WOA XI: BRING BACK THE '80s

Lukez12

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,792

    Status
    DEAD
    Ciao, Lukez12!

    Come puoi ben vedere dal layout, hai deciso di imbarcarti in una vera follia. Infatti mi sento un po' nostalgica, e ho deciso che la traccia di questa woa sarà dettata da una particolare decade che ha influenzato la vita di tutti: I FAVOLOSI ANNI '80.
    Ora, ti ho chiesto di scegliere un numero, e hai scelto il numero 9. Questo è servito a me per determinare l'anno esatto della tua traccia, che quindi sarà

    IL 1989

    Ah, che anno! Si potrebbe dire un anno rivoluzionario, segnato dalla caduta del muro di Berlino e dalle proteste studentesche a Pechino soffocate, purtroppo, nel sangue.
    Ma tu non ti occuperai di nulla di tutto ciò.
    Ho deciso che la tua traccia sarà un qualcosa proveniente da quell'anno, qualcosa che nel bene o nel male è passato, a suo modo, alla storia.
    La tua traccia è un film cult. Dovrai trarne più ispirazione possibile, perché è l'unico elemento che riceverai.
    Si tratta di...

    INDIANA JONES E L'ULTIMA CROCIATA



    Il secondo capitolo della saga di Indiana Jones, da molti considerato superiore al primo, ma dalle note più truculente e tetre. Se non l'hai ancora visto fatti una cultura, cavolo!

    - Prendi spunto dalla tua traccia, solo da quella, e in che modo vuoi. L'anno può entrarci o meno, a tua discrezione, non sarà fondamentale nel giudizio dell'attinenza.
    - Hai tempo fino al 7 settembre alle ore 20
    - Puoi cambiare la traccia UNA SOLA VOLTA, ma non puoi cambiare l'anno. Puoi decidere di comune accordo con un altro utente di scambiarvi le tracce, ma non si torna indietro. Le richieste vanno fatte nel topic delle WOA.
    - Non c'è limite di battute. Tuttavia sconsiglio sempre di fare una one shot eccessivamente prolissa.
    - Puoi fare TUTTO quello che ti pare usando il tuo pg. Non mettere in mezzo pg di altri a meno che tu non abbia il consenso del giocatore.
    - La tua woa può essere ambientata ovunque e in qualsiasi tempo.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Titani e Giganti
    Posts
    3,933

    Status
    DEAD

    ussp90G


    Black Crateris {III} Energia Rossa Black Saint

    And who are you?



    Era ufficiale, nella ben lunga lista di posti che Yoshiro odiava le catacombe si stavano classificando quasi al primo posto. Non che avesse qualcosa in particolare contro il buio claustrofobico, la puzza di chiuso che quasi faceva vomitare, l'acqua sporca e salmastra che arrivava alla vita e gli sciami di topi corrotti che altro non cercavano che trasformare qualunque essere vivente sano nel loro pranzo; dopotutto quelle cose sono quasi sopportabili se hai un cosmo in grado di gestirle, ciò che veramente lo faceva innervosire era la sensazione di aver totalmente sprecato tempo e fatica in qualcosa che non era l'obbiettivo principale. Oh certo, la tomba del Black Saint era scolpita in maniera figa, con quel materiale talmente nero che quasi non si distingueva nemmeno col visore notturno, ma una volta aperta non aveva rivelato nient'altro che un cadavere ormai quasi polverizzato e uno scudo; assolutamente non quello che si aspettava di vedere, visto che ciò di cui era andato a caccia era un Holocron e, sebbene non ne avesse mai visto uno, sicuramente non avevano la forma di vecchi arnesi inutilizzabili.
    E da quando lui era addetto alla ricerca di quei manufatti, veri e propri fari dell'antica cultura dei Black Saints? Bella domanda davvero, giocare al bravo archeologo non era certo la sua occupazione preferita ma gli ordini non si discutevano, specialmente se venivano da un drago. Tornando allo scudo poi, all'inizio non pareva poi una perdita di tempo così grossa, c'erano delle incisioni in quello che pareva latino antico dopotutto, qualcosa doveva certamente voler dire, no? Sbagliato. Shneider, uno dei soldati che lo accompagnava, aveva avvicinato una specie di strano meccanismo bosonico allo scudo per scansionarlo, mostrando il testo tradotto in una carinissima proiezione olografica. Tutto molto bello, se non che quella cosa non parlava minimamente dell'Holocron e né dava indizi sul dove poterlo trovare.
    Ed ecco che Yoshiro, inspirando a pieni polmoni l'aria putrida di una Venezia ormai ridotta ad una corrotta palude, cercava a malapena di nascondere il tremendo nervosismo che gli era salito, rigirandosi tra le mani quel pezzo di metallo nero. Non era andato in quel fottuto pantano per farsi prendere in giro, poco ma sicuro; già era stato sufficientemente difficile trovare quella catacomba in una biblioteca infestata da corrotti, poi aveva pure dovuto mettersi a giocare a risolvere indovinelli basati su numeri romani, e poi 'sti grandissimi bastardi sulla DQI stavano pure facendo aspettare per dare una spiegazione comprensibile.
    Che rabbia.

