Operation Akropolis - Per Athena!

Acropoli di Atene

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    « Per Athena! »
    ~

    Il mondo andò a pezzi.
    Cadde in ginocchio, tossendo un grumo rosso sulla mano chiusa a pugno. Aveva fallito. Sentì una sensazione di oppressione al petto, come se il suo cuore volesse abbandonare la sua prigione di carne e ossa. Aveva fallito. Il punto di partenza poteva anche essere alto... ma aveva finito col ridursi. Il suo orgoglio del cazzo allo stato puro. E stupidità.
    Lei voleva tutto, voleva riprendersi Atene e far sì che i suoi compagni non spillassero neanche una goccia di sangue. Era stata un'illusa a tal punto, e sarebbe morta con la consapevolezza di aver trascinato con sé un'intera generazione di Saint. Voleva tutto, eppure tra le mani stringeva niente.
    Era stata colpa sua. Serrò i pugni sul petto, il respiro corto. Avrebbe voluto togliersi quell'armatura: la sentiva pesare come mai sul suo corpo debole, fragile, inadatto. Boccheggiò in cerca di aria pura, ma non poté che respirare detriti. E sangue. Ogni cosa aveva il sapore ferroso della sconfitta.

    Li aveva portati lei ad Atene.
    Si era battuta per riconquistare quella città, per far sì che i Saint tornassero a combattere, ma aveva sottovalutato gli orrori che l'avevano infestata in quei lunghi anni di inattività. Aveva trasformato uno stillicidio in un massacro. Era stata lei. Nessun altro. Non Lawrence, non Aleksander. E ora non poteva far altro che tremare, la vista offuscata, senza riuscire neanche a guardare in faccia il loro carnefice.
    I titani corrotti avevano ribaltato contro i Saint i loro stessi gli attacchi, facendosi beffe di ogni loro tentativo di ferirli. E così, dopo tutti quei proclami sull'umanità risorta, sul riconquistare e proteggere, Andrea non poteva far altro che guardare la terra sporca di sangue sotto di lei. Le ombre agli angoli del suo campo visivo crescevano a ogni secondo, inghiottendo tutto il mondo.
    Le voci e i rumori sul campo di battaglia le arrivavano come distanti anni luce. Era inutile. Aveva perso solo tempo. Strappami il cuore dal petto e fai che non soffra mai più, pensò. È ormai da troppo tempo che di dibatte, lascia che si spezzi.

    Avrebbe voluto urlare di perdonarla, ma non le uscì altro che un rantolo profondo.
    Chiuse gli occhi, credendo sarebbe stata l'ultima volta. Eppure...
    Eppure li riaprì. Qualcosa era mutato, lo sentiva con i sensi, pure affievoliti dal dolore, del Leone. Il Cosmo dei suoi compagni ardeva ancora, sentiva le loro voci risuonare, pur non riuscendo a distinguere le parole.
    Tutto attorno a lei i Saint combattevano ancora. Erano riusciti ad evitare i loro stessi attacchi, e si erano rimessi in piedi. Strinse i denti, no, non li avrebbe lasciati soli. Non sarebbe stata così egoista da arrendersi, non quando tutti loro stavano ancora sfidando i loro limiti. Batté il pugno a terra, la scossa che attraversò l'intero braccio le ricordò che era ancora viva.
    E se era ancora viva, poteva ancora lottare. Mettere il proprio corpo in prima linea e andare avanti.
    Qualunque fosse il costo da pagare.

    I muscoli urlarono mentre si riportava in piedi.
    « Un Cavaliere è devoto al valore. » Si passò il dorso della mano sulla bocca, pulendosi dal sangue. Una luce calda la avvolse mentre richiamava, ancora e ancora, il Cosmo del Leone.
    « Il suo cuore conosce solo la virtù. » Alzò gli occhi, ancora annebbiati, e vide che solo Lawrence era riuscito a colpire il corrotto. Benedetto ragazzo, pensò. Era l'unico Silver, tra loro, ma stava ricordando a tutti che le gerarchie non contavano nulla di fronte alla morte. Stava dando vita a un condotto di sigilli, ormai all'estremo, pochi frammenti di armatura che ancora lo ricoprivano. Ammirava il suo coraggio, non poteva fare altro che imitarlo. Quando tutto sarebbe finito l'avrebbe ringraziato.
    « La sua spada difende i bisognosi. La sua forza sostiene i deboli. » E lei avrebbe combattuto insieme a tutti gli altri Saint per l'umanità intera. Per tutte quelle famiglie che prosperavano al Grande Tempio. Non poteva permettere che quei titani corrotti distruggessero ogni forma di vita nel raggio di chilometri.
    « Le sue parole dicono solo verità. » Il suo cuore, finalmente, si era placato. Sentiva una calma innaturale, che non poteva provenire da nessun altra parte se non dalla sua dea. Sentiva la sua benedizione su tutti loro, vicina come non mai. La sua fede ristabilita, la sua paura dissipata. Atena era la divinità più vicina agli uomini, lo sapeva. Ne ebbe la conferma.
    « La sua ira si abbatte sui malvagi. » Alla fine avrebbero prevalso. Aveva i Saint al suo fianco e la loro dea a proteggerli. Non poteva essere altrimenti.
    Il dolore, la devastazione, le ferite, tutto quello era reale. Ma aveva imparato che nulla di importante era gratuito. E poi... Atene non era che il primo passo. L'armatura che indossava le impediva di fermarsi ancor prima di iniziare.

    Seppe cosa fare.
    Come una seconda natura, come un istinto primordiale per cui non aveva bisogno di riflettere. Lawrence aveva aperto il condotto, una porta immobile nelle dimensioni, che avrebbe permesso loro di arrivare al corrotto. La Vergine, il Cancro e Oceano stavano riversando i loro attacchi più forti al suo interno, permettendo a lei, Alexis e Achille di preparare il colpo finale.
    L'Athena Exlamation, la tecnica proibita, quella che i Saint potevano utilizzare solo in condizioni di estrema necessità. Tre Gold Saint dovevano bruciare all'unisono il loro Cosmo, superando i propri limiti e arrivando a toccare, per un istante, la condizione divina. Trascendere avrebbe avuto un impatto sui loro stessi corpi, impedendo loro di portare altre offensive, ma avevano solo quella possibilità.
    « Ricordatevi di questo momento. » Parlò con voce ferma, sovrastando ogni rumore sul campo di battaglia. Dandosi un contegno che non credeva possibile, ma che le proveniva dalla certezza di trovarsi, alla fine, al posto giusto nel momento giusto.

    Si inginocchiò, a rappresentare la punta del triangolo rovesciato che formavano i tre Saint.
    Alla sua destra c'era Alexis, il Cavaliere di Libra, il custode dell'Equilibrio. Colui che giudicava gli uomini, che divideva i buoni dai malvagi, premiando i primi e punendo i secondi. Il Saint che non poteva essere ingannato, perché la sua vista tutto vedeva e tutto conosceva. L'aveva aiutata a tornare in sé, e Andrea sentì il suo Cosmo.
    Alla sua sinistra Achille, il Cavaliere di Sagitter, il portatore dell'Arco di Giustizia. L'erede di Chirone, il maestro di tanti eroi leggendari. Il Gold Saint che, più di tutti, era da sempre il più vicino a quello del Leone, condividendo saperi e segreti. L'elettricità che scorreva in entrambi proveniva da fonti diverse – Ceo e Tifone – ma era ugualmente distruttivo. Le due Saette si unirono, e Andrea sentì il suo Cosmo.
    « Di come eravamo uniti. Di quello che abbiamo sacrificato fin qui. Di quello che sacrificheremo ancora. » E poi c'era lei.
    Andrea, il Cavaliere del Leone. Il paladino di Atena, per sempre l'ultimo ad arrendersi e a cadere. Il portatore di quel frammento che era insieme fiamma della speranza e saetta deicida.
    I tre Cavalieri d'Oro stavano bruciando il loro Cosmo, dando vita a un potere nuovo e incredibile. Il condotto di sigilli di Lawrence era davanti a loro, dovevano solo colpirlo. Avrebbero posto la parola fine a quella storia. Nessuno, uomo o dio, avrebbe potuto resistere a quelle tre forze tanto diverse e tanto simili.
    « Abbiamo lasciato banchettare questi mostri nella città sacra ad Atena. Li abbiamo lasciati prosperare proprio sotto ai nostri occhi. Ci credevamo al sicuro nelle nostri prigioni dorate, ma ci sbagliavamo. Abbiamo avuto la visione di un mondo senza di noi. » I corpi dei tre Cavalieri erano scossi dai sussulti mentre la terra, sotto di loro, tremava e si spaccava.
    « La storia non perdonerà l'esitazione. Non possiamo sparire tra le sue pieghe e venire dimenticati. Atene non è che il primo passo. » Urlò, perché tutti i suoi compagni la sentissero. Perché anche quei corrotti, in cielo, capissero che loro non si sarebbero limitati alla Grecia. Perché finalmente i Saint erano tornati, e non si sarebbero più fermati.
    E urlò per sé stessa. Perché tremava di paura ma, nonostante tutto, avrebbe affrontato i suoi demoni.

    « Da oggi e per sempre, l'umanità vive. »
    Un ultimo strappo, e il mondo intero tremò.
    « Ricordatelo sempre »
    Per Atena. Per gli uomini.
    Per tutti noi.

    zYxVQDh

    « A T H E N A
    E X C L A M A T I O N
    »
    In un lampo dorato tutto finì
    e iniziò di nuovo.

    0qVuOPt

    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Tagli agli avambracci, ematoma sul fianco. Ferite sparse e profonde sul corpo. Praticamente al limite.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ Athena Exclamation

    Una delle tecniche, se non la, più potenti mai concepite. Per attivarla è necessario che siano presenti almeno tre Gold Saint, che daranno fondo a tutti i propri poteri, urlando il nome di Atena, per scatenare un colpo potenzialmente devastante, capace di distruggere ogni cosa sul proprio cammino. É l'arma definitiva dei Saint, quella che fa superare loro la condizione di umani, potendo generare un potere incredibile. {Tecnica fuori scheda da Gold Saint}


    Riassunto ~ Favore di Atena e Athena Exclamation.


    Edited by Wild Youth - 10/7/2019, 00:51
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    Per Athena! - Acropoli di Atene

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    Le vostre energie si riversano nel sigillo del Guardia di Porta che, ad ogni ondata di potere, cresce e diventa più complesso quasi si stesse nutrendo della vostra forza. La sentite scorrere dentro quelle perfette linee geometriche che si intrecciano nello spazio non più bidimensionali ma tridimensionali. Quando l'ultima stilla di potere dell'Athena Exclamation viene assorbita dalle linee tracciate da Lawrance una colossale ondata di energia viene rilasciata verso il corrotto che, ne viene travolto senza scampo. Potete sentire la sua carne bruciare e poi disgregarsi mentre urla dal dolore e dalla rabbia. Quando la luce si dissolve lo vedete sospeso a mezz'aria, la parte destra del corpo è stata completamente distrutta e bruciature nerastre si dipanano sul lato ancora intero e continuano a bruciarlo dall'interno. Dalle ferite cola un sangue nerastro e la grande corona di energia è spezzata. Al centro del corpo, ora scoperto, vedete un nucleo composto da tre essenze che si intrecciano e muovono senza posa. La gigantesca sfera di energia che stava caricando, però, è ancora li.

    COSA MI AVETE FATTO! MORITE INSETTI!



    Le tre voci non si sovrappongono in maniera perfetta e le sentite alternarsi mentre vi vomita la sua rabbia addosso. Scaglia il colpo verso di voi sotto forma di un raggio di potenza devastante. Non avreste scampo, troppo forte, troppo veloce. Poi lo vedete. Alek balza davanti a voi mentre il Keraunos ruggisce senza limiti, inonando il suo corpo e tutto ciò che lo circonda. Le saette danzano attorno a lui come prese da vita propria mentre i milioni di fotoni si accumulano nel suo pugno chiuso.

    Non così in fretta!



    Lo muove in avanti rilasciando la sua più devastante e famosa tecnica, un segreto che il lemuriano non ha mai insegnato neppure ai suoi allievi. Il Photon Fang, l'attacco che convoglia tutta la potenza del Photon Burst in un singolo raggio di incommensurabile potere. Una tecnica che può uccidere gli dei. Le due offensive si scontrano lottando per il predominio. Per alcuni secondi sono in stallo.

    La voce di Alek risuona all'unisono nella mente di tutti i suoi alleati. Parla senza parlare perché quelle frasi compaiono instantaneamente nella mente dei presenti. Non ha paura, c'è una fiducia talmente assoluta nelle vostre capacità che essere innanzi ad un colpo tanto potente non lo fa minimamente vacillare.

    Questa bestia è connessa alla corruzione, non basterà disintegrare il suo corpo! Per distruggerlo completamente dovete colpire il suo nucleo con i paradigmi opposti a quelli incarnati dai tre corrotti. La freccia, la freccia sacra può fare da mezzo per la vostra offensiva. Presto, non so per quanto potrò tenerlo a bada.



    Il terreno sotto il Re Santo si spacca mentre porta una seconda mano a sostegno del braccio portante. L'armatura di fulmini si dissolve per permettere al vecchio guerriero di usare ogni stilla del suo potere, per darvi quanto più tempo possibile per farvi colpire. Quasi sentite le sue ossa scricchiolare, la luce lo avvolge mentre il manifestarsi del suo potere crea un rombo non dissimile da un ruggito ferino. Non potete esitare.




    Note del master: L'attacco funziona ma non riesce a seccarlo. L'essere stato ferito, quasi sicuramente in maniera mortale, lo fa sclerare e usa tutto ciò che gli resta per scagliare il raggio della morte verso di voi. Alek si frappone usando il Photon Fang per tenere in stallo l'offensiva nemica e darvi il tempo di usare la freccia d'oro (adesso è sbloccata) per canalizzare le emozioni opposte a quelle incarnate dai corrotti. Non trattandosi di cosmo, anche i cavalieri che hanno usato l'Exclamation possono farlo. Avete capito di quali emozioni si tratta?
    Ps: Ovviamente non dovete per forza far ricorso ai sigilli di Law perché la freccia d'oro trova sempre il suo bersaglio.
     
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    ALEXIS
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    ENERGIA VIOLA


    POST III

    OPERATION AKROPOLIS
    PER ATHENA!


    Il mondo sembrò quasi fermarsi per qualche istante: i cosmi dei tre Gold Saint si unirono dando vita ad una tecnica dalla potenza distruttiva: riuscendo a ricreare il Big Bang. Quella tecnica era la massima espressione del loro potere, usare tutto il loro universo per scrivere la parola fine su un nemico che sembrava in apparenza imbattibile. Achille e Andrea si unirono ad Alexis e la mano della divina Athena li guidò, condusse quel colpo attraverso le linee tracciate da Lawrence che giunse veloce e rapido, senza che quel corrotto potesse far nulla. Nei loro cuori stava serpeggiando la certezza di poter vincere, di concludere lo scontro con quella tecnica ma una verità molto diversa, si palesò innanzi ai loro occhi.

