[mega quest black] back in black - parte 8 - True Colors

In the Court of the Crimson King

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  1. » Black Star
     
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    Back In Black - PART 8

    » Black Star

    VIII

    Le mani di Black non sono ancora abituate a brandire le armi bianche, ma la sensazione della sua immensa lama di cristallo che lacera istantaneamente le carni dell'abominevole dio del caos gli trasmette una soddisfazione che è capace di apprezzare nonostante pecchi di esperienza. Nonostante lo spazio stesso sia squassato dallo scontro dei poteri di Gabriel, o meglio ciò che ne è rimasto all'interno di quella divinità draconica, e di Furoris, riesce a percepire che nel verso disumano che egli si lascia sfuggire non c'è solo dolore. Forse la melodia malsana che sembra dare il ritmo a quello scontro gli sta offuscando la mente, ma giurerebbe di aver colto una certa soddisfazione e del piacere in quell'ultimo grido disumano e questo riesce immediatamente a rovinare il suo attimo di soddisfazione, gettando benzina sulle fiamme della sua ira. Nonostante sia lì, con le ossa a pezzi e il suo cosmo esteso all'inverosimile, quella creatura sembra ancora capace di farsi beffe di lui e di tutti gli altri, giocando con loro mentre procede nel suo piano. Persino quando il colpo raggiunge il suo apice, esplodendo in milioni di pezzi e distruggendo anche il corpo aberrante di Furoris, quest'ultimo non fa altro che muovere un altro pezzo sulla sua scacchiera.

    Quelli che ad una prima occhiata gli sono sembrati brandelli del corpo del dio, subito si animano come disgustosi serpenti fatti di carne, sangue e cosmo, muovendosi come un corpo solo verso l'alto, se tale si può definire in quel posto privo di qualsiasi riferimento spaziale. Il loro cammino prosegue fino a che non incontrato una sorta di barriera spaziale, che infrangono come mattoni che attraversano una finestra, rivelando l'orrore e le tenebre che si celano oltre quella sottile ed invisibile superficie: lo spazio stesso sembra muoversi come una forma di vita, assumendo ogni istante aspetti grotteschi e privi di logica, a malapena distinguibili nelle tenebre profonde. La carne di Furoris si ammassa, cercando di ricreare il corpo abominevole che pochi attimi primi è esploso in pezzi, arrivando a superarsi. Con orrore rinnovato, il dio del caos si ripresenta davanti a loro con un corpo addirittura peggiore del primo, la cui vista stessa causa dolore alla mente già vicino al limite di Black Star. Non è semplicemente disgustoso o terrificante, è semplicemente... sbagliato. La sua esistenza è così sbagliata da risultare terribile anche solo da guardare. Niente di più lontano dalla finta forma umana che l'ex Gemini ha tentato di propinare loro, adesso questa è la forma che più rispecchia la sua natura.
    Adesso che ha aperto un varco per la sua "casa", non gli resta che finirli e osservare le sue macchinazioni compiersi.

    Black sta ancora valutando come comportarsi, si guarda in giro per vedere le condizioni degli altri, il suo cervello sta elaborando troppo informazioni dopo la scarica di dolore fulminante che lo ha attraversato pochi attimi prima. La sua mente è completamente svuotata, vede tutto perfettamente chiaro, ma è lento nei suoi processi.
    La presa dimensionale lo prende alla sprovvista. Sa che adesso per Furoris è il momento migliore per farli fuori prima che possano danneggiarlo più di quanto lui possa sopportare, però prima di riuscire a capirlo è già nella sua morsa, stretto contro gli altri in uno spazio che si fa concettualmente più soffocante intorno a loro, mentre dall'alto incombe il caos, sotto forma di una massa ribollente di anticosmo e fauci mostruose. Sta accadendo tutto così in fretta, è tutto così confuso.
    Il dolore riporta in funzione la mente di Black. Artigli di cristallo gli si sono infilati nella carne in vari punti del corpo, scuotendolo con una scarica rabbiosa di dolore.

    -Adesso basta-

    Finalmente riesce a ragionare, la sua mente si è ripresa dal terribile shock causatogli dal colpo precedente, ma non gli è rimasto molto tempo e nemmeno agli altri. Intravede Capricorn lanciarsi alla carica, allontanandosi da loro in qualche modo un attimo prima del previsto, ma a quel punto non è più affar suo. Mentre quell'essenza caotica è quasi giunta di fronte a loro, manda un breve messaggio a Candice e anche a Gabriel, sperando che possa ancora comprenderlo.

    -Spazziamolo via-

    Nel tempo impiegato da un singolo atomo a vibrare attorno alla propria posizione di equilibrio, l'intera massa di Black Star, Candice e Gabriel lascia il vuoto nella propria posizione originale e inizia a viaggiare tra le dimensioni, trasportandosi ad una velocità tale da non essere quantificabile razionalmente. Forse a causa delle strane condizioni che vigono in quel campo di battaglia, forse per l'influenza dimensionale che sta cercando di stritolarli, ma quel teletrasporto rappresenta una vera e propria traversata di un mare in tempesta. La frazione di tempo indefinitamente piccola che lo spostamento della materia impiega per ricomparire vicino a Slaanesh per la mente di Black è come una continua lotta contro una miriade di influenze esterne che cercano di strapparlo e spezzarlo. Perdere la concentrazione in qualsiasi istante significherebbe probabilmente distruggere definitivamente i loro corpi, sparpagliando letteralmente ogni particella subatomica che li compone nel nulla che li circonda, ma prima che lo sforzo diventi troppo da sopportare si rende conto di essere arrivato.
    Disperato, prende una boccata d'aria per riempirsi i polmoni, mentre la sua testa sembra pronta ad esplodere. Non ha tempo di crollare, tutto il cosmo che sta bruciando e lo circonda deve essere indirizzato all'istante verso l'offensiva. Rispetto a quella traversata infernale manipolare con la mente la materia che lo circonda è uno scherzo, anche per la sua mente stremata.

    Intorno a lui, le tenebre più nere dell'oscurità di Gabriel costruiscono in pochi istanti una struttura talmente complessa che non ha nemmeno speranza di capire, ma conoscendolo non può aver creato qualcosa di simile per semplice follia. Sa cosa sta facendo e anche Black sa quello che deve fare. Il suo cosmo inizia a bruciare sempre più intensamente, tanto che la sua armatura inizia a tremare e gemere mentre la materia attorno a lui viene travolta da un'ondata senza precedenti di energia telecinetica. Brucia e brucia ancora, finchè non sente letteralmente un calore diffondersi per tutto il suo corpo, una sorta di febbre cosmica, mentre il suo corpo raggiunge il limite estremo per veicolare quanta più energia cosmica possibile. Adesso arde come una stella, una stella nera al centro del multiverso morente.
    Un ampio foro in alto nella struttura mostra Furoris e Black non ha il minimo dubbio: tutta quanta quell'energia viene compressa e sparata verso di lui, unendosi alle assurde geometrie costruttive di Gabriel e a quello che è indubbiamente il cosmo di Candice, che si aggiunge vorticando da punti al di fuori della sua visuale.
    Sente la materia sfaldarsi davanti al suo potere, in quel momento può quasi vedere le molecole frantumarsi e spargere protoni ed elettroni nell'aria, generando una miriade di scariche elettriche che colorano quel nero abisso dove stanno lottando.
    Non appena il colpo avrebbe impattato sul corpo del dio del caos, dire che l'avrebbe fatto a pezzi sarebbe riduttivo, ma può rendere l'idea immaginare la reazione a catena che avrebbe coinvolto tutto il suo corpo, dalla superficie fino al suo cuore, mentre il colpo scavando sarebbe arrivato sempre più vicino al collasso di tutta la quantità di cosmo che lo compone, fino a quando l'esplosione interna e la reazione a catena non avrebbero lasciato nulla del dio, se non un triste ricordo e un pulviscolo subatomico indistinguibile.

    6sZ7AfQ

    Nome ★ Black☆Star
    Energia ★ Suprema+
    Cloth ★ Black Aries
    Status Cloth ★ Indossata - Grado 8
    Status Fisico ★ Articolazioni molto doloranti, svariate costole rotte, ferite poco profonde in vari punti del corpo, mentalmente allo stremo
    Status Psicologico ★ Overload del cervello
    Riassunto ★ Il colpo di prima si fa ancora sentire, ma mi riprendo prima che sia troppo tardi ferendomi con del cristallo riguadagnando lucidità, teletrasporto Gabriel, Candice e me oltre il colpo e vicino a Furoris e una volta lì lasciamo andare un colpo che se lo ricorda e che non sto a riscrivere

    ABILITA’ ★ ORIUM NERO
    La furia istintiva di Black Star, unita al suo cosmo, si manifesta al suo comando sotto forma solida, tramutando il suo intento omicida, la sua ira e più in generale tutte le sue emozioni più violente in un cristallo nero come la notte e incredibilmente duro. Scoperto in tempi antichi, si tratta di un materiale molto pericoloso, capace di immagazzinare l'energia mentale al proprio interno, sia per scopi offensivi che difensivi. Questo cristallo, non solo è una incredibile arma di offesa e difesa grazie alla sua durezza incomparabile ad uno costrutto generato da un cosmo di pari livello, ma possiede qualità nascoste che lo rendono ancora più temibile sia in attacco che come protezione. Essendo generato da pensieri ed emozioni tanto violente, che il cristallo trattiene al proprio interno, il contatto con qualsiasi altra entità diversa dall'Ariete Nero causerebbe danni alla mente della vittima, privandola di energie mentali in modo doloroso, con conseguente disorientamento e debolezza. Le qualità del materiale, oltretutto, gli consentono di assorbire le energie mentali di eventuali attacchi, risultando un'efficace difesa contro gli avversari che cercano di colpire con offese mentali. Ogni cristallo, essendo legato alla mente del suo creatore in modo diretto, oltre ad arrecare danni alle altre menti può anche sopraffarle; se il cristallo è ancora in contatto con il bersaglio, può agire come un vero e proprio parassita aggressivo, invadendolo e prendendo il controllo di parti più o meno estese del corpo a seconda della quantità di cristallo e delle differenze di potere cosmico, rivoltando il nemico contro se stesso.

    ★ TELECINESI
    La volontà di Black Star, grazie al cosmo, è capace anche di modificare il mondo attorno a lui, imponendosi sul regolare corso degli eventi. I comandi che impartisce alla materia vengono eseguiti; se ordina ad un masso di sollevarsi esso lo fa, se un avversario deve piegarsi al suo cospetto una violentissima pressione lo schiaccerà al suolo. Al suo volere, la materia può esplodere o comprimersi, spostarsi o rimanere immobilizzata, essere scagliata in cielo o premuta per terra fino a ridursi in polvere. In termini pratici, questo potere rende anche Black Star capace di levitare, deviare colpi diretti a lui o persino respingerli e utilizzare l’intero campo di battaglia come un’estensione di sé.

    Bonus nera: Il potere telecinetico di Black Star ha raggiunto una potenza e una precisione tale da poter arrivare a scuotere gli atomi che compongono la materia singolarmente, annullando la forza dei legami che li tieni uniti. Di fatto, i suoi colpi telecinetici riescono letteralmente a distruggere la struttura della materia, qualunque essa sia: armi, difese, persino esseri viventi. Subire quei colpi significherebbe vedere il proprio corpo essere frammentato e cancellato, rendendo, quindi, il potenziale offensivo e difensivo della telecinesi enormemente maggiore. Solamente un potere cosmico sufficientemente potente può prevenire questi effetti, o quantomeno mitigarli per renderli meno dannosi.

    ★ TELETRASPORTO
    Se normalmente un corpo ci metterebbe del tempo a raggiungere un luogo diverso da quello di partenza ma comunque nelle vicinanze, Black Star ha invece il potere di compiere, anche se con un certo dispendio di energie, il tragitto in meno di un istante, non importa quale siano gli ostacoli che lo separino dalla sua meta. Questo vero e proprio teletrasporto consiste nella scomposizione completa della materia che compone il corpo di Black e la ricomposizione praticamente nello stesso istante, soltanto in posti diversi. E’ comunque possibile che un colpo molto ampio e devastante sia in grado di arrecargli danni persino durante lo spostamento dei suoi atomi. Inoltre, per quanto utile e versatile questa sua capacità possa essere, la quantità di energia richiesta per compiere il teletrasporto lo rende troppo rischioso da eseguire più volte durante un combattimento, costringendo Black a farne un uso limitato.

    ★ TELEPATIA Con un minimo di concentrazione e cosmo, Black riesce a fare a meno della comunicazione verbale e ad accedere alla forma superiore di dialogo: quello tra menti. Nel remoto caso che il suo pensiero sia rivolto a qualcuno all'infuori di se stesso, può direttamente parlare direttamente con la mente di quest'ultimo, con uno scambio di informazioni immensamente più rapido ed efficiente del normale parlare, nonché più discreto.


    TECNICA VIGORE OSCURO ★ Non combattendo le passioni e gli istinti, ma lasciandosi guidare da esse, Black Star può raggiungere un livello di sintonia totale col proprio cosmo, sfruttando in modo incredibilmente il proprio potere innato. In questo stato, le successive azioni risulteranno più efficaci del normale, potenziando notevolmente sia le capacità offensive o difensive, a seconda delle necessità del momento. Tale capacità è limitata, in quanto è difficoltoso essere così in comunione con il cosmo senza possedere abilità particolari, rendendo possibile per il ragazzo farlo solamente una volta in combattimento.
     
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    on ci fu risposta. Non che se ne aspettasse una, ma nel profondo del cuore, Candice sperò che non fosse arrivato quel momento. Dentro di lei cominciò a farsi strada una consapevolezza strana, quasi aliena, vissuta con il distacco di un'esperienza fuori dal corpo.
    Lo stava perdendo.
    Stavolta, per davvero.
    Sentiva la sua essenza rimescolarsi dentro quella di Nidhoggr in un turbinio caotico, incessante, che si parava come un muro di fronte a lei e, per la prima volta in tutta la sua vita, sentì che quella era una barriera che non poteva valicare. La percepì fisicamente e ciò che ne conseguì avrebbe avuto conseguenze irreparabili...ma questo, Candice non poteva ancora saperlo. Percepiva un'urgenza dentro di sé, un bisogno impellente che combatteva furibondo tra la fuga e la corsa verso di lui: quella stessa urgenza che aveva quando lo aveva percepito per la prima volta, nel laboratorio, e che non l'aveva mai veramente abbandonata, ma solo ridotta di intensità.
    Ora percepiva di nuovo l'abisso e il bisogno di saltarci dentro, perché Gabriel non era più sull'altro bordo...era dentro di esso.

    In quel momento, il furore della battaglia raggiunse il suo culmine. Era il punto di non ritorno, il crescendo dell'orchestra prima della pausa enfatica, pesantissima della ripresa: quell'attimo in cui tutto era sospeso e l'ago della bilancia oscillava impazzito fra due poli. L'immensa e tentacolare figura di Furoris si disgregò in filamenti che si aggrapparono come uncini allo spazio intorno a loro, facendo leva su quelle fessure che fin dall'inizio li circondavano, rendendo tutto fragile. Si aggrappò e tirò con forza, ridendo convulsamente in spasmi di dolore e piacere che risuonarono distorti viaggiando su vettori impossibili.
    Lo spazio venne scoperchiato su una realtà ulteriore, quella che Candice aveva cominciato a udire e a percepire in tutta la sua nullità fin dall'inizio. L'intera essenza del Chaos, finalmente libera, vli spazzò come un vento gelido e deformante, dove niente aveva senso di crearsi o esistere, dove nulla poteva vivere...tranne ciò che era stato plasmato da esso. E Slaanesh ne attinse a piene mani, innalzando ancora di più il dislivello che separava la sua esistenza dalla loro esistenza così umana.

    Eppure, così resiliente. Vide l'attacco formarsi e i suoi muscoli si tesero, pronti a un'ultima difesa disperata contro quella massa, ma sentì il tocco di Black Star. Non aveva usato mani, aveva usato se stesso: il Cosmo dell'Ariete Nero avvolse lei e ciò che Gabriel aveva deciso di essere, trascinando ogni loro atomo attraverso quel vortice infinito dove un solo errore e le loro essenze sarebbero scomparse, diventando parte integrante di ciò che stavano combattendo.
    Ma non era quello il giorno.
    Si sentì di nuovo fisica e stava guardando Slaanesh da un altro punto.

    Una meteora di silente energia caricò in avanti, percorrendo la schiena metallica del drago nero dandosi la spinta necessaria ad effettuare un salto mostruosamente alto, dove l'arco percorso dalla Mietitrice splendette come il bordo di un'eclissi.
    E silenzio fu.
    Furono solo le azioni a parlare, nel delirio folle del dio del chaos. La struttura gargantuesca, completamente aliena, creata dal drago per ospitare la loro offensiva finale, non aspettava altro che l'energia necessaria a effettuarla.
    Candice diede tutta se stessa.
    Non poteva fare altrimenti: non c'era modo che quell'attacco, effettuato al centro del multiverso, non potesse contenere ben più che semplice Cosmo o la manifestazione che lei aveva di esso. In quel sangue, che esplose da lei in un'onda nera insieme al vento del proprio respiro, c'era ogni fibra di se stessa: del suo amore, del suo dolore, della sua esistenza appesa al filo e disposta a bruciare fino all'ultimo alito di ossigeno.

