Hotline Canada

B.F.G. e Kasimir

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    Il freddo pungente del Canada era una bazzecola in confronto all’inverno russo, ma Kasimir non poté fare a meno di rabbrividire. Il pensiero di quella combriccola sdolcinata lo faceva impazzire, come diamine facevano a sorridere nonostante tutto il male? Come facevano ad andare avanti nonostante le perdite? La cosa lo faceva quasi impazzire, gli dava il volta stomaco. Lui aveva perso tutto, non riusciva ad andare avanti dopo quanto successo, quindi perché permetterlo ad altri? Sarebbe stato un perfetto gioco.

    Si era inserito in quel posto con la tattica classica, la sua preferita. Quella del ramingo scampato ad un massacro. Conquistare la fiducia di quei dementi non era stato difficile, poi vi era stato il tocco di classe della vicenda. Moses. Lui era il fulcro di luce della storia. Il prete che teneva tutti ancorati alla fede. Il prete sempre con il sorriso dipinto sul volto, peccato che ben presto tutto sarebbe scomparso. Così come anche Lucy e Mathilda. Un dinamico duo, un binomio di donne sulla trentina che si improvvisano forti e capaci di tutto. Due lesbiche mancate insomma. Avevano nutrito nei confronti del russo alcuni dubbi sin dal primo momento.

    Era rimasto solamente tre giorni nella piccola comunità prima che si sgangherasse. La strategia era abbastanza abitudinaria. Utilizzava il suo veleno per diffondere una piccola epidemia e metteva di fronte a scelte difficili quelli che gli stavano particolarmente antipatici. Diveniva un cancro che si espandeva in maniera celere ogni singola volta. Così avrebbe fatto anche la successiva, ma in questo caso qualcosa andò storto. La preda ferita si dimenò e volle giocare con la iena, la divora-carcasse per eccellenza. Il Basilisco aprì gli occhi notando Lucy e Mathilda sopra di lui, entrambe armate. Fece di tutto per sembrare impaurito e spaventato il più possibile, ma alla fine scoppiò in una risata.

    “Zitto! Demonio!” Era così ridicolo nel suo voler apparire perentorio. Moses si era agghindato per bene con tanto di acqua santa. “Cosa diamine pensi di fare con quella?” Iniziò la fine. Kasimir fece spallucce e sbuffò, quel posto iniziava a piacergli. In fin dei conti non si mangiava poi tanto male e la condizione era decente per essere un rifugio di disadattati in continua fuga dai corrotti. Mise tutti fuorigioco e riversò la sua cattiveria sui restanti individui. Mise a ferro e fuoco il rifugio. Un incendio ben visibile sicuramente sarebbe stato ben presto un centro pulsante di corrotti. Ne sarebbero accorsi, lo spettacolo non passava di certo inosservato. Quando ebbe finito il russo tornò dal magico trio che aveva scatenato le sue ire.

    “Allora. Vi concedo cinque minuti di vantaggio, poi darò il via alla mia caccia. Ah dimenticato, ho trovato questi prima di dare fuoco alla tua parrocchia Moses. Spero tu le abbia usate per una qualche insulsa recita e non per giochetti erotici di dubbio gusto. Eh-eh.” Costrinse le tre persone ad indossare delle maschere, poi gliele legò con del nastro adesivo attorno al collo ed al volto per assicurarsi che non se ne liberassero tanto facilmente.

    “Correte.” Un sibilo perentorio seguito da una risata roca e grassa. Fu così che dal rifugio in fiamme iniziarono a scappare questi strani tipi mascherati. A Lucy la maschera da gallina, la più adatta secondo Kas a descriverla. Per Mathilda quella da cavallo, a simboleggiare i suoi dannati dentoni e la sua snervante risata. Infine per Moses un classico: la maschera da maiale. La Stella del Cielo Vittorioso si sarebbe divertita quel giorno. Certo che si.

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    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Indossata.
    Condizioni Fisiche Ottime.
    Condizioni Psichiche Euforico.

    Note

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
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    Come hai potuto? Come hai fatto a chiudere gli occhi davanti a qualcosa del genere, brutta troia? Gesù Cristo mi fa schifo solo starti vicino.

    Si muoveva nervosamente per la stanza, le mani sulla testa e gli occhi spiritati. Era troppo arrabbiato per permettersi di piangere. La persona davanti a lui era seduta ad un tavolo e si nascondeva la faccia con il palmo destro, mentre si versava un altro bicchiere di vino. Era in evidente stress emotivo.

    Ti prego stai calmo ora, sveglierai tutti-
    Non me ne frega un cazzo! Che sentano, che sentano tutti quello che hai fatto. Tu lo sapevi fin dall'inizio, maledetta puttana, non è vero? Mi hai fatto dannare l'anima e sputare sangue.
    Io non sapevo tutto, lo giuro!
    SMETTILA.DI.PARLARE.

    Tirò un pugno alla parete. Era una sezione portante, quindi l'unica cosa che ottenne fu un gran dolore alla mano. Strinse i denti per non urlare, mentre la rabbia lo stava divorando dall'interno. Non avrebbe mai pensato che potesse succedere una cosa del genere, a due centimetri dal suo naso. Rimanere ancora li era una tortura.
    Prese il cappotto e si incamminò verso la porta. Dove vai? Chiese la donna, ma lui non rispose. Era furioso e incattivito, tanto da ignorare le urla e le suppliche che lo seguivano per la tromba delle scale di quel palazzo di periferia.
    Uscì fuori dal portone. Fuori si gelava, non più di tre gradi al massimo. Si strinse nel cappotto, cercando di placare i brividi di freddo. Si fiondò nella sua macchina, con gli occhi lucidi e la mascella serrata. Mentre partiva, un urlo di rabbia fece tremare i finestrini.
    Erano le quattro del mattino.

    Girovagò per due ore per le strade semideserte, mentre fumava nervosamente le sue ultime sigarette una dopo l'altra. Era arrabbiato e schifato allo stesso tempo, ma più di tutto si sentiva tremendamente solo.



    YiNamIk


    Bieffe si svegliò nella sua tenda.
    Definire "sua" quella tenda forse era fuorviante, visto che aveva preso tutto in un negozio di articoli sportivi qualche giorno prima. Il preddo era intenso, quindi oltre all'atrezzatura da campeggio si era procurato anche una bella scorta di liquori vari. Quelle non erano zone molto popolate, ma sicuramente i poch abitanti avevano strumenti e risorse in abbondanza, quasi pensò che un ambiente come quello era l'ideale per la formazione di minuscole comunità isolate che combattevano la corruzione: Abitudine alla lotta, territorio ostile, posizioni difendibili ed ecco uno zoccolo duro che sarebbe costato sudore e sangue ai demoni neri.
    L'unico problema era che i corrotti non erano tutti scemi come patate, alcuni avevano capito le possibilità del territorio e si erano rintanati in varie roccaforti, dalle quali un denso fumo nero dalla presenza inquietante oscurava il timido sole.

    Uscì all'aria aperta, indossando un pesante cappotto sopra la sua darian, compreso l'elmo nascosto coperto parzialmente dal cappuccio. Gli spallacci e le punte aguzze lo avevano leggermente rovinato, ma nulla che avrebbe scatenato le ire della Polizia della moda.
    Estrasse una fiaschetta da una delle tasche e bevve un sorso del contenuto. Si trattava di una miscela di whiskey , Rum e sciroppo al cioccolato. Sapeva benissimo che il consumo di alcolici in un ambiente freddo era dannoso, ma ormai aveva creato quell'intruglio e doveva finirlo.

    Quando vide la figura davanti a se, la fiaschetta gli scivolò dalle mani, riversando il suo contenuto sul terreno freddo e umido.
    Aveva davanti una persona in preda alla più grave forma di panico che avesse mai visto. Tremava, un sudore nato dall'ansia gli imperlava le mani ed aveva un fiatone tremendo, quasi pauroso, amplificato dalla maschera che indossava, la maschera di un cavallo.

    Questo è...strano...? Almeno credo, non sono di queste parti quindi potrebbe essere una delle vostre feste da succhiatori di sciroppo d'acero. La sua mano si illuminò di cosmo, mentre assumeva la posizione di attacco, con le unghie già trasformate in artigli. Hai sette secondi per dimostrarmi che non sei uno di quelli.

    La figura cercò in tutti i modi di togliersi quella maschera legata con il nastro adesivo, ma non ci riusciva. Bieffe scattò verso di lei, e con un'artiglio riuscì a liberarla al costo di qualche ciocca di capelli. Un viso femminile, rigato dalle lacrime e dalla disperazione, incontrò i suoi occhi. Non notava tracce di corruzione.
    La donna bofocchiava parole senza senso riguardo i suoi compagni e la venuta di un orribile demone. Bieffe dovette prenderla e scuoterla un secondo per farla ragionare, ma l'unica cosa che ottenne fu una sola parola.

