I Choose Violence

Test per WandefullStar

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    Quest per Energia Viola per WandefullStar

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    Di tanto in tanto Esmeralda pensava al suo passato, a quei giorni lontani durante i quali scappava per il mondo cercando di trovare un posto sicuro dove dormire la notte. Un mondo avvolto da tenebre eterne, laddove anche l'aria che si respirava poteva ucciderti; quelli erano tempi lontani, giorni in cui il suo papà la proteggeva da ogni cosa; non aveva importanza quanto fosse folle e insensato il loro fuggire, loro non si sarebbero mai arresi e lui non avrebbe mai dato Esmeralda al vuoto al Drago Nero. Nonostante tutto, nonostante vivessero in quel modo lei era felice e istintivamente si toccava la zanna di drago che portava al collo come se volesse - in qualche modo - ricordare quei giorni. Era giorni senza speranza eppure la vicinanza del padre le davano la forza per andare avanti, mentre oggi cercava di trovare le motivazioni necessarie per farlo.

    Crono poteva ingannare il mondo intero.
    Poteva prendersi gioco di chi voleva ma non certo di lei. Lo sapeva bene che di Lelouch non era rimasto niente, che quell'uomo che comandava i Titani non aveva niente a che fare con suo padre, forse condivideva i ricordi ma null'altro. Suo padre era arrogante ma onesto, non avrebbe mai e poi mai ordito un piano cosi complesso che aveva messo in atto nell'era del mito. Ma del resto, quel piano in qualche modo sventava la corruzione, permetteva di combattere quelle tenebre che lei conosceva molto bene e ciò era abbastanza, almeno per il momento.

    Quel giorno Esmeralda avrebbe mostrato a Mnemosine uno dei progetti più ambiziosi mai orditi prima d'ora. Aveva sprecato tempo, energie e una quantità infinita di risorse umane per creare quello che avevano davanti ma mancava ancora qualcosa. No, non si trattava di navi spaziali in grado di disintegrare mezzo pianeta come un semplice pulsante, o sistemi per essere invisibili e impercettibili, per viaggiare ad una velocità pari a quella della luce ma di qualcosa che andava oltre, qualcosa che gli umani non potevano nemmeno immaginare.

    evangelion9tz

    Eppure mancava ancora qualcosa.
    Lei sapeva bene cosa mancava per renderli operativi, certo che lo sapeva bene e aveva chiamato Mnemosine proprio per questo motivo, del resto Crono si disinteressava completamente di quello che accadeva nei laboratori.

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    Personaggio : Esmeralda Rarglove
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : Crono
    Casta : Titani
    Armatura : Soma della Balestra
    Livello armatura : liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Nera
    Supersensi attivi : 7

    Annotazioni

    Bene Mario, direi che possiamo iniziare finalmente il test. Hai riconosciuto cosa sono vero? Esmeralda sta portando avanti un progetto estremamente ambizioso ovvero creare qualcosa che noi potremmo definire di simile ad un Eva. Per carità, non li chiameremo così, questo è chiaro ma diciamo che noi Titani li possiamo creare. Tu non sai perché ti ha convocato ma quando arrivi e vedi quello che sta guardando lei capisci subito che hanno qualcosa di diverso, qualcosa che non hai mai visto.

    Giungi e parlale pure <3








     
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    Pacific Rim OST Soundtrack - 01 - MAIN THEME by Ramin Djawad

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    La chiamata di Esmeralda fu inaspettata e del tutto vaga.
    L’ultimo ricordo che Bibiane aveva della figlia di Lelouch risaliva a quel fatidico giorno di qualche anno fa, quando la vide scortare via gli dei corrotti che avevano dato assalto al Labirinto.
    Da allora, le due si erano semplicemente evitate.
    Tuttavia, la ragazza aveva la stessa abitudine del padre di farsi viva solo in caso di necessità e la cosa la seccò alquanto. Si erano già incontrate in effetti, ma in altre circostanze e con altri corpi, se di incontro si può chiamare. Di quell’occasione aveva un buon ricordo tuttavia, come di una ragazza che sa il fatto suo e, forse complice il fatto che dopotutto era figlia di sua madre, il primo istinto di dare forfait fu sopraffatto dalla curiosità di conoscere meglio un altro pezzo di quella che era la sua vita.
    Esmeralda, del resto, non era altri che in realtà anche su sorella Teia, in un intreccio di legami che avrebbe fatto impazzire il più abile sceneggiatore di telenovelas sudamericane. Ma se con Lelouch fu facile provare affetto da subito, visto i loro trascorsi, per quella ragazza Bibiane provava sentimenti ancora non chiari. Era sua sorella, sua nipote anche nel cuore, ma non aveva ancora avuto occasione di conoscerla a fondo.

    Con fare pigro, la dea si vestì della sua tuta nera d’ordinanza accompagnata dalla pelliccia bianca per vezzo e si avviò lentamente verso i sotterranei, luogo dell’appuntamento, spinta anche dalla voglia di colmare il divario che c’era fra le due.
    Mentre i suoi passi risuonavano per i corridoi illuminati del labirinto, ebbe modo di pensare a quanto fosse bizzarra quella situazione.
    La rossa, quella più grande, non l’aveva più vista per le stanze della loro casa, ma aveva notato che l’altra rossa passava molto tempo nei laboratori, un luogo che lei poco frequentava, impegnata com’era sul fronte esterno.
    Il mondo sembrava essere andato letteralmente in pezzi, e aveva costantemente da fare, tanto da non incrociare nessuno dei suoi per settimane intere.
    C’era la corruzione che dilagava ovunque, gli esseri umani che andavano aiutati e scortati nel caso al labirinto, coordinare e cercare il sostentamento, senza contare che in quelle condizioni, il pianeta stava lentamente declinando. Molti loro nemici assopiti da tempo si stavano risvegliando, gli alleati si stavano chiudendo sempre più in se stessi, e poi c’era quell’altra cosa, che gli serpeggiava dentro proprio da quel lontano giorno.
    Bibiane, anzi Mnemosine, aveva liberato la piena potenza di suo fratello minore, Cronos, la cui anima albergava nel padre di Esmeralda.
    La dea in cuor suo, anche se non l’avrebbe mai ammesso, sapeva di suo fratello, della sua mente incline alla pazzia. Fin dall’epoca del mito, l’aveva assistito silenziosamente, controllato da lontano, e sebbene avesse fiducia in lui, non poteva che ammettere a se stessa che quella fiducia era dettata più dall’affetto che dalla razionalità.
    Quella stessa razionalità che era il cardine portante dell’agire della dea, al di là della morale, le diceva di rimanere vigile, pronta a cucire gli strappi di un potere troppo grande per essere gestito da uno, seppure il dio supremo dei titani. Per questo, in fondo, aveva celato la sua identità, facendogli credere di essere un altro dei suoi fratelli. Sperava che quello sarebbe bastato, ma non fu così, e il piano fu portato al termine.
    Quando fece rinascere la falce e la riconsegnò al suo legittimo proprietario, non c’era altro da fare, ma da quel punto in poi avrebbe dovuto vigliare doppiamente come era già stato. Il fratello avrebbe senz'altro sempre agito per il bene di tutti loro, ma i metodi, e sopratutto il prezzo da pagare, erano un'altra faccenda a cui doveva badare lei.
    In fondo, forse per questo aveva evitato Esmeralda. Consegnando suo padre all’anima di suo fratello, aveva strappato Lelouch allo scorrere dello spazio e del tempo normale, relegandolo in una dimensione alla quale la figlia non si sarebbe potuta mai più avvicinare.
    Era senz’altro quello che comunemente viene chiamato senso di colpa, ma la situazione attuale non prevedeva soluzioni alternative, quindi era meglio semplicemente non pensarci; era meglio rimandare quella discussione al momento più opportuno.

    Persa nei suoi pensieri, senza rendersi conto delle distanze, Bibiane arrivò davanti alle porte metalliche del luogo dell’appuntamento. Si tolse dalla faccia l’espressione pensierosa che aveva assunto, inspirò e si diede la sua solita aria spavalda, pronta ad accogliere qualsiasi cosa la sorella aveva in serbo per lei.
    Eppure, quando le porte scorrevoli si aprirono velocemente, lo spettacolo che le si parò davanti gliela fece sparire in un attimo.
    Dietro un nutrito gruppo di umani immersi in un'attività febbrile fra l'alta tecnologia titanica c'erano tre teche di cristallo gigantesche, contenenti altrettante armature. Le dimensioni di quelle corazze erano enormi, e le ricordarono vagamente quelle dei Giganti, anche se non voleva sbagliare.
    Effettivamente la dea si era chiesta più e più volte che fine avessero fatto. Se i sigilli che avevano rinchiuso la sua famiglia nel Tartaro erano stati spezzati, lo stesso poteva valere per quelli di quelli venuti dopo di loro. Ma allo stato attuale, nessuno ancora era riuscito a levarsi dall’oblio, prendendo sede presso degli umani, proprio come avevano fatto loro. Che la presenza di quelle armature poteva spigare quel ritardo?
    Ma ci fu un dettaglio ancora più inquietante che la colse in seconda battuta. Quelle armature erano indossate. Da cosa di preciso, non riusciva ancora a vederlo ne ad immaginarlo. I Giganti stessi? Oppure…altro.
    I nodi stavano venendo al pettine. Esmeralda aveva lavorato tutto quel tempo a quel progetto, e ad occhio e croce aver bisogno del suo aiuto per attivarli. Poteva facilmente intuire in cosa la doveva supportare, ma aveva necessariamente bisogno di sapere cosa c’era dentro per agire.
    Cercò con lo sguardo quella che era sua sorella in anima e la vide impegnata a coordinare gli umani che andavano avanti e indietro affaccendati attorno alle gigantesche teche e i loro macchinari.
    Bibiane si fece seria e riprese ad avanzare verso l’altra. Molte domande aveva nella mente, e le avrebbe volute esporre tutte in una volta, ma quando arrivata davanti a lei i loro sguardi si incrociarono, non fece altro che:
    “Finalmente ci rincontriamo. Ti devo chiamare sorella, nipote o Esmeralda ti basta? Allora che dici? Mi trovi cambiata?”
    Fece un occhiolino e una rapida giravolta, nel suo tono frivolo. Ma poi il suo sguardo si fece penetrante e il suo sorriso assunse qualcosa di vagamente predatorio e felino.
    “Sono proprio curiosa di capire il motivo che non ci ha fatto incontrare per tutto questo tempo?”
    Disse vagamente accennando alle teche al loro fianco.
    La faccenda si stava per fare decisamente interessante.



    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Blu
    ❥ Stato fisico: intatto
    ❥ Stato mentale: non alterato
    ❥ Stato Cloth: intatto



    Riassunto & NoteVai di spiegone!!!




    Edited by WandefullStar - 25/8/2017, 15:38
     
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    Post II


    «Avrebbe alcuna importanza come mi chiameresti? Potresti anche chiamarmi N57 che comunque non avrebbe alcuna importanza». Si fermò per qualche istante «Ma preferisco essere chiamata Esmeralda, figlia di Lelouch Rarglove».

    Puntualizzò su Rarglove come a voler puntualizzare la sua appartenenza, come a voler farle capire lei da che parte stava. Non era arrabbiata con lei, questo no di certo ma non si fidava di Crono e non lo avrebbe mai fatto, sentiva dentro di se Esmeralda, percepiva nel profondo del suo animo tutto quello che aveva imparato dall'altra parte e anche se si era risvegliata la sua anima titanica giungendo in quella realtà, non poteva dimenticare gli anni passati al fianco di suo padre, gli anni di sofferenza e dolore in un mondo devastato dal genere umano.

    Sospirò e sorridendo «Sono molto nervosa e stanca ultimamente. Ti prometto che finito tutto questo andremo a rilassarci e vedrò di parlare un po' con te, te lo prometto».

    Concluse sorridendo. Poi il suo sguardo si focalizzò ad osservare i lavori che stavano avanzando e sorrise, sorrise perché vedeva che tutto andava per il meglio e senza alcun rallentamento. Gabriel pensava davvero di conoscere la genetica, di poter comprendere cosa volesse dire il "creare" ma le sue erano opere rozze e prive di alcune nozioni di base.

    «Sai come nacquero i Giganti Bibi? O meglio, te lo ricordi? Era l'era del mito e benché noi fossimo i creatori di questo mondo alcuni dei antichi col loro seguito minacciavano la nostra creazione. Loro era una moltitudine ed estremamente potenti e benché noi fossimo entità molto potenti, non avevamo possibilità contro il numero straripante di daimon che ci attaccavano. Fu allora che io e ceo ci mettemmo all'opera per creare qualche arma. Non fu semplice ma riuscimmo a creare quelli che tutti conoscono come Giganti. Con quell'esercito al nostro seguito riuscimmo a ribaltare le sorti della guerra. Questo perché non ci limitammo a creare degli automi ma creammo delle vere e proprie divinità».

