Il Destino di un Saint

Addestramento per Elnath

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    La vita è un percorso tortuoso e pieno di ostacoli.
    La vita è difficile e molto spesso ci fa cadere in ginocchio privi di ogni speranza.
    La vista fa schifo, c'è poco da fare, specialmente se un Armageddon ha appena sconvolto il mondo.

    Se vogliamo dirla tutta, però, la vita di un Saint di Atena è addirittura peggiore.
    Quello che contraddistingue questi Cavalieri votati alla difesa dell'umanità, infatti, è solamente la forza di rialzarsi di fronte ad ogni difficoltà, ergendosi a baluardo in difesa di una terra sconvolta dalla Corruzione.

    Ed è esattamente in questo tempo di sofferenza e distruzione che vive Nath.
    Un'esistenza ordinaria la sua, se si esclude la fine del mondo, ma che avrebbe potuto diventare straordinaria.

    Un sogno, d'altro canto, può cambiare tutto...



    CITAZIONE
    MASTER:

    Benvenuto nel tuo addestramento, Elnath!
    La mia è stata un'introduzione di massima, ma adesso devi sviluppare per bene il tuo importante post iniziale.

    Descrivi la vita di Nath prima dell'Armageddon, lo scoppio della fine del mondo (leggi la storyline del forum per non andare fuori tema) e la difesa della città. Passa poi alla fase della ricostruzione e racconta della notte in cui hai quel, anzi, IL sogno.
    Ti apparirà la Dea Atena, ma non ti dirà nulla. Capirai tutto da solo perché qualcosa sembra essersi risvegliato in te.
    Concludi il post risvegliandoti con la consapevolezza che devi raggiungere il Grande Tempio di Grecia.

    Mi raccomando, fai un bel post ricco di descrizioni in cui fai capire il carattere del tuo pg: come si muove, come pensa, ecc.
    Non lasciarti ingannare dalla lunghezza minima dei miei post, io sono il Master. Sei tu che devi sviluppare la traccia al meglio.
    Inoltre, importantissimo, stai attento a grammatica e punteggiatura. Ti consiglio di usare Word così da correggere eventuali strafalcioni.
    Segui sempre la mia traccia e non fare cose troppo al di là di essa.
    Numera i post e stacca il parlato e il pensato con colori diversi (dai un occhio anche agli altri post del forum per un esempio).

    Se hai dubbi, mi raccomando, mandami prima un mp.

    Buon gioco ^^
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo I

    [ Narrato Parlato Pensato Parlato alleato Parlato nemico ]

    Era una notte tranquilla e silenziosa, come poche negli ultimi anni. Una notte perfetta per riposare mente e corpo dopo le lunghe fatiche di giornata, girare tutta la città a portare rifornimenti ai presidi sanitari era fisicamente stressante sotto tutti i punti di vista, oltre che il corpo anche la mente aveva bisogno di staccare dopo aver visto tanta, troppa gente soffrire.
    Il cielo limpido e stellato faceva da culla al riposo meritato, proiettando Nath in un'altra dimensione...

    “Che silenzio, che tranquillità... un cielo azzurro e limpido che fa da specchio ad un mare calmo alle prime luci dell'alba... un bagno rilassante in quell'acqua sarebbe perfetto ma...”

    Il giovane Nath sapeva che non poteva perdersi in troppi pensieri inutili, aveva dei compiti da svolgere, lavorare il ferro alla perfezione richiedeva concentrazione per non rischiare di gettar via ore e ore di lavoro.
    Quindi come sempre, lasciato alle spalle quel pensiero, si alzò preparandosi al solito rituale mattutino: alzarsi, bagno e doccia, colazione, ancora bagno e poi via per strada. Il lavoro non aspetta e neanche il tempo.
    Prima di andare via, racimolava sempre qualche avanzo da dare ai più bisognosi del quartiere, ci teneva ed era il minimo che poteva fare per aiutare quella gente, vederli sorridere ogni giorno per così poco, in fin dei conti era una vittoria di cui andarne fiero. E poi “voi mettere una giornata iniziata con il sorriso?” se lo ripeteva sempre e gli dava la forza di andare avanti ogni giorno.
    Quel piccolo incentivo gli faceva affrontare la giornata al meglio, pazienza se c'era da lavorare tanto ferro e se c'era da farlo per tante ore al giorno, era una cosa che serviva a tutto il paese e anche, in minor importanza, a lui stesso visto che lo rendeva più forte fisicamente: era un allenamento non programmato ma comunque utile, e poi, a dirla tutta, fare quello sforzo fisico quotidiano gli piaceva e non poco.
    Il sole spiccava ormai alto nel cielo senza nuvole quando all'improvviso un boato...

    “Che sta succedendo?!”

    Nath corse subito fuori a vedere l'accaduto, e la vista di quel mondo tranquillo, silenzioso e limpido si trasformò, tutto ad un tratto, in una visione apocalittica. Un'energia oscura si era fatta largo occupando tutta la città, l'aria era diventata asfissiante... era un déjà-vu? Era il continuo dell'incubo terminato tempo fa?
    Si sentivano le urla strazianti delle persone, alcune correvano come delle schegge impazzite cercando di scappare da chissà cosa.
    Nath era impietrito, nella sua mente non rimbombava altro che una domanda...

    “Perchè?!”

    Vedeva la sua gente in pericolo di vita, l'aveva realizzato, ma non capiva se tutto questo fosse reale o uno scherzo partorito dalla sua mente.
    Scrollatosi di dosso il torpore mentale e fisico, si vide superare da una bambina, che in corsa, andava in contro a morte certa: la piccola non si era accorta che stava per attraversare la strada mentre un'automobile sfrecciava a grande velocità, anche essa guidata da una persona in preda al panico totale.
    Non c'era tempo per pensare, Nath aveva fiutato già il pericolo, e senza esitare, piantò uno scatto che lo portò a spostare la bambina dal punto d'impatto, all'ultimo secondo. La bambina era salva, ma lui piantò una spallata a terra sul lato destro del proprio corpo, appena atterrato dal balzo, che gli procurava un bel taglio appena sotto la voglia che aveva ricevuto in dono fin da piccolo.
    Il dolore era passato in secondo piano, aveva salvato una giovane vita, portandola poi all'interno di un negozio vicino, che dava ospitalità a chi scappava, quella era la priorità assoluta in quel momento. Ma c'era poco da esultare, la terra intorno a lui aveva fatto emergere i corpi straziati di gente che nulla aveva potuto contro questa forza misteriosa.
    La realtà era un incubo spaventoso, ma nulla era perduto: la visione dell'arrivo di alcuni militari lasciava un sottilissimo velo di speranza nel respingere questa forza e senza esitare si unì a loro con l'intento di salvare più persone possibili e di salvare quello che era il monumento più prezioso della città, la Statua di Nike, a quanto pare il bersaglio principale del nemico.
    Ma che sia la realtà di rivivere un incubo o il frutto dell'immaginazione ancora non era ben chiaro, sebbene il braccio faceva male realmente, Nath, si ritrovò catapultato nei pressi della Statua: la battaglia sembrava andare ormai avanti da giorni e questo gli aveva procurato un senso di stordimento mentale. Abbassò lo sguardo sul braccio e vide che era fasciato...

    “Come è possibile che sia fasciato? Fino ad un minuto fa era sanguinante e senza fasciatura...”

    Questo lo rendeva perplesso, ma il dolore non accennava a smettere di manifestarsi, ed era così reale. All'improvviso un urlo...

    “Nath ! Attento!!”

    Il tempo di alzare lo sguardo e, Nath, si ritrovò addosso un uomo di medie dimensioni che l'aveva assalito senza motivo con l'intento di farlo fuori. Con un po' di fortuna era riuscito a bloccargli le braccia, anche se non con poche difficoltà, sopratutto con quella brutta ferita. Pur essendo in una posizione sfavorevole, con dolori lancinanti, aveva sempre uno sguardo per i suoi compagni che si stavano battendo con coraggio contro altri uomini che, chissà per quale oscuro motivo, avevano deciso di attaccarli.
    Ma non avrebbe potuto aiutarli se prima non avesse eliminato quello sopra di lui, quindi decise di rivolgere le sue attenzioni solo e soltanto su quell'uomo e provò a ribaltarlo alla sua sinistra ma quel dolore al braccio non accennava ad andare via, in più quella fasciatura ormai era diventata zuppa di sangue per via dello sforzo, tanto da grondare sulla sua voglia finendo la corsa su quello che rimaneva dell'asfalto.

    “E' finita. Non riesco a ribaltarlo, il braccio mi fa troppo male..”

    “Ahahah! Che c'è pivello? Non hai più forze? Ora ti schiaccerò, poi schiaccerò tutti i tuoi amici e poi distruggerò quella patetica Statua!”.

    Quelle parole echeggiarono nella mente di Nath, lo avevano smosso nell'orgoglio perchè lui poteva anche soccombere ma non avrebbe mai permesso lo stesso destino ai suoi cari e alla sua città.

    “Non può finire così, concentrati Nath, concentrati!”

    Il senso del nulla percorreva la mente del giovane ragazzo, nessun pensiero, nessun dolore fisico. Nulla, il silenzio mentale aveva preso ormai il largo nella sua mente con un solo obiettivo, ribaltare quell'uomo.
    Riuscì a frapporre, tra il suo corpo e quello dell'uomo, la gamba destra poi un urlo lancinante accompagnò il colpo di reni e l'uomo era stato ribaltato. L'intera situazione era stata ribaltata.
    Ormai il ragazzo era in trance agonistica, nulla poteva ribaltare la nuova situazione a suo sfavore, quindi lasciò il braccio sinistro dell'uomo, caricò il suo braccio destro e sferrò un pugno che mise fuori gioco l'uomo.
    Si lasciò, infine, cadere, sul fianco sinistro non prima di aver portato la sua mano sinistra sulla sua ferita e non prima di aver lanciato un secondo urlo lancinante.
    Era per terra stremato, viso rivolto verso il cielo oscuro e soffocante che però piano piano andava sfumando.
    Erano passati giorni ma sembravano solo poche ore, era tutto successo così velocemente e Nath aveva l'aria stranita. Uno sguardo veloce al braccio, questa volta non c'era nulla, solo un segno molto visibile, ma niente bende, niente sangue. Ma il dolore c'era, eccome se c'era.
    Si teneva il braccio nell'alzarsi, era affaticato. Eppure i segni della guerra c'erano, erano evidenti, ma il contorno non sembrava poi così tanto apocalittico. La città era ripartita velocemente e lui era li, ma non si spiegava del perchè non aveva dato una mano fisicamente alla ricostruzione, seppur parziale, di questa nuova vita. Non era da lui.
    Poi il suo sguardo cadde su una postazione dove c'erano dei volontari che distribuivano del cibo, quindi decise di avvicinarsi per dare una mano e lo fece per tutta la restante parte della giornata.
    Al tramonto del sole, finito il turno di aiuti, si incamminò verso casa, prendendo la strada che costeggiava il mare, quel mare limpido e puro che, ad osservarlo, ti rapiva e ti portava fino all'orizzonte. Prese quella strada anche per vedere le condizioni della Statua di Nike.
    Arrivato a destinazione, una sensazione di gioia lo pervase, rivedere il monumento sano e salvo l'aveva sollevato moralmente e fisicamente, solo ora poteva fare ritorno a casa.
    Ma nel momento in cui si apprestava a voltarsi per andare via, la Statua iniziò a brillare di una luce gialla luminosa e affianco ad essa apparve una figura femminile...