    I colpi di tutti quei guerrieri giunsero a destinazione senza però riuscire a sconfiggere definitivamente la creatura che stava minacciano Atene; ansimava Alexis, provato non solo da quella tecnica ma anche dalle ferite e dalla stanchezza di uno scontro che si stava protraendo più del previsto. Una bestia ferita e provata stava davanti a loro, dilaniata dalla disperazione di quei guerrieri, e tutto sarebbe finito se non fosse stata per la prontezza di Alek, il quale senza esitazione alcuna mise tutto se stesso per portare avanti il sogno di tutti loro, quell’uomo credeva fermamente nei cavalieri che stavano combattendo quella guerra e avrebbe fatto di tutto per proteggerli, il Re Santo mise in gioco la sua stessa vita.

    Sorrise Alexis.
    Improvvisamente vide la figura di un vecchio e stanco guerriero sovrapporsi al cosmo del suo tutore, dell’uomo a cui doveva tutto. Era stranamente felice, nonostante la situazione fosse complicata, nonostante un fato maledettamente avverso: non potevano arrendersi, non potevano perdere.

    Margaret credeva in loro.
    Anita credeva in loro.
    Alisia credeva in loro.
    Bart credeva in loro.
    Jan credeva in loro.
    Il Grande Tempio credeva in loro.
    Johanna credeva in loro.
    Siegfrid credeva in loro.
    Draka credeva in loro.
    Oliver credeva in loro.
    Daya credeva in loro.
    Athena credeva in loro.
    Il mondo intero credeva in loro.



    Alexis si alzò in piedi, ascoltò con attenzione le parole che disse Aleksander Seraf: la chiave per annientare quell’essere corrotto era contrapporre a quelle tre entità sentimenti opposti, sentimenti positivi, quelli che alimentavano i loro cuori. Avrebbero dovuto fare tutti affidamento su Achille, esattamente come prima avevano fatto con Lawrence. Poteva percepire la forza di Athena scendere sulle vestigia del Sagittario, proprio come poco prima era accaduto con le sue armi.

    «E sia!», disse Alexis volgendo lo sguardo verso Achille.
    «Sento chiaramente le loro emozioni, quelle sensazioni che li hanno portati ad essere queste bestie. Bia, sei stata corrotta e distrutta dalla tua stessa forza, dalla tua stessa violenza. Zelos, la tua gelosia e la tua invidia ti hanno condotto su una strada che non ti porterà a nulla. E tu, Cratos il potere che si impone sugli altri si è imposto su di te. Opponete queste sensazioni con quello che c'è nel profondo del vostro cuore, scavate nel vostro animo amici miei!»

    Sospirò.

    Senza cosmo cosa gli rimaneva? Le sue convinzioni, i suoi sentimenti, le sue emozioni. Quelle stesse emozioni che rendevano forte la corruzione. Rispondere alla violenza con altra violenza a cosa porta?

    Genera solo un circolo vizioso dove la violenza si auto alimenta.

    La violenza si combatte con un sorriso, con un segno di comprensione e pace.

    Alexis si avvicinò ad Achille e appoggiando una mano sulla sua spalla cercò di comunicare al Gold Saint le sue emozioni, quale fosse il paradigma che intendeva combattere e in che modo.

    «Ora comprendo», disse un serio Alexis.
    «Capisco il tuo dolore», continuò con voce tremante.
    «Non vi abbiamo ascoltato, il pregiudizio e la paura hanno avuto la meglio su di noi. Dovevamo comprendere cosa vi faceva soffrire, cosa vi provocava tanto dolore e come stavate vivendo. Non siamo stati capaci di comprendere»

    Alzò lo sguardo verso quell’ammasso di corruzione, cercando di focalizzarsi su una delle tre entità ( che erano irriconoscibili ) ed urlò.

    «Dovevamo farci peso del vostro dolore, non cercare solo di capirlo. Dovevamo soffrire come avete sofferto voi»

    La benda cadde a terra ed una strana luce avvolse Alexis.

    Lui non poteva saperlo ma il colore dei suoi occhi mutò nuovamente: erano azzurri, un azzurro acceso, quasi accecante. Abbassò lo sguardo e pronunciò un’ultima frase.

    «Scusateci per questa mancanza di Empatia


    IL MIO ERA UN MONDO PERFETTO

    STATUS FISICO ♦ na chiavica
    STATUS MENTALE ♦ Empatia
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Non può usare il cosmo, ma comunque comprende quello che deve fare e spiega a tutti cosa alimenta il corrotto. Ovviamente Alexis cerca di opporre "Empatia" alle emozioni del corrotto, in particolare oppone Empatia all'imposizione.

    Di seguito metto i paradigmi del corrotto e come cercheremo di opporre ai loro i nostri paradigmi.

    Rabbia -> serenità
    Violenza -> pace
    Gelosia -> amore
    Paura/Rimorso -> speranza
    Dominio -> libertà
    Imposizione -> empatia
    EPPURE DESIDERAVO L'IMPERFEZIONE

    ABILITÀ


    TECNICHE



    narrato ♦ « parlato »pensato°telepatia°


    Edited by Gaz - 10/7/2019, 13:53
     
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    Titani e Giganti
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    Non avrebbe mai ritenuto possibile che degli umani, per quanto potessero essere potenti, fossero in grado, insieme, di generare una cosa del genere, una tecnica che portava fine assoluta e devastazione illimitata. Quanta forza poteva essere trovata nella fratellanza. Quante cose ancora aveva da imparare dai mortali.
    Eppure la loro forza insieme non era stata sufficiente, non aveva arrestato il terrore di quell'attacco, non aveva terminato l'esistenza della cosa che era diventata un mostro impossibile da descrivere, uno e trino e collegato a tutto ciò che la corruzione rappresentava. Oceano era esausto, aveva usato ogni cosa, ogni singola stilla di energia che disponeva era stata spesa e ora restavano solo delle ceneri che rischiavano di spegnersi davanti al vento del destino. Il Titano crollò in ginocchio, puntellando il terreno con le spade per non rovinare a terra in maniera poco dignitosa, mentre respiri profondi e affannati sollevavano lievi nubi di vapore dorato intorno a lui. Era finita? Avevano fallito?
    L'enorme potere della corruzione fece per abbattersi contro di loro, un raggio di potere incommensurabile che li avrebbe di certo travolti, avrebbe spezzato ogni opposizione che potevano frapporre, li avrebbe uccisi tutti. Era la fine. Davvero? Probabile, ma Oceano non era tipo da lasciarsi demoralizzare per una cosa insignificante come la morte. Si alzò in piedi, stringendo le sacre lame di Libra spasmodicamente, arrancando in avanti per, almeno, mostrare a tutti come moriva un signore dell'universo. Se tutto doveva finire, allora il Titano sarebbe morto in piedi, con coraggio nel suo cuore e determinazione nello sguardo, piegato ma non spezzato da un male infinito. Il suo ultimo insulto a Ponto, al suo antico maestro, che senza dubbio stava osservando.


    [BUT THE EARTH REFUSED TO DIE]


    Ah, ma la loro fine non sarebbe giunta così facilmente. Aleksander, prode come era lecito aspettarsi da un Re Santo, potente esattamente come ricordava. Il potere del Keraunos fermò l'attacco del mostro che era stato la sua famiglia, offrendo a loro sollievo e la conoscenza necessaria per sconfiggere il nemico.
    Libra diede loro le ultime nozioni, cose che Oceano già aveva perfettamente intuito, ma fu in quell'istante che il Titano esitò. Lo guardò negli occhi, ora la benda che aveva era caduta, e una strana sensazione lo assalì: fu... familiare. Leggermente familiare, una sensazione a pelle che gli fece compiere un'associazione forse affrettata, ma che avrebbe avuto premura di verificare in un momento quando la sua vita non era in pericolo. Ora aveva anche un'altra ragione per vincere ad ogni costo quello scontro.
    Si avvicinò ad Achille, e poggiò la sinistra sulla sua spalla, la sua mano era calda e solida, ben definita nonostante la sua natura liquida, mentre dalle fratture sul suo corpo colava un misto tra acqua dorata e Ichor.
    Elevò la sua mente, l'immensa potenza emozionale che componeva i sentimenti di un Titano fu fatta quasi manifesta nel placido espandersi della Dunamis, ma lui aveva bisogno di sentire una singola cosa. Di parlare con una sola persona.

    Figlia mia.

    Ti sento, papà.

    ... non so cosa dire.

    Dev'essere fatto.

    Styx. Vorrei che ci fosse un altro modo.

    Anche io, ma non c'è. Vai.

    Oceano abbassò il capo.
    Pensò e pensò, elaborò ogni cosa alla velocità del pensiero, e poi rivolse lo sguardo verso la blasfema unione che dovevano abbattere. Vide la gelosia, la possessività e la follia, solide come una cappa che soffocava ogni cosa. La sua determinazione fu assoluta, non esitò, non tentennò, non ebbe un singolo briciolo di pietà quando cantò dell'amore.
    L'amore infinito che provava verso i suoi figli, il coraggio che derivava dal lasciarli andare e compiere le loro scelte, la gioia che era propria di quando compivano grandi cose e la tristezza che lo assaliva quando fallivano. La comprensione di spingerli avanti, a non mollare e a non arrendersi mai, e vederli riprovare e avere successo. Le note scoppiettarono, l'amore che aveva sentito quando aveva rivisto i suoi bambini fu manifesto.
    Cantò dell'amore per Teti, sua moglie, la parte di realtà a lui affine e che lo comprendeva come nessun altro. Cantò del dolore della mancanza, di quanto si sentiva incompleto senza di lei, ma che questa sofferenza altro non era che l'ennesima prova di quanto tale sentimento fosse vero e puro, onesto e sincero. E, infine, cantò dell'amore verso tutto ciò che esiste.
    Il suo amore verso gli umani, verso i suoi nipoti, anche verso Athena, verso tutti coloro che portava il suo sangue e non, verso coloro che lottano ogni giorno per sopravvivere in un mondo ostile, verso coloro che tengono alto il vessillo del bene a dispetto delle avversità, verso chiunque avesse il coraggio di alzarsi e dire al male che non avrebbe trionfato alla fine, amore verso la speranza.
    Il suo sguardo si fissò di nuovo su Libra. Gli sorrise senza neanche sapere il perché.
    Tutto l'amore di Oceano fu fatto note, fu reso canzone meravigliosa e stupenda, fu compresso ed elaborato e reso numero nell'immenso programma dell'esistenza, fu fatto paradigma opposto a quello della blasfemia dei loro nemici, e fu convogliato nella sacra Freccia di Sagitter.
    Nella speranza che il male potesse finalmente essere sconfitto.






    E, in quel calmo e maestoso vortice di sentimento, vi fu una singola cosa. Una preghiera piccola, passata ad Oceano da una persona lontana ma contemporaneamente vicina, una cosina microscopica e insignificante che si unì alla canzone del Titano per l'indubbia affinità con ciò che aveva espresso.

    Vostra madre vi ama moltissimo.

    Su4sahH

    NOME ● Oceano
    ENERGIA ● Viola
    SOMA ● Daghe {VII}
    FISICAMENTE ● contusioni profonde nella parte anteriore del corpo, vibrazioni sonore passate all'interno, microfratture ossee (in guarigione), esausto, netto dolore spirituale
    MENTALMENTE ● ///
    STATUS SOMA ● profonde fratture e crepe nella parte anteriore

    RIASSUNTO AZIONI ● oppongo alla gelosia tutto l'amore che Oceano è in grado di provare
    ABILITÀ ● Sea of Life and DeathI reach to the abyss Beyond
    Molti possono reclamare controllo sulle acque, alcuni possono persino vantarsi di essere competenti in esso, ma nessuno è in grado di controllare l'elemento nello stesso modo di Oceano, è semplicemente impossibile. Il Titano è stato istruito da Gea e Ponto in persona sui legami tra l'acqua e ogni cosa vivente e nessuno comprende questa realtà meglio di lui, poiché lui E' la realtà del rapporto tra acqua e vita nella sua forma più pura: in primo luogo Oceano non controlla semplicemente l'acqua, ogni singolo atomo dell'elemento obbedisce al suo comando conferendogli la capacità di creare fenomeni che altri possono solo immaginare; può aumentare la velocità del movimento atomico dell'acqua affinché sia rovente, rallentarlo fino al limite estremo per renderla congelante, e addirittura controllare i liquidi all'interno del corpo di qualunque avversario entri in contatto con la sua Dunamis. Può riscaldare tali liquidi fino a farli arrivare al punto di ebollizione, può portare via sangue e fluidi vitali, può far evaporare suddetti fluidi disidratando l'avversario, può generare il fenomeno della cavitazione, ossia creare bolle di vapore su superfici colpite, bolle che collassano su sé stesse generando calore e luce per un breve istante, risultando in spettacolari esplosioni, nulla gli è precluso. Oceano inoltre possiede assoluto controllo sui suoi stessi fluidi vitali, consentendogli di alterarne il flusso nella maniera che più gli aggrada, creando tecniche che gli conferiscono le abilità di Forza, Resistenza o Agilità Straordinarie, uno per tecnica.


    Gift from the DepthsWhat Mother made
    L'armatura di Oceano, la divina Soma, è espressione stessa della sua Dunamis e, come tale, gli conferisce poteri straordinari legati al suo elemento nativo. L'acqua che viene generata dai suoi arti ha capacità taglienti e perforanti pari ad un'arma cosmica e, se il Titano lo desidera, può dare forma fisica a questo potere mediante due daghe, fatte dello stesso materiale della Soma e che risplendono della stessa luce che brilla nelle profondità degli abissi.


    'Tis merely a flesh woundNaught but a scratch
    Il sangue antico che scorre nelle vene dei dodici signori dei Titani è chiamato Ichor, ed è molto più che mero fluido vitale: è Dunamis allo stato liquido, perfezione pura, e le sue particolarità non si fermano al singolare colore azzurro. Innanzitutto l'Ichor, una volta risvegliatosi, cancella ogni cosa che non sia perfetto nel corpo ospite del Titano, iniziando il processo di ricostruzione di ciò che esisteva ai tempi del mito, inoltre ferma il processo di invecchiamento, in modo che l'unica morte possibile sia quella violenta.
    Oltre a questo, l'Ichor possiede straordinarie capacità rigenerative, conferendo al portatore una maggiorata sopportazione del dolore, una lenta e costante guarigione delle ferite più lievi e, una singola volta per incontro, una rigenerazione totale anche di ferite più gravi, fisiche o mentali, a condizione di concentrarsi un intero turno su questa azione. Questo beneficio può essere concesso anche ad un qualsiasi alleato, a patto che il Titano lo reputi degno di ricevere il proprio sangue, ovviamente.