    Chiese ad Mnemosine di seguirla e mentre avanzava impartiva ordini agli uomini dimostrando un carisma proprio di quella famiglia. Già, lei si sentiva più Esmeralda che Teia e non si poteva dire se questo era un bene o un male, di certo non fidarsi al cento per cento di Crono era sintomatico.

    «Ed allora, come allora riuscii a creare degli Dei, oggi mi sono prefissata di creare qualcosa di diverso ma ugualmente potente»

    Cosi usando alcune scale e ponti si avvicinarono ad una delle costruzioni: a prima vista sembravano essere nei normali robot umanoidi dalle dimensioni immense ma per una come lei ci sarebbe voluto poco per capire che quell'armatura non era altro che tale, che fungeva da sigillo e sotto di essa si agitava una forza ed un potere che non poteva esser controllato in alcun modo. Forse non erano forti come i giganti ma una cosa era certo: erano esseri viventi.

    «Li ho chiamati gli Sparti, ognuno di loro ha un nome e sono: Ino, Agave, Autonoe e Semele. Di Armonia, ne parleremo più avanti».

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    Personaggio : Esmeralda Rarglove
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : Crono
    Casta : Titani
    Armatura : Soma della Balestra
    Livello armatura : liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Nera
    Supersensi attivi : 7

    Annotazioni

    Gud, continua a parlare con Esme e vedi di capire cosa ha creato perché come puoi percepire non sono normali robottoni. I nomi che lei usa e affibbia alle sue creazioni non sono casuali o inventati. Sarebbe bello se Bibi sapesse di cosa stia parlando, tradotto fai che si soffermi su quei nomi.








     
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    Olivia Ong - Fly Me to the Moon

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    A sentire quella storia Bibiane, anzi Mnemosine, andò con la mente ai giorni che furono.
    Appoggiata sui gomiti alla balaustra della passerella sulla quale si trovavano, Bibiane osservava quelle creazioni da più vicino.
    Effettivamente avevano poco a che fare con i Giganti. Le armature erano diverse. Se per i loro alleati i titani all’epoca del mito pensarono a qualcosa che li proteggesse, queste armature assomigliavano più a dei contenitori, quasi dei sigilli.
    C’era una potenza assopita che languiva sotto la superficie, qualcosa che faticava a decifrare e le parole della ragazza svelarono poco di più di quanto lei avesse già intuito.

    Mentre fissava con sguardo vacuo i lavori frenetici dei macchinari sulle armature davanti a se, la rossa lasciava che ultime le parole di Esmeralda le entrassero dentro, quasi senza prestarci effettivamente attenzione, mentre i suoi pensieri andarono ai giorni che furono, che la ragazza le aveva portato alla mente.
    Un tempo, i titani furono davvero i creatori del mondo. Senza di loro gli uomini non sarebbero esistiti come li conosciamo. Esseri potenti e loro figli prediletti.
    Tuttavia Mnemosine nutriva sentimenti ambigui. La loro creazione era anche quello che aveva sporcato il mondo, dando via a quel processo che li aveva portati sull’orlo del baratro.
    Cosa si era inceppato nella loro creazione? Quale poteva essere il rimedio a quel male del quale essa stessa si sentiva in parte responsabile?
    Quante notti il titano della memoria aveva passato pensandoci, eppure non aveva trovato ancora una soluzione. Risalì dagli abissi nel quale era precipitata per rispondere ad Esmeralda.
    Il suo tono di voce risultava ancora meditabondo in qualche maniera.
    “Certo che lo ricordo, anzi….”
    La rossa parlava senza guardare Esmeralda, rapita dagli esseri sotto l’armatura. Pensava che fino ad allora le sue ricerche si erano concentrate sull’individuazione di altri soggetti pronti a ricevere l’anima dei suoi fratelli, ma senza avere dei reali frutti. Le stelle dei giganti sembravano altrettanto perse e mai come in quel momento i titani avevano bisogno di nuovo potere, qualcosa che li facesse rinascere.
    Nuove minacce tentavano di aggredirli, e avevano bisogno di essere compatti. Esmeralda doveva sapere:
    “…Come se non bastassero i casini con la corruzione, uno dei fratelli di Erebo è di nuovo a piede libero nel mondo…”
    Era diventato tutto complicato. La loro creazione gli stava sfuggendo di mano, granello dopo granello.
    Complicato come volere riparare una diga con il chewing-gum.
    “…La Morte, quella vera per la precisione, no il tirapiedi di Hades. Ho avuto il dispiacere di incontrarlo. Ho provato a risigillarlo dal recesso nel quale lo facemmo noi ma sono riuscita solo a metterci una pezza. I tempi sono cambiati, ed anche noi lo siamo…”
    Sbuffò amaramente e si rigirò su se stessa poggiandosi con la schiena lasciando che la sua chioma scendesse libera.
    “…Nulla di buono…”
    Si raddrizzò e si fece scappare un sorriso. Esmeralda non aveva mai fatto parte della sua vita. Proveniva da un’altra linea temporale, eppure sentiva in quel momento che poteva comprendere le sue preoccupazioni sia come Teia che come essere umano.
    Sentiva che c’era un legame fra di loro, che ruotava intorno alla figura del padre. Lo stesso padre che adesso era disperso, perso negli eventi di quei giorni cupi.
    “….Ottimo tempismo col tuo progetto direi insomma!”

    La rossa si stiracchiò, risistemò i capelli e tornò a scrutare la teca davanti a se, continuando a parlare con Esmeralda.
    “Tornando a loro, la leggenda narra che Cadmo, grato ad Atena per la fondazione di Tebe, sotto suo consiglio seminò in un campo i denti del drago che sconfisse. Ne nacquero gli Sparti, gli uomini seminati, che uscirono dal terreno tutti già armati. All’inizio erano in molti, ma poi, battagliando fra di loro ne sopravvissero solo cinque…Ctonio, Udeo, Peloro, Iperenore ed Echione…”
    Prese a sorridere sotto i baffi. I nomi e la leggenda erano senza dubbio legati alla vera essenza degli esseri ai quali stava dando vita Esmeralda. Ma c’era un errore palesemente grande fra la leggenda e i nomi dati a quegli esseri da Esmeralda. Un errore senz’altro voluto. La questione era che gli Spartoi erano…
    “…tutti uomini, mentre tu qui hai Ino, Agave, Autonoe e Semele, le discendenti donne di Cadmo. Per non parlare di Armonia, la loro madre, figlia di Ares e Afrodite, la dea della concordanza…”
    I miti celano sempre un fondo di verità, e Esmeralda non era affatto stupida. Se aveva fatto quella scelta di nomi un motivo c’era, quindi alla rossa non restava che domandare alla ragazza.
    “…sai dove voglio arrivare. Denti del drago. Ed io di draghi ne conosco solo due, discendenza esclusa. Ora, a meno che non sei stata di recente alla Death Queen Island, vorrei sapere precisamente di chi è il materiale genetico sotto quelle armature. E perché tutte donne?”
    Domande che si affacciavano alla mente di Bibiane una dopo l’altra, anche se quella più importante ancora non l’aveva chiesta.
    “In seconda battuta, io in quegli esseri sento tanto potere, ma manca qualcosa, qualcosa che li permetta di combattere e muoversi. Noi dotammo i Giganti di un anima propria, e come dei si comportavano perché ERANO dei. Abbiamo ancora abbastanza potere per replicare una cosa del genere? Cosa stai progettando esattamente qui?”
    Le parole erano queste, ma la domanda che si stava ponendo la rossa per davvero era:
    Come mai tanta segretezza?




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    ❥ Livello energia: Blu
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    Riassunto & NoteAncora un po' di dettagli su su




    Edited by WandefullStar - 25/8/2017, 15:41
     
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    Post III


    Esmeralda rimase in silenzio ad osservare ed ascoltare con attenzione tutto quello che la sorella le disse e non rimase stupita dal fatto che ella conoscesse talmente bene la storia ma del resto, un dettaglio cosi importante non le sarebbe sfuggito, sicuramente non a lei.

    «Gorthaur?» disse sorridendo. «Lo seguo da quando sono arrivata, ebbi una scaramuccia con lui quando era ancora Druji. Il suo risveglio era inevitabile ma è sintomatico che io e te siamo una delle poche entità a conoscere il suo segreto», poi guardandola negli occhi «poi del resto Naima ora sa di essere Kairos e sai quanto è imprevedibile».

    Caos, si poteva definire semplicemente in quel modo. Esmeralda sapeva bene che tutto quello che stava accadendo, a cominciare dall'Armageddon stava precipitando la loro creazione nel caos eppure lei non se ne preoccupava come se avesse altro in mente, come se tutto quello che stava accadendo facesse parte di un progetto molto più ampio.

    «Corretta e precisa Bibi. Questi benché vengano chiamati Sparti, rappresentano la discendenza di Cadmo, quello che io definisco mitologicamente parlando il signore dei Draghi. Lui benché non fosse un drago riuscì ad usare un potere che andava al di là della sua immaginazione raggiungendo un risultato insperato».

    Fece cenno alla sorella di seguirla verso un altra zona del laboratorio la dove si teneva altri esperimenti, la dove vi era il vero cuore delle sue ricerche.

    «Risponderò alla domanda sul sesso. Esse sono molto più affidabili degli uomini, non è femminismo il mio ma dal punto di vista genetico riescono ad essere molto più riflessive e sono prive di alcuni difetti costruttivi che hanno gli uomini».

    Mentre camminavano si avvicinavano sempre più ad una zona dove Mnemosine poteva percepire un potere immenso, un potere che non era per nulla paragonabile al loro, qualcosa che non si sarebbe mai immaginata di vedere. Quando le porte si aprirono quello che si palesò innanzi a loro aveva quasi dell'incredibile. Un cuore pulsante enorme, sospeso in aria collegato ad alcuni circuiti di natura sconosciuta. Era vivo e possedeva una forza cosmica forse paragonabile a quella del più forte dei Titani.

    «Riikano, o meglio il suo cuore. Egli non è ne Lelouch ne Gabriel in quanto nessuno dei due è un vero Drago. Il drago nero e il drago bianco divennero tali durante il Ragnarok. Grazie alle loro spade divine riuscirono ad esprimere la loro forma primigenea ovvero una forma plasmata dal loro orgoglio, dalla loro anima ma essi non sono veri Draghi. Quello che hai di fronte invece è il cuore del re dei Draghi, l'unico vero Drago esistito. Gli sparti hanno il potere di Riikano e il corredo genetico di alcune tra le donne più forti e importanti di svariate epoche ma non ho alcuna intenzione di attivarli attraverso il nostro Ichor come facemmo coi Giganti. Il rischio sorella mia è troppo grande, ci serve qualcosa di diverso, qualcosa che noi siamo in grado di controllare, attivare e disattivare a nostro piacimento».

    Non molto distante vi era anche il progetto Yorm, ovvero la creatura artificiale usata intrecciando il cuore di Riikano con parte del corredo genetico di Lelouch, era certo che questo non sarebbe sfuggito a sua sorella ma quella era un altra storia ed anche se non ne aveva molta voglia era il caso di parlarle anche di quell'altro progetto che andava avanti di pari passo con quello degli sparti.



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    Personaggio : Esmeralda Rarglove
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : Crono
    Casta : Titani
    Armatura : Soma della Balestra
    Livello armatura : liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Nera
    Supersensi attivi : 7

    Annotazioni

    Andiamo avanti con un po' di rivelazioni. Ottime le osservazioni sugli sparti <3








     
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    Revolutionary Girl Utena - Mitsu no Naifu


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    Bibiane seguì i discorsi di Esmeralda mentre le due procedevano per i camminamenti verso il laboratorio.
    La sorella portava anche lei notizie non buone dal mondo esterno, il che confermava la necessità e l’urgenza di quel progetto. Disse la sua a proposito delle scelte fatte in merito alla costruzione.
    “Concordo sulla scelta del corredo genetico femminile. Gli uomini potranno anche dimostrare molta più potenza, ma a livello mentale c’è qualcosa che non va nei loro meccanismi di controllo. C’è qualcosa nella loro psiche che li porta a romper i freni inibitori, ed è intimamente legato alla loro sessualità…parlo da esperta di uomini...da un punto di vista squisitamente professionale…senza offesa eh?”
    La rossa non si smentiva mai, eppure quel chiacchiericcio di contorno serviva a coprire le sue preoccupazioni. C’erano vari punti in quella questione che le sfuggivano. Non erano solo i piccoli dettagli di funzionamento tecnico. Era un qualcosa di ordine più grande, qualcosa che le diceva che c’era una grossa falla nel piano di Esmeralda.