    “Quel viso... quel viso candido mi sta guardando... è una sensazione di purezza, calore, dolcezza che sta cullando il mio animo e il mio spirito si lascia guidare inerme nel calore del suo amore...”

    Gli occhi di Nath si aprirono di scatto, il respiro si fece affannoso...

    “Era un sogno? Eppure era così vero, la battaglia, il dolore, il calore di Athena... Athena, certo! Sarà stata lei a farmi riprovare tutte quelle sensazioni e a farmi rivivere quei giorni tristi. Poi ha allietato le mie sofferenze con il suo calore e il suo amore...Ma Perchè? Perchè!? Ma certo... Lei c'è stata ed è sempre con me, anche nei momenti più bui... Ma non lascerò che sia solo Lei a fare qualcosa per me, devo fare anche io qualcosa, c'è troppa gente che ha bisogno del mio aiuto, sento la Sua fiducia e la Sua forza scorrere in me...
    Andrò in Grecia al Grande Tempio, solo da li potrà iniziare un nuovo capitolo per la rinascita del Mondo.”



    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Affannato
    STATUS PSICOLOGICO - Determinato

    RIASSUNTO AZIONI - Nath ha sognato di rivivere i tempi, prima, durante e dopo l'Armageddon, poi dopo l'apparizione della Dea Athena si sveglia, così decide di partire per il Grande Tempio di Grecia.

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    Non basta sognare perché i sogni si realizzino.
    Bisogna lottare per ottenere ciò che si vuole.
    È necessario combattere con le unghie e con i denti per dire no ad un destino nefasto.

    Non si diventa eroi per diritto di nascita.

    Nath doveva comprenderlo, così come doveva capire che ogni scelta ha le sue conseguenze.
    Intraprendere un viaggio verso il Grande Tempio? Follia.
    Dopo l'Armageddon, nessuno può riuscire da solo a raggiungere un qualsiasi altro luogo passando per le terre di nessuno.

    Il ragazzo scoprirà presto cosa significa lottare per la vita e per il proprio futuro.



    CITAZIONE
    MASTER:

    Direi che come primo post non c'è male. Attento solo alle ripetizioni e ai tempi verbali. Per il resto hai descritto bene la tua storia e in qualche modo mi hai fatto sembrare il tuo pg "vivo". Continua così e caratterizza Nath sempre di più.
    Unico consiglio per migliorare ad ogni post: leggi ad alta voce quello che scrivi. Errori e ripetizioni stonano subito quando li pronunci.

    Bene, nel prossimo post preparati per il viaggio e parti per il Grande Tempio (o almeno prendi la direzione che credi sia giusta).
    Descrivi tutto come meglio credi, ma una notte verrai assalito da dei veri e propri zombie corrotti (3 in tutto). Considerali energia gialla, mentre tu sei ancora un normale uomo (energia bianca). Sono quindi più forti di te e non vinceresti mai uno scontro diretto. Fortuna vuole, però, che siano leggermente più lenti di un essere umano in forma. Vagano in cerca di carne viva da mangiare e tu rappresenti proprio un bello spuntino.
    Gestisci la situazione come meglio credi e termina il post quando, stremato per la fuga da quell'incontro inatteso, svieni per lo sforzo e la fame accumulata dall'inizio del viaggio.

    Attenzione, però: devi convincermi sul modo di gestire la situazione di pericolo.
    In base a come ti comporterai, deciderò cosa e come farti trovare al tuo risveglio.
    Una bella dose di astuzia, fantasia e tanta onestà, mi raccomando ^^
     
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  4. Elnath™
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo II

    [ Narrato Parlato Pensato Parlato Alleato ]

    Un nuovo giorno era iniziato, la scelta era già stata presa.
    Dopo IL SOGNO, Nath, aveva deciso di partire per la Grecia, quindi, dopo essersi alzato, prese un piccolo borsone e ci infilò dentro alcuni indumenti. Era un borsone poco ingombrante, non doveva essergli di intralcio durante il cammino. Raccolse anche i soldi che aveva guadagnato lavorando, questi li mise in tasca. Potevano essere utili.
    Lo sguardo cadde anche su una piccola cartina geografica, era utile anche quella per studiare il cammino da fare. Presa anche quella.
    Questa volta niente rituale mattutino, arrivato in cucina, sputò fuori la sua decisione di inseguire quello che era il suo nuovo ideale, la sua nuova promessa fatta a se stesso e alla Dea Athena.
    Il padre comprese, la madre non disse nulla, ma le lacrime le scavavano dei solchi ben visibili sulle guance. Un abbraccio veloce, era tempo di andare.
    Una volta per strada, Nath, doveva scegliere la direzione da intraprendere, uno sguardo alla cartina: le alternative non erano poi molte, bisognava prendere un traghetto o un aereo per forza. Quindi o andare a nord e attraversare praticamente tutto il sud Italia per prendere la nave oppure andare a sud verso l'aeroporto di Catania. La seconda opzione era la più veloce, di certo attraversare un territorio così vasto verso nord non era una strada praticabile, mentre percorrere una 50ina di chilometri era più veloce e meno rischioso. Poi un viaggio in aereo sarebbe durato un'oretta al massimo, con la nave molto di più.
    Ma c'era una terza opzione, non presente sulla carta ma ben presente nella mente del ragazzo: un piccolo eliporto alle pendici dell'Etna, distante circa una ventina di minuti.
    Era il percorso più breve ed economico, ed i soldi risparmiati potevano servire per pagare un eventuale pilota che lo avrebbe condotto a destinazione. La scelta era presa.
    Prima di partire, però, Nath voleva salutare tutti, dagli amici ai compagni che avevano condiviso con lui tutto di quel piccolo mondo che si apprestava a lasciare. Sapeva che il viaggio sarebbe stato duro e con molte probabilità di fallimento, quindi almeno un'ultima volta, voleva rivedere i volti di tutti, anche per rincuorare il loro animo una volta saputa la sua partenza.
    Aveva programmato anche questo, sapeva che il giro sarebbe stato lungo e gli avrebbe portato via buona parte della giornata, ma sapeva anche che partire al tramonto del sole sarebbe stato meno affaticante.
    Giunto il tramonto, era arrivata l'ora di incamminarsi verso il piccolo eliporto senza voltarsi più indietro: quello che sarebbe un addio o un arrivederci non aveva importanza, ora l'obiettivo era quello di arrivare in Grecia.
    Uno spettacolo desolante, abbandonato a se stesso, quasi una piccola macchia spettrale iniziava a farsi largo nei dintorni, come se l'orizzonte, prima così lontano, l'avesse inghiottito in un batter d'occhio nel buio della sera. Nonostante questo, la luce di quel piccolo hangar si faceva sempre più vicino, facendo passare in secondo piano le fatiche della lunga camminata.
    Ma neanche il tempo di gioire a quella visione, l'odore dell'aria si era fatta pressante e non respirabile...

    “Che odore nauseabondo... c'è qualcosa nei paraggi che è marcito... che sia un animale o il cadavere di un uomo? Con questo buio non riesco a vedere nulla...”

    Un conato di vomito si stava facendo largo, ma neanche il tempo di espellere quella sensazione sgradevole, che il ragazzo si accorse di essere osservato da una strana entità...

    “Ma che diavolo è?!”

    Aveva capito subito che era un corrotto, uno zombie che non aspettava altro di cibarsi delle sue carni. Senza fare alcun movimento brusco, cercò di analizzarlo velocemente...

    “Deve essere senz'altro un pilota, indossa una tuta da aviatore... che ci siano altri piloti contagiati?”

    Dopo questa rapida analisi, e il quesito finale, non c'era molto tempo per stare a pensare altre cose. Aveva intuito fin da subito che affrontarlo a viso aperto voleva dire sconfitta certa, non vi erano nemmeno armi nei paraggi, e correre avrebbe causato dei rumori che l'avrebbero reso una preda facile.
    Decise quindi che, nonostante fosse ancora più pericoloso, avvicinarsi all'hangar era l'unica soluzione attuabile, quindi, dopo essersi sdraiato a terra, iniziò a strisciare cercando di allontanarsi dallo zombie senza far rumore, o almeno provandoci.
    Nello spostarsi aveva trovato un piccolo legno, certo non sarebbe stato utile in un corpo a corpo ma lanciato in direzione opposta alla sua, avrebbe fatto un rumore che avrebbe distratto l'avversario. Un diversivo che non sarebbe risultato vincente e decisivo ma almeno avrebbe fatto guadagnare tempo.
    Il mini piano, andato a segno, permetteva a Nath di avvicinarsi e di entrare definitivamente sulla pista di atterraggio, ma neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che altre due figure, simili alla prima, erano li che si aggiravano nei paraggi.
    L'aria putrefatta respirata prima era nulla in confronto a quella che si respirava intorno alla piazzola.
    Lo sconforto faceva capolino nel ragazzo, uno era riuscito a seminarlo ma due... due era praticamente andare in contro a morte certa....

    “E ora? Se non avevo possibilità di sopravvivenza con uno, figuriamoci con due...
    Pensa, Nath, pensa... un modo ci deve essere...”


    Non era facile pensare in quella situazione, l'angoscia e l'affanno di certo non aiutavano. In più i due, ora si erano accorti di lui, ma erano impacciati e lenti, lasciandogli un piccolo spiraglio di fuga...

    “Ecco mi hanno visto, un po' di fortuna mai, eh?!
    Un'attimo... loro non sono veloci come me, devo provare con uno scatto a raggiungere l'hangar, qualche arma li ho possibilità di trovarla... a questo punto è l'unica via percorribile.”


