Sprint Cup

B.F.G | Energia Rossa | Utahraptor Ostrommaysorum [III] Sprint Cup
Post 1



Uuuuh che arietta. La senti? Io la sento. Sarà che indosso sempre la stessa giacca...

Bieffe non stava guardando il suo interlocutore, si godeva la vista di Indianapolis dal quarantottesimo piano della Chase Tower, in piedi, vicino ad una finestra rotta. Non che il panorama fosse così entusiasmante, ma faceva bene all'anima fermarsi ogni tanto a guardare il paesaggio.

La persona con cui stava parlando non sembrava fare caso a quel genere di cose cose. Forse lo stare sospeso sul vuoto, con solo un braccio che ti strangola come appiglio non è la situazione ideale per le osservazioni bucoliche.
La presa della mano destra di Bieffe era salda come una pinza idraulica, ma abbastanza allentata da permettergli di respirare. Con enorme fatica, ma respirava.

Senti, sei una bella donna nonostante le vene nere sulla faccia e quel grumo di occhi sulla guancia. Dico davvero, ha un certo fascino e la cosa va premiata in qualche modo, quindi sarò sincero con te:

Ho paura che non arriverai a domani...

Sospirò, fissando gli occhi neri iniettati di sangue della corrotta.

Ma che dico, sicuramente non ci arrivi a domani, volente o nolente tra un po' ti ritroverai ammazzata.

Da me medesimo.

A questa rivelazione la donna cominciò ad agitarsi. Fece stridere inutilmente le unghie sull'armatura del cavaliere fino a staccarsele. Strisce di sangue nero dall'aspetto rappreso sporcarono la darian dell'utahraptor ostrommaysorum. Bieffe strinse leggermente le dita intorno alla gola del suo ostaggio, con l'intenzione di calmarla. Dovette controllarsi, visto l'impulso impetuoso di affondare gli artigli in quella carne corrotta.


Sssssh stai calma. Già hai due tondini di ferro che ti trapassano le gambe come arrosticini a ferragosto, non vorrai mica peggiorare le cose?

Stavo dicendo, bla bla bla morirai eccetera eccera, MA, visto che non sono tanto bello buono e caro, ti concedo di trapassare in modo veloce.

La punta dell'indice sinistro di Bieffe cominciò ad emanare luce cosmica. Il cavaliere portò il dito luminoso a pochi centimetri dalla tempia della donna.
Devi solo rispondere ad una sola, semplice domanda...
Gli occhi dell'eletto divennero gialli, mentre l'espressione assente sul suo viso si trasformo in pura rabbia.

What do you know about Kosmos?

La donna lo guardò per qualche secondo, con uno sguardo neutro, quasi apatico, per poi cominciare a ridere, quasi fino alle lacrime.

Bieffe emise un sospiro di rassegnazione.
Sapeva già che non avrebbe ricavato nulla da quella commedia.
Spostò il dito, puntandolo contro lo stomaco dela donna. Quattro proiettili cosmici perforarono la pelle e gli organi della corrotta, la quale cercò di gridare con tutto il poco fiato che aveva, ma la presa di Bieffe si intensificò, accompagnata dal rumore della carotide che veniva ridotta in poltiglia.

Bieffe la lasciò andare, condannandola ad una caduta libera di quasi duecento metri. Nello stato in cui aveva ridotto quella disgraziata quel volo sarebbe stato fatale, con o senza corruzione.

Il cavaliere batté le mani, come se le stesse pulendo dalla polvere.

Eeeeehhh pure questa è andata male...Dove posso trovare delle Goleador?





Si ritrovò a passeggiare per la città, mani in tasca, sigaretta in bocca, canzoni scrause da cantare ad alta voce.

Yo, I'll tell you what I want, what I really really want,
So tell me what you want, what you really really want,
I'll tell you what I want, what I really really want,
So tell me what you want, what you really really want,
I wanna, I wanna, I wanna, I wanna, I wanna really really really wanna zigazig ha.


Camminò così tanto da raggiungere l'enclave di Speedway, arrivando davanti ai cancelli rugginosi dell'Indianapolis Motor Speedway.
Stette li a fissare la grande insegna cadente per un paio di secondi buoni prima di entrare, circondato dal silenzio più assoluto. Scavalcò tornelli e cancellate, fino ad arrivare sugli spalti. Si sedette comodamente, baciato dal sole del tardo pomeriggio.

Damn, i really want some candy now...

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Post 2

What the FUCK was that?
Non è che mi sono addormentato? Cazzo devo fare qualcosa per questa narcolessia.
No, questo è cosmo, quei due sono reali ed io sono sveglio.