    Mentre si avvicinavano al cuore pulsante delle operazioni, l’attenzione di Bibiane fu tuttavia attratta dalla potenza che sentiva crescere. Dapprima era vagamente qualcosa, simile a una traccia di profumo lasciata da qualcun’altro sulla propria pelle, ma poi avvicinandosi era sempre più permeata da una traccia cosmica che la investiva ad ondate e che tuttavia le risultava stranamente familiare.
    Mano a mano che ne avvertiva la potenza, la titanide rimaneva sempre più esterrefatta. Non era solo una questioni di proporzioni, del potere immenso che l’investiva come la marea. C’era qualcosa in quel potere di conosciuto, qualcosa che conosceva in Lelouch, in Gabriel, ma qualcosa che ricordava avere avuto anche dentro di se.
    Quando le doppie porte metalliche si aprirono all’interno del laboratorio, la visione la fece rimanere senza parole. Sospeso al centro del laboratorio e collegato alla struttura da circuiti, un immenso cuore pulsante, vivo.
    Il cuore di un drago.
    Bibiane riusciva a stento a seguire i discorsi di Esmeralda. Era insieme spaventata e rapita da quella coscienza. Girava attorno all’organo come a volerne catturare ogni dettaglio mentre la ragazza continuava a parlare.
    “Rikano, il re dei draghi. C’è stato un momento in cui potevo sentire la sua essenza parlare alla mia mente. Pensavo che il suo cuore fosse stato completamente assorbito da Lelouch. Come lo hai avuto?”
    La rossa sembrava estasiata dalla visione. Avevano una fonte di potere primordiale fra le mani. Questo poteva di certo essere usata a loro vantaggio. Potevano sperare di rimettere insieme le cose, attivare parte dell’arsenale che ancora giaceva sopito nei recessi del labirinto e della terra.
    Dare vita agli Spartoi.
    “Scommetto che a questo punto intervengo io”
    la sua stessa frase fermò il flusso delle sue stesse congetture.
    “Quelle corazze sono vuote. Abbiamo solo un corpo e del metallo tutto sommato. Il cuore del drago potrebbe dare l’energia spirituale necessaria, ma quello che manca davvero a quegli esseri è un'anima per muoversi? Non è così?”
    Si ritrovò a fissare Esmeralda. Il volto di Bibiane era entusiasta, e mille domande e modi di incanalare quell’energia le venivano in mente.
    “Tu vuoi che io ti fornisca un sistema di controllo mentale, qualcosa di simile a un'anima, magari fatta di ricordi appositamente costruiti. Ci sarebbe bisogno di una chiave, hai già pensato anche a quella?…”

    Mentre parlava con la sorella, si trovò dall’altro lato della stanza un essere che aveva un’aura familiare. Era simile per energia al cuore in mezzo alla sala, ma aveva la vaga fisionomia di Lelouch. Fu quel dettaglio a mettere in movimento la materia grigia della dea.
    Un essere nato dalla fusione di più razze.
    Perdendosi nel pulsare che invadeva con la sua energia la stanza come un faro, la dea realizzò che rompere quel tabù comportava dei rischi.
    Il flusso della sua voce, che sembrava una cascata in piena, si smorzò in una lenta palude di dubbio.
    C’era un pericolo intrinseco in tutta quella operazione
    “Sai come continua il mito? La discendenza degli Sparti, che erano legati al mondo ctonio e mostruoso, si mescolò più volte con quella divina di Armonia. Ne risultarono solo guai per la città, madri che uccidono i figli e stragi di infanti, fino all’ultimo discendente…”
    Anche in questo caso il mito si fonde con la storia e sotto la superficie la rossa trovò il dubbio che l'affliggeva dall'inizio sotto forma di allegoria.
    “Edipo, lo storpio. Colui che si macchiò dell’infamia di uccidere il padre e giacere con la madre, i cui peccati si riversarono su tutta la città di Tebe. Quell’essere era marchiato dal fatto di avere congiunto due mondi che non dovevano essere congiunti. Le sfere dei cieli con le sfere del mondo sotterraneo. Lui fu sprofondato nelle viscere della terra, la sua tomba non fu più ritrovata, condannando la sua stirpe all’oblio eterno. Hai pensato anche a questo?”
    La rossa si concesse qualche istante per riflettere. Un drago, per quanto celeste, è una creatura totalmente diversa, difficile da controllare, appartenente alla forze primordiali della natura. Si chiese se fosse in grado di gestire la situazione.
    Era in ballo molto più che un arsenale bellico. Non si trattava di costruire dei semplici cannoni. Stavano parlando di forme di vita dalla potenza inimmaginabile e del tutto instabili.
    Non poteva andare alla cieca.
    “È un gioco rischioso…si potrebbe fare ma se devo essere della partita devo sapere tutto. Lui cosa è di preciso? Perché hai lavorato da sola? Perché non hai avvertito ne Prometeo ne me finora?”
    La rossa tralasciò il particolare saliente. Perché non hai avvertito nostro fratello?
    Esmeralda stava di sicuro nascondendo qualcosa.





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    Edited by WandefullStar - 25/8/2017, 15:44
     
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    Esmeralda era consapevole che mostrando tutto quello a cui stava lavorando a Mnemosine sarebbe stata costretta in un modo o nell'altro a dirle molte cose, ad aprirsi a lei e questo gioco avrebbe potuto mettere a rischio non solo se stessa ma tutto il suo lavoro, del resto c'era in gioco molto più che tutto questo, molto più che un progetto folle e ambizioso.

    «Sono cresciuta in un mondo in cui non c'era nulla. Un mondo dove tutti i miei affetti sono stati spazzati via dall'ingordigia di un uomo, un luogo dove Lelouch si ostinava a combattere una guerra persa. Lo sentivo piangere nelle profondità dell'oscurità incolpando se stesso di non esser riuscito a salvare nessuno a parte me. Uno dopo l'altro tutti morirono e portavamo su di noi il peso di quelle anime dilaniate e mangiate da Gabriel. Lui era un uomo molto diverso da quello che tu conosci, un uomo che mi ha insegnato che non bisogna mai perdere la speranza perché finché vi è una sola vita vale la pena di combattere».

    Si fermò un istante perché quei ricordi la facevano soffrire. Ricordare quegli anni passati nascondendosi e scappando furono gli anni più dolorosi ma anche quelli che formarono l'Esmeralda che ora aveva Mnemosine davanti agli occhi.

    «Crono, quando si palesò in questo mondo strappò il frammento del cuore di Riikano dal suo corpo, conscio che unire l'Ichor e Riikano avrebbe avuto effetti devastanti. Il ritrovamento di quel frammento, che ora è in mano di Eleuteria mi ha condotto la dove stava il corpo del Drago».

    Poi si avvicinò a Yorm, che stava immerso in quella che pareva una camera di contenimento e osservando quei lineamenti avvicinò la sua mano quasi a voler toccare il volto di quel ragazzo.

    «Lui mi ha mostrato come fare. Ho usato il potere di Riikano, miscelando il suo corredo genetico con quello di Lelouch e di altre entità ma non aveva vita, non viveva e il genoma del Drago rigettava sempre tutto, non riuscendo nemmeno a mantenere la forma che ora vedi, poi ebbi un'illuminazione». Ella mostrò il pendente che aveva al collo e togliendolo lo porse a Bibi.

    «Questo è un dente di Lelouch, un dente di quando era Drago. Me lo diede prima di farmi partire ed ero convinta che fosse solo un portafortuna ma in verità non era cosi, qui vi era nascosta tutta la sua essenza, i suoi desideri, i suoi ricordi, la sua sofferenza e questa fu la chiave che mi permise di realizzare Yorm».

    Si fermò nuovamente aspirando e cercando di trovare le parole giuste. «Si, so dove trovare la chiave ma senza di te nulla avrebbe senso, non posso permettermi errori. Una volta trovata la chiave serve tutta l'essenza di Mnemosine per poterla attivare e per quanto è vero che io sono Teia, devo pur fidarmi di te. Lelouch si fidava di te e io devo farlo. Crono punta alla distruzione dell'umanità ad un progetto che io non condivido e non condividerò mai, Prometeo per contro punta alla totale salvezza di tutti gli uomini ma ci sono cose che non accetterebbe».

    Poi la guardò negli occhi e fissandola concluse «I pericoli sono grandi, si corre il rischio di azzerare ogni forma di esistenza di questo e di svariati universi e ne sono consapevole ma è un rischio che io sono pronta a correre. Non voglio un mondo schiavo di una sola entità, non voglio un mondo dove gli Dei si riprendono i loro troni. Padre e Figlio combatteranno ancora una volta, coinvolgendo tutti noi in una guerra senza fine che si ripete dall'alba dei Tempi».

    Si asciugò le lacrime che rigavano il suo bel viso. Aveva messo in tavola tutte le carte, forse in modo avventato, forse conoscendo bene i rischi che stava correndo ma non poteva fare altrimenti, doveva fidarsi almeno di lei, doveva.



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    Personaggio : Esmeralda Rarglove
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : Crono
    Casta : Titani
    Armatura : Soma della Balestra
    Livello armatura : liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Nera
    Supersensi attivi : 7

    Annotazioni

    Gud, penso che abbiamo estrapolato per bene la situazione con i pro e i contro. Ora direi che è il momento di passare all'azione no? <3 Decidi pure cosa fare, se accettare o meno la sua proposta cosi andiamo avanti.








     
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    Game of Thrones Season 6 Soudtrack - I Choose Violence


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    Mnemosine non seppe come prendere la cosa.
    Dimenticava a volte, caso buffo per la dea della memoria, che quella oltre ad essere sua sorella era anche Esmeralda, una ragazza che aveva vissuto in un tempo fuori dal loro.
    Ci doveva essere un mondo fatto solo di tenebre, al di là della propria conoscenza, eppure sapeva bene di cosa la ragazza parlava.
    Lei sapeva cosa voleva dire perdere tutto, perfino se stessa, in un mondo senza luce e speranza, dove solo l’oblio sembra l’unica consolazione. Eppure, quei due esseri si erano ritrovati, per vie traverse, allo stesso incrocio col destino.
    Esmeralda forse era quella che aveva perso più di tutti in quella situazione. Il padre l’aveva lasciata due volte.
    La prima, quando quello suo biologico si era fatto corrompere ed aveva attaccato l’isola della Regina Nera, sparendo chissà dove nel mondo. La seconda, quando quello di questa linea temporale era diventato Chronos, annullando così la sua personalità per il potere.
    Non si doveva dunque stupire per quella reazione eccessiva, quell’ossessione per quelle armi che stava progettando, eppure le parole della ragazza, spogliate dalla tristezza e dall’amarezza, non poterono fare a meno di farla rabbrividire.

    La ragazza aveva accennato ai piani di Chronos per quel mondo, piani infausti. Bibiane non sapeva esattamente cosa il fratello aveva in mente ma ugualmente ne aveva paura. Mnemosine per eoni era stata la guardia vigilante sulla pazzia del fratello, a dispetto di tutti i loro fratelli. Il suo compito pareva non finire mai, neanche adesso, in quel mondo di tenebra.
    Cosa voleva fare il fratello? Perchè voleva distruggere la loro creazione?
    Non sapeva se le informazioni della ragazza erano giuste o dettate dal suo stato d’animo, ma il seme del dubbio, che era già gettato nell’animo della titanide dai comportamenti strani del loro re, ne fu alimentato.
    Fu quel germe nero che le strisciava in petto, che le permise di prendere la decisione definitiva.

    Bibiane concesse a lei ed Esmeralda qualche secondo per calmarsi. Doveva vuotare anche lei il sacco:
    “Io mi sento doppiamente colpevole, Esmeralda, sia come Bibiane che come Mnemosine”.
    La rossa si concesse qualche istante ancora. Non era incline alle lacrime come la ragazza, le si erano asciugate in anni di fatiche e perdite. Quello che non bagnava i suoi occhi si trasformava in una specie di velo triste che le ricopriva il viso, dandole un aria malinconica ed amara.
    La maschera era alzata.
    “Da umana ho evitato il Ragnarok, inconsapevolmente portandoci a quel giorno che ha distrutto tutto. Da dea invece ho previsto tutto, eppure non sono riuscita a fermare nostro fratello. Ho provato in ogni modo ad evitare che questo giorno arrivasse. Una parte di me è fuggita al sigillo. Ho istruito Gazka, ho mascherato le memorie di nostro fratello, ma nulla è valso. So bene come funziona, ci siamo passate innumerevoli volte, forse io lo ricordo meglio di te visto qual è il mio dominio. Io non voglio che nostro fratello sia a piede libero. Quando eravamo tutti qui, riuscivo in qualche maniera a controllarlo, ma adesso è sciolto da ogni freno, e la cosa mi inquieta. Io voglio bene a nostro fratello, e volevo bene anche a Lelouch quando era ancora umano, ma non voglio che la sua follia rovini noi e lui stesso”.
    Disse la sua ammissione di colpa quasi di un fiato, sconfitta nell’animo. Stavano guadando un fiume dalle acque pericolose, che poteva trascinarle vie in ogni istante. Le implicazioni scientifiche di quel piano avevano grosse conseguenze sulla struttura della realtà stessa per come la conoscevano. Stavano per innescare un bomba che, se mai fosse sfuggita al loro controllo, poteva distruggere qualsiasi cosa sulla faccia della terra.
    “Se c’è solo un modo di controllare nostro fratello, se questo anche ci porterà su strade pericolose, se dovrò scegliere fra una pace fasulla e uno scontro violento, scelgo la violenza”.
    Bibiane aveva preso la sua decisione. Avrebbe seguito la sorella in quella strada impervia. Era molto determinata e spaventata allo stesso tempo. Nulla sarebbe stato più come prima.
    “Mostrami il passo successivo”.