    DQI a Yoshiro, ci ricevi?

    Oh bene, perlomeno i signorini si erano decisi a farsi sentire, quale immenso onore.

    DQI, qui Yoshiro. Avete analizzato i dati che vi abbiamo mandato? Siete riusciti a trarne una spiegazione?

    Non c'è nessuna spiegazione da trarre, l'iscrizione sullo scudo dice già tutto.

    Come sarebbe a dire che dice tutto? Noi stiamo cercando un Holocron e quel pezzo di ferraglia parla del Santo Graal e di dove trovarlo!! Piuttosto siete sicuri di averci mandato nel posto giusto?

    Affermativo. Non ci sono errori, anzi, è esattamente quello che devi cercare.

    COSA? Cioè, DQI, mi state dicendo che il Santo Graal è un...

    Non fece in tempo nemmeno a finire la frase, un'ondata di tremenda consapevolezza lo travolse come un fiume in piena. Bene, gli era appena stato implicitamente detto che uno dei misteri più grandi dell'intera religione cristiana, qualcosa su cui erano sorte leggende e per cui migliaia di persone erano morte, il calice di Cristo, era un Holocron. E lui doveva trovarlo.
    Oh beh, perlomeno la Turchia era bellissima in quella stagione.


    //


    A onor del vero il viaggio non era stato poi così traumatico, tranne per un paio di turbolenze in cui l'aereo era obbligatoriamente passato e il torrido clima che si respirava in Turchia, ma tutto sommato accettabile; addirittura Yoshiro era riuscito a trovare un po' di tempo per studiare meglio le informazioni mandate dall'isola. A quanto pareva il tipo dalla cui tomba aveva preso la mappa era l'antico cavaliere dello Scudo Nero, piuttosto ironica dunque la scelta di ricorrere ad uno scudo per custodire il suo lascito, che faceva parte di una delegazione mandata oltre settecento anni fa per cercare il Santo Graal, ossia l'Holocron sulle cui tracce era anche lui Notevole, i bastardi non solo avevano trovato quel coso, ma addirittura avevano ben pensato di lasciare una mappa ben dettagliata su dove trovare quella reliquia camuffandole da generiche informazioni sul Graal.
    Tuttavia c'era un bel dilemma: se l'avevano trovato, così come l'aver lasciato quella mappa lasciava intendere, allora perché non era stato riportato sull'isola a tempo debito? Per quale motivo avevano preferito lasciare indicazioni del genere? Soprattutto, cosa gli aveva impedito di tornare a fare rapporto, visto che di loro si erano perse ogni tracce? Inutile provare a rovinarsi la sorpresa, si disse Yoshiro, tanto a breve l'avrebbe scoperto di persona. Ecco, magari se si poteva evitare di provarlo sulla propria pelle sarebbe stato meglio, ma lui si sarebbe accontentato di riuscire a tornare a casa vivo.
    Che poi, lui a caccia del Santo Graal? Andiamo, pareva quasi una barzelletta, Yoshiro era probabilmente la persona più semplice dell'universo mandata a cercare qualcosa con un nome e una storia che definire altisonanti è riduttivo. Un controsenso che il ragazzo sentiva pienamente sulle sue spalle.

