Il Meccanismo di Antikythera

Up Scale per Rain

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    Era una giornata normale ad Atlantide. Normale come può esserlo la vita dopo l'Armageddon. Oliver stava osservando la vita nel Settore Atlantico scorrere monotona e grigia in una tipica giornata che proseguiva pigra e sembrava non avesse molta voglia di andare avanti. Poche persone andavano e venivano indaffarate nelle loro commissioni, pure loro apparentemente senza fretta. Forse stavano respirando anche loro quell'aria inconfondibile di giornata morta. Su due piedi, si sarebbe giurato che nulla di particolare sarebbe accaduto quel giorno.
    A un certo punto però Oliver sentì come una folata di vento corrergli a fianco. Nulla di particolare, più che altro uno spiffero. In realtà aveva anche visto con la coda dell'occhio dei bagliori giallastri e argentati corrergli a fianco, ma era stato per un istante così rapido che la sua mente avrebbe potuto benissimo archiviarli come frutto della sua immaginazione. Se non fosse stato per quel sordo, leggero tonfo che sentì alle sue spalle.
    Voltandosi, vide dapprima come dei riflessi di luce spiaccicati contro la superficie del muro, non più grandi di una nove. Poi entrambi quei riflessi si mossero, rivelando le figure piccole e minute di due sirene. No, non due sirene: due tritoni. Erano chiaramente maschi. Due piccoli tritoni non più grandi di un pugno. Nonostante il fatto che si fossero intrufolati a casa sua, però, i due piccoli sconosciuti non sembrarono prestargli attenzione. Si guardarono invece in cagnesco e presero subito a picchiarsi davanti ai suoi occhi.


    Guarda dove vai, stupido!

    Stupido sarai tu! Mi hai tagliato la strada!

    No, TU mi hai tagliato la strada! L'ho visto prima io!

    No, io!

    Bugiardo!

    Bugiardo sarai tu!

    No, tu! E ora cosa penserà di noi?

    Sarà un disastro! Ed è tutta colpa tua!

    No, tua!

    Tua! Ora voglio vedere cosa ti inventerai per giustificarti!

    Non ho bisogno d'inventarmi niente! E poi sarai TU a doverti giustificare!

    No, tu! Ecco, ora andiamo e vediamo che ci dice!

    Sì! Ora entriamo e...

    E?

    Ma non siamo già entrati?

    L'osservazione sembrò scuotere entrambi come un fulmine a ciel sereno. Oliver, che non era potuto intervenire a causa della parlantina dei due, li poté ora guardare con più calma una volta che smisero di picchiarsi. Sì, erano proprio due tritoni - versione curiosamente mignon. Uno aveva dei lunghi capelli blu e una coda arancione e gialla da Pesce Pagliaccio. L'altro corti capelli bianchi e una coda di un grigio argento un po' smorto che ricrdava poco nobilmente quella di una sardina. Erano entrambi rossi come un peperone per la vergogna quando si volsero verso di lui. Erano tanto imbarazzati da non riuscire a leggere il suo sguardo. Restarono in silenzio per un lungo istante, dopodiché il tritoncino dai capelli blu prese coraggio.

    Ehm... Salve?

    Sì, salve.

    Chiediamo scusa.

    Sì, scusa.

    Abbiamo fatto una scena indegna. Per colpa sua.

    Indicò il compagno, che reagì indignato.

    No, tua!

    Tua!

    Sembrarono pronti a darsele di nuovo, ma questa volta si fermarono chiaramente consci di non essere soli. Tornarono a rivolgersi a Oliver.

    Sì, ecco, siamo dispiaciuti. Ah, il mio nome è Flounder.

    Ah, sì. Io sono Scuffle.

    Siamo venuti a disturbarti per, eh, un motivo importante.

    Molto importante.

    Ecco, sì. Tu sei un meccanico, vero?

    L'ho sentito dai ragazzini giù in strada.

    Flounder si voltò a indignato.

    Ehi, sono stato io!

    No, io!

    Io!

    Io!

    Io!

    In men che non si dica tornarono a picchiarsi in una tempesta perfetta di piccoli pugni. Ora stava a Oliver decidere che fare di loro... E del misterioso motivo della loro visita.


    CITAZIONE
    Benvenuto alla tua Up Scale.

    Reagisci pure liberamente. Puoi decidere di dividerli, di ammonirli, di goderti lo spettacolo. Tanto i loro pugni sono così deboli da far sbadigliare un'Energia Bianca. Immagino però che in ogni caso sarai interessato al motivo della loro visita.

    Buona role.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera

    I





    Devi prendere un giorno libero, non ti fa bene questo stacanovismo in officina. Non esiste, assolutamente.
    La voce dell’assistente lo aveva martellato così tanto, il giorno prima, da costringerlo a prendere un giorno di ferie forzate. Ne aveva accumulati così tanti a causa della sua voglia di lavorare con le sue macchine da potersi permettere un paio di giorni liberi dai doveri di un esecutore. La mattinata era iniziata con una pigrizia degna dei pantofolai esenti dal lavoro, venendo comunque retribuito. Si era svegliato alle undici e aveva mangiato un muffin avanzato dalla sera prima. Cosa fare, cosa fare.
    Si sedette al tavolo della cucina con un pezzo di carta e una penna. Latte, Muffin, Pasta, Pane, Detersivo per i piatti la lista della spesa scorse in modo veloce con il setacciare del ragazzo, mentalmente, delle cose quasi terminate in casa. La tazza di caffè fumante ricordò la sua presenza con il suo odore. Questa volta non lo aveva preso aromatizzato, dato che l’ultima volta aveva gettato tutta la confezione nella spazzatura. Come potevano bere roba del genere? Lo sguardo volò poi pigro alla finestra, verso la quale si diresse sbadigliando. Le persone camminavano con velocità lungo la via, assorte totalmente in quella stancante ma gratificante esistenza votata al benessere dell’impero. Ognuno dava il proprio contributo, ognuno rendeva grazie all’Imperatore nei modi possibili. Le urla dei ragazzini, però, gli fecero intuire una bighellonata frutto dell’aver marinato le lezioni. Deku, se hai saltato la scuola lo dirò a tua madre esordì parlando ad alta voce. Probabilmente si sarebbe recato in officina, dopo pranzo. No, questa volta no. Doveva prendersi il giorno libero per rilassarsi, per svagarsi. Ma cosa fare?

    Accese la televisione portando in salotto dei pesi ed un piccolo materassino. Cominciò dai bicipiti, prima singolarmente, poi contemporaneamente. Passò alle flessioni, push up, squat. I suoi occhi, nel frattempo, erano rapiti dall’ennesima telenovela preregistrata. Durante l’ultima missione aveva trovato un garage incredibilmente intatto nonostante l’armageddon e, dentro, una vagonata di oggetti utili. Lettori cd, dvd, cassette. Stecche di sigarette, giochi da tavolo, lampade, vestiti. Sembrava una specie di rifugio di fortuna inutilizzato, forse a causa della morte improvvisa del proprietario. Ricardo era proprio sul punto di baciare Juanita quando il peso gli scivolò di mano, con un tonfo attutito dal materassino che permise all’oggetto di rotolare sotto il divano. Chinatosi per recuperarlo, notò la necessità di una pulita al pavimento, compito passato in secondo piano a causa degli impegni di lavoro e delle missioni.
    Come una casalinga senza quiete, Oliver raccolse stracci ed una scopa. Riempì il secchio e ci versò dentro il detersivo appropriato prima di iniziare a lavare il pavimento del soggiorno, della cucina e delle diverse stanze. Non contento dell’ottima pulizia appena fatta, nonostante le limitate capacità di un meccanico single e poco attento all’ordine dell’ambiente sia lavorativo che privato, decise di togliere la polvere dai mobili e riordinare la dispensa della cucina, prima di passare agli armadi. C’erano casalinghe che pulivano per scaricare lo stress, Oliver invece puliva per combattere la noia. E per non finire a vivere in una giungla, sepolto in casa. Aspetta, perché devo pulire io se posso assumere una donna delle pulizie con lo stipendio che ho? No, la via facile non era adatta a lui. Altrimenti avrebbe dovuto trovare qualche altra cosa da fare per combattere la noia.
    Osservò il bacio di Ricardo e Juanita togliendosi il grembiule delle pulizie e il fazzoletto per evitare di respirare la polvere, per poi versarsi un’altra tazza di caffè. Uno spiffero d’aria gli fece il solletico, il momento di chiudere le finestre aperte. Fece per voltarsi verso di esse quando un bagliore proveniente dal soggiorno fu responsabile della sua espressione dubbiosa. La televisione? Un bagliore del genere? Probabilmente era solo la stanchezza del suo riordinare compulsivo.

