Una nuova forza

Tygaer e Alek first time evAH

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    La neve cadeva fitta, quel mattino. Il sole si era a malapena affacciato all'alba per poi nascondersi dietro la spessa coltre di nubi che caratterizzava molte volte il cielo asgardiano; solo le sette stelle dell'Orsa Maggiore erano sempre visibili, e oltre ad esse la Stella Polare che brillava sopra la grande Statua di Odino. Alla base di questa, su una balconata del castello, sorgeva l'altare del Celebrante di Odino. Proprio lì si trovava Siegfried, lo sguardo assorto, chiedendosi come sempre se Asgard sarebbe riuscita a sopravvivere alla Corruzione fino ad un nuovo giorno.

    Il guerriero si sentiva tremendamente solo, nonostante Asgard non fosse stata abbandonata a sè stessa: l'alleanza con Atene era stata rinnovata, anche se non aveva ancora avuto modo di incontrarsi con chi era succeduto a Daya; i vecchi dissapori con Atlantide sembravano ormai accantonati, soprattutto da quando Johanna aveva salvato il figlio di Urzla, impresa che era costata la forza di Cavaliere a Camìlle di Mizar. Era riuscito a trovare un'intesa di tipo commerciale persino con i Cavalieri Neri, e questo aveva fruttato un aumento delle risorse di cui sopravvivere ad entrambe le parti: per come la vedeva lui, erano tutti alleati contro la Corruzione, con la sola eccezione dei guerrieri di Hades.

    Valmhur dormiva nel suo fodero, posta sopra l'altare: persino il suo spirito, capace di far perdere la pazienza ad un Dio, si era reso conto che non era necessario offendere chiunque si trovasse a tiro pur di far funzionare le cose. Certo, la cosa era limitata solamente alle donne ed in parte a Siegfried, ma meglio che niente; il Celebrante si chiese quando la spada si sarebbe risvegliata, anche se questo sarebbe stato un chiaro segnale di guai in vista.

    Fece brillare il proprio cosmo, e subito il Drago del Nord comparve al suo fianco, per poi scomporsi e ricomporsi sul suo corpo, mentre si incamminava verso la sala del trono. Forse quel giorno sarebbe andato nelle foreste, cercando di bonificare qualche tana sotterranea dai corrotti; forse avrebbe fatto un giro a cavallo nella fortezza, per cercare di risollevare gli animi dei rifugiati dei vari mondi nella città. Sì, era la cosa migliore da fare almeno per quel giorno. Si avvicinò verso il trono per prendere la grande spada Mimung, quando avvertì una sensazione: un cosmo intenso che si avvicinava, un cosmo senza dubbio appartenente ad Asgard... e che non conosceva.

    Un nuovo combattente per il Nord, forse. Un barlume di speranza si ravvivò nel suo cuore, le perdite fino a quel momento erano state enormi. Nel Ragnarok, e poi nell'Armageddon. Il guerriero impugnò Mimung e si sedette sul trono, appoggiando le mani sull'elsa della spada puntata in basso, rimanendo in attesa di chi stava arrivando.

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    NOME - Siegfried
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    RIASSUNTO AZIONI - Ok, sarò franco: non ho letto il tuo addestramento, quindi so solo che sei un elfetto con l'armatura di Ullr. E poi ho deciso volutamente di NON leggerlo prima di ruolare perchè così sia io che Siegfried lo conosceremo a sorpresa. Divertiamoci :)

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    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    l corteo elfico attirava tutta l'attenzione all'interno della capitale Asgardiana. La grande colonna di guerrieri in armatura di mithril, a cavallo di possenti destrieri bianchi come la neve, avanzava tra due ali di curiosi che stupiti assistevano a quell'inusuale spettacolo. Lo stendardo di Ulthuan garriva al vento al fianco di quello del casato di Menelvagor, una spada fiammeggiante dorata su sfondo bianco, e appena dietro la figura che apriva la fila. L'elfo era avvolto in una God Robe bianca e splendente, i lunghi capelli biondi che scendevano flenti lungo la schiena e un mantello azzurro ricamanto da fiamme d'argento che ne copriva le spalle, a chiuderlo una spilla recanti i grandi di sommo generale delle schiere elfiche. Galdor si era recato presso la capitale per incontrare il celebrante di Odino, voce del dio in terra e comandante in capo dei suoi guerrieri. E avrebbe volentieri evitato quel codazzo di guardie e alfieri, ma Alarielle aveva insistito affinché si presentasse li non solo come guerriero runico ma anche come principe elfico e suo campione. I corni risuonavano aprendo loro la strada mentre il ritimico battere dei tamburi accompagnava ogni loro passo. Le guardie all'ingresso della fortezza sembrarono inzialmente intenzionate a fermarli ma, nel vedere l'armatura indossata da Galdor, si inginocchiarono rispettosi e silenti.
    Il gruppo si fermò nel grande cortile intenro del palazzo, e prima che Lareth potesse aprir bocca, parlò al messo della regina in modo che tutta la sua guardia d'onore potesse sentirlo.


