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#Up Cloth per Elle

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    Quante cose erano cambiate negli ultimi tempi?
    Troppe emozioni, troppe situazioni che mettevano in dubbio tutto, che mettevano in dubbio te stessa e il mondo che ti circonda. A volte quando i cambiamenti piombano su una persona, per quanto essa sia decisa e sicura di se, ci creano comunque del tormento, ci impongono a riflette su tante cose e stare da sole è l'unica soluzione.

    No, non era giunta li, nel mezzo della foresta casualmente ma qualcuno di stava chiamando: era come un bisbiglio, una zanzara che ti ronza attorno nel buio della notte mentre cerchi di scacciare le tenebre dalle quali sei avvolta e cerchi rifugio tra le braccia di Morfeo sperando solo che l'alba giunga presto.

    Lui era li, fermo e immobile seduto su un tronco caduto, morto da tanto tempo.
    Un ricordo di qualcuno che in un modo a te - forse - sconosciuto aveva condizionato la tua esistenza? Era forte, probabilmente quanto se non più di Gabriel ma non percepisci alcuna minaccia.

    «Ne è passato di tempo Estelle» parole che vengono dette senza alcuna inflessione.

    Tu lo conosci, lui conosce te.

    QM: Bene, iniziamo pure. Come ti avevo anticipato privatamente la persona che ti sta 'chiamando' è Aizen. Non indossa alcuna armatura e non senti pericolo in lui. Ma cosa farà Estelle? Lo attaccherà?


     
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    Mi rigirai ancora una volta nel letto, incapace di prendere sonno forse per il caldo, forse per il gran mal di testa che non mi dava tregua da parecchi giorni a questa parte. La pila degli appunti riguardo l'holocron di Darth Venerya era aumentata in modo proporzionale al mio non capirci più un cazzo; pareva quasi, a tratti, che più informazioni reperissi e più mi allontanavo dal capire veramente qualcosa. Che odio.
    E poi c'erano le visioni, sporadiche certo, ma avere flashback del passato in momenti random della giornata non era una cosa piacevole- specie se si considerava che il periodo interessato andava dall'epoca del mito all'età contemporanea.
    Rassegnandomi all'idea che neppure quella notte sarei riuscita a chiudere occhio, gettai indietro il leggero lenzuolo e mi alzai, vestendomi al volo per poi uscire di casa subito dopo per dirigermi alla spiaggia: era lì che mi recavo di solito quando volevo pensare o starmene sola; seduta sulla sabbia con i piedi coccolati dalle onde che si infrangevano sulla riva e con lo sguardo rivolto in alto, alle stelle. Chissà quante altre volte l'avevo fatto.

    Rimasi lì per non so quanto tempo, a pensare a tante cose e a lasciare che dubbi, paranoie e insicurezze scorressero libere. poi, ad un certo punto, qualcosa attirò la mia attenzione. Non sapevo dire con precisione di cosa si trattasse - forse un segnale, forse un richiamo - ma fu sufficiente a farmi scattare in piedi e ascoltare. No, non vi erano suoni a quell'ora della notte, tranne per il fruscio delle foglie e lo sciabordio delle onde; eppure sapevo che mi stavano chiamando, in maniera sempre più insistente e decisa via via che i minuti passavano. Pareva provenire dalla foresta alle mie spalle, silenziosa, buia e in qualche modo affascinante. Mi inoltrai nel verde, seguendo quel bisbiglio sempre più incuriosita fino a quando non realizzai di essere nel cuore della boscaglia. Una voce maschile giunse alle mie orecchie, da qualche parte nel buio; ipiegai un po' prima di capire da dove provenisse. Per un attimo, una fitta mi trapassò ancora una volta la testa, portando a galla immagini di un passato relativamente recente.

    Oh guarda un po' chi si rivede - risposi finalmente, sorridendo in modo impercettibile per un attimo. Poi, mi avvicinai tranquilla alla figura apparsa quasi dal nulla.

    Era potente, è vero, ma non avevo paura di lui e non pareva intenzionato a farmi del male, a me questo bastava: erano finiti i tempi dell'attaccare a testa bassa chiunque mi si parasse davanti, questo comportamento non era consono ad una regina. Fu anche per questo che presi posto a sedere di fianco a lui, sul tronco dell'albero caduto, senza però guardarlo in viso.

    L'ultima volta che ci siamo visti mi hai fatto capire perchè sono un Cavaliere Nero, mi chiedo però cosa ti spinga a venire fin qui ancora una volta.

    Un tono calmo e pacato, piacevolmente sorpreso persino.

    Ciao Aizen.

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    Altre Info ● Postino piccino, per iniziare l'up :zizi: sono stra curiosa *v*
    AbilitàTecniche

    ♦ Water of Life

    Penso sia una cosa risaputa da tutti: i pesci vivono nell'acqua. Non importa di che tipo: sia essa dolce o salata, questi simpatici animaletti fuori da essa sono spacciati. Ma non sono di certo qui per tenere un sermone sulla vita dei pesci - ci mancherebbe altro! Tutto questo mi serviva - probabilmente - per "giustificare" il mio controllo sull'elemento acqua. Sono in grado di controllarlo appieno, sia esso in stato gassoso, liquido o solido....il che significa essenzialmente che, se volessi, potrei creare da leggere pioggerelline a veri e propri monsoni, oppure far passare la sottile foschia mattutina in un denso banco di nebbia, tutto a mio piacimento. Posso creare l'acqua utilizzando il mio cosmo ma, generalmente, utilizzo quella presente in natura: dalle semplici acque superficiali [i mari, i laghi eccetera eccetera] a quelle sotterranee [ l'acqua presente nelle falde del terreno]. Inoltre, giusto per non farci mancare niente, sono in grado di "interagire" con il ghiaccio, purché non sia di natura cosmica, portandolo dal suo naturale stato solido a quello liquido.