    Okeanos KosmosThe Universe enclosed by the green Sea
    Oceano non è semplicemente il signore delle Acque Ancestrali, padrone di ogni loro segreto, ma egli stesso è un aspetto del suo dominio. Ora che la sua Dunamis ha percorso un ulteriore passo verso la sua autentica evoluzione, il suo più grande potere si è risvegliato.
    In un atto di controllo senza eguali, il Titano può trasformare il suo corpo in acqua, dandogli la forma che desidera seguendo le caratteristiche dell'elemento, come se egli stesso fosse un Costrutto vivente; in tale stato la durezza diventa quella della Soma, conferendogli quindi resistenze irraggiungibili per corpi organici, mantenendo comunque inalterata la sua composizione biologica. Ciò significa che può comunque utilizzare i suoi poteri per garantirsi capacità straordinarie, ma, d'altra parte, sarà comunque soggetto ad effetti che danneggiano esseri organici quali veleni. Tuttavia, in certi casi, può essere quasi impossibile raggiungere i suoi punti vitali per effetto della sua forma così aliena.

    TECNICHE ●

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    « Per Athena! »
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    « I am a dire wolf, prey-stalking, lethal prowler. »
    « I am a hunter, horse-mounted, wolf-stabbing. »
    « I am a horsefly, horse-stinging, hunter-throwing. »
    « I am a spider, fly-consuming, eight legged. »
    « I am a snake, spider-devouring, posion-toothed. »
    « I am an ox, snake-crushing, heavy-footed. »
    « I am an anthrax, butcher bacterium, warm-life destroying. »
    « I am a world, space-floating, life-nurturing. »
    « I am a nova, all-exploding... planet-cremating. »
    « I am the Universe -- all things encompassing, all life embracing. »
    « I am Anti-Life, the Beast of Judgment. I am the dark at the end of everything.
    The end of universes, gods, worlds... of everything. Sss.
    And what will you be then, Dreamlord?
    »
    « I am hope. »

    L'avevano ferito.
    Erano riusciti a colpire quel corrotto, sfigurandolo e danneggiandolo in modo irreparabile ma... non uccidendolo. Avevano dato fondo alle loro energie, scatenando il colpo proibito, ma non era stato abbastanza. E ora, pensò mentre ansimava, le condizioni dei Saint erano peggiori di quelle del corrotto.
    Non avevano fatto altro che farlo infuriare ancora di più. Avevano raggiunto il limite, e ora la gigantesca sfera del colore del sangue che ancora svettava nel cielo avrebbe distrutto Atene e sterminato tutti loro.
    Lottò per riportarsi in piedi, ma non appena riuscì a tirarsi su la testa le girò tanto da riportarla in ginocchio. Si portò la mano davanti alla bocca, rigettando un grumo di sangue. Il suo corpo era scosso da tremiti che non riusciva a controllare. Sarebbe morta così, prostrata a titani corrotti che non si sarebbero fermati a quella città. Avevano lasciato il Grande Tempio senza difese... sarebbe stato un massacro.
    « Perdonatemi... » Esalò in un rantolo, rivolta ad Alexis e ad Achille, che ancora erano al suo fianco. La gola le bruciava tanto che il suo sussurro lo rubò il vento.

    Chiuse gli occhi, non voleva vedere in faccia la sua fine.
    Maledì la sua codardia, il suo corpo inadatto e la sua ampiezza cosmica insufficiente. Era l'allieva di Aleksander Seraf, eppure aveva così poco in comune con lui. Era indegna persino di indossare quell'armatura, sarebbe stato meglio se l'avesse ceduta al suo maestro, che ancora continuava a lottare mentre lei era a terra, inutile.
    Lo sentiva. Percepiva il suo Cosmo, possente e incredibile come a Lemuria. Riaprì gli occhi, li richiuse, si ripulì dal sangue. Sbatté le palpebre, ricevendo brevi flash di ciò che stava accadendo. L'ultimo della stirpe dei Seraf stava contrastando il globo distruttivo del corrotto, opponendo a questo un attacco dall'uguale e incredibile potere. Qualcosa che lei, in quanto Cavaliere del Leone, non aveva mai visto. L'utilizzo più puro dei fotoni, una variante più concentrata e precisa del Photon Burst. Strinse i denti, non poteva, ancora e ancora, affidarsi solo a lui. Era ingiusto ed era crudele. Lui aveva già dovuto guardare un'intera generazione di Saint soccombere prima di lui: non voleva si ripetesse.
    Gli aveva fatto una promessa, tanto tempo prima. Che non sarebbe stato più solo a combattere per Atena, che avrebbe dovuto solo guidarli, insegnare loro l'arte della guerra. Che, una volta liberato il mondo da tutta quella follia, Alek avrebbe potuto finalmente riposare. Era intenzionata a mantenerla.
    Era arrivata al limite: ora poteva solo superarlo. Quei muri che si era costruita attorno, solo per tenersi al sicuro – lei li avrebbe abbattuti.

    Si guardò alle spalle, e scoprì qualcosa che aveva dimenticato.
    Lei l'aveva già fatto. Ogni scelta compiuta durante la sua breve vita l'aveva condotta a quel preciso istante.
    Tutte le volte in cui era caduta – si era sempre rialzata.
    Perché? Perché continuare quando tutto sembrava volerla uccidere?
    Perché procedere su una strada lastricata dal suo stesso sangue, quando sapeva che la destinazione, inevitabile, sarà la morte?
    Un passo dopo l'altro, su gambe tremanti, illudendosi che prima o poi si riceverà quell'abbraccio e quel sorriso capace di rincuorarla.
    Sforzandosi di credere che alla fine, un attimo prima di chiudere gli occhi per sempre, ne sarà valsa la pena. Una vita degna di essere vissuta.
    Perché? Perché rialzarsi, ancora e ancora, continuare a combattere?
    « L'uomo è l'unico animale che si rifiuta di essere ciò che è. » E il suo corpo fu scosso dai sussulti.
    Iniziò a ridere, ancora e ancora, fino alle lacrime. Quei corrotti erano solo un muro sul suo cammino: tra lei e la morte. Ma non era ancora la sua ora – era troppo presto.
    La fine sarebbe arrivata solo quando, dopo essere caduta, non sarebbe riuscita a rimettersi in piedi.

    Gli orrori non l'avevano mai spezzata.
    Quando era dovuto fuggire dalla sua villa sfarzosa, solo lei e sua madre, senza prospettive, aveva accettato quella vita da nomade. Avrebbe potuto lasciarsi andare, crogiolarsi nella perdita di tutte le sue ricchezze, privarsi di un futuro.
    Ma non l'aveva fatto.
    Avrebbe potuto smettere di soffrire in qualsiasi momento. Come quando aveva visto il foro all'altezza della tempia di sua madre, il suo corpo senza vita riverso su di una poltrona logora. Andrea aveva tenuto quella pistola in mano per minuti, forse ore, prima che qualcuno la trovasse. Avrebbe potuto premere il grilletto. Ogni secondo in cui non l'aveva fatto era stata una scelta. Ogni respiro un atto sovversivo.
    Una sfida alla morte.
    E quando, molti anni più tardi, era rimasta da sola nel suo tempio, per sei lunghi anni. A tenere vivo un tempio senza fedeli, a pregare in un luogo che avrebbe dovuto odiare. Se si fosse impiccata, un giorno qualunque, magari nella serra delle rose... nessuno se ne sarebbe accorto.
    Dopo che aveva dovuto dargli fuoco, perché non era più casa sua, perché era stato troppo compromesso. Aveva scelto di vagare per un mondo che lei non conosceva – e che non conosceva più lei.
    Quando era morta contro il titano Giapeto, sacrificando la propria vita per fermarlo. Neanche allora aveva scelto per sé il conforto della umida terra.

    Continuò a ridere, gli occhi annebbiati dalle calde lacrime e dal sangue.
    Quando si predicava nessun futuro, nessun futuro, lei aveva incrociato le dita dietro la schiena. Spingendosi oltre ai limiti del suo sciocco corpo troppo magro, sfidando il destino un'infinità di volte... e vincendo.
    E la risata divenne un gemito mentre, ancora una volta, si riportava in piedi, barcollando e oscillando. Sfidando la gravità e il dolore, reggendosi con entrambe le braccia sul tridente di Libra. Le venne da sorridere all'allegoria: erano, ancora una volta, i suoi compagni il suo sostegno.
    Era per loro che non avrebbe accettato ciò che era. In un mondo di paura e di rimorso, Andrea sarebbe stata una flebile luce. Piccola, eppure resiliente. Quel frammento risiedeva nel suo cuore, sotto quella cicatrice dove le sue stesse catene l'avevano squarciato. Il Keraunos, una minima parte della fiamma della speranza di Zeus, scorreva nelle sue vene.
    Sentì al suo fianco Achille. Incapace di bruciare altro Cosmo, sorrise. Tutta quella speranza, quell'immotivata e caparbia follia, lei gliel'avrebbe donata.
    « È ancora troppo presto per organizzare il nostro sgargiante declino. Siamo sospesi su di un filo sottile tra la vittoria e la rovina. E questo filo – è la speranza. » Era tutto ciò che possedeva. Guardandosi indietro aveva scoperto che era tutto ciò che aveva mai posseduto. Non poteva fare di più.
    Doveva bastare.

    E così, ancora una volta,
    tese una mano tremante verso il cielo,
    sospesa come una promessa.

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    E chiuse gli occhi, il sorriso ancora sul volto.
    Sperando che, una volta riaperti,
    qualcuno l'avrebbe afferrata.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Tagli agli avambracci, ematoma sul fianco. Ferite sparse e profonde sul corpo. Praticamente al limite.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ Athena Exclamation

    Una delle tecniche, se non la, più potenti mai concepite. Per attivarla è necessario che siano presenti almeno tre Gold Saint, che daranno fondo a tutti i propri poteri, urlando il nome di Atena, per scatenare un colpo potenzialmente devastante, capace di distruggere ogni cosa sul proprio cammino. É l'arma definitiva dei Saint, quella che fa superare loro la condizione di umani, potendo generare un potere incredibile. {Tecnica fuori scheda da Gold Saint}


    Riassunto ~ Zelos ci ha mostrato visioni di paura e rimorso, a cui Andrea oppone la speranza.


    Edited by Wild Youth - 10/7/2019, 21:04
     
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    OPERATION AKROPOLIS - Per Athena
    III

    Parlato - Pensato - Methos - Altri

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    I cavalieri di Athena avevano ancora una volta dimostrato che la loro unione era più forte di qualsiasi avversità, che potevano sopraffare qualsiasi avversario se fossero rimasti sempre uniti. Eppure non era bastato per raggiungere la vittoria, anche se potevano sfiorarla con la punta dele dita. Il mostro, pur essendo distrutto nel fisico, si ergeva ancora imponente al di sopra delle loro teste. Stava ancora per scagliare il colpo che li avrebbe distrutti, nonostante buona parte del suo essere non esistesse più. Ora era visibile il suo nucleo, che sembrava essere fuso con qualcos'altro; forse anche le altre creature avevano inglobato qualcosa di simile a quanto aveva acquisito Kratos. Quello era il punto debole, il punto da annichilire per chiudere quella storia... ma era troppo tardi.

    Un raggio di violenza inaudita si diresse verso di loro. Rigel si era concentrato, si sarebbe potuto teletrasportare vicino al nucleo ed attaccarlo da distanza pressochè nulla, magari sacrificando la propria vita; ma un infinitesimo di secondo prima che il ragazzo concludesse l'azione, tutto cambiò. Aleksander si era opposto con il suo essere e con i suoi fulmini, lanciando una tecnica mai vista neanche a Deneb e che bloccò l'offensiva del mostro. Stavano praticamente facendo a braccio di ferro, ma il Lawos non avrebbe potuto resistere in eterno.

    Questa bestia è connessa alla corruzione, non basterà disintegrare il suo corpo! Per distruggerlo completamente dovete colpire il suo nucleo con i paradigmi opposti a quelli incarnati dai tre corrotti. La freccia, la freccia sacra può fare da mezzo per la vostra offensiva. Presto, non so per quanto potrò tenerlo a bada.

    Vide Oceano e i Cavalieri d'Oro di Libra e Leo unire le proprie forze, le proprie emozioni, i propri sentimenti, e li vide convergere verso Achille che si preparava a scagliare la freccia d'oro del Sagittario. Era dunque questo che dovevano fare, contrastare la Corruzione con quanto di umano e positivo risiedeva in loro... ma come fare? Non era certo una scelta facile, e non aveva tempo per rimuginarci sopra.

    Concentrati, ragazzino. Quali prove hai affrontato fino adesso? Cosa ti ha portato qui, oggi? Devi solo ricordarlo... a te stesso, e al tuo nemico.

    Fu allora che capì cosa doveva fare. Lo aveva già fatto in passato, quando aveva affrontato lo spirito dell'Invidia insieme ad Irina e Yamato; il nemico non era stato abbattuto dai loro colpi, ma dalla verità che loro avevano palesato. "Avete capito... In fondo speravo che accadesse, o avrei invidiato per tutta la mia esistenza chiunque sia in grado di avere sentimenti positivi e collaborare senza una ragione..." quelle le sue ultime parole, di un corrotto che sperava di venir sconfitto e trovare la sua serenità.

    Ricordò di come la Corruzione gli aveva infettato la mente dopo che era riuscito a recuperare la spilla; si era ritrovato ad attaccare Bart perchè accecato dalla paura, lo aveva ferito e non credeva neanche di poterlo guardare più in volto. Avrebbe accettato qualsiasi punizione, inclusa la morte. E invece il Cavaliere del Toro lo aveva perdonato, il sollievo aveva invaso il suo cuore quando aveva capito che poteva ancora servire la dea Athena.

    Era quella la chiave, agire contro il male senza combatterlo. Cosa aveva provato affrontando Kratos? Furia, Violenza, Brama di sangue. Lo stesso Methos sembrava provato da quellapresenza, eppure cosa era stato necessario' Mantenere il sangue freddo. La calma. La serenità.

    Si pose davanti agli altri compagni, offrendosi come primo bersaglio se Alek non avesse retto all'impatto, e fece brillare il proprio cosmo, guardando ciò che restava della creatura.

    No, demone. Noi non cederemo il passo, e non saremo sconfitti. Non è necessario il potere in battaglia, ma anche le piccole cose che nel quotidiano avvengono tra di noi possono contrastare la corruzione. Che si tratti di un semplice sorriso, o di aiutare una persona a svolgere il proprio compito per quanto umile esso possa essere, o ancora rimanere a guardare l'alba con un'amica allo spegnersi della notte. Noi sappiamo di essere uniti, di essere una famiglia... nulla può scalfire la nostra convinzione, e nessuna brama di violenza o conquista ci farà abbandonare la nostra serenità.

    E inaspettatamente, a quelle parole, si aggiunse la voce di Methos che per la prima volta fu udibile da molti dei presenti.

    Per secoli ho combattuto guidato dalla brama di sangue, con i soli obbiettivi di sopravvivere e conquistare. A nulla mi è valso tutto questo, fino al momento del mio pentimento. Ho pagato il fìo con la vita, tormentato dal rimorso di non aver fermato quelli che erano stati i miei compagni nel cammino del male, perdendo anche l'amore dell'unica donna che aveva fatto battere per la prima volta il mio cuore, e che mi aveva fatto scoprire sentimenti come la pietà, la misericordia, l'umanità, la gentilezza. Sono passati millenni in cui ho vissuto nel tormento, ma ora l'ho ritrovata. Mi ha perdonato, nonostante tutto. Non più il rimorso alberga nella mia anima mentre cerco la mia redenzione... in me è solo la serenità.

