Into the Library

Role per Moko & Audatia

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    nome × "Moko" | energia × Rossa | casta × Gea
    darian × taranaki (x) [IV]


    INTO THE LIBRARY - 01
    Moko aprì gli occhi, sentendo qualcosa camminargli sulla spalla. Gli occhi rossi di una creaturina simile a uno scoiattolo lo fissavano intensamente, prima di dargli una piccola leccata sul naso e, girando attorno alla sua darian saltò sull’albero che gli stava dando ombra nascondendosi fra i rami che filtravano docilmente i raggi del sole di mezzo giorno.

    moko_post
    Il ragazzino si alzò pigramente, tenendosi con la mano sul masso che stava utilizzando come cuscino, sentendo un doloroso stiramento alla spalla … anche se era stato salvato e curato, il suo corpo si stava ancora riprendendo dal duro scontro con l’angelo corrotto e sebbene senza cicatrici ben visibili, comunque faceva un male cane.

    Non posso lamentarmi … sono vivo, a differenza della mia maestra – pensò tristemente, guardandosi le mani protette dalla darian come guanti, mentre il mantello si muoveva con la leggera brezza che faceva danzare le luci e ombre dell’albero – sono vivo, sono un Gea e mi hanno portato ad Agharta … o cosi mi ha detto quella strana signora capra. Per me potrebbe anche essere qualche altra parte della Nuova Zelanda, non è che ho tanta esperienza con posti diversi. Almeno sembra … carino qui. Anche se non ho ancora capito bene cosa fare e dove andare – sospirò, iniziando a camminare lungo un sentiero poco lontano.

    I fauni gli avevano detto di evitare sforzi e concentrarsi sul riposo, che una persona adulta sarebbe morta con ferite del genere, figuriamoci un ragazzino. Ma non poteva assolutamente. Una vita, per quanto breve, chiusa in fra quattro mura di legno, con la paura di essere mangiato, ucciso o peggio. Ora poteva finalmente muoversi, esplorare, conoscere nuove persone.

    Ogni viso era per lui una scoperta, e gli abitanti del Bosco Sacro un tesoro inestimabile. Umani, elfi, spiriti, animali mai visti prima, ne aveva già visti tantissimi solo nella stanza che gli avevano dato per la degenza, e uscendo ne continuava a vedere di nuovi. Voleva chiedere, domandare chi fossero e i loro nomi, da dove venissero e cosa stessero facendo. Ma cosi anche il semplice posto, con tutti quei fiori, quei colori e quei profumi mai sentiti prima.

    Il suono di un gracchiare gli fece alzare lo sguardo in cielo, osservando creature volanti andare chissà dove con manovre perfette, almeno per lui … chissà che cosa eranOUCH!

    Moko colpi con il mento e il petto qualcosa di duro, cedendo col sedere per terra e provando altre fitte per le ferite, sistemandosi l’elmo della sua armatura e osservando il suo ostacolo voltarsi e guardarlo prima spazientito e poi preoccupato. Era una sorta di armadillo gigante con una sacca piena di frutta, che ora stava rotolando per terra dopo l’urto con il ragazzino umano.


    Oh, mi scusi signore … signora? Lasci che le dia una mano – disse il maori aiutandolo a raccogliere i frutti e mettendoli nella sacca, per poi alzarsi e richiedere nuovamente scusa con un sorriso imbarazzato.
    L’armadillo fece uno strano verso e una sorta d’inchino e iniziò lentamente a muoversi lungo il sentiero, osservato dall’eletto che si grattava la testa confuso. Forse aveva detto qualcosa che non andava? - Questo posto è strano … non so come comportarmi con la gente … non so neanche dove andare. Penso di essere passato davanti a quel fungo gigante almeno cinque volte.

    No, sei – rispose il fungo con fare annoiato e un forte accento russo – sembri davvero un novellino, това́рищ. Girare a zonzo, urtare la gente con una darian neanche volessi attaccarlo e mangiarlo, ma sei un ragazzino? Non riesco a capirlo, come crescete e vi riproducete voi umani è strano … le spore non sono più semplici?


    Beh … non sono cosi grande – rispose Moko guardandolo stranito. Uomini mezzi animali okay, ma piante che parlavano? Il fungo poi … era una pianta? O era un animale? Ritenne opportuno non chiedere questa cosa – e comunque sì, sono un eletto di Gea da circa … Quaranta ore? O forse quarantadue? Ammetto che mi hanno insegnato tanto, ma forse ho ancora molto da imparare.


    Allora va a studiare, това́рищ – rispose annoiato, chiudendo quelli che sembravano occhi – o s’impara dal campo o s’impara sui libri, e a quanto pare sul campo hai trovato il buon vecchio Sergei che non vuole essere disturbato. La Libreria Nera ha molti libri, forse troverai qualcuno che ti farà diventare meno tonto.


    Moko si stizzì un po’ guardando storto la creatura, ma rimanendo in silenzio e rimuginando sulla sua proposta. Effettivamente, nonostante non fosse molto bravo con la lettura e la scrittura, poteva continuare la strada di studio che aveva intrapreso con Zel. La paura che fermarsi lo avrebbe riportato a essere un totale analfabeta lo spaventava, inutile negarlo. E poi, toccandosi le braccia ancora indolenzite e fuori uso, forse era l’unico modo per essere utile senza combattere.
    In un pa tutti avevano un ruolo, anche lui … ma qui?


    Biblioteca Nera? Il nome mi sembra un po’ lugubre, ma è una buona idea … grazie mille signor Sergei – disse con un piccolo cenno di ringraziamento correndo lungo la strada. Per poi tornare indietro e chiedere – da che parte si trova questa biblioteca, chiedo scusa?


    Il fungo alzò gli occhi al cielo, sospirando il nome di Gea.





    narrato × parlato × parlato
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    FISCAMENTE - convalescente
    MENTALMENTE - incuriosito, in cerca di cose da fare
    DARIAN - indossata, integra

    RIASSUNTO AZIONI - a spasso per il bosco sacro, senza meta e probabilmente anche perso. Ora indirizzato verso la Biblioteca Nera.

    ABILITA' - Mokitudine

    TECNICHE - nessuna

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    Si era svegliata di soprassalto con le urla di Kendra e Malik nelle orecchie. Non riusciva bene a capire per cosa stessero litigando, fatto sta che le stavano spaccando i timpani, provò persino a nascondere la testa sotto il cuscino ma l'utilità era molto poca. Si alzò quindi dopo aver cercato di ignorare ogni cosa senza successo, lo svolazzare di Tobi per la stanza da letto era ormai diventata un'abitudine familiare, se non fosse che ogni tanto cominciava a gracchiare e litigare anche lui con gli spiriti del Tempio, riducendole così la poca sopportazione che aveva di mattina. Quando aveva sceso le scale per dirigersi verso le cucine, si era resa conto del motivo per cui quei due stessero litigando.

    "Ti ho detto che dobbiamo dirglielo!"
    "Un Araldo si è già attivato, non vedo perché dovrebbe prendere questo incarico quando abbiamo da mettere in atto una strategia per questioni più importanti."
    "AAAAAA MI FARAI IMPAZZIRE. IO GLIELO DICO LO STESSO."
    "È una perdita di tempo, donna!"
    "UN NUOVO ELETTO, TESTONE. LO CAPISCI CHE VUOL DIRE?!"