    Mi recherò dal Celebrante da solo, poi vi unirete a me durante il banchetto di stasera. Discuteremo di faccende che non sono fatte per le vostre orecchie. E questo è un ordine. Se pensate la Regina non sia d'accordo, mi prendo la piena responsabilità della cosa.



    Si girò avviandosi sulle scale senza prestare attenzione alla risposta del vecchio diplomatico. Ammirava la scaltrezza e la lingua melliflua di quel vecchio membro della corte di Re Finubar, ma da guerriero non sopportava le lunghe conversazioni fatte di doppi sensi e silenzi che significavano più di mille parole. Era stato cresciuto fin da piccolo a seguire la via del guerriero e a giudicare le persone dalla loro forza e dal loro coraggio. Quelle erano le uniche cose che contavano in un modo in perenne lotta per la sopravvivenza. E alla fine sarebbe stata una spada a difendere le terre libere e non la lingua sciolta di qualche diplomatico.
    Attraversò silenzioso le grandi sale decorate con gli scudi e l'araldica dei casati nobili di quelle terre. La stessa architettura, per quanto grezza e poco rifinita, aveva un che di piacevole. Niente al confronto delle maestose e sinuose strutture create sull'Isola Bianca, ma di certo degne di nota. Un palazzo degno del signore di quelle terre. Ancora una volta due guardie spalancarono il grande portale che conduceva alla sala del trono prima che dovesse aprire bocca. Ben addestrati, se non altro. La grande sala era forse la stanza più grandiosa del palazzo. Le volte a tuttosesto si trovavano a una quindicina di metri di altezza e grandi finestre decorate lasciavano passare la luce del mattino tra mille giochi di luce. La navata era lunga almeno una cinquatina di metri e nei giorni di pieno potere di Asgard aveva ospitato migliaia di ospiti alla volta. Ora invece era sileziosa e vuota, con il solo celebrante che sedeva assorto poggiato sulla spada sul trono, seggio del suo potere. L'elfo avanzò sicuro senza abbassare lo sguardo per fermarsi a circa tre passi dalle piccole scale che conducevano al celebrante. Estrasse la spada e, inginocchiandosi, la porse tenenendola poggiata sui palmi al signore del castello.



    Galdor Menelvagor, Sacerdote Runico di Kenaz, principe di Ulthuan e campione della regina eterna, vi saluta Celebrante.
    La mia spada è al servizio vostro e di Odino. Ora e sempre.




    La voce era determianta e sicura, la voce di chi conosceva il peso di quelle parole e di cui i giuramenti erano saldi come l'acciaio. Restò con il capo chino in attesa di una risposta.




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    nome ⦿ galdor menelvagor
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    La figura che varcò i portali della sala del trono era certamente inusuale, ma agli occhi di Siegfried alcuni particolari balenarono facendo scattare in lui un'analisi spontanea di chi si trovava di fronte. Sguardo fiero, occhi puntati nei suoi, lunghi capelli biondi, andatura solenne ma non pomposa, un'armatura del Nord dell'ordine dei Sacerdoti Runici. E punte delle orecchie visibili tra i capelli.

    ...un elfo.

    Da quando era divenuto Celebrante aveva incontrato diversi cavalieri, appartenenti alle più svariate razze; tuttavia, le circostanze dovute alla presenza della Corruzione non avevano permesso una lunga vita ad alcuno di loro, oppure erano partiti in missione ma non avevano fatto ritorno. Era come se per Asgard tutto dovesse essere tremendamente più difficile, anche riuscire a sopravvivere in battaglia; ma non erano forse loro, dei guerrieri implacabile? La sorte aveva deciso di lasciare inerme il regno del Nord? L'arrivo di questo nuovo guerriero era senza dubbio una benedizione degli dei, un segno che Asgard non voleva saperne di cedere.

    Galdor Menelvagor, Sacerdote Runico di Kenaz, principe di Ulthuan e campione della regina eterna, vi saluta Celebrante. La mia spada è al servizio vostro e di Odino. Ora e sempre.

    Il cavaliere si era inchinato ed aveva estratto la lama, porgendola al Celebrante in segno di fedeltà. Siegfried si alzò in piedi, la sua gigantesca spada in pugno, e si avvicinò all'elfo. Dopo aver riposto Mimung nel suo fodero agganciato alla schiena, Siegfried prese in mano la spada che gli era stata porta in segno di fedeltà. Il modo con cui erano state pronunciate quelle parole facevano intendere che l'individuo di fronte a lui apparteneva senza dubbio al campo di battaglia.