    Scappa.

    La donna si divincolò, scappando tra gli alberi. Prima che il Cavaliere potesse dire nulla, notò altre due figure mascherate che correvano tra la vegetazione.
    Estrasse un pacchetto di sigarette dalla tasca e se ne accese una con un'accendino di plastica verde. Non potendo ignorare cosa stava succedendo, si strinse nel cappotto e cominciò a incamminarsi verso la direzione da cui proveniva la donna. Avrebbe dato un'occhiata al "demone", poi avrebbe raggiunto i fuggitivi seguendo le loro tracce. Niente di più facile.

    Dopo una (relativamente) breve camminata, si ritrovò davanti lo spettacolo di una chiesa data alle fiamme. L'odore del legno e della plastica era accompagnato da un olezzo inconfondibile: quello della morte.
    Quando fu abbastanza vicino, notò un tizio dall'aria divertita, se non estasiata. Oltre al sorriso, il suo viso aveva altre particolarità: un tatuaggio che gli copriva metà faccia ed un paio di baffi improponibili. Strinse il rimasuglio della sigaretta tra i denti.

    Buonasera, sono del catasto comunalee dovrei fare dei controlli riguardo questo domicilio, domanda numero uno: Perchè quei baffi?
    Domanda numero due: No seriamente, perchè?
    Domanda numero tre: Quel tatuaggio significa qualcos-Oh andiamo dimmi il motivo di QUEI CAZZO DI BAFFI!



    YiNamIk
    narrato; pensato; parlato; parlato altrui



    Nome - B.F.G.
    Energia - Verde
    Darian - Utahraptor Ostrommaysorum
    Casta - Eletti di Gea.
    Status Fisico - normale
    Status Mentale - Freddiiiino
    Status Darian - indossata

    Riassunto Azioni - No ora voglio sapere.

    Abilità
    CITAZIONE
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte.


    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.

    Tecniche




     
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    Fuoco e fiamme. La perfetta simbiosi per un giorno completo da spectre. Kasimir iniziava a stancarsi di tutta quella strampalata copertura. All’inizio aveva pensato potesse essere divertente, passare per un sopravvissuto ed instillare dentro di loro un qualche dubbio su chi fossero i buoni e chi i cattivi. Andare avanti ad espandersi come una malattia letale, la quale inizia lentamente la sua opera di logoramento, ma che poi trova la perfetta fonte di espressione tramite la morte. Era stato purtroppo costretto ad accelerare il suo ritmo, non che gli dispiacesse. Indossare nuovamente la surplice era un sollievo quasi, gli permetteva di ricordare chi era, da dove veniva, ma soprattutto: dove stava andando. A mietere anime, ecco. Il silenzio adesso faceva da padrone in quello strampalato accampamento. Chissà, se non li avesse trovati, magari, sarebbero stati in grado di sopravvivere qualche altro anno. Ognuno di loro aveva sogni, speranze, voglia di ricominciare.

    Tutto era stato spazzato via dal vento venefico del Basilisco. Ogni cosa che toccava veniva infettata. Nessuno poteva rimanere escluso dal suo tocco mortale, alle volte Yad si domandava se quella non fosse una sorta di maledizione. Una sorta di assurda metafora per fargli intendere che qualunque cosa toccasse, in un modo o nell’altro, fosse destinata a perire. Una riflessione che lo accompagnava spesso, ma che ancora più frequentemente veniva abbandonata. Non ne aveva bisogno. Lui era Kas. Il russo sapeva quello che desiderava e si preoccupava poco di fare riflessioni mentali acute. Era un bisonte che caricava a testa bassa in ogni occasione. Più volte gli era stato detto che ciò potesse cozzare con l’eleganza e la sinuosità del suo totem. Egli si limitava a fare spallucce e rispondere con una pronta risata. Era la sua filosofia di vita, tirare avanti e non farsi troppi problemi. Una strategia vincente per un uomo vincente.

    Avanzò fino alla chiesa in fiamme tirando un sospiro di sollievo. Non riusciva a capire il perché di quel senso di pace, vedere la distruzione di cui era creatore gli faceva salire un non so che di nostalgico. Una catarsi con una vita estinta, la quale era distante chissà quanto. Salì su un gruppo di pietre franate poco distante e contemplò l’incendio nel suo apice. La sua figura veniva illuminata dalle fiamme e proiettava una imponente ombra alle sue spalle, come quella di un demone che osserva il campo di battaglia dopo la carneficina. Si lasciò andare ad una risata sguaiata, inarcò la testa all’indietro. Si beò del suo operato. Quel giorno si sentiva attaccabrighe più del solito. Un giorno perfetto per incontrare qualcuno di nuovo.

    Lo notò e lo scrutò, ma non come fece lui. La battuta arrivò. “Buonasera, sono del catasto comunalee dovrei fare dei controlli riguardo questo domicilio, domanda numero uno: Perchè quei baffi?
    Domanda numero due: No seriamente, perchè?
    Domanda numero tre: Quel tatuaggio significa qualcos-Oh andiamo dimmi il motivo di QUEI CAZZO DI BAFFI!”


    Inarcò un sopracciglio. Solitamente avrebbe fatto una risata, il tipo aveva la lingua sciolta. Una qualità che Basilisk era sempre in grado di apprezzare, dato che anch’egli non scherzava su questo settore. C’era però stato un particolare da non tralasciare. Aveva offeso i suoi baffi. Nessuno poteva farlo. Nessuno doveva farlo e passare impunito. Richiamò il cosmo emanando una folata di vento tossico nella zona attorno a sé, più per fare scena che per attaccare il nuovo arrivato. Iniziò a scendere dal cumulo di macerie tenendo fissi gli occhi sull’altro. Una volta giunto ad una distanza di quindici metri fece schioccare la lingua.

    “Il motivo è semplice. Perché posso. Eh-eh!” Inclinò il capo, un’altra piccola porzione di cosmo venne richiamata sollevando la polvere attorno ai piedi dell’adepto di Ade. “Dimmi un po’. Per avere quelle occhiaie così infossate quanti cinque-contro-uno ti cali sui giornalini porno? Eh? Qui non ce ne sono e, nel caso tu sia un seguace del buco sbagliato, ti avviso che non sono interessato.” Arricciò le labbra in una smorfia divertita. Gli esplosivi erano pronti per scoppiare, serviva solamente una miccia pronta ad accendersi. Sarebbe bastato anche un piccolo focherello. Le luci di quei fuochi d’artificio si sarebbero visti a chilometri di distanza.

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    Nome Kasimir Yad
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    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Indossata.
    Condizioni Fisiche Ottime.
    Condizioni Psichiche Euforico.

    Note

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    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

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    Buio.

    I raggi di luce dei lampioni filtravano tra le case e i palazzi. Le gocce di umidità sulle auto brillarono come pezzi di vetro, mentre la città ancora dormiva.
    Si era fermato in un parcheggio isolato lontano dal centro. Aveva mantenuto le mani sul volante da quando si era fermato, provò anche ad ascoltare un po' di radio per cercare di distrarsi, ma quando il suono di voci umane giunsero alle sue orecchie, gli venne un moto di disgusto che lo costrinse a spegnere subito l'apparecchio.

    Ed era rimasto li, da solo con i suoi pensieri e le sue emozioni.
    Era tutto sbagliato. La sua vita fino ad allora era stato una bugia costruita sull'orrore. Le cose di cui era venuto a conoscenza in quei giorni avrebbero cambiato per sempre la sua visione del mondo. Non sapeva se si sarebbe mai più fidato di qualcuno da quel momento in poi, ma non era quello ne il momento ne il luogo per riflettere sulle pubbliche relazioni

    Si accese una sigaretta, e proprio mentre stava per mettere in moto, sentì dei rumori provenire da un vicolo li vicino. Delle voci, urla soffocate e farfugliamenti vari. Spostò lo sguardo in direzione dei suoni, scorgendo del gran movimento a giudicare dalle ombre sull'asfalto.

    Qualsiasi cosa stesse succedendo, non era un suo problema.
    Aveva la sua vita ridotta in pezzi che gli scivolava dalle dita. Fosse stato un altro giorno si sarebbe fiondato sulla cosa per pura curiosità. Nascose il viso tra le mani, cercando di isolarsi da quel vociare soffuso, sperando di cadere in un abisso freddo e vuoto.

