WOA XI: BRING BACK THE '80s

Ciccio

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    Ciao, CICCIO!

    Come puoi ben vedere dal layout, hai deciso di imbarcarti in una vera follia. Infatti mi sento un po' nostalgica, e ho deciso che la traccia di questa woa sarà dettata da una particolare decade che ha influenzato la vita di tutti: I FAVOLOSI ANNI '80.
    Ora, ti ho chiesto di scegliere un numero, e hai scelto il numero 5. Questo è servito a me per determinare l'anno esatto della tua traccia, che quindi sarà

    IL 1985

    Un anno particolare, segnato da un disastroso terremoto a Città del Messico che contò più di 10.000 vittime, e dai più grandi artisti del globo riuniti per contrastare la fame in Etiopia. Nasce Super Mario Bros, Windows 1.0 viene lanciato.
    Ma tu non ti occuperai di nulla di tutto ciò.
    Ho deciso che la tua traccia sarà un qualcosa proveniente da quell'anno, qualcosa che nel bene o nel male è passato, a suo modo, alla storia.
    La tua traccia è musicale. Dovrai trarne più ispirazione possibile, perché è l'unico elemento che riceverai.
    Si tratta di...

    A-HA TAKE ON ME



    Chi non ha mai sentito questa canzone è ufficialmente fuori dal mondo. Il video poi, stracitato da tutti, è un vero e proprio cult. Cosa ne tirerai fuori?
    - Prendi spunto dalla tua traccia, solo da quella, e in che modo vuoi. L'anno può entrarci o meno, a tua discrezione, non sarà fondamentale nel giudizio dell'attinenza.
    - Hai tempo fino al 7 Settembre alle ore 20
    - Puoi cambiare la traccia UNA SOLA VOLTA, ma non puoi cambiare l'anno. Puoi decidere di comune accordo con un altro utente di scambiarvi le tracce, ma non si torna indietro. Le richieste vanno fatte nel topic delle WOA.
    - Non c'è limite di battute. Tuttavia sconsiglio sempre di fare una one shot eccessivamente prolissa.
    - Puoi fare TUTTO quello che ti pare usando il tuo pg. Non mettere in mezzo pg di altri a meno che tu non abbia il consenso del giocatore.
    - La tua woa può essere ambientata ovunque e in qualsiasi tempo.

     
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    [...] dal diario di Lauren Stoeva,
    « perché sei così... dolce, con me? »
    Perché sono così dolce, con lui?
    Cosa avrei dovuto rispondergli? ... E' così stupido da non comprendere la ragione dietro tutto ciò, è così cieco che non vedrebbe la parola AMORE neppure se gliela stampassi in faccia con un set di anelli appositi.
    Ma no, non vi è ragione che lo sappia, non è maturo abbastanza; io, d'altro canto, lo sono abbastanza da riconoscere che non è il momento di andar dietro a certe fesserie, ne andrebbe della mia reputazione. E, benché in amore tutto sia concesso, son arrivata qui da sola, e per mio conto proseguirò. Almeno, finché riterrò questa un'ottima ragione per non correre da lui.
    L'uomo, prima del Black Saint che conoscete quasi tutti, che abbandona la sua vecchia vita in cerca di fortuna. Una scelta forzata, poco ragionata, ma egli avrebbe fatto qualunque cosa per non deludere le aspettative della donna che lo aveva risollevato dalla merda esistenziale nella quale era nato.
    Finanche partire per la Death Queen Island senza saperne nulla a riguardo.