    Ai bagliori, tuttavia, seguirono dei tonfi che lo costrinsero a voltarsi di scatto, attirato dalla strana situazione. Luci dorate e argentate iniziarono a danzare sulla parete non molto distante dal divano, anticipando la comparsa di due esseri mai visti prima. Capelli blu e coda arancione, capelli bianchi e coda grigia. Il dubbio faceva da padrone sul volto del meccanico che si avvicinò con passo rapido cercando di indagare a proposito di quella strana intrusione.
    Le due figure iniziarono subito a battibeccare senza concedergli l’opportunità di fare domande. Provò ad abbozzare un “Hey” o uno “Scusate” ma gli esseri metà uomini, forse meglio dire omuncoli, e metà pesci presero a contestarsi l’un l’altro prima di accorgersi dell’effettiva presenza del proprietario della casa.
    Guardò dapprima i due, poi guardò il muro. I due di nuovo. E di nuovo il muro. E’ fatta, il detersivo mi ha dato alla testa ed il cervello è esploso.
    Si presentarono come Flounder Quello della Sirenetta? e Scuffle, un nome già un po’ più carino. Gli chiesero delle sue abilità da meccanico ma non fece nemmeno in tempo a presentarsi e a rispondere che subito ripresero a litigare. Mo basta. Si avvicinò e li separò con notevole facilità, afferrandoli per la collottola e tenendoli a debita distanza l’uno dall’altro sollevandoli. Sì, sono Oliver e sì, sono un meccanico. Li poggiò sul tavolino del soggiorno e si sedette sul divano di fronte a loro. Flounder, Scuffle, cosa siete, cosa ci fate qui, perché state cercando un meccanico. Spiegare, forza disse con tono autoritario, ma curioso, e con un’espressione perplessa, passando loro una porzione decisamente ridotta del muffin che stava consumando per colazione. Ormai l'esperienza a Mechanus, molto tempo prima, gli aveva insegnato che tutto poteva essere incluso nella grande equazione di quel mondo che aveva così tanto da rivelare. Non si fece sconvolgere più di tanto dalla loro comparsa, imparando ad approfittarne per sapere di più di quella realtà che era Atlantide, nel suo contesto di vita, ed il mondo, nel contesto totale. Non sembravano essere una minaccia, in più il tono della voce era simile a quello dei clienti in cerca di un disperato aiuto. Tanto valeva dare loro una possibilità e ascoltarli, anche solo per capirci meglio. Probabilmente si era addormentato nel mezzo della soap opera, probabilmente il cervello gli era andato in pappa per lo stress e per la noia e il suo subconscio aveva deciso di farglielo notare inventando quei due piccoli esseri. O, molto più semplicemente, era tutto vero e c’era un motivo ben più importante dietro la comparsa di quei due tritoni. O meglio, tritoni formato tascabile.



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    Oliver Ramirez
    -Energia Rossa
    -Stato Mentale: Dafuq is happenin'
    -Stato Fisico: Ottimo
    -Stato Scale: Non Indossata
    -Abilità: Forza Straordinaria + Acqua

    -Riassunto Azioni: Li separo e provo a capirci meglio
     
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    I due si sorbirono la veloce reprimanda rigidi come ragazzini in castigo. Quando fu poi più chiaro che Oliver si stava aspettando una risposta, Flounder e Scuffle si guardarono l'un l'altro intimoriti e infine si fecero un reciproco cenno d'assenso. Inspirarono, quindi guardarono Oliver.

    Cerchiamo un meccanico per conto di Lei!

    Avevano parlato all'unisono. Si guardarono subito in cagnesco. Per un istante sembrò quasi che sarebbero tornati alle mani, ma curiosamente uno sguardo a Oliver li fece in qualche modo desistere. Flounder allora parlò al compagno.

    Facciamo pari e dispari?

    Facciamolo.

    Pari.

    Dispari.

    Detto ciò, i due mini tritoni alzarono i piccoli pugni solo per poi riabbassarli. Founder estrasse tre dita, e Scuffle tutte e cinque.

    Otto!

    No!

    Sì!

    Flounder fluttuò allora allegro per aria mentre Scuffle guardava per terra abbattuto. Già, pareva proprio che i due piccoli tritoni potessero - per così dire - navigare per aria. Con l'espressione trionfante di chi ha vinto, Flounder si pose allora all'altezza di Oliver.

    Allora, dicevamo. Noi siamo qui per ordine di Lei.

    Ancora Lei. Sembrava più un nome che un aggettivo. Scuffle però non perse occasione d'intromettersi.

    Lei è la nostra protettrice. Ci ha insegnato a nuotare nell'aria. Faremmo tutto per Lei.

    Flounder si voltò rincagnato.

    Ma non dovevo parlare io?

    Sì, ma se non dici le cose...

    Le dico, le dico! Ora fammi parlare!

    Scuffle sbuffò, e Founder tornò a guardare Oliver.

    A farla breve, Lei ha bisogno di un meccanico. Ma non di un meccanico qualunque.

    Di un Marine, ci ha detto.

    Fammi parlare! Insomma, mica è facile. All'inizio aveva pure lasciato perdere.

    Ma poi ha saputo di te.

    Fammi parlare! Sì, ecco. Ha saputo di te - non chiederci come -, e ci ha inviato ha cercarti.

    Fortuna che ho sentito quel ragazzino parlare di te!

    Founder si voltò di nuovo, i denti che digrignavano. Scuffle giro gli occhi.

    Ok, ok, non parlò più.

    Flounder annuì, e si voltò ancora una volta verso Oliver.

    Il motivo per cui ha bisogno di un Marine è che ha bisogno del Meccanismo di Antikythera. Ne hai mai sentito parlare? Si trova ad Atene, al Museo Archeologico Nazionale. Non proprio un posto facile da raggiungere, no?

    No davvero. Non in pieno Armageddon. Flounder, evidentemente fiero di se stesso, tornò accanto a Scuffle.

    Allora, ci aiuti? Lei ti ricompenserà, ne sono certo. Potrebbe insegnarti a nuotare in aria, ad esempio.

    Quello non credo. Gli Umani sono troppo pesanti.

    Vabbé, troverà qualcosa. Puoi fidarti della nostra Lei.