    ♦ Aquatic Flora ♦

    Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.

    ♦ Trickster ♦

    Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.

    ♦ Telepathy ♦

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, sono in grado di comunicare telepaticamente con le persone che mi circondano.

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    Aizen si soffermò ad osservare Estelle la guardò per qualche istante prima di girare nuovamente il volto verso il nulla. Furono istanti di interminabile silenzio quelli che trascorsero tra il saluto della Black Saint e la risposta di quell'uomo.

    «La dura vita del pensionato» disse abbozzando un sorriso.

    Ma era chiaro come il sole che aveva qualcosa in mente, qualcosa che avrebbe in qualche modo aiutato Estelle, o forse no.

    «Diciamo che la tua storia mi ha colpito in modo molto particolare quindi volevo sapere come stavi, se avevi superato quei tuoi problemi. Percepisco un cosmo diverso ma vorrei che me ne parlassi».

    Si fermò nuovamente per dire gentilmente «se vuoi».




     
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    Sorrisi impercettibilmente, nell' ascoltare la risposta di Aizen. Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che ci eravamo visti, per modo di dire, ma erano successe così tante cose nel mentre che avevo quasi dimenticato.

    Non amo particolarmente le sedute dagli strizzacervelli - cominciai calma - E la mia vita non è stata molto interessante da quel giorno, a dirla tutta.

    Mi alzai in piedi, camminando avanti e indietro per un poco, incerta sul da farsi. La verità è che non ero mai stata brava ad aprirmi con le persone, non ci avevo mai provato per davvero, forse. Oppure, col passare degli anni, mi ero convinta che meno la gente sapeva gli affari miei e più sicura potevo stare. Ma allora perchè lì, in quel momento, in presenza di uno specter non proprio qualunque, provavo l'irrefrenabile voglia di farlo? Mi mordicchiai un poco il labbro inferiore, incerta.

    In realtà...quando sono tornata sull'isola, parte dei miei problemi sono riuscita a lasciarmeli alle spalle. Che poi ne siano arrivati altri, beh, quelli sono altri discorsi. C'est la vie. - dissi stringendomi nelle spalle - Sono stanca, Aizen. Lo siamo entrambe. Vorremmo solo che le persone la smettessero di trattarci come bambine e che ci dicessero un grazie, una volta ogni tanto.

    Sul finire della frase, la voce si era sdoppiata; e, se quella predominante era la mia, ascoltando bene si poteva udire l'eco di una più calma e adulta, quasi più antica.

    Siamo tornate da poco, ma dalla fine dell'Armageddon sono successe un paio di cose che ancora non riusciamo a collegare o quantomeno spiegarci. La prima è la nostra investitura a Black Pisces, e tutte le relative menzogne che ci sono state propinate da più persone; la seconda è il ritorno di Stormbringer; la terza è stato il mio risveglio e la scoperta dell'holocron del primo cavaliere nero di Pesci.

    La voce era radicalmente cambiata col passare del tempo, fino a diventare totalmente quella della regina, tranquilla e pacata come solo lei poteva essere.

    Abbiamo ancora tanta strada da fare, prima di tornare quelle di allora. Abbiamo ancora tanti eventi da ricordare, posti dove ritornare, persone da riconoscere. A partire da quello che in passato rispondeva al nome di Syphon. Ma suppongo che questo non sia la priorità, oggigiorno.

    Ci voltammo con grazia, per osservare lo specter dritto negli occhi, divenuti ora di un colore blu intenso.

    Perchè sei qui, Aizen? A cosa ti serviamo?

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    Aizen non distolse per un istante lo sguardo da quello di Estelle, la osservava come a volerla squadrare, analizzare ma con pessimi risultati, del resto non poteva dire di conoscerla e non sapeva nemmeno se lei fosse la persona giusta per quella missione ma aveva fiducia in lei.

    «Ho saputo di Hel, della Gold Saint in coma e di Naima» si soffermò troppo a lungo su quel nome che lo riportava indietro a momenti felici ma avevano preso due strade diverse e difficilmente si sarebbero incontrati di nuovo.

    «Con l'avvento dell'Armageddon ho compreso che questo mondo non mi apparteneva, che non volevo combattere in nome di un Dio che non comprendevo ed ho cominciato a vagare per l'unico mondo che posso definire casa: la terza dimensione».

    Si soffermò un istante prima di riprendere a parlare «in una delle infinite realtà della terza dimensione ho incontrato un bambino, non un bambino qualunque ma il Black Saint di Gemini: Rei. Abbiamo parlato molto io e lui, di quanto fosse legato a Candice che chiama spesso mamma ma non può uscire da quella prigione. Sai, lui porta un fardello immenso: un demone che non può controllare».

    Istintivamente pensò a Estelle, a quelle due voci a quella natura cosi buffa «ma vuole condividere con voi un segreto: la natura delle dodici Black. Pare che lui abbia scoperto con che materiale sono composte e come fu possibile realizzarle. Segreti, sue parole "che non condividerò mai con un cane di Hades"».