    [V I G O R E
    O S C U R O]

    Realizzò tante cose. I pensieri le vorticarono come foglie prima di venire rapiti dalla tempesta e rigettati nella struttura sotto forma di vento e sangue. Uno dopo l'altro, li scartò tutti e li disperse.
    Diede tutto, perché non poteva andarsene con il cuore così pesante.
    Così pieno di rimpianti.

    narrato | « parlato » | pensato | « parlato altri » | ? telepatia ?
    raozhc7

    NOME • Candice P. Hayez
    ENERGIASuprema+
    CLOTH • Black Scorpio {VIII}
    STATO DELLA CLOTH • Perfetta
    FISICO • Braccio sinistro rotto, costole rotte, stiramenti e strappi muscolari generici
    MENTALE

    RIASSUNTO AZIONI • Sorairo days.mp4
    ABILITÀTECNICHE

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Opium ~ la presenza di questo veleno nel corpo dell'avversario implica un rilassamento generale dei muscoli e della mente, accompagnato ad una percezione sempre più debole del dolore fisico. Man mano che entra in circolo in quantità sempre maggiori, l'avversario potrebbe provare una crescente sensazione di pace e perdita della voglia di combattere, ma il rilassamento sempre maggiore delle funzioni corporee potrebbe portare a problemi respiratori. [Only GdR: una dose massiccia di questo veleno potrebbe portare alla morte dell'avversario per insufficienza respiratoria]

    Walkin' on Air

    Il controllo completo sull'elemento Vento da parte della Black Saint è un'altra abilità legata alla Black Cloth: gli attacchi che da esso derivano, spesso e volentieri combinati con il sangue velenoso di Candice nelle sue varie composizioni, la rendono una temibile avversaria specializzata nel combattimento a distanza - sebbene non sia da sottovalutare la versatilità di questo potere anche nel combattimento ravvicinato. Il livello di abilità raggiunto è ormai tale da permettere a Candice di manovrare la pressione e la quantità di ossigeno all'interno del suo campo d'azione [in seguito all'up dell'abilità a Energia Nera], ampliando ulteriormente la gamma pressoché infinita di attacchi o azioni possibili; partendo da semplici lame di vento, così sottili e veloci da potersi insinuare nelle giunture dell'armatura avversaria, fino ad arrivare a tifoni di proporzioni immense a causa dei quali persino l'ossigeno scompare, non c'è limite alla fantasia con questo elemento caratterizzato dall'essere pressoché invisibile e letale allo stato naturale.
    Inoltre Candice, manovrando le correnti sotto di lei, può utilizzarle per volare [Only GdR e da ritenersi come "camminare/correre sostenuto dalle correnti"] o compiere balzi ad altezza spropositata, spostamenti laterali improvvisi o addirittura, opponendo un forte vento contrario, rallentare e deviare colpi di tipo fisico o Cosmico.

    Animal I Have Become

    Lo scorpione è un predatore, e come tale deve servirsi di sensi superiori alla norma per cogliere di sorpresa le proprie prede: è così che Candice ha acquisito una vista, un udito, un odorato, un tatto e un gusto superiori alle normali capacità di un essere umano e di anche di un normale Cavaliere. Questa abilità la rende in grado di percepire l'avversario o i suoi attacchi semplicemente dalla vibrazione che essi producono nell'aria o sul terreno non appena entrano nel suo campo d'azione, rendendola un avversario difficile per chi usa le Illusioni Ambientali [non è da considerarsi un'immunità, bensì una leggera resistenza ad attacchi di questo tipo, inversamente proporzionale all'Energia avversaria]; inoltre, la sua vista potenziata le permette di vedere anche nella penombra più oscura, purché ci sia una fonte di luce, ma non nella totale oscurità (dove invece entrano in gioco gli altri sensi in maniera altrettanto efficace per compensare la mancanza). L'udito fuori dalla norma le permette invece un'equilibrio impressionante.
    N.B. Questa abilità influenza sì i sensi, ma non il tempo di reazione o in generale i riflessi, a differenza dell'abilità Istinto Animalesco.

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Lysergium ~ quando entra in circolo, questa composizione agisce principalmente come un potentissimo allucinogeno; i suoi effetti coinvolgono tutti e cinque i sensi in spaventose illusioni molto reali con un effetto simile ai "bad trip" causati da alcune sostanze presenti in natura, accompagnati da forti sensazioni di ansia e paranoia. Lo scompenso sensoriale inoltre può causare ipersensibilità al dolore crescente, che insieme alla paranoia possono condurre alla follia.
    [Precisazione: diversamente rispetto all'abilità Illusioni Mentali, la percezione e la reazione al trip stanno all'avversario; il possessore dell'abilità non può controllare le visioni.]
     
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    L
    o spazio attorno a Ben e alla Mietitrice inizia ad addensarsi e distorcersi, nel tentativo di fermare l’attacco.

    Veli di tessuto spaziale si infrangono uno dopo l’altro sotto la potenza dell’arma, ma riescono a rallentare la corsa fatale del Capricorno Nero.

    Altri portali si aprono attorno allo spadaccino, pronti a riversare su di lui ogni orrore possibile, quando l’incredibile attacco combinato dei cavalieri neri piove su Slaneesh.

    La cannonata di energia si infrange su una nuova e immensa barriera, ma la sorpresa e l’incredibile concentrazione di poteri rendono inutile ogni forma di protezione.

    La creatura di anticosmo accorre a proteggere il suo padrone cercando di contrastare la forza avversaria sostenuto dal suo stesso creatore.

    Dopo qualche istante di stallo grida incomprensibili provengono da spazi casuali, mentre l’assalto penetra la barriera e trapassa l’immenso corpo del dio, facendolo esplodere in milioni di pezzi, che a loro volta si disgregano in una sorta di reazione a catena.

    I frammenti di Slaanesh cercano di ricomporsi, ma una sorta di attrazione gravitazionale li spinge verso la dimensione oscura e nonostante gli sforzi evidenti del Dio del Caos, vengono via via inghiottiti assieme alla sua essenza.

    Lentamente ma inesorabilmente le voragini sulla Dimensione Oscura iniziano a richiudersi grazie al potere della spada trovata da Gabriel, ma è evidente come siano solo soluzioni temporanee.

    Oltre queste membrane violacee il Caos gorgoglia paziente pronto ad esplodere.

    Che siano mille anni o milioni poco importa, il piano di Slaanesh e Malal sembra in qualche modo solo ritardato.

    La spada lascito di Giapeto vibra come a voler agire, ma una nuova forza si palesa… o meglio, si palesa con maggior chiarezza.

    L’immenso drago che è ora Gabriel si pianta l’artiglio destro nel petto e con un ruggito estrae il corpo del cavaliere nero, coperto solo dalla tuta di sopravvivenza di cui ogni nuovo alchimista è dotato.

    Finalmente… ancora un goccio della tua essenza e sarò di nuovo integro…

    Un’oscurità impenetrabile avvolge i due.

    Gabriel

    Sei al suolo, debolissimo e ferito, innanzi al Drago Nero, forte della sua energia divina.

    Senti che sta risucchiando via via ogni parte della tua essenza.

    Non senti più legami con le tenebre o con l’anticosmo, persino il legame con l’armatura appare reciso.

    Ti senti come durante il combattimento con Therese... libero ma debole.

    E’ in questo momento che comprendi ciò che nella tua esperienza è stato frutto della contaminazione e ciò che si è originato da te.

    Forse, come contro Therese, puoi far ancora affidamento sul tuo cosmo, ma Nidhoggr è troppo forte.

    Il drago tende un artiglio verso di te.

    Addio vecchio amico, ero infinitamente più malvagio di te.

    Quando l’ultima scintilla di vita sta per uscire dal tuo corpo il drago si ferma ed i suoi occhi sono colmi di terrore.

    Noti solo ora che il buio che lo circonda non è lo spazio vuoto del centro del Multiverso… è pura tenebra ancestrale.

    Basta così.

    Riconosci immediatamente la “voce” e la presenza di Erebo.

    Come… come è possibile…?

    Il drago farfuglia la domanda mentre inutilmente cerca di liberarsi.

    Qui le Regole sono deboli e mi è permesso un piccolo intervento ora che l’interferenza del Caos è ridotta.
    In ogni caso sappi che la tua esistenza, il tuo persistere sia come arma che come forma integra dipende unicamente dalla tua funzione ritenuta più favorevole che sfavorevole…


    Le tenebre stringono ancora di più crepando la corazza del drago come fosse gesso.

    … quindi ti consiglio di non compromettere questo tuo precario stato di essere con azioni che possano in qualche modo farmi ricredere.

    La voce di Erebo, noti solo ora, esce dal movimento delle tue labbra e la tua mano destra tesa guida le tenebre che hanno vincolato il Drago.

    Che cosa intendi? Io servo solo Ymir!

    Nidhoggr si fa più audace e iroso, ma Erebo non sembra assolutamente scomporsi.

    Lo so ed è per questo che sei utile. Il tuo signore odia il Caos così come trova fastidiosa e pericolosa quello che i mortali chiamano Corruzione.
    Sarai certamente utile ad Asgard considerando la concentrazione di quella "malattia" nell’area.


    Il drago si agita e protesta, ma a quel punto le tenebre lo avvolgono quasi completamente.

    Sono certo che farai un ottimo lavoro.

    Detto ciò Nidhoggr scompare nel nulla.
    A quel punto la volontà del Dio Antico è su di te.

    Un’azione degna di nota, sarà complesso riparare l’Artefatto di Gea ma ciò che hai trovato unito ai tuoi poteri ti sarà utile, se d…

    La voce di Erebo, che in realtà sono pensieri vocalizzati dalla tua mente, si distorce e diviene incomprensibile, come se interferenze esterne rendessero più debole la sua presenza...

    Ben

    Con i tuoi poteri riesci agevolmente ad evitare l’esplosione apocalittica che travolge Slaanesh.

    Poi il tuo sguardo viene catturato dal globo al centro del pilastro.

    Eccoci finalmente al termine del cammino

    La Mietitrice ti parla, ma sai benissimo che non c’è una distinzione tra arma e cavaliere... differenza di Gabriel tu non controlli un potere a te alieno, tu sei quel potere.
    Da dove esso proviene è irrilevante.

    La Mietitrice è stata forgiata per essere emanazione dell’essenza del cavaliere, strumento della sua missione.

    Il Caos, la Corruzione, le trame degli Dei Antichi, tutto svanirà con un singolo fendente.

    Senti il dolore dei tuoi compagni, il dolore delle tue vittime e dei tuoi affetti, senti il peso dei mondi che girano in un’insulsa danza priva di significato, guidata da esseri privi di scrupoli e dediti solo alla conservazione delle loro Regole.

    Diventa la lama…

    Basta un colpo ben assestato e la distruzione dell’Artefatto di Gea che tiene unito il multiverso creerebbe uno shock tale da distruggere ogni cosa, annichilendo completamente il Multiverso, la Corruzione e il Caos. Tutti sareste svincolati dalle catene della Realtà.

    …completa il cerchio…

    Un potere incredibile inizia a sorgere dentro di te, come se all’approssimarsi dell’obiettivo il tuo destino si dipani con più chiarezza mostrandoti l’immensa forza che rappresenti.
    La voce della mietitrice è ora la voce dei tuoi amici, vivi e defunti, dei tuoi nemici e dell'infinità di anime che mai hai conosciuto e mai conoscerai.

    …liberaci da questa prigione!

    eqoBy1Q




    Bravi, avete fatto fuori Slaanesh.
    L'artefatto recuperato da Gab, visto che il suo potere è stato usato per il colpo finale, ha bandito il Re Rosso nella Dimensione Oscura.

    POI.

    Nidhoggr vuole fare Stormbringer con Gab ma arriva Erebo e lo oblitera rimettendolo al suo posto, solo che la comunicazione con il Dio Antico (che ricordiamo può agire attraverso Gab a causa della goccia di tenebra) viene interrotta da qualcosa.
    Questo qualcosa è presumibilmente la Mietitrice o Ben stesso, che ora deve scegliere se abbracciare definitivamente il potere della Spada e cancellare tutto o meno.

    Quindi in questo giro il primo che deve postare è Ben, che dovrà farmi sapere quale scelta vorrà fare così che io possa indicargli cosa postare di conseguenza.

    A voi :zizi:

    Termine mercoledì 22 novembre

     
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    Death Queen Island Blade Master

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    It doesn't matter



    Non fu un'esplosione né qualcosa di potente alla percezione dell'arma vivente. Il capricorno nero aprì un ennesimo squarcio nell'Underworld, il suo corpo prese un grosso respiro, la gola venne tempestata da graffi e lacerazioni interne, una sensazione che il corpo umano avrebbe ricondotto all'ingoiare vetro mentre ci si tuffava in una piscina piena d'acqua ghiacciata. Quello fu uno degli ultimi stimoli fisici terreni che provò. Quello fu uno degli ultimi tuffi che fece all'interno del sottomondo solo per poi uscirne pochi attimi dopo.

    Tempo e spazio erano concetti completamente distorti al limite dell'inesistenza in quel non-luogo dove il chaos aveva fatto il nido. Anzi peggio, tempo e spazio non erano nemmeno contemplabili. Se ne accorse quando, con estrema fatica, al suo ricomparire egli percepì solo pochi attimi passare quando invero aveva perso la comparsa e la scomparsa di Niddhoggr.

    In quel brevissimo tuffo nell'Underworld ne percepì potenza e cosmo e in quello stesso momento non lo vide più, sostituito da un potere di cui ormai non si fece stupore, un potere pari al suo stesso. L'oscurità di Erebo attanagliò con la sua eco spirituale anche il mondo della mietitrice d'anime gettandolo nel buio più totale prima che essa, mossa dal corpo del capricorno nero, ne fuoriuscisse a disturbarne la concreta esistenza con la sua sola presenza.

    Comprese di agire come un'energia di disturbo, una radiazione che tutto annichiliva ad ogni passo; una forza tale che anche il tanto temuto anti-cosmo manipolato da Gabriel avrebbe fatto fatica a contrastare. Ed eccolo lì, Gabriel Fon Faust III, un tempo uomo, poi cavaliere nero, poi leader, e ancora guerriero, scienziato, marito, drago del Ragnarok e negli ultimi istanti un folle con un sogno forse irrealizzabile al quale egli stesso un tempo aveva creduto così tanto da muovere guerra all'intero universo.

    Universo che era sull'orlo del collasso e che tremava ad ogni passo strascicato e pesante di colui che ne avrebbe portato la fine.

    Un passo e l'elmo della black cloth divenne cenere al vento che si perse dietro di lui. Gli occhi brucianti di energia nera.

    Una falcata ed ecco che il torace si ritrovò scoperto, privo di qualsivoglia protezione, venti ulularono quando si introdussero nel buco nero che si trovava sul petto del corpo del mietitore.

    Un passo ancora e le protezioni di braccia e spalle si carbonizzarono man mano che quel vettore fisico si faceva sempre più vicino al nucleo pulsante che teneva in vita e veicolava ogni realtà.

    Ad ogni centimetro il dolore si fece più forte e persistente. Il fallimento di Gabriel, le speranze infrante dei black saints, il terrore degli uomini tormentati dalla corruzione, la malvagità di creature minuscole ed infinitamente potenti, l'istinto di conservazione che si trova in ogni essere senziente, il battito collettivo di miliardi di cuori, il contorcersi infinito di spiriti incastrati in prigioni materiali e immateriali ed infine l'amore. Il più vicino anelito d'amore che percepì fu quello di Candice, un amore così forte da turbarne la mente e lacerarne corpo ed anima. Nella sua follia quello era, per gli umani, il più puro dei sentimenti. Una infinitesimale parte del mietitore ponderò su quanto tutto ciò potesse essere motivato da qualcosa. Ma le voci dentro di lui, le voci che erano parte di lui, sapevano bene che nulla di ciò che percepiva aveva un senso o un fine ultimo.

    Infine, a pochissima distanza dal suo se fisico, se ne stava impunito e indifeso il nexus. Il nodo gordiano di ogni cosa esistita e che sarebbe potuta esistere nel multiverso. Nonostante la sua oramai immensa conoscenza, forse prossima all'onniscienza stessa, il mietitore ebbe un impercettibile sussulto, non ci si ritrova tutti i giorni davanti all'origine dell'esistenza né alla sua fine.

    Io sono diventato la Morte, il mietitore dei mondi.

    Senza lentezza o cerimoniali movimenti, ma come se fosse la cosa più naturale dell'universo, il mietitore una volta conosciuto come Benoit Martius III Dragunov alzò il pallido braccio destro attorno a cui vorticava l'aura nera di cui egli stesso oramai era composto. La mano pronta a calare l'ultimo fendente. Quello sarebbe stato l'ultimo atto della storia di tutto ciò che fosse mai esistito.

    Nel momento di calare il colpo egli sussurrò qualcosa al nexus stesso, una frase che avrebbe echeggiato in ogni parte del multiverso prima che la sua potenza distruttrice avesse toccato l'origine di tutto.

    It doesn't matter.









     
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    Gabriel percepì con distinzione l'istante in cui l'artiglio di Nidhoggr entrò nel loro petto, seguito da una sensazione di risucchio interiore. L'unione pressoché completa che avevano raggiunto i due si stiracchiò, sfilacciò sempre di più fino al momento in cui ci furono due percezioni distinte, quelle di Nidhoggr, e quelle di Gabriel. Per un lungo, straziante istante la coscienza fu allo stesso momento dentro e fuori il corpo di Gabriel e Nidhoggr. Lo strappo finale si arrampicò nella psiche di Gabriel come un colpo di frusta, diffondendo una orribile sensazione di gelo all'interno dell'anima e del corpo. Annaspò respirando a pieni polmoni, cominciando subito a tossire mentre l'ossigeno faceva contatto con le sue vie respiratorie.

    Cadde a terra sulle ginocchia, persino lo sforzo di respirare era atroce ed impensabile, eppure la necessità lo costringeva ad agonizzare per sopravvivere. Sollevò lo sguardo ed incrociò quello del grande drago metallico. Non c'era paura negli occhi di Gabriel, ne rassegnazione. Sapeva ovviamente che quella era la fine, ma il suo ego gli impediva di principio di cedere senza combattere. Se ne avesse avuta la forza, si sarebbe alzato e avrebbe tentato di sferrare un pugno al drago. Sentiva chiaramente come il drago stesse assorbendo quello che rimaneva della sua essenza, l'ultimo brandello rimasto del cancro nero e nonostante l'odio che bruciava dentro di lui, non poteva fare niente. Ne era fisicamente incapace, debole, consumato, sfilacciato. Se non altro, Gabriel provò una punta di rispetto per il drago per il suo non perdere tempo e portare avanti i propri piani nell'esatto istante in cui la loro vittoria era stata confermata. Un po' gli pungeva il fatto di non avere tempo di godersi l'idea di aver appena sconfitto un dio più potente di qualunque altro in giro per il loro pianetucolo. Rimetteva tutte le cose sotto una prospettiva diversa. Athena, Poseidone, Hades. Eh, ormai Gabriel aveva visto di meglio e tutto quello che aveva fatto per preparare una guerra finale contro i sopracitati gli parve tempo sprecato.

