WOA XI: BRING BACK THE '80s

Nanopod

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    Ciao, NANOPOD!

    Come puoi ben vedere dal layout, hai deciso di imbarcarti in una vera follia. Infatti mi sento un po' nostalgica, e ho deciso che la traccia di questa woa sarà dettata da una particolare decade che ha influenzato la vita di tutti: I FAVOLOSI ANNI '80.
    Ora, ti ho chiesto di scegliere un numero, e hai scelto il numero 5. Questo è servito a me per determinare l'anno esatto della tua traccia, che quindi sarà

    IL 1985

    Un anno particolare, segnato da un disastroso terremoto a Città del Messico che contò più di 10.000 vittime, e dai più grandi artisti del globo riuniti per contrastare la fame in Etiopia. Nasce Super Mario Bros, Windows 1.0 viene lanciato.
    Ma tu non ti occuperai di nulla di tutto ciò.
    Ho deciso che la tua traccia sarà un qualcosa proveniente da quell'anno, qualcosa che nel bene o nel male è passato, a suo modo, alla storia.
    La tua traccia è un film. Dovrai trarne più ispirazione possibile, perché è l'unico elemento che riceverai.
    Si tratta di...

    Mad Max- Oltre la sfera del tuono


    Attenzione- non ha nulla a che vedere con la nuova versione del film, per cui ti consiglio di fare attenzione e di non essere scontato!
    - Prendi spunto dalla tua traccia, solo da quella, e in che modo vuoi. L'anno può entrarci o meno, a tua discrezione, non sarà fondamentale nel giudizio dell'attinenza.
    - Hai tempo fino al 7 Settembre alle ore 20
    - Puoi cambiare la traccia UNA SOLA VOLTA, ma non puoi cambiare l'anno. Puoi decidere di comune accordo con un altro utente di scambiarvi le tracce, ma non si torna indietro. Le richieste vanno fatte nel topic delle WOA.
    - Non c'è limite di battute. Tuttavia sconsiglio sempre di fare una one shot eccessivamente prolissa.
    - Puoi fare TUTTO quello che ti pare usando il tuo pg. Non mettere in mezzo pg di altri a meno che tu non abbia il consenso del giocatore.
    - La tua woa può essere ambientata ovunque e in qualsiasi tempo.

     
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    WoA XI - Bring Back The 80's
    Beyond ThunderGrim






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    POWER GLOVE - THEME



    HINT: Scorri con gli occhi sulle parole per leggere


    Anno 2007
    Nel futuro non troppo lontano, l’apocalisse ha subìto un’apocalisse. Un esercito di cyborg senza limiti ne morali sta ri-plasmando il mondo nel suo perfetto cyber-inferno. E una cosa sola può fermarlo.
    Dalle polveri tossiche della seconda guerra del Vietnam una nuova specie di soldato emerge tra le pile di cadaveri e scorie nucleari.
    In parte macchina.
    In parte uomo.
    Interamente CYBER-COMMANDO.

