Porcelain

Mnemosine e Chimaera

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    Luci e ombre si susseguivano sulla silhouette perfetta di Bibiane, che altri non era se non l’ultima incarnazione della dea Mnemosine. Stava camminando a passo svelto per i corridoi del Labirinto, la sua casa.
    Non era sola. Intorno a lei sciamavano un gruppo di donne vestite di bianco, che facevano da perfetto contrappunto cromatico alla figura vestita di nero e dalla chioma di un rosso acceso della dea. Una visione surreale che si aggirava con fare caotico ma ordinato. In realtà, le donne stavano avendo un silenzioso dialogo fra di loro, si scambiavano informazioni con la sola mente. La loro direzione era una.

    La storia era iniziata tempo orsono. La dea e le sue muse avevano salvato un esule nel Labirinto, Lance e lo avevano strappato con le unghie e con i denti alla morte. Lo avevano fatto per un motivo ben specifico: l’uomo aveva una connessione specifica con l’anima di un Gigante. L’uomo, che sarebbe diventato il primo pilota di BoW dall’epoca del mito, era follemente innamorato di Elizabeth, sua moglie, trucidata da un folle maniaco. Mnemosine aveva salvato l’anima della donna, che si era dimostrata compatibile per accogliere la coscienza di un gigante e l’aveva impiantata in una di quelle gigantesche macchine che stava costruendo nelle viscere del labirinto. Il suo compagno, data la sua affinità, ne sarebbe stato il pilota.

    Era andato tutto bene nei primi tempi, ma poi Lance aveva iniziato a fallire i test di sincronizzazione, a bere e ad essere violento. La mancanza della moglie aveva generato un crollo nervoso. Bibiane era intervenuta, cercandolo di riportare sulla retta via, ma invano. L’uomo non era stato più in grado di attivare il gigante, per cui era stato allontanato dal corpo militare e lasciato libero di vivere la sua misera vita nel labirinto. Ancora la rossa si chiedeva se stesse bene, se fosse felice. Dopotutto aveva un cuore.

    Poi si era risvegliato suo fratello, Giapeto, e aveva rincominciato con i suoi esperimenti. Questa volta si era focalizzato proprio su quella BoW pilotata da Lance, il cui nome in codice era CHIMAERA. Il suo metodo di “impianto” era stato molto diverso. Mnemosine aveva scoperto a conti fatti della sua riattivazione. In tutto questo tempo non gli erano mancati i modi del fratello.

    Il progetto di riattivazione dei giganti era stato suo e di Esmeralda fino a quel punto, e lei aveva in gestione praticamente tutta la vita del Labirinto. Per questo stava impartendo silenziosamente ordini alle sue persone, per questo stava per andare a trovare la nuova forma del gigante. Doveva conoscere e capire con chi aveva a che fare, e di che pasta era fatta la nuova arma.
    Persa in questi pensieri, arrivò alla sua porta. Finalmente, dopo molto tempo, le sue labbra rosse pronunciarono parole
    “Avete i vostri ordini, lasciatemi sola con lei. Vi chiamerò se avessi bisogno. Buona giornata a tutte”
    Le donne chinarono la testa e come fantasmi si persero nei meandri del Labirinto. Un paio di colpi alla porta metallica, e la rossa attese la risposta della guerriera. Galatea.