    Neanche il tempo di finire il pensiero che si era già fiondato verso l'ingresso della struttura metallica, ovviamente anche gli zombie, dopo aver notato quella succulenta preda, si erano lanciati verso di lui. Erano decisamente più lenti, e su questo, il ragazzo ci aveva preso.
    Raggiunto l'interno dell'hangar, la ricerca di un magazzino era diventata la priorità, li ci doveva essere qualche arma e qualche diversivo utile alla causa.
    Trovato il locale, bisognava sbarrare la porta d'ingresso e niente meglio che un armadietto, messo inclinato ad ostruire la porta, poteva fare al caso. Ora c'era da trovare qualcosa di più utile per sopravvivere a quei mostri.
    La stanza era usata come ripostiglio da raccolta di attrezzature per l'aviazione, vi erano anche dei manichini da pronto soccorso. L'attenzione di Nath però era caduta su una porta che dava verso l'interno, e che forse portava verso la sala comandi usata dalla base per comunicare con i velivoli.
    Il dubbio si insinuava in lui...

    “E se dietro quella porta c'è un altro zombie? E se invece c'è una persona che sta aspettando un aiuto?”

    Beh non c'era poi molto da fare se non aprire ed andare incontro al destino che, in fin dei conti, lui aveva scelto.
    Aperta la porta e svelato l'arcano, non c'era nessuno al suo interno ma un piccolo sibilo proveniente da sotto il tavolo dei radar, aveva attratto la sua attenzione... era una ragazza, una ragazza pilota...

    “Ehi?! Tutto bene?”

    Nulla, era impaurita, e terrorizzata dal fatto che Nath potesse essere uno zombie non accennava a rispondere...

    “Ehi?! Io non sono uno di loro. Possiamo darci una mano a vicenda...”

    Quelle parole le avevano dato coraggio ma il terrore era ancora visibile nei suoi occhi...

    "Sono rimasta solo io, uno di loro era il mio capo, gli altri miei compagni... non voglio fare la loro fine! Non voglio!”.

    Era ormai chiara la situazione, la ragazza era sopravvissuta, chissà come, ma lo aveva fatto. Bisognava solo spronarla un po' in modo da scrollarsi di dosso la paura... Certo avere un alleato in un momento così, poteva essere solo vantaggioso.
    Passarono alcuni minuti nel tentativo di tranquillizzarla e di rincuorarla, poi il pensiero ai manichini visti nella stanza precedente si fece largo nella sua mente...

    “I manichini possono essere un buon diversivo... ma come?... Forse nelle attrezzature ci sono anche dei paracadute...”

    L'idea era ben chiara in mente ormai, il tutto per tutto da provare per non restare bloccati per sempre in quel posto.

    “Ascolta, io non ci tengo a morire qui dentro e, a quanto vedo, neanche tu. Devo andare in Grecia e tu mi potresti dare una mano con il viaggio, sai guidare un elicottero? Si? Quindi io ora aiuto te e poi tu aiuti me. Ok?”

    “Si ok, ma ho tanta paura.”

    “Rilassati, non ne avere, io attirerò la loro attenzione e ti permetterò di correre verso l'elicottero che dovrai rendere pronto per la partenza.”

    Quindi, dopo essere andati nella stanza dove vi erano i manichini e le attrezzature...

    “Spogliati e prendi questa tuta...”

    Una sensazione di stupore prese corpo sul volto della ragazza...

    “Tranquilla non ho cattive intenzioni... vedi, gli esseri qui fuori vengono attratti dagli odori che il nostro corpo emana, quindi i tuoi vestiti ed i miei saranno uno specchietto per le allodole che li attireranno in trappola.
    Poi questi due paracadute faranno il resto...”


    La ragazza intuì che il piano poteva reggere e si diede subito da fare.
    In pochi istanti il diversivo era completato, andava solo messo in atto.
    Ovviamente l'ingresso serviva per far scappare la ragazza, quindi Nath doveva aggirare l'hangar dall'interno, quindi uscì da una finestra situata nella stanza dei radar, dopo aver lanciato fuori i diversivi, con i loro precedenti abiti, ben imbottiti e legati in modo tale da sembrare una barriera, per evitare un eventuale rottura.
    Calatosi giù con l'aiuto di una corda che aveva legato all'interno, andava al recupero dei manichini mentre la ragazza al suo interno aspettava il segnale per correre verso l'elicottero.
    Ora non poteva più sbagliare, un minimo errore avrebbe compromesso non solo la sua, ma cosa più importante, anche quella della ragazza.
    Una forte brezza proveniente dal mare aveva preso il largo nella notte che andava esaurendosi piano piano. Era perfetta per favorire la riuscita del piano, lo sapeva, e fatto metà girò dell'hangar, diede uno sguardo alla posizione dei due corrotti. Poi un urlo...

    “Ehi voi!! Sono qua...!!”

    I due zombi in meno di un secondo si erano accorti di lui partendo alla carica liberando di fatto l'uscita, mentre il giovane indietreggiava una decina di metri, cercando il punto più adatto a sfruttare il vento...

    “Qui è perfetto...”

    Piazzò i manichini in posizione eretta e si mise dietro di loro rannicchiato.
    Sentiva sempre più l'affanno farsi largo in lui, come sentiva sempre più quel nauseabondo odore, poi quando i due zombi erano a pochi passi da lui, cacciò un urlo...

    “Vai! Vai! Vai! Corri!”

    La ragazza piantò uno scatto in direzione elicottero e lo raggiunse appena Nath azionò il gancio del paracadute.
    Il piano prevedeva l'apertura del paracadute appena le bestie erano a ridosso dei manichini, di fatto imprigionandole anche grazie al soffiar del vento.
    Era andato tutto come da programma, i due zombi erano li che si dimenavano tra le tele, la ragazza aveva raggiunto il mezzo e ne aveva acceso i motori. Ora, a Nath, non restava che correre e farlo nella maniera più veloce possibile ma...

    “Noooo, ancora lui...”

    La visione del primo zombie era realtà, ma non c'era più tempo ormai, neanche per abbattersi. L'elicottero andava raggiunto e alla sveta.
    Quindi decise di fare appello alle sue ultime forze e di spingere il più possibile la sua corsa, con il nemico che non gli dava tregua nell'inseguimento. Mentre intanto il mezzo aveva decollato lasciando un leggero vuoto d'aria tra se e la terra ferma.
    Arrivato a ridosso dell'obiettivo non rimaneva che saltare ed aggrapparsi alla base e poi tirarsi su con le proprie forze durante il decollo...
    Il pericolo era ormai lontano, un piccolo sospiro di sollievo e un dolore forte e lancinante all'altezza dello stomaco, ora la priorità era mettere qualcosa tra i denti ma, all'improvviso, nel chiarore dell'alba...

    ...il buio, tutto divenne buio...


    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Affamato e Svenuto
    STATUS PSICOLOGICO - /

    RIASSUNTO AZIONI - Dopo aver preso la decisione di partire per la Grecia, Nath saluta i familiari e gli amici, poi parte in direzione di un eliporto situato nella zona, qui si imbatte in 3 zombie che vogliono fargli la festa. All'interno dell'hangar trova una ragazza, scampata anch'essa ai corrotti. Decide quindi di salvare anche lei, quindi escogita un diversivo per attirare a se i nemici, così facendo riesce a mettere in salvo lei e se stesso.

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    Parlato Padre - Parlato Figlia

    *Bang*

    Un colpo di fucile dritto alla testa mise la parola fine a quell'inseguimento disperato.
    Lo zombie che stava per raggiungere un Nath ormai svenuto, cadde a sua volta a terra con il cranio in mille pezzi.
    Un vecchio apparve improvvisamente da un altro hangar, zoppicando e ansimando verso l'elicottero.

    Figliola, che gli Dei siano lodati.

    Un'esclamazione carica di emozione e rotta dalle lacrime che scendevano copiose sul volto di entrambi.

    Padre!

    La ragazza fece atterrare subito l'elicottero, tenendo comunque il motore acceso. Scese dal velivolo e abbracciò il padre mostrando un sollievo indescrivibile.

    Pensavo fossi...

    Morto, avrebbe voluto concludere.

    Anche io figliola mia.
    Ma sono riuscito a scappare, ed ora eccomi qui.
    Dobbiamo fuggire...ma questo chi è?


    Come se non si fosse ancora accorto del povero Nath disteso a terra, l'anziano gli rivolse uno sguardo interrogativo.

    Mi ha salvato, pà.
    Se non fosse stato per lui, questa sarebbe stata la mia tomba.
    Non chiedermi perché e non chiedermi nemmeno perché ne sono così convinta, ma devo portarlo in Grecia.
    È il minimo che posso fare per lui.


    Padre e figlia, qualche giorno prima, avrebbero voluto lasciare il paese sfruttando le capacità di lei come pilota e gli ultimi velivoli ancora funzionanti, ma qualcosa era andato storto. Vivere in un mondo di corrotti, da prede, è impossibile per chiunque. Il destino li aveva separati e un uomo di nome Nath aveva permesso loro di rivedersi.
    La scelta da prendere era facile in fondo.

    Va bene, aiutiamo questo ragazzo.
    Scappiamo da questo inferno.
    Da qualche parte nel mondo sarà pur rimasto un barlume di speranza.


    Che fosse solo un'illusione quella del vecchio?
    Che la speranza fosse morta definitivamente come la stessa razza umana?
    C'era un solo modo per scoprirlo, e di certo non comprendeva lo starsene lì ad aspettare impotenti una morte certa.
    Caricarono Nath sull'elicottero e partirono in direzione Grecia, mentre la mente del ragazzo continuava a vagare tra il sonno e la veglia. L'anziano uomo lo nutrì meglio che poteva lungo il viaggio, tenendolo saldamente aggrappato alla vita.
    Giunti fin dove il carburante lo permetteva, a circa cinquanta chilometri dal Grande Tempio, l'elicottero terminò quello che sarebbe stato il suo ultimo volo, atterrando in una radura.
    Padre e figlia non potevano conoscere la meta finale di Nath, oltretutto ancora molto lontana a piedi, ma il tempo dei chiarimenti era ormai arrivato. Il ragazzo stava aprendo gli occhi e il vecchio lo incoraggiava come meglio poteva.

    Forza ragazzo, svegliati.
    Siamo in Grecia.