    ---



    Arrivare ad Agartha senza nemmeno aver fatto colazione era una delle cose che detestava di più. Certo, le consentiva di vedere gente e sapere qualche novità o pettegolezzo interessante ma senza aver bevuto il suo primo caffè della giornata, come avrebbero potuto pretendere che fosse decentemente attiva? La notizia di un nuovo eletto la elettrizzava, era passato un po' di tempo da quando gli ultimi prescelti avevano fatto il loro ingresso e ultimamente non si erano più visti al Bosco, vuoi perché il Concilio li mandava in giro per il mondo e vuoi anche perché materialmente non li conosceva. Sapeva chi fossero, aveva letto alcuni rapporti ma non li aveva mai incontrati.

    Forse avrei dovuto impegnarmi di più.

    Stringeva tra le mani la sua tazza di caffè fumante mentre cercava di far mente locale sulla situazione: era stato preso sotto la cura dei fauni, quindi sarebbe stato ovvio trovarlo nel loro 'quartiere'. La cosa divertente fu che quando la donna arrivò a destinazione, del nuovo cavaliere non c'era traccia.

    "È andato via di sua spontanea volontà. Glielo abbiamo detto che sarebbe stato contro producente ma ha insistito."
    "Un nuovo eletto, ferito e sfiancato da una prima battaglia, si risveglia ad Agartha per la prima volta e VOI LO LASCIATE ANDARE COSì?"
    "Audatia, non gli si riesce a dire di no a quello lì. È un piccoletto così carino!"


    La donna sospirò, ne aveva viste e sentite di fesserie durante la sua vita ma quella era ridicola; un eccesso di carineria non avrebbe dovuto impedirgli di tenerlo incubato nei bozzoli dorati per più tempo. Si allontanò lungo la strada che gli avevano indicato dove con un po' di fortuna avrebbe potuto trovare qualche traccia di quello e riportarlo a riposo, a costo di usare la forza se fosse stato necessario. Quando si spostò per far passare un armadillo con delle buste per la spesa, notò il modo stizzito con cui la guardò, l'eletta si accigliò perplessa mentre cercava di capire cosa stesse borbottando quel tipo. Colse qualche parola - dato che non era ancora totalmente a suo agio con la moltitudine di linguaggi che si mescolavano ad Agartha - e poté distingue solamente "ragazzino" "darian" "maleducati".

    "Oh ma la smetta."

    Aumentò il passo e dopo poco vide una piccola figura bardata della sua armatura parlare con quel fungo scorbutico. Si avvicinò, la tazza di caffè ancora in mano, riuscì ad udire appena qualche stralcio di conversazione tra i due che un sorriso soddisfatto le apparve sul viso al sentire nominare "la biblioteca nera". Non fece in tempo ad aprire bocca per richiamare l'attenzione di quel ragazzino - ché di questo si trattava ad occhio e croce - che quello come una furia nel modo di riprendere la strada le venne addosso urtandola.

    "AH. CALDO. CALDO. CALDO."

    La bevanda bollente le impattò sul petto provocandole una fitta di bruciore, seguita da una di dispiacere per l'abbigliamento clamorosamente rovinato. Soffocò un'imprecazione mentre agitava la mano per togliersi vie le ultime goccioline di caffè.

    "Dovresti stare più attento, hai su un'armatura bella pesante. Potresti fare male a qualcuno eh."

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    narrato • parlatopensatoparlato altri

    Status Fisico ouch.
    Status Mentale curiosa
    Stato Darian non indossata, integra

    Riassunto Azioni mi son presa una piccola libertà nel farmi impattare Moko contro, visto che stava a correre alla ricerca di una strada da prendere

    Abilità
    CITAZIONE
    Basic Istinct •
    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

    CITAZIONE
    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce.

    CITAZIONE
    Telepatia•
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.

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    nome × "Moko" | energia × Rossa | casta × Gea
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    INTO THE LIBRARY - 02


    L’urto contro qualcosa di morbido ma allo stesso tempo possente fece quasi ricadere Moko per terra, mentre sentiva qualcosa come un grido di imprecazione e vedeva con la coda dell’occhio qualcosa cadere dalla sua mano di forma vagamente “tazzoidale”. Più di istinto che per altro espanse leggermente il suo cosmo, tentando di rimediare.

    Un basalto colonnare germoglio rapido sotto l’oggetto, aprendosi in una sorta di fiore con al centro della sabbia finissima nera e calda che bloccò dolcemente la caduta e riportandolo all’altezza delle mani della donna che si lamentava del calore della bevanda e, sicuramente, del vestito completamente bagnato di caffè caldo.


    Oh, mi scusi tantissimo! - esclamò davvero dispiaciuto il maori, rialzandosi e torcendosi le mani, arrossendo per la sua sbadataggine – non vi avevo visto e…


    Si blocco, osservando meglio la figura che aveva davanti. Alta, bionda quasi con i capelli tendenti al bianco, occhi verdi, una cicatrice sul viso ma bella da far paura. Tuttavia non era quello che notò particolarmente. Il suo cosmo, che emanava tranquillamente e senza ostilità era affine al suo ma al contempo quasi diametralmente opposto.

    Lui era una forza del mondo, lei era una creatura che lo abitava.


    Un… un altro eletto? - chiese più a se stesso che alla ragazza, che con fare amichevole lo ammonì di essere più attento – Si, chiedo ancora scusa. Devo ancora abituarmi a questa darian, è strana… è come se la avessi sempre portata, e quando la indosso mi sento al sicuro, ma al contempo… è come se non fossi più io, non so bene come spiegarlo. Forse, semplicemente, mi fa ricordare quello che sono come eletto e non come persona… - sembro rimurginare con una espressione decisamente troppo seria per un bambino, fino a quando i suoi occhi non si mossero veloci al ricordo di quello che era accaduto – vero! Ti ho rovinato il vestito! Mi dispiace! Non so come farmi perdonare… tutto questo è irrimediabile!


    Con un movimento veloce si sganciò il mantello attaccato al cerchio della sua armatura, porgendolo con imbarazzo – puoi usarlo per tamponare il caffè dal vestito, almeno puoi iniziare a togliere un po’ di sporco. Tranquilla, sembra logoro ma i satiri lo hanno già disinfettato e pulito – disse come se questo piccolo incidente fosse qualcosa di veramente importante, mostrando un fisico coperto dall'armatura scura giovane e slanciato.


    Comunque il mio nome è Moko, e sono un nuovo eletto di Gea, piacere di conoscerti. - concluse, con un leggero inchino del capo e un sorriso amichevole.



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    RIASSUNTO AZIONI - Come hai preso l'iniziativa della botta, ho preso quella della tazza caduta per mostrare subito di che pasta e fatta Mokino con un po' di controllo della terra. Poi tenta di rimediare al guaio prestandoti il suo mantello per pulirti meglio, mentre si presenta.

    ABILITA' - Terra plus Lava

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    Non ti preoccupare, può capitare.

    Lo disse in automatico in risposta alle scuse che quel ragazzino - perché di quello si trattava - si era affrettato a porgergli. Rimase positivamente impressionata della sua velocità di risposta al cosmo e di conseguenza di riavere la sua tazza tra le mani, dopo che quello gliela riportò all'altezza adatta per essere riafferrata usando una colonnina di roccia e sabbia nerastra per attutire il colpo. Guardò quel supporto roccioso con aria interrogativa, poteva essere qualsiasi tipo di materiale esistente ma la sua abilità nel riconoscere le varie tipologie di rocce si fermava all'indicazione vaga di sassi. Finì il suo caffè e ripose la tazza sullo stesso supporto in cui il ragazzino gliela aveva ridata.

    Un altro eletto, sì.

