il pugno del nord

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    Entrando nel corridoio che portava alla sala del celebrante, la cosa che lo colpì fu l'ambiente.
    Un'illuminazione fioca, condotta per mano dalla danza delle fiamme sulle fiaccole, disposte a coppie lungo le pareti, e due uomini come quelli - bestie con asce bipenni enormi - in piedi ai lati della porta, con le mani poggiate sul manico di quelle grandissime armi. Qualche ornamento per fare da atmosfera, un candelabro acceso che pendeva morto dal soffitto. Il Flagello sorrise: provava un chissà quale gusto dolce nell'incontrare - di nuovo - la persona che quella sera, in qualche modo, aveva del tutto cambiato la sua vita. C'era la stessa ricerca di teatralità nella sua espressione: non voleva apparire impacciato, ottuso. Maldestro. Sapeva però di non poter celare un sapore familiare nelle sue parole. Si sentiva stranamente a suo agio - si trattava pur sempre di un colloquio che avrebbe potuto cambiare nettamente il corso delle cose.

    Annuì brevemente alle guardie, scrollandosi di dosso ogni possibile timore reverenziale e attendendo - in silenzio - che il ciambellano annunciasse che Hjorr Skìrlaug, il Flagello della Spada Mimung, era arrivato per rispondere alla convocazione del celebrante. Attese letteralmente abbarbicandosi su di una poltroncina cigolante che doveva aver vissuto tempi migliori. Una di quelle scomode sedute foderate di porpora che i mercanti meno abili ti tiravano dietro al mercato nero dopo l'Armageddon - le stesse che i mercanti più versati nelle loro arti erano capaci di venderti sfilandoti un mucchio di quattrini, inventando nomi altisonanti per i culi che si erano posati su quel soffice velluto ormai incartapecorito. Con un gesto svagato sistemò la piega dell'ampio pastrano rosso scuro, sostanzialmente privo di fronzoli: l'unica frivolezza che si era concesso si limitava ai bracciali della propria cerulea armatura. Doveva ammetterlo: quel colore, quasi indaco, lo mandava in estasi.


    I L P U G N O D E L N O R D
    r i c o s t r u z i o n e - t r e


    Quando venne annunciato, si alzò in piedi, mentre le ante del portone al di là delle guardie si apriva per cedergli il passo. Mentre varcava quella soglia osservò come guardie e ciambellano, al suo incedere, abbozzarono un saluto reverenziale, e realizzò - forse per la prima volta dall'investitura - che era ormai un Flagello, un Guerriero del Nord, e come tale sottoposto solamente al celebrante. Erano - quelli - inferiori a lui per grado e capacità. Con un gesto misurato si tolse il cappuccio scuro, lasciando che con disinvoltura si posasse sulle sue spalle - ben attento a non trasformare quell'ostentazione di tranquillità in un eccesso di confidenza. Dal colloquio intimo alle galere il passo poteva essere sorprendentemente breve, specialmente all'interno di quella stanza.

    Il suo sorriso si allargò, ricordandosi per un attimo la magra figura fatta proprio davanti al Celebrante nel giorno in cui Odino - o chi per lui - scelse di donargli il potere di un Flagello. Ma ben poco gli importava: erano guerrieri loro due. Si trovavano nel loro elemento, entrambi: spada e spada - figlio del nord e figlio del nord. Due guerrieri che avevano il dovere di portare la barca diu Asgard fuori dalla tempesta della Corruzione. Appoggiò il ginocchio a terra, sollevando un tripudio di pulviscolo, poi si rialzò, controllato. Aspettava una parola da parte di Siegrfried.