    NotesIniziamo <3



     
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    Galatea mischiò leggermente l'intruglio di erbe nella teiera, coprendola in modo che il liquido caldo ne assorbisse le proprietà.
    Il Jasmine Tea era sempre stato uno dei suoi preferiti, leggermente dolce e particolarmente aromatico, un piacere che aveva avuto la fortuna di non perdere anche con la fine del mondo.
    Sin da giovane età ricordava di aver sviluppato una certa passione per la botanica a causa del suo amore per il tè, e con il suo susseguente risveglio aveva approfittato del compito affidatele da Lord Giapeto per raccogliere campioni di piante non contaminate dalla Corruzione.
    Tra un viaggio e l'altro, aveva camminato per una buona fetta dell'emisfero terrestre: tra una raccolta di dati e l'altra pian piano aveva costruito una piccola serra di piante personali, oltre quelle passate ai laboratori scientifici o al suo signore in persona per le sue ricerche.
    Nei suoi giorni liberi, o quando non poteva altrimenti continuare le sue esplorazioni per conto del Titano delle Dimensioni, la Gigante spendeva i propri momenti di riposo a coltivare erbe e fiori oltre che godersi la pace.
    Quello era uno di quei giorni.
    In attesa che il caldo liquido riposasse abbastanza a lungo, Galatea iniziò a rimuginare su come le cose fossero per lei cambiate così velocemente: il suo risveglio a Chimaera era stato particolarmente violento e sofferto, una necessità che comunque l'aveva portata al limite dell'umano per in parte trascendere oltre. Aveva ormai accettato le scelte sue, seppur guidate da Lord Giapeto, trovandovi un inevitabilità che non poteva completamente ignorare. In ogni caso, non avendo incontrato altri Titani o Giganti sin dal suo arrivo, la giovane non aveva modo di comparare il suo risveglio con altri, e non ne sapeva le precise meccaniche.
    Tempo addietro aveva incontrato Audatia, l'Eletta del Lupo, e da lei aveva imparato che vi era stato un Chimaera prima di lei, ma lo spirito gigante di quest'ultimo non pareva possedere minimamente ricordi di questa sua precedente vita, cosa che la sorprese. A mente più chiara aveva ipotizzato che forse il suo risveglio era stato eseguito in maniera diversa o abbastanza particolare da non far riaffiorare memorie recenti, anche se ricordava in maniera praticamente perfetta l'epoca del mito. Da un lato, era completamente umana, ma dall'altro la sua anima faceva da ospite simbiotico a Chimaera, rendendo le sue memorie anche sue, seppur in maniera non sempre perfetta, forse complice il fatto che il risveglio fosse recente.
    Sapeva di essere Chimaera, lo Scudo del Labirinto, la Bestia che urla amore al centro del mondo, colui che era sempre in prima linea durante le guerre antiche durante la conquista dell'universo e durante la Titanomachia, ma vi erano memorie a volte confuse, fin troppo offuscate. Aveva appurato con frustrazione che non vi potesse fare molto.
    La sua relazione con Chimaera oltre che di natura simbiotica era anche questione di controllo e rispetto: anche se avevano imparato a rispettarsi a vicenda, con il Gigante che insegnò molteplici cose alla sua controparte umana, a volte questi aveva scatti d'ira che le erano costate quasi caro, come quello scontro estremamente violento con Garuda. Al solo pensiero si strinse il labbro, facendolo quasi sanguinare a causa della sua immane frustrazione.
    In ogni caso, a volte pensava che la sua essenza antica gli nascondesse certe cose apposta, ma sapendo di non ricevere risposta evitò di insistere a riguardo, lasciando che il tempo decidesse la cosa.
    Poi i suoi pensieri vennero rotti.
    Sentì un miscuglio di energie avvicinarsi ai suoi quartieri privati, ma ve ne era una che risaltava, un cosmo - no, una dunamis - fin troppo famigliare, quella di Lady Mnemosine.