    Guardò l'ingresso del nero tunnel, illuminato a malapena dalla traballante luce della sua torcia elettrica, e deglutì. Da lì non poteva tornare indietro, o riusciva nel suo intento o sarebbe morto provandoci, perché non si poteva certo pensare che qualcosa piazzata in un antico tempio Black fosse lasciata libera dalle innumerevoli trappole che lo circondavano. Oh certo, anche la mappa lo diceva piuttosto chiaramente, descrivendo i trabocchetti in una maniera che però lasciava sufficientemente interdetti.
    Ci fu un ronzio secco, il suono di qualcosa che si accendeva, poi il corridoio si illuminò.
    Da quello che pareva il soffitto del tunnel scaturì una lieve bianca, non eccessivamente forte, ma comunque adatta ad illuminare a sufficienza il lungo corridoio in cui si era avventurato. Non riuscì ovviamente a dissipare l'aria oscura e chiusa del tunnel, anzi, il poter vedere dove stava andando contribuì ad accentuare enormemente quella sensazione di star entrando sempre più a fondo nella bocca del leone. Ad un certo punto, sotto i piedi di Yoshiro, il friabile terreno sabbioso fu sostituito da un solido pavimento, nero pece anch'esso. Un momento: pavimento? Il ragazzo guardò di scatto sotto i propri piedi e sì, c'era un vero e proprio pavimento non solo davanti, ma anche alle sue spalle. E ora che ci faceva caso, da quanto stava camminando? Non avrebbe saputo darne una risposta, gli sfuggiva completamente, era come se la sua percezione del tempo si fosse quasi dilatata. Di certo quelle rovine stavano già iniziando a fare effetto.
    Poi si udì altro. Un soffio dal vago sentore metallico, almeno così sembrava all'inizio, come vento che riverberava; identificarne la direzione era impossibile, come vero vento quel soffio si spostava di continuo, a volte sembrava provenire da davanti e altre dalla direzione opposte, tuttavia l'unico elemento che restava costante era il suo continuo avvicinarsi. E fu lì che Yoshiro prese a pensare a una delle tre cose che gli erano state tradotte dallo scudo.

    "Il respiro di Dio: solo chi davanti al Signore è umile potrà resistervi."

    Ora, non per mettersi a questionare le sagge parole di quel brav'uomo, ma come avvertimento faceva abbastanza cagare. Umiltà? E a che diavolo serviva in una situazione del genere? C'era qualcosa in rapido avvicinamento e l'unico avvertimento che quel lurido pezzo di latta riusciva a dare era di essere umili. Molto gradito, certo, l'avrebbe sicuramente tenuto a mente in futuro, ma in quel momento gli serviva qualcosa di un attimino più concreto. Il soffio, intanto, si era fatto sempre più insistente e vicino; ora aveva smesso di cambiare direzione, invece pareva quasi volerlo circondare e ghermire da ogni lato senza possibilità di scampo. Doveva essere veloce, come poteva aiutare essere umili? Dannazione, doveva esserci un significato!
    Che diamine, cosa c'entrava poi l'umiltà in un tempio Black, quando loro stessi erano tutto fuorché umili? Un momento... i Cavalieri Neri non erano per niente umili, non abbassavano la testa davanti a nessuno e non chiamavano padrone nessuno, non si sottomettevano a nessuno che non aveva sufficiente...

    FORZA!!!!

    Un illuminazione lo colpì proprio nel momento in cui il soffio era più potente, con un'intensità quasi assordante tutto intorno a lui; dopotutto quello era un tempio Black, e nella mentalità Black non c'era posto per l'umiltà. L'unica cosa che veniva rispettata era la forza, e la forza di un Black era il suo cosmo. Quasi senza nemmeno accorgersene, Yoshiro espanse il suo cosmo ad una velocità quasi istantanea mentre il mondo intorno a lui ruggiva, il secco riecheggiare dell'essenza dell'inesperto cavaliere nero quasi riempì il corridoio, illuminandolo di luce violetta. E fu in quel preciso momento che il buon Yoshi si rese conto che, diretta proprio contro la sua testa, si stava avvicinando quella che pareva essere una vera e propria sega circolare.
    Si buttò d'istinto in avanti, tuffandosi letteralmente a terra. Fortunatamente per lui fu sufficiente, lo strumento di morte passò poco sopra la sua testa, tagliando la punta dell'elmo della Cloth come se fosse stato di burro fuso, lasciando tuttavia Yoshiro perlopiù intatto.
    Rialzandosi da terra, ansimando per lo spavento, il cavaliere nero osservò la sega circolare proseguire nella sua traiettoria sul muro, venendovi riassorbita dopo pochi metri come se nulla fosse successo. Trappole che diventavano visibili solo una volta avvertito un cosmo che, qui Yoshiro ci avrebbe davvero messo la mano sul fuoco, doveva essere quello di un Black Saint o il trucchetto non avrebbe funzionato: proprio una bastardata degna dei suoi antichi compagni di Casta, di certo non volevano che un tizio a caso entrasse e attingesse alla sapienza contenuta nell'Holocron. Tsk, avrebbe dovuto capirlo prima che quelle stupidate scritte sullo scudo avevano un significato ben più profondo del loro semplice senso letterale, non erano dei comuni avvisi; erano anch'essi parte delle trappole, trappole che potevano essere evitate in un solo modo, Conoscendo i Black.
    Beh, avrebbe dovuto pensarci dopo, chissà se poi quell'arma mortale sarebbe tornata per fare un'altra passata sulla sua testa.