    --------------------------------

    hjorr skìrlaug ~ ullr ~ en. rossa

    mente ~ --.
    fisico ~ --.
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    note ~ tutto agghindato, perché si va a figa col celebrante :riot:

     
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    Il Pugno del Nord
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    Siegfried osservava l'altare del dio Odino. Si concedeva spesso momenti del genere quando poteva... erano i soli in cui potesse fermarsi a pensare a quanto accadeva ad Asgard, per cercare di tirare le somme su quanto accadeva in quel periodo buio. Il nemico aveva deciso di prendersela comoda e di rimanere in attesa ed in silenzio, come un gatto che tiene d'occhio la tana del topo: e Dragmor forse si sentiva superiore, magari proprio in quel momento stava pianificando un'offensiva. O si divertiva ad attendere che Asgard facesse una mossa falsa per poi distruggere quello che poteva. Ma il punto era proprio quello: Siegfried ignorava cosa stesse facendo il suo nemico perchè non ne conosceva gli scopi, e per quanto malvagi potessero essere non potevano essere semplicemente votati alla distruzione o al caos... ci doveva essere dell'altro, o almeno non si poteva trattare semplicemente dello sterminio dell'umanità da parte della Corruzione.

    Nemmeno Valmhur conosceva l'origine del nemico, ma questo era comprensibile: dopotutto Odino l'aveva lasciata confinata per secoli isolandola dal mondo. E la spada stava proprio lì, a "dormire" beatamente sull'altare del dio, in attesa di svegliarti quando le sarebbe parso il momento migliore per piantar grane.

    Un lieve schiarirsi di voce lo riportò nella sala del trono, e l'uomo si voltò in direzione del messo che gli portava l'annuncio di una visita. Il nome non gli diceva niente, ma quando apprese che si trattava del flagello della Spada Mimung, comprese. Lanciò un'occhiata con la coda dell'occhio a Valmhur, chiedendosi se la spada avrebbe deciso di svegliarsi nuovamente.

    Fallo entrare.

    Siegfried si limitò semplicemente a quelle due parole, il messaggero si inchinò e svanì nel nulla. Il Celebrante fece brillare il proprio cosmo e l'armatura del Drago a due Teste comparve innanzi a lui per poi scomporsi e avvolgerne il corpo. Il ragazzo che era stato addestrato dallo spirito di Valmhur non aveva mai parlato con lui prima di quel momento, per quanto fosse passato poco tempo dalla sua consacrazione a Cavaliere di Asgard; avrebbe avuto domande? Voleva solo mettersi al servizio del Celebrante? Ma soprattutto... sapeva che la sua vita sarebbe stata di poco diversa da un inferno di ghiaccio?

    Non lo sapeva, certo, ma solo perchè era un ragazzo. E adesso che aveva un'armatura, doveva crescere e farlo in fretta. Siegfried si avviò al trono e prese Mimung, la sua zweihander che per ironia della sorte era proprio l'emblema della corazza di chi stava per entrare e la rivolse verso il basso, appoggiando poi le mani sul pomolo dell'elsa in una posizione di attesa cerimoniale. Il portale si aprì pochi istanti dopo, e la figura che adesso sembrava diversa dal loro ultimo incontro e che rispondeva al nome di Hjorr fece il suo ingresso con tranquillo incedere fino ad arrivare di fronte al trono, quindi si inginocchiò e si rimise in piedi.

    Il Celebrante sorrise con il pensiero: non ci si rialzava dall'inchino fino a che fosse stato il Celebrante a dirlo, ma per quel giorno l'etichetta l'avrebbe messa da parte; Hjorr le aveva già prese sonoramente dalla spada durante il suo addestramento, non era il caso di infierire e per l'etica cavalleresca c'era sempre tempo.

    Dunque, Hjorr Skirlaug è finalmente giunto al mio cospetto.

    Attese un attimo prima di proseguire, soppesando le parole e valutando il ragazzo con lo sguardo.

    Un ragazzo dotato di caparbietà e di tenacia, senza dubbio: due doti molto apprezzate anche tra la razza dei Nani, ma senza di queste non saresti riuscito a completare il tuo addestramento... o forse dovrei usare la parola "sopravvivere".

