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.LA TORRE DEL TEMPIO NERO
Quest per Asgard, Saints & BlackI
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- PROLOGO -
Le forze dell'Armageddon paiono essere quiescienti su tutta la Terra. Nessuno sa quando e dove le forze del caos decideranno di sferrare il prossimo attacco al già precario equilibrio in cui versa ciò che rimane dell'umanità, ma i popoli che cercano di sopravvivere vogliono ritrovare un barlume di equilibrio e stabilità. La guerra incombe in ogni momento, non si può prevedere l'impossibile: ma la vita deve in qualche modo continuare.
Asgard, il fiero baluardo dei regni del Nord si trova al centro di varie correnti: l'alleanza con la Grecia è stata rafforzata, e patti di collaborazione sono stati stabiliti con i guerrieri di Gea e con i Cavalieri Neri. Serviva un male comune perchè l'intera umanità in qualche modo potesse unirsi, seppur con ideali tanto diversi?
Inizia da questa domanda la nostra storia. Nove guerrieri ne sono i protagonisti, non tutti si conoscono e forse alcuni di loro salveranno la vita ad altri senza rendersene conto o senza averli mai incontrati. Tutto inizia per caso, in modo parellelo, in tre punti diversi del nostro pianeta...SPOILER (clicca per visualizzare)Saints Chapter:
Raf, Dha e Ranma partono ovviamente dal GT. Raf ha ricevuto ordini superiori di recarsi ad Asgard insieme ad altri due guerrieri di sua scelta; motivi della spedizione, informare il Celebrante dell'attuale situazione di Atene (incluso lo status di Anita con la quale Sieg manteneva i contatti) e verificare una vociferata adunanza di forze della Corruzione, eventualmente rimanendo a disposizione degli Asgardiani in caso di una loro richiesta se il pericolo è reale.
Black Chapter:
Luke, Elle e Vio hanno invece avuto ordini direttamente da Gabriel (Gab lo sa) di recarvi in una certa foresta ai confini meridionali di Asgard per esplorare delle rovine alle quali non avevate potuto accedere prima di quel momento a causa dei rapporti non ancora stabiliti con il Nord. Si sospetta che ci sia roba di vostro interesse, ma bisogna controllare sul serio. Sapete anche che troverete qualcuno a farvi da guida sul luogo.
Asgard Chapter:
Facile, Siegfried convocherà Riku e Ben a palazzo e darà loro precise disposizioni. I due dovranno quindi recarsi dove sarà loro indicato, non aggiungo niente perchè non voglio rovinare la sorpresa.
Bene, ben arrivati Le sitruzioni sono già scritte, quindi qui ci aggiungo giusto un paio di postille:
- Per ora seguiamo un ordine di postaggio per casta. Prima postano tutti i Black, poi i Saints (sarebbe buono se il primo fosse Raf) e chiudiamo con Asgard (inizio io).
- Per quanto riguarda il viaggio di ogni casta e i dettagli, vi lascio carta bianca: sospendete i vostri post quando state per arrivare ad Asgard.
- Cercate di non picchiarvi troppo per strada XD e se avete dubbi, potete scrivere nel nostro topic oppure mandarmi mp.
Buona Quest e che Gaz ce la mandi buona
Edit: e visto che Elle mi ha fatto il layout a tempo di record, inauguriamo subito
Edited by Tygaer - 17/11/2015, 18:04. -
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Black Crateris {III} • Energia Rossa • Black SaintL'inizio della fine
I
Generalmente tendevo ad essere soddisfatto del mio lavoro al laboratorio di Estelle, dopotutto era un impiego che rispecchiava a pieno le mie capacità come Black Saint e persona maniacale in ambito lavorativo, tuttavia quello era assolutamente il momento in cui più mi stava sul culo. Non era per qualcosa di eccezionale, anzi, semplicemente quella cretina di Estelle così, di punto in bianco, aveva deciso che sarebbe stato carino piantarmi in asso come se fossi stato l'ultimo dei coglioni senza nemmeno darmi un minimo di preavviso; non mi aveva licenziato, tuttavia aveva smesso di farsi vedere al laboratorio, delegando a me praticamente tutto. Non che mi dispiacesse, anzi, forse voleva dire che aveva abbastanza fiducia nelle mie capacità da lasciarmi la custodia dei suoi preziosi campioni algali, tuttavia a me stava sul culo il modo con cui aveva fatto tutto.
Se mi avesse chiamato dicendomi, magari con quel suo tamarrissimo accento scozzese, che se ne sarebbe andata per qualche tempo io non mi sarei offeso per nulla, tuttavia la cosa che più mi faceva incazzare era che non aveva avuto il pensiero di fare nemmeno questo. E che diavolo, meritavo una spiegazione in più rispetto a quegli sporadici messaggini con le istruzioni basilari che mi venivano recapitati da Veles, quando non mandava quel coglione di Isaac Staub dello Scultore Nero a dirmi che cosa dovevo fare. Cioè, non che lei fosse in missione o altro, era nella maledettissima biblioteca a fare della stramaledettissime ricerche! Nulla togliere alla loro importanza, ma un salto da me per vedere come me la cavavo avrebbe potuto farlo. Non sapevo nemmeno del perché mi importasse effettivamente così tanto della sua assenza e del suo comportamento da menefreghista assoluta... beh, in realtà lo sapevo, solo che non avrei mai potuto ammetterlo senza implodere per la vergogna.
Semplicemente quella usuratonkachi mi mancava.
Sì, il laboratorio non era più lo stesso senza di lei, mi mancava terribilmente la sua vocetta stridula che urlava insulti di ogni genere in quel linguaggio semi incomprensibile, mi mancavano i nostri battibecchi per delle stupidate, mi mancava il discutere con lei di lavoro, mi mancava la sua presenza in generale. Cielo, non che stessi iniziando a provare qualcosa per Estelle, questo assolutamente no, semplicemente avevo fatto il callo a lei e ai suoi infiniti problemi; forse avevo iniziato a vederla, invece che come una semplice datrice di lavoro, come... amica? Forse sì, forse mi ero davvero affezionato a quella pazza, questo spiegava anche perché era sparita dalla mia esistenza. Dopotutto poteva qualcosa andarmi completamente bene? Certo che no, la stabilità era qualcosa di impossibile per me, il mondo doveva sempre divertirsi a fare il coglione con i miei sentimenti e sulle cose che volevo, altrimenti avrebbe perso il suo giocattolino preferito, di chi avrebbero riso gli Dei se la mia vita avesse improvvisamente preso una piega positiva?
C'era qualcosa di strano in me, un cambiamento nel mio modo di vedere il mondo di cui ora avevo iniziato ad accorgermi, ero molto più pessimista ed irritabile, forse si trattava di un effetto collaterale della mancanza di sonno che mi stava affliggendo. Si, tra le altre cose avevo iniziato a perdere sempre più ore di sonno, da otto ero passato a cinque e avevo la sensazione che il tempo passato a dormire si riducesse sempre di più; il motivo? Incubi. Da quando ero tornato dall'incontro con Bieffe, il Gea Saint con il lanciafiamme, avevo iniziato semplicemente a ricordare cose che non avrei voluto vedere mai più, stavo rivedendo ogni notte quel terribile momento che il Gea mi aveva riportato alla mente e tutto questo mi stava affliggendo in una maniera terribile... mi sentivo come qualcuno che viene roso lentamente dall'interno, pezzo per pezzo, finché non ne resta nulla. Forse avrei dovuto chiedere ad Estelle di farmi una specie di sonnifero o tranquillante, ammesso che l'avrei rivista, dormire così poco stava appena iniziando ad avere delle ripercussioni su di me e non avrei mai e poi mai permesso a qualcosa del genere di influire sul mio lavoro di Black Saint.
Improvvisamente sentì freddo, poi presi a tremare leggermente in maniera inconsulta, come se qualcosa che assorbiva lentamente ogni gioia e ogni calore dal mondo mi si fosse piazzata alle spalle, poi udì la SUA voce. Udire era una parola grossa, più che altro sentì le parole sparate direttamente nel mio cervello, tuttavia era la prima volta che LUI, il Drago Nero, si rivolgeva direttamente a me. Fu un discorso breve, mi disse di recarmi immediatamente nel suo ufficio perché aveva un compito da assegnarmi, ma fece ugualmente un terribile effetto. Abbandonai il manoscritto che stavo redigendo immediatamente, poi chiusi il laboratorio e mi diressi subito verso il luogo ove Gabriel gestiva la Dead Queen Island. Una volta giunto lì, dopo essermi perso almeno due volte e aver ritrovato l'orientamento solo per le celeri indicazioni di uno dei SUOI mostri di tenebra, bussai alla sua porta. Non che pensassi di fargli una sorpresa, sapeva esattamente che ero lì, tuttavia un minimo di educazione era comunque d'obbligo. Presi un profondo sospiro prima di entrare, pregando che non fosse qualcosa di eccessivamente grave, dopotutto un'altra rogna era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
narrato • parlato • pensato • parlato altriStatus Fisico • Perfetto, lieve mancanza di sonno
Status Mentale • Innervosito, irritabile, timoroso
Stato Cloth • Indossata, integra
Riassunto Azioni • Bon, ci si ferma da Gab
Abilità • Corrupted Stream (Acqua Nera)CITAZIONEIl Cosmo del Saint di Crateris, quello "normale", è in grado di creare acqua con spiccate proprietà curative; viene quasi da sé che i Black Saint debbano sempre fare i bastian contrari, quindi ecco l'abilità di Black Silver di Crateris, il creare Acqua Nera con un potenziale offensivo spaventoso. Per utilizzare queste tecniche l'utilizzatore deve assumere la canonica posizione della Coppa, sebbene le abilità di base non richiedano questo requisito. Il Black Saint è in grado di generare e manipolare Acqua Nera a partire dal proprio Cosmo. L'utilizzatore può anche "corrompere" acqua naturale e manipolarla, sempre nei limiti della sua Energia.
Freezing Sickness (Ghiaccio Nero)CITAZIONESe l'inversione di poteri ha toccato l'Acqua Cosmica, perché fermarsi a quella e lasciare le cose a metà? Al diavolo l'avarizia, facciamo un lavoro completo, corrompiamo anche il Ghiaccio. Il Black Silver Saint di Crateris ha controllo sulle forze fredde, sebbene siano corrotti dal nero della Cloth. Il Ghiaccio nero non ha differenze rispetto al comune ghiaccio, sebbene i composti creati tramite tale abilità presentino delle venature nere a sottolinearne la corruzione operata dal Black Saint. Il Black Saint è in grado di abbassare la temperatura dell'ambiente circostante, portando a temperatura di congelamento liquidi non cosmici, inoltre può creare Ghiaccio Nero a partire dal proprio Cosmo, congelando l'umidità dell'aria, e manipolare l'elemento, sebbene nei limiti della sua energia.