    Fu allora che sentì le grida che squarciarono l'aria.



    YiNamIk

    Il motivo è semplice. Perché posso. Eh-eh!

    Al cavaliere di Gea venne automatico il mettersi una mano sulla fronte, come se avesse visto qualcuno fare uno spettacolare scivolone su della merda di cane.
    Quella...quella non era una vera risposta, vero? Hai permesso che il tuo lato comico quanto una vignetta della domenica prendesse il sopravvento, vero?
    Bieffe purtroppo sapeva che quelle erano domande retoriche.

    Una folata di vento lo costrinse a stringersi nel suo cappotto. Non era vento naturale, l'aria era piena di un tipo di cosmo molto familiare per lui. Un cosmo da demone senz'anima e senza un briciolo di umanità.

    Ohohohohoh abbiamo uno Spectre qui, oh che giornata, che piacevolissima giornata mi si presenta.

    Dimmi un po’. Per avere quelle occhiaie così infossate quanti cinque-contro-uno ti cali sui giornalini porno? Eh? Qui non ce ne sono e, nel caso tu sia un seguace del buco sbagliato, ti avviso che non sono interessato.

    L'espressione del raptor cambiò da serena a leggermente contrariata.
    Quel tipo degenerava nella sua completa incapacità di far ridere e di formulare battute decenti. Non che gli importasse cosa la gente pensava della sua vita sessuale, ma se doveva essere insultato voleva che lo si facesse come Dio comandava. Sospirò profondamente, togliendosi il cappotto e mostrando la sua darian, mentre evocava un leggero strato cosmico per proteggersi dal freddo

    Ohi, Spettro, tre cose:
    Uno, se tu fossi l'unico buco nel raggio di trecento chilometri, il mio codice di condotta mi impedirebbe di fare sesso con uno bello come l'epatite.


    Si avvicinò alla chiesa in fiamme. L'odore di carne bruciata era forte, ma era abbastanza abituato alla cosa da permettersi di non lacrimare a causa del fumo acre. La struttura stava bruciando con maggiore intensità nella zona posteriore, mentre la facciata era stata colpita lambita dalle fiamme solo di recente. Li vide qualcosa che titillò la sua attenzione, che lo fece avanzare in direzione dell'edificio infuocato.
    Arrivato davanti al muro anteriore, i gambali della sua armatura si modificarono, trasformandosi in grosse zampe artigliate. Con movimenti lenti ma decisi, affondò quelle grinfie nel muro, cominciando così a scalare l'edificio come se stesse camminando normalmente.

    Due: Se tu sapessi con quante ragazze sono stato, staresti qui a succhiarmi il cazzo perchè sa ancora di figa.

    Dopo una breve scalata giunse al suo obbiettivo: La croce posta sul tetto della chiesa.
    Una semplice croce di metallo grande circa un metro e venti, con qualche macchia di ruggine qua e là. Bieffe la sradicò dal tetto senza alcun problema, dopo che i suoi arti inferiori tornarono normali, per poi guardare dalla sua posizione sopraelevata il servo di Hades.
    Il baffone in armatura viola non era uno di quelli con cui potevi ragionarci. Aveva dato fuoco ad una chiesa piena di gente e ancora ne rideva, mentre a poca distanza da li tre sopravvissuti stavano arrancando nella foresta, in preda al più profondo terrore.
    Volente o nolente, BFG si sarebbe ritrovato a menare le mani, ma questa volta avrebbe colpito per primo.

    Le sue pupille divennero delle linee verticali, mentre passava uno strato di cosmo esplosivo sulle braccia della croce metallica.

    Tre: Se tu...
    Sai una cosa? Non me ne frega più nulla ormai, voglio semplicemente farti del male.

    Il cavaliere dell'Utharaptor scattò a tutta velicità verso l'uomo dai baffi improponibili, dando vita ad uno scoppio supersonico durante il suo spostamento. Aveva l'intenzione di colpire quel cazzone sul fianco destro, niente di troppo elaborato.
    Voleva solo dare una sonora legnata come ai vecchi tempi.

    YiNamIk
    narrato; pensato; parlato; parlato altrui



    Nome - B.F.G.
    Energia - Verde
    Darian - Utahraptor Ostrommaysorum
    Casta - Eletti di Gea.
    Status Fisico - normale
    Status Mentale - Freddiiiino, i wanna just fuck your shit up
    Status Darian - indossata

    Riassunto Azioni - Scalo la chiesa con le mie virili zampette, sradico la croce e la condisco bene per poi fartela mangiare accompagnata da un Pinot.

    Abilità
    CITAZIONE
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte.


    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.

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    King Crimson ■ Bieffe prende la stessa struttura cosmica del King Nothing, rendendola potenzialmente esplosiva ed evocandola solo con le mani, invece che emanadola sul tutto il corpo. Questa massa cosmica ha proprietà adesive ed esplode al comando del cavaliere.


     
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    III



    Kas seguì i movimenti dell’altro senza però degnarlo di particolare attenzione. La sua curiosità venne suscitata solamente dalla trasformazione. Arti inferiori da rettile, con tanto di artigli. Inclinò il capo per meglio seguire la camminata del nuovo arrivato. Si fece una bella camminata sino in cima alla struttura senza troppi problemi. Di risposta fece strusciare l’arcata di denti superiore con quella inferiore. Un altro cavaliere dunque, non che ci fossero tante possibilità Solo un folle poteva tentare di opporsi alla sua avanzata in quel momento. Dentro di sé però il Basilisco sentiva che la follia e la cocciutaggine erano potenti in quel nuovo nemico.

    “Una cosa in comune almeno.” A Kasimir piaceva tentare di conoscere gli avversari prima di abbandonare i convenevoli. Più vi era gloria nel suo rivale, più si sentiva galvanizzato all’idea di affrontarlo. Per gloria non intendeva caratteristiche precise, gli bastava che fosse un osso duro e che lo mettesse in difficoltà. Quando era messo alle strette lo Spectre dava il meglio. Gli bastò un ultimo sguardo per capire che la contesa di quel giorno sarebbe stata soddisfacente. Non solo lo sconosciuto aveva la lingua lunga, ma lo disprezzava. Doveva aver fatto centro con la sua opera di distruzione. Vedere un luogo ridotto in quel modo avrebbe smosso il cuore a chiunque, a patto ne avesse uno. Cosa pensavano quelli che trovavano il russo sulla loro strada? Come poteva fare una cosa del genere? Come poteva annichilire le speranze di chi, sino a quel punto, era stato in grado di andare avanti e sopravvivere in un mondo del genere?

    Non c’era risposta. Nemmeno la Stella del Cielo Vittorioso si preoccupava di sedare tale dubbio.

    “Avanti. Non ho tutto il giorno.” Una provocazione velleitaria che non venne neanche scandita ad alta voce. Poi l’altro partì. Si era impossessato della croce della chiesa. Un attacco che tentava di essere anche simbolico? Un tentativo simpatico che fece annuire di rimando il servo di Ade. Lo stratagemma era buono, d’effetto. Peccato che poteva percepire un leggero divario di velocità. In più tutto l’attacco era stato portato in maniera diretta. Senza neanche preoccuparsi di nascondere le proprie intenzioni. Come piaceva a Yad. Dritto per dritto senza neanche preoccuparsi delle conseguenze. Il cosmo venne fatto bruciare e richiamare attorno alla figura del re dei serpenti. Il Basilisco iniziò a creare il suo campo di battaglia sin dal primo istante. Una coltre di vento venefico iniziò a vorticare in una zona attorno allo Spectre. Una brezza leggera. Un accogliente spazio per l’offensiva nemica.

    L’intento era semplice. Scansarsi e far cadere il cavaliere di Gea direttamente nel suo campo mortale. Si scansò all’ultimo istante dall’affondo del nemico. Il ferro della croce andò a sferragliare contro quello della surplice in un rumore metallico e poco gradevole. Approfittando di questa “spinta” Kasimir eseguì una giravolta su se stesso. Terminato il movimento puntò per bene i piedi per terra e richiamò il cosmo a braccia aperte.
    Il terreno si deformò visibilmente per l’impatto del possessore della Darian. Un bell’affondo, non c’era che dire. Inoltre l’aver cozzato con l’attacco gli provocò un dolore improvviso. Il tipo era dirompente, gli piaceva.
    La sua espressione di goduria era distorta, quasi malsana. Sentiva il brivido della battaglia. Sentiva il sangue scorrere nelle sue vene e pompare al suo cuore guerriero. Una frazione di secondo ed il colpo venne lanciato, ad una distanza anche irrisoria. Un massimo di sei, sette metri dall’obiettivo principe. Un forte vento partì dalla zona delle ali di Basilisk. Un vento pregno di morte e veleno che andò dritto verso il lucertoloide. Un vento che assunse le sembianze del totem del suo possessore.

