Nuovi orizzonti

Isaac&Lars

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    Il ritorno dagli Emirati aveva lasciato i cavalieri neri con un pugno di mosche in mano.
    Isaac era appena riapparso sull’isola lasciando Estelle nelle mani di Yoshiro per mandare avanti il piano di ricostruzione dell’Ordine.

    Prossimo passo: Lars.

    Non era sfuggito a Black Aquarius che il suo compagno avesse espresso perplessità al sentir pronunciare il suo nome in codice, ma le circostanze in cui si trovavano in quel momento non permettevano un confronto adeguato.

    Ora che erano a casa, al contrario, si trattava di un’ottima occasione, specie considerando la cocente sconfitta strategica che avevano subito.

    Raccolse dunque l’armatura di Black Pisces e la riportó nella Sala dei Dodici, quindi si precipitó verso la caserma alla ricerca del generale dell’esercito.

    «Soldati...» salutó le guardie all’esterno.
    «Ho bisogno di incontrare il Generale. L’avete già visto o non ha ancora fatto ritorno?»

    «Mi dispiace signore, ma non è ancora rientrato, dovrebbe essere qui a momenti peró, ci ha comunicato poco fa di dover sbrigare una faccenda nell’area amministrativa prima di tornare a casa e di fargli preparare cena e stanza.» comunicó uno dei due, mentre l’altro annuiva.

    «Grazie.
    Aspetteró qui, non fate caso a me, non vi distrarró oltre.»


    Fece un cenno del capo per congedarsi e si spostó qualche metro più in là, appoggiandosi al muro delle fortificazioni in attesa dell’americano.


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    Black Aquarius liv VI - Energia Blu

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  2. Lars Stark
     
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    opo il ritorno dalla missione in Arabia che si era rivelata un fiasco totale per colpa dell’ ”autismo collettivo “ delle nuove reclute che non avevano neppure provato ad arrivare a quella fottuta base , non si poteva di certo dire che Lars fosse contento e quando era arrivato all’isola, diede un ordine assoluto ai suoi uomini o a chiunque volesse parlargli e avvicinarsi di non andare a cercarlo o sarebbe stato incenerito all’istante. Non proferì nessuna parola eccetto quell’ordine, non era un buon momento, anche se all’apparenza sembrava tranquillo, tutti sapevano che cosa stava pensando il leone nero e potevano comprenderlo perché era la stessa cosa che pensavano pure loro. Erano rimasti tutti delusi, quella missione era importante perché avevano lasciato un pezzo di artefatto segreto in mano a dei comuni esseri umani e nessuno era riuscito a prenderlo. Era una vergogna e Lars era molto incazzato, era meglio lasciarlo solo il più possibile. Natalie fu la sola ad essere interpellata dal Black Gold e a cui aveva lasciato il suo ordine perentorio, quindi alla base cerano solo le truppe nere, mentre Lars aveva abbandonato il posto per andarsene nella zona est fuori dalla caserma dove c’erano le spiagge in cui si poteva rimanere soli. Natalie era preoccupata, probabilmente in quel momento Lars oltre che essere deluso e incazzato si stava senz’altro dando colpe che non erano tutte solamente sue, e la cosa rendeva la rossa molto triste. In quel momento la raggiunse il vecchio Wilson, che intanto aveva ricevuto il messaggio che era arrivato Isaak dell’ Acquario nero l’attuale guida scelta per l’isola e voleva parlare proprio con Lars.


    “Andiamo a prendere Lars.”


    Disse il capitano alla donna che lo guardò perplessa.

    “Cosa? Ma sei impazzito? Lars ha dato ordine di non andare da lui.”

    Wilson alzò le braccia gesticolando verso la donna, poi continuò a parlare con un tono canzonatorio.

    “Ah si? Allora che cosa dico a Lord Staub che Lars è incazzato nero e che non vuole vedere nessuno?”

    Natalie stava per ribattere, ma non lo fece rendendosi conti che non c’era salta scelta, non potevano mandar via Isaak , se era venuto lo aveva fatto perché urgeva parlare e onestamente, dato la situazione era meglio cercare di far capire a Lars che non era addossandosi sempre tutte le colpe e incazzandosi che si risolvevano le cose e chi meglio di un altro Black Gold poteva riuscirci?
    Natali sospirò poi andò di fronte al capitano guercio e alzò lo sguardo.
    i due si guardarono un attimo.

    “Andamo a prendere Lars?”

    Incalzò di nuovo Wilsono verso Natalie e lei alzò lo sguardo un attimo al cielo poi si rassegnò ponendole braccia su i fianchi, anche se temeva un po’ per la loro incolumità se andavano da Lars ora, ma erano i rischi del mestiere.

    “Andiamo a prendere Lars!”

    I due andarono dunque a recuperare Lars alle spiagge.
    Dopo essere arrivati , i due soldati e amici del leone nero cercarono di vedere dov’era finito e lo trovarono seduto a gambe incrociate a fissare il mare, non indossava la cloth , ma solo la solo la divisa nera d’ordinanza, mentre il pandora box del leone era lì vicino a lui. Egli, si accorse della presenza di Natalie e Wilson e stava per preparare una palla di magma per spaventarli, aveva dato un ordine preciso dopotutto.

    “Insomma qual è la parte dell’ ordine tassativo di “non rompermi i coglioni” che non vi è chiara?”

    Lars girò il palmo destro verso i due caricando una palla di magma fluttuante mentre si alzava , ma i due erano impassibili, non avevano paura che li uccidesse sul serio e ai capricci del loro comandante erano abituati, si fece avanti Natalie.

    “Guarda che se non era per una cosa importante non saremo venuti qui. Ci devi ascoltare e basta perciò piantala di fare il ragazzino in crisi adolescenziale che si addossa ogni colpa del mondo, perchè prima di tutto hai trentaquattro anni, seconda cosa te l’ho già detto quando sei tornato da New York che addossanti tutte le colpe non risolvi nulla.”