Tecniche •. -
.LA TORRE DEL TEMPIO NERO
● Asgard what? ●Mi stropicciai gli occhi, trattenendo a stento uno sbadiglio mentre finivo di leggere l'ennesimo documento dell'archivio. Gli avvenimenti degli ultimi tempi mi stavano spingendo a ricercare e riflettere più di quanto avessi mai voluto o sperato, senza però grandi risultati. Candice aveva fatto un buon lavoro nel codificare molti degli scritti presenti sull'isola risalenti ai primissimi albori della storia dei cavalieri neri, su quello non vi era dubbio, eppure non sembrava ancora essere sufficiente. Le origini degli alchimisti, così come la loro identità, rimaneva ancora avvolta nel tempo . E persino i miei ricordi legati a quel periodo erano per lo più vaghi ed indefiniti, come se una patina opaca li avesse avvolti e non si decidesse ad andarsene. L'holocron di Darth Venerya non mi aveva mai lasciato da quando -quasi per caso - ero riuscita a recuperarlo ma da allora non ero più stata in grado di aprirlo. Semplicemente, non ero ancora pronta, quindi avrei dovuto arrangiarmi da sola.
Era anche per questo motivo che non mi recavo più al laboratorio, né mi facevo vedere in giro più di quel tanto: avevo bisogno di rimanere da sola e tranquilla quanto più possibile, credendo ingenuamente che sarei davvero riuscita a venirne a capo. Inoltre, del controllo algale, se ne sarebbe occupato Yoshiro, con il quale mi mantenevo in contatto tramite messaggi fatti recapitare da terzi. Una regina non poteva permettersi di perdere tempo.
Sospirai, posando la penna e riguardando con aria stanca i fogli che avevo scribacchiato fino a quel momento, senza però capirci nulla. Era come se il mio cervello mi stesse implorando di fare una pausa e forse non aveva tutti i torti. Da una settimana a quella parte passavo le mie giornate rinchiusa nell'archivio, armata solo di una penna, dei fogli e diverse bottigliette di acqua. Non ricordavo nemmeno l'ultima volta che avevo mangiato in modo decente e soprattutto qualcosa che si potesse effettivamente considerare un pasto completo: diversi astucci metallici, una volta pieni di pastiglie algali di diverso tipo, giacevano ammucchiati su un lato del tavolo. Magari, dovevo davvero riposarmi un poco. Fu proprio allora che la mia mente fu raggiunta dalla voce del rosso.
● Nel mio ufficio tra cinque minuti. ●
Chissà perchè poi. Rimisi a posto il materiale consultato fino a quel momento, riordinai i miei appunti e con calma incominciai a dirigermi da Gabriel. Poco prima di entrare nella stanza designata per il meeting, notai quasi per caso il mio riflesso in una finestra: labbra screpolate, viso più incavato del solito e delle meravigliose occhiaie a contornare gli occhi. Il miglior aspetto che potessi avere, insomma. Sistemai il tutto con un po' di Inganno e mi sforzai di indossare l'espressione più tranquilla e felice che riuscii a mettere assieme, prima di entrare. Non ero sola là dentro: a quanto pareva, il Drago aveva convocato anche Yoshiro e Lars. Mi accigliai, domandandomi cosa mai volesse da noi tre. Gabriel iniziò finalmente a parlare, dicendoci che dovevamo partire al più presto per una missione nelle terre del nord, con le quali avevamo cominciato da poco dei rapporti diplomatici.
E dobbiamo andarci per forza in tre?
Un suo sguardo bastò come risposta. E così sarei dovuta andare in un posto che non conoscevo, per cercare qualcosa la cui esistenza non era accertata con due persone. Il massimo del divertimento, davvero. Non riuscii a trattenere uno sbuffo a metà tra lo scocciato e il rassegnato: quella missione rientrava, almeno per come ce l'aveva presentata, in un'enorme perdita di tempo, spreco inutile di energie e risorse e sicuramente una catastrofe dal punto di vista dei rapporti sociali. Che palle. Il cavaliere ci congedò non specificando come avremmo potuto raggiungere il regno di Asgard; per fortuna Lars propose l'aereo.
Molto bene. Propongo di trovarci lì tra mezz'ora, quaranta minuti al massimo. Prima partiamo, prima torniamo, meglio è per tutti quanti. - dissi con tono apatico, prima di tornare verso casa senza degnare di uno sguardo nessuno dei presenti.
Se quella missione fosse andata come quella di Brisbane, tempo addietro, sarebbe stata un fallimento totale. E, purtroppo, avevo la bruttissima sensazione che si sarebbe proprio conclusa così. Non ero fatta per il lavoro di squadra, Gabriel lo sapeva e continuava imperterrito ad accollarmi ad altri cavalieri. Maledizione a lui.
Ventinove minuti più tardi ero davanti all'aereo di Black Leo con il box della cloth sulla schiena e una borsa con dentro - oltre al carapace nero e alle altre solite cose che portavo quando uscivo dall'isola - tutti i vestiti più pesanti che ero riuscita a trovare nel mio armadio e un libro di poesie, per farmi passare più alla svelta il tempo di volo. Mancavano solo gli altri due cavalieri.
Narrato | Parlato | Pensato | ● Telepatia ● | AltriAbilità Tecniche ♦ Water of Life ♦
Penso sia una cosa risaputa da tutti: i pesci vivono nell'acqua. Non importa di che tipo: sia essa dolce o salata, questi simpatici animaletti fuori da essa sono spacciati. Ma non sono di certo qui per tenere un sermone sulla vita dei pesci - ci mancherebbe altro! Tutto questo mi serviva - probabilmente - per "giustificare" il mio controllo sull'elemento acqua. Sono in grado di controllarlo appieno, sia esso in stato gassoso, liquido o solido....il che significa essenzialmente che, se volessi, potrei creare da leggere pioggerelline a veri e propri monsoni, oppure far passare la sottile foschia mattutina in un denso banco di nebbia, tutto a mio piacimento. Posso creare l'acqua utilizzando il mio cosmo ma, generalmente, utilizzo quella presente in natura: dalle semplici acque superficiali [i mari, i laghi eccetera eccetera] a quelle sotterranee [ l'acqua presente nelle falde del terreno]. Inoltre, giusto per non farci mancare niente, sono in grado di "interagire" con il ghiaccio, purché non sia di natura cosmica, portandolo dal suo naturale stato solido a quello liquido.♦ Aquatic Flora ♦
Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.♦ Trickster ♦
Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.♦ Telepathy ♦
Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, sono in grado di comunicare telepaticamente con le persone che mi circondano.///
Area Azione: 50m | Velocità: Vicina a Luce | Danni: Cloth ≤ III Sometimes, human places
create inhuman monsters. [S. King]. -
Lars Stark.
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Layout e grafica by Lady Violate™
Edited by Lars Stark - 23/11/2015, 19:39. -
Rafalel.
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I
LA TORRE DEL TEMPIO NERO
Il cimitero dei saint era diventato ancora più silenzioso da quando l'apocalisse aveva colpito la terra. Per alcuni era la paura di quei corpi nelle mani della corruzione, per altri era la semplice dimenticanza, occupati come erano con le loro faccende quotidiane. Molto più facilmente era stato il passare del tempo a rendere quel luogo un deserto di tombe; i morti non si seppellivano più, si cremavano, e dopo il grande attacco erano rimasti pochi sopravvissuti che conoscevano le persone seppellite li. Ma per Deneb restava un posto sacro, un posto dove isolarsi dal mondo reale, cercare il consiglio di coloro sulle cui spalle il grande tempio si è sorretto per tempo immemore e, perché no, piangerne la dipartita.
Molte di quelle tombe erano antiche, molto più antiche di lui, tra quelle più vecchie e logorate dal tempo doveva esserci quella di Stephane, colui che è tornato indietro nel tempo per vivere l'era del mito. Eppure Deneb non si trovava li per il suo mentore e fratello, si trovava li per l'ultima tomba mai scavata in quel luogo. Probabilmente era stata una bambinata, e molti erano convinti di ciò, eppure nessuno più di Deneb aveva bisogno di una chiusura. La speranza, no, la continua disintegrazione delle sue speranze lo stavano avvelenando. Fu per questo che Daya accetto quella strana richiesta, infondo se qualcosa fosse cambiato avrebbero potuto sempre abbattere la lapide... e non vi erano possibilità per la corruzione di infettare quel luogo sacro.
Oggi partirò per una nuova missione... se ci fossi tu sono sicuro saresti corso al cancello principale pronto a partire, sotto questo punto non eravamo differenti: entrambi siamo sempre stati disposti a sacrificare molto di più di quanto richiesto per la causa.
Stava li, seduto con le gambe incrociate dinanzi a quella lapide, e le parlava come se tutto fosse normale. Come se lui fosse ancora li; aveva sentito dire che l'Ade ora era un continuo campo di battaglia tra le varie fazioni, e sotto un certo punto di vista ciò era un bene. Voleva dire che ora non erano più destinati al Cocito, ad un immortalità piena di sofferenze e dolore; e ciò gli apriva dinanzi agli occhi un sogno: chiunque moriva ora poteva finire dovunque, poteva tornare all'Ade, poteva restare sulla terra e vagare o poteva dissolversi, fondersi con la natura. Poteva vederlo li, davanti a sé, una frazione millesimale almeno.
Se mi fermo ora, il tuo sacrificio sarà stato vano e la nostra guerra non vorrà dire più niente. Se continuo, prima o poi ci sarà un altro te. Non ho paura di essere io, lascerei molti compagni ma pochi amici... ma se fosse un altro, non so cosa potrebbe accadere...
Strinse il pugno e colpì il terreno ancora mosso dalla recente escavazione. Se la sua vita fosse stata così di valore da poter essere scambiata per l'umanità l'avrebbe fatto senza battere ciglio. L'avrebbe fatto se avesse avuto la certezza anche solo di poter far fare un passo avanti verso la salvezza.
Ho già mandato due messaggeri a prendere i miei compagni, ci vedremo tra poco più di cinque minuti, Daya... il gran sacerdote, vuole che manteniamo stretta la nostra alleanza con Asgard. Non nego che mandare due cavalieri dorati in missione così lontani dal grande tempio mi preoccupa... con quello che è successo ad Anita e tutto il resto... ma so già cosa diresti ora: <avrai la possibilità di salvare delle vite, e che siano asgardiane o greche non fa differenza>... e dannazione hai ragione.
Dopo essersi alzato ed aver posato un giglio selvatico su quella lapide iniziò ad allontanarsi dal cimitero. Sulla lapide il nome del primo cavaliere morto in azione dall'inizio della guerra al vuoto... Nesyos, cavaliere di Andromeda. O almeno il primo che si crede sia morto, le ricerche sono durate settimane, e Deneb ha continuato privatamente a cercarlo per altri mesi. Eppure nulla del bronze saint fu trovato dopo l'esplosione del Cern. Qualche scheggia di armatura, qualche brandello di tessuto, nulla per riempire una cassa da morto... eppure era molti più indizi della sua fine che la completa assenza di indizi sulla sua sopravvivenza.
Non preoccuparti, farò in modo che tua ricordato come l'unico cavaliere sparito in questa guerra.
Si avviò verso i suoi compagni mentre l'immagine che si era creato nella sua mente di Nesyos gli scompariva alle spalle. Nelle sue tasche un anello di ferro, pronto a ricordargli ad ogni momento che non era solo.. -
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La Torre del Tempio Nero
POST I
Borsone alla mano e Pandora Box caricato sulle spalle; aveva già preparato tutto e forse era per quello che arrivò nel luogo di ritrovo, che le aveva comunicato Deneb, leggermente in ritardo.
Fortunatamente non sembrava essere lei l'ultima, visto che all'ingresso del Grande Tempio si stagliava solitaria la figura di Deneb. Sapeva che avrebbero viaggiato in tre e che la terza persona era Irina, per questo motivo affrettò il passo per avvicinarsi al gold leo, lasciò il pandora box e il borsone a terra, si voltò sorridente ed abbracciò con entusiasmo Deneb.
