Il Divoratore e l'Iniziato- Parte 1

Up surplice per Rayven

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    Protogenos of Death

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    *Sei stato convocato dal Dio della Morte, sembra che abbia una missione da assegnarti...*





    Eccoci qui :zizi:
    Descrivi dove sei e come raggiungi il Cielo di Saturno.
    Gorth è nel suo palazzo nella Città Senza Nome. Quando arrivi nel Cielo di Saturno compari direttamente poco fuori le mura.
    Qui una descrizione del luogo: LINK.
    Termina il tuo racconto prima di entrare nel palazzo, alle cui porte incontrerai una Spectre che non conosci. Ha l'aspetto di una giovane e dolce ragazza, dalla carnagione scura e dai capelli bianchi.
    Il suo viso sorridente, assieme ai numerosi angoli fioriti disseminati per la città, è una nota stonata in tutto quel misterioso orrore...
    Per domande contattami pure :zizi:



     
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    Il Divoratore e l'iniziato - Parte 1

    I
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    Le verdi colline della Grecia erano ormai alle sue spalle mentre il sole ancora alto nel cielo illuminava con tutta la sua forza l'intera regione balcanica scacciando almeno per qualche ora le tenebre della corruzione. Aveva appena terminato di visitare un posto a lui caro durante la propria vita passata, sarebbe dovuto tornare nel Lost Canvas ma non prima di aver mietuto qualche povera anima in pena che non aspettava altro che essere liberata, tanto per giustificare la piccola gita improvvisata. Conosceva l'ubicazione di una piccolissima cittadina nelle immediate vicinanze che avrebbe fatto al caso suo, con un pizzico di fortuna si sarebbe imbattuto in qualche poveraccio indifeso. A qualche chilometro di distanza dalla cittadina in questione si ritrovò davanti ad un lago di cui non ricordava l'esistenza. Non era molto grande, dalla sua posizione leggermente sopraelevata riusciva a descriverne l'intera circonferenza quasi perfetta, l'acqua al suo interno sembrava cristallina e Ray non potè esimersi dall'avvicinarsi incuriosito. Giunto sulla sponda più vicina, affascinato dalla limpidezza dell'acqua di quel lago ne approfittò per rinfrescarsi un pò il viso, chinandosi per raccoglierne un pò.
    Inizialmente l'effetto fu quello sperato, quando poi raccolse per la seconda volta un pò d'acqua con le mani essa divenne improvvisamente nera come la pece, quella porzione di lago nelle immediate vicinanze sembrò trasformarsi in petrolio e dava quasi l'impressione di ribollire.

    Che diav...

    Non fece in tempo a terminare la frase che un braccio putrefatto lo prese per la testa per poi spingerlo all'interno della pozzanghera oscura.
    In men che non si dica si ritrovò con la testa nella sabbia. Sollevò il cranio per rendersi conto che il sole e le vallate balcaniche avevano lasciato il posto alle tenebre e ad un deserto sconfinato. Dopo qualche attimo venne sollevato di peso dal braccio destro. Si voltò riuscendo finalmente a vedere l'intera figura responsabile del suo viaggio spazio-temporale. L'intero corpo era completamente putrefatto, vomitava sabbia e sangue e gli occhi infuocati scavavano l'interno dell'anima di Ray senza bisogno alcuno di pronunciare parole in un linguaggio che l'ex saint poteva capire. Non una parola uscì da quella cosa che poteva vagamente somigliare ad una bocca, riuscì a recapitare il messaggio senza emettere alcun suono, a parte quelli standard disgustosi che un non morto putrefatto poteva emettere.
    Non sapeva come o perchè, ma il messaggio era chiaro e sapeva cosa fare. Il Dio della Morte lo aveva convocato nel cielo di saturno e sarebbe stato meglio non farlo aspettare oltre.

    Lo spectre diede una rapida occhiata intorno a sè giusto per fare mente locale e cercare di orientarsi nella direzione giusta. Un immenso deserto faceva perdere ogni punto di riferimento se non fosse per le gigantesche mura che delimitavano una specie di città facendolo sentire terribilmente insignificante. S'incamminò comunque senza indugio, prestanto attenzione ad ogni cosa in quanto nonostante cercasse di farsi coraggio non si era ancora completamente abituato all'eterogeneità degli elementi che componevano il Lost Canvas. Una volta entrato nella città potè assistere ad una scena che non avrebbe retto il confronto nemmeno con il peggior girone degli inferi interamente intaccato dalla corruzione. Immense strutture dalla forma non convenzionale si ergevano lungo quelle strade infestate da malattia, morte e disperazione. Veri e propri orrori si strascinavano a destra e sinistra mostrando quasi con fierezza il proprio essere ripugnante. Umanoidi gobbi con la testa all'altezza del petto, esseri metà donne metà serpi, enormi larve insanguinate si trascinavano in modo sconosciuto lasciando sulla sabbia quella che sembrava una melma rossastra densissima mentre dei piccoli angoli fioriti disseminati per la città facevano da cornice ad una delle scene più inquietanti a cui avesse mai assistito. Lungo quelle strade la sensazione di smarrimento era una costante, quelle enormi strutture non avrebbero avuto senso nel mondo in cui era abituato vivere, abbattendo ogni legge fisica conosciuta dato che l'unica legge a cui dovevano sottostare era quella del Dio della Morte. Strane incisioni erano presenti su di esse e a primo impatto sembravano avere una logica ma era impossibile decifrarne il significato. Inizialmente la sua mente rifiutava la vista di cosi tante "stranezze" tutte insieme, poi ricordò a se stesso il posto in cui si trovava e smise di farsi inutili domande continuando il suo percorso verso le viscere della città.

    Dopo tanto camminare giunse finalmente in quel che sembrava il centro della città. Quel che sembrava essere un immenso Ziqqurat regnava incontrastato in quello spazio aperto molto lontano dal resto delle strutture. Il posto doveva essere senza alcun dubbio quello, non gli rimase che avvicinarsi e sperare che qualcuno lo invitasse ad entrare. La sua attenzione fu inevitabilmente catturata dal dolce sorriso di una ragazza appena fuori dalle porte del palazzo. Carnagione scura e capelli bianchi le regalavano un certo fascino di cui il giovane ne venne completamente attratto. Inutile dire come la tranquillità che riusciva a trasmettere quest'ultima con la presenza di numerosi angoli fioriti sparsi per la città mescolati alle stranezze del posto, potessero creare un big bang di emozioni contrastanti nella mente del povero ex saint, incapace di darsi una spiegazione a tutto ciò. Forse doveva smettere di farlo e capire di abbandonare definitivamente le stupide convinzioni umane a cui era tanto legato, elevandosi una volta per tutte allo status di Spectre di Hades. Deglutì e si avvicinò alla ragazza...