    Conosceva la sensazione che lo pervadeva. Era tornato ad essere neutro, come quando Karl aveva assorbito i suoi poteri per darli a Therese in svizzera. E ancora una volta Gabriel si sentiva immensamente leggero, come se gli avessero tolto qualcosa di immenso di dosso. Tentò di bruciare il proprio cosmo, ma solo una timida aura azzurrina si levò dal suo corpo, libera da qualunque legame con i poteri che aveva dominato fino a quel momento. Tuttavia c'era una differenza. Non stavano venendo sifonati via da qualche macchina o dispositivo, come Nidhoggr non stava assorbendoli. Erano andati. Gabriel non era più Black Cancer. La sua armatura era diventata il corpo di Nidhoggr e Gabriel non percepiva più alcun legame con la sua corazza indossata per più di un decennio.
    Era una sensazione strana, come lo era l'immenso silenzio che attorniava i suoi pensieri. Il rimescolare delle tenebre, il masticare dell'anticosmo ai bordi della sua coscienza. Così, tutto il suo impegno, tutti i sacrifici fatti per giungere fino a quel punto, erano stati ridotti a nulla. Certo, l'ampiezza del suo cosmo era rimasta tale - poteva percepirlo ancora chiaramente - ma ogni sua capacità affinata negli anni era perduta. Ogni calcolo millimetrico per utilizzare le tenebre al massimo della loro capacità, le strane geometrie impiegate nel movimento dei darkling, erano diventati tutti dati inutili nella sua mente come testi di canzoni e inutili curiosità.

    Ma in tutto questo una consapevolezza lo pervase. Ora che Nidhoggr e Gabriel erano nuovamente identità distinte, quest'ultimo fu finalmente in grado di distinguere quali azioni furono decisione di chi. Si portò le mani alla testa e si riavviò i capelli, inspirando a fondo mentre l'idea che tutti i suoi esperimenti più efferati, le manipolazioni più crudeli e la violenza ingiustificata fossero tutte opera dell'inquinamento di Nidhoggr prendeva piede. Aveva avuto quella spada per vario tempo prima del Ragnarok...quindi tutto quanto era sempre stato colpa della sua influenza? A quel punto, com'era il vero Gabriel, se quest'ultimo aveva già deciso di abbandonare le vie di Ashgatoth?

    Si puntellò con la lama di Giapeto, rimasta al suo fianco tutto il tempo. Durante i primi tempi della sua fusione completa con Nidhoggr, Gabriel si era calmato, aveva abbandonato gran parte del suo turpiloquio, era diventato più solenne e posato, metodico e alienato dalla realtà. Ma in quel momento un turbinio di emozioni completamente umane si agitò in lui. La vista si stava indebolendo e il suo cuore stava saltando battiti. Stava morendo davvero stavolta.

    Poi arrivò Erebo, di cui persino il drago nero aveva paura. Fluendo in lui attraverso la goccia di tenebra il dio primordiale scacciò il servo di Ymir, impedendo che Gabriel venisse completamente consumato da quel male primordiale. Reggendosi alla spada viola, Gabriel si limitò ad ascoltare le parole di Erebo indirizzate direttamente a lui, cercando con tutte le sue forze di non venire nuovamente sovrastato da quella manifestazione che andava ben oltre i loro limiti conosciuti di mortale e divino. Quello era un vero dio, non quei tre ragazzotti che si agitano a mandare in giro umani al loro servizio in giro per il mondo.
    Certe cose cambiavano tutte le prospettive della vita, non c'era dubbio.

    Up1Ctjz
    È tutto sparito. Nidhoggr, i miei poteri, la mia cloth. Non sono più Black Cancer. - Il suo tono era neutro, non si stava lamentando o altro, stava constatando la cosa a voce, in modo da informare i presenti. Con il capo abbandonato verso il basso e le mani sbiancate dallo stringere l'impugnatura della spada di Giapeto, Gabriel si rese conto che la voce di Erebo si stava distorcendo, vittima di strane interferenze. Cosa poteva mai impedire il volere di un dio antico?

    Una sensazione di pericolo imminente lo avvolse, lo gettò in un abisso infinito di distorsioni e alterazioni, come frattali di percezioni e grida di allarme. Proveniva dalla sua essenza più intima, dal puntolo nero attorno a cui orbitavano tutti gli atomi della sua esistenza. La goccia di tenebra vibrava in lui come mai aveva fatto prima d'ora. L'oggetto che lo rendeva l'arma di Erebo contro l'Angelus ed improbabile salvatore della realtà lo esortava all'azione.
    Sollevò il capo e vide Benoit dirigersi verso il nucleo del multiverso, la prigione del chaos...ma per quale scopo. No, lo sapeva che cosa volesse fare Benoit, ed in fondo, lo aveva sempre saputo. Non era Nidhoggr la spada che avrebbe consumato l'universo, ma la mietitrice. Una entità aliena foggiata a lama e affilata dai misteri che custodiva. Tutto sarebbe sparito. Nulla sarebbe mai esistito.

    B E N O I T! - La voce di Gabriel echeggiò in quel luogo, mentre qualcosa dentro di lui si muoveva, faceva click. Avanzò incerto per qualche passo, per poi far fluire nuovamente il cosmo nelle sue membra esauste. L'aura azzurro-bianca avvolse il suo corpo, cosmo indifferenziato senza nessuna influenza elementale. Puro e semplice cosmo, mentre la struttura della spada di Giapeto vibrava manifestando strani glifi dimensionali attorno alla sua lama bifida, come a creare nella struttura stessa della realtà una intricata massa tagliente. Lo spazio attorno al corpo di Gabriel si deformò con uno schianto, scagliandone il corpo in avanti come un trampolino di lancio. Ogni passo un'esplosione dimensionale che lo spingeva avanti a velocità sempre più alta fino a che l'attrito con il suo cosmo rovente non trasformò in plasma la realtà al suo passaggio. La lama di Giapeto venne afferrata a due mani e portata sopra la schiena.
    La figura di Gabriel divenne indistinta, sfarfallando nelle correnti dimensionali generate dalla spada. A quel punto, spada in più, spada in meno, non cambiava molto. Contava solo l'urgenza di quel momento, ogni fibra del suo essere gridava di fermare Benoit, sia a livello logico che a livello più intimo. La stessa struttura della realtà stava gridando, indifesa davanti al suo carnefice. Un pericolo assoluto come mai ne era esistito.

    Con un ultimo tonante schianto Gabriel giunse di fronte a Benoit in un turbinare di luci e colori, ondeggiando tra le turbolente masse dimensionali che lo circondavano. Modificando i vettori del proprio movimento Gabriel roteò a mezz'aria frapponendosi tra Benoit e la sfera, reggendo la spada con una mano sull'impugnatura e con l'altra sul piatto, accogliendo il fendente della mietitrice. La goccia di tenebra ribolliva, cambiando direttiva. L'assoluto nemico della realtà non era più l'Angelus, creatura ribelle, ma Benoit Martius Dragunov, il capricorno nero e l'unica entità che Gabriel avesse mai potuto considerare simile ad un amico.



    La massa di crepitante energia scura impattò sulla lama. L'immane potenza del colpo rovinò su di Gabriel mentre strali incontrollati passavano oltre e laceravano il suo corpo e la sua anima oltrepassando la barriera dimensionale che aveva eretto gettandosi nella mischia. Gli sfuggì un lamento di dolore mentre opponeva la lama contro il braccio di Benoit, manipolando la realtà in modo che la aiutasse nella sua spinta disperata. Nel frattempo cercò nuovamente di raggiungere l'essenza più intima del suo cosmo, la goccia di tenebra. Era giunto il momento di usarla, ora e qui, mentre l'intera realtà tremava dietro di lui. Lo percepiva chiaramente dal contatto delle due lame, il potere di Benoit stava crescendo animato da forze che Gabriel non capiva.
    Sotto il peso del colpo le ginocchia di Gabriel si piegarono.

    Tutti i miei successi, tutti i miei fallimenti, il tempo che ho vissuto, tutto quello che ho perso, il tempo passato con Candice. Non lascerò che tu me lo porti via. È tutto mio, hai capito? - Disimpegnò le lame creando un'onda d'urto con lo scopo di allontanare Benoit di qualche passo, per poter riposizionare la spada. - HAI CAPITO? LO SPAZIO, IL TEMPO, TUTTA LA REALTÀ È SOLO MIA - Attingendo a piene mani al potere della spada di Giapeto e alla goccia di Tenebre, vibrò un fendente davanti a sé, non veramente diretto al contatto fisico con Benoit, ma a scatenare un brutale collasso dimensionale disintegrante avanti addosso al corpo del capricorno nero in modo da spingerlo via e scagliarlo lontano, per fare in modo che Candice e Black Star potessero attaccarlo a loro volta.


    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ Suprema
    CASTA ♦ -
    CLOTH ♦ -
    STATUS FISICO ♦ danni diretti da ciò che è passato oltre dell'attacco di ben
    STATUS MENTALE ♦ X

    RIASSUNTO AZIONI: intercetto il colpo di ben mettendomi in mezzo poi gli scateno addosso una mega esplosione dimensionale disintegrante (tipo arc geminga) attivando il vero rilascio zero della goccia di tenebra.
     
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  6. » Black Star
     
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    Back In Black - PART 8

    » Black Star

    IX

    Le esplosioni multicolori e i luminosi lampi elettrici che colorano quel vuoto abisso ogni volta che l'immensa cannonata di cosmo scagliata dai tre Black Saint disintegra l'ennesimo tentativo di difesa sono quasi accecanti, ma Black Star non sta più osservando con gli occhi, ma con la sua mente. Mentre il colpo prosegue inarrestabile, riesce quasi a percepire i singoli componenti della materia che si sgretolano sotto il suo potere, guidando quel mare di potere telecinetico verso il bersaglio come uno squalo che segue l'odore di sangue. Una volta raggiunto il corpo di Slaanesh, manipolare il colpo per renderlo un ciclo autoalimentato dalla devastazione della materia che compone il dio e il suo ultimo sforzo. Indirizzare di atomo in atomo quella gigantesca forza sarebbe impossibile per un guerriero qualunque, ma la sua mente è stata pensata e creata proprio per essere capace di gestire quel tipo di potere. E' stremante, ma alla fine di Furoris non resta che tracce e un brutto ricordo, mentre la dimensione del Caos collassa su di lui. Le sue grida accompagnano quei lunghi istanti, ma dopo arriva il silenzio.

    -Ce l'ho fatta-

    Anche solo pensare è doloroso in quel momento per il ragazzo, arrivato al limite estremo delle sue capacità mentali. Ogni volta che il suo cuore pulsa, riesce a sentire il sangue che gli fluisce nel cervello, aumentando il suo dolore. Tormentato, si afferra la testa, non curandosi del fatto che l'elmo integrale gli impedisca di arrivare a toccarla. Lunghi respiri, ecco cosa deve fare. Continuare a prendere lunghe boccate d'aria, così il dolore si placherà. Continua a ripeterselo, respira a fondo, rilassandosi. La pressione sulla sua testa sembra affievolirsi, tiene gli occhi chiusi per non dare neanche il minimo stimolo esterno alla sua mente, ma qualcosa vicino a lui scuote i suoi sensi.
    La sua coscienza riaffiora alla realtà da cui si è temporaneamente estraniato e vede che qualcosa dev'essere andato molto storto.
    Al posto della immensa forma draconica di Gabriel adesso non è rimasto che un misterioso globo di tenebre, al cui interno non si sta manifestando solamente il cosmo del Cancro Nero. La presenza che emana quell'oscurità è molto diversa, più profonda e terribile, anche se il cosmo di Gabriel la ricorda vagamente.

    -Che sta succedendo?-

    Ancora in difficoltà, Black non ricorre alla telepatia e chiede a voce rivolgendosi a Candice, nella speranza che non ci siano ancora problemi. Non disdegna mai l'occasione di menare le mani, ma in quel momento ha proprio bisogno di una pausa...
    Prima ancora che il mistero della bolla di tenebre venga risolto, un campanello di allarme scuote il ragazzo. Cercando di capire cosa lo renda così irrequieto, si volta, comprendendo immediatamente cosa gli abbia scatenato quella reazione. Il cosmo ardente di Black Capricorn avvolge il silenzioso guerriero, che si sta avvicinando con fare molto minaccioso alla strana forma che sembra segnare l'esatto centro di quell'infinito spazio vuoto, l'unica cosa davvero esistente lì.
    Non serve un genio per capire che qualunque cosa sia, se si trova al centro del multiverso ed è stata per millenni nelle mire degli dei del Caos, allora è qualcosa di estremamente importante. E che vederla fatta a pezzi dalla lama spettrale di Capricorn sia l'ultima cosa che qualcuno si possa auspicare.
    L'urlo di Gabriel, incredibilmente ritornato alla sua forma umana e che si proietta come una meteora per scontrarsi con Benoit e fermarlo, è un chiaro segno che Black Star abbia intuito bene come stanno le cose.

    -Cazzo-

    Se sapesse altre volgarità probabilmente le direbbe, ma data la sua limitata esperienza questo è tutto quello che ha da esclamare mentre si precipita a velocità luce verso i due guerrieri armati di spada.
    Gabriel non intende usare le mezze misure, perchè scatena un vero e proprio cataclisma dimensionale contro l'avversario, al punto che Black si domanda come sia possibile che adesso riesca a controllare a tal punto quella strana spada che ha raccolto non troppo tempo prima. Poco importa, deve solamente pensare a fermare quello scontro prima che quel coso dall'aria fondamentale venga distrutto.

    -Basta, cazzo!-

    Una solida presa telecinetica afferra prima Benoit, cercando di immobilizzarlo esattamente nella posizione in cui si trova e in quel preciso punto, e poi anche Gabriel alla stessa maniera. Ci manca solo che nel tentativo di farsi a pezzi coinvolgano ciò che li circonda.
    Intanto, quella strana forma fluttuante e luminosa, viene inglobata in un singolo blocco di cristallo dalla perfetta forma ottaedrica. Una bara di cristallo nero per il cuore del multiverso, nella speranza che basti quantomeno per impedire che sia fatto a pezzi. La testa gli sta per esplodere e non ha intenzione di sentire le ragioni di nessuno. Finchè sarà vivo all'interno dell'universo, chiunque voglia distruggerlo può mettersi in fila per prendere un calcio nella gola da parte sua.

    6sZ7AfQ

    Nome ★ Black☆Star
    Energia ★ Suprema+
    Cloth ★ Black Aries
    Status Cloth ★ Indossata - Grado 8
    Status Fisico ★ Articolazioni molto doloranti, svariate costole rotte, ferite poco profonde in vari punti del corpo, mal di testa martellante
    Status Psicologico ★ Overload del cervello
    Riassunto ★ L'ultimo colpo mi lascia brevemente in blackout, ma quando succede il casino mi riprendo e cerco di bloccare sia Ben che Gab e inglobo il centro del multiverso in una teca di cristallo nero per proteggerlo.

    ABILITA’ ★ ORIUM NERO
    La furia istintiva di Black Star, unita al suo cosmo, si manifesta al suo comando sotto forma solida, tramutando il suo intento omicida, la sua ira e più in generale tutte le sue emozioni più violente in un cristallo nero come la notte e incredibilmente duro. Scoperto in tempi antichi, si tratta di un materiale molto pericoloso, capace di immagazzinare l'energia mentale al proprio interno, sia per scopi offensivi che difensivi. Questo cristallo, non solo è una incredibile arma di offesa e difesa grazie alla sua durezza incomparabile ad uno costrutto generato da un cosmo di pari livello, ma possiede qualità nascoste che lo rendono ancora più temibile sia in attacco che come protezione. Essendo generato da pensieri ed emozioni tanto violente, che il cristallo trattiene al proprio interno, il contatto con qualsiasi altra entità diversa dall'Ariete Nero causerebbe danni alla mente della vittima, privandola di energie mentali in modo doloroso, con conseguente disorientamento e debolezza. Le qualità del materiale, oltretutto, gli consentono di assorbire le energie mentali di eventuali attacchi, risultando un'efficace difesa contro gli avversari che cercano di colpire con offese mentali. Ogni cristallo, essendo legato alla mente del suo creatore in modo diretto, oltre ad arrecare danni alle altre menti può anche sopraffarle; se il cristallo è ancora in contatto con il bersaglio, può agire come un vero e proprio parassita aggressivo, invadendolo e prendendo il controllo di parti più o meno estese del corpo a seconda della quantità di cristallo e delle differenze di potere cosmico, rivoltando il nemico contro se stesso.

    ★ TELECINESI
    La volontà di Black Star, grazie al cosmo, è capace anche di modificare il mondo attorno a lui, imponendosi sul regolare corso degli eventi. I comandi che impartisce alla materia vengono eseguiti; se ordina ad un masso di sollevarsi esso lo fa, se un avversario deve piegarsi al suo cospetto una violentissima pressione lo schiaccerà al suolo. Al suo volere, la materia può esplodere o comprimersi, spostarsi o rimanere immobilizzata, essere scagliata in cielo o premuta per terra fino a ridursi in polvere. In termini pratici, questo potere rende anche Black Star capace di levitare, deviare colpi diretti a lui o persino respingerli e utilizzare l’intero campo di battaglia come un’estensione di sé.

    Bonus nera: Il potere telecinetico di Black Star ha raggiunto una potenza e una precisione tale da poter arrivare a scuotere gli atomi che compongono la materia singolarmente, annullando la forza dei legami che li tieni uniti. Di fatto, i suoi colpi telecinetici riescono letteralmente a distruggere la struttura della materia, qualunque essa sia: armi, difese, persino esseri viventi. Subire quei colpi significherebbe vedere il proprio corpo essere frammentato e cancellato, rendendo, quindi, il potenziale offensivo e difensivo della telecinesi enormemente maggiore. Solamente un potere cosmico sufficientemente potente può prevenire questi effetti, o quantomeno mitigarli per renderli meno dannosi.