    Lars abbassò il suo cosmo e ritrasse la palla di magma, ma non rispose alla donna, aveva ragione, ma a quanto pare sembrava che comunque anche se non fosse tutta colpa sua le cose non andassero molto bene e si sentiva inutile. Che cosa serviva avere un ruolo in tutto ciò se poi lui e nessuno erano riusciti a mantenere uniti le reclute e le avevano addirittura disperse fallendo una missione tanto stupida. Che cosa era rimasto dell’antico ordine dopo il tradimento di Gabriel e la scomparsa di Candice , Yoshiro e Rey? Quall’era adesso il suo posto? Cosa serviva fare tutto ciò?

    “Lo so non c’è bisogno che me lo ricordi, però adesso siamo ancora arrivati come a New York. Sembra un ciclo continuo che non vuole finire , pensavo di aver trovato una svolta, ma mi sbagliavo. Non basta conoscere le proprie origini i propri vecchi nomi o abbattere antichi alchimisti e dei del caos per rimanere uniti e utili alla causa .”

    Lars abbassò lo sguardo, poi Wilson voleva continuare quel discorso, perché Lars stava dicendo di nuovo cazzate e aveva bisogno di un altro “pugno in faccia” come era successo dopo New York, ma non lo fece, sperava dunque che lo facesse presto Isaak perché Lars pareva averne bisogno ancora.

    “Stai iniziando di nuovo con le cazzate vedo . Comunque Isaak ti sta aspettando vuole parlare con te , cerca di andarci per piacere.”

    Lars non voleva andare, Isaak era venuto sicuramente per parlare di cosa fare, ma con che faccia avrebbe dovuto parlare Lars dopo l’ennesima figura di merda? Che cosa doveva dirgli che era stato un incapace e che non crede più neanche a se stesso? Lars alzò una mano e fece segno ai due di andarsene.

    “Andate via dite a Isaak che non lo voglio vedere, mi assumo ogni responsabilità.”

    Natalie e Wilson rimasero sorpresi, era una risposta davvero da moccioso egoista, tutti avevano avuto attimi di sfiducia non solo lui, la ragazza adesso era un po’ arrabbiata.

    “Eh no caro, non si può passare sopra ai problemi mandando via tutti. Isaak non si sarebbe scomodato se non fosse almeno importante non trovi? VAI TU a scacciarlo se non vuoi vederlo, noi due ce ne laviamo le mani perché non vogliamo più problemi del previsto.”

    Lars alzò lo sguardo al cielo stufato di quanto stava accadendo, anche perché lei aveva ancora più ragione di prima, che cosa aveva fatto di male per meritarsi questo? A quanto pare doveva risolvere i problemi da solo come al solito, eppure voleva evitare di farsi vedere incazzato, però effettivamente forse non era l’unico, quindi alla fine decise di presentarsi.
    Arrivò di fronte a Isaak era fortemente tentato di cacciarlo via come aveva detto di fare, però non lo fece, anche perché leggeva negli occhi di Isaak il suo rammarico per la situazione, dopotutto lui aveva anche responsabilità più grosse e non era neanche tutta colpa sua quanto era successo.


    “Ciao Isaak , scusa se ti ho fatto attendere stavo cercando di riorganizzarmi le idee, ma non ne trovo una soluzione adatta e ormai tutto quello che faccio non serve.”


    Lars parlava con tono serafico , poi dopo una breve pausa aggiunse.

    “Se ci fosse qui il mio predecessore, seppure è stato un traditore, sarebbe deluso e dispiaciuto di non avermi ucciso quando ne aveva l’occasione. Non sto rendendo onore al suo sacrificio e non sto purificando i suoi peccati.”

    Strinse i pugni e abbassò lo sguardo.

    “Io ho di nuovo fallito!”

    Il Black Gold tirò un pugno al muro lasciando un buco che a momenti faceva crollare la parete seppure la forza era molto ridotta.








    pfeo4

    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>>,telepatia<<>> Parlato Esterno Parlato Bestia.




    Dati & Riassunti

    Nome:Lars Stark
    Stato fisico:buono
    Stato Psicologico:Incazzato nero e depresso.
    Armatura:Black Gold del Leone [livello 6]
    Stato armatura:intatto
    Energia:Energia Nera
    scheda: Ul2sXA1



    Riassunto









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    L’attesa non fu breve, ma l’Alchimista sapeva perfettamente di non poter rimandare, di non avere altra scelta.
    Ammettendo che ci fosse ancora un modo per rimettere in piedi l’Ordine e onorare il lavoro dei Fondatori - o almeno di quanti di essi non erano finiti per prendere le loro strade verso la distruzione - era quello di rinconquistare o guadagnarsi una volta per tutte rispetto e appoggio di ció che rimaneva dei Cavalieri Neri.

    Immaginó innumerevoli versioni di come potesse andare la conversazione con il Leone Nero, finendo sempre per ricominciare le simulazioni dopo non più di due o tre scambi e scuoterr visibilmente la testa.

    Poteva aver fatto qualche progresso riguardo la comprensione e le applicazioni tecnologiche dei suoi nuovi poteri durante i sei mesi, ma il fallimento appena collezionato parlava chiaro: doveva imparare a essere un leader e doveva farlo in fretta, prima che fosse troppo tardi.

    ~



    Finalmente Lars arrivó, salutando il biondo e piangendosi addosso per il disastro arabo.
    Era turbato, era cristallino, e non sarebbe stato certo lui a biasimarlo, nelle condizioni in cui era a sua volta.

    Non ebbe il tempo di fermare l’americano, nonostante le intenzioni, ma annotó mentalmente da dove iniziare mentre ascoltava le considerazioni del compagno prima di venire trafitto dalla crudezza delle sue parole e scosso dalle vibrazioni del suo pugno.