    /

    La stanza era enorme, all'inizio sembrò un notevole cambiamento rispetto al chiuso di quel corridoio, ma poi si rivelò esattamente come il resto di quell'immenso corridoio. Una gigantesca, enorme, scatola nera illuminata da una luce asettica. Era quasi fastidioso, come essere sul tavolo di una gigantesca sala operatoria, si aveva la sensazione di essere una sottospecie di cavia il cui unico scopo era scoprire quanto avanti poteva andare senza rimanerci. Yoshiro non ne era perfettamente sicuro, più che altro si trattava di un suo lieve presentimento, ma qualcosa gli diceva di non essere il solo con gli occhi su quell'allegra scampagnata; a parte coloro che erano in ascolto sulla DQI, in quel momento la trasmittente Yoshiro l'aveva tenuta ben accesa, ma stranamente che fossero in ascolto non gli dava eccessivamente fastidio, per questa volta almeno.
    Abbassando lo sguardo sul pavimento, il buon Cavaliere Nero si poté posare gli occhi su una scelta di arredamento quantomeno singolare: la lastra di metallo nero che fungeva da appoggio si era diramata in molte mattonelle, o almeno così sembravano allo sguardo, su ognuna delle quali brillava un glifo di risplendente energia blu. Solo un momento dopo si rese conto che quei simboli, che ad una prima occhiata gli erano parsi così astrusi e incomprensibili, adesso avevano assunto la forma di lettere dell'alfabeto; probabilmente doveva solo metterle a fuoco come si doveva, era sicuramente così, dopotutto non le aveva mica viste cambiare proprio sotto il suo sguardo, giusto?
    Ora, come si risolveva quell'enigma? Ecco, la probabilità che quelle mattonelle contenessero una sorta di password e che, camminandoci sopra nell'ordine giusto, fosse possibile superare la stanza senza danno era estremamente alta; tuttavia, c'era un problema estremamente grave proprio ai piedi di quel ragionamento, chi diamine conosceva l'ordine giusto? Certo, la parte lastricata di quelle cose non era eccessivamente ampia, avrebbe potuto benissimo oltrepassarla con un balzo, ma dubitava che i costruttori di quelle rovine fossero degli stupidi. Al cento per cento dei casi, se ci avesse provato, le conseguenze non sarebbero state carine. L'unica era provare a risolvere quell'enigma, ma come? L'unica cosa che assomigliasse vagamente ad un inizio era la seconda incisione sullo scudo.

    "La parola di Dio: solo colui che ha fede potrà pronunciare il nome del Signore."