    ★ TELETRASPORTO
    Se normalmente un corpo ci metterebbe del tempo a raggiungere un luogo diverso da quello di partenza ma comunque nelle vicinanze, Black Star ha invece il potere di compiere, anche se con un certo dispendio di energie, il tragitto in meno di un istante, non importa quale siano gli ostacoli che lo separino dalla sua meta. Questo vero e proprio teletrasporto consiste nella scomposizione completa della materia che compone il corpo di Black e la ricomposizione praticamente nello stesso istante, soltanto in posti diversi. E’ comunque possibile che un colpo molto ampio e devastante sia in grado di arrecargli danni persino durante lo spostamento dei suoi atomi. Inoltre, per quanto utile e versatile questa sua capacità possa essere, la quantità di energia richiesta per compiere il teletrasporto lo rende troppo rischioso da eseguire più volte durante un combattimento, costringendo Black a farne un uso limitato.

    ★ TELEPATIA Con un minimo di concentrazione e cosmo, Black riesce a fare a meno della comunicazione verbale e ad accedere alla forma superiore di dialogo: quello tra menti. Nel remoto caso che il suo pensiero sia rivolto a qualcuno all'infuori di se stesso, può direttamente parlare direttamente con la mente di quest'ultimo, con uno scambio di informazioni immensamente più rapido ed efficiente del normale parlare, nonché più discreto.


    TECNICA VIGORE OSCURO ★ Non combattendo le passioni e gli istinti, ma lasciandosi guidare da esse, Black Star può raggiungere un livello di sintonia totale col proprio cosmo, sfruttando in modo incredibilmente il proprio potere innato. In questo stato, le successive azioni risulteranno più efficaci del normale, potenziando notevolmente sia le capacità offensive o difensive, a seconda delle necessità del momento. Tale capacità è limitata, in quanto è difficoltoso essere così in comunione con il cosmo senza possedere abilità particolari, rendendo possibile per il ragazzo farlo solamente una volta in combattimento.
     
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    iù Slaanesh resisteva, più intenso si faceva lo sforzo collettivo nell'afferrare, distruggere, disintegrare, annientare dall'esistenza quell'entità maledetta. Quattro menti e un solo intento: uccidere.
    E la realtà ebbe paura. Candice ne sentiva i bordi ripiegarsi intorno a sé e il suo potere propagarsi, echeggiando in direzioni sconosciute mentre la forma orripilante di Slaanesh cominciava a strapparsi; sentiva le proprie ossa scricchiolare, i muscoli urlare di smetterla mentre il Cosmo la attraversava per riversarsi all'esterno ma sarebbe finita lì e ora.
    Doveva farlo. Per tutto ciò in cui aveva mai creduto, dalle prime banconote rubate da un portafogli, quando aveva appena dieci anni, alla felicità che aveva provato nello stringere di nuovo suo figlio tra le braccia. Il figlio che non era di sangue, ma che aveva scelto venendo scelta a sua volta.

    La disgregazione avvenne senza un suono. Slaanesh, Neshaals, Furoris...la massa immensa inspirò un'ultima volta e non fu più.
    Candice, la gola riarsa e gli occhi arrossati, cadde in ginocchio di schianto non appena gli ultimi strali smisero di sostenerne il corpo esausto. I rantoli, misti a gemiti di fatica, la squassarono insieme a un leggero accenno di risata. Afferrò il buio sotto di lei, sentendo le dita grattare sulla mera proiezione di un terreno: stava sforzandosi di rialzare quel corpo ormai esausto e se non fosse stato per le ciocche di capelli, macchiate di sangue rosso e nero, non avrebbe capito che la propria vista stava affaticandosi sempre di più. Sentiva Black Star respirare pesantemente, il metallo dei guanti stridere su quello dell'elmo...così giovane, così inesperto eppure...era sopravvissuto. Erano tutti sopravvissuti.
    Tutti tranne...

    Candice alzò la testa e, dopo quello che le parve un tempo infinito, scorse una macchia rossa che non era sangue. Era carne, sudore, battito flebile ma ancora vivo. I capelli di Gabriel, nella sua forma umana, privo di qualunque protezione. Socchiuse le labbra, sentendo in bocca un sapore metallico mentre cercava di distinguere i contorni di ciò che circondava suo marito sollevato da terra: era nero su nero, semovente e serpentino.
    Quando realizzò, il suo corpo si era già mosso da solo. La cloth stridette sul nero mentre le ginocchia si alzavano in passi malfermi che procedettero uno dopo l'altro, sempre più veloce.

    « Non così...non così...! NON PUOI PORTARMELO VIA! »

    Si scontrò contro il muro nero, con la voce strozzata dal panico crescente. Attaccò la superficie liscia, cercando inutilmente di fare breccia attraverso di essa mentre il peso sulla bocca dello stomaco cresceva e sentiva i secondi passare uno dopo l'altro, come gli ultimi granelli di sabbia di una clessidra. Era una sensazione di pericolo imminente, acuita spaventosamente dall'apparente vittoria. Sentiva la presenza di Nidhoggr all'interno della sfera soverchiare quella di Gabriel: erano ormai separate e l'emanazione del drago era completamente priva di quella familiarità che le aveva permesso di capirlo, di aiutarlo, di amarlo persino.
    Il momento era arrivato.
    Gridò e tirò un ennesimo colpo alla sfera, che svanì di colpo: il corpo di Candice si sbilanciò in avanti e riprese l'equilibrio appena in tempo, le mani ancora avvolte dal vento e sul volto un'espressione di contorto dolore. Gabriel, più umano di quanto lo avesse visto nel lungo periodo in cui erano insieme, era in ginocchio e stringeva spasmodicamente la spada titanica, fissando il vuoto.

    « È tutto sparito. Nidhoggr, i miei poteri, la mia cloth. Non sono più Black Cancer. »

    Candice sbuffò dal naso e rischiò di abbozzare un sorriso, senza capire perché sentiva ancora una sensazione di gelo permearle il corpo.

    « ...nessuno di questi era uno dei motivi per cui ti a- »

    JzfihIM

    La voce le morì in gola mentre la sua attenzione veniva letteralmente tirata verso un'altra direzione. Si voltò di scatto, mentre la pelle d'oca grattava contro i vestiti ormai ridotti a brandelli sotto l'armatura e il cuore saltava due battiti.

    Benoit era avanzato di un passo verso la sfera. Verso il centro del multiverso. Sentì la vibrazione che lo attanagliava scuoterlo fin dentro l'armatura, sentì i suoi muscoli tendersi verso quello che...era solo un nuovo obbiettivo.

    Il tintinnio dei bicchieri è tutto ciò che rompe un silenzio che dura già da diversi minuti. La bottiglia di Smirnov in mezzo a loro è quasi vuota e l'odore pungente riempie le narici della donna insieme a quello del sigaro che l'uomo, distrattamente, le ha passato.

    Gabriel si alzò di scatto, rigido, mentre Black Star osservò Benoit incedere con un'espressione confusa.

    "Lo sai...?" l'uomo dai capelli d'argento apre leggermente la bocca, guardando in una direzione precisa che dà sul niente, anche per l'occhio della donna.

    L'armatura di Black Capricorn sparì, disintegrandosi mentre rivelava un corpo che non aveva bisogno di protezione, perché quel corpo era l'arma.

    "Quando pensi di essere al sicuro..."

    Un'arma che era a un passo da annichilire ogni cosa.

    "...è esattamente il momento in cui sei più vulnerabile."
    La bottiglia ora è vuota e il buio è calato da un pezzo, sul silenzio di entrambi. Solo il fumo del sigaro continua a salire.

    Jqxt1hX
    Hans Zimmer & Junkie XL - Wonder Woman Theme Music

    Qualcosa, in quel preciso momento, dentro Candice si ruppe. Il momento di realizzazione sarebbe arrivato dopo, insieme a tante altre cose, ma l'ultimo passo di Benoit verso il centro, quello prima che alzasse il braccio e Gabriel si lanciasse alla carica, determinò qualcosa che non si sarebbe mai più riparato dentro di lei.
    Succede, quando devi uccidere una delle poche persone definibili amici.
    Succede, quando le vere intenzioni vengono svelate.

    Si voltò e il sangue prese a vorticarle intorno, afferrando il fucile che fino a quel momento era rimasto sulla sua schiena. Il metallo freddo e alieno si riscaldò sotto le sue dita, cambiando impercettibilmente forma per accoglierle meglio e incanalare il potere: come l'estensione di una parte del suo corpo e della sua mente, il fucile divenne suo.

    ...non sapremo mai cosa speravi di ottenere, Benoit.
    E forse non lo capiremo neppure.
    Ma...non te lo lasceremo fare.
    Non dopo tutto ciò che abbiamo fatto.
    Non dopo tutto ciò che abbiamo vissuto.

    Abbiamo ancora tanta strada da fare, per riparare ai nostri errori.

    E tu non sei colui che deciderà quando è il momento di farla finita.


    Prese la mira con un lungo respiro e sparò.
    Il proiettile, composto da minuscole compressioni d'aria, avrebbe cercato di raggiungere da ogni direzione, spaccandosi in mille frammenti poco prima di raggiungerlo, per seguire traiettorie diverse e regolate dall'uragano che avrebbe investito i due combattenti una frazione di secondo dopo, partendo dalla barriera creata da Black Star intorno alla sfera, a cui aveva aggiunto il proprio Cosmo all'ultimo istante. Una folle tempesta di aria tagliente e sangue che avrebbe investito Benoit, evitando Gabriel, cercando di spingerlo indietro e sbilanciarlo mentre i proiettili facevano il loro corso: minuscoli e quasi invisibili a occhio nudo, avrebbero tranciato e dilaniato nel loro cammino, comprimendo la materia fino a farla implodere su se stessa.

    narrato | « parlato » | pensato | « parlato altri » | ? telepatia ?
    raozhc7

    NOME • Candice P. Hayez
    ENERGIASuprema+
    CLOTH • Black Scorpio {VIII}
    STATO DELLA CLOTH • Perfetta
    FISICO • Braccio sinistro rotto, costole rotte, stiramenti e strappi muscolari generici
    MENTALE • ...

    RIASSUNTO AZIONI • ...
    ABILITÀTECNICHE

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Opium ~ la presenza di questo veleno nel corpo dell'avversario implica un rilassamento generale dei muscoli e della mente, accompagnato ad una percezione sempre più debole del dolore fisico. Man mano che entra in circolo in quantità sempre maggiori, l'avversario potrebbe provare una crescente sensazione di pace e perdita della voglia di combattere, ma il rilassamento sempre maggiore delle funzioni corporee potrebbe portare a problemi respiratori. [Only GdR: una dose massiccia di questo veleno potrebbe portare alla morte dell'avversario per insufficienza respiratoria]

    Walkin' on Air

    Il controllo completo sull'elemento Vento da parte della Black Saint è un'altra abilità legata alla Black Cloth: gli attacchi che da esso derivano, spesso e volentieri combinati con il sangue velenoso di Candice nelle sue varie composizioni, la rendono una temibile avversaria specializzata nel combattimento a distanza - sebbene non sia da sottovalutare la versatilità di questo potere anche nel combattimento ravvicinato. Il livello di abilità raggiunto è ormai tale da permettere a Candice di manovrare la pressione e la quantità di ossigeno all'interno del suo campo d'azione [in seguito all'up dell'abilità a Energia Nera], ampliando ulteriormente la gamma pressoché infinita di attacchi o azioni possibili; partendo da semplici lame di vento, così sottili e veloci da potersi insinuare nelle giunture dell'armatura avversaria, fino ad arrivare a tifoni di proporzioni immense a causa dei quali persino l'ossigeno scompare, non c'è limite alla fantasia con questo elemento caratterizzato dall'essere pressoché invisibile e letale allo stato naturale.
    Inoltre Candice, manovrando le correnti sotto di lei, può utilizzarle per volare [Only GdR e da ritenersi come "camminare/correre sostenuto dalle correnti"] o compiere balzi ad altezza spropositata, spostamenti laterali improvvisi o addirittura, opponendo un forte vento contrario, rallentare e deviare colpi di tipo fisico o Cosmico.

    Animal I Have Become

    Lo scorpione è un predatore, e come tale deve servirsi di sensi superiori alla norma per cogliere di sorpresa le proprie prede: è così che Candice ha acquisito una vista, un udito, un odorato, un tatto e un gusto superiori alle normali capacità di un essere umano e di anche di un normale Cavaliere. Questa abilità la rende in grado di percepire l'avversario o i suoi attacchi semplicemente dalla vibrazione che essi producono nell'aria o sul terreno non appena entrano nel suo campo d'azione, rendendola un avversario difficile per chi usa le Illusioni Ambientali [non è da considerarsi un'immunità, bensì una leggera resistenza ad attacchi di questo tipo, inversamente proporzionale all'Energia avversaria]; inoltre, la sua vista potenziata le permette di vedere anche nella penombra più oscura, purché ci sia una fonte di luce, ma non nella totale oscurità (dove invece entrano in gioco gli altri sensi in maniera altrettanto efficace per compensare la mancanza). L'udito fuori dalla norma le permette invece un'equilibrio impressionante.
    N.B. Questa abilità influenza sì i sensi, ma non il tempo di reazione o in generale i riflessi, a differenza dell'abilità Istinto Animalesco.

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Lysergium ~ quando entra in circolo, questa composizione agisce principalmente come un potentissimo allucinogeno; i suoi effetti coinvolgono tutti e cinque i sensi in spaventose illusioni molto reali con un effetto simile ai "bad trip" causati da alcune sostanze presenti in natura, accompagnati da forti sensazioni di ansia e paranoia. Lo scompenso sensoriale inoltre può causare ipersensibilità al dolore crescente, che insieme alla paranoia possono condurre alla follia.
    [Precisazione: diversamente rispetto all'abilità Illusioni Mentali, la percezione e la reazione al trip stanno all'avversario; il possessore dell'abilità non può controllare le visioni.]
     
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    uando la goccia si attiva un mare di tenebra avvolge Gabriel formando un tornado oscuro e silente.

    L’essenza delle Mietitrice sembra rispondere o attivarsi contemporaneamente e Ben viene avvolto da una colonna di energia ectoplasmica.

    I due fenomeni si fondono in un globo vorticante che spazza via ogni manifestazione cosmica nell’area, rompendo il cristallo nero a protezione del Nucleo senza però danneggiare quest’ultimo.

    La sfera giunge al punto di rottura ed esplode con un suono sordo.

    Se le alterazioni su Ben e la sua essenza sono minime, Gabriel è una sorta di conglomerato di tenebra e l’arma titanica è ora estensione del suo braccio destro.

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    Gab e Ben

    La vostra forza rivaleggia quella mostrata dal Re Rosso o dal Drago Nero.

    Non solo siete ugualmente, o più forti, ma percepite un innalzato livello di consapevolezza, conoscenza e coscienza.

    Ciò che vi circonda sembra estremamente chiaro, il fluire dello spazio-tempo, i tessuti che lo compongono, le regole che tengono insieme la realtà.

    Sentite di poterle persino padroneggiare… come se foste stati voi a crearle.

    La sensazione è inebriante e terribile.

    Quando la trasformazione è completata vi rendete conto che Black e Candice non sono più lì… di loro e del loro cosmo non v’è più traccia.

    Candice e Black Star

    L’esplosione vi scaglia lontano ma riuscite in qualche modo a contrastarne la spinta.

    Candice è la prima a sparire, come se lo spazio l’avesse inghiottita.

    Black sente una terribile pressione mentale, come se la sua mente fosse legata a quella dello Scorpione Nero come fossero in cordata mentre questa sta precipitando… ed in fine precipita anche la sua.

    Quando riaprite gli occhi vi trovate in un luogo famigliare per Candice.

    mame-cinema-twin-peaks-la-red-room-diventa-unopera-di-street-art-992x680


    Una stanza rossa e nera, dove la musica ed il fumo dei sigari ammantano ogni cosa.

    Candice

    L’uomo in bianco, il cui volto è ancora indistinguibile e simile ad un globo di vetro, si volta verso di te e si alza dal tavolino.

    Oh Candice, sono felice che tu sia giunta, il benefattore – come l’hai chiamato tu – è qui e desidera tanto conoscerti.

    La sua voce è sempre più disturbante e ad ogni tuo battito di ciglia il suo viso cambia e diventa più definito.

    Ogni suo viso è il viso di un uomo che hai conosciuto al bordello di Mrs. Castaway. Le percezioni aumentate dal tuo potere e da quello di Traya iniziano a farti penetrare meglio in quella sorta di set teatrale.

    I volti di chi hai conosciuto terminano e rimane la sfera rotonda priva di occhi e bocca, la sua sommità inizia a spaccarsi, mostrando oltre la spaccatura decine di denti acuminati.

    thtadEd
    Vedo che non c’è più bisogno di me.

    Mentre la creatura e tutti gli altri presenti scompaiono, gli aspetti più indefiniti iniziano a chiarirsi, i contorni si fanno più evidenti e meno sfumati.

    Quello è il bordello di Mrs. Castaway.

    Però nel bordello di Mrs. Castaway non c’era mai stato quel nero sul pavimento, né una statua.

    Quando te ne rendi conto il nero sul pavimento inizia a muoversi come fosse seta leggera fino ad andare ad avvolgere la statua alle tue spalle dandole vita e mutandola.

    E’ un piacere conoscerti di persona Candice, vedo che hai portato con te il giovane e promettente Ariete Nero. Molto bene.

    La figura non è più femminile, ma maschile così come la sua voce, una figura sulla cui fronte campeggia una cicatrice a forma di croce.
    ZKzKmG0
    Spero che ciò che hai trovato nelle Isole Dahlak si sia rivelato utile per la tua ricerca della conoscenza.


    eqoBy1Q




    It_Was_Me__Dio!

    Ben e Gab.
    Siete energia divina, ma vi sentite più di dei, non siete i giocatori più forti o semplicemente serbatoi pieni di energia, siete come quelli che il gioco l’hanno creato.