    “BALLA CON ME YASHCHERITSA!”

    Il colpo avrebbe avuto pessime ripercussioni su un corpo organico vivente. Figurarsi se il tipo se lo beccava in pieno. Al momento però Kas poteva contare su alcuni dati importanti da tenere bene a mente. Mister Ignoto era leggermente più lento di lui, doveva approfittarne.

    0bmN207
    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Indossata.
    Condizioni Fisiche Dolore al fianco destro.
    Condizioni Psichiche Euforico.

    Note Dunque, approfitto del fatto di vedere dal principio la tua offensiva e di essere di energia superiore per evitare il colpo. Vengo comunque colpito di striscio. Se ho capito bene il potere dell'attacco era dirompente ed esplosivo, nel dubbio se fosse effetto scenico od altro o fatto collassare parte del terreno in un piccolo cratere al tuo impatto. Spero di aver interpretato bene. La difesa è semplice. Creo una zona di veleno attorno a me con raggio massimo. Rispondo poi buttandoti in faccia lo stesso vento venefico. Il fatto che abbia sembianze di Basilisco è solo scena. Se ci son problemi/dubbi contatta :mke:

    PS: Yashcheritsa -> Lucertola in russo :zizi:

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE
    ♦ Poisonous World ♦
    Manovra che può essere intesa sia in senso offensivo, che in senso difensivo. Lo Specter rilascia attorno a sé in maniera ben visibile il suo cosmo lasciando che il veleno di cui è intriso possa espandersi attorno a lui, anche grazie al vento di cui egli è padrone. Una piccola zona di grandezza variabile in base all'energia si formerà attorno al servo di Hades. In questo modo anche solo avvicinarsi a lui sarà una decisione da prendere con la dovuta cautela per coloro i quali non dispongono di difese adatte. La grandezza dell'aria impestata è variabile in base all'energia.
    Effetti da esposizione a veleno: graduale. (Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR)

    ♦ Poisonous Wind ♦
    Il Basilisco alza le sue braccia al cielo richiamando il suo cosmo, lentamente le ali della sua Surplice iniziano a vibrare come se prendessero vita. In realtà è il vento a farle muovere e a dare questo effetto. Solo pochi istanti e poi le braccia vengono calate, gli indici di entrambe le mani puntate verso l'obiettivo. Una forte folata di vento viola carica senza ritegno qualunque cosa davanti allo Specter. Quale è la differenza rispetto ad un altro normale colpo? Semplice. In tale tecnica viene concentrata una maggiore dose di cosmo venefico in quanto chi verrà colpito dalla tecnica vedrà aggravarsi notevolmente la sua condizione derivante dall'esposizione al già più volte citato veleno del Basilisco. La folata di vento lanciata contro il nemico prenderà le sembianze di un Basilisco formato da onde di vento violaceo, ma mano che la creatura si avvicinerà inizierà a spalancare sempre di più la bocca come a voler inghiottire la sua "preda".
    Effetti da esposizione a veleno: Speciale.




     
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    Lei si svegliò alle sette del mattino.
    Aveva pensato che la musica scelta da lei come sveglia avrebbe facilitato le cose, ma non fu così. Alzarsi dal letto caldo fu problematico come sempre.

    Si fece una doccia calda che risvegliò i suoi sensi. Passò diversi minuti ad asciugarsi i capelli. Fuori faceva freddo ed una cervicale non avrebbe giovato al suo umore.

    Si vestì a strati. L'ufficio era fornito di aria condizionata, ma c'era da fare strada in macchina e la sua aveva il climatizzatore rotto. Era il quarto mese di fila che si dimenticava di farlo aggiustare.

    Mise la macchina del caffè sul fuoco, dovo averla preparata per bene. Poca acqua, tanto caffè.
    Si passò una mano sulla faccia ancora leggermente assonnata. Quel lavoro era stata una benedizione per lei, ma il cambio di abitudini ancora gravava sulle sue giovani ossa.
    “Ancora una settimana e mi abituo” si ripeteva ogni giorno.

    Il rumore di qualcuno alla porta la fece trasalire.
    Era mattina, non aspettava nessuno. Avrebbe preso le sue cose, chiuso la porta a chiave e sarebbe tornata a casa verso le diciassette, come faceva da due mesi.
    Inoltre chiunque fosse non aveva usato nemmeno il campanello.

    “Chi è?”
    Nessuna risposta, solo altro bussare.
    “Oh ma che cazzo…”

    Si diresse verso la porta, pronta a vomitare offese su chiunque fosse il suo scocciatore, ma appena cercò di aprire leggermente la porta la sentì più “pesante”, come se ci fosse stato appoggiato qualcosa sopra.
    Poi capì che non era qualcosa, bensì qualcuno.

    Buongiorno...tesoro…
    "E tu che cazzo ci fai qui?" Disse, per poi notare il viso tumefatto del suo ex ragazzo, oltre a vari tagli e alle labbra spaccate.

    "Oh no…"


    S6x2TxU



    Oooooh ma che Cristo!
    L'attacco non aveva avuto quasi nessun effetto, se non quello comparabile ad una normale bastonata sul fianco. Molto efficiente eh, ma pur sempre una bastonata.

    Intanto l'aria si era riempita di uno strano colore, un viola intenso e minaccioso. Il raptor pensò che forse attaccare così di botto non fosse stata una mossa saggia. Il tizio che aveva davanti aveva l'aria di chi si era forgiato grazie a innumerevoli battaglie e le aveva vinte tutte per K.O.
    Lasciò cadere il moncherino di metallo che era diventata la croce. Sarebbe stata inutile contro un tipo così tosto.
    L'immagine di un enorme serpente si formò alle spalle dell'uomo dai baffi ridicoli

    BALLA CON ME YASHCHERITSA!
    MA SIETE TUTTI COMICI ALL'INFERNO?

    Il serpente scattò verso Bieffe. Il suo aspetto che ricordava quasi un miasma mortale che aveva preso vita fece urlare tutti i più basilari istinti animali di BFG.
    NON farti prendere in pieno

    E chi sono io per non obbedire alle voci della mia testa?
    Incrociò gli avambracci davanti a se, creando un cubo di energia cosmica instabile. Era una tecnica che non lo aveva mai deluso, ne in attacco ne in difesa, ma questo non voleva dire che non era indolore.

    L'impatto tra le due energie scatenò l'esplosione che fece schizzare via Bieffe, il quale impattò contro il portone mezzo bruciato della chiesa in fiamme. La superficie di bronzo e legno si spaccò in due, da una delle crepe uscì una zaffata di fumo sul viso di Bieffe.
    Odorava di carne bruciata come la Germania nel 1942.

    Si rialzò in piedi con più fatica del previsto. La testa gli girava, e dovette sforzarsi di più per mettere a fuoco ciò che vedeva.
    I suoi istinti ci avevano visto lungo, qualsiasi potere avesse il suo avversario ora aveva la certezza che centrava in qualche modo il veleno.

    Ah, vaffanculo...Veleno? Ma andiamo...è letteralmente giocare in easy mode...spari due palline e resisti finché non fa effetto.
    Vabbè che dovete essere più efficienti possibili ma così ero capace pure io, matrioska man!

    Il cosmo da eletto lo avvolse, bruciando la sua forma e rivelando quella dell'ibrido.

    Comunque, Baffetto, ho notato che sei veloce…
    Imitò un paio di pistole con le mani e le puntò verso l'uomo venefico.
    I'm pretty fast too.

    L'esplosione supersonica dovuta al suo scatto spazzò via la neve e le fiamme per un bel pezzo intorno a lui. Gli occhi gli si spalancarono, dipingendo sul suo viso un'espressione sia fredda che famelica. Gli artigli lunghi e affilati all'inverosimile erano sfoderati. Il cavaliere della Dea pronto a far piovere una pioggia di fendenti sul nemico

    S6x2TxUnarrato; pensato; parlato; parlato altrui


    STATO FISICO Ammaccato specialmente sulla schiena, principio di avvelenamento
    STATO PSICOLOGICO I'm kinda good, just an headache now
    STATO CLOTH indossata
    RIASSUNTO Uso un Pain Train da fermo così schizzo via e non mi becco tutto il serpente in faccia, ciononostante mi faccio un po' male e mi intossico leggermente. Quindi mi trasformo e ti scatto addosso con l'intenzione di farti a fettine con una scarica di fendenti in stile ORAORAORAORAORAORAORA. Se ho sbagliato qualcosa sai dove trovarmi che chiariamo e ci chiariamo:3


    ABILITÀ
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.

