Bridge over troubled water.

Role Audatia & B.F.G.

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    Allora ci vediamo dopo eh.

    M-ma come?!?! Mi lasci qui?

    Ma rilassati che è tutto sotto controllo.

    Come pensi che reagirà il campo alla vista di quelle creature?!?!

    Bieffe si strinse la radice del naso tra le dita, sospirando pesantemente.
    Come penso che reagirà? Come ha reagito alle ninfe, ai satiri, agli uccelli parlanti, ai fiori con la faccia, ai fauni, alle faunesse e a TE.

    Si lasciò andare con il tono di voce sull'ultima parte del discorso. Non aveva la minima intenzione di urlare così, se ne pentì subito dopo aver visto gli occhi spaventati della lucertola.

    Senti Jill, io devo...devo farla questa cosa. Ho rimandato per così tanto tempo che non mi sembra vero.

    Capisco. Disse lei, in modo freddo, distogliendo lo sguardo e puntandolo al terreno.

    Potresti...chiedere un aiuto a Dreedea.

    Chi?

    La Faunessa che si prende cura degli orfani. Digli che ti ho mandato io e vedrai che ti darà una mano più che volentieri.

    Alzò il cavalletto della moto.

    Ci vediamo tra un po', ok? Non fare casini. Disse sorridendo scherzosamente, accelerando subito dopo. Il rumore del motore coprì le parole urlate dalla piccola creaturina con il cappotto, che si lamentava del fatto che aveva una relazione da consegnare.

    Sfortunatamente Bieffe era troppo preso da quello che stava per fare.
    Sterzava e sfrecciava per i larghi viali del Bosco Sacro, illuminato da quella luce omogeneamente diffusa ovunque, la quale si affievoliva sempre di più, fino a far raggiungere al giorno uno stato che poteva essere simile alla “sera”.

    Doveva arrivare a casa, doveva rilassarsi un attimo, e più di tutto doveva bruciare i vestiti che aveva addosso. La mucillagine nerastra non sarebbe mai andata via. Se la sua collega dal nome strano aveva bisogno di lui, bastava che chiedesse un po' in giro e l'avrebbe trovato senza problemi.

    Di solito dormiva tra le macerie del mondo umano, raccattando beni di prima necessità un po' ovunque. Gli bastava che ci si potesse stendere comodamente e lui poteva piantarsi li.

    Ma a volte non bastava.
    Aveva bisogno di un posto dove poteva sentirsi un minimo al sicuro. Quello che aveva costruito in quella radura isolata del bosco era la cosa che più somigliava ad un posto del genere.

    L'idea originale era organizzare lo spazio erboso circondato dagli alberi come un parcheggio. L'aspetto che aveva in quel momento era quello di una discarica.
    C'erano veicoli ovunque e di qualsiasi tipo. C'erano griglie per il barbecue e girarrosti. C'erano tettoie improvvisate che proteggevano dalle occasionali piogge roba evidentemente non impermeabile. Cerano gru per il sollevamento motori, sagome pubblicitarie tempestate di buchi di proiettile, rottami vari e quella che sembrava essere una locomotiva a vapore semidistrutta.
    Al centro di questo caos, c'era il caravan che fungeva da casa per Bieffe.
    Matilda.

    Un mostro più “licenza artistica” che veicolo. Quasi completamente ricoperto di placche metalliche ricavate da qualsiasi cosa, comprese porte e tettoie a sbalzo. Ogni finestra era stata ridotta di ampiezza grazie all'uso di spesse travi metalliche, mentre davanti un cartello stradale ben piegato fungeva da scacciapietre.


    Bieffe spense il motore della motocicletta e la parcheggiò vicino ad una Fiat Panda del 1991.
    Camminò verso la sua dimora, guardandosi continuamente le mani ancora sporche. Avrebbe voluto davvero farsi un bagno, ma creare dei servizi sanitari funzionanti con gli scarti del vecchio mondo esulava dalle sue attuali competenze.
    Un giorno si sarebbe riuscito.


    Aprì la porta del caravan, ma un rumore improvviso arrivò alle sue orecchie. Si girò di scatto.

    Chi è là?

    Si allontanò dal camper, guardandosi intorno. Raccolse un cric poggiato sul cofano della Baja parcheggiata li vicino.

    Chi cazzo è?
    Il suono si ripresentò. Sembrava il rumore di un fruscio, insieme a un qualcosa simile ad una risata sommessa.
    Bieffe cominciava a perdere la pazienza.

    Se siete quelli che mi hanno sfasciato i vetri la volta scorsa giuro su Dio che se vi prendo affonderò i denti nelle vostre guance e vi strappo la pelle!

    Un altro fruscio, questa volta molto più forte, insieme ad una risatina acuta udibile chiaramente. Proveniva da dietro di lui. Si girò così velocemente da provocare un piccolo schiocco sonico, caricando uno swing degno di Tiger Woods con il cric fin dietro l'orecchio. Quando posò gli occhi sulla creatura che aveva di fronte, si bloccò immediatamente.

    Assomigliava ad un coniglio dal pelo marrone, o più precisamente ad un coniglio umanoide, con lunghe orecchie che gli arrivavano fino alla vita e che terminavano con due grossi batuffoli di pelo. Indossava un vestito viola scuro con una gonna molto ampia, un paio di calze nere, un grosso fiocco in testa ed una borsa con una fibbia a forma di cuore, entrambi di un viola più chiaro.
    In mano aveva un ombrello, anch'esso con un fiocco.
    Lo sguardo di quell'esserino alto non più di un metro e trenta sembrava farsi beffe di chi gli stava davanti. Le grandi pupille rosse immerse in quella sclera nera lo fissavano, mentre le labbra erano increspate in un sorrisetto irritante e profondamente compiaciuto.

    Il cavaliere ne aveva viste tante in quella giornata, ma quella era la cosa più strana sulla quale aveva posato gli occhi.

    E tu saresti...? Chiese, senza abbassare il cric. Non ottenne risposta.

    Uuurgh non un'altra volta...senti, riesci a capire la mia lingua? Capisci cosa ti sto dicendo?

    L'ospite fece cenno di si con la testa.

    Ah grazie a Dio. Mi dici allora che cosa ci fai qui?

    L'esserino non rispose. Si limitò a piegare leggermente la testa verso destra. Bieffe rise debolmente.

    Oh ho capito allora. Sei uno di quelli che ogni tanto viene a spiarmi come se fosse allo zoo. Lasciò cadere le braccia. Ormai era abituato a quella situazione. Il suo aspetto e le sue abitudini potevano destare curiosità anche nel mondo umano, non immaginava cosa pensassero di lui le creature del Bosco Sacro.

    Va bene, va bene. Se ti va tanto dai pure un'occhiata in giro, ma non toccare niente. Io c'ho da fare ora, okay?

    Voltò le spalle al coniglietto antropomorfo e si avviò verso il camper, ma riuscì a sentire il rumore dei passi che lo seguivano. Si rigirò, per ritrovare il coniglio con il vestitino che lo fissava senza modificare il suo sguardo.

    Ti serve qualcosa?
    Il coniglio fece spallucce.

    Oookay...?

    Riprese la camminata fino ad arrivare alla porta della sua abitazione. Mentre l'apriva non distolse lo sguardo dall'intruso con l'ombrello.
    Rientrò e chiuse lentamente la porta, appoggiandocisi contro con la schiena.

    Wow. È stato strano.
    Si staccò dalla parete. Aveva un certo languore e ricordava di avere ancora delle patatine alla paprika nella credenza. Si tolse l'elmo della darian, tenendoselo con la mano. Prese le sue patatine e le poggiò sul divano, ma quando incrociò due occhi rossi già familiari che lo spiavano da una delle finestre li vicino, salto letteralmente fino al soffitto. Non uscì un suono umano dalla sua gola, bensì il verso di un raptor. Il sobbalzò fu talmente lungo che la sua testa impattò contro il lampadario che aveva appeso al centro del caravan.