    Quando le vostre due forze si manifestano sentite una strana sensazione di déjà-vu, come se le energie che maneggiate abbiano già combattuto assieme contro il Caos in quel luogo – o prima che quel luogo fosse tale – e che poi sempre li si siano scontrate tra loro.

    Ben acquisisce l’abilità necrocosmo, dimensioni e influenza mentale

    Gab i poteri di Giapeto sbloccati

    Gab.
    La lacrima non ti possiede dandoti i poteri di tenebra, ma sembra sbloccare in te nuovi poteri sopiti da tempo. È come se il potere del Dio Antico faccia passare il programma di Gab da base a premium ehsi

    Capisci che nella mietitrice c’è qualcosa di simile alla Goccia di Tenebra. Il tipo di cosmo che Ben manifesta ha le caratteristiche di emanazione di un dio antico, cioè il dare la sensazione – positiva e negativa – della cosa che quel dio rappresenta.

    Nel caso di Ben senti prima l’idea rilassante della pace finale, dopo di che percepisci il terrore della fine assoluta. È tipo un debole effetto mentale, quindi non ti squassa minimamente.

    Inoltre, non ci sono segni di possessione o altro. Come per te, la “goccia di morte” ha sbloccato i poteri della spada e quindi di Ben. Lo sfilacciamento delle Regole in quel luogo deve aver permesso al meccanismo di attivarsi pienamente solo ora.

    Per tramite del potere che Nihilus ti ha dato prima di partite del la Torre sai le cose che i black si sono detti nelle altre parti della quest, quindi sai che la Mietitrice è stata forgiata da Nupraptor e da Iberus sotto le istruzioni di una non meglio precisata antica entità della Morte. Forse quella entità può aver nascosto la “gioccia” nella spada.

    Capisci inoltre che Black e Candice sono stati buttati in una sorta di dimensione “mentale” da Ben, quasi inconsapevolmente mentre sbloccava i suoi poteri.

    Senti di non potervi accedere.

    Lo scontro finale può avere inizio.

    Candice e Black
    NOTA: Per chi legge il luogo in cui si trovano e i personaggi in esso appaiono qui: LINK

    Vi trovate in una prigione mentale/dimensionale. Agite come meglio credete.

    Per Black: grazie al tuo potere psichico capisci che quello deve essere un ricordo bello e saldo per Candice, un ricordo che difficilmente lascerebbe andare o cambierebbe, il che lo rende una prigione mentale resistentissima e ben protetta all'interno della sua coscienza.
    Senti inoltre che è stato facile intrappolare anche te a causa del legame mentale che hai creato con Candice per salvarla la prima volta da Oculus e la seconda volta dal Re Rosso.

    Il tizio che compare (:D) non emana alcuna forza cosmica, sembra parte del luogo stesso.

    A voi :zizi:

    Termine mercoledì 30 novembre



    Edited by Gorthaur - 23/11/2017, 15:36
     
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    In un singolo istante, l'intera complessità della creazione sembrò fermarsi, trattenere il respiro. In un solo istante due vastità che non erano ne comprese ne previste dai progetti originali si scatenarono, eruttando un potere mai visto negli ultimi milioni di anni in prossimità del delicato sistema che reggeva l'intera realtà.

    Gabriel Fon Faust terzo, privato oramai di ogni titolo e ogni specifica capacità, venne avvolto dalla tenebra primordiale di Erebo, instillata in lui tempo prima in una sola goccia. Una microscopica frazione di potere di ciò che l'aveva originata, ma una massa di pura potenza abnorme per gli standard limitati e regolati della semplice realtà del multiverso. Reagendo al volere della goccia stessa, Gabriel aveva scatenato quel potere sigillato dentro di lui - che era rimasto in attesa dello scontro finale contro l'Angelus - per proteggere il nodo centrale dall'assalto improvviso e inspiegato di Benoit.

    Le tenebre si diradarono dal bozzolo formato attorno a lui, e in una nuova consapevolezza, Gabriel osservò l'ennesima forma assunta in quella storia. Non c'era più una chiara distinzione tra tenebra e corpo, era vero, così come la lama di Giapeto era diventata tutt'uno con il suo braccio. Una estensione metallica e crudele, tuttavia capace di senso e orientazione come se fosse stata a tutti gli efftti una parte del suo corpo fisico. Un cambiamento curioso, e Benoit, che oramai aveva risvegliato il PIENO potere della Mietitrice di anime era pressoché invariato. Forse era sempre stata quella la vera forma del suo vero potere. Forse il fatto che Benoit avesse aspetto umano era sempre e solo stata una mera coincidenza. Gabriel serrò la mandibola.

    In uno strano istante, tutto cominciò ad avere estremamente senso e a non averlo più. Un senso di nostalgia pervase Gabriel. No, non nostalgia, familiarità era un termine più adatto. La sensazione che tutto ciò fosse già successo, o meglio che i loro poteri si fossero già scontrati. Forme indistinte o indistinguibili danzarono nel retro della sua mente, la chiara idea che i due poteri che si trovavano di fronte avevano già combattuto assieme contro le forze del caos un tempo, per poi scontrarsi l'una contro l'altra davanti in quel luogo. Tutto questo era già successo.
    E nell'osservare Benoit, recipiente di un antico e terribile potere, Gabriel ebbe curiose sensazioni. Nella figura del portatore della mietitrice ebbe sensazioni diametralmente opposte, eppure così perfettamente legate. Sentì l'attimo di sollievo che pone fine ad una lunga sofferenza, l'attrazione del riposo eterno come ultima ricompensa, ma nello stesso istante l'attanagliò il terrore assoluto dell'ignoto, della consapevolezza intrinseca che alla fine ogni essere vivente muore solo. Nel singolo attimo in cui si oltrepassa il confine che delimita il concetto della vita non c'è compagnia, non ci sono legami, nulla. Nell'atto di morire si è irrimediabilmente soli. Ma in tutto questo, le sensazioni più curiose furono originate da Gabriel stesso, dalla sua intima comprensione di se stesso e della realtà che li circondava. Dove in un istante vedeva il vorticare delle energie del caos attorno a loro, in un istante successivo vedeva la struttura intrinseca di quelle cose, come se fosse capace di distinguere nettamente i singoli atomi e le interazioni molecolari contemporaneamente al vedere la realtà svolgersi normalmente. Riusciva a vedere sia le foglie e i loro processi biochimici che l'albero nella sua interezza. La user interface e i codici dietro di essa. E per qualche motivo Gabriel non si sentì sopraffatto da quelle sensazioni, o almeno non a livelli invalidanti. Anzi, in tutto questo Gabriel percepì una sensazione di completezza, come se quella conoscenza gli stesse donando la pace dopo anni di febbrili ricerche. Questo aveva sempre cercato, ed in quell'attimo di eterno pericolo lo aveva ottenuto. Sentiva un immenso potere fluire dentro di sé, ma poteva definirlo immenso solo perché aveva ancora memoria dei metri di misura utilizzati fino a poco prima. In quell'istante gli sembrava naturale, giusto , e nonostante sentisse l'intera esistenza vibrare e agitarsi completamente attorno a lui, Gabriel non poté fare a meno di sentirsi soddisfatto. Informazioni e calcoli fluirono nella sua mente. La goccia aveva risvegliato strane capacità in lui, e la consapevolezza dei loro funzionamenti e finezze. Tutto aveva estremamente senso, e in tutto questo Gabriel notò la strana armonia che tutto ciò aveva con la spada di Giapeto. Qualcosa da indagare in seguito, di sicuro. Da dove venivano queste capacità? Non era un semplice upgrade dato dalla goccia, ne era consapevole. Non erano poteri presi in prestito ma capacità intrinseche del suo cosmo, sopite fino a quel momento e risvegliate appieno durante lo sfilacciamento della realtà causato dallo scontro appena concluso.

    L'ipotesi di essere una singolarità accarezzò la mente di Gabriel. Forse era un'esistenza troppo potente per manifestarsi appieno nell'universo e solo in quel momento di estrema crisi ed instabilità strutturale poteva finalmente mostrare il proprio pieno potere. Questo poteva spiegare il suo eterno senso di insoddisfazione, il continuo cercare potenze maggiori da accumulare e incorporare a ciò che il semplice cosmo poteva donargli.
    Poi si rese conto di una cosa. Il meccanismo di assorbire energia dall'ambiente, anzi, di assorbire la struttura stessa della realtà, smantellarla ed emettere la potenza del Khaos era lì, nella sua mente, chiaro come respirare. La realizzazione di poter compiere tale azione autonomamente ,senza la spada Nidhoggr mandò un brivido gelido lungo la sua schiena. E finalmente capì che tale capacità semplicemente utilizzava la spada come aggancio per esprimersi, non ne era il requisito fondamentale. Yawgmoth aveva ragione, la spada era poco più di una stampella per reggersi in piedi quando poteva farlo da solo. Si morse il labbro all'idea di quanti sacrifici avrebbe potuto evitare se fosse riuscito da solo a raggiungere il proprio pieno potenziale. Quella spada lo aveva usato completamente, lo aveva illuso di essere indispensabile e nel frattempo ingrassava con le anime delle vittime che Gabriel pensava di necessitare.
    Aveva sbagliato appieno.

    In Benoit percepì sensazioni simili alla sua. Una emanazione affine alla goccia dentro di lui. Così capì. Come lui, Benoit era stato "scelto", o meglio manipolato. Grazie alla conoscenza condivisa da Nihilus prima di partire per la torre, Gabriel sapeva come era stata forgiata la mietitrice di anime. Una antica entità legata alla morte aveva istruito l'acquario ed il capricorno originali nella creazione di tale arma. Ed erano stati ingannati, era chiaro per Gabriel. Quella entità aveva istruito gli alchimisti nella creazione dell'arma in modo che potesse sfruttarne il portatore al momento giusto, e sferrare il colpo di grazia alla realtà. Un grande rammarico invase Gabriel quando realizzò che Benoit era poco più della pedina di qualcuno, andando contro a tutti i suoi ideali e principi. Certo, anche lui lo era, ma aveva accettato l'idea già ai tempi del Cern, quando capì le vere dimensioni del gioco in corso.

    Non sarà la prima ne l'ultima volta che certe forze si scontreranno, Gabriel realizzò questa amara verità. La conservazione dell'universo sarebbe stata l'unica azione mai compiuta da Gabriel che fosse degna di nota. Tutto quello che aveva fatto da Daimon, Spectre o black saint non aveva nessun vero significato o effetto duraturo, nel grande schema. Il suo intero io gli parve così insignificante tutto d'un tratto. Ma ora era lì, a brandire un potere più grande di qualunque altro dio esistente sul pianeta. Se solo avesse voluto - o avesse avuto tempo - avrebbe potuto schiacciare Athena, Poseidone e Hades come insetti. Una sensazione di gloria e possibilità infinite lo avvolse.

    Sferzò la lama del suo braccio destro in un punto immaginario accanto a sé. La lama penetrò di qualche millimetro nel tessuto della realtà e Gabriel lo percepì chiaramente. Non stava lacerando una stoffa invisibile. Si stava interfacciando con essa, prendendo il pieno controllo di ogni fibra e maglia nel punto toccato. Sentì ogni particella fondamentale slittare, riposizionarsi a dovere in modo che il grande portale si spalancasse accanto a lui ubbidendo al suo assoluto volere. La voragine dai bordi netti si spalancò continuando la linea ideale tracciata dalla lama di Gabriel. Due mani artigliate afferrarono i bordi del portale e una enorme figura si issò fuori. Gabriel la osservò attentamente, senza conoscere che cosa il suo potere avesse creato. La sua abitudine, il suo modo di combattere aveva portato Gabriel a desiderare qualcosa con cui potesse contrastare le capacità eteree della mietitrice, ora che le tenebre primordiali l'avevano abbandonato, così come la sua capacità di modellarle in costrutti limitati solo dalla sua volontà.
    Le sue nuove conoscenze e capacità comprendevano la nozione di poter richiamare "qualcosa" da luoghi che non conosceva e che esulavano dalla sua normale comprensione. Si aggrappò a quell'idea e agì, desiderando "qualcosa" per proteggere la propria anima.
    Agitandosi in preda ad un oscuro furore, la gigantesca creatura fuoriuscì dal portale, circondata da lingue sferzanti di tenebra, provenienti da luoghi che Gabriel non conosceva e non immaginava.
    Non era un Darkling, questo era certo. Nell'osservarla Gabriel vide chiaramente gli atomi responsabili della vita agitarsi nel suo corpo, la respirazione, il sangue che scorre, ogni fenomeno necessario alla vita era in essa. Un enorme torso femmineo sovrastava un corpo draconide, giungendosi ad esso nel punto in cui il collo della bestia doveva cominciare. E nel punto di unione strane energie vorticavano e schiumavano. La creatura - similmente ad un centauro - si impennò sulle zampe posteriori e spalancò le ali, gridando e ruggendo a piena forza mentre le sue mani umane accarezzavano l'aria con gesti misurati, tracciando strane e complesse forme davanti al proprio corpo. Gabriel non poté fare a meno di notare come la parte umana fosse nuda, e in essa vide una bellezza ideale, archetipica, così assoluta da essere inquietante. Una sensazione antica attraversò Gabriel, un senso di nostalgia e di già visto. In tutto questo una cosa era innegabile, Gabriel percepiva chiaramente l'energia eterea che quella creatura brandiva, e comprese che il suo bisogno inconscio era stato soddisfatto dagli strani meccanismi che muovevano i suoi nuovi poteri.

    Perché Benoit, perché annichilire il creato? - chiese a Benoit, portando la lama di Giapeto in avanti, in una strana guardia che mescolava una posa da scherma e una di arti marziali a mani nude. La punta della spada rivolta in avanti verso la gola di Benoit, la mano libera all'altezza della guancia opposta. - Se volevi morire, cessare di esistere, c'erano infiniti modi in cui avrei potuto aiutarti, per evitare che la tua anima finisse in balia di qualche entità. - L'energia dentro di Gabriel cominciò a ribollire, espandersi in colori cangianti e in sfumature che fino a poco prima nemmeno Gabriel stesso avrebbe potuto concepire o percepire. A quel punto, solo l'immaginazione di Gabriel era il suo limite. - Non lascerò che il tuo egoismo coinvolga tutti.

    Mosse la lama con un gesto rapido, dall'alto verso il basso, una linea perfettamente perpendicolare. Lo spazio si agitò attorno a lui, si contorse ed esplose in forme geometriche, spalancando un abisso sullo spazio siderale attorno a loro, generando una zona di delimitazione atta ad intrappolare i due, sospesi nello spazio infinito. Corpi astrali mossi dalle ere danzarono attorno a loro, radiazioni di stelle a neutroni lampeggiarono in brevi istanti e le stelle si stiracchiarono in infiniti strali di luce mentre lo spazio si muoveva attorno a loro. Infine, in un ultimo glorioso lampo di luce, la figura di Gabriel si stagliò di fronte ad una enorme stella, il cui rosso gravava proiettando cupe ombre. Una stella gonfia, morente la cui luce non riusciva a penetrare i contorni dell'ammasso di Tenebra che era il corpo di Gabriel.
    Poi la stella divenne una supernova, alimentata dall'energia di Gabriel. La superficie della stella si espanse, inglobando l'intero sistema planetario che le orbitava attorno, un evento di infiniti tempi avvenuto in un singolo istante alla velocità della luce. Un'onda d'urto dalla potenza incalcolabile alimentata da Gabriel che aveva creato un sistema di portali all'interno del nucleo incandescente della stella per eruttare energie caotiche al suo interno e forzarne l'esplosione. La luce invase ogni cosa mentre l'onda d'urto di gas incandescenti e venti elettromagnetici si diresse contro Benoit.
    Ma a quei livelli, tutto ciò era poco più di un disturbo.

    L'onda d'urto, il cui scopo era quello di avvolgere Benoit, si trasformò subito dopo in una attrazione, nel collasso della stella morente, attirandolo verso l'inevitabile seguito della morte di una stella di tali dimensioni. Un buco nero. Un collasso gravitazionale capace di distorcere lo spazio e il tempo, e per proprietà inversa il controllare le distorzioni spaziali garantiva controllo su tale fenomeno. Così Gabriel, nascosto dalla luce della supernova entrò in un portale generato all'istante. E nello stesso istante l'attrazione svanì, poiché il nucleo stesso della stella era scomparso, inghiottito dai portali caotici che lo circondavano. Lo spazio si distorse alle spalle di Benoit, il quale Gabriel sperava fosse momentaneamente distratto dai giochi di repulsione e attrazione della supernova, e da un nuovo portale Gabriel scivolò fuori, con la lama sollevata. A un millimetro di distanza dalla lama una massa nera, grande un paio di metri. Un nero assoluto la costituiva e la sua sola presenza deformò lo spazio immediatamente adiacente. I portali avevano rapito il buco nero, nutrito e rigonfio delle energie caotiche generate da Gabriel, e lo portarono tra le sue mani, manipolato dalle strane energie che scorrevano nella spada. Una massa di distorzioni dimensionali capaci di disintegrare qualunque cosa toccassero, con una forza di attrazione assoluta, nelle quali la forza disintegrante del Khaos si agitava lambendo l'orizzonte degli eventi.
    Con tale abominio a sua disposizione, Gabriel vibrò un fendente, con l'intenzione di schiantare il buco nero sul corpo di Benoit e disintegrarlo sul posto, intrappolando la sua materia in una infinita attrazione dimensionale.