    «Io non voglio niente Estelle, devo solo condurti da Rei, tra Black vi capirete meglio».

    Aizen si alzò in piedi e senza aspettare alcuna risposta aprì un portale per la dimora del Black Saint. «A presto Estelle, tornerò a trovarti piccola pazza».

    Se ne andò, lasciandola con un sorriso di fronte ad una scelta: tipico di Aizen.

    QM: Bene, se decidi di buttarti a capofitto in questa missione appena varchi il portali comincerai a precipitare nella terza dimensione all'infinito senza riuscire in alcun modo ad arrestare la tua corsa :P




     
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    Ascoltammo in silenzio le parole dello spectre, mordicchiandoci i labbro mano a mano che si avvicinava al nocciolo della questione. Così, nel suo vagare, eravenuto in contatto co il precedente cavaliere nero di Gemini. Avevo già sentito il suo nome ma solo di sfuggita: ognuno sull'isola aveva i propri segreti, meno si ficcanasava negli affari degli altri e meglio era per il quieto vivere.

    Immagino che non possa tirarmi indietro. Dopotutto è una cosa che riguarda noi black saint tutti, non vedo come potrebbe nuocere.

    Non eravamo proprio convintissime sull'ultima parte, ma fummo abbastanza brave da non darlo troppo a vedere. Nessuna delle due sapeva con esattezza cosa fosse la terza dimensione, come vi si accedesse e cosa vi avremmo trovato all'interno, al di là del già citato cavaliere eppure non ci saremmo tirate indietro. Al di là del fatto che più cose scoprivamo sul passato dei cavalieri neri poteva solo essere di aiuto alla casta intera, il fattore curiosità era essenziale. Ci saremmo potute allontanare dall'isola per un po', questo ci bastava.

    Arrivederci, Aizen. Spero di incontrarti con più calma, un giorno di questi. Partiremo il prima possibile.

    Lo spectre se ne andò, lasciandosi alle spalle solo un portale, il portale che ci avrebbe condotte da Rei. Avevamo accettato la missione, ma non saremmo andate laggiù subito; ritornammo velocemente a casa, non sapendo per quanto sarebbe potuto rimanere aperto il passaggio, giusto per prendere un paio di cose.
    Il respiro leggero di Isaac era l'unico suono che poteva essere percepito nell'oscurità;

    Vi lascio soli.
    Grazie.

    Mi vestii senza far rumore, indossando il carapace nero prima e l'armatura subito dopo. Se all'apparenza era messa bene, in cuor mio sapevo che era molto più fragile del normale, ancora "provata" dallo scontro con Syphon. Sospirai, prima di avvicinarmi piano al ragazzo addormentato e sfiorarlo con un bacio.

    Torno tra un po'

    Silenziosa come un'ombra ritornai da dov'ero venuta, fermandomi però poco prima di quello che pareva il bordo del portale. La terza dimensione era ad un passo da me, un passo soltanto quello che mi separava da una realtà parallela ed alternativa sconosciuta. Tutto ciò aveva un che di eccitante.

    Come on, what the worst thing could happen? - dissi, indossando l'elmo tenuto sotto braccio fino a quel momento.

    Poi, attraversai il portale. Peggiore idea di sempre. Senza che potessi impedirlo o controllarlo in qualche modo iniziai a precipitare giù, giù, sempre più giù, continuando a cadere fin quasi a perdere la concezione del tempo.

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    Una discesa senza fine nel vuoto.
    Poteva mai fidarsi di uno Spectre o presunto tale? Del resto una volta s'era comportato bene con lei o forse no? Ma del resto che senso aveva porsi simili domande e lentamente senza nemmeno ricordare come o quando tutto si annebbia e anche la vita la abbandona.

    O forse no?
    Lentamente Estelle apre gli occhi e si trova in un luogo che riconosce: una stanza. È sdraiata sul letto, vede un ragazzo che la guarda e attende il suo risveglio. Ad una prima occhiata sembra un ragazzo come tanti altri, carino, occhi azzurri e capelli castani, avrà avuto all'incirca una ventina d'anni. Ma quando mette a fuoco con nitidezza si rende conto che di 'convenzionale' in quell'essere non vi è nulla. Metà del suo corpo è umano: metà capelli, metà naso, metà bocca, metà busto. L'altra metà sembra appartenere a qualche forma aliena: è scheletrica, quasi priva di forma e completamente nera, a tratti coperta di bende per nascondere cosa?

    Quando apre bocca il ragazzo metà delle parole sembrano umane, l'altra metà versi gutturali incomprensibili ma alla mente di Estelle arrivano chiari e nitidi, alla mente appunto.

    «Devo farti paura» disse abbassando l'unico occhio espressivo «prima di cominciare tutto mi chiamo Rei, come te sono tutt'ora un Black Saint, come sta Candice?»

    Rimane in silenzio, non è stupido sa che la ragazza ha bisogno di metabolizzare la caduta, quelle notizie ed abituarsi a lui.




     
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    Peggior idea di sempre. L'avevo per caso già detto?

    Quello l'unico pensiero che mi risuonava fisso in testa nel momento in cui, attraversato il portale, cominciai un'infinita discesa verso il basso. Avevo già sperimentato altre volte quella sensazione, era indubbio, ma questa volta era diverso. Era come se, in una parte remota di me, sapevo che non vi era una vera e propria fine a quella caduta. Tutti i riferimenti spaziali vennero annullati: non c'era più un sopra, un sotto, niente di niente: solo l'ignoto, l'infinità nella sua forma più pura e spaventosa, per certi versi.
    Non vi era nemmeno un'emozione precisa che mi caratterizzasse in quel momento: forse rabbia? No, non aveva senso. Tristezza? E per cosa poi?

