WOA XI: BRING BACK THE '80s

Elkade

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,792

    Status
    DEAD
    Ciao, Elkade!

    Come puoi ben vedere dal layout, hai deciso di imbarcarti in una vera follia. Infatti mi sento un po' nostalgica, e ho deciso che la traccia di questa woa sarà dettata da una particolare decade che ha influenzato la vita di tutti: I FAVOLOSI ANNI '80.
    Ora, ti ho chiesto di scegliere un numero, e hai scelto il numero 9. Questo è servito a me per determinare l'anno esatto della tua traccia, che quindi sarà

    IL 1989

    Ah, che anno! Si potrebbe dire un anno rivoluzionario, segnato dalla caduta del muro di Berlino e dalle proteste studentesche a Pechino soffocate, purtroppo, nel sangue.
    Ma tu non ti occuperai di nulla di tutto ciò.
    Ho deciso che la tua traccia sarà un qualcosa proveniente da quell'anno, qualcosa che nel bene o nel male è passato, a suo modo, alla storia.
    La tua traccia è cinematografica. Dovrai trarne più ispirazione possibile, perché è l'unico elemento che riceverai.
    Si tratta di...

    l'ATTIMO FUGGENTE

    Video


    - Prendi spunto dalla tua traccia, solo da quella, e in che modo vuoi. L'anno può entrarci o meno, a tua discrezione, non sarà fondamentale nel giudizio dell'attinenza.
    - Hai tempo fino al 7 Settembre alle ore 20
    - Puoi cambiare la traccia UNA SOLA VOLTA, ma non puoi cambiare l'anno. Puoi decidere di comune accordo con un altro utente di scambiarvi le tracce, ma non si torna indietro. Le richieste vanno fatte nel topic delle WOA.
    - Non c'è limite di battute. Tuttavia sconsiglio sempre di fare una one shot eccessivamente prolissa.
    - Puoi fare TUTTO quello che ti pare usando il tuo pg. Non mettere in mezzo pg di altri a meno che tu non abbia il consenso del giocatore.
    - La tua woa può essere ambientata ovunque e in qualsiasi tempo.



    Edited by ~Gabriel~ - 25/8/2016, 00:48
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,037

    Status
    DEAD
    ORCHIDEA
    W.O.A. XI: BRING BACK THE 80'S ♦
    La deuxième chance

    LINEA


    Dovreste averlo imparato, ormai, cosa comporta giocare con le vite dei mortali.

    Brigitte teneva il viso ostinatamente sepolto tra le righe del giornale di quella mattina, scorrendo con gli occhi le parole che aveva letto e riletto senza però seguirne più il senso. Non voleva rispondergli, non aveva intenzione di ascoltare quell'arrogante, saccente giovinastro che si sentiva autorizzato a farle la ramanzina solo perché qualcuno aveva deciso di appioppargli un registro.

    Sarebbe meglio se vi limitaste ai compiti che vi sono stati assegnati.

    Lei abbassò i fogli e lo fissò con un sopracciglio inarcato, rispondendo alla sua patetica insistenza con tutta la sufficienza che meritava. Sembrava che la stesse trattando come se fosse stata colpa sua.

    Mettitele in quel posto, le prediche e le lezioncine, s'il te plait

    Posò il giornale, poi stappò la bottiglia di liquore che aveva accanto e vi si attaccò senza troppe cerimonie.

    Fuori dai piedi.

    Avete qualcosa da consegnarmi, prima.

    Vai a farti fottere, lei è mia.


    Gli rispose, alzandosi in piedi ed inclinandosi nella sua direzione, un ghigno di sfida sulle labbra. Lui si avvicinò senza fretta, con il suo solito incedere solenne e l'aria seria che lo contraddistinguevano. Le tese la mano, probabilmente aspettandosi che gli avrebbe obbedito. In tutta risposta, lei tracannò un altro sorso e gli mostrò il dito medio con tanto di manicure. Lui non si mostrò sorpreso né scandalizzato: probabilmente era già stato istruito su come diventare la sua nuova spina nel fianco.