    Normalmente i due si sarebbero messi a battibeccare e a prendersi vicendevolmente in giro, ma ci sarebbe stato tempo anche per quello. Alla fine di quella battaglia, dopo aver vinto... o perso, ma insieme. La luce che sentirono pervadere i loro spiriti li aveva invasi, Rigel cercò di amalgamarla con il proprio cosmo dandole la forma di una sfera.

    Sfera-di-Energia1

    Come si fosse trattato di un fuoco fatuo, il globo di luce si levò lentamente in aria, spostandosi verso l'arma del Cavaliere del Sagittario.

    Addio, Kratos... spero tu possa infine abbandonare la violenza e trovare la tua serenità d'animo.

    Cos'è, sei curioso di vedere se la spunteremo?

    Neanche un po', vecchio mio. Neanche un po'.

    E rimase lì, appoggiato al tridente d'oro di Libra, a guardare cosa sarebbe accaduto.

    y8k159l


    _Marco_Albiero_-Cancer-Omega
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Viola
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Cancro [VII]
    STATUS CLOTH - Indossata.
    STATUS FISICO - Cosmo Straordinario di Libra mode: ON.
    STATUS MENTALE - SERENO. ASSOLUTAMENTE SERENO.


    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - Kratos ha principalmente agito sulla nostra mente con violenza e brama di sangue; Rigel ci contrappone la serenità (e potendo usare ancora il cosmo, ce l'ho aggiunto che male non fa). Ho evidenziato i link nel parlato di Rigel con il sottolineato, mentre per le parole di Methos i presenti sentono solo il suo discorso. Lo scambio di battute finale è in privato, solo nella testa di Rigel.

    CfLyFwD

    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.


    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.


    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    CfLyFwD

    TECNICHE


    Nessuna.



     
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    operation akropolis
    per athena!



    Aveva dato tutto per quell’ultimo attacco. Dopo aver abusato del suo corpo e delle sue energie, era tutto finito. Era caduto in ginocchio, senza più nemmeno la forza di reggersi in piedi.

    E perfino in quelle condizioni sentiva che anche i suoi compagni, guerrieri ben più forti di lui, erano giunti al limite fisico e psicologico.
    I sigilli, come aveva sperato, si erano nutriti della loro potenza, unendo e concentrando ogni stilla di potere nelle loro forme complesse. Li osservò vibrare e poi esplodere, collassando l’uno sull’altro in una successione perfetta ed equilibrata, fino a quando la distruzione raggiunse la sezione di realtà nella quale aveva vincolato lo spazio del titano corrotto, inglobandolo nella geometria. Il colpo fu terribile, se ne rendeva conto, ma non era stato sufficiente. L’avevano solo ferito.

    E la rabbia della triade divenne furia assoluta.

    Gli era impossibile dire quali fossero i suoi sentimenti. Nella sua mente turbinavano una miriade si sensazioni. La delusione sovrastava quasi ogni cosa. Delusione per gli sbagli commessi. E per il fallimento.

    Oh, quanto bruciava quel fallimento.
    Non l’avevano ucciso. Il mostro corrotto li avrebbe annientati con quel piccolo sole di sangue, portandosi via Atene e probabilmente anche mezza Grecia.
    Forse il Grande Sacerdote avrebbe potuto resistere a una simile offensiva, in modo da proteggere tutti gli altri al Santuario per poi sferrare un ultimo colpo. Almeno in quel modo, in teoria, qualcuno si sarebbe salvato. E loro non sarebbero morti invano.
    Il suo corpo non voleva più rispondergli. Si era dovuto reggere con le mani a terra per non cadere in avanti. I muscoli gli tremavano come non mai. Tutta la sicurezza che lo aveva sostenuto fino a quell’istante era scomparsa, spazzata via dal ruggito di dolore del nemico.

    Ancora una volta, fu il Keraunos a salvarlo. A salvarli.
    Attraverso le ombre che gli limitavano la vista, Law vide una luce calda e intensa, che aveva imparato ad associare in maniera istintiva allo sconfinato cosmo del maestro.
    Alek stava facendo da scudo a tutti loro. L’antico guerriero stava sopportando da solo il dolore per garantire a loro di andare avanti.
    Non era giusto. Non lo era mai stato, ma era la loro natura. Come loro giovani guerrieri sopportavano il peso di un mondo da salvare, lui difendeva i cavalieri che combattevano per la giustizia.
    Il vecchio leone aveva combattuto così tante battaglie, aveva abbattuto ogni genere di nemico. Solo uno come lui avrebbe potuto salvarli. Solo lui aveva il potere di guidarli. E così fece, in un flusso di pensieri ed emozioni.

    Grazie.

    Provò ad alzarsi ancora una volta. Le gambe gli bruciavano per lo sforzo. Non c’era più nessun artificio ad aiutarlo. Nessun sigillo a sorreggerlo.
    Avrebbe voluto bruciare il suo cosmo o quello che ne rimaneva, ma perfino il semplice fatto di alzarsi da terra stava richiedendo ogni fibra del suo essere. Aveva già dato tutto. E non era stato sufficiente.
    Non si era mai sentito tanto stanco in vita sua.
    Ma non era il momento di esitare.

    Alek aveva mostrato loro la via, Alexis aveva messo a nudo il cuore del nemico e Achille avrebbe convogliato la loro volontà in un unico attacco.
    Mosse un passo verso i compagni, ma il ginocchio per poco non cedette sotto il suo stesso peso. Respirava a rantoli, ormai. Faticava perfino a espandere la cassa toracica.
    La sfera di energia rossa pendeva sulle loro teste come la lama di una ghigliottina, trattenuta solo da un sottile filo di luce. La sua pressione si faceva già sentire, pesando sulla sua carne come un’intera montagna.
    Era troppo.
    Law strinse i pugni, guardando in alto.

    Perché?

    Fin dall’inizio quei mostri avevano cercato di costringerli alla resa o a combattersi tra loro. Avevano cercato di dominarli, di incatenarli e di trasformarli in parte di loro, parte della Corruzione. Volevano incatenarli a quella macchina oscura fatta di sangue nero e carne marcia che agiva come un’unica mente.
    Volevano spogliarli di ogni cosa. Avrebbero consumato tutto e non sarebbe più rimasto niente delle donne e degli uomini che erano.

    Perché?

    Perché dovrei sottostare a una cosa simile?

    Io voglio vivere, voglio lottare. Voglio piangere, voglio ridere.


    Per tutte le persone che vivono la loro vita malgrado tutto.
    Per la gente del Grande Tempio. Per ogni singolo individuo.
    Per Irit e Mikel che gli avevano regalato uno splendido mantello. E per Gal, la loro figlia, che lui aveva salvato dai corrotti nel bosco.
    Per Tanja, la fornaia che gli regalava ogni giorno un pezzo di focaccia appena sfornata.
    Per Nestore e per il suo assistente, che faticavano così tanto per ciascuno di loro e per le forze di difesa.
    Per Monica, l’infermiera che lo ricuciva quando lui non se la sentiva di disturbare il maestro o l’amica.
    Per le guardie della guarnigione ovest.
    Per tutti gli uomini dell’esercito, che combattevano anche senza un’armatura sacra a proteggerli.
    Per tutti coloro che erano schierati al suo fianco.
    Per Andrea. Per Alek.

    Per Lawrence.

    Voglio essere libero.

    Nessuno li avrebbe mai resi schiavi, nessuno avrebbe mai schiacciato la loro volontà.
    Il suo grido fu potente. Era un grido di liberazione e comprensione. Un grido di sfida. Di coraggio. Un suono prolungato e feroce, una sola sillaba carica di tutto il valore possibile.
    Era tutto ciò che sentiva, tutto ciò che provava tra quelle rovine, dopo una grande battaglia, che in un modo o nell’altro sarebbe stata ricordata.

    Aveva messo tutto sé stesso in quell’atto.

    Ad accompagnarlo, a veicolarlo, una singola scintilla del cosmo che l’aveva sempre sorretto. Una fiammella stanca, in balia del vento, che avrebbe raggiunto la freccia di Achille, dato che il suo corpo non poteva farlo.

    Tramite la luce, affidò qualcosa alla freccia dorata.

    Era il suo orgoglio, che risuonava con gli altri. La sua vita.

    Il suo ego umano, debole e mortale, ma avvolto nell’ardore, nel desiderio di libertà.



    narrato ▼ parlatopensato
    3mr6Mpz
    NOME ♦ Lawrence Solomon Conley
    ENERGIA ♦ Rossa
    CASTA ♦ Saint di Athena
    CLOTH ♦ Silver di Triangolo Australe
    STATUS FISICO ♦ Dolori e contusioni ovunque, ferite sparse, entrambi i timpani lacerati, bruciature, spossatezza da danno spirituale. Praticamente incapace di muoversi.
    STATUS MENTALE ♦ FREEDOM!
    STATUS CLOTH ♦ Bracciali ed elmo in frantumi, pettorale distrutto a destra, schinieri gravemente danneggiati.

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Non potendomi più muovere, trasmetto i miei sentimenti tramite una scintilla di cosmo ad Achille e alla freccia, unendo agli altri la forza della LIBERTÀ per oppormi alla volontà di dominio assoluto e controllo esercitata dai fratelli e dalla corruzione.

    qqLW2dj
    ABILITÀ

    Geometria dell’Ottava Sfera - Sigilli Straordinari
    Attraverso la comprensione delle forme del poligono più elementare, il Saint del Triangolo Australe è in grado di tracciare col proprio cosmo linee e disegni complessi, che racchiudono nei loro intrecci la descrizione e i fondamenti del codice matematico che governa ogni cosa della natura. Per questo motivo, i sigilli creati con tale potere possono agire sul cavaliere, il suo avversario e gli altri esseri (siano essi alleati o nemici), ma anche sull’ambiente circostante e sugli oggetti nel raggio d’azione consentito dalle facoltà dell’utilizzatore. Una volta disegnati, i sigilli possono essere utilizzati per limitare i movimenti dell’avversario, fino al punto di immobilizzarlo o confinarlo. La loro influenza si estende anche al potere di rinforzare o, al contrario, indebolire ciò che viene marchiato.
    La padronanza del Triangolo Australe sulla Geometria Celeste è superiore a quella di un normale sigillatore e le sue creazioni saranno sempre più efficaci, anche se non tanto da rivaleggiare con quelle di un combattente che possieda un maggiore livello di padronanza dell’energia cosmica.


    TECNICHE ♦ ///
     
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    L’avevano colpito, erano riusciti ad incanalare il loro potere ed a distruggere quella mostruosità...tuttavia si accorsero che l’essere non era stato completamente annientato; portava i segni evidenti dell’esito del loro attacco, ma ciò non fu sufficiente per apporre la parola “fine” su quell’abominio.
    Un’eruzione di energia fu diretta verso di loro, Dha si voltò verso i compagni, provò ad attingere cosmo per una nuova barriera, ma si scoprì completamente vulnerabile: aveva riversato nel suo ultimo attacco tutta la sua potenza, aveva spinto il suo corpo allo stremo e come se non bastasse si era pure privata del senso del gusto.

    Provò ad urlare qualcosa verso di loro, ma nessun suono fuoriuscì dalla labbra, residuo della privazione sensoriale...nemmeno la mente riuscì a formulare alcun pensiero:sarebbe morta con quel peso nel cuore e la vista della sua famiglia d’innanzi a lei.

    Ma avvenne il miracolo: Alek si frappose tra loro e l’ondata cosmica, sviluppando un’energia che Dha non aveva mai visto...sentiva quell’immenso potere formicolarle sulla pelle e provò timore di fronte alla portata distruttiva in gioco.

    Le istruzioni di Alek furono abbastanza chiare: una guerra emotiva ecco cosa doveva fronteggiare ora, Libra confermò ciò e fu più pratico mostrando loro cosa fare...uno dopo l’altro i saint ed Oceano si avvicinarono ad Achille, infondendo nella sua freccia un’emozione, un sentimento, un’ideale.

    Dha tentennò, era evidente il disagio della ragazza in quel momento: non aveva mai dubitato, aveva sempre agito pregna e fiduciosa del potere di Athena, ma in quell’ultimo periodo troppe cose stavano accadendo mettendo in discussione tutto. Una prova di fede, questo le veniva richiesto...proprio nel periodo di maggiore titubanza e crisi mistica della ragazza.
    Si guardò attorno disorientata, cercando con lo sguardo qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa che potesse aiutarla a superare quello stallo...in cosa credeva? Perchè sentiva Athena così distante?

    Alzò lo sguardo al cielo e si costrinse a respirare profondamente, cosa desiderava più di ogni altra cosa? La mente fu invasa da una luce bianca che lasciò spazio ad un ricordo:

    “ ...che hai detto ai tuoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", non guardare ai nostri peccati...”


    La voce del parroco che serviva messa quando ancora era una bambina, rimbombò nella sua mente

    “…e donale unità e pace secondo la tua volontà...”

    La chiesa era vuota, da dove proveniva dunque quella voce? Ne cercò la fonte, non trovando nessuno lungo tutta la navata…

    “…La pace del Signore sia sempre con voi...”

    Infine comprese, non era necessario che ci fosse qualcuno a professare o a prendersi i diritti per portare la pace; quella non era solo volontà del suo credo, ma anche di Athena e finché i loro interessi sarebbero stati gli stessi, Dha avrebbe dovuto combattere in suo nome. Athena le aveva concesso Virgo, le aveva fornito i mezzi per incontrare la sua gold cloth, per trovare la sua strada...non aveva importanza per chi lo facesse, se il fine era lo stesso.

    “...Scambiatevi un segno di pace...”

    Il suo cosmo avvampo, ritornò alla realtà, l’aurea attorno a Virgo era di un bianco intenso...espressione di candore, purezza e pace. Convogliò quell’emanazione verso i suoi compagni, ma soprattutto verso la freccia di Achille.
    Quello era il suo segno di pace.

    GkJvmPO
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    NARRATO † PARLATOPENSATO°TELEPATIA°

    NOME † Dhawyth Thew
    ENERGIAViola
    CASTA † Cavalieri di Athena
    CLOTH † Gold Virgo {VII}
    FISICAMENTE † stremata
    MENTALMENTE † combattuta ma motivata
    STATUS CLOTH † discrete

    RIASSUNTO AZIONI † Scambiamoci un segno di pace <3

    ABILITÀ † ///

    TECNICHE † ///
     
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    xOsJWBaNarrato. | -parlato- | °pensato° | °telepatia° | "parlato altri"

    Operation Akropolis - Per Athena!
    Capitolo III
    orHcAwU



    L'Athena Exclamation lasciò i tre gold saint quasi privi di energia cosmica, eppure nemmeno quello riuscì a fermare il nemico. Il cuore di Achille non ebbe tempo di farsi stringere dai morsi della frustrazione poichè mentre il Lawos bloccò l'ultimo assalto della creatura contro di loro una sensazione differente rapì la sua attenzione.