    CITAZIONE
    Poco da aggiungere. A te.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera

    II





    Lei.
    La Madonna? Madre Teresa? Qualche divinità che aveva a che fare con i tritoni? La misteriosa “signora” si era presentata, seppur assente, tramite la voce dei suoi due piccoli sudditi. Aveva insegnato loro a fluttuare nell’aria come un palloncino. Questa fantomatica signora aveva scoperto delle sue abilità da meccanico e del suo essere un marine, in modi ancora sconosciuti, e aveva chiesto ai due fanta-tritoni di cercare il suo aiuto. Beh, si, un Fabricator di Mechanus di solito era abbastanza avvezzo alla comprensione della maggior parte della tecnologia atlantidea. Alla base di Azae aveva studiato la maggior parte dei progetti ingegneristici del tempo, gli fu insegnato il loro corretto funzionamento e il miglior modo di ripararli o portarli a termine. Tuttavia, la richiesta dei due piccoli aiutanti lo lasciò sorpreso in senso positivo.
    Il Meccanismo di Antikythera. Rifletté ad alta voce poggiando la schiena sulla parte posteriore del divano, sollevando gli occhi al cielo. Lo aveva studiato a Mechanus. Era un particolarissimo “orologio” planetario, aveva il compito di prevedere le fasi solari e lunari; calcolare gli equinozi e i solstizi. Nonché i movimenti dei pianeti. Era stato realizzato secoli e secoli prima proprio nella base ingegneristica ma fu trafugato in modo non molto chiaro. Fu perfino condotta una spedizione con l’obiettivo di recuperarlo ma essa fallì in circostanze misteriose. A guidare la spedizione ci fu il primo Primarca di Scylla accompagnato dall’allora Esecutore dell’Ogopongo, che non fece più ritorno alla base a differenza del Generale.

    Oliver si avvicinò ai due, guardandoli negli occhi.
    Allora, sì. Conosco il meccanismo e so come ripararlo, e recuperarlo ovviamente. Tuttavia, per prima cosa, mi servirebbe sapere chi è “Lei” e cosa vuole fare con l’Antikythera. Non è una cosa con cui giocare, non serve soltanto a tracciare la mappa dell’universo ma si dice possa avere anche il potere di comunicare con i pianeti su cui si “sintonizza”. Ora, non posso sapere se sono tutte verità, il meccanismo non si trova ad Atlantide da troppi secoli, però la curiosità di averci a che fare è troppa. Si alzò camminando avanti e dietro per il salotto, riflettendo. Si sarebbe dovuto recare ad Atene, sfidando corrotti su corrotti. Ma quello non era il problema principale, il problema principale erano i saints. Atene era zona loro e molto probabilmente, data la sua grande dose di fortuna, sarebbe potuto incappare anche nel pericolo di un cavaliere d’oro, facendo la fine dell’Ogopongo. Ma la tentazione di riportare un’opera ingegneristica di quella portata di nuovo ad Atlantide e presentarla ai Primarchi e all’Imperatore. I due esserini accennarono anche ad una ricompensa da parte della misteriosa donna, che non avrebbe nemmeno guastato la situazione. Si sarebbe accontentato di riportare l’artefatto a casa, ma un aggiuntivo guadagno non sarebbe stato male.
    E va bene, Flounder, Scuffle. Vi aiuterò a recuperare il Meccanismo di Antikythera, ma se vogliamo dirigerci ad Atene subito devo attrezzarmi. Ci saranno molti Saints in giro e mi servirà tutto l’armamentario possibile. Fortunatamente il mio mezzo personale è qui in garage, ma ho bisogno di un minuto per raccogliere armi e equipaggiamenti vari. Rispose dirigendosi con velocità nella stanza per cambiarsi. La missione non era propriamente ufficiale, quindi optò per un vestiario molto più anonimo. Maglietta nera, pantaloni neri e cintura con oggetti di fortuna e supporto. Da sotto al letto tirò fuori un borsone di tela, lo aprì velocemente per fare il check delle armi e notò la mancanza di una pistola, forse lasciata all’officina per supporto. Un fucile, due granate, altre tre pistole e due taser ad alto voltaggio. Non era un grandioso armamentario, ma per un viaggio leggero sottocopertura non avrebbe potuto chiedere di più.

    Una volta pronto e con il borsone sulle spalle, tornò in soggiorno dove aveva lasciato per brevissimo tempo i due tritoni. Sono pronto, possiamo andare. Disse per poi fermarsi a metà camminata per il garage. Un secondo, voi venite con me o farete quella cosa strana con le luci? Perché la gente noterà due come voi aggrappati alle mie spalle sulla moto. Poi guardò lo zaino di striscio, prima di tornare a parlare con Flounder e Scuffle. Se non fate esplodere niente qui dentro, c’è posto anche per voi. Concluse poggiando lo zaino sul divano, aprendolo per mostrare loro lo spazio interno. La sua moto era un gioiello, non ci avrebbe messo più di tanto utilizzandola, fortunatamente non era un mezzo registrato nell’archivio dell’esercito. La fortuna di essere il meccanico era quella di poter intervenire sulla lista di macchine e moto aggiornate nell’elenco regale e aveva volutamente omesso il mezzo a casa sua per evitare di essere tracciato. Un mezzo di fortuna, necessario in situazioni di improvviso ed estremo pericolo o per necessità di fuga. La prima cosa da fare, tuttavia, era farsi rivelare l’identità della donna che aveva ordinato quel recupero. Voglio aiutarvi, ma vorrei prima incontrare “Lei”, voglio assicurarmi delle intenzioni che avete e, se sarà il caso, mi precipiterò subito a recuperare il meccanismo – si chinò verso i due mostrando uno sguardo fiducioso, abbozzando un sorriso – mi aiuterete anche voi?.



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    Oliver Ramirez
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    Flounder e Scuffle seguirono Oliver nei suoi ragionamenti senza fiatare. Si ringalluzzirono chiaramente non appena fu evidente che il ragazzo li avrebbe aiutati, ma si limitarono a guardarlo vestirsi e uscire, elettrizzati.
    Oliver però non intendeva andare all'avventura senza le dovute rassicurazioni. Chiese loro perentoriamente di Lei, sui suoi obiettivi e ogni altra questione che ogni persona di buon senso avrebbe fatto. I due tritoni però chiaramente non si aspettavano simili domande, e lo guardarono per un po' come - era il caso di dirlo - pesci lessi. Ma presto si riscossero.


    Lei è... Beh, Lei.

    Tutti la chiamano così.

    Già. E poi non le abbiamo neanche chiesto perché ha bisogno del Meccanismo.

    Non ci è nemmeno passato per la mente, ecco.

    Questo perché di Lei ti puoi sempre fidare.

    Infatti.

    Lei e Poseidone sono vecchi amici, d'altra parte. Una volta ci ha raccontato di avere trasformato un pesce ad aiutarlo. Trasformandolo in una sirena.

    Anche Lei è una sirena, a proposito.

    Beh, questo è pacifico, no?

    Magari lui non lo sapeva.

    Ma sì che lo sapeva!

    Flounder sbuffò come a rimarcare l'ovvio. Perché se uno pensa a una certa Lei, è chiaro che debba pensare a una sirena. Pacifico.

    Comunque, se vuoi parlare con Lei noi anche ti ci portiamo. Però attento che si dovrà viaggiare fino in Germania.

    La strada è piena di Corrotti.

    Ma è pure vero che dovrai fare il viaggio lo stesso per portarle il Meccanismo. Solo che così lo farai due volte.

    A noi è andata bene. Nuotiamo veloci, e i più vedono solo i riflessi delle scaglie delle nostre code.

    Non avevi accennato a dei riflessi, a proposito?

    Lo ha fatto sì.

    Come immaginavo. Comunque possiamo seguirti, oppure stare dentro le tue tasche. Fai tu.

    E dicci dove vuoi andare, eh.


    CITAZIONE
    Bene, rieccoci qui.