    Può anche cascarti, quel braccio. Fila a lavorare sulle tue scartoffie e piantala di rompermi l'anima, novellino.

    Ridacchiò. La divertiva vederlo sempre più imbronciato. Era chiaro che non fosse abituato ad avere a che fare con i Guedé.

    Colette Giraud, anni venti, morta suicida il 18 dicembre 1989. In attesa di giudizio.

    Non del tuo. Buona giornata, trovati da solo la porta.


    Gli voltò le spalle e fece per lasciare il salotto, quando se lo ritrovò di nuovo davanti al naso non intenzionato a mollare la presa. Uno più scocciatore dell'altro, se li sceglievano. Rimpiangeva quasi i tempi in cui al suo posto c'era quel piccolo rompiscatole di Secretaire… un paio di migliaia di anni prima.

    Mi aspettavo foste molto più ligia alle regole, da come mi avevano parlato di voi; a quanto pare le descrizioni non vi rendono giustizia. Non potete reclamare ogni anima che passa tra le vostre mani, ne siete consapevole?

    Bien sûr, mon ami.


    Si girò nuovamente verso quello che sapeva essere il vero lui e gli porse la stessa bottiglia da cui lei aveva bevuto poco prima.

    Rilassati, chéri, e togliti quella scopa dal culo per cortesia. Non sto abusando del mio potere, tu non farlo con il tuo. Non temere: andrà tutto come deve andare.

    LINEA


    6 marzo 1989


    La Toile d'Argent era un locale non molto frequentato della periferia parigina: una saletta modesta, un ottimo bar e un piccolo palco che ospitava ogni sera un tipo diverso di esibizione. Non era posto per un pubblico rozzo o per chi volesse spendere un gruzzoletto per raccattare una piacevole compagnia notturna, come si mormorava in giro. Era un luogo di classe, per persone senza scrupoli morali ridicoli, in grado di apprezzare forme d'arte meno convenzionali. Brigitte lo adorava, ma lo stesso non poteva dirsi della signorina Renou, che per sua sfortuna non aveva voce in capitolo sulla propria forzata presenza lì.

    Un vero peccato, pensava la Loa studiando il riflesso sulla bottiglia di rosso sul tavolo davanti a lei, un viso così attraente era più che sprecato per una zitella pudica a un passo dal monacato. Quando lei se ne fosse andata, probabilmente, la povera Monique si sarebbe ritrovata a scegliere se prendere definitivamente i voti oppure cambiare vita del tutto e darsi alle gioie dei piaceri terreni -non prima di aver richiesto un esorcismo a Sua Eccellenza Reverendissima. Si sistemò i riccioli ramati dietro un orecchio, poi sorseggiò con calma il vino che si erano fatti servire rilassandosi sul divanetto circolare.


    Jqxt1hX



    All'apertura del sipario, Samedi la avvicinò a sé così che entrambi avessero la miglior visuale del palco. Dal soffitto pendevano dei lunghi drappi di seta di vari colori, dal rosso intenso della prima coppia, al rosa tenue, fino al bianco delle due coppie esterne. Quando la musica iniziò a suonare, due mani femminili si avvolsero attorno alla stoffa rossa, svelando le forme asciutte e muscolose di una ragazza minuta. Un costume nero con rose dipinte e una maschera sottile attorno agli occhi erano il suo abito di scena. Brigitte strinse le palpebre e si sistemò meglio gli occhiali sul naso: aveva l'impressione di averla già vista, forse in una delle esibizioni passate sempre lì alla Toile.