    A7JJH6vnarrato ♦ parlato<<pensato>>parlato altri



    GUrUBol

    NOME ♦ Rayven - Scheda
    ENERGIAVerde
    CLOTH ♦ Bronze Surplice della Fenice {II}
    STATUS FISICO ♦ Ok
    STATUS PSICOLOGICO ♦ Leggermente confuso
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    NOTE ♦ Mi sto cagando sotto ma prendo coraggio

    ABILITA' ♦ ///

    TECNICHE ♦ ///


     
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    *La spectre ti guarda sorridendo, un po' beffarda.*

    Paura? L'aveva previsto, per questo ha mandato me e non uno dei suoi soldatoni non morti.

    *Poi ride e ti da un paio di pacche sulle spalle e ti introduce nel palazzo.
    I lunghissimi corridoi sono simili alla città, sproporzionati e strani.*

    Io comunque sono Zraki, do una mano a Gorthaur a gestire le relazioni "umane", faccio da assistente, sguattera etc... insomma, qua quella che comanda veramente sono io eheheh.

    *Le risate della donna si spengono, sormontate dal rumore dell'ultimo portone che si apre.
    La sala del trono è ampia, nello stile del resto del palazzo, illuminata da ampie fiamme che paiono prive di calore il cui bagliore non riesce a colpire tutti gli angoli, lasciando l'idea di essere in una sorta di spazio tra le tenebre.
    Numerose colonne delineano il percorso verso il trono, percorso vigilato da guerrieri in armatura corvina.
    Sul seggio più alto Gorthaur ti attende, affiancato sulla sinistra da un uomo che indossa un'armatura simile a quella degli altri soldati e sulla sinistra da quello che sembra uno scheletro avvolto da paramenti regali.
    Ha un volto pallido e scavato, il sorriso con cui ti accoglie è circondato da una folta barba nera, mentre sul capo è poggiato il cappuccio di una tonaca nera.
    Gli occhi sono anch'essi neri, ma di un nero che pare un abisso.
    Sulla sua fronte c'è una cicatrice dalla forma di una croce.*

    Grazie mille Zraki, lasciateci ora.

    *La voce è profonda e melliflua.
    Zraki ti da un'ultima pacca sulla spalla e se ne va, assieme a tutti gli altri presenti.
    Gorthaur si alza e ti si avvicina, lentamente.*

    5zZprOo



    Ti ringrazio per essere venuto, ti illustrerò immediatamente il motivo del nostro incontro.

    *Solleva l'indice destro e, con rapidi movimenti, disegna un cerchio di energia oscura in cui compare una sorta di specchio.
    Oltre lo specchio noti un libro abbastanza anonimo in pelle marrone ed un sigillo dalla forma di un demone con numerose braccia.*

    Avevo un discepolo, un mortale che desiderava apprendere i segreti arcani che padroneggio.
    Questo discepolo, un ex pretendente all'armatura della Vergine, rubò qualcosa di molto importante per me... questi due oggetti.

    *Lo specchio ora mostra un vecchio in una veste nera particolarmente raffinata.*

    E' sfuggito alla mia vista grazie ai poteri che da me ha appreso ed a quelli tipici dei cavalieri della Vergine. Nessuno spectre potrebbe riuscire a raggiungerlo senza allarmare il Grande Tempio, che da la caccia sia a noi che a lui.
    Quindi ho bisogno di te, un cavaliere risorto.

    *L'immagine cambia ancora e mostra il sigillo del demone in frantumi.*

    Sospetto stia preparandosi ad eseguire un potente rituale e per questo abbia infranto il sigillo. Per quanto le sue difese siano potenti non ha potuto nascondermi quest'atto imperdonabile... tuttavia nulla è perduto.
    I miei agenti hanno individuato il luogo dove i suoi gregari tengono uno dei frammenti.
    Si trova in una zona desertica nella Nubia.

    *Lo specchio scompare, per lasciar posto ad un vortice nero alla tua destra.*

    Naturalmente se accetti sarò ricompensarti come meriterai.





    Bon :zizi:
    Scusa per il post non particolarmente brillante ma sto rispondendo di corsa ç_ç
    Dunque, se accetti entra nel portale.
    Ti troverai in una zona semi desertica, il cielo rosso sangue e vari insetti giganti corrotti.
    All'orizzonte, tra le dune, si trova una grossa formazione rocciosa, simile ad un tempio in rovina caduto su se stesso.
    Descrivi come lo raggiungi e come ti fai strada tra gli insetti corrotti, se massacrandoli o se creando diversivi.
    Termina quando sei in prossimità del tempio :zizi:



     
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    II
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    Che figura da idiota! Era agitato, è vero, ma mostrare tanta paura al cospetto del dio della morte non gli avrebbe fatto tanto onore. Zraki, questo era il suo nome, si era accorta immediatamente del suo stato d'animo sfoggiando un sorriso splendido e rassucurante, decisamente contrastante con tutto il resto. Dalla sua descrizione la ragazza sembrava decisamente importante, fare il gradasso con lei non sarebbe stata una mossa molto intelligente e non ci sarebbe stato da stupirsi se si fosse rivelata il diretto braccio destro di Gorthaur nonostante quel modo amichevole di comportarsi. Gorthaur appunto, dare un nome al dio della morte seppur abbastanza tenebroso aiutava l'ex saint ad avvicinarsi dal punto di vista umano piuttosto che descriverlo come un'entità irraggiungibile.
    Raggiunta la sala del trono la ragazza cambiò atteggiamento, come a far capire a Ray che da lì in avanti le cose si sarebbero fatte molto serie e sarebbe stato necessario prestare la massima attenzione magari smettendo di guardarsi in torno come un beota data la stranezza del posto.
    La sala era molto grande, avvolta nell'ombra spezzata a tratti dalla luce di alcune fiamme sparse insolitamente prive di calore. Questo lo aiutò a comprendere meglio di ritrovarsi in una dimensione ad hoc forgiata probabilmente dallo stesso dio mettendo in risalto la propria personalità. Calore e acqua sono elementi di vita, difficile ritrovarli al suo cospetto.
    Numerose colonne descrivevano il percorso verso il trono, mentre numerose guardie lungo queste colonne sorvegliavano con tutta la loro maestosità l'intera zona. Nonostante la penombra non era difficile scorgere la figura di Gorthaur. Il giovane Specter non si sarebbe aspettato nulla di meno dal dio della morte in persona. La sua figura si mostrava inquietante ma quel leggero sorriso con cui accolse il giovane lo aiutò a distendere leggermente i nervi. Ray usava sempre guardare dritto negli occhi il proprio interlocutore ma con lui era diverso, provava una sensazione di smarrimento quando lo faceva e di tanto in tanto spostava leggermente lo sguardo come a far finta di essere un attento osservatore. Nonostante tutto sembrava molto cortese, mandò via Zraki e gli altri senza dover necessariamente ostentare un regime dittatoriale, lì comandava lui e tutti lo sapevano, non c'era bisogno di evidenziare la propria posizione facendo la voce grossa. Mostrò nuovamente cortesia quando dopo essersi alzato dal proprio trono si avvicinò al ragazzo ringraziandolo per essersi precipitato al suo cospetto. Il giovane stava per rispondere di essere stato a calci da un non-morto per arrivare velocemente lì da lui ma poi evitò, sarebbe stata l'ennesima figura da idiota e poi probabilmente lo sapeva già.
    Un'altra caratteristica del dio era quella di non amare perdite di tempo, doveva essere piuttosto impegnato e descrisse subito il motivo di quella convocazione.