    Si fermò ancora, rimanendo ad osservarlo come aveva fatto qualche tempo prima stando seduto sul tronco di un albero.

    Cosa ti porta a palazzo, Cavaliere?

    La domanda forse avrebbe spiazzato il ragazzo, ma di fatto era Hjorr ad avere delle domande mentre Siegfried aveva certezze. Magari si sarebbe aspettato che il Celebrante sarebbe partito subito ad impartirgli ordini o a metterlo alla prova, e invece no: lo stava valutando sotto un altro aspetto.

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    NOME - Siegfried
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    CASTA - God Warriors di Odino
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    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - E a tradimento, la prima domanda te la faccio io :asd:

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    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    « Cosa ti porta a palazzo, Cavaliere? »

    La noia, avrebbe potuto rispondere. Il terrore. La tenacia. Qualsiasi cosa. Il punto era che qualunque ragione avesse avuto per chiedere udienza al celebrante, sarebbe risultata inutile e di poco conto rispetto agli affari del palazzo, alle paturnie del Regno, stretto nella morsa della Corruzione e dei suoi storici nemici, che mai come allora vedevano la possibilità di mordere alla gola quella preda ferita. Eppure, nel buio della propria caverna, Asgard poteva ancora ruggire. Gli déi del Valhalla, eleggendolo a loro Cavaliere, avevano evidentemente fatto una scelta consapevole e precisa: dovevano rinfoltire le proprie fila, rendere Asgard meglio protetta e più pericolosa, far sì che il Nord potesse tornare a stendere la propria mano sui territori limitrofi. Asgard e i suoi abitanti - da tutta quella brutta faccenda della Corruzione e dell'Armageddon - avevano ottenuto un minimo, seppur significamente, vantaggio strategico rispetto alle altre schiere di cavalieri sacri: era, il loro, territorio che meno aveva sofferto il downgrade tecnologico e alimentare che l'Armageddon ha portato, essendo già abituata sin da prima a una situazione di isolamento. Ferita sì, dunque. Ma con ottimi margini di miglioramento.

    « Cosa mi porta a palazzo? » sorrise. « Qualche domanda, e nulla di più. »
    Aveva iniziato a ragionarci sopra qualche giorno prima di richiedere udienza, stanco di restare con le mani in mano mentre il mondo marciva. « E la mia prima domanda, celebrante, è: »
    gli pareva di sentirlo già rispondere di sì, il celebrante
    ma era forse la sua voglia matta di azzannare qualsiasi nemico del regno,
    anche un clan di Elfi Oscuri che aveva cacciato la testa fuori dalla propria tana
    « posso rendermi utile al mio amato Regno? »

    Non poteva correre il rischio che il Celebrante fraintendesse o che - ancora peggio - lo ritenesse ancora quel ragazzo preso a pizze da Valmhur. Era cresciuto in quelle settimane, in quei mesi. Aveva maturato la consapevolezza di essere un guerriero, una mano, uno strumento di Odino e degli déi per spazzare via ogni nemico di Asgard. Perché solo quello sapeva fare: tagliare, tagliare, tagliare, finché ogni minaccia non fosse stata affettata, fino ad essere cancellata dal mondo.

    « Sicuramente avrai sentito di quel guerriero tornato con qualche freccia piantata nel corpo da chissà quale elfo bastardo »
    dritto al punto e senza fronzoli, come era nelle sue corde: « Elfi Oscuri »
    sputò quelle partole come fossero insieme una grave offesa e la battuta del secolo;
    « Solamente una manica di aborti convinti di essere intoccabili, imbattibili. » ghignò sarcastico « Ma la verità è un'altra. »
    Il suo sguardo si era fatto pungente e - forse - per la prima volta davanti al celebrante, iniettato di odio.
    Vi si rifletteva una fiamma indaco celata dietro alle pupille, in una mente che aveva accusato il colpo della vista di un compagno ferito, morto poi fra le sue braccia, ricacciato ad Asgard come monito.
    « La verità è che la Corruzione ha colpito anche loro e, per quanto stiano cercando di sfruttarla a proprio vantaggio, è sempre un pugnale piantato nel loro fianco, come nel nostro. » ora tamburellava con l'indice e il medio sul fodero della propria spada, mai rendendosi irritante con quel rumore continuo « Dobbiamo fare qualcosa, celebrante » un pensiero strategico e poco più « Il regno si Asgard sta rinascendo dopo essere caduto a pezzi e non c'è nessuno che possa salvaguardarlo da quei maledetti, a parte noi »
    fece una pausa, per dar tempo al celebrante di assimilare quei pensieri.
    « L'occasione è troppo ghiotta per farsela scappare. »