    «Io ho di nuovo fallito!»

    Mentre cercava di mantenere l’equilibrio e si guardava intorno per assicurarsi che non stesse per crollare tutto, intravide una possibilità. Si sentì forse per la prima volta legato a Lars da qualcosa di più che condividere spazio e sforzi dallo stesso lato del campo di battaglia.

    Lars... capisco molto meglio di quanto credi.

    Avanzó di un passo e, titubante, poggió una mano sull’avambraccio dell’altro ancora fermo nel piccolo cratere che aveva generato sul muro che delimitava la zona militare, invitandolo leggermente ad abbassarla.

    «Guardami negli occhi.» lo invitó.
    «Questa rabbia, questo senso di inutilità ed inadeguatezza.
    Dobbiamo sfruttarli.
    Tu
    ed Io.»


    Aveva ritrovato sicurezza.
    Ironico come in un momento del genere, al contrario di quanto ci si aspettasse, invece di cogliere l’occasione per condividere il peggio, Isaac si fosse improvvisamente quasi “ricaricato”.

    «Scrollati dalla mente la presunta disperazione di Malal. Non potrebbe avere nulla da obiettare neanche volendo: non avrebbe esitato un secondo a farti fuori, ma se ben ricordo, insieme abbiamo impedito che avesse occasione di farlo.

    Certo. Non abbiamo più tutta la forza che ci era stata prestata per affrontarlo e per giunta abbiamo perso gran parte dei nostri compagni, compresi quelli che hanno sempre mandato avanti l’Isola.»


    Fece una pausa per poggiarsi al muro, poi proseguì.

    «L’Arabia è stata un fallimento. Pesante, aggiungerei. Ma togliti dalla testa che si tratti di un tuo fallimento.
    Guardami: sono - tra milioni di virgolette - il capo... e non riesco neanche a capire che nonostante le migliori intenzioni mi vengano sbattute in faccia da loro stessi, metto in pericolo e affido vicendevolmente le vite a un branco di ragazzini.»


    La frustrazione gli era sfuggita di mano, come anche il cosmo, che inizió a generare serpentine ghiacciate lungo il muro a partire dalla sua schiena.

    «Ricordi? Mi hai chiesto perchè mi fossi presentato come Darth Anarygon all’Emiro.

    I Dodici Fondatori, nonostante le loro guerre interne, che per alcuni di loro hanno significato arrivare alla lotta contro di noi, erano partiti con un obiettivo che condivido in pieno.

    L’Ordine Oscuro: individui che insieme inseguono l’evoluzione nel suo significato più semplice: crescita, potenziamento delle capacità della razza umana e distruzione di limiti, barriere e costrizioni.

    Ho scelto un nome in codice che si allineasse ai loro, sì. Perché voglio rimettere in piedi l’Ordine Oscuro.

    Lars, loro hanno fallito perché si sono messi uno contro l’altro.
    Noi, uniti, in qualche modo abbiamo sconfitto persino quelli che tra di loro avevano praticamente raggiunto l’obiettivo, per quanto l’avessero fatto in altri, folli, modi.»


    Si stacca dal muro preso dal fervore, si para davanti a te con una scintilla negli occhi e una determinazione fiammeggiante, poggiandoti una mano sulla spalla.

    «Tu non NON HAI fallito la missione.
    Tu, Supremo Alchimista del Leone Nero, hai permesso che io non tornassi indietro semplicemente trovandoti lì con me, facendo in modo che tutto andasse come è andato.
    Estelle è sull’Isola anche se non la vedi, sta pensando Yoshiro a lei, e se non mi sono sbagliato, tornerá stabilmente e con nuove motivazioni.

    Non abbiamo ottenuto quello per cui eravamo partiti. è vero, ma abbiamo recuperato un membro e sfoltito le fila di chi non era pronto.

    Lars Stark.
    Sei disposto a entrare nella storia? A impegnarti insieme a me per mostrare al fottuto mondo di che pasta sono fatti i Cavalieri Neri? »


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    Lars sentì le vibrazioni che aveva creato, il suo potere era meglio evitare di usarlo, ma non era facile contenerlo in una situazione dove in pratica non c’era soluzione perché tutto sembrava essere andato in malora senza neanche quasi un perché. Era evidente che si sentisse ormai sconfitto in ogni cosa, ma Isaak ,nonostante quello che era successo , non sembrava dargli nessuna colpa e lo invitò a guardarlo negli occhi.
    Lars non sapeva se era un bene o meno, e si vergognava a fare quel gesto perché era evidente che non meritasse la comprensione di Isaak, come anche le sue parole di conforto.
    Isaak all’inizio provò a calmarlo e per quello ci era riuscito, anche se il cosmo di Lars era ancora attivo, poi disse che tutta la rabbia e il senso di inadeguatezza avrebbero dovuto sfruttalo, Lars fece uno sbuffo , non sapeva se tutto ciò fosse sufficiente ci aveva già provato fallendo, non aveva molte opzioni, poi ritornò sul discorso di Malal. Certo era ovvio che avrebbero dovuto dimenticare ciò che era successo, ma Lars aveva ancora gli incubi da all’ora e si era chiesto molte volte poi se infondo non avesse poi “ragione”? Nel senso loro erano riusciti a sopravvivere, ma a che scopo? Continuare a rimanere come un gruppo di ragazzini sperduti? Le perdite avute erano state importanti , soprattutto quella di Gabriel che si è trasformato in un essere che aveva sempre detestato. Non era forse meglio che la disperazione li avesse invece inghiottiti?
    Lars alzò lo sguardo su Isaak guardandolo nel suo unico occhio buono, si era sempre chiesto cosa avesse fatto all’altro occhio un po’ come se lo era domandato quando c’era Candice,poi abbassando il cosmo e cercando di non perdere il controllo e dare modo alla “bestia” di uscire fuori , cercò di rispondere.