    Svuotata. Quella credo fosse la parola che stavo cercando. Non ne ero però sicura; la mia mente si stava spegnendo, e una strana, inspiegabile sonnolenza stava prendendo il controllo, annebbiandomi la vista e i sensi. Era come se, ad un tratto, una stanchezza infinita si stesse facendo strada dentro di me, serpeggiante ed inesorabile. Quella fatica che non riuscii a non associare a quella che si provava dopo una lunga giornata di lavoro o peggio ancora, alla fatica che si doveva avvertire più in là con gli anni.
    L'ennesima sensazione mista - questa volta nausea o forse malinconia, non lo so - si impossessò della mia mente. avevo fatto bene a fidarmi così ciecamente di Aizen? Era pur sempre uno spectre, o comunque lo era stato...beh, ma che importanza aveva ora come ora? Un lungo sospiro fuoriuscì dalla mia bocca, poco prima di perdere completamente i sensi: forse avevo solo bisogno di riposare.

    Mi risvegliai dopo chissà quanto tempo, adagiata su di un morbido letto in una stanza che mi sembrava familiare. O almeno, così credevo, la mia testa ancora confusa di certo non aiutava. Impiegai un poco prima di mettere a fuoco l'ambiente e soprattutto prima di accorgermi di una seconda presenza oltre alla mia: seduto su una sedia alla mia destra vi era un ragazzo dall'aspetto particolare. Metà del suo corpo era umana, quella di un ragazzo sulla ventina, di bell'aspetto, l'altra interamente coperta di bende, come a voler nascondere qualcosa , qualcosa di terribile. Quando parlò, le sue parole mi giunsero dritte alla mia mente, segno che forse stava utilizzando una sorta di telepatia.
    Lo ascoltai, rimanendo in silenzio per un paio di minuti mentre mi tiravo su a sedere.

    Candice sta bene. E' da un po' che non la vedo, in effetti, ma penso sia tutto...ok...? - mormorai inclinando un poco la testa di lato, prima di sorridere in modo sereno e gentile -Ti manca tanto, vero?

    Poggiai cautamente i piedi a terra, prima di muovere un paio di passi verso di lui, cercando di tranquillizzarlo? O una cosa del genere. Non ero spaventata né da lui né dal suo aspetto, e in ogni caso c'erano cose più importanti che avevano la precedenza. Gli misi con delicatezza la mano sulla spalla, chinandomi quel poco necessario per far sì di guardarlo in viso. La voce che avrebbe udito il ragazzo sarebbe stata simiile a quella udita da Aizen in precedenza: la mia e, come una leggera eco, quella della regina.

    Rei, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Dobbiamo scoprire le nostre origini, e so che tu conosci qualcosa. Ti andrebbe di parlarmene? Ultimamente Candice passa molto tempo in archivio, a decifrare antichi documenti muriani e vorrei poter esserle utile anche io...

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    AbilitàTecniche

    ♦ Water of Life

    Penso sia una cosa risaputa da tutti: i pesci vivono nell'acqua. Non importa di che tipo: sia essa dolce o salata, questi simpatici animaletti fuori da essa sono spacciati. Ma non sono di certo qui per tenere un sermone sulla vita dei pesci - ci mancherebbe altro! Tutto questo mi serviva - probabilmente - per "giustificare" il mio controllo sull'elemento acqua. Sono in grado di controllarlo appieno, sia esso in stato gassoso, liquido o solido....il che significa essenzialmente che, se volessi, potrei creare da leggere pioggerelline a veri e propri monsoni, oppure far passare la sottile foschia mattutina in un denso banco di nebbia, tutto a mio piacimento. Posso creare l'acqua utilizzando il mio cosmo ma, generalmente, utilizzo quella presente in natura: dalle semplici acque superficiali [i mari, i laghi eccetera eccetera] a quelle sotterranee [ l'acqua presente nelle falde del terreno]. Inoltre, giusto per non farci mancare niente, sono in grado di "interagire" con il ghiaccio, purché non sia di natura cosmica, portandolo dal suo naturale stato solido a quello liquido.

    ♦ Aquatic Flora ♦

    Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.

    ♦ Trickster ♦

    Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.

    ♦ Telepathy ♦

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, sono in grado di comunicare telepaticamente con le persone che mi circondano.

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    Rei rimase fermo qualche istante osservando col suo unico occhio umano il volto della ragazza che aveva davanti. Poteva percepire con chiarezza il dualismo della sua essenza e quasi gli venne da sorridere: era buffo come tra tanti Black Saint proprio lei fosse giunta in quel luogo. Si tocco la testa, cercando di far emergere più che i pensieri le parole giuste.

    «Dovremo viaggiare» disse sforzandosi più di prima.
    «Andare la dove tutto ha avuto inizio e capire come siamo riusciti la dove tutti hanno fallito. Li vedo tutti fuggire e scappare, correvano, scappavano da qualcuno e qualcosa come se fossimo dei profughi, no lo eravamo».

    Ansimava e si sforzava forse eccessivamente e lentamente il suo cosmo cresceva.

    «Ci braccavano come una volpe scappa dai cani durante una battuta di caccia. Una caverna. L'entrata era nera, strane pietre emergevano da essa, poi la follia e le tenebre».