Era felice e commossa di vederlo; da quando erano tornati dalla loro precedente ed unica, fino a quel momento, missione insieme erano cambiate tante cose. Avevano perso Nesyos, bronze saint di Andromeda partito con loro per Ginevra, ed Anita, venuta in loro soccorso all'interno del Cern, era caduta in un sonno profondo simile ad un coma. Da allora Dha non aveva più avuto occasione di incontrarsi da sola con Deneb...si erano visti di sfuggita all'incontro per decidere le procedure da seguire per salvare Anita, alla sua investitura e basta. Infatti la giovane gold saint nel frattempo era salita di grado: a Ginevra era ancora una silver saint ed ora sfoggiava con orgoglio la gold saint di Virgo. Tuttavia sentiva un profondo legame con il gold Leo, forse Deneb era il cavaliere dorato con cui più aveva avuto a che fare data la precedente missione, ed era forse per questa ragione che si era affezionata a lui al punto da sentirsi come abbandonata dopo il loro ritorno da Ginevra. Avevano perso un compagno ed Anita non si risvegliava più, avrebbe voluto trovare conforto nel ragazzo, parlare e confrontare con lui le conseguenze di quell'esperienza...ma ognuno gestiva i lutti e le sofferenze a modo proprio e Dha non aveva insistito in questo; gli aveva lasciato i suoi spazi, non l'aveva cercato, ma ora non poteva nascondere la gioia di poter condividere un'altra missione con lui. Era felice di rivederlo, gli sembrava in forma e forse, magari, durante quel viaggio avrebbero potuto approfondire tutte le situazioni lasciate in sospeso dopo Ginevra.
Si allontanò da Deneb con gli occhi leggermente inumiditi e commossi e si voltò verso Irina, che nel frattempo li aveva raggiunti. Salutò la silver saint della Mosca con un cenno del capo, sapeva che con lei le manifestazioni d'affetto potevano essere mal interpretate e potessero persino risultarle fastidiose.
Ora che c'erano tutti potevano evitare altri inutili convenevoli e cominciare; per quella prima parte del viaggio si sarebbero affidati a lei che li avrebbe teletrasportati in una località a nord della Germania. Circa un annetto prima, Dha aveva dovuto raggiungere Asgard per un missione; all'epoca era ancora una silver saint e si era dovuta arrangiare con mezzi di fortuna, traghetti e treni, per raggiungere il nord Europa. Ora però disponeva di un mezzo più efficace, veloce e che avrebbe permesso loro di raggiungere Ottendorf senza essere individuati da qualche strano parto della Corruzione: il teletrasporto. Tuttavia tale abilità aveva alcuni vincoli ed inconvenienti: innanzitutto poteva trasportare con sé una sola persona alla volta e come se non bastasse ogni viaggio le richiedeva un notevole dispendio energetico...e lei si accingeva a compiere ben 3 viaggi nel giro di 24 ore.
« Bene, direi di metterci all'opera...per il primo viaggio pensavo di portare prima Deneb. Ti lascerò in una cittadina portuale in Germania: Ottendorf. E' un modesto centro non molto distante poi da un fiume o volendo dalla costa...una volta lì non sarà difficile trovare un'imbarcazione. Ti lascerò vicino ad una locanda in cui sono già stata tempo fa, non so in che condizioni sia...ma in ogni caso prenderò quel locale come punto di riferimento!»
Si sfregò le mani e si voltò verso Irina; cercava di essere sicura di sé, ma in realtà era agitata...non aveva mai provato nulla del genere ed il pensiero che qualcosa potesse andar storto la preoccupava.
« Una volta portato Deneb, mi occorrerà un po' di tempo per riprendermi e tornare indietro, credo non più di un'oretta...tu comunque aspettami qui ok?»
Si voltò verso Deneb e gli sorrise posizionandoglisi davanti; si misero i rispettivi pandora box sulle spalle ed i borsoni con indumenti pesanti e provviste a terra vicino alle gambe. Dha allungò le braccia per stringere le mani del gold Leo ed annuì. La stretta delle mani tradiva una leggera tensione, non tanto per il primo viaggio quanto per i seguenti.
Dha chiuse gli occhi ed una barriera opaca di luce filamentosa si formò attorno alle loro figure, inglobandole in una sfera. Un'impercettibile scintilla e scomparvero dal Grande Tempio.
I due gold ricomparvero nella cittadina di Ottendorf; non era esattamente come Dha la ricordava...anche allora era una desolazione di macerie, ma all'epoca alcune casupole erano sopravvissute qua e là...ora era ovunque una laguna desolata, marcescente, putrida e buia. Della locanda non si vedeva nemmeno l'ombra.
Quella visione unita all'imminente dispendio energetico la fecero crollare sulle ginocchia, si costrinse a respirare profondamente ed a bere un po' d'acqua da una delle borracce che si erano portati per non perdere i sensi. Quell'odore nauseabondo l'aveva colpita allo stomaco come un pugno e ciò che desiderava era andarsene da lì il prima possibile, ma doveva aspettare almeno una mezz'ora buona per riprendersi.
« Ho preferito portare te per primo perché sei l'unico che avrebbe avuto più possibilità di sopravvivere da solo qui in caso di attacco...spero che non succeda, ma ti avverto che per il secondo viaggio mi servirà più tempo per riprendermi...forse un paio d'ore...»
Non c'era bisogno di aggiungere altro; Irina era più debole di Deneb e sarebbe stato assurdo portare prima lei in un posto così distante dal Santuario. Lei avrebbe avuto un compito ancora più difficile da sostenere: fidarsi di lei.
Passata la mezz'ora Dha si rialzò e si preparò al nuovo teleport; questa volta avrebbe viaggiato da sola senza borsoni e pandora box...difatti aveva deciso di lasciare il suo con Deneb. Voleva viaggiare il più leggera possibile vista la grande concentrazione e fatica che stava per richiedere al proprio corpo.
Si materializzò davanti ad Irina dopo un'oretta scarsa da quando l'avevano lasciata lei e Deneb. Questa volta la giovane ammortizzò male l'appoggio sul suolo del Grande Tempio e le ginocchia le cedettero di conseguenza. Non perse i sensi ma aveva la testa che le girava tremendamente. Dovette sdraiarsi a terra per regolarizzare la respirazione ed evitare di vomitare.
« E' una palude lì Irina, un vero schifosissimo pantano...dovremo procurarci al più presto un'imbarcazione e proseguire... »
Si tirò su lentamente per poterla guardare negli occhi.
« Ti chiedo di fidarti di me Irina, lo so che non ti piace il teletrasporto...ma con me sarà diverso, è una mia abilità e sto imparando a padroneggiarla al meglio. Ti porterò da Deneb sana e salva, non avrai nulla da temere...solo...solo ti chiedo un'enorme cortesia. Una volta ad Ottendorf non ho idea di come reagirà il mio corpo a questo ennesimo sforzo, sarò sicuramente senza energie...probabilmente sverrò.»
Si alzò mettendosi in posizione di fronte ad Irina; esattamente come aveva fatto con Deneb, le lasciò caricarsi sulle spalle il suo pandora box e le prese le mani stringendole con sicurezza. Infine le sorrise.
« Mi affido a te! »
La solita sfera opaca si creò attorno alle due ragazze inglobandole e caricandosi di energia. Tutto era pronto per il teletrasporto quando la presenza di un cosmo familiare fece interrompere a Dha l'azione. Yamato bronze saint del Dragone le stava raggiungendo con una missiva in mano; senza perdersi in ulteriori indugi consegnò a Dha il comunicato che avvertiva di un improvviso cambio di istruzioni dall'alto: Irina era stata sostituita dal ragazzo per quella missione.
« A quanto pare Yamato prenderà il tuo posto Irina, per te ci sono altre istruzioni... »
Consegnò il foglio alla silver saint della Mosca e si voltò verso il ragazzo, gli prese le mani sorridendogli imbarazzata. Non si conoscevano molto bene, Dha sapeva chi fosse ma non avevano mai avuto modo di approfondire la loro conoscenza oltre le chiacchiere sulle comuni origini. Annuì e ripetè le raccomandazioni che aveva fatto ad Irina anche a Yamato, voleva che fosse cosciente di ciò che lo attendeva. Come in precedenza ci fu una scintilla e i due scomparvero per riapparire esattamente dove erano atterrati qualche ora prima Dha e Deneb. Il corpo della giovane gold crollò a terrà, come una bambola di pezza inerme. Ora era completamente vulnerabile e nelle mani dei due compagni di casta.
narrato ☼ parlato ☼ pensato ☼ *telepatia* ☼ parlato altriNome ☼ Dhawyth
Energia ☼ Blu
Cloth ☼ Gold Virgo (liv. VII)
Status Fisico ☼ svenuta
Status Mentale ☼ svenuta
Status Cloth ☼ ottime
Riassunto Azioni ☼ Vari teletrasporti ma siam tutti e tre ad Ottendorf.
Note ☼Edit con il cambio Irina-Yamato.Abilità
☼ Teletrasporto.SPOILER (clicca per visualizzare)La fisicità di un corpo è mera illusione; con tale consapevolezza è facile comprendere come il cavaliere sia in grado di far migrare il suo corpo fisico in un qualsiasi luogo egli voglia raggiungere. Il Teletrasporto avviene a livello subatomico; il corpo fisico si disintegra per riassemblarsi nel punto prestabilito, ma per fare ciò richiede un quantitativo energetico non indifferente, motivo per cui può essere usato in duello una sola volta per evitare un attacco (anche se tuttavia un attacco ad area potrebbe comunque avere affetto sul cavaliere in fase di migrazione).Tecniche ☼ ///
Edited by Dhawyth - 30/11/2015, 17:55. -
ragnarok36.
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La Torre del Tempio Nero
post I
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narrato | parlato | pensato | altri
Era tremendamente presto quando il messo del grande sacerdote bussò energicamente alla porta della casa urlando qualcosa su un comunicato importante.
Yamato si svegliò di soprassalto, negli ultimi mesi si era purtroppo abituato a emergenze notturne causate dagli assalti dei demoni dell'apocalisse e il suo sonno si faceva giorno dopo giorno sempre più leggero e incostante.
Corse a spalancare la porta di casa sua per vedere cosa stesse capitando di tanto grave da buttarlo giù dal letto a quell'ora del mattino, prima dell'ennesima giornata di fatiche e si ritrovò davanti un rosso omino occhialuto con un bel vestito che reggeva in mano una lettera con sopra inciso il simbolo del Grande Sacerdote.
"Missiva della massima importanza per lei da parte del Sommo Sacerdote, mi è stato ordinato di consegnarvela con estrema urgenza."
Il cavaliere del dragone prese con curiosità crescente la lettera che tanto celermente gli era stata recapitata e la lesse rapidamente.
Daya, il Grande Sacerdote, lo informava che una spedizione diplomatica stava per partire quella mattina alla volta di Asgard. I cavalieri assegnati a quel compito erano Deneb, Dhawyth e Irina ma per motivi non meglio specificati Irina si sarebbe dovuta recare dal Grande Sacerdote e sarebbe stata sostituita da lui, Yamato del Dragone.