    Il cielo viola tuonava pigro nelle prime ore del mattino.
    I fulmini azzurri aprivano piccoli crateri nel terreno contaminato confinante con New York 2, le campagne una volta grigi e deprimenti erano solo un lontano e felice ricordo sostituito da palazzoni distrutti e bestie mutate, rimasugli senza Dio di una fin troppo devastante guerra atomica.
    Una figura umanoide circondata da deformi rapaci precipitava inerme senza paracadute ne jetpack di alcun tipo, nemmeno quelli a manovella.
    Un tonfo sordo, seguito da piccole e regolari scosse elettriche che velocemente diramarono il nuvolone di polvere viola del terreno variopinto.
    “Ouch. Ouch. Ouch.”
    Gli avvoltoi ibridi, orribili bestie create da Greenpeace poco prima delle apocalissi per contrastare l’inquinamento degli ormai obsoleti rapaci a gasolio, tentavano imperterriti di perforare la pelle di bio-carbonio di quello che a un osservatore esterno sarebbe parso come un semplice idiota con disturbi auto-distruttivi.
    “Sergente! Sergente Barret mi riceve?”
    “Non so se mi da più fastidio la tua voce, Christine, o questi enormi uccelli che stanno tentando di giocare a ping-pong con le mie palle.”
    “C’è stato un errore fatale nelle procedure di sgancio in volo, il mio sistema centrale non è riuscito a connettersi alla sua corteccia cyber-cerebrale, attenda il riavvio dei suoi servomotori biomeccanici.”
    “Si chiamano muscoli.”
    Neanche lui conosceva il motivo di tanto spreco di fiato, sapeva che che gli elicotteri senzienti non erano in grado di comprendere il sarcasmo.
    Improvvisamente uno sportello nascosto del braccio bionico del soldato si spalancò, rilasciando micro-razzi aria aria che si schiantarono esplodendo contro ogni singolo avvoltoio, riducendoli in una confusa nuvola di sangue, feci e pezzi di ossa.
    “Adoro l’odore dell’immoralità la mattina.”
    Il cyborg, una volta libero dai fastidiosi quanto violenti parassiti volanti, riuscì finalmente ad alzarsi in piedi.
    Il suo occhio meccanico, risplendente di un luminosissimo rosso fuoco, scrutava incessante l’orizzonte radioattivo. Branchi di Turbostruzzi brucavano pacifici l’erba gialla delle colline poco lontane mentre una tigre a sei ruote si apprestava a sorprenderli dai cespugli, pronta per la colazione della giornata.
    “Dio quanto mi mancava la Florida. Christine, il briefing. Chi e quanti ne devo uccidere oggi.”
    “Uno.”
    “Oww.”
    “Circondato da qualche decina di scagnozzi”
    “Evviva!”
    “Ma non sarà facile, l’intelligence riporta un’intensa attività energetica nei pressi della sua base a quindici chilometri da qui. Potrebbe essere in possesso di qualche dispositivo all’avanguardia capace di cose impensabili.”
    “Tesoro, sai che John ‘El Grimmo’ Barrett non pensa mai.”

    HINT: Le pistole sono fucili più noiosi

    La marcia a velocità sostenuta durò pochi minuti, il corpo di un cyber-soldato Mark V, capace di completare obiettivi impensabili da un normale, banale, quasi estinto essere umano era in grado di coprire enormi distanze in pochissimo tempo, sfruttando gli arti sintetici potenziati dal nucleo cardiaco al plutonio.
    Presto, schivando orde di cinghiali razzo e ghepardi robotici cromati, il valoroso eroe cibernetico raggiunse la posizione della base nascosta male dal lungo raggio laser rosso che si stagliava nel cielo plumbeo, segno di un’attivazione imminente di qualche temibile congegno inserito solamente per nascondere eventuali buchi di trama.
    “Christine, ho quindici tango all’entrata, pattugliano compatti, non sarà facile passarli senza farmi notare.”
    “Signore, perché non dovrebbe farsi notare?”
    L’espressione di Barrett mutò dal dubbioso al sorpreso, poi all’eccitato, infine all’euforico.

    HINT: Stai subendo troppi danni? Piantala di farti sparare addosso, imbecille.