    “Dopo quel casino non ho fatto altro che avere gli incubi ogni notte. Ho rivisto troppe volte la nostra disfatta la nostra morte, e quando ho rincontrato Gabriel non sono stato in grado di fermarlo e ha minacciato di uccidere te e Estelle. Malal aveva ragione, non esiste altro che disperazione, siamo noi ad illuderci ogni volta che tutto vada bene. Se quella volta siamo riusciti a vincere contro di loro è stato per merito anche degli Eletti . Loro sono stati gli Eroi!Noi abbiamo solo ricevuto un aiuto da una casta comandata da una dea! Saremmo dovuti perire lì anche solo per l’onore di non essere salvati da qualcosa che abbiamo sempre odiato...”

    Lars fece un secondo di pausa, mentre al pensiero del salvataggio da parte dei Gea aveva un misto di ammirazione profonda, ma anche disgusto per ciò che l’ Ordine aveva dovuto subire, poi Isaak continuò a parlare assumendosi la responsabilità cercando dunque di far capire a Lars che il fallimento non era stato suo , ma anche di lui stesso che aveva mandato un branco di ragazzini inesperti in missione, già un gruppo di inetti, ecco un altro motivo sul perché Malal avrebbe dovuto vincere. Come diavolo si poteva pretendere di continuare in quello stato? Era una vergogna e basta.
    Lars si avvicinò ad Isaak con uno sguardo glaciale, mentre lui continuava a parlare oltre delle sue colpe anche di rimanere uniti e di non fare l’errore dei vecchi alchimisti, si questo era vero , un buon proposito per ricominciare, ma in sostanza mancava tutto e Lars non sapeva se ne sarebbe stato capace di ritornare a risorgere, aveva ancora molti dubbi su se stesso in fondo e anche se si sarebbe impegnato, quale situazione avrebbe dovuto affrontare più avanti?

    “Ascoltami bene Isaak , l’ Ordine è MORTO, questa è la verità, quante possibilità ci rimangono davvero a conti fatti ? Hai detto tu stesso che hai mandato avanti ragazzini, quindi chi è rimasto davvero a sostenere la nostra crociata? Estelle? Si ok , ma il resto non c'è più. Siamo rimasti in pochi contro un intero mondo che è ancora in combutta con la Corruzione e altre problemi legati a quello che abbiamo visto noi.”

    Lars fece una pausa, poi continuò stringendo il pugno destro a se, cercando di mostrarsi in parte fiero e sicuro.

    “Io tuttavia cercherò di continuare ad impegnarmi almeno per me stesso e per chi ha creduto in me , non lascerò nessuno sprofondare nel nulla, ma credo di aver bisogno di dissipare ancora qualche dubbio personale, perciò non posso prometterti nulla a parte che le mie truppe saranno comunque a disposizione e che ci stiamo riorganizzando, io il mio cerco di mettercelo lo stesso. Per il resto non so se hai altre idee proponile sei tu il capo.”

    Dopo questo breve discorso , Lars tornò sul discorso di quel nome in codice, lui all’inizio non lo comprendeva,fin quando non ha voluto metterselo pure lui seguendo la linea dei suoi predecessori.

    “Ormai solo il nostro nome antico è rimasto del nostro ordine. Sai me lo sono dato anche io un nome simile, anche se di solito non gradisco usarlo ed ho scelto qualcosa che mi distaccasse da ciò che mi sta perseguitando , dal passato e dall’ombra del tradimento. Io sono Darth Anátēxis . come il mio stesso elemento”

    Detto questo si posò a osservare ancora la benda sull’occhio di Isaak e a questo punto non poteva di certo sperare di non chiederglielo e andò a sedersi su una sedia con bracciali dove appoggiò i gomiti tirando fuori un pacchetto di sigarette e ne accese una con il dito indice destro che si tramutò in una concentrato di magma per poi ritornare alla sua forma base , poi mostrò il pacchetto a Isaak invitandolo a prendersi un altro po’ di cancro se fosse interessato, tanto il fumo fa male, ma non che la vita facesse di meglio

    “Fumi? Se ti piace prendine una e affoga un po’ di depressione. A a proposito, mi sono sempre chiesto quella benda che hai sempre sull’ occhio è perché lo hai perso o c’è un motivo particolare?Sei forse stato un reduce di guerra prima di venire sull’Isola? ”



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    Narrato, Parlato "", Pensato °°, Telepatia<<>>, parlato esterno".





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    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Violateed è stato fatto apposta per utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .

     
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    Notó immediatamente la perplessità del compagno, ma apprezzó il suo tentativo di reagire nonostante tutto.
    Era già stato palese, ma stavolta lo era in maniera ancora più cristallina, che l’americano fosse tra loro quello il cui atteggiamento veniva influenzato prepotentemente dalle emozioni: era capace tanto di trasformarsi letteralmente in una belva di puro istinto quanto di buttarsi giù e rimuginare fin troppo.
    Anche se da un punto di vista prettamente utilitaristico poteva rivelarsi problematico, apprezzava quel suo lato: avere dubbi porta inevitabilmente a un’evoluzione, l’importante è non lasciarsene divorare.

    Lui per primo aveva affrontato quella fase, ma ne era uscito più determinato che mai, quindi ció che poteva fare per Lars era cercare di evitare che rimanesse prigioniero dei suoi pensieri.

    Inizió col rispondere ai punti che riteneva fondamentali in tutto ció che il Leone Nero gli stava dicendo:

    «Aspetta.
    Il sentiero che ha scelto di intraprendere Malal non deve per forza, e non credo affatto lo sarà, quello che TU sceglierai di percorrere.

    E’ una questione di scelte e di individui.
    Tu e Malal potreste sembrare simili, ma scavando la superficie non avete nulla a che fare l’uno con l’altro. Non credo che dovremo mai arrivare ad uno scontro per arginare la tua follia, il solo fatto che te ne preoccupi fa di te la tua stessa valvola di sicurezza.»