    Come spiegato anche da Flounder e Scruffle, Lei si trova in Germania. Raggiungerla significherà farsi strada tra i corrotti GDR ON. Di fatto, allungherà la quest rispetto a una più rapita one way Atene - Germania. Ma la scelta è libera ed è tua.
    Decidi cosa fare e quindi attendi che ti prepari lo scenario prescelto.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera

    III





    Lei e Poseidone sono vecchi amici, d'altra parte. Una volta ci ha raccontato di avere trasformato un pesce ad aiutarlo. Trasformandolo in una sirena.
    Ok, Lei e Poseidone erano vecchi amici. Era pacifica. Era una Sirena.
    I piccoli tasselli andavano man mano ad incastrarsi dopo ogni risposta degli altrettanto piccoli tritoni, che lo rassicurarono sulla natura della loro signora ma al contempo fecero nascere altri dubbi nell’animo del ragazzo, poiché non avevano perso tempo a chiedere l’utilità dell’antico meccanismo. Fece spallucce, la strada era lunga e i corrotti erano tanti. Bisognava darsi una mossa. Ok, vi credo sulla parola, siete abbastanza simpatici per essere bugiardidisse sorridendo prima di dirigersi verso la porta sul retro, che dava sul garage.
    A metà strada però si fermò, dirigendosi con uno scatto veloce in cucina per afferrare il muffin che non aveva finito e che aveva lasciato sul tavolo prima della comparsa dei due. Le missioni mi mettono fame e lo addentò aprendo la porta e lasciando abbastanza spazio a Flounder e Scuffle da seguirlo.
    La AS - “Shadow”, chiamata così in via non ufficiale, era coperta da un telo per evitare di accumulare troppa polvere sulla sua superficie nera, appena lucidata e sistemata a regola d’arte. Sì, al suo arrivo aveva preparato un mezzo di trasporto per ogni importante collaboratore del settore. La sigla AS stava ovviamente per Atlantico Settentrionale, mentre i numeri di serie variavano in base alla produzione. AS-01 “Seadragon” per Lady Johanna, AS-02 “Anzu” per Raia, la sua invece era la AS-03 “Leviatano” ma in quel momento era opportunamente ferma in officina per migliorie. Quella custodita nel suo garage non aveva un numero di serie per risultare non rintracciabile e a confermarlo vi era anche la scelta del nome.

    Fece un rapido check del motore, dei freni, dell’acceleratore. Riempì il serbatoio ancora un po’ per essere più sicuro e, infine, si rivolse ai due piccoli aiutanti.
    Allora, ecco quello che faremo. Voi state vicino a me, sei occhi sono meglio di due. Ci dirigeremo ad Atene, sperando di non incappare in troppi Corrotti o in Saints con la voglia di litigare. Anche perché non ho molta voglia di attaccare briga. Dopodiché andremo dritti da questa fantomatica “Lei”, sperando di capirci un po’ di più sulla faccenda. Non che avesse qualcosa contro i Cavalieri di Atena, per carità. I rapporti tra le due fazioni non erano tesi, ma per esperienza sapeva che nonostante l’indole che un’intera casta poteva avere, c’era sempre qualche elemento imprevedibile a complicare le cose. Oliver si armò di buona volontà e di pazienza prima di assicurare il borsone con le armi al retro della moto e salire in sella. Infilò il casco con naturalezza prima di premere il pulsante per aprire a distanza le porte del garage.
    Cosa lo avrebbe aspettato una volta in marcia? Il piano era tanto lineare quanto stranamente troppo facile. Atlantide – Atene – Germania. La tripletta.
    Quindi l’orologio era al Museo Nazionale, non c’era mai stato e non aveva nemmeno mai programmato un viaggio lì. Si era sempre reputato troppo poco acculturato per i musei, gli unici che conosceva erano le antiche officine dei Fabricator, rimesse a nuovo per l’occasione di lavorarci e di carpirne i segreti. Ironico, non aveva mai visitato un museo nel “vecchio mondo” e questa volta lo avrebbe fatto dopo un armageddon. Di solito i musei erano posti in cui annoiarsi, questa volta sarebbe stato un posto in cui tenere ben alta la guardia. Chissà se l’orologio è sotto speciale sorveglianza. Magari non hanno idea del suo scopo, anche se dubito altamente. Magari avrebbe incontrato un guardiano tanto ragionevole da lasciarglielo prendere, una volta spiegata l’origine dell’artefatto e la sua reale provenienza.
    C’era poi da mettere in conto le intenzioni di “Lei”, questa sedicente amica dell’Imperatore. Se avesse fatto bella figura con lei, una volta attestata la sua identità, magari avrebbe fatto bella figura anche con il Dio dei Mari. Una bella promozione e forse anche un fantastico aumento di stipendio. Attico con vista sulla colonna settentrionale, vestiti firmati, televisore al plasma grande quanto una parete. Magari lo attendeva una vita di lusso.
    Come no.
    Le porte del garage si aprirono, mise in moto e accelerò un paio di volte riempiendo la stanza con un rumore assordante contornato da una densa nube di fumo. Si voltò verso i due accompagnatori, sorridendo loro con impazienza per la missione da compiere. Che si fa, ragazzi, ci facciamo questo viaggetto ad Atene?
    Aspettò di essere affiancato dai due per partire a tutta velocità verso la meta designata. A velocità massima del mezzo non ci sarebbe voluto troppo tempo, era la durata complessiva del viaggio che lo preoccupava un po’ ma per il Meccanismo di Antikythera questo ed altro ancora. Molto probabilmente sarebbe finito al palazzo dell’Imperatore stesso, senza nemmeno passare per quello di Corallo, ma la faccia che avrebbero fatto tutti al suo ritorno gli dipinse il volto di soddisfazione, era ora di andare. Diede gas per l’ultima volta partendo a tutta velocità.



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    Oliver Ramirez
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    Il viaggio verso la superficie, protetto dal Cosmo di Poseidone e dai confini tracciati col sangue dei Marine, fu veloce e privo d'incidenti. Il vento - o qualunque cosa ci fosse a quella profondità - accarezzò Oliver mentre divorava la strada, mentre in lontananza la superficie scura del mare lasciava intravedere le lontane ma tristi figure di esseri nerastri che occupavano le profondità marine. Mentre il motore della moto rombava cullandolo come una nenia amorevole, Oliver poté sentire i due piccoli tritoni agitarsi nella sua tasca.

    Ma allora ha accettato?

    Certo che ha accettato.

    Quindi si va ad Atene?

    Certo che si va.

    A prendere il Meccanismo?

    A prendere il Meccanismo.

    Bene. Ma dimmi...

    Cosa?

    Per te, Lei mi darà un premio per aver compiuto la missione?

    E perché proprio a te?

    Beh, me lo merito.

    Figurarsi. Io di più.

    No, io di più.

    Io!

    Io!

    Oliver poté facilmente sentire i due azzuffarsi nella sua tasca. Sembrava proprio che non sarebbero stati poi tanto utili, dopotutto. Possibile che non facessero altro che litigare?
    Quando dopo una lunga traversata nel mare Oliver raggiunse infine la superficie, la costa greca gli apparve brulla e desolata. Le strade su cui si mise a correre erano dissestate, e le case e i villaggi che costeggiava abbandonati e in rovina. Un grigiore perenne oscurava il cielo, e tutto sembrava morto.
    No, non tutto.
    Dopo un po' di tempo, quello che restava di vivo sulla terra si accorse del motore che rombava e del sordo ronzio che la moto si lasciava dietro mentre passava. I Corrotti iniziarono a lasciare pigri le loro capanne diroccate, le loro cave e le loro foreste per fissare ottusi la strada per Atene. I più erano stati troppo lenti e giunsero quando ormai Oliver era passato e già lontano. Alcuni però provarono a rincorrerlo: corsero, corsero e corsero, finché la distanza sempre crescente non li fece desistere.
    Fece desistere molti, ma non tutti.
    Alcuni, più forti nella Corruzione degli altri, riuscirono a tenere il passo e non mollarono l'inseguimento. Alcuni anzi guadagnarono lentamente terreno. Erano lontani ancora, ma potevano avvicinarsi.


    Credo che faresti meglio a seminarli, quelli là.

    Founder uscì dalla sua tasca esibendo fieramente un occhio nero. Nessuna traccia di Scruffle, a parte un fagotto informe in fondo alla tasca. Pareva che avesse perso l'ultimo litigio. Questioni di Tritoni a parte, Flounder forse aveva ragione: poteva, e forse doveva, seminare quei Corrotti all'inseguimento della sua moto. E lo avrebbe anche fatto, se in lontananza non si stessero ammassando lungo la strada altri Corrotti incuriositi. La stessa strada che avrebbe dovuto percorrere per arrivare ad Atene. Ai sui lati c'era invece la campagna collinosa greca, da cui spuntavano qua e là alcuni sparuti Corrotti.
    E lui aveva una via da aprirsi a ogni costo.