    « Perciò eccoti la seconda domanda: » l'espressione del guerriero si fece più dura
    « saresti disposto a lasciarmi distruggere uno dei Clan degli Elfi per te? »


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    note ~ diciamo che vorrei che questo incontro fosse il preludio a questa one post :zizi: .

     
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    Il Pugno del Nord
    II
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    Domande. Esattamente come il Celebrante si aspettava c'erano un paio di domande a cui Hjorr desiderava trovare una risposta, ma qualcosa non andava per il verso giusto... e cioè il ragionamento che stava dietro al secondo quesito. Il ragazzo non sapeva e non poteva sapere nulla degli elfi oscuri, di cosa li guidava, di dove si trovassero e soprattutto non aveva intenzione di permettere ad un giovane cavaliere di morire come uno sprovveduto. Siegfried sospirò, alzandosi in piedi ed osservando uno dei bracieri accesi. Poi si rivolse al ragazzo.

    Sai perfettamente che, se chi sappiamo bene noi due fosse sveglio, ti direbbe che sei uno "stupido"?

    A chiunque la domanda sarebbe potuta sembrare strana; ma non al ragazo, che aveva avuto l'infame sventura di conoscere lo spirito di Valmhur. Il Cavaliere del Drago a due teste alludeva proprio alla spada divina che attualmente era immersa nel suo sonno magico, ma non ci voleva certo lei per spiegare al giovane asgardiano che stava facendo gravi errori di valutazione.

    Vedrò di essere chiaro: la risposta alla tua prima domanda è "sì, ma non nel modo in cui credi tu".

    Il suo tono non ammetteva repliche, ma permise all'altro di incassare il colpo prima di proseguire.

    Quanto alla tua seconda domanda, potrei limitarmi a chiederti quale sia il tuo brillante piano e a smontarti, ma credo che apprezzeresti di più una spiegazione; perchè dalla tua richiesta mi sembra evidente che dei drow sai solo che sono elfi dalla pelle scura.

    Il suo sguardo passò di nuovo al fuoco, rivedendo tra le fiamme Eilistraee e Genlon. Due drow totalmente diversi tra loro, una divinità e un servo della sua controparte diventato quasi forte come un dio. Ma quel "quasi" aveva fatto la differenza.

    Tanto per cominciare, a quanto ne sappiamo la Corruzione può colpire solo coloro i quali espressioni negative come la cupidigia e la malasorte. Gli elfi oscuri non temono queste cose, gli umani ne cadono vittime e possono esserne corrotti. Senza contare che non tutti gli elfi oscuri appartengono al male: loro sono votati alle loro divinità come noi alle nostre; come noi abbiamo Odino, loro hanno Eilistraee; noi abbiamo Loki, loro hanno Lolth. Proprio Eilistraee, con la benedizione di Odino, mi ha donato qualcosa che più di una volta ci ha permesso di salvare Asgard durante il Ragnarok e l'Armageddon. E credimi, stai decisamente sottovalutando i poteri di quella razza: uno di loro stava per distruggere Asgard.

    Come motivazione per frenarlo sembrava abbastanza concreta. Tuttavia la sua intenzione era quella di mettere in guardia il ragazzo per evitargli una brutta fine.