    << Un pretendente all'armatura della Vergine discepolo di Gorthaur? Lo tradisce rubandogli degli oggetti importanti e scappa...Uhm qui la trama s'infittisce. Sicuramente non posso rifiutarmi, potrebbe servirmi per la mia ricerca... >>

    Non se lo fece ripetere due volte, il portale oscuro apertosi alla sua destra l'avrebbe portato direttamente a destinazione. Ray annuì e senza fiatare superò il portale finendo nuovamente con la testa nella sabbia. Tirò fuori lentamente il viso mentre con la mano destra raccolse un pugno di quella sabbia rossastra per poi rilasciarla piano piano.

    Sabbia...ancora sabbia. Non ne posso più oggi...

    Si armò di buona volontà e venne fuori di lì spostandosi in una posizione leggermente sopraelevata per poter fare il punto della situazione. La distesa desertica sembrava sconfinata ed alcuni insetti giganti ne dominavano l'intero territorio. Il cielo rosso sangue non lasciava presagire nulla di buono, non aveva mai visto nulla di simile, mentre a rompere la monotonia delle dune desertiche una grande formazione rocciosa, lì sicuramente sarebbe iniziata la sua missione.
    Ray si abbassò immediatamente cercando di nascondersi tra le dune nonostante la sua surplice violacea spiccasse su quella sabbia rossastra come un giubbino catarifrangente. Gli insetti non sembravano troppo numerosi ma il giovane specter non ne conosceva le capacità, per di più utilizzare un approccio diretto poteva rivelarsi doppiamente sbagliato visto che avrebbe attirato l'attenzione anche di qualsiasi altra cosa si celasse all'interno di quella formazione rocciosa. Decise dunque di utilizzare un approccio meno diretto per cercare di arrivare tutto intero a destinazione.
    I movimenti di quei corrotti non erano regolari, non sarebbe bastato calcolare il tempo della loro ronda come delle semplici guardie stupide. Così Ray decise di appiattirsi nella sabbia e muoversi a passo del leopardo tra le dune cercando di limitare il più possibile le chance di essere avvistato. Così il giovane specter riuscì a superare i primi insetti ma non sarebbe stato abbastanza. Avanzando si ritrovò di fronte ad un corrotto simile ad uno scorpione che muoveva costantemente verso la sinistra e la destra del giovane specter senza fermarsi. La sua figura sembrava piuttosto inquietante e affrontarlo direttamente sarebbe stato pericoloso. Così Ray sfruttò il momento in cui quest'ultimo si ritrovava nella posizione più distante per creare delle piccole fiamme ad intermittenza nella parte posteriore del corrotto facendolo girare come insospettito da un attacco alle spalle per poi farlo rigirare puntualmente dalla parte opposta per lo stesso identico motivo. Questo portò l'insetto a muoversi come un cane che cerca di mordersi la coda voltandosi continuamente fin quando spaventato decise di allontanarsi. Più avanti a sbarrargli la strada vide quelli che sembravano due grossi scarabei corrotti molto vicini tra loro intenti quasi a tirarsi delle testate a vicenda. Se solo si fosse avvicinato troppo probabilmente sarebbe stato avvistato. Così raccolse un pò di energia cosmica per imprimerla su due piume della propria surplice da utilizzare come bombe. Le scagliò a grandissima velocità alla base dei due insetti scatenando una modesta deflagrazione capace di creare un fosso nella sabbia facendola di fatto crollare sotto gli insetti facendoli ribaltare goffamente. L'eplosione non li avrebbe uccisi ma avrebbe dato lui il giusto tempo per superarli senza essere attaccato. Forse a causa di quell'esplosione aveva mandato a quel paese l'approccio stealth ma ritenne che fosse l'unico modo per superare l'ostacolo. Fece un lungo scatto rompendo la barriera del suono verso quel che sembrava un tempio nella roccia semi-distrutto. Creò dietro di sè quando ritenne di ritrovarsi in prossimità del tempio un piccolo muro di fuoco per coprire la sua avanzata ed impedire ai restanti corrotti ormai superati di avvicinarsi senza ostacoli.

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    NOME ♦ Rayven - Scheda
    ENERGIAVerde
    CLOTH ♦ Bronze Surplice della Fenice {II}
    STATUS FISICO ♦ Ok
    STATUS PSICOLOGICO ♦ Concentrato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    NOTE ♦ Mi faccio strada utilizzando dei diversivi per arrivare al tempio.



    ABILITA'
    ~Padronanza del fuoco
    Lo spectre della fenice ha la capacità di accellerare bruscamente il moto atomico della materia intorno a se. Questo gli permette di creare e manipolare il fuoco a proprio piacimento. La massima temperatura raggiungibile è direttamente proporzionale alla grandezza del cosmo stesso in quanto piu ci si spinge a temperature alte, maggiore dovrà essere il dispendio di energia da utilizzare.

    TECNICHE
    ~Minefield (tecnica offensiva)
    Rayven utilizza la capacità della sua cloth di utilizzare le proprie piume lanciandole per potersi conficcare nel terreno o nelle strutture (eventualmente anche nelle cloth se si possiede la capacità di incrinare il grado della cloth avversaria). Queste, prima di essere lanciate, vengono caricate del potere cosmico dello spectre avendo la proprietà di collassare in un'esplosione di fuoco qualora un'altra presenza cosmica dovesse avvicinarsi a 50cm oppure essere attivate a distanza da Rayven stesso. Danni da impatto e ustione.