    La ragazza cominciò danzare con movenze eleganti, come in un gioco malizioso di sguardi e gesti rivolto al pubblico. Ad un certo punto afferrò saldamente le due strisce di tessuto centrali rivolgendo le spalle alla sala, e da lì si arrampicò fino a metà dell'altezza dei drappi. Avvolse le gambe con la stoffa, poi lasciò pendere il busto all'indietro. Con un'altra piroetta si sistemò in modo da potersi reggere saldamente, dopodiché iniziò a dondolarsi avanti e indietro lentamente, come su un'altalena. Rallentò, si capovolse ancora, ruotando le gambe per allontanare o avvicinare al suo corpo i drappi. Cambiava posizione con naturalezza, mantenendo anche in aria una grazia simile a quella che aveva sopra le assi del palco. Scorreva in giù, risaliva, dava l'impressione di poter fluttuare, che per lei la gravità non esistesse. In tutto ciò riusciva a mantenere la tensione continua tra lei e i suoi spettatori, sempre sensuale nonostante la difficoltà e la fatica che cercava di nascondere, mai volgare o eccessiva negli ammiccamenti. Applausi ben meritati accompagnarono la sua discesa in maniera pacata ma entusiasta al termine dell'esibizione.

    Interessante…

    Parecchio.


    Brigitte sorrise e bevve l'ultimo sorso di vino dal bicchiere, rimasto stranamente intatto per tutto l'ultimo spettacolo. Appoggiò la testa sulla spalla di Samedi, concedendosi qualche minuto per dare un'occhiata agli ospiti in sala in attesa della coppia che si sarebbe esibita entro poco. Additò in maniera discreta alcuni dei presenti, ben attenta a non farsi notare mentre li commentava suscitando qualche risata soffocata da parte di suo marito. Lui aspirò una boccata di fumo prima di passarle il sigaro, poi indicò in direzione del bancone del bar.

    Guarda, un po'… sembra che qualcuno sia in vena di una bevuta.

    Brigitte notò la ragazza della danza aerea appollaiata su uno sgabello, in attesa di farsi riempire un bicchiere già colmo di ghiaccio.

    Ti dispiace fare un salto a chiederle se le va di farci compagnia per la serata?

    Lei sorrise e gli assestò un buffetto leggero sul naso.

    Ti piacerebbe!

    Non mi faccio illusioni: prendo quel che viene, se viene. Per bere qualcosa, naturalmente.


    Ridacchiò Samedi. Lei gli restituì il sigaro, sbuffò il fumo nella sua direzione e si avviò verso il bar, fermandosi, però, a qualche metro dal bancone. Si sistemò l'abito, gli occhiali e i capelli ed andò a sedersi proprio accanto alla ragazza che si era finalmente tolta la maschera. Chi mai l'avrebbe detto…

    Che piacevole sorpresa, signorina Giraud.

    La giovane scattò indietro così rapidamente da rovesciare a terra metà del ghiaccio del suo bicchiere non appena udì il proprio cognome. Brigitte la vide alzare i suoi occhi terrorizzati su di lei ed afferrare il bordo del tavolo.

    La prego, la scongiuro, non lo dica a mio padre!

    Balbettò la ragazza, completamente sbiancata e tremante. La Loa restò qualche istante interdetta, non aspettandosi una reazione di quel tipo da parte sua, dopodiché scoppiò a ridere senza ritegno.

    Ma pensi che io mi sia fottuta il cervello, cara? Rilassati!

    Riprese fiato a fatica tra una risata e l'altra, e dovette tentare di riprendere il discorso tre volte prima di riuscirci davvero.

    Ti immagini se lo venisse a sapere la direttrice? Mi sbatterebbe fuori a calci nel culo seduta stante! Ouh…

    Si sollevò gli occhiali e si passò due dita sugli occhi nel tentativo di scacciare il mal di testa che le provocavano le proteste di quella bacchettona della sua ospite, poco incline al rimanersene buona e muta in un cantuccio mentre lei allontanava dalla retta via una delle sue care pecorelle, già peraltro compromessa per suo conto. La zittì di prepotenza e si ricompose, prima di ordinare un altro bicchiere di qualsiasi cosa avesse ordinato la giovane ballerina per farsi perdonare di avergliene fatto cadere la maggior parte sul pavimento.