    CITAZIONE
    MASTER:

    Mio caro Elnath, bel post. Adesso non ti adagiare sugli allori, eh (qualche errore grammaticale l'ho scovato XD), ma devo dire che come descrizione e fantasia sei andato bene.
    Il mio post è stato un po' più corposo per inserire anche il padre della sedicente pilota e ricollegarci a quanto concordato privatamente a inizio addestramento.
    Come puoi leggere, i due si ritrovano dopo aver pensato di essere rimasti soli e decidono di aiutarti. Tu hai detto che volevi andare in Grecia e loro ti ci hanno portato fin dove il carburante ha potuto (50 km dal Grande Tempio).
    Adesso siete dispersi nella terra di nessuno, circondati da pericoli e ad almeno una giornata di cammino dalla tua meta. Considerando che il povero signore zoppica pure per l'età, capisci che non siete proprio messi bene.
    Adesso post di chiarimenti. Innanzitutto descrivi il viaggio tra il sonno e la ragione: flash di immagini reali, sognate, ecc. Insomma, fai un po' tu e gestiscilo come meglio credi.
    Poi finalmente ti svegli e ti trovi davanti padre e figlia. Fagli le domande che vuoi, ma tieni ben presente che loro da adesso li muovo io. Tu sei padrone solo per tuo pg e quindi eventuali risposte o azioni le scriverò io nel prossimo post.
    Tu devi, però, descrivere l'aspetto fisico di entrambi direttamente nel tuo post e segnalarmi tramite mp o nelle note quali sono i loro nomi.
    Bene, continua così e buon post ^^
     
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  6. Elnath™
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo III

    [ Narrato Parlato Pensato ]

    “Fredda è gelida la sensazione che mi sta trasportando. E' come una culla che ondeggia, un soave dondolio accarezza il mio corpo... che silenzio, che pace... è un viaggio verso l'infinito...
    Ora l'oscurità sta schiarendo, quel nero che diventa azzurro... il mare, il mio mare.
    Impossibile scordarlo, intravedo la costa, e mi lascio cullare verso di essa, non voglio interrompere la pace intorno a me...”


    Intravedo anche la Statua di Nike, sempre bellissima, la luce del sole la illumina e la bacia con i suoi caldi raggi... Ci sono anche dei bambini che giocano, sento le loro urla e i loro sorrisi... questo dovrebbero fare, questo infonde gioia nel mio cuore...
    Ci sono anche mamma e papà che li guardano, era da tanto che non li vedevo così sereni...

    “MAMMA!! PAPA!! SONO QUI!!”

    Non mi sentono, eppure sto urlando... sento il mare calmo intorno a me agitarsi, vedo il sole coperto da una sfera oscura, cielo azzurro sta tornando buio e la terra ferma avvolta dalle fiamme...

    “ATTENTI!! STATE ATTENTI!! NOOOOO!!!!...”

    Le fiamme stanno avvolgendo tutto, mamma, papà, quei poveri bambini... non riesco ad avvicinarmi, una forza sconosciuta, proveniente dal mare, mi trattiene...

    “Perchè non riesco a movermi? Perchè non riesco a scrollarmi questa sensazione di pesantezza? Hanno bisogno di me... Li sto deludendo!!”

    Tre creature sbucano davanti a me, non vedo più la costa, quel mare violaceo mi inghiotte sempre più verso l'infinito...

    “Che sia questa la fine di tutto?”

    I tre mostri sono ormai a ridosso del mio corpo, le loro intenzioni non sono pacifiche. Riesco a vederli chiaramente...

    “Impossibile!! Sono gli stessi che ho seminato all'eliporto... che mi abbiano trovato? Che siano pronti a prendersi la rivincita?...”

    Mi hanno preso e io sono qui immobile, in balia di un destino già segnato, un destino che non posso sovvertire... è la fine...

    **Bang** **Bang** **Bang**

    Tre colpi... il loro sibilo l'ho udito distintamente tra lo sbattere dell'acqua e le strilla dei mostri...
    Un viscidume rosso mi investe il volto... non vedo più nulla...

    “Che siano stati gli spari a colpire le creature portando il loro sangue sul mio corpo?”

    Non sento più le urla disumane, tutto intorno è tornato tranquillo e, finalmente, riesco a muovere le braccia...
    Devo togliermi questo schifo dalla faccia... il mare mi da una mano... ho ripreso la vista... tutto è tornato azzurro... l'acqua brilla sotto la luce del sole...
    In lontananza una figura femminile mi sta chiamando... non lo fa vocalmente... sento il suo spirito afferrare il mio braccio destro tirarmi verso di lei...
    Più mi avvicino e più il suo calore aumenta e il mio spirito si rafforza sempre di più...
    Ormai sono ad un passo da Lei... posso intravedere i suoi dolci lineamenti... non c'è dubbio: è la Dea Athena...

    Uno scatto, occhi sbarrati e respiro affannoso, Nath si era risvegliato...

    “Athena!! Mamma!! Papà!!...”

    Solo queste tre parole prima di capire di aver sognato.
    Poi uno sguardo a destra, uno a sinistra... un senso di smarrimento aveva pervaso il mio corpo. Non avevo mai visto quello che mi trovavo di fronte...

    “Dove sono? E' realtà questo, o un altro sogno?”

    Ancora uno sguardo a cercare di capire il posto, poi la mia attenzione è attirata da una persona, un vecchio.
    L'uomo attempato aveva dei capelli lunghi dal colore candido, argenteo. Anche la sua barba lo era in tutta la sua lunghezza e copriva metà viso, visibilmente stanco. Il colore dei suoi occhi non era ben chiaro ma con la giusta luce e angolazione sembravano emanare un colore azzurro cristallo. Indossava una camicia scura, sopra vi era posato un giubbino stile gilet di pelle mentre un grosso tutore sulla gamba destra invece emergeva dai suoi jeans... zoppicava e anche tanto. Al suo fianco un'altra persona, i capelli suoi capelli erano scuri e lunghi, arrivavano oltre le spalle, indossava una tuta da aviatore, il suo fisico snello e chiaramente femminile... in quel momento ho realizzato...

    “Ehi!? Sei tu! Ci siamo salvati! Ma ora dove siamo? Chi è quell'uomo?”

    Neanche il tempo di comprendere quanto accaduto, e di gioire alla vista della ragazza sana e salva, il mio sguardo cadde sul braccio destro dell'uomo, la cui estremità impugnava un fucile a pompa...

    “Attenta!! Ha un fucile!!... Se ti azzardi solo a sfiorarla giuro che non arriverai a domani!”


    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Riposato
    STATUS PSICOLOGICO - Teso

    RIASSUNTO AZIONI - Nath sogna durante lo svenimento precedente. Al risveglio, oltre a non sapere dove si trova, ritrova la ragazza salvata precedente e un vecchio.

    NOTE - Da come hai fatto entrare il vecchio, mi è venuto in mente subito un personaggio di Blade, Abraham Whistler, quindi ho deciso di prendere spunto da lui. Idem per la figlia, Abigail Whistler.

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    Parlato Abraham - Parlato Abigail

    Sì, ho un fucile.
    E se non la smetti di urlare stai certo che lo userò.
    Ma guarda un po' te...
    Lo abbiamo pure portato in Grecia senza nemmeno sapere il motivo.


    Il vecchio si alzò in piedi appoggiandosi sulla gamba buona e si allontanò di qualche passo per scrutare l'ambiente circostante.

    Non farci caso.
    Lui è mio padre e ha salvato la vita ad entrambi, proprio come tu hai fatto con me prima di perdere i sensi.


    La ragazza si rivolse brevemente a Nath per poi urlare qualcosa al padre che nel frattempo si era allontanato.

    Non fare il burbero come tuo solito, eh.
    Se siamo fuggiti è anche merito di...


    Si voltò di scatto verso il ragazzo ancora intontito per fargli la prima domanda ovvia che non si erano ancora rivolti.

    In effetti non so ancora il tuo nome.
    Come ti chiami?
    Io sono Abigail e quello è mio padre Abraham.
    Adesso che siamo in Grecia è meglio essere sinceri gli uni con gli altri.
    Noi dovevamo fuggire da quel luogo infernale, ma la meta era indifferente.
    Purtroppo non eravamo preparati, checché ne dica mio padre, e per poco non ci lasciavamo la pelle.
    Ma tu? Perché ci hai fatto venire in Grecia?



    CITAZIONE
    MASTER:

    Bene, buon post e ottima la scelta dei personaggi XD
    Quando hai scritto che ti eri ispirato a Blade sono scoppiato a ridere per due motivi: 1. lo adoro; 2. anche io creando il personaggio del vecchio mi ero ispirato proprio a Whinstler. A volte le coincidenze fanno paura XDDD
    Adesso ti tocca un doveroso post di transizione in cui ti presenti e spieghi le ragioni del tuo viaggio. Ti dicono che la Grecia è raggiunta (e loro ti ci hanno portato sulla fiducia, non ti dimenticare), ma dove siete? Nel post precedente ti avevo indicato circa 50 km dal Grande Tempio, ma il tuo pg non lo può sapere. Quindi, dopo le dovute spiegazioni e i convenevoli del caso, cerca di orientarti come meglio puoi (avete ancora un elicottero senza carburante a disposizione) e proponi un piano d'azione.
    Dai che stiamo andando bene. Non mi perdere l'inventiva e l'originalità, mi raccomando, e fai emergere sempre più il carattere del tuo pg.
     
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  8. Elnath™
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo IV

    [ Narrato Parlato Pensato ]

    Quel silenzio rotto dal mio urlo veniva sovrastato dall'urlo del vecchio con il fucile, decisamente irritato per la mia minaccia. Ma infondo non era ostile, il suo borbottare non era minaccioso e poi... e poi quella frase...

    “Lo abbiamo pure portato in Grecia senza nemmeno sapere il motivo”

    ... rimbombava nella mia mente. Era fatta.
    Non avevo neanche fatto caso che si stava allontanando, se mi aveva portato fin qui non poteva farmi del male e, sopratutto, non poteva fare del male alla ragazza.
    Poi una voce femminile mi dava ulteriore conferma, quell'uomo era il padre.
    Due notizie buone dopo l'inferno passato prima, mi avevano risollevato il morale e poco importava se mi sentivo ancora stordito.
    La sento poi urlare per la prima volta, si rivolge al padre e lo fa per difendermi ma la interrompo...

    “Non urlare contro tuo padre. In fondo è da capire, l'ho aggredito senza un motivo. O meglio, pensavo fosse un pericolo per noi, avrei dovuto agire con meno impeto.”

    A quel punto la ragazza svela il suo nome e quello del padre chiedendo il mio...

    “Io sono Nath.”

    Ovviamente sapere solo il mio nome non basta, Abigail e Abraham vogliono sapere perchè proprio la Grecia come metà, vogliono sapere chi hanno salvato.
    A questo punto fermo ancora la giovane ragazza, le tante domande unite al mio senso di confusione non possono aiutarmi...