    In piedi, Galdor Menelvagor di Kenaz.

    Attese che l'altro eseguisse il suo ordine, dato più da una sorta di codice militaresco tra cavalieri che non dall'etichetta tra re e suddito, poi gli porse a sua volta la spada tenendola per la lama.

    Che la tua spada sia sempre affilata e il tuo braccio ben saldo, cavaliere. Giungi ad Asgard in tempi bui, ma nessuno nel nostro popolo dubita di ritrovare la luce.

    Aveva volutamente calcato l'accento sulla parola "nostro": ormai Asgard non era semplicemente una roccaforte di esseri umani, ma vi erano confluiti anche un gran numero di rifugiati di altri mondi: nani, elfi, gnomi, perfino qualche vrykul e addirittura drow. Genti sopravvissute all'Armageddon che avevo coinvolto tutti i mondi, isolando il Valhalla quasi completamente da Midgard. Chiedere a Galdor cosa lo portasse ad Asgard sarebbe stato ridicolo, probabilmente, quindi il Celebrante si limitò ad aggiungere, mentre tornava accanto al suo trono, una semplice domanda:

    Quale storia hai alle spalle, principe di Ulthuan?

    Senza dubbio una storia di guerra, secondo il suo intuito... ma poteva anche sbagliarsi. Gli alleati devono conoscersi bene, per sostenersi a vicenda in battaglia.

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    RIASSUNTO AZIONI - Un po' di blabla :)

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    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

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    l celebrante sembrava un uomo avvezzo alla lotta, un guerriero che era asceso al trono su cui sedeva combattendo le minacce che gravavano sulla sua terra. La stessa enorme spada che portava con se, per quanto la sua fattura fosse scadente al confronto di Calan o di molti artefatti elfici, era l'arma di un combattente non di un nobile che la porta con se come vezzo estetico. E infine c'era quell'aura di tangibile potere che lo circondava. Avrebbe potuto facilmente spazzare via un'intera città con la semplice estensione del suo cosmo, un cosmo che però stava quieto e piatto come un grosso drago addormentato nelle montagne di Caledor. Provando a controllare il suo marcato accento, e di non sbagliare la scelta delle parole.


    Raccontare tutta la vita di un'elfo è impresa, irta. Intdevo dire,ardua, mia signore. Siamo creature a cui gli dei hanno concesso una vita lunga ben oltre l'immagginabile. Posso dirvi, senza rischiare di annoiarvi con storie di poco conto, che prima di indossare quest'armatura divina ero il campione di Alarielle, la Regina Eterna di Ulthuan vostra alleata e protetta. In suo nome ho difeso lungamente la notra terra da ogni minaccia, che si trattasse degli dei del caos o dei nostri oscuri cugini di Naggharot. Alcuni mesi fa sono stato guidato da alcune visioni presso la terra ferma.


    Si fermò per un istante, ricordandosi della feroce lotta contro il frammento di Surtr, di come aveva imparato ad apprezzare le altre razze seppur lontane dalla perfezione del popolo elfico. Ricordò come la luce lo aveva pervaso donandogli la forza di di piegare la realtà al suo volere. Doveva quel dono a Odino e per quanto gli dei del pantheon elfico lo avessero sempre protetto, sapeva di dovere fedeltà al Padre degli Dei sopra ogni cosa.


    Li ho viaggiato per alcuni mesi accompagnato da dei vostri valenti sudditi, che ora sono miei ospiti sull'Isola Bianca, fino al luogo dove il precedente Sacerdote di Kenaz riposava, la dove aveva sacricato la sua vita per contenere un frammento di Surtr sfuggito alla sua prigionia.


    Prende da una sacca nascosta sotto il mantello il vecchio diario del cavaliere. Lo aveva portato con se affinchè potesse essere riuniuto alle memorie degli altri cavalieri di Asgard, cosicchè il suo eroismo non venisse dimenticato. Se non poteva avere una tomba almeno il suo nome poteva essere cantato dai bardi di quella terra fino alla fine dei tempi e di un nuovo crepuscolo degli dei.


    Sono riuscito a purificare la bestia con la mia luce ma vi suggerisco di mandare delle squadre per verificare che non ci siano altri frammenti. Spero di non avervi annoiato e che il mio accento non vi abbia causato problemi.





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    Un guerriero, un'impresa alle spalle. Una storia abbastanza semplice, pur trattandosi di un elfo... gli eventi avrebbero potuto prendere pieghe più complessi, e la razza elfica non era nota per essere diretta in un racconto od una spiegazione; di certo Galdor era stato sintetico, ma non per tenere nascosti dettagli su quanto compiuto al Celebrante di Odino. Terminato il breve resoconto, aveva estratto un diario appartenuto al precedente Sacerdote di Kenaz, morto per contenere un frammento di Surtr. Non sentiva nominare quella creatura dal Ragnarok, ma evidentemente era destino che il Nord non dovesse trovare pace... non facilmente, almeno.