    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ D I V I N A
    CASTA ♦ -
    CLOTH ♦ -
    STATUS FISICO ♦ danni diretti da ciò che è passato oltre dell'attacco di ben
    STATUS MENTALE ♦ X

    RIASSUNTO AZIONI: Evoco campe per precauzione, poi creo una pocket dimension attorno me e Benoit, sparandoci nello spazio siderale, muovendolo in modo che dietro di noi ci si trovi una stella che sta per andare nova. Gab la nutre eccessivamente d cchaos fino a farla esplodere, in modo che l'onda d'urto e il suo collasso investano ben [attacco debole] per destabilizzarlo. Poi rubando il nucleo che sta collassando con un portale, mentre la stella collassa in un buco nero Gabriel si portala alle spalle di ben, con suddetto buco nero GONFIO di chaos disintegrante e pressione dimensionale, e glielo tira addosso per schiantarglielo nel coppino [attacco forte]
     
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    La realtà di quel non luogo si sfibrò su se stessa. L'ira del cancro nero venne recepita dal vettore fisico come una semplice interruzione. La voce del corpo, ormai singola e roca, emise poche parole in un'espressione priva di emozioni. Una maschera di vetro priva di rughe d'espressione. Una bocca che, come fornace, emetteva particelle di fumo nero atto a esalar verso la direzione in cui le parole si dirigevano.

    Tuo, Gabriel? Guarda ciò che ti circonda. Nulla è mai stato in possesso di nessuno. Nemmeno le particelle subatomiche che ci compongono sono mai state di proprietà di qualcuno.

    Il verbo si perse verso la fine come coperto dall'esplosione di un silenzio così opprimente da cancellare il suono. Le due lame si colpirono e fu il cataclisma. Il fuoco bruciante di una nuova rinascita. Un'ennesima esplosione di vita prima della fine ultima.

    Ciò che però il morbo non calcolò fu che l'energia spirituale, così sommamente emessa al suo estremo, riaccese quel tizzone di vita ed identità così oppressivamente soffocato dalla cancrena sovrastante donandogli nuova linfa per bruciare. Gli occhi del corpo ultimo di Ben divennero nuovamente i suoi, lunghi solchi neri bruciarono le sue guance in rivoli di liquido dalla potenza di un sole morente. La radiazione emessa dalla sua stessa presenza lo protessero dall'annichilimento mentre il dolore tornò alla superficie del suo io emergendo dai flutti dell'esistenza. Per un attimo un sorriso tirato smosse il suo nuovo viso. Stava provando tutto.

    In un istante le ere divennero attimi, gli attimi frangenti così infinitesimali da essere incamerati a livello inconscio e subito archiviati. Senza accorgersene i suoi occhi, ormai privi di quell'energia, ridotti a due polle nere prive di bulbi, si posarono sul nocciolo nudo del nexus. Non stava ignorando Gabriel e la sua nuova forma di persistenza nel multiverso, non avrebbe potuto. Egli era come tutto era.
    In quello stesso istante il senso stesso di ogni cosa si sciolse come un nodo, il nodo gordiano che tanto anelava spezzare si era sciolto da solo e ora tutta la conoscenza da esso racchiusa era fluita in lui per poi diventare egli stesso fatto di conoscenza.

    Pianse. Rise. Fremette. Strepitò. Contemplò in eterno silenzio. Urlò di gioia. Grugnì di dolore. Gemette di disperazione. Provò amore e odio. Nacque e morì infinite volte ripiegandosi su se stesso, implodendo ed esplodendo, crescendo e diminuendo di intensità. Tutto in quel singolo, fatidico istante.

    Alla fine di quel meraviglioso e terrificante delirium tremens la forma del mietitore si trovò di fonte a quella di Gabriel. Con estrema calma e un candore quasi puerile comprese. Rivedeva in Gabriel uno strumento, proprio come egli stesso era, un semplice mezzo per raggiungere un fine, fine che non avrebbe avuto alcun senso, proprio come quello scontro, proprio come il concetto stesso di esistenza. Chinò leggermente il capo di lato con espressione quasi rattristata, le cavità nere dei suoi occhi assenti puntate in avanti. Non vedeva, non ne aveva bisogno. Lui sapeva la perfetta ubicazione di ogni cosa e dove ogni cosa era e sarebbe stata. Conviveva, in ogni minima dimensione del multiverso e nello stesso istante, la stessa lama che era puntata al suo collo, così come ogni altra cosa, fenomeno o pensiero. Tutto era e tutto sarebbe stato...fino a che non avrebbe guidato il meccanismo ultimo che avrebbe portato alla fine di quel continuo, vacuo, divenire.

    Tutti i grandi cambiamenti richiedono dei martiri. Muoverti a vendetta per le mie azioni è una ragione sufficiente, almeno è onesta. Odiami pure. So che lo farai e che non lo farai. In questa dimensione specifica tu mi odierai. In un altra no. Il fatto stesso che noi siamo qui rivela che non vi è alcuna dimensione in cui il mio piano sia andato fino in fondo.

    Disse a Gabriel senza bisogno di parole.

    Lo stupore umano che provò in seguito lo avrebbe ricordato per sempre. Non vi era odio nel voler distruggere l'esistenza ma un senso ultimo di dovere, quasi di responsabilità. La morte di una stella era qualcosa di poetico da vedere e terribile da vivere nella dimensione alternativa creata da Gabriel, una creazione volatile a riprova di quanto l'esistere e la nascita di nuove dimensioni si espandeva come un tumore in metastasi velocissima. La vita che creava altra vita in bolle di realtà, una dentro l'altra fino a perderne il conto. Da distruttore a creatore Gabriel aveva fatto il passo verso forze diametralmente opposte a quelle che lo avevano mosso ad essere il cancro nero. Quale ironia!

    Vide ogni cosa come già vissuta e allo stesso tempo come se fosse estremamente nuova. Non un deja-vu quanto più un misto tra inconscia consapevolezza e curiosità. In diverse dimensioni le forze di Gabriel lo avevano annichilito, in altre stavano per farlo, in altre ancora non erano riuscite nell'intento. In questa dimensione il mietitore convogliò nel suo vettore permanente, altresì detto corpo, il concetto di energia contrario all'esistenza che le creature mortali, come lui era un tempo, definivano "necrocosmo". Quel potere non si nutriva né cresceva, veniva posto in essere per far scomparire ciò che era. Ne comprese il pieno potere, lo maneggiò con la stessa maestria con cui, in vita umana, maneggiava le lame e allo stesso tempo lo utilizzò per proteggersi. Emettendo questa estrema radiazione consumatrice contrastò la creazione e distruzione di Gabriel. Ne venne scosso, meno che in alcune esistenze e più che in altre, ammise senza sorpresa di esser tempisticamente indietro quando la sua lama, il suo braccio destro e quello sinistro, si incrociarono con quella del suo avversario. Conscio dell'estremo potere generato il suo tentativo sarebbe fallito, usò quel fallimento e piegò lo spazio alle sue spalle per aprire una via al di fuori di quella sotto-dimensione e la propulsione dello scontro di energie come mezzo per muoversi.

    Dallo scontro le braccia del suo vettore fisico ne risultarono gravemente danneggiate, crepe nere e bruciature profonde fino all'osso ricoprirono mani ed avambracci fino alle spalle. Fuoriuscì dallo squarcio dimensionale rapido come una stella cadente con una scia di energia caotica ad inseguirlo. Ricadde, collocandosi a pochi metri dal nexus dimensionale, fumo semitrasparente da ogni parte del corpo, vapori roventi erano la risposta del non luogo all'emissione del necrocosmo.

    Lasciò che chiazze di liquido nero cadessero dai suoi arti mettendosi in posizione di difesa, un riflesso condizionato della sua vita umana, e attese l'arrivo di Gabriel o un suo nuovo assalto comunicandogli ancora

    La nostra presenza qui non altera la storia, ci incontriamo qui perché ci siamo costretti; ci siamo sempre incontrati qui. La storia è stata, fino ad ora, inalterabile. Dunque tu non mi distruggerai qui come non lo farai in altre dimensioni.


    Riassunto azioni: Uso il necrocosmo per evitare, per quanto possibile i danni da bordello creati nella pocket dimension.
    Mi volto e uso la mietitrice ed il necrocosmo per difendermi fisicamente dal mega fendente di Gab, con dimensioni apro un portale alle mie spalle che mi riporta dov'ero prima sfruttando come movimento lo scontro tra la mietitrice e l'attacco nemico. Non attacco, mi avvicino solo quanto possibile al nexus e "parlo" a Gab.


     
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    l respiro successivo portò l'odore pesante dei sigari, del sesso e dei soldi. Si bloccò nella gola di Candice come un boccone troppo pesante da ingoiare, facendola trasalire e sbattere le palpebre; inspirò, portandosi di riflesso una mano alla fronte e stringendo con l'altra l'impugnatura del fucile. Tra le dita danzavano ancora gli ultimi strali del Cosmo che aveva usato per difendersi dallo scontro fra Gabriel e Benoit, quello che aveva visto poco prima di cadere.
    La sensazione, almeno, era stata quella di cadere. La realtà era stata ben diversa, come un passaggio da una stanza a un'altra.

    Una stanza che conosceva come le sue tasche. Come avrebbe potuto, in fondo? In quell'angolo fra Palmetto Street e Alameda, dentro quella porta blindata nera con i profili rossi, ci aveva passato una parte consistente della propria vita. Una parte equivalente a quella che aveva passato insieme ai suoi genitori e suo fratello, ora che ci pensava.
    Il bordello di Mrs. Castaway in realtà era un club. Ci si passava per fare un tiro a un sigaro mentre una bella ragazza in abiti succinti ti porgeva del whiskey scadente e bastava un segnale giusto al momento giusto per andare di sopra. Liza Bonhams, quello era il vero nome della matrona che aveva investito ogni centesimo strappato al marito in quel posto, aveva visto giusto: la gente in quella parte di Los Angeles, all'ombra delle celebrità e della vita glitterata, voleva di più. Non poteva averlo, né poteva sperare di averlo, ma questo non impediva loro di fingere, in quel salotto rosso dal profumo pesante che impregnava le tende di velluto appese alle pareti.

    Candice aveva imparato a muoversi fra quelle tende, quando c'era bisogno di lei. Riusciva a passarci dietro quasi senza muoverle per raggiungere una parte o un'altra dell'edificio, riportando ciò che aveva origliato o emergendo da esse esattamente al momento giusto, con ciò che serviva. Era una piccola e gracile ombra, che la sera era costretta a infilarsi in un vestitino nero e svuotare le cassettine dove i clienti mettevano il denaro, oppure portare un cambio di asciugamani nelle stanze, quando loro erano troppo impegnate a sistemarsi per il cliente dopo.
    Ormai l'odore non lo sentiva neanche più.

    Ma quell'odore adesso le riempiva le narici, reso più intenso dalla fortissima ricodificazione delle sfumature in esso contenute: dove non ricordava, il cervello di Candice riempì con odori associati ad altre visioni e quel miscuglio raggiunse la definizione solo quando finalmente si riscosse da esso, avvertendo il clangore della propria armatura quando spostò un piede. Seguì quello di un'altra armatura e l'istinto, in quell'angolo nel retro della testa che riunendo le percezioni le suggeriva le cose, che si trattava di Black Star.

    « ...ma cosa...? »

    Esalò, mentre il suo sguardo aveva cominciato a vagare per la stanza e la sensazione di dejà-vu si arrampicava fredda sul suo corpo. Le afferrò i seni, penetrando fra le costole fin dentro il cuore e gelò tutto al suo passaggio: quella stanza la conosceva anche per qualcos'altro. Inspirò, avvertendo nettamente un pelo del collo dietro l'altro rizzarsi in una sensazione di pericolo generale, assoluto. Non dovevano essere lì. Dovevano essere al centro dell'universo, a combattere un'altra volta. Doveva riportare indietro suo marito, doveva uccidere una delle poche persone che poteva contare come amico. Doveva tornare da suo figlio.

    Perché erano lì?

    L'uomo senza faccia era ancora seduto al tavolo, quello dove avevano bevuto un bicchiere di vino in sogno. Il sapore di quel rosso le ritornò alle labbra, così come le parole che si erano scambiati: sembrava un'eternità prima, una dimensione a parte dove Candice aveva ancora i capelli castani e l'occhio pieno di vita in quel nero, animato dalla frustrazione di non venire a capo di un mistero in cui si era gettata anima e corpo...
    ...un mistero la cui soluzione si era presentata sotto forma di quella stanza e una mappa per le Isole Dahlak.

    Quando pronunciò il suo nome, Candice non riuscì a replicare: aveva la gola rigida, asfissiata da qualcosa a cui ancora non stava dando un nome ma stava cominciando a prendere piede dentro di lei allo stesso modo in cui una valanga inizia da una palla di neve. La bocca dischiusa, l'occhio che lentamente andava sbarrandosi e il tremito leggero che le agitava leggermente la punta delle dita.
    Vide nettamente la sfera di vetro cambiare, assumendo come il riflesso dei visi di uomini il cui ricordo affiorava man mano che svanivano e si passava al successivo.

    Mr. Darcy, che si faceva chiamare così perché citare Orgoglio e Pregiudizio gli aveva guadagnato la sua prima notte gratis - era il libro preferito di Mrs. Castaway.
    Oliver Chatney, il proprietario di gran parte dei negozi di abbigliamento della via, per cui le ragazze erano disposte a fare gli straordinari pur di avere gli sconti.
    Mr. Black, che scherzava con Lily Belle di averla marchiata come sua proprietà e sarebbe poi fuggito con lei. Che fosse consenziente o meno, era un discorso a parte.
    Diamondback, quello sguardo che un giorno avrebbe realizzato essere quello di chi sta riflettendo alle parole chiave con cui venderti.
    Terry Andrews, che le aveva riparato il pianoforte su cui aveva imparato a suonare e aveva chiesto in cambio solo un abbraccio. Lo avrebbero arrestato tre anni dopo, per pedopornografia.

    Uomini che aveva seppellito nei recessi della propria mente, fra le risate complici e le piccole faide interne dove lei aveva imparato a giostrarsi, traendo i piccoli vantaggi che una quattordicenne semi-analfabeta può volere. Aveva imparato a truccarsi spiando le ragazze prepararsi, a parlare di ragazzi confrontando accuratamente l'idea che aveva di loro con la possibile prestazione sessuale, aveva lentamente tratto fuori melodie orecchiabili da quei tasti di avorio, consumando i dischi sul walkman per far corrispondere il suono a quello che veniva dai tasti; riusciva a flirtare e a trovare cosa le persone volevano.
    Le avevano insegnato a essere paziente, perché tutte queste attività erano lente da assimilare.

    E quando si voltò, conobbe il vero significato della pazienza.

    Non aveva mai visto quell'uomo, ma non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che forse non lo aveva percepito così. Con le mani nascoste nelle maniche dell'abito nero, l'accenno di sorriso sotto la barba e la cicatrice scavata sulla fronte. Gli occhi erano due braci serene e ardenti.

    « Spero che ciò che hai trovato nelle Isole Dahlak si sia rivelato utile per la tua ricerca della conoscenza. »

    Il respiro di Candice si era fatto corto, mentre i pezzi si connettevano lentamente l'uno all'altro. Clac, clac, clac, si incastravano e il treno dei pensieri proseguiva la sua corsa, aumentando progressivamente la sua velocità. I binari stridevano sotto il peso, le scintille appiccavano fuoco alla sterpaglia intorno e i passeggeri nelle carrozze cominciarono a dire le loro preghiere.
    Perché stavano tutti per morire.

    Tuttavia, quando rispose la voce le uscì quasi calma. Non era tremante, come si sarebbe aspettata mentre nella sua testa rivedeva se stessa partire per le Dahlak e recuperare gli holocron che di lì a pochi mesi avrebbero portato l'intera Death Queen Island a combattere per la salvezza del multiverso.

    « Una soddisfazione di breve durata, dato che stiamo tutti per morire. Quella mappa ha portato a una strana catena di conseguenze. »

    Deglutì a fatica, poi con più decisione, mentre gradualmente riacquistava la padronanza di se stessa. Sentiva lo sguardo di Black Star su di sé.

    « Non posso dire che non le abbia gradite. La conoscenza si trova e si prende così com'è. Grazie per la mappa, chiunque tu sia, ma adesso dobbiamo tornare ad occuparci di una questione leggermente più pressante.
    I problemi delle persone impegnate.

    E ho come la sensazione che tu stia prendendo tempo. »


    Il controllo che stava avendo su di sé era così forte che ogni movimento corporeo era regolato al millimetro. Un singolo errore e tutto ciò che stava accumulandosi dentro di lei avrebbe raggiunto il limite.
    Non aveva idea di ciò che sarebbe accaduto, quando l'ultima goccia avrebbe fatto traboccare il vaso di ciò che sopportabile per il concetto di essere umano.

    narrato | « parlato » | pensato | « parlato altri » | ? telepatia ?
    raozhc7

    NOME • Candice P. Hayez
    ENERGIASuprema+
    CLOTH • Black Scorpio {VIII}
    STATO DELLA CLOTH • Perfetta
    FISICO • Braccio sinistro rotto, costole rotte, stiramenti e strappi muscolari generici
    MENTALE • Sull'orlo del tracollo

    RIASSUNTO AZIONI


    ABILITÀTECNICHE

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Opium ~ la presenza di questo veleno nel corpo dell'avversario implica un rilassamento generale dei muscoli e della mente, accompagnato ad una percezione sempre più debole del dolore fisico. Man mano che entra in circolo in quantità sempre maggiori, l'avversario potrebbe provare una crescente sensazione di pace e perdita della voglia di combattere, ma il rilassamento sempre maggiore delle funzioni corporee potrebbe portare a problemi respiratori. [Only GdR: una dose massiccia di questo veleno potrebbe portare alla morte dell'avversario per insufficienza respiratoria]

    Walkin' on Air

    Il controllo completo sull'elemento Vento da parte della Black Saint è un'altra abilità legata alla Black Cloth: gli attacchi che da esso derivano, spesso e volentieri combinati con il sangue velenoso di Candice nelle sue varie composizioni, la rendono una temibile avversaria specializzata nel combattimento a distanza - sebbene non sia da sottovalutare la versatilità di questo potere anche nel combattimento ravvicinato. Il livello di abilità raggiunto è ormai tale da permettere a Candice di manovrare la pressione e la quantità di ossigeno all'interno del suo campo d'azione [in seguito all'up dell'abilità a Energia Nera], ampliando ulteriormente la gamma pressoché infinita di attacchi o azioni possibili; partendo da semplici lame di vento, così sottili e veloci da potersi insinuare nelle giunture dell'armatura avversaria, fino ad arrivare a tifoni di proporzioni immense a causa dei quali persino l'ossigeno scompare, non c'è limite alla fantasia con questo elemento caratterizzato dall'essere pressoché invisibile e letale allo stato naturale.
    Inoltre Candice, manovrando le correnti sotto di lei, può utilizzarle per volare [Only GdR e da ritenersi come "camminare/correre sostenuto dalle correnti"] o compiere balzi ad altezza spropositata, spostamenti laterali improvvisi o addirittura, opponendo un forte vento contrario, rallentare e deviare colpi di tipo fisico o Cosmico.

