrea, la Leonessa, Eforos del Grande Tempio, lascerà un segno indelebile in quest’epoca.


    Sarebbe diventata la protagonista di uno dei libri sacri custoditi nella biblioteca di cui lei era padrona, divenendo una leggenda per le generazioni del futuro.
    Bartolomeo placò il suo cosmo con un lampo di luce avvolgente, come a rimarcare un cambio di tono per un tema che voleva assolutamente trattare con Andrea. Non avrebbe mai potuto ometterlo. Era troppo importante dopo tutto quello che stavano condividendo e dopo quello che la ragazza aveva appena confidato al Toro.

    E ricorda: non seguire mai nessuno ciecamente.
    Nemmeno me in quanto Gran Sacerdote.
    Io non sono certo infallibile e la fede cieca in qualcosa o in qualcuno è un errore che non possiamo permetterci.


    Era una delle sue più grandi paure: essere la guida di un gruppo che, uno dopo l’altro, segue il capofila nel baratro. Come un gregge che si muove all’unisono, sia nella direzione giusta, verso la protezione del recinto, sia in quella sbagliata, in pasto ai lupi.

    Se io cado, voi dovete continuare a vivere.
    Non c’è amicizia, legame o senso di appartenenza che tenga.


    Il suo sguardo si rabbuiò, perché sapeva bene che poteva accadere. Era più probabile di quello che tutti loro avrebbero mai potuto immaginare. E doveva essere certo che, in ogni caso, tutto sarebbe continuato senza alcuna interruzione, garantendo la sicurezza di coloro che dovevano proteggere.

    Dobbiamo agire insieme per raggiungere un unico obiettivo, aiutandoci l’un l’altro senza risparmiarci.
    Ma dobbiamo continuare a pensare con la nostra testa, perché solo così potremo essere davvero pronti a tutto.


    Il sorriso gli tornò subito dopo, come il sole che spunta dalle nuvole nere dopo la tempesta. Era il momento di ricongiungere i suoi pensieri con quelli di Andrea, per garantire quel connubio di cui avevano bisogno come l’aria che respiravano.

    Speriamo per il meglio, ma prepariamoci al peggio.
    Hai ragione, ma l’importante è affrontare qualsiasi cosa insieme.


    Incrociò le braccia al petto, nella sua consueta posizione di statuaria attesa, riempiendo la notte della sua imponente ma rispettosa presenza.

    Cominciamo da qui.
    Cominciamo da noi.


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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Siamo troppo carini <3

    Condizioni:
    -

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Difetto fatale.
    Qualcosa che, se portato all'estremo, poteva portare alla rovina di qualsiasi persona. Li vedeva, in quel momento. E le venne quasi da sorridere, perché tra loro due c'era un abisso. Non erano solo i poteri. Entrambi credevano ciecamente ad Atena, ma lo facevano in modo diverso. Ognuno guardava al futuro con la propria ottica. Ognuno pensava agli umani in modo diverso.
    C'era Bartolomeo. Un'atteggiamento di apertura assoluta, anche a coloro che fino al momento prima erano nemici. Pronto a guidare, a mostrare una via alternativa, a cercare dialogo, e non conflitto, con chiunque. Una fiducia nella bontà intrinseca dell'uomo, sulla capacità di ricostruire qualcosa insieme. Di fare tesoro di tutti gli errori che si erano commessi in quegli anni. Bartolomeo pensava di poter salvare tutti.
    E poi c'era Andrea. Più diffidente e scettica per natura. Il fine, per lei, aveva sempre giustificato i mezzi. Lei pensava che, senza sacrifici, non si poteva ottenere nulla. Che la legge dello scambio equivalente dominava la natura e il mondo degli uomini. Che la pace era un'utopia. Ma, soprattutto, non aveva mai pensato di poter salvare chi non voleva essere salvato.

    Due visioni opposte.
    Ma complementari. Proprio dove i difetti fatali del singolo avrebbero potuto farli cadere, su quello potevano costruire la loro forza. Uno si fidava troppo, l'altra troppo poco. Uno nutriva una grandissima fiducia nel futuro, l'altra procedeva più cauta, disillusa. La speranza di Bartolomeo ardeva con la forza di un sole. La speranza di Andrea come una flebile candela che poteva illuminare la notte. Insieme, però, avrebbero potuto rischiarare ogni momento.
    Sorrise alle parole di Bartolomeo. Pensava di essere fiero di lei, ma non aveva visto ancora nulla. Era pronta a dimostrarglielo.
    « Allora è deciso. » Tirò le fila del discorso, piuttosto produttivo, di quella notte.
    « Diventerò abbastanza forte da fermare qualsiasi pericolo, se tutto dovesse andare storto. Quelli immediati, ma anche quelli più striscianti e sottili. » Un passo non indietro, ma di lato. Anche se non era la più adatta a porgere l'altra guancia, a dialogare con apertura assoluta, poteva invece osservare ogni cosa dall'ombra. Avrebbe compiuto ricerche da sola. Si sarebbe preoccupata dell'analisi dei rischi. Si sarebbe scontrata con i lati più oscuri e barbari dell'umanità, e avrebbe predisposto strategie per arginarli.