Le due luci sfrecciarono sul circuito, sprizzando scintille e scie colorate. Fu una corsa breve, fermata improvvisamente da uno dei due concorrenti con uno speronamento irregolare, o almeno era quello che credeva di aver visto, non godeva di un'ottima visuale della cosa.
Si girò i pollici per qualche secondo, prima di alzarsi e di guardare verso l'area dello scontro. Chiunque fosse stato capace di fare robe del genere, sarebbe sicuramente andato incontro al Gea seduto sugli spalti.
Si mise le mani in tasca, e camminò.

Le due tracce cosmiche avevano qualcosa di familiare.
Una, più intensa, aveva quel gusto sintetico che solo i Saints dall'armatura nera possedevano. Gente strana i Black Saints, agivano sempre come se avessero avuto qualcosa da dimostrare al mondo intero, ignorando bellamente che il mondo se ne sbatteva i coglioni di loro.
L'altra energia invece gli fece venire in mente il suo ex collega con la maschera viola Era infinitamente più piccola, una scintilla in confronto a quella di uno Spettro come si deve. Non era la prima volta che avvertiva qualcosa del genere, aveva imparato che le schiere dell'Ade non erano composte solo da fenomeni da baraccone con mirabolanti poteri cosmici, il grosso delle file era riservato a pezzenti abbastanza sfortunati da essere forzati a reclutarsi volontariamente.
Non ebbe nemmeno il tempo di lasciar correre la sua curiosità, che la scintilla di cosmo minore si spense.

Accelerò il passo, fino a quando non cominciò a notare una figura camminargli incontro. L'armatura nera si stava allontanando dal luogo dello scontro.
Bieffe non si scompose, continuò a camminare fin quando i due cavalieri furono in grado di distinguersi bene.

Capelli neri, faccia torva, benda sull'occhio.
Bieffe era li li per fare una battuta irriverente sull'occhio guasto, ma preferì lasciar perdere, sarebbe stato troppo facile, e di conseguenza ne sarebbe venuta una battuta troppo fiacca.

Invece stette li, a fissarlo per dieci secondi buoni.
Notò solo dopo il cadavere rimasto dietro all'uomo in nero, giaceva a faccia all'aria, riverso in una pozza di sangue scuro.

Avrebbe voluto commentare anche quello, ma era considerò la cosa superflua. Un soldato infernale era morto, succede, erano li per quello, carne da cannone per qualsiasi elemento che potesse avere valore nell'esercito di Ade.

Ma Bieffe doveva pur dire qualcosa.

Si morse morse il labbro, sospirando e incrociando le braccia al petto.

Sooooooooo, got any candy with you or...?

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Post 3

Me lo sarei dovuto aspettare?
Si.
È stata una mossa stupida quella di presentarsi e chiedere caramelle?
Assolutamente.
Smetterai di fare queste stronzate?
No.

L'energia di chi aveva davanti brillò di luce propria. Voleva attaccare, voleva buttare le mani in modo pesante, a giudicare dalla posizione che aveva assunto il cavaliere nero. In quella frazione di secondo che seguì, benedì la sua rapidità d'esecuzione e di risposta, e maledì la sua sfacciataggine nel non essersi presentato con più criterio.
Non era una questione di buone maniere, semplicemente si sarebbe risparmiato dolori, tanti dolori.

Il piede del nemico già sopra il suo. Bloccato in meno di un secondo. Certamente l'idea di una schivata all'utimo momento sembrava carina, ma non molto pratica in ogni caso. Anche solo da quel gesto capì la forza mostruosa che gli si era presentata davanti.

I just asked for some goddamn candy for Christ's sake.

Le braccia, prima incrociate davanti al petto, scattarono come una molla, riempiendosi si sfere di cosmo protettive, non abbastanza da sperare in un impatto morbido, ma era pur sempre meglio di niente.

Il colpo fu tremendo.
Il dorso della mano del nemico si scontrò contro il suo avambraccio sinistro. Una scarica di energia cinetica inaspettata troneggiò davanti alla sua difesa, il cui unico merito fu quello di attutire la botta il più possibile.

Nonostante il piede bloccato, Bieffe venne letteralmente spedito a vari metri di distanza. Rotolò giù per le scalinate, fermandosi a faccia in giù.

Well, this is odd.

Si rialzò, facendo perno sulle gambe e sul braccio sano. Sentiva già quello sinistro gonfiarsi dolorosamente, a causa della microfrattura al radio. Niente di menomante, ma il dolore era acuto e fastidioso come non mai.
Si massaggiò delicatamente la parte lesa. Fortunatamente non era stato colpito in faccia.

What the fuck is you problem, you retarded manchild? Chiese.
Are you brain damaged, you freakin' dick?