    Si fermò nuovamente e guardandola «Dobbiamo andare», poi guardandola negli occhi «Come ti chiami?»

    Alle spalle di Estelle si aprì un varco dimensionale, un altro varco ma questa volta vedeva chiaramente cosa v'era dall'altra parte. In lontananza dei guerrieri che perlustravano tutto cercando i rifugiati mentre un gruppo di uomini, donne e bambini scappavano in una grotta. L'antro era stretto e scendeva verso il basso, verso le profondità della terra. Le pareti erano costellate di strane stalattiti nere che vibravano e sembravano mangiare la luce.

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    Direi che possiamo iniziare questa nostra avventura. Se accetti la missione entrerai in quel portale insieme a Rei che in quel mondo assumerà la forma di un bambino, come era un tempo e ti mischierai insieme ai fuggitivi. Voi siete gli ultimi che sono scappati, altri di voi sono li da tempo ormai e sembrano non avere alcuna intenzione di andarsene anche perché per qualche strana ragione nessuno osa avvicinarsi a quella caverna: NESSUNO.
     
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    Ascoltai con attenzione le poche parole che il ragazzo pronunciò, appoggiandogli istintivamente la mano sul viso, come per calmarlo.. Il suo cosmo cresceva sempre di più e allo stesso tempo pareva fare sempre più fatica a parlare, segno che stava facendo uno sforzo non indifferente per qualcosa

    Non ti preoccupare Rei, non abbiamo paura. Puoi contare su di noi.

    Avrei superato anche questa, in qualche modo. E poi, i viaggi impossibili, indietro nel tempo di chissà quanti anni se non secoli, non erano un problema, avevo cominciato a farci l'abitudine. Eppure, le parole del ragazzo mi misero all'erta. Nel posto dove saremmo andati, la situazione non era delle migliori, a quanto pareva. Aveva parlato di profughi, di persone in fuga e di altre che le inseguivano, come i cacciatori con una preda. Per qualche strano motivo, quello scenario non mi era nuovo.

    Un'improvvisa fitta alla testa mi costrinse a togliere la mano dalla faccia del Black di gemini e a cadere sulle ginocchia. La mia mente fu bombardata per una piccolissima frazione di secondo da immagini e sensazioni che - almeno in quel momento - non ricordavo di aver mai vissuto in prima persona. Sentivo dolore in ogni parte del corpo e freddo, soprattutto freddo mentre fissavo un cielo plumbeo pieno di nuvole gonfie di pioggia. Voci ovattate, grida, figure sfocate giravano tutt'attorno a me, incapace di muovermi, di reagire. Parole lontane in una lingua sconosciuta mi giunsero all'orecchio, e voltandomi appena notai una figura ammantata in nero dalle fattezze femminili; mi stava reggendo la testa, e nonostante fosse così vicina non riuscivo a capire chi fosse. Mormorai qualcosa, prima che tutto sfumasse e ritornassi al presente, piuttosto frastornata, mentre alle mie spalle si apriva un altro passaggio dimensionale.

    Al di là del varco, il crepuscolo e delle figure in movimento che si stagliavano all'orizzonte. Soldati, con buona probabilità, dai quali non dovevamo essere visti. A relativamente poca distanza invece, un gruppo di donne e bambini correva per trovare rifugio in una grotta, la cui unica fonte di luce proveniva da strane lanterne appese alle pareti.

    Andrà bene, te lo prometto. Io sono Estelle. - sussurrai alzandomi in piedi senza distogliere lo sguardo dal passaggio verso l'altra dimensione.

    Il nostro obbiettivo era la caverna e dovevamo essere veloci, cercando al contempo di non destare attenzioni, queste le uniche cose che continuavo a ripetermi mentalmente. Decisi dunque di togliermi l'armatura e di riporla nel pandora box, prima di prendere Rei per mano e attraversare il varco.
    Una strana sensazione di freddo mi pervase appena misi piede nel nuovo mondo; la seconda cosa di cui mi resi conto fu che Rei aveva cambiato aspetto: al poso del ragazzo bendato vi era ora un bambino all'apparenza perfettamente sano. Meglio così, in fondo, saremmo riusciti a confonderci tra i fuggitivi senza problema, cosa che effettivamente avvenne. Raggiungemmo quindi l'entrata della caverna e solo allora mi accorsi che quelle che avevo scambiato per lanterne bluastre erano in realtà stalattiti nere come la pece che parevano nutrirsi della luce presente nel luogo.
    La caverna era stranamente affollata, e scambiando un paio di parole con alcuni profughi mi fu chiaro il perchè: in quel luogo, nessuno osava avvicinarsi. Era la loro zona sicura, molti erano lì da talmente tanto tempo da essersi quasi dimenticati la data del loro arrivo. Istintivamente però, ne chiesi il motivo, poco prima di rivolgermi al cavaliere al mio fianco

    Guidami.

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    Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.

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    Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.

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    Lentamente i due cavalieri, nascondendo il più possibile il loro cosmo avanzano per quei stretti cunicoli, cercando di scansare i corpi degli altri profughi. Alcuni sono privi di vita, altri prossimi alla morte mentre un altra parte cerca di resistere agli stenti della fame e a qualcosa che allo stato attuale i due non comprendono. Quella caverna sembra essere impregnata di una strana energia come se fosse viva. Mano a mano che avanzano si rendono sempre più conto di cosa sta succedendo a quegli uomini e da cosa scappano.