    Le memorie del cavaliere saranno senza dubbio conservate e onorate come meritano. Conosco qualcuno che sarà ben felice di occuparsene, ma sarà il caso che sia io stesso a consegnargli il diario. Non è esattamente... una persona ragionevole, per così dire; ma è affidabile, e nessuno potrebbe svolgere il compito meglio di lui.

    Il vecchio bibliotecario Dougar era un bisbetico abituato a trattare gli altri come fossero dei ragazzini stolti, anche se si trattava di uomini navigati. Era l'unico a potersi permettere di rivolgersi al Celebrante - ma solo in situazioni informali, sia ben chiaro - con l'appellativo di ragazzo. In compenso, era altrettanto galante con le donne di qualsiasi età... "un uomo d'altri tempi", avrebbe detto l'anziana Flarensia. Siegfried appoggiò la spada Mimung di lato rispetto al trono, poi invitò con un gesto il guerriero a spostarsi in una zona della sala leggermente più appartata: sette sedili attorno ad un braciere poggiato su un basamento di pietra, largo abbastanza da poter fungere anche da tavolo. Il Cavaliere del Nord prese posto su uno di questi, e ne indicò un secondo dove l'elfo avrebbe potuto accomodarsi.

    Qui staremo più tranquilli, e possiamo mettere da parte l'etichetta. Ho conosciuto altri elfi in passato, ma in te percepisco qualcosa di diverso: sento un'anima decisa permeata dal tuo cosmo, e spero di avere ragione. Non perchè tema una mancanza di coraggio in battaglia, quello di certo non ti manca: ma sono tempi in cui i guerrieri hanno bisogno di punti di riferimento, e ad Asgard pochi possono rivestire questo ruolo.

    Già... ormai chi era rimasto oltre lui? Ingrid, che non si vedeva da diverso tempo. E Urzla, che pur essendo rispettata e quasi venerata, non poteva essere considerata una guerriera che potesse guidare un esercito nonostante fosse un drago. Il Celebrante si era dovuto inventare l'esistenza di Sigmund, anche se con quell'escamotage poteva muoversi lui stesso più liberamente: doveva solo stare attento a non morire, o sarebbero scomparsi entrambi.

    Appena possibile incaricherò uno dei generali per controllare quelle zone; e forse potrei avere già anche un incarico per te, ma andiamo con ordine. Hai già affrontato la Corruzione, in passato?

    Con ogni probabilità era successo, ma le forme e le minacce con cui i Corrotti si presentavano erano talmente varie che avere più dati a disposizione poteva comunque tornare utile.

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    RIASSUNTO AZIONI - Non avendo scritto che il diario me lo porgi, non me lo sono preso e intanto inauguro il salotto nuovo. Sto provando a mettere qualche input per collegare la traccia della Stabilizzarsi, quindi non ti scandalizzare :zizi: se hai tempo, mi spiegheresti anche via mp chi sono i valenti sudditi tuoi ospiti sull'Isola Bianca... e dove si trova quest'isola?

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    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

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    i sedette sulla grande sedia decorata, sprofondando in esse ma comunque sfiorando con la testa il limitare dello schienale. Gli Elfi erano alti per gli standard umani e Galdor non faceva eccezzione. La sedia era ricoeprta di splendide incisioni e bassorilievi, fattuara nanica a giudicare dalla precisione del lavoro, e il legno era ricavato da una grande quercia. Slacciando il cinturone che reggeva il fodero della spada lo legò con un fluido movimento alla spalliera della sedia e, dopo essersi seduto poggiò il vecchio diario sul tavolo lasciandolo scivolare verso il Celebrante. Si era affezionato alla gesta del cavaliere che lo aveva preceduto ed era fiero di poterne portare avanti l'eredità, servendo un bene più grande. Inoltre nella sua terra era ora acclamato al pari dei due regnati, il Re Fenice e la Regina Eterna, come protettore dell'Isola Bianca, un onore che per quanto riiutasse di accettare apertamente lo riempiva di orgoglio. Le sue gesta, il suo coraggio, lo avevano fatto assurgere ad un livello superiore a chiunque altro e un giorno perfino gli dei si sarebbero dovuti inchinare al cospetto di un così possente guerriero. La domanda del Celebrante sulla corruzione lo riportò alla realtà.