    Il primo cadde con un dardo della balestra potenziata montata sul braccio bionico dell’uomo, un gorgoglio eruttò dalla gola robotica mentre il corpo vestito di latex e neon rossi crollava a terra con un sonoro tonfo dell’elmo da motociclista nero che ognuno dei droni bipedi indossava per nascondere l’incredibile ammontare di tecnologia all’avanguardia.
    Gli altri si voltarono, curiosi di capire perché il loro collega aveva improvvisamente deciso di allenarsi per il contest di beatbox, a terra, prima di mettersi improvvisamente a dormire.
    “Non siete molto svegli eh?”
    Due si girarono sorpresi, armi alla mano. Troppo lenti. La doppietta a leva dell’inarrestabile Barrett li fece volare in aria per dieci metri buoni, prima di esplodere in volo con un adorabile spettacolo di luci colorate grazie alla collaborazione delle munizioni incendiarie. Alcuni si misero addirittura a osservarle mormorando sommessi “aahh” e “ohhh” prima di ricevere anch’essi una rosa di proto-piombini in pieno volto, perdendo completamente il cranio, che andò a colorare di blu refrigerante i container dietro di loro.
    “Roba da perderci la testa.” Esclamò con scherno l’eroe mentre distruggeva quelle virtuali famiglie senza minimamente ragionare sulle conseguenze delle sue azioni. Magari qualcuno di quei robot aveva figli, una moglie amorevole, probabilmente qualcuno a qualcuno di loro mancavano solo due giorni alla pensione.
    “Non ci pensi a queste cose?”
    Tuonò una voce elettronica proveniente dall’enorme porta del bunker antestante l’improvvisato campo di battaglia.
    “Ho già detto che non penso baby, ma forse tu non c’eri nel precedente paragrafo.”
    “Credi che ti lascerò distruggere interi alberi genealogici senza muovere un dito? Ti sbagli di grosso pulce.”
    Le due sezioni dell’entrata si divisero con un suono molto futuristico e molto interessante, tanto dall’attirare l’attenzione di Barrett. Due colonne di fumo uscirono dalla fessura che anticiparono la sagoma alta almeno tre metri di quello che doveva essere il capitano di quei quattro poveracci che hanno avuto la sfortuna di essere nel luogo sbagliato al momento sbagliato, ai comandi del boss malefico sbagliato.

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    POWER GLOVE - POWER CORE



    Aveva l’aspetto dei suoi sottoposti, ma più grosso e giallo; per mirarlo meglio.
    “Tu sei grosso! Significa che hai delle grosse budella! STRAPPA E SQUARTA!” Urlò il sergente prima di avventarsi a mani nude sull’energumeno armato fino ai denti.
    “Sergente, so che non ama essere disturbato durante i suoi massacri, ma ho rilevato un campo di forza a protezione dell’entrata del bunker, solo una specifica frequenza cardiaca può ottenere il via libera.”
    “STRAPPA E SQUARTA.”.
    Impossibile sapere se quella fosse una risposta affermativa o un normale sfogo dato dalla tripla adrenalina++ in circolo nelle arterie del cyborg.
    L’armadio a due ante color canarino venne colto di sorpresa: un uomo alto la metà di lui se non meno si aggrappò saldo alla parte superiore del suo corpo, che cominciò immediatamente a ricevere potenti e tonanti schiaffi al vetro del casco, che presto si crepò. Frastornato, il gigante barcollò. Barrett non perse tempo, con un enorme sforzo di cyber-muscoli impiantò entrambe le mani nella metallica cassa toracica, portando allo scoperto il nucleo al plutonio, simile al suo. Con un urlo selvaggio lo sradicò dalla sua sede.
    “Così mi strappi il cuore.” Sussurrò ridacchiando. Lanciò il muscolo sul pannello di controllo, disattivando il sistema di sicurezza nel modo meno ortodosso possibile
    Il massiccio corpo cadde a terra con un suono riconducibile al ribaltamento di una montagna. Assieme ad esso, rotolò per terra un grosso, enorme fucile laser argento satinato, con luci e neon in ogni singolo angolo e anfratto; pane per il suo occhio bionico.
    Lo raccolse, leggendo contento la scritta sul suo lato.
    “Oh yeah! A BIG FUCKING GUN 9000! L’ho sempre chiesta a Zio Natale quando ero piccolo, finalmente posso accantonare almeno una delle mie numerose delusioni infantili!”
    “L’altro credeva di essere un operatore sociale e questo è un invasato con un braccio finto, probabilmente in un’altra vita ero una lucertola molto stronza o qualcosa di simile per meritarmi questo.”
    “Oh cazzo! Parli!”
    “Guarda, confrontando i nostri due QI, è corretto affermare che la sorpresa sta nel tuo possesso di parola, non nel mio.”
    Seguì versetto cyber-contento del soldato, che entrò trotterellando nel fumo rosso all’entrata della base.