     
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    *Quando sei in prossimità delle rovine tutto sembra tranquillo.
    Poco dopo però senti le grida di alcuni uomini che indicano il muro di fuoco da te creato.
    Alle loro grida la terra si muove e la roccia si solleva da essa come sospinta da una forza invisibile, per poi agglomerarsi in una rozza figura antropomorfa.
    Il mostro così creato brilla di numerose rune, la cui più grande è su quella che sembra la testa.
    E' grosso come un piccolo palazzo e si muove verso di te, mentre altri due si formano e si muovono verso la zona da cui provengono i corrotti.
    Il golem solleva il braccio destro e lo cala verso di te per schiacciarti...*





    Gestiamo la cosa come un duello :zizi:
    Il golem è forte come te, ma non così veloce :zizi:



     
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    III
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    La tattica sembrava funzionare, i corrotti erano ormai alle spalle e Ray puntava dritto verso la formazione rocciosa sperando di sparire al suo interno il più velocemente possibile. Tuttavia fece un errore, il muro di fuoco da lui creato per tenere a bada dei corrotti che avrebbero potuto inseguirlo dentro il tempio si rivelò essere un'arma a doppio taglio. Delle grida di alcuni uomini dalla posizione indefinita indicavano il muro di fuoco creato dallo specter.
    Un attimo dopo la roccia sembra prendere vita sollevandosi verso l'alto creando una figura simile ad un golem di pietra. La sabbia sembrava sprofondare costringendo l'ex saint ad arretrare qualche metro. Delle leggere scosse accompagnavano i movimenti goffi della formazione rocciosa che in tutta la sua imponenza sembra sollevarsi in piedi sovrastando ogni cosa.
    Voltandosi ripetutamente a destra e a sinistra Ray cercò di fare rapidamente il punto della situazione distinguendo altri due golem che puntavano lentamente verso gli esseri corrotti. Scappare non sembrava la scelta migliore anche perchè avrebbe dovuto affrontare miglia e miglia di deserto infestato dalla corruzione.
    Non rimase altro che affrontare quel bestione sperando di avere la meglio.

    Lo Specter tornò ad analizzare meglio la struttura di quell'essere distinguendo un bagliore intorno ad esso piuttosto insolito, dovuto probabilemente dalla presenza di numerose rune cosparse per tutto il "corpo" di cui una in particolare, la più grande, mostrava tutta la sua brillantezza proprio al centro di quel che sembrava la testa del golem. Dopo pochi attimi quest'ultimo sembrò inquadrare perfettamente Ray per iniziare la sua avanzata verso quel che sembrava un piccolo bersaglio da annientare, per poi sollevare il suo immensio braccio destro e scagliarlo con forza per fare una frittata di spettro. I suoi movimenti non sembravano tradire quel che fino a quel momento aveva mostrato, spostamenti goffi e poca agilità generale, dando il tempo al giovane spettro di scattare rapidamente verso quelli che sembravano essere gli arti inferiori per poter chiudere il lungo raggio d'azione del golem. Per affrontare un nemico dalle lunghe leve era fondamentale chiudere il gap tra i due facendosi sotto con coraggio per provare un'offensiva.
    Ray riuscì a schivare il colpo giungendo finalmente alla base di quei arti rocciosi. Puntellò i piedi sulla sabbia e nonostante essa non fornisse una superficie adatta per dei salti importanti, cercò di giungere il più in alto possibile per sferrare un attacco a quel che sembrava la giuntura dell'arto inferiore con il resto del corpo roccioso. Delle fiamme avvolsero le mani e i piedi del giovane specter da cui inizialmente, attraverso un calcio rotante all'indietro (tobi ushiro mawashi geri), partì una sottilissima lama di cosmo e fiamme che puntava dritta alla giuntura precedentemente citata, per poi completare con l'inerzia stessa della rotazione un colpo molto simile ma stavolta eseguito con il taglio della mano destra.

    KIIIIAAAAAAI!!!!

    Sperava in cuor suo di provocare dei seri danni al golem di pietra o almeno di impedirne ancora di più i suoi spostamenti già al quanto goffi. Se con il secondo colpo avesse raggiunto anche fisicamente il bersaglio, il giovane avrebbe cercato di aggrapparsi con forza su qualche sporgenza rocciosa di cui quell'entità sembrava ben fornita.

    A7JJH6vnarrato ♦ parlato<<pensato>>parlato altri



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    CLOTH ♦ Bronze Surplice della Fenice {II}
    STATUS FISICO ♦ Ok
    STATUS PSICOLOGICO ♦ Agitato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata

    NOTE ♦ Cerco di combattere il golem da distanza ravvicinata saltando su di esso cercando di arrivare in cima all'arto inferiore. Mentre cerco di aggrapparmici utilizzo Giudizio della fenice per sferrare dei fendenti di cosmo e fuoco alla giuntura (ammesso che ne abbia una) e cerco di aggrapparmi. Provo una mossa alla peggggasus :mke:



    ABILITA'
    ~Padronanza del fuoco
    Lo spectre della fenice ha la capacità di accellerare bruscamente il moto atomico della materia intorno a se. Questo gli permette di creare e manipolare il fuoco a proprio piacimento. La massima temperatura raggiungibile è direttamente proporzionale alla grandezza del cosmo stesso in quanto piu ci si spinge a temperature alte, maggiore dovrà essere il dispendio di energia da utilizzare.

    TECNICHE
    ~Giudizio della Fenice (tecnica offensiva)
    Rayven, fendendo l'aria con gli arti, è capace di concentrare una gran quantità di cosmo nelle loro estremità facendo partire da essi delle lame fiammanti dallo spessore di 2cm e la lunghezza di 1.5m. Colpendo il nemico, le lame provocherebbero danni da taglio e ustione.


     
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    *Il colpo impatta con violenza, facendo tremare tutta la struttura del Golem che inizia a crollare al suolo.
    Le rune che lo cospargono iniziano a brillare di luce intensissima, per poi esplodere assieme a lui in una vastissima conflagrazione...*





    L'esplosione è tipo il colpo massimo di una verde :zizi:
    Dopo che l'hai gestito puoi o andare a menare i tizi che stanno combattendo contro i corrotti o entrare nelle rovine.
    Se entri c'è una lunga scala di marmo che scende in una stanza umida, ai cui lati vi sono due piccoli canali d'acqua e nella parte opposta delle scale c'è una porta verso cui convergono tutte le venature del marmo.
    La porta è di legno pesante.
    Termina quando decidi cosa fare: sia se cerchi di aprire la porta, sia se cerchi di attaccare i tizi, termina col condizionale.