    Abbiamo avuto i nostri problemi con i Corrotti quando il cielo si oscurò oramai sei inverni fa. Per nostra fortuna la razza elfica si è dimostrata impervia all'attecchire di quel morbo. Alcuni culti dediti alle arti oscure, seguaci di divinità del Caos si sono trasformati portando i panico in diverse città e comunità rurali. Ma siamo riuscti a contenerli dopo diversi scontri ed epurazioni. Altri ci hanno attaccato dal mare, accompagnando l'invasione dei nostri oscuri cugini di Naggharot. Mio fratello Teclis ne ha esaminati alcuni esemplari, sia vivi che morti, studiandoli e cercando di comprendere la loro natura ma con pochi risultati. C'è qualcosa che sfugge alla nostra comprensione, l'unica cosa certa è che l'animo umano sembra essere naturalmente predisposto ad accogliere la corruzione.

    Aveva paura di offendere Sigfried, gli Elfi hanno sempre considerato le altre razze come grezze e inferiori, meritevoli del rispetto che si può concedere ad un buon cavallo o ad un fedele cane da caccia. Eppure erano esseri in grado di compiere miracoli, di affrontare l'oscurità con un coraggio che molti dei suoi fratelli non avrebbe mai potuto dimostrare. E anche se Galdor aveva imparato ad apprezzare quella razza così unica era difficile perdere alcune abitudini. Detti elfici come ci sono due tipi di umani: quelli stupidi e quelli che pensano di essere intelligenti a volte gli risuonavano in testa nelle conversazioni e doveva mordersi la lingua per non dire qualcosa di offensivo.

    Asgard sembra aver retto bene agli attacchi. Ma se doveste aver bisogno di uomini posso chidere alla regine di inviare una guarnigione di Guardia del Mare alcune Guardie della Fenice per rafforzare le difese.

    Si fermò a guardare la sua mano, una volta quegli elfi erano suoi pari, addestrati e forgiati nel fuoco della battaglia. Ma ora si rendeva conto che da solo avrebbe potuto spazzare via una delle armate del Re Stregone solo grazie al suo cosmo.

    Tendo a dimenticare il dono che ho ricevuto e ancora ragiono come un generale. Immagino che da solo possiate affrontare più di un esercito, e anche il mio cosmo vale più di mille lance elfiche.

    Creò nella mano una sfera di luce che lasciò fluttuare per qualche istante prima di spegnerla.



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    Dopo aver raccolto il diario del cavaliere ed esaminandone la copertina, Siegfried ascoltò con calma il racconto di Galdor. Colse alcune sfumature, antica abitudine degli elfi di sentire una superiorità dovuta alla purezza della loro razza, e che era radicata nella loro essenza. Annuì semplicemente, mentre ascoltava le parole dell'elfo: i tentativi di capire come agisse la Corruzione non portavano risultati, se non che in qualche modo gli uomini ne erano più vulnerabili.

    Poi Galdor si soffermò su Asgard e su come aveva reagito agli attacchi: aveva raccontato molto brevemente di come la Corruzione si fosse manifestata sull'isola Bianca, e forse per questo motivo al Celebrante sembrò che si trattasse di scaramucce al confronto di quello che aveva visto e affrontato lui durante l'Armageddon. Cupidigia, Malasorte, Genlon. E poi, Dragmor. Poi riprese sulla Corruzione:

    Personalmente ho una teoria in merito, ma al momento non abbiamo basi solide per poterla confermare. Il motivo per cui gli umani siano meno resistenti alla corruzione rispetto agli elfi potrebbe dipendere dal fatto che la vostra razza è... passami il termine ma non ne trovo uno più appropriato stata "forgiata" nella luce. Nonostante ciò, alcuni di loro hanno ceduto all'oscurità; credo che a tradirli sia stata proprio questa consapevolezza.

    Si fermò un attimo, vedendo l'espressione dubbiosa dell'altro; stava certamente riflettendo su quelle parole, ma voleva chiarire il proprio pensiero per evitare che l'altro giungesse alla conclusione errata.

    Mi spiego meglio, e parlo dal punto di vista di un essere umano: poi tu mi dirai se per un elfo questo ragionamento può avere senso oppure no. La Corruzione agisce sulle debolezze, che si tratti di Cupidigia o altri "valori" negativi. Le esalta nell'animo, portando poi ad una trasformazione della persona stessa. Gli elfi sono consapevoli di poter resistere alla Corruzione per via della loro natura. Ma cosa succederebbe se questa consapevolezza fosse per alcuni una... convinzione? E se questa convinzione fosse talmente radicata da diventare... superbia?

    Non aveva assolutamente alcuna prova per dirlo con certezza, ma il ragionamento filava maledettamente troppo bene per essere totalmente sbagliato.