    HINT: Necessiti di munizioni o denaro? Uccidi cose, è democrazia, non l’ho inventata io.

    Il corridoio buio si accese in sequenza seguendo i movimenti cauti ma rumorosi di Barrett, che poco interessato all’effetto sorpresa si divertiva a camminare con la schiena ricurva e le ginocchia piegate credendo che qualche telecamera immaginaria lo seguisse in ogni sua violentissima e immoralissima azione.
    “Perché a me”.
    “Sergente! Sono almeno quindici minuti che cerco di contattarla, qual è la situazione?”
    La BFG si illuminò di colori arcobaleno fluo

    “Hey bellezza ci conosciamo? Ti va di scambiare qualche correzione di bug questa sera?”
    “Mi scusi?”
    “Lascia stare Christine” “Già ti amo Christine” “Mi serve sapere la posizione della sala controllo centrale, quel raggio rosso nel cielo comincia a preoccuparmi.” “Davvero?” “No nemmeno un po’ dammi altra gente da uccidere.”

    Il sergente Barrett corse veloce giù nel lungo tunnel illuminato fino a raggiungere la seconda enorme porta di acciaio temperato, inamovibile. Rapido, tentò di aprirla sfruttando la forza sovrumana garantita dal suo corpo ricostruito, inutilmente.
    “Sergente, potrebbe provare a iniettarsi quel composto catalizzatore compreso nel suo equipaggiamento.”
    “Non potrei mai fare una cosa simile Chri, una vecchia signora chiamata libertà mi ha insegnato che i vincitori non si drogano™, utilizzerò il mio spiccato intelletto per vincere le difficoltà della vita, assieme ad una colazione equilibrata col giusto ammontare di vitamine e proteine, il pasto più importante della giornata.”
    “Siamo fottuti.”
    Un urlo selvaggio e un colpo di Ultra-Karate (disciplina nella quale Barrett possedeva la cintura d’oro) sul pannello di controllo palesemente posto accanto al congegno, bastò a sbloccare l’ultima porta prima della sala centrale, la sala reattore, la sala importante.

    HINT: Le granate esplodono.

    Soldato e fucile entrarono furiosi nell’enorme hangar pieno di macchinari futuristici, alcuni persino dotati di computer con uno schermo piatto, Barrett faticò a credere al suo occhio.
    Spuntarono dalle fottute pareti gli ultimi scagnozzi della giornata, neri, corazzati e incazzati.
    “E in procinto di diventare omogeneizzati.” “Con chi stai parlando?”
    La BFG-9000 eruttò plasma verde su tutti i presenti che ebbero l’immediato piacere di vedersi ridurre a gelatina color smeraldo contornata da pezzi di osso e midollo. L’uomo dietro quella temibile arma non riuscì a contenere l’eccitazione, cominciando a piangere virilmente.
    “In questo particolare momento della mia vita non credo di provare una più profonda e sentita ammirazione per questo fucile che tengo tra le mie mani.” “Ordinaria amministrazione.”
    I commoventi festeggiamenti durarono poco.
    Dall’alto di una scala d’acciaio ornata d’oro e platino una grave voce si espanse in tutta la zona, riportando l’attenzione del soldato e della sua arma sul vero obiettivo della missione, il boss.
    “John Barrett! Sapevo che riportarti in vita con la tecnologia bio-meccanica sarebbe stata un errore! Troppo erratico! Incontrollabile! Violento!”
    “Ma incurabilmente americano! Ronald Reagan! Pensavo fosse scomparso in Tibet dopo il fallimento della quarta guerra di Crimea.”
    Il 40° presidente degli Stati Uniti rise sguaiatamente, per parecchi secondi, quasi mezzo minuto. Barrett cominciò a preoccuparsi.
    “Folle! E lasciare la mia amata America nelle mani di quei folli ragazzini di sinistra? C’è solo una soluzione e tu la conosci benissimo mio caro Sergente.”
    Un alone di tetro terrore si fece strana tra i connotati del militare.
    “Il progetto Doppia Svastica? Ma è inumano! E il logo è orribile da vedere!”
    “Hai qualcosa da ridire, insulso parassita sociale? Chi credi che abbia scritto il tuo software di combattimento? Chi credi ti abbia insegnato l’Ultra-Karate e il Judo 4.0? Il sottoscritto, ecco chi, credi di potermi fermare?”
    “C’è solo un modo per scoprirlo.”
    John corse come un ghepardo in direzione del lunatico politico, lanciando il fucile per terra una volta raggiunta la sua prossima vittima. Era una questione personale, e le questioni personali vanno risolte a pugni per aumentare il fattore drammatico.
    “Ouch.” Commentò giustamente lo strumento di morte.
    La battaglia cominciò, potenti pugni-contro-pugni vennero scambiati tra i due contendenti, il tutto mischiato con qualche mossa di arti marziali al massimo livello raggiungibile. Reagan picchiava duro, ma Barrett era preparato a tutto. Calci, pugni, fendenti con lame nascoste e proiettili schivati da pistole occultate; il Sergente riuscì a resistere a tutto, scaraventando con un calcio roteante imparato da un Ranger Texano il presidente contro il pannello strumenti.
    L’uomo tossì, visibilmente ferito e morente, conseguenza delle numerose ferite interne.
    “L’allievo... Supera il maestro...”