    Colette, questo era il nome della ragazza, parve calmarsi dopo aver riflettuto sulla situazione imbarazzante: una studentessa e un'insegnante di un prestigioso istituto cattolico, in un locale per spettacoli provocanti… Inoltre, Monique Renou era conosciuta per essere una tra le più castigate tra le professoresse della scuola, e di certo la Toile sarebbe stato tra gli ultimi posti sulla faccia della terra in cui la si sarebbe andati a cercare. Ovviamente la ragazza non poteva immaginare che la sua pudica insegnante non fosse momentaneamente in grado di controllare il proprio corpo, sottratto senza il suo consenso da uno spirito incline al vizio.

    Non era mia intenzione spaventarti. Non ti avevo nemmeno riconosciuta, con la maschera.

    Brigitte aveva avuto modo di conoscerla scrutando attraverso gli occhi di Monique. Normalmente taciturna, seria e introversa, ligia al dovere anche se non la più brillante tra gli studenti, nemmeno particolarmente attraente: questa era l'impressione che aveva avuto di lei. Un'immagine che non combaciava minimamente con quella che aveva potuto vedere quella sera.

    Sai, non credevo che ti avrei mai vista sorridere.

    E invece, su quel palco, l'aveva vista divertirsi, giocare con chi la stava guardando. Aveva visto quel sorriso. L'aveva trovata bellissima, ed era certa che suo marito avesse avuto la stessa impressione.

    Sembra quasi che vi faccia piacere sapere che lavoro qui…

    Ti stupisce? Sarebbe un po' ipocrita criticarti, da parte mia, date le circostanze. È più che evidente che ti piace, è una tua libera scelta e sei anche bravissima, a che titolo potrei biasimarti? E dammi del tu, non siamo a scuola.


    Colette arrossì, rigirandosi il suo bicchiere mezzo vuoto tra le mani e ridacchiando nervosamente.

    Mio padre direbbe che non è il genere di lavoro che fa buona figura nella carriera di un futuro avvocato.

    Il signor Giraud era uno di quei signorotti vecchio stampo, conservatore convinto e dalla moralità fin troppo rigida. Aveva destinato l'unica figlia a continuare il mestiere di famiglia, investendo una valanga di soldi in istituti privati per la sua formazione senza nemmeno porsi il problema di interpellarla in proposito. Colette era la persona meno adatta a una carriera in tribunale: non aveva assolutamente una buona parlantina, non era portata per lo studio e non poteva fare a meno di balbettare quando era sotto pressione. Ci si era giocata il quarto anno di liceo, così, figurarsi se era in grado di difendere qualcuno in giudizio. Eppure, secondo suo padre, le difficoltà nello studio e nell'esposizione erano superabili con un po' di disciplina ed impegno in più. Di sua iniziativa lei si era messa a cercare un impiego serale l'anno precedente, quello da ripetente, per guadagnarsi almeno un gruzzolo da mettere da parte per il futuro. Suo padre aveva storto il naso, inizialmente, ma non si era opposto quando aveva notato che il lavoro da cameriera sembrava aver influito in maniera sorprendentemente positiva sul suo rendimento. Colette si era ben guardata dal riferirgli che era stata assunta alla Toile d'Argent. Non gli aveva mentito, all'inizio, l'avevano veramente assunta come cameriera. Erano state le altre artiste del locale ad invitarla a partecipare a qualche esibizione, dato che fino a nemmeno un paio d'anni prima era stata una buona ballerina classica; non era poi tanto diverso, le avevano detto, e avevano ragione… con l'unica differenza che, una volta passato l'imbarazzo, aveva trovato quel genere di spettacoli molto più divertente del balletto. Poi una delle ragazze della Toile, ex circense, le aveva fatto scoprire la danza aerea sui drappi di cui si era perdutamente innamorata: era stato complicato imparare, ma era valso tutto l'impegno che vi aveva dedicato. Peccato solo dover abbandonare quell'angolino di libertà che era riuscita a conquistarsi entro l'anno successivo…

    Per tuo padre?

    Colette annuì mentre continuava a giocherellare con il ghiaccio quasi del tutto sciolto.

    Bah, quell'uomo ha i paraocchi! Altrimenti non mi spiego come faccia a non capire che ti sta solo rendendo infelice.