    Se così fosse, ecco svelato il motivo. La saggezza degli elfi è leggendaria, quindi mi appare chiaro che solo una ristretta minoranza potrebbe cadere in questo tranello. Ma se c'è una cosa che ho imparato già ai tempi del Ragnarok, è che nessuno può dirsi al sicuro da nulla. E quando il cielo si oscurò nuovamente, sei anni fa, capii che anche la morte dell'avversario non significa necessariamente la sua fine... non so se hai mai sentito parlare di un elfo oscuro chiamato Genlon.

    Il suo cosmo vibrò intensamente per una frazione di secondo mentre pronunciava quel nome, e si vide costretto a placarlo. Si fermò un momento, per raccogliere i ricordi. Era quasi certo di essersene sbarazzato definitivamente, durante la guerra al castello. Era praticamente, con l'aiuto degli dei e di Valmhur, riuscito a fargli saltare la testa in aria. Ma se esisteva la benchè minima possibilità di tornare indietro dalla morte, e con tutto il caos dovuto alla Corruzione anche negli altri mondi non era una eventualità da escludere, Siegfried era certo che se lo sarebbe ritrovato di fronte ancora una volta.

    Durante l'Armageddon ci siamo trovati di fronte un esercito di mostri che sembrava interminabile. Gli Asgardiani si sono battuti valorosamente, e molti di loro hanno perso la vita. Dei Cavalieri del Nord che erano presenti all'epoca, sopravvivemmo solo in tre: e di loro sono rimasto solamente io. Se Asgard è viva lo dobbiamo anche al sacrificio di chi ha perso la vita, e a chi ha continuato a combattere perfino dopo la morte. Ciò che vedi ora è la città in ripresa: ho avuto la possibilità di stringere alleanze, anche le più improbabili, con altri popoli che hanno lo stesso nemico in comune e lo stesso obiettivo: la sopravvivenza. Adesso siamo preparati contro eventuali attacchi, ma non so quanto potremmo resistere ad un assalto vero e proprio come quello di sei anni fa.

    O a chissà cos'altro - pensò tra sè. Aveva rischiato anche l'estinzione di tutto il popolo in più occasioni, ma gli era andata sempre bene... soprattutto quando Crono si è presentato davanti a lui, per metterlo alla prova. Se avesse fallito, Asgard sarebbe stata storia presto dimenticata.

    La tua forza... o la mia, benchè superiore, non possono essere abbastanza. Dobbiamo comunque diventare più forti, e senza peccare nella presunzione di esserlo a sufficienza. E finchè non appariranno altri Cavalieri, ci sono solo due cose che possiamo fare: diventare più forti noi stessi... e far diventare più forte il resto del popolo.

    A questo punto la sua espressione cambiò, e comparve l'ombra di un sorriso sul suo volto. Forse l'apparizione dell'elfo e quanto gli aveva proposto pochi attimi prima potevano far concretizzare un'opportunità.

    Nel nostro esercito ci sono altri guerrieri che sono capaci utilizzare il cosmo, anche se in forma grezza e privi di benedizione degli dei o di un'armatura; ma un popolo senza risorse è destinato a morire. Quello che sto cercando di fare da un po' di tempo a questa parte è riallacciare i ponti con il resto del mondo: formare nuove vie di comunicazione con gli altri popoli, che rischiano lo stesso isolamento a cui Asgard è stata destinata in passato. Ma se rimaniamo isolati, quanto potremo resistere? E quanto gli altri popoli? Non deve accadere. Se ci uniamo tutti, abbiamo una possibilità. Tu mi hai parlato di guardie del mare: io ho un porto che voglio riprendermi.

    Negli occhi del Celebrante, a quelle ultime parole, si accese una lude di sfida. Sfida alla Corruzione, voglia di rivalsa, speranza per il suo popolo. Gridare a Dragmor che quello era il popolo del Nord, e che nessuno poteva tradirlo impunemente come aveva fatto lui.

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    RIASSUNTO AZIONI - Chiacchieratona e collegamento a Graalgard :asd:

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    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    on aveva mai sentito nominare quell’elfo oscuro, ma se non era diverso dagli altri della sua razza si trattava sicuramente di un essere infido e spietato, che faceva di dolore e tradimento il suo pane quotidiano. I Druchii, così come loro si erano ribattezzati, aveva spezzato in due la stirpe di Aenarion e avevano stretto patti con entità caotiche e blasfeme. La Regina Morathi e suo figlio Malekhit si erano rifugiati con i loro depravati seguaci al di là del mare, ma non avevano mai rinunciato a riconquistare la loro terra d’origine per poterla consacrare ai loro oscuri dei. Negli ultimi secoli gli eserciti del Re Fenice si erano sempre opposti alla marea nera, anche se più di una volta avevano rischiato di soccombere, riuscendo a salvarsi solo grazie all’eroismo dei loro campioni. Chissà cosa sarebbe successo al prossimo scontro, il Re Stregone sarebbe stato abbastanza forte da contrastare i nuovi poteri del Campione della Regina Eterna?