    “Nemmeno ti conosco!” “Ma allora non ascolti” “È quello che continuo a dire!”
    “Eheheh, credi di... avermi battuto... Ma il mio portale interdimensionale porterà il mio esercito in universi mai visitati prima, potenziandolo a dismisura, poi finalmente riuscirò a creare l’America dei miei sogni.”
    “Mai!” Esclamò l’eroe, lanciandosi acrobaticamente quanto eccessivamente verso il fucile abbandonato sul pavimento, imbracciandolo e puntandolo contro la più alta carica dello stato.

    “È troppo tardi Barrett! Non gettare il tuo soprannome all’aria, “El Grimmo” è un nome rispettato, unisciti a me e conquisteremo qualsiasi cosa!”
    “Tu sei pazzo! E pure un pessimo attore!”
    Reagan ringhiò: “Non capisci? Senza di me gli Stati Uniti D’America cadranno! I democratici si crederanno importanti! I neri diventeranno presidenti!” “No!” “Le donne studieranno!” “NO!” “E gli omosessuali si sposeranno!” “NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!”
    Premette il grilletto, il corpo del presidente si smaterializzò in una nuvoletta verde di sangue e melma.
    “Ma se eri d’accordo con lui perché l’hai ucciso!?” Tuonò Christine nell’auricolare.
    “Perché odio i suoi film! Ma li hai mai visti? Una palla!” dichiarò l’uomo, accompagnato dalla risatina elettronica del fucile al plasma nelle sue braccia.
    “Beh, missione compiut- Sergente! Si allontani da lì! Rilevo ingenti quantità di energia nella sua zona!”
    Il cielo si aprì. Nel senso che prima si sradicò lo spesso soffitto, poi le nuvole si diradarono e infine nel cerchio di cielo dove dovrebbe esserci il colore della stratosfera rimase solo un buco nero, con le stelle sopra di esso.
    “Cosa diavolo sta succedendo?” “Non lo so ma registro tutto che questo lo metto su WeTube”
    Un fulmine cadde a due metri dal soldato che non potè far altro che ripararsi gli occhi con le braccia.
    Quando mise a fuoco la vista due porte di luce, una accanto all’altra, si stagliavano di fronte a lui, dall’altra parte di quella a sinistra un cavaliere con un’armatura nera e una spada d’argento lo osservava pietrificato, non riusciva a decifrarne l’espressione a causa del grosso elmo.
    Dietro quella a sinistra un uomo vestito con abiti eleganti e una maschera da teschio color viola lo osservava con uno sterile “Huh.” Sorseggiando ogni tanto un goccio dal bicchiere di vino che teneva in mano.
    “E voi chi diavolo siete? Spie bolsceviche?”
    “L’uomo di metallo parla!” “Calma i cavalli cowboy” disse quello mascherato, togliendosi la copertura che teneva sul volto.
    John trasalì. “Ma...Ma sei uguale a me!”
    Tremando, il cavaliere in nero fece lo stesso, sollevano la visiera dell’elmo, mostrando anch’esso un volto indentico agli altri due
    “Esigo una spiegazione! Ora!” esclamò, portando la mano all’elsa della spada.
    L’uomo in cravatta sorseggiò piano dal bicchiere, rispondendo pacatamente al clone retro-futuristico. “Non sono uguale a te, io SONO te. Come tu sei noi.” Disse, guardando il guerriero medievale. “Conoscete la teoria degli universi paralleli? Questo è quello che succede quando qualcuno con una fonte energetica abbastanza potente apre portali inter-dimensionali con altri universi. In questo caso deduco sia stato te, cyber-me. Fico il braccio meccanico.”
    “Ho appena ucciso Ronald Reagan con manie napoleoniche, già facevo fatica a capirci qualcosa prima, ora sono totalmente in panne.”
    “Un secondo!” bloccò il cavaliere. “Quanti ce ne sono di questi ‘universi’?” “Oh, infiniti.” “E allora perché ci siamo solo noi tre qua?” “Evidentemente il dispositivo non era esattamente l’ultimo modello all’avanguardia, anche se sono colpito dal fatto che siate riusciti ad aprire ben due portali coi pochi mezzi a vostra disposizione.”
    “Mi stai dicendo che la tua tecnologia è persino più avanzata della nostra?”
    L’elegantone sorrise. “Dio che belli gli anni 80.”
    John, ovviamente, non capì. Non capì ne quello che l’altro suo se stesso disse ne il perché i due portali cominciarono a chiudersi.
    “L’energia si sta esaurendo, credo sia venuto il momento di salutarci. È stato un piacere signori.”
    “Cosa? No! Voglio sapere tutto su di voi! Ci reincontreremo?”
    “Contaci!” disse sicuro di sè il soldato. “Mai dire mai.” Concluse l’uomo in maschera.
    “Ebbene addio per ora, miei simili compari.”
    I portali si chiusero definitivamente.