Il cavaliere guardò l'ora della partenza scritta sulla lettera, era decisamente in ritardo, doveva essere pronto alla velocità della luce se voleva raggiungere i suoi compagni prima che se ne andassero senza di lui.
Ringraziò il messaggero e corse a prendere il proprio pandora's box che una volta aperto gli avrebbe consentito di indossare la propria fedele armatura, forgiata da innumerevoli battaglie e sempre pronta a servirlo al meglio.
Una volta vestito ficcò alla rinfusa un paio di provviste e degli indumenti pesanti all'interno di una capiente sacca che aveva in casa, se la caricò in spalla affianco al pandora's box e corse con tutta la forza che aveva nelle gambe verso le porte del Grande Tempio, punto di incontro stabilito per la partenza.
Mentre correva gli sovvenne che non era mai stato ad Asgard; sapeva che dopo il disastro Atene e la città nordica avevano saldato una forte alleanza ma con tutto ciò che c'era da fare per sopravvivere non aveva mai avuto la possibilità di visitare quel leggendario luogo.
Il viaggio sarebbe stato lungo e non privo di insidie, chissà infatti quali bestie possedute circolavano per le fredde lande nordiche pronte a divorarli ma il Dragone era fiducioso, al suo fianco aveva due potenti cavalieri d'oro e pensava che difficilmente si sarebbero trovati davanti qualcosa che non potevano superare.
Era quasi arrivato a destinazione quando sentì un grande cosmo innalzarsi davanti ai cancelli del Tempio e suppose che dovesse appartenere a Dha, recentemente promossa al rango di cavaliere della Vergine, che si preparava per il teletrasporto.
Non andava affatto bene, se non avesse fatto qualcosa per fermarli li avrebbe sicuramente mancati.
Yamato bruciò il suo cosmo in modo da richiamare l'attenzione della ragazza e quando sentì la sua presenza telepatica nella sua mente le spiegò la situazione.
Certo lui non aveva ancora sviluppato capacità telepatiche ma suppose che se Dha era in grado di leggere nella mente avrebbe probabilmente sentito il suo messaggio.
*Dhawyth fermati! Sono Yamato del Dragone. C'è stato un cambio di programma, il Sacerdote vuole che sia io a venire con voi al posto di Irina.*
Il cosmo del cavaliere della Vergine si quietò, il messaggio doveva essere arrivato come sperava, non era sicuro al cento per cento della riuscita di quel piano ma aveva avuto abbastanza fortuna apparentemente.
Arrivò davanti alle porte e salutò le due compagne mentre porse la lettera ricevuta qualche minuto prima a Dha.
"Scusate il ritardo ma sono stato avvisato anch'io pochi minuti fa, ho fatto più velocemente che potevo e per fortuna vi ho raggiunte in tempo... più o meno"
Non vedeva Deneb, doveva essere già stato teletrasportato a destinazione, era davvero arrivato al momento giusto, qualche minuto dopo e non sarebbero più tornati.
Irina se ne andò mentre Dha prese le mani di Yamato nelle sue e gli spiegò, non senza un pizzico di imbarazzo, la situazione.
Erano diretti in Germania, in quella che un tempo fu la città di Ottendorf e ora era solo una lercia e mefitica palude, una volta là avrebbero cercato un'imbarcazione con cui si sarebbero diretti ad Asgard.
Dha era preoccupata per la sua inesperienza col teletrasporto, sembrava temere che il suo corpo non avrebbe retto al viaggio.
"Hey non ti preoccupare, sono sicuro che andrai alla grande e anche se così non fosse non hai nulla da temere, con me e Deneb sarai in una botte di ferro."
Yamato voleva che la compagna fosse più quieta possibile. Si fidava poco del teletrasporto, aveva viaggiato altre volte in quel modo ma non riusciva mai a togliersi di dosso la sensazione che sarebbe andato tutto in vacca come la prima volta e dato che sapeva che richiedeva gran concentrazione non se la sentiva di dare le redini a una persona agitata, pensava che sarebbe stato come lasciar guidare un ubriaco.
Dah riprese a bruciare il cosmo come aveva fatto pochi istanti prima mentre Yamato pregò mentalmente Atena affinché gliela facesse andare bene. Voleva solo arrivare intero dall'altra parte e se possibile nello stesso posto in cui era atterrato Deneb, non gli sembrava di chiedere molto in fondo.
Ci fu un bagliore accecante che non durò che pochi istanti e quando cessò non erano più ad Atene.
Yamato ebbe appena qualche momento per guardarsi intorno prima che la giovane Saint della Vergine si accasciasse al suolo. Fortunatamente erano ancora mano nella mano e il cavaliere del Dragone riuscì ad afferrarla per la vita prima che finisse lunga distesa con la faccia nella putrida fanghiglia che ricopriva il terreno.
Dha aveva ragione: l'odore era pestilenziale, faceva venire il voltastomaco, sembrava un misto di fogna, feci e putrefazione.
“Che puzza stupenda ci hai fatto scoprire”
Disse tra sé Yamato alla compagna che non poteva più sentirlo.
Le tolse dalle spalle il pandora's box e lo impilò sopra al suo, a quanto pareva quegli affari potevano agganciarsi tra loro tipo i mattoncini lego, davvero comodo.
Ora che era libera da quell'ingombro il Dragone poteva tranquillamente prenderla in braccio, avrebbe avuto le mani occupate ma non c'era altra soluzione se voleva portarla con sé, per fortuna la giovane non pesava molto.
Si guardò intorno per cercare Deneb ma riusciva a scorgere solo poche rovine e troppe piante cresciute fuori misura. Se Dah non l'avesse avvisato in precedenza che la zona era diventata una vomitevole laguna sarebbe stato convinto che la ragazza avesse sbagliato completamente destinazione.
"Bleah! Che cazzo di schifo, Saigon pare Disneyland in confronto a questo cesso.... ma dove diavolo si è cacciato Deneb? Prima ce la filiamo da e qui meglio starò."
La risposta alla sua domanda non tardò ad arrivare quando qualche isolato più avanti verso est, in direzione del molo scorse un rapido susseguirsi di saettanti fasci di luce, doveva per forza trattarsi del Saint del Leone!
Il Dragone si preoccupò leggermente: possibile che avesse già trovato creature ostili? E da quanto tempo si trovava lì? Un'ora probabilmente, forse addirittura meno... se a ogni passo incappavano in qualcuno da pestare non sarebbero mai arrivati a destinazione.
Una volta raggiunto il compagno Yamato si calmò; Deneb non aveva trovato che una minaccia da nulla, un paio di topi troppo cresciuti a causa della corruzione e forti del loro numero credevano di aver trovato una facile preda nel Saint del Leone, quei poveri diavoli non avevano nemmeno capito cosa li aveva colpiti. Ora giacevano lungo la banchina di legno mezzi disintegrati dai colpi energetici del guerriero.
"Heilà Deneb! Come te la passi? Irina è stata richiamata indietro per cause di forza maggiore e hanno mandato me a sostituirla, spero non ti dispiaccia. Dha non ha retto i troppi viaggi avanti e indietro con il teletrasporto, sta bene ma sarà fuori combattimento per un poco pare...."
Era da tanto che non vedeva il Leone, gli tornò alla mente il giorno in cui avevano combattuto fianco a fianco nella grande battaglia per la difesa del santuario, una di quelle esperienze che fortificano indissolubilmente i legami tra compagni d'arme. Yamato era davvero contento di viaggiare con lui, sapeva quanto Deneb fosse abile come guerriero ma soprattutto quanto fosse affidabile come uomo, si somigliavano molto loro due dopotutto. Quel viaggio si preannunciava un'avventura davvero interessante.
Mentre aspettava il loro arrivo il protettore della quinta casa si era preoccupato di trovare un'imbarcazione adatta al viaggio che avrebbero dovuto affrontare.
La nave non era molto grande ma era ancora in ottime condizioni, appariva solida e in grado di sopportare la traversata che li attendeva, un miracolo considerato com'era ridotto il resto di quella cittadina.
I due cavalieri salirono sull'imbarcazione, Yamato scese sottocoperta dove poté far stendere Dah, ancora incosciente, su una branda e sistemare i propri bagagli.
Deneb aveva già controllato prima del loro arrivo che l'imbarcazione fosse a posto: il motore funzionava ancora a meraviglia e nella stiva c'era abbastanza carburante da permettere loro di prendere il largo e arrivare a destinazione senza problemi.
Il viaggio procedette senza intoppi di alcun tipo. Dha si riprese poco dopo la partenza, le provviste che avevano portato furono più che sufficienti e dandosi il cambio alla guida dell'imbarcazione riuscirono ad arrivare nei pressi dell'antico paese nordico più rapidamente del previsto.
Decidere dove attraccare si sarebbe potuto rivelare un problema, sfortunatamente non erano a conoscenza delle condizioni in cui versavano i porti di Asgard, non sapevano se ad attenderli ci sarebbe stato un comitato di benvenuto o un'orda di mostri assassini assetati di sangue.
Visto che non avevano ben chiaro cosa si sarebbero trovati davanti decisero di prendere la via più classica: avrebbero fatto attraccare l'imbarcazione nei pressi dell'approdo di ghiaccio e avrebbero marciato fino ad Asgard attraversando la città di Nóatún.
Dopo l'armageddon era prevedibile che avrebbero trovato la città infestata da alcuni mostri ma, come per la loro Rodorio, essendo un insediamento vicino alla città principale difficilmente sarebbe stato abitato da creature invincibili e dopotutto erano tutti e tre dei Saint esperti, potevano reggere una bestia corrotta o due.
Il fiordo che portava all'approdo di ghiaccio era molto difficile da attraversare senza cozzare sul basso fondale anche per i navigatori esperti e loro che non lo erano di certo preferirono non rischiare.
Decisero quindi di gettare l'ancora un poco prima di arrivare alla cittadina e fare la strada che mancava a piedi.
Indossarono i loro indumenti pesanti, si misero sulle spalle i fidati pandora's box contenenti le sacre armature e così cominciò la seconda parte del loro viaggio verso quella terra leggendaria.
Yamato Kujuro ♦ Energia Rossa ♦ Bronze Dragone [III]STATO FISICO ♦ Buono
STATO PSICOLOGICO ♦ Buono
STATO CLOTH ♦ Integra, non indossata
RIASSUNTO ♦ Ricevo la richiesta di essere inviato al posto di Irina. Io e Dha ci teletrasportiamo, lei sviene, io la tiro su e incontro Deneb. Usiamo un'imbarcazione trovata da quelle parti per raggiungere l'approdo di ghiaccio, dopodiché abbandoniamo la nave e ci dirigiamo verso Asgard attraversando la città NóatúnABILITÀ
LA FORZA DEL DRAGO: Benché il cavaliere del dragone non faccia affidamento su abilità particolari, se non sul proprio cosmo, la propria forza e la propria tecnica, la corazza del drago è dotata di uno scudo e di un pugno destro famosi per la loro leggendaria resistenza. Rimasti sotto le cascate di Goro-oh, in Cina, per migliaia di anni sono stati temprati dall'incessante flusso dell'acqua che, a livello GDR, li ha resi di un livello superiore al resto delle cloth di bronzo.
IL RISVEGLIO DELLA BELVA: Quando la battaglia infuria da lungo tempo (3 turni o più) lo sforzo e il consumo di cosmo fanno manifestare sulla schiena del cavaliere il tatuaggio del dragone. Questo particolare frangente sta a significare che la costellazione del drago è disposta a cedere tutta la sua energia al Saint che in quel momento può liberarsi della parte superiore del Cloth per dare sfogo alla sua vera potenza, facendo aumentare a dismisura il proprio cosmo per tutta la durata della battaglia.