    CAAAAZZOOOO!!! MA PORCO DI QUEL-

    Una fila di profanità lunga tre minuti buoni si propagò per la radura li vicino.
    Nessuna di quelle cose mutò l'espressione del coniglietto con il vestitino.

    S6x2TxUnarrato; pensato; parlato; parlato altrui





    <b>STATO FISICO
    i need a bath
    STATO PSICOLOGICO AAARRGGGGGGG I TRULY HATE BEING ALIIVE
    STATO CLOTH indossata
    RIASSUNTO Okay, Bieffe è appena tornato dalla scorsa missione e si è diretto un'attimo a "casa" per riposarsi un po'. Non è molto lontana dal campo e la si raggiunge in poco tempo. Questo è l'aspetto della "cosa" che sta fuori al caravan ora.


    ABILITÀ
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.


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    Avevo visto sfrecciare Bieffe in sella alla sua moto verso il Bosco Sacro con una urlante Jill gli chiedeva di rallentare. Mi venne da ridere pensando che quella poteva essere una scenetta qualsiasi nel "mondo di prima" mentre adesso era quasi una boccata d'aria fresca.

    Quando ero già sulla strada per Tempio, poi, mi ero resa conto dell'assenza prolungata di Jerome. Cercando nelle zone in cui era solito alloggiare, mi accorsi che che neanche della rossa con cui si intratteneva certe giornate non c'era traccia. Nemmeno la sua scia cosmica era più presente.

    Come ho fatto a non accorgermene prima?

    Sono sotto la doccia quando mi pongo gli interrogativi più importanti, forse è proprio l'acqua gelida che mi sveglia e visto che il caro Chernobog è assente, tocca a me andare a parlare con l'eletto di quella specie di dinosauro.

    - Magari ritorna...
    - Come no!


    ---



    Un eletto sì. Che ne so di che animale è, un dinosauro. Oh andiamo, ha una motocicletta.

    Stavo sbraitando contro una specie di ninfa francese che mi guardava perplessa mentre gli chiedevo indicazioni, mi sorrideva vacua come se le stessi parlando del tempo e annuiva. Mi presi la radice del naso tra le dita e la mandai al diavolo, era rimasta a fissarmi la cicatrice sul volto e l'armatura come se fosse la prima attrazione del mondo. Chissà perché poi, visto che dovevano essere loro quelli strani.

    Incontrai fortunatamente una specie di faunessa panettiera che dopo essersi scusata per i modi delle ragazze mi offri un sacchetto di pane e le indicazioni per raggiungere casa di Bieffe. A quanto pare era famoso per essere un tipo strambo che, per quanto potessi capire l'attrazione che offrivano i guerrieri di Gea tra gli ospiti del campo, non riuscivo a giustificare il modo con cui fissavano gli eletti. Roba che nemmeno al circo.

    Quando arrivai in prossimità di una specie di radura adibita a parcheggio, l'odore di qualcosa mi arrivò a pizzicare il naso e subito nella mia mente si affacciò il pensiero del cibo. Non cibo umano, roba che c'entrava con lo spirito del lupo, forse l'odore apparteneva a qualche creatura estremamente passiva e debole.

    Prede facili.

    Cosa che si rivelò veritiera quando avvicinandomi ad un camper, trovai una coniglietta intenta a fissare il padrone di casa - di cui si sentivano gli echi delle bestemmie a distanza - con un sorriso compiaciuto.

    Le arrivai alle spalle silenziosamente, distratta com'era dallo show offerto dal ragazzo, e le sussurrai all'orecchio mentre le annusavo il collo.

    Sai cos'altro è divertente?

    Leggero ribollire di ringhio e la paura la pietrificò, finché non mi spostai per farla voltare. Terribilmente kitsch nel vestiario, mi guardava con un misto di sorpresa e terrore della morte.

    Mangiare gli ingenui.

    Il puzzo della sua ansia era palpabile, mi avvicinai a guardarla negli occhi e le concessi la fuga con un cenno del capo. Cosa che avvenne in un lampo. Sbuffando, mi avvicinai alla porta e bussai, portavo addirittura del cibo in segno di pace. In fin dei conti, cos'altro poteva esserci di meglio?

    Ehi favola, dobbiamo parlare.

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    Stato Darian indossata, integra

    Riassunto Azioni

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    Basic Istinct •
    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

    CITAZIONE
    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce

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    Oooh cazzo oh cazzo sangue sento il sangue sulle dita ho iL SANGUE SULLE DITA DIO-

    Non c'era sangue sulle dita.
    Bieffe continuava a massaggiarsi il retro della testa. Faceva un male assurdo, ma non aveva la pelle piena di schegge di vetro.
    Era una buona cosa.

    Bussarono alla porta.
    Uuurrrghhhh chi è che rompe ora?!?!

    Aprì, aspettandosi di trovare quell'ammasso di pelo con gli occhi rossi.
    Invece era Audatia, pulita ed ordinata, con un sacchetto in mano che sprigionava un forte odore di pane fresco.
    Lui invece era ancora sporco, sudato, e non aveva ancora mangiato le sue patatine alla paprika.

    Oh...è già tempo di andare? Domandò con la morte nel cuore. Avrebbe davvero voluto rilassarsi due secondi, mangiare qualcosa, perlomeno cambiarsi. Allo stesso tempo non voleva perdere tempo, l'incontro con i piani alti era una cosa troppo importante.

    Okay...lasciami chiudere e sono subito da te...
    Sistemò quello che aveva fatto cadere durante la crisi di spavento di poco prima: Ordinò le stecche di Marlboro , mise le mazze da hockey nel portaombrelli e riappese al muro le sue cuffie stereo. Chiuse la porta del caravan e fece per andarsene.

    Eh-ehm.
    Qualcuno cercò di attirare l'attenzione, specialmente quella del cavaliere del raptor. Qualcuno lo stava fissando con le braccia incrociate al petto, in piedi vicino ad una Volvo V70 incidentata.

    Doina era una brava ragazza. Certo, non di quelle che guardano sempre in basso quando incroci il loro sguardo, ma non aveva mai fatto del male a nessuno. Gli piaceva molto collezionare fiori secchi, ma non li mostrava a nessuno.
    Un'altra cosa tipica di lei era che non sorrideva quasi mai, quasi come se si sforzasse nel mantenere sempre la stessa espressione. Forse era per mantenere una certa immagine di se, o forse era perché si vergognava di mostrare i suoi denti storti da squalo goblin.
    Il fatto che fosse LETTERALMENTE uno squalo obliino umanoide alto due metri l'aiutava a mantenere quell'aria da dura del quartiere.

    Disturbo?

    Bieffe gli sorrise gentilmente. No certo che no. Dimmi, ti serve qualcosa?

    Doina mise le mani sui gomiti, avvicinandosi ai due eletti. Il suo corpo grondava gocce d'acqua. Doveva essersi precipitata il più in fretta possibile.
    Avevo mandato qualcuno a vedere se fossi tornato dalla missione. Ho urgente bisogno di sapere se hai avuto tempo di farmi quel favore.

    Bieffe si grattò la testa per un momento, cercando di ricordare. Poi il suo viso si illuminò. Camminò velocemente fino alla Baja dalla quale aveva preso il cric, l'aprì e frugò nel portaoggetti, fino ad estrarre qualcosa simile ad un grosso paio di occhiali.
    Eccoli!

    Tornò da Doina e le porse l'oggetto. Lei lo prese e se lo mise sul naso, centrando bene i vetri con gli occhi ai lati della testa.
    Bieffe riuscì a vederla sorridere per un secondo pieno, prima che lei se ne rendesse conto e si ricompose.

    Vanno benissimo!
    Beh ti credo, è stato un casino trovare il vetro giusto, e rotondo per giunta. Ho apparato il tutto con molto silicone, non è che ho sbagliato qualcosa?
    No no va tutto bene ti ringrazio, mi dispiace averti disturbato per questo, mi sarebbe bastato solo il vetro e li avrei riparati io...