    Non conosco l’elfo di cui parlate, ma non stento a credere che abbia portato oscurità al suo passaggio. Un porto dite? Se riuscissimo a ottenere un accesso al mare la flotta reale potrebbe attraccare portando viveri e rinforzi.

    Ovviamente l’impresa non sarebbe stata facile di per se. Se i corrotti si erano riprodotti in quella zona di confine si sarebbero trovati innanzi ad un corposo gruppo di mostri da estirpare. E questo sarebbe stato il caso migliore. Aveva sentito parlare di esseri deformati della corruzione e dai loro peccati fino ad evolversi in demoni dotati di una forza spaventosa, una forza tale da far tremare persino i più coraggiosi custodi delle stelle.

    Qual’è il piano d’azione? Volete che guidi per voi una guarnigione di soldati per riconquistare la città? Ordinatelo e sarà fatto.






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    Galdor non aveva mai sentito parlare di Genlon: buon per lui. Si era senz'altro risparmiato svariati anni di salute che avrebbe perso in rabbia. D'altra parte questo poteva anche essere segno che gli elfi dell'isola bianca non conoscessero la reale entità della Corruzione nel mondo degli uomini, e questo era senza dubbio un lato negativo. Ma il guerriero che aveva di fronte dimostrava di essere un tipo concreto, che probabilmente non si sarebbe fermato neanche se tutte le montagne del mondo gli fossero corse incontro per franargli addosso; e ne ebbe conferma quando si pronunciò sulla faccenda del porto.

    Qual’è il piano d’azione? Volete che guidi per voi una guarnigione di soldati per riconquistare la città? Ordinatelo e sarà fatto.

    Siegfried sorrise, poi replicò.

    No, niente di così facilmente avvistabile. Prima di tutto i nostri soldati insieme ai tuoi elfi faranno pulizia del perimetro intorno alla città. Graalgard ha un territorio circostante occupato principalmente da foreste. Dovranno fare un lavoro graduale e discreto: isolare la città da eventuali ospiti indesiderati che possano arrivare via terra; una guarnigione sarebbe subito individuata e permetterebbe al nemico di organizzarsi. Quando saremo pronti, andremo in città. E ci andremo solo noi due.

    Poteva sembrare un piano azzardato, ma bisognava studiare il terreno prima di tirare in ballo un esercito; d'altra parte, per dei corrotti di "normale" potenza sarebbero bastati i due cavalieri, e in caso ci fosse stato un pezzo grosso a coordinare le operazioni, i soldati avrebbbero avuto ben poco da fare e sarebbe toccato intervenire direttamente a lui.

    Questa è la bozza del piano: eventuali variabili le considereremo avendo più dati quando saremo sul posto. Che ne pensi?

    Era curioso di sentire eventuali commenti o pareri sul piano d'attacco, per quanto sembrava l'unica strada possibile.

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    RIASSUNTO AZIONI - Io direi che dopo che rispondi tu, facciamo un post di chiusura a testa... non ci vedo altri spunti per continuarla, dato che abbiamo tirato in ballo il porto. A meno che tu non abbia altre idee in mente :)

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    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

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    na missione solitaria portava con se sempre grandi rischi, gli era stato insegnato a non fare l'eroe ma a pensare da generale e da stratega. Però comprendeva l'idea del Celebrante di non rischiare inutilmente la vita dei propri soldati. Non potevano sapere che tipo di mostri avesse preso posso del villaggio, ne quale fosse il loro blasfemo scopo. Due guerrieri, dotati della forza delle stelle, avrebbero potuto limitare al minimo lo scontro fino a quando non fosse stato realmente necessario. La cosa che lo preoccupava però era la possibile presenza di civili o di prigionieri.


    Sappiamo già se ci sono dei civili all'interno dell'area? Come pensiamo di estrarli?

    Rimase silensiozo per qualche istante mentre valutava tutte le possibili opzioni. Via terra sarebbero stati troopo esposti ad eventuali incurisioni e al rigido clima asgardiano. Se ci fossero stati i maghi della torre avrebbe potuto chiedere loro di creare una serie di circoli di teletraposrto. Ma certo, i maghi della torre.

    Con il suo permesso potrei contattare mio fratello. E' uno dei sommi stergoni della Torre di Hoet. Se si unisse al contigente via mare potrebbe aiutarci a trasportare via eventuali prigionieri e a irrobustire le difese magiche della città. Per quanto non sia dotato di cosmo, la sua magia è in grado di compiere miracoli quasi quanto noi.