    Sorrise quasi intenerita di fronte al discorso che fece a se stesso. Riusciva a capirlo, si era sentita quasi allo stesso modo anche lei all'inizio del suo percorso da cavaliere solo che dalla sua aveva avuto una guida. Il pensiero corse a Jerome ma lo scacciò subito. Non era pronta a prendere atto della situazione e anche se era passato quasi un mese dall'incontro con Dreedea e Morte, non si sentiva ancora in grado di formulare un qualsiasi pensiero. Lui non c'era, stop. Fine del discorso.

    Puoi usarlo per tamponare il caffè dal vestito, almeno puoi iniziare a togliere un po’ di sporco. Tranquilla, sembra logoro ma i satiri lo hanno già disinfettato e pulito.

    Rise tranquillamente, prendendo il mantello che gli porgeva, si concesse del tempo per osservarlo. Il cosmo che possedeva vibrava anche a riposo, mostrando l'anteprima di una forza non indifferente. Si tamponò la maglia che indossava ma non c'era nulla da fare, sarebbe dovuta andare a lavare e non aveva la benché minima idea di come fare. Vah, la devo portare in lavanderia per forza. Suo padre si lamentava sempre di questa sua particolarità, ogni occasione era buona per rimproverarle la sua totale incapacità nello svolgere anche il più sciocco dei lavori domestici. Lei si limitava a riderne e a dire che non aveva tempo, dopotutto lavorando, doveva barcamenarsi tra il distretto e i vari incarichi fuori città. Quando era morto insieme al fratello, le era dispiaciuto non poter sentire più quelle lamentele.

    Piacere mio, Moko. Io sono Audatia, eletta del Lupo.

    Si presentò porgendogli la mano ma quello fece un mezzo inchino col capo e la cosa la imbarazzò. Come ci si doveva comportare? Di solito era abituata a una stretta di mano, qualche volta ad un paio di pugni - a seconda di chi aveva di fronte - e altre volte nemmeno importava realmente. Ma Moko era un ragazzino, forse poco meno che quattordicenne, e sembrava troppo tenero per poter affrontare tutto quello che avrebbe visto e vissuto perché, sì, sarebbe sicuramente accaduto qualcosa.

    Ho sentito parlare di te al Tempio Nero, gli spiriti sono in agitazione per il tuo risveglio ma credo che dovresti riposarti prima di andartene in giro tranquillamente. Ho parlato coi fauni e anche loro la pensano come me. gli porse nuovamente il mantello, chiudendo il cardigan scuro sulla macchia che spiccava sul bianco. Ma visto che sei praticamente scappato via... Vieni, ti porto a mangiare qualcosa e poi iniziamo l'interrogatorio.

    Avrai delle domande suppongo.


    Rise leggermente, riprese la tazza e si incamminò lungo il sentiero, avviandosi verso il centro di quel settore di Agartha. Era da un periodo relativamente breve che riusciva ad orientarsi senza perdersi e questo la rendeva fiera oltre ogni dire, sopratutto perché l'unica strada che ricordava in quella zona era quella che conduceva alla bottega di Flo, la faunessa. Aveva un nome ben più complicato ma quella si faceva chiamare così e a lei stava bene.

    Quando entrarono, Audatia salutò allegra Flo , stava dietro al bancone con un grembiule lindo mentre serviva un paio di clienti. Le fece un cenno del capo e le indicò uno dei piccoli tavolini liberi che stavano lì dentro.

    Siediti pure e dimmi cosa vuoi, dovrebbe avere di tutto ma fa delle focaccelle che ti fanno piangere.


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    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce.

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    INTO THE LIBRARY - 03


    La ragazza si presentò come Audatia, e come aveva tirato a indovinare il ragazzino quel sentore di “bestialità” che avvertiva nel suo cosmo derivava proprio dalla sua natura. Nei libri che gli aveva passato Zel c’era che gli eletti traevano forza da vari elementi del mondo (animali, piante, luoghi, manifestazioni, ecc…), ma vederlo di persona era comunque interessante.


    Si, avete ragione – disse ascoltando la blanda “ramanzina” di circostanza sul riposarsi e tutto, osservando comunque il disastro che aveva fatto sul suo cardigan – ma mi sento già molto meglio, e stare a letto bloccato a non fare niente… lo vedo sbagliato. C’è tanto da fare e soprattutto tanto da imparare. Il mio addestramento è stato rigoroso ma… ma sento che devo fare meglio, e guardare il Bosco e addestrare il cervello mi sembrava una buona idea. Poi – sorrise dolcemente, guardandosi intorno quasi sognante – questo posto è magnifico, ho davvero voglio di visitarlo tutto e conoscere tutti i suoi abitanti.


    Rise mettendosi le mani davanti alla bocca… solo per rispondere alla proposta di mangiare qualcosa, mentre rispondeva ad alcune sue domande, con un ben udibile brontolio allo stomaco. Effettivamente, pensò imbarazzato, non mangiava da un bel po’ ed era comunque ancora nuovo a tutta la questione di Gea. Fece si con la testa, mettendosi di fianco alla ragazza e camminando lungo il sentiero circondato da vegetazione.

    Moko procedeva abbastanza silenzioso e tranquillo, decisamente molto strano per un ragazzo della sua età, ma si notava una certa contentezza nel riuscire a muoversi dopo quel temibile scontro e soprattutto stare con un altro essere umano che aveva un legame con lui, saltellando su qualche roccia della strada e fermandosi una o due volte a guardare un fiore o una creatura più partciolare. Si, aveva il suo pa, il nonno, Pakake e Hanna… ma era quasi come ritrovare un parente perso da anni, se non secoli, e non poteva che essere contento.
    Si mossero rapidamente guidati dalla bionda, che a quanto pare conosceva bene le strade, fino a una sorta di locanda / bottega.

    Il maori guardò all’insù l’insegna scritta in una strada lingua, annusando odori molto gradevoli venire dall’interno. Il suo stomaco, con molta diplomazia, gli fece suggerire di correre avanti, aprendo educatamente la porta per vedere quali meraviglie gastronomiche celasse l’edificio.


    B… buongiorno – disse entrando, mentre dei campanelli sulla porta a forma di fiori (o forse semplicemente fiori che fungevano da campanelli), attirando l’attenzione di una faunessa molto carina che dopo una espressione di stupore per vedere Moko bardato della sua armatura si calmò e sorrise ad Audatia, indicando un posto libero e ritornando ad altri clienti.
    Con una leggera espansione del suo cosmo, la darian si scompose e si riformò come totem affianco al tavolino in un lato che non desse fastidio agli altri clienti, restando solo con comodi abiti civili datigli dai satiri che lo rendevano quasi indistinguibile da una persona normale.

    Mentre si sedeva, ammirò lo stile molto fiabesco anche se un po’ “alieno” del tutto, ma al contempo cosi naturale, cosi come in ogni altro luogo li ad Agharta. Avevano costruito loro seguendo la natura, o la natura si è mutata in modo tale da creare edifici e strutture? Difficile dirlo, ed essendo vissuto quasi distaccato completamente sia dal mondo prima dell’Armageddon che dal mondo in generale per fare un paragone.
    Si riprese dai suoi pensieri sentendo Audatia sedersi e domandargli cosa voleva da mangiare, suggerendogli delle cose chiamate… focacce? Forse erano dei dolci, molto probabilmente.