    Galatea non sapeva cosa pensare della Titanide: la lei umana non l'aveva mai incontrata, ma possedendo le memorie di Chimaera ricordava fin troppo bene che era stata lei a tradire le file dei dodici in favore di Zeus. I suoi sentimenti erano rabbia, frustrazione e furia, ma sapeva di doversi controllare, imparare a gestire la sua testa calda. Se Lady Mnemosine era ancora nel Labirinto, voleva dire che gli altri suoi signori Titani credevano abbastanza in lei, e da soldato non sentiva la necessità dunque di andare contro la volontà dei suoi superiori, sapendoli possedere informazioni che sicuramente lei non possedeva.
    Avrebbe posto il rispetto consono alla posizione posseduta dalla Titanide della Memoria, proprio come faceva una volta, anche quando nell'epoca del mito era diretto servo di Lord Giapeto.
    Sentì poi un battito metallico, il rumore di leggeri tocchi sulla superficie metallica che si ergeva tra i lunghi corridoi delle zone pubbliche e i quartieri che aveva fatto casa sua. Le sue stanze erano arredate con cura, riprendendo quanti più mobili e tessuti possibili dalla sua vecchia villa di famiglia. Tempo addietro aveva visitato di nuovo quel luogo di triste memorie, dove aveva vissuto la maggior parte della sua vita e dove aveva perso tutto. Dei corpi dei suoi cari non era rimasta traccia, anche se in mezzo alla distruzione si erano comunque salvati abbastanza oggetti che si era portata dietro al Labirinto come ricordo indelebile della sua vita umana.
    L'arredamento sfarzoso era prodotto dello stile vittoriano della villa, e l'aveva parzialmente riprodotto nelle stanze in suo possesso, che insieme formavano una specie di ampia casa.
    Si alzò al primo segno di rumore, uscendo nei corridoi interni della casa dal salotto per andare ad accogliere la sua signora. Essi erano abbastanza spogli, solo con qualche mobiletto di legno e un paio di quadri appesi alle pareti e dei vasi di fiori di cui si prendeva cura regolarmente.
    Arrivata alla porta metallica l'aprì con leggerezza, per evitare di fare bruschi movimenti, trovandosi di fronte Lady Mnemosine: era la prima volta che la vedeva da infiniti eoni, e anche se il suo viso le pareva differente la sua bellezza non era di certo cambiata. Lunghi capelli rossi scendevano dal suo capo, attillata in un completo nero che ne accentuava la figura femminile che di certo non aveva nulla da invidiare a quella di Galatea. La ragazza era stata colta impreparata dalla visita della Titanide, ed era semplicemente vestita con un maglione nero dalle spalle scoperte e dei jeans, un abbigliamento di certo più umano e confortevole di quello che usava quando era in giro per la Terra.
    La osservò un attimo, come per studiarne l'immagine per ricordarsela, per poi poggiarsi su un ginocchio con il capo parzialmente abbassato, parlando.
    "Lady Mnemosine, benvenuta nelle mie stanze."
    Si fermò per un attimo, cercandole le parole adatte, per poi continuare.
    "La sua visita è inaspettata, ma gradita. La prego di accomodarsi."
    Cercò di mantenersi precisa, senza perdersi in parole, trovandosi stranamente calma, molto più di quanto si aspettava. Forse la sua mentalità umana le indicava che era il caso di conoscerla anche attraverso gli occhi di Galatea prima di dire o fare qualcosa. Chimaera le aveva già insegnato quasi tutto il necessario, quindi ormai gestiva certe cose praticamente da sola.
    Galatea si alzò dalla sua posizione dopo qualche secondo, osservando la Titanide per osservarne la risposta: al suo cenno l'avrebbe guidata attraverso i corridoi di dimensioni adatte ad un umano, portandola eventualmente nel salottino dove era seduta prima, invitandola a sedersi, se lo desiderava, su una delle sedie affiancate al tavolino da salotto alto e di legno, procurandosi rapidamente dalla credenza alta una tazza da tè, proveniente dal set di porcellana di famiglia che aveva recuperato e controllato non fosse veicolo di nessun problema.
    Vi avrebbe poi versato il Jasmine Tea, ormai pronto e alla giusta temperatura, non troppo caldo ma non di certo tiepido, poggiando con cura la tazza di fronte alla Titanide, sedendosi poi solo, e dopo, se Lady Mnemosine l'avesse fatto.
    Doveva ammettere tra sé e sé che era curiosa e anche forse un poco preoccupata per quella visita dal nulla da parte della donna, ma mantenne tranquillamente la calma, attendendo che la sua signora parlasse per prima.