Il cosmo straordinario donato da questa abilità permette al cavaliere di lanciare sempre colpi al massimo della propria forza, in questa condizione ogni tecnica può risultare letale e devastante per qualunque nemico.
Quest'abilità è però un'arma a doppio taglio, infatti per quanto doni al cavaliere una furia senza paragoni lo lascia al tempo stesso privo di difese, una singola distrazione potrebbe uccidere il Saint a ogni nuovo attacco del nemico, l'unica possibilità che ha di difendersi infatti è rappresentata dallo schivare i colpi o contrattaccare molto rapidamente.TECNICHE
Edited by ragnarok36 - 5/12/2015, 14:37. -
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Narrato | Parlato | Pensato | Telepatia
La Torre del Tempio Nero
I
Siegfried aveva osservato l'alba dallo spiazzo esterno del castello, nei pressi dello strapiombo da cui la grande statua di Odino torreggiava e vegliava sul regno del Nord. Si stava ancora chiedendo se avesse fatto bene ad accettare l'accordo con Gabriel, sperava davvero che quell'intesa avrebbe portato frutti per Asgard e che in tal modo la Corruzione ne sarebbe uscita in qualche modo svantaggiata. Lui riteneva che in quei momenti gli uomini si sarebbero unire tutti come alleati contro una forza che addirittura minacciava di distruggere sia i vivi che i morti. Si era fidato di Gabriel in quanto guerriero, e non come Cavaliere Nero: sebbene quelli che aveva incontrato in precedenza fossero stati tutti uno più pericoloso dell'altro, nessuno di loro aveva mai minacciato indiscriminatamente il suo popolo... e pensava che il loro leader non sarebbe stato da meno.
Ma molto presto avrebbe scoperto i primi risvolti di quello strano sodalizio: alcuni cavalieri dell'Isola della Regina Nera si sarebbero recati ai limiti meridionali del regno per esplorare alcune rovine che forse avevano a che fare con la loro storia. E come da accordi con il Cancro Nero, ci sarebbe stata una scorta di Asgard ad accompagnarli per una lunga serie di ragioni.
Inoltre di lì a poco sarebbero giunti alcuni Cavalieri del Grande Tempio di Atene: aveva ricevuto notizia dalle proprie vedette che nei territori orientali si stia verificando qualcosa di strano. Nessuno è riuscito a stabilirlo con precisione da una distanza di sicurezza, ma pare che un gran numero di corrotti sia stato avvistato in una zona montuosa al di là della Grande Foresta; inoltre aveva perso ogni contatto con Anita di Cancer, con la quale avevano stabilito un canale di comunicazione che di colpo si era arrestato senza alcuna ragione apparente: a meno che alla donna non fosse accaduto qualcosa di grave.
Che ironia... due cavalieri di Cancer, così diversi tra loro ma entrambi legati al Nord. Mio Signore Odino, cosa ci riserva il futuro?
Si voltò verso la maestosa figura del dio, inginocchiandosi con una sollenità appartenente solo ad un cavaliere con la sua stessa devozione per il proprio re. Quindi si alzò e si avviò verso la sala del trono. Indossava già la propria corazza, il Drago Nero a due teste che sembrava sempre pronto a risvegliarsi, perchè attendeva l'arrivo di Thorfinn, il maestro delle energie calde e fredde, e del giovane Hjorr Skirlaug. Il messo entrò proprio nell'attimo in cui Siegfried aveva raggiunto il trono per segnalargli che i due erano arrivati, quindi fece segno di farli passare. Aveva deciso come muoversi, e non poteva lasciare nulla al caso.
I due guerrieri entrarono e si inginocchiarono, per poi rialzare lo sguardo in attesa di scoprire il motivo della convocazione.
Cavalieri, vi ho chiamati per affidarvi un incarico molto delicato. Da poco tempo Asgard ha stabilito rapporti con i Cavalieri Neri: una parte dell'accordo di tregua riguarda l'esplorazione di alcune zone nelle nostre terre. Ora, sapete bene che Asgard non è un luogo per gente qualsiasi: oltre al problema della Corruzione, che nel nostro affare diplomatico non ha un ruolo diretto, altri popoli vivono nascosti in diverse regioni. Nani, Elfi, Vrykul... creature con cui stiamo cercando di costruire un equilibrio di pace, ma tale equilibrio è fragile e potrebbe essere vanificato molto facilmente: ecco perchè con gli stranieri è necessario che ci siate anche voi, che dovrete garantire che vada tutto liscio.
A quelle ultime parole, guardò i due direttamente negli occhi. C'era un ordine implicito, che non lasciava dubbi: doveva andare tutto liscio, quindi gli asgardiani avrebbero dovuto tener d'occhio i Cavalieri Neri.
I Cavalieri Neri sono in arrivo presso i confini meridionali della Grande Foresta, sanno che ad attenderli ci sarà una guida: voi due. Dovrete scortarli alla ricerca di un gruppo di rovine che si trovano all'interno della foresta, non troppo lontane dai confini: fate molta attenzione, non sappiamo cosa potreste trovarvi nei paraggi. Ultima cosa: offritevi di scortarli all'interno delle rovine, ma se loro rifiutassero voi rimanete all'esterno a coprire il perimetro e ad attenderli. Se quelle fossero davvero rovine appartenenti ai loro antenati, potreste finire in qualche maledetta trappola per ospiti indesiderati. Se non avete domande, potete andare; al vostro ritorno farete rapporto. A missione compiuta recatevi prima agli avamposti orientali della foresta ai confini delle montagne, potrei trovarmi da quelle parti.
Non diede spiegazioni sul perchè del suo spostamento, e non aveva fornito notizia dei Cavalieri di Athena: sarebbe stato lui stesso ad accoglierli e a guidarli nel luogo stabilito.NOME - Siegfried
ENERGIA - Nera
CASTA - God Warriors di Odino
ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
STATUS FISICO - Illeso
STATUS MENTALE - Pensieroso
RIASSUNTO AZIONI - Eccomi qua. Ovviamente Siegfried vi fa entrare e vi comunica gli ordini: quando dice "se non avete domande", ovviamente si aspetta che NON ce ne siano. Per i post asgardiani, potete tranquillamente interagire tra di voi prima di entrare e dopo che siete usciti dalla sala... mi sono permesso di gestirvi solo per la scena interna alla sala del trono. Per delucidazioni, correzioni, appunti od altro, sapete come contattarmi
COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
ABILITA'
BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".
PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.
TECNICHE
Edited by Tygaer - 6/12/2015, 22:18. -
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« Che diavolo vuoi? »
« Il Celebrante. » tagliò corto la guardia « Non fate altre domande »
Era giunto dal palazzo, quell'uomo, portando con sé un cavallo senza cavaliere. I suoi tratti erano irriconoscibili, adornato com'era di quell'armatura brillante e chiara, che copriva finanche i lineamenti del viso. Un vile, probabilmente, 'ché chi non scopre il volto in battaglia ha paura di guardare la Morte dritta negli occhi. Hjorr Skìrlaug con quella puttana s'era accompagnato più volte, e quasi sempre l'aveva abbandonata sul campo di battaglia, fuggendo alla fine, come un seduttore che si nasconde sul più bello.
Il Regno era in fermento: relazioni non proprio amichevoli con il piccolo popolo del Nord, alleanze a rischio per nuove trame di collaborazione e accordi commerciali di cui - ancora per un po' - il guerriero di Ullr era all'oscuro.
Era giunto da palazzo, quell'uomo, all'improvviso, come un cielo carico di pioggia che sorprende il villano al lavoro. Nessuna possibilità di prepararsi, nessun periodo di tempo per pensare a frasi o a cazzate del genere. E uno come Hjorr Skìrlaug, più avvezzo alla spada che alla parola, avrebbe pagato anche un pezzo d'oro per qualche minuto in più di preavviso. Aveva appena finito di sputare su un clan di Elfi Oscuri fino all'ultima stilla di violenza insita nel suo sangue, distruggendo a colpi di spada, una dopo l'altra, le speranze dei suoi nemici.
r i c o s t r u z i o n e - c i n q u e
Giunse a palazzo su un destriero nero come la notte, abbastanza robusto da reggere il peso del guerriero e del suo equipaggiamento per l'intera tratta. Galoppò veloce, quel cavallo, e tuttavia Hjorr Skìrlaug apprezzò la sella che lo aveva trasportato, parecchio comoda, e il fatto era testimoniato anche solo dal cuscino foderato di rosso velluto. Rosso come il tramonto, rosso come il sangue. La temperatura corporea calò gradualmente: gli dava un fastidio immane dover uscire a quell'ora, mentre il fuoco crepitava nel caminetto del suo alloggio, ma il manto caricato sulla soma fece sì che, quando il freddo fosse diventato insopportabile, Hjorr Skìrlaug avrebbe avuto qualcosa con cui coprirsi. Percorse in silenzio, quasi avesse dato ascolto a quell'ordine così seccamente impartito da chi era giunto per scortarlo. Semplicemente, egli stava scorrendo il novero dei guerrieri del Regno onde cercare di immaginare chi, fra tutti, sarebbe stato convocato insieme a lui e alla propria spada: per essere una chiamata del Celebrante, doveva essere molto urgente, e un affare del generre difficilmente poteva riguardare un solo guerriero. Doveva esserci sotto qualcosa di grosso.
Sapeva bene cosa lo aspettava, lo Skìrlaug: era cresciuto al Nord e già una volta - prima di partire per fronteggiare quei bastardi di elfi con la pelle scura - era stato convocato nella sala dello scranno del Celebrante. Quando fu in vista del palazzo, rocca alta ed imponente, solo il rumore degli zoccoli dei cavalli sul ciottolato che portava alla porta principale rompeva il silenzio - suggestivo - che accompagnava le due figure. Quando arrivarono, un «brava bestia» venne vomitato quasi senza un filo di voce, forse per evitare di bruciare sin dall'inizio ogni sua possibilità di rendersi ridicolo di fronte al Celebrante.
La Guardia che lo aveva accompagnato si irrigidì di colpo, mentre Hjorr Skìrlaug - tranquillo - sapeva benissimo che il suo essere un membro della cerchia del Celebrante lo poneva al di sopra di qualunque individuo presente in quel luogo. Il ciambellano, che già lo aveva conosciuto, giunse accogliendolo con tutta la diplomazia del caso.
Poggiò i palmi delle sue mani sulle ante del grosso portone che separava il Celebrante dalla sala principale del forte, dalla quale si aprivano, come ferite, i corridoi che portavano alle altre ale della costruzione. Hjorr Skìrlaug irruppe nella sala, aprendo da sé il portone che separava l'atrio dalla stanza in cui Siegfried era solito concedere udienze. Camminò deciso verso lo scranno, senza bisogno di guardarsi attorno per sapere che era il primo, fra i Guerrieri del Nord, ad essere giunto d'innanzi al celebrante. « Scegliete meglio le vostre guardie, Celebrante. Non vorrei che tutte zittissero un Guerriero di Odino in procinto di parlare col Celebrante. » Cominciò il proprio discorso senza esse invitato a parlare. Arroganza e prepotenza. Ingenua giovinezza. Ogni goccia dell'essenza di Hjorr Skìrlaug sprizzò fuori in quelle frasi.