    “Aspetta Abigail, una cosa per volta. Prima di tutto voglio ringraziarti perchè hai mantenuto la tua parola, e voglio anche ringraziare Abraham, in fin dei conti, senza il suo intervento, non saremmo qui a parlare.
    Veniamo ora al perchè proprio qui in Grecia: la storia è un po' lunga, ma un paio di sere fa, ho sognato la Dea Athena che mi faceva ripercorrere il mio passato. Mi ha fatto rivivere tutto, dalla spensieratezza alla sofferenza che ha portato questo splendido mondo all'attuale desolante pianeta. Poi mi ha chiamato a se con il suo calore, vuole che mi unisca a lei per creare un mondo migliore, libero da questa piaga che sta affliggendo tutti gli esseri umani. Non so in che modo possa dare il mio contributo, ma sento che è così, l'ho sentito anche poche ore fa quando ero svenuto, e lo sento tutt'ora. Dovevo arrivare fino a qui, in qualunque modo e, grazie a voi, ci sono riuscito.”


    Non nascondo che nel raccontare quella sensazione di calore, un brivido lungo la schiena ha pervaso il mio corpo e gli occhi hanno iniziato a luccicare.
    Quel calore lo sento ancora e sento che mi sta chiamando verso nord, ma non è lontano, e più vicino che mai. Quasi posso sfiorarlo con le mani.
    Ma non ci sono ancora ed è per questo che, dopo aver spiegato le mie ragioni ai miei compagni di avventura, mi alzo per cercare di capire dove mi trovo.
    Mi guardo in torno e i miei occhi vedono una ricca vegetazione situata al di sotto del piccolo alto piano su cui ci siamo arenati con l'elicottero.

    “Non sembra la Grecia, sembra la mia Sicilia.”

    Ci sono tante piante di pistacchio, di fico, uliveti e vigne. Non mancano anche piantagioni di grano.
    Quindi ora, le notizie buone sono tre: c'è roba da mangiare intorno a noi e di fame, qui, non possiamo morire.
    Se giro su me stesso, vedo anche il mare che fa da sfondo e, in lontananza, grazie al cielo limpido, uno scorcio di terra...

    “Quella sensazione di calore che avverto, proviene da quello spicchio di terra visibile all'orizzonte. Bisogna trovare un modo per arrivarci.”

    Si, quella sensazione mi trascina verso nord, e la sento più forte che mai, ma ora devo capire come portarmi dietro Abigail e Abraham. Di sicuro non voglio lasciarli qui da soli, anche se il posto sembra incontaminato e ricco di cibarie.
    Certo, devo capire anche loro cosa vogliono fare, ma a questo ci penserò dopo.
    Mi metto a pensare a come si potrebbe fare per raggiungere la terra a nord, c'è il mare di mezzo, anche se non è poi così insuperabile, di certo non a nuoto.
    C'è l'elicottero che sarebbe perfetto, peccato sia a corto di benzina e quindi inutilizzabile ma...

    “L'elicottero non ci può essere d'aiuto, però dentro potrebbero esserci degli oggetti utili alla causa. Meglio controllare.”

    Mi fiondo all'interno cercando qualcosa di utile ma non c'è poi molto... la mia attenzione però ricade su un piccolo binocolo...

    “Un binocolo è perfetto per guardare meglio i paraggi.”

    Trovata l'unica cosa utile, mi arrampico sul tetto dell'elicottero, precisamente sul basamento delle pale, in modo da avere una visuale ancora più ampia della vallata che mi circonda.
    La mia attenzione viene richiamata da un villaggio che si affaccia su un porto, proprio di fronte alla mia destinazione. C'è anche del movimento umano e si intravedono dei pescherecci fare su e giù tra i due porti. Potremmo anche trovare della benzina...

    “Potrebbe essere una via percorribile, questa.”

    Ora resta da capire se Abigail e Abraham hanno intenzione di seguirmi e, se si, bisogna trovare un modo per aiutare il vecchio a percorrere il pezzo di strada che ci porta fino a li.
    Non mi resta che proporre il mio piano e poi mettermi, o metterci in marcia...

    “Abraham, Abigail, dopo aver dato uno sguardo con questo binocolo alla zona circostante, non abbiamo molte alternative.
    L'elicottero è inutilizzabile finchè non troviamo della benzina, e nelle vicinanze c'è un piccolo villaggio che potrebbe averne e a noi il carburante serve perchè il mio viaggio non finisce qui.
    Vedete sull'orizzonte quella striscia di terra? Ecco, io devo arrivare li, e lo devo fare in qualsiasi modo possibile.
    C'è anche un'altra opzione, ed è sempre quella di arrivare al villaggio, da li c'è un porto con delle navi da pesca che vanno e vengono. Dobbiamo fare tappa per forza li e non importa se ci metteremo anche dei giorni per via della gamba di Abraham, per fortuna abbiamo anche la natura dalla nostra parte, lungo il cammino.
    Dico dobbiamo perchè, sinceramente non mi va di lasciarvi qui da soli, certo non so cosa troveremo li e non posso obbligarvi a venire con me, avete fatto già abbastanza e non vi ringrazierò mai per questo. Quindi ora dovete dirmi cosa volete fare...”



    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Riposato
    STATUS PSICOLOGICO - Determinato

    RIASSUNTO AZIONI - Nath spiega i motivi del viaggio verso la Grecia, poi analizza la situazione intorno a lui e propone un piano di viaggio.

    NOTE - il posto essendo è ad una 50ina di Km dal Grande Tempio, quindi ho fatto una ricerca e tra le scelte disponibili ho optato per l'Isola di Egina

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    Edited by Elnath™ - 22/8/2016, 13:14
     
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    Parlato AbrahamParlato Abigail

    Ehm, hai sognato la Dea Atena?
    Sei sicuro di stare bene, Nath?
    Non è che hai preso un colpo alla testa prima di svenire?


    Lo sguardo di Abigail era sinceramente spiazzato, come se Nath avesse appena confessato di aver avuto un incontro ravvicinato con gli alieni.

    La mia gamba sta benissimo, ragazzo.
    Sei tu che ci farai ammazzare tutti con questa follia.
    La Dea Atena, ma pensa te…
    Abiagil, te l’avevo detto che facevamo meglio a lasciarlo dov’era.
    Questo non ci sta con la testa, non vedi?


    Abraham, più burbero e scontroso del solito, li interruppe tornando da quel suo giro di perlustrazione improvvisato, rimarcando ancora una volta la sua diffidenza verso il ragazzo. D’altro canto non si poteva biasimare: confessare così candidamente a due sconosciuti di voler andare a tutti i costi in Grecia, in pieno Armageddon, perché – nientepopodimeno che – la Dea Atena gli era apparsa in sogno… beh, non doveva essere facile da credere. Per di più, padre e figlia avevano rischiato la loro vita per portare Nath a destinazione e quella spiegazione, dal loro punto di vista, non aveva alcun senso.

    Papà, non fare così…

    La ragazza cercò di placarlo, ma persino lei sembrò titubante di fronte a quella strana spiegazione da parte di Nath. Il seme del dubbio si era insinuato in quella fiducia cieca che le aveva permesso di pilotare l’elicottero sino in Grecia. Le parole del giovane avevano fatto sorgere grossi dubbi sulla sua sincerità e sulla sua sanità mentale.

    Mi dispiace ragazzo, ma non ti credo.

    Tuonò Abraham, zittendo tutto e tutti.

    Volevi arrivare in Grecia e mia figlia ti ci ha portato.
    Ma da qui in poi continuerai da solo in questa tua follia.


    Il tono era deciso e assolutamente irremovibile. Un padre cerca sempre di difendere la propria famiglia, a tutti i costi.

    Ma, ma…come?
    Papà, non possiamo dividerci proprio ora.
    Nath, dannazione, non possiamo essere arrivati fin qui, a rischio della vita, solo perché tu hai sognato una Dea Greca.
    Ci deve essere qualcosa di più.


    Abigail cercò di mettere una pezza a quello strappo nel gruppo, ma anche lei non era pienamente convinta della situazione. Voleva con tutta se stessa credere a Nath, ma come poteva farlo?
    Stava al ragazzo decidere cosa fare: riconquistare la fiducia dei due con un approccio differente oppure proseguire da solo?




    CITAZIONE
    MASTER:

    Allora caro, innanzitutto bentornato dalle vacanze.
    Con questo mio post voglio metterti di fronte ad alcune eventualità che di norma possono presentarsi in un gdr: 1. Non tutto procede sempre secondo i piani. 2. È necessario prestare molta attenzione al contesto in cui ci si trova e alle persone con cui si interagisce.
    In questo caso ti sei focalizzato (con grande e apprezzato dettaglio) su come uscire dalla situazione di pericolo in una terra sconosciuta, dando però per scontato molti aspetti relativi al tuo obiettivo e fornendo una spiegazione ad Abraham e Abigail alquanto strana. Ti spiego meglio. Tutto quello che hai scritto è corretto e coerente con il tuo pg, ma l’hai detto senza pensare a dove e con chi fossi. La terra è nel bel mezzo dell’Armageddon, tu hai fatto volare questi due poveri scappati di casa fino in Grecia e adesso gli dici che tutto questo l’hanno fatto per un tuo sogno sulla Dea Atena? Tieni presente che non tutti credono o sono a conoscenza degli Dei, dei Cavalieri, ecc. ma anche se fosse, è come se io ti dicessi di accompagnarmi a Lourdes a piedi perché mi è apparsa la Vergine in sogno.
    Quindi, per riassumere: molto bene l’impegno nello sviluppare la traccia, ma nel definire man mano il carattere del tuo pg tieni sempre presente il contesto in cui ti trovi.
    A questo punto decidi cosa fare, in completa libertà. Puoi cercare di convincerli della tua sanità mentale, oppure mandarli a quel paese e proseguire da solo, oppure ancora...vedi tu. Termina il tutto con la tua decisione.
    Buon post ^^
     
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  10. Elnath™
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo V

    [ Narrato Parlato Pensato ]

    Un'aria di tensione aveva fatto capolino in quello che sembrava un posto candido e incontaminato, si percepiva a distanza, e la mia spiegazione non aveva provveduto a placarla.
    Lo sguardo e il volto di Abigail dicevano tutto, il tono di Abraham non prometteva nulla di buono. Ero spiazzato dalla situazione, eppure avevo solo detto la verità...

    “Perchè non capiscono le mie ragioni? In fondo sono stato sincero, avrei potuto inventarmi tutto ma non l'ho fatto, non l'ho mai fatto, non ne sarei capace...
    Forse ho dato troppe cose per scontato, che mi serva di lezione la prossima volta. Ma anche se fosse non starò qui a farmi dare del pazzo, se ho intrapreso questo viaggio è perchè ci credo veramente!”