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    Status Fisico: Ottimale
    Status Psicologico: Calma, curiosa, lievemente preoccupata.
    Status Adamas: Intatta, non indossata.
    Energia: Rossa
    Note: Buona role :zizi: ho impostato la situazione finale, ma sei totalmente libero di gestirla come preferisci, ho supposto solo che magari era preferibile parlare davanti ad una tazza di tè :asd:
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    Ci fu un po’ di sano stupore negli occhi di Mnemosine, uno stupore divertito.

    Aveva sentito che il nuovo pilota del progetto 02 fosse una donna, ma non si sarebbe aspettata una donna così carina. Carina in quel suo modo di fare così naif nell'aprirle la porta in desabillè, con quell’aria quasi trasognata.
    C’era un che di carino anche in quel suo modo di accompagnarla per le sale, tutte così ben arredate. Le ricordavano vagamente la sua casa sull’isola della regina nera. Stile vittoriano; anche se Bibiane preferive la belle époque, con specchi, luci, velluto rosso, sfarzo. Lo stile vittoriano gli era parente prossimo, anche se più classico e modesto, ma quegli appartamenti erano stati arredati con lo stesso gusto nostalgico per le cose antiche. Che carineria.
    Una ragazzina che lieve l’accompagnava per i corridoi, la invitava a sedersi, le portava del the. Tutto aveva un’aria così raffinata. La titanide portò la tazza alla bocca, odorando la bevanda calda. Thè Jasmine. Che chiccheria. Chiuse gli occhi e mandò giù una sorsata della bevanda. Tutto molto pacato. Tutto molto rilassante. Fin troppo.