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    Gli istanti che seguirono quelle ultime parole di Mnemosine furono ore di frenetici preparativi per quella che era una vera e propria missione. Esmeralda mostrando una determinazione propria della sua famiglia aveva organizzato praticamente ogni cosa ed era pronta per quella che ai più poteva sembrare una missione suicida. Le due tornarono nel laboratorio dove una nave spaziale li attendeva. Del resto i Titani sapevano erano davvero bravi in certe cose ma quello che apparve innanzi agli occhi di Bibiane era qualcosa che andava al di là della sua immaginazione.

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    La nave era stata preparata e di li a poco sarebbero partiti. Le due sorelle stavano in plancia di comando e attendevano solo di partire per quella che sarebbe stata una delle avventure più emozionanti di sempre e solo dopo lunghi istanti di silenzio Esmeralda si decise a parlare.

    «Abbiamo bisogno di una fonte di energia unica, inesauribile. Non posso permettermi il lusso di restare a corto di potere, del resto avere una fonte di energia sostenibile è qualcosa che gli uomini desiderano da sempre».

    Si fermò qualche istante «È stata chiamata in molti modi e rappresentata in modo ancor più bizzarro. Parlo dell'Uroboro, buffo se penso che i Black Saint lo usano compre proprio simbolo. Non parlo del simbolo dell'infinito, non parlo della sua connotazione più ovvia e scontata e il simbolo ultimo del potere di Iperione. Parlo dell'uroboro nella sua concezione alchemica, assimilabile a quello che gli alchimisti definiscono erroneamente la pietra filosofale».

    Si soffermò a guardare Bibiane poi riprendendo «Qualcosa che non sono mai riusciti a creare. Una ricerca senza alcun esito di alcuni poveri stolti dalle limitate capacità. Mi riferisco a quello che i Cristiani hanno chiamato il Sacro Graal, rubando qualcosa che non apparteneva a loro ma bensì il Calderone di Dagda».

    Si fermò, voleva che la storia la continuasse Mnemosine.



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    In quanto dea della Memoria continua te il racconto e dimmi un po' dove stiamo andando a recuperare il Calderone. Voglio che "guidi" te la nave. Nel senso, decidi la destinazione in base alle leggende, descrivi il viaggio con eventuali attacchi e fermati prima di atterrare :P








     
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    Yoko Takahashi - A Cruel Angel's Thesis [Neon Genesis Evangelion]


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    Le ore erano passate in fretta fra mille preparativi. Le due si scambiavano opinioni, informazioni utili e disponevano le cose in modo da facilitare le operazioni. Si prospettava davanti a loro un viaggio di qualche sorta, ma in qualche modo Esmeralda aveva il vizio, come il padre, di tenere i dettagli salienti per lei per poi rivelarli in maniera scenica al momento opportuno.
    Fortunatamente Bibiane aveva fatto il callo ai Rarglove e diede corda alla ragazza, ma Esmeralda non era la sola a dare ordini. Lei si attaccò a quello che sembrava un residuato di un cellulare opportunamente modificato, a dare ordini. La titanide della memoria evidentemente aveva messo da parte delle risorse da sfruttare al momento opportuno. Aveva lo stesso vizio e per questo forse si sentiva una di famiglia, a prescindere dal legame di sangue titanico che li legava.

    Si lasciò sorprendere piacevolmente quando dopo poco le due si ritrovarono al laboratorio. Mnemosine aveva optato per vestire la sua Soma si dall’inizio. La missione che le aspettava non era per nulla semplice e voleva andarci con i piedi di piombo, eppure mostrava una certa sicurezza d’animo baldanzosa e sfacciata. Era il suo stile del resto.
    Si fece stupire piacevolmente dai mezzi messi a disposizione dalla sorella, che dispiegò davanti ai suoi occhi un pezzo da novanta della flotta titanica. Navi interstellari di quelle dimensioni non si vedevano dall’alba dei tempi. L’hangar che ospitava la nave stellare era un turbinio di tecnici e addetti ai lavori che mettevano in moto il veicolo. Finalmente la rossa trovò una spiegazione al fatto che la maggior parte degli esseri umani che aveva sottratto alla corruzione sembrava sparita misteriosamente dal labirinto. Sullo sfondo, presenza inquietante, gli Spartoi che giacevano immobili, pronti ad essere attivati dalle due sorelle.
    Fu solo quella vista che, per un istante, fece apparire un moto di preoccupazione sulla faccia di Bibiane, che da sotto il velo di sicurezza nascondeva preoccupazioni profonde sulle implicazioni che quell’impresa avrebbe portato.

    Entrando nella nave, la rossa si fece sfuggire un fischio di approvazione e stupore davanti allo tecnologia ospitata all’interno. Avanzava al fianco della sorella verso il ponte di comando, sorridendo sotto i baffi.
    Quando arrivarono alla plancia, attese pazientemente che la sorella le illustrasse dove voleva arrivare, seguendola con attenzione, annuendo con il capo e guardandola di sottecchi. Il ponte di comando ospitava più postazioni per tecnici e personale di bordo, ognuno con dei pannelli di controllo ben specifici. Sembravano un misto di tecnologia touch ed olografica, con schermi sia allo stato solido che proiettati a mezz’aria. Davanti a loro una grossa finestra che dava sull’esterno, mostrando le ultime operazioni di sgombro dell’hangar.

    Gli esseri umani impegnati in quell’operazione stavano inserendo gli ultimi dati di attivazione, quando le ultime parole di spiegazione furono pronunciate da Esmeralda.
    Bibiane sorrise compiaciuta per l’ambizione della sorella; non poteva sperare di trovare compagna di viaggio migliore.
    “Uh uh…puntiamo in alto sorella, ma prima che ci imbarchiamo mi sono permessa di chiamare un po della mia gente”
    A quelle parole, le porte della plancia si aprirono lasciando entrare nove donne, di diversa etnia, età e stazza.
    “Non penso di dovertele presentare, spero ti ricordi di loro. Senza offesa per i tuoi sottoposti, ma ho pensato che un aiuto in più dalla famiglia sia gradito. Le ho raccattate da poco ai quattro angoli del globo, ma finalmente ho riunito le mie ragazze. Adesso se permetti…”
    La rossa si rivolse alle nuove arrivate, che stavano sull’arco della porta pronte a ricevere ordini.
    “Bene ragazze, abbiamo del lavoro da svolgere. Tutte ai posti di comando come stabilito, attivate il modulo SHINING”
    Le donne scattarono nelle postazioni di comando della nave, ognuna sembrava ben esperta di quella che faceva. Una delle nove, capelli biondi ed aspetto algido, si avvicinò al centro del ponte di comando, e premendo alcuni tasti vicino a una poltrona rialzata dal pavimento, fece scendere dal soffitto un casco di metallo lucente, collegato da cavi al resto dell’aeronave.
    Bibiane si portò alla postazione di comando imbastita per lei e prese dalle mani della ragazza il casco lucente, poi si rivolse alla sorella:
    “Non ti dispiacerà se ho detto alle ragazze di installare un po’ della mia chincaglieria a bordo. Il nostro viaggio non sarà esattamente una scampagnata e ho pensato che più potenza di fuoco avevamo, meglio sarebbe stato. Mi perdoni vero?”
    Mnemosine pronunciò l’ultima frase con il sorriso sornione tipico della ragazza che ha appena commesso una marachella, ma di lì a poco le sparì dal viso. Era tempo di diventare seri:
    “Userò il mio potere per mettere insieme le memorie sepolte nel tempo e stabilire una rotta. Se qualcosa va storto, saremo in guai seri. Buona fortuna Esme…”
    si infilò il casco in testa e si sedette alla sua postazione. La titanide poté sentire il suo cosmo risuonare in sincrono con l’aereonave, che in quel momento funzionava come una specie di antenna per i suoi poteri mentali. Nella sua percezione, la realtà intorno a se scomparve in milioni di tasselli, lasciandola sola galleggiante nel cosmo. Quello era il luogo da dove avrebbero iniziato il loro viaggio.

    La coscienza della rossa tornò alla plancia, pronta a dare ordini. Ai suoi comandi, le nove donne traducevano automaticamente in azioni il pensiero della titanide, come se fossero un unico essere. Una macchina oleata e ben funzionante:
    “Iniziare il countdown al decollo”
    Modulo SHINING connesso al sistema di comando
    All green dalla CADMEA
    Motori della BBB in riscaldamento
    Tasso di sincronia in aumento

    “Tutte ai posti stabiliti”
    Tasso di sincronia al 75%
    Armi equipaggiate.
    Routine di cablaggio dei sistemi effettuata. Nessuna anomalia

    “Aprire le porte dell’Hangar”.
    Sistemi di difesa connessi
    Tasso di sincronia al 90%
    Tutti i sistemi sono online e funzionanti.
    Il nucleo di propulsione sta per raggiungere la massa critica

    “Bene, ragazze, siamo pronte. Seguite il flusso dei miei pensieri ed arriveremo senza sforzo”
    Salto dimensionale dal labirinto pronto.
    Sincronia ultimata. Diagramma di sincrono sovrapposto.
    Siamo pronte.
    Dai l’ordine, big Mama

    “GO!”

    La finestra davanti a loro mostrò il salto dimensionale che la nave fece per passare dal labirinto alla dimensione nella quale si trovava il pianeta terra. Bibiane portò la nave fuori dall’atmosfera terrestre viste le dimensioni del bolide che stava pilotando. Il cosmo brillava sopra di loro in un manto di stelle, mostrando il sole grande nella sua magnifica potenza. Fu lì che Bibiane rispose finalmente alla sorella. Ad ogni sua parola, venivano proiettati sulla finestra coordinate, dati e immagini direttamente dalla sua mente in rune a loro familiari, alle quali lo staff reagiva prontamente impostando i parametri di navigazione:
    “Il Sacro Graal, l’opera magna. La perfezione sempre ricercata e mai raggiunta dall’uomo. A dare conto alle leggende cristiane, la fonte della grazia divina doveva essere il calice nel quale fu raccolto il sangue del Cristo morente, se non fosse che i cristiani avevano il brutto vizio di appropriarsi di storie e tradizioni non loro. Questioni di potere. Se dici che una cosa è tua, prima o poi finirà col divenirlo.”
    La nave si mosse senza nessun sussulto verso la terra. Il pianeta sembrava un enorme sfera azzurra screziata di bianco, che come un faro luminoso invitava i naviganti ad approdare. A bordo, regnava un clima colloquiale e scherzoso fra le ragazze che seguivano il racconto delle la titanide della memoria per apportare i dati nei comandi della nave.
    “Molti si persero tentando di possedere un potere che davvero non comprendevano, ben mistificato sotto un velo di informazioni errate o poco corrette. Le leggende esoteriche narrano che il Sacro Graal si staccò dalla fronte di Lucifero. Lo stesso calice fu utilizzato da Set, il figlio di Adamo. Quando il padre si ammalò, egli tornò al giardino dell’Eden implorando Dio di dargli una cura per il male del padre. Il Signore, come per volere dire agli esseri umani che non li avrebbe abbandonati mai, diede al ragazzo un farmaco, che lui raccolse in quella portentosa coppa”.
    L’impatto con l’atmosfera fu dolce. La nave spaziale si limitava a prendere una rotta impicchiata, non curante dell’attrito dell’atmosfera che faceva brillare lo scafo. Dal basso, una coppia di sopravvissuti in una landa deserta vide la nave e la scambiò per una stella cadente. Espressero un desiderio di libertà da quel male che stava attanagliando la terra.
    “Secondo i manoscritti, la coppa era ovunque, dall’arca di Noè fino ai re di Israele, passando di mano in mano, sparendo dalla storia e riapparendo, fino ad arrivare sulla tavola dell’ultima cena. Ma prima di passare alla fase successiva, vorrei farvi notare una cosa…”
    Superati gli strati iniziali dell’atmosfera, la nave fece una correzione all’inclinazione di ingresso e iniziò a perdere quota dolcemente per scendere a livello della superficie. Nel frattempo, i processori inseriti nel casco continuavano ad elaborare i pensieri di Mnemosine, mostrando dati, immagini e tracciati utili alla loro missione.
    “Sacro Graal è trascritto come San greal, che corretto ulteriormente può anche essere scritto come Sang real; sangue reale. Alcuni esseri umani pensavano che si trattasse della discendenza di Cristo attraverso la Maddalena rifugiatasi in Francia. Ora, facendoci due conti, quale liquido, di origine divina, assimilabile al sangue, che cura ogni male conoscete e potete trovare sotto mano?”
    Ichor
    “10 punti a Grifondoro”.