    TECNICHE USATE
    Pain Train ■ Tecnica estremamente semplice, consiste nel creare una struttura cosmica instabile in una direzione a scelta di Bieffe, la quale esplode a contatto con il nemico o altri elementi. La struttura esplode alla base esterna al cavaliere, sbalzandolo si indietro, ma senza coinvolgerlo nell’esplosione.


    S. M. forma 1 (usabile) ■ Bieffe cambia il suo corpo in una forma ibrida tra uomo e raptor, questa forma ha artigli su mani e piedi e denti duri come la sua armatura.
     
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    “Potrei divertirmi più di quella volta che lo zio Ivan si ubriacò e finì per picchiarsi con il suo stesso toro da monta.” Un commento lanciato lì, chiunque avesse voluto avrebbe potuto appropriarsene e tirare le giuste conclusioni. Non voleva continuare con una solfa fatta di parole, il tipetto di Gea sembrava intenzionato a menare le mani seriamente, non c’era cosa che lo potesse rendere maggiormente felice. Vide il suo brutto impatto con il portone della chiesa ed il conseguente cambiamento, l’ennesimo, nel corpo dell’altro cavaliere. La sua difesa al colpo dello spectre non era stata delle migliori, ma aveva evitato gravi conseguenze. L’esplosione nata aveva anche costretto lo stesso servo di Hades a correre i ripari saltando all’indietro. Le conseguenze del botto furono alcuni detriti che gli caddero addosso, nulla di troppo serio.

    Il commento sul veleno non lo colpì. Era già capitato che fosse accusato per quella sua arma, ma che poteva farci? Era la sua natura a parlare, non si sarebbe mai rinnegato per un misero insulto. Inoltre le sue azioni davano ben a dimostrare di che pasta fosse fatto. Non chinava mai il capo e mai si tirava indietro di fronte allo scontro. Quello sarebbe bastato a dimostrare la sua caratura. Sapeva che non era funzionale il suo atteggiamento, sapeva che sprecava una marea di potenziale; ma se ne infischiava allegramente. Senza se. Senza ma. Calava la testa solamente per caricare il nemico, senza nessun tipo di pietà. Non avrebbe risparmiato un bel niente quel giorno, erano andati a disturbarlo nel bel mezzo di un bel riposino pomeridiano. Come avevano osato? Una volta liberatosi del nuovo impiccio avrebbe cercato le sue prede, avrebbe fatto sentire loro il dolore più atroce delle loro vite.

    “Bella Yashcheritsa. Vieni qui, zio Kas ha la pappa pronta.” Un dinosauro, o una lucertola troppo cresciuta, Kasimir non era di certo un esperto del settore. Fatto sta che quello prese queste forme e dimensioni e caricò in avanti andando a menare le mani. Perfetto! Un bel confronto fisico, di quelli che mancavano al russo da tanto, troppo tempo. Fino ad allora poche volte aveva potuto assaporare lo stretto contatto con gli altri. Poche volte aveva udito lo sferragliare del metallo sul metallo, lo stridio fastidioso di due armature che cozzano l’una contro l’altra. La dolce canzone della guerra stava per essere suonata e lui sarebbe stato il direttore d’orchestra.

    Non appena l’altro partì Yad iniziò a richiamare il proprio cosmo. Rivestì il proprio corpo di una patina di cosmo grezzo, ma non si limitò a questo. Intrise l’essenza dell’energia con il suo fido veleno. Una seconda armatura in pratica, fatta di sostanza mefitica. Un perfetto metodo per peggiorare le condizioni dell’altro. Il Basilisco non si mosse, né tentò di evitare i colpi. Si limitò ad incassare alla meno peggio. Le braccia posizionate in modo parallelo e verticale di fronte al viso a protezione della zona delicata e non protetta dalla surplice. I primi fendenti andarono a colpire il corpo della Stella del Cielo Vittorioso. Tentarono di graffiare Kasimir, di stordirlo, di metterlo fuori gioco. La potenza dei colpi era sostanziale e ben calibrata. Non avrebbe però permesso ulteriori scambi alla pari. Per quattro volte era stato colpito. Gli avambracci erano state le prime vittime, poi il costato e il fianco destro. L’armatura di Basilisk offriva una giusta protezione, ma si sarebbero formati degli ematomi vistosi nel breve. Il dolore avrebbe fatto da protagonista nella recita nella sua testa, recita nella quale lui era palesemente messo alla Berlina. Ma ciò non contava.

    Lui lo aveva toccato. Doveva solamente sperare che il contatto con il veleno facesse il giusto corso. La vita aveva sempre dato a Kas batoste, per questo era stato di incassare così bene, senza troppo pensarci; ma non si poteva essere vittima troppo a lungo. Per questo reagì. Aprì la guardi di scatto, lasciando che uno dei colpi affondasse. Diretto al viso. Yad si scansò all’ultimo, rimanendo comunque ferito all’altezza della tempia sinistra. Un grosso taglio si aprì in prossimità del tatuaggio tribale, la cosa non parve preoccuparlo troppo. I denti in bella vista in un sorriso smagliantissimo. Con un movimento fluido buttò il braccio destro all’indietro, caricando il colpo. Il pugno ben serrato ben presto venne avvolto da un vortice cosmico, il veleno iniziò il suo movimento attorno alla mano chiusa.

    “MANGIA QUESTO!” Un urlo liberatorio; in concomitanza con la scarica adrenalinica derivante dall’attacco. Lanciò il colpo tentando di sferrare un montante, anch’esso imbevuto di morte. Avrebbe tentato di prenderlo in faccia. Senza troppi convenevoli. Voleva liberarsene. Sapeva che la tattica adottata non era delle più intelligenti, ma il re dei serpenti non eccelleva in cose inerenti la materia grigia ed il suo utilizzo. Era un guerriero. Un Bogatyr del folklore sovietico. Il vortice che accompagnava il fendente avrebbe ben provveduto a scaraventare lontano la lucertola troppo cresciuta, se così non fosse stato… avrebbe pensato sul momento al da farsi. Affrontare un problema alla volta e schiacciarlo. Questa la filosofia di Kas. Semplice e funzionale.

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    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
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    Stato della Cloth Indossata.
    Condizioni Fisiche Dolore al fianco destro. Ematomi in formazione. Ferita aperta e sanguinante alla tempia sinistra.
    Condizioni Psichiche Determinato.

    Note Credo sia tutto abbastanza intuibile. Mi paro dai fendenti con una barriera di cosmo intrisa di veleno. Mi becco i colpi per un po', poi apro la guardia e cerco di tirarti un bel papagno sul grugno :zizi:

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE
    ♦ Poison Barrier ♦
    Più che una difesa è un richiamo eccessivo di cosmo che Kasimir utilizza nel caso l'avversario sia ostico e decida di andare oltre con il corpo a corpo. Lo Specter si attornia del suo cosmo venefico emanandolo in grande quantità. Così facendo chiunque finisca per entrare in colluttazione stretta con lui, inesorabilmente, finirà anche per entrare ulteriormente in contatto con il veleno, suo compagno di vita.
    Effetti da esposizione a veleno: graduale. (Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR)

    ♦ Poisonous Wind-Fist ♦
    Kasimir compie un possente balzo per poi cadere in picchiata contro il nemico. Il pugno destro è portato indietro come a voler caricare il colpo in canna. Subito la mano dello Specter inizia ad attorniarsi di piccole folate di vento violaceo che, vorticosamente, forma una sfera di vento venefico attorno alla fine dell'arto del russo. Quando oramai è in collisione il Basilisco allunga il suo braccio tentando di mandare a segno l'affondo. Ciò che dovrebbe avvenire è questo: la sfera di vento venefico dovrebbe collidere, assieme al pugno, sul corpo del malcapitato che si vedrebbe scaraventato indietro di diversi metri a causa della potenza del colpo, nonché dall'esplosione. Difatti la sfera d'aria esploderà non appena a contatto con un corpo estraneo nemico rendendo questo un colpo letale per chiunque si ritrovi a subirlo. I danni, quindi, saranno oltre che da veleno, anche da deflagrazione cosmica. La grandezza della sfera attorno al pugno è variabile in base all'energia.
    Effetti da esposizione a veleno: graduale. (Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR)




     
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    Quando lui si risvegliò, si ritrovò sul divano in soggiorno, con una coperta addosso ed una bacinella d'acqua li vicino, per terra, con uno straccio appoggiato sul bordo.