    I preparativi non avrebbero richiesto troppo tempo, le lunghe navi elfiche erano famose per muoversi leggiadre e rapide come nessuna altra imbarcazione poteva sperare di fare. La guardia del mare dal conto suo era sempre pronta all'azione e dopo l'ultimo assalto di Malekit tutti i suoi membri erano stati richiamati in servizio per fronteggiare eventuali altre offensive. Le guardie della fenice dal canto loro sarebbero state un perfetto dono per rinsaldare l'alleanza tra i loro popoli. La guardia scelta del Re avrebbe protetto Asgard con lo stesso coraggio e determinazione con cui si frapponevano ai nemici dell'isola bianca. D'altronde i due regni ora esistevano sotto lo stesso vessillo, lasciando da parte le trame geoplitiche che una volta animavano le scelte dei governanti. L'Armageddon aveva spazzato via ogni cosa, lasciando spazio solo alla disperata ricerca di normalità all'interno di un mondo in fiamme.

    Ditemi quando volete partire e sarò al vosto fianco. Per quanto riguarda la richiesta di truppe, potrete consegnare una vostre lettera recante il sigillo del Celebrante al nostro diplomatico, si occuperà lui di recapitare la missiva a Re Finubar.



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    Siegfried ascoltò attentamente; sapere di determinate risorse nel regno elfico che avrebbero potuto servire alla causa comune era confortante, per quanto alla parola "magia" il suo pensiero non potè che vagare. Non aveva avuto rapporti particolarmente fortunati con quel genere di cose e il suo sguardo si spostò fugacemente verso l'altare della divinità: Valmhur, l'emblema della magia Asgardiana di quel periodo, stava fortunatamente dormendo. Ma l'aiuto degli stregoni poteva essere senza dubbio utile, per non dire necessario a prevenire nuovi attacchi.

    Ditemi quando volete partire e sarò al vosto fianco. Per quanto riguarda la richiesta di truppe, potrete consegnare una vostre lettera recante il sigillo del Celebrante al nostro diplomatico, si occuperà lui di recapitare la missiva a Re Finubar.

    Anche lì ci sarebbe stata da curare la parte diplomatica, ma fortunatamente non ci sarebbero stati grossi problemi. Appena terminato l'incontro, avrebbe praparato la lettera per il Re.

    Tre giorni. La bonifica del territorio circostante Graalgard è già iniziata, per allora ci muoveremo. Per quanto riguarda i maghi, ogni aiuto del genere sarà molto ben accetto: potremo contare su una maggiore probabilità di preavviso in caso di nuovi attacchi, e magari migliorare la percezione e il rilevamento dei nostri obiettivi oltre che incrementare le difese fisicamente.

    Riflettè ancora un momento su quanto l'elfo gli aveva domandato riguardo la missione.

    Che possano esserci dei civili all'interno dell'area è altamente improbabile, vista la natura dei Corrotti.

    Ripensò poi alla guerra segreta degli orchi, quando aveva liberato Urzla dall'influenza della pietra rossa e, con Edgar, aveva messo fine ad un abominio terribile quasi quanto la Corruzione mettendo al sicuro gli umani che non si aspettavano di trovare in quella galleria, ai tempi in cui era appena rientrato ad Asgard dall'esilio che lui stesso si era inflitto.

    Ma non possiamo esserne completamente certi, e forse dovremo improvvisare per poterli salvare. In ogni caso dipende dal fatto che ci siano o meno dei mostri intelligenti che possano controllare le pedine, e se gli umani possano rientrare o meno nei loro piani.

    A quel punto fece brillare per una frazione di secondo il proprio cosmo in modo particolare, come se volesse richiamare l'attenzione di qualcuno. Dopo qualche secondo, una porta di servizio si aprì ed un soldato fece il suo ingresso raggiungendo i due cavalieri ed inginocchiandosi. Siegfried gli diede istruzioni necessarie per far preparare da Dougar la lettera per gli elfi e per provvedere ad eventuali esigenze di chi aveva accompagnato Galdor. Dopo che il soldato si congedò e corse via di gran carriera, il Cavaliere del Nord si rivolse al giovane elfo.

    A questo punto direi che è tutto pronto. Alla prossima terza alba sarò ai cancelli, e andremo a procurar battaglia.

    La cosa lo faceva sentire bene, alla sola idea di liberare anche solo un brandello di terra asgardiana da quella piaga e con un nuovo alleato si sentiva assolutamente impaziente. Ma da buon comandante, avrebbe dovuto aspettare ancora un po' di tempo... forse in quei due giorni si sarebbe recato a trovare la saggia Flarensia, o avrebbe chiesto consiglio ad Urzla sulle azioni future.

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    RIASSUNTO AZIONI - Good. Cerchio chiuso, mi pare :zizi:

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    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

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