    CITAZIONE
    Ok, allora. Alle tue spalle, centinaia di metri più indietro, ci sono tre Corrotti Energia Verde che ti stanno lentamente raggiungendo, seguiti da un gruppetto di Energia Gialla. Davanti a te, sempre qualche centinaio di metri più avanti, altri Corrotti Energia Bianca ti sbarra la strada. Scegli liberamente la strategia da adottare ma non essere autoconclusivo: starà a me decidere come andrà a finire.
    Naturalmente puoi anche uscire di strada, ma dubito Oliver sappia come arrivare ad Atene attraverso la campagna. Probabilmente ti perderesti. La strada è tutta tornanti attorno alle colline ed è facile perdersi.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera
    IV


    _________________________________________________


    Il viaggio fu accompagnato dalle sempre presenti, e quasi fastidiose, voci di Flounder e Scuffle che avevano deciso di regalargli una nuova azzuffata. Così, giusto per rendere meno noioso il viaggio. Gli scappò un sorriso pensando ai due piccoli tritoni. Litigavano ogni due per tre ma era sicuro che infondo si volevano bene, come due fratelli che litigavano per la questione di turno. Erano in terra di Grecia da un po’ e l’esecutore iniziava ad averne abbastanza di quei lamenti e delle agitazioni nella tasca, temporanea tana dei due durante la corsa verso il museo. Ragazzi, giusto un paio di secondi in silenzio che devo capire dove andare. Strade ormai battute dai segni del tempo e della rovina, case distrutte e aperte a quel cielo che niente più aveva da offrire se non pioggia e corruzione. Nessun segno di vita, anzi, nessun segno di vita umana. Perché di vita ce n’era ancora, non una vita normale e tranquilla, non una vita nell’accezione positiva della parola. Era una vita a metà, una vita fatta di istinti e morte. La vita dei corrotti.
    Con la coda dell’occhio il giovane meccanico poté notare l’affanno di un gruppo che riuscì prontamente a lasciarsi alle spalle, grazie alla sua vettura. Tuttavia i nemici non persero tempo a guardarlo andar via, iniziarono a dirigersi verso il trio in viaggio. Si voltò per qualche secondo, mantenendo saldo il manubrio, cercando di quantificarli e di misurare la giusta distanza. Di ogni forma e varietà, essi si stagliarono a diversi metri dalla moto sia avanti che dietro, in un fiacco tentativo di costringerli a fermarsi.
    Credo che faresti meglio a seminarli, quelli là annuì per tutta risposta prima di concentrare il suo cosmo senza rallentare. Anzi, diede ancora un po’ di gas in modo da non lasciar terreno agli inseguitori. Tenetevi forte, tra poco si balla.

    Avrebbe potuto deviare dal sentiero regolare e procedere per le colline, ma la zona non era di sua conoscenza e una deviazione del genere gli sarebbe costata cara. Per non parlare della presenza degli esseri aberranti dietro quelle zone. La situazione non ispirava propriamente fiducia, ma non era nulla di ingestibile. Il cosmo liberato dai nemici non lo preoccupava minimamente, quindi rimase perlopiù ottimista e con la speranza di raggiungere il museo in fretta per occuparsi del suo vero obiettivo. Effettivamente lo aveva stupito l’assenza di Saints vista una presenza considerevole di corrotti, ma probabilmente non era incappato in una zona “sorvegliata”. Poco male, le cose sarebbero andate molto più velocemente senza interventi estranei ed inutili spiegazioni. L'acqua cinse inizialmente il proprio corpo, afferrando i due piccoli tritoni e riposizionandoli sulle spalle dell'esecutore che adesso era completamente coperto dalla propria scale. Concentrò il cosmo a piena potenza alzano la mano sinistra verso il cielo. Fortunatamente non aveva bisogno di entrambe le mani fisse per guidare la Shadow. All’improvviso una sfera d’acqua di grosse dimensioni si materializzò sulla testa di Cuordimetallo. Essa divenne sempre più grande e iniziò a salire sempre di più in cielo. Il giovane se la lasciò dietro abbastanza in fretta, in modo da disporre di una distanza di sicurezza, prima di farla ricadere con un violento tonfo sul terreno. Esplose in modo da creare un’onda di considerevoli dimensioni, aveva il compito di travolgere il primo gruppo di nemici e trascinare con sé quelli rimasti dietro, in caso di riuscita. Ma l’azione non era ancora terminata. Subito dopo, il giovane usò sempre la stessa mano, ancora libera, per disegnare un fendente d’acqua con il braccio, senza destabilizzarsi troppo e cadere. Dalla mano partì in modo quasi naturale il getto d’acqua a forma di mezzaluna che partì dal creatore in direzione dei corrotti cercando di sbaragliarli prima del passaggio della moto. Era un po’ azzardato utilizzare i propri poteri alla guida e con altri due piccoli passeggeri a rischio. D’altronde era l’unico modo per liberarsi dei nemici e proseguire, non era il momento adatto di scendere e occuparsi di loro in maniera diretta. Avrebbe soltanto perso tempo.

    _________________________________________________
    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato Altrui



    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Mentale: Concentrato
    Stato Scale: Buono [Indossata]
    Abilità: Acqua + Forza Straordinaria

    Riassunto Azioni: Allora, la dinamica è questa.
    Da sopra la moto sparo un globo d'acqua al massimo della grandezza e della gittata che ricadendo sul terreno genera un'onda (tipo tsunami) che tenta di travolgere i corrotti a gialla e verde [attacco forte]. Poi lancio un fendente d'acqua verso quelli ad energia bianca per liberarmi la strada e continuare [attacco debole].

     
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    La strategia di Oliver funziona. I suoi due attacchi fanno piazza pulita, travolgendo i Corrotti che lo inseguivano e spazzando via quelli ai lati. La strada ora era sgombra, e Oliver la imboccò rombando.
    Il viaggio continuò tranquillo per un po', se non fosse stato per degli echi lamentosi che giungevano da lontano. Erano iniziati poco dopo che si era liberato dei Corrotti, ma non ci aveva fatto caso tanto erano flebili. Non se ne curò granché, almeno finché non furono seguiti da un ruggito pieno e forte. Giungeva da una zona boscosa ai lati della strada. Poco dopo Oliver vide un grosso tronco d'albero rotolare giù per il pendio, mangiando veloce la strada diretto verso la carreggiata. Non lo avrebbe colpito - era troppo lontano - ma di certo gli avrebbe bloccato la strada finché non lavesse rimosso. Certo, era un compito facile per un Marine.
    Ma non così facile per un Marine con un grosso, brutto, cattivo Corrotto alle calcagna.
    L'essere era spuntato ai bordi della macchia boschiva proprio mentre il tronco si era messo a rotolare. Pensare che fosse stato lui a farlo cadere non era un'idea tanto peregrina.
    La bestia ruggì, un ruggito uguale a quello che aveva udito poco prima, e iniziò a correre giù per il pendio.
    Sarebbe stata addosso a Oliver in pochi istanti, motocicletta o no.