    Si sentiva male fisicamente, quei bastardi che aveva picchiato in quel vicolo erano in tre ed erano grossi. Forse c'era la possibilità che gli avevano rotto qualche osso, ma tutto questo non era niente per lui.
    Si ricordò che doveva lavare il crick dell'auto

    Si alzò dal divano. Fu un'azione molto più dolorosa del previsto. Si appoggiò con una mano alla parete, un leggero fastidio al petto lo attraversava ad ogni respiro. I calci nelle costole si stavano facendo sentire, ed avrebbero continuato per qualche settimana, insieme alle ferite alla faccia e alla schiena.
    Toh, ora mi faccio un caffè.

    Quindici minuti dopo era seduto al tavolo della cucina, vicino ad una moka con una tazzina in mano, un pacchetto di sigarette vuoto vicino al centrotavola. Non era stata una bella nottata la sua, non a causa delle legnate che aveva preso o del fatto che era stato costretto a strisciare sulla soglia della sua ex, ma il fatto che sua madre si era rivelata una donna senza un briciolo di fondamenti morali.
    Questa cosa gli faceva pulsare le tempie al solo pensiero.

    "No ma mettiti comodo, fai come se fosse casa tua." disse una voce con un leggerissimo accento anglosassone dietro di lui.
    "Non è che sei piombato qui una mattina, coperto di sangue e tagli manco fossi un cane randagio, no. Non mi sei nemmeno crollato tra le braccia, costringendomi a trascinare il tuo culo malandato sul divano, darti una ripulita alla faccia e correre come una dannata a lavoro."

    Chloe, il sarcasmo non fa per te.

    Si alzò dolorasemente dalla sedia, per guardare in faccia la proprietaria di casa, una giovane donna dalla pelle scura e dai capelli castani. Il tailleur fatto su misura per lei nascondeva le forme di una donna dalla formosità solida: un paio di cosce da far spavento ed un seno abbondante perfettamente giustapposto nella giacca.

    "Ma falla finita, tu e le tue cazzate da cavallo pazzo. Ci sono metodi molto più puliti per morire, brutto hooligan alcolizzato. Potresti fare come ogni ragazzino della tua età, ovvero prendere una macchina e abbracciare un palo della luce a centoventi orarie."

    Si si si, hai ragione tu. La signora di casa, quella che mi ha adagiato sul divano del soggiorno con la sua poderosa prestanza fisica e mi ha dato una passata di spugna è arrabbiata con me e vuole la mia morte.

    Chloe sospirò stizzita, incrociando le braccia ed evitando di guardare negli occhi il suo ex. Era quasi un anno che non stavano più insieme, lei era dovuta tornare nel Regno Unito ed entrambi avevano preferito terminare la cosa piuttosto che iniziare una relazione a distanza. Erano tornati ad essere semplici amici che parlavano ogni tanto.

    "Guarda, se almeno mi dicessi che cazzo ci facevi in giro alle prime luci dell'alb-"
    La vista di alcuni piccoli particolari moncò di netto la frase che stava dicendo: Le mani del ragazzo che si era imbucato nel suo appartamento erano attraversate da un leggero tremore, mentre le pupille verdi erano dilatate, cerchiate da una miriarde di venuzze rosse su sfondo bianco. La persona che aveva davanti era in evidente stato di shock.


    Meglio che prendi una sedia e cominci a fare dei respiri profondi. Quello che ti sto per dire non ti piacerà.


    S6x2TxU



    MANGIA QUESTO!
    Vide il pugno del suo nemico dirigersi in rotta di collisione contro il suo muso da rettile.Un'aura malsana avvolgeva quelle dita serrate. Il vento mefitico del suo avversario era una spina nel culo, fosse stato un qualche altro tipo di lotta si sarebbe divertito molto di più, ma il crescente mal di testa stava rovinando tutto.
    Riuscì ad avvolgersi la testa nella barriera difensiva, quella simile a plastica d'imballaggio, uno strato di tante piccole bolle di cosmo che lo avrebbero protetto almeno parzialmente.

    L'impatto con la mano dello spectre fu più duro del previsto, dato l'ammasso cosmico che lo accompagnò. Quel gancio velenoso spedì il Gea a quasi tre metri di distanza, in posizione supina sulla neve. La difesa cosmica comunque aveva fatto un buon lavoro, parando parte del veleno e facendola scivolare via. Una magra consolazione per il raptor, già infettato e sotto gli effetti malevoli della sostanza. Rimase lì per qualche attimo, sdraiato sulla schinena, ad osservare il cielo grigio e a respirare profondamente. Poteva continuare a lottare a muso duro ancora per un po', ma sapeva che con il passare del tempo si sarebbe ridotto a vomitare il pranzo di due mesi prima.
    Poteva però provare ad usare una strategia così folle che anche lui aveva dei dubbi sull'applicarla:

    Poteva parlare.

    Minchia che destro disse, alzandosi con estrema fatica da terra, aiutandosi anche con la coda. Sei abituato alla lotta, non è vero? Ma cero che lo sei, coglione io a chiederlo...dopo che il mondo è andato a puttane lo siamo tutti.
    Aveva la vista offuscata e la testa non la smetteva di giragli come se fosse sulla giostra delle tazze rotanti, ma almeno riusciva a reggersi sulle sue gambe.

    Sai, non sei il primo spettro che incontro...anzi, io ci ho lavorato con uno di voi...un tizio arrogante, secco, dal viso niente male quando non indossa quella scazzo di maschera...

    Aveva le mani alzate come in segno di resa, mentre osservava negli occhi il suo avversario, sfoggiando un sorriso ammaccato.

    Ci siamo divertiti un casino insieme.
    Anche quando cercò di gambizzarmi a Boston. Li il cretino cercò di cincischiare con la mia libido presentandosi nella forma di un puttanone da battaglia. Una cosa patetica.
    Ciò che mi diede da pensare fu il fatto che mi fece intendere che conosceva il mio nome. Il mio vero nome.


    Si era avvicinato al russo velenoso quanto bastava per continuare la discussione come tra veri gentiluomini, ma visto che il cavaliere del velociraptor non era un completo idiota, pensò di crearsi intorno una struttura di cosmo instabile, giusto per proteggersi un po' da qualche improvviso colpo di testa dello spettro.

    Ora, poteva essere una semplice coincidenza, oppure un bluff, ma poi ho pensato "E se fosse vero?"
    Devi capire, mio caro Mr. Mustacchio, che il mio vero nome lo dico solo a chi si fida di me, e di certo non sono abbastanza stupido da non capire di non fidarmi di uno di voi. Da allora non faccio che ipotizzare che voi cadaveri ambulanti abbiate una qualche rete d'informazioni estremamente efficente.
    Ma sto divagando.


    Sputò per terra un grumo di saliva che aveva in gola da vari minuti Ti devo proprio dire una cosa.
    Indicò con una mano l'edificio mangiato dalle fiamme poco distante.
    Quella non è stata una mossa saggia. Potevi scegliere come preda uno dei tanti avamposti di corrotti che pullulano su queste montagne, dando una mano a tutti, ma tu noooooo, hai dovuto fare la testina di cazzo e rompere le palle a gente che non stava facendo altro se non sopravvivere.

    Si leccò le labbra e gli occhi con la lingua da rettile.
    Voi del piano di sotto non avete un briciolo di empatia, ma siete così fiscali e maniaci del profitto da rasentare la psicosi. Secondo me i tuoi capi non saranno felici di sapere che hai distrutto un potenziale nugolo di civiltà e di anime solo perché ti andava.

    Sospirò profondamente, riempiendosi i polmoni di aria fredda.
    Perché non approfitti del viaggio che dovrai fare per consegnare la mia energia a chi di dovere per chiederlo ai diretti interessati?

    Una leggera risata, poi mostrò un sorriso a trentadue denti, aguzzi come lame.
    Si, il texano si è lasciato scappare pure questo.

    S6x2TxUnarrato; pensato; parlato; parlato altrui


    STATO FISICO Ammaccato specialmente sulla schiena, principio di avvelenamento avanzato, guancia malandata, trasformato
    STATO PSICOLOGICO Oh god i'm gonna puke
    STATO CLOTH indossata
    RIASSUNTO Uso il King Nothing sulla faccia per attutire il colpo, mi alzo, mi creo una barriera potenzialmente esplosiva (pain train) intorno, e poi faccio blablablablaparoleparoleparoleparole


    ABILITÀ
    Scary Monster.
    Entrando in sintonia con l’antica energia del sauro della sua armatura, il corpo di Bieffe si modifica, inglobando la cloth e divenendo mostruoso e ferale come un raptor, nonostante mantenga intatte tutte le capacità mentali.
    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.