    Okay, bisognava pensare prima di tutto. Già prima, con quel simpatico scherzo delle sega circolare, aveva capito che la giusta chiave di lettura di quelle parole era il punto di vista Black della questione; chiunque aveva costruito un tempio del genere voleva conoscenza, ma non in senso stretto, voleva che chiunque anelasse a trovare l'Holocron in palio sapesse molto bene chi erano i Black Saints e come ragionavano. Dunque la chiave era nell'interpretazione: parola di Dio? Stupidaggine, loro non veneravano nessuna divinità, figurarsi se le davano un nome. L'unica cosa che i Cavalieri Neri veneravano era la forza. E chi era il più forte?
    Senza nemmeno fermarsi un secondo a pensare sulle conseguenze della sua riflessione, senza nemmeno prestare la benché minima attenzione al fatto che avrebbe comunque potuto sbagliarsi, Yoshiro partì in quarta. Solo quando ormai il suo piede era già in procinto di toccare la mattonella con la lettera "G", realizzò la vastità dell'imprudenza che aveva commesso, troppo tardi per fermarsi ormai. Il piede schiacciò la mattonella che, con un lieve scorrere di metallo seguito da un ronzio, si abbassò seguendo alla perfezione la forza applicatavi contro. Per un momento lui chiuse gli occhi, immaginandosi l'attivazione di chissà quali mortali trappole, invece nulla. Nessun suono di morte, solo l'ormai onnipresente e lieve ronzio di macchine in movimento, davanti a lui il corridoio era ancora lì.
    Lentamente, stavolta con calma maniacale, fece scorrere il piede sinistro sulla corrispondente mattonella a portata, quella con la lettera "A". Di nuovo cadde sotto la pressione, di nuovo temette di aver sbagliato, di nuovo l'unico suono in quello stanzone era lo scorrere di metallo. Una mattonella dopo l'altra, un microscopico passettino alla volta, dopo altre sedici lettere, quasi non si rese conto di essere arrivato al capolinea. Certo, quelle tre "I" messe così vicine erano indubbiamente segno della fine, ma non gli sembrò vero fino a che entrambi i piedi non si poggiarono sulla superficie solida di quella lastra nera che faceva da pavimento.
    Ormai il nero era diventato estremamente familiare, quel materiale che tappezzava pareti formando un unico e spoglio ambiente. Ci aveva davvero fatto l'abitudine, chissà poi quando sarebbe finito.
    Solo dopo, quando ormai quella trappole era alle spalle, Yoshiro si rese conto di una cosa: per quale motivo la password era il Cavaliere Nero più forte del suo tempo, quando le rovine esistevano già settecento anni fa, se non molto prima? Come facevano i costruttori di quel tempio a sapere chi diamine era Gabriel?

    /

    Un'altra cosa di cui Yoshiro si rese conto, mentre solo il continuo battere dei piedi sul metallo dava ritmo alla sua escursione, era che la sua percezione del tempo si era dilatata enormemente dal momento in cui aveva messo piede nel tempio. L'orologio digitale che si era portata dietro indicava che erano passati a stento venti minuti dal momento in cui era entrato, molto strano, visto che la sua sensazione era quella di essere lì da ore. Probabilmente era uno scherzo dell'adrenalina, della tensione che gli era montata dentro, sicuramente era così. Fortunatamente per lui, il cambiamento di scenario fu sufficientemente marcato da distrarlo da certi pensieri fastidiosi.
    Di nuovo, il claustrofobico tunnel si allargò notevolmente per lasciare spazio ad una camera che, esattamente come quella prima, era totalmente ricoperta di quello strano materiale nero, ma non solo; lì c'erano delle luci, tante e microscopiche sferette azzurrine che si muovevano pigramente sotto il soffitto, inondando l'intera stanza di un bagliore bluastro. Non parevano essere ostili, però c'era qualcosa di strano il loro, sembrava come se lo stessero osservando. Distogliendo per un istante lo sguardo da quelle lucette si rese conto che, proprio verso il centro della stanza, il pavimento cambiava; era come se quel metallo si fosse incurvato verso l'alto in modo da formare una bassa escrescenza cilindrica, pareva quasi che l'intero metallo che tappezzava il tempio fosse partito da quel singolo punto.
    C'era una piccola incavatura sulla cima, di questo si rese conto avvicinandosi un po' di più, sembrava che mancasse qualcosa. Il ronzio metallico d'improvviso incrementò la sua intensità, dall'intera stanza si poteva vedere che delle venature blu, come scintille d'energia, si stavano avvicinando sempre di più per confluire in un unico centro. Poco oltre il piedistallo e davanti a lui. Quasi gli venne un colpo quando, da quello stesso punto, sbucò un ologramma.
    Non era la prima volta che li vedeva, anzi, però in quel momento che qualcuno sbucasse dal nulla non era esattamente la prima cosa che Yoshiro si aspettava. La figura poi, pareva essere fatta di quella stessa energia blu che componeva le piccole sferette di luce che aveva visto prima; indossava quello che pareva un lungo abito di colore nero, i lineamenti erano quelli di un uomo abbastanza avanti con gli anni, barba e capelli totalmente bianchi poi non facevano altro che rendere ancora più venerando l'aspetto dell'uomo olografico. Lui sapeva che una cosa del genere sarebbe potuta succedere, una volta aperto l'Holocron, generalmente, chi l'aveva lasciato lì si presentava in forma olografica per interagire con il trovatore e dargli tutte le informazioni necessarie; il vero problema, tuttavia, era un altro. Quando Yoshiro aveva aperto l'Holocron?