    CITAZIONE
    Scusa per l'attesa così come per il post piuttosto corto. Sono dei giorni impegnativi per me. Il Corrotto è Energia Rossa. Buon combattimento.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera

    V



    Bingo, piazza pulita.
    Non ci fu nemmeno bisogno di rallentare; l’assalto terminò così com’era iniziato, senza troppi intoppi. Oliver sorrise sotto la scale prima di rivolgere uno sguardo all’orizzonte. La meta era sempre più vicina ma la boscaglia iniziava ad estendere la sua presenza sullo spazio aperto come l’ombra che si stende sempre più velocemente. Continui lamenti furono il sottofondo del viaggio compiuto dal trio. I tritoni stavano battibeccando su qualcosa che non riuscì a comprendere perché troppo impegnato a fare un rapido quanto grezzo check della quantità di cosmo nei paraggi. Erano presenti corrotti sparsi qui e là ma non avevano energia sufficiente da esser considerati un problema.
    E poi, Oliver si imbatté in quello.
    Era un cosmo denso su cui la sua percezione andò a sbattere come un muro. Era lontano, ma abbastanza grande da poter essere percepito. Colui che si era tramutato in quel tipo di corrotto doveva essere davvero forte per possedere un cosmo di quella portata. I suoi pensieri furono dedicati tutti a supposizioni del genere quando la voce del tritone arancione lo riportò alla normalità. Gli intimò di fare attenzione al pericolo imminente, ovvero un grande tronco in caduta libera verso di loro. Oliver sterzò con forza, frenando allo stesso tempo. Ciò gli permise di non essere travolto dalla rotolante sorpresa, che bloccò la strada. Allo stesso tempo si udì un urlo disumano, sempre più vicino. In lontananza spuntò il corrotto percepito prima, una mole di carne e muscoli così grande da suscitare la sorpresa dell’Esecutore. Se avesse perso tempo a togliere quel peso dalla strada, li avrebbe raggiunti in pochissimo tempo e allora sarebbero stati guai. Oliver sospirò irritato prima di scendere dalla moto e voltarsi in direzione del nemico.


    No matter how scary things get
    Give 'em a smile as if to say "I'm a-ok"



    Dove vai?! Chiese preoccupato Flounder emergendo con la testa assieme a Scruffle. I due piccoli tritoni avevano un’aria davvero preoccupata che evidenziarono lottando per uscire dal posto in cui erano, per cercare di fermarlo. Quel coso ti farà a pezzi, meglio scappare subito e seminarlo! Ma Oliver non li ascoltò. Li prese delicatamente e li poggiò sul sedile della moto ferma ma ancora accesa. Nel metterli al sicuro scompigliò i loro capelli, sorridendo. Poteva percepire il cosmo emanato da quel corrotto e non era affatto debole, anzi. Non era al livello delle persone che aveva incontrato fino a quel momento sul suo cammino, ma era forte abbastanza da poterlo potenzialmente mettere in seria difficoltà. La scale vibrava animata dal cosmo cobalto che il ragazzo aveva iniziato ad emanare, distanziandosi dai piccoli amici di qualche passo in direzione del mostro. Si sgranchì il collo e dall’elmo sembrò risuonare una risata. Di fronte al pericolo bisognava sempre ridere per rassicurare gli altri, volgere lo sguardo al nemico e fargli sapere che lui non poteva essere sconfitto, che andava tutto bene.
    Non c’è niente di cui aver paura, piccoletti. Iniziò a correre verso il nemico, questa volta. Era ancora un po’ lontano ma la velocità dell’Esecutore era tale da permettergli di coprire quella distanza in poco tempo. Sentiva il ruggito della bestia e la disperata voglia di uccidere tipica di tutti i corrotti. Ne aveva affrontati un bel po’, a dire la verità, ma quello sentiva essere l’esemplare più forte incontrato fino a quel momento.
    Volete sapere perché? La distanza in questo momento si era pericolosamente ridotta. Il braccio sinistro del ragazzo percorse il fianco, caricandosi in un poderoso pugno diretto allo stomaco del nemico. No, in realtà si trattava di un mero diversivo. Il pugno aveva il compito di creare un getto d’aria tale a velocizzare il salto compiuto per portarlo all’altezza della faccia urlante, forse anche più in alto, in modo da tentare di colpire la testa con un calcio ascendente per provare a piantargliela nel terreno. Perché ci sono io qui! L’azione era mirata a fracassargli il cranio con quel calcio portato alla massima potenza e velocizzato ancor più dal getto d’acqua pressurizzata scaturito dai palmi delle mani del ragazzo, in maniera non troppo diversa dal propulsore di un razzo. Cosa gli aveva insegnato Garuda? Che le funzioni motorie di base erano le più semplici da compromettere. Esse provenivano tutte dal cervello, o quello che ne era rimasto. Distrutto quello, il corrotto non avrebbe avuto molte opzioni di movimento.Mexico City Smash! il primo attacco doveva fare da preludio al secondo. Il
    ragazzo infatti tentò di generare assieme al calcio un’esplosione d’acqua nello spazio che si sarebbe creato al contatto tra il suo piede e la testa del corrotto qualora la prima offensiva fosse andata a segno.



    ---------------------

    Oliver Ramirez
    -Energia Rossa
    -Stato Mentale: Concentrato
    -Stato Fisico: Ottimo
    -Stato Scale: [Indossata] Ottima
    -Abilità: Forza Straordinaria + Acqua

    -Riassunto Azioni: Corro anche io verso il nemico e faccio finta di colpire lo stomaco per poi abbassare il braccio e pugnare l'aria sotto di me, come diversivo, per sfruttare la pressione assieme al salto che faccio e che mi porta alla testa del corrotto. Lì tento di colpire la testa con un calcio [attacco forte] sfruttando l'acqua generata dai palmi delle mani come propulsore per aumentare la velocità del calcio. In caso di riuscita, al momento dell'impatto genero un'esplosione d'acqua [attacco debole]


    Edited by | Rain | - 30/11/2018, 21:27
     
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    L'essere sembra non avere difesa. Osserva Oliver con sguardo ottuso cercando di capire cosa intenda fare, finché questi non arriva col suo calcio.
    Che prende la creatura in pieno.

    Grunt!

    Il Corrotto emette un grugnito sordo all'impatto e cade indietro solo per essere investito dal getto d'acqua. Il tutto fa sbalzare la creatura contro i tronchi caduti, spezzandoli, per poi cadere a terra informe.
    E rialzarsi.
    L'essere sembra quasi non avere subito danni, a parte alcuni denti rotti e un rigolo di sangue scuro che gli scende dal mento. La sua pelle nerastra riluce di contrasto, rivelandosi dura e coriacea come vecchio cuoio. Quella bestia a quanto pare è resistente di suo.
    E Oliver gli ha fatto male.
    Ruggisce con rabbia di tutta risposta, generando un'onda d'urto come conseguenza. Gli alberi intorno fremono, e pure l'asfalto della strada sembra tremolare. Ma l'essere ha solo scaricato la sua rabbia.
    Guardando Oliver con odio, infatti, il Corrotto prende un tronco d'albero e lo irrora del suo Cosmo nerastro quasi questo avesse preso fuoco. Lo prende quindi a due mani e lo solleva oltre la spalla solo per scaraventarlo con forza contro Oliver con un movimento diagonale, da in alto a sinistra a in basso a destra.