    Il tono del vecchio si faceva sempre più alto e più pressante, non ne voleva sapere delle mie ragioni, sicuramente la riteneva, questa, una follia e di certo non voleva entrarci dentro con la figlia. Abigail, seppur incredula, provava a far ragionare il padre, ma come poteva farlo se la sua convinzione era minata dalle mie parole. Dovevo provarci un'ultima volta, poca importanza aveva se avessero continuato a darmi del pazzo...

    “Aspetta Abraham! Sono consapevole che quanto ho rivelato prima possa suonare alle tue, anzi alle vostre, orecchie come pura eresia. Quella è la verità, che vogliate o non vogliate crederci!
    E tu, se la ritieni una follia, non mi interessa. Ma non accetto quel tono che stai usando, solo io so cosa ho provato e passato prima di intraprendere questo viaggio e cosa mi spinge ad arrivare fino alla meta finale. E' una mia scelta, e se non è condivisibile da parte tua, pazienza, ma ti chiedo di rispettarla!”


    Mi ero rivolto al vecchio con un tono deciso, di certo non pretendevo di penetrare la sua convinzione, ma non mi interessava. Volevo solo mettere in chiaro le cose, io questo viaggio dovevo farlo assolutamente.
    Poi mi girai verso Abigail, era ancora sconvolta dal mio racconto e probabilmente era terrorizzata da queste mie ultime parole. Poteva anche pensare ad uno scontro fisico tra me e il padre vista la tensione che si respirava nell'aria, ma non era questa la mia finalità. Quindi mi avvicinai a lei, e le presi la mano destra...

    “Abigail, non pretendo che voi capiate la mia situazione. Quindi, cerca almeno tu di tranquillizzarti, anche se le circostanze non sono ottimali, io non farei nulla contro Abraham, e non farei nulla contro di te, anche se le vostre opinioni sono differenti dalle mie. Devi credermi, come mi hai creduto al nostro primo incontro in quel posto infernale.”

    Dopo queste parole, staccai per un attimo la mia mano dalla sua, e mi tolsi la maglia, mostrandole alcuni piccoli segni del mio corpo...

    “Ho intrapreso questo viaggio perchè voglio cambiare questo mondo. Fin da ragazzo ho sempre lavorato, e quando è scoppiato il caos ho dedicato la mia vita per difendere la città dove sono nato. Ho sempre cercato di difendere la mia gente e questi piccoli segni che vedi sono il prezzo che ho dovuto pagare per fare ciò. Alcune volte ci sono riuscito, altre no, ed è per questo che mi sono spinto fino a qui, voglio cambiare le cose perchè so cosa si prova a perdere qualcuno e l'idea che altre persone possano provare quello che ho provato io non mi fa più dormire la notte.
    E poi c'e questo...”


    Portai la mia mano sinistra sul braccio destro...

    “Questa è una voglia che ho da quando sono nato, ha la forma dello Scettro di Nike ed è un simbolo che rappresenta la Dea Athena. Non può essere un caso, e anche se fosse, non voglio crederci.”

    Questo era il mio ultimo tentativo per far comprendere le mie ragioni, e nel farlo, dopo essermi rimesso la maglia, una lacrima in discesa sul mio volto era ben visibile. Una sensazione di tristezza, nel ricordare il passato, aveva pervaso il mio corpo, ma non c'era tempo per questo...

    “Come prima anche adesso sono stato sincero, e sempre come prima, non pretendo che voi capiate la situazione. Ma voglio dire un'ultima cosa: io ho sempre creduto nella bontà degli uomini, sarò un folle ed è molto probabile, ma non mi interessa. E ho sempre lottato per difenderli, e continuerò a farlo. L'ho fatto quando ho visto per la prima volta Abigail senza sapere chi fosse e perchè fosse li. Non mi interessava tutto questo, la mia priorità era solo trarre in salvo una ragazza in pericolo di vita e lo rifarei senza alcun minimo dubbio.
    L'avete fatto anche voi con me, quindi in fin dei conti, voi due non siete poi tanto diversi da quello che sono io, e non voglio pensare che l'abbiate fatto solo per uno scambio di favori o per saldare un debito. Non voglio pensarlo e non lo accetto vista la situazione che avevamo trovato in quell'eliporto...”


    Dopo queste parole, mi incamminai verso il sentiero che portava al villaggio e prima di imboccarlo, mi girai un'ultima volta...

    “Prima ho detto che abbiamo solo una strada da percorrere con due opzioni.
    Io la mia strada l'ho scelta: andare al villaggio e trovare un modo per arrivare nella terra visibile all'orizzonte.
    Non so quale sarà la vostra, so solo che, se verrete con me, in caso di pericolo, farò di tutto per difendervi, anche dovesse costarmi la vita...”


    Con queste ultime parole, mi voltai nuovamente verso l'ingresso del sentiero, con la speranza di aver convinto i due, ma con la consapevolezza che questa volta, le probabilità di intraprendere il viaggio da solo, erano molto alte...



    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Riposato
    STATUS PSICOLOGICO - Triste ma Determinato

    RIASSUNTO AZIONI - Nath prova ancora una volta a convincere Abigail e Abraham del perchè doveva arrivare in Grecia.

    NOTE - grazie per il bentornato :asd:

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    Parlato AbrahamParlato Abigail

    Ragazzo, non faresti nulla comunque.
    Non sei a prova di pallottole.


    Abraham ormai aveva sentito abbastanza e puntò la canna del fucile verso Nath. Tutto quel blaterare sembrava davvero il delirio di un pazzo. Abigail scattò immediatamente per poggiare le mani sulle braccia tese del padre, ma il suo atteggiamento era ancora titubante. In quel mondo di morte e di sofferenza era troppo difficile credere ancora ai sogni.

    Aspetta papà, non fare così.

    L’uomo, però, non sentiva più ragioni.

    Abigail, figlia mia.
    Sei sempre stata troppo buona con tutti, ma in questo momento dobbiamo pensare solo a sopravvivere.
    Abbiamo già fatto troppo per questo ragazzo e non sarà certo una voglia sul braccio a farmi cambiare idea su di lui.


    Poi si rivolse in tono risoluto a Nath, senza distogliere la canna del fucile dalla sua faccia.

    E tu, ragazzo, non venirmi a parlare di sacrifici.
    Lavoro da quando ne ho memoria e questa fine del mondo mi ha lasciato più segni e cicatrici di quanti tu ne possa immaginare.


    Batté il piede della gamba malconcia come a rimarcare quelle parole.

    E non ti sei mai chiesto perché mia moglie, sua madre, non è qui con noi?
    Fai un favore a tutti: vai dove devi andare, cerca di non farti ammazzare, ma lasciaci in pace.
    Non coinvolgerci nella tua follia, non ce lo meritiamo.


    Il tono si era fatto meno irruento ma decisamente serio. Abraham sembrava quasi dispiaciuto per la decisione che aveva dovuto prendere, ma sapeva di doverlo fare per il bene di sua figlia.

    Papà, ti prego…

    La ragazza era seriamente combattuta, conscia del fatto che non avrebbe mai e poi mai potuto abbandonare suo padre per un semi-sconosciuto. Cercò di farlo ragionare, ma ormai si era raggiunto il punto di non ritorno.

    Abigail, sono io che ti prego.
    Sai che è la cosa giusta da fare.
    Abbiamo già perso tua madre...
    …non voglio perdere anche te.


    L’uomo fece qualche passo indietro seguito dalla figlia ancora implorante, prendendo la direzione opposta rispetto a quella di Nath. Ormai il gruppo si era sfaldato e lo strappo era troppo ampio per essere ricucito.
    Come avrebbe fatto Nath, da solo e disarmato, a sopravvivere in mezzo a quell’Armageddon che era diventata la terra?
    E come avrebbero fatto Abraham e Abigail a trovare un posto sicuro in cui rifugiarsi?


    GRRROOOAAARRR!


    Un ringhio terrificante ruppe quel breve silenzio che si era appena creato, stroncando sul nascere qualsiasi ulteriore discussione si potesse venire a creare. Dal fitto degli alberi qualcosa di molto grosso fece tremare tronchi e rami. Due alberi vennero improvvisamente abbattuti come se fossero steli d’erba da una massa enorme e inarrestabile.
    Era un orso, di quelli autoctoni del luogo, che per colpa della Corruzione era diventato una massa informe e purulenta di carne e muscoli delle dimensioni di un orso bianco. Era completamente glabro, ma con la pelle nera e gli occhi iniettati di sangue. La bocca perdeva un liquido gelatinoso ed emanava un puzzo di morte che si poteva sentire a metri di distanza.

    Buon Dio!

    Abraham fece subito cantare il suo fucile, sparando due colpi dirompenti in rapida successione che andarono a segno sull’orso. L’animale non sembrò nemmeno sentirli e riprese la sua folle corsa verso quei tre poveri esseri umani che avrebbe voluto divorare volentieri e senza ritegno.

    Eh, caro Nath, la vita fa schifo.
    Ma è proprio per questo che esistono gli eroi, no?




    CITAZIONE
    MASTER:

    Bene, ti sei impegnato nella spiegazione ma il contesto è ancora troppo “vincente” rispetto alle tue motivazioni.
    Quindi, cosa c’è di meglio se non un bel “provare per credere”?
    L’orso mastodontico e super incavolato che vi attacca a testa bassa è un bel pericolo. Considera anche questo nemico ad Energia Gialla, ma – a differenza degli zombie – ha tutte le caratteristiche di un orso (forza, velocità, aggressività, ecc.).
    Questo per te sarà un post particolare. Dato il carattere del tuo pg immagino vorrai salvare Abraham e Abigail da morte certa, no? Quindi trova il modo di salvarli e di confrontare quel mostro, risvegliando in una situazione disperata il tuo cosmo. Sarà un risveglio difficile e non ci riuscirai immediatamente, ma per qualche secondo – solo qualche secondo – riuscirai a pareggiare la forza dell’orso.
    Salva, difenditi e termina il post con la tua contro-offensiva al nemico, lasciando a me definire l’esito in base a come ti comporti.
    Buon post ^^
     
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  12. Elnath™
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo VI

    [ Narrato Parlato Pensato ]

    Niente, nemmeno quelle mie ultime parole avevano fatto cambiare idea al vecchio. Ci avevo provato, con tutto me stesso, ma nulla. Abraham era irremovibile.
    Aveva le sue ragioni, dopo aver perso la moglie, non voleva perdere la figlia e quel

    “Non coinvolgerci nella tua follia, non ce lo meritiamo”

    era una sentenza molto chiara.
    Lo vedo prendere, con Abigail, la direzione opposta alla mia...