     
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    IV
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    Un colpo perfetto! Aveva la faccia di un caposquadra che si congratula con se stesso per la riuscita di un assalto magistrale. La lama infuocata colpì in pieno l’enorme golem raggiungendolo evidentemente in un punto debole. L’intera massa rocciosa iniziò a crollare su se stessa come un gigantesco castello di carte, privando Ray della possibilità di aggrapparsi a quest’ultimo, ritenuta a quel punto un’azione del tutto inutile. Raggiunto nuovamente il terreno sabbioso cercò a fatica di non sprofondare mentre la massa rocciosa collassava sulla propria testa, impegnandolo in numerose schivate all’ultimo istante di qua e di là cercando di non farsi colpire. L’impatto con il terreno destabilizzò per un attimo lo spettro che a stento riuscì a mantenere l’equilibrio.
    Attratto dal bagliore delle rune, Ray si avvicinò con passo felpato alla più vicina di esse, quando ad un tratto iniziò ad illuminarsi intensamente. Intuì che qualcosa stava per non andare nel verso giusto sgranando gli occhi per la consapevolezza dell’imminente pericolo. Troppo tardi per spostarsi in tempo. Strinse i pugni cercando di richiamare a sé il più rapidamente possibile il cosmo necessario per evocare una barriera di cosmo e fiamme da utilizzare come protezione. L’impatto fu micidiale. Un’immensa esplosione investì in pieno lo spettro lanciando su quest’ultimo persino la massa rocciosa del golem ormai in pezzi. Parte dell’esplosione fu assorbita dalla tecnica difensiva ma riuscì soltanto a minimizzare i danni. La deflagrazione lo spinse lontano facendolo rotolare per le dune di quel deserto infestato dalla corruzione. Una miriade di tagli ed ematomi di vario genere comparvero sul corpo del giovane specter evidenziandone i danni che non riuscì ad evitare. Stupida mossa quella di colpire ciecamente il golem senza prendere del tempo sufficiente a studiarne la conformazione o le possibili minacce. Se solo avesse provato ad attaccare da lontano si sarebbe risparmiato tutti quei danni. Tirò fuori la testa dalla sabbia, tossendo e sputando a causa dei colpi ricevuto e della sabbia che finì puntualmente nella sua bocca, maledicendo gli dei per averlo costretto a passare continuamente la sua vita da spettro di Hades tra un deserto e l’altro. Si sollevò in piedi un po’ malconcio, cercando di guardarsi rapidamente intorno per fare il punto della situazione. Degli individui erano particolarmente impegnati a lottare contro quei disgustosi insetti corrotti e nessuno sembrò curarsi di Ray, che se ne stava lì immobile, tenendosi il fianco con il braccio sinistro mentre con la mano destra cercava di capire da dove sgorgasse il sangue che finendo in bocca poté riconoscerne quel maledetto sapore ferroso.

    Al diavolo…



    Disse voltandosi di spalle rispetto a quei corrotti che non sembravano curarsi della sua presenza. Aveva altro a cui pensare e le sue condizioni non erano di certo ottime per gettarsi nella mischia. Controllò la sua surplice e a parte qualche graffio non notò danni degni di nota. Una buona notizia finalmente. Per una volta la sua armatura non finiva in brandelli dopo aver ricevuto un attacco. Né fu particolarmente sorpreso e soddisfatto. La sensazione di indossare una vera protezione piuttosto che un foglio di carta lo rassicurò, nonostante le numerose escoriazioni presenti nelle parti non protette.
    Non c’era da perdere altro tempo, rimanere lì come un’idiota non l’avrebbe tenuto fuori dai guai ancora per molto. Decise di dirigersi il più rapidamente possibile verso l’entrata delle rovine, zoppicando un po’. Giunto all’entrata delle rovine vide di fronte a sé quella che sembrava una grande scalinata di marmo che scendeva giù verso le profondità di quelle che sembravano antiche rovine. L’oscurità non permetteva un’adeguata visibilità nonostante dall’entrata filtrasse un po’ di luce naturale. Decise dunque di creare con il palmo della propria mano destra una piccola fiamma capace di illuminare a malapena la zona circostante al giovane spettro. Giunto al termine della scalinata lo scroscio dello scorrere dell’acqua catturò la sua attenzione. Incuriosito, si spostò a destra e a sinistra notando la presenza di due piccoli canali d’acqua che muovevano parallelamente in direzione opposta alla scalinata. Le venature del marmo sembravano quasi puntare in una determinata direzione intrecciandosi continuamente. Ray proseguì il suo cammino con l’intento di perlustrare ogni angolo di quelle rovine, giungendo finalmente davanti ad una porta che sembrava di legno piuttosto resistente. Le venature del marmo convergevano proprio in quella porta, intrecciandosi vorticosamente come ad indicare una direzione da seguire. A primo impatto quella sembrò una normalissima porta ma molto resistente, nonostante si trovasse in quelle rovine da chissà quanto tempo.

    <<uhmmmm…Beh ho fatto trenta…>>



    Pensò tra sé e sé. A quel punto Ray avrebbe provato ad aprire la porta…

    A7JJH6vnarrato ♦ parlato<<pensato>>parlato altri



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    NOME ♦ Rayven - Scheda
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    CLOTH ♦ Bronze Surplice della Fenice {II}
    STATUS FISICO ♦ Escoriazioni varie e tagli sparsi per il corpo. Forte dolore al costato , possibili costole incrinate. Gamba sinistra indolenzita.
    STATUS PSICOLOGICO ♦ Concentrato
    STATUS CLOTH ♦ Indossata: graffi sparsi ma ancora integra.

    NOTE ♦ Una volta colpito il golem subisco in pieno l'esplosione cercando di difendermi con Extinction riuscendo a proteggermi alla meno peggio. Successivamente lascio stare i corrotti ed entro nelle rovine. Giunto davanti alla porta provo ad aprirla.



    ABILITA'
    ~Padronanza del fuoco
    Lo spectre della fenice ha la capacità di accellerare bruscamente il moto atomico della materia intorno a se. Questo gli permette di creare e manipolare il fuoco a proprio piacimento. La massima temperatura raggiungibile è direttamente proporzionale alla grandezza del cosmo stesso in quanto piu ci si spinge a temperature alte, maggiore dovrà essere il dispendio di energia da utilizzare.

    TECNICHE
    ▲ Extinction ♦ Dall'addome di Rayven si espande una potente sfera di energia cosmica di colore rosso intenso che, ingrandendosi, avvolge a 360° il corpo dello spectre. Raggiunta la grandezza sufficiente per coprire interamente il corpo, delle fiamme avvolgono la sfera avendo lo scopo di proteggere sia da attacchi cosmici che fisici creando ustioni a qualsiasi corpo non sufficientemente resistente che tenta di oltrepassare la barriera. La tecnica richiede particolare concentrazione e durante la sua esecuzione Rayven deve rimanere quasi totalmente fermo.
    Variante (offensiva): Una volta evocate le fiamme intorno alla sfera, può espanderla fino al limite massimo che la propria energia cosmica possa permettere (es: energia gialla 5 metri) facendola collassare in una grande esplosione di fuoco verso l'esterno una volta raggiunto questo limite. Danni da impatto e ustione.


     
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    *Quando fai per aprire la porta le venature presenti sul muro iniziano a illuminarsi e dalle loro estremità che circondano l'apertura nel muro in cui la porta è infissa, sgorgano raggi di energia rovente che piovono su di te ad una velocità incredibile...*





    I raggi roventi sono come tecniche lanciate al massimo dell'Energia Verde.
    Immagina la situazione come uno scontro di volontà, in cui devi respingere questi raggi che cercano di divorarti il corpo ed il cosmo.
    Termina quando sei riuscito a vincere i raggi e a oltrepassare la porta, oltre la quale troverai una stanza le cui pareti sono piene di celle aperte e all'estremità opposta alla tua vi è un'apertura dove il marmo è franato ostruendo il passaggio.