    CITAZIONE
    Bene, ti sei fatto un amico coriaceo. Il Corrotto ha Resistenza Straordinaria e non andrà giù troppo facilmente. Attento anche a quell'albero perché ha pure Forza Straordinaria.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera
    VI

    Il colpo andò a segno come da programma, lasciando sul terreno lo stampo della faccia del corrotto assieme a qualche dente e ad un po’ del suo sangue. Subito dopo la prima offensiva, si allontanò di qualche metro portando le braccia in avanti per ripararsi dall’emanazione energetica dovuta alla rabbia del nemico. Evidentemente il colpo ricevuto lo aveva fatto imbestialire ancora di più. Oliver osservò la sua pelle macchiata da corruzione che sembrava aver attecchito da così tanto, quasi ad aver formato un secondo e spessissimo strato difensivo sul suo corpo, ingrossando a dismisura i muscoli e forse anche le ossa che avviluppavano. Il giovane non perse il sorriso, la sfida si faceva sempre più interessante.
    All’improvviso il mostro sollevò con una straordinaria forza l’albero, che lanciò con foga e rabbia verso l’esecutore. Oliver non arretrò, anzi, si diresse verso lo stesso albero alzando una grande massa d’acqua per intercettarlo e spostarlo dal proprio cammino, cercando di deviare la sua traiettoria. Il grande flusso d’acqua si diresse verso l’obiettivo facendolo scivolare tra le sue spire e parzialmente cambiando la direzione della corsa. Il giovane, tuttavia, non riuscì a prevedere una violenta rotazione del tronco stesso, che gli colpì la gamba passandogli accanto. Sentì il dolore della contusione irradiarsi dal punto colpito a tutto il corpo e ciò lo fece arrabbiare davvero. Passò qualche secondo in ginocchio per riprendersi dal dolore, prima di rivolgere lo sguardo carico di rabbia verso il nemico tramite l'elmo della sua armatura. Si rimise in piedi subito dopo, attento a non caricare troppo il peso sulla gamba, prima di gettarsi di nuovo all'assalto.

    IElslbi



    Generò una massa d’acqua più piccola all’altezza della suola di entrambi i gambali della scale, in modo da coprire la distanza posta tra i due con una propulsione acquatica. Se sei così resistente.. creò un’esplosione d’acqua di medie dimensioni all’altezza del punto visivo del mostro con l’intento di impedirgli di vedere la prossima mossa, non era affatto mirata a creare alcun tipo di danno ma con un po’ di fortuna gli avrebbe concesso il beneficio della sorpresa. Si fece forza ancora una volta in avanti e, portandosi vicino al torso del mostro cercò di riversare su di lui una scarica di pugni con impatto del proprio elemento, al massimo delle sue forze. Dovrò solo colpirti più di quanto tu possa sopportare! mise ogni singola fibra del suo essere in ogni pungo lanciato. Quel corrotto era solo un ostacolo sulla sua strada, e cosa si faceva quando si incontrava un ostacolo? Lo si distruggeva per proseguire. Oliver non si sarebbe arreso alla capacità di resistenza del corrotto, anche perché doveva proteggere Flounder e Scruffle e continuare il viaggio con loro. Non si era allenato tutto quel tempo per nulla, non si era allenato tutto quel tempo per essere sconfitto da un corrotto del genere. Aveva sopportato pugni da entità ben peggiori di quel nemico e di certo avrebbe messo a frutto l'esperienza maturata, e i trucchi appresi, in quel combattimento.
    Doveva vincere.


    hiaAmxR

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    CASTA ♜ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE ♜ Contusione alla gamba sinistra
    MENTALMENTE ♜ Arrabbiato
    STATUS SCALE ♜ [Indossata] Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI ♜ Mi difendo dal tronco in avvicinamento ma, nel farlo, lo urto con la gamba subendo danno. Dopo ciò uso l’acqua come propulsore sotto i piedi per portarmi più velocemente possibile vicino al corrotto. Nel mentre creo un’esplosione d’acqua poco distante dai suoi occhi che non fa danno [diversivo] e, approfittando del preciso momento in cui l’acqua tenta di impedirgli la visuale, io mi porto all’altezza dello stomaco e procedo con una scarica di pugni acquatici a forza straordinaria [attacco forte].
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    ABILITÀ
    Fury of the Hydrean: Un colpo della sua coda fa tremare la terra e le profondità degli oceani. Tale è la grande forza che possiede e che è quasi impossibile arrestare. Molti hanno provato a combatterlo e molti hanno fallito, perdendo ogni speranza e, spesso, la vita. [Forza Straordinaria]

    From the Abyss it Came: Il Leviatano è un mostro tanto forte quanto astuto. Essendo la bestia che forse incarna più di tutte lo spirito dell'oceano, attira le navi e gli sciocchi indifesi navigatori nelle sue fauci controllando la marea e la direzione delle acque. [Controllo dell’Acqua]

    TECNICHE ♜ //
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    Il Corrotto, felice di aver colpito la gamba di Oliver, getta il tronco per avvicinarsi al ragazzo. Questi però non intende certo rimanere passivo. Creatosi un propulsore acquatico, il Marine infatti si appresta poi a centrare il mostro con un getto d'acqua agli occhi. Il Corrotto, preso controgamba, non riesce a evitarla ma deve limitarsi ad alzare un braccio e chiudere gli occhi. E' solo acqua e non lo acceca di certo, ma lo distrae. E Oliver ovviamente ne approfitta.
    La scarica di pugni d'acqua dapprima trova il torso del mostro indifeso. Questi all'impatto ricade indietro accusando i colpi, e Olivier presto sente come uno strato di crosta staccarsi a scaglie dal petto della creatura. Questa però alla fine trova modo di reagire, e frappone i suoi avambracci agli ultimi pugni del Marine. L'impatto rimane devastante.

    Graaarrghhhgrrr!!!

    E' un urlo, un grido cupo a metà tra rabbia e dolore. Il Corrotto lo emette mentre di difende disperatamente, digrignando i denti per la frustrazione. Ma alla fine dell'attacco è ancora in piedi,e si leva ritto sulla nuvola di polvere creata dall'offensiva. Il petto e gli avambracci del Corrotto sono sanguinanti, e sotto le scaglie cadute s'intravede una pelle ruvida rosso vivo. L'essere sputa poi altro sangue dalla bocca, carico di rancore. E poi urla.

    RAAAARRRGGGHHHH!!!!

    Il ruggito del Corrotto riempie l'aria facendola vibrare, ma questo è ancora nulla. L'essere infatti alza una gamba carica del suo Cosmo corrotto, e la pesta con forza immane a terra causando così un piccolo terremoto che fa rivoltare le pietre e rotolare via i tronchi d'albero. Gli alberi lungo la strada tremano, e pure la moto di Oliver salta via strisciando poi per terra - senza subite nient'altro che graffi, comunque -. Nel terreno si forma un piccolo cratere là dove il Corrotto lo ha pestato, e piccole crepe avanzano ovunque diveltendo il manto stradale.
    E fu allora che l'essere attaccò.
    Sorprendentemente, decise semplicemente di attaccare copiando Oliver. Una raffica di rabbiosi pugni partì infatti contro il Marine carichi di un Cosmo nerastro e rancoroso, ansiosi di fargli quanto più male possibile. Il che era probabilmente proprio l'obiettivo del Corrotto.

    CITAZIONE
    Bene, bene. Hai conciato il Corrotto per le feste ma questi è ancora in piedi benché malmenato. Vuole farti semplicemente quanto più male possibile e quindi un po' ti copia, tirando una teoria di pugni carichi di Cosmo a Energia Rossa e dotati di Forza Straordinari. Prima però usa un diversivo causando un piccolo terremoto.
     
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    Il Meccanismo di Antikythera
    VII

    Il terremoto improvvisato dal corrotto fece quello che non avrebbe mai dovuto fare nella sua vita.
    Il giovane lo notò quasi per sbaglio, cercando di riprendere l’equilibrio dinnanzi al nemico. La vista periferica gli regalò la caduta della moto su cui si erano rifugiati anche i due piccoli tritoni. Oliver non ci vide più. Il nemico gli rivolse un’improvvisa scarica di pugni che, forte del diversivo attuato prima, riuscì a prendere l’esecutore sulle costole destre e sulla spalla sinistra. Il giovane decise di espandere dal suo corpo una massa d’acqua con l’intento di respingere e attutire il resto dei pugni che lo lasciarono col fiato spezzato. Senza perdere tempo espanse ancora di più il su cosmo, che in quel momento vibrava di rabbia.