    Vuole che non mi manchi nulla, lo fa per il mio bene.

    E non capisce che in questo modo ci sarà sempre qualcosa che ti manca.


    Brigitte le accarezzò una guancia per farle alzare di nuovo lo sguardo su di lei. Fino a quel momento, lo sfogo della ragazza era stato rivolto più al bicchiere che a lei. La Loa le tolse il recipiente vuoto di mano e le sorrise.

    Tesoro, non puoi vivere in eterno la vita di qualcun altro.

    Colette deglutì, gli occhi lucidi che minacciavano di piangere da un momento all'altro. Brigitte la abbracciò, tentando al contempo di tenere a bada gli strepiti della Renou che le risuonavano in testa.

    So che non lo vuoi deludere, ma non puoi permettergli di chiuderti in una gabbia. Sei sua figlia, non il suo… canarino!

    La ragazza rise, si lasciò andare all'abbraccio e le inumidì di lacrime la spallina dell'abito. Brigitte le allungò un fazzoletto.

    Senti, non per farmi gli affari tuoi… vabbè che tanto, ormai… insomma, quanto prendi per lavorare qui?

    Colette esitò a parlare, forse perché stava cercando di fare i conti a mente o forse perché la risposta la metteva a disagio.

    Pensi che basterebbe per mantenerti?

    Io… credo di sì.

    E allora al diavolo! Fai i bagagli e vattene, tanto sei già grandina e vaccinata.

    Ma io… la mia famiglia…


    Brigitte scosse la testa. Non avrebbe mai combinato nulla di buono per se stessa se non avesse trovato il coraggio di uscire dal nido al più presto, a costo di deludere o far infuriare le persone che amava. Se ne sarebbero fatti una ragione, prima o poi.

    Se proprio cerchi il compromesso, dimostra a tuo padre che tieni a ciò che sta facendo per te, a modo suo. Finisci la scuola, diplomati con i voti più alti che riesci a spuntare e poi… gli chiederai di aspettare un anno prima di iscriverti all'università.

    Un anno?

    Ti servirà per schiarirti le idee, valutare altre strade e, soprattutto, crearti una base stabile da cui partire per poterti imporre come si deve. Ma vattene da quella casa, per l'amor del cielo!

    Non è così facile ragionare con lui.

    Quando ho detto il contrario? Lo so che hai molto da perdere, ma anche tanto da guadagnare. Le opportunità vanno e vengono, non si sa mai quando sarà troppo tardi per coglierle. La vita concessa agli uomini su questa terra è breve: la prossima potrebbe non essere altrettanto clemente.


    Brigitte si alzò in piedi e sorrise a Colette, che però non riuscì a ricambiare. Troppi erano i dubbi, troppe le insicurezze che quella discussione le aveva instillato. La loro breve conversazione doveva aver smosso qualcosa, dopotutto. Se fosse stato qualcosa di positivo, solo il tempo l'avrebbe detto. Scostò lo sgabello e si avviò verso il tavolo per tornare da suo marito, ma si bloccò quando la ragazza le chiese di fermarsi. Lei guardò alle proprie spalle senza girarsi.

    Carpe diem, chérie!

    LINEA

    Colette aveva tentato la via della conciliazione. Si era rimboccata le maniche, aveva sepolto la faccia nei libri per mesi studiando giorno e notte. Aveva persino rinunciato al lavoro alla Toile temporaneamente, così da concentrarsi al massimo sul suo rendimento scolastico e ricavare qualche ora di sonno extra. Era stata dura, ma poteva ben vantarsi del buon risultato, ottenuto anche grazie alla motivazione derivata dalle sue nuove aspettative per il futuro. Tuttavia, quelle stesse aspettative furono demolite dalla reazione di suo padre alla fatidica richiesta dell'anno di attesa. Inizialmente non aveva nemmeno considerato che stesse parlando seriamente, e si era limitato a ridere di quell'assurdità; poi, all'insistenza della figlia, aveva bollato la proposta dell'anno sabbatico come capricci da quattrenne.