[...]
« Come volete, Celebrante » rispose, abbozzando appena un inchino « vado ad accogliere quella feccia con l'armatura nera. »
Edited by riku † - 10/12/2015, 13:51. -
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.LA TORRE DEL TEMPIO NERO
Quest per Asgard, Saints & BlackII
♦♦♦♦♦♦♦
Black Chapter
Un rumore di passi in avvicinamento mette in allerta i tre guerrieri. Passi regolari, di stivali sulla neve, rivelano cinque soldati in avvicinamento. Sono armati di tutto punto per evitare sorprese indesiderate durante la loro missione... vi aspettavate una guida, non certo una scorta armata. Quello che appare essere il capospedizione alza la mano destra in segno di saluto, anche se il suo sguardo tradisce una certa titubanza. Non sorride ma si rivolge a voi in modo molto cordiale, come è d'uso nelle regioni nordiche.
Ehi voi! Siete arrivati con quella diavoleria? Che le Valchirie mi portino via adesso se non mi avete fatto prendere un accidente, credevo che si trattasse ancora di quei dannati demoni!
Le armi sono misure precauzionali contro i possibili assalti di creature corrotte dal male. Henrik, la vostra guida, vi dà tutte le delucidazioni del caso prima di iniziare il cammino.
La nostra meta si trova a pochi chilometri di marcia da qui, credo che dovrete lasciare il vostro mezzo di trasporto. Sicuramente nessuno del luogo cercherà di rubarvi quella roba, ma non posso garantire per le creature selvagge!Saints Chapter
I tre cavalieri di Athena giungono nel frattempo nei pressi del villaggio di Nòatùn. Il clima è surreale e sembra tutto abbandonato e coperto di ghiaccio. Ci vuole poco tempo prima gli uomini del sud si rendano conto di essere osservati... e ancor meno a realizzare di essere praticamente circondati da creature umanoidi visibilmente irragionevoli e assetate di sangue.Asgard Chapter
Dopo il congedo dei due asgardiani, il Celebrante si avvia a sua volta in direzione della fortezza nei pressi dell'approdo ghiacciato. Hjorr e Thorfinn iniziano invece il loro viaggio verso il loro incontro con gli stranieri nel punto stabilito al limitare della foresta, scoprendo che anche lo stesso Siegfried è pronto per partire a dorso di cavallo per qualche meta a loro sconosciuta. Può darsi che dietro gli ordini di scortare i Cavalieri Neri ci sia qualcosa di ancora più grosso.
Ok, secondo atto. Manteniamo lo stesso ordine di postaggio, ma vi avviso che dal prossimo giro PROBABILMENTE cambierà qualcosa.
Black: potete gestire come meglio credete la conversazione con Henrik. Dal punto in cui siete vi spostate verso nord, avete una decina di chilometri da percorrere e durante il percorso vi ritroverete ad essere attaccati da un branco di circa una trentina di questi adorabili lupacchiotti. Considerateli dei mostri ad energia bianca/gialla senza cosmo, potete eliminarli autoconclusivamente e anche gestire i png che combatteranno allo stesso livello dei mostri. Alla fine qualcuno dei png risulterà essere ferito, ma arriverete alla meta (il limite della foresta) dove percepirete dei cosmi in avvicinamento.
Saints: I vostri corrotti sono tutti ad energia verde e dotati del controllo del ghiaccio. Gestire anche voi il combatimento come meglio credete, ma a fine battaglia pare che una seconda ondata di corrotti si prepari alla carica. Tuttavia un corno risuona nell'aria, un gruppo di guerrieri asgardiani fa irruzione e vi dà il tempo di proseguire e spostarvi verso una fortezza a poca distanza dal villaggio. Se vi dividete il compito come nel primo giro, la persona che descrive la carica di Asgard mi contatti in privato per delucidazioni extra.
Asgard: Il vostro compito è più difficile... non vi siete mai visti prima e dovete fare conoscenza, quindi intrattenimento allo stato puro e fateci divertire! Conoscendo quelle due teste calde dei vostri pg non sarà un problema; potete fare conversazione, commentare la sospetta partenza del Celebrante perchè avete visto sellare il suo cavallo, quello che vi pare. In ogni caso il vostro viaggio prosegue abbastanza tranquillamente, decidete di seguire strade un pò più "sicure" per conservare le forze in caso di guai seri che potrebbero arrivare successivamente. A voi stabilire se incontrare qualche lupastro come quelli visti dai black, da gestire autoconclusivamente. Terminate il vostro post quando arrivate al punto d'incontro con Henrik e gli altri Black, che sono arrivati pochi minuti prima di voi.
Comunque, bravi tutti e cerchiamo di evitare incongruenze tra i nostri post. -
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Black Crateris {III} • Energia Rossa • Black SaintCloser to the Edge
II
Fu in quel momento che capì esattamente cosa significava avere paura del Drago Nero; essergli così vicino mi provocava una sensazione che non poteva essere descritta a parole, non era esattamente timore, ma qualcosa che addirittura sconfinava di molto il confine della comune definizione di paura. Era qualcosa di viscerale, intestino, paralizzante oltre ogni immaginazione, solo un autocontrollo da manuale riuscì ad evitare che mi mettessi a tremare come una bambina davanti all'uomo nero, non sarebbe stato appropriato fare una figura del genere al cospetto del tipo grazie al quale avevo ancora uno scopo per andare avanti.
Mi resi conto di non essere solo nell'ufficio di Gabriel, c'era anche una persona che io conoscevo molto bene a farmi compagnia, Lars Stark. Una volta scoperto chi lui era davvero, e soprattutto quanto era terribilmente forte, mi ero reso conto di aver fatto il cazzone con uno dei più potenti guerrieri dell'intera Death Queen Island, dopo avergli impedito di essere mangiato vivo da un corrotto, cosa che quantomeno poteva essere una sorta di giustificazione; chissà, magari il Leone Nero mi permetteva di parlargli così e vivere per raccontarlo proprio perché si sentiva in qualche modo in debito con me, in ogni caso era sicuramente una persona con cui avrei probabilmente dovuto passare più tempo. Rivolsi a Stark il sorriso più sincero che potessi tirare fuori in quella situazione, e non era un granché, poi mi concentrai sulla terza persona che aveva messo piede nello studio, l'ultima persona che mai avrei creduto di vedere: Estelle. Era lì, guardava me e Stark come se fossimo le ultime persone che voleva vedere, e dovetti mandare giù il fortissimo istinto di mettermi a strillarle tutto quello che avevo passato per causa del suo menefreghismo in faccia, non evitai un fastidioso tic alla mano per sfogare la tensione quando mi spuntò davanti, ma quello era il minimo che potevo concedere alla mia apparente imperturbabilità.
A quanto pareva c'era una magagna parecchio grossa di cui dovevamo occuparci al più presto, addirittura dovevamo recarci nel regno nordico di Asgard per trovare un nostro tempio, tralasciando comunque i dubbi sulla mia effettiva utilità per la cosa- Estelle e Lars erano troppo più forti di me, se ci fosse stato bisogno di menare le mani contro veri avversari allora io sarei stato solo un peso- la missione non prometteva di partire con il piede giusto. Sì, perché la prima cosa che Estelle aveva da dire al riguardo era una richiesta alquanto antipatica e velata di non lavorare in squadra, immediatamente zittita da uno sguardo del Drago Nero; non ero mai stato il tipo che godeva delle disavventure altrui, anzi, tuttavia questa situazione mi fece sollevare per un singolo istante il lembo sinistro della bocca in quello che era l'accenno di un sorriso soddisfatto, immediatamente sostituito dalla mia espressione più seria possibile.
Una volta usciti dall'ufficio del Drago Nero cacciai un sonoro sospiro di sollievo, la sua presenza mi metteva a disagio ed essermene allontanato non poteva essere che positivo, tuttavia c'era la partenza di cui occuparsi. Avevamo qualche minuto di tempo per prepararci, quindi andai al laboratorio, ormai adibito a mia abitazione, e presi quello che mi serviva. Ebbi un istante di esitazione quando fu il momento di prendere la lettera che avevo preparato, dopotutto non credevo che qualcuno fosse degno di leggere ciò che vi avevo scritto, ma almeno Estelle avrebbe dovuto sapere come la pensavo su certe cose se... nella peggiore delle eventualità.
Una volta raggiunto Stark io ripensai al foglio piegato e sigillato sul tavolo del laboratorio, con la scritta "READ ME" in rosso sgargiante, e mi resi conto di non avere alcun rimpianto. Dopotutto avevo detto tutto quello che dovevo.
Il viaggio fu utile soprattutto per recuperare ore di sonno perdute, anche se mi svegliai un paio di volte di soprassalto, ma trascorse molto silenzioso. Né io e né Estelle avevamo voglia di fare conversazione, Lars parlava solo se interpellato, quindi trascorsi l'intero tragitto o dormendo o provando a cercare un modo per non avere più gli incubi che mi tormentavano da un po'. Infine giungemmo nelle fredde terre di Asgard e, una volta atterrati, Estelle fu lesta a chiarire un punto fondamentale ma che... beh, era molto strano se detto da lei.
Sarò sincera, non credo che il lavoro di squadra sia una caratteristica di noi black ma, io in primis, cercherò di collaborare.
Mi affido inoltre al buon senso e alle buone maniere di tutti noi. Non siamo i benvenuti qui, non lo siamo mai stati e non basta un semplice accordo commerciale per farci diventare migliori amici per la vita. Tuttavia non daremo loro motivo alcuno per infamarci ancor più del normale. Qualsiasi cosa succeda, non. Perdiamo. Le staffe.
Sgranai gli occhi a quel discorso così... ragionevole, così pieno di verità, così incredibile che fosse venuto proprio da lei.
Dì un po', hai fumato una canna prima di arrivare qui? Nel caso potevi anche offrirla, diamine.
Quando Estelle mi rivolse lo sguardo io ebbi l'impressione di vederla per la prima volta, era totalmente diversa da come la ricordavo quando avevamo litigato, era terribilmente seria e... cambiata. Un giorno le avrei fatto raccontare tutto, ma prima dovevamo uscire vivi da quella missione. Incontrammo quasi subito dei guerrieri Asgardiani che ci erano stati offerti come scorta dal celebrante, non che ne avessimo bisogno, solo che qualcuno in grado di dirci esattamente dove dovevamo andare invece di andare a tentativi non andava certamente mandato via, sebbene avevo la sensazione che avrebbero costituito un intralcio in caso di attacco; dopotutto quell'Henrik pareva una persona simpatica, mi sarebbe dispiaciuto lasciarlo a morire.
Non facemmo troppa strada che le mie paure si concretizzarono sotto forma di un branco di orribili lupi corrotti che, sebbene fossero spaventosi allo sguardo, non avevano ciò che serviva per spaventarci; eravamo cavalieri neri, noi eravamo la paura, cos'erano quei cani spelacchiati al confronto? Avremmo dovuto mostrargli che non eravamo persone da prendere alla leggera, se di persone si poteva parlare.