    L’ambiente a bordo era rilassato, mentre da sotto le nuvole finalmente faceva capolino la terra. Il visore della plancia di comando offriva lo spettacolo del sorvolo del continente Europeo, luogo di nascita della saga del Sacro Graal.
    “L’ichor, il sangue immortale. Noi titani ne disponiamo abbastanza per noi, ma non infinitamente. Questo sangue è la fonte del potere, è l’essenza stessa della creazione divina. Per la nostra missione sarebbe la componente ideale. Ma dove trovarlo? Si dice che Giuseppe di Arimatea, dopo la crocifissione di Cristo, portò con se il calice in quella che, tempo dopo, sarebbe diventata la mistica isola di Avalon”.
    Erano scese parecchio di quota. Stavano volando ad altezza aereo e da sotto si poteva intuire la superficie terrestre. Il posto sembrava miracolosamente salvato dalla corruzione, visto da quell’altezza. Campi verdi si estendevano ancora per chilometri, anche se di edifici di fattezza umana non se ne vedevano, eccettuate rovine antiche.
    Stiamo sorvolando Glanstonbury, Big Mama
    “Questo posto porta le tracce di quella mistica terra. Pensare che qui sono nata. Coincidenze?”
    Non credo
    “Spiritosa lei. Pensa a inserire le coordinate se non vuoi che te le suono…comunque di quell’artefatto si persero le tracce, nella storia comparve e scomparve in periodi più o meno di crisi. Quell’artefatto tuttavia non contiene minimamente il potere che cerchiamo, ma ne è solo una copia, come l’impronta nella cera lasciata da una statua. E, qui, ragazze mie, entra in gioco il nostro caro Calderone di Dagda”.

    La nave virò verso est, portata dal potere di Bibiane che con il suo racconto stava mettendo insieme tasselli di mito e storia. Davanti a loro il viaggio sembrava ancora lungo e la nave, complice la stanchezza del titano, iniziava a rallentare.
    “I miti cristiani sul Graal non sono altro che un impadronirsi di qualcosa che non è loro. Quello che loro chiamavano Graal era in realtà un oggetto molto importante appartenuto un tempo a uno dei capostipiti dei Tuatha De Dannan, un’antica stirpe divina, per come la conoscevano i celti. Non sono mai stata sicura che loro si riferissero a noi o ai loro dei, fatto sta che fra questi tesori c’era il Calderone magico di Dagda. La particolarità di questo artefatto è che era sempre pieno. Poteva sfamare popoli interi senza esaurirsi mai, e serviva a contenere la lancia di Lug, che grondava perennemente sangue”.
    Ma non era Longino che aveva una lancia?
    “Lug, Longino, chiamatelo come vi pare. Dipende dal punto di vista dal quale lo vedete. Insomma un contenitore per il sangue divino. Quello è l’artefatto che cerchiamo. Un oggetto che genera perennemente potere… Anche se il mio discorso è fuorviante. Nelle storie si parla di manufatti, ma non è detto che quello che è narrato corrisponda alla realtà dei fatti. Gli esseri umani preferiscono descrivere come manufatti straordinari situazioni di cui non comprendono la profonda natura”.
    Abbiamo passato il mare di Irlanda, saremo in prossimità della Giant’s Causeway a breve.
    La nave viaggiava a una velocità bassa. Le memorie faticavano ad uscire dalla mente della titanide, che sotto il suo colloquiare tranquillo stava facendo un enorme sforzo, per tenere insieme la rotta, la nave e dare ordini. Una delle ragazze al suo fianco monitorava costantemente i suoi segni vitali con un espressione seria in viso, detergendole il volto imperlato di sudore.
    “Grazie cara…Si dice che i Tuatha de Dannan vennero in irlanda e qui regnarono. Portarono con se quattro grandi manufatti. Oltre la lancia, la spada, la pietra e il nostro calderone. Tuttavia, Il calderone che cerchiamo fu portato in Irlanda da un altro posto,. Si dice che questa gente imparò le arti druidiche nelle isole iperboree. Lì siamo infine diretti, verso una mitica città di nome Murias”.

    Siamo sorvolando l’Oceano. Direzione polo nord.
    L’ilarità dell’equipaggio femminile svanì alla visione della distesa d’acqua. Il cielo si coprì di un manto di nubi e d’un tratto, iniziò a piovere in maniera torrenziale. I loro occhi erano incollati agli schermi, pronte a scambiare dati fra di loro e con il resto della nave. Nessuno più aveva voglia di giocare.
    “Curiosa analogia, non trovate?. I greci vollero dare la stessa ubicazione all’isola degli eroi, dove situarono il regno di Crono, nostro fratello. Tuttavia vorrei farvi mettere insieme alcuni dettagli. La pietra filosofale di cui parlavi, è formata da due parti, una solida e una liquida, chiamata comunemente elisir di lunga vita. Siamo parlando sempre della stessa cosa. Sangue divino. Ichor. Analogamente, l’ ouroboro che rappresenta il mondo, è formato da due parti. Una parte ben piantata sulla terra ed una alata. Lucifero, dal quale si stacco il sacro Graal, prima della caduta era un essere divino e risiedeva in cielo…e che perse parte della sua essenza divina. Un oggetto metallico per di più…”
    La nave continuava a procedere lentamente sulle distese infinite dell’oceano. Le donne si scambiavano occhiate salienti fra loro, silenziose, per poi ributtarsi nel loro lavoro di controllo e monitoraggio. Ben presto la sala fu avvolta dal solo cicaleggio delle macchine e dalla voce di Bibiane, che sembrava suonare a questo punto tremendamente stanca.
    “Ricordate tutte per bene. Sotto la mitologia cristiana si cela in realtà un racconto a noi familiare. Quando fummo costrette ad abbattere nostro padre, un suo pezzo si stacco dal suo corpo. L’evirazione di Urano, come poi venne tramandata nel mito. Una parte del corpo, quella che conservava la sua forza generatrice. Un pezzo del corpo, quindi un pezzo della sua armatura, di metallo…come vedete il cerchio si chiude. Ma il flusso di potere infinito che si staccò da lui finì in mare. Non generò più nulla perché fu sfruttato a vantaggio di una persona che conosciamo bene…”
    Il cielo sopra l’oceano si scurì vistosamente, fulmini e lampi appaiono all’orizzonte. La tempesta entrò nel vivo, mentre le donne afferrano i bordi delle loro postazioni, gli occhi fissi sullo spettacolo del mare che si alzava in enormi muraglie di acqua che sembravano volere ghermire la nave, non riuscendo ad arrivarci in altezza, come denti di una bocca sempre in agitazione, che brama la preda per sbranarla.

    Pronunciare un nome equivale a portarlo alla memoria, il che equivale a dargli potere. Ma arrivati a quel punto, alla rossa non rimase alcuna alternativa. Se volevano proseguire dovevano passare per quella memoria che portava quel nome. Nel clima di tensione generale, le parole dalla Bocca di Bibiane uscirono a stento.
    “Ponto”
    La voce di Bibiane fu come un eco pronunciato nel silenzio assoluto. Dal mare arrivò pronta la risposta.
    Una tromba d’acqua si sollevò improvvisamente, prendendo di striscio la nave spaziale e facendo vibrare l’abitacolo. Nell’urto, suonarono allarmi all’interno della plancia di comando. Le donne, inizialmente sbilanciate, si rimisero in piedi, con lo sguardo carico di aggressività. Erano pronte a combattere, Bibiane in testa che sembrava ridestata dallo impatto.
    “Maledizione! Come temevo parte della sua essenza vaga ancora nel mondo. Melpomene, Report!”
    Scudi non alzati per tempo, danni riparabili. Sistemi online. Perdita di potenza ai motori. Perdita di quota debole ma costante.
    “Abbiamo avuto culo. Ragazze, siete preparate a questa evenienza. in formazione di attacco!”
    Come un solo organismo, le donne guidate da Mnemosine si disposero alle loro postazioni, sguardi incollati verso i loro schermi. Il mondo fuori sembrava al rovescio, come qualcuno agitando l’acqua in un contenitore, la facesse andare sia sopra che sotto.
    Manovra diversiva
    Equilibrare la perdita di energia ai motori
    Energizzare gli armamenti
    Ragazze, SAMBA!

    La tromba d’acqua tentò un paio di volte di colpire la nave, che riuscì con vari avvitamenti sulla superficie delle onde a non farsi prendere. Tuttavia, il danno subito ai motori e lo sforzo di Mnemosine di mantenere la rotta non permisero alla nave di riprendere quota e andare al massimo della velocità. Dopo svariate manovre, il turbine si allargò circondando la nave da ogni lato, premendo inesorabilmente contro gli scudi e di rimando verso la mente di Bibiane.
    Gli Scudi sono al massimo, ma non reggeranno a lungo
    “Talia, dopo avrò bisogno di un’aspirina”
    Questo stronzo non molla, Capo.
    Di questo passo ci stritola.

    “Ragazze ho bisogno del vostro supporto. Clio al comando, Urania prendi il timone, Polimnia alla postazione di tiro. Erato alla postazione di calcolo. Ho voglia di ricordare a quello stronzo che il suo vero io è rinchiuso in una piccola sferetta di metallo”.
    Ricevuto big Mama. Bypassare il comando mentale, controllo manuale inserito.
    Energia al sistema di sincrono mentale.
    Fuori i cannoni a sistema misto
    Segni vitali costanti. Può farcela.
    Cannoni cosmici energia al massimo, tasso di sincrono in override. Spinta telecinetica incanalata.

    “Fate fuoco al mio segnale”.
    La mente di Mnemosine si espanse mentre il suo viso si contrasse per lo sforzo. La titanide cercò di incanalare il suo cosmo e le sue facoltà mentali nei circuiti della nave, tentando fondersi con essa. Il potere proveniente da lei si fuse passando attraverso i cavi del casco fino ad arrivare ai sistemi di alimentazione dei cannoni della nave, mettendoli in modo e sommandosi ad essi in maniera esponenziale.
    Mentre la rossa rimaneva chiusa nel suo mondo mentale, le donne intorno a lei assunsero il comando dell’operazione, secondo al catena di comando stabilita.
    Sistemi vitali in affaticamento, siamo alla soglia di sopportazione fisiologica.
    Lock del bersaglio eseguito
    Stronze muovetevi altrimenti non ci regge
    Non è colpa mia se questa ferraglia fa i capricci.
    Silenzio e muovete il culo.
    Cannoni pronti.
    Diagrammi di sincrono in assoluta sovrapposizione
    Eccoci, tutti in posizione.
    Vai Bibi

    Un urlo lacero venne emesso dalla bocca della titanide, presa dallo sforzo di sommare il suo cosmo ai sistemi energetici della nave:
    FUOCO!
    I cannoni di energia spararono un misto di plasma ed energia cosmica che impattò violentemente sul muro d’acqua, vaporizzandolo all’istante. L’esplosione ascendente fu tale da inondare la visuale della plancia e facendola vibrare violentemente. I sistemi di illuminazione vacillarono e a stento l’equipaggio riuscì a rimanere in piedi. Ma dopo pochi secondi di incertezza tutto tornò alla normalità. Il cielo ridiventò sereno, il mare una tavola piatta.

    Talia, report medico.
    Cosciente, fra poco si riprende
    Continuerà a rompere.
    Che palle!!!