    L’avevano vista bene? Lei, Bibiane o Mnemosine che dir si voglia? Sembrava tipa da thè? Ad Atlantide le offrivano del thè, nel Labirinto le offrivano del thè. Ma che l’Armageddon si era portato via tutto l’alchool del mondo? Miseriaccia!

    Vabbè che era una dea e che andava trattata con rispetto, ma questi che razza di idea si erano fatti della divinità? Li avevano visti bene che tipi da manicomio erano tutti nel Labirinto? Fra baldaracconi da battaglia, pazzi schizzofrenici e guasconi di altre dimensioni, cosa ci entrava esattamente il thè?

    E poi la ragazzina così composta e maniere garbate. Da dove era uscita sta pertica? A saperlo che dietro quel visino carino si celava una delle loro più feroci bestie da guerra, un’arma che al sol vedere incuteva terrore, le cui membra oscuravano il sole e facevano tremare la terra. Era in quei momenti che gli mancava Lance. Con lui si sarebbe finiti a Gin e rutto libero. Adesso, invece, aveva una ragazzina tutto fronzoli, magari con velleità da adolescente. Oh me, speriamo no!

    Cosa pensava Giapeto dando la loro unica arma al momento a un soggetto del genere? Fra tutte le persone nel mondo proprio in quel fiorellino di campo doveva impiantare Chimaera? Suo fratello aveva un senso dell’humor del….
    “Ottimo”
    La dea non mosse un ciglio, ma sorrise cordialmente.
    “Cara Galatea, ho rimandato il nostro incontro fino ad adesso per farti ambientare nella tua nuova condizione. So che può essere difficile. Ho visto varie persone non farcela a reggere la pressione, incluso il tuo predecessore…”
    La titanide avvertiva chiaramente l’ostilità di Chimaera nei suoi confronti, come quella di tutti gli abitanti del labirinto della vecchia era; non certo una novità. Non aveva mai sentito chiaramente odio provenire da quella bestia dal suo risveglio semplicemente perchè nella precedente incarnazione, la stessa essenza di Chimaera era imbrigliata da quella di Elizabeth, per cui la bestia era molto più “docile” da comandare. Adesso il fratello, evidentemente, l’aveva maggiormente esposta nuda e cruda per la simbiosi con Galatea. Risultato? Mnemosine poteva distinguere nettamente i pensieri della bestia da quelli di Galatea, visto che la fusione fra le due entità era stata appena avviata.
    Avrebbe voluto ricordare al bestione che se era ancora in vita lo doveva a lei, come tutti gli stronzetti che vivevano nel labirinto. Ma non era il caso di infuriarsi. All’esterno, la dea era ancora la quintessenza della solarità e della cordialità
    “…Volevo assicurarmi che avessi tutto, ma a quanto vedo hai messo su un delizioso appartamento. Ma magari ti serve altro. Non hai che da domandare. Tutto affinchè i miei piloti svolgano al meglio i loro compiti”



    NotesEhm, Bibi è un po' così. Da Porto.