Non feci passare troppo tempo che il primo lupo già mi morì addosso, sotto i piedi precisamente, visto che mi premurai di fargli assaporare quanto poteva essere pesante una armatura nera con tanto di proprietario; il secondo si beccò un punteruolo di ghiaccio nella bocca aperta all'inverosimile per ghermirmi, il terzo si prese un calcio in faccia talmente tanto forte da mandarlo ad impattare contro un altro dei suoi colleghi, schiacciandolo all'istante. Non avevo voglia di perdere tempo con quelle creature infime, mi limitai a generare delle piccole quantità d'acqua, grandi quanto falangi e praticamente invisibili nell'ambiente asgardiano, pressurizzate all'inverosimile e diventate come veri e propri proiettili. Il risultato fu che una nebbiolina rossa, quasi immediatamente congelata per la bassezza del clima, si sparse dai cadaveri dei mostri colpiti, ma niente di più. Lo scontro si era concluso subito, quasi come era iniziato, alcuni dei nostri accompagnatori erano feriti, ma niente di ché, potevamo continuare. La strada verso il Tempio Nero era appena stata percorsa.
narrato • parlato • pensato • parlato altriStatus Fisico • Perfetto
Status Mentale • Annoiato, stabile
Stato Cloth • Indossata, integra
Riassunto Azioni • Da quote
Abilità • Corrupted Stream (Acqua Nera)CITAZIONEIl Cosmo del Saint di Crateris, quello "normale", è in grado di creare acqua con spiccate proprietà curative; viene quasi da sé che i Black Saint debbano sempre fare i bastian contrari, quindi ecco l'abilità di Black Silver di Crateris, il creare Acqua Nera con un potenziale offensivo spaventoso. Per utilizzare queste tecniche l'utilizzatore deve assumere la canonica posizione della Coppa, sebbene le abilità di base non richiedano questo requisito. Il Black Saint è in grado di generare e manipolare Acqua Nera a partire dal proprio Cosmo. L'utilizzatore può anche "corrompere" acqua naturale e manipolarla, sempre nei limiti della sua Energia.
Freezing Sickness (Ghiaccio Nero)CITAZIONESe l'inversione di poteri ha toccato l'Acqua Cosmica, perché fermarsi a quella e lasciare le cose a metà? Al diavolo l'avarizia, facciamo un lavoro completo, corrompiamo anche il Ghiaccio. Il Black Silver Saint di Crateris ha controllo sulle forze fredde, sebbene siano corrotti dal nero della Cloth. Il Ghiaccio nero non ha differenze rispetto al comune ghiaccio, sebbene i composti creati tramite tale abilità presentino delle venature nere a sottolinearne la corruzione operata dal Black Saint. Il Black Saint è in grado di abbassare la temperatura dell'ambiente circostante, portando a temperatura di congelamento liquidi non cosmici, inoltre può creare Ghiaccio Nero a partire dal proprio Cosmo, congelando l'umidità dell'aria, e manipolare l'elemento, sebbene nei limiti della sua energia.
Tecniche •. -
.LA TORRE DEL TEMPIO NERO
● Ice and Blood ●Il viaggio trascorse con una lentezza esasperante, dovuta sia alle effettive ore di volo che ci separavano dalle terre del Nord, sia perchè nessuno di noi era in vena di chiacchierare. Passai dunque la maggior parte del tempo a leggere e a sonnecchiare, ignorando di fatto le poche parole che Lars pronunciò durante la traversata. Fui anche abbastanza brava nel trattenermi dal commentare le sue doti canore, sebbene una mezza occhiataccia non gliela levò nessuno: stavamo comunque andando in missione, non a fare un'allegra settimana bianca tra amici. A Yoshiro fu riservato lo stesso trattamento: sapevo che aveva qualcosa che gli frullava per la testa, sapevo anche che avrebbe voluto dirmi qualcosa riguardo la mia assenza dal laboratorio ma quello non era il momento. Forse un giorno gli avrei spiegato tutto, forse no, in ogni caso ora volevo rimanesse concentrato per quella che - per quanto ne sapevo io - era la sua prima missione "importante" da quando era diventato cavaliere. Non sapevo cosa aspettarmi da nessuno di noi, a dirla tutta, eppure un minimo di fiducia nei loro confronti non avrebbe fatto male. Lars era - al momento - quello più forte tra noi (sebbene questo non significava, almeno per come la pensavo, che avrei obbedito ai suoi ordini) e i suoi poteri potevano essere molto utili sia a Yoshiro che me; il black della coppa era ancora inesperto, tuttavia lo conoscevo abbastanza per poter dire che aveva, oltre che fegato, potenziale: se la sarebbe cavata egregiamente, soprattutto considerando la doppia natura del suo cosmo che gli permetteva il controllo sul ghiaccio e sull'acqua. Forse non sarebbe stata poi così malaccio, questa missione.
Parecchie ore di volo più tardi, atterrammo a qualche chilometro dal confine asgardiano: la prima cosa che avvertii fu un freddo intenso e correnti di aria affilate come rasoi. Apparentemente eravamo le uniche forme di vita nel raggio di chissà quanto, e la cosa poteva essere sia un vantaggio che uno svantaggio: non avremmo corso pericoli, forse, ma il fatto di essere completamente soli in un ambiente sconosciuto non era una bella cosa, specie se l'ambiente in questione era la Siberia. Senza perdere tempo indossai la cloth sopra il carapace nero e subito dopo un mantello pesante che avevo recuperato chissà dove. Foderato di rosso porpora e con un cappuccio abbastanza largo e morbido da celarmi quasi tutto il viso,esso copriva per intero la mia figura, fornendo un'ulteriore protezione contro il gelo asgardiano; era inoltre tenuto insieme da un fermaglio che rappresentava il simbolo dei Black saints e degli antichi alchimisti, l'uroboro.
Una nuvoletta di condensa si formò davanti alla mia bocca quando presi parola, ribadendo ai due cavalieri una cosa ovvia ma che molto spesso si tendeva a dimenticare: era vero, la DQI aveva incominciato dei rapporti commerciali con Asgard, ma ciò era ben lontano dal farci considerare i benvenuti lì. Questa era l'unica cosa che dovevamo tenere sempre a mente: anche solo un piccolo ed insignificante errore e tutto saltava. Più che un accordo era una bomba ad orologeria, il tutto a nostro sfavore a ben pensarci. Sospirai un attimo, prima di rispondere al cavaliere della coppa.
No Yoshiro, non mi sono fumata niente. Si tratta solo di essere educati e di mantenere lo status quo. Basta un nulla per dar loro il motivo di accusarci e mandare all'aria tutto quanto. In più, Asgard è da sempre alleata del Grande Tempio. Ti reputo abbastanza intelligente da arrivare tu stesso alla conclusione. - dissi con voce ferma, guardandolo intensamente negli occhi per un momento prima che qualcosa attirasse la mia attenzione.
Un rumore di passi ovattati precedette l'arrivo di cinque uomini armati, appartenenti con buona probabilità alla guardia di Asgard. Strano, Gab aveva parlato di una guida, non di una scorta;
Oh l'aereo. Già, vogliate scusarci ma era l'unico mezzo che avevamo per arrivare qui in tempi brevi. Vi ringraziamo inoltre per la disponibilità - dissi sorridendo in modo cordiale - Fateci strada, dunque
Dopo i convenevoli vari e le delucidazioni del caso, ci mettemmo in marcia verso la nostra meta che, a detta di Henrik, il capo spedizione, non distava che qualche chilometro da lì. Tutto sommato la scorta armata non era stata un cattivo incontro anzi, grazie a loro avremmo evitato di girare a vuoto per delle ore o addirittura dei giorni, persi nel nulla delle terre nordiche. Neve a destra, sinistra, su, giù: il paesaggio pareva essere sempre identico, immobile e congelato in un inverno eterno che solo occhi esperti sapevano sondare e decifrare. Marciavamo in fila indiana, Henrik davanti seguito da due dei suoi, Yoshiro, Lars ed io nel mezzo e i restanti tre soldati a chiudere il piccolo corteo. Procedette tutto con calma per circa mezz'ora, quaranta minuti circa poi, all'improvviso, un urlo da parte di uno dei soldati e il successivo ringhiare di qualcosa che ci circondò in pochissimo. Lupi, lupi corrotti guidati da una fame e una sete di sangue insaziabile ci osservavano ora con la bava alla bocca, pregustandosi una cena che non assaporavano da chissà quanto tempo. Henrik gridò un ordine che non capii, mentre Yoshiro - con una buona prontezza di riflessi - ne attaccò una decina contemporaneamente. Dal canto mio, sospirai per un attimo prima di entrare a mia volta nelle danze, decidendo di attaccare quelli che al momento sembravano più pericolosi: uno si trovava alla spalle di Black Leo, l'altro stava ingaggiando una violenta colluttazione con Hernrik. Due singoli tentacoli composti da acqua ad alta pressione sbucarono sotto di loro con precisione millimetrica, trapassandoli da parte a parte e scaraventandoli lontano. Il capo spedizione si voltò per un attimo, impaurito e sanguinante, prima di rivolgermi un veloce cenno del capo che interpretai come un ringraziamento; altri tre tentacoli spuntarono dal terreno e fecero fare la stessa fine degli altri ad altrettanti mostri, mentre il terreno attorno a noi cominciava a tingersi di rosso. Erano numerosi, quegli abomini, almeno una trentina ad occhio e croce ma per fortuna non sembravano essere molto forti. Meglio, avremmo perso meno tempo. Ne feci fuori altri cinque, in modo più o meno analogo, considerando che chi non veniva era stato macellato all'istante aveva dovuto vedersela con un meraviglioso trauma cranico che - considerata la potenza a cui erano state portate le offensive - corrispondeva ad uno sbriciolamento della zona interessata.
Lascio il resto a te, yankee, show them some freedom! - gridai a Lars, mentre mi avvicinavo ai soldati feriti, mettendo in atto le prime medicazioni sulle ferite da taglio, perforazione e abrasione causate dai lupi stessi.
Se Black Leo si fosse sbrigato, avremmo potuto riprendere il cammino rapidamente.
Narrato | Parlato | Pensato | ● Telepatia ● | AltriAbilità Tecniche ♦ Water of Life ♦
Penso sia una cosa risaputa da tutti: i pesci vivono nell'acqua. Non importa di che tipo: sia essa dolce o salata, questi simpatici animaletti fuori da essa sono spacciati. Ma non sono di certo qui per tenere un sermone sulla vita dei pesci - ci mancherebbe altro! Tutto questo mi serviva - probabilmente - per "giustificare" il mio controllo sull'elemento acqua. Sono in grado di controllarlo appieno, sia esso in stato gassoso, liquido o solido....il che significa essenzialmente che, se volessi, potrei creare da leggere pioggerelline a veri e propri monsoni, oppure far passare la sottile foschia mattutina in un denso banco di nebbia, tutto a mio piacimento. Posso creare l'acqua utilizzando il mio cosmo ma, generalmente, utilizzo quella presente in natura: dalle semplici acque superficiali [i mari, i laghi eccetera eccetera] a quelle sotterranee [ l'acqua presente nelle falde del terreno]. Inoltre, giusto per non farci mancare niente, sono in grado di "interagire" con il ghiaccio, purché non sia di natura cosmica, portandolo dal suo naturale stato solido a quello liquido.♦ Aquatic Flora ♦
Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.♦ Trickster ♦
Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.♦ Telepathy ♦
Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, sono in grado di comunicare telepaticamente con le persone che mi circondano.«Healing ~ Slànaich
Non tutte le tecniche sono volte ad offendere anzi, in questo caso l'effetto è l'esatto contrario. Utilizzando il mio controllo sulle alghe sono in grado di creare una quantità variabile della specie Laminaria Digitata, da applicare direttamente sulle ferite - specialmente quelle da taglio, perforazione e abrasione - come se si trattasse di vede e proprie bende. Tra i vari utilizzi infatti, questo organismo è noto per le sue proprietà cicatrizzanti, le quali tenderanno a favorire la guarigione delle ferite stesse, alleviando e curando - almeno in parte - i danni fisici causati dai nemici.Area Azione: 50m | Velocità: Vicina a Luce | Danni: Cloth ≤ III Sometimes, human places
create inhuman monsters. [S. King]. -
Lars Stark.