    “Perchè vanno da quella parte? Lì non c'è nulla, il villaggio e qualche, forse, misera speranza di salvezza, è dall'altra parte...”

    Non proferisco parola, a questo punto non me la sento. Vogliono stare alla larga da me il più possibile. Non capisco il perchè, avevo detto chiaramente che al villaggio avrebbero potuto scegliere la loro strada senza problemi.
    Mi volto verso il sentiero per imboccarlo, con la consapevolezza che quello era l'ultimo istante in cui li avrei rivisti ma...

    **BANG** **BANG**

    … due colpi di fucile spezzarono il silenzio intorno a me.

    “Abigail!! Abraham!!”

    Un urlo uscì fuori dal mio petto, avevo intuito che i due erano in pericolo.
    Tornai sui miei passi per constatare l'accaduto, sentivo in me l'affanno e il terrore prendere corpo. Non avrei accettato che qualcosa fosse successo a loro.
    Corsi i pochi metri dall'inizio del sentiero alla centro della radura dove ci eravamo arenati e lo spettacolo che mi si presentava agli occhi non era esattamente dei migliori: un orso gigantesco aveva puntato Abraham e Abigail.
    Il vecchio, dai colpi sentiti, aveva sparato due proiettili in pieno corpo dell'animale inferocito, ma questi sembravano non averlo scalfito sufficientemente. Un colpo l'aveva trafitto all'altezza della spalla sinistra, un altro poco sotto il petto, ma quelli non erano punti vitali e la bestia era più furibonda che mai.
    Ai lati dell'orso vi erano, per terra, due alberi sradicati, segno della forza impressionante usata dall'animale.
    Ma non c'era tempo per altro, dovevo fare qualcosa altrimenti avrei perso per sempre i due.
    Mi fiondai a tutta velocità verso Abigail e Abraham, urlando a loro di scappare e cercando di fare il più rumore possibile per attrarre il feroce nemico...

    “Abigail!! Abraham!! Via da li!! Presto!!”

    Il piano aveva funzionato in parte perchè, si che l'orso mi aveva visto, ma aveva optato per le due prede più vicine e poi, in seconda battuta, per me.
    Decisi, dunque, di aumentare la velocità di corsa, dovevo assolutamente arrivare prima dell'orso a ridosso del vecchio e della figlia e quando arrivato a pochi passi, con l'animale già in fase di attacco, mi lanciai facendo a loro da scudo umano, assorbendo tutto l'impatto che il mostro aveva messo nella sua offensiva.
    Questo aveva dato modo ad Abraham e ad Abigail, non solo di essersi salvati ma anche di avergli dato qualche minuto per mettersi al riparo.
    Poco importava se la botta era stata tremenda e se la schiena mi faceva male...

    “Meglio io che loro.”

    Avrei fatto di tutto per salvarli ed avevo mantenuto la mia parola. Nonostante il fastidio al dorso, con un sorrisetto compiaciuto, ero pronto a rialzarmi anche perchè il mio avversario non sarebbe rimasto di certo li a guardarmi e a compatirmi.
    Con un rapido sguardo notai un albero non poco distante da me, non avendo armi a disposizione per portare l'incontro a mio favore...

    “Quell'albero può essermi d'aiuto in qualche modo. Devo raggiungerlo e al momento opportuno, devo arrampicarmi per poi salire sopra la schiena di quella bestia.”

    Il piano era ben chiaro, quindi senza perdere tempo mi affrettai verso la pianta con ovviamente l'animale alle mie calcagna.
    Raggiunto il posto ero letteralmente con le spalle al muro, la consapevolezza che un minimo errore mi avrebbe costato la vita c'era, ma ero sicuro che ce l'avrei fatta, d'altronde io posso usare il cervello, lui no...

    “Ci siamo. Appena partirà all'attacco mi arrampicherò su questo ramo e quando meno se l'aspetta mi fionderò sulla sua schiena!”

    La tensione era altissima, l'orso non esitò ad attaccare e poco prima del suo arrivo, con un salto, facendo anche leva sulle mie braccia, riuscii a salire su un ramo e neanche il tempo di farlo mi trovai sopra la schiena del mastodontico mostro.

    “Fermo! E sta fermo!...”

    L'aggressività della bestia è altissima e non riesco a controllarlo come vorrei, decido quindi di affondare la mia mano sinistra sulla sua ferita situata sulla spalla destra e stringo più forte che posso. Sento il suo sangue sul palmo della mano.
    La mossa sarebbe anche astuta ma l'animale non ne vuole sapere di desistere e, non so come, riesce a ribaltarmi sbalzandomi in aria. La caduta è anche peggio perchè non riesco a proteggermi con le braccia e cadere di pancia non è l'ideale. Striscio anche la faccia con il terreno procurandomi delle escoriazioni sul volto...

    “Che male, non riesco neanche a rialzarmi. Ma devo farlo, altrimenti è tutto finito.”

    Al peggio non c'è mai fine, sento le mie braccia stanche, lo sforzo precedente più la caduta mi hanno sfiancato. E tutto questo è stato vano perchè l'orso è ancora li, seppur dolorante anche lui, è pronto a sferrare un altro attacco...

    “Non posso arrendermi, non posso farlo ora. Concentrati Nath, concentrati e trova una via di uscita da questa situazione disperata!”

    Con non poca difficoltà riesco, prima a mettermi su un lato, poi ad alzarmi parzialmente...

    “Quell'animale non sembra avere punti deboli, eppure quelle due ferite devono essere il suo punto debole. Forse questa volta devo attaccarlo al buco che ha sotto il petto!”

    In piena concentrazione, avevo individuato l'obbiettivo: appena l'orso avrebbe scatenato la sua furia contro di me, nel momento in cui avrebbe scoperto il petto, un colpo secco con il pugno sinistro all'altezza di quella ferita e subito dopo, con il pugno destro a colpire il suo mento ormai privo di difese. Era arrivato il momento di richiamare tutte le energie e di sferrarle in quei due pugni.
    Un respiro profondo, la calma aveva preso corpo e mente. Il mondo circostante non esisteva più, c'era solo l'orso davanti e, questi era partito all'attacco...

    “ORAAAAAA!!”

    L'attimo era giunto e l'offensiva stava per essere scagliata...


    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Schiena, Petto e Braccia doloranti, Escoriazioni sulla faccia, Stanco
    STATUS PSICOLOGICO - Calmo e Concentrato

    RIASSUNTO AZIONI - Nath affronta l'orso con non poche difficoltà e si appresta a sferrare un'offensiva

    NOTE -

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    Parlato AbrahamParlato Abigail

    L’orso partì alla carica, contro un ragazzo tanto folle da volerlo affrontare a mani nude. La bestia abbassò il capo, inculcandolo nelle spalle, e diede un tremendo colpo frontale al povero Nath. Il giovane venne sbalzato di qualche metro e ruzzolò sul terreno creando una fitta nube di detriti.
    La botta fu la più tremenda mai provata da Nath in tutta la sua vita e avrebbe tranquillamente potuto uccidere un normale essere umano. Ma in quel folle ragazzo dagli strani sogni, l’aggettivo “normale” non era affatto calzante. Percepiva qualcosa che andava oltre la sua comprensione, una forza che gli montava in petto capace di farlo sopravvivere a quell’incontro mortale. Qualcosa di inspiegabile, che l’avrebbe fatto rialzare ancora una volta per affrontare a viso aperto il pericolo, subendo danni futili rispetto a quanto avrebbe mai potuto immaginarsi.
    Intanto, però, la bestia orribile che lo aveva ribaltato come un calzino non era rimasta solo a guardare. Picchiava le sue pesanti zampe anteriori sul terreno, quasi fosse contrariato che la sua preda fosse ancora viva. Ringhiò la sua frustrazione e digrignò i denti in uno stridore terrificante. C’era poco da capire: quell’orrore era pronto a finire il lavoro che aveva iniziato.

    Dannazione, quello è davvero pazzo.
    Si farà ammazzare se continua così.


    Abraham e Abigail erano a qualche metro nascosti dietro un albero, salvi grazie a Nath.

    Ci ha salvato ancora una volta, Pà, proprio come aveva fatto con me all'eliporto.
    E l’ha fatto dopo che noi lo stavamo abbandonando.


    La ragazza si rivolse al padre in tono colpevole, poiché anche lei era stata fortemente titubante nei confronti di quel ragazzo.

    Lo so, lo so.
    Resta il fatto che non mi sembra molto attaccato alla vita.
    Fiondarsi così contro quell’abominio, puah, è da folli.


    Le parole del vecchio erano ancora di disprezzo, ma nel frattempo il suo corpo stava facendo tutt’altro. Caricò il fucile e si rivolse alla figlia.

    Che io sia dannato, ma non posso voltarmi dall’altra parte.
    Tu fuggi e nasconditi, io vado a guadagnarmi un trofeo di caccia.


    Abraham uscì dal loro nascondiglio puntando nuovamente l’arma contro l’orso.

    Io non vi lascio soli, papà.

    Il vecchio sbuffò ma, involontariamente, gli scappò un sorriso d’orgoglio per il coraggio di sua figlia.

    E va bene.
    Sei proprio cocciuta come tua madre.
    Che Dio ce la mandi buona.


    Altri due colpi di fucile sovrastarono ogni altro rumore, riducendo a carne ancora più maciullata il dorso dell’animale. Quello, però, non sembrò nemmeno accusare il danno ma la sua rabbia crebbe ancora di più.

    Eccola l’occasione Nath.
    Ora che l’attenzione del mostro era momentaneamente tornata su quel coriaceo vecchio col fucile, era necessario agire.
    Non agire da semplice uomo, però, ma da vero guerriero.




    CITAZIONE
    MASTER:

    Come avrai letto, ho deciso di non far andare a buon fine a tua strategia. Il motivo? Beh, nel precedente post ti avevo chiesto di dare molta enfasi al momentaneo e fugace risveglio del tuo cosmo. Questo è il momento più importante per ogni Cavaliere. Tu ti sei focalizzato sulla strategia, senza dare troppo importanza alla nascita di questa strana forza inspiegabile in te.
    Anche perché, pensaci bene: decidere di affrontare un orso gigantesco, violento e aggressivo a mani nude è decisamente da pazzi se lo riporti ad una situazione reale. Se tu non giustifichi questo atteggiamento di Nath con il risveglio di qualcosa di così importante come il cosmo, non ha senso. Il tuo pg non conosce ancora il concetto di cosmo, sia chiaro, ma era necessario dare importanza a questo qualcosa di inspiegabile che ti avrebbe fatto sentire davvero capace di prendere a pugni il mondo.
    Ecco spiegato questo primo fallimento nella tua strategia.
    Adesso hai un’altra opportunità. Abraham e Abigail sembrano averti parzialmente rivalutato e il vecchio ti ha distratto l’orso, decidendo di non abbandonarti. Sfrutta la situazione a tuo vantaggio e cerca di mettere un punto esclamativo alla situazione (adesso la bestia è stata colpita ben 4 volte, quindi prima o poi ne risentirà).
    Mi raccomando, però, questa volta concentrati anche sul risveglio del cosmo (seppur breve e momentaneo) e consideralo davvero come un punto di svolta fondamentale per il tuo pg.
    Termina il post, anche questa volta, con la tua offensiva al condizionale senza essere auto-conclusivo.
    Se hai dubbi contattami tranquillamente tramite mp e fai con calma a rispondere. Meglio ritardare di qualche giorno ma essere sicuri, piuttosto che postare senza avere ben chiara la traccia.
     