    Aaaah shussh che non ho fatto un cazzo. Disse lui, facendo cenno con la mano per dire “non importa”.

    Grazie ancora. Quanto ti devo?
    A quelle parole Bieffe rise sguaiatamente.

    Quanto mi devi? Sei seria? Pffehehehe...Tu non mi devi niente.
    Ma io-
    Ti ho quasi vista sorridere! Solo per questo dovrei essere IO a dare qualcosa a te.

    Doina era senza parole.

    Bieffe, ora libero dagli impegni, si girò verso la collega.

    Dicevamo?


    S6x2TxUnarrato; pensato; parlato; parlato altrui





    <b>STATO FISICO
    Goddamnit
    STATO PSICOLOGICO Let's go
    STATO CLOTH indossata
    RIASSUNTO Bieffe chiude tutto ed è pronto ad andare, spunta BIG FISH GIRL e B le da gli occhiali riparati, per poi aspettare Audatia che parli. Questa è Doina, ma coi capelli neri e lunghi.


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    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.


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    Il forte odore di Bieffe mi colpiva il naso ancor prima che venisse ad aprire, probabilmente non aveva avuto il tempo di darsi una ripulita. In quel caso la mia offerta per il bagno al Tempio Nero, sarebbe stata un’ottima opzione. Sempre se avesse deciso di accettare.

    Fai con calma, ormai siamo qui.

    Lo guardo mentre riordina in fretta le sue cose, gettando una rapida occhiata all'interno di quel camper mi accorgo del disordine – ordinato – che c’era, tra vecchie tazze e sigarette sparse, c’erano delle eleganti mazze da hockey che il cavaliere si preoccupò di rimettere al loro posto in un porta ombrelli.

    Quando chiuse casa, mi accorsi della presenza di una specie di donna-squalo antropomorfa, alta sopra la media e con lunghi capelli neri che le scendevano lungo le spalle, che cercava di attirare l’attenzione di Bieffe. Dopo qualche battuta da parte di entrambi, il ragazzo tirò fuori un paio di occhiali da sole che probabilmente aveva fabbricato lui stesso per conto di quella ragazza.

    - Conta di una certa considerazione da chi abita il Bosco.
    - A parte quel coniglio tenerissimo.
    - Potrebbe anche essere una sorta di ammirazione.


    Questo era un segno più che positivo, personalmente non sono il tipo che faceva amicizia e si dedicava ai contatti umani e alla rappresentanza, preferisco agire dietro le quinte o quanto meno cercare di indirizzare quello che era necessario verso una strategia comune. Il gesto del raptor era quello che cercavo, quella sorta di umanità che rendeva tutto più semplice e naturale. Sorrisi di rimando più che soddisfatta.

    Vedo che hai un sacco di ammiratori qui. Prima di arrivare una faunessa – o quello che diavolo è, ho perso il conto delle razze che popolano ‘sto posto – mi ha indicato la strada e rifornita di pane. Dice che una certa Deida… no, Dreida… Insomma una sua amica le ha parlato di te come una sorta di esempio fra i ragazzini del campo.

    Quando la donna squalo si allontana, estraggo dalla borsa una pagnotta e gliela porgo, dopo quello schifo con la ninfa corrotta – e i liquami li aveva ancora addosso – doveva avere una fame incredibile.

    Dicevo, strategie e conquiste, territori, ringraziamenti alla Dèa, incontro con Chernobog. Scegli tu l’ordine, ma abbiamo un po’ di tempo prima di tutto questo. Vuoi usare le docce del Tempio Nero oppure vuoi rimanere qui? Scegli tu, io ti seguo.

    Non mi sembra il caso di parlare di strategie di conquista in un parcheggio, soprattutto con un collega visibilmente ancora stanco dallo scontro. In fin dei conti non mi importa, ma cerco di fare la persona empatica per una volta.

    - Dai così la botta del parlare con me al posto di Jerome arriva dopo.
    - Chiaramente.


    Sorrido mentre incrocio le braccia sotto il seno, in attesa.

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    Vedo che hai un sacco di ammiratori qui. Prima di arrivare una faunessa – o quello che diavolo è, ho perso il conto delle razze che popolano ‘sto posto – mi ha indicato la strada e rifornita di pane. Dice che una certa Deida… no, Dreida… Insomma una sua amica le ha parlato di te come una sorta di esempio fra i ragazzini del campo.

    Vorrai dire Dreedea. Disse Bieffe. Ah, un vero tesoro, una delle poche cose che mi convincono a vivere in in questo posto. Cazzo, sembra uscito da una brutta pippata di acidi di Walt Disney.

    “Esempio per i ragazzini.” Si, come no. Ne abbiamo già parlato Dre, io non ci torno li...

    Nonostante pensasse quelle cose, si sentì pizzicare da una punta di orgoglio. Dovette sforzarsi per soffocare quel sentimento, aveva fatto una scelta e voleva portarla avanti fino in fondo. Per quanto lo ammirassero, lui era una pessima influenza per quei poveri bambini. Poteva salvarli, poteva portarli in un luogo sicuro, ma non poteva assolutamente crescerli.
    Non era tagliato per quel ruolo.

    Doina tossì, richiamando cercando di richiamare l'attenzione.
    Senti Bieffe...grazie ancora, ma vedo che ti ho disturbato mentre eri nel bel mezzo di qualcosa di molto importante. Vi lascio in pace. Si girò verso la collega del raptor, guardandola involontariamente dall'alto in basso.
    Arrivederci. E se ne andò per la sua strada

    Bieffe incrociò le braccia al petto. Aveva una fame del diavolo, avrebbe potuto mangiare la terra sulla quale poggiava, e a giudicare dal rumore del suo stomaco. Si avvicinò alla ragazza coi capelli chiari, l'odore del pane che aveva con se gli solleticava tremendamente l'appetito. Era stanco, non riusciva più a fingere il contrario con lo sguardo, ma doveva ascoltarla. Era l'unica sua collega che stava effettivamente cercando di fare qualcosa.

    Dicevo, strategie e conquiste, territori, ringraziamenti alla Dea, incontro con Chernobog. Scegli tu l’ordine, ma abbiamo un po’ di tempo prima di tutto questo. Vuoi usare le docce del Tempio Nero oppure vuoi rimanere qui? Scegli tu, io ti seguo.

    Bieffe rimase in silenzio per qualche secondo. Doveva ordinare le sue priorità, e grazie ad un notevole sforzo mentale ci riuscì in poco tempo.

    Tempio Nero.
    Ricordò il periodo passato nella Sierra Madre, e della promessa che aveva fatto a qualcuno.
    Cominciamo ad arrivarvici, poi potremmo parlare di come muoverci militaristicamente.
    Eh eh. Militaristicamente. Mi fa ridere questa parola.


    Si guardò intorno, come se cercasse qualcosa.
    Eeeeed useremo quello.

    Indicò un veicolo al limite di quella zona parcheggio\discarica in cui si trovava. Un Iveco Powerstar classe T4 da competizione trovato in Sud America.
    Il veicolo perfetto con cui presentarsi al cospetto dei Gradi Capi.

    Corse subito verso il veicolo ed entrò nella cabina di pilotaggio. Alcuni degli schermi che dovevano offrire una visuale sulle parti meccaniche del veicolo erano fuori uso, così come alcuni bottoni e quadranti, ma per il resto era in forma smagliante.
    Il rombo del motore da ottocentoquaranta cavalli fece tremare i vetri di Matilda, mentre Bieffe urlò HEEEEELL YEAAAAAAAAH

    Si accostò ad Audatia, facendola salire a bordo.

    Ok, dovrai dirmi tu la strada e tutto perché io non so dove cazzo stiamo andando, ma prima due cose:

    Uno, dammi uno di quei panini nel sacchetto o svengo a metà strada.

    Due...

    Pigiò sull'acceleratore, non tanto da incollare i passeggeri allo schienale, ma abbastanza da far sentire uno sbalzo.