    Delle focacce..? Si grazie, se me le consiglia mi fido – disse con un leggero sorriso mentre Flo prese le loro ordinazioni (per Moko, focaccia e un bicchiere di latte caldo) e spariva in cucina – la ringrazio molto signorina Audatia per l’aiuto.
    In realtà, anche se mi ero un po’ “perso” ero alla ricerca della Biblioteca Nera, quel fungo mi aveva detto che li c’erano molti libri che potevo leggere nel frattempo che mi sarei ripreso dalle ferite.
    Quando ero da Zel, la maestra che mi ha addestrato a usare il Cosmo e a usarlo in combattimento, mi dava molti libri su cui imparare la storia degli Eletti di Gea e della nostra missione, e sinceramente non vorrei perdere questo tipo di allenamento
    – sorrise grattandosi la tempia – non sono mai stato un tipo da libri, non sono riusciti a salvarne molti nel villaggio dove ho vissuto, ma credo mi siano stati molto utili. Anche se notavo spesso cose strane, come storie che cambiavano, soprattutto il nome e l’identità di alcuni Araldi essere completamente diversa.
    Quindi, non voglio farle perdere troppo tempo dietro a un novellino come me, mi basta trovare questa Biblioteca e li vedrò di cavarmela, ehehe…


    Ridacchiò, per poi bloccarsi osservando la ragazza e realizzò:

    Era la prima volta che usciva con una ragazza.
    Oddio, tecnicamente era la prima volta che usciva con qualcuno.


    Si iniziò a guardare a attorno un po’ perso, rosso in viso e non ben sicuro di cosa fare. Sicuramente non è stato molto carino dire che non aveva bisogno di domandargli niente (anche se detto con le migliori intenzioni) dopo il suo gesto di gentilezza, e se lo avesse trovato poco educato? Sgarbato? Era comunque il suo primo contatto con un “suo pari” (per quanto maggiore sia di età che di esperienza), e la cosa lo aveva messo un bel po’ a disagio.


    Erm, però si, qualche domanda l’avrei – disse cercando di ricomporsi, sedendosi anche in modo più consono sulla sedia – Zel, la mia maestra… era una strana creatura, una sorta di ragazza-roditore armata di lancia. Mi ha aiutato, addestrato, salvato la vita è m.. morta. Per causa mia, probabilmente. Eppure non so niente su di lei, magari lei la conosceva?
    Poi… Gea. So che il nostro compito dovrebbe essere mantenere l’equilibrio dell’ecosistema e cacciare la Corruzione, ma c’è dell’altro? E, signorina Audatia… ha mai incontrato Gea di “persona”?




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    Quando Flo porta ai due ciò che avevano ordinato, Audatia comincia a mangiare lentamente fissando il ragazzino che ha di fronte. È curioso come può esserlo chiunque alla sua età e questo la faceva sorridere internamente come se fosse qualcosa di speciale e unico. Ed effettivamente lo era, chi di questi tempi riusciva a meravigliarsi e godere dello stupor mundi quando il mondo crolla e soffre e muore.

    Ti prego, non sono una vecchia signora. Audatia e basta va bene, dammi del tu.

    Ride leggermente perché crede davvero di non dimostrare la sua età, ha smesso di festeggiare i suoi compleanni da un pezzo e anche se volesse, con chi potrebbe mai ritrovarsi? Le fate? Per carità della Madre no. Creature perfette e millenarie quasi, avevano perso il senso del tempo nel corso dei secoli, cosa potrebbe essere mai per loro un anniversario se non poco più che polvere?

    Aspetta che Moko finisce di bere il suo latte caldo - che carino, piccolo ragazzino - prima che continui nei suoi discorsi. Quando sente il nome della Biblioteca Nera, un sorriso spontaneo le si disegna sul volto e comincia a gongolare. Finalmente qualcuno con un minimo di intenzione nello studio e nella conoscenza! Qualcuno a cui poter tramandare ciò che era necessario senza per forza prenderlo a schiaffi o costringerlo.

    Il nome e l'identità degli Araldi è cambiata nel corso del tempo per un motivo ben preciso.

    Sorseggia il secondo caffè della giornata prima di continuare il suo discorso. È qualcosa di delicato e noto a chiunque abiti Agartha, sopratutto per Audatia - che tiene particolarmente a cuore a questi eventi - è fondamentale per poter passare il suo personalissimo test di approvazione.

    Quando Gea si auto-esiliò per evitare di essere corrotta, alcuni dei più forti Araldi impazzirono vedendo la propria Madre sparire. Si trasformarono nella loro forma più terribile cercando di sterminare la razza umana, colpevoli di aver innescato tutto 'sto gran casino. Persero la loro identità, Moko, ad esclusione di Chernobog ché combatté in quello che viene chiamato da tutti Armageddon, riuscendo a liberare Gea stessa, insieme al fondamentale aiuto di alcuni valorosi Eletti.

    Quando pone fine alla spiegazione, Audatia si limita a fissare il ragazzino che improvvisamente si è fatto tutto rosso. Un profumo di imbarazzo le arriva veloce alle narici e di rimando mette su un'espressione accigliata e perplessa. Aveva forse detto qualcosa di male interpretabile? Aveva sconvolto con le sue parole l'anima di quello? Non lo credeva ma chi poteva dirlo?

    Stai bene? allunga una mano a tastargli la fronte, preoccupata per una sua possibile ricaduta. Non sei caldo ma se vuoi ti riporto dai fauni...

    Ritira la mano quando Moko comincia a balbettare qualcosa e riprende il suo discorso. Le si stringe il cuore quando le racconta del suo addestramento e della colpa che si auto-assegna riguardo la morte di quella sua maestra, Zel. Vorrebbe potergli dire di più o quanto meno consolarlo dicendo che sicuramente la colpa non era sua ma non era stata presente e di solito l'eletta si sforzava di mentire il meno possibile.

    No, non la conoscevo. Mi dispiace molto per la tua perdita.

    Una piccola pausa prima di rispondere alla sue domande.

    Il nostro compito è mantenere l'Equilibrio, cacciando la corruzione e il chaos. Dobbiamo distruggerli e... al contempo cercare di preservare quanto possibile i luoghi più importati per poter ampliare i nostri avamposti e protettorati.

    Negli ultimi anni pochi siamo stati davvero in pochi e abbiamo dovuto proteggerci ma adesso è diverso. Pan si è risvegliato, il primo tra gli Araldi, e con la sua Furia riprenderemo ciò che ci appartiene.


    Lo dice con un tono calmo e tranquillo, gli intenti della ragazza sono chiari: nessuno dovrebbe sottovalutare la loro casta, la loro forza. Sono stati scelti da Gea stessa per poter combattere, riconquista e vendicare in suo nome. Quando chiede della Madre, sorride quasi con fare materno.

    No, Moko. Ma trovarsi al cospetto di Gea è difficile, anche se possiamo dire che tutti l'abbiamo incontrata. Quando hai risvegliato il tuo cosmo, è stato donato direttamente da Lei. Se non fosse così, non avresti avuto le tue abilità.

    È saresti probabilmente morto appena messo piede fuori dal tuo piccolo villaggio.


    Questo lo pensa soltanto però. Poggia i gomiti sul tavolo e porta le mani a sorreggere il mento, fissandolo intensamente per qualche istante ché non è certa di come la prenderebbe quel ragazzino se sapesse la sua posizione piuttosto cruda al riguardo. A differenza di Bieffe - Dennis o Pan che dir si voglia - Audatia era più per un metodo più drastico, era stufa di dover combattere con le unghie e con i denti per poter tenere stretto un lembo di terra o altro. Era proprio questo il motivo per cui aveva cominciato a muoversi in prossimità del Tempio Nero, bonificando e conquistando ciò che spettava di diritto alla Terra. Fregiandosi del titolo di Bolverk, che le aveva assegnato il consiglio dopo il ritorno dallo scontro col Caduto, puniva chiunque disobbedisse agli ordini, chiunque tentennasse di fronte ad un'azione particolarmente vivida. Era il braccio armato, lo strumento che usavano quando non volevano sporcarsi le mani e a lei andava bene, perché - e lo credeva fermamente - a volte era necessario macchiarsi per raggiungere il proprio obiettivo.