    Un addio misero, macchiato di una falsa promessa di ritorno, un addio che alla fine sapeva di arrivederci. Con che coraggio Lauren avrebbe dovuto smentirlo? Lo aveva dato in pasto al cane più feroce con cui fosse entrata in contatto, nell'ultimo decennio, e il tutto senza contare che, sulla DQI, accadevano cose che era meglio non spifferare in giro.
    [...] Sono stata così pessima e poco lucida da vendere Kenzo ad un uomo pazzo e senza cuore. Un uomo che donerà a lui una vita forse gloriosa, infondo ci spero ancora... ma renderà la mia, di vita, un vero inferno: userà il mio corpo per i suoi esperimenti personali, sarò una stupida cavia da laboratorio e porterò avanti, per conto suo, il suo geniale lavoro sul cosmo sintetico... Ho forse fatto la scelta giusta?
    Qui sarei morta in ogni caso, siam tutti morti in ogni caso... abbiamo già perso Ellie, e Norman... oh, Norman! Non doveva sacrificarsi per Ellie, non ve n'era bisogno! Se solo Kenzo lo sapesse... No, non deve saperlo!
    Non dovrà mai scoprirlo... Io, per lui, son morta affrontando la Corruzione, son morta onorando il nome della nostra famiglia.
    Non uscirò viva da quel laboratorio, e il Sig. Faust riscuoterà il mio debito, nei suoi confronti, col mio sangue.
    Il mio cuore. La mia anima.
    Una storia così merita di essere raccontata, dare spessore ad uno stupido come Kenzo non è stato facile, e non sarà altrettanto facile impersonare la donna quando sarà il momento. Chiamatelo atto di fede, chiamatelo gesto disperato poiché spinto dall'amore, tutto ciò non ha importanza.
    Vi chiedo solo di concedervi venti minuti di pausa, venti miseri minuti lontani da distrazioni ed altro.
    Ed in venti minuti vi racconterò due giorni di storia e, in soli due giorni di storia, circa vent'anni di vita.
    Ma la racconterò nell'unico modo possibile: il mio.

    I'LL BE BACK, IN A DAY OR TWO.
    la giovane donna, il cazzone sentimentale ed il drago;


    Il viaggio per la DQI fu la cosa più tremenda che le fosse capitato, più di quanto lo fosse stato farsi tatuare God of Thunder 3 sulla natica sinistra; il Sig. Faust non era un uomo di molte parole, e nonostante la donna non fosse abituata alla sua presenza, o a quella di altri Saints, il giorno in cui egli comparve dinanzi alla sua consunta tenda Lauren ebbe come la sensazione di sprofondare. Spinta, costretta da una forza sovra umana la quale, tuttavia, non si manifestava nel mondo reale, quasi una costrizione intangibile che la spingeva sempre più giù, fin quasi a farla cedere sulla sua stessa gabbia toracica. Il resto dell'organizzazione perse i sensi, per il troppo potere sprigionato in un'area così ristretta, tutti tranne lei.
    Non poteva non essere un caso, e Lauren presto lo avrebbe scoperto.

    Concluse le presentazioni, il Leader della DQI non perse tempo e difatti non lo fece, non fornendo neppure la più infima informazione circa il debito da saldare, né come e quando avrebbero raggiunto la futura, fissa dimora della donna venditrice di giovane speranze. Fu un attimo, quando Lauren poté posare i piedi sulla fredda isola sperduta nel Pacifico, guardarsi attorno divenne fondamentale: dove si trovava?
    Che tipo di atmosfera si poteva respirare?

    « Non perdiamo tempo, you're not on holiday. » Breve e snervante, come nelle sue lettere. Benché stargli accanto le procurasse ancora disagio, Lauren non poté non constatare che si trattasse di un uomo - per quanto si potesse considerare umano, una persona così - alquanto affascinante. In genere disprezzava le persone chiuse, o quelle il cui ego ti si gettava in faccia a mo' di ceffone, con lui però era differente.

    « Aaaaahn come siamo burberi... Senti un po', ma Ken- »
    « ah ah ah, niente domande. »

    Una conversazione assai gradevole, proprio.
    Da lì, la strada per il laboratorio fu breve: contro ogni possibile previsione, i due si allontanarono improvvisamente dalla costa e raggiunsero quasi il centro dell'isola, un momento prima che il Sig. Faust potesse interrompere la marcia e voltarsi in direzione della donna, la quale sussultò palesemente agitata.

    « C-che gnè, ghe o fuatto!? » Era stata scoperta.
    Servirsi di uno di quegli strani frutti che la vegetazione offriva, per riempirsi lo stomaco dopo un lungo viaggio, le stava per costare la vita. Gli occhi verdi di lui penetravano con violenza quelli paglierino di lei, e per un attimo alla donna parve di soffocare per lo spavento.