    Bieffe stava seguendo la flebile traccia cosmica che aveva sentito poco prima, guidando su uno dei sentieri principali del Bosco. Avrebbe voluto tagliare passando in mezzo agli arbusti, ma non gli sembrava il caso.

    ECCO. Disse infine.

    Il coniglietto in vestitino viola se ne stava seduto su un tronco ricurvo li vicino, dondolando le gambe e sorridendo riparandosi dai raggi di luce con il suo ombrello. Si girò al sentire la voce di Bieffe.

    TU. SALTA SUBITO DENTRO.

    Il batuffolo lo guardò con aria interrogativa.

    Dieci minuti a guardarmi come se fossi un fenomeno da circo. Ora tu mi accompagni a fare questa cosa, e non me ne fotte un cazzo se non vuoi.

    L'espressione sorpresa sul volto del coniglio divenne quasi una smorfia.

    Non farmi venire li eh.

    L'esserino chiuse l'ombrello, scese dal tronco e si avvicinò al camion saltellando a zigzag.

    Nice bunny. Now get in.

    La creaturina ubbidì, salendo a bordo e mettendosi le cinture di sicurezza.

    Bene, siamo tutti pronti. Prese un pacchetto di sigarette da un vano portaoggetti li vicino, se ne accese una e si girò verso Audatia, sorridendo e reggendo la sigaretta coi denti da sauro.
    Accese lo stereo appositamente montato da lui stesso, e fece partire una canzone di Eric Pryzd.

    Fai strada.

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    ABILITÀ
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.


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    La stanchezza sul viso di Bieffe era palpabile ed evidente, un sapore appiccicaticcio e denso che scendeva lungo la gola mi informava che si stava sforzando palesemente di essere attivo per l'obiettivo comune. Ammirevole da parte sua, cercare di attivarsi e collaborare.

    Effettivamente è una bella parola.

    Militaristicamente o meno, un discorso avremmo dovuto farlo comunque a prescindere dalla presenza di Jerome. Speravo fosse già tornato al Tempio ma in caso contrario avrei fatto le sue veci, chi altro poteva farle?

    Quello? Oh Bieffe, sai proprio come viziare una donna.

    Era a metà tra un camion e uno di quei mezzi da esibizione, terribilmente pacchiano ma con un fascino tutto suo. Avrei voluto vedere la faccia che avrebbe fatto una volta arrivati al Polo, sopratutto perché non saremmo arrivati fino all'ingresso con quel coso. Ci tengo alla qualità e al mantenimento dell'ingresso di un santuario di Gea, anche perché poi chi lo pulisce il marmo nero dell'ingresso?

    Non mi accorgo di nemmeno di salire a bordo, nè tanto meno dello sbalzo di velocità di Bieffe, presa come sono dai pensieri che mi girano in testa. Mi rendo conto di ciò che faccio quando gli allungo il sacchetto del pane e il ragazzo fa salire a bordo il coniglietto che volevo mangiarmi prima. Sorrido ampiamente quando sento di nuovo il pizzico di paura nell'abitacolo, la ignora ma ormai l'ho fiutata. È mia.

    Sempre dritto, poi Frank apre il passaggio e ci ritroviamo al Polo.

    ---

    Quando usciamo dalla Via Dorata, con grande ed estremo disappunto di Frank e dei suoi compari per via del mezzo scelto da raptor, il paesaggio cambia totalmente: dalla luce calda e densa del Bosco Sacro, ci troviamo allo gelido paesaggio artico innevato e freddo.

    Continua su questa strada finché non trovi un lupo, lì ci fermiamo e continuiamo a piedi.

    Il lupo chiaramente è quello che Nasir mi aveva regalato, non sapendo che farne l'ho messo a guardia del perimetro. Ogni tanto passo a salutarlo ma sembra essere terribilmente scortese per quanto apprezzi il ruolo che gli è stato affidato. Nemmeno a farlo apposta che all'orizzonte compare la sagoma della torre del Tempio, completamente nera svetta e spicca in quel paesaggio completamente bianco. Sorrido in automatico poi, quando a pochi metri dalla meta - forse un centinaio - si para davanti a noi la bestia ringhiante. Scendo dal camion e mi avvicino per passargli una mano tra il pelo folto e completamente scuro come la notte, il suo ringhio scema e mi lascia passare quando gli faccio intendere che erano ospiti.

    Niente panico, è solo un po' scorbutico.

    Quando finalmente arriviamo all'ingresso del Tempio, apro la porta facendo passare prima la coniglietta e poi Bieffe.

    Fai come se fossi a casa tua, se hai bisogno di un bagno o di qualcosa da mangiare dovrebbe esserci Kendra da qualche parte.

    Kendra poi, era la simpatica ragazza che abitava il tempio, che poi fosse lo spirito del vecchio eletto del Fenicottero era un'altra storia. Tempo prima in biblioteca avevo trovato - quando cercavo informazioni sull'albero della vita - appunti di questo fantomatico guerriero, si era poi rivelato essere una donna affabile e con uno strano senso dell'umorismo. Si comportava come se fosse di casa e visto che nei primi sei mesi di addestramento mi ero persa più di una volta per trovare quel maledetto bagno, mi sembrava opportuno affidare una guida a quei due.

    Si palesò poi subito dopo, con la sua figura esile e slanciata, adornata da una folta chioma rosa naturale che ricordava il piumaggio dell'animale che aveva incarnato. Se riuscivi a toccarglieli, potevi renderti conto di come avessero la stessa morbidezza e consistenza delle piume vere e proprie.

    Finalmente sei tornata! Stavo per morire di noia, lo giuro! M O R I R E!

    Mi guardò da capo a piedi e poi si avvicinò di scatto a Bieffe, squadrandolo da capo a piedi curiosa.

    Tu puzzi, non ti riceverà nessuno conciato a quel modo. Prima ti lavi poi sbrigherai le tue faccende.

    Lo tirò per un braccio e si allontanò, non ebbi nemmeno il tempo di dire qualcosa che era già sparito oltre le scale.

    RIPORTALO ALLA SALA GRANDE, KENDRA!

    Lo gridai alla stanza vuota con la coniglietta che mi guardava sorpresa, le feci cenno di seguirmi. La sala grande si presentava come un enorme salone dove nella parte finale erano poste tre sedute: quella centrale più grande rispetto alle altre, decorata con intarsi e simboli antichi, era completamente nera così come lo erano i pavimenti e le pareti di tutto il Tempio, quelle laterali - più piccole - erano di un grigio antracite decorate con motivi neri. Dietro le sedute, una lunga tenda nera copriva quella che era la porta per una stanza più piccola, dove all'interno vi era un tavolo enorme e dei posti a sedere.

    Tutta la sala era illuminata artificialmente, non avevo mai indagato sul cosa mantenesse il tutto però era comodo, emanavano una luce a metà tra quelle dei neon e le alogene, creando delle pozze di luce ogni tanto che si ampliavano quando necessario. Lasciai la coniglietta in piedi e mi andai a sedere sulla sedia di destra più bassa. Aspettavo Bieffe per poter dare il via alle necessità di etichetta e poi finalmente a quello che era venuto a fare.

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    Riassunto Azioni E siamo al Tempio Nero, Kendra è lei click, una sorta di spirito dell'ex eletto del Fenicottero. Mi piaceva il rosa.

    Abilità
    CITAZIONE
    Basic Istinct •
    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

    CITAZIONE
    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce

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    Frank.
    Bieffe non aveva la minima idea di chi fosse, o forse lo sapeva e non se lo ricordava, o ancora se lo ricordava ma non gli importava granchè.
    Fatto stava che il portale era stato aperto
    Una landa bianca che si estendeva per chilometri e chilometri. Un freddo pungente che lo aveva assalito come un animale feroce. Rallentò leggermente, continuando ad andare dritto per la sua strada.
    Ringraziò qualsiasi dio stesse in ascolto per la grandiosa presa sul ghiaccio che gli stava evitando di ribaltarsi.