    HINT: Prova a ricordare il numero di volte in cui è stata usata la parola CYBER per vincere una vacanza alle Hawaii e tanti altri fantastici premi.

    “Quello tutto in ghingheri si merita tanti di quegli schiaffi da ridurgli la faccia come la sua maschera.” Dichiarò il BFG. “Eh, a me pareva simpatico. Christine, qual è la tua posizione?” “Dietro di voi”
    Il Blackhawk atterrò piano nella distesa di terra viola dietro alle macerie del bunker, accogliendo Barrett con il portellone aperto.
    L’uomo salì, allacciando la sua nuova arma a un sedile, con tanto di cintura di sicurezza.
    “Dove andiamo ora?” Chiese impaziente, troppo basso il numero dei cadaveri di quella giornata.
    “Il comando centrale ci ha comunicato un problema alle due Washingtons, a quanto pare i server centrali di Skynet non rispondono ai comandi da qualche ora.”
    “Then all that’s left for me to do is...” “What?”
    “MY JOB.”
    Un turbinio di suoni e luci e il grosso elicottero si staccò da terra, veleggiando costante nel cielo del tramonto oceanico.

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    DRAGON SOUND - Friends (Forever)


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    Narrato - "Parlato" - "Parlato" - "Parlato Altri"

    Nome - Ethan Bennet
    Energia - Rossa
    Surplice - Gashadokuro {IV}
    Casta - Spectre di Hades
    Status Fisico -
    Status Mentale -
    Status Surplice -

    Riassunto Azioni - Se vi ho stuprato gli occhi grazie ai colori del font ho raggiunto il mio obiettivo, se vi fa cagare perché vi aspettavate una roba seria ho raggiunto comunque il mio obiettivo.
    Abilità
    Inside Man: Sfruttando il cosmo intorno a se e sintonizzandosi perfettamente con la sua armatura, Ethan riesce a modificare il proprio aspetto fisico o quello di una persona consenziente semplicemente guardandola, garantendo l'alterazione di voce/odore/sensazioni tattili. All'occorrenza riesce anche a diventare quasi trasparente, diventando limpido e riconoscibile a occhio nudo solo se esposto a luce solare e/o diretta.