     
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    V
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    Nervi a fior di pelle, massima concentrazione ed una tensione che non sembrava voler abbandonare lo spettro della fenice. Quel potentissimo mix di emozioni sarebbe stato gioia e dolore per il giovane, capace di trasmettere le giuste emozioni per affrontare al meglio ogni genere di pericolo o avere l’effetto opposto, chiudendolo in una morsa di panico e terrore. I suoni della battaglia che si stava combattendo in superficie vennero meno, non capì se venissero ovattati dalla conformazione di quelle rovine o se fosse appena terminata. Probabilmente il vero motivo era un altro. Il livello di concentrazione dello spectre era così alto da focalizzarsi solamente nelle sue immediate vicinanze, rimanendo vigile a qualsiasi tipo di trappola o attacco da parte di qualcuno. Il timore di essere aggredito alle spalle da un momento all’altro era forte, la penombra che faceva da padrona all’interno delle rovine era un grosso punto a sfavore e tutto questo lo spingeva a volerle superare il più rapidamente possibile. “Tanto che ci vuole? Vado, prendo il frammento e me ne vado! E se qualcuno prova a fermarmi gli faccio fare la fine di quel colosso lì fuori, hahhahaha”.
    Provava di farsi coraggio. Un piano perfetto, semplice e preciso al punto giusto. Peccato che sarebbe stato senza ombra di dubbio più facile a dirsi che a farsi. Quel suo misero tentativo di autoconvincersi che il peggio era passato avrebbe provocato più danni che altro e presto ne avrebbe assaporato le conseguenze.

    Raggiunse finalmente quella porta dall’aspetto decisamente robusto, stringendo la maniglia nella propria mano destra per poterne controllare l’intero movimento d’apertura. Proprio nel momento in cui stava per aprire la porta, notò che le venature presenti sul muro iniziarono ad illuminarsi di una luce intensissima, quasi accecante, mentre dalle fessure della porta dei veri e propri raggi investirono lo spettro con una furia tale da sembrare una specie di punizione. Quei maledetti raggi sembravano avere tutte le intenzioni di distruggere il giovane spectre, bruciando l’epidermide quasi come a voler penetrare ancora più in profondità nei tessuti. Era abituato a far provare certe sensazioni soltanto ai suoi nemici, da troppo tempo non era lui a subire quel bruciore così intenso da farti esplodere di rabbia.

    Per un attimo la sua mente andò quasi in stallo, come se il tempo intorno a sé iniziasse ad andare a rilento. Il tutto probabilmente dettato dallo shock del colpo appena subito. Quella terribile sensazione lo riportò indietro nel tempo, ricordando le terribili ustioni da freddo provocate dal Cocito del vecchio inferno ormai corrotto. Il ricordo di quell’orribile momento in cui sveglio, subiva la stretta morsa di quei ghiacci eterni che ne impedivano anche il più insignificante movimento. La terribile sensazione d’impotenza che lo mandava letteralmente in bestia e quel giuramento a se stesso di non voler ripetere mai più la stessa esperienza.
    Si rese conto quanto strano potesse sembrare per un morto avere così tanta voglia di vivere, quella stessa voglia che sembrava aver convinto Hades in persona a volergliene restituire una, che per quanto poteva saperne sarebbe potuta essere anche l’ultima. NO! Non sarebbe tornato a fare l’anima in pena in una qualunque prigione infernale! Voleva sopravvivere, ottenere maggior potere e conoscenza. Non si sarebbe mai più sentito impotente davanti all’ennesima sfida. Avrebbe calpestato la corruzione e chiunque altro si sarebbe messo tra lui e quel desiderio crescente di ottenere sempre più potere, varcando i confini della paura per tramutarla in estrema sicurezza dei propri mezzi.

    AAAAAAAAARGH MAAAAALEDIZIONEEEE! Non…sarà….questa… LA MIA TOMBA!



    I suoi occhi iniettati di sangue sembravano voler esplodere fuori dalle orbite da un momento all’altro, mentre quei raggi di luce gli provocavano un dolore atroce, bruciando letteralmente l’epidermide al solo contatto con esse. Scappare era impossibile. Il tempo necessario per tornare indietro e risalire la scalinata sarebbe stato sufficiente ad annichilirlo completamente. Raccolse le forze necessarie inspirando profondamente per poi afferrare con forza la maniglia di quella porta. Fece bruciare il proprio cosmo con una frenesia tale da mescolare le fiamme della fenice risorta con quella luce, sfociando in un bagliore accecante. Riuscì a spalancare la spessa porta di legno, notando con grande stupore che quei raggi svanirono nel nulla di punto in bianco, lasciando lo spettro in ginocchio sul ciglio della stessa, con il corpo letteralmente martoriato dall’attacco subito. Il fisico sembrò cedere per un attimo costringendolo ad appoggiarsi con il ginocchio destro sul marmo di quelle rovine. Ferito nel corpo ma non nell’orgoglio, una volta tanto, si lasciò andare ad un sorriso d’approvazione che si dipinse sul proprio volto.
    L'intero corpo gli bruciava come se si fosse appena fatto un bagno in una vasca piena d'acido solforico. Un genere di bruciore per lui difficile da descrivere, ben lontano da ustioni provocate dalle fiamme. Per un attimo ebbe la sensazione di collassare da un momento all'altro a causa dello sforzo fisico appena affrontato e per le ferite riportate ma si fece coraggio, aveva una missione da compiere.

    Superata quella porta si ritrovò all’interno di una strana stanza con numerose celle aperte presenti sulle pareti. Cosa diavolo contenevano? In fondo alla stanza si poteva distinguere quella che sembrava un’apertura, forse la via d’uscita, che purtroppo sembrava essere completamente ostruita a causa del marmo franato. Decise dunque di ispezionare meglio le celle per trovare una via d’uscita o magari il famoso frammento del sigillo che il dio della morte in persona gli aveva commissionato di ritrovare.

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    NOTE ♦ Quindi arrivo davanti alla porta, cerco di aprirla ma vengo investito dai raggi di luce. Vinco con me stesso la paura e cerco di farmi coraggio attraverso un grande sforzo fisico e mentale. Aperta la porta ispeziono la stanza con le gabbie senza trovare via d'uscita, allora continuo a cercare nella speranza di trovare qualcosa d'importante.