    °possiamo... possiamo usarla...°

    Quasi all'unisono con l'antico guerriero Achille esclamò poche parole che si armonizzarono con alcune di questi.

    -la freccia sacra!-

    Il primo a muoversi fu Alexis che rivolgendosi al nemico, un tempo tre entità distinte, usò non parole d'odio ma di comprensione. Come sempre Libra si rivelava essere un cavaliere molto saggio, financo dai racconti di Gaz, ed il giovane venuto da un altro mondo pareva non da meno. Poggiando una mano sul copri-spalla di Achille sembrò con quel tocco trasmettergli i propri sentimenti, quanto avesse compreso del nemico e come sconfiggerlo.

    °non ho più cosmo... quindi come possiamo fare? combatterli con delle emozioni???°

    Si chiese il giovane Sagittario. Eppure la solita rabbia sfumò forse aiutato dall'amico, lasciandogli un senso di pace. Le mani si mossero quasi automaticamente andando ad afferrare l'arco dorato agganciato e ripiegato dietro il gonnellino dell'armatura; con uno scatto questi si portò in posizione e la sottile corda di cosmica trama ne unì i due capi.

    'CLANG'

    Fu l'unico rumore che fece. Poi con la destra Achille andò a richiamare da in mezzo le ali poste sulla sua schiena la freccia sacra, la freccia ora benedetta da Athena stessa. Alisia era con loro. Alisia voleva che la usassero. Nessuno meglio di lui poteva saperlo.

    GVOp3tj

    Lo sguardo sereno si portò sul mostro, conscio di quanto dovevano fare, tutti. Normalmente irruento e scavezzacollo, stavolta avrebbe atteso ogni singolo compagno prima di agire.

    -Va bene, facciamolo amici miei!-

    La freccia fu incoccata e nonostante alcun cosmo venisse in essa riverso prese ad illuminarsi un poco. I sentimenti di comprensione di Alexis furono i primi ad irradiare il sacro proiettile; Achille poteva percepirne tutto il peso, in contrapposizione al desiderio di schiacciare ed imporsi che la creatura o parte di essa emanava.

    -Vi combatteremo non con la forza, ma con la Comprensione-

    Il secondo a giungere accanto a lui fu Oceano stesso. Il titano poggiò la mano sull'altra spalla del cavaliere della nona casa e pochi istanti dopo Achille sentì scorrere nella freccia, col suo corpo come tramite, tutto l'amore che una creatura così sconfinata poteva aver provato e provare ancora nonostante il proprio destino. Vennero quasi le lacrime agli occhi al giovane, eppure la sua freccia rimase tesa e pulsante di ulteriore energia. Le sole emozioni potevano distruggere l'oscurità? Lo avrebbero sicuramente scoperto a breve.

    -...non con l'odio o la gelosia ma con l'Amore!-

    Fu poi la volta di Andrea. Troppo stanca per la dura prova dell'Athena Exclamation pur vicina ad Achille potè solo tendere la mano al cielo passandogli tutta la speranza che possedeva; digrignò i denti il cavaliere, avrebbe voluto afferrarle la mano e sostenerla ma ora le aveva entrambe impegnate a reggere le sorti di tutto. La freccia si caricò ancor di più, come mai aveva fatto prima.

    aVeBwdp

    Achille si sentì rinvigorito quando i sentimenti della giovane Saint di Leo lo attraversarono poco prima di rifluire nella punta dorata. La speranza, il sentimento umano più potente capace di sovvertire qualsiasi regola o esito.

    -Veicolando i nostri cuori con la Speranza che supera ogni paura...-

    Rigel di Cancer, conosciuto all'epoca da Achille quando ancora vestiva argentee spoglie, convogliò i suoi sentimenti tramite un piccolo fuoco fatuo che andò a danzare sulla freccia per poi svanire contro di essa. Una profonda serenità investì il giovane arciere che in cuor suo ringraziò il compagno per ciò che gli aveva trasmesso... adesso non aveva davvero più dubbio alcuno! Tutta la rabbia proveniente dal nemico pareva impotente innanzi a tutto ciò.

    -....spegneremo la vostra rabbia!-

    Perfino il valoroso silver di Triangolo, Lawrence, che tanto si era distinto in cotal frangente non fu da meno. Stremato fisicamente riuscì a trasmettere la propria volontà tramite un'ultima scintilla di cosmo. Questa colpì sia l'arciere che la freccia, il desiderio di Libertà che il compagno aveva voluto trasmettere per giungere alla vittoria fu accolto e convogliato in quest'ultima, le guance dell'esecutore ormai rigate da calde lacrime per tutte le nobili emozioni che stava accogliendo dagli astanti.

    -Noi ora rivendichiamo la Libertà di esistere...-

    Ultimo non per importanza arrivò anche il contributo di Virgo. La fanciulla inviò a chiudere quell'immaginario cerchio da loro formato donando al compagno e allo strumento che questi reggeva un senso di Pace così profondo e intenso che per poco non gli venne desiderio di abbassare l'arma. Ormai la freccia era al culmine, non di cosmo, ma di cuori, non di aggressività, ma di sentimenti si nobili dal far fluire copiosamente le lacrime del custode della nona casa.

    °grazie ai vostri doni, questa sarà la freccia più potente che mai scaglierò in tutta la mia vita!°

    Socchiuse gli occhi per un attimo inviando quel breve messaggio telepatico ad ognuno dei presenti. Poi riaprì gli occhi che nonostante la fatica ribollirono di bagliori dorati.

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    PER PROTEGGERE LA PACE VI SCAGLIEREMO CONTRO I NOSTRI CUORI, PER MEZZO DI QUESTA FRECCIA DORATA! DESTATEVI!

    Le dita della mano destra meccanicamente lasciarono quindi la presa sulla corda, permettendo al proiettile di partire libero e certo verso il suo bersaglio. Il nucleo stesso del nemico.

    NMirllH

    Per la seconda volta quindi Achille lanciò la sacra reliquia benedetta dal volere di Athena, ma per la prima volta essa fu usata non per raccogliere cosmo e distruttività bensì quei sentimenti positivi che rendevano l'essere umano così grande! Non ebbe incertezza alcuna, il fiato trattenuto durante lo scocco come il più abile degli arcieri... era stato tutto assolutamente perfetto, ora restava solo di attenderne l'esito.

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    PERSONAGGIO Achille
    MORALE Caotico Buono
    DIVINITÀ Athena, dea della Giustizia
    CASTA Gold Saint di Atene
    CLOTH Gold Sagittarius Liv.VIII
    COSMO Energia Viola
    SUPER-SENSI (7) Manashiki
    CONDIZIONI CLOTH [ indossata ] intatta.
    STATUS PSICO/FISICO [PRECEDENTE] danni nelle parti non protette completamente dall'armatura dovuti al continuo combattimento contro le propaggini di acciaio e detriti. Piccoli danni dovuti alla gragnola di costrutti, animo in subbuglio a causa dell'urlo ma forte della sua tempra e delle sue stelle tiene a freno l'ira come precedentemente. Danni subiti in minor parte dall'attacco sonico finale, mitigato dall'armatura e dalla protezione del cosmo. [ATTUALE] pochi danni dai residui delle meteore gestite dalla difesa combinata dei compagni, alcuni danni spirituali dovuti all'inefficacia della propria difesa. Stremato a livello Cosmico a causa dell'Athena Exclamation lanciato.

    RIASSUNTO AZIONI bien, mi accorgo ovviamente dello sblocco della freccia simultaneamente ad Alek, come prerogativa del ruolo di Arciere della Dea. Permetto ai miei compagni di convogliare ognuno al proprio modo, i sentimenti con cui contrastiamo quelli del nemico, legando tutto alla fine con la fiducia in loro nello scocco della Freccia D'Oro. Per l'accumulo avendo avuto autorizzazione usiamo l'abilità speciale Benedizione di Athena riportata nella mia scheda.








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    DONO DI CHIRONE

    risvegliato il retaggio del saggio Chirone, il mitico centauro mutato nella costellazione del Sagittario dallo stesso Zeus, il Saint può spingere la propria vista tanto lontano quanto lontano è il male che egli va cercando; una volta individuato il luogo da raggiungere, il Cavaliere può avvolgersi col proprio cosmo che si manifesterà a guisa di ali dorate, per teletrasportarlo in qualunque dimensione desideri per remota che sia (Teletrasporto). Inoltre la sicurezza nei propri mezzi e la ferrea volontà di non piegarsi di fronte a nessun nemico permette al dorato centauro di sfruttare appieno il proprio cosmo apparentemente senza sforzo. In sostanza egli è sempre in grado di raggiungere il limite estremo concessogli dal proprio livello energetico (Cosmo Straordinario).


    RESISTENZA STRAORDINARIA

    il fisico da guerriero, forgiato assieme al potente cosmo innato, gli permette di raggiungere una resistenza quasi sovrumana al dolore e alla fatica. Il dorato centauro può continuare a combattere in qualsiasi condizione fisica: privo dei cinque sensi, menomato negli arti, con i centri nervosi bruciati o in extremis addirittura privato del cuore stesso! Fintanto che volontà e fiducia nel proprio cosmo lo sostengono egli perdura nella lotta. Ciò non lo rende immune al dolore o all'inevitabile morte dovuta a danni eccessivi, semplicemente il controllo che ha sul corpo e sulla percezione stessa di male e affanni è tale da ergersi impavido laddove i più crollerebbero esanimi.


    TEMPESTA PRIMORDIALE

    Dai tempi del Mito si è risvegliato nel Cavaliere l'antico potere che pare fu sottratto dalla Dea stessa al gigante Tifone; gli elementi di Vento e Fulmine, condensati in quella piccola frazione generata dalla rabbia stessa del gigante, furono consegnati al cosmo del Cavaliere d'oro più caro, con il compito di difendere i mortali financo da divini pericoli. Forte della folgore e del vento che uniti simboleggiano appunto la tempesta, il Cavaliere può plasmare tecniche pregne di tali elementi aumentandone così il potenziale distruttivo.


    MANASHIKI "Settimo Senso"

    o anche detto Settimo Senso, questo è il vero primo passo per una maggiore comprensione di se e dell'Universo. A tale stadio il Cavaliere ormai maturo ha ottenuto totale padronanza del Sesto Senso e del Micro Cosmo nascosto dentro di se; con questa nuova conoscenza questi può attingere energia dall'Universo stesso accedendo al Macro Cosmo al di fuori di se. Grazie al Settimo Senso la capacità distruttiva di un Cavaliere aumenta notevolmente, permettendogli inoltre di valicare il limite della Velocità del Suono e raggiungendo finalmente l'insuperabile Velocità Luce. [Sbloccato ad Energia Viola]


    TELEPATIA

    capacità invero comune ai cavalieri di alto livello, permette di parlare senza l'ausilio della favella a una o più persona anche da notevole distanza; gli basterà conoscere il volto o il cosmo di colui o colei che vuole raggiungere per proiettare la propria voce nella mente di questi. Tale abilità non può essere usata per leggere o influenzare la mente altrui in combattimento, riducendola ad un mero strumento per comunicare con compagni lontani o in modo discreto senza l'uso delle parole. [Sbloccata ad Energia Blu] [uso GdR-Only]



    ApYS3NR
    FAVORE DI ATHENA

    abilità unica dei devoti di Athena e suoi cavalieri, permette al Saint dopo averne invocato il potere forte della propria fede, di resistere per un singolo turno di gioco, in qualsiasi contesto narrativo, a condizioni che normalmente gli impedirebbero di agire quali illusioni, perdita dei sensi, ingenti ferite o altro; questi potrà quindi agire quando molti altri non ne sarebbero in grado, sebbene per pochi istanti. [casta dei Saint Only]


    ARCO DI GIUSTIZIA

    il Cavaliere può usufruire del dorato arco generando egli stesso frecce di cosmo a guisa di proiettili, in un numero variabile in rapida sequenza. L'arco e la freccia d'oro hanno la medesima resistenza dell'armatura. La freccia utilizzata come proiettile può tornare alla cloth in un lampo di luce dorata anche se dovesse essere trattenuta in qualche modo; se perduta può essere riforgiata dai riparatori di armature.
    ϡ La Forza di Uno: la freccia d'oro utilizzata in battaglia dal Cavaliere per suo bisogno o volere è da considerarsi in termini di perforazione un (1) livello cosmico superiore per calcolarne il grado di armatura superato.
    ϡ La Forza di Molti: tramite la freccia il suo custode può accumulare oltre al proprio cosmo anche quello che vi gravita attorno, sia esso di creature viventi o decedute (in tal caso deve trovarsi nel luogo ove sono avvenute le morti) purché favorevoli alla causa e alle intenzioni del Cavaliere; si narra che i dodici Gold Saint possano unendo così i propri cosmi generare un puro raggio di luce perfino nel punto più profondo dell'Ade (Gdr-Only).
    ϡ Benedizione di Athena: qualora sia la dea a richiedere o autorizzare l'uso della freccia contro un particolare nemico, divino o mortale, l'arma acquista la capacità unica di poter superare qualsiasi tipo di grado di protezione e materiale, in combinazione solitamente con l'accumulo di cosmo altrui per potenziarne gli effetti distruttivi (Gdr-Only con autorizzazione del Master).



    EwzbLl3
    ATOMIC METEOR FIST

    In tale tecnica viene riversata tutta l'irruenza e forza del cavaliere d'oro. Dopo aver accumulato il proprio cosmo nel pugno questi lo scaglia in avanti generando una miriade di colpi infusi del potere del fulmine e sferrati alla velocità massima consentitagli; si narra che un Gold Saint forte del settimo senso possa arrivare a lanciare un milione di colpi in un istante, grazie alla velocità luce. Tutta l'area d'effetto innanzi al Saint verrà colpita da tale assalto; egli può lanciare questo colpo da fermo, in corsa o addirittura durante un salto, poichè accumulare cosmo fino al massimo potenziale è un'azione semplice e quasi naturale per lui. I pugni scagliati in tal modo assumono l'aspetto di una pioggia di sfere cosmiche allungate che genereranno danni fisici e da elettrocuzione.


    ATOMIC THUNDERBOLT

    Il cavaliere d'oro lancia una miriade di colpi alla massima velocità consentitagli, per poi raccoglierli in un unico punto limitandone l'estensione ma aumentandone le potenzialità distruttive; tutta l'energia viene infatti concentrata anziché 'dispersa' su una zona più vasta. Anche in questo caso egli può lanciarla da posizioni differenti, a seconda della situazione; il colpo inizierà come uno sciame di sfere cosmiche infuse del potere del fulmine, che si uniranno in un'unica grande sfera allungata carica di crepitante elettricità. I danni causati sarebbero di tipo fisico e da elettrocuzione


    SUPERNOVA EXPLOSION

    Il Saint incrocia le braccia accumulando cosmo sui palmi delle mani aperti e rivolti verso l'esterno; su di essi si formano due grosse sfere d'energia fra le quali avviene un violento scambio di energia. Quando il Saint è pronto fa scattare le braccia allargandole e facendole così sovrapporre e collassare in una impressionante esplosione cosmica, similmente a due stelle che attirandosi generano una supernova appunto. Per altri guerrieri tali esecuzione potrebbe richiedere più tempo, ma non per il protetto della costellazione del Sagittario poichè l'atto di spingere al massimo il proprio cosmo è un'azione quasi naturale. La deflagrazione avverrà a 360° investendo l'area d'effetto e potendo così causare pericolosi danni energetici. Si dice che tale tecnica fosse utilizzata anche dal primo Cavaliere del Sagittario e la sua ultima incarnazione, Stephane.