    LA
    MIA
    MOTO



    Il nemico aveva davvero fatto traboccare il vaso.
    La mano del giovane si alzò in aria, radunando tutte le particelle d’acqua che aveva consumato sul terreno. Esse si aggiunsero alla massa che a poco a poco si stava formando sopra la sua testa, iniziando a ruotare vorticosamente e a cambiare forma, stringendosi ed espandendosi in un moto continuo, scuotendo l’aria attorno a sé. L’azzurro brillante del cosmo del giovane si espanse circondando sia lui che la trivella che aveva sopra il suo braccio sinistro.
    Io sono Oliver Cuordimetallo, Esecutore di Leviatano, Fabricator di Mechanus, servo il più grande Primarca che Atlantide abbia mai avuto. Io ho combattuto giudici infernali, ho camminato al fianco degli spiriti della madre terra. Ho visto in faccia la corruzione, il caos. Ho superato i miei limiti fino ai più profondi abissi e tu non sei che un sasso sul mio cammino.
    Le parole cariche di determinazione fecero da sottofondo al rumore dell’acqua che, pronta nella sua forma finale, fu guidata dall’utilizzatore verso il nemico a metri di distanza.



    PERFORA IL CIELO, CALADBOLG



    Una delle più potenti tecniche di Oliver si riversò contro il nemico nel tentativo sì di colpirlo, ma anche di perforarlo con la sua estrema forza rotatoria e di lanciarlo lontano nei cieli, cercando di distruggere quello che era rimasto del corpo rabbioso e stanco, carne del nemico che aveva minacciato il suo cammino. Tentò di facilitarsi il lavoro manovrando l'acqua presente sul campo di battaglia che circondava i due, facendola rapidamente muovere per destabilizzare il suo equilibrio. Era potente, ma l'esecutore aveva qualcosa che lui non aveva: la volontà di vincere. Il nemico combatteva per puro bisogno di distruggere e uccidere, l'esecutore invece combatteva per mettere al sicuro i due compagni di viaggio. Non c'era storia, non c'era paragone tra i due e le loro volontà. Non avrebbe ceduto nemmeno un centimetro di strada. Sempre avanti, sempre determinato, sempre forte. Il corrotto lo avrebbe colpito con tutte le sue forze? E allora Cuordimetallo avrebbe restituito indietro il colpo col doppio della tenacia e della determinazione. Era questo che faceva un vero guerriero.

    Era questo che faceva un eroe.




    hiaAmxR

    narrato ♜ parlatopensatoparlato altri
    CASTA ♜ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE ♜ Contusione alla gamba sinistra, numero variabile di costole rotte, contusione alla spalla.
    MENTALMENTE ♜ PIERCE THE HEAVENS WITH YOUR DRILL
    STATUS SCALE ♜ //

    RIASSUNTO AZIONI ♜ Subisco una parte dell'offensiva del corrotto, difendendomi dal resto con un'onda d'acqua a 360 gradi (aka salvaculo beghelli). Subito dopo creo una gigantesca trivella d'acqua che lancio a massima potenza verso il corrotto, non prima di aver mosso l'acqua sul campo di battaglia come diversivo (quindi nessun tipo di danno o offensiva) per minare il suo equilibrio, similmente a come ha fatto lui per il movimento sismico.
    Strong, united, working 'till we fall
    ABILITÀ

    TECNICHE
    -Espada Acuática: Caladbolg
    La tecnica più potente a disposizione di Oliver, che combina il suo controllo sull'acqua con la sua straordinaria forza fisica. Essa prende il nome da una delle spade annoverate nella tradizione mitologica come l’Excalibur di Re Artù o la Durlindana di Orlando, di cui il giovane venne a conoscenza in una delle sue rare visite alla biblioteca. La personale celebrazione di Oliver all’impero di Atlantide tende ad emulare il concetto di tecnica micidiale dei Primarchi. Il meccanico, sfruttando l'acqua nelle vicinanze o creandone a sua volta, fa ruotare vorticosamente il suo elemento in modo da dare forma ad una gigantesca e densissima trivella d'acqua che inizierà a roteare a massima velocità. Essa sarà connessa attraverso un sottile strato d'acqua al braccio del ragazzo che potrà direzionarla a propria discrezione, cercando di riversarla contro il nemico nel tentativo di impattarla sul suo corpo; sfruttando un pugno riversato sulla stessa trivella al momento della partenza, in modo da aumentarne la velocità e renderla più difficile da bloccare, nonché aumentandone il potere offensivo. Essa tenterà di perforare attraverso la sua compatta e solida punta, con l'obiettivo di dilaniarlo attraverso l'alta velocità di rotazione. In alternativa, Oliver può tenerla ferma, di fronte a sé, in modo da cercare di deflettere eventuali attacchi grazie al proprio roteare, data la dimensione decisamente più grande del giovane in grado di coprire interamente la sua figura.
    And we all lift, and we're all adrift together
     
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    Better to reign in Hell than serve in Heav'n

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    Il Corrotto aveva evidentemente toccato il tasto sbagliato, coinvolgendo la moto di Oliver nel loro combattimento. Il Marine infatti ne fu più furioso che ferito, e dopo aver incassato stoicamente i pugni del nemico decise di finire l'essere bestiale col suo attacco più potente. Letteralmente una trivella capace di perforare il cielo, o almeno tale in senso metaforico. Di certo era però adatta alla pelle coriacea del Corrotto.
    L'essere, che aveva già dato prova di scarso cervello, sembrò non comprendere minimamente la portata dell'attacco. Si limitò a ghignare crudele e amplificò il suo Cosmo nerastro e corrotto. Incredibile ma vero, aveva deciso di fermare quell'attacco a mani nude.
    E Oliver non si fece attendere.
    Caladbolg, la Gran Trivella, avanzò impietosa fino all'impatto. Il Corrotto cercò allora di afferrarla con le sue mani ruvide irrorate di Cosmo, e per un istante il suo palmo fendette l'acqua.
    Per un istante.
    La trovella per prima cosa spazzò via quelle braccia, facendole roteare all'indietro, quindi si fece largo contro il petto della creatura. Il Corrotto rimase senza fiato, e sputò sangue nerastro man mano che la trivella perforava la sua dura scorza e si faceva largo tra la carne. Venne quindi spazzato via, mandato indietro di vari metri dal contatto con Cadlabolg. La sua parabola finì contro i tronchi d'albero, ruttolando rovinosamente sulla strada. Finì supino, le braccia distese e un enorme squarcio suol petto. La bocca, irrorata di sangue, non emanava più alcun respiro.
    Era stato sconfitto.

    Caspita, che potenza!

    La voce proveniva dalla moto a terra. Poco dopo Flounder e Scuffle emersero fuori, svolazzando in aria sulle loro code. Scuffle sembrava aver rimediato un bernoccolo.

    Comunque questa è l'ultima volta che faccio una cosa del genere. Guarda che botta!

    Davvero? Io non sento niente.

    E vorrei vedere! Mi sono fatto male IO!

    Flounder sbuffò, avvicinandosi poi a Oliver. Guardò un attimo il Corrotto e poi si rivolse al Marine.

    Wow, sembra che tu l'abbia steso!

    Vorrei vedere io, con quella roba che gli ha tirato addosso! grugnì Scuffle da dietro.

    Vabbé, sai mai disse Flounder facendo spallucce. Comunque sarebbe il caso di andarsene, ora.

    Convengo disse Scuffle con una certa reticenza. Intendo, guarda laggiù!

    Indicò così la strada alle loro spalle. In lontananza si vedeva un gruppetto di Corrotti avanzare. Sembrava che qualcuno si fosse salvato dalla mareggiata.

    La moto è a posto disse Flounder. O almeno credo: sei tu il meccanico. Allora, andiamo?

    CITAZIONE
    Quello in arrivo è il vecchio gruppetto di Corrotti Energia Verde e Gialla. Non riusciranno a seguire la moto nel caso volessi fuggire. La moto stessa è a posto. Un po' strisciata ma ancora perfettamente funzionante. Ti lascio questo turno un po' "vuoto" per permetterti di muovere Oliver liberamente. Novità attendono a quello successivo, gh gh gh.
     
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