    Parlano di una rivolta. Di una ribellione.
    Ma da chi, da cosa?

    «Siamo in un epoca lontana, quando forse ancora la Lemuria era completamente emersa» si fermò un istante «prima della grande scissione tra Saint e Black»

    Si fermarono a parlare con altri uomini e poco alla volta tutto cominciò a chiarirsi almeno per Estelle. Erano le origini, un tempo lontano e ormai dimenticato. Un gruppo di Alchimisti si ribellarono al giogo dei potenti cercando la loro strada, cercando la conoscenza. Ma era una guerra vana, priva di speranza. Molti di loro erano stati uccisi, trucidati dai loro stessi amici mossi da un fanatismo che definir religioso era un puro eufemismo.

    Ma perché quel luogo era un porto sicuro? Per quale motivo le guardie del tempio non osavano avvicinarsi? La risposta Estelle la ebbe di li a poco, più andavano in profondità e più si rendevano conto di cosa stava accadendo. Li vide davanti a se, tre profughi. Occhi neri quasi luccicanti ed un'aura oscura che li avvolgeva, pezzi di cristallo completamente nero crescevano dal corpo di questi individui. Padre, madre e figlio.

    La voce contratta ed incerta «non avanzate, non fatelo».

    Rei si fermò, osservò Estelle che sicuramente aveva delle domande. Ne era certo.

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    Avanzammo lentamente nella semi oscurità della caverna. Il luogo era umido e aveva uno strano odore, un orrendo mischio tra chiuso, muffa, marcio e morte. Forse era anche colpa dei corpi in decomposizione sparsi qua e là lungo il pavimento, ma nessuno pareva prestarvi attenzione, come se fossero troppo stanchi, troppo allo stremo per curarsene. Molti profughi erano abbandonati mollemente contro le pareti, seduti scompostamente a terra quasi aspettando che la morte li venisse a prendere, come se non avessero più la forza di combattere, di trovare un motivo per vivere. Cosa li aveva condotti lì? Perchè non reagivano? Solo poche sconnesse parole giunsero alle mie orecchie: si vociferava di una battaglia, di una ribellione.
    Che strano, avevo quasi una sensazione di déjà-vu.

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    Nella primavera di un ormai lontanissimo anno prima della nascita di Cristo, ad un ora non ben precisata del pomeriggio, due figure regali e amiche di vecchia data, si incontravano per il loro meeting mensile. Oltre alle tipiche conversazioni da donna, le due discusseroanche di alcuni problemi che affliggevano i relativi regni. La prima era una figura incappucciata, avvolta in un lungo abito nero che ne sottolineava le sinuose forme: Il suo nome era Venerya, una delle principesse di Lemuria. Lei assieme ad altri traditori stavano inconsapevolmente dando inizio a quello che sarebbe passato alla storia come la Grande Scissione, che avrebbe portato alla nascita dell'ordine dei cavalieri neri di cui ella stessa avrebbe poi fatto parte. Di fronte a lei, con i lunghi capelli candidi raccolti in una treccia ordinata, un'Estelle nel fiore degli anni non riusciva a non nascondere la sua preoccupazione riguardo questa scelta. Nel gazebo inondato dalla luce del sole e dal profumo dei gigli che fiorivano abbondanti, le due donne parlarono a lungo, sebbene molte di quelle parole sono ormai andate perse nel tempo o travisate dai posteri che non furono d'accordo con gli argomenti e le tesi sostenute. La cosa certa era che entrambe stavano per affrontare due guerre ben più grandi di loro. Venerya avrebbe lottato per liberarsi dal pugno di ferro che i seguaci di Athena mantenevano sul suo popolo, verso quella che lei stessa definiva una "conoscenza superiore". Sapeva che sarebbe stata una strada difficile e piena di ostacoli, e sapeva anche che il numero di persone su cui poteva fare affidamento sarebbe stato ridotto drasticamente; Estelle invece avrebbe dovuto combattere contro Poseidone, le cui pretese di dominio ed espansione a danno della regina stavano divenendo sempre più insistenti e violente. Solamente una delle due, sarebbe riuscita a portare a termine la sua missione e a forgiare, in onore dell'altra, la futura Black Gold cloth di Pisces.

    F5R3O9X



    La voce di rei che chiamava il mio nome parve giungere da una distanza infinita e lontana, ma fu più che sufficiente a smuovermi dalla trance in cui ero caduta. Mi guardai attorno con aria stranita, mentre una strana sensazione mi avvolgeva. C'era qualcosa in quella caverna che pulsava, viveva. Avevo provato già una volta una cosa simile, quando avevo ritrovato l'holocron di Venerya, non molto tempo prima....eppure in questa c'era qualcosa di diverso.

    Perdonami, Rei. Proseguiamo.

    Continuammo ad avanzare nel buio rischiarato di tanto in tanto dalle bioluminescenze, fin quasi a raggiungere il fondo della grotta, fino a quando una voce roca e gutturale non ci impose di fermarci. Dando tempo ai miei occhi di abituarsi alla scarsissima luce di questa zona, riuscii ad intravedere tre figure, due più anziane e una più giovane anche se non ne ero certa. I loro occhi erano completamente neri e privi di iride e pupilla, mentre strani costrutti di cristallo scuro come la pece crescevano da varie parti dei loro corpi, coem se fossero frutto di qualche strano esperimento.

    ● Chi sono loro? E cos'è questa energia che sento, Rei? Il cristallo è forse orialco? ● - domandai mentalmente al cavaliere, rimanendo poi silenziosamente in attesa della sua risposta.