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Layout e grafica by Lady Violate™
Edited by Lars Stark - 28/12/2015, 23:33. -
ragnarok36.
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La Torre del Tempio Nero
post II
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narrato | parlato | pensato | altri
I tre guerrieri di Atene non impiegarono che una ventina di minuti per raggiungere il villaggio chiamato Nòatùn che precedeva di pochi chilometri la grande Asgard.
Il vento gelido di quelle lande sferzava senza sosta sui loro volti abituati al caldo sole greco rendendo inquieta la loro marcia sul terreno ghiacciato che risultava già di per sé difficoltosa anche senza condizioni atmosferiche così avverse.
Nessuno dei tre proferiva parola da quando avevano lasciato la nave, erano troppo stanchi ed infastiditi per intrattenere una conversazione e quel tempaccio non favoriva certo il dialogo o la giovialità.
Yamato aveva visitato diversi luoghi del mondo e conosciuto diverse persone, ciononostante non riusciva a non chiedersi come degli uomini potessero abitare in una landa così inospitale, gli autoctoni dovevano avere la pelle d'acciaio per resistere a quel rigido clima ogni dannato giorno dell'anno.
In cuor loro i tre saint speravano immensamente di poter trovare se non asilo quantomeno riparo per un breve periodo a Nòatùn, bastava pure una casa ancora in piedi, quattro muri per ripararli dal vento e permetter loro di recuperare le forze prima dell'ultimo tratto di viaggio.
Una volta che furono finalmente in vista del villaggio non ci volle un genio per capire che era disabitato ormai da lungo tempo: le pareti delle case erano ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio e apparivano in chiaro stato di abbandono, nemmeno una lanterna illuminava le vie e non un suono, fatta eccezione per l'ululare del vento, si levava dalle ombre della città fantasma.
La prima impressione una volta entrati nella strada principale era quella di trovarsi in un incubo, uno di quelli da cui è impossibile fuggire e che già in partenza si sa che finirà male.
L'idea di fermarsi a riposare stava rapidamente scemando nelle loro menti, l'atmosfera spettrale di quel luogo avrebbe portato lo sconforto anche nel cuore del più valoroso dei guerrieri. Inoltre c'era qualcos'altro che li metteva oltremodo a disagio: avevano la sensazione di essere osservati, tutti e tre lo sentivano ma nessuno di loro riuscì a percepire nitidamente cosa ci fosse di così inquietante in quelle strade, a prima vista sembrava tutto tranquillo, eppure...
I tre cavalieri si guardarono negli occhi cercando di prendere una decisione: continuare in quelle condizioni era tutt'altro che impossibile, erano stanchi è vero ma nulla che non potessero gestire e poi le case rimaste erano ricoperte di ghiaccio e neve, non avrebbero offerto molto riparo o calore in ogni caso, senza contare che arrivare ad Asgard rapidamente avrebbe attenuato la possibilità di incappare in qualche corrotto.
Decisero così di stringere i denti e proseguire fino alla fine, si sarebbero ristorati una volta al sicuro dietro le mura di Asgard.
Erano ormai arrivati all'uscita del villaggio quando finalmente si accorsero che qualcosa li stava effettivamente seguendo ma era ormai troppo tardi, erano stati circondati.
Alcune porte delle case che avevano superato saltarono fuori dai loro cardini e dai tetti e dai vicoli cominciarono a sgattaiolare fuori delle creature dalle sembianze umane ma con la pelle color blu cobalto raggrinzita che dava loro le sembianze di cadaveri viventi. Erano tutti alti più di due metri e brandivano rudimentali armi tra cui lance, spade, asce e scudi interamente fatte di ghiaccio e nonostante avessero l'aspetto di morti viventi i loro muscoli apparivano ancora potenti e in grado di menare fendenti letali.
E io che credevo non ci fosse vita da riempire una nave su questo blocco di ghiaccio...
La sua battuta sarcastica non bastò ad alleggerire l'atmosfera. Attraverso i loro occhi azzurro brillante i corrotti li guardarono colmi d'ira e d'odio e iniziarono a sbattere le loro armi contro gli scudi in un roboante crescendo che riempì le vie, pochi secondi prima silenziose, della città fantasma.
L'eco di quelle percussioni rimbombava con fragore nelle orecchie dei saint che non comprendevano ancora cosa stessero aspettando quelle abominevoli creature.
La risposta non tardò ad arrivare, davanti a loro un gruppo di corrotti indietreggiò con terrore reverenziale per lasciare passare quello che sembrava il loro comandante. Era praticamente uguale agli altri, forse un poco più alto, ma spiccava soprattutto per l'armatura in pelle lavorata che indossava e il suo cranio calvo circondato da piccole corna che parevano spine.
Il nuovo venuto alzò il braccio destro e il cozzare di armi cessò istantaneamente.
Per quello che ai saints parve un tempo interminabile la creatura col capo di spine stette a guardarli con sguardo severo poi cacciò fuori il suo migliore ghigno malefico e lanciò al cielo un urlo roco così forte e penetrante da far gelare il sangue nelle vene.
Quel grido demoniaco era il segnale, il battaglione di corrotti si lanciò contro i guerrieri del Santuario con la sete di sangue negli occhi, se avessero combattuto bene quella notte avrebbero banchettato da re.
Quello che probabilmente non sapevano era che difronte a loro non avevano tre viandanti sprovveduti ma tre cavalieri di Atena esperti e pienamente addestrati a fronteggiare eserciti di nemici.
I tre guerrieri si misero istintivamente spalla contro spalla in una formazione triangolare così da non avere punti ciechi, da quella posizione si sarebbero potuti spartire i nemici senza preoccuparsi di ricevere attacchi a sorpresa.
Yamato guardò dritto difronte a sé, erano un bel numero di avversari ma nulla di ingestibile, presto avrebbero fatto la conoscenza del suo leggendario pugno. Non doveva nemmeno preoccuparsi di preservare qualcosa, anche se nella foga avesse arrecato danno a qualche abitazione non avrebbe messo in pericolo nessuno in quel villaggio ormai abbandonato.
Si mise in posizione d'attcco, elevò il suo cosmo e lo concentrò nell'avambraccio destro che abbassò per un centesimo di secondo in modo da caricare meglio il colpo e poi lo fece scattare in avanti liberando tutto il suo potenziale distruttivo. Un'onda di energia cosmica verde venne sprigionata dal suo pugno che prese rapidamente la forma del mitico drago simbolo della costellazione sua protettrice che travolse nel suo viaggio un grande numero di soldati mostruosi. I loro corpi vennero dilaniati dalla forza dell'impatto e le loro armi si disintegrarono come fossero di vetro.
L'unico a rimanere in piedi fu il corrotto in armatura, loro capo, che era stato in grado di erigere pochi secondi prima di ricevere il colpo una solida barriera di ghiaccio abbastanza spessa da sopportare il potente attacco del ragazzo.
I suoi compagni, o forse era il caso di chiamarli sottoposti o magari sudditi, indietreggiarono un attimo presi dallo sconcerto per quanto appena capitato.
Gettarono a terra le loro lance di ghiaccio, evidentemente consci del fatto che non sarebbero state loro d'aiuto nella battaglia e alzarono al cielo le mani richiamando il cosmo dannato che bruciava in loro. Ciascuno di loro, da quelli in strada attorno a loro a quelli sui tetti, creò sopra la propria testa tre grosse punte di ghiaccio fluttuanti. Ciò che volevano fare era fin troppo ovvio: visto che attaccare a distanza ravvicinata non avrebbe portato loro nulla di buono avevano pensato che sarebbero stati al sicuro attaccandoli a distanza.
Non appena le stalattiti di ghiaccio furono pienamente formate le creature abbassarono le braccia e le enormi punte vennero scagliate a tutta velocità contro i tre guerrieri di Atena. Schivarle tutte pareva impossibile e se fossero stati trafitti difficilmente sarebbero riusciti a riprendersi, era necessario trovare una contromisura e alla svelta se non volevano finire impalati a fare da spiedini per la cena di quelle orrende creature.
Yamato Kujuro ♦ Energia Rossa ♦ Bronze Dragone [III]STATO FISICO ♦ Buono
STATO PSICOLOGICO ♦ Buono
STATO CLOTH ♦ Integra, non indossata
RIASSUNTO ♦ Arriviamo a Nòatùn, decidiamo di non fermarci e di continuare il nostro viaggio ma veniamo bloccati dall'esercito di corrotti che ci circonda. Ne uccido un po' e i restanti decidono di attaccarci scagliandoci contro delle stalattiti di ghiaccioABILITÀ
LA FORZA DEL DRAGO: Benché il cavaliere del dragone non faccia affidamento su abilità particolari, se non sul proprio cosmo, la propria forza e la propria tecnica, la corazza del drago è dotata di uno scudo e di un pugno destro famosi per la loro leggendaria resistenza. Rimasti sotto le cascate di Goro-oh, in Cina, per migliaia di anni sono stati temprati dall'incessante flusso dell'acqua che, a livello GDR, li ha resi di un livello superiore al resto delle cloth di bronzo.
IL RISVEGLIO DELLA BELVA: Quando la battaglia infuria da lungo tempo (3 turni o più) lo sforzo e il consumo di cosmo fanno manifestare sulla schiena del cavaliere il tatuaggio del dragone. Questo particolare frangente sta a significare che la costellazione del drago è disposta a cedere tutta la sua energia al Saint che in quel momento può liberarsi della parte superiore del Cloth per dare sfogo alla sua vera potenza, facendo aumentare a dismisura il proprio cosmo per tutta la durata della battaglia.
Il cosmo straordinario donato da questa abilità permette al cavaliere di lanciare sempre colpi al massimo della propria forza, in questa condizione ogni tecnica può risultare letale e devastante per qualunque nemico.
Quest'abilità è però un'arma a doppio taglio, infatti per quanto doni al cavaliere una furia senza paragoni lo lascia al tempo stesso privo di difese, una singola distrazione potrebbe uccidere il Saint a ogni nuovo attacco del nemico, l'unica possibilità che ha di difendersi infatti è rappresentata dallo schivare i colpi o contrattaccare molto rapidamente.TECNICHE
Rozan Shôryû Ha: Il cosmo del cavaliere si concentra nell'arto con cui desidera colpire e viene rilasciato sotto forma di un gigantesco drago di pura energia che travolge tutto ciò che trova davanti a sé. Il movimento rotatorio del colpo simile a un vortice intrappola nel suo percorso tutto ciò che incontra nel suo cammino: acqua, pietre e qualunque altro oggetto può venire irretito nel ciclone per rendere questa tecnica ancora più devastante di quanto già non sia. La leggenda narra che questo colpo sia talmente potente da poter persino invertire il corso di una cascata..