    Batte le palpebre per riprendersi da quei pensieri e finisce il caffè e quel piccolo dolcetto in un ultimo boccone.

    Comunque tornando a ciò che avevi chiesto prima, sulla Biblioteca Nera... Bhe, la trovi al Polo Nord - non proprio quello geografico- ma giù di lì.

    Se vuoi andarci dovrai affrontare innumerevoli prove di coraggio e di forza di volontà, oltre che riuscire a superare le difese che sono state innalzate per impedire a chiunque di avvicinarcisi.


    Una piccola pausa, come per tenere un po' di suspance attorno a quelle ultime parole. Scoppia a ridere leggermente, nascondendosi la bocca dietro la destra.

    Ma sei fortunato perché al Tempio Nero, ci abito.

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    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

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    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce.

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    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.

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    INTO THE LIBRARY - 04



    L’arrivo del latte e delle focacce fecero distrarre Moko dalla giovane donna, e con un gentile ringraziamento iniziò ad ispezionare con attenzione la strana pietanza calda nel suo piatto.
    Tagliata in cubetti, la focaccia sembrava appetitosa ma non molto diversa da un normale pezzo di pane con qualche strana cosa dentro. Però l’odore era buonissimo.
    Con una forchettina ne prese un pezzo, e subito spalancò gli occhi in stato di shock


    È buonissimissimo!!!

    Pensò battendo con gioia i piedi sul pavimento. Aveva mangiato spesso frutta o piante dolci, ma questo era su un altro livello. Si accorse solo dopo un po’ che Audatia (e altri clienti) lo stavano guardando, e arrossendo si ricompose, bevendo con calma il latte caldo (per la cronaca delizioso) e ritornando a sentire le parole della eletta. Ovviamente continuando a mangiare.

    Ascoltò rapito il racconto di come gli Araldi fossero stati corrotti, non capendo come potevano esseri cosi forti perdersi in qualche modo, anche senza la Corruzione. Moko non ha mai avuto una madre, o almeno non lo ricordava. Essendo stato sempre solo e in un villaggio con pochissime donne, la cosa non lo aveva mai pesato più del dovuto,considerando la situazione, e non poteva proprio concepire un dolore cosi grande. O forse non voleva.


    Stai bene? Non sei caldo ma se vuoi ti riporto dai fauni...

    Audatia si fermò un attimo, toccandogli la fronte notando il suo momentaneo stato di agitazione… che ovviamente lo fece agitare ancora di più. Il ragazzino tentò di calmarsi con tutte le sue forze e sorridendo gli disse che non era niente, si un po’ di stanchezza ma che tutto sommato stava bene. Si capiva che era una mezza verità (Moko era sempre stato un pessimo bugiardo) ma a quanto pare la ragazza mangiò la foglia continuando a rispondere alle sue domande.

    Niente su Zel, la cosa dispiacque al maori che voleva almeno sapere se aveva qualcuno qui ad Agharta anche solo per dire quanto era stata fino alla fine una persona fantastica. Una magra consolazione, ma sentiva di doverlo fare… magari avrebbe chiesto a Pan.
    Pan… Audatia lo aveva nominato alla fine, affermando con forza il loro compito, quasi come se fosse una fiaba e di come Gea, anche se non era fisicamente presente, li aveva scelti per questo.

    Si, Moko poteva farlo con piacere, pensò osservando la bionda persa qualche istante nei suoi pensieri che lo osservava, come per capire chi avesse davanti. Arrossì di nuovo, distogliendo lo sguardo non riuscendo a mantenere il contatto visivo.


    Quindi, difendere il mondo dalla Corruzione e il Chaos, e preservare il mondo e le sue meraviglie – disse facendo un sunto veloce – si, mi piace. Voglio che il mondo dia nuovamente un bel posto come era prima della Corruzione e anche più bello, con persone, animali e piante finalmente liberi di vivere ancora. Nessuno dovrebbe vivere in delle gabbie con la paura di mettere un piede fuori e venir mangiato da un mostro senza alcun motivo. Perché li ho visti – il pensiero ritornò all'angelo corrotto e alle ultime tremende frasi che gli ha detto, le mani si strinsero sulla tazza – non sono animali… forse anche chiamarli mostri è sbagliato. Non riesco a capirli, mi fanno paura.
    Per questo devo diventare forte… per difendere tutti, per salvare tutti… brucerò questa foresta marcia cosi tutto potrà tornare alla vita. È una promessa.


    Lo sguardo fisso sul liquido bianco, una espressione seria, non da bambino ma da guerriero, il cosmo che si agitava dentro di lui come magma pronto ad esplodere… la sua compagna lo avrebbe potuto sentire.

    Il discorso cambiò ancora, e il ragazzino si ricordò di perché era sgattaiolato fuori dalla protezione dei satiri. La biblioteca nera.
    Audatia disse che si trovava a Nord, e narrò dei pericoli che avrebbe trovato sul suo cammino e sulle terribili prove da affrontare per poter arrivare lì. Sembrava davvero un luogo spaventoso, pieno di insidie e difficile da raggiungere.
    Moko deglutì bevendo l’ultimo sorso di latte, indeciso sul da farsi. Si, voleva andare, ma non voleva mica morire. Eppure, una biblioteca… avrebbe tanto voluta vederla.


    Ma sei fortunato perché al Tempio Nero, ci abito.

    Il ragazzino fissò per un attimo la ragazza con una espressione stupita e poi con un sorriso imbarazzata, con una enorme goccia sulla fronte. A quanto pare era la tipa che amava scherzare su queste cose, bene. Moko non lo era, ma meglio evitare di dirlo.


    Erm… ottimo. Allora, posso venire alla biblioteca con voi sign…. Audatia? Per favore?

    Chiese con gentilezza, posando la tazza di latte ormai vuota e la forchetta nel piatto ripulito per intero.



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    Lo sguardo deciso che vide nel viso di Moko la resero per certi versi orgogliosa. Non la legava niente a quel ragazzino ma sentiva come un senso di protezione che esulava il semplice "nascondilo dalle cose brutte del mondo", era più una sorta di legame dato sicuramente dal loro essere cavalieri e portavoce di una parte del regno di GEA.

    Non temere ciò che hai visto perché se ne sei sopravvissuto allora sarai in grado di migliorarti.

    Finì il suo caffè mentre quello prometteva un costante miglioramento, la fece sorridere genuinamente perché non vedeva qualcuno di così entusiasta di far qualcosa da anni. Rise quando invece rimase sconvolto dalla sua battuta e dalla sua richiesta di visitare la Biblioteca.

    Non ho saputo resistere, perdonami.

    Ancora con lo spettro della risata che aleggiava intorno a lei, si alzò e, una volta pagato per entrambi, si diresse fuori certa che l'avrebbe seguita. Si voltò quando furono a qualche metro dal locale.

    Moko, al Tempio Nero non si spinge quasi nessuno per il semplice fatto che mette i brividi a tutti. Non so perché, in fin dei conti mi ci trovo bene... Comunque!

    Tagliò corto battendo le mani come a riprendere la concentrazione per se stessa.

    Copriti un po' che fa freddo al Polo Nord.