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    *Cercando tra le celle non trovi nulla se non resti umani ormai resi cenere dal tempo e dall'umidità.
    Mentre senti numerosi passi scendere le scalinate percepisci un'oscura emanazione oltre i detriti di marmo che occludo la stanza successiva...*





    Sta per arrivare qualcuno.
    Descrivi il modo in cui ti fai strada tra i detriti di marmo.
    Quando riesci a liberartene trovi una stanza circolare piena di detriti e bruciature. Al centro risplende un pezzo di pietra nera pulsante.
    Termina quando stai per prenderla o quando inizi ad analizzarla.



     
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    VI
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    Il respiro affannoso dello Spectre iniziava a risaltare i primi segni di evidente fatica. Non era certo nuovo a battaglie di vario genere, ma le numerose ferite presenti su tutto il corpo mostravano segni tangibili della sofferenza fisica del giovane. Era riuscito ad imporsi anche dal punto di vista psicologico, dimostrando a sé stesso di avere un’incredibile forza d’animo superiore alle aspettative. Forse tutto ciò era stato intuito direttamente dal dio della morte, incuriosito da come avrebbe potuto affrontare una missione piuttosto impegnativa.
    Sentire l’odore del proprio sangue stagnante sulla pelle lo rendeva nervoso, ferito quasi più nell’orgoglio che nel corpo. Nonostante non l’avrebbe mai ammesso pubblicamente si sentiva inferiore, sapeva di esserlo. Se c’era una cosa che avrebbe fatto in tutta la sua vita sarebbe stata quella di non mentire mai e per nessuna ragione a sé stesso. Analizzare scrupolosamente ogni cosa gli impediva di vedere il mondo sotto i propri piedi come avrebbe fatto un qualsiasi guerriero estremamente pieno di sé, guardando con occhio critico ogni singola azione appena effettuata domandandosi continuamente: “Avrei potuto agire meglio?”
    Il Canvas era davvero un posto incredibile. La verità dei fatti nuda e cruda gli si poneva davanti come un jab sul muso ogni qualvolta incontrava una nuova entità nella nuova dimensione infernale, riconoscendo duramente quanto fosse limitato il proprio potere. Persino quella giovane e carina ragazza, Zraki, forse il braccio destro del dio, gli dava l’impressione di non voler mai scoprire sulla propria pelle cosa lei fosse capace di fargli o cosa si celasse davvero dietro quel dolce visino. Il giovane spettro non era mai stato convocato da nessun pezzo grosso all’interno del Canvas, passando quasi inosservato qualunque cosa facesse come se non importasse a nessuno. Le ragioni di quell’improvvisa convocazione potevano essere diverse. Forse era riuscito a farsi notare in positivo o semplicemente ai piani alti si erano decisamente stufati di vederlo scorrazzare come una scheggia impazzita senza alcun controllo. Sapeva che numerosi Spectre potevano vantare molta più esperienza di lui ed avere maggiori chance di avvicinare delle vere e proprie divinità, eppure adesso era lì, nel bel mezzo di una missione di una certa rilevanza, introdotto a quest’ultima come se fosse l’unico a soddisfare i requisiti per poterla completare senza particolari problemi. Niente e nessuno gli avrebbe impedito di tornare sano e salvo con il bottino.
    Dopo il suo risveglio da Spectre era innegabile che qualcosa fosse cambiato in lui. Si rese conto di avere una curiosità che nella sua vita passata non aveva mai avuto, riconoscendo di essere rimasto un "mediocre" Saint (secondo i propri standard) forse a causa di scarse motivazioni davvero forti senza eccellere o mostrare doti sensazionali che gli avrebbero permesso di raggiungere i gradini più alti della gerarchia ateniese. La curiosità unita a l’interminabile sete di conoscenza si sarebbero dimostrate delle armi in più di un’importanza senza pari, capaci di far superare i limiti dello spettro della fenice.

    Si colpì due volte la fronte con il palmo della mano destra tornando immediatamente al presente. Impiegò pochissimo tempo a perlustrare quelle celle desolate ed in quello stato di totale abbandono da anni e anni. I resti di corpi bruciati dal tempo si sgretolavano letteralmente tra le mani dello spettro che in fretta e furia passava in rassegna nella speranza di trovare quel frammento tanto importante.
    Passarono appena pochi attimi quando il suono di numerosi passi invase la stanza in cui si trovava Ray, facendogli ricordare di dover sbrigare velocemente la pratica o presto si sarebbe ritrovato a fronteggiare chissà cosa o quanti in quel claustrofobico vicolo cieco. Contemporaneamente un’oscura quanto curiosa emanazione filtrò tra quei detriti attirando la sua attenzione.
    Non c’era altra scelta. La possibilità che quell’aura provenisse dal frammento che stava cercando era decisamente alta e per di più affrontare un gruppo numeroso di individui che probabilmente erano appena riusciti a sconfiggere tutti i corrotti fuori dalle rovine non gli sembrò un’idea allettante. Cercò di attuare una strategia semplice ma che forse gli avrebbe permesso di guadagnare tempo. Richiuse la porta sperando che gli stessi raggi di luce che l’avevano tenuto a bada fino a poco prima, potessero fare la stessa cosa con chiunque altro si fosse avvicinato. Successivamente impugnò due delle “piume” della propria surplice impregnandole di cosmo. Lanciò le due piume in un angolo in alto dei detriti per provare a creare giusto lo spazio necessario per permettergli di passare oltre senza spalancare la strada ai propri inseguitori. Corse nell’angolo opposto della stanza rannicchiandosi come un soldato in trincea che ha appena urlato “FIRE IN THE HOLE!” per poi far detonare le piume della fenice.
    L’esplosione, come auspicato, creò appena lo spazio necessario per permettere allo spettro di passare oltre con un po’ di fatica, giungendo nella stanza successiva per notare che quella strana emanazione sembrava adesso più intensa. Numerose bruciature e detriti di marmo sparsi occupavano la stanza. Forse era stata la sua tecnica a crearli? Probabilmente no, la stanza dava l’impressione di essere in quello stato da tanto tempo. Per il giovane spettro fu impossibile non notare quel pezzo di minerale nero pulsante al centro di quella stanza. Diede una rapida occhiata intorno per cercare di non essere sorpreso da un momento all’altro da qualcuno intento ad attaccarlo da un momento all’altro. Successivamente si avvicinò alla pietra per analizzarla, incuriosito dall’artefatto ma con prudenza, come chi si avvicina all’ignoto con la speranza di non venir trafitto da un’antica trappola egizia a causa della troppa irruenza.


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    NOTE ♦ Chiudo la porta dietro di me, faccio esplodere una parte dei detriti per crearmi lo spazio necessario per passare senza spalancare la strada a chiunque mi stia inseguendo. Arrivo nella stanza del frammento, mi guardo intorno e provo ad analizzare la pietra rapidamente, conscio del fatto di essere inseguito.