    Ma tu stai parlando del villaggio di Healgard, e quindi il discorso cambia: ti sembrerà strano quello sto per dire, ma lì non c'entra alcun clan di elfi oscuri: il problema risiede in un singolo individuo, quindi la situazione è totalmente diversa. Quindi hai la mia autorizzazione per vederci chiaro, ma gli ordini sono i seguenti: non farti ammazzare e valuta bene il potere dell'avversario prima di buttarti a testa bassa, se lui ti è superiore in forza torna indietro per chiedere i rinforzi. Non cercare di fare tutto da solo, o finirai male. Alla luce di questo, dimmi come hai intenzione di agire.

    Siegfried riteneva di aver fornito una serie di informazioni che per Hjorr sarebbero state fondamentali, quindi era necessario anche conoscere il suo modo di pensare per valutarne la stretegia.

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    RIASSUNTO AZIONI - Cerchiamo di introdurre la One-Post, ma in base a quanto accaduto in precedenza sarà bene che tu segua i miei consigli. Gli elfi oscuri mi hanno datto grattacapi quando ero a Viola, figurati se devi gestirne uno forte a Rossa se ne puoi uscire vivo :zizi:

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    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Le estremità delle labbra si incresparono in una smorfia che a stento mascherava un sorriso. In un modo o nell'altro, aveva il permesso di partire. Abbassò il capo, prima di parlare, per essere sicuro di riuscire a trovare le parole più convincenti per il definitivo placet del Celebrante. La verità, tuttavia, era che un piano non l'aveva ancora, e immaginò che non l'avrebbe avuto fino all'incontro coi propri nemici.

    Così, in ogni caso, Siegfried aveva acconsentito. E gli aveva anche ricordato -seppure in maniera non esplicita- la sua condizione: una pedina; pedina importante, certo, cui veniva affidata una missione particolarmente difficoltosa. Ma pur sempre una pedina, che poteva essere rimossa dalla scacchiera in qualsiasi momento, una volta che fosse venuta meno la sua utilità.
    « Nessun problema, Celebrante, non ho intenzione di tirare le cuoia ancora per un pezzo »
    sentenziò, distendendo finalmente le labbra nell'espressione più convincente che potessero disegnare.

    Il suo unico interesse -questo gli era chiaro, limpido come acqua sorgiva- era quello di mantenersi utile agli scopi del Regno. Molto bene: con quella spedizione, lui si sarebbe reso ancor più importante agli occhi del Regno, e la stessa Asgard avrebbe avuto una minaccia in meno di cui preoccuparsi in quegli anni di miseria e catastrofi. Si trattava pur sempre di un gioco cui aveva partecipato svariate altre volte -suo malgrado. Avrebbe fatto in modo di risultare non solo utile, ma essenziale. Il regno stava giocando - contro gli elfi oscuri, una partita pericolosa, un gioco del trono nel più buio degli abissi, un gioco in cui vale la stessa -unica- regola: si vince o si muore.
    In fin dei conti, questo non lo riguardava. Non aveva alcuna intenzione di morire cosi giovane, non lì, non nello sperduto avamposto di Healgard. Se ormai soltanto gli sciacalli avevano imparato a sopravvivere al contagio, sciacallo sarebbe diventato. E gli sciacalli sopravvivono perché sono in grado di nutrirsi delle carogne. Per loro l'unica regola era sopravvivere, per questo erano soggetti inadatti al comando oltre un certo limite -per questo lui, Hjorr Skìrlaug, non aveva intenzione di andar oltre il ruolo di Flagello. Troppo in alto, troppi onori, troppe regole da rispettare.
    I cani sciolti non conoscono regole, non conoscono padroni.
    Lui lo sapeva, e aveva chiaro in mente cosa avrebbe dovuto fare in caso di necessità: attaccarsi con ancor più avidità alle incancrenite tutte di Asgard che l'avevano allattato fino a quel momento, per andare a succhiare latte finché ce n'era.
    Perché di questo campano gli sciacalli: di cibo, ad ogni costo.