    Bibiane aveva perso i sensi giusto per qualche secondo, ma si ridestò con un aria soddisfatta mentre una delle donne le asciugò un rivo di sangue dal naso.
    “Sto bene, sto bene. E vi ho sentite sa…siete sfortunate ma dovete sopportarmi ancora a lungo. Siamo pronte?”
    Yes big Mama
    Il clima tornò sereno in cabina di comando. Le donne apparivano di nuovo sorridenti e con la voglia di scherzare che le caratterizzava poco prima della battaglia.
    “Bene, allora dovete subirvi un altro mio spiegone”.
    Si, ma prima fatti visitare.
    “Sto bene! E siamo praticamente arrivate! Ricollegate tutto ragazze!”
    Sistemi di sincrono riattivati, diagramma normale.
    Sistemi di propulsione a regime.
    Sistemi di supporto funzionanti, danni in riparazione.
    Armamenti rienergizzati
    Scudi attivati
    All green

    “Bene ragazze. Arrivate a questo punto, dovremmo trovare le isole iperboree. Ma fisicamente, c’è un solo punto sulla faccia della terra che può ospitare la città di Murias. Un punto all’estremo nord del mondo dove la terra è viva e continua a generarsi. La mitologia vuole che i resti di nostro padre caddero nei pressi di Cipro, ma il mondo è cambiato parecchio da allora, se pensate che Atena sotterrò Encelado buttandogli addosso l’intera Sicilia. Con buona pace anche del nostro nemico che ci ha messo mano, la virilità di nostro padre fu trasportata e custodita qui a nord. Sto parlando dell’Islanda”.
    Velocità di navigazione in diminuzione. Stiamo sorvolando la caldera dell vulcano Askja
    La nave spaziale era arrivata al punto indicatole da Mnemosine. La sua mole faceva ombra al lago che sorgeva incassato dentro il cono di un vulcano, proprio al centro dell’isola sorta su una faglia in mezzo all’oceano. Letteralmente, nuova terra che si crea.
    La rossa si sfilò il casco dalla testa, mostrando il viso bianco e tirato. I capelli le caddero pesanti sulle spalle, inzuppati di sudore, mentre lei si terse la fronte con il dorso della mano. Dopo pochi istanti ad occhi chiusi e qualche respiro profondo, e con il bene placido della donna che le faceva da medico, si rivolse infine alla sorella:
    “Spero che il viaggio si stato di tuo gradimento. Mi spiace del piccolo inconveniente in mezzo all’oceano, ma sembra che ce la siamo cavata”.
    Sistema di propulsione in standby.
    Ancoraggio Dimensionale attivato.
    Monitoraggio ambientale in corso.
    Comunicazioni online.
    Passaggio dal sistema SHINING al pilota manuale

    La rossa si alzò dalla poltrona. Sembrava provata, ma riusciva a camminare, il che era un bene. Si avvicinò ad Esmeralda, sorridente
    “Ce dici? Atterriamo?”





    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Blu
    ❥ Stato fisico: intatto
    ❥ Stato mentale: non alterato
    ❥ Stato Cloth: intatto



    Riassunto & NoteChiedo venia per qualche refuso, ma l'ho letto fin troppo. Ecco fin dove arrivano le mie pippe mentali. In sostanza, stiamo cercando una parte di Urano che è stata indentificata come Graal. Arriviamo alle isole iperboree e chi più ne ha più ne metta. A te lo sbarco. PS: le mie ragazze sono delle tamarre.




    Edited by WandefullStar - 25/8/2017, 15:57
     
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    POST VI





    «Vi stavo aspettando»

    È un messaggio telepatico che arriva chiaro e preciso alla mente di Esmeralda e Bibiane e quella voce, quella cadenza l'avrebbero potuto riconoscere anche tra mille ed era maledettamente chiara e precisa. Esmeralda si girò istintivamente e guardando dallo schermo vide una figura che non si sarebbe mai aspettata: un demone alto una quarantina di metri che impugnava una lancia nella mano destra e stava mangiando qualcosa.

    «Maledizione» disse nervosa. «Maledizione adesso cosa dovrei fare?»

    Lei aveva la visione molto chiara, sapeva che quello che aveva di fronte era Lelouch, era in fondo suo padre.

    qvwFOpZ



    «Predisponete Ino» disse senza mostrare alcuna emozione. «Connette lo spartoi con me, useremo la mia energia, il mio Ichor per alimentarlo», poi rivolgendosi a Bibi «Avrai capito che è Lelouch vero? Che dobbiamo aprirlo per recuperare quello che ha mangiato no? Sali su Ino, tu guidalo io ti fornirò l'energia e spero che non abbia ancora smarrito tutta la sua umanità se no per noi è davvero la fine».

    Si sedette.
    Doveva stare calma e cercare di non farsi trasportare dalle emozioni. Mnemosine aveva bisogno di tutto il suo cosmo, di tutta la sua determinazione per riuscire a fronteggiare l'avatar della guerra, un apostolo che un tempo era Lelouch. Il Demone rimase fermo a fissare l'astronave senza far nulla. Attendeva con pazienza lo scontro, che presto sarebbe arrivato e tutto ciò ricordava come lui era da uomo. Ma cos'era rimasto del Gold Saint di Scorpio?

    XHzCy8n


    9FXns1Y
    Bon. La situazione ti è chiara no? Dovrai scontrarti con "Guerra" ovvero Lelouch corrotto. Esme per sicurezza si era portato dietro Ino, usando il suo potere potrai usarlo e che dirti, pilotalo e picchia Lello :D
     
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    LAlla visione del demone che venne loro incontro dal vulcano, la paura fredda fece raggelare l’intero equipaggio, umani e non.
    “Merda!”
    Fu l’esclamazione che sfuggì dalle labbra di Bibiane. Quella era un’evenienza che Mnemosine non aveva calcolato. La corruzione doveva sapere che lì in fondo alla terra che viene continuamente generata, vi era una fonte di potere assoluto. Era prevedibile che ci sarebbero stati scontri, ma quello andava oltre ogni sua più infausta previsione. Lelouch in persona era venuto a prendere quello che cercavano. Non solo quando fu umano era uno dei migliori guerrieri al mondo, ma adesso aveva assorbito la corruzione in se. Era diventato la Guerra.
    Si voltò per vedere Esmeralda. Quello era il vero suo padre biologico, il Lelouch che lei aveva conosciuto. Per un attimo osservò il volto della ragazza, l’istante della consapevolezza di quello che aveva davanti e poi la determinazione ad andare avanti.
    Non riuscì a controbattere agli ordini della sorella. Il tempo di cercare di fermarla e lei si era già infilata nei corridoi, pronta a fare da motore per Ino. Era una mossa azzardata. Gli Spartoi non erano ancora stati testati, non sapeva quello che poteva succedere se uno di quegli esseri, a contatto con l’Ichor, sarebbe stato ubbidiente. Ma oramai la barca era salpata e non erano previste altre opzioni. C’era da ammirare il sangue freddo della ragazza, ma anche l’azzardo di quella mossa.
    Lei era più grande, in molti sensi, e doveva cercare un’altra soluzione. C’erano mille modi per combattere Lelouch, anche non mettendo a repentaglio la propria vita.
    Bibiane sorrise. Anche lei era una testa calda.
    “Ok gente, tutte alle vostre postazioni. Non abbiamo tempo di montare il modulo SHINING su Ino, quindi mi sa che mi toccherà guidarlo direttamente da dentro…”
    Ma Capo
    “Niente ma Polimnia, abbiamo un avversario di una potenza fuori scala. Voi non c’eravate sulla Death Queen Island.”
    Lei lo aveva solo percepito da lontano. Il ricordo di quel giorno in quel momento la fece tremare di paura. C’era voluto un olocausto di Black per fermarlo. Senza il supporto della loro tecnologia, aveva abbastanza potere per riuscire dove i suoi ex commilitoni avevano fallito?
    “Clio, passa al comando. Datemi copertura. Io vado dentro”
    Certo. Siamo a sua disposizione. Attivate lo stato di Ingaggio.
    DEFCON 1 diramato all’equipaggio.
    Armamenti dispiegati e carichi


    Bibiane fece di corsa i corridoi illuminati della nave, agitate dalle sirene dello stato di Emergenza. Cercava nella sua mente di elaborare piani e strategie, ma nulla sembrava soddisfarla. Lelouch, o meglio l’Avatar della Guerra, era troppo al di là delle sue possibilità. Delle mille strategie per affrontarlo, l’unica che le pareva più sensata era portare lo scontro su un piano sul quale l’avversario non era preparato. L’Avatar della Guerra aveva dalla sua una fonte inesauribile di potere donatagli dalla corruzione e dal frammento di Urano che aveva ingerito. Non poteva sperare di batterlo su uno scontro cosmico diretto, non senza lo SHINGING che la potenziava. L’unica cosa che aveva senso era arrivare alla fonte del potere che lo reggeva e strappargliela. Ma come?
    Bersaglio immobile
    Lock-down eseguito
    Armi puntate
    Preparativi al lancio pronti al 90%

    Prima che si potesse dare una risposta, la titanide era già giunta all’Hangar dove fervevano gli ultimi preparativi per il lancio di Ino. Diede un occhiata agli schermi. Il loro nemico non si era mosso di una virgola. Anche se avvolto dalla corruzione, l’arroganza di Lelouch non era venuta meno. Piuttosto che attaccare subito, voleva dare prova di superiorità sul campo di battaglia. Sfacciato come al solito.
    Esmeralda collegata. Segni vitali stabili.
    Arianne Cable collegato
    Abitacolo pronto a ricevere il pilota


    La rossa, coperta dalla sua armatura scivolò nell’abitacolo immerso in una penombra rossa. Nonostante lo stato di emergenza all’esterno, l’interno era totalmente quieto. Si immerse nella calma chiudendo il mondo fuori. Era una sensazione familiare. C’era già stata in un posto come quello. Era la calma prima della tempesta, prima di ogni battaglia epocale.
    Quell’attimo in cui non esiste l’avversario né il campi di battaglia, ma ci sei solo tuo, il primo avversario da battere. Sarebbe riuscita a uscire ancora vincitrice, o sarebbe stata gettata nella polvere. Dopo millenni e resurrezione, non era la morte che la spaventava, quanto la possibilità di fallire, e che quel fallimento avrebbe comportato numerose perdite nei tempi a venire. Avrebbe perso una casa, la sua famiglia, le sue persone. Avrebbe perso un amico.
    C’era troppo in ballo per fallire. Si diede coraggio e ricordò a se stessa chi era. Lei era Bibiane Leaflet, un sicario scampato ad Hades, un cavaliere nero morto e risorto. Era la piccola Boadicea e la grande dea Mnemosine. Aveva evitato la fine del mondo, era una dei sette lord, era una guerriere dalle capacità telepatiche ma prima di tutto era e sarebbe sempre stata una donna votata alla protezione del mondo. Il suo sentiero tracciato tanto tempo fa. Non avrebbe perso. Non lo avrebbe permesso.
    “Sono pronta”
    Disse fra se e se mentre l’abitacolo veniva riempito di liquido. Lasciò che quella soluzione la bagnasse il corpo e le invadesse i polmoni. Dopo qualche tentativo di tossire, riuscì a respirare il liquido. Con la mente tranquilla ad occhi chiusi cercò le connessioni neurali con il grande guerriero in armatura che stava per pilotare. Era un burattino vuoto, privo di quel qualcosa che poteva renderlo vivo. Bibiane si rese conto che quello che mancava doveva essere donato da lei e da sua sorella. Con fare gentile, lasciò che la potenza della sorella pervadesse il robot, e infine fu lei a donargli la volontà di combattere.
    Era una sensazione strana. Sentiva la comunione con il cosmo della sorella, sentiva il sapore selvaggio del drago che era servito a dare vita alla creatura, ma c’era anche dell’altro; qualcosa che pizzicava la sua mente e che non riusciva ad individuare. Quell’elemento oscuro era forse l’alloggiamento della chiave di cui aveva parlato con la sorella. Anche non indentificandolo, la rossa tentò di entrare in comunione con quello. Era strano. Era come guardarsi allo specchio, e vedere un'altra se stessa, diversa eppure simile. Era lì che risiedeva l’anima del guerriero sopito. Era lì che doveva entrare.
    Aprì gli occhi. Quelli dello Spartoi si illuminarono. Erano pronti.