    « Prima di procedere, devo chiedertelo. »
    « ... » Ingoiò in fretta il boccone ed assunse una espressione seria, di modo che il suo interlocutore potesse avere tutta la sua attenzione; la situazione divenne nuovamente tesa, e Lauren poteva sentire i brividi percorrerle tutta la schiena e non risparmiare neppure le gambe, sebbene si rifiutò di tremare.

    « Vuoi salutare Kenzo per l'ultima volta? » Lo sapeva, la donna se lo sentiva, seppur sapesse già il sunto della questione: aveva rinunciato al suo giovane mesi indietro, eppure quella domanda non poté non scuoterla ancora.
    Non v'era più tempo per rifiutare, due giorni eran tanti per potersi tirare indietro.
    Discostò lo sguardo dal Sig. Faust, serena.

    « ... Kenzo... credo di sì. »
    « Come pensavo. » Ebbe appena il tempo di sentire la risposta dell'uomo, prima che qualcosa di inspiegabile le facesse perdere i sensi. I suoi occhi sgranarono, certa di aver visto quel qualcosa muoversi proprio dal punto in cui quello si trovava, ma le sue retine non furono in grado di registrare il momento precedente lo svenimento, in quanto troppo veloce per permettere al suo cervello di elaborare l'accaduto.
    Riaprì gli occhi qualche istante dopo, intontita. Si massaggiò il capo con la mano sinistra, tirandosi poi in piedi infuriata.

    « IO DICO, MA SEI PAZZO? POTEVI UCCIDERMI CON QUEL COL-uh! »

    Dinanzi ai suoi piedi, una salma le cui vesti le erano familiari. Forse non si era svegliata, quello doveva essere probabilmente un sogno, eppure una cosa era certa: la salma per terra era la sua.

    « Niente panico, non sei morta. Ti ho momentaneamente resa un darkling - non chiedermi cosa sia ché non ho voglia di spiegartelo - per permetterti di salutare il tipaccio che mi hai regalato; non avrà modo di vederti, né sentirti, neppure percepire il mio cosmo dentro di te. Se ti vedesse sarebbe un problema, quindi stiamocene tranquilli fino al giorno X. Tutto chiaro? »

    « Uhm... abuserai di me nel frattempo? »
    « No, sono fidanzato. »
    « Ma davvero? Chissà com'è. »
    « Son sicuro che non sarà questa, la tua reazione,
    ma per ora basta così.
    »
    Intanto, Kenzo è da qualche parte ad allenarsi con lo scopo di ottenere la sua prima Cloth, divenendo così membro attivo della DQI. Come ogni sera, dopo il suo allenamento, il giovane dimora nella baracca che diverrà sua fissa abitazione finché resterà un semplice Black Saint, sebbene egli sia abituato a sistemazioni peggiori. Ha persino un letto vero!
    Stremato, provato nel fisico e nella mente, praticamente un cadavere: stando alle parole di Jeremiah, recluta civile della DQI nonché unico essere umano ad aver avvicinato Kenzo una volta giunti sull'isola, in un paio di settimane questi avrebbe ottenuto la sua Cloth, terminando così l'addestramento disumano intrapreso circa un mese prima. Il Sole s'era concesso una pausa da oltre un'ora, e il clima sull'isola si faceva più freddo man mano che il tempo trascorreva, spingendo poi quelli dei piani bassi a coprirsi per intero, onde evitare di morire congelati; disteso sul letto, affaticato persino per poter formulare pensieri circa il suo percorso formativo, lentamente il ragazzo chiuse gli occhi e s'abbandonò al sonno, qualche istante prima che Lauren potesse finalmente raggiungere la sua abitazione.
    Nonostante la donna non potesse essere vista da nessun altro se non il Sig. Faust, entrò di soppiatto dall'unica finestra disponibile, accorgendosi invero di poterla trapassare senza doversi prendere il disturbo di aprirla o fare ulteriore silenzio. Una sensazione strana ma appagante, quella di sembrare un fantasma senza esserlo veramente.