Il colore dei suoi occhi cambiò, il limite del suo ghigno si spostò indietro di parecchi centimetri. Era infastidito da una così gratuita dimostrazione di sbruffoneria e brutalità. Voleva insegnare a Willy l'Orbo cosa una o due cose sul rispetto.

Un lampo di luce, e l'ibrido artigliato comparve al suo posto, schiena curva e atteggiamento animalesco nei confronti del cavaliere nero. Si leccò le labbra con quella lingua mostruosamente lunga, preparandosi al contrattacco.

Ora dovrei dire qualcosa di mordace, tipo una battuta unita ad una minaccia, ma non mi viene in mente nulla che non sia già stato abusato, tipo i pirati per intenderci.

Scattò a tutta velocità verso il suo nemico con una traiettoria zigzagante. Il suo obbiettivo era quello di sferrare un calcio alle gambe, un colpo a piena forza con la pianta del piede, come se stesse sfondando una porta, indirizzato più precisamente al ginocchio. Nel caso migliore sarebbe riuscito a prendere di sorpresa completamente l'avversario, fracassandogli l'articolazione del ginocchio, altrimenti un solido colpo alle gambe sarebbe stato sufficiente, vista la presenza degli enormi artigli affilati sulle sue zampe.

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Post 4



Si rese conto che chi aveva davanti non era del tutto uno sprovveduto.

Il calcio aveva colpito parte della gamba del tizio in nero, ma non abbastanza da causare danni seri, un taglio, forse qualche dolore alla gamba, ma niente di più.
Non era stato nemmeno in grado di spostarlo.
E come se non bastasse, era finito faccia a faccia con il cavaliere nero, in quella magica area dove un giovanotto munito di forza fisica poteva spaccare mascelle molto facilmente. L'uomo in nero era già in posizione di guardia pressoché perfetta.

Per Bieffe, non erano motivi sufficienti per arrendersi e beccarsi li colpi in modo passivo.
Dette fondo a ai suoi riflessi ed a tutta la sua memoria muscolare. Giudicando dall'altezza di quella guardia da manuale, qualsiasi cosa stesse per arrivare doveva mirare piuttosto in alto.

Non aveva tempo da perdere.
Gambe leggermente piegate per stabilizzare l'equilibrio.
Artigli posteriori letteralmente piantati nel terreno.
Gomito destro fatto scattare orizzontalmente davanti al viso, coperto alla bene e meglio con la sua barriera cosmica difensiva.
Preghiera a qualche santo in paradiso che non si sa mai...

I due ganci si scontrarono contro la sua difesa, polverizzandola.
Il primo, un destro micidiale, impattò contro il metallo della Darian, incrinando l'omero e spostando il corpo del Gea verso sinistra. Il secondo, un mancino di pari potenza, fece lo stesso lavoro con l'ulna ed il radio del ragazzo, che si ritrovo sballottolato verso destra.

Ciononostante, la presa disperata dei suoi artigli contro il terreno non cedette, di conseguenza non venne scagliato contro il cemento delle gradinate. Non sapeva ancora come quel dettaglio potesse tornargli utile.

Si ritrovava a faccia faccia con il nemico, le braccia quasi completamente fuori, nel raggio d'azione perfetto per essere malmenato ancora come un quarto di bue da frollare, senza contare lo sforzo interiore che stava facendo per non urlare a causa delle fratture. Andava bene essere abituato e tutto, ma tre ossa incrinate in meno di un'ora era un'esagerazione in quel frangente.

Che cosa fare quando il tuo avversario è veloce e più forte di te?
Imbroglia.

Immaginava cosa stesse pensando il tizio in nero, “Hor hor hor I'm so cool and shit everybody loves me hor hor hor I miss my eye so much...”

Doveva entrare nella guardia del coglione bendato, ma senza passare dalla porta principale.
You know what, EYE'm gonna put you in the CORNEA this time.

Con le braccia vicinissime al petto, Bieffe abbassò il bacino, quasi fino a squattare.
La guardia estremamente alta del Black gli diede un'idea estremamente rischiosa: Piegandosi il più possibile e facendo forza sulla muscolatura delle gambe, sarebbe entrato a tutta velocità nella nella sua guardia da sotto.

Il motivo per cui voleva avvicinarsi ulteriormente al suo nemico era ben preciso.
Voleva dimostrargli che anche se gli era stato precluso l'uso delle braccia, poteva lo stesso fare un male indicibile,e lo avrebbe dimostrato azzannandolo alla gola.