    “Stabilite le comunicazioni”
    L’interno dell’abitacolo reagì all’ordine. La cabina si compose in esagoni che diedero vita alla visuale esterna del guerriero gigante. Era come stare all’aria aperta, fatto salvo che per i parametri che venivano proiettati sul suo visore e per immagini video da parte dell’equipaggio della plancia e di Esmeralda concentrata a dare forza a Ino.
    “Ciao Ragazze, è bello rivedervi. Procediamo con il lancio”
    Porte dell’Hangar aperte
    Procedure di sicurezza effettuate
    Canali di comunicazioni attivati
    Energia 100%, alimentazione tramite Arianne Cable stabile

    “Iniziate il countdown”
    Countdown iniziato, pronti al lancio.
    5
    4
    3
    2
    1Facci sognare Big Mama

    “GO!”
    Il gigante fu letteralmente sparato via dal gigantesco hangar su binari metallici che lo fecero scivolare fino all’esterno. Bibiane ebbe la sensazione di essere stata sparata lei il prima persona, e quando si trovò a mezz’aria piegò istintivamente le gambe per ammortizzare la caduta. Quando toccò la superfice del vulcano inattivo, Ino sollevò polvere ed acqua dal lago al suo interno. Lo Spartoi aveva reagito perfettamente, come se fosse stato un suo secondo corpo. La rossa constatò allora che aveva il massimo margine di azione, non doveva fare altro che muoversi, o almeno pensare di muoversi, come era suo solito e il gigante avrebbe reagito di conseguenza. Doveva solo fare attenzione al cavo di alimentazione che le spuntava dalla schiena.
    Quando la polvere fu dissipata, si trovò faccia a faccia con il nemico. La nera distruzione pronta ad ingoiarla. La tensione si avvertiva nell’aria, dalla plancia di comando della BBB fino a dentro l’abitacolo. Pareva che il mondo intero stesse osservando quello scontro. La titanide rinsaldò la sua determinazione ed Ino si mise in posizione di combattimento.
    << Ciao Lelouch, è un po’ di tempo che non ci si vede. Ti trovo peggiorato. Che ne dici se ti do una mano a rimetterti a posto? >>
    La rossa ruppe subito gli indugi lanciandosi con violenza contro il suo avversario senza aspettare una sua risposta e iniziò ad investirlo con una raffica di pungi e calci cercando di fare abbassare le difese dell’avversario. Non si risparmiò energie, perchè sapeva che un passo falso poteva costargli caro. Non sapeva bene l’effettiva estensione dei poteri dell’Avatar della Guerra, ma aveva lentamente messo insieme un piano. Aveva bisogno che però il suo nemico aprisse uno spiraglio dove lei potesse insinuarsi. Per quello contava sul potenziale bellico di Ino. I colpi puntavano a destabilizzare la parte alta del busto del demone, in modo da crearsi un varco. A quel punto avrebbe estratto a sorpresa la sua tecnica della lama psionica. Sperava che la potenza fornita da sua sorella sarebbe riuscita a sopportare lo scontro fino in fondo. Quello che doveva fare era colpire al momento opportuno e nel posto giusto. Bibiane contava di usarla per creare una brecccia nella mente del demone per poi proseguire con il suo piano.
    Era arrivato il momento di confrontarsi con la più cieca furia distruttiva: la Guerra in persona.





    Abilità e Tecniche

    png

    ❥ Livello energia: Blu
    ❥ Stato fisico: intatto
    ❥ Stato mentale: non alterato
    ❥ Stato INO: integro
    ❥ Stato Cloth: intatto


    ATTACCO ❥ Mind Forge Blade
    Il titano combina le sue facoltà telecinetiche e mnemoniche in un solo attacco. Con questa tecnica, il titano crea una lama di cosmo grezza dandogli forma tramite le sue facoltà telecinetiche. Al contatto è semisolida, in quanto creata tramite un campo di forza, e può essere utilizzata per interagire in maniera sia difensiva che offensiva con la materia e le energie. Tuttavia, questa lama, che non ha comunque le proprietà taglienti di una vera e propria arma cosmica o la capacità di generare fendenti ma ne condivide solo le fattezze, ha altre potenzialità nascoste. Ha la capacità di alterare la memoria di chiunque non riesca ad evitare il colpo, poiché il cosmo con cui è stata creata ha la facoltà di far da ponte tramite contatto fra la mente del titano e del suo avversario. L'effetto è quello di un depotenziamento cosmico, con conseguente sensazione di affaticamento e dagli effetti cumulabili con le altre tecniche che hanno simile proprietà. Questa sua seconda capacità inoltre, bypassa la stretta resistenza della sola armatura, in quanto il cosmo crea un ponte mentale innescato solamente dal contatto, lasciando a chiunque ne voglia evitare i devastanti effetti ben poche vie di difesa.

    Riassunto & NoteLe mazzate da giganti non sono altro che una copertura. Quello che voglio fare e piantarti la mia lama di energia psionica in testa. Penso che avrai intuito le fasi successive del piano. Vediamo come va. a te <3




    Edited by WandefullStar - 25/8/2017, 15:58
     
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    POST VII





    Nonostante il suo aspetto fosse deformato e mutato rispetto a quello che conoscevano un tempo, si poteva intravedere il suo ghigno, quel sorriso che era il suo marchio di fabbrica ogni volta che iniziava uno scontro. Del resto Lelouch non era un uomo qualunque e nonostante fosse diventato un Apostolo manteneva la sua essenza, la sua umanità. Questo Bibi ed Esme non potevano saperlo.

    Vide arrivare Ino e sorrise.
    Percepiva chiaramente l'essenza di Bibi, sentiva il cosmo di sua figlia.

    Le grandi ali lo avvolsero avvolgendolo completamente mentre gli attacchi di Mnemosine cercavano di scalfire la sua difesa e nascosto in quella oscurità se la rideva perché nulla a quel livello di potenza l'avrebbe potuto scalfire ma del resto stiamo parlando di Lelouch uno che non amava difendersi, uno che avrebbe fatto di tutto pur di annientare il suo nemico che nonostante i suoi sforzi non sembrava in grado di scalfirlo. L'aria attorno a loro era densa, carica di una strana energia che sembrava essere in grado di isolare loro dal mondo esterno.

    Le ali si aprirono di colpo allontanando Ino per via dell'enorme della pressione cosmica.
    Lelouch si mosse. La lancia penetrò violentemente la struttura dello spartoi infilzando e trapassandolo da parte a parte e poi si fermò.

    «Per favore» disse freddamente.
    «Ti prego Bibi» continuò con una voce umana.
    «Fermami» continuò ma questa volta sembrava una supplica.



    XHzCy8n


    9FXns1Y
    È chiaro che Lelouch in queste condizioni è da considerarsi quasi un'entità divina. Di fatto le possibilità che avete sono praticamente pari a zero ma il tuo "nemico" quasi ti implora. La lancia ti trafigge e manco a dirlo, dovrai gestire il contraccolpo psicologico del dolore che come ben sai è come se provassi tu. Vediamo se riesci ad aiutarlo <3
     
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    Evangelion OST -The Beast II


    I Choose Violence

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    C'era quasi, doveva solo stringere i denti ed aspettare un apertura, una misera apertura.
    Ma l’apertura non venne, non poteva succedere. Come poteva sperare Bibiane di riuscire da solo dove molti altri avevano fallito, se lei stessa non era riuscita ad elevarsi ancora allo stato di dea?
    I tempi di reazione di Lelouch furono più veloci del previsto, Bibiane troppo poco esperta nel pilotare uno Spartoi, le conseguenze immani.
    La bordata di energia scaraventò Ino verso il terrapieno formato dalla bocca del vulcano. La BBB venne scossa dal contraccolpo, e tutto l’equipaggio sulla plancia dovette reggersi per non finire in terra. La titanide sentì la pressione del terreno alle proprie spalle e il dolore della botta, ma poteva sopportarlo.
    Si girò per riprendere l’attacco, e solo allora si accorse.
    La lancia dell’Apostolo era entrata nello stomaco di Ino. Lui era sbucato dal nulla. Un attimo prima era lì e quello dopo era su di lei. Al principio non sentì quasi il dolore, ma poi fu l’inferno.
    Ino cominciò a sanguinare copiosamente, a schizzare il suo plasma nell’alto del cielo, ricoprendo tutta la caldera, tingendo il lago all’interno del colore vermiglio del ferro. Lo Spartoi ruppe la maschera facciale, aprendo la bocca ed emettendo un boato basso simile a quello di un animale morente. Soffriva.
    Come soffriva Bibiane al suo interno. Per la stretta connessione neurale fra lei e il gigante, ogni colpo che gli veniva inferto, lei lo sentiva. Bibiane sapeva che quel colpo non era diretto a lei, sapeva che non era lei ad essere stata colpita, ma il suo corpo no. Lo stomaco le si contrasse violentemente e iniziò a sputare sangue dalla bocca. Il dolore era lancinante e gli procurava degli spasmi, nonostante il suo corpo da titano. Le mancava il fiato, sentiva le viscere in fiamme e a stento riusciva a muoversi.
    Dall’alto della plancia, le sue ragazze rimasero ammutolite, mentre Esmeralda continuava a concentrarsi per mantenere attivo il gigante.
    La mente di Bibiane era scossa dal dolore, le tempie le pulsavano e a malapena riusciva a rimanere cosciente. Da dove era arrivato? Possibile che quello scontro fosse tanto impari? La loro storia era destinata ad estinguersi nel mezzo di quelle lande ghiacciate? La sua mente continuava a sfaldarsi sotto la pressione della lama che penetrava nelle carni di Ino, mentre il gigante si contorceva dal dolore impalato davanti a Lelouch, che rimaneva impassibile a guardare la scena.

    Poi lui parlò, e quelle parole si scavarono una via nella mente sconvolta dal dolore della titanide.
    Era il vero Lelouch che parlava, non l’Aposotolo. Era venuto lì e le aveva aspettate. Aveva aspettato lei. Era a lei che si rivolse. Aspettava qualcuno con un potere tale fa fermarlo. Forse Bibiane iniziò a capire e questo pensiero al rassicurò e le permise di riprendersi. Ino smise di torcersi dal dolore, emettendo solo qualche spasmo. Mnemosine aveva ripreso il controllo del gigante e della sua mente. Guardò la lancia. Forse una possibilità, seppur tenue di uscire da quell’incubo, c’era ancora. La sua mente si rivolse alle sue ragazze.
    °Collegate Clio allo SHINING°
    °Cosa, capo?!!°
    °Ho detto, collegate Clio allo SHINING°
    °Madre, in quelle condizioni…°
    °Non ho chiesto il tuo parere medico Talia! Abbiamo una sola strada da percorrere e non sarà facile. Se io fallissi, prendete la rotta al largo e tornate al labirinto…°
    °Ma mammina…noi non vogliamo lasciarti...°
    °Ubbidite maledizione!!!Se io non dovessi farcela scollegate immediatamente l’Arianne Cable e portatevi in salvo con il potere di Esmeralda. Clio può farcela a riportarvi sane e salve al labirinto. Non posso essere distratta dal pensiero della vostra incolumità°
    °….°
    °È UN ORDINE!!!°
    °Ma…°
    °Vabbene, ci sto! °
    °Clio, tu…°
    °Collegatemi al casco. Sono io al comando adesso e do gli ordini. °
    °…Ok°

    °Grazie di tutto. Ho fiducia in voi.°

    Bibiane fu richiamata alla dimensione reale dalla lancia che era penetrata ancora più a fondo in Ino. Era un dolore atroce, ma che la titanide affrontò con coraggio. Per un corpo mortale quel colpo era fatale, ma ne lei ne Ino erano semplici esseri umani. Non riusciva a parlare, con il corpo preso dagli spasmi, ma la sua mente era tornata vigile. Strinse i denti ed affidò la sue parole alla telepatia.
    °Va bene Lelouch, io ti aiuterò.°
    Poi la sua mente andò indietro, ai giorni felici della sua vita da umana. C’era stata molta violenza nella sua vita, ma anche molta gioia. Rivide i volti dei compagni e li incorniciò in un raggio di sole. Ricordò Eleuteria, Gazka come lo conobbe, Esmeralda con quel suo cipiglio deciso e soprattutto Lelouch nei giorni fieri che furono. Ne fece nastri d’argento e l’intrecciò in un'unica saetta.
    Quella luce sarebbe stata la sua guida in un mondo di tenebra. Bibiane affrontò il dolore e con un grido di rabbia suo e del gigante, si aggrappò alla lancia. Le mani di Ino strinsero la lancia fino a sanguinare, bloccando l’asta in una presa salda per assicurarsi che fosse ben piantata dentro e non potesse uscire. Bibiane utilizzò quell’arma come catalizzatore e risalì fino alla mente dell’Apostolo.



    Game of Thrones Season 6 Soundtrack 08 - The Red Woman


    Era un universo nero come la notte e tumultuoso come la tempesta. Nella mente, Bibiane lo visualizzò come un grosso pianeta dalla superficie che mangia la luce. Era quella la sua destinazione. Lì dentro avrebbe trovato ciò che rimaneva di Lelouch e forse la chiave di salvezza per uscire da quella situazione.
    Si aggrappò al raggio di luce che si era portata dietro e lo scagliò sulla superficie oscura con tutte le forze della mente di cui disponeva. Il lampo che si produsse l’accecò.

    Era una vecchia casa abbandonata illuminata da raggi di sole sbiechi. Una serra con dei fiori. Rose rosse. Due bambini piccoli che si rincorrevano. La bambina aveva dei bei boccoli rossi, mentre il ragazzino aveva già un atteggiamento fiero.
    “Fratello?”
    Un uomo con un mantello nero la portò via portandola in spalla come se fosse una bambola di pezza. Lei era una bambola di pezza. Viene portata via da quel luogo sicuro, fuori, in una landa desolata e una notte senza stelle.