    MTGw4gc

    Lacrime di gioia, involontarie ed inaspettate, non poteva essere altrimenti.
    Kenzo, alla fine, stava bene, e non era cambiato di una virgola: era il solito deficiente dal sonno pesante, completamente nudo nonostante il freddo della zona e immobile nella sua solita posizione da scimmia cerca-banane, proprio come all'accampamento. Avrebbe atteso volentieri più tempo, prima di salutare definitivamente l'unica persona che avesse dato, alla giovane donna, un reale motivo per sopravvivere e andare avanti, eppure il monito del Sig. Faust risuonava, nella sua mente, in maniera prepotente, benché questi fosse abile a nascondere quel suo tono aspro dietro ad un sorriso assai inquietante.

    « Spero tu possa perdonarmi, Kenzo... » Titubante, con la mano sinistra tremolante, provò a raggiungere il petto del ragazzo benché il suo corpo non fosse fisicamente lì, ergo le risultasse difficile toccare qualcosa di solido senza trapassarlo; eppure, per una qualche strana ragione, la donna riuscì a posare la sua mano dove doveva, e ciò le procurò altre lacrime di gioia.
    Si stava rivelando più difficile del previsto, avrebbe voluto dirgli un milione di altre cose - cosciente che Kenzo non le avrebbe mai ascoltate, né ricordate al suo risveglio - ma non vi era tempo. L'ora stava per scadere.

    « Non smettere mai di essere ciò che sei, non smettere mai di credermi in pericolo e non fermarti anche quando riterrai che non v'è più speranza per me. Il sol pensiero che possa essere ancora viva, la fuori, ti farà andare avanti lo so, così come so che hai accettato tutto questo solo perché te l'ho chiesto io.
    Perché mi ami, so anche questo... e, probabilmente-
    » Volse lo sguardo a sinistra, chinando un poco il capo come per fare ammenda. Non aveva il coraggio di confessare i suoi sentimenti ad un uomo che non avrebbe avuto memoria di quanto accaduto, preferì dunque distogliere lo sguardo ma mantenere il contatto fisico finché necessario. « -avrei amato nuovamente, con il tempo ti avrei amato. Sì, proprio te. »

    Le lacrime della donna avrebbero potuto formare un lago, per quanto copiose fossero. Non fu più in grado di parlare al ragazzo senza degnarlo della minima attenzione, benché le fosse difficile risultare sì fredda e distaccata, così alla fine poté solo cedere.
    Cedere, abbandonarsi ad un pianto vero e proprio sul suo petto, come fosse una donzella dinanzi al suo cavaliere esanime dopo una battaglia mortale.

    « Perdonami... » Sentiva il suo corpo formicolare, era ora di andare.
    Le sue gambe furono le prime a dissolversi, dal basso verso l'alto, gradualmente, la sua essenza tornava nel corpo originale, ma finché avesse avuto tempo Lauren avrebbe continuato a piangere sul petto dell'uomo per cui stava, senza troppi giri di parole, dando la vita, perché lo meritava.
    Kenzo meritava una seconda possibilità, più di chiunque altro.

    {intanto, nella mente di Kenzo.}

    « COOOOOSA!? » Una richiesta a dir poco assurda.
    Jhonny Arclight era il Capo della sua organizzazione, ogni sua decisione non poteva essere contestata, a meno ché non fosse eticamente scorretta, seppur anche in quel caso fosse difficile fargli cambiare idea; d'altra parte, Kenzo era uno dei suoi uomini più fidati, il braccio operativo nonché esecutore principale del gruppo. Ed in quel momento, anche custode della nuova arrivata.

    « Ma è una bambina, è una femmina... dove l'hai pescata? » Gracile, debole fisicamente e palesemente affamata: non aveva più di sette anni, e non aveva neppure un nome. Da qualche parte, nel cuore marcio di coloro che l'avevano messa al mondo, quella bimba doveva avere una sua identità, ma dinanzi agli uomini che l'avevano trovata ella non contava più di quanto contasse quello stupido e senza speranze di Jer, il palo ufficiale dell'organizzazione. Nonostante le motivazioni di Kenzo, Jhonny non cambiò idea e lasciò che questi si occupasse dell'intero iter della bimba, poiché vedeva in lui l'unica persona in grado di poterla crescere secondo il credo comune. A Jhonny non importava chi fossi, o da dove venissi: che tu venissi trovato o incrociassi per tuo conto la strada con loro, era difficile che ne venissi fuori incolume.