    Salute a te, Yoshiro di Black Crateris, il tuo arrivo qui non era particolarmente atteso.

    Altra domanda da un milione di dollari, come poteva quel vecchio spettro conoscere il suo nome? Molto probabilmente era vissuto secoli prima di lui, quindi come poteva essere possibile? Riuscì comunque, nonostante l'immensa tensione che minacciava di spezzarlo, a mantenere una calma apparente invidiabile. Più o meno. E poi, ancora, come faceva il nonnino a conoscere il giapponese?

    Salute a te, chiunque tu sia. Ehm, senti, so che può sembrare abbastanza scortese ma... temo di essermi perso il tuo nome o cosa sei.

    Il nome di questa rappresentazione ha ben poca importanza adesso, giovane Black Saint, ciò che conta è che tu sei arrivato fino a qui, così vicino al tuo obbiettivo. Sebbene, se volessi darmi una definizione, quella sarebbe "volontà di ciò che cerchi".

    Cosa? Tu sei la volontà dell Holocron? Un momento, voi non dovreste sbucare fuori solo una volta aperta la scatola delle meraviglie?

    Sì, è esattamente così, sebbene mi lasci perplesso il sinonimo con cui ti ci riferisci. In ogni caso, Yoshiro, non ci sei ancora arrivato? Tu non hai aperto l'Holocron, quindi qual'è l'unica possibile spiegazione per la mia presenza?

    Oh...

    Se ne rese conto solo in quel momento, quando ogni altra opzione era diventata estremamente impraticabile. Yoshiro stesso era finito dentro l'Holocron, quella stanza altro non era che la sua meta, il luogo ove il suo viaggio trovava compimento.

    E... beh, tutte quelle storie sul Graal? Erano solo stupidaggini o quella coppa esiste veramente? No, perché trovo abbastanza difficile riportare quest'intera stanza sull'isola.

    La figura spettrale tremolò un momento, perdendo risoluzione, poi però riprese a parlare imperterrita.

    Ciò a cui tu ti riferisci come "Graal" altro non è che il massimo compimento degli studi degli antichi Cavalieri Neri; esseri infinitamente più vetusti sia di te che di me. Esso è la chiave per raggiungere il vero segreto dell'Holocron, ciò per cui hai intrapreso il tuo viaggio.

    Ecco, già che siamo lì, tu come fai a sapere chi sono io? Insomma sembra quasi che qualcuno ti abbia detto esattamente...

    Il volto impassibile della figura si trasfigurò, per un singolo istante, in quello che pareva un lievissimo sorriso.

    L'hai detto tu chi sei, Yoshiro, nell'istante stesso in cui hai varcato questo tempio. Dopotutto non è così difficile arrivarci, sono certo che anche tu te ne sia accorto, giusto? L'Holocron deve sapere chi sta mettendo alla prova.

    Ed ecco il perché del nome di Gabriel. Ovvio che lo sapeva, che le rovine sapessero che lui era il Black Saint più forte, l'aveva scoperto da me. Bastardi ingegnosi, avevano pensato proprio a tutto.

    Ma basta dilungarci in questioni fuorvianti, tu sei giunto qui per uno scopo, nevvero? Tu vuoi il Graal, e allora...

    La stanza tremò per qualche istante, poi alle spalle dello spettro si sollevò qualcosa. Una sorta di escrescenza fatta dello stesso metallo nero che componeva l'edificio, un rudimentale appoggio su cui qualcosa apparve. Coppe, talmente tante che quasi Yoshiro non riuscì a credere che stessero tutte in perfetto equilibrio. Il lato ironico della faccenda gli fu chiaro solo dopo, molto dopo, perché se sei il cavaliere della Coppa Nera e il destino ti manda alla ricerca di qualcosa che dà il nome alla tua armatura... beh, il destino è un grandissimo stronzo.

    Il Graal, la chiave per rivelare definitivamente i segreti dell'Holocron, è lì. Sono certo che un vero Black Saint saprà riconoscere l'originale.