    Oh, sapeva parlare bene, il signor Giraud. Sapeva come addossarle sensi di colpa che non aveva ragione di provare, farla passare per infantile e irresponsabile. Era stato così generosamente disposto a mettere una pietra sopra a quella faccenda a patto che lei non osasse mai più mettere in discussione il suo ruolo. Era tanto convinto di avere ragione che nemmeno si era accorto di quanto sua figlia ne soffrisse. Dopo quella litigata, lei aveva fatto quanto era in suo potere per recuperare la stima del padre, purtroppo senza alcun risultato apprezzabile, mentre ogni suo fallimento veniva interpretato da lui come una odiosa ripicca. Sembrava non vedere che lei stava appassendo, consumata dal peso delle sue imposizioni e delle sue aspettative, sempre più magra e sempre più cupa, ormai praticamente muta.

    Qualche sera prima, Colette aveva lasciato la sua casa in silenzio, con solo una valigia in mano. Mentre camminava sola sotto la neve le sembrava di udire ancora l'eco della sentenza di suo padre: esci da quella porta, le aveva detto, e non potrai più mettere un piede dentro. Aveva proseguito tutta la notte con quelle parole nella testa, finché non si era fermata in mezzo al Pont Neuf. Non si era mai sentita più sola e impotente. Non sarebbe potuta tornare sui propri passi, né l'avrebbe voluto, ma allo stesso tempo era terrorizzata da un futuro incerto. Era tardi, ormai. Tardi per chiedere scusa, tardi per cogliere l'occasione che Monique Renou le aveva prospettato quella sera alla Toile. Aveva lasciato che la terra le franasse sotto i piedi e non aveva idea di dove aggrapparsi per risalire.

    Era stato tanto più semplice, lasciarsi cadere...



    Non ne dubito.

    Lo Spectre alzò la mano per declinare l'offerta di Brigitte. Appoggiò sul tavolo il pesante registro dell’Archivio, che aprì in corrispondenza dell’ultima pagina dedicata a Colette Giraud. Scorse il bordo del foglio con pollice ed indice mentre rileggeva alcune righe, la sua espressione seria come sempre e di conseguenza indecifrabile.

    Non comprenderò mai il criterio con cui voialtri prendete certe decisioni. Non vedo nulla di così eccezionale da giustificare la vostra insistenza per un’anima tanto insignificante, e questo è il motivo per cui ritengo sia più opportuno giudicarla che lasciarla a voi. Non è meno ordinaria di tante altre che passano davanti ai miei occhi ogni giorno. A tratti patetica, oserei dire.

    Può darsi. Fatto sta che la decisione è stata delegata a noi, entro un limite numerico ragionevole. E io voglio lei, come ti ho già detto.


    Brigitte aprì la mano, e sul suo palmo iniziò a brillare una piccola luce: l'anima di Colette. Lo Spectre scosse la testa per sottolineare la sua disapprovazione e la sua rassegnazione insieme.

    Se solo la vostra caparbietà potesse essere messa a miglior frutto… Avete già deciso il nome?

    Certamente. Guedé Defwa Lacroix.

    Deux fois… due volte?

    Sì. Sarà la sua seconda possibilità.


    La Loa sorrise alla piccola anima tremolante prima di richiudere le dita attorno ad essa. Lui chiuse il registro con un sospiro e chinò la testa malvolentieri, come sempre.

    Ci si vede, signora Lacroix.

    Sarà un vero piacere, Procurator.





    DIVISORE

    VEVE
    NOME ♦ Brigitte Lacroix
    ENERGIARossa
    SURPLICE ♦ Loa Guedé {IV}
    STATUS SURPLICE ♦ ///
    STATUS FISICO
    STATUS PSICOLOGICO

    RIASSUNTO AZIONI
    ABILITÀ ♦ ///
    TECNICHE ♦ ///
    narrato ♦ parlato Brigitte ♦ ♦ parlato Baron Samediparlato Procuratorparlato altri
     
    Top
    .
1 replies since 4/8/2016, 11:40   128 views
  Share  
.