    Animal I Have Become

    Lo scorpione è un predatore, e come tale deve servirsi di sensi superiori alla norma per cogliere di sorpresa le proprie prede: è così che Candice ha acquisito una vista, un udito, un odorato, un tatto e un gusto superiori alle normali capacità di un essere umano e di anche di un normale Cavaliere. Questa abilità la rende in grado di percepire l'avversario o i suoi attacchi semplicemente dalla vibrazione che essi producono nell'aria o sul terreno non appena entrano nel suo campo d'azione, rendendola un avversario difficile per chi usa le Illusioni Ambientali [non è da considerarsi un'immunità, bensì una leggera resistenza ad attacchi di questo tipo, inversamente proporzionale all'Energia avversaria]; inoltre, la sua vista potenziata le permette di vedere anche nella penombra più oscura, purché ci sia una fonte di luce, ma non nella totale oscurità (dove invece entrano in gioco gli altri sensi in maniera altrettanto efficace per compensare la mancanza). L'udito fuori dalla norma le permette invece un'equilibrio impressionante.
    N.B. Questa abilità influenza sì i sensi, ma non il tempo di reazione o in generale i riflessi, a differenza dell'abilità Istinto Animalesco.

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Lysergium ~ quando entra in circolo, questa composizione agisce principalmente come un potentissimo allucinogeno; i suoi effetti coinvolgono tutti e cinque i sensi in spaventose illusioni molto reali con un effetto simile ai "bad trip" causati da alcune sostanze presenti in natura, accompagnati da forti sensazioni di ansia e paranoia. Lo scompenso sensoriale inoltre può causare ipersensibilità al dolore crescente, che insieme alla paranoia possono condurre alla follia.
    [Precisazione: diversamente rispetto all'abilità Illusioni Mentali, la percezione e la reazione al trip stanno all'avversario; il possessore dell'abilità non può controllare le visioni.]
     
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    L'
    uomo osserva entrambi con attenzione, sorridendo alle parole di Candice.

    Oh nessun tentativo di prendere tempo, da questo punto in poi ogni esito sarà a me favorevole.
    Siete qui per aiutarmi a far sì che le probabilità che si cocreti quello che più guardo con favore aumentino.


    Fa per muovere un passo in avanti quando un cristallo nero spunta dal terreno quasi trafiggendolo.

    Non ho capito dove siamo finiti, ne chi tu sia, ne cosa tu voglia... ma abbiamo appena abbattuto un Dio del Caos, dopo aver affrontato i nostri "antenati"...

    La voce di Black non fa trasparire altro se non ferrea determinazione, il suo cosmo avvampa tanto da apparire simile a quello di Oculus.
    Il cristallo si espande inglobando l'uomo e ogni altra cosa, mentre lui e Candice vengono sollevati dalla telecinesi.

    ... quindi scusa se salto i preliminari e vado subito al momento in tu e le tue farneticazioni senza senso svaniscono nel nulla.

    In quell'istante il cristallo trasmette vibrazioni cinetiche a ciò che avvinghia disintegrandolo con se stesso, che sia materia reale o illusoria.
    Tutto è vuoto e buio, come lo schermo al termine di un film.
    Eppure la sensazione di prigionia permane.

    La tua confusione non è certo colpa tua, Black Star. Il tuo tentativo di distruggere la costruzione psichica che vi circondava è segno del tuo vivido intelletto.

    La voce dell'uomo ricompare, assieme alla sua figura e ad un mare di colori che va via via componendosi in numerosi paesaggi.

    WItQNfx


    Dopotutto siete come il marmo su cui uno scultore che lavora da cicli di tempo immemorabili.

    Il paesaggio continua a cambiare ed in esso si susseguono migliaia e migliaia di eventi in modo così veloce da risultare impercettibili.

    Ogni suo colpo sembra insignificante, fallimentare, crudele o semplicemente incomprensibile.
    Questo perché non riesce a vedere il disegno che collega quei singoli colpi.


    La forma del luogo si ferma in un grigio deserto privo di confini, sormontano da un cielo coperto di nuvole scure ed orribili.
    La vostra mente e la vostra essenza inizia a percepire un immenso senso di pace e di compimento.

    Così affannosamente difendete le sbarre della prigione d'inganni che chiamate Vita.
    Essa tuttavia non è diversa dal luogo in cui ora le vostre coscienze si trovano: un illusione.
    Pervicaci e testardi fuggite all'inevitabile incontro con la verità...


    L'uomo vi è più vicino ma quella sensazione di pace ottunde la minaccia che esso rappresenta.

    qXs2GKB


    ... ma per quanto lottiate non potete che oppormi una resistenza inerte e destinata a fallire... esattamente come il marmo.

    eqoBy1Q




    Ben e Gab.
    Andate pure avanti a menarvi :zizi:

    Candice e Black
    Black cerca di tirare giù la parte mentale della prigione, ma se ne ricrea semplicemente un'altra.
    Non ci sono vie di fuga dimensionali, chi ha creato la prigione è troppo potente.
    Quello che subite è una sorta di super attacco mentale/spirituale, vi sentite abbandonare e desiderare che tutto finisca poiché tutto ormai è compiuto.
    Considerate l'attacco come divino :zizi:

    Per Black: capisci che la prigione dimensionale si è solo ammantata del ricordo di Candice, non era composta da esso, quindi non c'è nessun legame con lei ne la danneggi se attacchi il tizio o l'area.

    A voi :zizi:

    Termine mercoledì 6 dicembre se ce la fate che poi c'è il ponte :zizi:

     
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    La classe è una cosa che ti viene da dentro come i rutti (L. Litizzetto)

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    Un Aiuto Inaspettato

    9ga3cuC

    Le note dolorose della battaglia risuonavano nello spazio come lo stridere di ferro su una superficie liscia. Vincoli antichi imponevano la quiete ma come tirarsi indietro, quando il mondo e le persone a cui tieni sono in pericolo? Fu allora che un raggio di speranza attraverso il buio più nero della notte, segnale che era tempo di raccogliere quello che si era seminato.

    Accadde tutto dolcemente. Un profumo di rose si spanse per l'aria. Non erano fiori qualunque. Quelle rose crescevano solo in una piccola serra semidistrutta di una casa nel cuore di Londra.
    Poi, accadde che il cielo grigio in quella dimensione si spogliò dei suoi veli, lasciando uno squarcio dal quale un cielo stellato con una luna, pallida e enorme, faceva capolino sul deserto sconfinato rischiarandolo. Una leggera melodia nell'aria, e a quel suono, il gioco mentale che avvinghiava i due si allentò.

    Lei sbucò dal nulla. I piedi nudi sul deserto, un lungo peplo di lino l'avvolgeva, la chioma rossa sospesa nell'aria ad ogni passo. Eterea come una visione, in quella dimensione mentale, la sua natura di dea si mostrava in tutta la sua potenza. Aveva l'aspetto di Bibiane, ma era fuor di dubbio che li aveva raggiunti Mnemosine, che della mente è sovrana.

    "Infine, nell'ora più buia un raggio di speranza per l'umanità".
    Passo davanti a Blackstar e il suono del solo fruscio di vesti alleviò la presa mentale dell'oscuro signore. La dea arrivò poi vicino Candice e le accarezzò il viso, liberandola dagli affanni mentali ai quali era sottoposta. Nei suoi occhi si riflettevano le stelle.
    "Amica mia, mi spiace tutto quello che avete dovuto subire. Sarei voluta.intervenire prima, arrivare fin dentro la tomba del padre, eppure c'erano catene che non mi permettevano di intervenire".
    La dea si gira verso l'uomo in nero. Il suo sguardo è pura fiamma, la suole parole lampo e tuono: la volontà divina si manifesta. Il deserto è scosso dai forti venti dello scontro delle due volontà.
    "Colui che avete davanti è Thanatos, fratello di Erebo e nemico dell'umanità e della vita. Voi siete stati manipolati da questo essere immondo. Lui vi ha spinto a riattivare la lacrima. Sua la colpa delle vostro sofferenze e delle mie..."
    Un sorriso beffardo si dipinge sul volto di Bibiane. L' aria si fa ha del veleno da consegnare al suo avversario.
    "Da quanto tempo puntavi alla Torre Nera? Pensavi davvero di avere la strada spianata? Ma che ingenuo. Hai cercato di contaminare il nostro sangue costringendoci a reincarnarci in Spectre e interdetto l'accesso alla tomba di nostro padre?"
    Un guizzo di compiacimento si disegnò sul volto della dea. Era un piccolo sporco segreto sepolto da millenni e ora rivelato.
    "Bravo, avrebbe anche funzionato se non fosse per la la tua hybris. Tu volevi usarmi per spezzare i tuoi di sigilli e nella tua tracotanza hai voluto sfidarmi sul campo mentale. Li ho scoperto i tuoi piani, stolto. Ti ho preceduto e sono riuscita a venire qui in veste di puro pensiero, beffando la tua maledizione".
    La dea alzò una mano al cielo e una luce intensa apparve nel suo palmo.
    "Tu non hai più potere qui, servo della notte, progenie oscura. La maledizione che ha contaminato il nostro sangue costringendoci a reincarnarci sotto il giogo di Hades è stata spezzata dalla Grande Falce. D'ora in poi i nostri spiriti saranno solo nostri. Temi il nostro ritorno. Sparisci nell'oscurità a cui appartieni!"
    Dal cielo piovero dodici scuri di luce, la Labrys, simbolo del potere di Mnemosine e emblema del labirinto. Al contatto con il terreno, le asce disegnarono un complicato disegno di luce intorno al dio della morte.
    I pensieri di Bibiane poi si rivolsero ai due black saint
    °Candice, questo è un nemico che non potete battere. Sono venuta qui solo grazie al legame che che ho creato quella volta a Londra. Perdonami se non ti ho detto nulla, ma per sventare i suoi piani dovevo agire in gran segreto. Ora dovete unire le vostre forze, resistere ed attaccarlo mentre io lo rendo vulnerabile. Buona fortuna, e perdonami Candice. Perdonami per tutto...°






    Abilità e Tecniche

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    tadaaa. Non potevo mancare, anche se solo come proiezione mentale. Perdonate errorrucci vari ma ho fatto tutto da cell.Vi lovvo e buons fortuna:*


     
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  14. » Black Star
     
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    Back In Black - PART 8

    » Black Star

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    Il cosmo dell'Ariete Nero avvolge quell'illusione sotto forma di cristallo e potere telecinetico, scuotendola fino alle sue fondamenta, ma quello che il ragazzo ottiene non è che un cambio di scenario. Qualunque sia la forza che lo ha trascinato in quella gabbia variopinta insieme a Candice, non sembra qualcosa che può affrontare di petto, con la semplice forza bruta.
    Quando la figura che pochi istanti fa è stata vaporizzata dalla sua telecinesi ricompare, non cede all'istinto di trafiggerlo con la sua arma; per quanto vorrebbe farlo, è ovvio che sia uno sforzo vano. Il vero corpo di chi sta muovendo i fili di quel teatrino probabilmente non è qualcosa che può arrivare a colpire con i suoi colpi in quel momento.
    Mentre il paesaggio attorno a loro diventa un caleidoscopio di forme e colori, lo sguardo di Black Star trafigge quell'oscuro figuro che tanto beffardamente è ricomparso dinnanzi a lui e Candice, squadrandolo con una tale ferocia che sembra quasi un miracolo che non esploda in mille pezzi sul posto. Anche il cosmo del cavaliere ribolle furioso, ma si frena dall'agire impulsivamente. Ha bisogno di trovare il modo per colpirlo, per fargli male sul serio.
    Ormai è chiaro che quell'illusione non sia più un semplice specchietto per le allodole pensato per catturare Candice e di conseguenza lui, ma una prigione da cui non possono essere lasciati scappare.

    -Si può sapere chi sei? Solitamente chi cerca di uccidermi almeno si presenta!-

    Improvvisamente quel turbinio di realtà diverse si interrompe, lasciandoli di fronte ad un triste, grigio e vuoto deserto, come se il loro carceriere intenda metterli di fronte all'immagine più emblematica di morta totale. Uno luogo arido e triste, incredibilmente in contrasto con i colori caldi e l'atmosfera accogliente da cui sono partiti.

    -Tempo scaduto. Se adesso hai finito con i tuoi giochetti, è il momento di passare alla parte in cui ti ammazzo e mi dimentico della tua triste esistenza-

    Cristallo nero inizia a fiorire nell'aria tutt'attorno al misterioso quanto cupo uomo, assumendo in pochi istanti la forma di corte lame affilate, che iniziano a danzare nell'aria mentre si avvicinano al bersaglio.

    -Vediamo se facendo a pezzi la tua illusione riesco a farti venire allo scoperto!-

    Le intenzioni bellicose di Black, tuttavia, cominciano a sfumare rapidamente e la danza letale delle sua armi di cristallo si interrompe. A che pro, dopotutto, se scontrarsi è inutile. Non lo colpirebbe e anche se lo facesse non ci guadagnerebbe nulla. Adesso che si trova in quell'illusione può vivere tutte le esperienze che la sua vita unica gli ha impedito di avere! Potrebbe scoprire cosa significa veder cadere la neve per la prima volta, sdraiarsi su una spiaggia con il solo scopo di godersi il sole, correre dietro ad una bellissima ragazza ridendo insieme a lei. Non ha senso farsi largo con la violenza per uscire di lì, che idea assurda!
    Dopotutto ha lottato contro forze inconcepibili fino a quel momento, salvato l'esistenza per come è conosciuta e visto cose che chiunque altro eccetto i pochi assieme a lui nemmeno può credere immaginabili. Può anche prendersi una pausa, riposarsi e godersi la sua vittoria.
    Nemmeno vedere quell'uomo dall'aria così tetra avvicinarsi con calma verso di lui può rovinare il suo duramente meritato momento di relax, non quando sta così bene. La sua voce non lo raggiunge nemmeno, non ha bisogno di ascoltare le sue parole, non ha bisogno di nient'altro.

    -Infine, nell'ora più buia un raggio di speranza per l'umanità-

    Prima che quella misteriosa figura femminile gli passi accanto, Black riesce solamente a percepire un peculiare aroma floreale e le nubi grigie aprirsi, ma non appena il fruscio delle sue vesti e il suo sguardo infuocato diventano chiari davanti suoi occhi, la sua mente riprende coscienza della realtà, scuotendosi dal torpore che le è stato imposto da qualche subdolo potere.
    Il suo cosmo riprende vigore mentre l'aria freme per lo scontro invisibile tra le volontà della nuova arrivata e dell'uomo in nero. Chiunque siano quei due, si conoscono bene l'un l'altro e non scorre buon sangue fra di loro.

    -Colui che avete davanti è Thanatos, fratello di Erebo e nemico dell'umanità e della vita. Voi siete stati manipolati da questo essere immondo. Lui vi ha spinto a riattivare la lacrima. Sua la colpa delle vostro sofferenze e delle mie...-

    Il nome in sé non richiama nulla alla mente del ragazzo, nemmeno la sua parentela o il suo punto di vista nei confronti della vita, ma è particolarmente interessante sapere che quel Thanatos non è un semplice personaggio apparso dal nulla per mettere loro i bastoni fra le ruote proprio adesso che Gabriel e Benoit stanno lottando per l'esistenza stessa della realtà, ma quello che ha tirato le fila sin dagli avvenimenti sulla Death Queen Island.

    -Opera tua, eh? Ho rischiato la pelle troppe volte di fila per colpa delle tue macchinazioni, Thanatos. Finchè vuoi essere il nemico del resto dell'umanità e usarli come giocattoli per porre fine alla vita mi stai solamente antipatico, ma se inizi a giocare anche con me significa che ti sei messo su una brutta strada-

    Il passaggio dalla pace spirituale di pochi momenti prima al furore cieco è talmente marcato che il cosmo di Black è a malapena sotto il suo controllo, tanto che la sua pressione apre profonde spaccature nel terreno arido. Un alone luminoso lo avvolge mentre richiama a sé le lame con cui poco prima ha pensato di attaccare e le incorpora in un nuovo attacco, più feroce e letale.
    Non sa che rapporto ci sia tra la loro salvatrice e Candice né quali possano essere i loro trascorsi, nemmeno gli interessa saperlo, l'unica cosa che ha importanza è che adesso Thanatos è vulnerabile.

    -Se odi così tanto la vita, lascia che ti faccia un favore e termini la tua-

    L'Ariete adesso fluttua a poca distanza dal terreno, circondato da un'aura di cosmo così densa di potere da distorcere l'aria nelle vicinanze, mentre due sottili braccia di cristallo che terminano con lunghe dita dritte e affusolate si comportano come estensioni delle sue, fendendo l'aria con ogni movimento degli affilatissimi spigoli. Ogni sfaccettatura di quel raffinato costrutto è un condensato di potere e il suo controllo sulla distruzione della materia è totalmente concentrato su quelle estremità di cristallo.
    Mentre l'aria si stringe attorno a Thanatos, immobilizzandolo e strizzandolo in modo da rendere i suoi ultimi attimi scomodi e dolorosi, gli sarebbe piombato addosso, lacerandolo in mille pezzi con quegli artigli nel giro di qualche istante. Poco importa delle possibile difese che potrebbe erigere per bloccarlo, perchè quegli artigli avrebbero attraversato la materia come una lama rovente attraversa la neve fresca.