    ATOMIC PLASMA


    Tecnica anche nota come LIGHTNING PLASMA e tramandata storicamente fra il cavaliere del Sagittario ed il cavaliere del Leone, essa è il perfezionamento del METEOR FIST, portato al suo culmine infondendovi pienamente il potere della Folgore. Il Saint lancia al massimo del proprio cosmo qualcosa come un milione di raggi di Plasma, l'essenza stessa del fulmine in natura, intessendo in tutta l'area d'effetto un fitto reticolo luminoso causato dalla carica elettrica dei suddetti. Le intersezioni presenti nella trama luminosa causeranno esplosioni di cosmo in modo completamente imprevedibile, che genereranno in aggiunta danni da elettrocuzione. Il Saint può scegliere se lanciare la tecnica attorno a se, potendo ad esempio tentare di colpire senza doversi girare nemici presenti alle sue spalle, oppure concentrarla in un'area più delineata innanzi o di lato; sarà comunque la sorte a decidere quali della miriade di colpi lanciati andrà a segno, rendendo ininfluente individuare i bersagli a patto che essi siano nel raggio d'azione della tecnica stessa. NOTA: A differenza della tecnica utilizzata dallo stesso Leo, mancando dell'elemento Luce essa perfora e taglia di meno non essendo da lui lanciata, ma procurerà come indicato solo danni da cosmo ed elettrocuzione.


    ATOMIC BOLT

    Altra tecnica tramandata storicamente fra il Cavaliere del Sagittario ed il Cavaliere del Leone e nota come LIGHTNING BOLT, essa è tanto semplice quanto letale. Dopo aver creato un vuoto d'aria innanzi a se tramite la pressione del pugno, in seconda battuta il Saint ne rilascia all'interno il proprio cosmo intriso del potere della Folgore, che a guisa di sfera energetica crepitante lo percorre alla velocità della Luce; tale sfera similmente ad un fulmine globulare si schianterà sul bersaglio esplodendo in una potentissima e letale, qualora non si abbiano protezioni adeguate, scarica elettrica; i danni eventualmente causati saranno principalmente da elettrocuzione. Per sua stessa natura tale tecnica è utilizzabile quasi esclusivamente su bersaglio singolo, con un percorso lineare dal Saint fino all'estensione massima del suo potere. NOTA: A differenza della tecnica utilizzata dallo stesso Leo, mancando dell'elemento Luce essa perfora e taglia di meno non essendo da lui lanciata, ma procurerà come indicato solo danni da cosmo ed elettrocuzione.


    LIGHTNING FLAME

    Forse la più difficile delle tecniche in possesso del Saint, essa lo costringe ad investire più tempo per attuarla. Nella fase normalmente adibita alla difesa questi lancia l'assalto chiamato ATOMIC NING PLASMA con il quale investire tutta l'area d'effetto attorno a se di crepitanti raggi di plasma; spingendosi oltre tale potere genererà il FLASHOVER, ovvero la voluta collisione dei raggi in modo tale che si inneschi una violentissima reazione trasformandoli in lampi impazziti. In tal modo sarà quanto meno difficile avvicinare il Saint che si trova proprio al centro di tale tempesta; se non viene interrotto egli rilascia una seconda scarica di plasma per convogliare i raggi ed i lampi in un arco di pura elettricità sopra di se, arrivando così alla fase denominata ARC PLASMA. La tecnica è finalmente pronta per essere lanciata, il Saint non dovrà fare altro che stendere le braccia verso la zona da colpire per rilasciare l'arco in una sorta di vortice energetico nel tentativo di circondarla, con un potere talmente al di sopra delle normali folgori da generare letteralmente fiammate ad altissimo Voltaggio. Tali fiamme non sono prodotte direttamente dal cosmo del Saint, bensì una conseguenza della potenza raggiunta dal suo controllo del Fulmine; affinché la tecnica si chiuda il cavaliere necessita che l'area attorno a se sia già pregna di crepitante elettricità, aggiungendovene altra e facendola scontrare ottiene la tempesta di fuoco e lampi desiderata.


    LIGHTNING TELIOS

    Questa difficile tecnica porta al massimo potenziale l'attacco del Fulmine, divenendone espressione definitiva a livello distruttivo. Il Saint genera un ATOMIC BOLT con il solo scopo di farlo immediatamente implodere su stesso tramite la manovra denominata LIGHTNING IMPLOSION, per ridurne le dimensioni e aumentarne il potenziale elettrico in modo sorprendente; afferrato ciò che ne resta con la mano, il Saint tenterà di portare un colpo diretto verso il proprio bersaglio entrandovi in contatto, rilasciandone all'interno tutta la possente carica elettrica compressa generata dopo l'implosione. Qualora l'avversario non riesca a difendersi adeguatamente o evitare il colpo, il suo corpo verrà dolorosamente trapassato dalle folgori che fuoriuscendo si tingeranno di rosso a causa del sangue stesso del malcapitato! Non occorre certo far notare cosa possa causare ad un organismo vivente l'essere folgorato e trapassato da una potenza maggiore a quella di un Fulmine. Tecnica di non semplice attuazione, poichè prevede il contatto diretto con il bersaglio, ma davvero letale e distruttiva qualora non incontri la giusta resistenza.


    INFINITY BREAK

    Il cavaliere espande il proprio dorato cosmo accumulandolo fra i palmi in una sfera crepitante di energia oppure convogliandolo direttamente in una mano, il colpo si dipanerà quindi con movimento a spirale generando una miriade di frecce di Luce le quali tenteranno di colpire i nemici designati presenti nell'area d'effetto; è uso veicolare tale flusso direzionandolo con ampi movimenti delle braccia manipolandolo grazie al controllo del Vento, attraverso il quale può creare un effetto rotatorio per aumentare l'efficacia penetrativa di ogni singolo proiettile; ogni freccia è percorsa internamente da una potente carica elettrica per generarvi calore rendendole roventi. Qualora lo desideri il Saint può far partire l'attacco dal basso verso l'alto o dall'alto verso il basso, in ogni caso il numero di frecce generato è enorme; il mero effetto ottico sarà una sorta di intricatissimo reticolo di luce dorata tessuto dalle suddette. Nel caso in cui la resistenza del materiale venisse superata, le frecce potrebbero trapassare letteralmente armature e corpi non sufficientemente difesi e causare inoltre danni da ustione. Il cavaliere può decidere di far convergere lo sciame di frecce su di un singolo bersaglio oppure liberarlo a 360° ad area o su bersagli multipli. Variante di Sorpresa: è possibile lanciare la tecnica per realizzare un attacco di sorpresa, rilasciando il cosmo nel terreno e facendo così propagare in esso la spirale di frecce le quali sbucheranno inaspettatamente dal suolo, tentando così di cogliere in fallo gli eventuali nemici. Absolute Tecnique: la tecnica viene lanciata come se il cavaliere fosse di un livello energetico superiore a parità di potenza e potere distruttivo, Monouso ad Incontro.


    CHEIRON LIGHT IMPULSE

    Convogliando il proprio cosmo in entrambi i pugni il Saint crea un devastante tornado intriso d luce dorata per spazzare via ostacoli e nemici; il Saint potrà tentare di colpire ciò che gli si trova innanzi, arrivando perfino a poter domare perigliose fiamme estinguendole. I danni causati sarebbero di tipo prettamente fisico ed in parte energetico.
    Pugni Uniti verso il Nemico: è la prima forma della tecnica, utilizzata per colpire ciò che ha di fronte essa si propagherà in avanti via via allargandosi; sarà così possibile tentare di colpire o spostare grossi bersagli anche a distanza, purché nel raggio d'azione del Saint.
    Pugni Divisi verso i Nemici: seconda variante, sempre portata con i due pugni ma questa volta essi non devono per forza essere allineati; in tal modo il Cavaliere può colpire su due fronti riducendo però le masse spostabili e la forza d'impatto finale. Può essere utile per tentare di colpire e spazzare via avversari posti ai fianchi del Saint, oppure per direzionare in due segmenti diversi innanzi a se il colpo.


    CHEIRON THYELLA

    Il Cavaliere rilascia il proprio cosmo dopo averlo rapidamente accumulato, il quale si scatenerà, simile a bufera dorata, su tutta l'area di effetto a 360° con il Saint stesso come centro. Tale bufera sarà essenzialmente un vortice d'aria tagliente intrisa di cosmo, rilasciato assieme ad esso, generato dopo che le sue braccia scattano verso l'esterno, a prescindere dove siano i nemici o se siano visibili o meno ai suoi occhi. L'estensione del vortice ed il suo potere offensivo dipendono dal livello cosmico del Cavaliere che lo genera, così come la probabilità di non essere spazzati via dall'esplosione cosmica e lacerati dalle sferzate d'aria dipende dal potere difensivo di coloro che vi si trovano in mezzo.


    CHEIRON LAST STAND

    Unica posizione difensiva del Cavaliere evolutasi col tempo assieme alla sua maggiore padronanza del cosmo. Essa consiste nella creazione di una fitta trama di frecce che a prima vista non sembra quasi composta da costrutti ma da mera energia lucente; per crearla il Cavaliere alza il braccio e dal palmo aperto della mano genera una piccola sfera di cosmo dalla quale si dipanano le frecce, similmente alla sua tecnica di attacco principale; tali costrutti sono inoltre percorsi in superficie da violente scariche elettriche. Quando la trama si è ben consolidata prende la forma finale di una sfera inglobando l'esecutore per il tempo necessario alla difesa, che tenterà di proteggerlo a livello sia fisico che energetico: tale forma permette al Cavaliere di tentare di proteggere una seconda persona al suo interno.


    SHADOW ARROW

    Tecnica prettamente tattica, essa permette al gold saint di generare una freccia d'ombra capace di colpire e 'bloccare' l'ombra dell'obbiettivo sulla superficie sulla quale essa è proiettata, impedendo a questi di muoversi dal posto. Questa particolare freccia non arreca alcun danno ne paralizza, semplicemente il soggetto colpito non potrà abbandonare il punto in cui è stata 'inchiodata' la sua ombra; non gli verrà altresì impedito in alcun modo l'utilizzo di cosmo o muovere parte del proprio corpo senza però poter abbandonare il punto in cui si trova. La freccia è da considerarsi una creazione generata dal cosmo del cavaliere, spezzandola ci si potrà liberare dalla sua morsa.



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    ATHENA EXCLAMATION

    Si tratta forse della tecnica più potente che sia mai stata concepita. Come suggerisce il nome essa richiama l'urlo di Athena, una tecnica quindi che può essere utilizzata solo in caso di crisi mondiale poichè proibita da Athena stessa. Per l'evocazione di tale potere, tre Gold Saint o Gold Specter dovranno riunirsi formando un trio d'attacco, bruciando il loro Cosmo al massimo evocheranno così una cupola cosmica tanto potente da poter distruggere tutto ciò che li circonda entro un raggio di decine di chilometri. Tale tecnica è da definirsi "Finale", pertanto una volta utilizzata tutti e tre i Cavalieri non saranno più in grado di utilizzare il proprio Cosmo durante lo stesso scontro.

    raggio Tecniche 1000m., Incrina Liv.V/ Rompe Liv.IV-I, Velocità Luce con difficoltà


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    Edited by Ichi® - 14/7/2019, 15:13
     
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    Per Athena! - Acropoli di Atene

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    La freccia è come un cometa dorata che solca il cielo, un faro di speranza nelle tenebre più oscure. Carica delle vostre emozioni più pure, della vostra forza interiore, di ciò che rende i Saint diversi da ogni altro guerriero sulla terra. Affiancati da uno degli antichi re dell'universo compite un miracolo che nessun altro poteva sperare di compiere. Il dardo sacro si conficca nel nucleo della bestia che ruggisce di dolore mentre la sua stessa essenza viene spaccata, disintegrata atomo per atomo. L'energia che avete incanalato sembra bruciare il corrotto cuore del mostro, annullandosi a vicenda con esso e infine sparendo in una poderosa esplosione di luce che quasi vi sbalza via. Quando questa si dissolve dell'ora nemica non c'è traccia, così come del colossale avversario che avete affrontato. Alek avanza verso di voi, il braccio destro è lungo il fianco coperto da ustioni e profonde ferite, sorridente e fiero. Vi guarda mentre il suo cosmo dorato vi raggiunge, lenendo le vostre ferite. Il suo sguardo si soferma su Oceano. Uno sguardo duro, quello di un generale che va in guerra ma al tempo felice di aver avuto al suo fianco un guerriero di tale forza.

    Re dei Mari, il nostro debito è saldato. Spero che questa battaglia ti abbia dimostrato quanto di buono c'è nell'umanità, quanta forza gli uomini posso mettere nel difendere ciò che amano. La guerra sarà lunga e spero che tu e la tua stirpe possiate essere al nostro fianco per ricacciare il male nell'abisso che lo ha generato, per poi governare con noi una realtà libera dall'oscurità.



    Quando il suo sguardo si posa sui suoi compagni d'arme lo sguardo cambia, diventa pacato e paterno, felice che nessuno abbia perso la vita e fiero di come hanno affrontato le avversità.

    Fratelli miei, abbiamo vinto questa battaglia, abbia liberato Atene e sconfitto l'oscurità. Ma non dobbiamo fermarci a questo, ora che la luce è tornata a splendere sulla nostra terra dobbiamo incalzare il nemico. Dobbiamo combatterlo in ogni strada, in ogni città per dimostrare a lui e al resto dell'umanita che la speranza avvampa!



    Alza il braccio sinistro al cielo e da esso scaturisce un gigantesco raggio di luce che si innalza per centinaia di metri.

    In questo giorno noi reclamiamo ciò che è nostro di diritto! Il nostro diritto ad un futuro! Il nostro diritto a vivere in un mondo di luce e speranza! La vittoria sarà nostra Cavalieri, perché non importa quanto lunga è la notte, l'alba arriva sembre a spazzare le tenebre!