    TECNICHE USATE
    Pain Train ■ Tecnica estremamente semplice, consiste nel creare una struttura cosmica instabile in una direzione a scelta di Bieffe, la quale esplode a contatto con il nemico o altri elementi. La struttura esplode alla base esterna al cavaliere, sbalzandolo si indietro, ma senza coinvolgerlo nell’esplosione.


    King Nothing ■ Per proteggersi Bieffe a volte crea su di se un’armatura di cosmo composta da piccole sfere disposte in modo da ammortizzare urti e colpi.
     
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    Sentì le ossa impattare contro la calotta cranica del raptor. Una sensazione nuova. Aveva sempre fatto impattare i suoi pugni sugli uomini, sapeva a memoria il rumore che faceva un pugno ben assestato. Questa fu una sensazione unica, nuova. Fu come perdere nuovamente la verginità. Un sorriso ebete prese piede sul volto del russo che iniziò a fissare immediatamente la mano. La smorfia sorniona non scomparve fino a quando non sentì le parole dell’altro. Un briciolo di interesse comparve, allora, sul volto di Kasimir. Inspiegabilmente l’altro non attaccò, né tentò una qualsiasi sorta di sortita. Si limitò a parlare.

    Yad innalzò un sopracciglio come segnale, era la sua espressione basita. Come diamine si poteva interrompere un combattimento nel suo svolgimento per discutere e blaterare? Cosa aveva in mente il lucertolone? Di prendere anche qualche pasticcino in seguito? Yad odiava i dolci, preferiva la vodka, ovviamente. Le parole del ragazzo furono però interessanti. Non poté fare a meno di trattenere una grossa risata a sentirsi citare in causa Bennett, il suo fidato amico.

    “Il buon becchio Grim! AH-AH! Trasformato in donna? Diamine. Mi hai dato materiale prezioso.” Inclinò il capo immaginando già battutacce da sfornare con il texano. Gli era stato fatto un dono non prezioso, di più. Gongolò al pensiero, già rilassando i muscoli. Il Gea era un chiacchierone, almeno così apparve nei frangenti successivi. Quello che seguì fu interessante. Un insieme di supposizioni e parole vuote per il Basilisco. Le concezioni astratte non facevano per lui, le odiava. Era un tipo pratico e diretto, di quelli che ti prendono a pugni senza neanche spiegarti il perché. Sbuffò vistosamente.

    Vero nome. Energia da recapitare. Erano concetti conosciuti dal russo, ma perché avrebbe dovuto dire qualcosa? Perché avrebbe dovuto parlare? Non c’era niente di vero, ed al contempo falso in quelle parole. I deliri di una lucertola. Nulla più. Nulla meno. Ignorò ogni supposizione su Grim o la Procuratrix. Si concentrò sulla parte finale del discorso. Il fatto di trovarsi di fronte alla chiesa diroccata ed in fiamme fece quasi commuovere lo spectre. Portare morte e distruzione era divenuto il suo nuovo passatempo. Non lo faceva per noi, nemmeno per ingannare le lunghe attese. Lo faceva stare bene. Maledettamente bene. Era il suo hobby. La sua valvola di sfogo per tutto. Cosa c’era di meglio che riversare la furia sugli esseri umani? Sulla stessa gente che, volente o nolente, continuava a darsi battaglia nonostante la Corruzione?

    “Dovrebbe importarmene qualcosa? Senti comparsa di Jurrassic Park: io faccio casino. Ci. A. Esse. I. Enne. O. Capito? Il mio lavoro è quello che vedi qui. Sono il migliore in quello che faccio. Se vuoi ti faccio vedere tutte le mie targhette di ‘impiegato del mese’. È una lotta serrata però tra me ed il texano. Anzi facciamo così… ti porto direttamente nel mio ufficio. Ho una vista panoramica stupenda, vuoi vedere?” Un’esplosione di cosmo sul posto seguì il termine della sentenza. Le braccia vennero buttate all’indietro ed in quell’istante le ali della surplice iniziarono a vibrare. Una grande quantità di cosmo iniziò ad affluire e a raccogliersi attorno alla figura della Stella del Cielo Vittorioso. Il ghigno di Kasimir divenne dieci volte più inquietante.

    “Dimmi una cosa. Sai volare?” Un movimento netto, quasi fosse la lama di una ghigliottina. Gli arti superiori calarono, le dita puntarono dritto per dritto contro alla lucertola. Un vortice partì inesorabile e distruttivo dal Basilisco. Un turbinio di morte e distruzione iniziò la sua disperata e folle corse contro il Gea. Non era un semplice vento, il veleno era il suo fidato compagno. L’attacco avrebbe travolto l’adepto della madre terra e lo avrebbe, poi, scaraventato in aria. In balia delle correnti ascensionali sarebbe stato sballottolato per poi ricadere in caduta libera al suolo. Un bel programmino di viaggio insomma, chissà se avrebbe poi ringraziato il russo per quella cortesia.

    0bmN207
    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Indossata.
    Condizioni Fisiche Dolore al fianco destro. Ematomi in formazione. Ferita aperta e sanguinante alla tempia sinistra.
    Condizioni Psichiche Determinato.

    Note Al blablabla rispondo con le botte. BABBALAAAAAAA!

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE
    ♦ Annihilation Flap ♦
    Kasimir butta le spalle all'indietro e concentra la maggior parte del suo cosmo nelle ali della Surplice, le braccia vengono buttate all'indietro come a voler caricare la violenta tempesta che sta per abbattersi sulla malcapitata vittima. Dopo aver accumulato abbastanza energia lo Specter poi si piega violentemente in avanti come a voler dare il via al suo poderoso colpo. Dalle ali dell'armatura partirà un imponente turbine di vento che andrà a dirigersi contro qualunque cosa si trovi sul suo cammino. La potente folata di vento venefico si fermerà solamente quando avrà trovato il target della sua furia, solo in quel momento il colpo potrà dare massimo sfoggio della sua pericolosità. La corrente d'aria, attraverso il suo frenetico turbinio tenterà di scaraventare in aria il più possibile il povero malcapitato avversario di Yad. I danni derivanti da questa tecnica, quindi, non saranno solamente dovuti da un'esposizione al veleno del Basilisco, ma - bensì - anche da caduta molto probabilmente. L'opzione alternativa della tecnica è quella di non lanciare indietro l'avversario, bensì di lanciarlo semplicemente lontano.
    Effetti da esposizione a veleno: graduale. (Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR)




     
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    Quando il suo ospite finì di parlare, Chloe era scossa, pallida come un lenzuolo.
    Aveva ascoltato parola per parola tutto quello che uscì dalla bocca del ragazzo. Certo, lui aveva omesso i dettagli peggiori ed aveva evitato le descrizioni più approfondite, ma ciononostante l'intera storia avrebbe fatto rizzare i capelli a chiunque.

    "E lei...sapeva tutto?"
    No, non proprio...sapeva solo lo stretto necessario. Ma già questo la classifica come complice…

    Chloe si sedette a fianco del ragazzo ferito e malandato. Tra tutte le cose aveva scoperto che si era azzuffato con un gruppo di gente slava, ubriachi come irlandesi a San Patrizio, che stavano cercando di stuprare una ragazza. Dopo il trattamento gli era stato inferto dal pazzoide con il crick, sarebbero stati costretti a mangiare la colazione con la cannuccia.

    "Sei andato dai Carabinieri?"

    Pffehehehehe...mi stai prendendo in giro? No dai non dirmi che sei seria?!? Ti rendi conto di chi stiamo parlando? Quelli hanno il controllo più potente di tutti i clan mafiosi messi insieme. Non mi stupirei se già tutte le forze dell'ordine dello stato siano a conoscenza di quello che ho detto…

    Mentre parlava, l'espressione shockata del ragazzo non mutava. Le sue pupille erano dilatate e le mani continuavano a tremargli. Si mordeva le labbra nervosamente, quasi a graffiarle tanto da ferirsi.
    Tutto questo non finirà, non finirà, non finirà, non finirà, non finirà, non finirà, non finirà-
    Si mise le mani sul viso, mentre lacrime amare cominciarono a bagnargli i palmi. Chloe, mossa dalla compassione e dall'affetto verso di lui, si alzò e lo abbracciò, stringendolo forte. Non c'erano singhiozzi in quel pianto, solo un lamento appena percettibile, carico di disperazione.

    Stettero così per un paio di minuti, poi il ragazzo si scosto delicatamente dal suo abbraccio. I suoi occhi non erano più carichi di sola tristezza, c'era anche una profonda, cieca e inarrestabile rabbia in quello sguardo.
    No, questa cosa la farò finire io.