     
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    Non sapeva cosa pensare di Lady Mnemosine.
    Per meglio dire, questa sua improvvisa visita pareva essere causata dal desiderio di controllare che si fosse ben adattata al Labirinto - come arma, si intende, almeno pensando per quale motivo sarebbe dovuta venire.
    Galatea sapeva bene il suo ruolo, e sapeva, in un modo o nell'altro, cosa dovesse fare: la Titanide della Memoria le pareva molto cordiale e ben disposta, ma qualcosa nell'atmosfera le pareva non idilliaca come pensava, forse risultato dell'istinto più bestiale di Chimaera, non sovrannaturale ma comunque animale.
    Se vi era qualcosa che non andava non sapeva esattamente cosa fosse, almeno in quel momento, ma si rese conto che era di poca importanza: il suo ruolo da Gigante era seguire ordini, e un buon rapporto con i suoi signori era un optional finché avesse adempito ai propri compiti.
    Era sicura che se era un problema importante le sarebbe stato detto, se necessario, quindi cercò di ignorare la sensazione fastidiosa per concentrarsi sulla situazione attuale: le sue dita toccarono la tazza davanti a sé, aumentando leggermente la presa.
    Dal suo risveglio, aveva incontrato solo direttamente solo due dei Dodici Titani, ovvero Lord Giapeto e Lady Mnemosine, di fronte a lei.
    Se della seconda non aveva ancora un'opinione veramente definita se non quella delle memorie di Chimaera, Lord Giapeto le pareva di conoscerlo ma allo stesso tempo non saperne nulla. Ripescò brevemente nella sua testa tutto ciò che era successo poco tempo prima, ovvero tutto ciò che l'aveva portata a risvegliarsi come Chimaera, partendo dalle notti insonni travagliate da terribili incubi che non erano che le memorie antiche delle guerre interspaziali, al suo brutale risveglio - quando, per sua amarezza, aveva lasciato che il lato più bestiale del Gigante si scatenasse, trucidando e divorando la famiglia che l'aveva soccorsa; il ricordo era ancora vivido, la sensazione di sangue e carne ancora famigliari. E poi ancora i terribili scontri che aveva avuto con delle creature nere, scontri che l'avevano portata a risvegliare completamente il suo cosmo - a livelli ancora acerbi, certo, ma comunque in maniera accettabile per il momento.
    Tutto ciò era stato il build-up necessario a dare nuova vita a Chimaera, e forse proprio a causa di questi riusciva ad accettare ciò che aveva fatto, eppure il dubbio rimaneva, incollandosi nell'angolo della sua testa e facendole chiudere gli occhi per un attimo, pensierosa.
    Cercò di travasare via le memorie, pensando a come proseguire il discorso. Poi parlò, spezzando il breve silenzio che pareva avere preso dominio nella stanza.
    "La ringrazio, mia signora.
    Onestamente, non ho particolari dubbi o necessità. Lord Giapeto è stato peculiarmente preciso nell'indicarmi i miei compiti e il mio ruolo nel Labirinto, e sono stata aiutata da Chimaera stesso. Se avesse bisogno di me per qualcosa, mi faccia pure sapere, farò il possibile per soddisfarla."

    Un breve attimo di pausa.
    "Anche se in effetti, sono curiosa riguardo il mio predecessore: devo ammettere che fino a poco fa non sapevo niente riguardo questi, venendo a conoscenza dell'uomo da una certa Audatia, una donna che si proclamava Eletta del Lupo, al servizio della Dea Gea. Di fatto, mi è stato detto che ha avuto il piacere di incontrare anche lei."
    Si fermò un secondo, cercando di capire se Audatia avesse detto la verità riguardo questo loro incontro, per poi proseguire.
    "Devo ammettere che non so ancora perfettamente i lati tecnici del meccanismo di risveglio dei Giganti, e non avendo altri "campioni" con cui compararmi non so spiegarmi certe cose, come per esempio il fatto che Chimaera pare non avere memoria alcuna dalla sua morte nell'epoca del mito fino a questo recente risveglio, saltando dunque ogni memoria del mio predecessore. Se le fosse possibile mi piacerebbe capire che tipo di individuo fosse colui che era prima di me, mi aiuterebbe di certo ad avere l'animo in pace a riguardo."
    Era genuinamente curiosa di sapere un po' di questo ex Chimaera, sapere a che tipo di individuo sarebbe stata comparata con e che tipo di destino fosse caduto su di esso se ora non era più un Gigante.
    Attese con calma, prendendo un sorso del tè. Era proprio come piaceva a lei.




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    Domanda curiosa. Non del tutto inaspettata, ma curiosa assai. Francamente, Mnemosine non sapeva cosa rispondere per più motivi. Non sapeva come mai Giapeto avesse messo Galatea a parte di alcune informazioni circa il suo predecessore, né le motivazioni né, soprattutto, gli scopi. Quanto sapeva davvero quella ragazza di come si risveglia un gigante, e quanto realmente sapeva delle responsabilità del fratello?