    -Non credere di potermi usare come pedina per sempre!-

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    Nome ★ Black☆Star
    Energia ★ Suprema+
    Cloth ★ Black Aries
    Status Cloth ★ Indossata - Grado 8
    Status Fisico ★ Articolazioni molto doloranti, svariate costole rotte, ferite poco profonde in vari punti del corpo
    Status Psicologico ★ Ira funesta
    Riassunto ★ L'idea iniziale è colpire Thanatos nella sua forma illusoria per vedere se in quel modo si può trovare qualche apertura per agire, ma prima che sia possibile l'influenza mentale lo fa desistere. Dopo l'arrivo di Bibiane si riprende e riprende ad attaccare, ma stavolta crea delle braccia di cristallo dalle lunghe dita acuminate, rendendole super taglienti lungo i bordi con la telecinesi disintegrante. Prima stritola Thanatos con la telecinesi (attacco debole) e poi lo trita a pezzi con gli artigli di cristallo (attacco forte).

    ABILITA’ ★ ORIUM NERO
    La furia istintiva di Black Star, unita al suo cosmo, si manifesta al suo comando sotto forma solida, tramutando il suo intento omicida, la sua ira e più in generale tutte le sue emozioni più violente in un cristallo nero come la notte e incredibilmente duro. Scoperto in tempi antichi, si tratta di un materiale molto pericoloso, capace di immagazzinare l'energia mentale al proprio interno, sia per scopi offensivi che difensivi. Questo cristallo, non solo è una incredibile arma di offesa e difesa grazie alla sua durezza incomparabile ad uno costrutto generato da un cosmo di pari livello, ma possiede qualità nascoste che lo rendono ancora più temibile sia in attacco che come protezione. Essendo generato da pensieri ed emozioni tanto violente, che il cristallo trattiene al proprio interno, il contatto con qualsiasi altra entità diversa dall'Ariete Nero causerebbe danni alla mente della vittima, privandola di energie mentali in modo doloroso, con conseguente disorientamento e debolezza. Le qualità del materiale, oltretutto, gli consentono di assorbire le energie mentali di eventuali attacchi, risultando un'efficace difesa contro gli avversari che cercano di colpire con offese mentali. Ogni cristallo, essendo legato alla mente del suo creatore in modo diretto, oltre ad arrecare danni alle altre menti può anche sopraffarle; se il cristallo è ancora in contatto con il bersaglio, può agire come un vero e proprio parassita aggressivo, invadendolo e prendendo il controllo di parti più o meno estese del corpo a seconda della quantità di cristallo e delle differenze di potere cosmico, rivoltando il nemico contro se stesso.

    ★ TELECINESI
    La volontà di Black Star, grazie al cosmo, è capace anche di modificare il mondo attorno a lui, imponendosi sul regolare corso degli eventi. I comandi che impartisce alla materia vengono eseguiti; se ordina ad un masso di sollevarsi esso lo fa, se un avversario deve piegarsi al suo cospetto una violentissima pressione lo schiaccerà al suolo. Al suo volere, la materia può esplodere o comprimersi, spostarsi o rimanere immobilizzata, essere scagliata in cielo o premuta per terra fino a ridursi in polvere. In termini pratici, questo potere rende anche Black Star capace di levitare, deviare colpi diretti a lui o persino respingerli e utilizzare l’intero campo di battaglia come un’estensione di sé.

    Bonus nera: Il potere telecinetico di Black Star ha raggiunto una potenza e una precisione tale da poter arrivare a scuotere gli atomi che compongono la materia singolarmente, annullando la forza dei legami che li tieni uniti. Di fatto, i suoi colpi telecinetici riescono letteralmente a distruggere la struttura della materia, qualunque essa sia: armi, difese, persino esseri viventi. Subire quei colpi significherebbe vedere il proprio corpo essere frammentato e cancellato, rendendo, quindi, il potenziale offensivo e difensivo della telecinesi enormemente maggiore. Solamente un potere cosmico sufficientemente potente può prevenire questi effetti, o quantomeno mitigarli per renderli meno dannosi.

    ★ TELETRASPORTO
    Se normalmente un corpo ci metterebbe del tempo a raggiungere un luogo diverso da quello di partenza ma comunque nelle vicinanze, Black Star ha invece il potere di compiere, anche se con un certo dispendio di energie, il tragitto in meno di un istante, non importa quale siano gli ostacoli che lo separino dalla sua meta. Questo vero e proprio teletrasporto consiste nella scomposizione completa della materia che compone il corpo di Black e la ricomposizione praticamente nello stesso istante, soltanto in posti diversi. E’ comunque possibile che un colpo molto ampio e devastante sia in grado di arrecargli danni persino durante lo spostamento dei suoi atomi. Inoltre, per quanto utile e versatile questa sua capacità possa essere, la quantità di energia richiesta per compiere il teletrasporto lo rende troppo rischioso da eseguire più volte durante un combattimento, costringendo Black a farne un uso limitato.

    ★ TELEPATIA Con un minimo di concentrazione e cosmo, Black riesce a fare a meno della comunicazione verbale e ad accedere alla forma superiore di dialogo: quello tra menti. Nel remoto caso che il suo pensiero sia rivolto a qualcuno all'infuori di se stesso, può direttamente parlare direttamente con la mente di quest'ultimo, con uno scambio di informazioni immensamente più rapido ed efficiente del normale parlare, nonché più discreto.


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    La spada di Giapeto stridette, metallo arroventato nel fuoco siderale poi ritemprato nel gelo dello spazio vuoto ed indifferente. Masse di vapori caotici si sollevarono dal piatto del costrutto ancorato al braccio di Gabriel, mentre questi completava il movimento. In un normale contesto umano l'idea di avere una lama completamente fissata all'avambraccio sarebbe risultata scomoda, suboptimale, tuttavia in quel momento la lama era una pura estensione della sua volontà. Aveva piena coscienza della posizione di qualunque atomo che costituiva l'arma e percepiva ogni movimento della punta come se fosse una delle sue falangi. Non aveva piena distinzione tra metallo della spada e carne del braccio in quel momento.

    Lo spazio si avvolse attorno alla figura di Gabriel, distorcendola in filamenti contorti per poi inghiottirla. Gabriel sparì da quel luogo. Una porzione di realtà vicina al nexus si svelse e l'uomo ricoperto di tenebre primordiali fuoriuscì dallo squarcio creatosi, avanzando di qualche passo in modo da frapporsi nuovamente tra Benoit e il centro del multiverso.
    Le nonparole di Benoit erano vere, quell'evento si stava ripetendo, si era ripetuto e si ripeterà in ogni singola istanza del costrutto degli dei antichi, la realtà. Gabriel ne aveva piena coscienza in quell'istante, sentiva miliardi di infinità di volte le stesse frasi ripetersi, gli stessi attacchi avvenire, le stesse difese infrangerli e quant'altro. Ogni istanza, ogni variabile appariva davanti ai suoi occhi, frammentata, chiara, perfetta, raffinata, in progettazione, in conclusione. La vicinanza al nexus del multiverso causava un caleidoscopio di probabilità e variabili nella sua mente, una iperconsapevolezza che rendeva invalido qualunque tentativo dei due di portare avanti lo scontro.
    Eppure.

    Il corpo di Gabriel si sollevò di qualche centimetro dal piano di riferimento ideale sul quale i due poggiavano. Le correnti spaziali dell'universo, le stringe che tenevano in controllo la massa caotica di mostruosità oltre il percepibile, in pieno controllo del potere di Gabriel, qualcosa che andava oltre quello che aveva sempre chiamato Cosmo. Una forza ancestrale, fondamentale. Allargò le braccia e la grande lama sul braccio destro creò una aliena simmetria nella sua figura nera. L'intera realtà circostante iniziò a tremare, a scomporsi in floculi vaganti mentre un abisso di indefinito si spalancava tra i due, alterando i concetti di distanza e facendo precipitare entrambi in un orizzonte degli eventi. Un metro, due anni luce, il riferimento spaziale che determinava la posizione di uno rispetto all'altro scomparve. Gabriel inspirò, mentre ogni suo movimento sfarfallava, si ripeteva più volte in piccole differenze, nell'attimo in cui tutti i Gabriel del multiverso stavano compiendo la stessa azione. Minute differenze, ma ognuno di loro alla fine si era ritrovato lì. Ognuno di loro aveva combattuto, aveva amato, aveva avuto e aveva dato. Aveva aperto e aveva chiuso, aveva capito e aveva dimenticato. Ognuno degli infiniti Gabriel aveva combattuto per l'esistenza del multiverso. I santi, le puttane, i pazzi e gli eroi, ognuno di loro aveva scelto l'esistenza.
    Gabriel espirò, fu l'unico a farlo. Poi parlo con voce che fu tuono e fu tempesta, fu cascata e fu rugiada. Fu vulcano e fu valanga. Fu vento.

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    Il tutto vibrò con un suono cristallino, una singola rosa in mezzo ad un campo di mille e mille sorelle aprì i suoi petali. Al centro di essa tutto, ogni cosa bella, ogni cosa brutta, ogni atto di sublime coraggio e ogni azione empia mai compiuta nell'universo. Una rosa i cui petali erano puntellati di un nero sordido e malato.

    Il nostro universo è differente, Benoit. È contaminato dalla corruzione che non esiste in nessun'altra parte della realtà. In ciò, le regole sono più deboli, i confini più malleabili. - La carne di tenebra si ritirò dal capo di Gabriel, fermandosi alle guance e al mento. Dove un tempo la chioma rossa di Gabriel svettava, ciocche nere ondeggiavano nell'abisso. I suoi occhi sfavillavano di tutti i colori esistenti. - Tu parli di stagnazione. Ma io lo sento. In questo universo sta il segreto del cambiamento.

    Nel volto di Gabriel c'era una strana espressione, grave, solenne, che sembrava andare oltre la sua normale mimica ed atteggiamento. Ma fu solo un istante, prima che il suo solito ghigno deformasse quella maschera che aveva usato fino a quel momento per rapportarsi con gli umani. - Io ho sempre amato la vita, Benoit. Gli alti, i bassi, ogni cosa in mezzo. Amo gli umani, amo vederli camminare qua e la nelle loro piccole vite con le loro piccole preoccupazioni. In tutto questo tempo, non ho fatto altro che cercare di capirla appieno, assaporarla, conoscere tutto l'universo. Posso studiare ogni fenomeno, ma non posso capire ogni vita.

    Inclinò il capo - Ma poi, una epifania. Non avrei mai potuto capire tutto, ogni sfumatura. Perché io non sono "John l'impiegato", non sono "Mary la dottoressa". Non ho avuto la loro vita, non ho avuto i loro ricordi e le loro esperienze. Potevo ottenere l'oggettivo ma non avrei mai captato il soggettivo. - Sorrise, snudando le zanne. - In ciò Nidhoggr è stato il mio più grande strumento, e nello stesso istante in cui la impugnai, il mio rimpianto. Poiché già allora, anche senza ammetterlo, immaginavo la strada depravata lungo la quale mi sarei incamminato.

    Sospirò. - Regret...it sorrounds you, but like an invisible foe. When you look for it, you find Emptiness. And yet, it remains. Deficiencies can be fixed, desires can be fulfilled. But regret is permanent, inoperable. But then, i realized the truth. Regret can't hide if i envelop it. If i encompass it in my body.

    Yes, i love life, but not for the taste, for i only taste shame. Not for the satiation, for in this world of shadows there is no satiety. - L'espressione di Gabriel divenne feroce. - I thought "If i can only grow to the size of the universe, i will contain space and time. What's been and what's to be will exist as one in the chaotic architecture of my leviathan body. "

    Allungò la mano in avanti. - And when past becomes present, i will reach across the gulf of time and grip that one awful moment, and i will say "I'm sorry. I'm sorry and i love you".

    Scoppiò a ridere, una risata convulsa, sgradevole. - O almeno questo è il pensiero che ho ripetuto a me stesso fin troppo a lungo, l'idea che io mi vergognassi di quello che stavo facendo, in fondo alla mia anima. Ma io e te sappiamo la verità su di me.

    Sferzò lo spazio davanti a sé con la spada di Giapeto, e come prima attorno a lui lo spazio cominciò a vorticare, mostrando infiniti mondi e astri che si muovevano nell'iperspazio, finché la sagoma di un grande pianeta azzurro si stagliò alle spalle di Gabriel. Un pianeta con grandi foreste, acque ricche di vita e miliardi di creature senzienti ciascuna dotata di una propria volontà ed un proprio cosmo. Eventi naturali ne segnavano la superficie, le nubi fluivano nell'atmosfera e piogge irrigavano campi coltivati. Quel mondo vivo orbitò pigramente sul proprio asse, ignaro di ciò che accadeva ad infiniti anni luce da loro, in un'altra dimensione.
    La sostanza che vorticava ai piedi di Gabriel si eresse, viva e crudele e si divise in orribili propaggini acuminate che scattarono verso il pianeta, incendiandosi mentre precipitavano nella sua atmosfera e si conficcavano nella crosta. Venature nere, in realtà grandi chilometri, si dipanarono sulla superficie di quel mondo, mentre gli oceani si asciugavano e le foreste morivano. Ogni elemento naturale venne assorbito dalle masse tentacolari e fagocitato. Fuoco, acqua, vento, terra, luce, tenebra. Ed il cosmo dei suoi milioni di abitanti, elevato al massimo nell'ultimo istante colmo di terrore della morte. Tutto fluì nel corpo di Gabriel, ebbro di vita. Il pianeta si frantumò in sassi morti e freddi.

    Quello era il principio che aveva sempre posseduto ma attribuito alla spada, la capacità di assorbire la realtà e generare Khaos, la materia prima che tutto costituiva.

    Io sono un usurpatore, e nulla posso generare - Una frase antica, che riverberò nel multiverso e Gabriel ebbe da solo una sensazione di Dejavu, una frase già detta, ma non da Gabriel, non in quel luogo di scontro multiversale. Due strutture anelliformi si compattarono attorno a Gabriel, disposte verticalmente ed includendolo nel loro diametro. Una sottile quanto un capello, un'altra spessa un palmo, leggermente più ampia. Tese la spada alla sua destra, e da quegli anelli di caos tentacoli si allungarono, neri ed alieni, per andare ad avvolgerla. La massa caotica si allungò fino a che l'intero braccio di Gabriel fu incluso in un orrido costrutto, una grande spada nera di khaos, in cui pulsava la vita e i miliardi di cosmi di quell'intero pianeta.
    Lo spazio si piegò nuovamente su di Gabriel e scomparve una seconda volta.

    La creatura ibrida evocata da lui poco prima si mosse e ruggì, facendo fluire a sua volta l'energia aliena che li accomunava. Mosse le mani con sapienti gesti, e davanti a lei numerosi ed intricati simboli comparvero. Sigilli di contenimento di natura dimensionale, più complessi e antichi di qualunque cosa mai generata dall'uomo. Come strali di luce questi sigilli partirono verso Benoit, per agganciarsi alla sua realtò, indebolire il suo cosmo, rallentarlo, fermarlo. Distrarlo. Con uno schianto che era lampo e che era follia lo spazio esplose sopra Benoit, e Gabriel scaturì da tale fenomeno brandendo la grande spada nera. Vibrò un fendente, e la lama che tutto inglobava non emise un suono, solo l'immenso calore radioattivo annunciò l'esistenza di quello strumento frutto di strane scienze. La distruzione del Khaos, spinta in avanti dalle correnti dimensionali.

    61e16573ec




    Nel gesto di tagliare, la lama si allungò divenendo parte del proprio fendente di energia, in modo che non vi fosse distinzione tra vicino e lontano, la spada semplicemente crebbe per continuare in modo indefinito il contatto del taglio. Una azione eterna di tagliare mentre la lama proseguiva la linea ideale del movimento della spada di Giapeto, proseguendo oltre il limite delle stelle.

    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ D I V I N A
    CASTA ♦ -
    CLOTH ♦ -
    STATUS FISICO ♦ danni diretti da ciò che è passato oltre dell'attacco di ben
    STATUS MENTALE ♦ X

    RIASSUNTO AZIONI: Uso campe per farle sparare i suoi sigilli imprigionanti per fermare Ben

    Questi sigilli a contatto con la vittima si ancoreranno al tessuto dimensionale, causando un attrito così forte da limitare brutalmente la mobilità della zona colpita, oltre a limitare l'output cosmico generale della vittima. L'effetto è progressivo e cumulativo a seconda del numero di sigilli andati a segno. Al contrario degli altri giganti evocati in battaglia da Giapeto, Campe dispone del completo libero arbitrio. [ Spirito (cancer) + Sigilli bloccanti e indebolenti ]
    poi portalo sopra di lui e gli tiro una chaos prosbole a piena potenza usando la sublimazione sul pianeta portato lì con dimensioni per sparare il colpo a forza massima senza consumare nessuna delle mie energie.

    Khaos Prosbole
    La tecnica più potente a disposizione di Giapeto, e massima espressione dei suoi risultati delle sue ricerche. Dopo aver immagazzinato una enorme quantità di energia circostante, riconvertita in Khaos e accumulata nel Khaos Kyklos, Giapeto estende da esso delle propaggini che vanno ad unirsi alle chiavi del multiverso. La massa di Khaos si rimodella poi inuna grande lama nera direzionata, piuttosto che impugnata, dal potere insito delle chiavi che veicolano il potere del loro filo su tale costrutto. Il potere dimensionale delle chiavi mantiene la forma completamente solida e fa sì che il filo della lama sia a livello nanometrico. Questa Khaos blade può essere poi controllata liberamente da Giapeto come se fosse una vera arma, mantenendo tutta la enorme violenza disintegrante insita nelle forze primordiali che definivano la realtà prima dell'ordine attuale, accentuata dalla pressione dimensionale esercitata dalle chiavi che ingigantisce il peso di ogni impatto di svariate volte. La lama può essere utilizzata per scagliare immensi fendenti di Dunamis caotica i quali piuttosto che distaccarsi dall'arma principale diventano vere e proprie frustate di energia distruttiva su vasta scala. Questa lama può anche essere usata per attaccare direttamente attraverso portali aperti per l'occasione. La potenza di questa tecnica è tale da poter sfondare anche le difese conosciute per essere assolute, ed i suoi attacchi contano come arma cosmica. [ Khaos + Dimensioni + Arma cosmica ]
     
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52 replies since 27/8/2017, 22:02   1755 views
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