    E poi disse la cosa forse più importante di tutte.
    « E, Bart, diventerò abbastanza forte da fermare anche te, se vedrò che la via che ci siamo prefissati sarà irrealizzabile o troppo pericolosa. Me l'hai chiesto tu. Sarò indipendente e oggettiva. » Quis custodiet ipsos custodes? L'avrebbe fatto lei. Perché solo lei, tra i Saint, aveva maturato quel realismo, crudele ma necessario, a uccidere quel sogno, se fosse diventato insostenibile. E non scherzava. Bartolomeo non voleva che lei lo seguisse come una guida. Sarebbe stata libera, allora. E, ma sperò che quel giorno non dovesse mai arrivare, sarebbe stata pronta a mettersi davanti a lui.
    « Ti confesso che non so se sarò mai aperta al futuro come lo sei tu. Forse mi manca ancora esperienza, maturità sia mentale che fisica. O forse ho vissuto troppe cose in troppo poco tempo. » Di nuovo il suo difetto fatale. Non si stava giustificando. Nessuna via era giusta, di per sé. Era essenziale tenere sempre presente che il proprio punto di vista era limitato e fallibile.
    « Mi fido di noi umani, Bart, dico davvero. Penso che non ci sia mai stata una specie in grado di provare tanta empatia e di creare tanta bellezza. Penso che, alla fine, i nostri migliori angeli prevarranno. Ma credo anche che abbiamo bisogno per natura di una guida, se non vogliamo perdere la nostra strada. Soprattutto in un mondo come il nostro. » La libertà assoluta era pericolosa. I limiti erano ciò che li distingueva dai Black Saint. Possedevano poteri immensi, armi divine, frammenti di ciò che avevano manovrato dei, titani e giganti. Il Keraunos. La furia di Tifone. Excalibur. Eppure, Atena e gli altri Gold Saint erano sempre stati una rete di sicurezza.

    Anche la sua generazione avrebbe fatto lo stesso.
    E avrebbero allargato quella visione. L'avrebbero offerta anche ad altri. Osando dove nessuno aveva mai osato.
    « Per noi Saint, è Atena. Per gli altri uomini... potresti essere tu. » Bartolomeo poteva non volere che lei seguisse nessuno ciecamente. E lei si sarebbe mantenuta scettica. Di un pessimismo attivo. Ma il carisma del Gran Sacerdote non poteva essere ignorato, e bisognava che lo sapesse. Gli umani si affezionavano ai simboli, non agli altri uomini. Perché l'uomo poteva cadere, poteva fallire... ma un simbolo poteva vivere per sempre. L'idea di un futuro radioso sarebbe stata difficile da ignorare.
    « Ma non potrai farlo da solo. Scegli i tuoi alleati saggiamente, Gran Sacerdote. Non cedere alle lusinghe e ai falsi entusiasmi. » Andrea avrebbe vigilato che nessuno sfruttasse quell'occasione per avvicinarsi a lui e cercare di pugnalarlo alle spalle. Del resto era impossibile mentirle. Non con i sensi che le permettevano di cogliere ogni minima variazione, dalla sudorazione al battito del cuore accelerato. Ma anche Bart doveva rimanere vigile.
    « Hai una responsabilità enorme sulle spalle. Ma io sarò con te. Ogni volta che avrai bisogno di un consiglio, o anche solo di parlare... io ci sarò. » Non gli avrebbe fatto sopportare quel peso da solo. Gliel'aveva promesso, e avrebbe iniziato da quella sera.

    Poi decise di tornare sui suoi passi.
    Di iniziare con uno sforzo da parte sua, modulando il piano iniziale in modo che potesse essere apprezzato anche dal Gran Sacerdote.
    « Però, vorrei tu riprendessi in considerazione la mia proposta iniziale. La conoscenza è potere. Ed è un dono gradito a chiunque. Dimentica le bugie a fin di bene. Dimentica gli scambi. » La parte più sua e di Johanna del piano, quella in cui il fine giustificava i mezzi. Non più un modo per creare uno stallo eterno, ma con cui presentarsi alle caste con un buon proposito. Con qualcosa da offrire, senza chiedere nulla in cambio, per mostrare fin dall'inizio la buona volontà dei Saint. Giocare a carte scoperte.
    « Ma ricordati di questa possibilità. Portare informazioni su un nemico comune, gli Spectre, a coloro che per natura non accetterebbero nemmeno di parlare senza qualcosa che li attiri. Se fallirà tutto il resto, se in qualche modo saranno troppo chiusi per un dialogo, dovranno ascoltare almeno per il tempo di ricevere quelle informazioni. È un inizio. » Un primo passo che poteva essere anche fondamentale. Perché gli Spectre, dopo la Corruzione, avrebbero ricominciato ad agire. E sarebbero stato il prossimo grande problema dell'umanità, quello che fino a quel momento avevano arginato, a prezzo di enormi sacrifici, i Saint soli.
    « Potrebbe non servire e tutti potrebbero darti udienza. Ma non precluderti questa possibilità. » E, curiosa, avrebbe ascoltato la risposta di Bart, sperando in un ulteriore passo verso di lei, così da trovarsi di nuovo a metà strada.
    « Tutto mi sembra deciso, per il resto. Ora non ci resta che metterci al lavoro. » E sorrise. Atene avrebbe fatto presto la sua mossa.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - non indossata.
    Condizioni ~ Ottime.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Ehe
     
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