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    «Andatevi a sedere, siete stanchi»

    Esordì Rei con una voce naturale, quasi melliflua lasciando quasi di stucco Estelle. Era chiaro che aveva usato i suoi potere le sue capacità mentali per dare quell'ordine ai tre. Non voleva ucciderli, era chiaro e palese ma dei morti di li in poi ci sarebbero stati su questo ci potevano giurare. Prese per mano Estelle e le chiese di avanzare.

    «Black Orium venne rinominato. È una versione differente di Orialco a dire il vero ed è quello che venne usato per costruire la Black Gold. A differenza di quello normale il Black Orium si può considerare come un minerale "vivo" ma in quanto tale è estremamente aggressivo e questo è il risultato. Stare in questa caverna vuol dire intossicarsi lentamente con il Black Orium che ti penetra nel corpo corrompendoti completamente».

    Si fermò per qualche istante e guardando la sua compagna.

    «Molti Alchimisti del Grande Tempio ci hanno provato ma i risultati sono stati catastrofici. Nella migliore delle ipotesi si sono suicidati, nella peggiore hanno compiuto massacri e mattanze. Per tale ragione vi hanno rinunciato, incapaci di manipolarlo».

    Ma il loro discorso venne interrotto da alcuni uomini completamente corrotti dal Black Orium. Si erano lasciati alle spalle l'entrata della caverna andando sempre più in profondità ove non v'erano più civili ancora non infetti ma solo esseri corrotti dal Black Orium.

    [IMMAGINE]




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    Ovviamente invece di essere rosso è nero nel nostro caso. Sono in 4, due a testa e siamo contenti. Sono da considerare Energia Verde quindi niente di impossibile. Gestisci la cosa e poi chiedi quello che vuoi a Rei. Sappi che ci stiamo avvicinando alla realtà :D
     
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    Crystallize
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    Nel buio della caverna, Estelle socchiuse di poco gli occhi, mentre ascoltava con attenzione le parole del giovane cavaliere nero. Si era sbagliata di poco, la ragazza: quella che permeava la caverna era un'energia molto simile a quella emessa dall'orialco che costituiva le Black Cloth, da quelle minori a quelle delle 12 bestie, ma con una sostanziale differenza. Il materiale presente nella grotta era stato chiamato Black Orium, e nessuno degli alchimisti era riuscito ad utilizzarlo in modo alcuno senza incappare in sgraditi effetti collaterali. L'energia al suo interno era in qualche modo viva e aggressiva, tanto da arrivare a prendere possesso di ciò con cui veniva in contatto. Si infiltrava all'interno, avvelenava e intossicava l'organismo di cui diventava a tutti gli effetti un parassita, costringendolo a piegarsi al suo volere.

    Se nemmeno gli antichi sono riusciti ad utilizzarlo, direi che prima usciamo da questa caverna e meglio sarà per entrambi. Vorrei evitare di fare la loro fine. - mormorò con tono pacato la donna, facendo un vago cenno con la testa ai tre incontrati prima.

    Proseguirono in silenzio; al momento, la testa di Estelle era impegnata ad assorbire le informazioni ricevute fino a quel momento e a metterle insieme per avere un quadro completo della situazione. Era in una dimensione parallela, o forse era solo tornata indietro nel tempo, quando tutto ancora era diverso dal mondo che aveva conosciuto nelle sue svariate vite, tutto perché Aizen aveva incontrato per caso l'ex cavaliere nero di Gemini. Rei aveva scoperto qualcosa riguardante la forgiatura delle prime dodici cloth e ora quei due individui, così distanti nel tempo, si trovavano a vivere il momento appena precedente alla scoperta che avrebbe dato inizio allo Scisma tra i cavalieri di Athena e quelli che si sarebbero fatti chiamare cavalieri Neri. Ma in quella caverna era presente solo il loro fallimento, non il loro successo, qual era dunque la chiave che aveva permesso di scoprire l'Orialco? Quale pezzo mancava tra il black Orion e il materiale delle armature dei cavalieri senza dio?
    Il filo di pensieri della ragazza fu interrotto da un rauco ringhio alle sue spalle: emergendo dall'oscurità, quattro figure umanoidi fecero la loro comparsa, orrendamente deformi e chine sotto il peso di qualcosa che sbucava dai loro corpi. Era quello, quindi, l'effetto di cui parlava Rei: manichini di carne privati di ogni volontà e istinto se non quello di uccidere, controllati dalla forza del cristallo ormai insito in loro.
    Estelle espirò profondamente, aprendo di scatto gli occhi - ora di colore azzurro che brillarono nel buio del luogo - mentre rilasciava il suo cosmo, tenuto a bada fino a quel momento: l'aria venne pervasa dall'energia della ragazza, e dai colori che essa sprigionava; come già alcuni avevano avuto modo di notare, infatti, la sua aura non si limitava ad una singola tonalità, ma al contrario racchiudeva in sé moltissime sgargianti sfumature, simili a quelle presenti nella barriera corallina dei mari caldi e tropicali.

    Due a testa, Rei. Sbrighiamoci per favore. - disse mentre l'armatura di Black Pisces finisva di adagiarsi sul suo corpo.