Il collo, o grande meraviglia dell'ingegno biologico, carico di vene e arterie pulsanti facilmente lacerabili da uno con una dentatura semi-indistruttibile. Un morso ben piazzato, e la terribile forza morsicatrice della mandibola di Bieffe avrebbe fatto scattare un conto alla rovescia irreversibile per il Black Saint. La perdita di sangue continuo, la possibilità di occlusione dei canali di respirazione a causa del sangue inalato, diamine c'era pure la remotissima possibilità d'infezione della ferita. Se quel colpo fosse andato a segno, al povero Willie sarebbe toccata una brutta settimana di convalescenza non solo per il morso in se, ma per il fatto che Bieffe non aveva nessuna intenzione di finirla li.
Con le zanne conficcate nella carne del Black Saint, avrebbe cominciato a comportarsi come un coccodrillo: Avrebbe cominciato a girarsi in senso orario facendo forza sulle gambe, in modo da rendere decine di volte più gravi le ferite da morso al collo del suo nemico.

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Post 5

Ok questo non è il collo.
Il rumore simile al suono di cereali masticati fu il suo primo indizio. Il secondo fu avere un braccio in bocca.
Non male, ma niente batte i Cereali Special K. *smak*

La dead spin aveva funzionato benissimo, anche se non aveva centrato il suo obiettivo. Poco male, il braccio che aveva in bocca era ridotto a un pezzo di carne dolorante, con enorme soddisfazione del raptor.
L’urlo del cavaliere nero gli trapassò i timpani come un trapano elettrico, se Bieffe non avesse avuto la bocca occupata, se ne sarebbe uscito con qualcosa tipo PAVAROTTI&FRIENDS SPECIAL BLACK SAINT EDITION.
Quasi si dispiacque per la cosa.

Il cosmo sintetico che aveva davanti cominciò a fluire. Da quella posizione poteva quasi gustare la rabbia del cavaliere nero. Fu tutto molto bello, fin quando non vide alzarsi il braccio sinistro.
Oh no
Una forte consapevolezza cominciò a impadronirsi della mente di Bieffe:
VAI VIA DA LÌ RINCOGLIONITO.

Lasciò andare la presa, ma era già troppo tardi.
Il braccio del cavaliere nero pulsava di energia, ed era pronto a cadere sul Gea come una ghigliottina.

Il taglio della mano lo sfiorò per un soffio, mentre la lastra metallica attaccata a quel braccio si scontrò quasi direttamente con lo zigomo del cavaliere.
Come se non bastasse, una ginocchiata improvvisa gli si piantò nel basso costato. Il dolore fu intenso e straziante, e l’energia cinetica spigionata da quell’impatto lo fece indietreggiare di qualche metro, facendolo barcollare pericolosamente.

Per grazia divina, Bieffe non cadde, ma era davvero messo male. Il dolore delle braccia gonfie, di uno zigomo spaccato e almeno una o due costole rotte lo trafiggevano come spilli roventi. Era li, in piedi con braccia e gambe divaricate, cercando di non lamentarsi della tortura che provava a ogni singolo respiro.

Ma chi cazzo me lo fa fare… Disse, prima di tornare normale.
Il cavaliere nero era già in posizione di guardia strategica. Bieffe commentò la cosa con un grugnito annoiato, mentre si allontanava lentamente da lui per trovare un posto a sedere sulla scalinata lì vicino.

Con un vistoso sforzo prese una sigaretta dalla tasca interna della giacca e cominciò a fumare, incurante di tutto.

You sure can hit hard, Mr. Scott Summer. Can I call you when I feel somewhat kinky?
Il gonfiore del viso lo faceva leggermente biascicare. Fumava lentamente, guardando fisso davanti a se.

Sono sempre aperto alle reazioni eccessive, ma andiamo, ti ho chiesto delle caramelle… Si fermò due secondi, aspettando che il dolore alle costole cessasse. Bastava dire no e aggiungere qualche parolina dolce tipo “Vai a fare in culo.”

Rimase in silenzio per un po’.

Comunque senza rancore, eh? Non posso essere veramente arrabbiato con te dopo che ti sei pulito le scarpe da quel tizio sparso sull’asfalto.

Un gemito di dolore terminò la frase. Bieffe arrivò a metà sigaretta prima di spegnerla e mettersi il resto in tasca.

Politiche aziendali.

Con uno sforzo considerevole si alzò dal suo posto a sedere.

Dovremmo rifarlo qualche volta. Ti va bene martedì? No perché per me è un disastro. Facciamo così ci vediamo quando ci vediamo ok? Non perdiamoci di vista.

Le api dorate cominciarono ad avvolgere la figura dell’Eletto, pronte per portarlo a casa.

And with that, my friend, eye take my leave.

E scomparve.