    Era serio ma voleva anche che quel suo discorso fosse tra le persone più che tra i cavalieri neri. Si mosse un po’ per sgranchirsi, poi riprese.

    Gli Eletti? Sempre questione di scelte.
    Rifletti: siamo stati aiutati noi o lo sono stati loro?
    Come noi senza di loro saremmo stati annientati a un passo dal successo, loro non erano evidentemente stati in grado di risolvere la questione senza di noi.

    E poi lascia che ti dica come la penso.
    Abbiamo sempre odiato le divinità, ma stando a quanto siamo venuti a sapere non si è mai trattato di ottenere libertà in senso stretto: non siamo gli adolescenti che si ritrovano ad odiare a giorni alterni i genitori perchè non possono fare ció che vorrebbero e come vorrebbero.
    Si tratta di opporsi a soggetti egoisti, subdoli e calcolatori che si beano del loro essere riusciti ad accumulare tanto potere da porsi in cima alla scala gerarchica e sfruttarlo per permettere agli altri di esprimere il loro, spacciandosi poi per i benefattori che scelgono i loro campioni da far combattere nella loro fuerra, l’equivalente del nostro giocare a scacchi.

    Lars, non ne sapevamo abbastanza.

    Il nostro scopo ultimo non è mai stato la loro distruzione fisica, si è sempre trattato di distruggerne l’idea.

    Tu, io, Estelle, tutto l’Ordine, chiunque voglia farne parte. Possiamo mostrare al mondo che siamo capaci non solo di raggiungere quel livello, ma di superarlo.

    Poi? Cosa saremmo? Noi stessi delle Divinità?
    Oh No. Affatto. Continueremmo ad essere umani.

    “Divinità” non è qualcosa di differente, è una stramaledetta parola utilizzata per dire che qualcuno ha poteri mirabolanti e li usa per disporre a piacimento di tutto e tutti secondo il proprio capriccio.

    E’ vero, potrà non essere facile. Siamo ridotti all’osso e abbiamo fallito la nostra prima missione dopo aver perso gli altri.

    E allora?

    Rinunciamo?

    Se avessimo rinunciato contro Ataraxia, o contro Malal? Saremmo qui?

    No.

    L’Ordine non muore finchè non gettiamo la spugna e non abbandoniamo l’intenzione di smantellare l’infinità di stronzate che vengono propinate da millenni.

    L’Ordine non muore finchè non smettiamo di migliorare noi stessi e quindi L’Uomo.

    L’Ordine è più vivo che mai.

    Diamine, Lars, perfino quelli che credi siano punti a nostro sfavore rivelano il tuo desiderio ribollente di superare noi stessi!»


    Aveva smesso di filtrare il flusso dei suoi pensieri, stava letteralmente vomitando addosso all’altro ogni salto mentale che si stava verificando nella sua testa, ma non lo stava facendo in maniera violenta, nè delusa o arrabbiata: avrebbe voluto che se ne convincesse, certo, ma non aveva alcun potere o diritto per imporgli la sua visione.

    «Ció che suggerisco in merito è questo: sfruttiamo tutta la nostra frustrazione per uscirne più forti di prima.

    Vorrei peró che fosse chiara una cosa: non lo faccio in quanto capo, lo faccio convinto di essere quello più lucido in questo momento.

    Quel giorno, quando abbiamo riunito il nuovo Consiglio, prima che perdessimo anche gli altri superstiti dalla Torre, mi avete scelto come Portavoce.
    Le mie parole non vanno intese come un ordine diretto, non ne ho l’autoritá nè voglio averne. Non tra i Dodici. Siamo gli umani più potenti sull’Isola e sono convinto che il nostro scopo comune, lo scopo dell’Ordine Oscuro, non sia altro che di ergersi ad esempio per gli uomini.

    Chiunque puó superare se stesso, dimostrarsi degno e accumulare potere.
    Gli altri non sono altro che impedimenti: deboli, codardi o arroganti che si accontentano di porsi in cima.

    Non avrebbe senso avere un capo, o l’evoluzione si arresterebbe una volta raggiunta la vetta.

    Quello che voglio dimostrare, il fondamento storico dei Cavalieri Neri, è che una vetta non esiste.»


    Vide l’altro sedersi e tirare fuori un pacchetto di sigarette per poi offrirgliene, quindi lo raggiunse, rendendosi conto di aver parlato in preda alla passione ben più di quanto avesse in mente di fare.
    Accettó la sigaretta e gli fece compagnia nel fumarla.

    «Grazie, ho parlato fin troppo.
    L’occhio, eh? Guarda tu stesso.»


    Sollevó la benda e riveló l’orbita vuota, riempita dai sigilli spirituali che ruotavano incessantemente incrociandosi l’un l’altro.

    «Ho esagerato con gli esperimenti e non sono ancora riuscito ad ottenere risultati soddisfacenti. Non riesco ancora a completare l’integrazione tra i miei poteri e le parti tecnologiche dei droni, ma una volta finito vorrei poter mantenere un occhio aperto sul piano spirituale.»

    Da qualche parte doveva pur cominciare per superare se stesso, dopotutto.

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    Lars aspirava il suo fumo, mentre ascoltava le parole di Isaak che voleva semplicemente fargli capire che nonostante le avversità l’ordine non era morto e che la strada che aveva intrapreso Malal non era per forza quella che avrebbe dovuto sceglie lui. Beh su ciò il leone ero non era intenzionato a seguire il vecchio alchimista, lui dopotutto aveva fatto degli errori che Lars avrebbe evitato , partendo soprattutto dal fatto di decretare la propria sconfitta dopo essersi macchiato di tradimento, quella se fosse stato da solo senza unirsi ad un dio del Caos la vittoria sarebbe stata assicurata.