    « Spiegami come dovrei procedere, Celebrante: ho solo bisogno di sapere da dove cominciare »
    asserì con estrema tranquillità, come se la cosa non lo riguardasse minimamente.
    « Poi potrò partire per Healgard, pronto a sventrare chi ha osato mettersi contro di noi »
    "Sempre che io non abbia alcuna possibilità: a quel punto dovrò tornare con la coda fra le gambe, o scappare".

    L'importante era sopravvivere.


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    note ~ vediamo se riesco a convincere il Celebrante. (edit: corretto errore di sintassi)



    Edited by riku † - 9/4/2016, 10:38
     
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    Il Pugno del Nord
    III
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    Siegfried iniziò a riflettere sulla situazione. Ultimamente tutti coloro che riuscivano a conquistare un'armatura con la benedizione di Odino si rivelavano essere delle teste calde, ce ne fosse stato uno dotato di un minimo di prudenza.

    Eppure quella era una caratteristica degli uomini del Nord, l'unica eccezione era stata la famiglia di Michèl e Camìlle. Ora doveva fare in modo che uno degli ultimi arrivati non andasse a cercarsi guai grossi.

    Molto semplice, ragazzo. L'inizio è la ricerca di informazioni sull'avversario. Puoi avviarti verso Healgard, cercando di raccogliere quante più notizie possibile sul nemico, sui suoi poteri, sul luogo in cui si nasconde. Tanto meglio se riuscirai ad individuarlo, ma...

    Alzò la mano in segno di mantenere la calma. Perchè ciò che stava per dire non sarebbe stato di certo apprezzato dal flagello, solo che si trattava di un ordine diretto del Celebrante e come tale non si poteva discutere.

    ...non dovrai farti vedere da lui. Dimenticati di attaccare a testa bassa, anche se la situazione potrà sembrarti favorevole... gli elfi oscuri sono maledettamente intelligenti e calcolatori, rischieresti di finire in qualche trappola ordita da lui e finiresti davanti a Odino senza neanche accorgertene. Noi abbiamo il cosmo, ma loro sanno usare anche la magia.

    Stava già vedendo il cambio di espressione sul volto dell'uomo di fronte a lui, deluso per l'eventuale mancato scontro.

    Sarà allora, e solamente allora, che potrai capire la forza del tuo nemico e valutare se affrontarlo. Sono tempi molto difficili per il mondo intero, perdere anche un singolo Cavaliere può fare la differenza. E odio le perdite inutili.

    Sperava solo di non doversi pentire di mandare Hjorr a risolvere un problema come quello. Forse avrebbe dovuto muoversi lui stesso, ma Asgard non poteva rimanere completamente sguarnita.

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    RIASSUNTO AZIONI - In pratica ti dò il permesso, ma ti invito alla prudenza e a temporeggiare perchè altrimenti ti farai uccidere :zizi:

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    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    « Come già detto, Celebrante » disse sperando di non doverlo ripetere di nuovo, « non ho alcuna intenzione di morire a Healgard, né nelle sue immediate vicinanze »
    Nè così giovane, avrebbe voluto e dovuto dire. Hjorr Skìrlaug era uno spaccone, ma non uno sprovveduto: se la situazione glielo avesse richiesto, sarebbe stato capace di scappare dalla minaccia. Solo, però, per tornare in un secondo momento più organizzato e con uno spirito combattivo ancora maggiore.

    « E sia, partirò domani stesso, per raggiungere la marca in nottata »

    Sapeva bene che avrebbe dovuto affrontare un'intera giornata a cavallo, l'indomani. Un buon riposo era il minimo che potesse fare, per preparare mente e membra a un viaggio del genere. Per essersi spinti così vicino alla Capitale, per aver sfidato il Regno in un modo così osceno, per averlo fatto scomodare, comunque, qualche elfo avrebbe pagato. Lo avrebbe fatto a pezzi, e consegnato quel che ne sarebbe rimasto al disprezzo e alle umiliazioni di Healgard - in fondo l'unica, vera depositaria del diritto a vendicarsi. La sua spada sarebbe stata soltanto il tramite con cui la rabbia e la violenza del Nord avrebbe vendicato i suoi soldati.