    Fece per uscire dall'appartamento, ma venne bloccato sulla porta dalla forte presa della giovane donna.
    "Che cazzo pensi di fare? Credi di riuscire a cambiare le cose? Lo so,è una storia orribile, ma non possiamo farci niente. Nessuno può farci nulla...per favore...non fare pazzie."

    La sua voce era rotta dallo sconforto. Il suo ex era così, sempre pronto a mettere le mani addosso a chiunque lui credesse di meritarlo. Ma quella volta si stava scagliando contro un mostro troppo forte, troppo influente per essere fermato. Non avrebbe vinto, nemmeno avesse vissuto cento e cento anni.

    Il ragazzo la fissò, per l'ultima volta. Ora sembrava quasi stralunato, ciononostante la rabbia non aveva abbandonato i suoi occhi, resi cupi da un'oscura determinazione.

    Per uccidere i mostri, diventerò io stesso un mostro.
    Uscì da quella casa, senza voltarsi indietro.
    Ti voglio bene, Clò.

    Non l'avrebbe mai più rivista.


    S6x2TxU



    Parlare con uno spectre? E per di più russo? Ma che cazzo stavo pensando?
    Non era stata la sua mossa più brillante. E ne stava pagando le conseguenze. La folata di vento velenoso aveva fatto esplodere la sua barriera cosmica, come previsto dal raptor in caso di emergenza. Ma il suo avversario non si era risparmiato con quell'attacco poderoso. L'effetto era si attutito, ma il volo di dieci metri se lo fece comunque, il quale si concluse con uno schianto a terra non indifferente. Tutto sommato non si fece malissimo, ma la scocciatura del veleno in circolo era buna bella rottura di coglioni.

    Con un enorme sforzo, si rimise in piedi. La faccenda della scazzottata era kaput, finita, terminata. Aveva menato le mani e tutto, ma aveva perso e doveva farsene una ragione.

    Beh, me la sono cercata, non c'è che dire. Inspirò profondamente, lottando contro il mal di testa.
    Figa la cosa del serpente e tutta la scena, dico davvero, coreografia ben organizzata, BaffettoMan. Raccolse una manciata di neve e se la strofinò sul viso, giusto per schiarirsi le idee. Si ricordò che c'erano dei fuggitivi la fuori. Non era teso a riguardo, se quei poveri disgraziati erano ancora coi piedi sulla madre Terra, li avrebbe ritrovati grazie alle Api Dorate. Prima però voleva parlottare ancora un po'.

    Dimmi...quella roba sull'essere il migliore in quello che fai...è quello che ti ripeti la notte, nel letto, raggomitolato nel tuo pigiamino colorato? E poi, quel sorrisino dovrebbe farmi paura? Mi hai visto bene? Mi hai preso e sbattuto come un lenzuolo, poi mi hai avvelenato manco tu fossi una lurida puttana piena di sifilide. Ti sembro intimorito da te per caso? Ti sembro in qualche modo spaventato dalla tua bella facciona da cerebroleso?

    Ciccio, con chi credi di avere a che fare? Un Black Saint?

    L'aura di api d'oro cominciò a circondarlo, pronta a portarlo dove aveva bisogno.
    Ne ho conosciuta di gente che percorreva la strada del male, provandone piacere assoluto. Tipo quel mercante di schiavi in Marocco. Sai, no dico, sai a chi furono diretti i suoi pensieri , prima che gli staccassi la testa dal collo?

    Sorrise, tirando indietro gli angoli della bocca in modo innaturale.
    Sua moglie, morta durante l'Armageddon.

    Siete tutto così...simili. Il mondo vi volta le spalle e vi atteggiate a signori della distruzione e del caos, quando in realtà siete dei bambini spaventati che piangono perché hanno perso qualcosa di caro.

    Alzò le mani, quasi a imitare un gesto di resa.
    Ma ehi, non sono affari miei. La vita- cioè volevo dire, la non-vita è tua.

    Le api nascosero la sua figura, mentre il ronzio aumentò di intensità tale da coprire il rumore del vento.

    CIAO CIAO, BAMBACIONE.
    E il raptor scomparve, alla ricerca di sopravvissuti nella foresta canadese.

    S6x2TxUnarrato; pensato; parlato; parlato altrui


    STATO FISICO dolore forte alla schiena, principio di avvelenamento avanzato, guancia malandata, trasformato
    STATO PSICOLOGICO this is none of my businnes
    STATO CLOTH indossata
    RIASSUNTO Volo, mi rimetto in piedi, blablabla e CIAONE


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    Stranamente il colore della pelle di Bieffe diventa simile alla tastiera di un pianoforte

    Sandman.
    Bieffe ha imparato che quando la vita ti da i limoni non puoi crearci il napalm, non senza rischiarci un tumore. Essendo estremamente magro usa un misto di propulsione derivata dal cosmo alla tecnica di corsa degli indiani Tarahumara per raggiungere elevatissime velocità che possono creare immagini residue.
    Non facendo sforzi su tutta la gamba ma solo su una parte del piede Bieffe è capace di correre per un tempo molto lungo.

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    “Yawn!”

    Un semplice sbadiglio andò a suggellare il discorso dell’adepto di Gea. Ogni riferimento era stato già sentito dallo spectre. Quante volte Kasimir si era sentito additare per la sua voglia di primeggiare? Quante volte era stato accusato di ostentare sicurezza per nascondere un’indole debole ed incapace di sopportare lo stress. Non concluse in modo di verso il discorso dell’altro, aveva ben altro per la testa. Quando lo scintillio finì si lasciò cadere seduto su un cumulo di detriti ed abbassò il capo. Si tastò la tempia ferita. Diamine se pulsava e faceva male. Quel tipo sapeva picchiare davvero duro, anche se peccava di strategia.

    E certo che sentirsi rimproverare su questo fronte dal russo era qualcosa che rasentava il ridicolo. Anche lui si buttava a capofitto, dritto per dritto, contro il nemico. Improvvisava per lo più. L’istinto lo guidava spesso e volentieri fuori dalle situazioni più disparate. Quella volta era andata decisamente meglio di altre. Vide la mano insanguinata e sospirò, mantenendo però sempre il giubilo sul volto. Una bella lotta. Avrebbe portato a casa un bel po’ di anime inoltre. Quel luogo era abitato da una mezza dozzina di famiglie. Ottime anime per il Canvas. C’era qualcosa però che lo aveva colpito nelle parole del raptor. No, niente inerente a sentimenti e discorsi filosofici. Il fatto che conosceva Grim. Il fatto che il texano aveva interagito con quella creatura strampalata.

    Solitamente non ci avrebbe fatto caso alcuno. Anzi, lo avrebbe semplicemente deriso. La curiosità però stava spingendo Yad a chiedersi che tipo di affari i due avessero intrapreso insieme. Era una scusa ottima per andare a trovare l’amico. Di solito, tra una missione e l’altra, si rintanava nella sua casa a pulire e ripulire le sue macchine. Era un maniaco della pulizia per le sue figliocce. Al russo piaceva rompergli le scatole in maniera allegra, necessitava ogni tanto di sgranchirsi le gambe. Sembrava sempre triste, intento a fuggire ai ricordi di una vita passata che non sarebbe più tornata. Basilisk lo avrebbe aiutato ad intraprendere con maggiore gioia la via dello specter. Non c’erano dubbi a riguardo.

    Con un salto si rimise in piedi ed andò nel punto esatto in cui B.F.G. era scomparso. Si calò le brache ed urinò a lungo. Quasi un minuto. Un piccolo commiato al luogo della ritirata nemica. Si sollazzò della vescica vuota ed inarcò la schiena all’indietro. Emise un lungo “Ah.” di piacere e concluse il tutto dandosi una ripulita celere. Chiunque lo avesse visto in quel momento si sarebbe ritrovato di fronte ad una delle scene più grottesche del globo terracqueo. Concluso si risistemò e si indirizzò lontano da quel cumulo di macerie e disperazione. In fin dei conti, da qualche parte nel bosco, vi erano dei fuggitivi. Lui aveva ancora voglia di giocare al gatto col topo. Sarebbe stata una lunga, lunghissima, giornata.

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    Nome Kasimir Yad
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    Stato della Cloth Indossata.
    Condizioni Fisiche Dolore al fianco destro. Ematomi in formazione. Ferita aperta e sanguinante alla tempia sinistra.
    Condizioni Psichiche Determinato.

    Note E' stato divertente. Dobbiamo rifarlo prima o poi :zizi:

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    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

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