    Poi, senza indugi, partì all'attacco, creando uno strato di acqua sul pavimento dal quale molti dei suoi attacchi sarebbero poi partiti. Per fortuna, i corrotti non parevano essere molto veloci, né tantomeno forti. I due con cui si stava fronteggiando tentarono di ingaggiarla nel corpo a corpo, sfida dove Estelle avrebbe sicuramente perso, ma la donna fu abbastanza sveglia da tenersi sempre a distanza da loro. Inoltre, non sapendo se i veleni avessero avuto o meno effetto sui loro corpi, l'unico tipo di alga che decise di utilizzare fu quella calcarea, per rendere l'acqua più pesante e conferirle proprietà taglienti e abrasive. Lo scontro fu breve: il cristallo li rendeva solo più forti fisicamente di un normale essere umano, ma non più intelligenti - molto simili ai corrotti che infestavano il mondo post-Armageddon per certi versi - perciò la ragazza riuscì a metterli fuori gioco con facilità. Creando due tentacoli di acqua ad una fortissima pressione, riuscì a trapassare i loro corpi, lasciando che il liquido sul terreno si tingesse di un rosso scuro quasi tendente al nero. Anche Rei sembrava non cavarsela male.

    Rei, ho la brutta sensazione di non avere più molto tempo. Ho bisogno che tu mi dica cosa sai, che cosa hai scoperto e perchè è stato proprio Aizen a condurmi da te. Ti prego. Parla.

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    Narrato | Parlato | Pensato | ● Telepatia ● | Altri

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    Nome ● Estelle Mc.Queen
    EnergiaViola
    Cloth ● Black Pisces lv. VI
    Status Cloth ● Integra, Indossata
    Condizioni Fisiche ● Ottime
    Condizioni Psichiche ● Tranquilla
    Altre Info
    AbilitàTecniche

    ♦ Water of Life

    Penso sia una cosa risaputa da tutti: i pesci vivono nell'acqua. Non importa di che tipo: sia essa dolce o salata, questi simpatici animaletti fuori da essa sono spacciati. Ma non sono di certo qui per tenere un sermone sulla vita dei pesci - ci mancherebbe altro! Tutto questo mi serviva - probabilmente - per "giustificare" il mio controllo sull'elemento acqua. Sono in grado di controllarlo appieno, sia esso in stato gassoso, liquido o solido....il che significa essenzialmente che, se volessi, potrei creare da leggere pioggerelline a veri e propri monsoni, oppure far passare la sottile foschia mattutina in un denso banco di nebbia, tutto a mio piacimento. Posso creare l'acqua utilizzando il mio cosmo ma, generalmente, utilizzo quella presente in natura: dalle semplici acque superficiali [i mari, i laghi eccetera eccetera] a quelle sotterranee [ l'acqua presente nelle falde del terreno]. Inoltre, giusto per non farci mancare niente, sono in grado di "interagire" con il ghiaccio, purché non sia di natura cosmica, portandolo dal suo naturale stato solido a quello liquido.

    ♦ Aquatic Flora ♦

    Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.

    ♦ Trickster ♦

    Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.

    ♦ Telepathy ♦

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, sono in grado di comunicare telepaticamente con le persone che mi circondano.

    ///


    Area Azione: 70m | Velocità: Luce con difficoltà | Danni: Cloth ≤ V
    Sometimes, human places
    create inhuman monsters. [S. King]
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    POST VII


    Rei del resto era l'unico guerriero ad aver vinto un torneo inter-galattico, qualcosa che era riuscita a ben pochi di loro. Ne era passato di tempo ma nonostante tutto questo restava comunque un guerriero dal potenziale incredibile. Era cambiato nel tempo, non era più il cavaliere di Gemini e il suo cosmo era diverso. La Black Saint lo vide estrarre un arco, tendere la freccia e colpire con una potenza incredibile, una forza tale da far tremare la caverna stessa.

    Due frecce intervallate da alcune capriole e il gioco era fatto. Poi si voltò verso la Black Saint.

    «Siamo qua per un motivo ben preciso» esordì in maniera decisa.

    «Uno di loro vi riuscì, capì come usare il Black Orium e trasmesse il suo segreto ad altri, una cerchia molto ristretta. Con questa scoperta fu possibile forgiare le dodici Beast Armor, di cui tu sei proprietaria della dodicesima».

    Si avvicinò alla ragazza e guardandola negli occhi «Estelle, abbiamo bisogno di quegli appunti. Ci servono, servono a te, servono a me, servono a Gabriel e anche a mia mamma. Questo gli permetterà di comprendere i segreti della dodici armature».

    Le prese la mano e sorridendo «Andiamo».

    Camminarono ancora per un po' di tempo e Rei cercava di rispondere alla sue domande. Il coinvolgimento di Aizen in tutto questo era assolutamente marginale, doveva un favore all'ex Black Gemini, tutto qua. E nel camminare il piccolo - che aveva un potere che si avvicinava a quello di Gabriel - aveva espresso il desiderio di voler tornare a casa, di voler tornare all'Isola. Camminando arrivarono finalmente di fronte ad un altra porta, lui la aprì e in mezzo ad una stanza non più grande di dieci metri quadri vi era era un Golem.

    «È il guardiano Estelle, il nostro ultimo avversario».




    XHzCy8n


    9FXns1Y
    Un po' di storia, bla bla, poi il Golem che custodisce gli appunti che svelano il segreto delle vostre armature <3
    Interagisci, fai come meglio credi e vediamo un po' che fare. Nel caso decidessi di attaccare il golem lo gestisco io :P
     
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21 replies since 4/10/2015, 21:12   364 views
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