    ABILITA' ♦ ///

    TECNICHE ♦ ///





    Edited by Rayven - 10/2/2017, 09:44
     
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    *Appena ti avvicina all'oggetto questo inizia a brillare di una tetra luce, mentre percepisci l'essenza di sempre più individui venire nella tua direzione.
    Prima però che qualsiasi cosa possa accadere, l'area attorno a te inizia a distorcersi e a mutare.
    Un senso di nausea e di diffuso malessere ti coglie, quando ti ritrovi nuovamente nella sala del trono di Gorthaur.
    Qui il Dio della Morte ti osserva sorridendo, tenendo il frammento oscuro nella mano.*

    Ottimo lavoro, è tempo della tua ricompensa.

    *Ai tuoi piedi si forma un sigillo dalla forma di pentacolo, da cui inizia a sprigionarsi un'energia oscura che penetra nella tua corazza.
    Senti la sua forza blasfema crescere, la sua resistenza aumentare, la sua forma mutare.
    A fatica riesci a sostenere con il tuo cosmo la pressione del cambiamento, dato il profondo legame che c'è tra il cavaliere della Fenice e la propria armatura, ma al termine del processo senti che l'artefatto che protegge il tuo corpo è ora più vicino al suo vero potere.*

    Ora puoi andare, avremo modo di incontrarci nuovamente.

    *Detto ciò Gorthaur apre un portale accanto a sé e, chinando il capo in segno di saluto, si volta e lentamente si dirige al suo trono.*





    Fine :zizi:
    Descrivi la trasformazione come meglio ritieni.
    Il portale ti conduce dove vuoi tu :zizi:

    Porto il test in valutazione :deathmetal:



     
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    VII
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    Mentre si avvicinava al particolare artefatto, Ray aguzzava i sensi cercando di non essere colto alla sprovvista da qualsiasi cosa. Quel frammento pulsante di energia oscura inquietava l’animo dello spettro, come ad avvisarlo di una possibile minaccia. Nel frattempo i passi degli inseguitori sembravano avvicinarsi inesorabilmente scandendo i pochi secondi ancora a disposizione dello spettro per poter prendere l’oggetto tanto ambito e fuggire via di lì il più rapidamente possibile.
    In men che non si dica l’area intorno a sé iniziò a mutare fino a distorcersi del tutto come dopo un’intera bottiglia di whisky alle 4 del mattino. Un forte senso di nausea lo colpì duramente scombussolandolo a tal punto da fargli mancare le forze. Tutto intorno a sé iniziò a ruotare vertiginosamente fino al momento in cui chiuse gli occhi per evitare di vomitare, complice anche l’indebolimento fisico a causa dei danni precedentemente subiti.

    Al suo risveglio si ritrovò nuovamente in quello che sembrava il cielo di Saturno, davanti alla figura spettrale del dio della morte come se lo stesse aspettando da tempo. Che avesse monitorato in qualche modo tutte le sue azioni? Possibile. D’altronde era di una divinità che si stava parlando.
    L’aria compiaciuta di quest’ultimo fu come una manna dal cielo per lo Spectre della Fenice, soddisfatto di aver compiuto la missione dato che quel tanto caro frammento si trovava adesso tra le mani di Gorthaur.

    Ottimo lavoro, è tempo della tua ricompensa.


    Il giovane spectre stava per rialzarsi quando ad un tratto un vero e proprio pentacolo si formò sul terreno sotto di lui fungendo come da catalizzatore per sprigionare un’immensa energia oscura che in pochissimo tempo ricoprì il suo corpo. La sensazione di venire inondato da un’incredibile forza maligna era palese, così come il miscuglio di energia spirituale e tenebre che penetrava in ogni parte della surplice. Immediatamente un bagliore violaceo illuminò l’armatura che se fosse lei stessa ad emanare quella tenebrosa luce. Iniziò ad emanare un calore micidiale, quasi ustionante, mentre il peso sembrava triplicato impedendo al cavaliere risorto di alzarsi in piedi.

    Ch-che st-a succed-endo!?



    Gli diede la sensazione di esplodere da un momento all’altro, complice anche le numerose ferite sparse per il corpo ancora da curare. Ad un tratto però la forma della surplice sembrò mutare. La parte inferiore del busto iniziò ad allungarsi fino a coprire parte delle cosce, attorno ai bracciali ed ai spallacci si formarono degli strati in più rendendoli più robusti ed alle estremità leggermente appuntiti, l’elmo accompagnava decisamente meglio le forme coprendo adesso gran parte della mascella mentre il pettorale coprì maggiormente il busto del giovane lasciando molto meno spazio a disposizione per gli affondi nemici.
    In quel momento la surplice divenne incredibilmente leggera ed il giovane guerriero aveva la sensazione quasi di riuscire a sentire scorrere all’interno di essa il proprio spirito legandosi con l’essenza dell’armatura stessa. Provò un brivido misto ad eccitazione quando il bagliore violaceo, convogliatosi sul simbolo della fenice ben impresso nel petto, iniziò a risplendere di un rosso intenso come le fiamme infernali per poi spegnersi del tutto, come a sigillare un patto tra il guerriero e l’armatura. In quel momento sembrava addirittura più leggera, nonostante fossero ben visibili i numerosi strati in più presenti su tutto il corpo regalando una fantastica sensazione di protezione superiore. A quel punto riuscì ad alzarsi in piedi, quasi fregandosene delle ferite riportate.

    Ora puoi andare, avremo modo di incontrarci nuovamente.



    << Cosa? E mi lascia andare così? >>



    In quel momento numerose domande riempirono la mente del giovane, facendo notare la classica aria da stupido come quando si è interdetti nel fare o meno una determinata domanda. Non aveva avuto modo di toccare l’artefatto, di sentirne il peso e la consistenza. La sua curiosità era sconfinata ma il dio della morte aprì un portale per poi salutare e dirigersi silenziosamente sul suo trono. Decise di non forzare la mano. Avrebbe voluto tempestarlo di domande ma aveva appena ricevuto un compenso eccezionale e la promessa di rivedersi in futuro. Per ora potevano bastare.

    Ray superò con decisione il portale per poi giungere davanti alla torre di Mnar. Poi qualche ricordo confuso sulla Terra e niente più. Si ritrovò da solo, completamente al buio in una “cella” claustrofobica, in attesa di conoscere il suo destino.


    A7JJH6vnarrato ♦ parlato<<pensato>>parlato altri



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    CLOTH ♦ Bronze Surplice della Fenice {III}
    STATUS FISICO ♦ //
    STATUS PSICOLOGICO ♦ //
    STATUS CLOTH ♦ Indossata: integra

    NOTE ♦ Grazie ancora Gorth. Ho cercato di collegare il termine dell'up con il prologo del torneo, mantenendomi sul vago per evitare strani collegamenti che ancora non conosco o paradossi temporali. See ya :mke:



    ABILITA' ♦ ///

    TECNICHE ♦ ///



     
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