    Richiamò le Api, l'aria si fece più luminosa e densa, un lieve ronzio e un tintinnio di sottofondo annunciò il loro arrivo e con esse la Via Dorata. Prese per mano al piccolo eletto e poi si incamminarono su quei sentieri morbidi, quando furono in arrivo al Tempio l'aria cominciò a cambiare: da calda e tiepida, passò a gelida e tagliente. La neve morbida ricopriva la parte finale del portale e quando misero piede a terra, il cupo gorgoglio di un paio di lupi fumosi e neri come i più scuri degli abissi li accolsero.

    Non mordono tranquillo. Sono una delle tante difese che circondano la zona, quella più semplice da vedere a dire il vero.

    Le grandi porte si aprirono in risposta del cosmo di Audatia, lasciando entrare i due eletti. La luce si accese di fiamme scure e dense ma calde e rischiaranti, mostrando agli occhi del ragazzino l'ampio ingresso a pianta circolare e le quattro serie di scale abbracciavano la sala andando in direzioni diverse.

    AAAAAAUDATIIIIAAAAAAAA CI STAVAMO AMMAZZANDO LETTERALMENTE DALLA NOIAAAAAA.

    Sospirò pesantemente al sentire quella voce stridula e divertita, Kendra era sempre stata una degli spiriti maggiormente attivi al Tempio.

    Abbiamo ospiti, per favore... Che poi come potreste ad ammazzarvi se siete già morti io non lo so. Vabbè lascia perdere!

    Dovedovedove


    Il frullio d'ali successivo annunciò l'entrata nella sala di Tobi, un grosso corvo nero e dagli occhi vispi che brillavano di una intelligenza fuori dal comune.

    Per la Madre.

    Si portò la mano a nascondere la faccia, in una sorta di facepalm veloce, prima di fare le presentazioni.

    Kendra, precedente Eletto del Fenicottero Rosa. Ti presento Moko, il nuovo eletto di cui mi avevate parlato questa mattina.

    Tobi le si posò sulla spalla destra, beccandole affettuosamente la guancia. Gli accarezzò il ventre piumato e lucido mentre lo presentava al ragazzino.

    Lui è Tobi.

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    INTO THE LIBRARY - 05



    Camminarono per un po’, uscendo fuori dal locala dopo che il ragazzino ringraziò più e più volte la satira del buonissimo pasto, promettendo di ritornare e di far sapere a tutto il Bosco quanto si era trovato bene. Fio sorrise dandogli una pizzicotta sulla guancia e dicendo che sarebbe stato sempre il benvenuto in quel luogo e che la prossima volta gli avrebbe fatto trovare altri dolci ancora più buoni, magari cercando fra i suoi appunti qualche ricetta della Nuova Zelanda.


    Promemoria che si incise a fuoco nella mente di Moko: vietato morire prima di essere tornato qui almeno una volta.


    Mette i brividi? Beh, se è casa tua non credo… sei così gentile e simpatica, non ti ci vedo ad abitare un posto troppo spaventoso - disse fermandosi quando Audatia si bloccò per richiamare le Api. Il ragazzino aveva sempre avuto paura degli insetti, e si ricordava della prima volta che aveva passato quello strano portale quindi non è che aveva molta voglia di ripetere l’esperienza e rigurgitare qualcosa sulla ragazza. Tuttavia se davvero quel posto era così lontano e soprattutto la compagna più anziana lo stava invitando non poteva rifiutarsi.

    Con un singolo passo oltrepassò il dorato vorticare di insetti, e esitando prese la mano della ragazza. Era molto delicata, ma anche forte. La mano di una guerriera pensò, per poi a sentire freddo. Molto freddo. Era abituato a un clima montano, ma la ragazza aveva ragione: al Polo Nord faceva un freddo cane. Si raggomitolò nel mantello mentre un leggero strato di cenere inizio a volteggiare attorno a loro, tentando di riscaldarli.


    Pro… probabilmente sei abituata, ma mi sembrava brutto riscaldarmi solo io, spero che non ti offendi e che la cenere non sia troppo sporca, brr… - disse osservando con curiosità la neve che li circondava, togliendo colore all'intero ambiente come una tela completamente bianca, nella quale si ergeva una imponente struttura completamente nera dalle ampie porte chiuse.


    … bellissimo - Disse sognante il maori, quando un rumore lo fece sobbalzare. Lupi, ma non lupi normali, lupi che sembravano fatti di un denso fumo nero, molto differente dalla cenere e dai fumi che creava normalmente. Spaventato, si mise in posizione di difesa quando la bionda gli disse di non temere i guardiani di quelle terre.

    Con un fare un po’ incerto, lasciò la mano della eletta e si accovacciò sula neve, tendendo la mano a uno dei lupi più vicini. Questo si avvicinò annusandola, capendo che quello strano personaggio probabilmente era un ospite di Audatia. Dopo un attimo di riflessione, avvertendo distintamente qualcuno capace di polverizzare ogni cosa nel raggio di duecento metri ma anche dall'odore misto di cenere e zuccheri, si fece coccolare dal ragazzino, seguito anche dagli altri.

    Dopo un po’ lasciò a malincuore quei cuccioloni di tenebra e seguì la ragazza all'interno, con delle candele di fiamme nere che chissà in quale modo riuscivano a rischiarare il tutto. Poteri del mana/cosmo o magari qualche magia? Moko corse avanti, quasi girando su se stesso osservando l’ampio ingresso. Si, forse era un pochino buio e cupo, ma era comunque fantastico. Muovendosi quasi non vide qualcosa che si avvicinava, e senza volerò la urtò… passandosi attraverso. La ragazza era chiaramente uno spirito, ma emanava comunque una personalità vivace, lamentandosi con Audatia che si stavano annoiando a morto.


    Ci sono fantasmi? Allora si, è davvero un posto lugubre - pensò il ragazzo guardando dietro a lui dove ora si trovava la ragazza dai capelli rosa, mentre il battito di ali e la voce gracchiante di un corvo lo fecero voltare di nuovo.

    Audatia sembrava spazientita ma anche abituata a quella che doveva essere una situazione comunque ordinaria in questo luogo. Presentò lo spettro, Kendra, ex eletto del Fenicottero Rosa, e il corvo di nome Tobi.


    Molto… molto lieto di fare la vostra conoscenza - disse abbassando il capo sia alla fù-ragazza che al volatile in un inchino educato - La signorina Audatia mi ha detto che potevo leggere qualche libro della vostra biblioteca mentre mi riprendevo dalle ferite del mio ultimo scontro, spero di non disturbarvi con la mia presenza.





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    Certo che puoi, Eletto. Potrai oltre che leggere la storia che essa custodisce, avere anche una testimonianza diretta.

    La voce profonda e densa di Tahir fece capolino nella sala di ingresso rivolgendo un cenno del capo a mo' di saluto a Moko. Ex eletto dell'Harmatt*, era uno tra i vari spiriti del Tempio che custodiva la Biblioteca Nera e il suo sapere, aveva accompagnato Audatia durante il suo addestramento ma mai si era manifestato direttamente. Ultimamente stava cominciando ad essere più sensibile alla loro presenza, la cosa più che turbarla le infondeva una profonda voglia di approfondire: perché adesso? perché tutti insieme? Erano, comunque, interrogativi che avrebbero trovato risposta più avanti.

    Moko, questi è Tahir. Uno degli spiriti che preserva la biblioteca.

    L'eletta guardava il ragazzino con tranquillità, era sinceramente contenta della sua presenza al Tempio sia perché la compagnia di viventi non le dispiaceva sia perché finalmente poteva mostrare uno dei luoghi di Agartha ad altri. L'ultima volta che aveva ospitato qualcuno, si trattava di Bieffe ma era più una sorta di riunione breve dove avevano gettato le basi del cosa fare e in che modo e con chi. Burocrazia più che altro e all'epoca non conosceva così bene il suo collega da fargli fare il tour completo.