    Un parco giochi abbandonato, con le giostre dalla vernice stinta, sudicio. Il vento lo spazza via, facendo cigolare le insegne, e bulloni. Al suo centro un uomo vestito di nero. Insetti neri che camminano verso di lui, scorpioni dal veleno mortale. Si gira, ma Bibiane non riesce a vederne il viso.

    Vide rose rosse, belle ma circondate di spine.

    L’alito di un drago, potente e violento, spazza via la tenebra. Luce scende dal cielo e illumina le due spade. Sul fondo della caverna si sente battere un incudine. In gran segreto, lei ne sta costruendo un'altra. Poi cancelli vengono aperti e un miasma invade la terra. Due astri scendono dal cielo, uno luminoso, l’altro è tenebra. Si schiantano con un rombo assordante sulle spalle.

    Vide rose rosse, gelate in seguito dei venti del nord.

    Vide il grande albero della vita, le sue radici che affondavano in una palude oscura, marcie. Tutto diventa improvvisamente fiamme e cenere. Da un lato un uomo fiero, dall’armatura d’oro, corre incontro al mondo brandendo una spada, dall’altro, un lungo ponte. Lei sapeva dove portava. Una figura con un mantello lacero l’aspetta dall’altro lato. Bibiane corre lungo il ponte, fa girare l’essere. Ha il volto della morte, la spinge giù nel baratro.

    Vide rose rosse, che violentemente avvizziscono. Ne rimane solo un bocciolo.

    Il tempo continua a scorrere sul monte Orthys, ere ed ere passano. Lei è ferma in un letto a baldaccino ed assiste alla scena come se fosse una bambola. Nubi si rincorrono nel cielo. Notte. Giorno. Notte. Giorno. Alla fine della notte due stelle tagliano il cielo, e il tempo si riavvolge. Giorno. Notte. Giorno. Notte. Giorno.

    Vide rose rosse, annerite, bruciate da fiamme verdi.

    Una porta in un suntuoso palazzo viene spalancata, c’è una festa da ballo. Quando lei entra fa rotolare una sfera d’oro che si apre, lasciando sul pavimento petali scarlatti. Tutti sono mascherati. Portano le maschere dal naso lungo della morte. Sono tutti morti. Dalle finestre del salone onde si innalzano, città cadono, dal cielo piovono meteore. Bibiane si gira. C’è Lelouch.
    “Eccoti!”
    Gli va in contro ma quando fa per abbracciarlo diventa una pozza di sangue che brucia. Brucia tutto il palazzo. Dalla porta di ingresso entra una figura mostruosa. È Ponto in persona che le sorride.
    “Non ci riuscirai mai, mia cara. Sei troppo debole”
    Bibiane è furiosa e fa per corrergli incontro, ma una trave cade dal soffitto e li divide. Le fiamme si innalzano, il fumo avvampa. Altre travi cadono. Una le picchia sulla testa. Buio.

    Passarono pochi istanti e Bibiane si riprese con un gran respiro spaventato, sangue che gli cola da una tempia.
    Si trovava in una landa fredda, in riva a un mare mosso. L’aria era riempita dal rumore delle onde, il cielo coperto dalle nubi e non si vedeva sole; la spiaggia era formata da ciottoli, dai quali spuntavano di tanto in tanto scogli neri dalle forme distorte. Il vento freddo spirava forte e le scompigliava i capelli, costringendola a incrociare la braccia per scaldarsi.
    La rossa si guardò intorno alla ricerca di Lelouch ma non lo trovò. Incamminandosi in quella terra, facendo a mala pena resistenza al vento, cercava un segnale. Non aveva idea di dove si trovasse, se in un ricordo oppure in una proiezione mentale. Quello che la sua mente gli diceva è il collegamento con la mente di Lelouch era aperto, doveva solo cercare di saldarlo per potere sperare di tirarlo fuori di lì.
    La sua attenzione fu colpita da qualcosa. In lontananza il cielo si ingrossava e diventava ancora più buio.
    Folgori squarciavano l’atmosfera e il vento sembrava sconquassare la superficie del mare. Quella tempesta aveva l’aria di avvicinarsi, e ad ogni secondo che passava, i tuoni divennero un suono più distinto. Da rombi bassi divennero tamburi, da guerra. Il cielo assunse un sfumatura scarlatta e Bibiane capì che doveva fare presto a trovare quello che rimaneva del suo amico.
    Se non l’avesse fatto, quella tempesta, o meglio, quello che era mascherato da tempesta, gli sarebbe piombato addosso e allora non sarebbe stata sicura di riuscire a sopravvivere.
    Bibiane si mise a correre, per la spiaggia, in cerca di un segnale quando per un attimo il vento che già portava un odore di sangue proveniente dalla tempesta cambiò direzione.
    Si voltò e vide una caverna che si addentrava ancora più dentro il paesaggio lunare. Era certa che doveva andare più a fondo se voleva ritrovarlo, ma quella formazione di roccia assomigliava a una bocca che la voleva divorare. Era chiaramente una trappola.
    L’indecisione fece guadagnare tempo alla tempesta, che irruppe dalle sue spalle. Il vento aveva una potenza immane. La rossa girandosi ne vide il cuore. Una figura ammantata avanzava lentamente camminando sull’acqua. La Guerra gli stava dando la caccia e se avesse raggiunto lei o Lelouch non ci sarebbe stato più scampo per nessuno dei due.

    La visione ruppe gli indugi e la rossa si mise a correre verso l’abisso, sotto un cielo purpureo che riversava sangue sulla terra.
    Si infilò nella caverna poco prima che saette piombassero sulla superficie delle rocce annerendole. Doveva fare presto e trovare la coscienza di Lelouch prima che la trovasse lui.
    Corse a perdifiato per il tunnel che scendeva nelle profondità della terra, incalzata dal rullo dei tamburi che rimbombavano per le pareti di roccia. Inciampò un paio di volte, si graffiò con le rocce aguzze, e intanto il tunnel intorno a lei cambiava. Le pareti mano a mano mutavano di aspetto, diventando scavate prima da alveoli, poi da nicchie; le nicchie ben presto furono riempite di ombre e poi di facce. Facce di persone, anonime, calme, fredde, morte.
    E quando quell’orrore gli riempì gli occhi, si trovò davanti a un apertura nel cunicolo. Un’enorme caverna e un portale fatto di ossa; era arrivata ai margini di un labirinto immerso nella nebbia.
    Stava facendo il gioco della corruzione. L’aveva spinta in un posto dove lui aveva un evidente vantaggio tattico, mentre lei si sarebbe persa. In quello stesso momento, si chiese se Lelouch era davvero lì dentro o se tutta quella corsa era un’enorme farsa. Ma non poteva fare altrimenti.
    Calmato il respiro, si avventurò nel labirinto, con i tamburi della guerra sempre alle sue calcagna. Le facce sulle pareti si alternavano a nicchie mortuarie con scheletri poggiati all'interno, e ben presto, rami iniziarono ad avvolgere le pareti, a mano a mano che entrava nelle profondità dei dedali.
    Incuriosita, toccò uno di quei rami. Sentì il potere fluire in lei, il potere dell’Ichor divino. Quelle radici erano la chiave di tutto. Seguì il loro corso lungo le pareti, la dove si andavano infittendo. Se la sua intuizione era esatta, quelle radici l’avrebbero portata alla fonte dell’Ichor che la Guerra aveva inglobata. In quello stesso posto sperava di incontrare la coscienza di Lelouch.

    Procedette così senza sosta nel labirinto, fino ad arrivare ai margini di quello che in lontananza poteva sembrare uno spiazzo nel centro.
    Si accostò al portale nascondendosi, poggiando la schiena alla parete. Era stanca e aveva il fiatone.
    Si scorse da dietro lo stipite per vedere cosa c’era dall’altro lato. Un enorme albero dominava la scena. Era altissimo, e nonostante fosse vivo sembrava che un qualche genere di morbo lo stesse lentamente corrodendo. Al centro, una luminosità simile a un faro brillava per poi spegnersi a intervalli quasi regolari. Davanti all’albero, fra le radici, sette tombe, con dei nomi incisi sopra che lei non riusciva a leggere nella nebbia, e infine, ancora più avanti, Bibiane riconobbe un Lelouch ragazzino, steso a faccia in giù, che pareva addormentato.
    Improvvisamente sentì una fitta allo stomaco. Portandosi la mano sulla pancia, se la trovò sporca di sangue. Il tempo stava stringendo. Doveva recuperare immediatamente il ragazzino, la luce in quell’albero e tornare indietro.
    Mentre elaborava un piano, un’ombra ammantata emerse dalle nebbie. Era l’Avatar della Guerra, ed era arrivato. Non emetteva un suono, se non fosse per gli scricchiolii dell’armatura ad ogni suo passo. Si muoveva per lo spiazzo, lancia in mano, osservando attentamente il piccolo Lelouch.
    Bibiane intuì cosa era successo. L'essere sapeva del loro legame, sapeva del piccolo e l’aveva deliberatamente fatto parlare. Conoscendo le loro reazioni, le aveva attirate all’interno della sua coscienza. Si voltò indietro e vide che aveva attaccato un esile filo rosso, che quasi non si notava nella nebbia: il suo legame con Esmeralda. Dunque il suo piano era divorarle entrambe, ed era riuscito a metterle in trappola. Bibiane le aveva cacciate tutte in un vicolo cieco. Cosa avrebbe fatto adesso?




    Abilità e Tecniche

    png

    ❥ Livello energia: Blu
    ❥ Stato fisico: ferita all'addome molto grave
    ❥ Stato mentale: affaticato
    ❥ Stato INO: ferita all'addome molto grave
    ❥ Stato Cloth: intatto



    Riassunto & NoteForse mi sono fatto prendere un po' la mano, ma l'idea della missione di recupero di Lello mi è piaciuta e mi è sfuggita di mano <3. Mi sono fermato in un punto cruciale. A te la prossima.




    Edited by WandefullStar - 25/8/2017, 16:02
     
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    POST VIII





    Una bambina con i capelli rossi si avvicinò al piccolo Lelouch.

    «Lu» disse mentre lo toccava sulla spalla. «Forza Lu».

    Lelouch, come risvegliato da un lungo sonno si girò e strofinandosi gli occhi gonfi e pieni di lacrime guardò la bambina e scoppio a piangere abbracciandola e stringendola a se, era un abbraccio affettuoso e sincero, un abbraccio tra fratelli. Egli non sembrava in grado di smettere e la bambina la strinse forte a se accarezzandolo, come se volesse farlo calmare.

    «Bi» disse singhiozzando.
    «La smetti di piangere? Devi essere forte, anche quando non ci sarò».

    E il piccolo scoppio a piangere nuovamente, protestava e gridava perché non voleva che sua sorella se ne andasse, non voleva lasciarla andare per nessuna ragione al mondo e i due continuarono a parlare, Bibi cercava di confortare Lelouch. Un ricordo forse? Qualcosa che si era perso nei meandri della mente, qualcosa che era stato dimenticato ma che non poteva esser in alcun modo cancellato. Ma qualcosa attirò l'attenzione di Bibiane: un rumore sordo, un'armatura che si spacca, la lancia che cade a terra ed un respiro che sembrava poter riconoscere. Si voltò e quello che vide fu qualcosa che forse non ci si aspettava: l'apostolo riverso a terra in un lago di sangue e la figura più rassicurante di Lelouch che stava in piedi, guardava sua sorella.

    «È buffo non credi?» disse Lelouch sorridendo.
    «Per la prima volta nella mia vita ho fatto quello che ha chiesto papà e guarda in che situazione mi sono cacciato ma del resto, è sempre stato cosi. Ho sofferto la tua mancanza senza nemmeno saperlo, eppure lo sentivo, lo percepivo ogni volta che ci incontravamo ed avevo dimenticato che la cosa più importante per me è la mia famiglia. Nessuno può far del male alle persone che amo, è quello che al di là della maschera che porto mi ha spinto ad essere ciò che sono. Tu, i miei due figli Esmeralda e Kryos ed Eleuteria».

    Poi si fermò e guardando Bibiane negli occhi scoppio a piangere: aveva persino dimenticato il sapore amaro delle lacrime, si era ripromesso di essere forte, che non avrebbe mai pianto ma ora in quel momento voleva solo esser confortato e abbracciato da sua sorella, scappare e fuggire da quel luogo che riportava alla mente momenti che aveva rimosso.



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    9FXns1Y
    Ho descritto la scena tra i due bambini molto sommariamente non per scazzo ma perché vorrei che fossi te a farlo. Poi va beh, arriva il vero Lelouch che secca l'apostolo. Parla pure col fratellone e quando te la senti - se te la senti ovviamente - abbraccialo. Poi da li riprendo io :P


    Edited by Gaz - 31/8/2016, 08:19
     
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