    Convenne che era meglio misurare le parole, altrimenti avrebbe dovuto usare la sua famosa spugna mentale. Un fastidioso inconveniente.
    “Stai parlando di Lance…”
    Tuttavia, Mnemosine era curiosa di sapere il livello di informazioni che Galatea avesse. Stando alla domanda posta, non molte. Probabilmente le memorie di Chimaera erano state accuratamente selezionate e vagliate dal fratello prima del nuovo impianto.
    “Lance è stato il mio primo gigante che abbiamo attivato con successo, il mio secondo esperimento” .
    Questo ci teneva a sottolinearlo la Titanide, perché i Giganti erano sotto la sua gestione, come tutto il Labirinto del resto. Con lei erano rinati e soprattutto a lei dovevano rispondere, e questo doveva essere ben chiaro a Galatea e a Chimaera. Giapeto poteva fare tutti gli esperimenti che voleva, ma alla fine della giostra, Mnemosine portava avanti la baracca, in una maniera o in un'altra.
    “…ma era soprattutto un uomo, un tipo molto problematico. Aveva un carattere abbastanza cordiale, anche se fumantino con una propensione all’alchool davvero notevole. Mi piaceva molto. Il suo vero problema è che è stato morto, per qualche tempo. Io e le mie ragazze lo riprendemmo per i capelli, e non senza pagare il prezzo in metallo…arti, organi…non so se mi sono spiegata…”
    Fece un sorso di thè per prendere fiato. La cosa che più la divertiva, e di cui si rendeva conto istante dopo istante, è che effettivamente il fratello continuava ad avere problemi di egocentrismo. A che serviva nascondere il fatto che fosse lui il vero responsabile della rinascita di Chimaera se non per tenere il guinzaglio di Galatea corto? Quanto la guerriera poteva sopportare il pensiero che il suo padrone era anche il responsabile del massacro antropofago di cui si era macchiata?
    “…tuttavia per lui scelsi un approccio differente per l’impianto…”
    Come dire, fosse stato per me ti saresti risparmiata parecchie cose.

    “…vedi Lance non era il vero Chimaera, o meglio non la sua incarnazione. Poteva usufruire dei suoi poteri, e della sua armatura, ma in una maniera diversa da quella che mio fratello ha riservato a te. La sua anima era complementare a quella di Chimaera ma non totalmente integrata con essa, per questo forse il tuo attuale spirito è curioso riguardo la faccenda…”
    Posò la tazza sul tavolo, posando lo sguardo in quello di Galatea, cercando di percepire le sue emozioni. Sapeva che Chimaera la odiava. Era forse necessario un chiarimento? Ormai erano in pochi, l’epoca del mito era passata. Non sarebbe stato meglio disinnescare certe acredini? Mnemosine si rendeva conto che però non poteva essere lei a fare il primo passo in quella direzione. Doveva aspettare che fosse lo spirito del gigante a fare la domanda. Solo allora lei avrebbe chiarito come andarono davvero le cose quella volta. Perché era sicura che il gigante non lo sapesse o non lo ricordasse.
    “…nella sua precedente incarnazione, Chimaera era la moglie di Lance, Elizabeth. Lei morì purtroppo, e facemmo fatica a trattenere il suo spirito qui sulla terra. O meglio, io feci tanta fatica. Ma dopo parecchi giorni impiantai la coscienza di Chimaera in un corpo gigante. Lance fondendo mente e anima con essa riusciva a farlo muovere, un po’ come se fosse una gigantesca macchina, ma di natura organica, per fartela breve…”

    Intrecciò le dita. La parte più amara del racconto.
    “…Le cose tuttavia sono degenerate a un certo punto. È stato come se in lui si fosse rotto qualcosa, forse la mancanza della moglie, non so di preciso cosa. Fatto sta che le sue prestazioni peggiorarono, si diede a bere e divenne un problema. Tentai di riportarlo sui binari, ma nulla...”
    Scostò lo sguardo. La storia la riempiva di tristezza, perché lei, a differenza del fratello, considerava loro ancora degli umani. Erano sì le loro armi, ma erano anche umani, figli loro, e come tali andavano accuditi. I “piloti”, come li chiamava lei, erano poi l’elite degli umani, e per lei erano speciali, degni di lode ed attenzioni speciali, in quanto combattevano al loro fianco in prima linea. Per questo, la perdita di Lance le faceva male al cuore. Non che fosse morto.
    “…francamente, adesso non so dove sia. Penso si confonda con la popolazione civile da qualche parte nel Labirinto, se non se l’è data a gambe via da noi, il più lontano possibile. Io non lo cerco più. È stata una sua scelta e per me va bene così…”
    Sospirò e si aggiusto sulla sedia, riguardando la guerriera negli occhi.
    “…vedi Galatea, per me voi non siete solo soggetti da laboratorio, armi o bestie, ma degli umani. Anche se per il mio ruolo qui dentro devo essere dura come l’acciaio, se ne ho modo, io mi affeziono alle persone che lavorano con me, che combattono con me. E spero che con te succeda la stessa cosa, sempre che tu lo voglia…”