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    Il Destino di un Saint – Capitolo VII

    [ Narrato Parlato Pensato ]

    L'offensiva scagliata non aveva dato i suoi frutti, non aveva neanche scalfito la corazza di pelle e carne del mostruoso orso, che essendo anche più veloce, mi aveva scagliato contro.
    Il terreno mi faceva da letto e lo sguardo era ormai fisso nel vuoto che il cielo azzurro aveva creato...

    “Ho fallito, sono stato davvero folle. Abraham in fin dei conti non aveva tutti i torti...”

    I pensieri offuscavano ormai la mia mente: la mia città, la mia famiglia, dare una mano per cambiare questo oscuro mondo, Abigail, suo padre... non potevo salvare nessuna di queste cose. Avevo fallito...

    “Che sciocco sono stato... come posso salvare tutti se mi lancio a capofitto contro qualsiasi cosa, senza ragionare sulle conseguenze delle mie azioni?”

    Lo scoramento e la distruzione avevano preso corpo in me, nessuna speranza per sovvertire questa situazione a mio favore...

    **BANG** **BANG**

    Altri due rumori, due colpi di fucile, fecero breccia tra il mio pensiero riportandomi alla realtà...

    “Abraham non si è arreso...”

    Quei due suoni mi avevano schiarito le idee: non ero l'unico folle su questa terra, e questo in parte mi rincuorava.
    Un altro piccolo sorrisetto aveva fatto capolino sul mio volto escoriato ancora di più dopo l'ultimo volo, quindi la decisione di alzarmi ancora una volta.

    “Non sento più le gambe e le braccia...”

    C'erano delle vistose ferite sulle gambe, il sangue colava da un taglio situato sul braccio sinistro e moriva sulla terra, ormai crepata sotto di me.
    Ma ero ancora in piedi, forse per l'ultima volta.
    Il mio sguardo era rivolto verso l'orso, che seppur ferito da altri due proiettili, non cessava di manifestare la sua rabbia e aveva puntato Abraham, reo di averlo colpito ancora.

    “Devo fare qualcosa per richiamare l'attenzione di quel mostro, altrimenti per il vecchio non ci sarà speranza...”

    Una nuova sensazione aveva preso corpo in me, abbattendo lo scoramento precedente. Era un senso a me oscuro, non l'avevo mai provato prima: un calore misto rabbia.
    Io, così sempre calmo, pacato, avevo perso ogni ragione e tutto questo perchè vedevo i miei due amici in una situazione di pericolo.
    Piano piano mi avvicinavo al pachiderma, al ridurre la distanza tra me e lui, percepivo la mia rabbia aumentare e il mio dolore diminuire. Una fiamma ardeva sempre più e avvolgeva il mio corpo offuscando gli spasmi che le ferite avevano afflitto il mio corpo...

    "Sento questa sensazione di calore avvolgere il mio corpo, lo sento anche nel punto più estremo del mio corpo. Ha spento il mio dolore, ma ha acceso la mia voglia di sopraffare questa situazione. Sento che ora posso spingermi oltre, sento che ora posso abbattere quel mostro."

    Arrivato a quasi una decina di metri mi fermai e cacciai un urlo che attirò la bestia...

    “Ehi pachiderma senza cervello! Devi ancora finire con me, poi, se rimarrai in piedi, ti potrai concentrare su altro!”

    La montagna furiosa reagì al mio urlo con un altrettanto urlo, ma poco mi importava: se lui era furioso, lo ero anche io e non poco. Poi però una voce proveniente dal profondo del mio cuore esordì...

    “Nath, trasforma quella rabbia in concentrazione...”

    Quel piccolo sussurro aveva ragione. Io iracondo e rabbioso non lo ero mai stato, e questa nuova percezione, potevo incanalarla in un colpo solo concentrandomi.
    Chiusi gli occhi cercando la concentrazione massima, sentivo sempre di più il calore scorrere in tutto il mio corpo. La mia mente era libera da ogni pensiero ora, il mio spirito era in armonia con tutto quello che mi circondava.
    Sentivo quell'energia, ne ero padrone. Era giunto il momento di scagliarla fuori, contro il mostro.
    Un energia rosacea avvolgeva ora il mio corpo pronta ad abbattersi sul mio avversario che stava per partire alla carica per l'ennesima volta...

    “Fatti sotto! Se devo morire, questa volta, verrai all'inferno con me!”

    Dopo quelle parole, la mia determinazione era aumentata ancora di più in parallelo a quello status di concentrazione mentre la bestia inferocita si avvicinava implacabile, decisi quindi di prepararmi allo scontro e all'impatto con la bestia: piantai bene le gambe a terra, inarcai la schiena e, come un pugile quando sta per sferrare un gancio, indirizzai tutta quella forza nel mio braccio destro e quando, questi arrivò praticamente a ridosso del mio corpo, lasciai partire il mio pugno ricolmo di quel bagliore con l'intento di colpirlo sotto il mento...


    CITAZIONE
    NOME - Nath
    ENERGIA - Bianca
    STATUS FISICO - Fisicamente ferito
    STATUS PSICOLOGICO - Rapito dal calore della rabbia, concentrato

    RIASSUNTO AZIONI - Dopo aver fallito il primo assalto, Nath, ritrova la speranza grazie al salvataggio di Abraham. Scopre anche una nuova energia a lui sconosciuta e si prepara al confronto con l'orso.

    NOTE - ho corretto il post dalle stupidaggini scritte in precedenza ;)

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    Edited by Elnath™ - 25/8/2016, 16:54
     
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    Parlato Abraham - Parlato Abigail

    L'orso, attirato da Nath con le sue urla irruente, partì alla carica ancora una volta.
    Partì alla carica ovviamente verso Nath, no?
    Contro quel ragazzo che gli aveva semplicemente gridato contro in quella situazione caotica, giusto?
    Ovviamente no.
    L'abominio caricò a testa bassa contro la fonte del suo principale dolore: Abraham e il suo fucile.

    Dannazione.
    Abigail, scappa da qui!


    Capendo la situazione, il vecchio, ormai conscio del pericolo, diede una spinta alla figlia per metterla in salvo.
    Purtroppo, però, era troppo tardi per entrambi.
    La bestia si abbatté su di loro con una furia incontrollabile. Abraham fece solo in tempo a caricare il fucile con le mani tremanti e a sparare un solo colpo. La parte sinistra del muso della bestia ebbe uno spasmo e la pelle si lacerò lasciando intravedere le ossa del cranio scheggiate.
    Questo bastò per stordirla e rallentarla di qualche istante, forse quanto bastava per non rendere lo scontro mortale, ma la sua mole andò comunque ad impattare contro padre e figlia. I due vennero sbalzati di qualche metro e ricaddero al suolo con un tonfo sordo. Immobili, sembravano privi di vita.
    Intanto l'abominio continuava a scrollare la testa con furore, evidentemente ferito da quell'ultimo colpo di fucile. Non ci avrebbe messo molto, però, a riprendere piena coscienza e scagliarsi ancora una volta su Abraham e Abigail.
    Qualche secondo e i loro corpi sarebbero stati dilaniati così tanto da risultare irriconoscibili, e qualche altro secondo per finire nello stomaco dell'orso.

    Non c'è tempo da perdere, Nath.
    Qualche metro ti separa da quella morte ambulante fatta di muscoli e carne che è ancora stordita dall'ultimo colpo di fucile.
    Il vecchio e la figlia, ormai inermi o forse addirittura morti, hanno il destino sicuramente segnato se tu ti arrendi.
    Forza ragazzo, dimostra di essere un guerriero.



    CITAZIONE
    MASTER:

    Ciao caro, innanzitutto ti faccio alcune segnalazioni importanti:
    1. Hai fatto ruggire l'orso, in risposta ad una tua frase, anche se dell'orso non hai il controllo. In questo caso la questione non è gravissima e bloccante perché stiamo parlando di un npc qualunque e di poco conto, ma non farlo mai con pg altrui.
    2. La tua offensiva è decisamente troppo lineare. Un pugno al mento, senza strategia e diretto a un orso mastodontico molto più alto di te, nelle tue condizioni non è propriamente logico. Avessi tu un pg con forza straordinaria allora lo potrei capire, ma affrontare per la seconda volta a viso aperto la bestia ad energia gialla è stato un po' azzardato.
    3. Hai presupposto (o sperato) che l'orso ti avrebbe caricato prendendoti nuovamente come obiettivo. Hai cioè legato la tua offensiva solo ed esclusivamente a qualcosa che io non avevo descritto esplicitamente (senza pensare ad una possibile alternativa). Questo post l'ho scritto proprio a monito di questo tuo errore, facendo fare all'orso esattamente l'opposto. Ricordati di questi particolari, perché in uno scontro sono fondamentali. Inoltre rendi i movimenti del tuo pg meno statici, descrivendo ogni azione senza lasciare nulla al caso.
    4. Nota di colore: l'orso non può definirsi un "pachiderma", ma lo dico solo per segnalartelo eh XD

    A questo punto la traccia mi sembra chiara. L'orso è a poca distanza da Abraham e Abigail, ancora stordito dall'ultimo colpo di fucile, ma questo sbandamento non durerà più di qualche secondo. Agisci per tempo e agisci secondo quello che ho descritto. Nath non sa se i due sono ancora vivi, quindi è anche una decisione morale del tuo pg scegliere cosa fare. Puoi anche voltarti dall'altra parte e scappare, eh, anche perché non hai la certezza che siano vivi. Oppure sfrutta la situazione a tuo vantaggio e cerca di dare una bella lezione all'orso.
    Mi raccomando: descrivi bene tutti i movimenti del tuo pg e, soprattutto, descrivi (sempre al condizionale) l'offensiva che vorresti fare.
     
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