    “Non voglio diventare come Malal, lui ha fatto le sue scelte e ricordiamoci che fortunatamente ha anche perso quindi tutto ciò fa di lui solo un "perdente". Io desidero essere un “vincente” per questo non mi accontenterò mai di vedere certe cose e che non sarò mai soddisfatto, ma credo che tutta via tu abbia in parte ragione.”

    Lars sospirò il secondo discorso su Eletti e la questione delle divinità era un po’ complico, anche se comunque era giusto non vedere la loro lotta come un capriccio nei confronti del divino, Lars onestamente su quell’aspetto non era mai stato poi tanto pretenzioso. Se sceglieva di agire come un “bambino ribelle” non era dovuto da un suo capriccio, ma dati di fatto. Gli dei erano sempre stati la causa di ogni guerra e avevano sempre reso l’umanità loro schiava e non avevano fatto altro che usare il prossimo.

    “In verità io non ho mai inteso la nostra lotta alle divinità come un capriccio adolescenziale. Ci sono stati dei dati di fatto eloquenti ed io ho eseguito semplicemente degli ordini che mi sono stati dati. Io non ho fatto altro che sopravvivere per non tendere al nulla, in principio era questo che ci simboleggiava.”

    Subito dopo Isaak disse di non essere il loro “capo”, questo onestamente era un controsenso e faceva ridere, perché allora se lui non si considera un capo , ma una guida allora in un posto come l’isola era probabile che potesse essere un po’ fuori luogo, visto che era sempre stato di norma il fatto che comunque un esercito non si poteva comandare senza qualcuno che facesse rispettare le regole. Così facendo era come offrire su un piatto d’argento l’anarchia e non era forse peggio? L’evoluzione umana non si sarebbe arrestata più facilmente se non addirittura con il rischio di retrocedere?Cosa significava essere un portavoce se poi nessuno ascoltava.

    “L’evoluzione si arresta sulla vetta, tuttavia può anche migliorare e trasformarsi mille volte. Se tu non sei il sei il capo e non vuoi esserlo allora siamo al punto da capo e continueremo a rifare gli errori del passato. Certo c’è sempre da imparare ,ma non si può più aspettare. Essere un capo non è solo raggiungere il potere, come hai detto tu per quello siamo bravi tutti a farlo, ma ci vuole una grande forza di volontà e essere sicuri di volerlo fare .Forse dovresti essere un po’ più deciso nelle tue prese di posizione e farti rispettare almeno quel tanto che ti serve per non rischiare di essere una sorta di “barzelletta”. Sennò anche come portavoce sei debole e i deboli prima o poi scompaiono sempre!”


    Lars guardò l’occhio di Isaak, ecco che quanto aveva detto si stava concretizzando proprio avanti ai suoi occhi, lui stava facendo esperimenti su se stesso per raggiungere per l’appunto “una vetta” e quindi per portare avanti un obiettivo, perché sosteneva che nell’ordine non esistesse nulla del genere?

    “Una vetta non esiste? Allora perché ti stai sottoponendo ai tuoi esperimenti per accrescere il tuo potere? Non è forse un po’ in contro senso che “una vetta” non esista nell’ordine se tu in primis ti poni un obiettivo da raggiungere? Io sono del parere che non sia poi tanto male averne una , ma è il singolo individuo che deve decidere come raggiungerla.”


    Lars fece un sorriso sornione, se doveva essere sicero sarebbe stato interessente poter verificare i progressi di quel potere.


    "Comunque è assolutamente interessante, ammetto che non sarebbe male poter vedere e sentire con i propri occhi e corpo se quel potere che stai sperimentando funziona. potremmo fare una prova..."

    Lars non voleva combattere contro Isaak e se lo avesse fatto non sarebbe stato per ucciderlo o dimostrare chi era il più forte, ma chissà se provare quel potere avrebbe convinto Isaak ad avere un pò più di polso, ma sopratutto si sarebbe mai offerto?






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    Narrato, Parlato "", Pensato °°, Telepatia<<>>, parlato esterno".





    Riassunto e Dati

    tenor
    Nome:Lars Stark
    Stato fisico:buono
    Stato Psicologico:buono.
    Armatura:Black Gold del Leone [livello 6]
    Stato armatura:intatto
    Energia:Energia Nera
    scheda: Ul2sXA1



    Riassunto









    azioni:











    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Violateed è stato fatto apposta per utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .

     
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    Ascoltó le risposte di Lars mentre tirava qualche boccata dalla sigaretta che gli era stata offerta, cercando di rispondere punto per punto ai vari temi affrontati.

    Riguardo Malal, l’Acquario Nero decise di lasciare ogni ulteriore considerazione a Lars: qualsiasi decisione o azione fossero scaturite dalle scelte del Leone presente, sarebbero state sue, libere ed indipendenti. Dei risultati si sarebbero occupati in seguito.

    «Quanto, come e se seguire le orme di Malal o distanziartene radicalmente è soltanto una tua decisione Lars. E’ questo che sto cercando di trasmetterti: saró qui per aiutarti a rimanere nei limiti in caso volessi proseguire parte dei suoi progetti, come saró qui se vorrai invece rinnegare con piani del tutto nuovi l’eredità del Leone Nero. Questo è l’Ordine: lavorare insieme.»

    Finita la sigaretta poggió il palmo sinistro e lasció che il suo sguardo si perdesse all’orizzonte: mentre l’altro ragionava sulle ragioni della sua lotta alle divinità e sul bisogno di un capo e di una piramide del potere, il biondo fu assalito da una serie di flash in cui perdeva il controllo, una carrellata di immagini in cui lui stesso era una specie di chimera deforme che al solo muoversi scatenava esplosioni cosmiche a causa dell’instabilitá del suo potere.

    Scrolló la testa, cereo, giusto in tempo per dire la sua.