    Iron Man: Dopo tutti questi anni a schivare e accogliere pallottole in posti scomodi della gabbia toracica, grazie alla sua armatura Ethan ha sviluppato un'incredibile resistenza ai colpi di vario genere, che siano da fuoco, taglio o contundente. Ciò gli permette di fare uno sforzo in più rispetto a chi, come succede il più delle volte, cade al primo 9mm nella spalla, o martellata sulla fronte, o coltellata nella pancia; cosa non deve fare un onesto rapinatore al giorno d'oggi per restare vivo!

    Tecniche
    Pumping-Iron:
    Grim odia rivelare la sua vera forma, ma se la situazione lo richiede, se è sommerso di nemici o se vuole solo fare spettacolo, un mezzo busto gigante di Gashadokuro esce dal corpo del ladro come un'aura esplosiva, flettendo i muscoli delle braccia verso l'alto. Consumatasi l'esplosione di cosmo, lo scheletro scompare.

    Overkill: Grim non sa cosa significhi lanciare palle di cosmo, quindi si rifugia nelle forme ben impresse nella sua mente, forme che prendono sembianze solo estetiche nelle mani del ladro, come fumo nero condensato. Le armi che crea non sono costrutti, ma solo un ricordo visivo di ciò che usava al lavoro, per avere una maggiore familiarità in fase di mira e dosaggio del cosmo. La varietà delle sagome spazia nella categoria di tutte le armi da fuoco da fanteria moderne e non. I proiettili sparati con tale tecnica possono avere effetti penetranti e successivamente deflagranti nel caso il bersaglio venga colpito.

    Counter-Strike:
    Metà dell'enorme gabbia toracica del Gashadokuro si crea attorno al fianco desiderato di Grim, un enorme braccio scheletrico collegato alla clavicola. Chiudendo le dita, può sferrare un potente pugno con range pari a quello consentito dal livello di energia attuale del ladro. Una volta completato il movimento, sia che vada a segno o meno, il braccio scompare. L'effetto è solo contundente.

    Hard-Boiled:
    Variante di Counter-Strike: Il pugno parte verso l'avversario aprendo la mano all'ultimo momento esattamente sopra di esso. Sfruttando l'effetto sorpresa, falangi e metacarpi si smontano cadendo a terra, esplodendo all'impatto.

    Trenchgun:
    Utilizzando le conoscenze ottenute durante gli anni del contrabbando armi, Grim utilizza una grossa quantità di cosmo per creare un ammasso riconducente in forma a quello di una salva da carro armato, attivandolo con un ben assestato pugno nell'apparecchio di innesco. La misura può variare a piacimento, le grandezze più utilizzate sono tutta via quelle da 50, 88 e 125mm di diametro. Il grosso proiettile può penetrare ed esplodere. Indifferentemente dal suo comportamento, il colpo esplode comunque.

    Master Blaster:
    La surplice del Gashadokuro è un'armatura sfortunata. A causa della sua insaziabile fame d'anime può capitare, nel corso dei secoli, di ingurgitarne qualcuna troppo influente, troppo determinata perché l'individualità di questa svanisca per sempre nel suo infinito stomaco.
    Queste anime, ridotte a meri gusci dalla più ferale violenza, tornano in caso di necessità sotto forma di teschi demoniaci grossi tanto quanto l'utilizzatore, aprendo la loro particolare mascella laterale scaricando un'esagerata quantità di cosmo simile a un raggio laser, capace di recare grosso danno contundente all'impatto, perforante nel caso vengano colpite zone non coperte dall'armatura nemica.
    Un arco di sette teschi si forma attorno a Grim, rilasciando il loro attacco all'unisono o seguendo un ordine deciso dall'utilizzatore.


     
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1 replies since 4/8/2016, 11:04   405 views
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