    Era meglio restare, sotto certi aspetti.

    « ... Credo che ti chiamerò Lauren. »

    fKOKAN4

    « Cresci a vista d'occhio, ragazzina. »
    « Son dieci anni che lo dici, Kay. »

    Il suo primo tatuaggio, il primo di tanti; benché Kenzo fosse contrario - non era un tatuatore vero e proprio, piuttosto adorava l'arte - Lauren aveva insistito per farsi imprimere sulla schiena lo stesso simbolo del suo mentore, ed era quasi impossibile rifiutarsi. Dopo quel loro primo incontro, Kenzo aveva imparato a controllare il suo istinto di abbandonarla al suo destino, oppure ucciderla, ed alla fine i due avevano costruito un legame decisamente saldo, uno di quelli che potrebbe (seppur alla lontana) avvicinarsi all'amore.
    Amore, purtroppo, non ricambiato, almeno all'apparenza: Lauren aveva finito inevitabilmente per vedere in Kenzo non solo un modello da seguire, ai fini della sopravvivenza, ma anche un essere umano da amare.

    « Sento che, prima o poi, tornerà a prendermi. »
    « Ed io sarò qui a proteggerti. »
    « Non sono preoccupata... »
    « Non m'importa, verrò comunque per te. »

    [...] E quando l'enorme Drago Nero fece la sua comparsa, a stento Lauren e Kenzo riuscirono a reggere la strana pressione che gravava sui loro corpi umani, a differenza di tutti gli altri i quali, evidentemente deboli e dal cosmo irrilevante, svennero quasi all'istante. Kenzo, in fin dei conti, non aveva mai compreso quale legame vi fosse, tra la donna e l'essere dinanzi ai suoi occhi in tutta la sua maestosità, ma di una cosa era certo: non avrebbe mollato Lauren senza averci neanche provato.

    « Non dannarti, Kay, io starò bene... »
    « STAI BENE ANCHE QUI, CON ME, PERCHE' ALLORA ANDAR VIA COSI'? »
    « Un giorno ricorderai... un giorno capirai. »
    « Ma non ha senso, Lauren, non ha sens- »
    « Ti prego, accettalo. Fidati di me. »

    Take on me, (take on me)
    Take me on, (take on me)
    I'll be gone
    In a day or two.

    Un urlo virile ruppe il silenzio della DQI in quella tarda notte.
    Avrebbe dormito altri due giorni, come minimo, ma quell'incubo lo costrinse a interrompere la sua pausa dall'addestramento. Sudato, affaticato, agitato, il giovane Kenzo si alzò quasi di scatto dal suo letto, lo sguardo rivolto automaticamente verso la finestra della sua povera abitazione.
    Non aveva le idee chiare su quanto avesse sognato, né del tempo trascorso dopo che aveva chiuso gli occhi e si era abbandonato al sonno; Lauren c'era, c'era sempre stata nei suoi sogni e sempre sarebbe stato così, finché la sua promessa non fosse stata mantenuta.
    Eppure, difficile che abbandonasse l'idea che qualcosa, in quella trama rovesciata ch'era il suo incubo, avesse un ché di reale, concreto, realmente accaduto. Dopotutto, perché la DQI? Stando alle nozioni del suo mentore, i Black Saints non erano gli unici cavalieri a popolare la Terra, e non furono di certo i primi. Perché proprio un'isola sperduta nel Pacifico, di cui nessuno sapeva praticamente nulla?
    Non avrebbe raccolto alcuna risposta, non in quello stato... Una cosa, però, avrebbe potuto farla: stare al gioco.

    Avrebbe terminato il suo addestramento, sarebbe divenuto un Black Saint e sì, avrebbe dato la vita nella speranza di poter rivedere la donna. E, se questo avesse significato attendere il momento propizio per porre le giuste domande, avrebbe atteso anche tutta la vita. Perché sì, qualcuno sulla DQI sapeva già tutto, aveva organizzato il tutto con pinze sottili e precise.
    Bastava solo entrare nelle grazie dell'essere più forte sull'isola.

     
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