    Inutile aspettarsi aiuti dal nonnetto, il suo compito era proprio assicurarsi che non si barasse, l'unico individuo da cui Yoshiro poteva aspettarsi una mano era sé stesso. Buffo, estremamente buffo, lui che dipendeva così tanto dall'aiuto degli altri adesso si trovava costretto ad affidarsi esclusivamente alle sue capacità, al suo giudizio. Era una questione di vita o di morte, non solo di missione, di nuovo dubitava moltissimo che le conseguenze in caso di scelta errata sarebbero state piacevoli, e lui dopotutto di morire non ne aveva alcuna voglia. Si avvicinò all'improvvisato scaffale con lentezza quasi religiosa, rendendosi conto che la scelta era veramente vastissima, lui d'altro canto aveva solamente una possibilità, una singola e microscopica chance di prendere la cosa giusta. E in mente gli risuonò la terza incisione.

    "Il sentiero di Dio: solo colui con vera fede potrà percorrerlo."

    Ancora questioni di fede con i Black Saints? Maledizione, essere più chiari sicuramente avrebbe aiutato, la fede non centrava niente con loro! Doveva essere un'altra chiave di lettura, in cosa credevano i Cavalieri Neri? Nella forza? Sì, ma Yoshiro dubitava che distruggere lo scaffale e prendere la coppa che restava integra fosse la soluzione. In cosa credevano i suoi? In cosa... credeva lui? Beh, c'era sempre il credo. Le parole di quella preghiera, l'unica preghiera che i Black Saints potevano rivolgere, quella a loro stessi; un inno alla libertà e all'autoaffermazione, un augurio. Che il cosmo mi liberi. Avere fede, dunque, assunse improvvisamente un altro significato; non fede in una divinità qualsiasi, fede in sé stessi e nel proprio potenziale, nel proprio cosmo, per ottenere la vittoria finale.
    Ancora, per l'ennesima volta in quella giornata, Yoshiro si affidò totalmente al suo istinto: chiuse gli occhi e allungò la mano, rilasciando il proprio cosmo nel processo. Niente di traumatico, fu semplicemente una lieve ondata di energia diretta sullo scaffale; lui aveva fede in sé stesso, sapeva che il proprio Cosmo non gli avrebbe mentito, che i propri istinti non gli avrebbero mentito. Una sensazione, il contatto con qualcosa di freddo, una sorta di risposta. Poi allungò la mano e serrò le dita.
    Quando riaprì gli occhi si rese conto di star stringendo una coppa, totalmente nera come ogni cosa in quelle rovine, fredda e priva di colore. O forse piena di colore, visto che il nero era la presenza di tutto? Lentamente, come se avesse quasi paura di farsela sfuggire di mano e rovinare tutto all'ultimo, Yoshiro girò le spalle allo scaffale e si diresse verso il piedistallo che aveva visto prima, sotto lo sguardo impassibile e attento dello spettro. Lentamente, passo dopo passo, gli si avvicinò; una volta giunto lì, con il cuore che ormai gli martellava in gola, poggiò la coppa nell'incavo che, come se le fosse stato costruito attorno, l'accolse perfettamente.
    Nel secondo successivo, il metallo ronzò e si dimenò su sé stesso, poi, come se fosse stato un agile serpe, gli si avvolse addosso. Nell'istante seguente, della coppa non c'era nemmeno una traccia.

    Hai scelto con saggezza, Yoshiro. Solo un Cavaliere Nero avrebbe potuto trovarlo, trovare la chiave per il segreto dell Holocron.

    Il piedistallo si mosse ancora, di nuovo in maniera veloce e fulminea, ma stavolta in senso opposto. Quando terminò di stridere e ronzare, di nuovo aveva poggiato sopra la stessa coppa che il ragazzo vi aveva messo. Ma stavolta era diversa, era piena. Il liquido cremisi al suo interno era di un'intensità malata, sanguigna, lo attirava e respingeva allo stesso momento, come se fosse stato qualcosa di troppo puro per poter essere visto dai suoi occhi. Come se non riuscisse a concepire una cosa di cotanto candore.

    Ha molti nomi, ma tu lo conosci come Ichor. O sangue degli Dei. Gli antichi Black Saints l'hanno preso, studiato e analizzato, hanno tentato di rivelarne i segreti per far ottenere lo stesso potere dei nemici che tanto hanno osteggiato. Mi sembra superfluo dire che non ci sono riusciti, altrimenti la storia come la conosci sarebbe stata estremamente differente, eppure hanno scelto di lasciare qui il loro lascito in attesa che un Cavaliere Nero degno di questo nome si presentasse a reclamarne la forza. Se vuoi, Yoshiro, puoi bere dal Graal. E, se sei abbastanza forte da resistere al suo contenuto, egli ti rivelerà un abisso di conoscenza e potere senza limiti. Diventerai pari agli Dei, immortale come loro e...