    «Hai contemporaneamente ragione e torto, amico mio. E’ vero: rischio di non essere preso sul serio, nè dall’esterno nè tantomeno dall’interno, ecco perchè sto lavorando per portare risultati, per mettere sotto gli occhi di tutti che, a volte, per vincere, la potenza grezza puó essere sostituita da altri metodi. Non mi definisco CAPO per una semplice ragione: voialtri non siete miei sottoposti, non do ordini a nessuno di voi. Per il resto del mondo puó credere che io lo sia? Facciano come vogliono. Sono un leader? Certo. E’ semplicemente una questione interna. L’Ordine puó funzionare se si evitano conflitti interni su chi comandi chi o chi sia più potente di chi, altrimenti andremo incontro allo stesso fallimento sperimentato dai Primi. Ecco cosa intendo quando dico che non sono IL CAPO, peró non implica che io non abbia la forza di volontà necessaria per essere un Leader.»

    Tentó di scrollarsi dalla mente le immagini del suo fallimento, mentre cercava di rispondere alle ultime considerazioni di Lars.
    Si alzó e fece qualche passo in tondo, quasi cercando le parole adatte per spiegare alla perfezione cosa intendesse:

    «Hai colto. E’ esattamente quello che intendo: un obiettivo c’è. C’è e continuerà ad esserci: una volta raggiunto, ne apparirà un altro. Una vetta non esiste perchè l’evoluzione NON SI FERMA, perchè anche quando crederemo di averla raggiunta, quella stessa vetta diventerà un semplice punto di partenza per la prossima.

    Se io decidessi di voler raggiungere una potenza pari alla tua, una volta che fossi in grado di batterti in uno scontro di forza, non avrei più uno scopo.

    Se avessimo UN capo, prima o poi qualchno deciderà che sfidandolo e sconfiggendolo, avrà diritto a sostituirlo ed ottenere il diritto di fare dell’Ordine ció che vuole, forte della sua supremazia combattiva.

    Non sto mirando all’anarchia, nè spingendo per non avere una direzione.
    Sto cercando di abolire ogni elemento che possa minare la stabilità del nostro futuro, di qualsiasi possibilità che possiamo - noi o chi verrà dopo di noi - ricadere nella spirale di odio e follia che ha intrappolato i Fondatori.

    Quindi fa’ pure: vuoi che scambiamo qualche colpo? Sono pronto a mostrarti cosa intendo e mettere alla prova i primi risultati degli esperimenti.

    Magari la mia Essenza sarà più chiara delle mie parole.»


    Sorrise e allargó le braccia, richiamando a sè il potere e preparandosi all’assalto del più potente cavaliere nero presente sull’isola al momento.

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    Lars fece un sospiro, quell’ oggi si era dimostrato non consono alla causa, ma non si sentiva di aver sbagliato del tutto, il fatto di aver incontrato Isaak nonostante la delusione che aveva dentro, significava che era il momento di voltare pagina. No Malal non era un esempio da imitare, lui era solo un traditore e l’americano aveva già deciso cosa fare e comunque quell’ incontro si rendeva conto che gli serviva proprio.

    “La mia via la sceglierò non appena me la sento di non considerare tutto “pupù”, per ora posso solo dirti che comunque questa chiacchierata tra noi mi ci voleva, il passato è stato quello più vicino alla disperazione, ma non ho voglia di ricaderci. Proseguirò i miei progetti in maniera personale in qualche modo almeno riuscirò a capire meglio cosa è più logico per me fare adesso.”

    Già, le decisioni di Lars a volte sono state molto discutibili e non condivisibili, come nel caso della questione su Gabriel e su Malal, ma sapeva che per sopravvivere bisognava avere la forza di andare avanti. Isaak sarebbe stato sempre lì vicino a lui, ma non era quello che per ora serviva a Lars. Lui aveva bisogno di certezze e anche su Isaak forse sarebbe stato meglio averne, anzi che promettere solo parole.
    Isaak a quanto pare aveva diversi modi di pensare e di letteralmente “viversi” una responsabilità come quella di essere un “capo”, ma Lars non capiva perché continuasse a fare della “filosofia” in un ambiente come quello dell’ Isola. Cioè, non erano al Santuario dove bisognava per forza parlare sennò c’era Athena che ti bacchettava come “facinoroso” e quindi non degno di essere dedito alla giustizia, che poi anche lì non che non vi era un “capo” il Gran sacerdote che cos’era? Un diplomatico? Ma anche no, era un “capo di stato”, un “Re Nero Sacro” che onestamente non che avesse molto di democratico, visto che comandava gli 88 cavalieri sacri ed era un vicario della Dea della Guerra. Perciò, se Atehna la Dea della Guerra poteva permettersi un vicario, era perché gli serviva una figura importante per domare l’esercito sennò anche lì avrebbero iniziato a fare come volevano. Isaak sinceramente stava tergiversando sull’argomento.

    “Non capisco proprio se al Grande Tempio hanno bisogno di farsi comandare da un fanatico che voleva e forse la vuole ancora la Guerra Sacra contro mezzo mondo, accecato dalla visione di Giustizia dettata da una insulsa divinità, perché diavolo noi dobbiamo continuare a “o prenderci in giro” con questi discorsi filosofici? . Lo sappiamo entrambi che un Ordine non si fonda solo sulle chiacchiere, ma su i fatti. E’ nella natura di chi vuole sopravvivere ed evolvere a livello superiore che allora si prendono decisioni importanti e che un CAPO o un “Nuovo Re Nero” DEVE erigersi,e non parlo di un “Re nero alla Gabriel”, ciò che ha fatto lui è stato discutibile per poi tradirci allegramente e nessuno lo ricorderà più, ma un “Re Nero” che abbia tutte le doti e il carisma necessario di prendere decisioni e le sue responsabilità, proprio per preservare la sopravvivenza della razza umana e dell’ evoluzione nuova che sarà presente nell’Ordine.Non vuoi vedere conflitti interni? Benissimo allora VANNO ANNIENTATI sul nascere e sai come si fa? Si stabilisce subito una gerarchia da seguire e chi non lo fa allora se ne vada pure o muoia nel protestare!Un capo viene deposto solo se non dimostra di avere qualità giuste.”