    Pessima idea pessima idea pessima idea pessima idea.
    Gesticolò verso l'ammasso di peli batuffolosi e merletti.
    Vieni qui.
    I due occhi rossi lo guardarono con curiosità.
    Non farmi ripetere che ti meno.
    L'esserino si slacciò le cinture e si avvicinò al posto del guidatore. Bieffe gli afferro letteralmente il vestito e fece accomodare quel coniglietto marrone sulle sue gambe. Il Gea aveva insistito che quel mostriciattolo marrone lo seguisse, ma non poteva assolutamente permettere che si assiderasse per un suo capriccio.
    Sorry for the filth, sweetie.
    Cominciò a far bruciare una piccola quantità del suo cosmo, riscaldando un palmo d'aria intorno a se. La creaturina se ne accorse, ed accomodò la testa sul petto dell'Eletto.


    Cercò di avvicinarsi il più possibile con il suo mezzo, ma decidette di parcheggiarlo vicino al perimetro pattugliato dal lupo. Quella creatura nera come il buio trasmetteva un senso di inquietudine a guardarla. Audatia sembrava non essere affetta da quella sensazione, ma Bieffe aveva altro a cui pensare, come il fatto che il coniglietto si era avviluppato a lui e si rifiutava categoricamente di camminare sulla neve o di abbandonare il tepore del cosmo del raptor.
    No ma fai pure eh...

    Sollevò lo sguardo, e vide il tempio nero nella sua interezza. Un'enorme costruzione che spuntava dalle lande innevate, maestosa e a tratti terribile. Il colore nero di quelle mura aveva qualcosa di strano. Bieffe liquidò quel pensiero dando la colpa al contrasto con il paesaggio.

    Audatia li condusse all'entrata.
    Appena la porta si aprì, l'ammasso di peli si staccò dal cavaliere ed entrò sorridendo e quasi saltellando.
    Fai come se fossi a casa tua, se hai bisogno di un bagno o di qualcosa da mangiare dovrebbe esserci Kendra da qualche parte. Disse Audatia al suo collega.

    Chi?

    Una figura comparve improvvisamente davanti ai viaggiatori. Una ragazza, o almeno il suo spirito, coi capelli rosa e gli occhi azzurri. La sua acconciatura faceva sembrare che avesse due boccioli in testa.
    ieffe quasi sussultò al suono della sua voce.

    Finalmente sei tornata! Stavo per morire di noia, lo giuro! M O R I R E!
    Wat iz this

    La ragazza aveva uno sguardo allegro e curioso, a giudicare da come squadrò gli ospiti del Tempio Nero, sopratutto Bieffe.

    Tu puzzi, non ti riceverà nessuno conciato a quel modo. Prima ti lavi poi sbrigherai le tue faccende.

    Inanzitutto: buongiorno. Secondo-
    Non riuscì a finire la frase che venne tirato per un braccio verso ignote destinazioni. Dalle parole urlate di Audatia capì che chi lo stava trascinando si chiamava Kendra.

    Un corridoio, uno svincolo a destra un altro a sinistra, e si ritrovò in quella che sembrava una sorgente d'acqua.
    Guardando meglio, Bieffe si rese conto che l'ambiente era pieno di secchi, spugne e stracci puliti.

    Eccoci qui puzzone, scusaci l'ambiente spartano ma stiamo M O R E N D O di lavoro.
    Another joke?!?!

    Lascia pure i vestiti in un angolo, io intanto vado a prenderti qualcosa da metterti addosso. Presentarsi solo con l'armatura ti porterebbe a soffrire spifferi particolari e non mi pare il caso. Specificò Kendra, ridacchiando al pensiero.

    Bieffe la guardò stralunato, senza dire una parola.

    Beh, okay...io allora ti aspetto qui fuori...se hai bisogno di qualcosa fammi sapere. E se ne andò dietro alla parete che divideva il “bagno” dal corridoio.

    Il cavaliere, rimasto solo, cominciò a spogliarsi. Era li, tanto vale approfittarne.
    L'aspetto di quella...”governante” gli ricordava qualcosa. Il suo modo di parlare, le sue battute, la sua schiettezza, era qualcosa che aveva già visto.

    Sistemò i suoi averi in un angolo, montò l'armatura nella consueta modalità statuina-di-raptor e la poggiò vicino al bordo della polla d'acqua li presente. Mentre riempiva un secchio, la sua mente si illuminò. Aveva ricordato dove aveva già visto quell'atteggiamento.

    Abba...

    Si gettò addosso l'acqua gelata.
    GESÙ CRISTO SE È FREDDA.



    Bieffe finì di farsi il bagno in un quarto d'ora. Il bagno della sua darian durò invece circa cinque minuti. Kendra, camminando all'indietro, gli porse qualcosa da poter indossare: Una vecchia e consunta tuta da ginnastica blu, tuttavia pulita e ben ripiegata.

    Grazie Abb- si interruppe, mettendosi una mano sulla bocca.
    Come scusa?
    Ho detto “Grazie”.
    Figurati, avevo questi stracci buttati su una sedia da mesi, tienili se vuoi. A me stringono su petto e cosce. Ridacchiò ancora, emettendo un verso nasale

    Dopo essersi vestito, la ragazza si voltò verso di lui, squadrandolo da cima a fondo.
    Mmmmh...mmmmmhhh...
    Lo fissò dritto negli occhi.
    Stavi meglio prima.
    E rise, prendendolo per un braccio e trascinandolo dagli altri due ospiti.
    Questi stavano aspettando nella sala grande, illuminata da fonti di luce che sembravano disegnare ghirigori sulle strane pareti del Tempio. Trovò Audatia seduta e il coniglietto che giocherellava con il suo ombrello in un angolo.

    Eeeeccovelo qui, bello pulito e scrostato, tutto per voi. Disse Kendra, con le mani giunte dietro la schiena ed un sorriso sulla faccia.

    Eccomi, dopo tutto questo tempo sono qui, al Tempio Nero. La roccaforte. Il bastione. Il quartier generale. Als Führerbunker

    I don't really know why I'm here tho...

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    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

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    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.


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    Guardo la coniglietta che per far passare il tempo, giocherella col suo ombrello. Fa più caldo nella sala, rispetto al momento in cui siamo arrivati... Per certi versi, credo che questo santuario sia senziente per certi versi. Come se capisse le necessità dei suoi ospiti e reagisse di conseguenza, così come quasi un anno fa si era aperto alla mia richiesta di palestra, adesso aumentava i riscaldamenti per chi non era abituato al clima.

    Sospiro quando le porte si aprono ed entra Kendra, in tutto il suo rosa splendente e allegro, che trascinava Bieffe per un braccio. Lo spirito dell'eletto del Fenicottero si posiziona sul secondo scranno vuoto alla sinistra di quello centrale, con una piccola luce indossa quello che sembra il fantasma della sua armatura e si siede.

    Mantenni un contegno e mi lasciai aiutare dalle voci che a volte affollano il Tempio Nero, quindi schiena dritta e sguardo altero. I capelli pallidi quasi bianchi, mi ricadono lungo la schiena a coprire l'armatura dallo stesso colore quasi della seduta che occupo. I miei occhi si fanno più ferini, verdi con qualche pagliuzza di giallo e un sorriso neutro che mi si dipinge sul volto.

    B.F.G dell'Utahraptor, il tuo arrivo al Tempio era atteso da tempo.

    Piccola pausa, interrompendo quella che era l'inizio di una sua frase. Non avevo bisogno di sentire nulla, seguivo ciò che avevo letto e lo avrei fatto rispettare. Sono abbastanza pignola su certi punti di vista.

    Ebbene, ti accolgo nel Santuario del Nord, unico baluardo della Madre ad essere attivo e in collegamento col Bosco Sacro. Il signore di questo luogo è Chernobog, il dio nero, difensore e generale dell'esercito di Gea...

    Indico con un gesto della mano lo scranno nero vuoto, e sorrido un po' imbarazzata prima di continuare e mi alzo in piedi.