    Ma stai zitto.

    E lo spettro tacque. Per un momento, un singolo momento, una parte di Yoshiro pensò che bere da lì dentro poteva essere una buona idea. Lui non era nessuno, con il Graal invece poteva diventare invincibile, onnipotente, perfetto, poteva essere Dio. Quella parte del suo cervello fu immediatamente messa a tacere a suon di ceffoni da ogni singola cellula del ragazzo. Invincibilità? Che stronzata, cose del genere non esistevano minimamente. Onnipotenza? Non avrebbe comunque potuto riavere coloro che aveva perso, quindi sarebbe stata un'onnipotenza farlocca. Perfezione? Cielo! Lui rifuggiva la perfezione con ogni cellula del suo corpo, essere perfetti voleva dire perdere l'unica cosa che lo rendeva umano. Perdere la capacità di immaginare qualcosa di meglio, la capacità anelare al meglio, la capacità di essere meglio. Questo, ovviamente, se fosse sopravvissuto a qualcosa in cui perfino Cavalieri Neri più antichi di lui avevano fallito.

    Yoshiro il divino suona piuttosto male, quindi mi ritrovo costretto a declinare l'offerta di prendere un sorso, ma... fece per allungare la mano verso la coppa che stazionava immobile sul piedistallo ... magari qualcuno saprebbe farne un uso molto migliore.

    Non riuscì nemmeno stringerla di nuovo fra la mano, il piedistallo riassorbì la coppa in un batter d'occhio, lasciandolo con un pugno di mosche.

    Temo che ciò non sia possibile. Il limite del Graal è di non poter uscire dal sigillo imposto dal tempio stesso, inoltre...

    Di nuovo si udì il ronzio metallico, ma stavolta con un'intensità mai raggiunta prima.

    Temo che il tuo rifiuto abbia segnato la sua stessa fine. Gli antichi erano così gelosi del segreto del Graal da non tollerare l'eventualità che qualcuno, una volta scopertolo, potesse rivelarlo. Fossi in te io correrei, Yoshiro.

    Lo spettro sorrise, stavolta in maniera chiara e beffarda, prima di sparire. Oh certo, prima faccio esplodere tutto e poi l'avviso di scappare, che gran aiutante di sto gran cavolo che era quell'ologramma. Accidenti, e lui pensava davvero che quegli spettri fossero lì per dare una mano. Non fece comunque in tempo a pensarci oltre, la stanza in cui si trovava prese ad accartocciarsi su sé stessa e... beh, in quel momento l'unica cosa che gli passò in mente era un modo per non restarci dentro.

    /

    Da fuori lo spettacolo era quasi disarmante. L'intera montagna era crollata su sé stessa, cancellando probabilmente per sempre ogni ulteriore possibilità di ritrovare la maledetta coppa. Tsk, che rabbia, e c'era arrivato così vicino! Dannazione, chissà cosa avrebbero potuto farci delle persone più competenti di lui con quel giocattolino; una parte di lui si rimproverava di aver perso l'ennesima occasione per rendersi utile in maniera decisiva, ma un'altra invece fu contenta. Non della missione o di com'era andata, perché lui aveva fallito, ma di sé stesso. Perché si era dimostrato forte, coerente ai suoi principi, forse anche stupido e arrogante ma... beh, quello era Yoshiro.
    E mentre i soldati, precedentemente lasciati fuori, gli fasciavano il braccio destro spezzato da un masso estremamente preciso, la Coppa Nera pensò proprio che l'archeologia non faceva per lui.



    DROhnZw
    narrato • parlatopensatoparlato altri

    UIxpvVh
    Note Eeeeeee, nada, anche questa woa è andata. L'unica cosa da dire è che ho colto l'occasione per provare a riprendere lo stile in terza persona e vedere come me la cavavo. Null'altro da segnalare qui, Luke out, spero vivamente che il mio lavoro vi sia piaciuto. :asd:



     
    Top
    .
1 replies since 4/8/2016, 11:17   89 views
  Share  
.