    Da questa parte, seguimi pure.

    Si incamminò verso le scale seguita a ruota dai due spiriti, era più che sicura che la sala che conteneva la biblioteca si trovasse al primo piano ma ogni tanto le stanze cambiavano e doveva perdere un po' di tempo prima di riorganizzarsi mentalmente su quale strada seguire. Di solito si affidava al fiuto e all'istinto, riuscendoci da sola, altre volte... Bhè, le bastava richiamare uno degli eletti legati al Tempio.

    Attento, a volte alla scale piace cambiare.

    E con quella citazione, si voltò verso Moko con un mezzo sorriso sulla faccia. Il sospiro strozzato di Kendra la fece ridere, a quella ragazza non si poteva nascondere niente. Mentre lo sguardo interrogativo di Tahir la fissava perplesso, si limitò a scuotere la testa.

    Quando giunsero dinnanzi alle porte, l'eletta tirò un sospiro di sollievo sarebbe stata una magra figura portarlo fin lì e scoprire che aveva cambiato posto. L'ingresso si aprì da solo e li lasciò entrare, i tetti immensi di quella stanza sembravano infiniti e l'arredamento monocromatico - tipico - faceva da contorno a una serie di scaffali in ossidiana che custodivano libri dello stesso materiale. Uno di questi era aperto sul leggio poco distante dal grosso tavolo centrale dove campeggiavano alcuni cartacei, sparsi secondo una linea di disordine di qualcuno che aveva già sfogliato.

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    Edited by D o r c a s - 8/1/2019, 17:16
     
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    INTO THE LIBRARY - 06



    Molto piacere di incontrare anche voi, signor Tahir e grazie della proposta. Oggi vorrei solo trovare qualche libro da portare in infermeria, ma sicuramente mi piacerebbe anche ascoltare le vostre storie.

    Moko rispose molto educatamente ma assolutamente non di circostanza. Non sembrava per niente spaventato dagli spiriti che lo circondavano, anzi il suo sorriso era sincero e si nascose con le mani la sua risata quando Tobi iniziò a gracchiare iniziando a litigare con Kendra.
    Gli occhi si inumidirono, forse su qualche pensiero distante. Non sapeva bene come funzionava questa cosa di spiriti e fantasmi, ma poteva significare che comunque tutti quelli che aveva visto morire al suo villaggio... e i suoi genitori…


    Forse stanno ridendo insieme da qualche parte come loro.

    Si riprese, rendendosi conto che non era quello il momento per pensare a queste cose. Per quanto prossima alla conclusione, la sua missione di raggiungere la Biblioteca Nera non era ancora archiviata. Seguì con Audatia i due spiriti su delle scale, con il corvo appoggiato sul suo elmo grattandosi le piume delle ali felice di aver trovato qualcosa di “concreto” che poteva trasportarlo.


    Le scale possono cosa?

    Chiese grattandosi la fronte, non cogliendo la citazione e infastidendo Tobi con il movimento della testa. Forse aveva visto il film, ma era troppo piccolo per ricordarsi quella frase e guardò con una espressione abbastanza perplessa la ragazza seguito da Tahir e da un sospiro strozzato di Kendra.
    Pensò di chiedere qualche spiegazione, ma quando l’eletto del lupo aprì la porta e la vide, rimase senza parole.

    La bocca si aprì in una espressione di pura sorpresa, cosi tanto che Tobi volò definitivamente via, in alto nella gigantesca stanza e perdendosi nel nero del degli scaffali e dei libri. Il ragazzino ebbe quasi un capogiro… pensava che quella pila che gli aveva passato Zel fossero tanti libri, ma si sbagliava. QUESTI erano TANTI libri.


    Questo posto è… immenso. Ma quanti libri ci sono? Di cosa parlano? Come sono divisi? Come riuscite a capire quando qualcuno ne prende uno e lo mette in un posto sbagliato? Ce ne sono di magici e proibiti? Avete una scatola piena di segnalibri?

    Moko domandava a raffica, muovendosi quasi saltellando sul posto. Si avvicinò al leggio e, osservando che non riusciva a leggere bene creò un piccolo scalino in basalto nero per poter guardare cosa c’era scritto in quel libro che qualcuno stava leggendo e aveva lasciato li. Chiunque avrebbe potuto vedere, in circa una decina di secondi, varie espressione muoversi sul volto del ragazzino maori: gioia, sorpresa, concentrazione, disagio, frustrazione, rabbia, vergogna e infine tristezza. Lo scalino si abbassò, con Moko che guardava mogio ai suoi piedi, allontanandosi dal leggio e avvicinandosi ad Audatia.


    Posso dirti una cosa… da solo, per favore?

    Avrebbe aspettato qualche secondo, poi indipendentemente se la ragazza avesse congedato gli spiriti e il corvo, l’avrebbe guardata con due occhi tristi. Probabilmente avrebbe pianto senza un po’ di autocontrollo.


    Quando la mia maestra mi prese… ho iniziato a leggere i libri come parte del mio addestramento. Sicuramente per insegnarmi le basi sugli dei, i vari guerrieri, ecc… ma anche perché… ehm… non sono molto bravo a leggere. E scrivere. Non ho mai imparato bene, non c’erano libri nel villaggio e anche se Hanna ha insegnato, non ho mai avuto modo di diventare bravo.

    Con molta difficoltà sono riuscito a leggere qualcosina li, e pensavo che potevo continuare qui, ma… ma ho provato a leggere la prima riga e non ho capito niente. Più volte… troppo piccole le parole e troppo strane.



    Si asciugò un pochino gli occhi, non riuscendo a guardare in faccia Audatia e con il volto rosso di vergogna, di qualcuno che non riesce a fare neanche qualcosa di cosi elementare come leggere.


    Sei stata gentilissima e mi dispiace tantissimo aver fatto perdere tempo a te e gli altri… forse è meglio che ritorni nelle mie stanze. Dreedea sarà sicuramente preoccupata.




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    Il fiume di domande di Moko la fecero ridere contenta, Tahir provò a rispondere ad alcune delle sue domande ma il ragazzino era quasi in un picco di zuccheri e saltellava ovunque tanto che quasi non riusciva ad ascoltare le risposte che gli stavano dando. Era una boccata d'aria fresca, un giovane eletto che aveva voglia d'imparare qualcosa sulla loro fazione. La storia, il sapere, la tradizione che li riguardava da vicino.

    Ehi calmo eheheh più che magici ce ne sono alcuni da cui puoi chiamare i diretti testimoni degli avvenimenti. Altri basta toccarli per riuscire a comprenderli.

    E sì, alcuni sono proibiti ma solo perché aspettano quegli eletti che potranno sbloccarli. Almeno credo, non posso toccarli nemmeno io.


    Quando l'eletto si avvicinò al leggio, lei fece altrettanto mettendoglisi accanto e fissandolo nel visino. Non era abituata a trattare con bambini-ragazzini e/o comunque minori di ogni genere semplicemente perché le faceva strano doversi approcciare diversamente. Finiva sempre col trattarli da adulti, col senno di poi non era sicura fosse un bene o un male. Ma per quanto potesse essere difficile per lei, con Moko di fronte a sè era tutta un'altra storia... Probabilmente sentiva il legame che li univa come espressioni diverse della natura e della Madre, fatto sta che quando vide la disarmante tristezza scacciare via tutta quella gioia ed iperattività, si rabbuiò di rimando anche lei.

    Certo, Moko.