    Note del master: Abbiamo finito. Grazie a tutti per l'impegno e lo spettacolare risultato ottenuto. Spero vi siate divertiti e che la quest vi abbia fomentato e riscaldati per bene in vista di cosa sta per arrivare. =D
     
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    E così fu fatto. La freccia sacra di Sagitter perforò le tenebre come una saetta, raggiungendo il bersaglio senza errore alcuno, consegnando a destinazione tutto il potentissimo carico emotivo che conteneva: il bene aveva sconfitto il male, la giustizia aveva trionfato, la speranza aveva prevalso. E perché Oceano non la sentiva come una vittoria? Perché, quando la freccia aveva colpito il nucleo dei suoi nipoti, aveva sentito il suo stesso cuore venire perforato? Perché si sentiva così male? Perché questo era l'amore, così potente e contemporaneamente così doloroso, e il fatto che la morte di Bia, Zelos e Kratos fosse necessaria non voleva dire che Oceano fosse felice al riguardo.
    I figli di sua figlia erano bruciati sull'altare della giustizia, il doloroso sacrificio che bisogna fare garantire al mondo pace, l'ennesimo che lui e la sua stirpe avevano compiuto. Quante altre cose avrebbero dovuto perdere alla fine? Quanto avrebbero sofferto, quanto avrebbero dovuto lasciare andare? Eppure non c'era rimpianto in lui, solo un dolore infinito e profondo quanto gli oceani. Era necessario, doveva essere fatto, questo si diceva e si ripeteva freneticamente come un mantra, per giustificare il fatto di aver assistito all'omicidio della sua famiglia. Dei suoi nipoti.
    Erano corrotti, dovevano essere purificati, era necessario.
    E allora perché faceva così male? Significava questo soffrire come un umano?
    Era così strano, così doloroso.
    Ritornò nella sua forma umanoide, ma i segni della battaglia erano ben visibili su di lui: il suo corpo era attraversato da profonde spaccature, come fratture sul vetro, che stavano lentamente chiudendosi, e il suo sguardo era vuoto, vitreo. Perso in altri pensieri.

    Posò le spade di Libra a terra, con la delicatezza che si doveva a delle reliquie di cotanto potere, in modo che il loro proprietario potesse infine recuperarle. Guardò Aleksander, valoroso oltre ogni dire, e gli sorrise quando si rivolse a lui. Annuì con decisa determinazione alle sue parole, che alludevano a qualcosa di ancora più glorioso in serbo per il loro futuro, un qualcosa che sarebbe dovuto essere definito meglio in seguito, ma che partiva dalle basi migliori. Sì, sarebbe stato un onore ulteriore ergersi di nuovo al fianco del Re Santo.
    Si avvicinò a lui, con passo sempre meno incerto, battendo una singola volta la mano sulla spalla di quel vecchio guerriero. In silenzio, non gli servivano parole per comunicare quello che Oceano sentiva, era certo che Aleksander potesse comprendere il dolore della sua perdita. Lo oltrepassò, lasciando la scena ai Saint di Athena, guerrieri sacri di sua nipote, poiché dopotutto questo era il loro momento, la loro città, la loro vittoria.
    Avanzò, allontanandosi leggermente rispetto agli altri, il suo sguardo alto nel cielo, nel punto dove un tempo si trovavano i tre. Attese che Aleksander finisse di parlare, poi la sua mente si proiettò in un turbinio di attività, possibile solo grazie alla sua incalcolabile capacità cognitiva. Girò leggermente lo sguardo verso Libra, sorridendogli di nuovo, contattandolo nella sicurezza delle loro menti.

    Una volta che ti sarai riposato, figliolo, vorrei parlarti in privato, se possibile. Rimarrò in zona per un po', sarà facile trovarmi. E grazie per avermi dato l'occasione di brandire armi così sopraffine in nome della giustizia.



    E poi il suo sguardo si rivolse di nuovo al cielo.

    Papà...

    Figlia mia...

    Ed eccola la cosa più dolorosa di tutte, la cosa che stavo dilaniando Oceano più di ogni spada, più di ogni freccia, più di ogni altra. Il sentire le lacrime di sua figlia. Nessun padre vuole che i suoi figli soffrano, che piangano, che si disperino. Anche per loro combatteva, per non sottoporli alla sofferenza portata dal male infinito, eppure aveva fallito. Oceano, il primo dei Titani, l'invincibile guerriero e il saggio Imperatore, aveva fallito.
    Non aveva protetto sua figlia.

    I miei bambini... mio marito... sono tutti morti... sono... non ci sono più... papà... perché? Papà...

    Lo sentiva. Il suo dolore, la sua impotenza, tutto quello che Styx stava provando lo stava inondando come un torrente. Le mani gli tremarono, si morse il labbro a sangue, i suoi pensieri e la sua musica raggiunse quella di sua figlia, avvolgendola e abbracciandola con delicata certezza. La sentì rispondere all'abbraccio, ma con tutta la disperazione che solo una madre sola al mondo può provare.
    Altre note si levarono nell'arazzo universale, una dopo l'altra, a migliaia. Oltre seimila, i fiumi e i mari di tutto l'universo.

    Papà...

    Shhhh. Non sei sola, bambina mia, non sei sola, ci sono io con te, la tua famiglia è con te. Shhhh... andrà... tutto bene. Andrà... tutto... bene.

    E, mentre la sua mente era impegnata nel sostenere il dolore più grande di tutti, con la voce dell'inconscio rotta dall'emozione, Oceano si rese conto di star piangendo; lacrime verdi, un liquido quasi fosforescente, stavano scorrendo senza alcun ritegno sulle sue guance, cadendo a terra in un ticchettio lento e ritmato.
    Non le represse, non in quel momento.

    Ah, sta piovendo.

    Disse con la sua voce umana, a nessuno in particolare, mentre si tenne la fronte con la mano. Stava ancora guardando il cielo.

    Già, sta piovendo a dirotto.

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    NOME ● Oceano
    ENERGIA ● Viola
    SOMA ● Daghe {VII}
    FISICAMENTE ● contusioni profonde nella parte anteriore del corpo, vibrazioni sonore passate all'interno, microfratture ossee (in guarigione), esausto, netto dolore spirituale
    MENTALMENTE ● ///
    STATUS SOMA ● profonde fratture e crepe nella parte anteriore

    RIASSUNTO AZIONI ●
    ABILITÀ ● Sea of Life and DeathI reach to the abyss Beyond
    Molti possono reclamare controllo sulle acque, alcuni possono persino vantarsi di essere competenti in esso, ma nessuno è in grado di controllare l'elemento nello stesso modo di Oceano, è semplicemente impossibile. Il Titano è stato istruito da Gea e Ponto in persona sui legami tra l'acqua e ogni cosa vivente e nessuno comprende questa realtà meglio di lui, poiché lui E' la realtà del rapporto tra acqua e vita nella sua forma più pura: in primo luogo Oceano non controlla semplicemente l'acqua, ogni singolo atomo dell'elemento obbedisce al suo comando conferendogli la capacità di creare fenomeni che altri possono solo immaginare; può aumentare la velocità del movimento atomico dell'acqua affinché sia rovente, rallentarlo fino al limite estremo per renderla congelante, e addirittura controllare i liquidi all'interno del corpo di qualunque avversario entri in contatto con la sua Dunamis. Può riscaldare tali liquidi fino a farli arrivare al punto di ebollizione, può portare via sangue e fluidi vitali, può far evaporare suddetti fluidi disidratando l'avversario, può generare il fenomeno della cavitazione, ossia creare bolle di vapore su superfici colpite, bolle che collassano su sé stesse generando calore e luce per un breve istante, risultando in spettacolari esplosioni, nulla gli è precluso. Oceano inoltre possiede assoluto controllo sui suoi stessi fluidi vitali, consentendogli di alterarne il flusso nella maniera che più gli aggrada, creando tecniche che gli conferiscono le abilità di Forza, Resistenza o Agilità Straordinarie, uno per tecnica.


    Gift from the DepthsWhat Mother made
    L'armatura di Oceano, la divina Soma, è espressione stessa della sua Dunamis e, come tale, gli conferisce poteri straordinari legati al suo elemento nativo. L'acqua che viene generata dai suoi arti ha capacità taglienti e perforanti pari ad un'arma cosmica e, se il Titano lo desidera, può dare forma fisica a questo potere mediante due daghe, fatte dello stesso materiale della Soma e che risplendono della stessa luce che brilla nelle profondità degli abissi.


    'Tis merely a flesh woundNaught but a scratch
    Il sangue antico che scorre nelle vene dei dodici signori dei Titani è chiamato Ichor, ed è molto più che mero fluido vitale: è Dunamis allo stato liquido, perfezione pura, e le sue particolarità non si fermano al singolare colore azzurro. Innanzitutto l'Ichor, una volta risvegliatosi, cancella ogni cosa che non sia perfetto nel corpo ospite del Titano, iniziando il processo di ricostruzione di ciò che esisteva ai tempi del mito, inoltre ferma il processo di invecchiamento, in modo che l'unica morte possibile sia quella violenta.
    Oltre a questo, l'Ichor possiede straordinarie capacità rigenerative, conferendo al portatore una maggiorata sopportazione del dolore, una lenta e costante guarigione delle ferite più lievi e, una singola volta per incontro, una rigenerazione totale anche di ferite più gravi, fisiche o mentali, a condizione di concentrarsi un intero turno su questa azione. Questo beneficio può essere concesso anche ad un qualsiasi alleato, a patto che il Titano lo reputi degno di ricevere il proprio sangue, ovviamente.


    Okeanos KosmosThe Universe enclosed by the green Sea
    Oceano non è semplicemente il signore delle Acque Ancestrali, padrone di ogni loro segreto, ma egli stesso è un aspetto del suo dominio. Ora che la sua Dunamis ha percorso un ulteriore passo verso la sua autentica evoluzione, il suo più grande potere si è risvegliato.
    In un atto di controllo senza eguali, il Titano può trasformare il suo corpo in acqua, dandogli la forma che desidera seguendo le caratteristiche dell'elemento, come se egli stesso fosse un Costrutto vivente; in tale stato la durezza diventa quella della Soma, conferendogli quindi resistenze irraggiungibili per corpi organici, mantenendo comunque inalterata la sua composizione biologica. Ciò significa che può comunque utilizzare i suoi poteri per garantirsi capacità straordinarie, ma, d'altra parte, sarà comunque soggetto ad effetti che danneggiano esseri organici quali veleni. Tuttavia, in certi casi, può essere quasi impossibile raggiungere i suoi punti vitali per effetto della sua forma così aliena.

    TECNICHE ●

    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
     
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    OPERATION AKROPOLIS - Per Athena
    IV

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    La freccia d'oro fu infine scoccata. Rigel seguì la sua traiettoria con lo sguardo, sorridendo, perchè sapeva cosa sarebbe accaduto nell'istante in cui il dardo sacro fosse giunto al bersaglio. Sapeva che avrebbero vinto, non perchè fosse destino od altri segni lo avessero lasciato intendere, ma perchè quella battaglia NON POTEVA terminare diversamente. Il bene avrebbe trionfato sul male, e per una volta non avrebbe richiesto il sacrificio delle vite di chi per il bene combatteva, nonostante fossero tutti pronti a morire. Il proiettile scagliato dal Sagittario colpì in pieno il bersaglio. Fuoco, urla di rabbia. E poi, luce.

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    E tutto si dissolse, nel silenzio. Una pioggia di scintille dorate invase l'aria, ma tutte si spensero prima che gli occhi cercassero di seguire il loro percorso fino al suolo che non avrebbero mai raggiunto. La volta celeste si rischiarò, senza lasciare segni dell'apocalisse che fino a pochi istanti prima stava per abbattersi sull'acropoli; il cielo era azzurro, qualche nuvola si muoveva timidamente in lontananza trasportata dal vento. Il sole dava un'idea che il pomeriggio fosse ormai inoltrato, e che quella incredibile giornata stesse per concludersi. In quel luogo c'erano solo i Cavalieri di Athena ed il Titano Oceano, loro alleato in quella circostanza.

    Aleksander si unì al gruppo, anche lui ferito ma decisamente in condizioni migliori rispetto ad altri dei presenti. Rivolse parole di speranza ed incoraggiamento a tutti loro e irradiò il proprio cosmo fino a raggiungerli, poi lanciò un raggio di luce sopra le loro teste, quasi fosse un faro che indicasse la via da seguire per il futuro.

    Rigel vide Oceano mettersi in disparte, e alcune lacrime verdi rigarono il suo volto. Sulle prime si chiese perchè, avrebbe voluto rivolgergli qualche parola di conforto, ma capì che non sarebbe stata una buona idea. Dopotutto la loro ultima conversazione non era stata molto brillante, e in parte era dovuto alla loro differente natura; avrebbe rischiato di dire qualcosa di stupido, e non era certo quello il momento migliore.

    Si concentrò, e con la telecinesi accompagnò il tridente d'oro fino alla portata del Cavaliere di Libra, suo legittimo propietario.

    Hai intenzione di parlare e di fare qualche bel discorso motivazionale come si addice ai Cavalieri d'Oro, oppure hai intenzione di star zitto e fare bella figura?

    Il ragazzo scosse la testa. Il cosmo di Aleksander stava facendo effetto, guarendo le ferite di tutti loro. Si limitò a guardare i volti dei suoi compagni, ripromettendosi di saldare il legame con tutti loro: con Dha, che sospettava avesse ben altri pensieri che le frullassero per la mente; con Achille, che credeva disperso ma che fu ben lieto di aver ritrovato, e con gli altri cavalieri che non aveva mai incontrato prima di quel giorno. Si sedette sul terreno, a gambe incrociate, chiudendo gli occhi e appoggiando la guancia destra sul pugno chiuso. Era bello potersi godere quell'attimo di pace alla fine della battaglia, ed era certo che di battaglie ce ne sarebbero state ancora altre, forse ancora più dure di quella.

    Nessun discorso altisonante, vecchio mio. Vedrai che quell'alba di cui parlava Aleksander arriverà, per tutti noi.

    Sorrise, poi riaprì gli occhi e mormorò poche parole a sè stesso, quasi con timore di farsi udire.

    Sì, l'alba arriva sempre. In un modo, o nell'altro.

    y8k159l


    _Marco_Albiero_-Cancer-Omega
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Viola
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Cancro [VII]
    STATUS CLOTH - Indossata.
    STATUS FISICO - In via di guarigione.
    STATUS MENTALE - Sereno.


    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - Da Quarta Casa passo e chiudo, a voi la linea studio e grazie a tutti :clap:

    CfLyFwD

    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.


    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.


    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    CfLyFwD

    TECNICHE


    Nessuna.



     
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    La mano le ricadde lungo il fianco, pesante come un macigno.
    Achille l'aveva stretta, alla fine. Non con la sua, certo, ma con qualcosa di più profondo, che non richiedeva che altro – se non i loro cuori – si toccassero. E così tutto era finito. Rimaneva la cenere, solo quella continuava a cadere, a sporcare il suo viso e la sua Armatura d'Oro. La testa le ronzava, tanto che percepì appena le parole del suo maestro. Ma quando le capì, qualche secondo dopo, il suo cuore martoriato saltò un battito. Strinse le labbra in una fessura. Avrebbe voluto lasciarsi cadere sui detriti, dormire per un tempo lunghissimo, ma era troppo presto. Non aveva ancora finito.
    In effetti, aveva appena incominciato. Alek, su quello, aveva ragione.
    « Già, incalzare il nostro nemico. » Ma come fare, quando combatti una guerra personale che nessuno sembra comprendere? Quando ti ritrovi da sola in una crociata. Quando sei l'unica a indossare delle cicatrici, l'unico segno tangibile che non sei impazzita, che non ti sei immaginata tutto.
    Era sola. In mezzo a tutti quei compagni – era sola.