    Al momento è in missione per conto della nostra Dèa, essendo suo luogotenente ho il compito di fare le sue veci.

    Guardo per un attimo Kendra, che da uno sguardo affabile è passata ad uno più deciso e serio, annuisce impercettibilmente nella mia direzione e mi incita a continuare.

    Figlio della Madre, vieni accolto al cospetto di Chernobog e della sua guardia.

    Mi avvicino a Bieffe tendendogli la mano, sorrido.

    Ora che abbiamo finito i convenevoli imposti dall'etichetta, possiamo dedicarci a quello per cui siamo qui. Vieni con me.

    Mi volto verso il tendaggio scuro, scoprendo una porta altrettanto scura ad eccezione della maniglia con degli intarsi dorati. Aprendola saremo arrivati in una sala secondaria dove si era soliti parlare e organizzare le strategie militari. Di base, era la prima volta che la usavo visto che con Jerome l'avevo solo visitata. Come mi sentivo? Decisamente emozionata e quasi con un attacco di ansia, non avevo idea di cosa fare ma dovevo. Eravamo a conto certo, solo due eletti e di base avremmo fatto ben poco per difendere la terra in questo modo.

    Dovevamo organizzarci e renderci conto di cosa potevamo fare, stringere alleanze e cercare di ottenere qualcosa che ci avrebbe fatto comodo. Ma per prima cosa servivano informazioni su tutto ciò che era possibile, quindi il summit di oggi era indispensabile.

    Allora Bieffe, giù i vestiti. Qual è stata la tua strategia fin'ora per Gea? Raccontami cosa è successo fin'ora.

    Mi poggiai al grande tavolo dove centralmente era incassato una specie di atlante luminoso, indicava i porti sicuri della madre con delle lucine dal morbido color verdino, col blu gli eletti presenti - e accese erano solo due - e col giallo chi possedeva un potere latente e poteva essere addestrato mentre il Tempio Nero e il Bosco Sacro brillavano di bianco tenue.

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    Riassunto Azioni cerimonie varie e transizioni, vai pure. Kendra al momento è seduta e poi ci segue nella stanza

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    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce

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    Ascoltò con tutta l'attenzione possibile le parole della ragazza, mentre lo spirito che l'aveva accompagnato poco prima si ritirò in un angolo della sala, insieme al coniglietto.

    B.F.G dell'Utahraptor, il tuo arrivo al Tempio era atteso da tempo.

    Mmmh mmh...

    Ebbene, ti accolgo nel Santuario del Nord, unico baluardo della Madre ad essere attivo e in collegamento col Bosco Sacro. Il signore di questo luogo è Chernobog, il dio nero, difensore e generale dell'esercito di Gea...

    La ragazza indicò un posto a sedere vuoto. Bieffe si stizzò leggermente. Credeva di essere lì lì per incontrare Chernobog, nome che gli era ronzato in testa per mesi, e il simpaticone non si era nemmeno mostrato.

    Al momento è in missione per conto della nostra Dea, essendo suo luogotenente ho il compito di fare le sue veci.

    Se lo dici tu gioia mia...

    Figlio della Madre, vieni accolto al cospetto di Chernobog e della sua guardia.

    Nice! Disse sorridendo il ragazzo.

    Ora che abbiamo finito i convenevoli imposti dall'etichetta, possiamo dedicarci a quello per cui siamo qui. Vieni con me.

    Bieffe venne condotto in una sala secondaria con un tavolo al centro. Un atlante pieno di luci colorale troneggiava al centro di quella superficie piana. Avrebbe chiesto volentieri una legenda per capire specificatamente cosa stesse guardando.


    Allora Bieffe, giù i vestiti. Qual è stata la tua strategia fin'ora per Gea? Raccontami cosa è successo fin'ora.


    A quelle parole, Bieffe si congelò.
    Giù i vestiti...ehehe...va bene che abbiamo combattuto insieme ma mi sembra abbastanza pre- No aspè, ha detto qualcosa. “Strategia per Gea.” Ce l'ho mai avuta io? Così su due piedi ricordo solo la gente che ho preso a pugni e poco altro.
    Che poi dovrei raccontare tutto tutto? Ma proprio tutto tutto tutto? No perché non ricordo assolutamente un cazzo. E se ho fatto qualcosa di sbagliato? Dovrò passare ventiquattr'ore in questura?

    Eh eh...”Giù i vestiti”...
    Cazzo mi sta guardando da due minuti, devo dire qualcosa.


    Unì i palmi delle mani e se li mise davanti alla bocca.
    Mmmmmmmh...dunque...
    La mia strategia per Gea...
    Mmmm.
    Mmmmmm....

    Sospirò, e l'espressione sul suo viso fece sembrare quello sforzo estremamente doloroso.
    C'eri anche tu quando ho dato una mano a Jil per quanto riguarda lo stato delle acque in Bulgaria, quindi lasciamo stare...
    Ho, diciamo, “collaborato” con uno Spectre, c'era in palio un miliardo di dollari in lingotti d'oro, ho pensato che se dovevano cadere nelle mani di qualcuno meglio le nostre, no?
    Comunque il progetto è in sospeso per “conflitto d'interessi” da entrambe le parti.


    Schioccò la lingua, fissando il vuoto.
    Ho portato un bel po' di gente al campo profughi, o meglio, Dreedea lo ha fatto mentre io mi prendevo a testate con un Spectre. Non lo stesso dei lingotti d'oro, un altro...

    Vediamo...poi ho incontrato un tizio in armatura nera nel deserto, accompagnato da uno squadrone della morte. It was fun...
    Poi c'è stato il battibecco con quella donna in viola mentre stavo ripulendo le strade della Luoisiana. Il mio giorno liberò andò a puttane quella volta.


    Si mise le mani sui reni e si stiracchiò profondamente.
    Ma a voi non frega nulla di quanti Black, Spectre, angeli e cazzoni armati ho incontrato, vero? Allora vi dirò qualcosa.
    Qualcosa che è mi è successo in quel magico posto che è Pryp'jat'


    Si appoggiò al muro, strofinandosi una mano sulla fronte.
    Mi svegliai in quel buco radioattivo con un biglietto in tasca e una busta di bottiglie vuote. Fu lì che incontrai finalmente qualcuno che ha spiegato finalmente come stanno le cose per noi eletti.
    Abigail, eletta del Narvalo.


    Rimase in silenzio per qualche secondo.
    È morta poche ore dopo. Ho dovuto tagliargli la gola.
    Qualcuno o qualcosa l'aveva trasformata in un ammasso di cavi e circuiti elettrici, un cyborg.
    Qualcuno mi ha costretto ad ucciderla...
    Un leggero tic all'occhio destro turbò il suo sguardo, già stanco e arrabbiato in egual misura.

    Vuoi sapere cosa ho fatto fin'ora?
    Ho "investigato".
    Centinaia, forse migliaia di finti pezzi grossi corrotti che si erano rintanati nei loro enclave, circondati da trogloditi armati e pericolosi.
    Ho preso ognuno di loro, li ho fatti strisciare per terra e gli ho fatto una semplice domanda...

    “Cosa è κόσμος?”

    Nessuno di loro ha risposto...



    L'umore di Bieffe era diventato nero.

    A questo punto qualcuno dovrebbe dirmi che questi non sono affari da Eletti, che ci sono problemi più gravi a cui pensare.
    Bene, benissimo, splendido perfino, ma prima di cominciare ad inveire, qualcuno in questo scazzo di castello può rispondere ad una mia domanda?

    Era proprio necessario mandarmi contro Ferruko di Poison Ivy?


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    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

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    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
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    Mi aspettavo un discorso diverso dall'eletto, quanto meno un discorso ma tutto quello che ottenni fu il catalizzare la sua attenzione su una frase che avevo detto. C'è da dire che anche per me era passato del tempo da quando qualcuno aveva provato un approccio simile e la dèa solo sa quanto mi mancavano quelle pratiche, ma c'era altro a cui pensare e di sicuro più importante.