    Tutti fuori, anche tu Tobi.


    Quando tutti furono andati, Audatia si volse di nuovo al ragazzino e ascoltò tutto ciò che quello aveva da dire. Si era abbassata sulle ginocchia, per portarsi alla sua stessa altezza e poterlo fissare negli occhioni lucidi. Le si strinse il cuore alle sue parole, aveva ingenuamente pensato che quello sapesse già leggere e scrivere ma erano solo pochi giorni che era ad Agartha e aveva vissuto in un mondo devastato per anni. Che stupida che sei.

    Sei stata gentilissima e mi dispiace tantissimo aver fatto perdere tempo a te e gli altri… forse è meglio che ritorni nelle mie stanze. Dreedea sarà sicuramente preoccupata.

    Ehi ehi ascolta un po' prima...

    Gli portò due dita ad alzargli il volto rosso, gli asciugò con la mano una piccola lacrima che gli scendeva lungo la guancia e lo guardò fisso negli occhi prima di continuare.

    ...Non ti preoccupare, non siamo tutti bravi in qualcosa e a volte basta solo prendersi un po' di tempo. E visto che noi ne abbiamo, non vedo dove sia il problema.

    Facciamo così, se vuoi ti insegno io. Se vuoi rimanere qui al Tempio un po' mi farebbe solo piacere - e anche agli altri ovviamente - ma sei libero di venire quando più ti piace. Ok?


    Lo abbracciò in un moto di affetto che sorprese anche se stessa e gli carezzò leggermente i capelli. Si sentiva improvvisamente responsabile della reazione avuta dal nuovo eletto, avrebbe dovuto pensarci prima e se ne rimproverò mentalmente.

    Se vuoi imparare, Moko, questo è il posto giusto. La scelta è solo tua però.


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    Basic Istinct •
    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

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    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce.

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    Telepatia•
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.

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    INTO THE LIBRARY - 07





    Moko se possibile si sentì anche peggio.

    Audatia era decisamente buona e paziente con lui, e il pensiero che si fosse sentita responsabile per questa sua crisi di nervi lo fece sentire ancora più inutile. Forse una reazione strana ed esagerata per il ragazzino, ma mettetevi anche nei suoi panni: neanche un paio di giorni fa ha visto morire una persona a lui cara, ha vissuto gli anni più importanti della sua vita a temere per la sua vita e delle persone amate, costringendolo crescere velocemente ma anche a non relazionarsi in modo sano, e ora era una sorta di mistico guerriero pronto a combattere e uccidere per salvare il pianeta con tutta la biosfera che conta su di lui. È bastato quindi poco per far crollare quella falsa sicurezza che stava dimostrando.

    La verità è che pensare che la guerra, la paura, la distruzione non abbia effetti su una persona è sbagliato. L’animo si spacca e inizia ad andare in direzioni diverse, legato solo dalla fragilità di un ego ancora in formazione. Per certi versi si matura prima, per altri… si è sempre un bambino spaventato.

    Eppure Moko non riusciva a essere egoista. Non davanti a persone cosi buone che lo trattavano cosi bene. Già facevano tanto per lui, perché dargli altri problemi?


    Scusami… ti ho fatto preoccupare. È che sono successe tante cose, tanto velocemente che non… penso di essere crollato, scusami.

    Disse asciugandosi le lacrime, sentendo le mani della ragazza che stavano facendo lo stesso. Tentò di rincuorarlo, dicendo che era normale non essere perfetti in qualcosa e che poteva insegnare.
    La guardò fissa per qualche secondo, come se non riuscisse a capire quello che diceva… voleva davvero perdere altro tempo con lui e insegnarli qualcosa di cosi stupido?


    Io, davvero, grazie ma…

    Fu bloccato da un abbraccio. Moko manipolava la lava, ma raramente aveva sentito qualcosa di cosi caldo e morbido. Ricambio, quasi come se volesse lui consolare Audatia.
    In questo gesto di affetto si calmò, respirando piano mentre il suo cosmo inizio a risuonare docilmente nell’ossidiana della Biblioteca Nera, creando uno strano effetto etereo simile a un misto fra le fusa di un gatto e il rumore del vento sulle rocce.



    Lo faresti davvero per me? Significa… davvero molto. Mi piaceva leggere le storie li nella capanna, ci mettevo minuti solo per una riga e non sempre penso di aver capito bene tutto ma… ma era divertente e imparavo tante cose.

    Grazie.



    Restarono cosi per un po’, fino a quando il giovane eletto non si calmò del tutto, pensando che forse poteva farcela, perché non era da solo. Aveva trovato altri compagni, una nuova famiglia.

    E avrebbe fatto di tutto per difenderli.




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    Le parole del giovane eletto la colpirono mentre le lacrime cominciarono ad intaccare la barriera che aveva posto tra se stessa e il resto del mondo. Quando di rimando l'abbracciò, Audatia mollò la presa totalmente. Sin da quando si era ritrovata orfana di madre all'età di dieci anni, aveva dovuto crescere in fretta e badare ai suoi fratelli più piccoli insieme al padre che cercava di barcamenarsi tra il lavoro nel piccolo negozio di antiquariato e i ben quattro figli. Per anni erano riusciti ad andare avanti egregiamente ma, poco dopo i quattordici anni dell'eletta, il padre e il fratello più grande erano morti in una battuta di caccia lasciandola sommersa di responsabilità verso i gemelli minori.

    Quando erano andati al college la questione si era alleggerita ma, che la Dèa la protegga, erano gli ultimi mesi del 2009. Era entrata in servizio come detective e Siri sarebbe morta da li a poco, lasciandola svuotata e priva di una qualsiasi ragione d'esistere. Quando era crollato tutto il mondo sotto il peso dell'armageddon, la dipendenza le aveva già portato via tutto.

    Saranno sicuramente morti.

    Il caldo risuonare cosmico di Moko però la fece riprendere dai pensieri che l'avevano portata sull'orlo di un pianto che aveva repentinamente represso per pura forza di volontà. Si era offerta di insegnargli qualcosa e avrebbe mantenuto la promessa.

    Certo che sì, altrimenti non avrei detto nulla.

    Il Tempio Nero è aperto ai suoi guerrieri ma non è solo un posto lugubre pieno di spiriti e fantasmi.


    Continuava ad accarezzargli i capelli in un moto affettuoso che serviva a calmare anche lei. Attese qualche attimo prima di concludere la frase e sciogliere l'abbraccio.

    Una volta il mio maestro si divertiva a cucinare, prima di essere scelto da Gea era un cuoco sai?

    Si alzò in piedi e con il ragazzo al seguito si avviò verso l'uscita della Biblioteca dove, una volta chiusosi le porte, avrebbe iniziato una sorta di breve visita durante il tragitto che avrebbe portato Audatia a mostrare la stanza degli ospiti dedicata al nuovo eletto.

    Parlerò io stessa con Dreeda, non ti preoccupare. Se hai fame basta seguire Tobi... Quel corvo non sbaglia indirizzo quando si tratta di cibo.

    Gli poggiò una mano sulla spalla in un gesto affettuoso prima di allontanarsi. Avrebbe difeso quel ragazzino fino allo stremo.

    Lo avrebbe fatto per qualsiasi eletto, per quelli che non aveva ancora incontrato e per quelli che avevano la scintilla della Madre ma non ne erano consapevoli.

    E se non ci fosse riuscita? Li avrebbe vendicati.

    Avrebbe ucciso chiunque avesse fatto loro del male.

    Avrebbe versato così tanto sangue da far annegare la terra stessa.

    [fin~]



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    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce.

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