    Iniziò a camminare.
    Si avvicinò su gambe malferme ad Aleksander Seraf, lasciando che il suo Cosmo benefico, uguale al suo, solo più intenso, lenisse le sue ferite. Quando fu davanti a lui si fermò, solo per un istante. Abbassò la testa, come davanti a un superiore, un inchino riuscito solo per metà.
    « Dobbiamo parlare. Senza sparire, questa volta. Senza interruzioni, senza bugie. Solo la verità. Non lo facciamo da quel giorno, il giorno della mia investitura. Già... la verità. Terribile come la morte. Ma più difficile da trovare. » Gli comunicò, con un messaggio telepatico, diretto a lui e a lui soltanto. Nel breve spazio di quel gesto, grazie alle ultime scintille del suo Cosmo, era riuscita a far trapelare tutte quelle parole. Il tono che sarebbe arrivato alla mente del suo maestro sarebbe stato piatto, svuotato di ogni emozione. Apatico. Freddo come non aveva mai usato con lui.
    Dominare la terra con quegli esseri, con uno di coloro che l'aveva torturata e uccisa. Le venne da piangere, ma ricacciò indietro le lacrime. Affidare l'umanità a creature che nessuno di loro avrebbe potuto comprendere o avrebbe mai compreso.
    Follia. Sciagura. Sventura. Si sforzò di mantenere il suo contegno, di non far trasparire la benché minima emozione dal suo volto. Era sempre stata brava nel dissimulare. La migliore.

    Riprese a camminare, non poteva fermarsi.
    Non poteva pensare, non ancora. Doveva solo avanzare, osservare, apprendere. Senza fare caso all'odore di bruciato e di sangue che si levava da terra e che minacciava di farla rigettare.
    Superò Achille, grazie al quale erano ancora vivi. Gli aveva affidato la sua speranza, e ora si sentiva vuota come non mai. Superò Alexis, con cui non avrebbe mai potuto scusarsi abbastanza. Avrebbe dovuto farsi perdonare, un giorno di quelli. Ma non oggi, pensò. Superò Rigel, un ragazzo che aveva appena iniziato a conoscere durante quella battaglia.
    Superò Dhawyth della Vergine. Ormai lei sapeva che era viva e che era tornata al Grande Tempio. Ma avrebbero avuto occasione di parlare in seguito, se lei lo avesse voluto. Se l'avessero fatto ora sarebbe finita come l'ultima volta... o peggio. Il mostro nello stomaco di Andrea minacciava di ingrandirsi e di inghiottire ogni cosa. Non doveva nutrirlo.
    Superò Lawrence, rivolgendogli un cenno di assenso e un sorriso solo in parte sincero. Nessuno dei due, organizzando quell'attacco, si sarebbe mai aspettato danni del genere. Sapeva che entrambi si sarebbero dovuti leccare le ferite molto a lungo, prima di accettare ciò che era accaduto. Era come lei.

    Arrivò davanti a Oceano, che si era allontanato da tutti loro.
    Restò a fissarlo per qualche secondo, la testa lievemente inclinata, come davanti a uno spettacolo curioso. Senza fingere, senza nascondere le apparenze questa volta. Non poteva trattarlo come un uomo, come una persona normale – perché non lo era.
    Ma non avrebbe fatto rappresaglie, trascinando nella sua guerra gli innocenti. Non sarebbe diventata un mostro per sconfiggerne uno. Lo aveva promesso a Rea: intendeva onorare quella promessa.
    Allungò la mano verso quella figura così diversa da lei, eppure così simile in quel dolore... umano. Non sapeva come altro definirlo. Per essere un titano, aveva dimostrato di poter sanguinare e piangere come loro. L'avrebbe ricordato, al momento opportuno. Ma non era quello il momento.
    Gli strinse la mano. Per un tempo lunghissimo restò in silenzio, lasciando che solo le lacrime di lui parlassero. Che il silenzio mortale in cui era sprofondata Atene entrasse nelle viscere di entrambi. Quel vuoto era così pregno di significato da essere difficile da comprendere.
    « Mi dispiace. » Disse alla fine, un sussurro che solo lui avrebbe potuto udire.
    « Erano dei guerrieri. Lo sono stati fino alla fine. Siate fiero di loro, poiché tutti possiamo cadere. » Già, pensò. E se nessuno ferma la nostra caduta, se nessuno ci afferra mentre sprofondiamo nell'abisso... non possediamo le forze necessarie per rialzarci da soli.
    Eppure lo era, sola. Lo era sempre stata.

    Lasciò andare la mano di Oceano delle Correnti.
    Percepì, nella mente, così come il messaggio che lei aveva mandato ad Alek, un condotto telepatico aprirsi da parte del titano. Una sola parola le arrivò da lui: scusa. Lei scosse la testa.
    « È troppo tardi, ormai. » E riprese a camminare, superandolo. Mi dispiace, Oceano. Non sarà l'ultima volta che dovrai piangere per la perdita di un membro della tua famiglia. O, se fallirò io, qualcuno piangerà per me. Non ci sono alternative. Era questa la via che aveva tracciato per sé stessa.
    Continuò a procedere, a camminare su gambe sempre più stanche. L'acropoli, sfigurata. L'agorà, distrutta, irriconoscibile. Palazzi rasi al suolo per centinaia di metri, nient'altro che cemento abbattuto e sangue. È questo che siamo? È per questo che costruiamo le nostre città?

    È per questo che la ricostruiremo?
    Continueremo a muoverci come formichine operose fino alla fine delle nostre vite. È tutto ciò che possiamo fare. Sperando che serva a qualcosa, che un giorno questo ciclo di distruzione e di ricostruzione si fermerà.
    Combatteva per quello. Aveva solo quella misera speranza. Era niente, ed era tutto. Ci si sarebbe aggrappata.
    Si fermò davanti a quella che doveva essere stata una scuola elementare. Qua e là, tra le travi e i mattoni crollati, riusciva ancora a scorgere i segni di banchi e di sedie. Si sedette lì, facendo smaterializzare l'armatura, indossando nient'altro che vestiti logori e ormai tinti di rosso. Afferrò una manciata di detriti, che scivolò via come sabbia dalle sue dita.
    « Mi sento come il soffitto di una chiesa bombardata. » Confessò a nessuno, stringendosi a sé stessa, un abbraccio dall'unica persona che poteva darglielo. Un guscio vuoto, come quella città.
    Non poteva fare a meno di specchiarcisi.

    Contemplò tutto ciò che avevano perso,
    seduta su quel trono di macerie.

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    Le lacrime iniziarono a scorrere.

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    Energia ~ Blu.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Tagli agli avambracci, ematoma sul fianco. Ferite sparse e profonde sul corpo. Praticamente al limite.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ Athena Exclamation

    Una delle tecniche, se non la, più potenti mai concepite. Per attivarla è necessario che siano presenti almeno tre Gold Saint, che daranno fondo a tutti i propri poteri, urlando il nome di Atena, per scatenare un colpo potenzialmente devastante, capace di distruggere ogni cosa sul proprio cammino. É l'arma definitiva dei Saint, quella che fa superare loro la condizione di umani, potendo generare un potere incredibile. {Tecnica fuori scheda da Gold Saint}


    Riassunto ~ Ouch.
     
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    EPILOGUE

    Operation Akropolis

    Per Athena!





    La battaglia era finita.
    Qualcuno tra loro avrebbe detto che era stata vinta.
    La missione era conclusa.
    Avevano riconquistato Atene.
    Non sentì molto delle parole di Alek. Si ricordò che il primo vero danno inferto da Bia gli era costato i timpani. In quel momento non era importante.
    Quando fu nuovamente in grado di muoversi, grazie al cosmo benefico dell'antico Leone, non sprecò nemmeno un attimo: cominciò a barcollare verso la Porta Beulé e il margine della rocca, lasciandosi tutti i compagni alle spalle. Qualcuno sorrideva, qualcuno piangeva. Non era importante.
    Una fitta di dolore lo distrasse. Si appoggiò a un grosso masso sul lato della strada antica. Era stato sul punto di svenire poco prima, ma il cosmo del maestro l'aveva sostenuto. Zoppicava, ma gli pareva il minimo. Probabilmente aveva così tante emorragia interne, contusioni e traumi di vario tipo che una zoppia era quasi scontata in quelle condizioni. Ma non era importante.
    Proseguì sul lastricato mezzo divelto. Nei punti di rottura della sua cloth, delle piccole schegge gli graffiavano la pelle. Nella disperazione del combattimento non aveva potuto badare a quei danni, ma in quel momento tutto il peso della sua inadeguatezza si fece sentire. Tuttavia, per fino quella sensazione non era importante.

    Il suo sguardo calò sulla città.
    Era il momento. Abbracciò con lo sguardo tutto ciò che aveva davanti. Da quel punto elevato, la città sotto di lui era perfettamente visibile nello sfacelo. Si concesse di vedere, finalmente. Si permise di osservare i danni, la devastazione. Lo scontro imprevisto aveva coinvolto molto di più di quanto avesse sperato. Molto, molto di più.

    La città era libera, ma ferita. Ferita in maniera irrimediabile.
    Pensò alle sue, di ferite. Respirare era piuttosto doloroso, ma con un po’ di riposo sarebbe andata meglio. Il suo cosmo l’avrebbe sostenuto, i sigilli l’avrebbero aiutato a gestire il dolore e a migliorare il metabolismo. Non a caso aveva cercato il modo di renderli utili allo scopo, dopo che Oliver gli era quasi morto tra le braccia al loro primo incontro. E poi aveva Alek e Andrea. Una volta completamente rimessi avrebbe chiesto loro di guarirlo.
    Perfino il Triangolo sarebbe stato riparato, in qualche modo. Esistevano delle arti apposite per la lavorazione di quei metalli che sfuggivano alla sua comprensione, ma sapeva bene che poteva essere riforgiato anche a partire da pochi frammenti. E anche fino ad allora avrebbe combattuto senza protezione, se si fosse rivelato necessario.

    E Atene?

    Atene era ferita, come lo era lui. Gli edifici erano a pezzi, come l'armatura. Eppure le ferite erano troppo profonde. I danni troppo estesi.
    La città era morta.
    Era diventata terra inospitale, un luogo da bonificare.
    Quel poco che era stato risparmiato dalla furia della battaglia era segnato dal tempo e dall'incuria. Nessuno dei piani e delle valutazioni che avevano perso tanto tempo a completare era servito. Alla fine, al momento di agire, tutto era crollato come un castello di carte, riducendosi a una mera lotta per la sopravvivenza.
    Il senso di colpa gli attanagliava il cuore.
    La battaglia sarebbe dovuta avvenire anni prima. Perfino la trinità di titani l'aveva detto, forse per provocarli o forse per pura crudeltà, ma ciò non toglieva nulla alla verità delle loro parole.
    Avevano atteso troppo, confidando nel loro rifugio sicuro mentre il resto del mondo sprofondava nella morte e nell'abbandono. Quel giorno era il risultato di uno sbaglio, anzi di una serie di sbagli dettati da chissà quale malata speranza che il mondo in qualche modo si sarebbe sistemato da solo.

    Aveva cercato di distogliere l'attenzione da certi dettagli al suo arrivo nel Pireo: i pezzi mancanti di navi e motoscafi, le lamiere accatastate, le riparazioni su un portone blindato. Segni di resistenza. Barricate. Le tracce della presenza di sopravvissuti erano ovunque. Perfino da quell'altezza erano visibili delle fortificazioni di fortuna in tutta la città. Ma quanti potevano essere sopravvissuti per tutti quegli anni e dopo una battaglia simile?
    Rabbia e fallimento gli caricarono le spalle di un peso insostenibile, che lo schiacciò a terra. Cadde di nuovo, senza sostegno alcuno. Appoggiò la schiena a ciò che restava di una grossa pietra sagomata che doveva far parte di una cinta muraria.
    L'aria era ancora satura di polvere. Gli occhi gli bruciavano, forse a causa del pulviscolo o forse per i capillari esplosi. Non lo sapeva e in sostanza gli era totalmente indifferente. Solo un ulteriore fastidio insieme a tutti gli altri che il suo corpo cominciava ad accusare, svanita l'adrenalina.

    Si lasciò andare. Non trovava conforto nella morte dei tre titani. Come avrebbe potuto?
    La mano andò istintivamente sotto la metà sinistra della placca del pettorale ed estrasse l'amuleto. Lo strinse con forza, mentre lievi spasmi di cosmo scorrevano tra le sue dita, come un muto singhiozzo.
    Era solo tra le rovine. E una sola cosa restava: delusione. Verso sé stesso, verso i suoi compagni, verso i veterani di mille battaglie e gli anziani difensori della dea.

    Il suo pensiero si rivolse a ogni anima persa, a ogni vittima. A ogni umano abbandonato a morire. Perché loro, i Saint, favoleggiati guerrieri di speranza, non avevano salvato Atene.

    Perdonami, Atene. Abbiamo lasciato che cadessi.


    narrato ▼ parlatopensato

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    NOME ♦ Lawrence Solomon Conley

    ENERGIA ♦ Rossa

    CASTA ♦ Saint di Athena

    CLOTH ♦ Silver di Triangolo Australe

    STATUS FISICO ♦ Dolori e contusioni ovunque, ferite sparse, entrambi i timpani lacerati, bruciature, spossatezza da danno spirituale.

    STATUS MENTALE ♦ Guilt

    STATUS CLOTH ♦ Bracciali ed elmo in frantumi, pettorale distrutto a destra, schinieri gravemente danneggiati.



    RIASSUNTO AZIONI ♦ ///


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    ABILITÀ

    Geometria dell’Ottava Sfera - Sigilli Straordinari
    Attraverso la comprensione delle forme del poligono più elementare, il Saint del Triangolo Australe è in grado di tracciare col proprio cosmo linee e disegni complessi, che racchiudono nei loro intrecci la descrizione e i fondamenti del codice matematico che governa ogni cosa della natura. Per questo motivo, i sigilli creati con tale potere possono agire sul cavaliere, il suo avversario e gli altri esseri (siano essi alleati o nemici), ma anche sull’ambiente circostante e sugli oggetti nel raggio d’azione consentito dalle facoltà dell’utilizzatore. Una volta disegnati, i sigilli possono essere utilizzati per limitare i movimenti dell’avversario, fino al punto di immobilizzarlo o confinarlo. La loro influenza si estende anche al potere di rinforzare o, al contrario, indebolire ciò che viene marchiato.

    La padronanza del Triangolo Australe sulla Geometria Celeste è superiore a quella di un normale sigillatore e le sue creazioni saranno sempre più efficaci, anche se non tanto da rivaleggiare con quelle di un combattente che possieda un maggiore livello di padronanza dell’energia cosmica.


    TECNICHE ♦ ///

     
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