    Mi appoggio al grande tavolo incrociando le braccia sotto il seno, un gesto abituale che sottolinea il mio grado di attenzione nei confronti dell'interlocutore.

    Collaborare con gli spectre già suona male, non lo senti la puzza di morte che fanno ogni volta? È terribile... ti si infila nel naso e ciao, chissà quando la togli via.

    La frase si sovrappone al discorso di Bieffe senza che questi comunque si interrompesse. Stava praticamente buttando fuori tutto quello che gli era successo da quando era entrato a servizio di Gea, per certi versi ottimo per altri un po' meno.

    Kendra si palesò poco dopo nella stanza, il suo arrivo era scandito da una canzoncina che canticchiava a mezza voce e che mi distrasse parecchio, la guardo con eloquenza e capisce finalmente che deve finirla. Mi fa una linguaccia e ritorna nell'altra sala, probabilmente andando a fare compagnia alla coniglietta del bosco.

    Mi dispiace per Abigail.

    Silenzio, mi stiro le labbra prima di rispondere a tutto l'elenco delle sue domande. Mi ci è voluto quasi un anno prima di rendermi conto di quello che potevo fare e come potevo farlo e per chi sopratutto.

    Mi avvicino per prenderlo per mano e portalo davanti all'atlante illuminato, prima di spiegargli cosa avremmo dovuto fare era necessario però incoraggiarlo e sopratutto dargli delle risposte. Almeno quelle di cui ero a conoscenza per farlo avrei dovuto condividere parte di quello che ero, sarebbe stato un discorso lungo ma tant'è. Mi libero con un cenno della darian che indosso, una piccola nebbia nera mi avvolge e mi lascia in abiti civili mentre l'armatura si posiziona a forma del suo totem poco distante al tavolo.

    Prima di iniziare tutto questo casino, la fine del mondo e compagnia bella, ero una cacciatrice di taglie, cioè ero in polizia ma sai... le dipendenze da ansiolitici non sono mai state viste come sinonimo di qualità e dovevo in qualche modo campare e cercare di non impazzire. Comunque! Ho dato la caccia alla peggior feccia del nord europa e l'ultimo mi ha lasciato fin troppi souvenir...

    Porto la mano a sfiorarmi la guancia sinistra a tastare la cicatrice, poi lungo i polsi e sulla clavicola sinistra. A volte il contatto è più forte di un discorso ben fatto.

    Ho trascorso un anno in un centro profughi a Molde imbottita di ansiolitici e psicofarmaci di contrabbando, cercando di fuggire quanto più possibile fino a quando un lupo d'ombra non ha bussato alla mia porta. Penso di essere annegata nel mare norvegese e mi sono risvegliata al tempio e ritrovata a lottare con la febbre contro due pazze russe prima di incontrare Chernobog.

    Lascio la sua mano e ritorno nella posizione iniziale, concentrata e decisa.

    Sono delusa quasi quanto te, più preoccupata che altro a dire il vero, della mancanza di Jerome. Il suo nome umano è questo, ma quello che mi ha insegnato è che noi Eletti siamo pochi e con la pelle dura.

    Sorrido in uno sprazzo di entusiasmo.

    Vedi questo? Segna la presenza del potere di Gea sul pianeta... Come puoi notare sono pochissime le luci accese. Verde per i posti sicuri, blu per gli eletti, bianco per le sedi attive del suo potere - qui il bosco e qui il tempio dove siamo - e giallo per chi possiede il potere latente dato dalla Madre.

    Mentre spiegavo, indicavo progressivamente con la mano destra le luci corrispondenti.

    L'obiettivo di noi Eletti e quello di proteggere l'ecosistema, mantenere in vita tutto ciò che è natura e spirito affine. In che modo e in base a quali principi morali, sono a discrezione nostra... L'importante è riprenderci ciò che ci appartiene di diritto.

    Ritorno a guardarlo, attenta questa volta ad ogni sua espressione facciale. Sembrava un tipo in gamba, forse vittima delle sue dipendenze ma prima o poi avrebbe smesso, se poi Jerome fosse tornato avrebbe potuto aiutarlo come aveva fatto con me all'inizio.

    Di base puoi fare quello che vuoi con chi ti pare, ci servono notizie, informazioni su chiunque che ci possano aiutare a estirpare quei corrotti dalla nostra terra.

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    Stato Darian non indossata, integra

    Riassunto Azioni parliamo caVo, conquistiamo il mondo :riot:

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    Basic Istinct •
    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

    CITAZIONE
    Nera è la notte •
    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce

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    Mi spiace per Abigail.


    Quando Audatia lo prese per mano, rimase interdetto. Contatto umano spontaneo, una delle sue debolezze.
    Ma non è vero!

    La Darian della ragazza scomparve come fumo nero, per poi ricomparire poco distante, bella e sistemata senza aiuto esterno.
    Ed io che stavo per impazzire nel cercare di incastrare bene i pezzi, ma pensa te che culo...

    Una storia. La tormentava storia della vita di Audatia.
    Aveva chiesto di ascoltarla? No, ma quando mise le mani sulla pelle martoriata della collega capì che non era importante la cronaca dell'accaduto, ma i concetti che stava cercando di comunicargli. Il mondo stava sprofondando nel baratro, il marciume dilagava come pus in una ferita infetta, e chi aveva il compito di salvare il salvabile veniva messo faccia a faccia con gli orrori dell'esistenza.

    Jerome.
    Ah ecco chi è Jerome! Sono mesi che me lo urlano dietro ma non avevo la minima idea di che cazzo stessero parlando.

    Audatia continuò a parlare. Spiegò molte cose al cavaliere, come il significato delle lucine sul planisfero: Avamposti di Gea, santuari di Gea, Eletti di Gea, possibili Eletti di Gea...

    Monotematico.

    Gli spiegò quello che già sapeva, ovvero che loro erano protettori dell'equilibrio naturale delle cose. Scegliere come applicare questo concetto base era a discrezione del singolo Eletto.

    Di base puoi fare quello che vuoi con chi ti pare, ci servono notizie, informazioni su chiunque che ci possano aiutare a estirpare quei corrotti dalla nostra terra.

    Bieffe si mise una mano davanti agli occhi.
    Beh, quello è qualcosa che sto facendo io, eh eh...

    La mano gli scivolò sulle guance, tirando la pelle della faccia.
    Tra gli altri gruppi di mentecatti non saprei proprio di chi fidarmi. I Cavalieri neri sono un gruppo di megalomani altezzosi e irritanti come carta vetrata nel culo. Paradossalmente preferisco gli Spectre, visto che uno può usarli come tritarifiuti e indirizzarli nei grossi centri corrotti. Degli Angeli non so un cazzo, potrebbero essere bravi ragazzi come potrebbero essere tizi in stile Antico Testamento...

    Sospirò.

    L'unico gruppo di cui mi fiderei sono i ragazzacci che vivono in fondo al mare. Hanno mezzi, hanno quasi sempre buone intenzioni e non sono Black. Forse un po' xenofobi, ma chi non lo è ormai?

    Si appoggiò al muro.

    In poche parole, ora come ora non posso promettere nulla al di fuori del mio impegno. Andrò li fuori, farò il possibile e cercherò di portare più acqua al nostro mulino.
    Ma non oggi.
    Ora tutto quello che voglio fare è prendere nota di tutto, tornare a casa e sdraiarmi sul letto per le prossime quattordici ore.


    Si grattò il collo fiaccamente.

    Quando mi sveglierò ritornerò a caccia di chiunque può darmi informazioni riguardo κόσμος. Si lo so ti ho appena promesso il mio impegno per la causa di Gea, ma vedila in questo modo:
    Qualcuno li fuori è capace di prendere i prescelti di una DEA e di trasformarli in semplici soldati biomeccanici...
    Cristo, più ci penso e più impazzisco...