    Fece una pausa riprendendo la tazza dal tavolo, bevendo e ripoggiandola. Adesso era il tempo di parlare di cose serie. Di Galatea, del suo modo di vedere le cose e di come si posizionava nel loro mondo.
    “…Proprio per questo vorrei che tu visitassi i miei quartieri. Anche per capire come hai delle lacune. Vorrei che le mie ragazze ti esaminassero per vedere sa va tutto bene, e a livello fisico e a livello spirituale. Cose ne dici? Come vanno le cose con Chimaera?”



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    Galatea non era capace di cogliere i pensieri altrui, sia per mancanza di capacità psioniche native a Chimaera, sia perché il suo cosmo non era a livelli tali da permetterli di usare capacità simili.
    Ma non ci voleva un genio a capire cosa volesse intendere con le sue parole Mnemosine, ovvero un sottointendimento del fatto che fosse lei a gestire i Giganti. Onestamente, poteva essere anche vero tale fatto, ma Mnemosine non aveva certo guadagnato il rispetto di Galatea al momento, e così sarebbe rimasto finché non avesse avuto una visione completa della Titanide. Oltretutto, la ragazza aveva ben pochi dubbi che prima ancora della donna di fronte a lei dovesse rispondere a Lord Crono, e a livello di interessi personali avrebbe sempre favorito i comandi di Lord Giapeto a causa di una moltitudine di motivi valenti per Galatea o Chimaera, se non ad entrambi.
    Non avrebbe mancato di cortesia dovuta ad uno dei dodici, e ne avrebbe seguito gli ordini, ma fino a prova contraria non sentiva la forte necessità di provare rispetto od ammirazione per quella che era effettivamente un valore a lei ignoto.
    Lord Giapeto era un mistero, ma era stato questi a darle scopo nella sua nuova vita, e sentiva una forte necessità di ripagare questo debito facendoli da diretto subordinato - in fondo tutti i Titani avevano interesse nel miglioramento della loro specie, indipendentemente dai loro caratteri, una cosa di cui Chimaera era sicuro, per cui ogni suo interesse era potenzialmente uno dei suoi.
    La giovane annuì leggermente al nome menzionato, trovandolo facile da ricordare ma decisamente sconosciuto.
    "Lance..."
    Cosa gli era successo? Era stato ucciso? Era andato M.I.A? Tutti dubbi che riempirono i pensieri della giovane per pochi attimi, ascoltando nel mentre la descrizione di Lady Mnemosine riguardo l'uomo. Da come lo descriveva, pareva che lo avessero letteralmente ricostruito da capo a piedi, e onestamente non riusciva ad immaginare una persona così differente da lei nel ruolo di Chimaera. Certo, la Titanide aveva sottolineato con le proprie parole che il suo risveglio era stato ben diverso dal suo, cosa che onestamente la incuriosiva, desiderando sapere quale metodologia avesse scelto.
    Prese un sorso di tè dalla tazza, mentre i suoi occhi non lasciarono la visione della donna di fronte a sé, assaporando più le parole successive che il liquido che stava bevendo.
    Non sapeva cosa pensare di cosa le stava dicendo Lady Mnemosine: come poteva essere Chimaera lo spirito di un essere umano deceduto? Certo, poteva comprendere che Lance non fosse una diretta incarnazione come lei, cosa che poteva spiegare anche l'assenza di memorie a riguardo da parte sua, ma le pareva assolutamente impossibile che Chimaera potesse esistere in tale stato. Da quanto comprendeva pareva che avesse fuso un pilota con l'incarnazione precedente alla sua, ma dal basso della sua relativamente poca conoscenza scientifica le pareva comunque un metodo instabile, prono sicuramente a desincronizzazioni continue perché, effettivamente parlando, dovrebbe richiedere costantemente due anime in sintonia, cosa difficile da quanto ne sapeva a riguardo.
    I suoi sospetti furono fondati quando le venne rivelato che Lance aveva perso la possibilità di "fondersi" con l'anima del Gigante, lasciando deragliare l'anima dell'incarnazione precedente. Onestamente, dopo aver sentito tutto ciò, non poteva che pensare che come si era risvegliata lei fosse stato meglio. Certo, era stato cruento e disumano, ma aveva a lungo già buttato la maggior parte della sua umanità - per quanto tale fosse la sua razza - in favore di una mentalità derivata da quella del Gigante, creando un mix che riteneva bilanciato e adatto alla sua nuova vita. Perlomeno, Galatea non aveva mai avuto un singolo problema di sincronizzazione. Di fatto, il dominio delle sue capacità era stato quasi immediatamente a livelli piuttosto buoni considerando quanto poco tempo fosse passato, e aveva instaurato una dualità pacifica con l'altra parte della sua essenza, una cosa che pareva essere stata molto più difficile per Lance.
    Comunque, non diede voce a tali pensieri veloci, lasciando che la sua mente si concentrasse sul continuare della discussione della Titanide, desiderosa di sapere dove volesse andare a parare.
    Chimaera poteva avere forti dubbi sulla donna a causa del passato, ma era Galatea quella in comando, quindi perlomeno aveva il beneficio del dubbio che tutto avesse avuto uno scopo - e il Gigante comprendeva ciò, non trovando motivazione o interesse nel chiedere ciò che effettivamente parlando non era affare suo, ma qualcosa che doveva essere discusso tra i Titani, cosa che di certo lui non era.
    Chiuse un attimo gli occhi, ponderando. Dalle parole di Lady Mnemosine poteva percepire chiaramente un tono di tristezza al triste fato del vecchio pilota, sparito nell'anonimato della massa di civili del Labirinto, ma non riusciva a trovarsi perfettamente nella discussione che stava cercando di imbastire con lei. Le era chiaro che l'interesse, genuino o meno, della Titanide fosse ottenere il favore di Chimaera, ma se pensava che trattandola come umana e non come arma si sbagliava di grosso. Galatea aveva già a lungo rinunciato ad essere un semplice individuo - un essere umano è spesso troppo fragile e debole, e quando si spinge oltre finisce per rompersi. Ammirava l'incredibile forza di volontà della sua specie, ma onestamente sentiva già un forte distacco dalla semplice mentalità umana. All'inizio la cosa la spaventava, ma aveva presto imparato che non era un male, quanto più una necessità che aveva imparato a convivere con ed eventualmente ad apprezzare. Di conseguenza, essere trattata diversamente da un'arma o da un mezzo con cui convogliare gli interessi del Labirinto era qualcosa a lei alieno, di poca importanza.
    Davvero, apprezzava il pensiero, ma non aveva il minimo interesse.
    Annuì un poco, portandosi il tè alla bocca, lasciando che per pochi attimi di confortevole silenzio pensasse a come rispondere a Lady Mnemosine.
    "La ringrazio, sono sicura che andremo d'accordo.
    Onestamente, le cose con Chimaera sono perfette: da come mi ha parlato del mio predecessore, pareva che la sua "unione" fosse stata più complessa, ma per me è stato tutto piuttosto preciso e relativamente semplice, senza particolari intoppi. Fisicamente, spiritualmente e mentalmente mi trovo in perfetta forma, e non penso di aver rilevato alcun problema dal momento del mio risveglio. Sinceramente non sento la necessità di essere esaminata mia signora, se non le dispiaccia che dica ciò, quindi preferirei evitare... sa, non mi sono mai trovata bene con le attrezzature."

    Una debole risata.
    Chissà come avrebbe reagito Mnemosine? Avrebbe provato fastidio? O indifferenza? In ogni caso, aveva detto la semplice verità, quindi non provava colpe per il suo rifiuto.
    Portò di nuovo la tazza alla bocca: quel Jasmine le era venuto abbastanza bene, doveva ammetterlo.





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    Status Fisico: Ottimale
    Status Psicologico: //
    Status Adamas: Intatta, non indossata.
    Energia: Rossa
    Note: //
    Abilità:



    Tecniche:


    Edited by ×LostMemories× - 24/7/2018, 03:17
     
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