    Lars voleva far vedere ad Isaak quanto aveva detto, quindi era necessario un confronto speciale tra i due.

    “Comunque sia ho sempre avuto voglia di accettarmi delle tue doti Isaak, dopotutto sull’isola non ci possono più essere incertezze.”

    Lars fece apparire dalla lava del suo corpo la cloth del leone nero.

    “Andiamo fuori conosco un posto vicino al vulcano dove mi alleno . E’ abbastanza grande per contenere i nostri poteri e permetterci di sfruttarli. Ti divertirai parecchio a vedere come sono cambiati i miei poteri da Alchimista Nero!”

    Lars fece strada.
    Lars aspirava il suo fumo, mentre ascoltava le parole di Isaak che voleva semplicemente fargli capire che nonostante le avversità l’ordine non era morto e che la strada che aveva intrapreso Malal non era per forza quella che avrebbe dovuto sceglie lui. Beh su ciò il leone ero non era intenzionato a seguire il vecchio alchimista, lui dopotutto aveva fatto degli errori che Lars avrebbe evitato , partendo soprattutto dal fatto di decretare la propria sconfitta dopo essersi macchiato di tradimento, quella se fosse stato da solo senza unirsi ad un dio del Caos la vittoria sarebbe stata assicurata.

    “Non voglio diventare come Malal, lui ha fatto le sue scelte e ricordiamoci che fortunatamente ha anche perso quindi tutto ciò fa di lui solo un "perdente". Io desidero essere un “vincente” per questo non mi accontenterò mai di vedere certe cose e che non sarò mai soddisfatto, ma credo che tutta via tu abbia in parte ragione.”

    Lars sospirò il secondo discorso su Eletti e la questione delle divinità era un po’ complico, anche se comunque era giusto non vedere la loro lotta come un capriccio nei confronti del divino, Lars onestamente su quell’aspetto non era mai stato poi tanto pretenzioso. Se sceglieva di agire come un “bambino ribelle” non era dovuto da un suo capriccio, ma dati di fatto. Gli dei erano sempre stati la causa di ogni guerra e avevano sempre reso l’umanità loro schiava e non avevano fatto altro che usare il prossimo.

    “In verità io non ho mai inteso la nostra lotta alle divinità come un capriccio adolescenziale. Ci sono stati dei dati di fatto eloquenti ed io ho eseguito semplicemente degli ordini che mi sono stati dati. Io non ho fatto altro che sopravvivere per non tendere al nulla, in principio era questo che ci simboleggiava.”

    Subito dopo Isaak disse di non essere il loro “capo”, questo onestamente era un controsenso e faceva ridere, perché allora se lui non si considera un capo , ma una guida allora in un posto come l’isola era probabile che potesse essere un po’ fuori luogo, visto che era sempre stato di norma il fatto che comunque un esercito non si poteva comandare senza qualcuno che facesse rispettare le regole. Così facendo era come offrire su un piatto d’argento l’anarchia e non era forse peggio? L’evoluzione umana non si sarebbe arrestata più facilmente se non addirittura con il rischio di retrocedere?Cosa significava essere un portavoce se poi nessuno ascoltava.

    “L’evoluzione si arresta sulla vetta, tuttavia può anche migliorare e trasformarsi mille volte. Se tu non sei il sei il capo e non vuoi esserlo allora siamo al punto da capo e continueremo a rifare gli errori del passato. Certo c’è sempre da imparare ,ma non si può più aspettare. Essere un capo non è solo raggiungere il potere, come hai detto tu per quello siamo bravi tutti a farlo, ma ci vuole una grande forza di volontà e essere sicuri di volerlo fare .Forse dovresti essere un po’ più deciso nelle tue prese di posizione e farti rispettare almeno quel tanto che ti serve per non rischiare di essere una sorta di “barzelletta”. Sennò anche come portavoce sei debole e i deboli prima o poi scompaiono sempre!”


    Lars guardò l’occhio di Isaak, ecco che quanto aveva detto si stava concretizzando proprio avanti ai suoi occhi, lui stava facendo esperimenti su se stesso per raggiungere per l’appunto “una vetta” e quindi per portare avanti un obiettivo, perché sosteneva che nell’ordine non esistesse nulla del genere?

    “Una vetta non esiste? Allora perché ti stai sottoponendo ai tuoi esperimenti per accrescere il tuo potere? Non è forse un po’ in contro senso che “una vetta” non esista nell’ordine se tu in primis ti poni un obiettivo da raggiungere? Io sono del parere che non sia poi tanto male averne una , ma è il singolo individuo che deve decidere come raggiungerla.”


    Lars fece un sorriso sornione, se doveva essere sicero sarebbe stato interessente poter verificare i progressi di quel potere.


    "Comunque è assolutamente interessante, ammetto che non sarebbe male poter vedere e sentire con i propri occhi e corpo se quel potere che stai sperimentando funziona. potremmo fare una prova..."

    Lars non voleva combattere contro Isaak e se lo avesse fatto non sarebbe stato per ucciderlo o dimostrare chi era il più forte, ma chissà se provare quel potere avrebbe convinto Isaak ad avere un pò più di polso, ma sopratutto si sarebbe mai offerto?






    ZYUrYpl


    Narrato, Parlato "", Pensato °°, Telepatia<<>>, parlato esterno".





    Riassunto e Dati

    tenor
    Nome:Lars Stark
    Stato fisico:buono
    Stato Psicologico:buono.
    Armatura:Black Gold del Leone [livello 6]
    Stato armatura:intatto
    Energia:Energia Nera
    scheda: Ul2sXA1



    Riassunto




    ok le botte le apro altrove qui è finito :)




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