    Rimase in silenzio per qualche momento. Aveva già detto tutto quello che doveva dire, l'ex cacciatrice di taglie non avrebbe potuto smuoverlo in nessun modo, ne avrebbe ricevuto altre informazioni dal Raptor.
    Dal canto suo, Bieffe desiderava semplicemente dormire un po'.

    Ehy, ti ho raccontato di quando io, uno Spectre ed una Black abbiamo evitato un'invasione aliena su Cuba?

    Shit was so cash...


    S6x2TxUnarrato; pensato; parlato; parlato altrui





    <b>STATO FISICO
    Nice
    STATO PSICOLOGICO zzz
    STATO CLOTH indossata
    RIASSUNTO SHIT WAS SO CASH

    ABILITÀ
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.


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    Lo ascolto parlare ed elencare le sue opinioni sulle varie caste, quando arriva agli spettri quasi arriccio il naso preventivamente, come ad evitare l'odore che emanano anche al Tempio, ma decisi di non interromperlo.

    Non so dirti come sono i rapporti con Atlantide, non ho mai avuto a che fare con loro. Se è come dici, dovremmo comunque cercare di gestire qualcosa.

    L'ultima parte del suo discorso non mi lascia nulla in volto se non una lieve scossa, qualcuno trasforma quei pochi eletti in soldati biomeccanici. Bene ma non benissimo, Bieffe si era preso in carico la missione e non avrei interferito se non nel modo in cui avesse chiesto aiuto esplicito.

    Fai quel che devi, quando e se avrai bisogno di un supporto basta venire al Tempio. Ormai la strada la sai anche se ti conviene passare direttamente dal portale senza camion vari.

    Sciolsi le braccia dall'intreccio e mi avvicinai all'eletto, gli rifilai un abbraccio impacciato e rapido e mi diressi verso la sala grande di prima.

    Fai come se fossi a casa tua oppure ritorna al Bosco, adesso purtroppo devo sistemare alcune cose visto che Jerome non è qui.

    Sentivo già la voce di Kendra squillare felice, aveva chiaramente origliato tutto il tempo ma tant'è.

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    Il suo rapporto con la natura è stretto, il lavoro e la caccia l'hanno resa più incline al prestare attenzione ai particolari e a sviluppare al meglio i sensi a disposizione. Non sempre la vista mostra per vero ciò che si vede e allora bisogna affidarsi all'olfatto, al tatto, all'udito e a volte persino al gusto. Riesce ad elaborare in fretta gli stimoli esterni di qualsiasi natura essi siano, non come una predizione vera e propria di ciò che sta per avvenire ma più quanto una sensazione molto forte, dando la possibilità di reagire di conseguenza.

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    In tutti i suoi inseguimenti, la parte migliore è stata l'attesa della sua preda al buio. Regolando il respiro, andando a crearsi una bolla di calma interiore, riesce a creare e a manipolare l'oscurità circostante, riuscendo così a prendere di sorpresa o ad attaccare i suoi bersagli. Le ombre possono assumere svariate consistenze e stati fisici e venire plasmate in più di una forma, il loro contatto reca un dolore fisico leggermente maggiore di quanti siano i danni realmente apportati, pur se rilevanti. Le sue ombre scottano, lasciando una traccia di leggera ustione in chi le subisce

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    Non sapeva cos'altro dire.

    Audatia aveva ribadito ancora una volta le direttive dei Gea, rimarcando la completa ignoranza dello stato di Atlantide. Gli erano state aperte le porte del Tempio Nero, dove poteva fermarvisi quando voleva con o senza mostruosità motorizzate.
    Preferibilmente senza, ma quell'ultima parte non l'aveva sentita.

    Quello che lo lasciò basito fu l'abbraccio.
    Qualcosa di breve, nulla di troppo toccante.
    Oh è così che ci si saluta tra di noi? Non ne sapevo nulla. It's kinda...nice? Yes, this is nice.
    Una pacca di fine abbraccio e si ritrovarono uno davanti all'altro.


    Fai come se fossi a casa tua oppure ritorna al Bosco, adesso purtroppo devo sistemare alcune cose visto che Jerome non è qui.

    Oh, okay, hai le tue cose ed io le mie. Forse è meglio che me ne vada.
    È stato un piacere conoscerti meglio.

    Distolse lo sguardo, dirigendolo verso la sala grande, si mise due dita in bocca e fischiò.
    Il coniglietto con vestitino e ombrello corse zompettando davanti a Bieffe.

    Ce ne andiamo.
    A queste parole l'ammasso di peli salto letteralmente sulle spalle del ragazzo, mettendosi a cavalcioni e stringendogli leggermente la testa fra le cosce.
    Al raptor non restò che sospirare, mentre l'esserino apriva l'ombrello sopra di lui.
    In quello stato tornò al suo veicolo, attraversando la sala grande e salutando la ragazza-spirito che l'aveva accompagnato ai bagni. Lei gli riconsegnò i suoi vestiti, per poi ridere fino a sbuffare dal naso per la vista dei due uno sopra l'altro.

    Nice. Fucking. Nice.


    Il viaggio di ritorno nel bosco fu senza intoppi.
    Bieffe fermò il suo camion in una radura vicino la sua rimessa.
    Siamo arrivati. Puoi pure scendere. Il roditore stava per aprire la porta, ma venne bloccato dalle parole del cavaliere.
    Senti, la prossima volta che ti porto in braccio per una landa innevata, contieni il tuo entusiasmo. Mi hai quasi perforato l'armatura con quel coso che hai in mezzo alle gambe...
    Lo sguardo del coniglio divenne quasi sorpreso, per poi tornare al suo status sbeffeggiante.
    Eh eh eh eh.
    Rise con una vocina acuta e indefinibile, mentre scendeva dal mezzo e si avventurava saltellando nel Bosco.
    Assurdo.


    Bieffe tornò alla rimessa.
    Parcheggiò in un angolo libero il mezzo, lo chiuse a chiave e si diresse verso la porta di Matilda. Era quasi sera.
    La mano era sulla maniglia.

    Bieffe?

    Il ragazzo si girò.
    Vide l'inusuale forma del cranio da squalo goblin a qualche metro da lui. Riusciva a notare gli occhiali speciali infilati nella scollatura del vestito.

    Si Doina? Che è successo?

    Mi dispiace disturbarti ancora, vorrei solo parlarti di una cosa importante.

    Sicuro. Dimmi pure. Bieffe era stanco morto, la testa piena di pensieri e il corpo che lo implorava per cinque minuti di riposo assoluto.

    Stavo per farmi un caffè, entra che te ne faccio una tazzina.
    Aprì la porta e la lasciò aperta, entrando dentro il caravan. L'angolo cottura non era dei più puliti, ma era funzionale al cento per cento. Doina lo seguì e chiuse la porta dietro di se.

    Innanzitutto, volevo ringraziarti ancora per gli occhiali.

    Non ho fatto niente, ti ho solo trovato una lente nuova. Disse Bieffe dandogli le spalle, mentre prendeva la moka e il caffè in polvere.

    Inoltre non c'è modo di dire come ammiri il tuo comportamento nei miei confronti.

    Aspè, in che senso? Bieffe mise l'acqua nella caldaia, il filtro sopra di essa e cominciò a sistemarvici il caffè.

    Si cioè, tipo tutte le cose che mi dici e la tua gentilezza gratuita e spontanea ogni volta che ci vediamo. Sono cose che apprezzo, e per ovvi motivi. E sono anche una a cui piace premiarle queste cose.

    Bieffe avvitò la moka e la mise sul fornello. Ti ho detto che non mi devi nulla, va bene cos-Oh.
    Quando si girò, trovò Doina completamente nuda, in piedi davanti a lui, con i vestiti sistemati delicatamente sul tavolino.

    Bieffe, premiarti è anche nel mio interesse.
    Un secondo per controllare che l'anatomia fosse compatibile.
    Si, lo era.

    Well why the fuck not then...

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    RIASSUNTO Ora è davvero FIN

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    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.


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