    Ricordava ancora cosa aveva provato quando la lettera era giunta alle sue mani e ai suoi occhi. Completamente solo nelle proprie stanze, Hjorr Skìrlaug l'aveva letta attentamente.
    All'interno della sua stanza -così ampia eppure così angusta- il Flagello si sentiva come era sempre stato: solo, abbandonato. Erano emozioni a lui così familiari che ormai, salvo rari casi, non lo scuotevano nemmeno. Negli anni aveva escogitato diversi espedienti per non pensarci, per non star male. Leggere era uno dei suoi diletti preferiti, ad esempio, ma mai avrebbe pensato di dover ricevere - seppur per vie traverse e non dirette a lui - delle minacce.
    Era per quello, forse, che si era diretto con una tale decisione dal proprio Celebrante. Non l'avrebbe mai ammesso, ma quella spedizione rappresentava un modo differente per sfogarsi.

    Gli era stata recapitata apposta, quella lettera, forse da un qualche vassallo degli dei. In modo che - a maggior gloria di Odino - potesse sventrare quei maledetti. Il disastro di Healgard, l'opportunità per mettersi in marcia. Uno scopo, un'idea. Ed era sua. Soltanto sua. Il suo personalissimo terreno di caccia.
    Non ebbe bisogno di rifletterci a lungo:il Celebrante lo aveva istruito, non gli serviva altro. Sapeva da dove cominciare, sapeva cosa o chi cercare. Sapeva fare il suo lavoro, e non vedeva l'ora di farlo.
    Hjorr Skìrlaug strinse un'ultima volta l'elsa della spada e si produsse in un breve inchino, facendo per accomiatarsi.

    « Vado » disse,
    « Tornerò a fare rapporto »

    Scivolò oltre la porta, facendo cenno alla servitù di rientrare nella stanza.
    Col volto adombrato da un livore glaciale, discese la scalinata della rocca:
    aveva una marca da raggiungere, in qualità di suo vendicatore.


    --------------------------------

    hjorr skìrlaug ~ ullr ~ en. rossa

    mente ~ --.
    fisico ~ --.
    cloth ~ --.
    note ~ See ya Siegfried <3.

     
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    Il Pugno del Nord
    IV
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    Il Celebrante quasi sorrise alle parole del ragazzo.

    Sì, è una frase che in passato ho sentito spesso... troppe volte, rispetto a quelle in cui sono state mantenute.

    Non voleva perdere un altro Cavaliere, molto semplice: ma non voleva neanche che L'ennesima, impavida testa calda e troppo sicura di sè facesse qualche mossa incauta. Troppi erano morti prima di lui, e spesso per eccesso di entusiasmo non erano riusciti ad evitare il loro destino: aveva la netta sensazione che Hjorr stesse sottovalutando il pericolo, e poteva solo augurarsi di sbagliare.

    Non lo conosceva abbastanza da poter capire cosa esattamente lo muovesse, quali ideali oltre a quelli di servire il proprio popolo. Già, c'era sempre qualcos'altro... eppure doveva necessariamente fidarsi.

    Una certa spada gli avrebbe dato certamente dello stupido, se non fosse stata addormentata; e subito dopo avrebbe bastonato sulla testa quel ragazzo insolente che credeva di essere già diventato un vero uomo.

    Hjorr scivolò via, oltre l'ingresso principale, dopo aver detto che sarebbe tornato per fare rapporto.

    Me lo voglio augurare... - sussurrò. Ma lo diceva soprattutto a sè stesso.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - Non farti picchiare... chiuso. :asd:

    tPf3jSg
    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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